Teoria macroeconomica: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Unione effettuata con ''macroeconomia'', redirect
 
(36 versioni intermedie di 20 utenti non mostrate)
Riga 1:
#REDIRECT [[Macroeconomia]]
La '''teoria macroeconomica''' tratta le relazioni fra grandezze fondamentali quali il [[prodotto interno lordo|PIL]], investimenti, [[consumo]], [[risparmio]], [[reddito]]. Fondamentali contributi alla teoria economica vennero dati dagli scritti di [[John Maynard Keynes|Keynes]].
 
==Il prodotto interno lordo==
Il [[prodotto interno lordo|PIL]] è definibile in due modi equivalenti:
* complesso dei [[reddito|redditi]] prodotti
* [[addizione|somma]] di consumi, investimenti e [[spesa pubblica]].<br>A consuntivo di fine anno, queste modalità di calcolo devono portare allo stesso risultato.
 
==Il reddito ''pro-capite''==
A partire dal PIL è definibile il [[reddito]] ''pro-capite''. Il reddito ''pro-capite'' è pari al rapporto tra il [[prodotto interno lordo|PIL]] e il numero dei [[cittadinanza (diritto)|cittadini]]: è evidente la correlazione diretta fra la ricchezza individuale e quella nazionale.
 
L'eguaglianza fra PIL e valore aggiunto è l'[[equazione]] fondamentale della [[contabilità]] nazionale.
 
==Notazione==
I princiapeli concetti della teoria macroeconomica sono spesso indicati con questa notazione, presente nei libri di testo universitari e nella formulazione originale di Keynes:
 
*<math>Y</math>: reddito nazionale
*<math>Y_d</math>: reddito disponibile
*<math>T</math>: tasse, prelievo fiscale
*<math>t</math>: aliquota fiscale, con <math>0 < t < 1</math>
*<math>C</math>: consumi
*<math>I</math>: investimenti
*<math>G</math>: spesa pubblica
*<math>B</math>: bilancio dello Stato.
*<math>S</math>: risparmio
 
==Definizioni==
A partire dalla precedenti notazioni si possono dare una serie di definizioni, oltre a quella iniziale del PIL.
 
===Tasse===
L'ammontare <math>T</math> del prelievo fiscale è pari a:
 
:<math>T = t \cdot Y</math>, ossia è un'aliquota applcata al reddito nazionale.
 
===Bilancio dello Stato===
Il bilancio dello Stato <math>B</math> è dato dalla differenza fra entrate e uscite, che sono tasse e spesa pubblica:
 
:<math>B = T - G</math>.
 
In generale:
 
:<math>B ><= 0</math>. Il bilancio può presentarsi in avanzo, disavanzo o in pareggio.
 
===Reddito disponibile===
Il reddito disponibile di famiglie, Stato e imprese per i consumi è definito al netto del prelievo fiscale:
 
<math>Y_d = Y - T</math>
 
===Consumi===
Fra consumi e reddito disponibile viene ipotizzata l'esistenza di una relazione analitica lineare. L'ipotesi di linearità è semplificativa.
 
La relazione non lega direttamente consumi e redito nazionale, ma consumi e reddito disponibile, evidenziando come il carico fiscale riduce la possibilità di spesa dei soggetti economici.
 
:<math>C = c_0 + c \cdot Y_d</math>, dove <math>c</math> è detta ''propensione marginale al consumo''.
 
La precedente equazione è detta funzione di consumo:
 
:<math>C = C(Y_d)</math>.
 
L'equazione ha il grafico di una retta. Infatti, si presenta nella forma, descritta dall'equazione di una retta:
 
:<math>y = x_0 + m \cdot x</math>
 
Dalla funzione di consumo ipotizzata, si ricava che la pendenza della retta è:
 
:<math>c = \frac {\Delta_C}{\Delta_{Y_d}}</math>.
 
===Risparmio===
Risparmio e consumi sono le due componenti del reddito disponibile. Per differenza:
 
:<math>S = Y_d - C</math>
 
Allo stesso modo dei consumi, fra risparmio e reddito disponibile v8iene ipotizzata una relazione analitica lineare.
 
:<math>S = s_0 + s \cdot Y_d</math>, dove <math>0 < s < 1</math>.
 
Dall'equazione della precedente retta, si ricava che la propensione marginale al risparmio è:
 
:<math>s = \frac {\Delta_S}{\Delta_{Y_d}}</math>.
 
La relazione fra propensione marginale al consumo e propensione marginale al risparmio è:
 
<math>c = 1 - s</math>. È ricavabile dalle definizione di risparmio, sostituendovi le funzioni di consumo e di risparmio.
 
==Definzione di PIL come complesso dei redditi prodotti==
Il PIL o ricchezza nazionale può essere definito come complesso dei redditi prodotti, pari a:
 
:<math>Y = C + I + G</math>.
 
Per dedurre, gli effetti sul reddito di un aumento della spesa pubblica e delle tasse, si sostituisce a <math>C</math> la funzione dei consumi:
 
<math>Y = c_0 + c \cdot Y_d + I + G</math>.
 
==Moltiplicatore sul reddito della spesa pubblica==
Un intervento della spesa pubblica genera un incremento del reddito nazionale. Per vedere il solo effetto di una variazione della spesa pubblica sul reddito, si ipotizza di agire a parità di altri fattori, e che <math>T = 0</math>:
 
:<math>\Delta_Y = c \cdot \Delta{Y_d} + \Delta_G = c \cdot \Delta_Y + \Delta_G = \frac {1}{1 - c} \cdot \Delta_G</math>.
 
Il finanziamento di questa spesa è un problema distinto, e può avvenire impiegando un avanzo di bilancio, con l'indebitamento dello Stato o con pari entrate fiscali.
 
Il [[fattore]] <math>\frac {1}{1 - c}</math> è detto moltiplicatore poiché il suo valore è sempre maggiore dell'unità: quindi, a fronte di un aumento della spesa pubblica di 10, si avrà un aumento del reddito pari a 11, 20, etc., con un ritorno più che proporzionale.
 
Infatti, posto:
 
:<math>\frac {1}{1 - c} > 1</math>,
 
si ottiene che:
 
:<math>c > 0</math>, vero <math>\forall c</math> (essendo <math>0 < c <1</math>).
 
Il motiplicatore sul reddito della spesa pubblica ha una formulazione leggermente diversa, se si tiene conto che questa spesa viene finanziata, in parte o integralmente, con le tasse:
 
:<math>\Delta_Y = c \cdot \Delta{Y_d} + \Delta_G = c \cdot \Delta_Y - c \cdot t \cdot \Delta_Y + \Delta_G = \frac {1}{1 - c \cdot (1 - t)} \cdot \Delta_G</math>.
 
Il motiplicatore è anche in questo caso sempre maggiore dell'unità. Infatti, posto:
 
:<math>\frac {1}{1 - c \cdot (1 - t)} > 1</math>,
 
si ottiene che:
 
:<math>c \cdot (1 - t) > 0</math>, vero <math>\forall c</math> e <math>\forall t</math>.
 
==Moltiplicatore sul reddito delle tasse==
Una riduzione delle tasse genera il seguente effetto sul reddito prodotto:
 
:<math>\Delta_Y = c \cdot \Delta{Y_d} = c \cdot (\Delta_Y - \Delta_T) = - \frac {c}{1 - c} \cdot \Delta_T</math>.
 
Il segno negativo indica che un incremento del reddito deriva da una riduzione delle tasse.
 
Il fattore <math>\frac {c}{1 - c}</math> è detto moltiplicatore della leva fiscale, perché è sempre maggiore dell'unità. Infatti, posto:
 
:<math>- \frac {c}{1 - c} > 1</math>,
 
si ottiene un'identità, vera <math>\forall c</math> (<math>0 > -1</math>).
 
==Confronto fra i due moltiplicatori==
La [[spesa pubblica]] ha un [[moltiplicatore monetario|moltiplicatore]] più alto della riduzione delle [[imposta|tasse]], definite come percentuale del reddito nazionale.
 
Una riduzione dell'ammontare di tasse equivale a una riduzione della [[stretta fiscale|pressione fiscale]] definita come rapporto fra le entrate (che sono tasse e imposte)e il PIL.
 
Un aumento della spesa pubblica o un taglio delle tasse hanno lo stesso effetto sul bilancio pubblico, ma un effetto differente nel reddito nazionale. In generale, è più conveniente un intervento diretto dello Stato tramite la spesa pubblica, rispetto ad un taglio delle tasse.
 
Infatti, il moltiplicatore (sul reddito) della spesa pubblica è maggiore di quello derivante da un riduzione delle imposte:
:<math>\frac {\Delta_Y}{\Delta_G}= \frac {1}{1 - c}</math>.
 
:<math>\frac {\Delta_Y}{\Delta_T}= - \frac {c}{1 - c}</math>.
 
Da cui:
 
:<math>\frac {\Delta_Y}{\Delta_G} > \frac {\Delta_Y}{\Delta_T}</math>, essendo per ipotesi <math>0 < c < 1</math> (confrontando i due moltiplicatori, si ottiene <math>1 > -c</math>, vera <math>\forall c</math>).
 
===Confronto in funzione dell'aliquota fiscale===
Il risultato è confermato anche confrontando i due moltiplicatori nella lora forma più generale.
 
Il moltiplicatore delle tasse sul reddito, sostituendo a <math>\Delta_T = t \cdot \Delta_Y</math>, diventa:
 
<math>\Delta_Y = - \frac {c \cdot t}{1 - c} \cdot \Delta_Y</math>.
 
Se si confronta con il moltiplicatore della spesa pubblica sul reddito in funzione dell'aliquota fiscale, si ottiene che:
 
:<math>\frac {1}{1 - c \cdot (1 - t)} > - \frac {c \cdot t}{1 - c}</math>, da cui:
 
:<math>c \cdot t^2 + c \cdot t + 1 - c \cdot (1 + c \cdot t) > 0</math>, che è una quantità sempre positiva.
 
==Il teorema del bilancio in pareggio==
===Enunciato del teorema===
Il teorema del bilancio in pareggio afferma che l'aumento del reddito è massimo quando ogni incremento di spesa pubblica è corrisposto da un analogo incremento delle entrate.
 
Il valore di questo incremento massimo del reddito è pari all'esatto ammontare della spesa pubblica, e il saldo fra entrate e uscite fa sì che non vi sia incremento del disavanzo.
 
L'incremento di reddito di una spesa pubblica finanziata da un incremento delle tasse sarà dato dalla somma dei due moltiplicatori (della spesa pubblica e delle tasse):
 
:<math>\Delta Y = \frac {1}{1 - c} \cdot (\Delta G - c \cdot \Delta T)</math>
 
Se <math>\Delta B = 0</math>, ossia <math>\Delta G = \Delta T</math>, sostituendo si ha che:
 
:<math>\Delta Y = \Delta G = \Delta T</math>
 
Se aumentiamo spesa pubblica e imposte in modo da lasciare invariato il saldo del
bilancio pubblico, il reddito varia di questo stesso ammontare.
 
===Considerazioni economiche===
Il teorema del bilancio in pareggio non afferma che l'aumento di reddito è massimo quando è nullo il deficit pubblico, ma quando la ''variazione del deficit'' è pari a zero, ossia l'incremento è ottenuto ''senza una spesa in disavanzo''.
 
Alcuni sostenitori del ''[[deficit spending]]'' si richiamano alle teorie keynesiane, mentre l'analisi di merito mostra che, proprio ''secondo queste teorie'', non è conveniente la spesa in disavanzo.
 
Secondo gli economisti moderni, la spesa in disavanzo conviene solo per temporaneee condizioni di crescita del reddito prossima allo zero, o negativa.
 
Un avanzo pubblico non è conveniente dal punto di vista della ricchezza nazionale perché non produce aumenti del reddito.
 
La [[pubblica amministrazione]], per il teorema del bilancio in pareggio (che è più avanti), non ha strutturalmente grandi risparmi e non è il motore degli investimenti produttivi. La spesa pubblica è un termine diverso dagli investimenti produttivi, la cui peculiarità è l'orientamento al profitto.
 
La componente occupazionale della spesa è essenziale per l’impatto di moltiplicatore economico di questa. Se la [[congiuntura]] è negativa, le grandi opere pubbliche hanno un ruolo anticiclico se provengono da settori che non siano ad alta intensità di capitale, ma ''labour intensive''.
 
Da un lato gli investimenti richiedono la [[domanda (economia)|domanda]] e i consumi, dall'altro sono possibili soltanto con i risparmi (che sono rinunce di [[consumo]]) dei cittadini. Ciò vale sia per consumi e risparmio dei cittadini che per consumi e risparmi delle imprese. Questa dualità trova però un punto di equilibrio.
 
La [[spesa pubblica]] per Keynes ha come unico obiettivo la piena occupazione e la pubblica utilità.
 
Dei tre [[soggetto economico|soggetti economici]], escluso lo Stato, resta che la fonte degli investimenti produttivi sono i risparmi delle stesse [[impresa|imprese]] e principalmente dei cittadini.
 
L'efficacia nella stimolazione della [[domanda (economia)|domanda]] è sempre maggiore nel caso della [[spesa pubblica]] che produce il maggior aumento della ricchezza nazionale (e tasso di crescita annuo).
 
La macroeconomia disconosce l'opportunità delle teorie reaganiane di riduzione delle tasse in favore di un intervento diretto dello [[Stato]] nell'[[economia]] (con la [[spesa pubblica]]).
 
Per il [teorema] del bilancio in pareggio l'aumento del PIL (ricchezza nazionale) prodotto dalla [[spesa pubblica]] è massimo quando il disavanzo pubblico è pari a zero. L'effetto è più contenuto quando il disavanzo è diverso da zero.
 
Un risultato sorprendente è invece che un avanzo del [[bilancio]] pubblico ha un effetto negativo sulla [[spesa pubblica]]. Perciò, strutturalmente le [[pubblica amministrazione|pubbliche amministrazioni]] tendono a non avere risparmi.
 
Il [[disavanzo pubblico]], contrariamente all'avanzo, è definito come differenza fra uscite e entrate.
 
Tradizionalmente, l'austerità e il pareggio di bilancio sono obiettivi opposti alla piena occupazione ed alla spesa pubblica. Il [[teorema]] mostra che la [[spesa pubblica]] è conveniente quando si è raggiunto il pareggio.
 
==Il moltiplicatore del reddito==
Il moltiplicatore del reddito è pari a 1/(1-c) dove c è la propensione ai consumi, pari alla derivata prima del reddito (PIL) rispetto ai consumi. Poiché il [[prodotto interno lordo|PIL]] è composto da consumi e risparmi (e spesa pubblica), c è compreso tra zero e uno come il termine (1-c); perciò la frazione 1/(1-c) è maggiore di 1 ed è detta [[moltiplicatore monetario|moltiplicatore]]. Il termine (1-c) è la propensione al risparmio, che è opposto al consumo, una rinuncia di consumo.
 
Quanto è più piccola la propensione al [[risparmio]] ossia tanto maggiore è la propensione ai consumi, tanto più alto è l'aumento di ricchezza nazionale, qualunque azione venga intrapresa (riduzione delle [[imposta|tasse]], spesa pubblica, spesa in disavanzo).
 
Fu Keynes ad affermare che la domanda è un dato ed è il motore della crescita, e che l'economia è consumistica. La domanda è infatti una [[domanda (economia)|domanda]] di [[consumo]].
 
Abbiamo detto che il PIL è consumi, [[risparmio|risparmi]] e [[spesa pubblica]]. Esso deve eguagliare il valore aggiunto che è consumi, investimenti e spesa pubblica. Eguagliando le due cose si ottiene che i risparmi sono uguali agli investimenti, ossia che i risparmi finanziano gli investimenti produttivi. L'[[equazione]] è tendenziale, non vera in ogni istante.
 
==Critiche alla teoria del bilancio in pareggio==
Gli economisti odierni concordano sulla convenienza della spesa in [[disavanzo pubblico|disavanzo]] in situazioni di recessione o crescita lenta del [[prodotto interlo lordo|PIL]] (inferiore al 4% annuo) per la quale lo [[Stato]] spende in misura maggiore delle sue entrate, indebitandosi. Anche una spesa pubblica in disavanzo produce un aumento del PIL maggiore ed è più efficace di una riduzione della [[stretta fiscale|pressione fiscale]].
 
Infatti, il moltiplicatore della spesa pubblica sul reddito è, comunque, maggiore di quello fiscale. Quindi, l'incremento di reddito derivante dalla spesa pubblica ''è più che proporzionale'' alla riduzione dovuta all'aumento della [[pressione fiscale]] per finanziare tale spesa.
 
==Voci correlate==
*[[Modello IS-LM]]
*[[Curva BP]]
 
{{portale|economia}}
 
[[Categoria:Macroeconomia]]