Giardino di Ninfa: differenze tra le versioni

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Il '''Giardinogiardino di Ninfa''' è un [[monumento naturale]] della [[Italia|Repubblica Italiana]] situato anel territorio del comune di [[Cisterna di Latina]], nelleal vicinanzeconfine di [[Sermoneta]] econ [[Norma (Italia)|Norma]] e [[Sermoneta]]. Si tratta di un tipico [[giardino all'inglese]], iniziato da Gelesio[[Gelasio Caetani]] nel [[1921]], nell'area della scomparsa cittadina [[MedioevoCittà medievale|cittadina medioevale]] di Ninfa, di cui oggi rimangono soltanto diversi ruderi, alcuni dei quali restaurati durante la creazione del giardino.
{{quote|Ecco Ninfa, ecco le favolose rovine di una città che con le sue mura, torri, chiese, conventi e abitati giace mezzo sommersa nella palude, sepolta sotto l’edera foltissima. In verità questa località è più graziosa della stessa Pompei, le cui case s'innalzano rigide come mummie tratte fuori dalle ceneri vulcaniche.|[[Ferdinando Gregorovius]], ''Passeggiate romane''}}
Il '''Giardino di Ninfa''' è un [[monumento naturale]] della [[Italia|Repubblica Italiana]] situato a [[Cisterna di Latina]], nelle vicinanze di [[Sermoneta]] e [[Norma (Italia)|Norma]]. Si tratta di un tipico [[giardino all'inglese]], iniziato da Gelesio Caetani nel [[1921]], nell'area della scomparsa cittadina [[Medioevo|medioevale]] di Ninfa, di cui oggi rimangono soltanto diversi ruderi, alcuni dei quali restaurati durante la creazione del giardino.
 
== Storia ==
{{quoteCitazione|Ecco Ninfa, ecco le favolose rovine di una città che con le sue mura, torri, chiese, conventi e abitati giace mezzo sommersa nella palude, sepolta sotto l’edera foltissima. In verità questa località è più graziosa della stessa [[Scavi archeologici di Pompei|Pompei]], le cui case s'innalzano rigide come mummie tratte fuori dalle ceneri vulcaniche.|[[FerdinandoFerdinand Gregorovius]], ''Passeggiate romane''}}
Il paese di Ninfa, il cui nome sembra derivare da un tempio di età classica dedicato alle [[Ninfa (mitologia)|Ninfe]]<ref name="Storia N&G">{{cita web|url=http://www.lazionascosto.it/ninfa.html|titolo=Storia di Ninfa e del giardino|accesso=14-06-2010}}</ref>, presente su un isolotto del piccolo lago, doveva esistere già durante l'[[Storia romana|epoca romana]], ma si trattava di un piccolo centro agricolo nei pressi della [[Via Appia Antica|via Appia]]. Durante la metà del [[VIII secolo]] [[papa Zaccaria]] ebbe in dono da [[Costantino V di Bisanzio|Costantino V Copronimo]], in segno di riconoscenza per aver contrastato l'avanzata dei [[Longobardi]] intercedendo presso il [[Liutprando|re Liutprando]], vaste zone agricole nei pressi di [[Norma (Italia)|Norma]], dove era presente una tenuta di campagna<ref name="Storia Ninfa">{{cita web|url=http://www.medioevo.roma.it/html/architettura/fuoriRoma/mfr-ninfa.htm|titolo=La storia di Ninfa nel medioevo|accesso=14-06-2010}}</ref>. In questo periodo la via Appia e la [[via Severiana]] divennero impraticabili per via dell'avanzamento della [[palude]] e ciò comportò lo spostamento dei traffici commerciali sulla via pedemontana che transitava nei pressi di Ninfa: l'imposizione di un pedaggio a chiunque volesse utilizzare la strada si rivelò essere una fonte di ricchezza e ben presto Ninfa divenne un piccolo centro urbano, con numerose case e chiese<ref name="Storia N&G"/>.
[[File:GiardinoGarden diof Ninfa 95castle.jpgJPG|thumb|left|300pxupright=1.3|Castello con la torre]]
Il paese di Ninfa, il cui nome sembra derivare da un tempio di età classica dedicato alle [[Ninfa (mitologia)|Ninfeninfe]]<ref name="Storia N&G">{{cita web|url=http://www.lazionascosto.it/ninfa.html|titolo=Storia di Ninfa e del giardino|accesso=14-06-2010}}</ref>, presente su un isolotto del piccolo lago, doveva esistere già durante l'[[Storia romana|epoca romana]], ma si trattava di un piccolo centro agricolo nei pressi della [[Via Appia Antica|via Appia]]. Durante la metà del dell'[[VIII secolo]] [[papa Zaccaria]] ebbe in dono da [[Costantino V di Bisanzio|Costantino V Copronimo]], in segno di riconoscenza per aver contrastato l'avanzata dei [[Longobardi]] intercedendo presso il [[Liutprando|re Liutprando]], vaste zone agricole nei pressi di [[Norma (Italia)|Norma]], dove era presente una tenuta di campagna<ref name="Storia Ninfa">{{cita webCita|url=http://wwwMedioevo.medioevo.roma.it/html/architettura/fuoriRoma/mfr-ninfa.htmRoma|titolo=LaTorri storiae dicastelli Ninfafuori nelle medioevo|accesso=14-06-2010mura: Ninfa.}}</ref>. In questo periodo la [[via Appia]] e la [[via Severiana]] divennero impraticabili per via dell'avanzamento della [[palude]] e ciò comportò lo spostamento dei traffici commerciali sulla via pedemontana che transitava nei pressi di Ninfa: l'imposizione di un pedaggio a chiunque volesse utilizzare la strada si rivelò essere una fonte di ricchezza e ben presto Ninfa divenne un piccolo centro urbano, con numerose case e chiese<ref name="Storia N&G"/>.
Tra il [[X secolo|X]] e l'[[XI secolo]] nonostante i territori appartenessero alla [[Stato Pontificio|Chiesa]], i veri dominatori della zona furono i [[Conti di Tuscolo]]; all'inizio del [[XII secolo]] [[papa Pasquale II]] ottenne nuovamente il controllo di Ninfa: nel [[1116]] attraverso il ''Pactum Ninfensium'' il borgo fu affidato agli stessi abitanti, in cambio di fedeltà alla chiesa, alcuni obblighi economici e l'ordine di abbattere le [[Mura (architettura)|mura difensive]]<ref name="Storia Ninfa"/>. In seguito Ninfa fu ceduta alla famiglia dei [[Frangipane]]: nel [[1159]], alla morte di [[Papa Adriano IV|Adriano IV]], vennero eletti due papi, Rolando Bandinelli, col nome di [[Papa Alessandro III|Alessandro III]], sostenuto dai Frangipane, e Ottavio de Monticelli, col nome di [[Antipapa Vittore IV|Vittore IV]], sostenuto da Federico Barbarossa. Alessandro III fu immediatamente fatto prigioniero dal rivale e liberato da Oddone Frangipane che gli offrì rifugio a Ninfa, dove nella chiesa principale, quella di Santa Maria Maggiore, il [[20 settembre]], fu eletto papa<ref name="Storia N&G"/>: nel [[1171]] [[Federico I del Sacro Romano Impero|Federico Barbarossa]] si vendicava prima saccheggiando e poi incendiando la città. Il tramonto dell'epoca dei Frangipane fu alla fine del [[XII secolo]], quando sommersi dai debiti vendettero la maggior parte delle loro proprietà: unico lato positivo del loro governo fu la costruzione della prima parte del [[castello]] e delle mura difensive. Durante il [[XIII secolo]] Ninfa venne amministrata da Giacomo Conti, cosi come dimostrato in un giuramento di fedeltà risalente al [[1215]], e dai suoi discendenti; tuttavia alla fine del secolo la cittadina visse una fase convulsa che portò probabilmente al potere prima gli Annibali e poi i [[Colonna (famiglia)|Colonna]], che presero possesso della città il [[30 aprile]] [[1293]]<ref name="Storia Ninfa"/>.
[[File:Giardino di Ninfa 96.jpg|thumb|left|300px|Il municipio]]
Con la salita alla soglia pontificia di [[Papa Bonifacio VIII|Bonifacio VIII]] la famiglia dei Colonna fu scomunicata e tutti i beni confiscati: nel [[1297]] [[Pietro Caetani]] acquistò Ninfa per 200 mila [[Fiorino|fiorini d'oro]], anche se la sua investitura ufficiale a capo del [[feudo]] avverrà solamente il [[10 ottobre]] del [[1300]]. Fu questo per Ninfa un periodo di grande prosperità: le mura vennero rinforzate, il castello fu ampliato e fu costruita una [[torre]], fu eretto un muro di contenimento per l'acque della vicina sorgente in modo tale da ampliare il piccolo lago già esistente, fu ampliato il palazzo comunale e costruiti nuovi mulini e due ospedali chiamati di San Matteo e Le Mancinule<ref name="Storia Ninfa"/>; erano inoltre presenti un gran numero di chiese sia dentro che fuori le mura e tantissime botteghe sia artigiane che commerciali. Fu in questo periodo che si ebbero alcuni interventi per il risanamento della palude circostante. Alla morte di Bonifacio VIII le famiglie nemiche dei [[Caetani]] rivendicarono i territori precedentemente usurpati: gli Annibali saccheggiarono Ninfa e per mantenerla in loro possesso chiesero l'aiuto dell'esercito da [[Roma]] anche se cambiamenti della situazione politica, nel [[1314]], permisero ai Caetani di riappropriarsi del borgo. Nel [[1317]] il territorio fu assegnato a Benedetto III, conte palatino, e nel [[1355]] a suo nipote Giovanni: la famiglia tuttavia per problemi economici, che si estinguerà nel [[XVI secolo]], dovette vendere i suoi territori.
 
Tra il [[X secolo|X]] e l'[[XI secolo]] nonostante i territori appartenessero allaallo [[Stato Pontificio|Chiesa]], i veri dominatori della zona furono i [[Conticonti di Tuscolo]]; all'inizio del [[XII secolo]] [[papa Pasquale II]] ottenne nuovamente il controllo di Ninfa: nel [[1116]] attraverso il ''Pactum Ninfensium'' il borgo fu affidato agli stessi abitanti, in cambio di fedeltà alla chiesa, alcuni obblighi economici e l'ordine di abbattere le [[Mura (architetturafortificazione)|mura difensive]]<ref name="Storia Ninfa"/>. In seguito Ninfa fu ceduta alla [[Frangipane (famiglia)|famiglia dei [[Frangipane]]: nel [[1159]], alla morte di [[Papa Adriano IV|Adriano IV]], vennero eletti due papi, Rolando Bandinelli, col nome di [[Papa Alessandro III|Alessandro III]], sostenuto dai Frangipane, e Ottavio[[Ottaviano de' Monticelli]], col nome di [[Antipapa Vittore IV|Vittore IV]], sostenuto da Federico Barbarossa. Alessandro III fu immediatamente fatto prigioniero dal rivale e liberato da Oddone Frangipane che gli offrì rifugio a Ninfa, dove nella chiesa principale, quella di Santa Maria Maggiore, il [[20 settembre]], fu eletto papa<ref name="Storia N&G"/>: nel [[1171]] [[Federico I del Sacro Romano Impero|Federico Barbarossa]] si vendicava prima saccheggiando e poi incendiando la città. Il tramonto dell'epoca dei Frangipane fu alla fine del [[XII secolo]], quando sommersi dai debiti vendettero la maggior parte delle loro proprietà: unico lato positivo del loro governo fu la costruzione della prima parte del [[castello]] e delle mura difensive. Durante il [[XIII secolo]] Ninfa venne amministrata da Giacomo Conti, cosicosì come dimostrato in un giuramento di fedeltà risalente al [[1215]], e dai suoi discendenti; tuttavia alla fine del secolo la cittadina visse una fase convulsa che portò probabilmente al potere prima gli AnnibaliAnnibaldi e poi i [[Colonna (famiglia)|Colonna]], che presero possesso della città il [[30 aprile]] [[1293]]<ref name="Storia Ninfa"/>.
Nel [[1369]] Ninfa venne acquistata dai Caetani di Fondi, capeggiati da Onorato I, che saldò i debiti accumulati dai suoi predecessori e restaurò la cinta muraria. Il papa avignonese [[Papa Clemente VII|Clemente VII]], alleato di Onorato, gli confermò la carica di rettore della zona, dichiarando i Palatini estromessi da tutti i diritti: questo fece scattare da parte del papa di Roma [[Papa Urbano VI|Urbano VI]] la scomunica a Onorato, privandolo di tutti i diritti provocando una violenta lotta che sfocia nel [[1380]] con un assedio a Ninfa, la quale venne saccheggiata e nel [[1381]] completamente distrutta dalle città vicine a colpi di piccone. Dopo questo episodio Ninfa non venne più ricostruita: resistettero poche capanne di contadini che lavorano le campagne circostanti anche se con l'avanzamento della palude e la [[malaria]] costrinsero i pochi residenti a lasciare la zona<ref name="Storia Ninfa"/>.
[[File:Giardino di Ninfa 7996.jpg|thumb|rightleft|300pxupright=1.3|Rovine sul fiumeIl Ninfamunicipio]]
Con la salita allaal sogliasoglio pontificiapontificio di [[Papa Bonifacio VIII|Bonifacio VIII]] la famiglia dei Colonna fu scomunicata e tutti i beni confiscati: nel [[1297]] [[Pietro Caetani]] acquistò Ninfa per 200 mila.000 [[Fiorino|fiorini d'oro]], anche se la sua investitura ufficiale a capo del [[feudo]] avverrà solamente il [[10 ottobre]] del [[1300]]. Fu questo per Ninfa un periodo di grande prosperità: le mura vennero rinforzate, il castello fu ampliato e fu costruita una [[torre]], fu eretto un muro di contenimento per l'le acque della vicina sorgente in modo tale da ampliare il piccolo lago già esistente, fu ampliato il palazzo comunale e costruiti nuovi mulini e due ospedali chiamati di San Matteo e Le Mancinule<ref name="Storia Ninfa"/>; erano inoltre presenti un gran numero di chiese sia dentro che fuori le mura e tantissime botteghe sia artigiane che commerciali. Fu in questo periodo che si ebbero alcuni interventi per il risanamento della palude circostante. Alla morte di Bonifacio VIII le famiglie nemiche dei [[Caetani]] rivendicarono i territori precedentemente usurpati: gli AnnibaliAnnibaldi saccheggiarono Ninfa e per mantenerla in loro possesso chiesero l'aiuto dell'esercito da [[Roma]] anche se cambiamenti della situazione politica, nel [[1314]], permisero ai Caetani di riappropriarsi del borgo. Nel [[1317]] il territorio fu assegnato a Benedetto III, conte palatino, e nel [[1355]] a suo nipote Giovanni: la famiglia tuttavia per problemi economici, che si estinguerà nel [[XVI secolo]], dovette vendere i suoi territori.
Nel [[1471]] i Caetani aprirono a Ninfa una ferreria i cui lavori erano iniziati nel [[1457]] e dopo solo qualche anno di attività fu chiusa. Nello stesso periodo il castello venne utilizzato come prigione: nel [[1447]] viene ricordato l'episodio dell'''eccidio di Ninfa''<ref name="Storia Ninfa"/>, quando uno dei prigionieri rinchiusi nella torre uccise un carceriere e per punizione Onorato III lanciò dalla torre tutti i reclusi tra cui un [[diacono]], cosa non accettata alla chiesa. Onorato, per evitare la scomunica, che prevedeva anche la confisca di tutti i feudi, dovette farsi pubblicamente frustare.
 
Nel [[1369]] Ninfa venne acquistata dai Caetani di Fondi, capeggiati da Onorato I, che saldò i debiti accumulati dai suoi predecessori e restaurò la cinta muraria. Il papa avignonese [[Papa Clemente VII|Clemente VII]], alleato di Onorato, gli confermò la carica di rettore della zona, dichiarando i Palatini estromessi da tutti i diritti: questo fece scattare da parte del papa di Roma [[Papa Urbano VI|Urbano VI]] la scomunica a Onorato, privandolo di tutti i diritti provocando una violenta lotta che sfocia nel [[1380]] con un assedio a Ninfa, la quale venne saccheggiata e nel [[1381]] completamente distrutta dalle città vicine a colpi di piccone. Dopo questo episodio Ninfa non venne più ricostruita: resistettero poche capanne di contadini che lavoranolavoravano le campagne circostanti, anche se con l'avanzamento della palude e la [[malaria]] costrinsero i pochi residenti a lasciare la zona<ref name="Storia Ninfa"/>.
Nel [[XVI secolo]] il cardinale Nicolò III Ceatani diede ordine all'architetto [[Francesco Capriani]] di costruire un giardino nell'area di Ninfa, costituito semplicemente da due viali ad angolo retto e da due nicchie dalle quali fuoriusciva acqua che poi si riversava nel fiume per l'allevamento di [[Salmo trutta|trote]]: questo giardino cadde in rovina poco dopo la morte del cardinale nel [[1585]]. Nel [[XVIII secolo]] di Ninfa non rimaneva più alcuna traccia dopo che anche l'ultimo [[mulino]] e la [[gualchiera]] chiusero. Nel [[1765]] il municipio venne trasformato in granaio dal duca Francesco V e nello stesso periodo [[papa Pio VI]] avviò una bonifica delle paludi ma il tutto si concluse in un nulla di fatto<ref name="Storia Ninfa"/>.
[[File:Giardino di Ninfa 1379.jpg|thumb|leftupright=1.3|300px|I ruscelli d'irrigazione costruitiRovine asul iniziofiume '900Ninfa]]
Nel [[1471]] i Caetani aprirono a Ninfa una ferreria i cui lavori erano iniziati nel [[1457]] e dopo solo qualche anno di attività fu chiusa. Nello stesso periodo il castello venne utilizzato come prigione: nel [[1447]] viene ricordato l'episodio dell'''eccidio di Ninfa''<ref name="Storia Ninfa"/>, quando uno dei prigionieri rinchiusi nella torre uccise un carceriere e per punizione Onorato III lanciò dalla torre tutti i reclusi tra cui un [[diacono]], cosaevento nonritenuto accettatainammissibile alladalla chiesaChiesa. Onorato, per evitare la scomunica, che prevedeva anche la confisca di tutti i feudi, dovette farsi pubblicamente frustare.
Fu solamente nel [[1921]] che Gelasio Caetani iniziò la bonifica della zona ed il restauro di alcuni ruderi di Ninfa, in particolar modo della torre e del municipio, per farne una residenza estiva; contemporaneamente, sotto la guida della madre Ada Wilbraham, che aveva già realizzato un [[orto botanico]] a [[Lago di Fogliano|Fogliano]]<ref name="Oasi">{{cita web|url=http://www.tortreponti.com/oasininfa.htm|titolo=L'oasi di Ninfa|accesso=14-06-2010}}</ref>, iniziò a piantare diverse specie botaniche che portava dai suoi viaggia all'estero e che ben si sviluppavano a Ninfa per via del clima favorevole, molto umido, regalato dal fiume Ninfa e dalla rupe di Norma che bloccava il passaggio delle nubi più basse provocando frequenti piogge. I lavori per l'allestimento del giardino furono proseguiti poi da [[Roffredo Caetani]], dalla moglie [[Marguerite Caetani|Marguerite Chapin]] e dalla figlia Lelia Caetani: furono proprio le due donne e soprattutto Lelia, durante gli [[Anni 1930|anni '30]], a dare al giardino una [[Giardino all'inglese|struttura all'inglese]]<ref name="Storia N&G"/>. Ninfa ospitò diverse personalità di spicco del [[XX secolo|'900]] come il poeta [[Gabriele D'Annunzio]] o lo scrittore [[Boris Leonidovič Pasternak]], autore de [[Il dottor Živago]] o, nel [[1935]], [[Benito Mussolini]] in visita all'[[agro pontino]]. Leila Caetani, senza eredi, fu l'ultima rappresentante della famiglia Caetani, che dopo oltre settecento anni estingueva il suo [[Dinastia|casato]]: la donna però, prima della sua morte, avvenuta nel [[1977]], diede vita ad una fondazione, chiamata ''Roffredo Caetani di Sermoneta'', al quale intestò oltre al [[Castello Caetani|castello di Sermoneta]] anche il giardino ed è ancora tale fondazione che oggi si occupa del parco<ref name="Oasi"/>. Intorno al giardino a partire dal [[1976]] è stata istituita un'oasi del [[WWF]] a sostegno della flora e della fauna del luogo, che la bonifica della palude aveva portato alla scomparsa.
 
Nel [[XVI secolo]] il cardinale Nicolò III CeataniCaetani diede ordine all'architetto [[Francesco Capriani]] di costruire un giardino nell'area di Ninfa, costituito semplicemente da due viali ad angolo retto e da due nicchie dalle quali fuoriusciva acqua che poi si riversava nel fiume per l'allevamento di [[Salmo trutta|trote]]: questo giardino cadde in rovina poco dopo la morte del cardinale nel [[1585]]. Nel [[XVIII secolo]] di Ninfa non rimaneva più alcuna traccia dopo che anche l'ultimo [[mulino]] e la [[gualchiera]] chiusero. Nel [[1765]] il municipio venne trasformato in granaio dal duca Francesco V e nello stesso periodo [[papa Pio VI]] avviò una bonifica delle paludi ma il tutto si concluse in un nulla di fatto<ref name="Storia Ninfa"/>.
Nel [[2000]] tutta l'area di Ninfa è stata dichiarata monumento naturalistico<ref>{{cita web|url=http://www.fondazionecaetani.org/giardini.php|titolo=L'area di Ninfa monumento naturalistico|accesso=14-06-2010}}</ref> ed il giardino è stato considerato dal [[The New York Times]], come il più bello al mondo<ref>{{cita web|url=http://www.castellinews.it/index.asp?id=379&act=v|titolo=The New York Times - Il giardino di Ninfa il più bello al mondo|accesso=18-06-2010}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.nytimes.com/2002/06/16/travel/day-trip-a-secret-garden.html?scp=1&sq=ninfa+garden&st=nyt|titolo=DAY TRIP; A Secret Garden By FREDERIKA RANDALL, 16 giugno 2002|accesso=18-06-2010}}</ref>. Aperto solo in alcuni periodi, il giardino viene visitato da circa cinquantamila turisti all'anno<ref>{{cita web|url=http://utenti.multimania.it/emme/ninfa.htm|titolo=Dati visitatori|accesso=14-06-2010}}</ref>.
[[File:Giardino di Ninfa 13.jpg|thumb|left|upright=1.3|I ruscelli d'irrigazione costruiti a inizio Novecento]]
Fu solamente nel [[1921]] che [[Gelasio Caetani]] iniziò la bonifica della zona ed il restauro di alcuni ruderi di Ninfa, in particolar modo della torre e del municipio, per farne una residenza estiva; contemporaneamente, sotto la guida della madre Ada Wilbraham, che aveva già realizzato un [[orto botanico]] a [[Lago di Fogliano|Fogliano]]<ref name="Oasi">{{cita web|url=http://www.tortreponti.com/oasininfa.htm|titolo=L'oasi di Ninfa|accesso=14-06- giugno 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100526134947/http://www.tortreponti.com/oasininfa.htm|dataarchivio=26 maggio 2010}}</ref>, iniziò a piantare diverse specie botaniche che portava dai suoi viaggiaviaggi all'estero e che ben si sviluppavano a Ninfa per via del clima favorevole, molto umido, regalato dal fiume Ninfa e dalla rupe di Norma che bloccava il passaggio delle nubi più basse provocando frequenti piogge. I lavori per l'allestimento del giardino furono proseguiti poi da [[Roffredo Caetani]], dalla moglie [[Marguerite Caetani|Marguerite Chapin]] e dalla figlia Lelia Caetani: furono proprio le due donne e soprattutto Lelia, durante gli [[Anni 1930|anni '30trenta]], a dare al giardino una [[Giardino all'inglese|struttura all'inglese]]<ref name="Storia N&G"/>. Ninfa ospitò diverse personalità di spicco del [[XX secolo|'900]] come il poeta [[Gabriele D'Annunzio]] o lo scrittore [[Boris Leonidovič Pasternak]], autore de [[Il dottor Živago]] o, nel [[1935]], [[Benito Mussolini]] in visita all'[[agro pontino]]. LeilaLelia Caetani, senza eredi, fu l'ultima rappresentante della famiglia Caetani, che dopo oltre settecento anni estingueva il suo [[Dinastia|casato]]: la donna però, prima della sua morte, avvenuta nel [[1977]], diede vita ad una fondazione, chiamata ''Roffredo Caetani di Sermoneta'', al quale intestò oltre al [[Castello Caetani|castello di Sermoneta]] anche il giardino ed è ancora tale fondazione che oggi si occupa del parco<ref name="Oasi"/>. Intorno al giardino a partire dal [[1976]] è stata istituita un'oasi del [[WWF]] a sostegno della flora e della fauna del luogo, che la bonifica della palude aveva portato alla scomparsa.
 
Nel [[2000]] tutta l'area di Ninfa è stata dichiarata monumento naturalistico<ref>{{Cita|Fondazione Roffredo Caetani|L'area di Ninfa.}}</ref> ed il giardino è stato considerato dal [[The New York Times]], come il più bello al mondo<ref>{{cita web|url=https://articolodelgiorno.wordpress.com/2019/02/07/giardino-bello-mondo/|titolo=Il giardino più bello del mondo si trova in Italia: il Giardino di Ninfa}}</ref>. Aperto solo in alcuni periodi, il giardino viene visitato da circa settantamila turisti all'anno<ref>{{cita web|url=http://www.ilmessaggero.it/latina/ninfa_troppi_visitatori_prenotazioni_online_tutela_giardino-1611892.html|titolo=Ninfa, troppi visitatori: prenotazioni online a tutela del giardino|autore=Monica Forlivesi|data=15 marzo 2016|accesso=21 marzo 2019|lingua=it}}</ref>.
==Ruderi==
[[File:Giardino di Ninfa 38.jpg|thumb|right|300px|Abside con affreschi della chiesa di Santa Maria Maggiore]]
Durante il periodo di massimo splendore Ninfa era una città ricca di case, oltre 150, munite di solaio e granio<ref name="Storia N&G"/>, [[chiesa (architettura)|chiese]], circa quattordici considerando quelle presenti sia all'interno che all'esterno delle mura e poi strade, mulini, ponti, due [[ospedale|ospedali]], un [[castello]] e un municipio. La città era difesa da una [[Mura (architettura)|cinta muraria]] della lunghezza di circa 1.400 metri intervallata da almeno undici torri, anche se probabilmente erano molte di più.
 
== Ruderi ==
Il castello si trova nei pressi del lago, fuori dalle mura e fu costruito a partire dal [[XII secolo]] e ampliato dal [[1308]] da [[Pietro Caetani]]; dopo la caduta di Ninfa il castello fu notevolmente danneggiato, anche se continuò ad essere utilizzato per diversi anni come [[prigione]], prima del definitivo abbandono. In principio si trattava di una [[torre]] con un recinto in muratura alla base, poi durante la fase d'ampliamento fu creata una struttura a pianta quadrata, protetta da una cinta muraria come [[Merlo (architettura)|merlature]] a coda di rondine, ai cui angoli furono poste delle torri, ruotata di 45º. Nelle vicinanze della torre, addossata al muro di cinta fu costruita una casa signorile, che presentava un ampio salone in cui si aprivano delle [[Bifora|finestre bifore]] in [[Gotico|stile gotico]] permettendo di affacciarsi direttamente sulla città. La torre, completamente restaurata, è a pianta quadrata, alta 32 metri, nella quale si aprono diverse [[feritoia|feritoie]] e la sommità circondata da una merlatura a cosa di rondine<ref name="Storia Ninfa"/>.
[[File:Giardino di Ninfa 38.jpg|thumb|right|300pxupright=1.3|Abside con affreschi della chiesa di Santa Maria Maggiore]]
Durante il periodo di massimo splendore, nel XIV secolo, Ninfa era una città ricca di case, oltre 150centocinquanta, munite di solaio e granio<ref name="Storia N&G"/>granaio, [[chiesa (architettura)|chiese]], circa quattordici considerando quelle presenti sia all'interno che all'esterno delle mura e poi strade, mulini, ponti, due [[ospedale|ospedali]], un [[castello]] e un municipio. La città era difesa da una [[Mura (architetturafortificazione)|cinta muraria]] della lunghezza di circa 1.&nbsp;400 metri intervallata da almeno undici torri, anche se probabilmente erano molte di più.
 
Il castello si trova nei pressi del lago, fuori dalle mura e fu costruito a partire dal [[XII secolo]] e ampliato dal [[1308]] da [[Pietro Caetani]]; dopo la caduta di Ninfa il castello fu notevolmente danneggiato, anche se continuò ad essere utilizzato per diversi anni come [[prigione]], prima del definitivo abbandono. In principio si trattava di una [[torre]] con un recinto in muratura alla base, poi durante la fase d'ampliamento fu creata una struttura a pianta quadrata, protetta da una cinta muraria come [[Merlo (architettura)|merlature]] a coda di rondine, ai cui angoli furono poste delle torri, ruotata di 45º. Nelle vicinanze della torre, addossata al muro di cinta fu costruita una casa signorile, che presentava un ampio salone in cui si aprivano delle [[Bifora|finestre bifore]] in [[Gotico|stile gotico]] permettendo di affacciarsi direttamente sulla città. La torre, completamente restaurata, è a pianta quadrata, alta 32 metri, nella quale si aprono diverse [[feritoia|feritoie]] e la sommità circondata da una merlatura a cosacoda di rondine<ref name="Storia Ninfa"/>.
Tra le chiese principali di Ninfa vanno ricordate quelle di [[Maria (madre di Gesù)|Santa Maria Maggiore]], [[Biagio di Sebaste|San Biagio]], [[Giovanni Battista|San Giovanni]], [[Paolo di Tarso|San Paolo]], San Salvatore, [[Pietro apostolo|San Pietro fuori le mura]], [[Eufemia di Calcedonia|Sant'Eufemia]], [[Arcangelo Michele|Sant'Angelo]], [[Papa Clemente I|San Clemente]], San Martino, [[Quintino martire|San Quintino]], San Leone, San Parasceve e San Vincenziano.[[File:Giardino di Ninfa 27.jpg|thumb|left|300px|Rudere di una casa]] Santa Maria Maggiore era la chiesa principale del borgo e fu con molta probabilità costruita a partire dal [[X secolo]] e ampliata nella prima metà del [[XII secolo]]. Nel [[XV secolo|'400]] secolo Onorato III provvide ad un restauro generale ed anche dopo la scomparsa di Ninfa restò in attività fino al [[XVI secolo]], venendo poi abbandonata: oggi rimangono i ruderi del perimetro esterno, dell'[[abside]] e del [[campanile]]. Si trattava si una chiesa a tre [[navata|navate]]: la navata centrale era coperta da un tetto a spiovente, mentre le due laterali avevano delle volte in muratura. L'abside è semicircolare e sono ancora riconoscibili due [[affresco|affreschi]], uno raffigurante [[Pietro apostolo|San Pietro]], risalenti al [[1160]]-[[1170]]: nella chiesa erano presenti anche altri affreschi recentemente staccati per essere conservati nel [[Castello Caetani|castello di Sermoneta]]; il campanile risale al [[XIII secolo]] ed è in [[Arte romanica|stile romanico]]<ref name="Storia Ninfa"/>. La chiesa di San Giovanni è databile intorno all'[[XI secolo]] ed oggi ne rimangono soltanto alcuni ruderi che rendono difficile ricostruire la sua struttura originaria: con molta probabilità era a navata unica, con diverse [[Cappella|cappelle laterali]] ed un abside semicircolare, ancora oggi in parte visibile e su cui restano tracce di affreschi rappresentanti degli [[Angelo|angeli]], anche se fino all'[[XX secolo|inizio dell'900]] si potevano osservare gli affreschi della guarigione di un cieco e la traslazione del corpo di un santo. La chiesa era dotata di un campanile, ancora oggi esistente ma con la sommità è crollata, risalente al [[XIII secolo]] ed alto una decina di metri<ref name="Storia Ninfa"/>. È del [[XII secolo]] la chiesa di San Biagio, posta presso le [[Mura (architettura)|mura]], tanto da costringere ad una loro deviazione durante i lavori di costruzione per permettere di farla rientrare all'interno della città: si tratta di una struttura molto piccola, con un'unica navata e abside semicircolare; ora esposti al castello di [[Sermoneta]], la chiesa era affrescata con un dipinto raffigurante il Cristo in Gloria ed un altro la Vergine tra gli Apostoli, risalenti al XII o al XIII secolo<ref name="Storia Ninfa"/>. La chiesa di San Giovanni fuori le mura, cosi chiamata poiché si trovava a qualche centinaio di metri fuori le mura ninfine, è ubicata nei pressi del lago e fu costruita tra l'XI e il XII secolo venendo poi ampliata nel XIII secolo, seguendo uno stile gotico: si tratta di una chiesa abbastanza grande, costituita da tre navate e con un abside in ''[[Opera reticolata|opus reticolatum]]'' ed inserti in cotto, affrescata con una Teofenia, risalente al XII - XIII secolo, di cui si notano ancora angeli, il bordo decorato e drappeggi<ref name="Storia Ninfa"/>.
[[File:Giardino di Ninfa 67.jpg|thumb|right|300px|Il ponte del macello]]
Nei pressi di Ninfa sorgevano due [[Monastero|monasteri]]. Il primo, chiamato di Marmosolio, si trovava nella zona di Vaccareccia, fu costruito nel [[XI secolo]] e passò nelle mani dei [[Ordine Cistercense|cistercensi]] nel [[XII secolo]] per essere poi distrutto nel [[1171]]. Il secondo invece era chiamato di Santa Maria di Monte Mirteto e fu fondato nel [[1216]] nelle vicinanze di una grotta, dedicata dal [[1183]] a [[Arcangelo Michele|San Michele arcangelo]], che durante il XII secolo era diventata luogo di pellegrinaggio: la grotta fu affrescata nel corso del [[XIV secolo]] ed i tale dipinti oggi ne rimangono solamente pochissime tracce. Con il passare degli anni il monastero si arricchì notevolmente sia economicamente che di opere d'arte, fino al [[1432]] quando [[papa Eugenio IV]] lo unì al monastero di Santa Scolastica di Subiaco, cadendo ben presto in rovina. Nel [[1703]] un terremoto distrusse completamente la chiesa e, anche se poco dopo venne ricostruita, fu definitivamente abbandonata e trasformata in un magazzino<ref name="Storia Ninfa"/>.
 
Tra le chiese principali di Ninfa vanno ricordate quelle di [[Maria (madre di Gesù)|Santa Maria Maggiore]], [[Biagio di Sebaste|San Biagio]], [[Giovanni Battista|San Giovanni]], [[Paolo di Tarso|San Paolo]], San Salvatore, [[Pietro apostolo|San Pietro fuori le mura]], [[Eufemia di Calcedonia|Sant'Eufemia]], [[Arcangelo Michele|Sant'Angelo]], [[Papa Clemente I|San Clemente]], San Martino, [[Quintino martire|San Quintino]], San Leone, San Parasceve e San Vincenziano.[[File:Giardino di Ninfa 27.jpg|thumb|left|300pxupright=1.4|Rudere di una casa]] Santa Maria Maggiore era la chiesa principale del borgo e fu con molta probabilità costruita a partire dal [[X secolo]] e ampliata nella prima metà del [[XII secolo]]. Nel [[XV secolo|'400Quattrocento]] secolo Onorato III provvide ad un restauro generale ed anche dopo la scomparsa di Ninfa restò in attività fino al [[XVI secolo]], venendo poi abbandonata: oggi rimangono i ruderi del perimetro esterno, dell'[[abside]] e del [[campanile]]. Si trattava si una chiesa a tre [[navata|navate]]: la navata centrale era coperta da un tetto a spiovente, mentre le due laterali avevano delle volte in muratura. L'abside è semicircolare e sono ancora riconoscibili due [[affresco|affreschi]], uno raffigurante [[Pietro (apostolo)|San Pietro]], risalenti al [[1160]]-[[1170]]: nella chiesa erano presenti anche altri affreschi recentemente staccati per essere conservati nel [[Castello Caetani|castello di Sermoneta]]; il campanile risale al [[XIII secolo]] ed è in [[Arte romanica|stile romanico]]<ref name="Storia Ninfa"/>. La chiesa di San Giovanni è databile intorno all'[[XI secolo]] ed oggi ne rimangono soltanto alcuni ruderi che rendono difficile ricostruire la sua struttura originaria: con molta probabilità era a navata unica, con diverse [[Cappella|cappelle laterali]] ed un 'abside semicircolare, ancora oggi in parte visibile e su cui restano tracce di affreschi rappresentanti degli [[Angeloangelo|angeli]], anche se fino all'inizio del [[XX secolo|inizio dell'900Novecento]] si potevano osservare gli affreschi della guarigione di un cieco e la traslazione del corpo di un santo. La chiesa era dotata di un campanile, ancora oggi esistente, ma con la cui sommità è crollata, risalente al [[XIII secolo]] ed alto una decina di metri<ref name="Storia Ninfa"/>. È del [[XII secolo]] la chiesa di San Biagio, posta presso le [[Mura (architetturafortificazione)|mura]], tanto da costringere ad una loro deviazione durante i lavori di costruzione per permettere di farla rientrare all'interno della città: si tratta di una struttura molto piccola, con un'unica navata e abside semicircolare; ora esposti al castello di [[Sermoneta]], la chiesa era affrescata con un dipinto raffigurante il Cristo in Gloria ed un altro la Vergine tra gli Apostoli, risalenti al XII o al XIII secolo<ref name="Storia Ninfa"/>. La chiesa di San Giovanni fuori le mura, cosicosì chiamata poiché si trovava a qualche centinaio di metri fuori le mura ninfine, è ubicata nei pressi del lago. e fu costruita tra l'XI e il XII secolo venendo poiVenne ampliata nel XIII secolo, seguendo uno stile gotico: si tratta di una chiesa abbastanza grande, costituita da tre navate e con un 'abside in ''[[Opera reticolata|opus reticolatum]]'' ed inserti in cotto, affrescata con una Teofenia[[Teofania]], risalente al XII - XIII secolo, di cui si notano ancora angeli, il bordo decorato e drappeggi<ref name="Storia Ninfa"/>.
Il fiume Ninfa era attraversato nel borgo da tre ponti, di cui uno di [[Storia romana|epoca romana]], il più antico, ed un altro chiamato del Macello: si tratta di un ponte a due campate, costruito a ridosso delle mura difensive e sul suo nome esistono due ipotesi. La prima vuole che durante una battaglia, i combattenti nemici cercarono di entrare in città passando proprio attraverso il fiume, ma all'altezza del ponte i ninfini li colpirono con numerose lance rendendo l'acqua di colore rossa a causa del [[sangue]] versato; la seconda ipotesi, molto più probabile, è che nei pressi del ponte sorgesse un edificio dedicato alla macellazione della [[carne]], andato completamente perduto<ref name="Storia N&G"/>.
[[File:GiardinoIl di Ninfa 67ponticello.jpgJPG|thumb|right|300pxupright=1.3|Il ponte del macello]]
Nei pressi di Ninfa sorgevano due [[Monastero|monasteri]]. Il primo, chiamato di Marmosolio, si trovava nella zona di Vaccareccia, fu costruito nel nell'[[XI secolo]] e passò nelle mani dei [[Ordine Cistercense|cistercensi]] nel [[XII secolo]] per essere poi distrutto nel [[1171]]. Il secondo invece era chiamato di [[Monastero di Santa Maria di Monte Mirteto|Santa Maria di Monte Mirteto]] e fu fondato nel [[1216]] nelle vicinanze di una grotta, dedicata dal [[1183]] a [[Arcangelo Michele|San Michele arcangelo]], che durante il XII secolo era diventata luogo di pellegrinaggio: la grotta fu affrescata nel corso del [[XIV secolo]] ede idi taletali dipinti oggi ne rimangono solamente pochissime tracce. Con il passare degli anni il monastero si arricchì notevolmente sia economicamente che di opere d'arte, fino al [[1432]] quando [[papa Eugenio IV]] lo unì al monastero di Santa Scolastica di Subiaco, cadendo ben presto in rovina. Nel [[1703]] un terremoto distrusse completamente la chiesa e, anche se poco dopo venne ricostruita, fu definitivamente abbandonata e trasformata in un magazzino<ref name="Storia Ninfa"/>.
 
Il fiume Ninfa era attraversato nel borgo da tre ponti, di cui uno di [[Storia romana|epoca romana]], il più antico, ed un altro chiamato del Macello: si tratta di un ponte a due campate, costruito a ridosso delle mura difensive e sul suo nome esistono due ipotesi. La prima vuole che durante una battaglia, i combattenti nemici cercarono di entrare in città passando proprio attraverso il fiume, ma all'altezza del ponte i ninfini li colpirono con numerose lance rendendo l'acqua di colore rossa a causa del [[sangue]] versato; la seconda ipotesi, molto più probabile, è che nei pressi del ponte sorgesse un edificio dedicato alla macellazione della [[carne]], andato completamente perduto<ref name="Storia N&G"/>.
==Giardino==
[[File:Giardino di Ninfa 16.jpg|thumb|left|300px|Acer negundo]]
Il giardino, della grandezza di otto ettari, è un [[giardino all'inglese]] che ospita al suo interno oltre un migliaio di piante ed è attraversato da numerosi [[Ruscello|ruscelli]] d'irrigazioni oltre che dal fiume Ninfa: il fiume prende origine dall'omonimo laghetto e scorre per oltre 30 chilometri nell'[[agro pontino]] fino a sfociare nel fiume Sisto; nelle sue acque vive la [[Salmo cettii|Trota macrostigma]], conosciuta anche con il nome di Trota di Ninfa, importata dai romani ed in via di estinzione<ref name="Oasi"/>.
 
== Giardino ==
Nei pressi della chiesa di San Giovanni è possibile osservare un [[Juglans|noce americano]], diversi [[Malus domestica|meli ornamentali]], un [[Acer palmatum|acero giapponese]] a foglia rosa, un [[Fagus|faggio rosso]], un [[acer]]o a foglie bianche e un [[Pinus|pino]] a foglie di color argento<ref name="Mappa">{{Cita|Mappa|Sottoriva, Ponsillo, Vinciguerra}}</ref>. Alla spalle della chiesa di Santa Maria Maggiore una [[bignonia]] gialla, un gruppo di [[yucca]] e diversi [[Rosa (botanica)|roseti]], mentre presso la facciata principale si trova un [[cotinus coggygria]], chiamato anche albero della nebbia, con delle infiorescenze a piumino rosa, simili a zucchero filato ed un [[Cedrus|cedro]] sul cui tronco è poggiata una [[tillandsia]], pianta senza radici che ricava il nutrimento dall'[[umidità]] dell'[[aria]]. Lungo il viale dei [[cipressi]] delle [[erythrina crista-galli]], fiori di colore [[scarlatto]] simili ad uccelli tropicali, mentre lungo il viale delle [[Lavandula|lavande]] dei [[Prunus avium|ciliegi penduli]], un pino dell'Himalaya, dei [[banana|banani]], un pino messicano ed un'[[acacia]] sudamericana<ref name="Mappa"/>. Nella zona dedicata al giardino roccioso si trovano [[Brassicaceae|iberis]], [[eschscholzia]], veronica, [[alyssum]], [[aquilegia]], [[dianthus]] e [[Punica granatum|melograni nani]]. Vicino al ponte del macello si trovano [[clematis armandii]] a fiori viola, [[Hydrangea|ortensie rampicanti]], aceri, un [[Populus|pioppo]]; proseguendo lungo il fiume si incontra un boschetto di [[Corylus avellana|noccioli]], un [[acer saccharinum]] e un [[Liriodendron|liriodendron tulipifera]], chiamato anche albero dei tulipano<ref name="Mappa"/>. Nei pressi del ponte romano una [[Photinia|photinia serrulata]], [[Jasminum|gelsomini]], [[Wisteria|glicini]] e prima di arrivare al ponte di legno un gruppo di [[Bambuseae|bambù]] provenienti dalla [[Cina]]. Al ponte di legno è posta una gunnera manicata, tipica degli ambienti fluviali [[Brasile|brasiliani]], dei [[papiro|papiri]], un cedro ed una casuarina tenuissima, proveniente dall'[[Australia]]. Sul municipio una [[lonicera involucrata]], mentre davanti al castello una [[magnolia stellata]]<ref name="Mappa"/>.
[[File:Giardino di Ninfa 9616.jpg|thumb|left|300pxupright=1.3|IlAcero americano (''Acer municipionegundo'')]]
Il giardino, della grandezza di otto [[Ettaro|ettari]], è un [[giardino all'inglese]] che ospita al suo interno oltre un migliaio di piante ed è attraversato da numerosi [[Ruscello|ruscelli]] d'irrigazioniirrigazione oltre che dal fiume Ninfa: il fiume prende origine dall'omonimo laghetto di natura [[risorgiva]] e scorrescorreva, fino alla bonifica integrale, per oltre 3040 chilometri nell'[[agro pontino]] nel primo tratto col nome Ninfa e poi col nome Sisto, fino a sfociare neltra fiume[[Terracina]] Sistoed il [[Circeo]]; nellea suepartire dagli anni '30 le acque risorgive sono state tuttavia deviate, poco a sud del giardino, nel corso del Collettore delle Acque Medie, separandole quindi dal corso del Ninfa/Sisto. Nelle acque dell'alto corso del Ninfa vive la [[Salmo cettii|Trota macrostigma]], localmente conosciuta anche con il nome di Trota di Ninfa, importata dai romani ed in via di estinzione<ref name="Oasi"/>.
 
Nei pressi della chiesa di San Giovanni è possibile osservare un [[Juglans|noce americano]], diversi [[Malus domestica|meli ornamentali]], un [[Acer palmatum|acero giapponese]] a foglia rosa, un [[Fagus|faggio rosso]], un [[aceracero]]o a foglie bianche e un [[Pinus|pino]] a foglie di color argento<ref name="Mappa">{{Cita|Mappa|Sottoriva, Ponsillo, e Vinciguerra|}}.</ref>. Alla spalle della chiesa di Santa Maria Maggiore una [[bignonia]] gialla, un gruppo di [[yucca]] e diversi [[Rosa (botanica)|roseti]], mentre presso la facciata principale si trova un [[cotinus coggygria]], chiamato anche albero della nebbia, con delle infiorescenze a piumino rosa, simili a zucchero filato ed un [[Cedrus|cedro]] sul cui tronco è poggiata una [[tillandsia]], pianta senza radici che ricava il nutrimento dall'[[umidità]] dell'[[aria]]. Lungo il viale dei [[cipressi]] delle [[erythrina crista-galli]], fiori di colore [[scarlatto]] simili ad uccelli tropicali, mentre lungo il viale delle [[Lavandula|lavande]] dei [[Prunus avium|ciliegi penduli]], un pino dell'Himalaya, dei [[banana|banani]], un pino messicano ed un'[[acacia]] sudamericana<ref name="Mappa"/>. Nella zona dedicata al [[giardino roccioso]] si trovano [[Brassicaceae|iberis]], [[eschscholzia]], veronica, [[alyssum]], [[aquilegia]], [[dianthus]] e [[Punica granatum|melograni nani]]. Vicino al ponte del macello si trovano [[clematis armandii]] a fiori viola, [[Hydrangea|ortensie rampicanti]], aceri, un [[Populus|pioppo]]; proseguendo lungo il fiume si incontra un boschetto di [[Corylus avellana|noccioli]], un [[acer saccharinum]] e un [[Liriodendron|liriodendron tulipifera]], chiamato anche albero dei tulipano<ref name="Mappa"/>. Nei pressi del ponte romano una [[Photinia|photinia serrulata]], [[Jasminum|gelsomini]], [[Wisteria|glicini]] e prima di arrivare al ponte di legno un gruppo di [[Bambuseae|bambù]] provenienti dalla [[Cina]]. Al ponte di legno è posta una gunnera manicata, tipica degli ambienti fluviali [[Brasile|brasiliani]], dei [[papiro|papiri]], un cedro ed una casuarina tenuissima, proveniente dall'[[Australia]]. Sul municipio una [[lonicera involucrata]], mentre davanti al castello una [[magnolia stellata]]<ref name="Mappa"/>.
A partire dal [[1976]], su un'area di circa 1.800 ettari<ref name="Oasi"/> intorno al giardino, è nata un'oasi del [[WWF]] che mira alla protezione della fauna nel comprensorio di Ninfa: è stato realizzato un [[bosco|impianto boschivo]] ed un sistema di [[Clima temperato umido|aree umide]] per agevolare la sosta e la [[riproduzione|nidificazione]] dell'[[Aves|avifauna]] ed allo stesso tempo si è cercato di ricreare, su un'area di quindici ettari, la vegetazione tipica della zona, ossia quella prettamente [[palude|paludosa]], già esistente fino agli [[Anni 1930|anni trenta]], prima che la [[Agro pontino|zona pontina]] venisse del tutto bonificata<ref name="Mappa"/>. L'area si trova sulla traiettoria di una delle principali [[migrazione|rotte migratorie]] percorse da uccelli che, provenienti dai [[Africa|paesi africani]], si trasferiscono in varie aree dell'[[Europa]]. Dopo la creazione dell'oasi, nella zona si sono registrati arrivi di [[Anas crecca|alzavole]], [[Anas platyrhynchos|germani reali]], [[Anas strepera|canapiglie]], [[Ardeidae|aironi]], [[Vanellus vanellus|pavoncelle]] e alcune specie di [[Rapace|rapaci]]<ref name="Oasi"/>.
[[File:"Gunnera manicata" piante originaria del Brasile nei presi del ponte di legno.jpg|thumb|upright=1.3|Gunnera manicata presso il ponte di legno.]]
Nei pressi del ponte romano una [[Photinia|photinia serrulata]], [[Jasminum|gelsomini]], [[Wisteria|glicini]] e prima di arrivare al ponte di legno un gruppo di [[Bambuseae|bambù]] provenienti dalla [[Cina]]. Al ponte di legno è posta una gunnera manicata, tipica degli ambienti fluviali [[Brasile|brasiliani]], dei [[papiro|papiri]], un cedro ed una casuarina tenuissima, proveniente dall'[[Australia]]. Sul municipio una [[lonicera involucrata]], mentre davanti al castello una [[magnolia stellata]]<ref name="Mappa"/>.
 
A partire dal [[1976]], su un'area di circa 1.800 ettari<ref name="Oasi"/> intorno al giardino, è nata un'oasi del [[WWF]] che mira alla protezione della fauna nel comprensorio di Ninfa: è stato realizzato un [[bosco|impianto boschivo]] ed un sistema di [[Clima temperato umido|aree umide]] per agevolare la sosta e la [[riproduzione|nidificazione]] dell'[[Aves|avifauna]] ed allo stesso tempo si è cercato di ricreare, su un'area di quindici ettari, la vegetazione tipica della zona, ossia quella prettamente [[palude|paludosa]], già esistente fino agli [[Anni 1930|anni trenta]], prima che la [[Agro pontino|zona pontina]] venisse del tutto bonificata<ref name="Mappa"/>. L'area si trova sulla traiettoria di una delle principali [[migrazione|rotte migratorie]] percorse da uccelli che, provenienti dai [[Africa|paesi africani]], si trasferiscono in varie aree dell'[[Europa]]. Dopo la creazione dell'oasi, nella zona si sono registrati arrivi di [[Anas crecca|alzavole]], [[Anas platyrhynchos|germani reali]], [[Anas strepera|canapiglie]], [[Ardeidae|aironi]], [[Vanellus vanellus|pavoncelle]] e alcune specie di [[Rapace|rapaci]]<ref name="Oasi"/>.
==Note==
 
== Premi ==
Nel 2018-2019 l'[[Rete europea del patrimonio dei giardini|European Garden Heritage Network]] gli ha conferito il secondo premio nella categoria "Europe's Heritage of gardens and gardening"<ref>{{cita web|url=https://wp.eghn.org/en/2018-2019-2/|titolo=Europe's Heritage of gardens and gardening|lingua=en|accesso=12 novembre 2022}}</ref>.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|cognome=FioraniCaracciolo|nome=LuigiMarella|coautori=Giuppi Pietromarchi|titolo=Il giardino di Ninfa, unai cittàfiori, unle gardinopiante e i giardini|editore=L'Erma di BretschneiderAllemandi|città=RomaTorino|anno=1990}} ISBN 2004|isbn=88-7062422-7100542-17}}
* {{cita libro|cognome=CaraccioloFiorani|nome=Marella|coautori=Giuppi PietromarchiLuigi|titolo=Il giardino di Ninfa, iuna fioricittà, leun piante e i giardinigiardino|editore=AllemandiL'Erma di Bretschneider|città=TorinoRoma|anno=2004}} ISBN 1990|isbn=88-4227062-0542710-71}}
* {{Bibliografia|Mappacita libro|autore=Pier Giacomo Sottoriva; |autore2=Antonella Ponsillo; |autore3=Alessandra Vinciguerra, ''|titolo=Il giardino di Ninfa - Mappa''|isbn=no|cid=Sottoriva, {{NoISBN}}Ponsillo e Vinciguerra}}
* {{cita libro|cognome=Spiccia|nome=Lucio|titolo=Ninfa - Una storia millenaria|editore=Littera Antiqua|città=Latina|anno=2004|isbn=no}}
 
== Voci correlate ==
* [[Caetani]]
* [[SermonetaWWF]]
* [[CastelloGiardino Caetaniall'inglese]]
*[[WWF]]
*[[Giardino all'inglese]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Giardino di Ninfa (Latina)}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.fondazionecaetani.org/index.php Sito ufficiale]
*[http {{Cita web|url=https://www.wwf.it/ninfa.nt L'oasi/lazio/giardino_di_ninfa/|titolo=Giardino di Ninfa|sito=WWF]}}
* {{Cita web|url=http://www.frcaetani.it/giardino-di-ninfa/|titolo=Il Giardino di Ninfa - Uno dei più bei giardini d'Europa|sito=Fondazione Roffredo Caetani|cid=Fondazione Roffredo Caetani}}
* {{Cita web|url=http://www.comunedisermoneta.it/?page_id=406|titolo=Giardini e rovine di Ninfa|sito=Comune di Sermoneta}}
* {{Cita web|url=http://www.medioevo.roma.it/html/architettura/fuoriRoma/mfr-ninfa.htm|titolo=Torri e castelli fuori le mura: Ninfa|sito=Medioevo.Roma|cid=Medioevo.Roma}}
 
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