Isola Ferdinandea: differenze tra le versioni

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{{ Isola
<!--template semplificato-->|Nome isolanome= Isola Ferdinandea
|Nome_originale =
| immagineisola= Ferdinandea.jpg|thumb|right
|Soprannome =
| didascalia= Dipinto raffigurante l'eruzione di Ferdinandea del 1831
|Immagine = L'isola Ferdinandea - Camillo De Vito.jpg
| nome originale=
|Didascalia = L'isola Ferdinandea in un dipinto di Camillo De Vito
| arcipelago=
|Mappa_localizzazione = Sicilia
| stato = ITA
|Mappa2 = Location of Ferdinandea.jpg
| nazione=
|Localizzazione = [[Italia (regione geografica)|Italia]], sommersa nel [[canale di Sicilia]]
| suddivisione=
|Latitudine_Gradi = 37
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|Longitudine_Gradi = 12
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|Superficie_km2 =
| mappa= Location of Ferdinandea.jpg|thumb|right|
|Altitudine = <br />
| didascalia= Posizione dell'Isola nel Canale di Sicilia
*−6,9 m di profondità
*nel 1831 max 65
|Classificazione = <!--Geografia politica -->
|Stato_definizione = Rivendicazione all'epoca dell'emersione
|Stato = {{DUESIC}}<br />{{Bandiera|GBR}} [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda|Regno Unito]]<br />{{Bandiera|FRA}} [[Monarchia di luglio|Regno di Francia]]
|Suddivisione1_nome =
|Suddivisione1 =
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|Abitanti =
|Anno_censimento =
|Demonimo =
|Ref =
}}
L{{'}}'''isola Ferdinandea''' (''ìsula Firdinandea'' in [[Lingua siciliana|siciliano]]; storicamente nota come ''Graham Island'' in [[Lingua inglese|inglese]] e ''île Julia'' in [[Lingua francese|francese]]) è una vasta piattaforma rocciosa situata a circa 6 metri dalla superficie marina, nel [[canale di Sicilia]], tra [[Sciacca]] e l'[[isola di Pantelleria]]. Essa costituisce i resti di un apparato [[Vulcano|vulcanico]] che emerse nel 1831, a seguito dell'eruzione sottomarina di un vulcano, si innalzò dall'acqua formando l'isola, la quale crebbe fino ad una superficie di circa 4&nbsp;km² e 65&nbsp;m di altezza.<ref>{{Cita news|url=https://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/ferdinandea--la-breve-vita-di-un-vulcano-italiano-nato-dal-mare-176773|titolo=Ferdinandea, la breve vita ma la storia infinita di un vulcano italiano nato dal mare|pubblicazione=3BMeteo {{!}} Previsioni Meteo|data=16 gennaio 2018|accesso=16 gennaio 2018}}</ref>
{{Coord|37|10|N|12|43|E|type:isle|display=title}}
 
Essendo composta prevalentemente da [[tefrite]], materiale roccioso eruttivo facilmente erodibile dall'azione delle onde, l'isola Ferdinandea non ebbe vita lunga. A conclusione dell'episodio eruttivo si verificò un rapido smantellamento erosivo dell'isola che scomparve definitivamente sotto le onde nel gennaio del 1832, ponendo fine temporaneamente alle dispute internazionali sorte circa la sua sovranità.
L<nowiki>'</nowiki>'''Isola Ferdinandea''', conosciuta attualmente anche come "''Banco Graham''", è una vasta piattaforma rocciosa situata a circa 6 metri dalla superficie marina tra [[Sciacca]] e l'[[isola di Pantelleria]]. Essa costituisce la bocca di un [[vulcano (geologia)|vulcano]] sommerso che eruttando, nel [[1831]], si innalzò dall'acqua formando l'isola, la quale crebbe fino ad una superficie di circa 4 km² e 65 m di altezza.
 
== Geologia ==
Tuttavia essa era composta prevalentemente da [[tefrite]], materiale roccioso eruttivo facilmente erodibile dall'azione delle onde. Alla conclusione dell'episodio eruttivo si verificò una rapida [[subsidenza]] e l'isola scomparve definitivamente sotto le onde nel gennaio del [[1832]], ponendo fine temporaneamente al problema sorto circa alla sua sovranità.
{{dx|[[File:HMS Melville and Graham Island.jpg|thumb|L'isola durante l'eruzione e la nave inglese HMS Melville]]}}
Nel periodo in cui si è elevata sopra il livello del mare, l'isola si presentava con una forma tronco conica per via della sua attività vulcanica; proprio a causa di quest'ultima la sua superficie era esclusivamente rocciosa e formata interamente da materiale residuo delle varie eruzioni, come la tefra già citata prima.
 
Altre manifestazioni osservate dell'attività vulcanica sopra la superficie marina furono due laghetti [[Zolfo|sulfurei]] costantemente in ebollizione, situati all'esterno del vulcano; essi si possono considerare, insieme allo pseudotorrente formatosi quando tracimava l'acqua che vi era nel cratere, come gli unici aspetti idrografici dell'isola.
== Geografia ==
Mentre si trovava sopra il livello del mare, l'isola si presentava con una forma conica per via della sua attività vulcanica; proprio a causa di quest'ultima la sua superficie era esclusivamente rocciosa e formata interamente da materiale residuo delle varie eruzioni, come la tefra già citata prima.
 
Recenti ricerche oceanografiche hanno evidenziato che l'attuale banco costituisce, con i vicini banchi "Terribile" e "Nerita", uno dei coni accessori del [[vulcano sottomarino]] [[Empedocle (vulcano)|Empedocle]], un edificio vulcanico paragonabile all'[[Etna]] per larghezza della base e elevato mediamente di circa 500 metri dal fondo del mare. La sommità del suddetto banco raggiunge una superficie di 30 metri quadrati, nel quale la profondità varia dagli 8 ai 12 metri; nei seguenti 200 metri circa il terreno è molto irregolare e oltre questa distanza esso precipita formando fosse che arrivano fino a 60-100 metri.<ref>Dati dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia</ref>
Altra conseguenza del [[vulcanesimo]] furono due laghetti [[Zolfo|sulfurei]] costantemente in ebollizione, situati all'esterno del vulcano; essi si possono considerare, insieme allo pseudotorrente formatosi quando tracimava l'acqua che vi era nel cratere, come gli unici aspetti idrografici dell'isola.
 
Recenti ricerche oceanografiche hanno evidenziato che l'isola costituisce – con i vicini banchi "''Terribile''" e "''Nerita''" – uno dei coni accessori del vulcano sottomarino [[Empedocle (vulcano)|Empedocle]], un edificio vulcanico paragonabile all'[[Etna]] per larghezza della base e elevato mediamente di circa 500 metri dal fondo del mare.
La sommità del suddetto banco raggiunge una superficie di 30 metri quadrati, nel quale la profondità varia dagli 8 ai 12 metri; nei seguenti 200 metri circa il terreno è molto irregolare e oltre questa distanza esso precipita formando fosse che arrivano fino a 60/100 metri<ref>dati dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia</ref>.
=== Posizione ===
{{dx|[[File:Ferdinadea historical.jpg|thumb|Pagina della pubblicazione del geologo francese [[Constant Prévost]], che riporta l'eruzione di Ferdinandea del [[1831]]]]}}
Ferdinandea è situata nel [[Canale di Sicilia]], una zona dove vulcani simili sono molto diffusi, alle coordinate 37°10'N e 12°43'E, a 16 miglia nautiche (30 km) dalla costa di Sciacca e 29 miglia nautiche (55 km) dall'isola di Pantelleria. La sua profondità minima è di 6,9 metri sotto il livello del mare.
Ferdinandea è situata nel [[canale di Sicilia]], una zona dove vulcani simili sono molto diffusi, alle coordinate {{tutto attaccato|37° 10′ N 12° 43′ E}}, a 16 miglia nautiche (30&nbsp;km) dalla costa di Sciacca e 29 miglia nautiche (55&nbsp;km) dall'isola di Pantelleria. La sua profondità minima è di 6,9 metri sotto il livello del mare.
 
== Storia ==
I primi resoconti sull'attività sottomarina dellnell'isolaarea risalgono alla [[Primaprima guerra punica]]. Successivamente essaisole apparvetemporanee apparvero e scomparvescomparvero alcune volte nel corso del [[XVII secolo]], rimanendo comunque in superficie solo per tempi brevissimi.
 
=== L'emersione ===
Verso la fine di giugno del [[1831]], nel tratto di mare a metà strada tra [[Sciacca]] e Pantelleria si verificarono alcune scosse sismiche di fortissima intensità, che vennero avvertite fino a [[Palermo]] e che causarono gravi danni alla costa sudoccidentale della Sicilia. Successivamente gli abitanti delle zone vicine e gli equipaggi di alcune navi di passaggio affermarono di aver visto colonne di fumo e pietra pomice uscire dalle acque, assieme a violenti [[Zampillo|zampilli]] di [[lava]] eruttati dal vulcano. Fu poi segnalata nei giorni seguenti dai pescatori del luogo, una zona in cui il mare ribolliva continuamente e dove vi erano moriemorìe di pesci, causaticausate molto probabilmente dall'esalazione dei gas vulcanici.<ref>datiDati raccolti e riuniti dall'INGV</ref>.
[[File:Cgemmellaro2.jpg|thumb|upright|left|Il prof. [[Carlo Gemmellaro]], che compì studi sull'isola per conto del governo del Regno delle Due Sicilie.]]
Il 7 luglio, F. Trifiletti, capitano della nave ''Gustavo'', riferì di aver avvistato un isolotto alto circa 8 metri che sputava cenere e lapilli. La completa emersione dell'isola avvenne però il 12 luglio [[1831]]<ref>{{Cita libro|nome=Fiori, Fabio,|cognome=author.|titolo=Isolario italiano : storie, viaggi e fantasie|url=http://worldcat.org/oclc/1259681694|accesso=1º marzo 2022|oclc=1259681694|ISBN=978-88-6549-360-1}}</ref>, quando dopo una scossa tellurica, il vulcano sottomarino aprì la sua bocca eruttando detriti e lava che formarono una piccola isola di circa quattro chilometri di circonferenza e sessanta metri d'altezza.
 
Michele Arena scriveva delle eruzioni e dell'aspetto dell'isola: {{Citazione|sono state sempre precedute da brevi scosse di terremoto che si sono susseguite con fortissimo fragore di boati […] testimoni dell'evento furono i capitani Trifiletti e Corrao, naviganti in quel mare (latitudine 37,11 nord e longitudine 12,44 est) che osservarono un getto d'acqua a cui tennero dietro colonne di fiamme e di fumo che si elevavano ad un'altezza di 550 metri circa. Il 16 luglio si vide emergere la testa di un vulcano in piena eruzione e il 18 lo stesso capitano Corrao, di ritorno, osservò il cono del vulcano che sporgeva dal mare. Presto si vide emergere un'isoletta che crebbe sempre in eruzione e raggiunse, il 4 agosto, una base di tre miglia di circonferenza ed un'altezza di sessanta metri, con due preminenze, una da levante ed una da tramontana, a guisa di due montagne legate insieme; con due laghetti bollenti}}
Il [[7 luglio]], F. Trafiletti, capitano della nave "Gustavo", riferì di aver avvistato un isolotto alto circa 8 metri che sputava cenere e lapilli. La completa emersione dell'isola avvenne però nella notte fra il [[10 luglio|10]] e l'[[11 luglio]] [[1831]], quando dopo una scossa tellurica, il vulcano sottomarino aprì la sua bocca eruttando detriti e lava che formarono una piccola isola di circa quattro chilometri di circonferenza e sessanta metri d'altezza.
[[File:Cgemmellaro2.jpg|thumb|180px|left|Il Prof. [[Carlo Gemmellaro]], che compì studi sull'isola per conto del governo del Regno delle Due Sicilie]]
[[Michele Arena]] scriveva delle eruzioni e dell'aspetto dell'isola: {{Quote|sono state sempre precedute da brevi scosse di terremoto che si sono susseguite con fortissimo fragore di boati [...] testimoni dell'evento furono i capitani Trafiletti e Corrao, naviganti in quel mare (latitudine 37,11 nord e longitudine 12,44 est) che osservarono un getto d'acqua a cui tennero dietro colonne di fiamme e di fumo che si elevavano ad un'altezza di 550 metri circa. Il 16 luglio si vide emergere la testa di un vulcano in piena eruzione e il 18 lo stesso capitano Corrao, di ritorno, osservò il cono del vulcano che sporgeva dal mare. Presto si vide emergere un'isoletta che crebbe sempre in eruzione e raggiunse, il 4 agosto, una base di tre miglia di circonferenza ed un'altezza di sessanta metri, con due preminenze, una da levante ed una da tramontana, a guisa di due montagne legate insieme; con due laghetti bollenti}}
 
Non appena venne diffusa la notizia dell'apparizione di questo piccolo lembo di terra, il primo studioso a giungere sul posto fu [[KarlFriedrich Hoffman]], docente di geologia presso l'[[Università Humboldt di Berlino|Università di Berlino]], che si trovava casualmente in [[Sicilia]]. Il professore, dopo un'accurata ricognizione, ne riferì i risultati in una lettera indirizzata al [[Domenico Lo Faso Pietrasanta|duca di Serradifalco]]. Altri importanti studiosi furono gli inglesi [[Warington Wilkinson Smyth]] e [[Edward Davy]].
Il professore, dopo un'accurata ricognizione, ne riferì i risultati in una lettera indirizzata al [[Domenico Lo Faso Pietrasanta|duca di Serradifalco]].
 
Il [[Borbone delle Due Sicilie|governo borbonico]], intanto, aveva immediatamente inviato sul posto il fisico [[Domenico Scinà]], il quale compilò una relazione intitolata ''"breveBreve ragguaglio al novello vulcano apparso nel mare di Sciacca".'' Il professor [[Carlo Gemmellaro]], docente di Storia Naturale presso l'[[Università degli Studi di Catania]], provvide invece a stilare una relazione circostanziata che suscitò l'interesse di molti illustri uomini di cultura scientifica, soprattutto stranieri.
 
Il professor [[Carlo Gemmellaro]], docente di Storia Naturale presso l'[[Università degli Studi di Catania]], provvide invece a stilare una relazione circostanziata che suscitò l'interesse di molti illustri uomini di cultura scientifica, soprattutto stranieri.<ref>Carlo Gemmellaro, "Relazione dei fenomeni del nuovo vulcano sorto dal mare fra la costa di Sicilia e l'isola di Pantelleria nel mese di luglio 1831”, Edizioni dell'Università di Catania, 1831</ref>
=== Le dispute territoriali ===
L'isoletta suscitò subito l'interesse di alcune potenze straniere, che nel [[Mar Mediterraneo]] cercavano punti strategici per gli approdi delle loro flotte, sia mercantili che militari.
 
=== Le dispute territoriali e i nomi dell'isola ===
L'[[Inghilterra]], che col suo ammiraglio sir [[Percival Otham]] si trovava nelle acque dell'isola, dopo un'accurata ricognizione prese possesso di questa in nome di Sua Maestà Britannica. Il [[24 agosto]] giunse sul posto il capitano Jenhouse, che vi piantò la bandiera britannica, chiamando l'isola "Graham", nome dell'attuale banco sottomarino.
L'isoletta suscitò subito l'interesse di alcune potenze straniere europee, che nel [[mar Mediterraneo]] cercavano punti strategici per gli approdi delle loro [[Flotta navale|flotte]], sia mercantili che militari<ref>{{Cita web|url=https://www.nelmaredeldiritto.it/2023/08/01/lisola-ferdinandea/|titolo=L’isola Ferdinandea|autore=Andrea Galati}}</ref>.
 
La [[Gran Bretagna]], che col suo ammiraglio sir [[Percival Otham]] si trovava nelle acque dell'isola, dopo un'accurata ricognizione prese possesso di questa in nome di [[Maestà britannica|sua maestà britannica]]. Il 24 agosto giunse sul posto il capitano Jenhouse, che vi piantò la [[Bandiera del Regno Unito|bandiera britannica]], chiamando l'isola "Graham". Il nome "Banco di Graham" è utilizzato nella cartografia recente per indicare il banco sottomarino costituente l'area su cui si trova il vulcano che diede origine all'isola Ferdinandea.
Questi avvenimenti fecero montare una protesta degli abitanti del [[Regno delle Due Sicilie]], che assieme a quelle del capitano Corrao, arrivarono anche alla casa borbonica. Si propose di nominare l'isola "Corrao", chiedendo inoltre al re provvedimenti contro il sopruso inglese.
[[File:Ferdinando II delle Due Sicilie.jpg|160px|right|thumb|Il re Ferdinando II che rivendicò l'isola come territorio dello stato borbonico]]
 
IlQuesti avvenimenti fecero montare una protesta degli abitanti del [[26Regno settembredelle Due Sicilie]], che assieme a quelle del capitano Corrao, arrivarono anche alla [[Borbone delle Due Sicilie|casa borbonica]]. Si propose di nominare l'isola "Corrao", chiedendo inoltre al re provvedimenti contro il sopruso inglese. Il 26 settembre dello stesso anno la [[Francia]], venendoper controcontrastare alll'azione inglese, inviava il brigantino "''La Fleche"'', comandato dal [[capitano di corvetta]] Jean La Pierre, il quale recava con sé una missione diretta dal geologo [[Constant Prévost]] insieme al pittore [[Edmond Joinville]], al quale si devono i disegni di quel fenomeno eccezionale.
[[File:Ferdinand II of the Two Sicilies 1859.jpg|upright=0.7|thumb|Il re Ferdinando II che rivendicò l'isola come territorio del [[Regno delle Due Sicilie]].]]
 
I Francesifrancesi fecero approfonditi rilievi e ricognizioni accurate fino al [[29 settembre]], e il materiale raccolto venne inviato al [[viceammiraglio]] della flotta francese De Rigny e relazionato alla "[[Société Géologiquegéologique de France"]], durante la seduta del 7 novembre 1831. Il contenuto di queste relazioni stabilivanostabiliva che l'isola, sotto l'azione delle onde, aveva subito diverse frane, che a loro volta avevano provocato grandi erosioni sui fianchi; quindi i crolli avevano trascinato con sé una grande quantità di detriti. Pertanto l'isola, non avendo una base consistente, si poteva inabissare bruscamente.
 
Come gli inglesi, anche i francesi nonapprodarono avevanosull'isola senza chiestochiedere alcun permesso ala [[Re di Sicilia|re]] [[Ferdinando II didelle [[BorboneDue Sicilie|Ferdinando II]], qualenonostante legittimo proprietario delll'isola, essendo questafosse sorta nellaentro acque prossime alle coste siciliane. Anzi i francesi la ribattezzarono "''Iulia''" in riferimento alla sua comparsa avvenuta nel mese di luglio, poi posero una targa a futura memoria con la seguente iscrizione: "''Isola Iulia – i sigg. Constant Prévost, professore di geologia all'Università di Parigi – Edmond Joinville, pittore 27, 28, 29 settembre 1831''". Ine in segno di possesso venne innalzata sul punto più alto la [[Bandiera della Francia|bandiera francese]].
 
Il re [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]], constatando l'interesse internazionale che l'isoletta aveva suscitato, inviò sul posto la [[corvetta]] [[Bombarda (nave)|bombardiera]] ''Etna'' al comando del capitano Corrao il quale, sceso sull'isola, piantò la bandiera borbonica battezzando l'isola "''Ferdinandea''" in onore del sovrano. Sembrava che l'evento non suscitasse altro clamore, invece giunse sul posto il capitano Jenhouse con una potente [[Fregata (nave)|fregata]] [[Marina inglese|inglese]] e il Corrao, grazie alla mediazione del capitano Douglas, ottenne di rimettere la questione ai rispettivi governi. L'isola avrebbe goduto, all'epoca, dello stato di ''[[insula in mari nata]]'', cioè, in quanto emersa dal mare, la prima nazione o persona a mettervi piede avrebbe potuto rivendicarla legittimamente (in questo caso gli Inglesi).<ref>Jean-François Gerkens, Insula quae in mari nascitur occupantis fit: nullius enim esse creditur''! Le cas de Ferdinandea vu par un romaniste'', in Cosimo Cascione e Carla Masi Doria (a cura di), ''Fides Humanitas Ius. Studii in onore di Luigi Labruna'', IV, Editoriale Scientifica, Napoli 2007, pp. 2177-2188.</ref><ref>Fabio Caffio, ''La disputa virtuale sull'isola Ferdinandea'', in ''Rivista Marittima'' 133.6 (2000), pp. 119-124.</ref><ref>Tullio Scovazzi, ''Un{{'}}effimera isola e un ipotetico quesito'', in ''Rivista di diritto internazionale'' 85.4 (2002), pp. 946-953.</ref><ref>{{Senza fonte|Il diritto internazionale odierno, a differenza di quello ottocentesco, si basa sul concetto di "piattaforma continentale", che riconosce allo stato costiero più vicino il diritto di esercitare la propria sovranità anche sui fondali marini che costituiscono il suo naturale prolungamento. Perciò l'Italia, subentrata al Regno delle Due Sicilie come entità statuale, eserciterebbee la propria giurisdizione sull'isola senza bisogno di alcuna proclamazione.}}</ref>
Il re [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]], constatando l'interesse internazionale che l'isoletta aveva suscitato, inviò sul posto la corvetta bombardiera "Etna" al comando del capitano Corrao il quale, sceso sull'isola, piantò la bandiera borbonica battezzando l'isola "Ferdinandea" in onore del sovrano.
 
Con atto sovrano del 17 agosto 1831, Ferdinando II di Borbone rivendicò l'isola come parte del regno delle Due Sicilie, dandole ufficialmente il nome di isola Ferdinandea. Verso la fine d'ottobre dello stesso anno il governo borbonico inviò ai governi di [[Gran Bretagna]] e [[Francia]] una memoria con la quale dette loro notizia dell'evento, ricordando che {{Senza fonte|a norma del diritto internazionale}} {{chiarire| |Quale trattato e quale articolo}} la nuova terra apparteneva alla [[Sicilia]]. Tuttavia, a quanto sembra i due governi non risposero e fra le due nazioni, entrambe interessate a favorire le loro posizioni strategiche nel Mediterraneo, iniziarono le rivalità.
Sembrava che l'evento non suscitasse altro clamore, invece giunse sul posto il capitano Jenhouse con una potente fregata inglese e il Corrao, grazie alla mediazione del capitano Douglas, ottenne di rimettere la questione ai rispettivi governi.
 
=== L'inabissamento ===
[[File:Isola ferdinandea stampa anonima dell'epoca2.jpg|thumb|Stampa popolare dell'isola Ferdinandea]]
Non passò molto tempo che il pronostico francese cominciò ad avverarsi. Le persone che viaggiavano sul vaporetto "Francesco I" riferirono che l'isola aveva un perimetro di mezzo miglio e l'altezza si era abbassata.
Non passò molto tempo che il pronostico francese cominciò ad avverarsi. Le persone che viaggiavano sul [[vaporetto]] ''Francesco I'' riferirono che l'isola aveva un perimetro di mezzo miglio e l'altezza si era abbassata.
 
Il 7 novembre di quell'anno, l'inglese Walker, capitano dell{{'}}''Alban'', misurò l'isola, che risultava ridotta a un quarto di miglio con un'altezza di venti metri. Il 16 novembre si scorgevano soltanto piccole porzioni e l'8 dicembre il capitano Allotta, del [[brigantino]] ''Achille'', ne constatò la scomparsa, mentre alcune colonne d'acqua si alzavano e si abbassavano. Dell'isola rimaneva un vasto banco di roccia lavica.
Verso la fine d'ottobre del 1831 il governo borbonico prese posizione ufficiale ed inviò ai governi di [[Gran Bretagna]] e [[Francia]] una memoria con la quale dette loro notizia dell'evento, ricordando che a norma del diritto internazionale la nuova terra apparteneva alla [[Sicilia]]. Tuttavia, a quanto sembra i due governi non risposero e fra le due nazioni, entrambe interessate a favorire le loro posizioni strategiche nel Mediterraneo, iniziarono le rivalità.
 
{{Senza fonte|Nel [[1846]] e nel [[1863]] l'isoletta è riapparsa ancora in superficie, per poi scomparire nuovamente dopo pochi giorni.}} Di essa rimangono solo i molti nomi avuti in seguito alla disputa internazionale: ''Giulia'', ''Nerita'', ''Corrao'', ''Hotham'', ''Graham'', ''Sciacca'', ''Ferdinandea''.
Il [[7 novembre]] di quell'anno, l'inglese Walker, capitano dell'Alban, misurò l'isola, che risultava ridotta ad un quarto di miglio con un'altezza di venti metri. Il 16 novembre si scorgevano soltanto piccole porzioni e l'8 dicembre il capitano Allotta, del brigantino Achille, ne costatò la scomparsa, mentre alcune colonne d'acqua si alzavano e si abbassavano.
Dell'isola rimaneva un vasto banco di roccia lavica.
 
=== Eventi successivi ===
Nel [[1846]] e nel [[1863]] l'isoletta è riapparsa ancora in superficie, per poi scomparire nuovamente dopo pochi giorni.
[[File:Isola ferdinandea stampa anonima dell'epoca.jpg|thumb|Isola Ferdinandea in una stampa popolare dell'epoca]]
Di essa rimangono solo i molti nomi avuti in seguito alla disputa internazionale: Giulia, Nerita, Corrao, Hotham, Graham, Sciacca, Ferdinandea.
{{Senza fonte|Con il [[Terremoto del Belice del 1968|terremoto del 1968 nella valle del Belice]] le acque circostanti il banco di Graham furono viste intorbidirsi e ribollire, cosa che venne interpretata come un probabile segnale che l'isola Ferdinandea stesse per riemergere. Così non fu, ma venne segnalato un movimento nelle acque internazionali di alcune navi britanniche della flotta del Mediterraneo.}} Un gruppo di sub siciliani colse l'occasione per posare sulla superficie del banco sottomarino una targa in pietra, sulla quale si legge: {{Citazione|Questo lembo di terra una volta isola Ferdinandea era e sarà sempre del popolo siciliano.}}
Andata successivamente distrutta, probabilmente colpita da un'ancora, la targa è stata prontamente sostituita. Successivamente il vulcano è rimasto dormiente per decenni, con la cima circa 8 metri sotto il livello dell'acqua. Nel [[1986]] fu erroneamente scambiato per un sottomarino [[Libia|libico]] e colpito da un missile della [[United States Air Force|U.S. Air Force]] nella sua rotta per [[Operazione El Dorado Canyon|bombardare Tripoli]].<ref>{{cita news|url=http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/article1181110.ece|titolo=Italy stakes early claim to submerged island|editore=[[The Times]]|lingua=en|data=27 novembre 2002|accesso=4 settembre 2010|urlmorto=sì}}</ref>
 
[[File:Sigmografo ferdinandea.jpg|thumb|Il recupero del sensore di pressione.]]
== Oggi ==
Col terremoto del [[1968]] nella Valle del Belice, le acque circostanti il Banco di Graham furono viste intorbidirsi e ribollire, cosa che venne interpretata come un probabile segnale che l'isola Ferdinandea stesse per riemergere. Così non fu, ma venne segnalato un movimento nelle acque internazionali di alcune navi britanniche della flotta del Mediterraneo. A scanso di equivoci i siciliani posero sulla superficie del banco Graham una targa in pietra tra le cui righe si legge:
{{Quote|l'Isola Ferdinandea era e resta dei Siciliani}}
Andata distrutta qualche anno fa probabilmente colpita da un'ancora, la targa è stata prontamente sostituita.
 
Nel [[2002]] una rinnovata attività [[sismologia|sismica]] nella zona ha indotto i [[Vulcanologia|vulcanologi]] a congetturare sopra un imminente nuovo episodio eruttivo con conseguente nuova emersione dell'isola. Col fine di evitare in anticipo una nuova disputa di sovranità, dei [[Sommozzatore|sommozzatori]] italiani hanno piantato un [[tricolore]] sulla cima del vulcano di cui si aspettava la riemersione.<ref>{{cita news|url=http://www.corriere.it/primo_piano/liv_primo_a5.20001113202600.shtml|titolo=Un tricolore sull'isola Ferdinandea|editore=[[Corriere della Sera]]|accesso=4 settembre 2010}}</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2002/novembre/26/Etna_grazia_rifugio_Sapienza_dal_co_0_0211265445.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150927160452/http://archiviostorico.corriere.it/2002/novembre/26/Etna_grazia_rifugio_Sapienza_dal_co_0_0211265445.shtml|titolo=L'Etna «grazia» il rifugio Sapienza. Ma dal mare risale l'Isola Ferdinandea|editore=[[Corriere della Sera]]|data=26 novembre 2002|accesso=4 settembre 2010|urlmorto=sì}}</ref> Anche allora le eruzioni non si sono verificate e la cima di Ferdinandea è rimasta circa 8 metri sotto il livello del mare.
Successivamente il vulcano è rimasto dormiente per decenni, con la cima circa 8 metri sotto il pelo dell'acqua.
 
Nel mese di settembre del [[2006]], una spedizione subacquea della LNI di Sciacca e del Dipartimento della Protezione civile Siciliana, coordinata dal professor Giovanni Lanzafame dell'[[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia|Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia]] di Catania, da bordo di un'unità della [[Guardia costiera|Guardia Costiera]], ha posizionato un sensore di pressione sulla vetta sottomarina della Ferdinandea, per il monitoraggio dell'attività sismica dell'importante edificio vulcanico. Il "sarcofago" contenente lo strumento di misurazione registratore è stato recuperato da un'altra équipe il 22 settembre [[2007]].
Nel [[1986]] fu erroneamente scambiato per un sottomarino [[Libia|libico]] e colpito da un missile della [[United States Air Force|U.S. Air Force]] nella sua rotta per bombardare [[Tripoli]].
 
L'[[istituto nazionale di geofisica e vulcanologia]] (INGV) ha compiuto dal 17 al 21 luglio 2012 la prima campagna di monitoraggio sottomarino nell'area, effettuando un rilevamento [[geofisica|geofisico]] ad alta risoluzione sopra il Banco Graham (−6,9&nbsp;m sotto il livello marino) e i banchi Terribile (−20&nbsp;m) a est e Nerita (−16,5&nbsp;m) a NE con la nave da ricerca [[Astrea (nave)|Astrea]] dell'[[Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale|ISPRA]]. Questa prospezione ha permesso di riconoscere la presenza di 9 crateri vulcanici monogenici, distinti fra loro, a cui dovrebbero corrispondere altrettante eruzioni avvenute nell'area.
[[File:Sigmografo_ferdinandea.jpg|thumb|200px|right|Recupero del sismografo]]
Nel [[2002]] una rinnovata attività [[sismologia|sismica]] nella zona ha indotto i [[vulcanologo|vulcanologi]] a congetturare sopra un imminente nuovo episodio eruttivo con conseguente nuova emersione dell'isola. Per evitare in anticipo una nuova disputa di sovranità, dei sommozzatori italiani hanno piantato un tricolore sulla cima del vulcano di cui si aspettava la riemersione<ref>[http://www.corriere.it/primo_piano/liv_primo_a5.20001113202600.shtml www.Corriere.it] articolo del Corriere della sera</ref>.
Anche allora le eruzioni non si sono verificate e la cima di Ferdinandea è rimasta circa 8 metri sotto il livello del mare.
 
Le campagne di ricerca dirette da Emanuele Lodolo dell’[[Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale]] di [[Trieste]] (OGS), condotte con la nave [[OGS Explora|Explora]] hanno individuato nella zona sei strutture sottomarine che sono state chiamate con nomi tratti dalla [[mitologia greca]], prendendoli da [[Nereidi]] e [[Oceanine]]: [[Actea (Nereide)|Actea]], [[Climene (Oceanina)|Climene]], [[Nesea]], [[Doride (Oceanina)|Doride]], [[Ianeira]] e [[Ianassa]].<ref>{{cita news|url=https://www.corriere.it/scienze/19_luglio_31/sicilia-scoperti-sei-nuovi-vulcani-sottomarini-3741f03c-b3a7-11e9-aa67-42182a287159.shtml|titolo=Sicilia: scoperti sei nuovi vulcani sottomarini|editore=[[Corriere della Sera]]|accesso=31 luglio 2019}}</ref><ref>Emanuele Lodolo, Dario Civile, Massimo Zecchin, Luigi Sante Zampa, Flavio Accaino. A series of volcanic edifices discovered a few kilometers offthe coast of SW-Sicily. Marine Geology, 416 (2019) 105999</ref>
Nel mese di settembre del [[2006]], una spedizione subacquea della LNI di Sciacca e del Dipartimento della Protezione civile Siciliana, coordinata dal professor Giovanni Lanzafame dell'[[Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia]] di Catania, da bordo di una unità della [[Guardia Costiera]], ha posizionato un [[sismografo]] sulla vetta sottomarina della [[Ferdinandea]], per il monitoraggio dell'attività sismica dell'importante edificio vulcanico. Il “sarcofago” contenente lo strumento di misurazione registratore è stato recuperato da un'identica equipe il [[22 settembre]] [[2007]].
 
== Citazioni letterarie ==
* Nel romanzo ''[[Bouvard e Pécuchet]]'' di [[Gustave Flaubert]] l'Isola Giulia viene citata dai due protagonisti nel corso delle bizzarre elucubrazioni sull'origine della Terra.
* Dell'isola parla [[Jules Verne]] nel suo romanzo ''[[Le mirabolanti avventure di mastro Antifer]]'' e nel romanzo ''[[Mathias Sandorf]]'' (cap. VI).
* L'isola è protagonista del libro ''[[Un filo di fumo]]'' di [[Andrea Camilleri]]: su di essa infatti si incaglierà il piroscafo russo ''Tomorov'' in arrivo a [[Vigata]].
* La nascita dell'isola è raccontata nel libro ''[[La zia marchesa]]'' di [[Simonetta Agnello Hornby]].
* Il dramma in tre atti che [[Luigi Pirandello]] scrisse nel 1926, ''[[La nuova colonia]]'', è ambientato su un'isola vulcanica che scomparirà. Il protagonista si chiama Corrao come il capitano che aveva piantato la bandiera borbonica sull'isola.
* L'emersione dell'isola è al centro della storia raccontata nel graphic novel ''La lingua del diavolo'', del fumettista italiano [[Andrea Ferraris]].
*La storia dell'isola è citata da Gesualdo Bufalino nel decimo capitolo del libro "Argo il Cieco ovvero I sogni della memoria", Sellerio Editore, 1984.
*Le vicende legate all'isola e all'assegnazione del nome sono descritte da [[Fabio Genovesi]] nel romanzo ''Il calamaro gigante'', Milano, Feltrinelli, 2021<ref>{{Cita libro|nome=Fabio|cognome=Genovesi|titolo=Il calamaro gigante|collana=Narratori Feltrinelli|data=2021|editore=Feltrinelli Editore|ISBN=978-88-07-03442-8}}</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
=== Fonti storiche ===
* Carlo Gemmellaro, ''Relazione dei fenomeni del nuovo vulcano sorto dal mare fra la costa di Sicilia e l'isola di Pantelleria nel mese di luglio 1831'', Edizioni dell'Università di Catania, 1831
* Constant Prévost, ''Lettre relatant l'exploration de l'île de Julia''. Bulletin de la Société Géologique de France, II, p. 32-36. 1831.
* {{fr}} Constant Prévost, ''Lettre relatant l'exploration de l'île de Julia''. Bulletin de la Société Géologique de France, II, p.&nbsp;32-36. 1831.
* Société Géologique de France, ''Rapport sur les travaux de la société en 1831'', p. 236-247. 1831.
* {{fr}} Société Géologique de France, ''Rapport sur les travaux de la société en 1831'', p.&nbsp;236-247. 1831.
 
=== Studi ===
* Salvatore Mazzarella, ''Dell'isola Ferdinandea e di altre cose'', Sellerio Palermo, 1984. ISBN 88-389-0338-7
* Bruno Fuligni, ''L'île à éclipses. Histoire des apparitions et disparitions d'une terre française en Méditerranée.'' Les Editions de Paris - Max Chaleil, 2003.
* Filippo D'Arpa, ''L'isola che se ne andò'', Mursia Milano 2001, ISBN 88-425-2899-4.
* Santino Mirabella: L'Isola Passeggera, Edizioni Vertigo, Roma, 2015. ISBN 978-88-69010-14-9
 
== Voci correlate ==
* [[Campi Flegrei del Mar di Sicilia]]
* [[Empedocle (vulcano)]]
* [[Sicilia]]
* [[Regno delle Due Sicilie]]
* [[Isole italianedell'Italia]]
* [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]]
* [[Carlo Gemmellaro]]
* [[Isola fantasma]]
* [[Isola Terremoto]]
* [[Surtsey]]
* [[Nishinoshima (isola)]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=https://www.marina.difesa.it/noi-siamo-la-marina/pilastro-logistico/scientifici/idrografico/cosafacciamo/Pagine/BancodiGraham.aspx|titolo=Banco di Graham}}
* [http://www.ct.ingv.it/index.php?option=com_content&view=article&id=206%3Aferdinandea-banco-di-graham&catid=52%3Auf-vulcanologia&lang=it Ferdinandea] pagina dell'[[INGV]]
* {{cita web|url=http://www.vulkaner.no/v/volcan/etna/ferdinan_e.html|titolo=Information from 'Volcanoes and Volcanism'|lingua=en}}
* [http://dottorstranoweb.blogspot.com/2006/08/la-vera-storia-delisola-ferdinandea.html Articolo da "Il dottor StranoWeb"]
*
* [http://www.grifasi-sicilia.com/isolaferdinandea.htm Informazioni dall'Almanacco Siciliano di Angelo Grifasi]
{{Cita news|lingua=en-GB|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/2516655.stm|titolo=Volcano may emerge from the sea|data=2002-11-26|accesso=2025-08-16}}
* [http://www.vivisciacca.com/canali/isola_ferdinandea.html Ulteriori informazioni]
*{{Cita news|lingua=en-GB|nome=Rory|cognome=Carroll|url=https://www.theguardian.com/world/2000/nov/13/rorycarroll1|titolo=Bourbons surface to retake island|pubblicazione=The Guardian|data=2000-11-13|accesso=2025-08-16}}
* {{en}}[http://www.vulkaner.no/v/volcan/etna/ferdinan_e.html Information from 'Volcanoes and Volcanism']
* {{en}}[cita web|url=http://newswww.bbcdnaindia.co.ukcom/1/hi/sci/tech/2516655report.stm BBCasp?NewsID=1037287|titolo=Daily News & Analysis India article]|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://decobed.club.fr/Julia.html|titolo=L'exploration de île Julia par Constant Prévost le 27, 28, et 29 septembre 1831|lingua=fr|accesso=16 aprile 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060501002151/http://decobed.club.fr/Julia.html|urlmorto=sì}}
* {{en}}[http://www.guardian.co.uk/international/story/0,,396512,00.html Guardian Unlimited article]
* {{en}}[http://www.dnaindia.com/report.asp?NewsID=1037287 Daily News & Analysis India article]
* {{fr}}[http://decobed.club.fr/Julia.html L’exploration de île Julia par Constant Prévost le 27, 28, et 29 septembre 1831]
 
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