Gilgameš: differenze tra le versioni
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[[File:GIŠBILPAP.ga.mes.jpg|upright=1.8|thumb|<sup>d</sup>GIŠ:BIL:PAP.ga.mes (<sup>d</sup>GIŠ.NE.PAP.GA.MES). Particolare del retro (colonna 3) della tavola inerente alla Lista degli dèi rinvenuta a Fāra (Šurrupak, circa 2500 a.C.) e oggi conservata al Vorderasiatisches Museum di Berlino. È il primo testimone in assoluto che riporti il nome di Gilgameš. Da notare, in alto a sinistra, il segno {{Cuneiforme|𒀭}} (''dingir'') che ne attesta la divinità.]]
[[File:Hero lion Dur-Sharrukin Louvre AO19862.jpg|thumb|Eroe armato che doma il leone; rilievo da Khorsabad, risalente al periodo di Sargon II (VIII secolo a.C.), alto m 4,45 è in pietra alabastrina; conservato presso il Museo del Louvre di Parigi. In passato tale figura è stata identificata in modo erroneo con Gilgameš; in realtà si tratta di una figura risalente al periodo protodinastico e utilizzata nei rilievi di Khorsabad per decorare i prospetti esterni delle corti<ref>Enrico Ascalone, ''Mesopotamia'', Milano, Electa, 2005, p. 15</ref>.]]
[[File:Cuneiform sumer dingir.svg|thumb|Ideogramma sumerico, antico accadico e antico babilonese, per il dio An, il dio della volta celeste. Tale ideogramma, oltre ad indicare il dio, designa anche il "cielo", o una "spiga", o un "grappolo di datteri". Medesimo ideogramma esprime il sostantivo ''dingir'', termine che in sumerico indica una divinità e per questo veniva utilizzato come classificatore grafico, anteponendolo al nome, per chiarire subito che con esso si intendeva il nome di un dio. Gli studiosi traslitterano, in quest'ultimo caso, questo ideogramma con '''<sup>d</sup>'''. Tale ideogramma somiglia a una "stella" e spesso viene individuato come tale. Il termine stella (in sumerico ''mul'') è tuttavia espresso in sumerico con la ripetizione di tre di questi ideogrammi {{Cuneiforme|𒀯}}<ref>Cfr. Pietro Mander, ''Le religioni dell'antica Mesopotamia'', p. 69.</ref>. In cuneiforme medio e neo babilonese, medio e neo assiro e ittita, il classificatore grafico della divinità, il ''dingir'', è indicato da {{simbolo|Assyrian cuneiform U1202D MesZL 10.svg|30}}. Questi classificatori sono anteposti al nome di Gilgameš per caratterizzarne la natura divina.]]
[[File:Assurbanipal op jacht.jpg|thumb|Il re assiro Assurbanipal (VII secolo a.C.) in una scena di caccia (bassorilievo del palazzo nord di Ninive, conservato al British Museum di Londra).]]
[[File:Chaos Monster and Sun God.png|thumb|Ninurta (a destra) attacca Anzu (a sinistra) per recuperare la "Tavola dei destini". Da un'incisione in pietra rinvenuta nel tempio di Ninurta a Nimrud (Iraq).]]
[[File:Ishtar goddess.jpg|thumb|Il [[rilievo Burney]] conservato al British Museum di Londra. Altorilievo in terracotta del XIX secolo a.C. che rappresenta probabilmente<ref>Enrico Ascalone, ''Mesopotamia'', Milano, Electa, 2005, p. 268.</ref> la dea guardiana degli inferi Ereškigal, sorella di Inanna/Ištar.]]
'''Gilgameš''' (talvolta [[lingua italiana|italianizzato]] in '''Ghilgamesc''',<ref>{{Cita testo |url=https://www.vincenzomariaromano.it/uploads/1/2/2/9/122957360/discorsi_sul_cristo.pdf|autore=Vincenzo M. Romano|curatore=Giovanna Vitagliano|titolo=Discorsi sul Cristo|pp=201, 281}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.cittanuova.it/della-nostra-immagine-e-somiglianza/?ms=001&se=013|titolo=Della nostra immagine e somiglianza|autore=Pasquale Foresi|data=10 novembre 1996}}</ref> '''Ghilgamesh'''<ref>{{Cita testo|url=https://www.simonel.com/librionline1/assaggiosaporetti.pdf|titolo=Il Ghilgameš|autore=Claudio Saporetti|editore=Simonelli Editore|ISBN=88-86792-26-3}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.agenda.unict.it/open_page.php?sez=articolo&id=1972|titolo=Ghilgamesh, l’albero della vita|data=6 marzo 2009}}</ref><ref>{{Cita testo|url=https://books.google.it/books?id=DVzyFaJyYmAC&pg=PA30#v=onepage&q&f=false|titolo=Progressive sottrazioni di tempo|autore=Paolo Corticelli|p=30|editore=Armando Editore|anno=2007}}</ref> o '''Gilgamesh''';<ref>{{Treccani|gilgamesh_(Enciclopedia-Italiana)|Gilgamesh|autore=[[Giuseppe Furlani]]|anno=1933|accesso=2022-11-18}}</ref> <small>[[Alfabeto Fonetico Internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/ɡilɡaˈmɛʃ/}} o {{IPA|/ˈɡilɡamɛʃ/}}; in [[lingua sumera|sumero]]: {{Cuneiforme|𒉈𒂵𒈩}}, ''Bilgames''; in [[lingua accadica|accadico]]: {{Cuneiforme|𒄑𒂆𒈦}}, ''Gilgameš'') è una divinità o un eroe divinizzato del [[Vicino Oriente antico]], che si presenta su tre piani documentali:
# come divino sovrano di [[Uruk]] nella [[lista reale sumerica]], composta in [[lingua sumerica]];
# come divinità delle religioni mesopotamiche in diversi inni e iscrizioni, composti sia in lingua sumerica sia in lingua accadica;
# come personaggio principale di alcune epopee religiose mesopotamiche composte sia in lingua sumerica sia in lingua accadica, e anche in altre lingue del Vicino Oriente antico.
Le sue vicende, in particolar modo, sono narrate nel primo
Per quanto attiene alla storicità o meno della figura di Gilgameš, diversi studiosi hanno concluso che Gilgameš fosse un personaggio storico, ovvero un re, divinizzato in epoca successiva<ref>{{Cita libro|Giovanni|Pettinato|Encyclopedia of Religion|2005|Macmillan|New York|volume=vol. 5| p= 3487|citazione=Although the majority of scholars are convinced that the king of Uruk is a historical figure, Pettinato and others think that Gilgamesh did not exist in a historical sense, but is instead a god who has been made into a historical figure|lingua=en}}</ref><ref>Giovanni Pettinato, ''I Sumeri'', pp. 214 e sgg.</ref>. [[Giovanni Pettinato]] giunge a un'opposta conclusione ritenendo Gilgameš un personaggio non storico, quindi una divinità della mitologia sumerica inserita nelle liste reali sumeriche e da qui entrato nelle tradizioni religiose semitiche<ref>Cfr. anche ''La Saga di Gilgameš'' 2004, p. LXXX.</ref>.
== Nomi di Gilgameš ==
Il più antico testimone giunto a noi che riporta il nome di Gilgameš è la [[Lista reale sumerica|lista degli dei]], rinvenuta a Fāra ([[Šuruppak|Šurrupak]]), redatta in [[lingua sumerica]] e risalente al [[2500 a.C.]], ove egli è attestato come <sup>d</sup>GIŠ:BIL:PAP.ga.mes. Quindi, per convenzione, esso viene reso dalla lingua sumerica come Bilgames<ref>Tuttavia: {{q|According to a long-standing Assyriological convention, the legendary ruler of Uruk had two names: Bilgames in Sumerian and Gilgameš in Akkadian.|Gonzalo Rubio, ''Reading Sumerian Names, II: Gilgameš'' in ''Journal of Cuneiform Studies'' vol. 64, 2012, 3-16}} Gonzalo Rubio tuttavia conclude che «there are good reasons to read Gilgameš, instead of “Bilgames,” in Sumerian as well as in Akkadian» (cfr. ''Op. cit.'', p. 9).</ref> (''giš-bil<sub>2</sub>-ga-mes'', in cuneiforme: {{Cuneiforme|𒄑𒉈𒂵𒈩}}<ref>Data la loro estrema varietà, l'utilizzo dei caratteri in cuneiforme in questa voce è sempre e solo a titolo meramente esemplificativo e illustrativo e corrisponde, prevalentemente, alla tipologia utilizzata in epoca Ur III e antico babilonese.</ref>).
Il nome Gilgameš proviene invece dall'[[accadico]] (in medio e neo accadico: ''<sup>d</sup>gi-il-ga-⌈meš⌉''; cuneiforme: <!-- DA TERMINARE {{Cuneiforme|𒀸𒈦𒄑𒈦}} -->[[File:Gilgamesh (cuneiforme).JPG|90px]]; anche ''giš-bil'', ''gis-gín-maš'', ''gis-bíl-ga'', ''giš-bíl'', ''giš-bíl-gín-mes'').
In altre lingue Gilgameš viene reso: in [[elamitico]], ''giš-ga-meš''; in [[Lingua ittita|ittita]], ''gis-gím-maš''; nel [[Lingua hurrita|ḫurrita]], ''gal-ga-mi-šu-ul''.<ref>Per uno studio critico aggiornato sul nome di Gilgameš, e sulla sua storia, si rimanda all'opera di Andrew R. George, ''The Babylonian Gilgamesh Epic - Introduction, critical edition and cuneiform texts'', vol. 1<!--, Oxford-->, Oxford University Press, 2003, pp. 71 e sgg.</ref>
== Gilgameš: re "divinizzato" o dio "umanizzato" ==
Nella più antica attestazione del nome di Gilgameš/Bilgames, l'elenco della Lista degli dèi rinvenuta a Fāra risalente al periodo protodinastico, quindi al [[2600 a.C.|2600]]/[[2450 a.C.]], questi viene caratterizzato come essere "divino".
In diverse iscrizioni, come nelle epopee, Gilgameš è indicato come figlio della dea [[Ninsun]].
Nell'inno di lamentazione per la morte del re [[Ur-Nammu]] (fondatore della [[terza dinastia di Ur]]) viene indicato come divinità infera.
Nella letteratura religiosa in lingua accadica, e quindi assira e babilonese, Gilgameš è sempre considerato una divinità degli Inferi.
Anche nelle più antiche epopee sumeriche il nome di Gilgameš è sempre accompagnato dal [[determinativo]] divino <sup>d</sup> (cuneiforme sumerico, antico accadico e antico babilonese: {{simbolo|Cuneiform sumer dingir.svg|25}}; cuneiforme medio e neo babilonese, medio e neo assiro e ittita: {{simbolo|Assyrian cuneiform U1202D MesZL 10.svg|25}}) che indica il dio: ''<sup>d</sup>giš-bil<sub>2</sub>-ga-mes''<ref name="Thorkild Jacobsen 1939, p.88">{{cita pubblicazione|nome=Thorkild|cognome=Jacobsen|titolo=The Sumerian King List|anno=1939|lingua=en|editore=University of Chicago Press|città=University of Chicago Oriental Institute|rivista=Assyriological Studies |volume=11|p=88}}</ref>, ''<sup>d</sup>gi-il-ga-meš''.
Nelle epopee Gilgameš è indicato come figlio della dea Ninsun e del dio [[Lugalbanda]]; se è considerato per due terzi un dio e per un terzo un uomo lo si deve al fatto che per gli antichi abitanti della Mesopotamia Lugalbanda era un re divenuto dio.
== Gilgameš, divinità e re di Uruk ==
=== Gilgameš re di Uruk nella lista reale sumerica ===
La [[lista reale sumerica]] (sumerico: [nam]-lugal an-ta ed<sub>3</sub>-de<sub>3</sub>-a-ba; lett. "Quando la regalità discese dal cielo") è un testo in cuneiforme sumerico composto tra il 2100 e il 1800 a.C.<ref>La sua redazione definitiva appartiene alla dinastia di Isin (1950 a.C.; cfr. Giovanni Pettinato, ''La Saga di Gilgameš'', Milano, Mondadori, p. LXXVIII)</ref><ref>Un'insuperata edizione di questa opera è di Thorkild Jacobsen, ''The Sumerian King List'', University of Chicago Oriental Institute, Assyriological Studies 11, University of Chicago Press, 1939.</ref><ref>Per la precisione arriva al re di Isin, Sin-magir (1827- 1817 a. C.).</ref> con la finalità di gettare le basi tradizionali e politiche dell'unificazione del territorio di [[Sumer]] (Mesopotamia meridionale)<ref>Enrico Ascalone, ''Mesopotamia'', Milano, Electa, 2005, p.10.</ref>. Questo testo si avvia con il principio di "regalità" che discende dal cielo per essere assegnata per la prima volta alla città sumera di [[Eridu]] in cui resta per complessivi 64.800 anni, successivamente tale principio si trasferisce alla città di [[Bad-Tibira]] per altri 108.000 anni, per poi discendere sulla città di [[Larak]] per ulteriori 28.800 anni, poi a [[Sippar]] per 21.000 anni e infine a [[Šuruppak]] per 18.600 anni: 5 città, 8 re elencati nella lista, per complessivi 241.200 anni di regno, quando il dio [[Enlil]] scatena il [[diluvio universale]] distruggendo l'umanità. Il dio [[Enki]], lo sappiamo da altre epopee mesopotamiche<ref>A tal proposito, e per quanto attiene alla documentazione sumerica, disponiamo come testimonianza principale della tavoletta rinvenuta nel 1895 a Nippur e pubblicata nel 1914 (Cfr. Arno Poebel in ''Historical and Grammatical Text'' 1, 1914).</ref>, salva tuttavia un uomo, il Noè sumerico: [[Ziusudra]] (sumerico: Zi-u<sub>4</sub>-sud-ra, lett. "Vita dei giorni prolungati"), figlio dell'ultimo re di Šuruppak [[Ubara-Tutu]]. La lista reale sumerica riprende così la sua elencazione:
{{q|Il diluvio cancellò ogni cosa;<br />dopo che il diluvio ebbe cancellato ogni cosa,<br />quando la regalità scese dal cielo,<br />la regalità fu a Kiš.|Giovanni Pettinato, ''I Sumeri'', Milano, Rizzoli, 2007, p. 86}}
Nel prosieguo della lista viene citato "il divino Gilgameš" quinto re (dopo Meskiangašer, Enmenkar, il divino Lugalbanda e il divino Dumuzi) della I dinastia di Uruk.<br />
Così il testo:
{{q|Il divino Gilgameš<br />-suo padre è uno sconosciuto-<br />signore di Kullab,<br />regnò 126 anni;<br />Urlugal,<br />figlio di Gilgameš<br />regno 30 anni|Giovanni Pettinato, ''La Saga di Gilgameš'', Milano, Mondadori, p. LXXIX}}
Da notare che fin da questo documento sumerico il nome di Gilgameš è accompagnato dal determinativo (<sup>d</sup>) che indica il dio: ''<sup>d</sup>giš-bil<sub>2</sub>-ga-mes''<ref name="Thorkild Jacobsen 1939, p.88"/>.
Interessante è un testo in sumerico, ma risalente al [[II secolo a.C.]] (quindi al tempo della [[dinastia seleucide]]), rinvenuto a Uruk. Questo testo<ref>Cfr. Giovanni Pettinato, ''Mitologia sumerica'', versione mobi pos.8103/11434.</ref> elenca i re antidiluviani con i rispettivi saggi, gli ''[[apkallu]]'' (accadico; sumerico: ''abgal''), introducendo anche quelli post-diluviani:
{{q|Dopo il diluvio, durante il regno di Enmekar, era apkallu [[Nungalpiriggal]],<br />il quale fece scendere dal cielo nell'[[Eanna]] la dea Ištar.<br />Egli fece costruire la lira di bronzo,<br />le cui […] erano di lasplazzuli, lavorate con ferro battuto secondo l'arte di Ninagal<br />Egli introdusse nel […], l'abitazione di […] e depose la lira davanti ad [[An (mitologia)|An]]<br />Durante il regno di Gilgameš era ummanu Sinleqiunnini|Giovanni Pettinato, ''Mitologia sumerica'', versione mobi pos.8103/11434}}
La figura degli ''apkallu'' qui presente, riguarda dei "saggi" non umani e ittioformi che provengono dalle acque dell'abisso (sumerico: ''abzu''), luogo dove regna il dio della "saggezza" Enki (accadico: Ea), per insegnare agli uomini la civiltà. Significativo è che il primo "saggio" pienamente umano, quindi non ''apkallu'' ma ''ummanu'', Sinleqiunnini (Sîn-lēqi-unninni), si manifesti con il re-divino Gilgameš.
Precedentemente un altro testo, sempre in sumerico ma rinvenuto a [[Ninive]] e risalente al periodo neoassiro, aveva già trattato il tema degli ''apkallu''<ref>La traduzione integrale di questo testo è in Giovanni Pettinato, ''Mitologia sumerica'', versione mobi pos.8082/11434.</ref>.
=== Il re e dio ctonio Gilgameš in altre fonti mesopotamiche ===
Gilgameš, fin dalle fonti più antiche, è sempre presentato come un dio e come un dio viene invocato nelle preghiere.<ref>{{cita libro|citazione=Egli è una figura prettamente divina, il vicepresidente del tribunale, che nell'inferno giudica i defunti, e quindi sostituto di Šamaš. |autore=Giuseppe Furlani |titolo=Miti babilonesi e assiri |pagina=124}}</ref><ref>{{cita libro|citazione=A parte le informazioni che potremmo definire di carattere storico, o pseudostorico, Gilgameš nella letteratura sia sumerica, sia assiro-babilonese, gode delle caratteristiche proprie della divinità. |autore=Giovanni Pettinato|titolo=La Saga di Gilgameš |p=LXXXVII}}</ref>
* Il nome di Gilgameš è stato rinvenuto anche in un'iscrizione in lingua sumerica<ref name="Giuseppe Furlani p.123-4"/> nel tempio di Tummal risalente alla [[III Dinastia di Ur]]. Qui Gilgameš è indicato come il costruttore del santuario (sumerico: ''gu-bu-ra'') di Enlil a [[Nippur]] (sumerico: ''Nibru''):
{{q|Il divino Gilgamesh, colui che andò alla ricerca della pianta della vita,<br />ha costruito il santuario di Enlil|cit. in Giovanni Pettinato, ''I Sumeri'', p. 139}}
* Un tardo principe (sumerico: ''abba'') di Uruk, Anangišdubba (Anam), figlio di Belšemea ai tempi del re Singāmil, afferma in un'iscrizione in lingua sumerica, di aver ricostruito le mura della città già opera del dio Giš-bíl-ga-meš<ref name="Giuseppe Furlani p.123-4">Giuseppe Furlani, ''Miti babilonesi e assiri'', pp. 123-4.</ref>.
* Un'altra iscrizione, sempre sumerica, opera di [[Utukhegal|Utuḫegal]], re di Uruk dal 2041 al 2034 a.C., così riferisce di un discorso agli sconfitti [[Gutei]] (''Gutium''<ref>Sumerico: ''gu-ti-um''.</ref>):
{{q|Enlil me lo (cioè Gutium) ha consegnato,la mia signora Inanna è il mio sostengo, Dumuzi, l{{'}}''ama-ušumgal'' del cielo ha pronunciato il mio destino, il dio Giš-bíl-ga-meš, figlio di Ninsun, quale protettore ''maškim'' mi è stato dato|cit. in Giuseppe Furlani, ''Miti babilonesi e assiri'', p.124}}
* In un inno, sempre in lingua sumerica, Gilgameš è indicato come "fratello maggiore" del re Ur-nammu (2028-2011 ca a.C.) di Ur (sumero: ''Urim'', ''Uri'') sempre indicato come "dio"<ref name="Giuseppe Furlani p.123-4"/>.
== Le epopee di Gilgameš ==
{{Vedi anche|Epopea di Gilgameš}}
Il testo dell{{'}}''[[Epopea di Gilgameš]]'' appartiene all'intera cultura mesopotamica, ovvero della [[Mezzaluna Fertile]], non solo quindi alle sue originarie culture sumerica e assiro-babilonese. Testimonianza di questo fatto è il rinvenimento in più lingue, oltre il sumerico e l'accadico, di versioni di questa epopea: dall'ittita, al ḫurrita, all'elamita. Questi rinvenimenti riguardano non solo l'antico territorio della Mesopotamia, ma anche l'[[Anatolia]] e l'area della [[Siria (regione storica)|Siria]]-[[Palestina]]. L{{'}}''Epopea'' è da considerarsi il più importante dei testi mitologici babilonesi e assiri pervenuti fino a noi.
Esistono sei versioni conosciute di poemi che narrano le gesta di Gilgameš, re sumero di Uruk, nipote di Enmerkar e figlio di Lugalbanda. La versione più conosciuta, ''[[L'epopea di Gilgameš]]'', è scritta in [[Lingua babilonese|babilonese]] su delle tavolette d'argilla rinvenute a [[Ninive]]<ref>{{cita libro |autore=Giovanni Pettinato |titolo=I Sumeri |anno=2007 |editore=Bompiani |città=Milano |pagina=162}}</ref> e raccoglie tutti quegli scritti che hanno come oggetto le imprese del mitico re di Uruk.
=== Riassunto dell{{'}}''Epopea'' nella sua versione classica ===
{{Vedi anche|L'epopea di Gilgameš}}
Gilgameš è il re dispotico di Uruk, i cui sudditi si lamentano con gli dei, stanchi della sua lussuria sfrenata che lo porta a imporsi sulle donne della città. Gli dei ascoltano questa preghiera creando Enkidu, un uomo selvaggio destinato ad affrontare il re. Ma quando i due si impegnano in un combattimento, invece di uccidersi a vicenda, diventano amici e si imbarcano in pericolose avventure. Insieme uccidono il gigante [[Humbaba]] e il [[Toro celeste]], mentre Gilgameš rifiuta l'amore della dea [[Ištar]]. Come punizione per questi atti di empietà, gli dei fanno morire Enkidu nel fiore degli anni.
Sconvolto dalla scomparsa del suo amico, Gilgameš parte alla ricerca dell'immortalità, che lo conduce ai confini del mondo, dove vivono il saggio [[Utnapishtim]] e sua moglie, gli unici sopravvissuti al [[diluvio universale]], ai quali gli dei hanno concesso il dono dell'immortalità. Tuttavia, Utnapishtim non può offrire a Gilgameš ciò che cerca. Sulla via del ritorno, seguendo le istruzioni di Utnapishtim, l'eroe trova una pianta che restituisce la giovinezza a chi la mangia; ma un serpente la ruba e Gilgameš torna a Uruk a mani vuote, convinto che l'immortalità sia appannaggio esclusivo degli dei.
Il nucleo romantico del poema risiede nel lutto di Gilgameš dopo la morte del suo amico. I critici lo considerano come la prima opera letteraria a sottolineare la mortalità umana in opposizione all'immortalità degli dei. Il poema include una versione della storia del diluvio universale.
== Gilgameš nella cultura di massa ==
{{vedi anche|Gilgameš nella cultura di massa|Epopea di Gilgameš#L'Epopea in epoca contemporanea}}
La figura di Gilgameš ha ispirato molte opere della [[letteratura]], dell'[[arte]], della [[musica]], come ha evidenziato lo studioso statunitense di letteratura comparata [[Theodore Ziolkowski]] nel suo libro ''Gilgamesh Among Us: Modern Encounters With the Ancient Epic''.<ref>{{Cita libro |autore=Theodore Ziolkowski |titolo=Gilgamesh Among Us: Modern Encounters With the Ancient Epic |url=https://archive.org/details/gilgameshamongus00ziol |editore=Cornell University Press |anno=2011 |ISBN=978-0-8014-5035-8}}</ref> È stato solo dopo la prima guerra mondiale che Gilgameš ha potuto raggiungere un vasto pubblico, ma è soprattutto dopo la seconda guerra mondiale che la sua antica [[epopea di Gilgamesh|epopea]] è stata fonte di ispirazione per una varietà di [[narrativa di genere|romanzi di genere]], [[fumetti]], [[Musica|musiche]], [[videogiochi]], [[anime]] ecc.<ref name=Ziolkowski>{{cita web |lingua=en |autore=Theodore Ziolkowski |url=http://www.berfrois.com/2011/11/theodore-ziolkowski-gilgamesh/ |titolo=Gilgamesh: An Epic Obsession |editore=Berfrois |data=1º novembre 2011 |accesso=22 settembre 2016}}</ref>
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<references/>
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{{W|mitologia|novembre 2023}}
=== Traduzione in lingua italiana delle epopee ===
* Giovanni Pettinato, (a cura di), ''La Saga di Gilgameš'', Milano, Mondadori, 2008 (prima edizione Miano, Rusconi, 1992).
=== Traslitterazione dal cuneiforme delle epopee ===
* {{en}} Andrew R. George, ''The Babylonian Gilgamesh Epic - Introduction, critical edition and cuneiform texts'', 2 voll., Oxford, Oxford University Press, 2003.
=== Opere esegetiche e altre opere ===
* Enrico Ascalone, ''Mesopotamia'', Milano, Electa, 2005,
* Jean Bottéro & Samuel Noah Kramer, ''Uomini e dei della Mesopotamia'', Torino, Einaudi, 1992.
* Giorgio R. Castellino, ''Testi sumerici e accadici'', Torino, Utet, 1977.
* Giacomo Camuri, ''Gilgamesh'', in ''Enciclopedia filosofica'', vol.5. Milano, Bompiani, 2005.
* Giuseppe Furlani, ''Miti babilonesi e assiri'', Firenze, Sansoni, 1958.
* {{en}} Andrew R. George, ''The Epic of Gilgamesh - a new translation'', Londra, Penguin Classics, 1999.
* {{en}} Marcelle Duchesne Guillemin, ''Pukku and Mekkû'' riportato nel vol.45 n.1 del ''Papers of the 29 Rencontre Assyriologique Internationale'', Londra, 5-9 luglio 1982 (Spring, 1983), pp. 151–156 e pubblicato dal British Institute for the Study of Iraq.
* Harald Haarmann, ''Modelli di civiltà a confronto nel mondo antico: la diversità funzionale negli antichi sistemi di scrittura'', in ''Origini della scrittura'' (a cura di Gianluca Bocchi e Mauro Ceruti), Milano, Bruno Mondadori, 2002.
* {{en}} Thorkild Jacobsen, ''The Sumerian King List'', University of Chicago Oriental Institute, ''Assyriological Studies'' 11, University of Chicago Press, 1939.
* Pietro Mander, ''Le religioni dell'antica Mesopotamia''. Roma, Carocci, 2009.
* Giovanni Pettinato, ''I Sumeri'', Milano, Bompiani, 2007.
* Giovanni Pettinato, ''Mitologia sumerica'', Torino, Utet, 2001.
* Giovanni Pettinato, ''Mitologia assiro babilonese'', Torino, Utet, 2005.
* {{en}} Gonzalo Rubio, ''Reading Sumerian Names, II: Gilgameš'', in ''Journal of Cuneiform Studies'' vol. 64, 2012, 3-16.
* Claudio Saporetti, ''Saggi su il Ghilgameš'', Milano, Simonelli Editore, 2003.
=== Traduzioni inglesi ''online'' ===
* Traslitterazione e traduzione accessibile in:[http://etcsl.orinst.ox.ac.uk/cgi-bin/etcsl.cgi?text=c.1.8.1* The Electronic Text Corpus of Sumerian Literature].
** [https://web.archive.org/web/20061230153028/http://www-etcsl.orient.ox.ac.uk/section1/tr1815.htm Gilgamesh and Humbaba], versione A (L'avventura nella foresta dei cedri).
** [https://web.archive.org/web/20070629164502/http://www-etcsl.orient.ox.ac.uk/section1/tr18151.htm Gilgamesh and Humbaba], versione B
** {{cita web |1=http://www-etcsl.orient.ox.ac.uk/section1/tr1812.htm |2=Gilgamesh and the Bull of Heaven |accesso=14 maggio 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20020807224038/http://www-etcsl.orient.ox.ac.uk/section1/tr1812.htm |dataarchivio=7 agosto 2002 |urlmorto=sì }}
** {{cita web |1=http://www-etcsl.orient.ox.ac.uk/section1/tr1811.htm |2=Gilgamesh and Aga |accesso=14 maggio 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080505051048/http://www-etcsl.orient.ox.ac.uk/section1/tr1811.htm |dataarchivio=5 maggio 2008 |urlmorto=sì }}
** {{cita web |1=http://www-etcsl.orient.ox.ac.uk/section1/tr1814.htm |2=Gilgamesh, Enkidu and the nether world |accesso=14 maggio 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20020825073448/http://www-etcsl.orient.ox.ac.uk/section1/tr1814.htm |dataarchivio=25 agosto 2002 |urlmorto=sì }}
** {{cita web |1=http://www-etcsl.orient.ox.ac.uk/section1/tr1813.htm |2=The death of Gilgamesh |accesso=14 maggio 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061230152520/http://www-etcsl.orient.ox.ac.uk/section1/tr1813.htm |dataarchivio=30 dicembre 2006 |urlmorto=sì }}
* [https://web.archive.org/web/20140515171703/http://king-of-heroes.co.uk/the-epic-of-gilgamesh/reginald-campbell-thompson-translation/ The Epic of Gilgamesh, Complete Academic Translation] by [[Reginald Campbell Thompson|R. Campbell Thompson]].
* [https://web.archive.org/web/20140515171700/http://king-of-heroes.co.uk/the-epic-of-gilgamesh/maureen-gallery-kovacs-translation/ The Epic of Gilgamesh] by Kovacs, M.G.
* [https://web.archive.org/web/20130810090839/http://king-of-heroes.co.uk/the-epic-of-gilgamesh/robert-temple-translation/ He Who Saw Everything: Verse Translation of the Epic of Gilgamesh] by Temple, R.K.G.,
== Voci correlate ==
* [[Epopea di Gilgameš]]
* [[Proto-Dinastico (Mesopotamia)]]
* [[Religioni della Mesopotamia]]
==
{{interprogetto}}
* [[File:Wikibooks-logo.svg|link=b:|18px|Collabora a Wikibooks]] '''[[b:|Wikibooks]]''' contiene un approfondimento su '''''[[b:Gilgameš|Gilgameš]]'''''
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* {{Cita web|url=http://marin.unisal.it/Poema%20di%20Gilgamesh.pdf|titolo=Il poema di Gilgamesh|traduttore=Ponzato|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140407100842/http://marin.unisal.it/Poema%20di%20Gilgamesh.pdf|dataarchivio=7 aprile 2014}}
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