Annales (Tacito): differenze tra le versioni

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{{Libro
'''''Annales''''' è il titolo di un'opera storica scritta da [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] che copre i regni dei quattro [[imperatori romani]] succeduti a [[Augusto (imperatore romano)|Cesare Augusto]]. Le parti dell'opera giunte fino ai nostri giorni riguardano gran parte dei regni di [[Tiberio (imperatore romano)|Tiberio]] e [[Nerone]].
|tipo = default
|titolo = Annales
[[nl:|titoloorig = Ab excessu divi Augusti]]
|titolialt = Annali
|immagine = P. Cornelius Tacitus, Libri quinque noviter inventi, 1515, title page.jpg
|didascalia = Frontespizio dell{{'}}''editio princeps'' dei primi cinque libri degli ''Annales''
|annoorig = 114-120 d.C. circa
|forza_cat_anno = 150
|genere = [[saggio]]
|sottogenere = [[storia|storico]]
|lingua = latino
|editioprinceps = *libri XI-XVI: Venezia, [[Vindelino da Spira]], 1470 circa
*libri I-VI: Roma, Étienne Guillery, 1515
|annoita =
}}
'''''Annales''''' è un'opera [[storiografia|storiografica]] scritta dopo le ''[[Historiae (Tacito)|Historiae]]'' da [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] che descrive in modo [[annalistico]] le vicende dell'Impero romano dagli ultimi anni del principato di [[Augusto]] fino alla morte di [[Nerone]], raccontando gli avvenimenti dal 14 d.C. al 68 d.C.
 
'''''Annales'''''Quindi, èdal ilpunto titolodi divista temporale, unl'opera storica scritta da [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] che copre i regni dei primi quattro [[imperatori romani]] succeduti aad [[Augusto; (imperatore romano)|Cesare Augusto]]. Lele parti dell'opera giunte fino ai nostri giorni riguardano gransoprattutto parte deii regni di [[Tiberio]], (imperatore romano)|Tiberio[[Claudio]] e [[Nerone]].
Il titolo ''Annales'' non fu probabilmente dato da Tacito, ma deriva dal fatto che egli scrisse l'opera trattando la storia di anno in anno. Il (probabile) titolo originale era ''Ab excessu divi Augusti'', "In seguito alla morte del Divino Augusto".
 
Il titolo ''Annales'' ("[[Annali]]") non fu probabilmente dato da Tacito, ma deriva dal fatto che egli scrisse l'opera trattando la storia di anno in anno. Il (probabile) titolo originale era ''Ab excessu divi Augusti'', cioè "In seguito allaDalla morte del Divino Augusto".
==Contenuto==
Gli ''Annales'', che narrano del periodo storico successivo alla morte di [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]] nel [[14]], furono l'opera finale di Tacito. Scrisse almeno 16 libri, ma i libri 7-10 sono andati perduti e parti dei libri 5, 6, 11 e 16 sono mancanti. Il libro 6 finisce con la morte di [[Tiberio (imperatore romano)|Tiberio]] e i libri dal 7 al 12 coprivano presumibilmente i regni di [[Caligola]] e [[Claudio (imperatore romano)|Claudio]]. I libri rimanenti riguardano il regno di [[Nerone]], probabilmente sino alla sua morte nel giugno [[68]] o sino alla fine dell'anno per poi ricollegarsi alle ''Historiae''. La seconda parte del libro 16 è andata perduta (finisce narrando gli eventi dell'anno [[66]]). Non si sa se Tacito completò l'opera o se decise di finire prima gli altri lavori che aveva pianificato di scrivere; morì prima di poter mettere mano alle storie di [[Nerva]] e [[Traiano]], e non si ha nessun frammento della parte dell'opera su Augusto e gli albori dell'impero con cui aveva deciso di finire il suo lavoro di storico.
 
== Trasmissione dell'opera ==
Così come aveva già scritto nelle ''[[Historiae (Tacito)|Historiae]]'', Tacito sostiene la sua tesi sulla necessità del principato. Se da un lato elogia Augusto per aver garantito pace allo stato romano dopo anni di guerra civile, dall'altro mostra gli svantaggi di una vita vissuta sotto il dominio dei Cesari. Della storia dell'[[Impero romano|impero]] fa parte il tramonto definitivo della libertà politica dell'aristocrazia senatoriale, che Tacito vedeva moralmente decaduta, corrotta ed asservita ai voleri del sovrano. Durante il regno di [[Nerone]] c'era stata una grande diffusione di opere letterarie che esaltavano il suicidio come ''exitus illustrium virorum'' ("fine degli uomini illustri"). Ancora una volta, come aveva già sostenuto nell' ''Agricola'', Tacito si oppone a coloro che scelgono un inutile martirio tramite il suicidio. Descrivendo il suicidio di [[Petronio Arbitro|Petronio]], Tacito sottolinea deliberatamente l'ironico capovolgersi dei modelli filosofici di quest'uomo.
L'opera di Tacito ci è giunta in maniera frammentaria: sono perduti per intero i libri dal 7 al 10 e mancano porzioni dei libri 5, 6, 11 e 16.
 
I libri 1-6, custoditi nell'[[Abbazia di Corvey]], furono scoperti nel [[1508]] e pubblicati a [[Roma]] nel [[1515]]. I restanti libri a noi trasmessi, dall'11 al 16, sono invece conservati nella [[Biblioteca Medicea Laurenziana]] di [[Firenze]] ([[Manoscritto|codice]] 68.2 o ''Tacito-Apuleio'', contenente inoltre anche i primi 5 libri delle ''[[Historiae (Tacito)|Historiae]]'' e alcune opere di [[Apuleio]]), dopo essere stati a lungo trattenuti dalla [[Abbazia di Montecassino]] sin dall'[[XI secolo]], e forse condotti a Firenze da [[Giovanni Boccaccio]], il quale non è certo se abbia fatto dono al Convento di Santo Spirito dell'originale o di una sua copia. Boccaccio aveva avuto certamente in prestito il codice dal [[monachesimo|monaco]] cassinese Zenobi di Strada, il quale a sua volta l'aveva scoperto tra il [[1355]] e il [[1357]].<ref name="bastia">[http://digilander.libero.it/Hard_Rain/storia/Tacito.htm Tacito, Annales, 15.44]</ref>
Tuttavia, contro questo tetro contesto, una parte benestante della classe politica continuò ad esrcitare onestamente il proprio potere sulle province e a guidare l'esercito in modo retto. La storiografia tragica, piena di eventi drammatici, ha un peso importante negli ''Annales''. Tacito ci mostra la tragedia del popolo. L'obbiettivo non è suscitare forti emozioni. Tacito usa le componenti tragiche della storia per penetrare negli animi dei personaggi e portare alla luce le loro passioni ed ambiguità. Le passioni dominanti nei personaggi sono le passioni politiche (fatta eccezione per Nerone). Tutte le classi sociali , senza eccezioni, hanno questi difetti: ambizione, desiderio di potere e di prestigio personale, e spesso invidia, ipocrisia e presunzione. Tutti gli altri sentimenti, eccetto ambizione, vanità e cupidigia, hanno un'importanza secondaria.
 
Nel XV secolo il manoscritto entra in possesso di [[Niccolò Niccoli]], [[collezionista]] amico dell'[[umanista]] [[Poggio Bracciolini]]. Dall'epistolario intercorso tra i due alcuni studiosi, tra cui [[John Wilson Ross]] (che nel [[1878]] pubblicò a [[Londra]] l'opera ''Tacitus and Bracciolini, the Annals Forged in the XVth Century''), hanno dedotto l'ipotesi della falsificazione degli ''Annales'' da parte del Bracciolini. Questa teoria è stata tuttavia smentita in più occasioni dagli studiosi, affermando che il manoscritto vergato in elegante [[scrittura beneventana]] custodito a Firenze è autentico, dal momento che esso fu conosciuto già da Boccaccio e che le [[glossa|glosse]] ivi riscontrate, e redatte da più autori, sono riconducibili in parte alla mano del monaco del [[XIV secolo]] Zenobi di Strada, dato che attesta la sua esistenza prima dell'epoca della presunta contraffazione (o fabbricazione come sostenne il Ross).<ref name=bastia/>
Negli ''Annales'', Tacito sviluppò ulteriormente lo stile di descrizione che aveva utilizzato così bene nelle ''Historiae''. Forse il ritratto migliore che fa è quello di [[Tiberio (imperatore romano)|Tiberio]], fatto in maniera indiretta, emerge progressivamente nel corso della narrazione, con osservazioni e commenti. Il ritratto morale ha la precedenza su quello fisico; ci sono anche dei ritratti paradossali. Il più significativo di questi è quello di [[Petronio Arbitro|Petronio]], il cui fascino sta nelle sue apparenze contraddittorie. La debolezza della sua vita è in opposizione con l'energia e la competenza che dimostrò negli doveri pubblici. Petronio affrontò la morte come un ultimo piacere, dando contemporaneamente prova di autocontrollo, coraggio e fermezza. Si oppose all'usanza [[Stoici|stoica]] del suicidio teatrale, tanto da parlare con gli amici, mentre moriva, di argomenti futili. Tacito non ne fa un modello da seguire, ma suggerisce implicitamente che la sua grandezza d'animo fu più solida di quella mostrata da tanti martiri stoici.
 
==Stile Contenuto ==
[[File:Tacitus, Annales XI-XVI, editio princeps, ca. 1471-72, incipit.jpg|thumb|Incipit dell{{'}}''editio princeps'' dei libri XI-XVI degli ''Annales'']]
Anche se si tratta di una semplificazione, è tuttavia corretto riconoscere che lo stile di Tacito negli ''Annales'' si rifà marcatamente alle norme grammatiche e di composizione degli autori della tarda [[Repubblica romana|Repubblica]], primo fra tutti [[Marco Tullio Cicerone]]. A più riprese descritto come peregrino, arcaico e solenne, Tacito raggiunge il suo unico stile personale attraverso rare se non uniche forme grammaticali, ellissi frequenti (specialmente delle forme ausiliarie del verbo 'esse'), circonlocuzioni creative e dizioni che si estendono sino ai limiti del lessico [[Lingua latina|latino]]. In confronto alle ''Historiae'', gli ''Annales'' sono molto meno fluidi, molto più concisi e severi. C'è persino una predilezione maggiore per le incongruenze. Le forme verbali poco armoniche riflettono gli eventi discordanti che narrano e l'ambiguità dei personaggi che descrivono. Ci sono molte "violente" metafore ed usi audaci della personificazione. Gli stili poetici, specie quello di [[Virgilio]], sono usati spesso. Ad esempio, la descrizione della spedizione di [[Germanico (storia romana)|Germanico]] nel luogo teatro della [[Battaglia della foresta di Teutoburgo]] alla ricerca dei resti delle legioni distrutte di [[Publio Quintilio Varo|Varo]] ricalca lo stile utilizzato da Virgilio nella descrizione della discesa di [[Enea]] nel mondo ultraterreno.
Gli ''Annales'', che narrano del periodo storico successivo alla morte di [[Augusto]] nel [[14]], furono l'opera finale di Tacito. Scrisse almeno 16 libri, ma i libri 7-10 sono andati perduti e parti dei libri 5, 6, 11 e 16 sono mancanti.
 
Gli ''Annales'', che narrano del periodo storico successivo alla morte di [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]] nel [[14]], furono l'opera finale di Tacito. Scrisse almeno 16 libri, ma i libri 7-10 sono andati perduti e parti dei libri 5, 6, 11 e 16 sono mancanti. Il libro 6 finisce con la morte di [[Tiberio (imperatore romano)|Tiberio]] e i libri dal 7 al 1210 coprivano presumibilmente i regni di [[Caligola]] e, [[Claudioin (imperatoreparte, romano)|di [[Claudio]]. I libri rimanenti riguardano il regno di [[Nerone]], probabilmente sino alla sua morte nel giugno [[68]] o sino alla fine dell'anno per poi ricollegarsi alle ''Historiae''. La seconda parte del libro 16 è andata perduta (finisce narrando gli eventi dell'anno [[66]]). Non si sa se Tacito completò l'opera o se decise di finire prima gli altri lavori che aveva pianificato di scrivere; morì prima di poter mettere mano alle storie di [[Nerva]] e [[Traiano]], e non si ha nessun frammento della parte dell'opera su Augusto e gli albori dell'impero con cui aveva deciso di finire il suo lavoro di storico.
Tuttavia, lo stile cambia nel corso della lettura. Da tredicesimo libro in poi, Tacito usa uno stile più tradizionale, più vicino ai canoni dello stile classico. Lo stile diventa più ricco ed elevato, meno conciso, meno aspro e insinuante. Nello scegliere tra sinonimi, Tacito predilige ora l'uso di espressioni più normali e moderate pittosto che espressioni ricercate. Probabilmente il regno di [[Nerone]] è trattato con meno solennità perché cronologicamente più vicino al tempo della stesura dell'opera, mentre l'età di Tiberio era considerata più vicina alla vecchia [[Repubblica romana|Repubblica]]. La mancanza di cura che talvolta emerge nei libri 15 e 16 ha indotto alcuni a sostenere che le versioni giunte sino ai nostri giorni non siano la versione definitiva, bensì una bozza ancora da rivedere.
 
Così come aveva già scritto nelle ''[[Historiae (Tacito)|Historiae]]'', Tacito sostiene la sua tesi sulla necessità del principato. Se da un lato elogia Augusto per aver garantito pace allo stato romano dopo anni di guerra civile, dall'altro mostra gli svantaggi di una vita vissuta sotto il dominio dei Cesari. Della storia dell'[[Impero romano|impero]] fa parte il tramonto definitivo della libertà politica dell'aristocrazia senatoriale, che Tacito vedeva moralmente decaduta, corrotta ed asservita ai voleri del sovrano. Durante il regno di [[Nerone]] c'era stata una grande diffusione di opere letterarie che esaltavano il suicidio come ''exitus illustrium virorum'' ("fine degli uomini illustri"). Ancora una volta, come aveva già sostenuto nell' ''Agricola'', Tacito si oppone a coloro che scelgono un inutile martirio tramite il suicidio, riprendendo l'assenza di esibizionismo del suocero come modello ideale. Descrivendo il suicidio di [[Petronio Arbitro|Petronio]], Tacito sottolinea deliberatamente l'ironico capovolgersicapovolgimento dei modelli filosofici dicompiuto da quest'uomo.
==Argomenti correlati==
{{wikisourcetesto|Ab excessu divi Augusti (Annales)|la:}}
*[[La Repubblica (dialogo)|''La Repubblica'']] di [[Platone]]
 
Tuttavia, contro questo tetro contesto, una parte benestante della classe politica continuò ad esrcitareesercitare onestamente il proprio potere sulle province e a guidare l'esercito in modo retto. La storiografia tragica, piena di eventi drammatici, ha un peso importante negli ''Annales''. Tacito ci mostra la tragedia del popolo. L'obbiettivoobiettivo non è suscitare forti emozioni. Tacito usa le componenti tragiche della storia per penetrare negli animi dei personaggi e portare alla luce le loro passioni ed ambiguità. Le passioni dominanti nei personaggi sono le passioni politiche (fatta eccezione per Nerone). Tutte le classi sociali , senza eccezioni, hanno questi difetti: ambizione, desiderio di potere e di prestigio personale, e spesso invidia, ipocrisia e presunzione. Tutti gli altri sentimenti, eccetto ambizione, vanità e cupidigia, hanno un'importanza secondaria.
[[Categoria:Opere letterarie latine]]
 
Negli ''Annales'', Tacito sviluppò ulteriormente lo stile di descrizione che aveva utilizzato così bene nelle ''Historiae''. Forse il ritratto migliore che fa è quello di [[Tiberio (imperatore romano)|Tiberio]], fatto in maniera indiretta, che emerge progressivamente nel corso della narrazione, con osservazioni e commenti. Il ritratto morale ha la precedenza su quello fisico; ci sono anche dei ritratti paradossali. Il più significativo di questi è quello di [[Petronio Arbitro|Petronio]], il cui fascino sta nelle sue apparenze contraddittorie. La debolezza della sua vita è in opposizione con l'energia e la competenza che dimostrò neglinei doveri pubblici. Petronio affrontò la morte come un ultimo piacere, dando contemporaneamente prova di autocontrollo, coraggio e fermezza. Si oppose all'usanza [[Stoici|stoica]] del suicidio teatrale, tanto da parlare con gli amici, mentre moriva, di argomenti futili. Tacito non ne fa un modello da seguire, ma suggerisce implicitamente che la sua grandezza d'animo fu più solida di quella mostrata da tanti martiri stoici.
[[da:Annal]]
 
[[de:Annalen]]
== Stile ==
[[en:Annals (Tacitus)]]
Anche se si tratta di una semplificazione, è tuttavia corretto riconoscere che lo stile di Tacito negli ''Annales'' si rifà marcatamente alle norme grammatiche e di composizione degli autori della tarda [[Repubblica romana|Repubblica]], primo fra tutti [[Marco Tullio Cicerone]]. A più riprese descritto come peregrino, arcaico e solenne, Tacito raggiunge il suo unico stile personale attraverso rare se non uniche forme grammaticali, ellissi frequenti (specialmente delle forme ausiliarie del verbo 'esse'), circonlocuzioni creative e dizioni che si estendono sino ai limiti del lessico [[Lingua latina|latino]]. In confronto alle ''Historiae'', gli ''Annales'' sono molto meno fluidi, molto più concisi e severi. C'è persino una predilezione maggiore per le incongruenze. Le forme verbali poco armoniche riflettono gli eventi discordanti che narrano e l'ambiguità dei personaggi che descrivono. Ci sono molte "violente" metafore ed usi audaci della personificazione. Gli stili poetici, specie quello di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], sono usati spesso. Ad esempio, la descrizione della spedizione di [[GermanicoGaio (storiaGiulio romana)Cesare Claudiano Germanico|Germanico]] nel luogo teatro della [[Battaglia della foresta di Teutoburgo]] alla ricerca dei resti delle legioni distrutte di [[Publio Quintilio Varo|Varo]] ricalca lo stile utilizzato da Virgilio nella descrizione della discesa di [[Enea]] nel mondo ultraterreno.
[[he:אנלים]]
 
[[nl:Ab excessu divi Augusti]]
Tuttavia, lo stile cambia nel corso della lettura. DaDal tredicesimo libro in poi, Tacito usa uno stile più tradizionale, più vicino ai canoni dello stile classico. Lo stile diventa più ricco ed elevato, meno conciso, meno aspro e insinuante. Nello scegliere tra sinonimi, Tacito predilige ora l'uso di espressioni più normali e moderate pittostopiuttosto che espressioni ricercate. Probabilmente il regno di [[Nerone]] è trattato con meno solennità perché cronologicamente più vicino al tempo della stesura dell'opera, mentre l'età di Tiberio era considerata più vicina alla vecchia [[Repubblica romana|Repubblica]]. La mancanza di cura che talvolta emerge nei libri 15 e 16 ha indotto alcuni a sostenere che le versioni giunte sino ai nostri giorni non siano la versione definitiva, bensì una bozza ancora da rivedere.
[[no:Annal]]
 
[[pl:Annały]]
== Edizioni italiane ==
[[ru:Анналы]]
* {{Cita libro|titolo=Gli Annali|trad=Rodolfo Giani|editore=Fratelli Treves|città=Milano|anno=1927|annooriginale=Piacenza, Tipografia A. Del Maino, 1905}}
* {{Cita libro|titolo=Gli Annali|trad=[[Camillo Giussani]]|editore=Arnoldo Mondadori Editore|città=Milano|anno=1942}} - in ''Opere'', Commento di [[Albino Garzetti]], Introduzione di Alain Michel, Collezione [[i millenni]], Torino, Einaudi, 1968; ''Annali'', a cura di [[Guido Davico Bonino]], Collana I Classici, Milano, Club degli Editori, 1974.
* {{Cita libro|titolo=Annali|altri=2. voll., trad. e cura di [[Bianca Ceva]]|edizione=Collana [[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR]] nn.297-302|editore=Rizzoli|città=Milano|mese=giugno|anno=1951}} - Con un saggio introduttivo di Cesare Questa, Collana I Classici della BUR n.309, Milano, BUR, 1981.
* {{Cita libro|titolo=Annali|url=https://archive.org/details/arici-tacito-opere.-vol.-1-1952-it/mode/2up|curatore=Azelia Arici|edizione=Collezione Classici Latini|città=Torino|editore=Unione tipografico-editrice torinese|anno=1952|anteposizione-curatore=no}}
* {{Cita libro|titolo=Annali|trad=Annamaria Rindi|altri=Prefazione di [[Piero Treves]]|editore=Club del Libro|città=Milano|anno=1965}} - Novara, Ist. Geografico De Agostini, 1966; Collana La nostra Biblioteca. Classici di tutti i Paesi in cento volumi n.64, Novara, Edipem, 1974.
* {{Cita libro|titolo=Annali|altri=Introduzione, trad. e note di Anna Resta Barrile, 3 voll.|edizione=Collana Prosatori di Roma|editore=Zanichelli|città=Bologna|anno=1968}}
* {{Cita libro|titolo=Annali e La vita di Agricola<ref>tradotta da Mario Stefanoni</ref>|altri=trad., Introduzione e note a cura di [[Luigi Annibaletto]]|edizione=Collana Gli Immortali|editore=Istituto Editoriale Italiano|città=Milano|anno=1970}} - Milano, Garzanti, 1981.
* {{Cita libro|titolo=Annali <small>dalla morte del divo Augusto</small>|trad=[[Enrico Oddone]]|altri=Introduzione, note, bibliografia a cura di Matilde Caltabiano|editore=Rusconi|città=Milano|anno=1978}}
* {{Cita libro|titolo=Annali|altri=2 voll., Introduzione, trad. e note di Mario Stefanoni, con un saggio di Mario Pani|edizione=Collana I grandi libri nn.410-411|editore=Garzanti|città=Milano|anno=1990|isbn=}}
* {{Cita libro|titolo=Annali|altri=2 voll., trad. e cura di Lidia Pighetti, Prefazione di [[Luca Canali]]|edizione=Collana Oscar Classici Greci e Latini n.66|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1994}}
* {{Cita libro|titolo=Annali|altri=2 voll., Introduzione generale, cura e traduzione di [[Lidia Storoni Mazzolani]]|edizione=Collana Grandi Tascabili Economici|editore=Newton Compton|città=Roma|anno=1995}}
*in {{Cita libro|titolo=Opera omnia. Vol. II: Annales|edizione=[[Biblioteca della Pléiade]]|trad=Carlo Franco, Gianluigi Baldo, Alessandro Franzoi, Luciano Lenaz|altri=a cura di Renato Oniga|editore=Einaudi|città=Torino|anno=2003|isbn=978-88-446-0082-2}} - ''Annali'', Collana ET Classici, Einaudi, 2024, ISBN 978-88-062-6251-8.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Polydore Hochart|titolo=De l'authenticité des Annales et des Histoires de Tacite|url=https://archive.org/details/delauthenticitd00hochgoog/page/n11/mode/2up|città=Paris|editore=Ernest Thorin éditeur|anno=1890|lingua=fr}}
* {{Cita libro|autore=[John Wilson Ross]|titolo=Tacitus and Bracciolini: The Annals Forged in the XVth Century|url=https://archive.org/details/tacitusandbracc00bracgoog/page/n4/mode/2up|città=London|editore=Diprose & Bateman|anno=1878|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Bessie Walker|titolo=The Annals of Tacitus: A Study in the Writing of History|url=https://books.google.it/books?id=gBgNAQAAIAAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|città=Manchester|editore=Manchester University Press|anno=1952|lingua=en}}
 
== Altri progetti ==
{{wikisourcetestointerprogetto|testo=la:Ab excessu divi Augusti (Annales)|la:q=Publio Cornelio Tacito#Annales}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?lookup=Tac.+Ann.+1.1|titolo=Perseus Project. ''Annali'' in inglese e latino|lingua=en}}
*[http://www.progettovidio.it/dettagli1.asp?id=1941&opera=Annali Annali in lingua latina con traduzione in italiano]
{{Tacito}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Antica Roma|letteratura|Lingua latina}}
 
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[[Categoria:Annali|Tacito]]
[[Categoria:Annales|Tacito]]