Basilica di Santa Croce: differenze tra le versioni
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{{Edificio religioso
|Immagine = Basílica de la Santa Cruz, Florencia, Italia, 2022-09-18, DD 95.jpg
|Larghezza =
|Indirizzo = [[Piazza Santa Croce]]
|Didascalia
|SiglaStato = ITA
|
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|Religione =
|AnnoConsacr = 1443
|InizioCostr = 1294
|StileArchitett = [[architettura gotica|gotico]], [[architettura rinascimentale|rinascimentale]], [[architettura neogotica|neogotico]]
|FineCostr = 1385
|Sito = [http://www.operadisantacroce.it Sito ufficiale]
}}
La '''basilica di Santa Croce''' è una chiesa di [[Firenze]], nell'omonima [[Piazza Santa Croce|piazza]]. È una delle più grandi chiese [[Ordine francescano|francescane]] e una delle massime realizzazioni del [[gotico italiano|gotico]] in [[Italia]]. La basilica possiede il rango di [[basilica minore]]. È [[Monumenti nazionali (Italia)|monumento nazionale italiano]].
Santa Croce è un simbolo prestigioso di Firenze, il luogo di incontro dei più grandi artisti, teologi, religiosi, letterati, umanisti e politici, che determinarono, nella buona e cattiva sorte, l'identità della città tardo-medievale e rinascimentale. Al suo interno trovarono inoltre ospitalità celebri personaggi della [[storia della Chiesa]] come [[Bonaventura
Il grande poeta neoclassico [[Ugo Foscolo]] la elesse nella sua opera ''[[Dei sepolcri]]'' a [[famedio]] nazionale d'Italia. Nella chiesa trovano infatti posto i sepolcri dei geni di più eccelsa raffinatezza che l'Italia abbia dato al mondo: le "urne dei forti", come Foscolo le chiama nel suo carme.
== Storia ==
[[File:Calcio fiorentino 1688.jpg|thumb
San [[Francesco d'Assisi]] visitò Firenze già nel 1211, percorrendo la [[via Cassia]]. Nel 1226-1228 un gruppo di suoi seguaci si stabilì in città, scegliendo una zona inospitale subito fuori le mura, al centro di un'isoletta formata da due bracci dell'[[Arno]] che si separavano vicino all'attuale [[Piazza Cesare Beccaria (Firenze)|piazza Beccaria]], per ricongiungersi davanti alle mura che passavano all'altezza di [[via Verdi (Firenze)|via Verdi]]-[[via de' Benci]]. Qui fondarono un oratorio che, al crescere della comunità di frati, fu prima ingrandito e poi, dal 1252, completamente ristrutturato.
Tali lavori provocarono vivaci controversie tra i frati, tra chi voleva un edificio essenziale e povero, in linea con la [[regola francescana|Regola]], e chi un'architettura più ampia. In ogni caso la nuova chiesa si rese presto inequivocabilmente insufficiente, per cui nel 1294 si decise di ricostruire ex-novo l'edificio, con un grandioso progetto elaborato probabilmente da [[Arnolfo di Cambio]], l'architetto impegnato in quegli anni nei più grandiosi progetti del Comune. [[Giovanni Villani]] ricordò come la chiesa venne fondata il 3 maggio di quell'anno, alla presenza di "molti vescovi e prelati e chierici e religiosi e il podestà e il capitano del Popolo e priori e tutta la buona gente di Firenze, uomini e donne, con grande festa e solennità". Si iniziò a lavorare dall'abside, lasciando temporaneamente in uso ai frati la vecchia chiesa, finché fu possibile<ref name="Cappelle">AA.VV., ''Cappelle del Rinascimento a Firenze'', Editrice Giusti, Firenze 1998, p. 45. ISBN 88-8200-017-6</ref>. I resti dell'antico edificio sono stati localizzati nel 1966, a seguito del cedimento del pavimento della basilica dopo l'[[alluvione di Firenze]].
Sull'attribuzione ad [[Arnolfo di Cambio]] non abbiamo documenti scritti che lo confermino, ma la critica ha confermato ormai l'attribuzione tradizionale, sia per l'elevato livello qualitativo del complesso, sia per le analogie con altre opere del grande architetto. Fu edificata a spese della popolazione della [[Repubblica fiorentina]]. Alla morte di Arnolfo nel 1302 doveva essere completata la parte del coro e del transetto, con le cappelle. Procedendo con speditezza, i lavori nel 1320 resero la basilica utilizzabile, ma in seguito, le vicende della [[Crisi del XIV secolo|crisi]], dell'[[alluvione di Firenze del 1333|alluvione]] e della [[peste nera|peste]], ne rallentarono vistosamente il completamento. Non si sa esattamente quando la basilica fu terminata, forse attorno al 1385. Fu comunque consacrata solo durante l'[[epifania]] del 1443 dal [[cardinale Bessarione]], alla presenza di [[papa Eugenio IV]]<ref name="Cappelle" />. Durante l'occupazione francese, [[Vivant Denon]] rastrellò il ''San Francesco,'' e ''il Miracolo del moribondo'' dipinto da Pesello Peselli, proveniente dal convento per inviarlo in Francia, oggetto delle [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche]]. Il convento nacque praticamente in contemporanea alla basilica. Al nucleo iniziale si aggiunsero presto la sagrestia, il dormitorio, l'infermeria, la foresteria, il refettorio e la biblioteca<ref name="Cappelle" />.
A partire dal 1566 e su volontà di Cosimo I de' Medici lo spazio della chiesa venne trasformato in senso controriformato abbattendo il tramezzo ed il coro, le cappelle e i monumenti funebri addossati alle pareti delle navate, che furono occupate da grandi altari lapidei realizzati su disegno del Vasari nei quali furono collocate pale di soggetto cristologico opera di vari artisti.
[[File:Alluvione di Firenze 08.jpg|thumb|left|La basilica durante l'[[alluvione di Firenze|alluvione]] del 1966]]
La basilica ha continuato ad essere arricchita e modificata nei sette secoli dalla sua fondazione, acquisendo sempre nuovi connotati simbolici: da chiesa francescana a "municipio" religioso per le grandi famiglie e le corporazioni, da laboratorio e bottega artistica a centro [[teologia|teologico]], da "pantheon" delle glorie italiane a luogo di riferimento della storia politica dell'Italia pre e post-[[Unità d'Italia|unitaria]].
Sebbene la basilica fosse stata usata come luogo di sepoltura di molti personaggi illustri, al pari di molte altre chiese, è nell'Ottocento che diventò un vero e proprio ''Pantheon'' di personaggi celebri legati all'arte, alla musica e alla letteratura, dopo la definizione che le diede [[Ugo Foscolo]] quale ''Tempio dell'itale glorie''.
Nel 1871 infatti veniva qui sepolto con una affollatissima cerimonia pubblica lo stesso Foscolo, morto nel 1827 a [[Turnham Green]], secondo il suo stesso desiderio di essere sepolto accanto ad altri grandi personaggi toscani come [[Michelangelo]], [[Nicolò Machiavelli|Machiavelli]], [[Galileo Galilei|Galileo]].
<br>Dopo questo episodio altri personaggi illustri furono traslati e sepolti nella basilica, come [[Gioachino Rossini]] nel 1887. Per Dante fu approntato invece solo un monumentale cenotafio poiché la città di [[Ravenna]] si rifiutò di cedere le spoglie del poeta morto in esilio.
Santa Croce arrivò a ospitare quindicimila salme, con una grande mole di richieste da tutta Italia dopo che la sua fama di custode delle ''Urne de' forti'' si era diffusa. Ciascuna richiesta era esaminata da un'apposita commissione e approvata dal [[Granduca]] in persona, il quale stabiliva anche l'entità dell'elargizione di volta in volta<ref>''Per un posto in Santa Croce'', articolo sul Corriere Fiorentino ([[Corriere della Sera]]) del 4 aprile 2008.</ref>.
Nel
== Architettura esterna ==
=== La facciata incompiuta originaria ===
[[File:
Originariamente la facciata, innalzata su otto gradini, era incompiuta, come in molte basiliche fiorentine. La parete di [[pietraforte]] a vista assomigliava molto a quello che ancora si vede a [[basilica di San Lorenzo (Firenze)|San Lorenzo]], sebbene di forma e proporzioni diverse. Nel Quattrocento, la famiglia [[Quaratesi]] si era fatta avanti per finanziare la realizzazione della facciata affidandola a Simone del Pollaiolo detto [[Il Cronaca]]. La condizione era però che lo stemma Quaratesi apparisse bene in vista al centro del fronte principale, ma questa richiesta scoraggiò i frati francescani dall'accettare la proposta e la ricca famiglia decise così di dedicarsi all'abbellimento di un'altra chiesa francescana, [[chiesa di San Salvatore al Monte|San Salvatore al Monte]]. L'aspetto della vecchia facciata incompiuta ci è testimoniato da stampe e dipinti: oltre allo [[stemma di Cristo]] sopra il [[rosone]] (posto nel 1437 durante una grave pestilenza), in una nicchia al centro del semplice portale centrale, come unica decorazione, si trovava la statua di bronzo dorato di ''[[San Ludovico di Tolosa (Donatello)|San Ludovico di Tolosa]]'' di [[Donatello]], qui trasferita da una nicchia di [[Orsanmichele]] e che oggi si può ammirare nel refettorio del convento.
===La facciata di Niccolò Matas===
Nella metà dell'Ottocento, la sensibilità artistica dominante sentiva l'esigenza di completare le grandi opere architettoniche del passato che erano rimaste, per motivi contingenti, incomplete. Per la facciata di Santa Croce esisteva pertanto in quegli anni un acceso dibattito artistico.
In questo contesto, la facciata odierna fu progettata dal 1837 e messa in opera tra il 1853 e il 1863 su progetto dell'architetto [[Niccolò Matas]], che si ispirò alle grandi cattedrali gotiche come il [[duomo di Siena]] e il [[duomo di Orvieto]], rivisti alla luce della sua epoca. I primi due progetti del Matas per Santa Croce erano [[architettura neogotica|neogotici]] ma, nell'intento di armonizzare la nuova facciata con la vicina [[Cappella dei Pazzi]], rinascimentale<ref name=Mariano>Fabio Mariano, ''L'età dell'Eclettismo'', edizioni Nerbini 2004, pagine 20-26</ref>, nel 1854 elaborò un terzo progetto che poi fu quello definitivo. Per esso, Matas dichiarò di essersi ispirato al progetto del [[Simone del Pollaiolo|Cronaca]], architetto a cui nel Quattrocento era stato commissionato il disegno della facciata della chiesa<ref name=Mariano/>. L'opera del Matas, realizzata tra il 1854 e il 1863 segue pertanto quegli stilemi dell'architettura romanica e gotica fiorentina che erano ancora vivi nella Firenze del Quattrocento. Ciò portò alla decisione di dare alla facciata un coronamento a tre [[Cuspide (architettura)|cuspidi]] e all'uso di marmi bianchi e verdi alternati con l'inserimento di intarsi di marmi policromi. Lo stesso Matas spiegò le sue scelte architettoniche nell'opuscolo ''S. Croce a Firenze e la sua facciata'', pubblicato a Firenze nel 1863, e in occasione del discorso inaugurale<ref name=matastreccani/>.
Il cantiere fu finanziato in larga parte dal facoltoso protestante inglese sir [[Francis Joseph Sloane]]. Il risultato finale riscosse molti apprezzamenti e valse al Matas, da parte dall'Associazione toscana, l'incarico di redigere un progetto per la facciata di [[Cattedrale di Santa Maria del Fiore|Santa Maria del Fiore]] (1842)<ref name="Mariano"/><ref name=matastreccani>[http://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo-matas_(Dizionario-Biografico)/ Voce Niccolò Matas sulla Treccani]</ref>; alcuni studiosi ne evidenziano la semplicità e il carattere umile a confronto con il progetto di [[Emilio De Fabris]], che fu quello poi realizzato<ref>C. Cresti, M. Cozzi, G. Carapelli, ''Il Duomo di Firenze 1822-1887. L'avventura della facciata'', Firenze 1987, pp. 24-26.</ref>.
Come altri cantieri del XIX secolo improntati alla “interpretazione ideologica” dei manufatti, si trattò di un cantiere che provocò perdite gravi - ancorché scarsamente studiate dalla storiografia - come la demolizione del palazzo dell’Inquisizione (a destra della facciata) e la conseguente distruzione del relativo cortile, che venne accorpato a ciò che restava del primo chiostro antistante la brunelleschiana Cappella Pazzi, ottenendo un chiostro evidentemente improbabile, anche solo considerandone l’impronta planimetrica che ricorda la lettera “P”; per effetto di quelle demolizioni la stessa Cappella Pazzi si può oggi scorgere dalla piazza - ovvero dall’attuale uscita del percorso di visita al complesso sacro-museale con una prospettiva che nulla ha a che vedere con il pensiero brunelleschiano, ma che forse a suo distorto modo alimenta il mito di Santa Croce in Italia e all'estero<ref name="Marchi, Giacomo Piraz Pirazzoli 2011">Andrea De Marchi, Giacomo Piraz Pirazzoli, ''Santa Croce. Oltre le apparenze'', Gli Ori 2011, in particolare Giacomo Piraz Pirazzoli alle pagine 156-174.</ref>.
La [[stella di Davide]] inserita nel timpano della facciata è stata a volte intesa come un'allusione alla fede religiosa ebraica dell'architetto Matas, ma ciò non è assolutamente provato e si deve ricordare che tale simbolo fa parte anche del repertorio cristiano<ref>Corriere Fiorentino, articolo ''[https://corrierefiorentino.corriere.it/notizie/cultura-e-tempo-libero/22_dicembre_29/giallo-in-santa-croce-la-stella-di-david-giganteggia-sulla-chiesa-perche-de1f104c-4787-46e8-af91-212930033xlk.shtml Giallo in Santa Croce - la stella di David giganteggia sulla chiesa]''</ref>.
Durante la realizzazione, in Matas si valse della collaborazione dello scultore [[Giovanni Duprè]]. Tra le opere d'arte che appaiono sulla facciata spiccano le tre lunette dei portali, che ricordano la leggenda della [[Vera Croce]], alla quale la chiesa è dedicata: da sinistra sono il ''Ritrovamento della Croce'' di [[Tito Sarrocchi]], il ''Trionfo della Croce'' di [[Giovanni Duprè]] e la ''Visione di Costantino'' di [[Emilio Zocchi]] (Santa). Il portale centrale ha le ante lignee che fino al 1903 erano sul [[duomo di Firenze|Duomo]]. Il Parlamento italiano nel 1886 decise di porre la sepoltura di Matas sotto la soglia d'ingresso della basilica<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo-matas_(Dizionario-Biografico)/ Voce N. Matas sulla Treccani] Davanti al portale si trova la sepoltura di Matas</ref>.
=== I fianchi ===
[[File:Santa croce, portico laterale su via san giuseppe.JPG|thumb
Inconfondibile è il profilo esterno della basilica, coi fianchi ritmati dai nudi [[timpano (architettura)|timpani]] triangolari delle false [[campate]] della navata (la copertura non è infatti a [[volta (architettura)|volta]], secondo lo stile [[architettura paleocristiana|paleocristiano]] che Arnolfo aveva visto a Roma). Su ciascun scomparto si apre un'alta [[bifora]], mentre il paramento è in semplice [[pietraforte]] a vista, decorato solo da [[pluviale|pluviali]] a forma di teste umane o leonine, oggi molto sciupati.
Sul fianco sinistro è
Un portico analogo si trova anche sul lato destro, affacciato sul Chiostro Grande.
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=== Il campanile ===
L'esile campanile risale solo al
==
[[File:
[[File:Santa croce, navata.jpg|thumb|Navata laterale]]
L'interno di Santa Croce è apparentemente semplice e altamente monumentale al tempo stesso, con tre navate divise da due file di grandi pilastri a base ottagonale. L'interno, ampio e solenne, ha una forma di [[croce]] "egizia" (o commissa) cioè a "T", tipico di altre grandi chiese conventuali, con un transetto particolarmente esteso (73,74 m) che taglia la chiesa all'altezza dell'abside poligonale. Anticamente il transetto, e dalla quinta campata del corpo longitudinale in poi, erano destinato ai soli [[presbiteri]], con un [[tramezzo]] che separava questa area da quella per i fedeli e che venne rimosso, come in moltissime altre chiese, dopo le disposizioni del [[Concilio di Trento]]. Se ne occupò [[Giorgio Vasari]] nel 1566, quando predispose sull'incarico di [[Cosimo I]] un ampio progetto di ammodernamento per applicare le direttive della [[Controriforma]]. Andò così distrutto anche il coro dei frati, e molti affreschi trecenteschi sulle pareti della navata vennero scialbati (come quelli di [[Andrea Orcagna]], dei quali sono stati trovati frammenti oggi esposti nel Museo della basilica), sostituiti da grandi altari laterali di forma classicheggiante.
La grandiosa navata centrale (115,43 x 38,23 m) segna una tappa fondamentale nel percorso artistico e ingegneristico che condurrà alla navata di [[Santa Maria del Fiore]]. I muri sottilissimi, sostenuti da archi a sesto acuto su [[pilastri]] [[ottagono|ottagonali]], richiamano le basiliche [[architettura paleocristiana|paleocristiane]] di [[Roma]] dove Arnolfo lavorò a lungo, ma la scala metrica è infinitamente più grande e i problemi strutturali costituirono una vera e propria sfida alle capacità tecniche del tempo. La risoluzione di questi problemi costituì un precedente importante per la grande sfida della costruzione del corpo basilicale della cattedrale cittadina.
In particolare il [[ballatoio]] che corona le arcate e cinge la navata centrale non è solo un espediente stilistico per accentuare l'andamento orizzontale della costruzione e frenare il goticismo allora poco gradito a Firenze, ma costituisce un legamento strutturale per tenere assieme le esili membrature e i vasti setti murari.
Il soffitto a [[capriata|capriate]], ingannevolmente "francescano", richiese un complicato congegno strutturale data l'enorme luce libera e il peso che rischiava di soverchiare le sottili murature.
Arnolfo, rispettando in qualche modo lo spirito francescano, disegnò una chiesa con una pianta volutamente spoglia, con ampie aperture destinate all'illuminazione delle pareti sulle quali, come già in altre chiese francescane prima fra tutte [[Basilica di San Francesco d'Assisi|quella]] di [[Assisi]], dovevano essere affrescati grandi cicli figurativi destinati a narrare al popolo analfabeta le [[Sacre scritture]] (la cosiddetta ''Bibbia dei Poveri''). Ma la grande chiesa, costruita con i contributi delle principali famiglie fiorentine, non dispone delle consuete tre cappelle al capocroce, ma ne allinea ben undici, più altre cinque dislocate alle estremità del transetto. Queste cappelle erano destinate alle sepolture dei donatori e ricevettero ricchissime decorazioni murali per mano dei maggiori maestri dell'epoca.
Il ruolo della basilica quale importante luogo di sepoltura, che diventerà poi il ''Tempio delle itale glorie'', è subito evidente dalle innumerevoli tombe presenti: sul pavimento sono 276 lastre di marmo con rilievi e stemmi intarsiati oltre ai monumenti funebri che si trovano sulle pareti tra gli altari vasariani (molte di uomini illustri), che rimangono molti nonostante uno sfoltimento avvenuto all'inizio degli anni sessanta, che rimosse gran parte delle tombe aristocratiche ottocentesche, oggi sistemate in un corridoio sotto la loggetta del Chiostro Grande.[[File:Basílica de la Santa Cruz, Florencia, Italia, 2022-09-18, DD 110.jpg|thumb|Tomba di Michelangelo]]
[[File:Basílica de la Santa Cruz, Florencia, Italia, 2022-09-18, DD 108.jpg|Tomba di Gioacchino Rossini|thumb]]
== Controfacciata ==
Sulla controfacciata sono posti due monumenti funebri, quello del drammaturgo [[Giovan Battista Niccolini]] (con una personificazione della ''[[Libertà della Poesia]]'' di [[Pio Fedi]] del 1883) e a [[Gino Capponi]], con la figura della ''Fama'' opera di [[Antonio Bortone]] (1884). A destra di quest'ultimo una targa e un busto ricordano il botanico [[Giovanni Targioni Tozzetti]]. Alla destra dell'ingresso, nell'angolo a destra, si trova il ''monumento funebre del numismatico [[Domenico Sestini]]'' (1833). Al di sopra la vetrata del rosone che rappresenta una ''Deposizione'', è stata realizzata tra 1430 e 1435 circa su cartone di [[Giovanni del Ponte]].
==
[[File:
[[File:Bernardo (e forse Antonio) Rossellino, monumento funebre di Leonardo Bruni, 1450, 02.jpg|thumb|Bernardo Rossellino, tomba di [[Leonardo Bruni]]]]
Le pareti delle navate. rischiarate da numerose vetrate, spesso risalenti al Tre e Quattrocento, sono contraddistinte dai quattordici grandi altari lapidei realizzati a partire dal 1566 da [[Francesco da Sangallo]] su disegno del Vasari che accolgono altrettante tele dipinte seguendo un tema comune, quello della ''Passione'', e sono opera di vari artisti, generalmente appartenenti all'[[Accademia delle arti del disegno|Accademia delle Arti del Disegno]].
All'inizio della navata destra si trova (in ordine contrario alla lettura delle scene) per prima la ''Crocifissione'' firmata da [[Santi di Tito]] e datata 1588.
La tomba più famosa custodita nella basilica si trova subito dopo ed è quella di [[Michelangelo Buonarroti]], tra il primo e il secondo altare della navata destra, progettata dal [[Vasari]] dopo che le spoglie del grande artista arrivarono a [[Firenze]] da [[Roma]] (1564). Sopra al sepolcro tre sculture rappresentano le personificazioni della ''Pittura'' (di [[Battista Lorenzi]], autore anche del busto dell'artista) (1568 circa), della ''Scultura'' (di [[Valerio Cioli]]) e dell{{'}}''Architettura'' (riattribuita a [[Battista Lorenzi]], già riferita a [[Giovanni Bandini]]), rattristate per la scomparsa del grande maestro, ma tutto l'insieme del sepolcro è una commistione di pittura, scultura ed architettura. Gli affreschi che lo decorano sono di [[Giovan Battista Naldini]].
Davanti alla tomba di Michelangelo, sul pilastro, è collocato il rilievo della ''Madonna del Latte'' di [[Antonio Rossellino]] (1478) facente parte, insieme all'acquasantiera e alla lastra tombale sottostanti, della ''Tomba di [[Francesco Nori (banchiere)|Francesco Nori]]'', morto per salvare la vita di [[Lorenzo il Magnifico]] durante la cosiddetta [[congiura dei Pazzi]].
Il secondo altare custodisce l{{'}}''Andata al Calvario'' del [[Vasari]], del 1572, restaurata tra 2017 e 2018.<ref>{{Cita web|url=https://www.avvenire.it/agora/pagine/calvario-del-vasari-restaurato|titolo=Firenze. Torna a splendere il Calvario del Vasari, realizzato in omaggio a Michelangelo}}</ref>
Proseguendo nella navata destra si incontra prima il [[cenotafio]] di [[Dante Alighieri|Dante]], monumento del 1829 nel quale piangono il poeta le figure dell{{'}}''Italia'' e della ''Poesia'' di [[Stefano Ricci (scultore)|Stefano Ricci]], impostate su uno stile neoclassico alla [[Canova]], ma contaminate dallo spirito neomedievale, romantico e celebrativo del tempo. Alla realizzazione di questo cenotafio si ispirò [[Giacomo Leopardi]] nel comporre la canzone ''[[Sopra il monumento di Dante]]''.
Il terzo altare presenta la pala raffigurante l{{'}}''Ecce Homo'' di [[Jacopo Coppi del Meglio]] (1576). [[File:Stefano Ricci, monumento a dante alighieri, 1829, 01.jpg|miniatura|Cenotafio di Dante.]]
Dopo di esso si trova il monumento funebre a [[Vittorio Alfieri]] di [[Antonio Canova]] (1810), con una personificazione dell{{'}}''Italia piangente'' appoggiata a un sarcofago classicheggiante con protomi e ghirlande, e un sobrio ornato con il medaglione col profilo del defunto, corone e [[lira (strumento musicale)|lire]] allegoriche.
Sul pilastro di fronte, ancora nella sua posizione originale, poggia il pregevole '''Pulpito''' di [[Benedetto da Maiano]] (databile tra 1481 e 1485 circa e restaurato tra 1998 e 1999), originariamente rivolto verso la zona riservata ai fedeli, prima dello scomparso tramezzo. A base eptagonale, il balcone è concepito come un grande peduccio sospeso, il cui effetto aereo è accentuato dalla collocazione della scala di accesso nello spessore del pilastro, per la quale si pensa ad un intervento del fratello [[Giuliano da Maiano|Giuliano]]. Il pulpito è mirabilmente decorato con inserti di marmo rosso e soprattutto con cinque formelle scolpite a [[bassorilievo]] e dorate (la doratura si è parzialmente conservata) con scene della ''Vita di san Francesco'' a forte effetto di profondità grazie all'uso sapiente della [[prospettiva]]. Sotto ciascuna formella si trovano delle nicchie con statuette delle ''Virtù''. Sotto il pulpito è la ''lastra funeraria di Piero Mellini'', committente del pulpito, realizzata con intarsi marmorei policromi, sorta di 'ribaltamento' geometrico del pulpito stesso, anch'esso attribuibile ai fratelli Da Maiano.<ref>Francesco Caglioti, ''Pulpito: Benedetto da Maiano'', in ''OPD Restauro'', No. 12, Firenze, 2000, pp. 211-215.</ref>
L'altare seguente, della famiglia Corsi, è invece ornato da una ''Flagellazione'' firmata da [[Alessandro Fei (pittore)|Alessandro Fei]] e datata 1575, che riprende lo schema dell'affresco di [[Sebastiano del Piombo]] in [[Chiesa di San Pietro in Montorio|San Pietro in Montorio]] a cui si aggiungono derivazioni da [[Andrea del Sarto]], mentre più personale appare l'espressività caricata dei personaggi.<ref>Elena Capretti, ''Alessandro del Barbiere, Flagellazione di Cristo'', in ''Il Cinquecento a Firenze. “Maniera moderna” e Controriforma'', catalogo di mostra, Firenze 2017, pagg. 222 - 223.</ref>
A fianco dell'altare è il monumento a [[Niccolò Machiavelli]] di [[Innocenzo Spinazzi]] (1787), una delle migliori opere del neoclassico fiorentino consistente in un sarcofago sul quale è la celebre iscrizione <small>''TANTO NOMINI NULLUM PAR ELOGIUM''</small>, sormontato dalla figura della ''Politica che tiene il ritratto di Niccolò Machiavelli'', col delicato panneggio e una testa "alla greca".
La ''Preghiera nell'orto del Getsemani'' di [[Andrea del Minga]], firmata e databile tra 1574 e 1578, orna il penultimo altare, della famiglia Pazzi. Il dipinto, una delle poche opere certe del pittore e verosimilmente autografo a differenza di quelo che affermava il [[Vincenzo Borghini|Borghini]], è caratterizzato da un morbido impasto pittorico arricchito da preziosismi coloristici fiammingheggianti, specialmente nel paesaggio nello sfondo. L'opera rappresenta un'interessante alternativa stilistica nella Firenze del tardo Cinquecento, distinta dal plasticismo bronzinesco di un [[Alessandro Allori|Allori]] o di un [[Santi di Tito]].<ref>Alessandro Nesi, ''Un disegno di Andrea del Minga per l'Orazione nell'orto in Santa Croce a Firenze'', in ''Bollettino d'Arte'', n. 133-134, Luglio-Dicembre 2005, pagg. 103-114.
</ref>
Dopo quest'ultimo si trova il ''Monumento a [[Luigi Lanzi]]'', di [[Giuseppe Belli (scultore)|Giuseppe Belli]] (1810), e poco dopo l'edicola con l{{'}}''[[Annunciazione Cavalcanti]]'' di [[Donatello]] (1435 circa), capolavoro in [[pietra serena]] con dorature, realizzata con una tecnica inconsueta. Si tratta di un [[altorilievo]] impostato secondo l'anticlassicismo tipico di questa fase dell'opera dello scultore, con contrasto tra la semplicità della materia e la ricchezza della decorazione. I personaggi sono ritratti con una certa inquietudine e una ''contaminatio'' con motivi decorativi antichizzanti.
Oltre la porta per i chiostri si trova il già citato ''[[Monumento funebre di Leonardo Bruni]]'' eseguito da [[Bernardo Rossellino]] tra 1444 e 1445, prototipo di sepoltura rinascimentale ispirato alle indicazioni di [[Leon Battista Alberti]], ad [[arcosolio]] [[Rinascimento|rinascimentale]], cioè con il sepolcro posto dentro una rientranza formata da un gradone e da un [[arco a tutto sesto]] che lo chiude in alto. L'iscrizione fu dettata da [[Carlo Marsuppini]], in seguito sepolto specularmente nella navata sinistra.
Seguono la tomba di [[Gioachino Rossini]], di [[Giuseppe Cassioli]] (1900) e, dopo il sesto altare, la tomba di [[Ugo Foscolo]], di [[Antonio Berti]] (1939).
Una lapide più in alto ricorda la fondazione della chiesa, mentre alcune lapidi recintate sul pavimento indicano il luogo di sepoltura di alcuni condottieri al soldo della [[Repubblica fiorentina]]: [[Milano d'Asti]], [[Giovanni Acuto]] e, poco oltre, [[Biordo degli Ubertini]].
L'ultimo altare presenta una pala con l{{'}}''Entrata di Cristo in Gerusalemme'', l'ultima ad essere realizzata per la basilica. La tavola fu commissionata el [[Cigoli (pittore)|Cigoli]] da Luigi Serristori e iniziata dal pittore nel 1604, ma la sua esecuzione rimase interrotta per la partenza del pittore per Roma. Trasferito a Roma per il suo completamento, il dipinto rimase di nuovo incompiuto per la morte del Cardi, nel 1613, e fu terminato dal suo allievo [[Giovanni Bilivert]] tra 1615 e 1620.
Girato l'angolo, sul limite del transetto destro, si trova il ''Monumento funebre al principe Neri Corsini'', di [[Odoardo Fantacchiotti]] (1859) nel quale la figura dell{{'}}''Italia che detta il nome del defunto alla Fama'' pare riprendere la consimile figura, piangente, della tomba dell'Alfieri di Canova.<ref>''Demetrio Guccerelli,'' Il ''sepolcro di don Neri Corsini'' ''marchese di. Laiatico'' ''nel Tempio di Santa Croce in Firenze'', Firenze 1944.</ref>
== Le cappelle ==
[[File:Basílica de la Santa Cruz, Florencia, Italia, 2022-09-18, DD 96-98 HDR.jpg|thumb|L'altare maggiore]]
=== Cappella Maggiore ===
La Cappella Maggiore si ispira all'architettura gotica più pura di matrice transalpina, pur mediata dalla sobrietà all'italiana, con un forte slancio verticale, sottolineato dalle nervature ''a ombrello'' nella volta e dalle strette [[bifore]], estremamente lunghe. Gli affreschi che la decorano sono le ''Storie dell'invenzione della Vera Croce'', un tributo al nome della chiesa, realizzati da [[Agnolo Gaddi]] attorno al 1380.
Le scene vanno lette dall'alto verso il basso partendo dalla parete destra. Rappresentano:
*''L'Arcangelo Michele presenta a [[Set (Bibbia)|Set]] un ramo dell'albero della vita''
*''Set pianta l'albero sulla tomba di [[Adamo]]''
*''L'albero cresce e se ne fa un ponte dove si inginocchia la [[regina di Saba]], poi [[Re Salomone|Salomone]] fa estrarre e affondare quella trave''
*''Gli Israeliti prendono da un fiume quel legno e ne fanno la Croce''
*''[[Flavia Giulia Elena|Sant'Elena]] fa scavare e ritrova la Santa Croce''.
Parete sinistra, dall'alto:
*''Sant'Elena porta trionfalmente la Croce a [[Gerusalemme]]''
*''[[Cosroe II di Persia|Cosroè]], re dei Persiani, conquistata la città, porta via la Croce e si fa adorare dal suo popolo''
*''Sogno di [[Eraclio]]'' (chiamato impropriamente sogno, Eraclio in realtà è sveglio, a differenza del Sogno di Costantino nelle Storie della vera Croce ad Arrezzo di Piero della Francesca)
*''Eraclio fa decapitare Cosroè e ritorna a Gerusalemme dove, deposte le vesti regali, entra riportando la Croce''
Agnolo Gaddi fornì anche i disegni per le vetrate, mentre quelle degli oculi più alti sono più antiche.
La croce dipinta che pende al centro è opera del [[Maestro di Figline]], e databile al 1320 circa.
Il polittico dell'altare maggiore è invece frutto di una ricomposizione: la ''Madonna'' al centro è di [[Niccolò Gerini]], mentre i ''Dottori della Chiesa'' sono di [[Giovanni del Biondo]] e di un altro pittore sconosciuto. Esso sostituisce un polittico di [[Ugolino di Nerio]] a sua volta sostituito da un ciborio progettato da [[Giorgio Vasari]] e intagliato da [[Battista Botticelli]] e [[Dionigi Nigetti]], ed inaugurato nel 1569.<ref>Ludovica Sebregondi, ''Chiese, conventi e confraternite a Firenze nell'età della Controriforma'', in ''Il Cinquecento a Firenze. “Maniera moderna” e Controriforma'', catalogo dia mostra, Firenze 2017, pag. 108.</ref>
=== Cappelle di destra ===
[[File:Giotto di Bondone 060.jpg|thumb|''Morte di San Francesco'', [[Giotto]], Cappella Bardi]]
[[File:Giotto di Bondone 051.jpg|thumb|''Ascensione di San Giovanni'', [[Giotto]], Cappella Peruzzi]]
Ma ben più importanti sono gli affreschi nelle due successive cappelle a destra, la [[Cappella Peruzzi]] e la [[Cappella Bardi (Santa Croce)|Cappella Bardi]], entrambe decorate da [[Giotto]] tra il 1320 e il 1325. Nella prima sono raffigurate le ''Storie di san Giovanni Battista'' e quelle di ''san Giovanni Evangelista'', mentre in quella Bardi le ''Storie di san Francesco''. Entrambi i cicli di affreschi furono eseguiti in tarda età dal maestro rinnovatore dell'arte occidentale e rappresentano una ''summa'' della sua opera pittorica e un testamento artistico, che molto influenzerà la generazione successiva di pittori fiorentini (per esempio [[Domenico Ghirlandaio]] 150 anni dopo si rifece ancora agli schemi della Cappella Bardi per creare le scene francescane della [[Cappella Sassetti]] in [[chiesa di Santa Trinita|Santa Trinita]]). I particolari che rivelano la mano del maestro sono la straordinaria spazialità, resa con grande padronanza della disposizione delle figure nella scena e la resa drammatica della narrazione sottolineata dall'espressività dei personaggi. Per esempio nella scena della ''Morte di san Francesco'' i confratelli del santo si disperano davanti alla salma distesa, con gesti ed espressioni incredibilmente realistici.
La vetrata della cappella Peruzzi, disegnata da [[Jacopo del Casentino]], proviene dalla vicina [[Cappella Giugni]].
Le altre tre cappelle di destra sono: la Cappella Giugni, con le tombe di [[Julie Clary]] (opera di [[Luigi Pampaloni]]) e di sua figlia [[Charlotte Napoléone Bonaparte]] (con busto di [[Lorenzo Bartolini]]); la Cappella Riccardi, che conserva il busto-reliquiario in argento della [[beata Umiliana de' Cerchi]] fu ristrutturata, su commissione della famiglia Calderini, da Gherardo Silvani intorno al 1620 ed è decorata da affreschi sulla volta e sulle lunette di [[Giovanni da San Giovanni]] e da tre tele eseguite tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento: alla parete destra è l{{'}}''Estasi di san Francesco'' di [[Matteo Rosselli]], sull'altare il ''Ritrovamento della Croce'' di [[Giovanni Bilivert]] e sulla parete sinistra l{{'}}''Elemosina di san Lorenzo'' di [[Domenico Passignano]]; la [[Cappella Velluti]], con affreschi trecenteschi di autore ignoto e un polittico sull'altare di [[Giovanni del Biondo]] con [[predella]] di [[Neri di Bicci]].
Sempre a destra, alla testata del transetto, si trova la [[cappella Baroncelli]], composta da due campate (una ampia la metà dell'altra) e affrescata da [[Taddeo Gaddi]] con ''Storie della Vergine'' (1332-1338), dove il grande discepolo di Giotto condusse i suoi studi sulla luce (con la prima raffigurazione pervenutaci di una scena notturna nell'arte occidentale) e autore anche dei disegni per la vetrata, dei quattro profeti all'esterno e forse anche della pala d'altare, da alcuni attribuita a [[Giotto]], che comunque firma l'opera. Sulla parete destra si trova una ''Madonna della cintola'', affrescata da [[Sebastiano Mainardi]]. Alla famiglia Baroncelli apparteneva la tomba gotica posta sulla parete esterna, opera di [[Giovanni di Balduccio]] del 1327, lo stesso autore delle statuette dell'[[Arcangelo Gabriele]] e dell'[[Vergine Annunziata|Annunziata]] sui pilastri dell'arcata. La scultura della ''Madonna col Bambino'' dentro la cappella è di [[Vincenzo Danti]] (1568)
La [[Cappella Castellani]], a doppia campata, invece fu affrescata da suo figlio [[Agnolo Gaddi]] con aiuti e presenta ''Storie dei santi Antonio Abate, Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Nicola di Bari''. Il tabernacolo della cappella è opera di [[Mino da Fiesole]], mentre la croce dipinta è di [[Niccolò Gerini]]. Le statue di scuola [[robbiana]] rappresentano ''San Francesco'' e ''San Domenico'', mentre tra le lastre tombali spicca quella a [[Contessa d'Albany|Luisa Stolberg contessa d'Albany]], opera di gusto neorinascimentale di [[Luigi Giovannozzi]] e [[Emilio Santarelli]] su disegno di [[Charles Percier]] (1824 circa).
=== Cappelle di sinistra ===
[[File:Crocifisso di donatello, 1406-08 01.JPG|thumb|left|Il [[Crocifisso di Santa Croce (Donatello)|Crocifisso di Donatello]] (fuori sede)]]
[[File:Basílica de la Santa Cruz, Florencia, Italia, 2022-09-18, DD 102-104 HDR.jpg|miniatura|Cappella Spinelli]]
Per quanto riguarda le cappelle di sinistra, partendo dalla Cappella Maggiore, si incontrano: la Cappella Spinelli, ridecorata nel 1837 da [[Gasparo Martellini]]; la Cappella alla Madre Italiana, ex Cappella Capponi, dedicata nel 1926 alle madri dei caduti italiani della [[Prima guerra mondiale]] e decorata da un gruppo scultoreo dello scultore [[Libero Andreotti]] raffigurante la ''Pietà''<ref name=":5">{{Cita web|url=https://www.pietredellamemoria.it/pietre/cappella-votiva-alla-madre-italiana-basilica-di-santa-croce-di-firenze/#:~:text=Nel%20transetto%20sinistro%20della%20basilica,durante%20la%20prima%20guerra%20mondiale.|titolo=Cappella votiva alla Madre Italiana – Basilica di Santa Croce di Firenze|autore=Marco Fanti|sito=Pietre della Memoria|editore=Associazione fra Mutilati ed Invalidi di Guerra|data=7 luglio 2022|accesso=3 dicembre 2023}}</ref>; la Cappella Ricasoli, che presenta affreschi del primo Ottocento con le ''Storie di sant'Antonio da Padova'', opera di [[Luigi Sabatelli]] e dei suoi figli [[Francesco Sabatelli|Francesco]] e [[Giuseppe Sabatelli|Giuseppe]]; la Cappella Pulci-Berardi, che è affrescata da [[Bernardo Daddi]] con il ''Martirio di san Lorenzo'' e il ''Martirio di santo Stefano'' (1330 circa) e contiene una [[Terracotta invetriata|terracotta policroma invetriata]] di [[Giovanni della Robbia]] sull'altare; l'ultima della serie è la [[Cappella Bardi di Vernio]], affrescata da [[Maso di Banco]] con le ''Storie di san Silvestro'', tra le migliori opere in assoluto della [[scuola di Giotto]] (anche le vetrate sono su disegno di Maso). Sull'altare si trova il trittico di [[Giovanni del Biondo]] con ''San Giovanni Gualberto e storie della sua vita'' e la parete di sinistra presenta due tombe entro nicchioni, affrescati rispettivamente con un ''Giudizio Finale con ritratto di Bettino de' Bardi inginocchiato'', opera probabilmente pure di Maso di Banco (1367 circa), e ''Deposizione e ritratto della donatrice'' di [[Taddeo Gaddi]].
Si chiama "dei Bardi di Vernio" anche la cappella alla testa del transetto, dove è conservato il [[Crocifisso di Santa Croce (Donatello)|Crocifisso]] di [[Donatello]] che diede luogo a una disputa, secondo il [[Vasari]], fra lui e [[Filippo Brunelleschi]]: egli giudicò questo Cristo troppo rozzo e ''contadino'' e realizzò come termine di paragone l'unica sua scultura lignea a noi pervenuta, il ''[[Crocifisso di Brunelleschi|Crocifisso]]'' che ora si trova nella [[Cappella Gondi]] della [[Basilica di Santa Maria Novella]]. La cappella ha la cancellata originaria del 1335, inoltre vi sono collocati il ciborio e i due angeli in legno dorato che all'epoca di Vasari erano stati creati per decorare l'altare maggiore della chiesa. La parete esterna ospita un sarcofago trecentesco di scuola pisana.
Accanto a questa cappella, sempre alla testa del transetto, si trova la Cappella Niccolini, eretta da [[Giovanni Antonio Dosio]] nel 1584, con una cupola affrescata dal [[Volterrano]], statue di [[Pietro Francavilla]] e due pale di [[Alessandro Allori]]. Infine, sul lato ovest del transetto sinistro, si trova la Cappella Machiavelli-Salviati, con la pala d'altare raffigurante il ''Martirio di san Lorenzo'' di [[Jacopo Ligozzi]]; conserva varie tombe all'interno, tra le quali spicca quella della contessa Sofia Zamoyska di [[Lorenzo Bartolini]] (1837-1844), in stile neorinascimentale aggiornato con un tocco di realismo nel lenzuolo scomposto.
===
[[File:
Uscendo dalla testa del transetto destro si passa dal portale disegnato da [[Michelozzo]], architetto prediletto della [[famiglia Medici]], con ante intagliate da [[Giovanni Di Michele]] e sormontato da un frammento di affresco con la ''Disputa del Tempio'' di [[Taddeo Gaddi]]. Si giunge così all'androne del Noviziato, che porta alla Sacrestia e alla Cappella Medici.
L'androne e la cappella sono opera di [[Michelozzo]] per i [[Medici]], come testimoniano i numerosi [[stemma Medici|stemmi della famiglia]], su commissione di [[Cosimo il Vecchio]] nel 1445 circa. La copertura dell'androne è [[volta a botte|a botte]] e sul lato sinistro ha una panca in pietra che ricorda quella della [[Cappella Pazzi]]. Sulla porta per la cappella si trova una lunetta affrescata con la ''Madonna col Bambino e santi'', attribuita a [[Fra Bartolomeo]]. La parete destra è decorata anche dalla grande pala della ''Deposizione'' di [[Alessandro Allori]]. Il pavimento è composto da lastra tombali di marmo e sulla parete sinistra si trova un monumento a [[Lorenzo Bartolini]] (che è invece sepolto nella Cappella di San Luca nella [[basilica della Santissima Annunziata]]).
La Cappella Medici, o "del Noviziato", ha una decorazione molto semplice ed essenziale, a base rettangolare coperta da volte e con una [[scarsella (architettura)|scarsella]] che racchiude l'altare. La pala principale della cappella è la terracotta invetriata di [[Andrea della Robbia]] con la ''Madonna col Bambino tra angeli e santi'', risalente attorno al 1480. La vetrata è su disegno di [[Alesso Baldovinetti]]. Sulla parete destra si trova il monumento a [[Francesco Lombardi]], composto con più frammenti quattrocenteschi, tra i quali una ''Madonna col Bambino e angeli'' della scuola di [[Donatello]]. Sulla parete sinistra è esposta la ''Disputa sull'Immacolata Concezione'' di [[Carlo Portelli]]. Nella cappella è anche una tavola con l{{'}}''Annunciazione'', attribuibile a [[Francesco Traballesi]].<ref>Alessandro Nesi, ''Dai dipinti dell'antica iconostasi di San Atanasio dei Greci a Roma, uno spunto critico per le opere toscane di Francesco Traballesi'', in ''Arte Cristiana'', n. 841, Vol. XCV, Luglio - Agosto 2007, pag. 266.</ref>
=== Sacrestia ===
[[File:Santa croce, sagrestia 00.jpg|thumb|La sacrestia]]
Da qui si accede anche alla grande sacrestia, un grande ambiente coperto a [[capriata|capriate]] e ricco di affreschi. Gli armadi lignei sono quattrocenteschi, con intarsi di [[Michele di Giovanni da Fiesole]]<ref>Foto [http://www.artandarchitecture.org.uk/images/conway/7285f6ad.html?ixsid=o6nvpcmWFaH 1] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140529143022/http://www.artandarchitecture.org.uk/images/conway/7285f6ad.html?ixsid=o6nvpcmWFaH |data=29 maggio 2014 }} e [http://www.artandarchitecture.org.uk/images/conway/2c0ce55d.html?ixsid=o6nvpcmWFaH 2] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140529151449/http://www.artandarchitecture.org.uk/images/conway/2c0ce55d.html?ixsid=o6nvpcmWFaH |data=29 maggio 2014 }} degli armadi lignei su [http://www.courtauld.ac.uk/ The Courtauld Institute of Art]</ref> ed espongono oggi reliquiari e corali miniati. Più antico è il banco d'angolo, trecentesco, che faceva forse un tutt'uno con l'armadio a sportelli dipinti per reliquie, le cui formelle con [[quadrilobi]] dipinti da [[Taddeo Gaddi]] sono oggi nella [[Galleria dell'Accademia]].
Sopra la decorazione geometrica della parte inferiore, si dispone sulla parete sud una serie di scene della vita di Cristo eseguite da alcuni dei più importanti pittori della scuola giottesca: [[Niccolò Gerini]] (''Ascensione, Resurrezione''), [[Taddeo Gaddi]] (la ''Crocefissione'') e [[Spinello Aretino]] (''Salita al Calvario''). Sulla sinistra il lavabo in marmo è opera di [[Pagno Portigiani]], mentre il busto in terracotta policroma, raffigurante il Redentore, è opera di [[Giovanni della Robbia]].
Sul lato est, in corrispondenza delle vetrate che danno luce alla stanza, si apre la grande Cappella Rinuccini, con gli affreschi eseguiti tra il 1363 e il 1366 da [[Giovanni da Milano]] (alcuni li attribuivano a Spinello Aretino). La parete destra presenta le ''Storie della Maddalena'' e quella di sinistra le ''Storie della Vergine'', con la parte inferiore completata da [[Matteo di Pacino]]. Benché l'affresco non fosse il tipo di pittura congeniale del grande continuatore della pittura giottesca Giovanni da Milano, in queste opere è comunque significativamente apprezzabile la ricchezza della sua gamma cromatica calda e pallida (a differenza dei pittori contemporanei fiorentini, più fedeli ai forti toni del rosso e del blu), superfici lisce e sfumate delicatamente, scene maestose e composte. Il polittico sull'altare è di [[Giovanni del Biondo]]. La cancellata della cappella è originale e risale al 1371.[[File:Desiderio da settignano, tomba di Carlo Marsuppini.JPG|thumb|left|Desiderio da Settignano, tomba di Carlo Marsuppini]]Girato l'angolo, sul limite del transetto destro, si trova il ''Monumento funebre al principe Neri Corsini'', di [[Odoardo Fantacchiotti]] (1860).
== Navata sinistra ==
[[File:Basílica de la Santa Cruz, Florencia, Italia, 2022-09-18, DD 111.jpg|miniatura|368x368px|Tomba di [[Galileo Galilei]]]]
Vicino allo spigolo con la controfacciata si trova una serie di affreschi di ''Santi'', della prima metà del Quattrocento. Quasi all'imbocco del transetto, i monumenti ottocenteschi al musicista [[Luigi Cherubini]] e all'incisore [[Raffaello Morghen (incisore)|Raffaello Morghen]] (1854), opere entrambe di [[Odoardo Fantacchiotti]] (il secondo è solo un [[cenotafio]] voluto dagli allievi del Morghen, che è invece sepolto nella [[chiesa di San Martino a Montughi]]). Segue, in corrispondenza della navata, il ''Monumento a [[Leon Battista Alberti]]'', opera di [[Lorenzo Bartolini]]. Il cenotafio, iniziato nel 1838, ma posto in loco solo nel 1851, rappresenta in forme puriste eredi del neoclassicismo, l'Alberti in una posa protesa verso la divinità, attorniato da un angelo con la fiaccola e dall'angelo custode ai cui piedi sono rappresentati i libri che gli dettero fama.
Le pale degli altari laterali proseguono la serie di ''Storie della Passione'' iniziate nella navata destra. Il sesto conserva la ''Pentecoste'' di [[Giorgio Vasari]], la prima pala ad essere eseguita tra quelle previste nella ristrutturazione vasariana della basilica, tra 1567 e 1568 per Agnolo Biffoli, tesoriere di [[Cosimo I de' Medici|Cosimo I de’ Medici]]. L'iconografia varia l'episodio raccontato dagli [[Atti degli Apostoli]] secondo indicazione di [[Vincenzo Borghini]], con l'aggiunta in alto di angeli con attributi e colori differenti che impersonano doni divini all'umanità, secondo un passo biblico del ''Libro di Isaia''.<ref>Alessandro Nesi, ''Una “invenzione” di Vincenzo Borghini e alcune pale d’altare con La Pentecoste. Note d’iconografia e di stile'', in Storia dell’Arte 113/114, Gennaio – Agosto 2006, pagg. 103 - 118.</ref>
Opera raffinata di [[Desiderio da Settignano]] è il quattrocentesco [[Monumento funebre di Carlo Marsuppini]], eseguito nel 1453 e posto di fronte a [[Monumento funebre di Leonardo Bruni|quello di Leonardo Bruni]] del [[Bernardo Rossellino|Rossellino]] del quale rappresenta un'evoluzione. Il Marsuppini fu infatti il successore di Leonardo Bruni alla cancelleria della [[Repubblica fiorentina]] e il suo monumento riprese la forma ad [[arcosolio]] dell'altro, con eleganti decorazioni tra le quali Desiderio aggiunse alcuni delicati puttini, tipici della sua produzione.
Tra il quinto e il sesto altare si trova l'entrata laterale sinistra, sormontata dall'organo di [[Onofrio Zeffirini]] da [[Cortona]] (1579), integrato e ampliato nel 1926.
Il successivo altare, della famiglia Asini, contiene l{{'}}''Ascensione'' di [[Giovanni Stradano]], firmata e datata 1569. Davanti a questo altare si incontra la lastra tombale di [[Lorenzo Ghiberti]] col figlio Vittorio. Alla parete accanto è invece appesa la ''Pietà'' di [[Agnolo Bronzino]], anch'essa firmata e datata 1569 e commissionata da Giovan Battista della Fonte. La tavola tarda del pittore, originariamente appesa al terzo pilastro, mostra la raffinata cura del dettaglio ed il colorismo brillante dei decenni precedenti, uniti ad una drammaticità espressiva consona anche al soggetto, e ad un michelangiolismo interpretato in modo più sfumato, ammorbidendo e affusolando le masse anatomiche.<ref>Antonio Geremicca, ''Bronzino, Pietà'', in ''Il Cinquecento a Firenze. “Maniera moderna” e Controriforma'', catalogo di mostra, Firenze 2017, pagg. 318 - 319.</ref>
Dopo il quinto altare si trovano le tombe dello storico [[Giovanni Lami]], prima opera di [[Innocenzo Spinazzi]] (1752-1755), e quella di [[Eugenio Barsanti]], inventore con [[Felice Matteucci]] del [[motore endotermico]], con un busto bronzeo opera di [[Leone Tommasi]]. Tra le altre targhe commemorative una ricorda [[Antonio Meucci]], inventore del [[telefono]]. Il monumento allo statista [[Vittorio Fossombroni]] è opera di [[Lorenzo Bartolini]] (1844 circa) ed è sormontato da un affresco dell{{'}}''Assunzione di Maria'' attribuito ad [[Agnolo Gaddi]].
Il quarto altare ospita l{{'}}''Incredulità di san Tommaso'' di [[Giorgio Vasari]], alla quale seguono due altari con opere di [[Santi di Tito]], le prime pubbliche del pittore, da considerarsi manifesti della pittura controriformata a Firenze, dal pittore depurata da molti stilemi manieristi: la ''Cena in Emmaus'' al terzo altare fu commissionata da Antonio Berti ed eseguita nel 1574; la tavola con la ''Resurrezione'' fu dipinta più o meno nello stesso anno per il secondo altare, fondato dal canonico del Duomo, Francesco di Niccolò Medici. Il precedente di uguale soggetto del [[Agnolo Bronzino|Bronzino]] alla [[Basilica della Santissima Annunziata|Santissima Annunziata]] viene sviluppato in direzione naturalistica grazie anche alle esperienza nella bottega di [[Taddeo Zuccari]] e all'esempio del tardo [[Raffaello Sanzio|Raffaello]].<ref>Nadia Bastogi, ''Santi di Tito, Resurrezione'', in ''Il Cinquecento a Firenze. “Maniera moderna” e Controriforma'', catalogo di mostra, Firenze 2017, pagg. 126 - 127.</ref>
Il primo altare, dei da Verrazzano, conserva invece una ''Deposizione'' di [[Giovan Battista Naldini]], firmata e datata 1583.
[[Galileo Galilei]] è sepolto all'inizio della navata sinistra, dopo il primo altare, e nella stessa tomba giacciono il suo discepolo [[Vincenzo Viviani]] e una donna, molto probabilmente sua figlia [[Virginia Galilei|suor Maria Celeste]]. Il sepolcro di Galileo è decorato da un busto di [[Giovan Battista Foggini]] e le personificazioni dell{{'}}''Astronomia'' (di [[Vincenzo Foggini]]) e della ''Geometria'' di [[Girolamo Ticciati]]. Gli affreschi di contorno sono resti della decorazione trecentesca della navata, attribuiti a [[Mariotto di Nardo]]. La tomba, posta simmetricamente a quella di Michelangelo, ne ricorda un po' le forme sebbene sia più tarda di un secolo e mezzo.
=== Organo a canne ===
[[File:S. croce, organo 01.JPG|thumb|La cassa e la cantoria di destra]]
Durante i lavori di restauro condotti da [[Giorgio Vasari]] verso la metà del XVI secolo, furono costruite nella basilica due [[cantoria|cantorie]] marmoree simmetriche contrapposte; quella di destra rimase vuota, mentre quella di sinistra venne dotata di un [[organo a canne]], realizzato dall'[[organaro]] toscano [[Onofrio Zefferini]] tra il 1575 e il 1579 (e inaugurato il 6 giugno dello stesso anno),<ref>{{Cita|B. Frescucci (a cura di)|p. 66}}.</ref> con cassa progettata dallo stesso Vasari. Nel 1929, lo strumento, che aveva mantenuto le sue caratteristiche originarie quasi invariate, venne demolito e la [[Tamburini|Pontificia Fabbrica d'organi Comm. Giovanni Tamburini]] incaricata di costruire un organo più grande seguendo gli standard stilistici e fonici dell'epoca (''opus 368''). Quindi, sulla cantoria destra, rimasta vuota nel corso dei secoli, venne costruita una cassa per accogliere parte delle canne riproponendo lo schema di quella del Vasari che, riadattata, rimase sulla sua cantoria e accolse parte del nuovo materiale fonico. Durante l'[[alluvione di Firenze del 4 novembre 1966]], la consolle venne irreparabilmente danneggiata come anche furono distrutte le centraline elettroniche; il materiale danneggiato fu sostituito con un importante intervento di restauro, dopo il quale l'organo tornò a suonare. Un altro restauro importante è stato condotto dalla [[Mascioni|ditta Mascioni]] nel 2009-2010.
Attualmente (2011) l'organo, a [[sistema di trasmissione (organo)|trasmissione elettronica]] revisionata dalla [[Mascioni|ditta Mascioni]], ha quattro [[Tastiera (musica)|tastiere]] di 61 note ciascuna ed una [[pedaliera|pedaliera concavo-radiale]] di 32. Le canne sono collocate in tre corpi distinti:
* quelle del ''Grand'Organo'', dell{{'}}''Espressivo'' (rispettivamente II e III tastiera) e di parte del ''Pedale'' sono collocate nella nuova cassa realizzata nel 1926 sopra la cantoria di destra;
* quelle del ''Positivo espressivo'' (I tastiera) e di parte del ''Pedale'' nella cassa antica sulla cantoria di sinistra;
* quelle del ''Corale espressivo'' (IV tastiera) in una cassa priva di mostra posta dietro la pala dell'[[altare|altar maggiore]].
==
{{Museo
|
|Immagine = Firenze-santacroce02.jpg
|Larghezza =
|Didascalia = Il ''[[Crocifisso di Santa Croce|Crocifisso]]'' di Cimabue
|Località = [[Firenze]]
|Indirizzo = [[piazza Santa Croce]] 16
|Tipologia = Arte sacra
|Sito = http://www.santacroceopera.it/it/default.aspx
|Wikidata = no
}}
=== Il convento e la storia del museo ===
Alla basilica corrispondeva uno dei più grandi conventi cittadini. Come a [[Santa Maria Novella]] gli ambienti vennero gradualmente secolarizzati a partire dalla fine del Settecento e destinati ad altri usi. Per esempio la [[Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze]] sorge su un terreno che prima faceva parte del convento
La parte più monumentale del complesso, costituita dall'ex refettorio con il Cenacolo fu allestita come museo già dal
Dal
Nel novembre
Nel
=== I chiostri e la Cappella Pazzi ===
{{vedi anche|Cappella Pazzi}}[[File:Pazzi Chapel Santa Croce Apr 2008 P.JPG|thumb|left|Il Chiostro e la Cappella Pazzi]]
[[File:Santa Croce, Baccio Bandinelli - Dio padre.JPG|thumb
Il chiostro trecentesco (ma con sostituzioni e integrazioni degli elementi architettonici nel tempo) si trova sul lato destro della facciata della Basilica e introduce alla [[Cappella Pazzi]]. Era originariamente composto da due chiostri distinti,
La [[Cappella dei Pazzi]] è un capolavoro di [[Filippo Brunelleschi]] e di tutta l'architettura rinascimentale, mirabile esempio di armonia spaziale raggiunta in tutti i suoi elementi strutturali e decorativi. Il portichetto della facciata è da alcuni attribuito alla continuazione di [[Giuliano da Sangallo]], ma altri invece lo fanno risalire ai disegni del maestro. Il fregio con medaglioni e teste di cherubini è di [[Desiderio da Settignano]], mentre la volta a botte è decorata da tondi e rosoncini di [[Luca della Robbia]], autore anche della lunetta sull'ingresso; le porte lignee sono stati intagliati da [[Giuliano da Maiano]] nel 1472. All'interno la decorazione plastica è strettamente subordinata all'architettura, coi dodici grandi medaglioni degli ''Apostoli'', tra le migliori creazioni di [[Luca della Robbia]], il [[fregio]] coi Cherubini e l'[[Agnello pasquale (araldica)|Agnello]], e gli altri 4 tondi policromi con gli ''Evangelisti'', attribuiti a [[Andrea della Robbia]] o al Brunelleschi stesso che ne avrebbe curato il disegno. La vetrata è stata realizzata su disegno di [[Alesso Baldovinetti]].
Accanto alla cappella Pazzi la cripta della Cappella Castellani ospita l'allestimento di una mostra permanente sull'opera dell'incisore [[Pietro Parigi]].
Sul lato nord si trova la galleria dei monumenti funebri, soprattutto ottocenteschi, che affollavano il primo chiostro e che furono qui spostati e ricomposti dal
[[File:Santa croce, chiostro grande 02.jpg|thumb
Sono restati invece in sede sulla parete d'ingresso i monumenti a [[Girolamo Segato]], della scuola di [[Lorenzo Bartolini]], quello a [[Florence Nightingale]] e quello al patriota [[Giuseppe La Farina]] (di [[Michele Auteri Pomar]],
Il secondo chiostro ha partitura quadrata con pozzo centrale, opera del
=== Il refettorio ===
Il percorso espositivo prosegue con la visita dei locali del Refettorio trecentesco dove sono posti importanti esempi di arte sacra tra i quali spicca il ''[[Crocifisso di Santa Croce|Crocifisso]]'' di [[Cimabue]], una delle opere d'arte più importanti di tutti i tempi, chiave nel passaggio dalla pittura [[bizantina]] a quella moderna,
[[File:Santa croce, albero della vita.jpg|thumb
[[File:Andrea Orcagna 001.jpg|thumb
La parete ovest del refettorio è dominata dalla [[Albero della Vita, Ultima cena e storie sacre|grande serie di affreschi]] di [[Taddeo Gaddi]], che la ricoprono interamente (
*''San Benedetto in solitudine''
*''Gesù a cena dal Fariseo''
*''San Francesco che riceve le stimmate''
*''Storia di san Ludovico di Tolosa''
Alle pareti sono poi esposti sei frammenti di affreschi di [[Andrea Orcagna]], ritrovati sotto l'intonaco cinquecentesco nella navata destra della chiesa. Probabilmente erano stati gravemente danneggiati dall'alluvione del 1557, tanto da costringere il [[Vasari]] (che sicuramente non coprì l'opera antica per solo spirito di rinnovamento stilistico, essendo un estremo ammiratore degli antichi maestri fiorentini) a realizzare nuovi altari in pietra serena su un muro a intonaco bianco. I frammenti ritrovati sono comunque notevoli per la vigorosa e drammatica narrazione nelle scene, con un colorito linguaggio pittorico. Vi si distinguono un ''Trionfo della Morte'', un ''Giudizio Universale'' e una parte di ''Inferno''. Altri affreschi tre-quattrocenteschi sono la lunetta mutila del ''Compianto'' di [[Taddeo Gaddi]], già sulla porta della navata sinistra, e la veduta della città di Firenze nella ''Venuta dei Francescani a Firenze'', di [[Giovanni del Biondo]], dove si può riconoscere l'aspetto di [[piazza del Duomo (Firenze)|piazza del Duomo]] verso il 1380, con la facciata arnolfiana di [[Santa Maria del Fiore]].
La statua di ''[[San Ludovico di Tolosa (Donatello)|San Ludovico di Tolosa]]'' è una poderosa opera di [[Donatello]], una delle pochissime in bronzo dorato del grande scultore fiorentino (1423-1424), inizialmente realizzata per una nicchia di [[Orsanmichele]], fu poi spodestata dall{{'}}''[[Incredulità di San Tommaso (Verrocchio)|Incredulità di san Tommaso]]'' di [[Verrocchio]] nel 1487 e collocata per più di tre secoli e mezzo al centro della facciata incompiuta di Santa Croce. La statua di Donatello fu uno dei primi grandi bronzi fusi dall'epoca dell'antichità, sebbene venissero assemblati più pezzi, per facilitare la doratura. Vibrante è il contrasto tra la testa e la mano, scolpita con delicato realismo, e la pesantezza del panneggio che nasconde tutto il corpo.
Sempre nel refettorio, vicino alla porta della seconda sala, si trova l'affresco staccato dei ''[[Santi Giovanni Battista e Francesco]]'', frammento di un'opera più ampia, nel tipico stile luminoso di [[Domenico Veneziano]], con influssi di [[Andrea del Castagno]] (al quale era anche stata attribuita). Si trovava originariamente nel coro e poi sulla parete della navata destra della chiesa.
Qui sono inoltre state esposte le diciannove pale (dipinti su tavola o su tela) danneggiate durante l'alluvione e ricollocate solo nel 2006, al termine di un lungo e capillare lavoro di restauro:
*
*
*
*''San Jacopo'' di [[Lorenzo Monaco]],
*''San Bernardino da Siena'' di [[Rossello di Jacopo Franchi]],
*''San Bonaventura'' di [[Domenico di Michelino]],
*''Deposizione dalla Croce'' di [[Francesco Salviati]] (che ha subito un recupero quasi ''miracoloso'', dopo che fu ritrovata dilaniata a pezzi), realizzata nel 1548 per la cappella Dini, già in controfacciata, alla destra del portale principale, dove è oggi la Tomba di Giovan Battista Niccolini.
*''Discesa di Cristo al Limbo'' di [[Agnolo Bronzino]], tavola dipinta nel 1552 per l'altare di Giovanni di Piero Zanchini già nella controfacciata della chiesa alla sinistra del portale principale. La pala, permeata del particolare, morbido michelangiolismo del pittore, fu lodata dai contemporanei per la bellezza dei nudi in pose diversificate, e, come le coeve ''Deposizione'' di [[Francesco Salviati|Salviati]] ed il perduto ''Martirio di San Sigismondo'' di [[Giorgio Vasari|Vasari]], fu al centro di una sfida formale sulla composizione gremita di figure. Più tardi, nel clima controriformato, l'insieme dei nudi fu accusato di distogliere dalla devozione ed il dipinto subì una censura (tanto che solo in seguito al restauro sono stati riscoperti dei dettagli "scabrosi" di demoni). Nella pala sono diversi ritratti, molti di letterati anche amici del pittore. In alto a sinistra, accanto all'effigie del committente nelle vesti del [[Elia|profeta Elia]], il Bronzino si raffigura nelle vesti di [[Davide|re Davide]], poiché era anche poeta, dietro la spalla destra di Cristo è il ritratto di [[Pontormo]], mentre sotto il suo braccio destro si vede il volto del giovane [[Alessandro Allori|Allori]].<ref>Liala Morini, ''Bronzino, Discesa di Cristo al Limbo'', in ''Bronzino pittore e poeta alla corte dei Medici'', catalogo di mostra a cura di C. Falciani, A. Natali, Firenze, 2010, pp. 304 - 305.</ref>
*''Trinità'' del [[Cigoli (pittore)|Cigoli]] (1592).
=== Le altre sale ===
[[File:
Nelle altre cinque sale sono conservate altre pregevoli opere provenienti dalla chiesa e dal convento.
La seconda sala ospita frammenti di affreschi e di vetrate, con opere di [[Neri di Bicci]] e, per attribuzione, a [[Giotto]] e a [[Alesso Baldovinetti]]. Vi sono inoltre modellini ottocenteschi del campanile e della facciata e alcuni dipinti. La lunetta con ''San Francesco morente che distribuisce il pane ai frati'' è opera di [[Jacopo Ligozzi]], la cui [[sinopia]] si trova nella sala sei. Durante il restauro della [[Cappella Baroncelli]] qui è stato conservato il ''[[Polittico Baroncelli]]'' attribuito a [[Giotto]] o a [[Taddeo Gaddi]]. A Giotto è attribuito anche un frammento di affresco denominato ''[[Madonna dolente (Giotto)|Madonna dolente]]''.
La terza sala, anticamente Cappella dei [[Cerchi]], ospita affreschi staccati e [[robbiane]], tra le quali una di [[Andrea della Robbia]], due busti di [[Giovanni della Robbia]] e una ''Madonna col Bambino'' di [[Benedetto Buglioni]]. La croce dipinta è di [[Lippo di Benivieni]], mentre gli affreschi staccati, già facenti parte della decorazione originaria della cappella, sono attribuiti a [[Niccolò di Pietro Gerini]] (cornici decorate) e al [[Maestro di San Martino a Mensola]] (''Maestà con santi'').
La quarta sala ha affreschi e sinopie del Tre e Quattrocento. La quinta sala mostra la ricostruzione del ''monumento a [[Cassono della Torre|Gastone della Torre]]'' di [[Tino da Camaino]], altre sculture soprattutto trecentesche (tra cui alcune di Tino di Camaiono e due formelle attribuite a [[Giambologna]]) e i modelli in gesso per le statue ottocentesche che decorano la facciata. La sesta e ultima sala presenta alcuni affreschi staccati, tra i quali ne spiccano tre, opera di [[Matteo Rosselli]].
== Gli orti ==
Una serie di antichi orti corrispondono al retro della chiesa, ricchi di alberi (con alcuni grandi esemplari di [[bagolari]], [[cedri dell'Atlante]] e dell'Himalaia) sono oggi aree di pertinenza delle scuole [[Scuola-Città Pestalozzi]] e Vittorio Veneto, della [[Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze]] e della Scuola del Cuoio.
==Confraternite==
Nella grande basilica e nei suoi annessi (soprattutto negli [[Famedio di Santa Croce|estesi sotterranei]]) si riunirono nel tempo molte Compagnie o [[Confraternita (Chiesa cattolica)|confraternite]]. Tra le più importanti ci furono:
*[[Compagnia di Santa Maria delle Laudi di Santa Croce]]
*[[Compagnia del Gesù o della Disciplina di Santa Croce]]
*[[Compagnia di San Francesco del Martello]]
*[[Compagnia del Bernardino]]
*[[Compagnia di San Francesco e Santa Maria Maddalena]]
*[[Compagnia della Natività di Maria Vergine dei Librai]]
*[[Compagnia di Sant'Antonio Abate dei Macellari]]
*Compagnia di Sant'Antonio dei Rammendatori
*[[Compagnia di San Bonaventura dei Carcerati]]
*[[Compagnia di Santa Maria di Loreto]]
*[[Compagnia di San Filippo Benizi]] "nero"
*Compagnia del Beato Pietro pettinagnolo
==
*[[Giotto]] e aiuti, ''[[Polittico Peruzzi]]'', oggi nel [[North Carolina Museum of Art]]
*[[Giotto]] e aiuti, ''[[Eterno e angeli]]'', oggi nel [[San Diego Museum of Art]]
*[[Taddeo Gaddi]], ''[[Formelle dell'armadio della sacrestia di Santa Croce]]'', oggi alla [[Galleria dell'Accademia]] di Firenze, all'[[Alte Pinakothek]] di Monaco e alla [[Gemäldegalerie di Berlino]]
*[[Filippo Lippi]], ''[[Pala del Noviziato]]'', oggi agli [[Uffizi]]
== Personalità sepolte o ricordate in Santa Croce ==
{{vedi categoria|Sepolti nella basilica di Santa Croce}}
La basilica è il luogo di sepoltura di alcuni dei più illustri personaggi italiani, come [[Michelangelo Buonarroti]], [[Galileo Galilei]], [[Niccolò Machiavelli]], [[Vittorio Alfieri]], [[Ugo Foscolo]], [[Gioachino Rossini]].
Nonostante sia una [[chiesa cattolica]], vi sono anche sepolture di persone non credenti, tra cui lo stesso Foscolo. La prima illustre personalità qui inumata fu [[Leonardo Bruni]] nella seconda metà del Quattrocento, mentre l'ultima persona sepolta effettivamente in Santa Croce fu [[Giovanni Gentile]] nel 1944. Numerose sono anche le targhe commemorative, come quella per [[Enrico Fermi]], la cui tomba si trova negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] dove morì nel 1954.{{Div col|3}}
* [[Leon Battista Alberti]]
* [[Dante Alighieri]] (
* [[Giovanni Acuto]] (targa commemorativa)
* [[Vittorio Alfieri]]
* [[Antonio Baldi]], pittore
* [[Eugenio Barsanti]]
* [[Lorenzo Bartolini]] (cenotafio)
* [[Virginia de Blasis]], soprano
* [[
* [[Leonardo Bruni]]
* [[Michelangelo Buonarroti]]
* [[Rosa Caiet Piattoli]], pittrice
* [[Luigi Canina]]
* [[Gino Capponi]]
* [[Giulia Clary]], moglie di [[Giuseppe Bonaparte]], e la figlia [[
* [[Leonardo da Vinci]] (targa commemorativa)
* [[Luigi Cherubini]] (cenotafio)
* [[Bartolomeo Cristofori]], inventore del [[fortepiano]]
* [[Cassono della Torre]], [[arcidiocesi di Milano|arcivescovo di Milano]] e [[
* [[Enrico Fermi]] (targa commemorativa)
* [[Ugo Foscolo]]
* [[Galileo Galilei]]
* [[Giovanni Gentile]]
* [[Lorenzo Ghiberti]]
* [[
* [[Luigi Lanzi]]
* [[Mario Luzi]] (targa commemorativa)
* [[
* [[Guglielmo Marconi]] (targa commemorativa)
* [[Carlo Marsuppini]]
* [[Pier Antonio Micheli]]
* [[Giuseppe Montani]]
* [[Raffaello
* [[Florence Nightingale]] (cenotafio)
* [[Michał Kleofas Ogiński]]
* [[Gioachino Rossini]]
* [[Giuseppe Sabatelli]], pittore
* [[Girolamo Segato]], scienziato
* [[Domenico Sestini]], numismatico
* [[Luisa di Stolberg-Gedern]], contessa d'Albany, moglie di [[Charles Edward Stuart]] (compagna di [[Vittorio Alfieri]])
* [[Fortunata Sulgher]], poetessa
* [[Angelo Tavanti]]
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== Note ==
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== Bibliografia ==
*Moisé F., Santa Croce di Firenze - Illustrazione storico-artistica Con note e copiosi documenti inediti Molini, Piatti, Visseux, Ricordi e Jouhad, Firenze, 1845.
*Bucci M., La Basilica di Santa Croce, Sadea/Sanson, Firenze, 1965.
* {{cita libro|curatore=Bruno Frescucci|titolo=Arte organaria nei secoli XV-XVI-XVII: la scuola cortonese|città=Cortona|editore=Grafiche Calosci|anno=1976|isbn=no|cid=B. Frescucci (a cura di)}}
* Marcia B. Hall, ''Renovation and Counter-Reformation: Vasari and Duke Cosimo in Santa Maria Novella and Santa Croce, 1565-77.'' New York, 1979.
*Ruschi P., I campanili di Santa Croce, in Santa Croce nell’800, cura di Pietro Ruschi, Edizioni Alinari, Firenze, 1986.
*{{Cita libro|titolo= Il pantheon di Santa Croce a Firenze |curatore= Luciano Berti|altri= testi di Alessandro Cecchi e altri|editore= Cassa di risparmio di Firenze|città= Firenze |anno= 1993|SBN= PAL0264711}}
*Detti E., Firenze scomparsa, Vallecchi editore, Firenze, 1997.
* Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, ''I tempi dell'arte'', volume 1, Bompiani, Milano 1999 ISBN 88-451-7107-8.
*Verdiani, G. (editor), Firenze delle torri: architetture verticali e loro intorno: i campanili di Santa Maria del Fiore e di Santa Croce, Materia e geometria, Volume 13, Alinea, Firenze, 2005.
*Beatrice Paolozzi Strozzi, ''La Basilica di Santa Croce, Itinerario guida'', Firenze, 2006.
* ''Guida d'Italia, Firenze e provincia'' ("Guida Rossa"), Edizioni Touring Club Italiano, Milano 2007.
* ''Santa Croce. Oltre le apparenze'', a cura di Andrea De Marchi e Giacomo Piraz, Pistoia, Gli Ori, 2011 ISBN 978-88-7336-434-4
* ''Agnolo Gaddi e la Cappella Maggiore di Santa Croce a Firenze. <span>Studi in occasione del restauro</span>''<span>, a cura di Cecilia Frosinini, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2014, </span>ISBN/EAN: <span>97888366294.</span>
== Voci correlate ==
* [[Cappella dei Pazzi]]
* [[Gotico italiano]]
* [[Sindrome di Stendhal]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|b=Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Città metropolitana di Firenze/Firenze/Firenze - Basilica di Santa Croce|b_preposizione=sulla|b_etichetta=disposizione fonica dell'organo a canne|commons_preposizione=sulla|commons_etichetta=basilica di Santa Croce a Firenze}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.italiaunita150.it/monumenti/firenze---dante-alighieri.aspx|Monumento a Dante Alighieri}}
* {{cita web | 1 = http://www.icvbc.cnr.it/bivi/regioni/toscana/firenze.htm#C.%20di%20S.%20Croce | 2 = Le vetrate di Santa Croce | accesso = 22 marzo 2009 | dataarchivio = 24 aprile 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090424220645/http://www.icvbc.cnr.it/bivi/regioni/toscana/firenze.htm#C.%20di%20S.%20Croce | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://xoomer.virgilio.it/fborsari/arretra/organi/italia33.html|Notizie sull'organo dal sito La pagina dell'organo}}
{{Santa Croce}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|architettura|cattolicesimo|Firenze|musei}}
[[Categoria:Basilica di Santa Croce| ]]
[[Categoria:Architetture di Arnolfo di Cambio]]
[[
[[Categoria:Monumenti nazionali in Toscana]]
[[Categoria:Musei di arte sacra della Toscana]]
[[Categoria:Architetture gotiche di Firenze]]
[[
[[Categoria:Chiese gotiche della Toscana]]
[[Categoria:Chiese francescane]]
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