Cecco Angiolieri: differenze tra le versioni
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[[File:Decameron- ÖNB 2561 - Neuvième journée, nouvelle 4.png|thumb|[[Decameron]], quarta novella: Cecco Angiolieri viene ingiustamente accusato di furto da Fortarrigo]]
{{Bio
|Nome =
|Cognome = Angiolieri
|Soprannome = Cecco
|Sesso = M
|LuogoNascita = Siena
|GiornoMeseNascita = 15 Aprile
|AnnoNascita = [[1260]]
|LuogoMorte = Siena
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = [[
|Epoca = 1200
|Epoca2 = 1300
|Attività =
|Attività2 =
|Nazionalità = italiano
}}
Contemporaneo di [[Dante Alighieri]], appartenente alla storica casata [[nobile|nobiliare]] degli [[Angiolieri]], non si hanno però molte notizie certe sulla sua biografia. Si sa che ebbe una vita molto avventurosa, fu dedito al gioco e ai vizi, subì processi per disturbo della quiete pubblica e dilapidò il patrimonio che gli aveva lasciato il padre. Nelle sue poesie, circa 110 sonetti, non tutti di certa attribuzione, ci ha lasciato l'immagine di personaggio inquieto e ribelle che si accanisce contro la miseria e la sfortuna. Con i suoi modi sarcastici e dissacranti si prende gioco del [[Dolce stil novo]]; in altre poesie, più originali, esalta goliardicamente il gioco, il vino e maledice la famiglia, il mondo e la gente. Celebri sono i sonetti ''[[S'i' fosse foco]]'', ''[[Tre cose solamente mi so 'n grado]]'' e ''La mia malinconia è tanta e tale''.<ref>La Nuova Enciclopedia della Letteratura, Garzanti Editore, Milano, 1985</ref>
== Biografia ==
[[File:Coa fam ITA angiolieri4.jpg|thumb|Stemma della famiglia Angiolieri]]
Cecco Angiolieri nacque a Siena da una famiglia particolarmente benestante, intorno al 1260. Il padre era il banchiere Angioliero degli Angiolieri, figlio di Angioliero detto "Solafica"; fu [[Cavalleria medievale|cavaliere]], fece parte dei Signori del Comune nel [[1257]] e nel [[1273]] (dopo essere stato priore per due volte) ed appartenne all'ordine dei [[Frati della Beata Gloriosa Vergine Maria]] (i cosiddetti «Frati Gaudenti»). La madre era Monna Lisa, appartenente alla nobile e potente casata dei [[Salimbeni (famiglia)|Salimbeni]], anch'ella iscritta al suddetto ordine.<ref name=DBI/>
Si presume che il giovane Cecco trascorse la sua fanciullezza a Siena, dove ricevette anche una prima educazione. Di famiglia tradizionalmente guelfa, nel [[1281]] Cecco figurò tra i [[Guelfi e ghibellini|Guelfi]] senesi all'"assedio" dei concittadini [[Guelfi e ghibellini|ghibellini]] asserragliati nel [[castello]] di [[Torri di Maremma]] nei pressi di [[Roccastrada]], e fu più volte multato per essersi allontanato dal campo senza la dovuta licenza. Da altre multe fu colpito a Siena l'anno successivo, l'11 luglio [[1282]], per essere stato trovato nuovamente in giro di notte dopo il terzo suono della campana del Comune, violando pertanto il coprifuoco («quia fuit inventus de nocte post tertium sonum campane Comunis»). Un ulteriore provvedimento lo colpì nel [[1291]] in circostanze analoghe; oltretutto, nello stesso anno fu implicato nel ferimento di [[Dino di Bernardo da Monteluco]],<ref name=DBI/> pare con la complicità del calzolaio Biccio di Ranuccio, ma solo quest'ultimo fu condannato.<ref>{{cita|D'Ancona 1912|p. 254|D'A}}. {{citazione|Nel '91 lo troviamo implicato col calzolaio Biccio di Ranuccio in un processo per ferimento di un Dino di Bernardino da Monteluco; ma però il solo Dino fu condannato}}</ref>
Militò come alleato dei [[Firenze|fiorentini]] nella campagna contro [[Arezzo]] nel [[1289]], conclusasi con la [[battaglia di Campaldino]]; è possibile che qui abbia incontrato [[Dante Alighieri]], che pure figurava tra i combattenti dello scontro. Il [[s:Rime (Angiolieri)/C - Lassar vo’ lo trovare di Becchina|sonetto 100]], datato tra il [[1289]] e il [[1294]], sembra confermare che i due si conoscessero, in quanto Cecco si riferisce a un personaggio che entrambi dovevano ben conoscere (''Lassar vo' lo trovare di Becchina, / Dante Alighieri, e dir del mariscalco''); questo ''mariscalco'' vanesio tra le donne fiorentine, anch'egli impegnato a Campaldino, è stato identificato con un tal Amerigo di Narbona, «giovane e bellissimo del corpo, ma non molto sperto in fatti d'arme» ([[Dino Compagni]], ''[[Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi]]'', I, 7).<ref name=ED/>
Intorno al 1296 fu allontanato da [[Siena]], a causa di un bando politico. Si desume dal [[s:Rime (Angiolieri)/CII - Dante Alighier, s’i’ so bon begolardo|sonetto 102]] (del 1302-1303), indirizzato a Dante allora già a [[Verona]], che in quel periodo Cecco si trovasse a [[Roma]] (''s'eo so' fatto romano, e tu lombardo'').<ref>Cecco Angiolieri, Rime, ''[[:s:Rime (Dante)/CVIII - Dante Alighier, s’i’ son bon begolardo|CVIII - Dante Alighier, s’i’ son bon begolardo]]''.</ref> Non sappiamo se la lontananza da Siena dal 1296 al [[1303]] fu ininterrotta. Il sonetto testimonierebbe anche della definitiva rottura tra Cecco e Dante (''Dante Alighier, i' t'averò a stancare / ch'eo so' lo pungiglion, e tu se' 'l bue''). Tuttavia non sono attestate risposte (tantomeno proposte) dantesche, per cui, se [[tenzone]] fra i due vi fu, ci rimane solo la parte composta da Cecco (e non sappiamo nemmeno se è tutta, peraltro). Inoltre, nelle opere di Dante, Cecco non è mai nominato, né suoi componimenti sono citati.<ref name=ED>{{cita|Marti||ED|titolo=Enciclopedia Dantesca}}.</ref>
Nel [[1302]] Cecco svendette per bisogno una sua vigna a tale Neri Perini del Popolo di Sant'Andrea per settecento lire ed è questa l'ultima notizia disponibile sull'Angiolieri in vita. Proprio per questa ragione si oppose a ogni forma di politica proclamandosi persona libera e indipendente; si ritiene che questa sua imposizione fosse dovuta al bando politico che lo allontanò da Siena.
Dopo il [[1303]] fu a [[Roma]], probabilmente sotto la protezione del [[cardinale]] senese [[Riccardo Petroni]]. Da un documento del 25 febbraio [[1313]] sappiamo che cinque dei suoi figli (Meo, Deo, Angioliero, Arbolina e Sinione; un'altra figlia, Tessa, era già emancipata) - rinunciarono all'eredità perché troppo gravata dai debiti. Si può quindi presupporre che Cecco Angiolieri sia morto intorno al [[1310]], forse tra il [[1312]] e i primi giorni del [[1313]].
==
{{vedi anche|Rime (Cecco Angiolieri)}}
La poetica di Cecco Angiolieri rispetta tutti i canoni della tradizione comica toscana. I suoi sonetti da parte della critica sono generalmente considerati, specie dopo gli studi di [[Mario Marti]], la caricaturale rifrazione del [[Dolce stil novo]]: questa posizione antistilnovistica emerge specialmente nella poesia dialogata ''Becchin' amor'', dove si narra di un'amante sensuale e meschina, con dei connotati certamente antitetici a quelli angelici della [[Beatrice Portinari|Beatrice]] di dantesca memoria. Questa sua polemica contro i ''poetae novi'' del dolce stile, attuata con uno smodato uso della mimesi caricaturale e con uno stile tagliente e impetuoso, viene inoltre calata nei vicoli tumultuosi della sua [[Siena]] natia, tanto da far esclamare a Marti «quante figure di scorcio nei suoi sonetti!».<ref name=DBI/>
Lo stesso Marti ci offre un buon compendio dei connotati dei sonetti di Cecco, che si distingue per:
{{citazione|[gli] incipit iperbolici, la sua tecnica "a catena", l'improvvisa introduzione della battuta dialogata, la conclusione esclamativa, la sua sintassi impervia, il suo lessico dialettale, ma pur ricco di parole nuove e preziosissime, l'uso scoperto di formule e di figure retoriche, le cadenze sentenziatrici e proverbiose suggerite dalle ''Artes'', le modulazioni scanzonate e motteggiatrici|Mario Marti<ref name=DBI/>}}
{| class="toccolours" style="float: right; margin-left: 1em; margin-right: 2em; font-size: 85%; background:#c6dbf7; color:black; width:25em; max-width: 30%;" cellspacing="5"
| style="text-align: left;" | «S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo;<br/>s’i’ fosse vento, lo tempesterei;<br/>s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;<br/>s’i’ fosse Dio, mandereil’ en profondo»
|-
| style="text-align: left;" | — Cecco Angiolieri<ref>Cecco Angiolieri, Rime, ''[[:s:Rime (Angiolieri)/LXXXVI - S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo|LXXXVI - S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo]]''.</ref>
|}
Nei suoi sonetti emergono l'attenzione per la vera realtà della vita borghese e la rappresentazione realistica e schietta dell'amore e della sessualità. L'''inventio'' di Cecco, in realtà assai ristretta, culmina nell'ampio utilizzo della [[parodia]], utilizzata per rovesciare tutti i caratteri propri dello stilnovismo, e nell'invenzione dell'invettiva antipaterna, cinicamente rivolta in ''[[S'i' fosse foco]]'' ai genitori.
Così Mario Marti:
{{citazione|Cecco ha saputo fissare in arte quel riso malizioso e un po' grossolano, ma, in fondo, innocente, che affiora spontaneamente nell'animo, in maggiore o minore misura, quando linee caratteristiche di cose o difetti caratteristici di uomini sono accentuati fino all'esagerazione: che può esser segno di sprezzo, ma anche d'amore|Mario Marti<ref name=DBI/>}}
{| class="toccolours" style="float: right; margin-left: 1em; margin-right: 2em; font-size: 85%; background:#c6dbf7; color:black; width:25em; max-width: 30%;" cellspacing="5"
| style="text-align: left;" | «Tre cose solamente mi so ’n grado,<br/>le quali posso non ben men fornire:<br/>ciò è la donna, la taverna e ’l dado;<br/>queste mi fanno ’l cuor lieto sentire»
|-
| style="text-align: left;" | — Cecco Angiolieri<ref>Cecco Angiolieri, Rime, ''[[:s:Rime (Angiolieri)/LXXXVII - Tre cose solamente mi so ’n grado|LXXXVII - Tre cose solamente mi so ’n grado]]''.</ref>
|}
Importante sottolineare, infine, che i suoi sonetti spesso contengono allusioni autobiografiche, per lungo tempo considerate vere: si veda, ad esempio, l'amore per la linguacciuta Becchina, le diatribe con la moglie, pettegola e arcigna, una vita gaudente e spensierata trascorsa tra i dadi ed il buon vino. Seppure sia fuori di dubbio che sia stato un uomo dal temperamento ardente, scapigliato, e che la sua vita sia stata segnata dalla sregolatezza e dalla dissipazione, secondo la critica da Marti in poi sarebbe da escludere che i suoi componimenti contengano precise indicazioni autobiografiche.<ref name=DBI>{{cita|Marti||DBI|titolo=Dizionario Biografico degli Italiani}}.</ref> Becchina, "figlia d'un agevol cuoiaio", sarebbe quindi il capovolgimento dell'immagine stilnovista della donna-angelo. E in un sonetto dice quali sono le tre cose che gli fanno «'l cuor lieto sentire»: «la donna, la taverna e 'l dado».<br/>
Tuttavia nel corso del secolo e mezzo di studi su Cecco Angiolieri, un'altra linea interpretativa è carsicamente riaffiorante: quella che vede in lui un irriverente scrittore sì, ma fondamentalmente "sincero" nel poetare, e soprattutto senza intenzioni parodiche. La prima parte di questa linea interpretativa, quella della "sincerità", depurata degli autobiografismi romantici alla D'Ancona e consapevole della letterarietà delle composizioni, ha oggi il suo esponente
principale in [[Antonio Lanza (filologo)|Antonio Lanza]]; invece è stato [[Claudio Giunta]] a sostenere la non parodicità dei suoi componimenti.
[[Francesco Flora]], a proposito di Cecco Angiolieri, riferendosi particolarmente al suo più noto sonetto, «S'i' fossi foco, arderei 'l mondo», analizza l'impeto «della sua matta e sinistra vitalità», che lo travolgerebbe fino al pensiero del delitto dei propri genitori, se tale pensiero, espresso in forma elaborata, non fosse domato «in una trasfigurazione verbale» talmente audace da confinare con l'innocenza.<ref>Francesco Flora, ''Cecco Angiolieri'', sta in Francesco Flora, ''Storia della letteratura italiana'', V voll., Volume I, ''Dal Medio Evo alla fine del Quattrocento'', Arnoldo Mondadori Editore (c) 1940, nuova edizione riveduta, X, giugno 1958, p. 91.</ref>
== Numero dei sonetti e autenticità ==
{{s sezione|letteratura}}
Il problema testuale è centrale per la lettura e l'interpretazione dell'opera angiolieresca, per due motivi: il primo è che le edizioni attualmente in uso differiscono nel numero dei sonetti a lui attribuiti; il secondo, che è la causa del primo, è che dal [[1874]], anno in cui [[Alessandro D'Ancona]] pubblicò il suo studio su Cecco Angiolieri,<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/alessandro-d-ancona_(Dizionario-Biografico)/|titolo=Alessandro D'Ancona}}</ref> al poeta senese si sono attribuiti sonetti che invece sono opera di altri autori, in primis [[Meo de' Tolomei]], suo concittadino e contemporaneo. L'equivoco si è chiarito solo negli [[anni 1950|anni cinquanta]] del [[XX secolo]], tuttavia continua a dare adito a problemi di attribuzione.
== In musica ==
Tre sonetti sono stati realizzati in canzoni liriche per soprano e pianoforte da Davide Verotta, vedi {{cita web|url=https://imslp.org/wiki/Rime_di_Cecco_Angiolieri%2C_O.15_(Verotta%2C_Davide)|titolo=Rime di Cecco|data=2022}}. Il sonetto ''S'ì fosse foco, arderei 'l mondo'', è stato messo in musica nel 1968 (come ''S'i' fosse foco'') dal cantautore [[Fabrizio De André]].
== Edizioni delle poesie ==
* ''I sonetti,'' editi criticamente ed illustrati per cura di [[Aldo Francesco Massera]], Bologna, N. Zanichelli, 1906.
*''Le rime'', Edizione completa annotata e commentata [a cura di] [[Domenico Giuliotti]], Siena, Giuntini-Bentivoglio, 1914.
*Cecco Angiolieri, in ''Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli'', a cura di Aldo Francesco Massera, Bari, G. Laterza, 1920 («[[Scrittori d'Italia Laterza|Scrittori d'Italia]]», 88-89), vol. I, pp. 63-138; nuova edizione riveduta e aggiornata da [[Luigi Russo]], 1940, vol. unico, pp. 63-138.
* ''Il Canzoniere'', a cura di [[Carlo Steiner]], Torino, UTET, 1925.
*Cecco Angiolieri, in ''Poeti giocosi del tempo di Dante'', a cura di [[Mario Marti]], Milano, Rizzoli, 1956, pp. 113-250.
*''Rime'', in ''Rimatori comico-realistici del Due e Trecento'', a cura di [[Maurizio Vitale]], Torino, UTET, 1956, vol. I, pp. 259-453.
* ''Rime'', a cura di [[Gigi Cavalli]], Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 1959.
*Cecco Angiolieri, in ''Poeti del Duecento'', a cura di [[Gianfranco Contini]], Milano-Napoli, R. Ricciardi, 1960, vol. II, pp. 367-401.
* ''Le rime'', a cura di [[Antonio Lanza (filologo)|Antonio Lanza]], Roma, Archivio Guido Izzi,1990, ISBN 88-85760-18-X.
*''Rime'', a cura di [[Raffaella Castagnola]], Milano, Mursia, 1995, ISBN 88-425-1841-7.
*''Sonetti'', a cura di [[Menotti Stanghellini]], Monteriggioni, Il Leccio, 2003, ISBN 88-86507-96-8.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
*{{Cita libro|cognome=Alfie|nome=Fabian|wkautore=Fabian Alfie|titolo=Comedy and Culture. Cecco Angiolieri's Poetry and Late Medieval Society|data=|anno=2001|editore=Northern Universities Press|città=Leeds|lingua=inglese|isbn=1-902653-43-2}}
*{{Cita conferenza|titolo= Cecco Angiolieri e la poesia satirica medievale|conferenza=Atti del Convegno internazionale (Siena, 26-27 ottobre 2002) |curatore= [[Stefano Carrai]] e [[Giuseppe Marrani]]|anno=2005 |editore=SISMEL - Edizioni del Galluzzo |città=Tavarnuzze - Impruneta |isbn=88-8450-180-6}}
*Fernando Figurelli, ''La musa bizzarra di Cecco Angiolieri'', Napoli, Raffaele Pironti, 1950.
*{{cita pubblicazione | autore = Elena Landoni | anno = 1989 | titolo = Note su Cecco Angiolieri: antistilnovismo o antipoesia? | rivista = Testo | volume = 17 |numero=| pp = 3-31 }}
* {{cita libro|autore=Elena Landoni|titolo=Il "libro" e la "sententia". Scrittura e significato nella poesia medievale: Iacopone da Todi, Dante, Cecco Angiolieri|url=https://archive.org/details/illibroelasenten0000land|data=|anno=1990|editore=Vita e pensiero|città=Milano|isbn=88-343-0446-2|pp=[https://archive.org/details/illibroelasenten0000land/page/141 141]-178}}
*{{cita libro|cognome=Maier|nome=Bruno|wkautore=Bruno Maier|titolo=La personalità e la poesia di Cecco Angiolieri|data=|anno=1947|editore=Cappelli Editore|città=Bologna}}
*{{cita libro|autore=Mario Marti|wkautore=Mario Marti|titolo=Cecco Angiolieri e i poeti autobiografici tra il 200 e il 300|data=|anno=1946|editore=Tip. Vergine|città=Galatina}}
* {{cita libro|autore-capitolo-cognome=Marti|autore-capitolo-nome=Mario|wkautore-capitolo=Mario Marti|titolo=Cultura e stile nei poeti giocosi del tempo di Dante|data=|anno=1953|editore=Nistri-Lischi|città=Pisa|pp=83-129|capitolo=Cecco Angiolieri}}
*Livia Musco, ''Cecco Angiolieri'', Napoli, Istituto della stampa, 1956.
*{{cita libro|autore=Luigi Peirone|titolo=La coscienza dello stile "comico" in Cecco Angiolieri|data=|anno=1979|editore=Sabatelli|città=Savona}}
* {{Cita libro|cognome=Suitner|nome=Franco|wkautore=Franco Suitner|titolo=La poesia satirica e giocosa nell'età dei comuni|data=|anno=1983|editore=Editrice Antenore|città=Padova|isbn=978-88-8455-294-5}}
*{{Cita libro|cognome=Todaro|nome=Adele|titolo=Sull'autenticità dei sonetti attribuiti a Cecco Angiolieri|data=|anno=1934|editore=Scuola tipografica "Boccone del Povero"|città=Palermo}}
=== Articoli ===
* {{cita pubblicazione| autore = Alessandro D'Ancona| linkautore = Alessandro D'Ancona| data =| anno = 1874| mese = gennaio| titolo = Cecco Angiolieri da Siena poeta umorista del secolo decimoterzo| rivista = [[Nuova Antologia]]| volume = XXV| numero = 1| pp = 5-57}} Poi in {{Cita libro|titolo=Studj di critica e storia letteraria|edizione=2ª edizione con correzioni e aggiunte|data=|anno=1912|editore=N. Zanichelli|città=Bologna|pp=parte I, pp. 163-275|cid=D'A}}
* {{cita pubblicazione| autore = Peter E. Bondanella| data =| anno = 1972| lingua = en| titolo = Cecco Angiolieri and the Vocabulary of Courtly Love| rivista = Studies in Philology| volume = LXIX| pp = 55-71|numero=}}
* {{cita libro|autore-capitolo-cognome=Calenda|autore-capitolo-nome=Corrado|wkautore-capitolo=Corrado Calenda|titolo=Gli "irregolari" nella letteratura: eterodossi, parodisti, funamboli della parola: atti del Convegno di Catania, 31 ottobre-2 novembre 2005|data=|anno=2007|editore=Salerno Editrice|città=Roma|isbn=88-8402-560-5|pp=31-49|capitolo=Tra inosservanza e trasgressione: poeti giocosi e realistici tra Due e Trecento}}
* [[Gianfranco Contini]], ''Paralipomeni angioliereschi'', in ''Saggi e ricerche in memoria di Ettore Li Gotti'', Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 1962, vol. I, pp. 370-396.
*{{cita pubblicazione|autore=Gianfranco Contini|titolo=Postilla angiolieresca|rivista=Studi di filologia italiana|volume=XXII|anno=1964|pp=581-586}}
*{{cita pubblicazione|autore=Gianfranco Contini|titolo=Angiolieri a Treviso (con una postilla)|rivista=Studi trevigiani|volume=II|anno=1985|numero=4|pp=17-20}}
*{{cita libro|cognome=Fattovich|nome=Nino|wkautore=Nino Fattovich|altri=Estratto dall'"Annuario del Liceo-Ginnasio Dante Alighieri di Fiume"|titolo=La poesia amorosa di Cecco Angiolieri|data=|anno=1923|editore=Stabilimento tipografico de «La Vedetta d'Italia» S.A.|città=Fiume}}
*{{cita pubblicazione| autore = Domenico Guerri| linkautore = Domenico Guerri| data =| anno = 1934| titolo = Cecco Angiolieri. Revisione delle rime del "beffardo"| rivista = Rivista di sintesi letteraria| volume = I| numero = 4| pp = 419-436}}
*{{cita pubblicazione| autore = Bruno Maier| data =| anno = 1953| titolo = La poesia di Cecco Angiolieri e i suoi problemi| rivista = [[Ausonia (rivista)|Ausonia]]| volume = VIII| numero = 3| pp = 28-37}}
*[[Giuseppe Marrani]], ''[https://www.academia.edu/7473773/I_pessimi_parenti_di_Cecco._Note_di_lettura_per_due_sonetti_angioliereschi_in_Per_leggere_XII_2007_pp._5-22 I ‘pessimi parenti’ di Cecco. Note di lettura per due sonetti angioliereschi]'', in «Per leggere», XII (2007), pp. 6-22.
* Giuseppe Marrani, ''Identità di Becchina'', in ''Identità/diversità'', Atti del III convegno dipartimentale dell’Università per Stranieri di Siena (Siena, 4-5 dicembre 2012), a cura di T. de Rogatis, G. Marrani, A. Patat e V. Russi, Pisa, Pacini, 2013, pp. 95-107.
* Giuseppe Marrani, ''Filologia e pratica del commento. Ripensare Cecco Angiolieri'', in ''La pratica del commento'', Atti del convegno dell’Università per Stranieri di Siena, 14-16 ottobre 2014, a cura di D. Brogi, T. de Rogatis, G. Marrani, Pisa, Pacini, 2015, pp. 45-65.
*{{cita libro|editore=Istituto della Enciclopedia Italiana|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|città=Roma|autore=Mario Marti|titolo=ANGIOLIERI, Cecco|anno=1961|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/cecco-angiolieri_%28Dizionario-Biografico%29/|volume=3|cid=DBI}}
*{{cita libro|editore=Istituto della Enciclopedia Italiana|volume=1|opera=[[Enciclopedia Dantesca]]|città=Roma|autore=Mario Marti|titolo=Angiolieri, Cecco|anno=1970|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/cecco-angiolieri_%28Enciclopedia-Dantesca%29/|cid=ED}}
*{{cita pubblicazione|autore = Aldo Francesco Massera|linkautore=Aldo Francesco Massera|anno=1901|titolo=La patria e la vita di Cecco Angiolieri|rivista=[[Bullettino Senese di Storia Patria]]|volume=VIII|pp=435-452}}
*{{cita pubblicazione|autore=Aldo Francesco Massera|anno=1917|titolo=Nuovi sonetti di Cecco Angiolieri|rivista=[[Studj Romanzi]]|volume=XIII|pp=79-99}}
*Anna Razzini, ''Intorno all'autenticità delle Rime ascritte a Cecco Angiolieri'', in ''[[Filologia Romanza (rivista)|Filologia Romanza]]'', I, nº 1, 1954, pp. 30-38.
*{{cita pubblicazione|autore=Aurelio Roncaglia|linkautore=Aurelio Roncaglia|anno=1941|titolo=Per due sonetti di Cecco Angiolieri ed uno di Jacopo da Leona|rivista=[[Giornale storico della letteratura italiana]]|volume=CXVIII|pp = 81-92}}
*{{cita pubblicazione| autore = Luigi Russo| linkautore = Luigi Russo| data =| anno = 1926| mese = novembre| titolo = Cecco Angiolieri e la critica| rivista = [[Leonardo (rivista)|Leonardo]]| volume = II| numero = 11| pp = 303-305}} Poi in {{cita libro|autore-capitolo-cognome=Russo|autore-capitolo-nome=Luigi|titolo=Problemi di metodo critico|data=|anno=1929|editore=Laterza|città=Bari|pp=195-205|capitolo=La critica moderna e gli antichi}}
*{{cita pubblicazione| autore = Natalino Sapegno| linkautore = Natalino Sapegno| data =| anno = 1929| mese = maggio-giugno| titolo = La lingua e l'arte di Cecco Angiolieri| rivista = [[Convivium (rivista)|Convivium]]| volume = I| numero = 3| pp = 371-382}}
== Voci correlate ==
* [[Famiglia Angiolieri]]
* [[Dante Alighieri]]
* [[Meo de' Tolomei]]
* [[Letteratura italiana]]
* [[Becchin'amor! - Che vuo', falso tradito?]]
* [[Poesia comica]]
* [[Poesia burlesca]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
*{{cita web|url=https://archive.org/details/isonettidiceccoa00angi/page/n3|titolo=Edizione Massera del 1906}}
*{{cita web|url=https://www.archive.org/details/lerimeedcompleta00angiuoft|titolo=Edizione Giuliotti del 1914}}
*{{cita web|url=http://www.bibliotecaitaliana.it/testo/si240|titolo=Edizione Massera del 1920}}; {{cita web|url=http://www.bibliotecaitaliana.it/testo/si241|titolo=Edizione Massera del 1920, Volume 2 (contiene le note e le annotazioni)}}; {{cita web|url=http://www.bibliotecaitaliana.it/testo/si239|titolo=Edizione Massera del 1940 (contiene la nota aggiunta di Luigi Russo)}}
*{{cita web|url=http://www.bibliotecaitaliana.it/testo/bibit000728|titolo=Testo dell’edizione Lanza del 1990}}
* {{cita web|url=http://opac.regesta-imperii.de/lang_en/suche.php?qs=cecco+angiolieri|titolo=bibliografia su Cecco Angiolieri - dal repertorio online Regesta Imperii}}
* [http://www.interbooks.eu/poesia/duecento/ceccoangiolieri.html Bibliografia e opere complete di Cecco Angiolieri], www.interbooks.eu
*[http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT470.HTM Rime], testi con concordanze, lista delle parole e lista di frequenza (edizione Cavalli)
* {{cita web |url=http://www.litterator.it/Letteratura-italiana/Le-origini/Cecco-Angiolieri.html |titolo=Cecco Angiolieri e la poesia realistico-borghese |accesso=3 dicembre 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090212010030/http://www.litterator.it/Letteratura-italiana/Le-origini/Cecco-Angiolieri.html |urlmorto=sì }}
* {{cita web|url=http://www.classicistranieri.com/cecco-angioleri-sio-fossi-foco-mp3-audiobook-lettura-di-valerio-di-stefano.html|titolo=Audiolettura di ''S'i fosse foco''}}
*[https://web.archive.org/web/20090210204314/http://www.ilnarratore.com/show.php?type=author&language=it&aid=25&tpl=%2Fita%2Fautore.tpl.html ''"S'i' fossi foco"''] in audio MP3
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|letteratura}}
[[Categoria:Personaggi del Decameron]]
[[
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