Calotipia: differenze tra le versioni
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La '''calotipia''' o '''talbotipia''' è un procedimento [[fotografia|fotografico]] per lo sviluppo di immagini riproducibili con la tecnica del negativo / positivo. Messo a punto da [[William Fox Talbot|William
Il nome calotipia è composto dalle parole [[lingua greca|greche]] kalos, ''bello'', e typos, ''stampa''; era conosciuto anche come talbotipia o ''disegno fotogenico'', specialmente nei suoi sviluppi iniziali.
A differenza del [[Dagherrotipia|metodo di Daguerre]], la calotipia permette di produrre copie di un'immagine utilizzando il negativo, la qualità della stampa risulta però inferiore rispetto al dagherrotipo, specialmente nei dettagli. Inoltre, la possibilità di ottenere immagini riproducibili
== Storia ==
Talbot iniziò i suoi esperimenti nel [[1833]], in seguito a infruttuosi tentativi di disegno con la [[camera lucida]] sulle rive del lago di Como. Tornato in Inghilterra, tentò di fissare l'immagine su un foglio di carta. Vi riuscì immergendo la carta in una soluzione di [[cloruro di sodio|sale da cucina]] e [[nitrato d'argento]], provocando la formazione di [[cloruro d'argento]] imbevuto nel foglio. Talbot pose quindi degli oggetti sopra il foglio ed espose il tutto alla luce,
[[File:-Group of 17 Early Calotype Stereograph Views- MET DP75374.jpg|thumb|Anonimo, calotipo [[stereoscopia|sterescopico]], [[Metropolitan Museum of Art]], [[New York]], 1840–50]]
La necessità di utilizzare una [[camera oscura]] per fotografare l'ambiente
Nel [[1851]] il fotografo [[Gustave Le Gray]] scoprì che cerando il foglio si otteneva una qualità maggiore, a scapito della sensibilità alla luce che richiedeva un tempo maggiore per essere impressionata sul negativo.
== Realizzazione ==
La produzione di una calotipia richiede le seguenti fasi:
===Scelta del supporto===
La [[carta]] da utilizzare deve essere di ottima qualità, senza imperfezioni o pieghe, con una trama costante e lineare. Si utilizzava anche la normale carta per scrivere.
===Preparazione della carta===
Questa fase può essere completata in due varianti. La prima esposta si riferisce al testo ''La fotografia moderna: trattato teoricopratico'' di ''Ugo Bettini'', mentre la seconda prepara il foglio in due fasi, la prima in studio e la seconda poco prima dell'
'''Prima variante'''
* Inceratura. All'interno di una vasca in cui è stata sciolta della [[cera]] vengono immersi singolarmente i fogli di carta, quindi con della carta assorbente e una superficie calda si elimina l'eccesso di cera, per evitare macchie sull'
* Iodurazione. Vengono immersi i fogli in una soluzione realizzata portando ad ebollizione 6 litri d'acqua con 400 grammi di riso. Viene quindi filtrata con della tela e aggiunti 90 grammi di zucchero di latte. Dopo aver filtrato nuovamente la soluzione con della carta, si aggiungono di 20 grammi di [[ioduro di potassio]] e 5 grammi di [[bromuro di potassio]].<br/>I fogli vengono quindi immersi per circa tre ore e sistemati ad asciugare.
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'''Seconda variante'''
* La carta è immersa in una soluzione di nitrato d'argento e parzialmente asciugata, quindi imbevuta in una soluzione di iodato di potassio per due o tre minuti,
* Poco prima di essere impressionata dalla luce, la carta viene coperta da una soluzione di nitrato d'argento e acido gallico, miscelati in parti uguali. La carta viene asciugata in parte, perché reagisce meglio alla luce se ancora umida.
===Esposizione===
L'esposizione alla luce richiedeva un tempo da 10 secondi a qualche minuto, molto più rapido della [[dagherrotipia]].
===Sviluppo===
Dopo l'esposizione alla luce è necessario
Dopo qualche minuto si vedrà apparire l'immagine. Successivamente sciacquata in acqua comune, può essere ''rafforzata'' immergendola nuovamente nella soluzione a cui si sono aggiunte poche gocce di nitrato d'argento.
===Fissaggio===
Il processo finale richiede un'immersione del foglio per circa mezz'ora in una soluzione di [[iposolfito di sodio]] al 12% o bromuro di potassio e un lavaggio finale, accurato, in acqua comune. Si ottiene il negativo dell'immagine, che sarà la fonte di tutte le stampe successive.
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===Stampa===
Inizialmente la stampa era prodotta fotografando nuovamente il negativo e sviluppando a calotipia, ma la qualità non era affatto soddisfacente e risultava complesso.<br/>
Il procedimento comunemente
La stampa finale riproduceva l'immagine con una tonalità marrone, quasi rossa, in positivo.
== Strumenti ==
Le fotocamere utilizzate erano semplici scatole di legno, con un [[Obiettivo fotografico|obiettivo]] fisso in vetro e ottone.
==
* Ugo Bettini ''La fotografia moderna: trattato teoricopratico''
*[[Ambrotipia]]▼
* William Henry Fox Talbot, ''La matita della natura'', traduzione di Alessandro Gianetti, Casimiro libri, Madrid, 2016.
*[[Dagherrotipia]]▼
*[[Ferrotipia]]▼
==
▲* [[Ambrotipia]]
▲* ''La fotografia moderna: trattato teoricopratico'' di ''Ugo Bettini'' - Livorno - 1878
▲* [[Dagherrotipia]]
* Gruppo Ricerca Immagine: [http://www.gri.it/storia/negcart.htm Negativi su carta: la calotipia]▼
▲* [[Ferrotipia]]
* [[Enrico Van Lint]]
* [[Stereoscopia]]
* [[The Pencil of Nature]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|wikt=calotipia
== Collegamenti esterni ==
▲*
{{Storia della fotografia}}▼
{{Sviluppo e stampa fotografici}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|chimica|fotografia}}
▲{{fotografia}}
[[Categoria:Tecniche fotografiche]]
[[
[[Categoria:Storia della fotografia]]
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