Shahvaraz: differenze tra le versioni

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{{Monarca
|nome = Shahrvaraz
|immagine = ShahrbarazCoinHistoryofIran.jpg
|legenda = Moneta di Shahrvaraz
|inizio regno = 27 aprile 630
|fine regno = 9 giugno 630
|titolo = [[Sovrani sasanidi|Shahanshah dell'Impero Sasanide]]
|predecessore = [[Ardashir III]]
|successore = [[Boran]] (''a [[Ctesifonte]]'')<br/>[[Cosroe III]] (''nel [[Grande Khorasan|Khorasan]]'')
|luogo di morte = [[Ctesifonte]]
|data di morte = 9 giugno [[630]]
|consorte = Mirhran
|dinastia = [[Casato di Mehrān|Mehranidi]]
|padre = Ardashir
|figli = Niceta, [[Sapore V]], Nike
|religione = [[zoroastrismo]]
}}
{{Bio
|Nome = FarrukhanFarrukhān
|Cognome =
|PostCognomeVirgola = noto anche come '''ShahvarazShahrvaraz''', di'''Shahrbaraz''' o Persia'''Shahrwaraz''' ({{persiano|شهربراز}})
|PreData =
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte = Ctesifonte
|GiornoMeseMorte = 9 giugno
|AnnoMorte = 630
|Attività = sovrano
|Epoca = 600
|Attività = generale
|Categorie = no
|Nazionalità = persiano
|PostNazionalità = e successivamente [[scià]] dell'[[impero sasanide]] dal 27 aprile 630 al 9 giugno dello stesso anno
|FineIncipit = è stato un [[generale]] [[persiano]], successivamente fu re della [[Persia]] nel [[630]]
|Immagine =
|Didascalia =
}}
 
Si distinse nel corso della sua vita nel ruolo di ''[[spahbod]]'' (generale) sotto [[Cosroe II]] (regnante dal 590 al 628), ma la sua ascesa definitiva coincise con gli eventi più intensi della [[Guerra romano-persiana del 602-628|guerra bizantino-sasanide del 602-628]] e con quelli immediatamente successivi. Forte della sua gloria, usurpò il trono ad [[Ardashir III]] e divenne sovrano dell'impero sasanide, fu ucciso dai nobili iranici dopo quaranta giorni di mandato, generando un periodo di gravi tumulti politici. Fu sostituito nel suo ruolo dalla regina [[Boran]], anche lei rimasta al potere per una parentesi abbastanza breve; nel [[Grande Khorasan|Khorasan]], invece, fu sostituito da Cosroe III, l'autorità principale ''de facto'' attiva nella regione.
== Shahvaraz il Generale ==
{{C|«Shahvaraz ordinò che i cristiani che erano sopravvissuti a Gerusalemme dovevano essere fatti prigionieri, e spediti poi a [[Babilonia]]; insieme a loro mandò anche la reliquia della vera croce». In realtà la ''Vera Croce'' venne spedita a Ctesifonte! Quindi o i prigionieri vennero spediti a Babilonia e la Vera Croce a Ctesifonte o entrambi a Ctesifonte.|biografie|agosto 2010}}
Farrukhan era nato in [[Persia]] da una famiglia cristiana, e anch'egli era cristiano; si arruolò nell’esercito persiano, dove fece carriera in breve tempo, fino a diventare il generale più importante della Persia. Egli poté mostrare la sua bravura al comando dell’esercito persiano, che stava invadendo l’[[impero bizantino]], con la scusante che l’[[imperatore bizantino]], che sedeva sul trono degli [[Augusto (titolo)|augusti]], [[Foca di Bisanzio|Foca]], aveva assassinato l'augusto [[Maurizio di Bisanzio|Maurizio]]. I persiani iniziarono ad invadere le terre dell'[[Asia minore]], e la [[Giudea]], e per la ferocia con cui Farrukhan combatteva contro i [[bizantini]], ottenne il nome di Shahvaraz, che significava ''cinghiale feroce'', che gli fu dato dal re [[Cosroe II di Persia|Cosroe II]].
 
== Nome ==
Shahvaraz ebbe il più grande successo della sua carriera quando era alla guida dell'esercito persiano che stava invadendo la [[Palestina]], e qui nel [[614]] dopo un lungo sanguinoso assedio, espugnò la città di [[Gerusalemme]], sacra per tutta la cristianità. Shahvaraz ordinò che i cristiani che erano sopravvissuti a Gerusalemme dovevano essere fatti prigionieri, e spediti poi a [[Babilonia]]; insieme a loro mandò anche la reliquia della vera croce, cosa assai umiliante per tutta la cristianità, che si vedeva derubata della sua più importante reliquia. Alcuni bizantini riuscirono a fuggire da Gerusalemme, portando con loro altre reliquie, tra le quali la spugna sacra e la lancia; queste due reliquie furono consegnate all'imperatore [[Eraclio I di Bisanzio|Eraclio I]], insieme alla notizia della caduta di Gerusalemme.
''Shahrvaraz'' è in realtà un titolo, che letteralmente significa "il cinghiale dell'Impero". Ciò attesterebbe la sua destrezza nel comando militare e la sua personalità bellicosa, in quanto il cinghiale era l'animale associato alla divinità zoroastriana Vahram, la versione mitologica della vittoria.<ref name="Gyselen"/> ''Shahrwarāz'' (nelle iscrizioni in [[lingua pahlavi|pahlavi]]: 𐭱𐭲𐭫𐭥𐭫𐭠𐭰, trasl. ''štlwlʾc'') è una crasi di due termini [[Lingua medio persiana|medio persiani]], ovvero ''shahr'', che significa "paese", e ''warāz'', che significa "cinghiale".<ref name="Gyselen">{{cita pubblicazione|autore=Rika Gyselen|titolo=Lorsque l'archéologie rencontre la tradition littéraire. Les titres des chefs d'armée de l'Iran sassanide|rivista=Comptes rendus des séances de l'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres|anno=2001|volume=145|numero=1|pp=447-459|doi=10.3406/crai.2001.16274}}</ref> Questa parola è resa nelle versioni ''Shahrbarāz'' (شهربراز) in [[Lingua persiana|persiano moderno]] e in ''Sarbaros'' (dal [[Greco bizantino|greco]]: Σαρβάρος) o ''Sarbarus'' (in [[latino medievale|latino]]) dalle fonti bizantine, richiamando vagamente "barbaro".<ref>{{cita libro|lingua=en|p=196|url=https://books.google.it/books?id=iuEsEAAAQBAJ&pg=PA196|titolo=The Last Great War of Antiquity|autore=James Howard-Johnston|editore=Oxford University Press|anno=2021|isbn=978-01-98-83019-1}}</ref> Nei suoi scritti, [[Firdusi]] ha adoperato la forma abbreviata ''Gurāz'' (گراز, letteralmente "cinghiale"), che deriva dal medio persiano ''warāz''.<ref name="Shahnama"/>
 
Secondo [[Ṭabarī]], il suo vero nome era ''Farrukhān'' ({{arabo|فرخان}}).<ref name="Shahnama"/> Il nome è stato corrotto in ''Khoream'' in fonti [[Lingua armena|armene]]<ref name="documents-and-history"/> e in ''Farāyīn'' (فرایین) nello ''[[Shāh-Nāmeh]]'' di Firdusi. Quest'ultimo frammentò il personaggio di Shahrbaraz in due, ovvero Farayin, che era l'usurpatore, e Shahran-Guraz, che sostenne la ribellione di [[Bahram Chobin]].<ref name="Shahnama">{{cita libro|titolo=The Shahnama Of Firdausi VI|anno=1912|lingua=en|città=Londra|editore=Kegan Paul Trench Trubner And Co.Ltd|p=50|url=https://archive.org/stream/shahnamaoffirdau015797mbp/shahnamaoffirdau015797mbp_djvu.txt|accesso=17 luglio 2022}}</ref>
Dopo che ebbe conquistato tutta la [[Giudea]], Cosroe II ordinò a Shahvaraz, nel [[619]], di invadere l'[[Egitto]]; già nel [[620]], [[Alessandria d'Egitto]] era nelle sue mani, e alla fine del [[622]] tutto l'Egitto era nelle mani dei persiani, togliendo così ai bizantini la loro più importante fonte di grano. Nello stesso anno visto la vittoria in Egitto, Cosroe II gli affidò il comando delle forze persiane per l'invasione dell'Asia minore, visto che Eraclio I aveva organizzato una controffensiva che doveva colpire l'impero persiano in [[Mesopotamia]].
 
Le fonti armene ricorrono altresì al titolo ''Razmyozan'' (scritto anche ''Razmiozan'', ''Erazmiozan'', ''Razmayuzan'').<ref name="documents-and-history"/><ref>{{cita pubblicazione|url=https://cyberleninka.ru/article/n/destruction-of-the-dur-gu-nasp-temple-in-durb-dag-n-as-a-revenge-for-abduction-of-the-holy-cross-from-jerusalem-in-the-context-of-the-letters-of|titolo=Destruction of the ādur gušnasp temple in ādurbādagān as a revenge for abduction of the Holy Cross from Jerusalem in the context of the letters of Heraclius|autore=Maksymiuk Katarzyna Iwona|data=26 aprile 2017|rivista=Метаморфозы истории|numero=9|lingua=en|via=cyberleninka.ru}}</ref> Il titolo è anche citato come ''Rasmiozdan'', ''Rasmiozan'' (in [[Lingua georgiana|georgiano]]), ''rsmysa'' ({{arabo|رسميسة}}, lettura incerta), ''Rōmēzān'', ''Rūmīzān'', ''Rumbūzān'' ([[Ṭabarī]], ''Tarikh'').<ref name="documents-and-history">{{cita libro|titolo=Documents and the History of the Early Islamic World|anno=2014|editore=BRILL|isbn=978-90-04-28434-0|p=30, nota 18|url=https://books.google.it/books?id=yQWjBQAAQBAJ&pg=PA30|lingua=en}}</ref>
Eraclio I riuscì ad organizzare un esercito militarmente più preparato di quello di Shahvaraz, ma quest'ultimo riuscì ad aggirarlo, e ad avanzare fino al [[Bosforo]], alla volta di [[Costantinopoli]], e nel [[626]] si alleò con gli [[Avari]], e tentò di aiutarli nell’assedio di Costantinopoli, difesa solamente dal suo patriarca, [[Sergio I di Costantinopoli]], e da 10.000 cavalieri bizantini. Così Shahvaraz armò una forte flotta, ma essa venne bruciata nella notte dalla [[marina bizantina]]. Shahvaraz, avendo così perso la sua forza navale, non poteva più aiutare gli Avari a conquistare Costantinopoli, e quindi si vide costretto a barricarsi in [[Calcedonia]]; perse le speranze dell’appoggio dei persiani, gli Avari si videro costretti a ritirarsi, visto le troppe perdite subite. Cosroe II, visto che Shahvaraz aveva fallito, mandò al kadarigan l'ordine di condannarlo a morte, ma i portatori del messaggio vennero intercettati da Eraclio, che fece leggere il messaggio a Shahvaraz; quest'ultimo si fece furbo e inserì nel messaggio, sotto il suo nome, il nome di altri 400 soldati persiani. Dopodiché consegnò la lettera al Kadarigan, chiedendogli se era disposto a obbedire all'ordine e giustiziare quindi 400 soldati. Il Kadarigan rispose che non era disposto a compiere una tale follia e tutti furono d'accordo di non obbedire più agli ordini di Cosroe e di concludere una pace separata con l'Impero d'Oriente.
 
== Shahvaraz re di PersiaBiografia ==
=== Primi anni ===
Shahrvaraz apparteneva al [[casato di Mehrān]], uno dei [[sette grandi casati partici]], ed era figlio di un certo Ardashir.<ref>{{cita|Pourshariati (2008)|p. 181}}.</ref> A un certo momento della sua vita, si unì all'[[esercito sasanide]], ricoprendo con il tempo alte cariche e venendo infine nominato ''[[spahbod]]'' (generale) di Nēmrōz. Il suo rango gli consentì di prendere in moglie la sorella del re sasanide [[Cosroe II]], Mirhran, con la quale Shahrbaraz ebbe un figlio di nome Shapur-i Shahrvaraz divenuto noto, quando salì al potere, come Sapore V.<ref>{{cita|Pourshariati (2008)|p. 205}}.</ref> Shahrvaraz ebbe anche un altro figlio di nome Niceta, che potrebbe essere stato figlio della stessa donna o di un'altra.
 
=== Guerra contro l'impero bizantino ===
Anche i figli di Shahvaraz erano dei generali persiani, e quando vennero a sapere che Cosroe II aveva tentato di uccidere il loro padre, si rifiutarono di servirlo ancora, e nel [[628]] aiutarono il padre nella rivolta contro Cosroe.
{{vedi anche|Guerra romano-persiana del 602-628}}
 
Shahrvaraz viene menzionato per la prima volta quando Cosroe II diede inizio all'ultima e più devastante delle [[Guerre romano-persiane|guerre bizantino-sasanidi]], che durò 26 anni. Cosroe II, insieme a Shahrvaraz e ai suoi altri migliori generali, conquistò [[Dara]] ed [[Edessa (Mesopotamia)|Edessa]] nel 604, e a nord, i bizantini furono respinti alla vecchia [[Guerra romano-persiana del 572-591|frontiera precedente al 591]] prima che Cosroe II desse loro la maggior parte dell'[[Armenia persiana|Armenia sasanide]], parti della Mesopotamia e metà occidentale del [[regno d'Iberia]]. Dopo aver riconquistato il territorio perduto, Cosroe II si ritirò dal campo di battaglia e lasciò che le operazioni militari fossero portate avanti dai suoi migliori generali; tra questi rientrava Shahrvaraz. Nel 610, [[Eraclio I|Eraclio]], un armeno di probabile discendenza [[Arsacidi di Partia|arsacide]], si ribellò contro l'imperatore [[Foca (imperatore)|Foca]] e lo uccise, elevandosi lui stesso a capo di [[Costantinopoli]].<ref name="sha">{{cita|Shahbazi (2005)}}.</ref><ref name="ols133">{{cita|Olster (1993)|p. 133}}.</ref> Dopo essere salito a capo dell'impero, allestì un grande contrattacco contro i [[Impero sasanide|sasanidi]] fuori [[Antiochia di Siria|Antiochia]] nel 613, ma subì una grave disfatta per mano di Shahrvaraz, che inflisse pesanti perdite ai romei e poi ne espugnò la città, garantendo al suo sovrano l'accesso navale al [[Mar Mediterraneo]].<ref name="mar1278">{{cita|Martindale, Jones e Morris (1992)|p. 1278}}.</ref><ref>{{cita|Kaegi (2003)|pp. 70-71}}.</ref>
Nel [[630]] Shahvaraz, per usurpare il trono di Persia, si assicurò l'aiuto del [[Basileus]] Eraclio I, promettendogli che in cambio di aiuti militari egli avrebbe ritirato le sue truppe dalle province orientali dell’impero bizantino, che ancora occupava, e avrebbe restituito la reliquia della sacra croce ai bizantini. Eraclio I non esitò, e accettò la proposta di Shahvaraz. Il trono di Persia era in mano al giovane [[Ardashir III di Persia]], figlio di Kavadh II. Shahvaraz riuscì a conquistare il trono di Persia, ma governò solo per due mesi come re: infatti venne assassinato in una congiura il [[9 giugno]] dello stesso anno.
 
[[File:Byzantine-persian campaigns 611-624-mohammad adil rais.PNG|sinistra|miniatura|upright=1.2|Mappa della campagna dal 611 al 624 attraverso [[Siria]], [[Anatolia]], [[Armenia Unita|Armenia]] e [[Mesopotamia]]]]
== Famiglia ==
 
Dopo la sconfitta bizantina patita alle porte di Antiochia, Eraclio e suo fratello [[Teodoro (fratello di Eraclio)|Teodoro]], insieme al generale [[Niceta (generale bizantino)|Niceta]], unirono i loro eserciti in [[Siria]], finendo però battuti ancora una volta da Shahrvaraz e dalle sue forze, responsabili del successivo assedio di [[Damasco]] e della cattura di un gran numero di prigionieri nemici.<ref>{{cita|Kaegi (2003)|pp. 75-77}}.</ref> Inoltre, Shahrvaraz sconfisse anche un'armata bizantina dislocata vicino a [[Dar'a|Adhri'at]], come testimonia il [[Corano]].<ref>{{cita|Crawford (2013)|p. 43}}.</ref> Uno degli eventi più importanti della sua carriera passò per il momento in cui guidò l'esercito in direzione della [[Palestina]]; dopo un sanguinoso assedio, si appropriò di [[Gerusalemme]], la città sacra dei [[Cristianesimo|cristiani]]. Una volta sottomessa, portò via in trionfo la [[Vera Croce]] a titolo di trofeo. Nel 618, Cosroe II ordinò a Shahrvaraz di invadere l'[[Egitto]] e, nel 619, [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]], principale centro della [[Egitto (diocesi)|Egitto bizantino]], poté dirsi in mano sasanide.<ref>{{cita|Dodgeon, Greatrex e Lieu (2002a)|pp. 196, 235}}.</ref><ref>{{cita|Howard-Johnston (2006)|pp. 10, 90}}.</ref>
Shahvaraz ebbe un figlio di nome Niceta, che fu al servizio dell’impero bizantino, e comandò le truppe bizantine contro gli [[Arabi]] in [[Siria]] negli anni trenta del [[VII secolo]], ma fu catturato e fatto giustiziare dal [['Omar ibn al-Khattāb|califfo Umar]].
 
Dopo la caduta di Alessandria, Shahrvaraz e le sue forze non si fermarono ed estesero il dominio sasanide verso sud lungo il [[Nilo]].<ref>{{cita|Dodgeon, Greatrex e Lieu (2002a)|p. 196}}.</ref> Nel 621, la provincia sasanide egiziana di recente istituzione era saldamente in mano a [[Ctesifonte]] e un certo Sahralanyozan ne fu nominato governatore.<ref>{{cita|Jalalipour (2014)}}.</ref> Nel 622, Eraclio contrattaccò contro l'impero sasanide in [[Anatolia]]; Shahrvaraz fu inviato lì per occuparsi di lui, ma alla fine venne sconfitto.<ref>{{cita|Kaegi (2003)|p. 114}}.</ref>
 
Dopo la vittoria di Eraclio, il generale sasanide marciò verso l'[[Albania caucasica]] e vi trascorse l'inverno.<ref name="kae128">{{cita|Kaegi (2003)|p. 128}}.</ref> Shahrvaraz, insieme a [[Shahin]] e a [[Shahraplakan]] furono successivamente inviati per ordine di Cosroe II a contenere l'avanzata delle forze di Eraclio.<ref name="kae129">{{cita|Kaegi (2003)|p. 129}}.</ref> Shahin riuscì a sconfiggere l'esercito romeo; tuttavia, a causa della gelosia che correva tra i comandanti sasanidi, Shahrvaraz si affrettò con il suo esercito a prendere parte alla gloria della vittoria. Eraclio li incontrò a [[Tigranocerta]] e sconfisse dapprima le forze di Shahraplakan e poi quelle di Shahin. Dopo questo successo, Eraclio attraversò l'[[Aras (fiume)|Arasse]] e si accampò nelle pianure dall'altra parte. Shahin e Shahraplakan, con quanto restava dell'esercito al loro seguito, si unirono a Shahrvaraz all'inseguimento di Eraclio, ma le paludi li rallentarono.<ref name="kae130"/><ref>{{cita|Dodgeon, Greatrex e Lieu (2002b)|p. 204}}.</ref> Nell'Aliovit, una regione dell'antica Armenia, Shahrvaraz divise le sue forze, inviando circa {{formatnum:6000}} soldati a tendere un'imboscata a Eraclio mentre il resto delle truppe si trovava nell'area. Eraclio scagliò un attacco notturno a sorpresa all'accampamento principale sasanide nel febbraio 625, riuscendo a sbaragliarlo. Shahrvaraz vi scampò a malapena, nudo e solo, dopo aver perso le donne del suo harem, le vettovaglie, il vestiario e la sua scorta.<ref name="kae130">{{cita|Kaegi (2003)|p. 130}}.</ref>
 
Eraclio trascorse il resto dell'inverno a nord del [[lago di Van]]. Nel 625, le sue forze tentarono di respingere verso l'Eufrate. In soli sette giorni, aggirarono il monte [[Ararat]] e percorsero {{M|320|u=km}} circa lungo il fiume [[Murat (fiume)|Arsanias]] per catturare [[Diyarbakır|Amida]] e [[Silvan (Turchia)|Martiropoli]], due importanti fortezze sul [[Tigri]] superiore.<ref name="lut447448">{{cita|Luttwak (2011)|pp. 447-448}}.</ref><ref name="kae131">{{cita|Kaegi (2003)|p. 131}}.</ref> Eraclio proseguì poi verso l'Eufrate, inseguito e pressato da Shahrvaraz. Secondo fonti arabe, fu fermato presso il fiume Satidama o Batman Su e sconfitto; le opere bizantine, tuttavia, non menzionano questo episodio.<ref name="kae131"/> Un'altra scaramuccia minore tra Eraclio e Shahrvaraz ebbe luogo presso il fiume [[Seyhan (fiume)|Seyhan]] vicino ad [[Adana]].<ref name="kae132">{{cita|Kaegi (2003)|p. 132}}.</ref> Shahrvaraz stazionò le sue forze dall'altra parte del fiume rispetto agli avversari.<ref name="nor91">{{cita|Norwich (1997)|p. 91}}.</ref> Poiché un ponte attraversava il fiume e i bizantini si lanciarono immediatamente all'attacco; Shahrbaraz finse di ritirarsi per condurre gli ostili in un'imboscata e l'avanguardia dell'esercito di Eraclio fu annientata nel giro di pochi minuti. I sasanidi, tuttavia, avevano trascurato di coprire il ponte, ed Eraclio attaccò la retroguardia, senza paura delle frecce che i suoi avversari orientali scagliarono, ribaltando le sorti dello scontro.<ref name="nor92">{{cita|Norwich (1997)|p. 92}}.</ref> Shahrvaraz espresse la sua ammirazione per Eraclio a un greco rinnegato: «Guarda il tuo imperatore! Non teme queste frecce e queste lance più di quanto temerebbe un'incudine!».<ref name="nor92"/> La battaglia di Sarus si rivelò un successo bizantino dal punto di vista tattico, benché ingigantito dai panegiristi.<ref name="kae132"/> Uno degli ulteriori successi riguardò il saccheggio di Dastagerd, dove si trovava la reggia di Cosroe, e dove, oltre a un grande bottino, i bizantini recuperarono «più di 300 tra stendardi e labari catturati dai sasanidi nel corso dei secoli durante le guerre con i romani».<ref>{{cita|Leoni (2005)|p. 39}}.</ref> All'indomani delle operazioni, l'esercito aggressore svernò a [[Trebisonda]].<ref name="nor92"/>
 
=== Assedio di Costantinopoli ===
{{vedi anche|Assedio di Costantinopoli (626)}}
 
Shahrvaraz, insieme a un esercito di dimensione ridotta, riuscì a farsi strada nel fianco del seguito di Eraclio e si diresse verso la [[Calcedonia]], la base sasanide al di là del [[Bosforo]] rispetto a Costantinopoli. Cosroe II si coordinò con il [[khagan]] degli [[Avari]] in modo da lanciare un attacco coordinato a Costantinopoli da entrambi i lati europei e asiatici.<ref name="lut447448"/> Gli uomini di Shahrbaraz di stanza in Calcedonia, una volta appreso che gli Avari avevano raggiunto la propria posizione sul continente europeo, distrussero l'[[acquedotto di Valente]].<ref>{{cita|Leoni (2005)|p. 36}}.</ref> A causa del controllo della [[marina bizantina]] dello stretto del Bosforo, tuttavia, i sasanidi non potevano inviare truppe dalla parte europea per aiutare i loro alleati.<ref>{{cita|Kaegi (2003)|pp. 133, 140}}.</ref> Ciò ridusse l'efficacia dell'aggressione, in quanto i sasanidi erano esperti nella guerra d'assedio.<ref name="dod179">{{cita|Dodgeon, Greatrex e Lieu (2002b)|pp. 179-181}}.</ref> Inoltre, la coalizione aveva difficoltà nel comunicare attraverso il sorvegliato Bosforo, sebbene indubbiamente fosse in essere un sistema di corrispondenza tra le controparti.<ref name="lut447448"/><ref>{{cita|Kaegi (2003)|pp. 134, 140}}.</ref>
 
[[File:Constantinople area map.svg|upright=1.2|miniatura|Mappa dei dintorni di Costantinopoli in epoca bizantina]]
 
Il 7 agosto, una flotta di zattere sasanide che trasportava truppe attraverso il Bosforo fu circondata e distrutta da navi romee. Gli [[Slavi]] che combattevano per gli Avari tentarono di attaccare le mura del mare dall'altra parte del [[Corno d'Oro]], mentre il principale schieramento avaro attaccava le mura di terra. Le galee del patrizio Bono speronarono e distrussero le imbarcazioni slave, mentre l'assalto terrestre protrattosi dal 6 al 7 agosto terminò con un insuccesso.<ref>{{cita|Kaegi (2003)|p. 137}}.</ref> Ricevuta la notizia che Teodoro aveva trionfato in modo decisivo su Shahin (presumibilmente spingendo quest'ultimo a morire di depressione), gli Avari si ritirarono nell'entroterra dei [[Penisola balcanica|Balcani]] per due giorni, non minacciando mai più seriamente Costantinopoli fino alla loro scomparsa. Anche se l'esercito di Shahrbaraz era ancora accampato in Calcedonia, ogni timore per Costantinopoli poteva dirsi scomparso.<ref>{{cita|Luttwak (2011)|p. 450}}.</ref><ref name="nor93">{{cita|Norwich (1997)|p. 93}}.</ref>
 
Deluso dal fallimento di Shahrvaraz, Cosroe II inviò un messaggero che portò una lettera a Kardarigan, il comandante in seconda dell'esercito sasanide. La missiva diceva che Kardarigan avrebbe dovuto uccidere Shahrvaraz e riportare il suo esercito a [[Ctesifonte]]; tuttavia, i portatori della lettera furono intercettati in [[Galazia]] dai soldati bizantini, i quali consegnarono la lettera al futuro imperatore [[Costantino III (imperatore)|Costantino III]] e che a sua volta la affidò a Eraclio. Dopo aver letto la lettera, si offrì di mostrarla a Shahrvaraz in un incontro a Costantinopoli. Il generale accettò la sua proposta e incontrò Eraclio nella capitale, dove lesse la missiva e si convinse dell'autenticità della stessa.<ref>{{cita|Kaegi (2003)|p. 148}}.</ref> Shahrvaraz modificò quindi il contenuto dello scritto, nello specifico il passaggio in cui si affermava che Cosroe II desiderava l'uccisione di 400 ufficiali, facendo sì che Kardarigan e il resto dell'esercito gli rimanessero fedeli.<ref name="dod171">{{cita|Dodgeon, Greatrex e Lieu (2002b)|p. 205}}.</ref>
 
Il generale sasanide trasferì quindi il suo esercito nel nord della Siria, dove in tempi brevi avrebbe potuto decidere se sostenere, a seconda delle circostanze, Cosroe o Eraclio. Frastornato il comandante più abile al servizio di Cosroe, Eraclio privò il suo nemico di alcune delle sue truppe migliori e più esperte, ponendosi in una posizione di forza rispetto al suo vicino orientale.<ref>{{cita|Kaegi (2003)|p. 151}}.</ref>
 
=== Rovesciamento di Cosroe II ===
 
Nel 627, Cosroe inviò una lettera a Shahrvaraz, in cui si diceva che avrebbe dovuto spedire il suo esercito a Ctesifonte. Il destinatario, tuttavia, disobbedì e si trasferì in [[Asuristan]], dove stabilì un accampamento ad Ardashir Khurrah. Cosroe inviò quindi Farrukhzad a negoziare con lui; tuttavia, Farrukhzad cospirò segretamente contro Cosroe e si unì a Shahrvaraz.<ref>{{cita|Pourshariati (2008)|p. 147}}.</ref>
 
Un anno dopo, le famiglie feudali dell'impero sasanide, stanche della guerra contro i bizantini e delle politiche oppressive di Cosroe, liberarono il figlio di quest'ultimo, Sheroe, che era stato imprigionato dal proprio padre. Le famiglie feudali includevano lo stesso Shahrvaraz, che rappresentava la famiglia Mehrān; il [[casato di Ispahbudhan]] rappresentato dallo ''spahbod'' Farrukh Hormizd e i suoi due figli [[Rostam Farrokhzād]] e Farrukhzad; la fazione armena rappresentata da Varaztirots II Bagratuni; e infine il ''[[kanarang]]'' Kanadbak.<ref>{{cita|Pourshariati (2008)|p. 173}}.</ref> A febbraio, Sheroe, insieme ad Aspad Gushnasp, catturò Ctesifonte e imprigionò Cosroe II. Sheroe si autoproclamò re dell'impero sasanide il 25 febbraio, assumendo come nome per regnare [[Kavad II]]. Con l'aiuto di Piruz Cosroe, giustiziò tutti i suoi fratelli e fratellastri, incluso il figlio prediletto di Cosroe II Mardanshah. Tre giorni dopo, ordinò a Mihr Hormozd di uccidere suo padre. Con il placet dei nobili dell'impero sasanide, Kavad II giunse poi a una pace con l'imperatore bizantino Eraclio; ai sensi della stessa, i romei riconquistarono ogni territorio perduto, riabbracciarono i propri prigionieri e ricevettero un'[[indennità di guerra]], insieme alla Vera Croce e ad altre reliquie perse a Gerusalemme nel 614.<ref>{{cita|Luttwak (2011)|p. 441}}.</ref><ref>{{cita|Kaegi (2003)|p. 178, 189-190}}.</ref>
 
In seguito alla perdita di quanto concesso al nemico in virtù del trattato di pace, l'amarezza di alcuni membri dell'aristocrazia rese possibile la costituzione di alcune entità indipendenti all'interno dell'impero sasanide. Una simile politica frammentò le risorse del paese; inoltre, dighe e canali furono abbandonati e una devastante pestilenza scoppiò nelle province occidentali dell'[[Iran]], decimando metà della popolazione insieme a Kavad II, al quale successe [[Ardashir III]].<ref name="sha"/>
 
=== Usurpazione del trono ===
[[File:Southwestern part of the Sasanian Empire.jpg|miniatura|upright=1.2|La [[Mesopotamia]] sasanide e le regioni circostanti]]
 
Dopo la morte di Kavad II, Eraclio inviò a Shahrbaraz una lettera in cui diceva:
 
{{citazione|Ora che il re iranico è morto, il trono e il regno sono giunti a te. Lo dono a te e alla tua progenie che verrà. Se è necessario un esercito, manderò in tuo aiuto tutte le [truppe] di cui potresti aver bisogno.<ref>{{cita|Pourshariati (2008)|p. 177}}.</ref>}}
 
Il 27 aprile 630, Shahrvaraz assediò Ctesifonte al comando di 6.000 uomini.<ref>{{cita|Pourshariati (2008)|pp. 180, 182}}.</ref> Tuttavia, non riuscì a conquistare la città, ragion per cui strinse un'alleanza con Piruz Cosroe, a capo dei ''Parsig'' (persiani) e il precedente ministro dell'impero durante il regno del padre di Ardashir, Kavad II. Giunse inoltre a un'alleanza con Namdar Gushnasp, che gli era succeduto come ''spahbod'' di Nēmrōz nel 626.<ref>{{cita|Pourshariati (2008)|p. 180}}.</ref> Shahrvaraz, con l'aiuto di queste due potenti figure, espugnò Ctesifonte, e decise di giustiziare Ardashir III insieme a molti nobili sasanidi, incluso il ministro di Ardashir Mah-Adhur Gushnasp. A quel punto, Shahrvaraz divenne il nuovo [[scià]] (re) dell'impero sasanide, e uccise Kardarigan, che si opponeva Shahrbaraz dopo la sua usurpazione del trono.<ref>{{cita|Pourshariati (2008)|pp. 181, 183}}.</ref><ref name="mar271">{{cita|Martindale, Jones e Morris (1992)|p. 271}}.</ref>
 
Eraclio riconobbe anche il figlio cristiano di Shahrvaraz Niceta come suo erede. In quel frangente, un cristiano iranico come erede dell'impero sasanide sembrò aprire le possibilità della cristianizzazione dell'Iran.<ref>{{cita|Kaegi (2003)|pp. 188-189, 206}}.</ref> Dopo un po' di tempo, Shahrvaraz fece crocifiggere Shamta, il figlio dell'ex ministro delle finanze Yazdin, in una chiesa di [[Diocesi di Marga|Marga]].<ref>{{cita|Morony (2005)|p. 188}}.</ref> È plausibile che il motivo di questa esecuzione fosse dovuto al fatto che quest'ultimo aveva insultato Shahrbaraz durante il regno di Cosroe II.<ref>{{cita|Kaegi (2003)|p. 176}}.</ref> Quaranta giorni dopo, il 9 giugno 630, nel corso di una cerimonia Shahrbaraz fu ucciso da un giavellotto lanciato da Farrukh Hormizd, che poi aiutò [[Boran]], figlia di Cosroe II, a salire al trono.<ref>{{cita|Pourshariati (2008)|p. 184}}.</ref><ref>{{cita|Morony (2005)|p. 92}}.</ref>
 
== Rilevanza storica ==
Shahrvaraz aveva svolto un ruolo importante nella [[Guerra romano-persiana del 602-628|guerra bizantina-sasanide del 602/628]] e negli eventi verificatisi dopo la guerra; il suo ammutinamento contro Cosroe II fece piombare l'impero sasanide in una guerra civile. Dopo la morte di Shahrvaraz, suo figlio Shapur-i Shahrvaraz depose Boran e divenne re dell'impero adottando il nome di Sapore V. Il suo regno, tuttavia, non durò a lungo ed egli fu presto deposto dai nobili sasanidi.<ref>{{cita|Pourshariati (2008)|pp. 204, 205}}.</ref> Nello stesso periodo, Niceta entrò al servizio dei bizantini, divenendo uno dei generali romei presenti alla [[battaglia dello Yarmuk]] durante le [[guerre arabo-bizantine]].<ref name="mar943">{{cita|Martindale, Jones e Morris (1992)|p. 943}}.</ref>
 
Nei secoli successivi, ha preso forma una saga dettagliata ispirata a eroismo e romanticismo e relativa a Shahrvaraz. Nel periodo islamico, comparve nella leggenda di Umar ibn al-Numan e dei suoi figli che furono inclusi nelle ''[[Le mille e una notte]]'', influenzando essa stessa l'epopea tardo-bizantina di [[Digenis Akritas]].<ref>{{cita|Shahbazi (1990)|pp. 588-599}}.</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
 
* {{cita libro|autore=Peter Crawford|cid=Crawford (2013)|anno=2013|lingua=en|titolo=The War of the Three Gods: Romans, Persians and the Rise of Islam|editore=Pen and Sword|isbn=978-14-73-82865-0}}
* {{cita libro|cognome= Ostrogorsky |nome= Georg |wkautore= Georg Alexandrovič Ostrogorsky |titolo= Storia dell'Impero bizantino |anno= 1968 |editore= Einaudi |città= Milano |id= ISBN 88-06-17362-6}}
* {{cita libro|autore=Michael H. Dodgeon|autore2=Geoffrey Greatrex|autore3=Samuel N.C. Lieu|cid=Dodgeon, Greatrex e Lieu (2002a)|anno=2002a|titolo=The Roman Eastern Frontier and the Persian Wars (Part I, 226-363 AD)|editore=Routledge|isbn=0-415-00342-3|url=https://books.google.it/books?id=zoZIxpQ8A2IC&printsec=frontcover&hl=it|lingua=en}}
* {{cita libro|cognome= Norwich |nome= John Julius |wkautore= John Julius Norwich |titolo= Bisanzio |anno= 2000 |editore= Mondadori |città= Milano |id= ISBN 88-04-48185-4 |cid=Norwich}}
* {{cita libro|autore=Michael H. Dodgeon|autore2=Geoffrey Greatrex|autore3=Samuel N.C. Lieu|cid=Dodgeon, Greatrex e Lieu (2002b)|anno=2002b|titolo=The Roman Eastern Frontier and the Persian Wars (Part II, 363-630 AD)|editore=Routledge|isbn=0-415-00342-3|url=https://books.google.it/books?id=zoZIxpQ8A2IC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|lingua=en}}
* {{en}} Michel Whitby, ''Rome at War AD 293-696'', Osprey Publishing, 2002.
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* {{cita libro|cognome= Lilie |nome= Ralph-Johannes |titolo= Bisanzio la seconda Roma |anno= 2005 |editore= Newton & Compton |città= Roma |id= ISBN 88-541-0286-5 |cid=Lilie}}
* {{cita pubblicazione|autore=Saeid Jalalipour|cid=Jalalipour (2014)|anno=2014|titolo=Persian Occupation of Egypt 619-629: Politics and Administration of Sasanians|editore=California State University|città=Fullerton|rivista=Sasanika|url=https://kipdf.com/download/persian-occupation-of-egypt-politics-and-administration-of-sasanians_5ad11d397f8b9a527d8b4637.html|lingua=en|accesso=18 luglio 2022}}
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* {{cita libro|lingua=en|autore=John Robert Martindale|autore2=Arnold Hugh Martin Jones|autore3=J. Morris|cid=Martindale, Jones e Morris (1992)|anno=1992|titolo=The Prosopography of the Later Roman Empire, Volume III: A.D. 527-641|città=Cambridge|editore=Cambridge University Press|isbn=978-0-521-20160-5}}
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* {{cita libro|autore=[[John Julius Norwich]]|cid=Norwich (1997)|anno=1997|lingua=en|titolo=A Short History of Byzantium|editore=Vintage Books|isbn=0-679-77269-3}}
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* {{cita libro|lingua=en|autore=Richard E. Payne|cid=Payne (2015)|url=https://books.google.it/books?id=UaswDwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|anno=2015|titolo=A State of Mixture: Christians, Zoroastrians, and Iranian Political Culture in Late Antiquity|editore=Univ of California Press|isbn=978-05-20-29245-1}}
* {{cita libro|lingua=en|autore=A. Shapur Shahbazi|cid=Shahbazi (2005)|anno=2005|capitolo=Sasanian Dynasty|titolo=Encyclopædia Iranica|url=https://www.iranicaonline.org/articles/sasanian-dynasty}}
* {{cita libro|autore=A. Shapur Shahbazi|cid=Shahbazi (1990)|anno=1990|capitolo=Byzantine-Iranian relations|titolo=Encyclopaedia Iranica|volume=IV, Fasc. 6|pp=588-599|url=https://www.iranicaonline.org/articles/byzantine-iranian-relations|lingua=en}}
 
== Voci correlate ==
 
* [[Assedio di Costantinopoli (626)]]
* [[Eraclio I di Bisanzio]]
* [[Cosroe II]]
* [[Persia]]
 
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