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L<nowiki>'</nowiki>'''incendio del Narodni dom''' (''Casa del popolo'' o ''Casa nazionale'' in [[lingua slovena|sloveno]]) del 13 luglio 1920 distrusse la sede delle organizzazioni [[Slovenia|slovene]] di [[Trieste]]. Nell'edificio trovavano sede un teatro, una cassa di risparmio, un caffè e l'hotel Balkan, nome col quale era anche noto all'epoca il palazzo. Le vicende che portarono al rogo vanno inquadrate all'interno della pluridecennale lotta per il predominio sull'[[Mare Adriatico|Adriatico]] orientale fra popolazioni [[Slavi|slave]] (prevalentemente [[Croati|croate]] e [[Sloveni|slovene]]) e [[Italiani|italiane]], iniziata ancora nell'ambito dell'[[Impero austro-ungarico]]. Lo scoppio della [[prima guerra mondiale]], l'entrata in guerra dell'Italia, il disfacimento dell'Impero, le trattative di pace e le successive fortissime frizioni fra l'Italia e il [[Regno dei Serbi, Croati e Sloveni]] furono gli eventi più recenti, precedenti e contemporanei al rogo del Narodni dom. La vicenda è anche considerata la prima grande azione di piazza del nascente [[squadrismo]] [[fascismo|fascista]], nell'ambito di quello che successivamente venne definito ''fascismo di confine''<ref>{{cita|Kacin Wohinz 2010}}</ref>.
=Liber statutorum Civitatis Ragusii=
Il '''Liber statutorum Civitatis Ragusii''' (Libro degli statuti della Città di Ragusa) è stato il primo e il più noto libro statutario della [[Repubblica di Ragusa]], destinato a rimanere in vigore dal 1272 fino alla fine dell'indipendenza della [[repubblica marinara]] [[Dalmazia|dalmata]] (1808).
 
==Inquadramento storico==
==Storia e contenuto==
{{vedi anche|Stato da Mar|Istria|Dalmazia|Incidenti di Spalato}}
E' logico ritenere che le prime statuizioni normative ragusee risalissero alla fondazione della città, nel VII secolo d.C.. Di tali leggi non è pervenuta traccia, ma di certo la loro base dovette essere [[diritto romano|romana]], a causa della storia di Ragusa - fondata da profughi latini di [[Cavtat|Epidauro]], distrutta dagli [[slavi]] - e della protezione accordatale all'epoca dall'[[Impero bizantino]]. Nel 1205 Ragusa cadde sotto il dominio della [[Repubblica di Venezia]], che la mantenne nei suoi possedimenti fino al 1358, salvo alcune brevi parentesi.
Alla caduta della [[Repubblica di Venezia]], l'[[Impero austriaco]] - dopo un breve intervallo francese (1806-1814) - aveva inglobato tutti i possedimenti della ''Serenissima'': il [[Dogado]] (costituito dalla città di [[Venezia]] e dalle zone ad essa più vicine), lo [[Domini di Terraferma|Stato da Tera]] (territori dell'entroterra padano-veneto) e lo [[Stato da Mar]] (i domini marittimi). Le zone dell'[[Istria]] e della [[Dalmazia]] presentavano una peculiarità: a differenza degli altri possedimenti dello Stato da Mar avevano mantenuto nei secoli fra la propria popolazione una componente autoctona [[lingue romanze orientali|neoromanza]], che nel tempo aveva adottato in maggioranza il [[dialetto veneziano|veneziano]] come propria lingua, a fianco o in sostituzione del [[lingua dalmatica|dalmatico]], dell'[[lingua istriota|istrioto]] o dell'[[istrorumeno]]. A fianco di queste popolazioni, a partire dal VII secolo l'Istria e la Dalmazia avevano conosciuto l'immigrazione di popolazioni di ceppo slavo, che nei secoli s'identificarono via via come [[Croazia|croati]], [[Slovenia|sloveni]] e [[Serbia|serbi]].
 
La coesistenza di queste popolazioni sulla costa orientale dell'Adriatico non aveva mai causato delle particolari frizioni: da un lato Venezia non era interessata ad alcuna politica di dominio o di assimilazione su base etnica, dall'altra le varie pulsioni di carattere nazionale iniziarono a presentarsi solo a cavallo della metà del XIX secolo.
E' in questo periodo che i ragusei, sotto la spinta decisiva dei governanti veneziani, e segnatamente del Conte<ref>Il ''Conte'' era la massima magistratura della città, che governava in nome e per conto della ''Serenissima''.</ref> Marco Giustiniani, promulgarono un'ampia collazione di leggi - detta ''Liber statutorum'' - che dal momento della sua promulgazione nel 1272 assunse il valore di massima fonte di diritto per la città e i suoi possedimenti.
 
All'inizio del breve dominio francese, sia in Istria che in Dalmazia si posero le basi per il futuro sistema scolastico pubblico: il veneziano Vincenzo Dandolo, provveditore generale per la Dalmazia, alla fine del 1806 nel suo rapporto annuale a Napoleone consigliò la soppressione degli insegnamenti in lingua ''illirica'' nei seminari di Zara, Spalato e Priko, nei dintorni di Almissa, a favore dell'insegnamento in lingua italiana. D'altro canto, non solo l'italiano era già utilizzato nelle scuole seminariali di tutta la costa istriana e nei seminari dalmati, ma sia il croato che lo sloveno non avevano ancora codificato il proprio sistema grammaticale e la propria scrittura, e quindi parve naturale favorire una lingua come quella italiana, di grande tradizione e ritenuta consona alle classi dominanti. A lungo termine, ciò favorì l'italianizzazione anche di masse di studenti slavi, abituati a ritenere l'italiano come propria lingua d'élite.
* ''[[Liber statutorum Civitatis Ragusii]] compositus anno 1272''. E' lo Statuto raguseo promulgato al tempo della dominazione [[Repubblica di Venezia|veneziana]], composto da una serie di norme scritte e consuetudinarie precedenti, nonché da alcune innovazioni legislative.
* ''Liber omnium reformationum'' (1385-1460)
* ''Liber viridis''
 
Lo scoppio delle rivolte che coinvolsero gran parte del territorio europeo fra il 1848 e il 1849 catalizzò le scelte delle popolazioni locali: sloveni, croati e italiani iniziarono ad autodefinirsi anche nazionalmente.
Esso contiene - in serie cronologica - i principali atti del Maggior Consiglio (''Consilium majus''), il massimo organo costituzionale legislativo della Repubblica. Vista la sempre maggiore difficoltà di consultazione di tale massa eterogenea di atti, nel corso degli anni vennero creati alcuni compendi: i due più importanti rimangono quello del nobile Francesco Gondola (XV secolo) e quello del cancelliere Achille Pozza (1624).
 
== Note ==
Il ''Liber Croceus'' presenta una doppia numerazione dei fogli che lo compongono: una più antica (in alto a destra) ed una più recente (in basso a sinistra): tradizionalmente i vari documenti vengono citati proprio in base alla numerazione della carta nella quale appaiono (es: ''in Libro Crocei'', ch. 125). Recentemente le determinazioni del Maggior Consiglio presenti nel ''Liber'' sono state per comodità suddivise anche in 460 capitoli.
{{references|2}}
 
Tutti gli atti sono in [[lingua italiana|italiano]] e in [[lingua latina|latino]].
 
==Edizioni==
L'unica edizione completa ed annotata del ''Liber Croceus'' rimane quella curata dallo studioso [[Serbia|serbo]] Branislav M. Nedeljković nel 1997, per quanto presenti una serie di errori di trascrizione e di impostazione.
 
==Bibliografia==
* {{cita libro|Milica|Kacin Wohinz|Alle origini del fascismo di confine: gli Sloveni della Venezia Giulia sotto l'occupazione italiana 1918-1921|2010|Sklad Dorče Sardoč|Gorizia|ISBN=978-88-903422-8-8|cid= Kacin Wohinz 2010}}
* Nella Lonza, ''Liber Croceus'', in ''Dubrovnik Annals'', 4, 2000, pp. 189-190
* Branislav M. Nedeljković (cur.), ''Liber Croceus'', Srpska akademija nauka i umetnosti, Beograd 1997
 
* [https://www.legal-tools.org/doc/ab46a4/pdf/]
==Voci correlate==
* [https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/21244/1/QS_2_2016.pdf Dimenticare il Balkan]
* [[Dalmazia]]
* [[Ragusa (Croazia)|Ragusa]]
* [[Repubblica di Ragusa]]
{{Portale|Croazia|Venezia Giulia e Dalmazia}}