Valdismo: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua|il cognome italiano|Vivaldi (cognome)|Valdese|redirect2=Valdesi}}
[[File:Waldenser-Wappen.jpg|thumb|La candela con intorno la scritta ''lux lucet in tenebris'' (la luce splende nell'oscurità), simbolo del valdismo]]
Il '''valdismo''' è una [[Protestantesimo|confessione oggi protestante]] nata nel [[XII secolo]], i cui fedeli sono chiamati '''valdesi'''. Sorta come [[Pauperismo medievale|movimento pauperistico]]<ref>{{cita|Agnoletto|p. 169|agnoletto}}.</ref> per la predicazione, subito proibita dalla [[Chiesa cattolica]], dopo il Concilio di Verona del 1184 fu infine [[scomunica]]ta. Dopo secoli di solitaria resistenza alla persecuzione cattolica, nel [[1532]] aderì in gran parte alla [[Riforma protestante]], nella corrente [[Calvinismo|calvinista]].
I valdesi presenti in [[Italia]] e in [[Svizzera]] sono riuniti nella [[Chiesa evangelica valdese]], che a partire dal [[1975]] è integrata con la [[Metodismo#Il metodismo in Italia|Chiesa metodista italiana]] nell'[[Unione delle Chiese metodiste e valdesi]]. I valdesi di [[Uruguay]] e [[Argentina]] costituiscono la [[Chiesa evangelica valdese di Rio della Plata]].
== Storia e dottrina ==
=== Origini ===
[[File:WaldoAtLutherDenkmal.JPG|thumb|Statua di [[Valdo di Lione]], Lutherdenkmal (Memoriale di [[Martin Lutero|Lutero]]), [[Worms]]]]
La corrente valdese del cristianesimo nasce nel [[Medioevo]], precisamente nel [[XII secolo]], come movimento cristiano laico, costituito in prevalenza da contadini e gente povera (''anche se non sempre''), che precede di poco quello promosso da [[Francesco d'Assisi]]. La data di fondazione del movimento valdese risale al [[1174]]<ref>https://www.nev.it/nev/2024/03/20/850-anni-del-movimento-valdese-tutto-quello-che-ce-da-sapere/</ref>.
==== Valdo di Lione ====
Tradizionalmente si fa risalire la fondazione del movimento a [[Valdo di Lione]] (o Pietro Valdo o Valdesio, dalla latinizzazione Valdesius). In realtà, l'origine dei Valdesi si confonde con il grande fermento di movimenti pauperistici di riforma del [[Cristianesimo]] sviluppatisi nel corso del XII secolo.<ref>Herbert Grundmann, ''Movimenti religiosi nel Medioevo'', Bologna, Il Mulino, 1980, I. 3."I provvedimenti ecclesiastici contro l'eresia e il movimento religioso del XII secolo", pag. 54-65.</ref> Oggi, esiste una via a [[Lione]] che porta il suo nome, nel ''5ème arrondissement'' (rue Pierre-Valdo).
Valdo, si dice in seguito all'ascolto da un [[menestrello]] della vita di [[Alessio di Roma|sant'Alessio]], decise di approfondire lo studio della [[Bibbia]]: egli però non conosceva il latino, così si fece tradurre i [[Vangelo|Vangeli]] e altri scritti biblici in francese.<ref>Herbert Grundmann, op. cit., pag. 59.</ref> Fu colpito in particolar modo dalle parole rivolte da [[Gesù]] nell'[[incontro con il giovane ricco]]: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi" (Matteo XIX, 21). Decise allora, nel [[1173]], di abbandonare la moglie, far accogliere le figlie nel monastero di [[Fontevraud-l'Abbaye|Fontevrault]]<ref>''Chronicum universale anonimi Laudunensis'', a cura di Cartellieri-Stechele, Lipsia-Parigi, 1909, pag. 21</ref> e offrire tutta la sua ricchezza ai poveri.<ref>Herbert Grundmann, op. cit., pag. 58.</ref> In seguito si circondò di un gruppo di seguaci con i quali, fatto voto di [[castità]] e vestiti solo di stracci,<ref>Attilio Agnoletto, ''Storia del Cristianesimo'', Milano, I.P.L., 1978, pag. 169</ref> andava in giro a predicare il messaggio evangelico; ben presto il gruppo fu identificato con l'espressione '''Poveri di Lione'''. La loro predicazione si svolse all'interno dell'"ortodossia" romana, rivolgendosi principalmente contro il dualismo [[catari|cataro]].<ref>Giorgio Tourn, ''I Valdesi - la singolare vicenda di un popolo-chiesa'', Torino, Claudiana, 1977, pag. 16</ref>
==== La fedeltà al papa ====
La fedeltà al papa di Roma da parte del movimento valdese in questi anni è testimoniata dalla ricerca di approvazione ecclesiastica nel [[1179]], in occasione del [[Concilio Lateranense III|terzo concilio Laterano]]: essi si recarono a [[Roma]] incontrandosi anche con il pontefice [[Papa Alessandro III|Alessandro III]], il quale dimostrò apprezzamento per il loro proposito di vivere in maniera povera e conforme al dettato evangelico, ma non fu disposto a riconoscere la loro richiesta di essere predicatori della Parola.<ref>Herbert Grundmann, op. cit., pag. 58-62.</ref>
In quel periodo l'annuncio del Vangelo infatti era riservato solo ai [[chierico|chierici]] e agli ecclesiastici, ai [[laico|laici]] non era permesso predicare ed era sconsigliata la lettura personale e solitaria della [[Bibbia]].
Valdo tuttavia, insieme ai suoi seguaci, continuò a diffondere l'insegnamento cristiano nonostante il divieto papale, in piena disobbedienza; quindi, nel [[1180]], fu convocato dal cardinale [[Enrico di Marcy]], vescovo di [[Albano Laziale|Albano]], in un [[sinodo]] a [[Lione]], nel quale Valdo e i suoi seguaci dichiararono la loro completa "ortodossia" e al contempo esposero quelli che consideravano gli "errori" dei catari. Nonostante ciò, la predicazione da parte dei laici e delle donne e la lettura individuale della Bibbia erano aspetti considerati inaccettabili dalla Chiesa romana, consapevole del fatto che ammettere tale innovazione avrebbe significato dare il via ad un processo di trasformazione dagli esiti imprevedibili qualora la lettura e interpretazione dei testi sacri fosse permessa anche a fedeli non appartenenti al clero. Tutto questo era stato ben compreso da [[Walter Map]], rappresentante di re [[Enrico II Plantageneto]] al concilio lateranense del 1179, che a proposito dei valdesi aveva scritto:
{{Citazione|Costoro mai hanno dimore stabili, se ne vanno due a due a piedi nudi, vestiti di lana, nulla possedendo, ma mettendo tutto in comune come gli [[Apostolo|apostoli]], seguendo nudi il Cristo nudo. Iniziano ora in modo umilissimo, perché stentano a muovere il piede; ma qualora li ammettessimo, ne saremmo cacciati|[[Walter Map]], ''De Nugis Curialium''<ref>Walter Map, {{cita testo|url=http://books.google.com/books?id=vI1gzvNDSU8C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|titolo=''De nugis curialium''}}, Clarendon Press, Oxford, 1983, ISBN 0-19-822236-X, pag. 126. Google books, riportato l'8 ottobre 2010.</ref>}}
==== Scomunica da parte cattolica ====
Nel [[1184]] a [[Verona]], con la bolla ''[[Ad abolendam]]'', [[papa Lucio III]] [[Scomunica|scomunicò]] una serie di movimenti ritenuti eretici anche molto diversi tra loro, tra cui i poveri di Lione, i valdesi. La motivazione per tale scomunica rimase la "presunzione" dei valdesi di voler predicare in pubblico<ref>Herbert Grundmann, ''op. cit.'', pp. 64-65.</ref>. Nonostante la condanna papale, comunque, il movimento valdese continuò la sua espansione verso il [[Midi (Francia)|Mezzogiorno di Francia]] e l'[[Italia]] (Piemonte, Lombardia, Puglia e Calabria), giungendo anche in alcune regioni della [[Germania]], in [[Svizzera]], e persino in [[Austria]], [[Spagna]], [[Ungheria]], [[Polonia]] e [[Boemia]].
[[File:Waldensians 05.jpg|thumb|Tempio valdese di [[Torre Pellice]]]]
Le comunità valdesi erano organizzate su due livelli: vi erano i "perfetti" o ''barba'' (che significa "zio", in contrapposizione al "padre" cattolico), che seguivano i tre voti monastici di [[voto di povertà|povertà]], [[castità]], e [[voto di obbedienza|obbedienza]], ed erano predicatori itineranti, e i semplici fedeli, che erano detti "amici" o "noti". La comunità aveva tre gradi gerarchici: diaconi, presbiteri e vescovi, e preparava i futuri predicatori in apposite scuole, gli "ospizi". Osservavano la [[liturgia delle Ore]] e i digiuni, celebravano la Cena del Signore (in [[Linguadoca (provincia)|Linguadoca]], con pane, vino e pesce) e la sera del [[Giovedì santo|Giovedì Santo]] praticavano la [[lavanda dei piedi]]. Studiavano a memoria interi Vangeli e altre parti della Bibbia che Valdo aveva fatto tradurre nelle varie lingue popolari.
==== Scisma dei lombardi ====
Dopo la scomunica, però, il movimento valdese perse la sua compattezza originaria e iniziò a sfaldarsi in gruppi locali differenziati tra di loro. La prima grande spaccatura avvenne nel [[1205]] circa, quando una parte consistente dei valdesi di Lombardia (Nord Italia), capitanati da [[Giovanni da Ronco]], dette vita ad un gruppo autonomo detto dei "[[Poveri Lombardi]]" (''pauperes Lombardi'').<ref>Giorgio Tourn, ''op. cit.'', pp. 21-23</ref> Entrando in Lombardia, i predicatori e le predicatrici valdesi poveri (''fratres et sorores'') miravano, come altrove, a costituire gruppi di amici o ''credentes'' che vivessero nel mondo, lavorassero e li sostenessero con le loro elemosine. Vennero però qui a trovarsi in una situazione politica e sociale radicalmente diversa da quella d'oltralpe. Trovarono infatti una miriade di [[
I valdesi
Ma in
# I predicatori in Lombardia entrarono a far parte di comunità di lavoratori e ne crearono delle proprie. Secondo Valdo i predicatori non dovevano lavorare ma vivere in povertà delle offerte degli amici per non essere corrotti
# I lombardi si scelsero un capo a vita nella persona di
# I lombardi elessero dei ministri ai quali affidarono compiti sacerdotali, come la consacrazione dell'[[eucaristia]]. Valdo temeva che questo fosse il primo passo per costituirsi come contro-chiesa
Da questa prima divisione nacque una crisi del movimento che ebbe importanti evoluzioni nel giro di pochi anni.
=== Dal XIII secolo al XVI ===
Tra il 1205 e il [[1207]] Valdo morì senza essere riuscito a ricomporre lo [[scisma]] interno al suo movimento e la frattura con Roma. Da allora molti gruppi iniziarono ad allontanarsi dall'ortodossia cattolica, rifiutando le gerarchie ecclesiastiche, giudicate peccatrici e malvagie. Quando il [[Concilio Lateranense IV]], nel 1215, definì formalmente la dottrina della [[transustanziazione]] (cioè l'idea della presenza reale e "sostanziale" di Cristo nell'[[eucaristia]]), questa non trovò consensi tra i valdesi.<ref>{{cita web|url=http://www.fondazionevaldese.org/documenti/42bb654bebe86c08981d984ac27fac6a.pdf|titolo=I valdesi fuori delle valli - Medio Evo e Valdesi|autore=Giorgio Tourn|accesso=25 gennaio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210614151757/https://www.fondazionevaldese.org/documenti/42bb654bebe86c08981d984ac27fac6a.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
A causa di queste tendenze il principale interprete del valdismo originario, [[Durando d'Osca]], insieme a un gruppo di discepoli, tentò di mettere fine al dissidio con le gerarchie ecclesiastiche facendo riconoscere dalla Chiesa romana i punti essenziali della primitiva ispirazione di Valdo. La speranza però si rivelò illusoria: il Papa, nel [[1208]], approvò il loro proposito di vita religiosa ma non colse i motivi centrali della loro ispirazione e il nuovo ordine, con il nome di [[Poveri Cattolici]] (''pauperes catholici''), fu orientato in funzione antiereticale.
Una sorte leggermente migliore toccò a [[Bernardo Primo]] e ai suoi seguaci, riconosciuti nel [[1210]] dalla Chiesa con il nome di [[Poveri Riconciliati]], che riuscirono a inserire nel loro proposito il supremo magistero di Cristo e il mandato apostolico di predicare per la salvezza del popolo di Dio.
Entrambi i gruppi, comunque, non riuscirono nel loro intento di rifondare dall'interno la Chiesa né a sottrarre dall'"eresia" gli altri movimenti valdesi. Inoltre le gerarchie ecclesiastiche li guardavano con sospetto e furono spesso accusati di aver accettato l'"ortodossia" romana solo formalmente; nel giro di pochi anni, perciò, i Poveri Cattolici e i Poveri Riconciliati si esaurirono o furono costretti a fondersi con altri ordini religiosi.
I restanti membri del movimento valdese si erano organizzati in due gruppi, quello ultramontano e quello italico. Nel [[1218]] la [[Società dei Fratelli Ultramontani]] (''societas fratrum Ultramontanorum'') e la Società dei Fratelli Italici (''societas fratrum Italicorum'') s'incontrarono a [[Bergamo]] con l'intento di trovare una nuova unità, ma non riuscirono a ricomporre le loro fratture.
[[File:Kreuz-hugenotten.svg|thumb|left|La [[croce ugonotta]], uno dei simboli valdesi]]
L'incapacità di trovare un accordo derivò probabilmente dalle diverse concezioni dei due schieramenti sulla natura del movimento. Per gli Ultramontani si trattava ancora di una libera fraternità di predicatori e predicatrici, poveri e itineranti, che si dedicavano alla missione e alla cura d'anime all'interno della Chiesa romana, di cui riconoscevano la validità dei sacramenti nonostante la scomunica e la persecuzione; gli italici, invece, erano ormai sulla via di un distacco totale dalla Chiesa romana, di cui contestavano la legittimità a causa della sua immoralità, procedendo infatti ben presto ad organizzarsi come Chiesa alternativa.
==== Persecuzione dell'Inquisizione ====
La separazione tra le due tendenze del Valdismo continuò ancora per gran parte del [[XIII secolo|Duecento]], soprattutto in [[Italia]], ma finì per perdere progressivamente di significato e, alla fine del secolo, si notò una convergenza delle due posizioni. Gli Ultramontani dovettero rendersi ben presto conto che non era più possibile trovare sacerdoti cattolici disposti ad ammetterli alla celebrazione dei sacramenti e dovettero organizzarsi anch'essi in proprio.
I valdesi furono duramente perseguitati anche nei secoli successivi ma, a differenza dei [[catari]], l'[[Inquisizione]] non riuscì mai a spegnere il focolaio valdese nonostante la durissima repressione.
==== Adesione alla Riforma protestante ====
Nella seconda metà del XV secolo nel cantone svizzero di Vaud fu avviata una caccia alle streghe principalmente rivolta alla comunità di sesso maschile, rispetto a una tendenza generale europea a vedere la stregoneria come un fenomeno prettamente femminile. Ciò avvenne perché la caccia alle streghe fu intesa come un pretesto per reprimere le componenti ereticali in cui la parte maschile era dominante.<ref>{{Cita web|url=https://ilmanifesto.it/la-stregoneria-e-le-sue-fonti|titolo=La stregoneria e le sue fonti|sito=il manifesto|data=30 aprile 2024|lingua=it|accesso=3 maggio 2024}}</ref>
Vivendo nella clandestinità, e spesso riuscendo a nascondersi in zone eccentriche, il movimento valdese riuscì ad arrivare al [[XVI secolo]] e ad aderire alla [[Riforma protestante]] [[Calvinismo|calvinista]] nel [[1532]] col [[sinodo di Chanforan]], segnando una svolta decisiva per il futuro della comunità.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Andrea|cognome=Arcuri|data=27 febbraio 2020|titolo=DA MOVIMENTO ERETICALE A CHIESA RIFORMATA: UNA LETTURA DEL VALDISMO ATTRAVERSO LE SUE CONFESSIONI DI FEDE|rivista=Saitabi|numero=68|p=87|accesso=19 aprile 2020|doi=10.7203/saitabi.68.10902|url=https://doi.org/10.7203/saitabi.68.10902 | issn=0210-9980}}</ref>
{{Vedi anche|Massacro di Mérindol}}
Nel ''[[Trattato sulla tolleranza]]'' [[Voltaire]] descrisse una persecuzione di cui i valdesi furono vittime nell'aprile del [[1545]]:
{{Citazione|Poco tempo prima della morte di [[Francesco I di Francia|Francesco I]] alcuni membri del Parlamento di Provenza, sobillati da alcuni ecclesiastici contro gli abitanti di [[Mérindol]] e di [[Cabrières (Gard)|Cabrières]], chiesero al re dei soldati per appoggiare l'esecuzione di diciannove persone di questi paesi, da loro condannate: invece ne fecero sgozzare 6000, senza risparmiare né donne, né vecchi, né bambini; ridussero in cenere trenta villaggi. Queste popolazioni, fino ad allora sconosciute, avevano il torto, senza dubbio, di essere valdesi: era questa la loro unica malvagità. Da trecento anni vivevano in deserti e montagne che avevano reso fertili con un lavoro incredibile. La loro vita pastorale e tranquilla ricordava l'innocenza attribuita alle prime età del mondo. Le città vicine non erano conosciute da loro che per i prodotti che vi andavano a vendere; ignoravano i processi e la guerra. Non si difesero: furono sgozzati come degli animali in fuga, che si spingono in un recinto e si uccidono.|Voltaire, ''Trattato sulla tolleranza'', traduzione di Glauca Michelini, Giunti Editore, 2007, p.33}}
=== La Pace di Cavour ===
{{Vedi anche|Strage dei Valdesi di Calabria}}
Nel [[1561]] fu firmata la [[Pace di Cavour]], primo esempio di libertà religiosa nell'Europa moderna occidentale.
In realtà il valdismo poteva essere confessato solo nelle zone di [[montagna]], al di sopra dei 700 m. Persecuzioni furono invece scatenate in [[Puglia]] e soprattutto in [[Calabria]], dove dalla fine di maggio al giugno 1561 un migliaio di Valdesi furono [[Strage dei Valdesi di Calabria|massacrati]] dalle truppe del [[Regno di Napoli]] con l'appoggio dell'[[Inquisizione]] di Roma.
L'accordo di Cavour del 1561 aveva dato tutela al piccolo residuo valdese stabilito nel ghetto costituito dalle Valli del Pellice, della Germanasca e del Chisone che dal 1532, nel [[sinodo di Chanforan]], aveva aderito alla Riforma calvinista. Le durissime condizioni di vita e l'epidemia di peste del 1630 avevano provocato oltre 6000 morti ma nonostante ciò i contatti con Ginevra e con la [[Svizzera romanda]] avevano consentito perfino uno sviluppo e lo sconfinamento dagli angusti limiti territoriali imposti con la costruzione di un luogo di culto a [[Luserna San Giovanni|San Giovanni di Luserna]].<ref name="Taverna, p. 22">{{cita|Taverna, ''Storia del Cristianesimo''|p. 22}}.</ref>
=== XVII secolo: persecuzione e resistenza ===
Nel [[1655]] il duca di Savoia e principe di Piemonte [[Carlo Emanuele II di Savoia|Carlo Emanuele II]], sospinto dalla cattolicissima madre [[Cristina di Francia]], figlia di Enrico IV, inviò il marchese di Pianezza con i suoi armigeri a "ristabilire l'ordine"; il piano era stato approntato dalla Congregazione romana "per propagare la fede ed estirpare gli eretici".
I valligiani ospitarono senza sospetti gli armigeri nelle loro case, ma questi, il [[Sabato Santo]], a un segnale diedero inizio al massacro passato alla storia con il nome di [[Pasque piemontesi]], durante il quale le atrocità perpetrate contro donne e bambini suscitarono lo sgomento delle nazioni protestanti.<ref>Luigi Santini, Il Valdismo ieri e oggi, Editrice Claudiana, Torino, 1965. pp. 30-31</ref>
[[Oliver Cromwell]] raccolse il disperato appello dei pastori sfuggiti alla cattura, interessando l'Inghilterra puritana alla salvezza della comunità valdese; con febbrile lavoro diplomatico interessò Ginevra e i cantoni protestanti e lo stesso ministro di Luigi XIV, il cardinale [[Giulio Mazzarino]] (1602–1661), perché si ponesse fine alla distruzione di un popolo che non era una semplice parte del mondo protestante, ma "rappresentava l'anello di congiunzione del protestantesimo con l'età apostolica".<ref name="Taverna, p. 22"/>
Il poeta [[John Milton]] scrisse in tal senso il sonetto:
{{citazione|Vendica o Signore i tuoi santi trucidati le cui ossa giacciono sparse sulle gelide montagne alpine; di coloro che mantenevano la purezza della tua verità quando i nostri padri adoravano tronchi e pietre. Non dimenticare: nel tuo libro registra i loro gemiti erano pecore tue, e nel loro antico ovile furono trucidati dal piemontese sanguinario che precipitava la madre con il figlio dalla rupe. I loro gemiti le valli raddoppiarono alle colline, e loro al cielo. Il loro sangue e le loro ceneri martirizzate seminano su tutti i campi italiani dove ancora domina il triplice tiranno: che da questi possa crescere cento volte, che avendo imparato presto la tua strada possa fuggire il dolore babilonese.|Giorgio Tourn, ''I Valdesi nella storia'', XV: ''On the late Massacre in Piedmont''. Claudiana, Torino, 1996. pp. 41-47|Avenge O lord thy slaughter'd Saints, whose bones
Lie scatter'd on the Alpine mountains cold,
Ev'n them who kept thy truth so pure of old
When all our Fathers worship't Stocks and Stones,
Forget not: in thy book record their groanes
Who were thy Sheep and in their antient Fold
Slayn by the bloody Piemontese that roll'd
Mother with Infant down the Rocks. Their moans
The Vales redoubl'd to the Hills, and they
To Heav'n. Their martyr'd blood and ashes sow
O're all th'Italian fields where still doth sway
The triple Tyrant: that from these may grow
A hunder'd-fold, who having learnt thy way
Early may fly the Babylonian wo.|lingua=en}}
Il [[duca di Savoia]], in seguito alla forte pressione internazionale, fu costretto a concedere le cosiddette [[Patenti di Grazia]] il 18 agosto del 1655. La quiete durò solo un trentennio: nel 1685 Luigi XIV, re di Francia, revocò l'[[editto di Nantes]] e conseguentemente venne revocata anche la libertà di culto delle comunità valdesi sotto sovranità francese. Il duca [[Vittorio Amedeo II di Savoia]] si affrettò anche lui ad emanare un editto, il 31 gennaio 1686, con il quale si revocavano le vecchie concessioni dell'editto di Cavour, procedendo con la cattolicizzazione forzata, la demolizione dei luoghi di culto valdese, la cacciata di pastori e maestri, il rapimento di bambini per "battezzarli" ed educarli (come servi) alla "vera fede cattolica" nel tentativo di cancellazione dell'identità valdese.<ref>Ernesto Ayassot, ''I protestanti in Italia'', Area editore, Milano, 1962. pp. 30-31</ref>
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Sotto la guida di [[Henri Arnaud|Enrico Arnaud]] fu tentata una disperata resistenza contro i 10.000 soldati piemontesi e francesi, ma, alla fine, 1712 tra uomini e donne erano morti, 148 bambini erano stati strappati ai genitori e 8500 superstiti incarcerati, mentre altri 3000 erano in parte fuggiti e in parte avevano accettato di cattolicizzarsi, deportati nel vercellese. Un piccolo gruppo di irriducibili proseguì la guerriglia, che alla fine permise a un gruppo di 260 persone e, successivamente, di altri prigionieri, di espatriare in Svizzera. L'editto del 3 gennaio 1687, strappato al duca dietro intervento degli stati protestanti, disponeva poi l'esilio perpetuo per i ribelli, il cui numero è stimato in 3.381 persone. L'editto vietava però l'espatrio ai nove pastori e alle loro famiglie, nonché ai bambini inferiori a 12 anni, che dovevano essere educati alla fede cattolica. Ciò creava i presupposti perché nascesse negli esuli il desiderio di ritornare per ricongiungersi ai cari e cercare i propri figli; le condizioni internazionali propizie furono determinate dalla preparazione della lega antifrancese di [[Guglielmo III d'Inghilterra|Guglielmo di Orange]], prossimo all'insediamento sul trono inglese.
Con tale aiuto e sotto la guida di Enrico Arnaud, nell'agosto del [[1689]] iniziò il cosiddetto "[[Glorioso rimpatrio]]"; un migliaio di esuli attraversò le Alpi e percorse i 200 km dal [[Lago Lemano]] alla [[Val di Susa]]. Più di un terzo non arrivò a destinazione; il rimanente vide la mano di Dio nella loro salvezza: infatti un capovolgimento di alleanze portò alla rottura della coalizione franco-piemontese e al passaggio di Vittorio Amedeo II nella [[Lega di Augusta]] a fianco di Inghilterra e Paesi Bassi. Per ottenere l'appoggio dei valdesi nella difesa dei confini, il duca emanò l'Editto di tolleranza, vennero liberati i carcerati e ritornarono altri profughi da ogni dove; il ghetto alpino era un'area marginale ed emarginata, ma nuovamente libera per la propria fede, anche se ciò provocò le irate proteste del [[papa Innocenzo XII]].<ref name="Taverna, p. 22"/>
Durante tutto il XVIII secolo si rafforzarono i legami con le chiese riformate d'oltralpe. La [[Rivoluzione francese]] e poi [[Napoleone Bonaparte]] produssero infine l'emancipazione di Valdesi ed Ebrei del regno di Sardegna.<ref>Salvatore Caponnetto, op.cit., pp. 459-469</ref>
=== Dal XIX secolo ad oggi ===
Nel [[1848]], con le [[Lettere patenti]] di [[Carlo Alberto di Savoia|Carlo Alberto]], vennero concessi i diritti civili e politici ai valdesi.<ref name="lettere">{{cita testo|url=https://www.chiesavaldese.org/aria_cms.php?page=32|titolo=Testo delle ''Lettere Patenti'' del 17 febbraio 1848|accesso=29 luglio 2025|dataarchivio=3 dicembre 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20231203181036/https://chiesavaldese.org/aria_cms.php?page=32|urlmorto=sì}}</ref>
Nel [[1850]] si sviluppò il sistema delle scuole alpine di borgata a opera del colonnello inglese [[Charles John Beckwith|Charles Beckwith]]. Gli [[Antropologia|antropologi]] chiamano "[[paradosso alpino]]" il fenomeno secondo il quale il livello d'istruzione e di apertura culturale di una comunità aumenta proporzionalmente alla quota. Lo stereotipo della comunità alpina come una realtà chiusa e impermeabile è contraddetto da realtà come quella valdese, che alla fine del XIX secolo presentava una percentuale di analfabeti trascurabile e vantava contatti con le ''élite'' culturali di mezza Europa. Il paradosso alpino, tuttavia, non rappresenta una peculiarità valdese, dal momento che lo si riscontra in tutto l'arco alpino.
Nel [[1979]] venne siglato il patto di integrazione tra [[Metodismo|metodisti]] e valdesi in un'unica comunità confessionale.
== Il valdismo negli anni duemila ==
=== Laicità dello Stato, temi etici e progressismo sociale ===
I valdesi si sono sempre impegnati per favorire la piena [[laicità]] dello Stato e la totale [[separazione tra Stato e Chiesa]].
La Chiesa evangelica valdese infatti si è pronunciata come fortemente contraria all'[[esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche italiane]] e, più in generale, di ogni simbolo religioso in luoghi pubblici.<ref>{{Cita web|url = http://www.lastampa.it/2010/08/28/cronaca/valdesi-niente-crocifisso-nelle-scuole-fFju92ePrw6t665vW4jo2M/pagina.html|titolo = Valdesi: niente crocifisso nelle scuole|accesso = 26 dicembre 2015|sito = LaStampa.it}}</ref>
Per quanto riguarda l'[[etica]], i valdesi favoriscono il dibattito su temi quali [[omosessualità]], [[aborto]], [[testamento biologico]] ed [[eutanasia]], ponendosi di fatto in contrasto con la Chiesa cattolica, interpretando le Sacre Scritture alla luce delle nuove frontiere teologiche, linguistiche e scientifiche acquisite.
La Commissione Bioetica della Tavola Valdese si è espressa in maniera articolata sia sull'aborto sia sull'eutanasia, con posizioni che sostanzialmente si possono riassumere nell'affermazione della centralità della responsabilità personale in queste delicate decisioni.<ref>{{cita web|url=http://chiesavaldese.org/aria_archives.php?archive=16|titolo=Documenti elaborati fino ad oggi dalla Commissione Bioetica.|accesso=gennaio 2019}}</ref> La Chiesa evangelica valdese è anche impegnata nella diffusione del [[testamento biologico]], i cui registri in molte città sono gestiti dalle comunità valdesi.<ref>{{cita web|url=http://tv.repubblica.it/italia/al-testamento-biologico-ci-pensano-i-valdesi/68370?video|titolo=Al testamento biologico ci pensano i valdesi.|accesso=maggio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110516213407/http://tv.repubblica.it/italia/al-testamento-biologico-ci-pensano-i-valdesi/68370?video|urlmorto=sì}}</ref>
La Chiesa evangelica valdese, durante il sinodo del [[2010]], si è espressa a favore della ricerca sulle [[cellule staminali]].<ref>{{cita web|url=http://chiesavaldese.org/aria_cms.php?page=235|titolo=Atti del Sinodo 2010|accesso=gennaio 2019}}</ref> Nel [[2018]] si è espressa favorevolmente all'approvazione della [[Dichiarazione anticipata di trattamento|legge sul biotestamento]].<ref>{{cita web|url=https://www.chiesavaldese.org/aria_articles.php?ref=591|titolo=Sì al biotestamento|accesso=gennaio 2018}}</ref> A partire dal 2010 la Chiesa evangelica valdese ha sostenuto e finanziato con le donazioni dell'[[Otto per mille]] e la collaborazione di diverse [[onlus]] numerosi progetti in campo medico, sociale, culturale e [[Aiuti umanitari|umanitario]]: sviluppo di terapie cellulari, [[assistenza domiciliare]] e [[cure palliative]], fornitura di strumenti medici e di pronto intervento a strutture ospedaliere, inserimento lavorativo di persone [[Diversamente abile|diversamente abili]], corridoi umanitari,<ref>{{cita web|autore=NEV - Notizie Evangeliche|url=https://www.chiesavaldese.org/aria_press.php?ref=86|titolo=Corridoi umanitari: Gentiloni scrive alla Tavola Valdese - «Sono un modello virtuoso, continuare su questa strada»|accesso=gennaio 2018}}</ref> [[Integrazione (scienze sociali)|integrazione]] e [[mediazione interculturale]] per i [[rifugiati]],<ref>{{cita web|url=http://www.azimut-onlus.org/mediazione-linguistico-culturale-roma-2/|titolo=Mediazione linguistico culturale a Roma|accesso=gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230326205259/https://www.azimut-onlus.org/mediazione-linguistico-culturale-roma-2/|urlmorto=sì}}</ref> tutela dei minori<ref>{{cita web|autore=Alessandra Trotta|url=https://www.chiesavaldese.org/aria_articles.php?ref=593|titolo=Garantire luoghi sicuri e protetti a bambini e giovani|accesso=gennaio 2018}}</ref> e molti altri ancora.<ref>Per una consultazione completa dei progetti sostenuti dalla Chiesa evangelica valdese, vedi l'archivio {{cita web|url=http://www.ottopermillevaldese.org/resoconto_progetti_otto_per_mille_valdese.php#|titolo=Progetti approvati dalla Tavola Valdese|accesso=gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150524135006/http://www.ottopermillevaldese.org/resoconto_progetti_otto_per_mille_valdese.php|urlmorto=sì}}</ref>
=== Valdismo e omosessualità ===
{{vedi anche|Omosessualità e protestantesimo}}
La Chiesa Valdese ritiene che il singolo credente sia guidato dallo [[Spirito Santo]] e mantiene quindi un certo riserbo nell'offrire direttive specifiche nel campo dell'etica sessuale come in quello politico-sociale. Ciononostante, i valdesi si sono dimostrati molto aperti sul tema dell'[[omosessualità]]; il 26 agosto 2010 il [[Sinodo]] valdese ha votato un ordine del giorno che consente la benedizione delle coppie dello stesso sesso, "laddove la chiesa locale abbia raggiunto un consenso maturo e rispettoso delle diverse posizioni", con 105 voti a favore, 9 contrari e 29 astenuti<ref>{{cita testo|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/27/i-valdesi-riconoscono-le-coppie-gay-primo-si-in-italia/53688/|titolo=Coppie gay, storica apertura della Chiesa valdese. Ma si aspetta ancora una legge}}. È bene precisare che la Chiesa Valdese non considera il matrimonio come [[sacramento]], ma come un semplice contratto stabilito tra due persone. La Chiesa locale può pronunciare una parola di [[benedizione]] su questa scelta di relazione stabile fatta dalla coppia.</ref>. La Chiesa Valdese, inoltre, s'impegna attivamente nella lotta all'[[omofobia]]<ref>{{cita testo|url=http://chiesavaldese.org/documents/presentaz_odg_sinodo2010.pdf#|titolo=Testo e commento ai due atti sinodali 2010 sul tema "fede e omosessualità" e "benedizione delle coppie di persone dello stesso sesso"}}</ref> e nel supporto alla comunità [[LGBT]].
Il dibattito sul tema dell'omosessualità avviene anche tramite la R.E.F.O. (Rete Evangelica Fede e Omosessualità)<ref>{{cita testo|url=https://refoitalia.wordpress.com/chi-siamo/|titolo=Chi siamo « Refo – Rete Evangelica Fede e Omosessualità<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref> e l'Associazione Fiumi d'acqua viva - Evangelici su Fede e Omosessualità.<ref>{{cita testo|url=https://fiumidacquaviva.wordpress.com/chi-siamo/|titolo=Chi siamo « Associazione "Fiumi d'acqua viva"<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref> Vi è anche una piccola minoranza di valdesi contrari al riconoscimento liturgico delle coppie omosessuali, come peraltro a tutto l'indirizzo progressista e inclusivo della morale valdese,<ref>{{cita testo|url=http://www.valdesi.eu|titolo=valdesi.eu}}</ref> che è stata oggetto di una deplorazione da parte del Sinodo 2011, ritenendoli responsabili di diffamazione nei confronti della Chiesa.
Nell'[[esegesi biblica]], la Chiesa valdese, nelle sue espressioni oggi ufficiali, rifiuta l'[[Infallibilità delle Scritture|approccio letteralista]] o [[fondamentalismo|fondamentalista]], accostandosi piuttosto ai testi della [[Bibbia]] con il [[metodo storico-critico]]. Anche i testi [[Antico Testamento|vetero]] e [[Nuovo Testamento|neotestamentari]] che condannano gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso, come tutti gli altri passi biblici, vengono contestualizzati nell'ambiente storico e sociale in cui furono scritti e re-interpretati alla luce del moderno messaggio [[Evangelo|evangelico]] universale.
== Diffusione attuale ==
[[File:EgliseVaudoiseTurin-2005.jpg|thumb|upright=1.4|[[Tempio Valdese (Torino)|Tempio Valdese]] nel quartiere [[San Salvario]] di [[Torino]]]]
===
{{Vedi anche|Chiesa evangelica valdese}}
Dopo molti secoli di dure persecuzioni, i valdesi hanno acquistato la libertà legale nel [[1848]], durante il regno di [[Carlo Alberto di Savoia]] (vedi [[Statuto Albertino]]). Da allora la Chiesa Valdese si è sviluppata e diffusa attraverso la penisola italiana. Durante l'[[Nazifascismo|occupazione nazifascista]] dell'[[Italia settentrionale]] nella [[seconda guerra mondiale]], i valdesi italiani sono stati attivi nel cercare di salvare gli [[ebrei]] che erano minacciati dallo sterminio nazista, nascondendo molti di loro nella stessa [[Val Pellice]], territorio in cui gli antenati valdesi trovarono rifugio.<ref name=quirinale>Il Comune di [[Rorà (Italia)|Rorà]] fu decorato con la [[medaglia di bronzo al merito civile]] per questo motivo. Si veda {{cita testo|url=http://www.quirinale.it/onorificenze/DettaglioDecorato.asp?idprogressivo=141143&iddecorato=140643|titolo=la motivazione della decorazione sul sito ufficiale della Presidenza della Repubblica}}</ref>
L'organo di stampa ufficiale è il settimanale ''Riforma''.
Oggi i valdesi sono diffusi soprattutto in [[Piemonte]], dove contano 41 chiese (120 in tutta Italia), di cui 18 nelle cosiddette "[[Valli Valdesi]]", e hanno il loro centro a [[Torre Pellice]], nella [[città metropolitana di Torino]]. La città di [[Torino]] ha quattro Chiese valdesi. Ogni anno, nell'ultima settimana di agosto, i deputati delle chiese locali e i pastori si riuniscono a Torre Pellice per dare luogo al Sinodo Valdese, massimo momento assembleare e decisionale nella vita delle chiese.
Dal 1780 è presente una comunità valdese degna di nota in [[Val Tramontina]], in [[Friuli-Venezia Giulia]].<ref>http://www.pordenonewithlove.it/comune/Tramonti-di-Sopra-143</ref>
Da ricordare l'[[Isola linguistica|isola linguistico]]-religiosa di [[Guardia Piemontese]] in [[Calabria]] ([[Provincia di Cosenza|CS]]), che fu fondata nel XII secolo da rifugiati [[Chiesa valdese#Diffusione attuale|valdesi]] provenienti da [[Bobbio Pellice]] in [[Piemonte]]. A [[Guardia Piemontese]] la popolazione, pur non professando ormai più la fede riformata valdese a seguito della [[Strage dei Valdesi di Calabria|strage del 1561]] per opera del Vicereame di Napoli (al quale la popolazione valdese si era ribellata, in seguito al regime di controllo imposto dall'Inquisizione), parla ancora un dialetto [[lingua occitana|provenzale]]. Affacciata sulla piazza della strage, lungo le mura periferiche della città, la "Porta del sangue" ne testimonia la triste vicenda storica. Presente e attiva è invece la comunità valdese di [[Dipignano]], sempre in [[Calabria]] ([[Provincia di Cosenza|CS]]), concentrata in un antico nucleo abitativo chiamato Doviziosi, dove da pochi anni ha anche acquistato dalla Curia la chiesa già intitolata a [[Ippolito di Roma|sant'Ippolito]], restaurandola e adibendola a proprio luogo di culto.
==== Dialogo ecumenico con la Chiesa cattolica ====
Negli ultimi decenni si è sviluppato, nonostante le diffidenze dovute alle vicende storiche, un certo dialogo [[Ecumenismo|ecumenico]] con la [[Chiesa cattolica]], il cui risultato più concreto è stata l'intesa sui [[Matrimonio|matrimoni misti]] negli [[anni 1990|anni novanta]], mentre permangono ancora alcune distanze dal mondo cattolico riguardo alle questioni etiche e morali, ad esempio riguardo al riconoscimento da parte del Sinodo valdese della legittimità dell'[[eutanasia]].
====
Sempre forte è stato l'impegno politico dei Valdesi, i quali hanno partecipato attivamente al [[Risorgimento]] e alla [[Resistenza italiana|Resistenza]] [[Antifascismo in Italia|antifascista]]. Da sempre esponenti della Chiesa, tra i quali spesso anche pastori (come [[Tullio Vinay]], [[Lino De Benetti]] e [[Domenico Maselli]] negli ultimi anni), sono stati eletti al [[Parlamento della Repubblica Italiana|Parlamento Italiano]]. Sono [[Membro comunicante|membri]] della Chiesa evangelica valdese due ex-ministri ([[Valdo Spini]] e [[Paolo Ferrero]]), un ex-deputato ([[Luigi Lacquaniti]]), un senatore ([[Lucio Malan]]), un ex-parlamentare europeo ([[Niccolò Rinaldi]]), un ex-deputato ([[Giorgio Gardiol]]), un'ex-deputata ([[Eleonora Bechis]]), un sindaco di città capoluogo di provincia ([[Rosario Olivo]]) e qualche consigliere regionale. L'imprenditore [[Riccardo Illy]], ex [[sindaco]] di [[Trieste]] ed ex presidente della [[Regioni d'Italia|regione]] [[Friuli-Venezia Giulia]], proviene da una famiglia valdese.
In ambito artistico, erano valdesi l'artista [[Paolo Paschetto]], autore dell'[[emblema della Repubblica Italiana]], il pittore e intellettuale [[Filippo Scroppo]] e il regista cinematografico [[Luigi Comencini]] e lo è il cantautore, scrittore, sceneggiatore e fumettista [[Gianfranco Manfredi]].<ref>[[Luciano Comida]], "La Bibbia, lettura fondante", intervista a Gianfranco Manfredi, in ''Riforma - Settimanale delle chiese evangeliche battiste, metodiste, valdesi'', anno XIX, n. 2, 14 gennaio 2011</ref> Erano di famiglia valdese il regista teatrale [[Marco Sciaccaluga]] e [[Silvio Federico Baridon]], partigiano, politico, rettore e docente universitario italiano, fondatore, nel [[1968]], della [[IULM]].
Il 22 giugno 2015 [[papa Francesco]] ha visitato il [[Tempio Valdese (Torino)|Tempio Valdese di Torino]] e vi ha incontrato il Moderatore della Tavola valdese:<ref>{{cita testo|url=http://www.zenit.org/fr/articles/programme-du-pape-francois-a-turin-les-21-22-juin|titolo=Programme du pape François à Turin les 21-22 juin | ZENIT - Le monde vu de Rome<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref> è stata la prima volta che un pontefice ha fatto visita a un tempio valdese. In questa occasione, il papa ha chiesto scusa a nome della Chiesa cattolica romana per le persecuzioni di cui i valdesi sono stati vittime nel corso dei secoli.<ref>{{cita web|url=http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/june/documents/papa-francesco_20150622_torino-chiesa-valdese.html|titolo=Visita Pastorale a Torino: Tempio Valdese (22 giugno 2015) Parole del santo Padre|accesso=26 ottobre 2015}}</ref> Le scuse sono state apprezzate e accettate dal successivo Sinodo valdese.<ref>{{cita web|url=http://riforma.it/it/articolo/2015/09/07/lettera-al-papa-un-western-allitaliana|titolo=Lettera al papa: un western all'italiana?|26 ottobre 2015|autore=Fulvio Ferrario|wkautore=Fulvio Ferrario}}</ref>
=== Sudamerica ===
{{vedi anche|Colonia Valdense}}
I primi insediamenti di valdesi italiani si sono avuti in [[Sudamerica]] nel [[1856]] e oggi la Chiesa Valdese del [[Río de La Plata]] (''Iglesia Valdense del Río de La Plata'') ha 40 congregazioni e 15.000 membri divisi fra l'[[Uruguay]] e l'[[Argentina]]. Tali comunità sono autonome rispetto alla [[Chiesa evangelica valdese]] con sede a [[Torre Pellice]], anche se naturalmente mantengono una piena e fraterna comunione con essa.
=== Stati Uniti d'America ===
Nell'epoca coloniale anche gruppi di valdesi italiani e francesi migrarono negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]; {{sf|ad esempio [[William Paca]], uno dei firmatari della [[dichiarazione di indipendenza statunitense|Dichiarazione d'Indipendenza]], era un probabile discendente di immigrati valdesi}}<ref>{{Cita web|url=http://www.abruzzomondo.it/index_files/2017_05.pdf|titolo=L'abruzzese che firmò il sogno americano.}}</ref>. Ancora verso la fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]], tra gli emigranti italiani vi erano alcuni valdesi. Di conseguenza, nel corso dei secoli furono fondate comunità valdesi negli Stati Uniti, la più grande delle quali è una cittadina nelle [[Contea di Burke (Carolina del Nord)|Contea di Burke]] nella [[Carolina del Nord]], denominata Valdese;<ref>{{cita testo|url=http://www.ci.valdese.nc.us|titolo=Town of Valdese, NC|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071015040016/http://www.ci.valdese.nc.us/}}</ref> qui la popolazione, secondo il censimento del [[2000]], ammontava a 4.485 abitanti; la congregazione usa il nome di Chiesa [[Presbiterianesimo|Presbiteriana]] Valdese. Chiesa e comunità vennero fondate nel [[1893]], anno in cui giunse un piccolo gruppo di valdesi dalle [[Alpi Cozie]] che fondò la cittadina di Valdese; oggi la Chiesa Valdese è la più antica Chiesa evangelica ancora in attività. Il 9 luglio [[1895]] la Chiesa [[Presbiterianesimo|Presbiteriana]] Valdese di Valdese si è associata alla Chiesa [[Presbiterianesimo|Presbiteriana]] degli Stati Uniti ed è ora membro del [[Presbiterio]] del West-[[Carolina del Nord|North Carolina]].
Negli [[anni 1920|anni venti]] tutte le chiese e le missioni valdesi statunitensi si sono fuse nella Chiesa [[Presbiterianesimo|Presbiteriana]]: ciò è dovuto all'assimilazione culturale delle seconde e terze generazioni. Esiste però un gruppo, denominato Vecchia Chiesa Valdese degli [[Anabattisti]], che reclama di provenire dall'organizzazione italiana, ma che, dopo essere giunto in America, si è dichiarato indipendente dalle organizzazioni della Chiesa valdese ufficiale; un tempo fu una confessione di dimensioni considerevoli, ma oggi si è ridotta ad un piccolo gruppo religioso presente solo nel [[Michigan]] e nell'[[Ohio]].<ref>Dr.M.M. Arnold, ''Storia delle chiese nel Michigan e la valle dell'Ohio'', Pubblicazioni Arno, 2002, pp. 10.</ref> Tra le Chiese valdesi più conosciute in America c'è anche un gruppo consistente a [[New York]].
=== Germania e Svizzera ===
Nel [[1698]] circa 3.000 valdesi giunsero nella [[Reno|Renania]] meridionale. La maggior parte di loro sono poi ritornati alle loro valli del [[Piemonte]], ma coloro che sono rimasti in [[Germania]] sono stati assorbiti dalle altre chiese di tradizione riformata-[[calvinista]] e dieci congregazioni esistono oggi come componente della ''Evangelische Kirche von Deutschland''. [[Mörfelden-Walldorf]] è un [[comuni della Germania|comune tedesco]] di 33.721 abitanti, situato nel [[Stati federati della Germania|land]] dell'[[Assia]]; è una località a circa 10 km da [[Francoforte sul Meno]], fondata il 10 luglio del [[1699]] da Valdesi. [[Walldorf (Baden-Württemberg)|Walldorf]] è un [[comuni della Germania|comune tedesco]] di 14.685 abitanti,<ref>{{cita web|url=http://www.statistik.baden-wuerttemberg.de/|titolo=Statistisches Landesamt Baden-Württemberg|accesso=23 giugno 2012|lingua=de}}</ref> situato nel [[Stati federati della Germania|land]] del [[Baden-Württemberg]], fondato il 10 luglio del [[1699]] da Valdesi in fuga dalle [[Valli Valdesi]] dopo la revoca dell'[[Editto di Nantes]] del [[1685]] e le successive persecuzioni cui furono sottoposti. Quattordici famiglie delle Valli Valdesi decisero di fermarsi e fondare una nuova località, piuttosto che continuare a girovagare lungo il [[Reno]] o rientrare nelle Valli Valdesi, rinunciando alla propria fede valdese. È attiva l'Associazione Amici dei Valdesi di Walldorf. In [[Svizzera]] sono presenti sette chiese evangeliche di lingua italiana che, grazie a un accordo con la Tavola Valdese, fruiscono della cura di alcuni pastori valdesi: due a [[Zurigo]] e le altre a [[Basilea]], [[Ginevra]], [[Losanna]], [[Sciaffusa]] e [[San Gallo]].
===Galleria di immagini===
; Templi valdesi in America meridionale
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File:Iglesia Evangélica Valdense en Bahía Blanca.jpg|Tempio di [[Bahía Blanca]] ([[Argentina]])
File:Iglesia Evangélica Valdense Colonia Belgrano.jpg|Tempio di [[Dipartimento di San Martín (Santa Fe)|Colonia Belgrano]] ([[Argentina]])
File:Iglesia Evangélica Valdense de Colonia Piamontesa 1.jpg|Tempio di [[Colonia Piamontesa]] ([[Uruguay]])
File:Templo Colonia Valdense.jpg|Tempio di [[Río de la Plata]] ([[Uruguay]])
</gallery>
; Templi di origine valdese in Francia, Germania e Stati Uniti
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File:Temple Vaudois Lacoste.JPG|Tempio di [[Lacoste (Vaucluse)|Lacoste]] ([[Francia]])
File:Lourmarin - Temple 2.jpg|Tempio di [[Lourmarin]] ([[Francia]])
File:Mérindol - Temple.JPG|Tempio di [[Mérindol]] ([[Francia]])
File:Puget - Temple.JPG|Tempio di [[Puget]] ([[Francia]])
File:Bad Homburg Waldenserkirche 2016-03-01-15-42-56.jpg|Tempio di Dornholzhausen ([[Bad Homburg]]) ([[Germania]])
File:Dürrmenz-StPeter_Grabstein-Castan_Stemma-Valdese.jpg|Pietra tombale della famiglia valdese Castan a [[Mühlacker|Dürrmenz]]
File:Gewissenruh Kirche.jpg|Tempio di [[Wesertal|Gewissenruh]] ([[Germania]])
File:Gottstreu Kirche 2.jpg|Tempio di [[Wesertal|Gottstreu]] ([[Germania]])
File:Kleinvillars Waldenserkirche 2015.jpg|Tempio di [[Knittlingen|Kleinvillars]] ([[Germania]])
File:2018-12-18 Dorfkirche Untermutschelbach 02.jpg|Tempio di [[Karlsbad (Germania)|Mutschelbach]] ([[Germania]])
File:Kirche Neuhengstett.jpg|Tempio di [[Althengstett|Neuhengstett]] ([[Germania]])
File:Nordhausen-kirche.jpg|Tempio di [[Nordhausen]] ([[Germania]])
File:Evanglische Kirche Neureut Seitenansicht.jpg|Tempio di [[Karlsruhe|Neureut]] ([[Germania]])
File:Gemeindehaus mit Wappen.jpg|Tempio di [[Karlsruhe|Palmbach]] ([[Germania]])
File:Perouse Kirche 2.jpg|Tempio di [[Perouse]] ([[Germania]])
File:KircheInRohrbach.jpg|Tempio di [[Ober-Ramstadt|Rohrbach]] ([[Germania]])
File:Serres Waldenserkirche (erbaut 1761) - panoramio.jpg|Tempio di [[Wiernsheim#Serres|Serres]] ([[Germania]])
File:Waechtersbach Waldensberg Kirche Eingang.png|Tempio di [[Wächtersbach|Waldensberg]] ([[Germania]])
File:2022Waldenserkirche.jpg|Tempio di [[Mörfelden-Walldorf|Walldorf]] ([[Germania]])
File:Wembach, Waldenserkirche-01.jpg|Tempio di [[Wembach]] ([[Germania]])
File:Waldensian Presbyterian Church.jpg|Tempio di [[Valdese (Carolina del Nord)]] ([[Stati Uniti d'America]])
</gallery>
== Note ==
<references
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Samuel Morland|titolo=The History of the Evangelical Churches of the Valleys of Piedmont|url=https://archive.org/details/historyofevangel00morl|città=Londra|anno=1658|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=[[Gioacchino Volpe]]|titolo=Movimenti religiosi e sette ereticali nella società medievale italiana|editore= Sansoni|città= Firenze|anno=1971}}
* {{cita libro|autore=Bernard Gonnet|titolo=Les Vaudois au Moyen Âge|città=Torino|editore=Claudiana|anno=1976}}
* {{cita libro|autore=Attilio Agnoletto|titolo=Storia del Cristianesimo|anno=1978|editore=I.P.L.|città= Milano|cid=agnoletto}}
* {{cita libro|autore=Lorenzo Paolini|titolo=L'albero selvatico: eretici del Medioevo|editore=Patron|città=Bologna|anno=1989}}
*
* {{cita libro|autore=Grado Giovanni Merlo|titolo=Eretici ed eresie medievali|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno= 1989}}
* {{cita libro|autore=Grado Giovanni Merlo|titolo=Contro gli eretici|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno= 1996}}
* {{cita libro|autore=Marcello Craveri|titolo=L'eresia|editore= Mondadori|città= Milano|anno= 1996}}
* {{cita libro | autore = [[Luciano Violante]], [[Tullia Zevi]], Gianni E. Rostan, [[Gustavo Zagrebelsky]], [[Alberto Cavaglion]], [[Mario Miegge]], Jean Baubérot | titolo = 1848-1998. Il lungo cammino della libertà. Centocinquantesimo anniversario del riconoscimento dei diritti civili e politici alle minoranze valdese ed ebraica | anno = 1998 | editore = [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] | città = Roma}}
* {{cita libro|autore=George Riley Scott|titolo=Storia della tortura|editore=Mondadori|città= Milano|anno= 1999}}
* {{cita libro|autore=Gregorio Plescan|titolo=La chiesa Valdese di fronte all'omosessualità|editore= Meridiana|pp=32-38|anno= 2000}}
* {{cita libro|autore=Giorgio Tourn|titolo=I valdesi: identità e storia|editore= [[Claudiana]]|città= Torino|anno= 2003|isbn= 88-7016-459-4}}
* {{cita libro | titolo = La nobile lezione (La Nobla Leiçon). Poemetto medievale valdese | altri = introduzione e note di [[Carlo Papini]], edizione critica di [[Antonino De Stefano (storico)|Antonino De Stefano]], testo [[Lingua occitana antica|provenzale]] con trad. it. a fronte | anno = 2003 | editore = [[Claudiana]] | città = Torino | lingua = it,pro | isbn = 978-88-7016-436-7}}
* {{cita libro|autore=Giorgio Bouchard, Paolo Emilio Landi|titolo=Bibbia e libertà - Otto secoli di storia valdese, (libro e film), Claudiana|città=Torino|anno= 2006}}
*{{cita libro|autore=Sossi Andrea,|titolo=Medioevo Valdese 1173-1315. Povertà, Eucarestia e Predicazione: Tra identità minoritaria e rappresentazione cifrata del rapporto tra l'uomo e l'Assoluto, UNI Service Editrice,|città=Trento|anno= 2010}}
* {{cita libro|autore=Giorgio Tourn|titolo=I valdesi, La singolare vicenda di un popolo-chiesa|editore=Claudiana|città= Torino|anno= 2008|isbn= 88-7016-735-6}}
* {{cita libro|autore=Giorgio Tourn|titolo=I Valdesi nella storia|editore= Claudiana|città= Torino|anno= 1996}}
* {{cita libro|autore=[[Ugo Gastaldi|Gastaldi, Ugo]]|titolo=Storia dell'Anabattismo Vol. 1. Dalle origini a Münster (1525-1535). Collana Studi storici, 2|p= 654|città=Torino|editore=Claudiana|anno= 1972}}
* {{cita libro|autore=Gastaldi, Ugo|anno= 1981|titolo=Storia dell'Anabattismo Vol. 2. Da Münster (1535) ai giorni nostri. Collana Studi storici, 3| p=856|città= Torino|editore=Claudiana}}
* {{cita libro|autore=Lopane, Paolo|titolo=I Catari. Dai roghi di Colonia all'eccidio di Montségur|editore= Besa|città= Nardò |anno=2011}}
* {{cita libro|autore=Lopane, Paolo|titolo=Faeto di Puglia. L'eredità franco-occitana|editore= Società di Storia Patria per la Puglia, Archivio Storico Pugliese, LXVII|anno=2014}}
* {{cita libro|autore=Tedesco Vincenzo|titolo=Storia dei Valdesi in Calabria|editore=Rubbettino|città= Soveria Mannelli|anno= 2015}}
* {{cita libro|autore=Sergio Velluto|titolo=Valdesi d'Italia|editore=Edizioni Sonda (prima edizione novembre 2003) |anno=2008|isbn= 978-88-7106-520-5}}
* {{cita libro|autore=Ernesto Ayassot|titolo=I protestanti in Italia|editore=Area editore|città= Milano|anno=1962}}
* {{cita libro|autore=Salvatore Caponnetto|titolo=La riforma protestante nell'Italia del Cinquecento|editore= Claudiana|città= Torino|anno= 1992}}
* {{cita libro|autore=Antonino Taverna|titolo=Storia del Cristianesimo dal XVI secolo ai giorni nostri|editore=Centro culturale evangelico|città= Gravina di Catania|anno=2012}}
* {{cita libro|autore=Susanna Peyronel, Marco Fratin|titolo=1561, I valdesi tra resistenza e sterminio, In Piemonte e in Calabria|editore= Claudiana|città=Torino|anno=2011}}
*{{Cita libro|curatore=Alfonso Tortora|titolo=Valdesi nel Mediterraneo. Tra Medioevo e prima età moderna|anno=2010|editore=Carocci|città=Roma}}
*{{Cita libro|autore=Alfonso Tortora|titolo=I valdesi nel Mezzogiorno d'Italia. Una breve storia tra Medioevo e prima età moderna|anno=2017|editore=Carocci|città=Roma}}
*{{Cita libro|autore=Amedeo Molnár|autore2= Augusto Armand Hugon|autore3=[[Valdo Vinay]] |titolo=Storia dei valdesi|anno= 1974 - 1980}}
*{{cita libro|autore=Società di studi valdesi|editore=Claudiana|anno=2024|titolo=Storia dei valdesi|volume=4 voll.}}
**''Come nuovi apostoli'', dedicato ai secoli XII-XV (pagine 678, a cura di Francesca Tasca);
**''Diventare riformati. 1532-1689'' (pagine 864, a cura di Susanna Peyronel Rambaldi);
**''Dal rimpatrio all’emancipazione. 1690-1870'' (pagine 844, a cura di [[Gian Paolo Romagnani]]);
**''Evangelizzazione e presenza in Italia. 1870-1990'', (pagine 820, a cura di [[Paolo Naso]]).
== Voci correlate ==
* [[
* [[
* [[Chiesa evangelica valdese]]
* [[Chiese evangeliche in Italia]]
* [[Facoltà valdese di teologia]]
* [[Claudiana]]
* [[Pasque piemontesi]]
* [[Guerre sabaudo-valdesi]]
* [[Strage dei Valdesi di Calabria]]
* [[Valdo Vinay]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*
* {{cita web|url=http://www.iglesiavaldense.org|titolo=Iglesia Evangélica Valdense}}
*
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* {{cita web|url=http://www.riforma.it/|titolo=Riforma}}, settimanale delle Chiese battiste, metodiste e valdesi
* ''{{cita testo|url=http://www.cesnur.com/il-movimento-valdese/|titolo=Il movimento valdese}}'', voce del progetto ''Le religioni in Italia'', [[CESNUR]]
* {{cita web|url=https://patrimonioculturalevaldese.org/|titolo = Portale del patrimonio culturale metodista e valdese in Italia|accesso=6 febbraio 2024}}
* {{cita web|url=https://www.studivaldesi.org/|titolo = Società di Studi valdesi|accesso=7 febbraio 2024}}
{{Eresie}}
{{Storia del cristianesimo}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|calvinismo|cristianesimo}}
[[Categoria:Valdismo| ]]
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