Fight the Power (Public Enemy): differenze tra le versioni

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{{Album
|titolo = Fight the Power
|tipo album = Singolo
|artista = Public Enemy
|anno = 1989
|immagine = Fight the Power (Video).JPG
|etichetta = [[Motown|Tamla]]
|didascalia = Screenshot tratto dal videoclip
|etichetta = [[Motown Records]]<br />[[Def Jam]]
|produttore = [[The Bomb Squad]]
|durata = 45:23 min(soundtrack :version)<br />4:42 s(album version)
|registrato = Green St. Recording, New York
|genere = Rap metal
|album di provenienza = [[Do the Right Thing: Original Motion Picture Soundtrack]]<br />[[Fear of a Black Planet]]
|genere2 = Golden age hip hop
|genere3genere = politicalGolden age hip hop
|genere2 = Political rap
|genere3 = East coast rap
|genere4 = Hardcore rap
|postgenere = <ref>{{cita web|url=http://www.allmusic.com/album/r28190|autore=Stephen Thomas Erlewine|titolo=Fear of a Black Planet > Overview|editore=[[All Music Guide|Allmusic.com]]|accesso=28 settembre 2010}}</ref>
|note = B-side: ''Fight the Power (Flavor Flav Meets Spike Lee)''
| precedente = [[Black Steel in the Hour of Chaos]]
| anno precedente = 1989
| successivo = [[Welcome to the Terrordome]]
| anno successivo = 1990
}}
'''''Fight the Power''''' ''(Combatti il potere)'' è un brano musicale del [[gruppo musicale|gruppo]] [[rap]] [[Public Enemy]], incluso nella colonna sonora del film ''[[Fa' la cosa giusta]]'' del [[1989]] e pubblicato come [[Singolo (musica)|singolo]] lo stesso anno dalla [[Motown Records]] (lato B: ''Fight the Power (Flavor Flav Meets Spike Lee)''). Nel 1990, una versione modificata venne inclusa nel terzo album del gruppo, ''[[Fear of a Black Planet]]''.
 
Nel [[2021]] la rivista ''[[Rolling Stone]]'' l'ha inserita al secondo posto nella lista delle [[I 500 migliori brani musicali secondo Rolling Stone|500 migliori canzoni di tutti i tempi]], seconda solo alla versione di [[Aretha Franklin]] di ''[[Respect]]''.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilgiorno.it/spettacoli/rolling-stone-classifica-500-canzoni-più-belle-sempre-1.6820353|titolo=Rolling Stone aggiorna la top 500 delle canzoni più belle di sempre. Ecco le sorprese|sito=Il Giorno|data=1632037079382|lingua=it|accesso=2021-09-19}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lastampa.it/cultura/e20/attualita/2021/09/18/news/rolling-stone-shock-aretha-ora-supera-bob-dylan-aggiornata-dopo-17-anni-storica-top-500-delle-canzoni-piu-belle-1.40716701|titolo=Rolling Stone choc, Aretha ora supera Bob Dylan. Aggiornata dopo 17 anni storica top 500 delle canzoni più belle|sito=lastampa.it|data=2021-09-18|lingua=it-IT|accesso=2021-09-19}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2021/09/18/news/respect-318372808/|titolo=Aretha sorpassa Dylan: è 'Respect' la canzone più bella di tutti i tempi|sito=la Repubblica|data=2021-09-18|lingua=it|accesso=2021-09-19}}</ref>
La canzone è considerata il testamento politico della band, e il loro singolo di maggior successo. Recentemente, ''Fight the Power'' si è classificata al primo posto della classifica "VH1's 100 Greatest Songs of Hip Hop", a dimostrazione dell'impatto della canzone.<ref>[http://blog.vh1.com/2008-09-24/100-greatest-hip-hop-songs-ever/ 100 Greatest Hip Hop Songs]</ref> All'epoca della pubblicazione, il singolo raggiunse la posizione numero 1 nella classifica [[Hot Rap Singles]] e la numero 20 nella [[Hot R&B Singles]].
 
== Il brano ==
{{citazione|La maggior parte dei miei eroi non sta sui francobolli|''Fight the Power'', [[Public Enemy]]|Most of my heroes don't appear on no stamps|lingua=en}}
''Fight the Power'' ("Combatti il potere") è considerata il testamento politico della band, e il loro singolo di maggior successo. Recentemente, ''Fight the Power'' si è classificata al primo posto della classifica [[VH1's 100 Greatest Songs of Hip Hop|VH1's 100 Greatest Hip-Hop's Songs]], a dimostrazione dell'impatto della canzone.<ref>[http://blog.vh1.com/2008-09-24/100-greatest-hip-hop-songs-ever/ 100 Greatest Hip Hop Songs] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121224084558/http://blog.vh1.com/2008-09-24/100-greatest-hip-hop-songs-ever/ |data=24 dicembre 2012 }}</ref> All'epoca della pubblicazione, il singolo raggiunse la posizione numero 1 nella classifica [[Hot Rap Songs|Hot Rap Singles]] e la numero 20 nella [[Hot R&B/Hip-Hop Songs|Hot R&B Singles]].
 
Una versione alternativa del brano è presente nel disco compilation ''Chuck D Presents: Louder than a Bomb'', con un assolo di sassofono da parte di [[Branford Marsalis]].
 
A proposito della canzone [[Brian Hardgroove]], il bassista del gruppo, disse: ''«Le forze dell'ordine sono necessarie. Come specie umana non ci siamo evoluti abbastanza da poterne fare a meno. "''Fight the Power"'' non parla di combattere l'autorità, non è affatto così. Parla piuttosto di combattere l'abuso di potere da parte dell'autorità».''<ref>{{cita [web|url=http://www.publicenemy.com/index.php?page=page1&limit=100 |titolo=Public Enemy website]|data=|accesso=|dataarchivio=27 settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100927181038/http://publicenemy.com/index.php?page=page1&limit=100|urlmorto=sì}}</ref>
 
Nel 2004, il brano è stato classificato alla posizione numero 322 della "[[lista delleI 500 migliori canzonibrani musicali secondo Rolling Stone|lista delle 500 migliori canzoni di sempre]]" redatta dalla rivista ''[[Rolling Stone]]''.
 
==Video= musicaleAntefatti ===
Nel 1988, poco tempo dopo la pubblicazione del loro secondo album ''[[It Takes a Nation of Millions to Hold Us Back]]'', i Public Enemy si stavano preparando per la seconda parte europea del Run's House Tour insieme ai [[Run–D.M.C.]] Prima di imbarcarsi nel tour, il regista [[Spike Lee]] approcciò i Public Enemy con la proposta di incidere una canzone per uno dei suoi film.<ref name="Myrie121">Myrie (2008), p. 121.</ref> Lee, che stava dirigendo ''[[Fa' la cosa giusta]]'', voleva usare il pezzo come [[leitmotif]] del film, che parla delle tensioni razziali nel quartiere di [[Brooklyn]] a New York.<ref name="Watrous">{{Cita news|cognome=Watrous|nome=Peter|data=22 aprile 1990|url=https://www.nytimes.com/1990/04/22/arts/recordings-public-enemy-makes-waves-and-compelling-music.html?pagewanted=all|titolo=RECORDINGS; Public Enemy Makes Waves - and Compelling Music|giornale=[[The New York Times]]|editore=[[The New York Times Company]]|città=New York|accesso=7 giugno 2012}}</ref> Egli raccontò della sua decisione nel corso di un'intervista successiva concessa alla rivista ''[[Time]]'': «Volevo che il pezzo fosse provocatorio, volevo che fosse arrabbiato, volevo che fosse molto ritmico. Ho pensato subito ai Public Enemy».<ref name="Simpson">{{Cita pubblicazione|cognome=Simpson|nome=Janice C.|data=5 febbraio 1990|url=http://content.time.com/time/subscriber/printout/0,8816,969341,00.html|titolo=Music: Yo! Rap Gets on the Map|rivista=[[Time]]|editore=[[Time Inc.]]|città=New York|volume=135|p=60|accesso=7 giugno 2018}}</ref> In una riunione a Lower Manhattan, Lee disse a [[Chuck D]], al produttore Hank Shocklee del [[The Bomb Squad]] e al produttore esecutivo Bill Stephney, di avere bisogno di una "canzone inno" per il film.<ref name="Myrie122"/>
[[Spike Lee]] produsse e diresse due video musicali per la canzone. Il primo contiene varie scene tratte dal film ''Fa' la cosa giusta''. Nel secondo video, Lee usa centinaia di comparse per simulare disordini razziali a [[Brooklyn]]. Le comparse portano cartelli con sopra le effigi di [[Paul Robeson]], [[Marcus Garvey]], [[Chuck Berry]] e [[Martin Luther King]].
 
Mentre si trovava in Italia in tour, Chuck D scrisse la maggior parte del testo della canzone.<ref name="Myrie122"/> Circa l'ispirazione egli raccontò: «Volevo avere più o meno lo stesso tema dell'originale ''Fight the Power'' degli [[Isley Brothers]] e riempirlo con una sorta di visione modernista di cosa il nostro ambiente era in quel particolare momento».<ref name="Myrie122">Myrie (2008), p. 122.</ref>
==Samples usati nel brano==
*Il titolo della canzone e il coro sono ispirati (o presi di peso) dal brano ''[[Fight the Power (Part 1 & 2)]]'', una canzone funk di protesta del 1975 degli [[Isley Brothers]].
*''Teddy's Jam'' dei [[Guy (gruppo musicale)|Guy]]
*''Bird of Prey'' degli [[Uriah Heep (gruppo musicale)|Uriah Heep]]
*''Hot Pants Road'' dei The J.B.'s (linea di basso)
*''Pump Me Up'' dei [[Trouble Funk]] (percussioni, voce: "Pu-pu-pump")
*''Different Strokes'' di Syl Johnson (udibile prima della terza strofa)
*''I Shot the Sherriff'' di [[Bob Marley]]
*''Planet Rock'' degli [[Afrika Bambaataa]] (Voce: "Yeah!")
*''I Know You Got Soul'' di [[Bobby Byrd]] (Voce: "I know you got soul")
*''Sing a Simple Song'' degli [[Sly & the Family Stone]]
*''Whatcha See Is Whatcha Get'' dei [[The Dramatics]] (chitarre)
*''Let's Dance (Make Your Body Move)'' di [[West St. Mob]] (Voce: "Come on you got it")
*''Funky President'' di [[James Brown]] (udibile dopo il verso "People, people we are the same")
* Inoltre il testo include allusioni a ''Funky Drummer'' e ''[[Say It Loud – I'm Black and I'm Proud]]'' di James Brown e a ''[[Don't Worry, Be Happy]]'' di [[Bobby McFerrin]] del 1988.
 
=== LaRegistrazione strofae su "Elvis"produzione ===
[[File:BMarsalis@2011WYPS1.jpg|left|thumb|[[Branford Marsalis]] (fotografato nel 2011) suonò un assolo di sassofono nella versione del pezzo per la colonna sonora di ''Fa' la cosa giusta'']]
Una delle strofe più celebri del testo, ed anche una di quelle che hanno creato più scalpore è quella che accusa [[Elvis Presley]] (e anche [[John Wayne]], altro mito americano) di essere stato un razzista:
[[The Bomb Squad]], il team produttivo dei Public Enemy, costruì la musica di ''Fight the Power'', attraverso [[loop (musica)|looping]], layering, e trasfigurando numerosi campionamenti.<ref>Katz, p. 160</ref> La traccia include solamente due strumenti: il sassofono, suonato da [[Branford Marsalis]], e lo [[scratching]] fornito da [[Terminator X]], il DJ del gruppo.<ref>{{Cita web|cognome=Mueller|nome=Darren|url=http://marsalismusic.com/news/listening-session-branford-marsalis|titolo=Listening Session with Branford Marsalis|editore=Marsalis Music|data=16 gennaio 2012|accesso=16 marzo 2012}}</ref>
 
In contrasto alla scuola di pensiero di Marsalis, membri dei Bomb Squad come Hank Shocklee volevano evitare la chiarezza melodica e la coerenza armonica a favore di uno stato d'animo specifico nella composizione. Shocklee gli spiegò che la loro abilità musicale dipendeva da strumenti diversi, esercitati in un mezzo diverso, ed era ispirata da priorità culturali diverse dal "virtuosismo" apprezzato nel [[jazz]] e nella [[musica classica]].<ref name="Walser297">Walser et al. Austin & Willard (1998), 297.</ref>
{{quote|''Elvis era un eroe per molti,''<br>
''Ma non ha mai significato un cazzo per me.''<br>
''Era uno stronzo razzista,''<br>
''Puro e semplice.''<br>
''Fanculo lui e John Wayne,''<br>
''Perché sono nero e ne sono fiero!''|'''Fight the Power''' - Public Enemy|''Elvis was a hero to most,''<br>
''But he never meant shit to me you see.''<br>
''Straight up racist that sucker was,''<br>
''Simple and plain.''<br>
''Motherfuck him and John Wayne'',<br>
''Cause I'm Black and I'm proud!''|lingua=en}}
 
Come per altre canzoni dei Public Enemy, The Bomb Squad aggiunse svariati campioni nella traccia, utilizzandoli per completare il testo e l'atmosfera di ''Fight the Power''.<ref name="Walser, p. 297">Walser, p. 297</ref> I suoni percussivi sono stati posizionati prima o dietro il ''[[drum beat|beat]]'', per creare una sensazione di facilità o tensione.<ref name="Walser, p. 297"/> Particolari elementi, come l'assolo di Marsalis, sono stati rielaborati da Shocklee in modo che significhino qualcosa di diverso dalla coerenza armonica.<ref name="Walser, p. 297"/> Riguardo alla produzione della canzone, il musicologo [[Robert Walser (musicologo)|Robert Walser]], scrisse che l'assolo "è stato accuratamente rielaborato in qualcosa che Marsalis non avrebbe mai pensato di suonare, perché gli obiettivi e le premesse di Schocklee sono diversi dai suoi".<ref name="Walser, p. 297"/>
La persistenza di tale atteggiamento è stata alimentata dal risentimento per il fatto che Presley, il cui linguaggio musicale e visivo deriva da fonti africane in America, ha riscosso il successo e il riconoscimento culturale e commerciale in gran parte negato ai suoi contemporanei neri. A tutt'oggi, la nozione che Presley ha "rubato" la musica dei neri per edulcorarla e ricavarne profitto, trova ancora dei seguaci.<ref>Myrie, 2009, pag. 123–24</ref>
 
Il 24 agosto 2014, [[Chuck D]] postò una fotografia su [[Twitter]] di una musicassetta proveniente dallo studio Green St. Recording di New York. L'etichetta sul nastro è marchiata con il logo dello studio e un titolo scritto a mano suggerisce che questo studio sia stato utilizzato per la registrazione della canzone.
 
=== Campionamenti usati nel brano ===
* Il titolo della canzone e il coro sono ispirati (o presi di peso) dal brano ''[[Fight the Power (Part 1 & 2)]]'', una canzone funk di protesta del 1975 degli [[The Isley Brothers|Isley Brothers]].
* ''Teddy's Jam'' dei [[Guy (gruppo musicale)|Guy]]
* ''Bird of Prey'' degli [[Uriah Heep (gruppo musicale)|Uriah Heep]]
* ''Hot Pants Road'' dei The J.B.'s (linea di basso)
* ''Pump Me Up'' dei [[Trouble Funk]] (percussioni, voce: «Pu-pu-pump»)
* ''Different Strokes'' di Syl Johnson (udibile prima della terza strofa)
* ''I Shot the Sherriff'' di [[Bob Marley]]
* ''Planet Rock'' degli [[Afrika Bambaataa]] (Voce: «Yeah!»)
* ''I Know You Got Soul'' di [[Bobby Byrd]] (Voce: «I know you got soul»)
* ''Sing a Simple Song'' degli [[Sly & the Family Stone]]
* ''Whatcha See Is Whatcha Get'' dei [[The Dramatics]] (chitarre)
* ''Let's Dance (Make Your Body Move)'' di [[West St. Mob]] (Voce: «Come on you got it»)
* ''Funky President'' di [[James Brown]] (udibile dopo il verso «People, people we are the same»)
* Inoltre il testo include allusioni a ''[[Funky Drummer]]'' e ''[[Say It Loud - I'm Black and I'm Proud]]'' di James Brown e a ''[[Don't Worry, Be Happy]]'' di [[Bobby McFerrin]] del 1988.
 
=== Testo ===
[[File:James Brown Live Hamburg 1973 1702730029.jpg|thumb|La canzone include vari [[Campionamento (musica)|campionamenti]] di [[James Brown]] (qui fotografato nel 1973)]]
 
Il testo di ''Fight the Power'' è una retorica rivoluzionaria che chiama a combattere i "poteri forti".<ref name="Watrous"/> I versi sono ''[[Rapping|consegnati]]'' da Chuck D, che rappa in tono conflittuale e impenitente.<ref name="Warrell, Laura K. 2002">Warrell, Laura K. (3 giugno 2002). ''Fight the Power''. ''Salon''. Salon Media Group</ref> [[David Stubbs]] di ''[[The Quietus]]'' scrive che la canzone "brilla e ribolle di tutta la rabbia controllata e incendiaria e l'intento rivoluzionario dei Public Enemy è al suo apice. È ambientato nell'immediato futuro, una condizione di insurrezione permanentemente e imminente".<ref name="Stubbs"/>
 
''Fight the Power'' si apre con Chuck D che esclama: ''«1989!»''.<ref name="Stubbs">{{cita web|cognome=Stubbs|nome=David|linkautore=David Stubbs|data=12 aprile 2010|url=http://thequietus.com/articles/04061-public-enemy-fear-of-a-black-planet-20th-anniversary|titolo=20 Years On: Remembering Public Enemy's Fear Of A Black Planet|editore=[[The Quietus]]|accesso=29 maggio 2012}}</ref> Il testo è declamato dal punto di vista di un afroamericano, che nel primo verso chiama a raccolta tutti i "fratelli e sorelle" promettendo di "divertirli mentre canta e dare loro quello che occorre".<ref name="Warrell, Laura K. 2002"/> Egli chiarisce inoltre la piattaforma ideologica del suo gruppo come artisti musicali: ''«Now that you've realized the pride's arrived / We've got to pump the stuff to make us tough / From the heart / It's a start, a work of art / To revolutionize»'' ("Ora che avete capito l'apice è arrivato / Dobbiamo ingrandire la cosa per rafforzarci / Sinceramente / È un inizio, un'opera d'arte / per rivoluzionare").<ref name="BFW183">Friskics-Warren (2006), p. 183.</ref> Nell'affrontare la questione del [[razzismo]], i testi respingono la nozione liberale dell'uguaglianza razziale e la dinamica di trascendere le proprie circostanze per quanto riguarda la propria comunità: ''«People, people we are the same / No, we're not the same / 'Cause we don't know the game»'' ("Gente, gente siamo tutti uguali / No, non siamo uguali / Perché non conosciamo il gioco").<ref name="Warrell, Laura K. 2002"/> Chuck D prosegue chiamando all'attivismo politico le persone e auspicando l'organizzazione intelligente all'interno della comunità afroamericana. Nella strofa, egli si riferisce al suo pubblico con il termine "miei amati", un'allusione alla visione di [[Martin Luther King Jr.]] di una "comunità amorevole".<ref name="BFW183"/>
 
I campioni incorporati nel brano derivano dalla cultura afroamericana, tratti da artisti neri che sono figure importanti nello sviluppo della musica nera della fine del XX secolo.<ref name="Katz163">Katz (2004), p. 163.</ref> Gli elementi vocali caratteristici di questo sono varie esortazioni comuni nella musica afroamericana e durante le funzioni religiose in chiesa, incluse frasi come ''«Let me hear you say»'', ''«Come on and get down»'' e ''«Brothers and sisters»'', ma anche i "grugniti" tipici di [[James Brown]] e le esclamazioni elaborate elettronicamente di [[Afrika Bambaataa]], tratte dalla sua canzone ''[[Planet Rock (singolo)|Planet Rock]]'' del 1982.<ref name="Katz163"/> I campioni sono rafforzati da allusioni testuali a tale musica, citate da Chuck D nei suoi testi, tra cui ''«sound of the funky drummer»'' (''[[Funky Drummer]]'' di James Brown e [[Clyde Stubblefield]]), ''«I know you got soul»'' ([[Bobby Byrd]]), ''«freedom or death»'' ([[Stetsasonic]]), ''«people, people»'' (''[[Funky President]]'' di Brown) e ''«I'm black and I'm proud»'' (''[[Say It Loud - I'm Black and I'm Proud]]'' ancora di Brown).<ref name="Katz163"/> Il titolo stesso della traccia è un rimando all'omonima canzone degli [[Isley Brothers]].<ref name="Katz163"/>
 
==== La strofa su "Elvis" ====
Una delle strofe più celebri del testo, ed anche una di quelle che ha creato più scalpore è quella che accusa [[Elvis Presley]] (e anche [[John Wayne]], altro mito americano) di essere stato un razzista:
 
{{citazione|Elvis era un eroe per molti,<br />
Ma non ha mai significato un cazzo per me.<br />
Era uno stronzo razzista,<br />
Puro e semplice.<br />
Fanculo lui e John Wayne,<br />
Perché sono nero e ne sono fiero!|''Fight the Power'' - Public Enemy|Elvis was a hero to most,<br />
But he never meant shit to me you see.<br />
Straight up racist that sucker was,<br />
Simple and plain.<br />
Motherfuck him and John Wayne,<br />
Cause I'm Black and I'm proud!|lingua=en}}
 
La persistenza di tale atteggiamento è stata alimentata dal risentimento per il fatto che Presley, il cui linguaggio musicale e visivo deriva da fonti africane in America, ha riscosso il successo e il riconoscimento culturale e commerciale in gran parte negato ai suoi contemporanei neri. A tutt'oggi, la nozione che Presley ha "rubato" la musica dei neri per edulcorarla e ricavarne profitto, trova ancora dei seguaci.<ref>Myrie, 2009, pag. 123–24</ref><ref>{{Cita web|autore=Pilgrim, David|titolo=Question of the Month: Elvis Presley and Racism|data=marzo 2006|editore=Jim Crow Museum at Feris State University|url=http://www.ferris.edu/JIMCROW/question/mar06/|accesso=28 dicembre 2009|cid=CITEREFPilgrim2006|urlmorto=s|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120106054126/http://www.ferris.edu/JIMCROW/question/mar06/|dataarchivio=6 gennaio 2012}}</ref>
 
Chuck D fu ispirato a scrivere la strofa dall'ascolto del brano ''Blowfly Rapp'' (1980) dell'artista [[proto-rap]] [[Blowfly|Clarence "Blowfly" Reid]], nel quale Reid ingaggia una "battaglia di insulti" con un fittizio membro del [[Ku Klux Klan]] che proferisce nei suoi confronti degli insulti razzisti simili attaccando il pugile [[Muhammad Ali]].<ref>Myrie, p. 123</ref>
 
Successivamente, lo stesso Chuck D chiarì l'associazione da lui fatta tra Elvis Presley e razzismo. In un'intervista concessa a ''Newsday'' in occasione del 25º anniversario della morte di Presley, Chuck D riconobbe che Elvis era tenuto in alta considerazione dai musicisti neri, e che lo stesso Presley ammirava i musicisti afroamericani. Chuck D chiarì che l'obiettivo della "strofa su Elvis" era la cultura dei bianchi che esaltava Elvis come "Re del rock and roll" senza riconoscere i meriti degli artisti neri venuti prima di lui.<ref name="The-Age-Elvis-Racism">{{Cita news|titolo=Chuck Hails the King|url=http://www.theage.com.au/articles/2002/08/13/1029113925299.html|accesso=8 maggio 2014|giornale=The Age|data=13 agosto 2002}}</ref><ref name="Pittsburgh-Post-Elvis-Racism">{{Cita news|titolo=Elvis may have been the king, but was he first|url=http://www.post-gazette.com/frontpage/2004/07/04/Elvis-may-have-been-the-king-but-was-he-first/stories/200407040190#ixzz317p0PDxo|accesso=8 maggio 2014|giornale=Pittsburgh Post-Gazette|data=4 luglio 2004|autore=Ed Masley}}</ref>
 
Il riferimento a John Wayne è dovuto ai suoi controversi punti di vista personali in fatto di politica, incluse le dichiarazioni razziste fatte dall'attore nell'intervista rilasciata nel 1971 alla rivista ''Playboy'', dove Wayne dichiarò: «Credo nella supremazia dei bianchi finché i neri non saranno educati ad essere responsabili. Non credo nel dare autorità e posizioni di leadership e comando a persone irresponsabili».<ref>Myrie, p. 124</ref>
 
== Video musicale ==
[[File:Spike Lee 1.jpg|thumb|Il regista [[Spike Lee]] nel 1999]]
[[Spike Lee]] produsse e diresse due video musicali per la canzone. Il primo contiene varie scene tratte dal film ''[[Fa' la cosa giusta]]''.<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=fPeCBAAAQBAJ&q=Public+Enemy+-+Fight+The+Power+directed+by+Spike+Lee&pg=RA1-PA219|titolo=Star Power: The Impact of Branded Celebrity [2 volumes]: The Impact of Branded Celebrity [2 volumes]|nome=Aaron|cognome=Barlow|data=11 agosto 2014|editore=ABC-CLIO|via=Google Books|isbn=978-0-313-39618-2}}</ref> Nel secondo video, Lee usa centinaia di comparse per simulare disordini razziali a [[Brooklyn]].<ref name="Chang 2005">{{Cita libro|autore=Chang, Jeff|titolo=Can't Stop Won't Stop: A History of the Hip-Hop Generation|url=https://books.google.com/books?id=LwaXZpD11ukC|città=New York|editore=Picador|anno=2005|isbn=0-312-42579-1|pp=279–280, 286}}</ref> Le comparse portano cartelli con sopra le effigi di [[Paul Robeson]], [[Malcolm X]], [[Marcus Garvey]], [[Chuck Berry]], [[Sugar Ray Robinson]], [[Angela Davis]], [[Muhammad Ali]] e [[Martin Luther King]]. Il video fu girato a Brooklyn il 22 aprile 1989.<ref name="Myrie125">Myrie (2008), p. 125.</ref> Il biografo dei Public Enemy Russell Myrie scrisse che il video "ha [portato] in vita accuratamente [...] l'emozione e la rabbia di una manifestazione politica".<ref name="Myrie169">Myrie (2008), p. 169.</ref>
 
[[Tawana Brawley]] fa un cameo nel video. La Brawley era salita alla ribalta dei notiziari nel 1987 quando, all'età di 15 anni, accusò diversi agenti di polizia di averla violentata. Le accuse furono archiviate in tribunale, in quanto gli esami medici non rilevarono alcun segno di violenza e la ragazza fu invece incriminata per falsa testimonianza.
 
== Riferimenti in altri media ==
''Fight the Power'' è inclusa nella colonna sonora del film di [[Spike Lee]] ''[[Fa' la cosa giusta]]'' (''Do the Right Thing''). Il brano si ascolta sui titoli di testa mentre Tina, il personaggio interpretato da [[Rosie Perez]], danza sulle note della canzone.<ref>{{cita pubblicazione|rivista=The San Francisco Jung Institute Library Journal|editore=Virginia Allan Detloff Library of the [[C. G. Jung Institute in Zürich|C.G. Jung Institute]]|anno=1989|volume=9|p=85}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|rivista=American Studies in Scandinavia|autore=Nordic Association for American Studies|editore=[[Universitetsforlaget]]|anno=1989|numero=21–22|p=110}}</ref> Inoltre, estratti della canzone sono presenti nelle scene che coinvolgono il personaggio di "Radio Raheem", che gira per il quartiere con una grossa radio suonando ad alto volume ''Fight the Power'' come simbolo della [[Black power|consapevolezza nera]].<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Les Nerfs a Fleur de Peau|rivista=Afrique|editore=Groupe Jeune Afrique|anno=1989|p=6|numero=57–65|lingua=fr}}</ref>
 
''Fight the Power'' è stata inclusa anche nei titoli di testa del documentario ''[[Style Wars]]'' della PBS circa l'utilizzo dei graffiti nelle città da parte dei giovani come forma artistica di resistenza sociale.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Silver|nome1=Tony|titolo=Style Wars|data=1º gennaio 2000|url=https://www.imdb.com/title/tt0177262/|cognome2=2|cognome3=Haze|cognome4=Spank|nome2=Kase|nome3=Eric|accesso=14 dicembre 2016}}</ref>
 
Nel 1989 ''Fight the Power'' fu suonata per le strade di [[Overtown (Miami)|Overtown, Miami]] per festeggiare il verdetto di colpevolezza dell'agente di polizia William Lozano, che sparando a un automobilista nero aveva causato due vittime e una rivolta di tre giorni a Miami che contribuì ad acuire le tensioni tra afroamericani e ispanici.<ref>{{cita pubblicazione|rivista=[[Newsweek]]|editore=[[The Washington Post Company]]|volume=114|numero=19–27|p=136}}</ref> Quello stesso anno, la canzone fu suonata durante i disordini di [[Virginia Beach]] tra forze di polizia e afroamericani. Secondo un testimone, i disordini cominciarono dopo che la folla era stata aizzata dal testo della canzone che risuonava da un furgone nero parcheggiato nei pressi.<ref>{{cita news|cognome=Campbell|nome=Roy H.|data=10 settembre 1989|url=http://articles.philly.com/1989-09-10/news/26100185_1_greekfest-black-youths-disturbance|titolo=Why Virginia Beach Happened|pubblicazione=[[The Philadelphia Inquirer]]|accesso=1º settembre 2013}}</ref>
 
''Fight the Power'' è stata inserita anche nelle colonne sonore dei film ''[[Jarhead]]'' (2005), ''[[Piovono polpette]]'' (2009) e ''[[Star Trek Beyond]]'' (2016).
 
== Cover ==
''Fight the Power'' è stata fatta oggetto di cover dai [[Barenaked Ladies]] nel 1991, e dai [[Korn]] con iil rapper [[Xzibit]] nel disco della colonna sonora del film ''[[XXXxXx 2: StateThe ofNext Level]]''. Nel 2011 la band [[mathcore]] [[The Dillinger Escape Plan]] reinterpretò la canzone insieme a Chuck D nell'album ''Homefront: Songs for the UnionResistance''; colonna sonora del videogioco ''[[Homefront (videogioco)|Homefront]].'' <ref>{{Cita web|url=http://www.metalinjection.net/av/album-metal-covers-email-address-deal|titolo=An Album Of Metal Covers For My E-mail Address? DEAL! - Metal Injection|data=22 marzo 2011}}</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|titolo=Generations of Youth: Youth Cultures and History in Twentieth-Century America|editore=NYU Press|anno=1998|isbn=0-8147-0646-0|url=https://archive.org/details/generationsofyou00aust|p=[https://archive.org/details/generationsofyou00aust/page/297 297]|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Friskics-Warren|nome=Bill|data=1º settembre 2006|titolo=I'll Take You There: Pop Music and the Urge for Transcendence|url=https://archive.org/details/illtakeyoutherep0000fris|editore=Continuum International Publishing Group|città=Londra|isbn=0-8264-1921-6|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Katz|nome=Mark|titolo=Capturing Sound: How Technology Has Changed Music|url=https://archive.org/details/capturingsoundho0000katz|anno=2004|editore=University of California Press|isbn=0-520-24380-3|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Santoro|nome=Gene|data=12 ottobre 1995|titolo=Dancing in Your Head: Jazz, Blues, Rock, and Beyond|editore=Oxford University Press|isbn=0-19-510123-5|url=https://archive.org/details/dancinginyourhea00sant|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Strong|nome=Martin Charles|data=21 ottobre 2004|titolo=The Great Rock Discography|editore=Canongate U.S.|edizione=7th|isbn=1-84195-615-5|lingua=en}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.salon.com/ent/masterpiece/2002/06/03/fight_the_power/ Salon article]
* {{cita web|http://www.salon.com/ent/masterpiece/2002/06/03/fight_the_power/|Salon article}}
 
{{Public Enemy}}
{{Portale|hip hop}}
 
[[en:Fight the Power]]
[[sv:Fight the Power]]
[[uk:Fight the Power]]