Haiku: differenze tra le versioni

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{{AvvisounicodeNota disambigua}}
[[File:A little cuckoo across a hydrangea(Haiga) by Yosa Buson.jpg|thumb]]
{{Nota disambigua|descrizione=il [[sistema operativo]] derivante da [[BeOS]]|titolo=[[Haiku (sistema operativo)]]}}
L''''haiku''' (俳句, pronuncia giapponese /{{IPA|haikɯ}}/ con tono basso su /{{IPA|ha}}/ e tono alto su /{{IPA|ikɯ}}/, e opzionalmente con abbassamento tonale alla fine, nella catena parlata; pronuncia italiana /{{IPA|'(h)aiku}}/ o /{{IPA|(h)ai'ku}}/) è un componimento poetico nato in [[Giappone]], composto da tre versi caratterizzati da cinque, sette e ancora cinque [[sillabe]].
 
L'{{nihongo|'''haiku'''|俳句||{{IPA|[häikɯ]}}}} è un componimento [[Poesia|poetico]] nato in [[Giappone]] nel [[XVII secolo]]. È composto da tre [[Verso|versi]]<ref>http://www.treccani.it/enciclopedia/haiku/</ref> per complessive diciassette [[mora (fonologia)|more]] (e non [[sillaba|sillabe]], come comunemente detto<ref>http://www.treccani.it/enciclopedia/ritmo_(Enciclopedia-dell'Italiano)/</ref><ref>"Nelle lingue con inventario sillabico ridotto la percentuale di segmenti vocalici per unità di tempo sarà superiore a quella di lingue con struttura sillabica più ricca e complessa (cfr. Ramus, Nespor & Mehler 1999). Di conseguenza, in giapponese, il ritmo sarà tendenzialmente isomoraico, in italiano isosillabico." Vedi www.treccani.it</ref>), secondo lo schema 5/7/5.<ref>https://libreriamo.it/poesie/10-haiku-piu-belli-letteratura-giapponese/</ref><ref>https://medium.com/the-universal-artist-guild/one-syllable-two-morae-9ba336ea1b58#:~:text=If%20you%20do%20a%20quick,grammar.yourdictionary.com).</ref><ref>https://www.sljfaq.org/afaq/afaq.html</ref> e include sempre una parola che esprime una stagione (kigo).<ref>{{Cita web|lingua=ja|autore=小学館 和伊中辞典 2版|url=https://kotobank.jp/jaitword/%E4%BF%B3%E5%8F%A5|titolo=俳句をイタリア語で言うと - コトバンク 和伊辞典|sito=コトバンク|accesso=2025-07-28}}</ref>
== L'haiku ==
L'haiku fu creato in [[Giappone]] nel [[XVII secolo]], ma deriva dal [[tanka]], componimento poetico di 31 sillabe (o meglio, 31 ''[[mora (fonologia)|morae]]'') che risale già al [[IV secolo]].
Quest'ultimo è formato da 5 versi di, rispettivamente, 5-7-5-7-7 ''morae'', eliminando gli ultimi due versi si forma l'haiku.
 
Inizialmente indicato con il termine {{nihongo|''hokku''|発句||{{lett|[[strofa]] d'esordio}}}}, deve il suo nome attuale allo scrittore giapponese [[Masaoka Shiki]] (1867-1902), il quale coniò il termine verso la fine del [[XIX secolo]], quale forma contratta dell'espressione ''haikai no ku'' ({{nihongo2|俳諧の句}}, letteralmente "verso di un poema a carattere scherzoso"). Il genere haiku, benché già noto e diffuso in Giappone, conobbe un fondamentale sviluppo tematico e formale nel [[periodo Edo]] (1603-1868), quando numerosi poeti tra cui [[Matsuo Bashō]], [[Kobayashi Issa]], [[Yosa Buson]] e, successivamente, lo stesso [[Masaoka Shiki]] utilizzarono prevalentemente questo genere letterario per descrivere la [[natura]] e gli accadimenti umani direttamente collegati ad essa.
L'haiku è una poesia dai toni semplici, senza alcun titolo, che elimina fronzoli lessicali e congiunzioni, traendo la sua forza dalle suggestioni della natura e delle stagioni: per via dell'estrema brevità la composizione richiede una grande sintesi di pensiero e d'immagine. Soggetto dell'haiku sono scene rapide ed intense che rappresentano appunto, in genere, la natura e le emozioni che esse lasciano nell'animo dell<nowiki>'</nowiki>''haijin'' (il poeta).
L'ultimo verso è, tradizionalmente, il cosiddetto ''riferimento stagionale'' (''kigo''), cioè un accenno alla stagione che definisce il momento dell'anno in cui viene composta o al quale è dedicata.
 
== Haiku ==
La mancanza di nessi evidenti tra i versi lascia spazio ad un vuoto ricco di suggestioni, quasi come una traccia che sta al lettore completare.
{{F|Giappone|agosto 2016|arg2=poesia}}
L'haiku ha origini molto incerte: sembra derivare dal genere di poesia classica giapponese chiamato [[waka]] 和歌 (letteralmente, "poesia giapponese"), poi ribattezzata [[tanka]] 短歌 ("poesia breve") da Masaoka Shiki, ma molto probabilmente trae origine dalla prima strofa (lo hokku) di un [[renga]], il componimento poetico a più mani. Lo haiku è caratterizzato dalla peculiare struttura in 3 versi, rispettivamente di 5, 7 e 5 [[Mora (fonologia)|more]].
 
Per la sua immediatezza e apparente semplicità, l'haiku fu per secoli una forma di poesia "popolare" trasversalmente diffusa tra tutte le classi sociali in contrasto alle costruzioni retoriche dei waka e solamente nel [[XVII secolo]] venne riconosciuto come una vera e propria forma d'arte grazie ad alcune opere di famosi scrittori tra cui [[Matsuo Bashō]]<ref>Faubion Bowers, The Classic Tradition of Haiku: An Anthology, Dover Thrift Editions, 1997</ref>. L'haiku è una poesia dai toni semplici, senza alcun titolo, che elimina fronzoli lessicali e retorici, traendo la sua forza dalle [[Suggestione|suggestioni]] della natura nelle diverse [[Stagione|stagioni]]. La composizione richiede una grande [[Sintesi (filosofia)|sintesi]] di pensiero e d'immagine in quanto il soggetto dell'haiku è spesso una scena rapida ed intensa che descrive la natura e ne cristallizza i particolari nell'attimo presente. L'estrema concisione dei versi lascia spazio ad un vuoto ricco di suggestioni, come una traccia che sta al lettore completare.
In Giappone si calcola che più di dieci milioni di persone (circa il 10% della popolazione) si dilettino a scrivere haiku. I gruppi di poeti che si riuniscono per parlare di haiku si chiamano ''haijin''. Pressoché ogni giornale nipponico ha una sezione riservata agli haiku.
Molto diffusa nel [[periodo Edo]] era la scrittura di diari di viaggio (''haibun ''俳文) inframmezzando parti in prosa con componimenti del genere haiku, un famoso esempio è l'opera ''[[Oku no hosomichi]]'' del poeta [[Matsuo Bashō]], completata dopo un pellegrinaggio nel Nord del Giappone, nel 1689.
 
== ''Kigo'' ==
Tra i maggiori poeti di haiku si ricordano [[Matsuo Bashō]], [[Yosa Buson]], [[Kobayashi Issa]], [[Masaoka Shiki]], Chiyo.
In ogni haiku è presente un ''riferimento stagionale'' (il ''kigo ''季語 o "parola della stagione"), cioè un accenno alla stagione che definisce il momento dell'anno in cui viene composto o al quale si riferisce. Il ''kigo'' può essere un animale (come la rana per la primavera o la lucciola per l'estate), un luogo, una pianta, ma anche il nome di un evento oppure una tradizione, come ad esempio i fuochi d'artificio per indicare l'estate. Il ''kigo'' costituisce il tema principale dell'haiku ed è considerato dagli ''haijin'' 俳人 ("poeti di haiku") il cuore stesso del componimento poetico. Il Maestro giapponese Seki Ōsuga (1881-1920) afferma al riguardo che “il richiamo alla stagione rappresenta quel sentimento che emerge dalla semplice osservazione e contemplazione della dignità naturalistica, e proprio qui risiede l'interesse nei confronti della poesia haiku, laddove ogni cosa è armonizzata e ricondotta ad unità attraverso questo stesso sentimento.”<ref>{{Cita libro|autore = Seki Ōsuga|titolo = Otsuji Hairon-shū (Otsuji's Collected Essays on Haiku Theory)|anno = 1947|editore = Tōyō Yoshida|città = Tokyo}}</ref>
Data la loro importanza per la corretta scrittura di haiku, in Giappone vengono redatti dei cataloghi chiamati ''saijiki ''歳時記 ("antologia delle stagioni") che raccolgono tutti i riferimenti divisi per stagione in sette sezioni convenzionali: Stagione, Fenomeni celesti, Fenomeni terrestri, Eventi, Vita umana, Animali e Piante.
 
In forma indiretta e meno rigida, il ''kigo'' è utilizzato anche nelle canzoni [[J-pop]], dove ad esempio i ciliegi o l'inizio delle scuole fanno pensare alla primavera.
== Esempi di haiku ==
;Matsuo Basho
 
== ''Kireji'' ==
<poem>Nel vecchio stagno
I versi dell'haiku sono strutturati in modo da presentare almeno un ''kireji ''切れ字 ("parola che taglia"), ossia una cesura, un rovesciamento che può essere o meno indicato da un trattino, una virgola, un punto, ecc., ma che nella lingua giapponese viene resa attraverso particolari categorie di parole non direttamente traducibili in italiano, come ''ya ''や, ''kana ''かな e ''keri ''けり.
una rana si tuffa.
Il kireji ha la funzione di segnalare al lettore un ribaltamento semantico o concettuale, un capovolgimento di significato che può avvenire ad esempio tra il primo e i due versi seguenti, oppure in qualsiasi altra posizione. La tradizione poetica risalente allo ''hokku'', vuole, tuttavia, che tale stacco (''kiru ''切る) venga preferibilmente collocato al termine del primo o del secondo verso.
Rumore d'acqua.</poem>
 
Tale rovesciamento semantico è spesso indice della riuscita di un haiku, sottintendendo la complessità del sentire poetico e realizzando un salto dell'immaginazione tra concetti e immagini apparentemente distanti.
''古池や蛙飛びこむ水の音 (furu ike ya kawazu tobikomu mizu no oto)''
 
Un esempio evidente lo troviamo nello haiku di Masahide, dove il trattino rappresenta il rovesciamento, il salto:
{{Citazione|Il tetto s'è bruciato –<br />ora<br />posso vedere la luna.|Masahide<ref name="Stryk, Ikemoto 1995">Stryk, Ikemoto,''Poesie Zen'', Newton Compton, Roma, 1995, pag. 100</ref>}}
 
== ''La "scuola del verso libero"'' ==
 
Nonostante l'haiku classico e più diffuso segua lo schema moraico 5/7/5, importanti autori, sia giapponesi sia italiani, hanno preferito uno schema più libero. In particolare ricordiamo i maestri giapponesi Hekigodo, Hosai e Hosha. Arena<ref name="Leonardo Vittorio Arena 1995">Leonardo Vittorio Arena,''Haiku'', Rizzoli, Milano, 1995</ref> afferma, in relazione ai precedenti, che essi aderirono alla "scuola del verso libero". Alfonso osserva acutamente che "se è vero che ogni rigido purismo formale può alimentare quel fenomeno di destabilizzazione che favorisce il processo creativo, è anche vero che esso può essere posto, per converso, al servizio di quelle difese psicologiche volte a proteggere, legittimamente e umanamente, i nostri attaccamenti consci o inconsci, di qualsiasi genere essi siano."<ref name="mauroalfonso.eu">{{cita web|url=http://www.mauroalfonso.eu/articoli/haiku_e_processo_creativo.htm|titolo=''L'haiku come modello di una teoria del processo creativo''|autore=Mauro Alfonso|accesso=15 agosto 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140811072411/http://www.mauroalfonso.eu/articoli/haiku_e_processo_creativo.htm|urlmorto=sì}}</ref>
Tra i poeti italiani che hanno adottato forme metriche "libere" ricordiamo [[Ungaretti]].
 
=== Haiku come anti-sillogismo ===
La presenza del salto logico (kiru) a cui costringe l'haiku, ha fatto dire che esso può essere visto come una forma di anti-sillogismo. Quella conclusione che nel sillogismo è logicamente determinata e rigorosamente connessa, nello haiku appare, in molti casi, illogica, priva di apparente connessione. Questo salto, questa illogicità, appaiono comprensibili se considerati, invece, psicologicamente<ref name="mauroalfonso.eu" />.
 
=== Haiku come “innovazione” ===
L'haiku (visto come anti-sillogismo) e il sillogismo stesso incarnano, a ben vedere, la doppia condizione della vita, che, per mantenersi, deve riuscire sia a rinnovarsi sia ad innovarsi. Se il rinnovamento esprime la riproduzione dei cicli vitali, l'innovazione deve realizzare quelle trasformazioni che permettono alla vita di affrontare e superare quei mutamenti dell'ambiente (ad esempio l'incendio di un tetto; si veda sopra l'haiku di Masahide) che ostacolano oppure rendono impossibili o inefficaci i processi ciclici di rinnovamento. L'innovazione è, quindi, la capacità della vita di far emergere, di produrre, soluzioni vitali nuove (salto). In fondo, l'haiku, l'arte, ed ogni scoperta scientifica rappresentano tutte quelle rivoluzioni che vanno oltre le vecchie forme e i vecchi schemi, divenuti incapaci di garantire la sopravvivenza della vita. La vita sopravvive soltanto facendosi opera d'arte di sé stessa<ref name="mauroalfonso.eu"/>.
 
Poiché nell'uomo, a causa della sua specificità, il bisogno vitale di sopravvivere coinvolge la coscienza, egli, ha, talvolta, necessità di rendere più complessa la propria esperienza; deve, cioè, riuscire ad andare oltre se stesso verso una nuova e diversa coscienza, più ricca ed affettivamente pregnante. Questo elemento di novità, mai privo di armonia, costituisce quella fascinazione che pervade e contraddistingue l'haiku ed ogni altra opera d'arte<ref name="mauroalfonso.eu"/>.
 
=== Haiku come modello del processo creativo ===
Questo processo (salto) creativo è, però, tutt'altro che agevole e spontaneo. [[Leonardo Vittorio Arena]] ricorda, infatti, come a volte, sia necessario "un rigido training", anche per la composizione di un haiku.<ref name="Leonardo Vittorio Arena 1995 pag9">Leonardo Vittorio Arena,''Haiku'', Rizzoli, Milano, 1995, pag. 9</ref> A questo proposito egli ne cita uno di [[Kobayashi Issa|Issa]] che avrebbe richiesto mesi per la stesura definitiva:
<poem>
Una grossa lucciola
in vibrante tremolio
s'allontana – penetrante<ref name="wordpress.com">{{cita web|url=https://ilviandanteelasuaombra.wordpress.com/2012/08/17/cos-un-haiku/|titolo=Cos'è un Haiku ?| data=17 agosto 2012|accesso=15 agosto 2014}}</ref>.</poem>
 
Secondo [[Leonardo Vittorio Arena|Arena]], lo spunto immediato è stato sottoposto ad una lunga e faticosa rielaborazione<ref name="wordpress.com" /><ref>Leonardo Vittorio Arena,''Haiku'', Rizzoli, Milano, 1995 pag. 11</ref>: una simile fase gestatoria è comune ad ogni lavoro di creazione artistica, sia essa un'opera d'arte in senso stretto sia essa una scoperta scientifica<ref name="mauroalfonso.eu"/>. Ogni processo di creazione originale ha, come punto di partenza, un evento casuale che ha una valenza affettiva per il soggetto, in questo caso per il poeta haijin. Se questo vissuto, che risulta sempre essere, in qualche modo e misura, perturbante, non viene gradualmente assorbito, abbandonato, dal sistema, bensì mantenuto vivo, si determina una progressiva "destabilizzazione". Oltre una certa soglia, si verificherà, allora, l'emergenza di qualcosa di originale, una qualche forma di “illuminazione”. Ad esempio, nello haiku di [[Mizuta Masahide]], sopra citato, l'elemento perturbante e destabilizzante è espresso chiaramente nel primo verso (Il tetto s'è bruciato); dopo un certo tempo (anche mesi) vi è un salto creativo o poietico (ora posso vedere la luna)<ref name="mauroalfonso.eu"/>.
 
Un altro haiku, ancora di [[Kobayashi Issa|Issa]]:
<poem>Non piangete, insetti –
gli amanti, persino le stelle
devono separarsi<ref name="ReferenceA">Stryk, Ikemoto,''Poesie Zen'', Newton Compton, Roma, 1995, pag. 80</ref></poem>
dimostra ulteriormente come, di fronte all'evento perturbante – qui la separazione da una persona amata - il poeta elabori la propria sofferenza senza abbandonarla, fino a intendere che tutti gli esseri - animati e inanimati - sono costretti a vivere esperienze di perdita e di lutto. Ecco che [[Kobayashi Issa|Issa]] giunge ad un sentimento di compassione in senso buddhistico. In ogni haiku (riuscito) si realizza quello che si ritrova in ogni altra produzione artistica: la generazione di un mondo nuovo<ref name="mauroalfonso.eu"/>.
 
== Gli stati d'animo ==
Nell'haiku il poeta fissa uno stato d'animo attraverso le immagini della natura che lo circonda.
 
Tra i molti sentimenti presenti in un componimento i principali possono essere<ref>Alan W. Watts, ''La via dello Zen'', Universale Economica Feltrinelli, 1971, pagg. 198 e seguenti</ref><ref name="yomichi.com">{{cita web|url=http://www.yomichi.com/?page_id=14|titolo=''Guadando il fiume: per uno studio coerente ed unitario della poesia haiku''|autore=Luca Cenisi|accesso=2 agosto 2014}}</ref>:
 
* Sabi 寂: derivato dall'aggettivo ''sabishī ''寂しい (“solitario”, “povero”, ma anche “scarno” o “avvizzito”), rappresenta quella "patina" che avvolge le cose esposte allo scorrere inesorabile del tempo.
* Wabi 侘: letteralmente, “soffrire” o vivere “in solitudine e tristezza”, incarna un modello estetico dove la frugalità e la semplicità non sono viste come un ostacolo ma, all'esatto opposto, come un'irripetibile opportunità di comunione tra uomo e natura e, quindi, in ultima istanza, come manifestazione della verità poetica. Per altri autori<ref name="yomichi.com"/>, invece, wabi(侘, l'”inatteso”), cioè quel senso di stupore e meraviglia che proviamo di fronte alle cose apparentemente più semplici e “scontate”;
* [[Mono no aware]] 物の哀れ: il "sentimento delle cose", cioè la nostalgia, il rimpianto per il tempo che passa, la comprensione della mutevolezza e della caducità senza sofferenza.
* Yūgen 幽玄: tradotto letteralmente come "profondità e mistero", rappresenta lo stato d'animo prodotto dal fascino inspiegabile delle cose, il sentire un universo 'altro', colmo di misteriosa unità.
* Karumi (軽み, “leggerezza”), la bellezza poetica riflessa nella sua semplicità, libera da preconcetti;
* Shiori (しおり, “delicatezza”), il fascino che dai versi s'irradia verso il lettore, andando oltre la mera parola scritta, avvolgendo ogni cosa in un vago e indistinto alone di compassione ed “empatia”;
 
== Lo haiku in psicologia e in psicoanalisi ==
 
La psicologia e in particolare la psicoanalisi occidentali si sono, non di rado, accostate al buddhismo e hanno cercato di conoscere, e recentemente di utilizzare, pratiche orientali e meditazione zen. Ricordiamo tra i principali psicologi e psicoanalisti che si sono accostati al Buddhismo zen: [[Carl Gustav Jung]], [[Erich Fromm]], [[Mark Epstein]], [[Anthony Molino]], [[Barry Magid]] e [[Joseph Bobrow]] per citarne alcuni<ref>{{cita web|url=http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/filosofiacomparata/orofinonapoli.pdf|titolo=Psicoanalisi e Buddhismo. Atti del Seminario|autore=Giacomella Orofino. Università degli studi di Napoli “L'Orientale”|data=10 maggio 2010|accesso=5 agosto 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140808042854/http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/filosofiacomparata/orofinonapoli.pdf|urlmorto=sì}} pag. 8</ref>.
 
=== L'haiku in psicologia clinica ===
Nella composizione di haiku si trae ispirazione dalle emozioni creando “una metafora della profondità del vissuto esistenziale”. Inoltre lo haiku consente di connettere la parte cognitiva e razionale, attribuendo ad essa, tuttavia, un ruolo espressivo-metaforico e non giudicante<ref>{{cita web|url=http://www.psicoclinica.it/l-haiku-nei-disturbi-del-comportamento-alimentare-una-poesia-che-cura.html|titolo=''L'haiku nei disturbi del comportamento alimentare: una poesia che cura''|autore=Valentina Di Giovanni|data=10 settembre 2013|accesso=3 agosto 2014}}</ref>.
 
Secondo recenti sviluppi della psicologia clinica sia all'estero<ref>{{cita web|url=http://health.wikinut.com/Poetry-in-Therapy/2xl36r47/|titolo=''Haiku Can Facilitate and Document Healing''|autore=David Reinstein|accesso=3 agosto 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140808042440/http://health.wikinut.com/Poetry-in-Therapy/2xl36r47/|urlmorto=sì}}</ref> sia in Italia<ref>{{cita web|autore=Clara Capello, Barbara De Stefani, Fabrizio Zucca|url=http://www.francoangeli.it/Ricerca/Scheda_libro.aspx?ID=127&Tipo=Libro&titolo=Tempi+di+vita+e+spazi+di+poesia.+Percorsi+di+ricerca+psicologica+sulla+scrittura+poetica|titolo=Tempi di vita e spazi di poesia. Percorsi di ricerca psicologica sulla scrittura poetica|editore=Franco Angeli|data=1997|accesso=3 agosto 2014}} ISBN 978-88-464-0480-0</ref>, vi sarebbero benefici tali da poter utilizzare il processo di creazione di haiku, in gruppi seguiti da psicologi, come terapia per curare i [[disturbi del comportamento alimentare]]<ref>{{cita libro|nome=Marucci Simonetta | cognome=Tiberi Simona | titolo=Haiku nei disturbi del comportamento alimentare | anno=2013 | editore=Edizioni Sì | città=Cesena}}</ref>.
Questo processo “non giudicante” e di “accettazione” teorizzato per la prima volta negli anni '40 da Carl Rogers, come atteggiamento del terapeuta per realizzare un clima facilitante al processo terapeutico, è comune alle più recenti teorie cognitivo-comportamentali di terza generazione, tra cui l'Acceptance and Commitment Therapy (ACT) che aiutano le persone a sviluppare una migliore flessibilità psicologica<ref>{{cita web|url=http://www.istitutobeck.com/acceptance-and-commitment-therapy-act.html|accesso=3 agosto 2014|titolo=Copia archiviata|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150206063637/http://www.istitutobeck.com/acceptance-and-commitment-therapy-act.html|urlmorto=sì}}</ref>.
 
=== L'haiku in psicoanalisi ===
==== Processo associativo in psicoanalisi ====
 
L'effettiva difficoltà nella creazione di haiku è sottolineata da [[Leonardo Vittorio Arena]]: «... non è facile comporre haiku. Benché possa suonare paradossale, la spontaneità dell'haiku si ottiene dopo un rigido training»<ref name="Leonardo Vittorio Arena 1995" />.
Secondo Mauro Alfonso l'osservazione di Arena può ricordare il processo associativo, l'[[associazione libera]] che si svolge durante la seduta di psicoanalisi. Ad una analisi superficiale sembrerebbe facile che il paziente «osservi e comunichi tutto ciò che gli passa per la mente»<ref>{{cita libro| nome=Sigmund | cognome=Freud | titolo=L'interpretazione dei sogni| anno=1986 | editore=Boringhieri (edizione Euroclub) | città=Torino}} pag. 113</ref>, secondo la “regola fondamentale” enunciata da [[Freud]]. Sembra facile, ma non lo è affatto. ''«Riuscire a sviluppare una buona e sciolta capacità associativa richiede un lungo e difficile training, come direbbe ancora Arena. Quella «immediatezza» e «spontaneità», richieste sia nella seduta psicoanalitica sia nella composizione dell'haiku, sono frutto, invece, di una disciplina “costosa” – in tutti i sensi»''<ref>{{cita libro| nome=Mauro | cognome=Alfonso | titolo=Haiku inauditi| anno=2013 | editore=Cortina | città=Torino}} pag. 77</ref>. Lo stesso Freud aveva intuito la similitudine tra [[associazione libera]] in psicoanalisi e produzione poetica<ref>{{cita libro| nome=Sigmund | cognome=Freud | titolo=L'interpretazione dei sogni| anno=1986 | editore=Boringhieri (edizione Euroclub) | città=Torino}} ''«Ma, se prestiamo fede al nostro grande filosofo e poeta Schiller, un atteggiamento molto simile costituisce anche la condizione della produzione poetica.»'' pag. 114</ref>.
 
==== Presa di coscienza in psicoanalisi ====
 
Lo haiku cerca di esprimere, verbalmente, il processo di raggiungimento dell'[[Satori|illuminazione buddhistica]], la quale coincide con la presa di coscienza della [[Śūnyatā|vacuità]] e della interdipendenza di tutti i fenomeni fisici e psichici. Questa evoluzione sembra essere la medesima che si ritrova alla base del processo della "''presa di coscienza''" in psicoanalisi (la presa di coscienza in psicoanalisi dovrebbe portare allo scioglimento del conflitto inconscio e del sintomo nevrotico che da quello deriva)<ref>{{cita web|url=http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/psicologia-pedagogia/Psicologia/La-psicologia-clinica/Freud-e-la-psicoanalisi.html|autore=DeAgostini|titolo=Freud e la psicoanalsi|accesso=5 agosto 2014}}</ref>, anche se in psicoanalisi la presa di coscienza riguarda una gamma più ampia di oggetti<ref name="mauroalfonso.eu" />.
 
== Esempi di haiku ==
{{colonne}}
 
<poem>Stanco:
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fiori di glicine.</poem>
 
''草臥て宿かる比や藤の花 (kutaburete yado karu koro ya fuji no hana)''
 
 
;Yosa Buson
 
<poem>Il pruno bianco
ritorna secco.
Notte di luna.</poem>
 
''しら梅の枯木にもどる月夜かな (shiraume no kareki ni modoru tsukiyo kana)''
 
<poem>Tornando a vederli
Riga 44 ⟶ 109:
son divenuti frutti.</poem>
 
''来て見れば夕の桜実となりぬ (kite mireba yūbe no sakura mi to narinu)''
 
;Kobayashi Issa
 
;Kobayashi Issa
 
<poem>In questo mondo
Riga 53 ⟶ 117:
è frenetica</poem>
 
''世の中や蝶の暮らしも忙しき (yo no naka ya chō no kurashi mo isogashiki)''
 
<poem>Ero soltanto.
Riga 59 ⟶ 123:
Cadeva la neve.</poem>
 
''只居れば居るとて雪の降にけり (tada oreba oru tote yuki no furi ni keri)''
 
<poem>Non piangete, insetti –
gli amanti, persino le stelle
devono separarsi<ref name="ReferenceA"/>.</poem>
;Mizuta Masahide
 
<poem>Il tetto s'è bruciato –
;Jack Kerouac
ora
posso vedere la luna<ref name="Stryk, Ikemoto 1995"/></poem>
 
''蔵焼けて障るものなき月見哉 (kura yakete sawaru mono naki tsukimi kana)''{{colonne spezza}}
=== Periodo Meiji ===
 
;Taneda Santoka<ref>{{cita web|url=http://www.fudosan.ch/haiku.html|autore=Erto Taigō Fumagalli|titolo=Haiku|accesso=1º agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140808052050/http://www.fudosan.ch/haiku.html}}</ref>
 
<poem>Insieme
sudano
buoi e uomini</poem>
 
<poem>Gli uomini cantano
quando lavorano
nei campi</poem>
 
;Masaoka Shiki
 
<poem>Il sole declina:
la pioggia inumidisce
i campi di canapa<ref>A.V. ''Haiku'', BUR 1995, p.75</ref></poem>
 
;Takahama Kyoshi
<poem>luna estiva:
sul tavolo una mela
marcisce<ref name="Leonardo Vittorio Arena 1995" /></poem>
 
=== Haiku moderni ===
 
;Jack Kerouac
 
<poem>Gli uccelli cantano
Riga 68 ⟶ 167:
- Alba piovosa.</poem>
 
''Birds singing in the dark - Rainy dawn.''
 
 
;Jorge Luis Borges
Riga 77 ⟶ 175:
da un'altra porta.</poem>
 
''La luna nueva. Ella también la mira desde otra puerta.''<ref>J.L.Borges, ''Tutte le opere'', vol. II, Mondadori, Milano, 1985, pp.1252-1253</ref>
La luna nueva.
 
Ella también la mira
;Mario Chini
desde otra puerta.<ref>J.L.Borges, ''Tutte le opere'', vol. II, Mondadori, Milano, 1985, pp.1252-1253</ref>
 
<poem>CORAGGIO
Non pianger; canta.
Se canti, ti si schiara
il cielo e il cuore.</poem>
 
{{colonne fine}}
 
== Esponenti principali ==
{{colonne}}
=== Periodo Edo (1603-1867) ===
* [[Matsuo BashoBashō]] ([[1644]]-[[1694]])
* [[OnitsuraNozawa Bonchō]] ([[16611640]]-[[17381714]])
* [[IkenishiUejima GonsuiOnitsura]] (1650[[1661]]- 1722[[1738]])
* [[Ikenishi Gonsui]] ([[1650]]-[[1722]])
* [[Mizuta Masahide]] ([[1657]]–[[1723]])
* [[Takarai Kikaku]] ([[1661]]-[[1707]])
* [[Yokoi Yayū]] ([[1702]]-[[1783]])
* [[Fukuda Chiyo-ni]] ([[1703]]-[[1775]])
* [[Yosa Buson]] ([[1716]]-[[1783]])
* [[Ryōkan Taigu]] ([[1758]]-[[1831]])
* [[Kobayashi Issa]] ([[1763]]-[[1827]])
{{colonne spezza}}
 
=== Periodo Meiji e oltre (1868-1912) ===
* [[Masaoka Shiki]] ([[1867]]-[[1902]])
* [[Natsume Sōseki]] ([[1867]]-[[1916]])
* [[Kawahigashi Hekigodō]] ([[1873]]-[[1937]])
* [[Takahama Kyoshi]] ([[1874]]-[[1959]])
* [[SaitoSamukawa MokichiSokotsu]] ([[18821875]]-[[19531954]])
* [[Mokichi Saitō]] ([[1882]]-[[1953]])
* [[Taneda Santoka]] ([[1882]]-[[1940]])
* [[Ozaki Kōyō]] ([[1882]]-[[1926]])
* [[Ogiwara Seisensui]] ([[1884]]-[[1976]])
* [[Hōsha]] ([[1885]]-[[1954]])
* [[Ozaki Hōsai]] ([[1885]]-[[1927]])
* [[Nakamura Kusatao]] ([[1901]]-[[1983]])
* [[Rofū Miki]] ([[1889]]-[[1964]])
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== FuoriHaiku dalnel Giapponemondo ==
Nei licei [[USA|americanistatunitensi]] e in [[Marocco]] si insegnano tutt'oggi le tecniche per scrivere haiku. Fu un grande appassionato e compositore di haiku [[Jack Kerouac]], ma ne hanno composti anche [[Jorge Luis Borges]] (''I diciassette haiku''), [[Paul Claudel]] (''Cento frasi per ventaglio''), [[Allen Ginsberg]].<ref>https://www.treccani.it/magazine/chiasmo/lettere_e_arti/Oriente/sssgl.oriente.spadaro.html</ref>
Fu un grande appassionato e compositore di haiku [[Jack Kerouac]], ma ne hanno composti anche [[Jorge Luis Borges]] (''I diciassette haiku''), [[Paul Claudel]] (''Cento frasi per ventaglio''), [[Allen Ginsberg]] ed [[Edoardo Sanguineti]].
 
=== In Messico ===
Gli haiku fanno inoltre la loro comparsa nel mondo della musica e della letteratura:
In [[Messico]] [[José Juan Tablada]] si distingue per le sue opere '' (Al sol y bajo la luna '', 1918, e '' Un día… poemas sintéticos '', 1919). Fu il primo poeta di lingua spagnola a comporre un libro completo del genere, integrando motivi giapponesi con modernisti e americani.<ref>{{Cita pubblicazione|url=https://www.academia.edu/32991449/Los_animales_en_los_haikus_de_Jos%C3%A9_Juan_Tablada_Taxonom%C3%ADa_de_una_fauna_interior|titolo=Los animales en los haikus de José Juan Tablada: Taxonomía de una fauna interior|cognome=Hurtado|nome=David Vásquez|accesso=13 maggio 2017|lingua=en}}</ref>
 
È anche essenziale nominare la figura di [[Premio Nobel per la letteratura]] [[Octavio Paz]], che ha completamente introdotto lo haiku nella letteratura spagnola durante la traduzione '' [[Oku no Hosomichi|Oku Paths]] '', opera di [[Matsuo Bashō|Matsuo Basho]], pubblicata nel 1957 in Messico, che fu la prima traduzione in una lingua occidentale.
Un testo del cantautore siciliano [[Franco Battiato]] si intitola per l'appunto ''Haiku'', ultimo brano dell'album ''[[Caffè de la paix]]'' del [[1993]].
 
Altri poeti rappresentativi dello haiku messicano sono: [[Efrén Rebolledo]], [[Rafael Lozano]], [[José Rubén Romero]], [[Francisco Monterde]] o [[José María González de Mendoza]], [[Pío Sotomayor]].,
[[Ian Fleming]] nel penultimo [[romanzo]] con protagonista [[James Bond]], '''[[Si vive solo due volte (romanzo)|Si vive solo due volte]]''', nomina alcuni esempi di [[poesie]] haiku. Ne idea uno egli stesso:
 
=== In Venezuela ===
 
In Venezuela il libro pubblicato dal messicano [[José Juan Tablada]] intitolato ''Un día… poemas sintéticos'' 1919, ebbe molta influenza sullo sviluppo dell'haiku. Sottolinea principalmente [[Wafi Salih]], dedicato quasi interamente alla coltivazione di questo genere, e con una considerevole bibliografia di almeno 11 opere in cui possono essere citate come esempio: ''El Dios de las Dunas, Caligrafia del Aire''<ref>{{Cita web |url=https://elmaracaibeno.com.ve/blog/2017/10/06/seleccion-de-poemas-de-wafi-salih-el-haiku-japones-el-poema-relampago-arabe-y-wafi-salih-haz-del-tropico/ |titolo=Copia archiviata |accesso=26 ottobre 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190601150250/http://elmaracaibeno.com.ve/blog/2017/10/06/seleccion-de-poemas-de-wafi-salih-el-haiku-japones-el-poema-relampago-arabe-y-wafi-salih-haz-del-tropico/ |urlmorto=sì }}</ref>.
 
=== In Uruguay ===
Il rappresentante più riconosciuto è [[Mario Benedetti]], che ha pubblicato nel 1999 un'opera dedicata al genere "Rincon de haikus". Anche il poeta Federico Bello pubblicò nel suo libro "Cuarto menguante" un capitolo intitolato "Breve incursión en el haiku".<ref>https://terebess.hu/english/haiku/benedetti.html</ref>
 
===In Francia===
[[Pierre Pascal]], il poeta e orientalista francese autoesiliatosi in Italia nel secondo dopoguerra, scrisse haiku disciplinati dalla metrica nipponica e dall'uso tradizionale delle rime. Per questo motivo, fu ammesso, unico europeo, nella "Foresta dei Pennelli". Sotto il titolo ''Nettare del Drago'' riunì mille e più haiku, tanka e kōan, preceduti da un saggio dedicato a ''L'Arte di scrivere senza scrivere''.
 
=== In Italia ===
Tra la fine dell'800 e i primi anni del ‘900, soprattutto per le vicende belliche che riguardavano il [[Giappone]] (che sconfisse prima la Cina e poi la Russia), si diffuse anche in Italia un certo interesse per la cultura giapponese. Tuttavia, rispetto ad altri Paesi come la Francia e il mondo anglosassone, nella prima metà del Novecento l'Italia conterà un numero di saggi e traduzioni della poesia orientale abbastanza limitato<ref>{{cita web|url=http://www.zenfirenze.it/approfondimenti/bibliografia-haiku.asp#ita|autore=Paolo Pagli|titolo=Bibliografia italiana cronologica sulla poesia giapponese. Haiku e altro.|editore=http://www.zenfirenze.it/|data=2012|accesso=29 luglio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140729000844/http://www.zenfirenze.it/approfondimenti/bibliografia-haiku.asp#ita|urlmorto=sì}}</ref>.
Uno dei primi lavori di traduzione compare nel 1915, “'''Note di Samisen'''”, una raccolta di poesie giapponesi ad opera di Mario Chini (1876-1959). Il libro di Chini presenta, probabilmente per la prima volta in Italia, la poesia tradizionale giapponese (tanka e haiku)<ref>{{cita web|url=http://www.mori.bz.it/Note%20di%20Samisen.pdf|autore=Mario Chini|titolo=Note di Samisen|editore=Carabba/| data = 1915|accesso=29 luglio 2014}}</ref>.
Lo stesso Mario Chini scriverà componimenti di stile haiku (5-7-5) che saranno pubblicati postumi a Roma nel 1961, con il titolo di '''Attimi'''. Gli "attimi" riproducono nella struttura e nell'ispirazione gli haikai giapponesi e cinesi, composizioni dal ritmo serrato, di sole diciassette more<ref name="treccani.it">{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/mario-chini_(Dizionario-Biografico)/|autore=Treccani.it|titolo=Mario Chini|accesso=2 agosto 2014}}</ref>.
 
Probabilmente uno dei primi incontri italiani con la poesia giapponese avvenne attraverso la rivista letteraria L'Eco della Cultura (fondata nel 1914) che riportò testi di poesia giapponese, a cura di Vincenzo Siniscalchi<ref name="zenfirenze.it">{{cita web|url=http://www.zenfirenze.it/approfondimenti/bibliografia-haiku.asp#ita|autore=Paolo Pagli|titolo=Bibliografia italiana cronologica sulla poesia giapponese. Haiku e altro|editore=http://www.zenfirenze.it/|data=2012|accesso=29 luglio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140729000844/http://www.zenfirenze.it/approfondimenti/bibliografia-haiku.asp#ita|urlmorto=sì}}</ref>.
Dal 1920 al 1921 l'Università di Napoli pubblicò una rivista, '''Sakura''', sullo studio della cultura giapponese, con la collaborazione del letterato giapponese [[Harukichi Shimoi]], che diverrà frequentatore e amico di [[Gabriele D'Annunzio]]<ref name="zenfirenze.it"/>. Nel 1921 sulla rivista La Ronda compare una critica sostanzialmente negativa sulla moda “Hai-kai” giapponese che si stava diffondendo in Francia e in Spagna<ref name="zenfirenze.it"/>, mentre negli anni successivi da molti [[futuristi]] sarà apprezzato lo stile veloce dello haiku<ref>{{cita web|url=https://www.academia.edu/5588596/Le_giapponeserie_di_Giuseppe_Ungaretti_nel_dibattito_critico_italiano|autore=Anna Lisa Somma|titolo=Le 'giapponeserie' di Giuseppe Ungaretti nel dibattito critico italiano|editore=https://www.academia.edu/|accesso=29 luglio 2014}}</ref>.
 
==== Influenze dello stile haiku sulla poesia italiana ====
===== Gabriele D'Annunzio, poeta ottocentesco =====
Già tra il 1885 e il 1890 un giovane [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]] aveva pubblicato versi seguendo la metrica giapponese [[tanka]] di 31 more (5-7-5-7-7) da cui deriva lo haiku con il titolo “Outa Occidentale”. Una ‘outa’ è una poesia popolare nipponica con la metrica: 5-7-5-7-7 more (31 more in totale e senza rime). Il termine 'outa' o 'uta' (canzone o poesia) fu usato nelle prime versioni europee come sinonimo di tanka o waka, e spesso in Italia venne scritto outa, per la provenienza francese. In “Outa Occidentale”<ref>pubblicata inizialmente il 14 giugno 1885 in «Fanfulla della Domenica» e confluita anche nella raccolta edita nel 1890. Fonte: http://cinquesettecinque.com/2014/07/05/outa-occidentale-di-gabriele-dannunzio-ovvero-quando-la-metrica-giapponese-plasma-la-poesia-italiana/#more-507 {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140912123515/http://cinquesettecinque.com/2014/07/05/outa-occidentale-di-gabriele-dannunzio-ovvero-quando-la-metrica-giapponese-plasma-la-poesia-italiana/ |data=12 settembre 2014 }}</ref> scrive:
Guarda la Luna/ tra li alberi fioriti;/ e par che inviti/ ad amar sotto i miti/ incanti ch'ella aduna.
 
Veggo da i lidi/ selvagge gru passare/ con lunghi gridi/ in vol triangolare/ su 'l grande occhio lunare<ref>http://utcp.c.u-tokyo.ac.jp/publications/pdf/CollectionUTCP11_Muramatsu_04.pdf</ref><ref>http://www.liberliber.it/mediateca/libri/d/d_annunzio/isaotta_guttadauro/pdf/d_annunzio_isaotta_guttadauro.pdf</ref>.
 
L'interesse per lo stile giapponese da parte di D'Annunzio lo si percepisce da quanto affermerà nel 1923:
«Nel Giappone nei dintorni di Kyoto abiterò un vecchio tempio di legno fra i ciliegi lievi e gli stagni coperti dai fiori del loto e i sorrisi discreti dei bonzi…»<ref>{{Cita web |url=http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2013/05/14/news/eleganza-armonia-virilita-cosi-il-giappone-sedusse-d-annunzio-1.7064287 |titolo=Eleganza, armonia, virilità così il Giappone sedusse D'Annunzio - Cronaca - il Centro<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=28 luglio 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140809155054/http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2013/05/14/news/eleganza-armonia-virilita-cosi-il-giappone-sedusse-d-annunzio-1.7064287 |urlmorto=sì }}</ref><ref>[[Gabriele D'Annunzio]]</ref>. Come scrive Muramatsu Mariko, lo stile tanka/haiku avrà una certa influenza su [[Gabriele D'Annunzio]] che conosce bene il genere e si cimenta con qualche imitazione<ref>Muramatsu Mariko, Il buon suddito del Mikado. D'Annunzio japonisant, Archinto, Milano, 1996</ref>. D'Annunzio ammirò infatti molto il Giappone<ref>«Un altro Impero…, quello del Sol Levante dà l'esempio inaudito d'una trasformazione che sembra piuttosto una creazione portentosa. E qui l'orgoglio di stirpe trionfano e divorano insaziabilmente. Coloro i quali vinsero il Figlio del Cielo, oggi aspirano a tutte le conquiste». Così scriveva D'Annunzio nel maggio del 1900 citato in http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2013/05/14/news/eleganza-armonia-virilita-cosi-il-giappone-sedusse-d-annunzio-1.7064287 {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140809155054/http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2013/05/14/news/eleganza-armonia-virilita-cosi-il-giappone-sedusse-d-annunzio-1.7064287 |date=9 agosto 2014 }}</ref> e per molti anni ebbe come amico il letterato giapponese [[Harukichi Shimoi]] (che partecipò con lui all'[[impresa di Fiume]]), e fu tra i principali testimoni della cultura del Sol Levante in Italia. Questa ammirazione fu sicuramente reciproca, e D'Annunzio fu e tuttora è molto conosciuto in Giappone, se si pensa ai festeggiamenti a Tokyo e Kyoto dell'anniversario dei 150 anni dalla nascita del poeta italiano<ref>D'Annunzio star in Giappone: cimeli, abiti, foto e film da Tokyo a Kyoto in {{cita web |url=http://www.artemagazine.it/arte-classica-e-moderna/40978/gabriele-dannunzio-protagonista-in-giappone/ |titolo=Copia archiviata |accesso=28 luglio 2014 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140812084431/http://www.artemagazine.it/arte-classica-e-moderna/40978/gabriele-dannunzio-protagonista-in-giappone/ }}</ref><ref>L'Italia di d'Annunzio vola in Giappone in http://www.gardanotizie.it/litalia-dannunzio-vola-giappone/</ref>.
 
===== Giuseppe Ungaretti =====
Più complessa è la relazione tra il poeta [[Giuseppe Ungaretti]] e gli haiku<ref>L'enciclopedia Treccani.it sostiene, nella breve voce "haiku", un'influenza sulla poesia italiana ermetica (es. Ungaretti). Si veda alla voce http://www.treccani.it/enciclopedia/haiku/</ref>.
[[Andrea Zanzotto]] osserva: “''Ci si potrebbe domandare se per quella via anche il taglio inconfondibile del primo Ungaretti non abbia risentito, in modi più o meno sotterranei, delle suggestioni dello haiku, tanto è impressionante qualche volta l'analogia delle figure formali''”<ref>Zanzotto prefazione a Cento Haiku</ref>.
Alcune poesie del primo ermetismo di Ungaretti (Notte di maggio, Tramonto, Stasera, Universo, Soldati, Rose in fiamme) sembrano richiamare lo stile haiku. Virgilio Orsini arriverà ad affermare che “''il Giappone rivela il vero spirito della poesia ermetica, la sua intima natura, la sua anima''”<ref>Orsini Virgilio, The oriental origins of hermetic poetry,in East and West, Quarterly Review, 1951</ref>. Altri studiosi osservano come nell'ermetismo italiano sia presente spesso "il gusto per le immagini barocche, del conceit", e come sia invece mancante la levità, la semplicità (il karumi di Basho), una delle esigenze dello haiku<ref>Valentino Francesco, Poesia, fantasia, filosofia. La didattica della creatività nell'esperienza educativa, Armando editore, Roma, 2002</ref>.
 
Altri profondi conoscitori di Ungaretti, tuttavia, osservano come sia singolare il passaggio metrico dalle poesie di Ungaretti edite nel 1915 su “Lacerba” a quelle di un anno dopo su “La Diana”. Non sembra casuale il contemporaneo e contiguo apparire, proprio sulla stessa rivista La Diana, delle poesie giapponesi del sopracitato Harukichi Shimoi, amico di D'Annunzio. Tra l'altro la forma dello haiku si ritrova in varie poesie e strofe del 1916-17, prevalentemente nella forma speculare 7-5-7, come in ''Notte di maggio'':
{{Citazione|Il cielo pone in capo<br />ai minareti<br />ghirlande di lumini|Giuseppe Ungaretti, ''Notte di maggio''}}
od anche in variazioni simmetriche 6-5-6 (come in ''Fase'')
{{Citazione|Cammina cammina<br />ho ritrovato<br />il pozzo d'amore|Giuseppe Ungaretti, ''Fase''}}
Queste poesie sono contenute nella raccolta '''L'Allegria''' insieme ad altre che rendono l'idea del frammento. Sembra evidente il rapporto tra poesia e biografia dell'autore legata in quel periodo all'esperienza della guerra di trincea che indusse alla consapevolezza della precarietà della vita e da cui derivò un forte sentimento di comunanza e fraternità in quei drammatici eventi<ref name="ReferenceB">Tossani Nadia, Un ponte tra occidente e Oriente, tesi corso Aise Judo, Bologna, 2005</ref>.
 
Questo porta Ungaretti ad un rifiuto della metrica tradizionale e alla realizzazione di una poesia che “porta alla luce enunciazioni essenziali, fulminee, parole che emerse dal silenzio e da un fondo di meditazione, ambiscono a dire l'essenza di un groviglio di sensazioni”<ref>Gionni Emanuela, La poesia breve fra Oriente e Occidente, Tesi di abilitazione all'insegnamento secondario, in Tossani Nadia, Un ponte tra occidente e Oriente, tesi corso Aise Judo, Bologna, 2005</ref>.
 
Altro tratto in comune fra la poetica ungarettiana e quella degli haijin potrebbe essere che, come negli haiku dal particolare si giunge all'universale, così il poeta italiano dalla propria esperienza individuale passa alla condizione dell'umanità<ref name="ReferenceB"/>.
 
[[Giuseppe Ungaretti]], in una lettera a [[Corrado Pavolini]] del 1929, spiega, invece, come sia una mera coincidenza la somiglianza di alcune sue poesie con i componimenti giapponesi. Anzi sostiene che nelle traduzioni dal giapponese sulla rivista La Diana, i giovani traduttori dell'epoca subissero la sua influenza, sia nei ritmi che nel vocabolario. Per queste ragioni - sostiene Ungaretti - in seguito, sia in Italia sia all'estero era divenuto consueto associarlo al Giappone. Molti anni dopo, nel 1962, nel volume "Le origini della poesia di Giuseppe Ungaretti" viene fatto un confronto tra l'Allegria di Ungaretti e gli scritti nipponici evidenziando analogie e differenze: si deve notare, tra l'altro, come le poesie di Ungaretti abbiano un titolo, che invece manca del tutto negli haiku<ref>{{cita testo|url=https://www.academia.edu/5588596/Le_giapponeserie_di_Giuseppe_Ungaretti_nel_dibattito_critico_italiano|titolo=Le 'giapponeserie' di Giuseppe Ungaretti nel dibattito critico italiano | Anna Lisa Somma - Academia.edu<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>.
 
===== Salvatore Quasimodo =====
Secondo alcuni osservatori la celebre composizione di [[Salvatore Quasimodo]] ''Ed è subito sera'' sarebbe un esempio di haiku
<ref>{{cita web|url=http://musubi.it/index.php/it/biblioteca/haiku/382-haiku|titolo=L'haiku - Un breve excursus storico|editore=http://musubi.it/|accesso=29 luglio 2014}}</ref>:
 
{{Citazione|Ognuno sta solo sul cuor della terra<br />trafitto da un raggio di sole<br />ed è subito sera|Salvatore Quasimodo, ''Ed è subito sera''}}
 
Paolo Pagli<ref>{{cita web|url=http://www.zenfirenze.it/approfondimenti/haiku-paolo-pagli-app16.aspa|autore=Paolo Pagli|titolo=La poesia haiku e la 'rana' di Bashō|editore=http://www.zenfirenze.it/|data=12 luglio 2007|accesso=29 luglio 2014|urlmorto=sì}}</ref> invece sostiene come la composizione di Quasimodo sia “agli antipodi come spirito e forma”. Egli osserva, poi, che nessuna delle parole 'naturalistiche' che vi compaiono (cuore, terra, trafitto, raggio di sole, sera) si riferisce davvero alla propria denotazione: il cuore non è il cuore, il sole e la sera non sono quello che significano propriamente. Si tratta di un'unica, potente, catena di metafore che esprime la condizione umana. Ogni termine rinvia ad altro, trasferisce il suo senso e lo propaga in una associazione che diventa una scia di associazioni, un'onda di significati, di ampiezza quasi indefinita. Non solo, ovviamente, il raggio di sole non 'trafigge' in senso proprio, ma la parola veicola un'impressione dolorosa che può attingere remotamente addirittura alla Crocifissione<ref>{{cita web|url=http://www.zenfirenze.it/approfondimenti/haiku-paolo-pagli-app16.asp|autore=Paolo Pagli|titolo=La poesia haiku e la 'rana' di Bashō|editore=http://www.zenfirenze.it/|data=12 luglio 2007|accesso=29 luglio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140729000853/http://www.zenfirenze.it/approfondimenti/haiku-paolo-pagli-app16.asp|urlmorto=sì}}</ref>.
Cristina Banella, tra le molte e sostanziali differenze tra alcune brevi liriche di Quasimodo e i più importanti componimenti degli autori antichi di haiku, osserva come due soggetti, il vento e l'acqua, siano, tuttavia, usati in maniera simile sia in Quasimodo che nello haiku. Molti degli elementi naturali che compaiono nella poesia giapponese hanno, però, una valenza poetica fissa(hon'i 本意); al contrario questi due assumono un valore diverso ogni volta, valore che dipende dalle intenzioni del poeta<ref name="docs.google.com">{{cita web|url=https://docs.google.com/viewer?url=http%3A%2F%2Fsowwwt.suac.ac.jp%2F~hidedoi%2F025_036_cristina.pdf|autore=Cristina Banella|titolo=Di vento e d'acqua: tracce di haiku nella poesia di Salvatore Quasimodo|editore=http://sowwwt.suac.ac.jp/~hidedoi/|accesso=29 luglio 2014}}</ref>.
 
Da una approfondita analisi della lirica “Dolore di cose che ignoro” emergono elementi di vicinanza con lo haiku:{{Citazione|Fitta di bianche e di nere radici<br />di lievito odora e lombrichi<br />tagliata dall'acque la terra.|Salvatore Quasimodo, "Dolore di cose che ignoro"}}Tutti gli elementi sono in contrasto: i colori bianco e nero del primo verso, il lievito che è opposto ai lombrichi. Gli elementi bianco/nero, lievito/lombrico, acqua/terra, sono rapportabili al contrasto vita/morte e quindi eterno/transeunte. È lo stesso contrasto – scrive Cristina Banella – che si ritrova nei migliori haiku<ref name="docs.google.com" />.
 
===== Umberto Saba =====
[[Umberto Saba]] tra il 1915 e il 1918, durante la guerra, compose alcune brevi poesie, che poi chiamerà "piccoli giocattoli"<ref>In una lettera Saba scrive: Trieste, 12 Sett. 1928.
Caro Terracini. Come ti ho promesso, e per ricompensarti della poca e malinconica compagnia che ho potuto farti, ti mando questi versi, o meglio questi piccoli giocattoli. Li ho scritti durante la guerra [...] La lettera è reperibile al sito dell'editore: http://www.mupeditore.it/letteratura/poesia_teatro/umberto_saba_intermezzo_quasi_giapponese.aspx</ref>.Conosceva il testo di Mario Chini, ''Note di Samisen'' e diversi critici hanno avvicinato alcuni di questi componimenti alla poesia giapponese e, in particolare, agli haiku, anche se sono più lunghi (Saba mantiene l'uso dell'endecasillabo) ed hanno un titolo<ref>{{cita web|url=http://arcipelagoadriatico.it/contributi/trieste-e-lorientelintermezzo-quasi-giapponese-di-umberto-saba/|autore=Silvia Zanlorenzi|titolo=Trieste e l'Oriente:l'intermezzo quasi giapponese di Umberto Saba|editore=http://arcipelagoadriatico.it/|data=17 dicembre 2013|accesso=29 luglio 2014}}</ref><ref>{{cita web|autore=Umberto Saba|url=http://www.mupeditore.it/letteratura/poesia_teatro/umberto_saba_intermezzo_quasi_giapponese.aspx/|titolo=Intermezzo quasi giapponese|editore=Monte Università Parma|data=4 giugno 2007|accesso=29 luglio 2014}}ISBN 978-88-7847-138-2</ref><ref>{{cita web|url=http://www.mupeditore.it/letteratura/poesia_teatro/umberto_saba_intermezzo_quasi_giapponese.aspx|autore=Alessandro Mezzena Lona|titolo=Quando Saba scriveva versi giapponesi|editore=Il Piccolo|data=23 giugno 2007|accesso=29 luglio 2014}}</ref>.
 
{{Citazione|'''Gli occhi della Plebe'''<br />Si fermavano tutti ... ad ammirare<br />"Che sia pazzo od ubbriaco?" - "Che ti importa<br />di ciò?" - Divertiti senza pensare|Umberto Saba<ref>{{cita web|url=http://www.mupeditore.it/letteratura/poesia_teatro/umberto_saba_intermezzo_quasi_giapponese.aspx|autore=Paolo Mauri|titolo=Umberto Saba "giapponese". Sette brevi poesie inedite nello stile degli haiku|editore=Repubblica|data=16 giugno 2007|accesso=29 luglio 2014}}</ref>}}
 
===== Mario Chini =====
[[Mario Chini]] (1876-1959) è stato un letterato, storico e critico d'arte italiano<ref name="regione.abruzzo.it">{{cita web|url=http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=elencoPersonaggi&servizio=xList&stileDiv=sequenceLeft&template=intIndex&b=menuPers11&tom=Letteratura|autore=Regione Abruzzo|titolo=Chini Mario|accesso=30 luglio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924085930/http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=elencoPersonaggi&servizio=xList&stileDiv=sequenceLeft&template=intIndex&b=menuPers11&tom=Letteratura|urlmorto=sì}}</ref> con una ben chiara personalità, non di rado in contrapposizione a [[Benedetto Croce]] e [[Attilio Momigliano]]<ref name="treccani.it" />. Fu insegnante di lettere dal 1920 al 1932 in un istituto tecnico e in un liceo di Roma e poi preside dal 1932 al 1936 in alcuni licei italiani. Viaggiò e soggiornò molto all'estero. Fu autore di numerose traduzioni dal latino, dal cinese e dal giapponese, come ''Note di Samisen'', uno dei primi testi in italiano di traduzioni della poesia giapponese<ref>{{cita web|url=https://docs.google.com/viewer?url=http%3A%2F%2Fwww.mori.bz.it%2FNote%2520di%2520Samisen.pdf|autore=Edoardo Mori|titolo=Note di Samisen di Mario Chini|accesso=30 luglio 2014}}</ref>. Fu autore di poesie haiku che vennero pubblicate postume con il titolo di Attimi: Haikai<ref>{{Cita libro|autore = Mario Chini|titolo = CHINI MARIO|anno = 1960|editore =ALLEANZA INTERNAZIONALE GIORNALISTI E SCRITTORI LATINI. COLLANA POETI LATINI, 9.|città=Roma}}</ref>.
Seguono quattro di questi haiku, tutti con un titolo:
{{colonne}}
<poem>'''L'Haikai'''
In tre versetti
tutto un poema, e, forse,
tutta una vita</poem>
 
<poem>'''Confessione'''
Ho corso il mondo
per afferrar tre note
di poesia<ref name="regione.abruzzo.it"/></poem>
{{colonne spezza}}
<poem>'''Largo'''
Bastan tre grilli
per far grande una notte
di mezza estate<ref>{{cita web|url=http://mirador.webcindario.com/mariochini.html|autore=Mirador intercultural|titolo=Poesia italiana. Mario Chini. Attimi|accesso=30 luglio 2014}}</ref></poem>
 
<poem>'''Coraggio'''
Non pianger; canta.
Se canti, ti si schiara
il cielo e il cuore<ref>{{cita web|url=https://docs.google.com/viewer?url=http%3A%2F%2Fsantugo.altervista.org%2Fjoomla%2Fimages%2Fgruppobiblico1314%2F6incontro%2FHAIKU.ppt|autore=Parrocchia di Sant'Ugo - Roma|titolo=Haiku|accesso=30 luglio 2014}}</ref></poem>
{{colonne fine}}
 
===== Andrea Zanzotto =====
[[Andrea Zanzotto]] (1921-2011), considerato uno dei più importanti poeti italiani del secondo Novecento, scrive, nella metà degli anni '80, in inglese con traduzione a fronte in italiano, la raccolta "Haiku. For a season/per una stagione"<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/10/18/la-natura-degli-haiku-secondo-zanzotto.html|autore=Franco Marcoaldi|editore=La Repubblica |titolo=La natura degli haiku secondo Zanzotto|data=12 ottobre 2012|accesso=30 luglio 2014}}</ref>. Si tratta di una raccolta di 91 pseudo-haiku.
 
Ne riportiamo uno nella versione italiana ed uno in inglese con versione in italiano:
 
<poem>Ardui cammini del verde
sul filo di infinite inesistenze -
un ultimo raggio li perseguita<ref name="ReferenceC">{{Cita libro|autore = Andrea Zanzotto|titolo = Haiku for a Season/Haiku per una stagione|anno = 2012|editore=University of Chicago Press|città=Chicago}} ISBN 978-0-226-92221-8</ref><ref>{{cita web|url=http://cinquesettecinque.com/2014/05/26/sei-pseudo-haiku-di-andrea-zanzotto-scelti-da-luca-cenisi/|autore=Luca Cenisi|titolo=Sei pseudo haiku di Andrea Zanzotto|accesso=30 luglio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140808044657/http://cinquesettecinque.com/2014/05/26/sei-pseudo-haiku-di-andrea-zanzotto-scelti-da-luca-cenisi/}}</ref></poem>
 
{{colonne}}
<poem>Where poppies played
the sickle passed a hundred years ago -
now shy smell of grass remains:
oblivion, yet living oblivion
</poem>
{{colonne spezza}}
<poem>Dove giocavano i papaveri
la falce passò un centinaio di anni fa -
ora timido resta l'odore dell'erba:
oblio, ma oblio vivente<ref name="ReferenceC"/></poem>
{{colonne fine}}
 
===== Edoardo Sanguineti =====
[[Edoardo Sanguineti]] (1930-2010) è degno di nota per la pubblicazione di poesie haiku nella raccolte Mikrokosmos<ref>{{Cita libro|autore=Edoardo Sanguineti|titolo=Mikrokosmos. Poesie 1951-2004|anno=2006|editore=Feltrinelli|città=Milano}} ISBN 978-88-07-81823-3</ref> e Poesie<ref name="autogenerato1">{{Cita libro|autore=Edoardo Sanguineti|titolo=Corollario: [poesie 1992-1996]|anno=1997|editore=Feltrinelli|città=Milano}} ISBN 978-88-07-42078-8</ref>. In quest'ultima, nella sezione “Corollario”, sono pubblicati quattro haiku. Ne riportiamo uno:
 
<poem>Sessanta lune:
i petali di un haiku
nella tua bocca<ref name=autogenerato1 /></poem>
 
== Haiku citati nella prosa ==
[[Ian Fleming]], nel penultimo [[romanzo]] con protagonista [[James Bond]], ''[[Si vive solo due volte (romanzo)|Si vive solo due volte]]'', nomina alcuni esempi di [[poesie]] haiku. Ne idea uno egli stesso:
<poem>''Si vive solo due volte:''
''una volta quando si nasce''
''e una volta quando si guarda la morte in faccia.''</poem>
 
''la morte in faccia.''</poem>
<poem>''You only live twice''
Il componimento è tuttavia un falso haiku, giacché presenta quattro [[versi]].
''Once when you're born''
''And once when you look death in the face''</poem>
 
Il componimento è tuttavia un falso haiku, giacché nella sua versione originale presenta più more del dovuto.
 
Un personaggio deidel [[romanzo]] ''[[It (romanzo)|It]]'' di [[Stephen King]], da ragazzino, scrive su una cartolina un haiku per conquistare la ragazzina di cui è innamorato,. il cuiIl testo è:
 
<poem>''Brace d'Inverno''
''I capelli tuoi''
''Dove il mio cuore brucia''</poem>
 
</poem>
<poem>
''Your hair is winter fire''
''January embers''
''My heart burns there, too.''</poem>
 
== Nella cultura di massa ==
Il cantautore siciliano [[Franco Battiato]] ha scritto una canzone chiamata "Haiku" nel suo album [[Caffè de la Paix|Caffe de la Paix]] (1993).<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Haiku - Franco Battiato|lingua=it-IT|accesso=2024-04-15|url=https://www.youtube.com/watch?v=l76ZCbo293Y}}</ref>
 
Nel film del 1999 "Fight Club" il protagonista e voce narrante Tyler Durden afferma di scrivere haiku.
 
== Note ==
Riga 123 ⟶ 376:
 
== Bibliografia ==
* Dal Pra Elena, ''Haiku. Il fiore della poesia giapponese da Basho all'Ottocento'' (a cura di Elena Dal Pra), Mondadori, 1998., ISBN 88-04-42720-5
* Autori vari, ''Haiku'', BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 2001, ISBN 88-17-12530-X
* Yumie Miura, ''Haiku. Tre versi per la pace'', autoriEdizioni diversiDalla Costa, IlFilo S.r.l. Roma 2003.2012, ISBN 978-88-8879789759-1511-70
* [[Matsuo Bashō]], ''Piccolo manoscritto nella bisaccia'', SE (collana Piccola enciclopedia), 2006
* ''Il grande libro degli Haiku'' (a cura di Irene Starace), Castelvecchi 2005. ISBN 88-7615-085-4
* [[Matsuo Bashō]], ''Elogio della quiete'', Mondadori (collana Oscar saggezze), 2011
* Paolo Pagli, ''La rana di Basho. Un haiku e cento anni di traduzioni italiane'', Edizioni ETS, Pisa, 2006.
* [[Kobayashi Issa]], ''Haiku scelti. Testo giapponese in caratteri latini a fronte'',
* ''Haiku'', Edizioni Dalla Costa, Bergamo, 2007.
* {{cita web|url=http://mirador.webcindario.com/mariochini.html|titolo=''Poesia Italiana: Mario Chini: Attimi (haikai / haiku)''}}
* Toni Piccini, ''Haiku apocrifi - Apocryphal haiku'' (bilingue), Edizioni Albalibri, Milano, 2007. ISBN 88-89618-48-5
* {{cita testo|url=http://www.comune.torino.it/cultura/biblioteche/ricerche_cataloghi/pdf/bibliografie/haiku.pdf|titolo=''Bibliografie Haiku''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130620002621/http://www.comune.torino.it/cultura/biblioteche/ricerche_cataloghi/pdf/bibliografie/haiku.pdf |postscript=nessuno}}, Biblioteche Comune di Torino
* Toni Piccini, ''MeditHaiku'', Rupe Mutevole Edizioni, Parma, 2010. ISBN 978-88-96418-51-2
* {{cita testo|url=http://www.zenfirenze.it/approfondimenti/bibliografia-haiku.asp|titolo=''Bibliografia italiana cronologica sulla poesia giapponese. Haiku e altro''|accesso=16 aprile 2019|dataarchivio=28 luglio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140728211548/http://www.zenfirenze.it/approfondimenti/bibliografia-haiku.asp|urlmorto=sì}} di Paolo Pagli
* Stryk, Ikemoto, ''Poesie Zen'', Newton Compton, Roma, 1995
* Irene Starace,(a cura di)''Il grande libro degli Haiku'',ed Castelvecchi, 2005
* Arena Leonardo Vittorio, ''Haiku'', Rizzoli, Milano, 1995
* Cenisi Luca, ''Il fiore e l'haijin. Haru ni narimaschita. Haiku'', Ibiskos Ulivieri, Empoli, 2009, ISBN 978-88-7841-513-3
* Watts Alan W., ''La via dello Zen'', Universale Economica Feltrinelli, 1971
* Orofino Giacomella, ''Psicoanalisi e Buddhismo. Atti del Seminario'', Università degli studi di Napoli “L'Orientale”,Napoli, 2010
* Capello C, De Stefani B., Zucca F., ''Tempi di vita e spazi di poesia. Percorsi di ricerca psicologica sulla scrittura poetica'', Franco Angeli, 1997, ISBN 978-88-464-0480-0
* Marucci S., Tiberi S., ''Haiku nei disturbi del comportamento alimentare'', Edizioni Sì, Cesena, 2013
* Alfonso Mauro, ''Haiku inauditi'', Cortina, Torino, 2013, ISBN 978-88-8239-192-8
* Muramatsu Mariko, ''Il buon suddito del Mikado. D'Annunzio japonisant'', Archinto, Milano, 1996
* Rogers Carl - La terapia centrata sul cliente, Martinelli, Firenze, 1970
* Zanzotto Andrea, ''Haiku for a Season/Haiku per una stagione'', University of Chicago Press, Chicago, 2012, ISBN 978-0-226-92221-8
* Sanguineti Edoardo, ''Corollario: [poesie 1992-1996]'', Feltrinelli, Milano, 1997, ISBN 978-88-07-42078-8
 
== Voci correlate ==
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* [[Matsuo Bashō]]
* [[Kobayashi Issa]]
*[[Sonetto]]
 
== DocumentariAltri progetti ==
{{interprogetto|q_oggetto=una raccolta|preposizione=di}}
*Nel 2010 viene realizzato il primo ed unico [[documentario]] al mondo, dedicato agli Haiku ed alle [[arti marziali]] giapponesi, scritto, diretto, prodotto ed interpretato dal regista siciliano [http://www.wix.com/diegovida/biografia Diego Vida] in co-produzione con la [http://www.fanvision.webs.com/ FanVision] cinematografica, cui hanno collaborato Cascina Macondo, si intitola per l'appunto [http://www.myspace.com/budofilm Budo Japan Martial Art & Haiku], dove vengono mostrate le tecniche di difesa marziale giapponese unite alle [[poesie]] Haiku composte dallo scrittore torinese [http://www.cascinamacondo.com/index.php?option=com_content&view=article&id=46&Itemid=53 Pietro Tartamella], e narrate dal doppiatore cine-televisivo [[Ivo De Palma]].
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.oradistelle.altervista.org Oradistelle]: Sito dedicato agli haiku e alla poesia giapponese
* [http://daunaltravisuale.blogspot.com/search/label/Haiku Haiku su Da un'altra Visuale]: Blog di Haiku e Cultura Nipponica. Di Samurai e di storie Zen.
* [http://www.fantascienza.com/fantaiku/ Fantaiku]: Antologia italiana di haiku
* [http://www.aurorablu.it/haiku/haiku.htm Haiku e foto]: Sito che unisce la poesia ad immagini
* [http://www.poesieracconti.it/poesie/haiku Haiku su PoesieRacconti]: Raccolta di centinaia di haiku di autori emergenti
* [http://www.versoriente.net/default.asp?riferimento=dettaglioArticolo&idArticolo=84&idPaese=2 Haiku- Basho]
* [http://amanogawa.splinder.com/ Ama no gawa]: Sito di haiku e cultura giapponese
* [http://www.tonipiccini.it/ Haiku e Haiga]: Sito di haiku e haiga ( testo e immagine )
* [http://www.silloge.it/haiku/ Haiku de La Silloge]: Sito dell'Associazione La Silloge, per il Teatro la Musica, la Scrittura e l'Arte Figurativa, senza scopo di lucro
 
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