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{{quote|''Chi dà al povero, riceverà da Dio.''|Don Cesare Carlo Baronio<ref>{{cita libro|curatore=Alfredo Calbucci|titolo=Il canonico Baronio: detti e aneddoti; lettere di un ex-allievo|città=Cesena|anno=2006}}</ref>}}
{{Vescovo
 
|nome=Beniamino Socche
|immagine=Beniamino Socche.jpg
|larghezza=240px
|vescovo=Vescovo di [[Diocesi di Cesena-Sarsina|Cesena]]<br/>Vescovo di [[Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|Reggio Emilia]]
|stemma=Bishopcoa.png
|ruolo=
|consacrato=
|nato=[[26 aprile]] [[1890]]
|deceduto=[[16 gennaio]] [[1965]]
|ch=socche
}}
{{Bio
|TitoloNome = '''Don'''Beniamino
|Cognome = Socche
|Nome = Cesare Carlo
|Cognome = Baronio
|Sesso = M
|LuogoNascita = CesenaVicenza
|GiornoMeseNascita = 1126 maggioaprile
|AnnoNascita = 18871890
|LuogoMorte = CesenaPietra Ligure
|GiornoMeseMorte = 716 febbraiogennaio
|AnnoMorte = 19741965
|Attività = vescovo cattolico
|Epoca = 1900
|Epoca2 =
|Attività = presbitero
|AttivitàAltre = &nbsp;ed [[educazione|educatore]]
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , venerato come [[Servo di Dio]] dalla [[Chiesa cattolica]]
|Immagine = Don Baronio foto del viso.PNG
|Didascalia= Don Cesare Carlo Baronio
}}
 
==Biografia==
===Gli anni giovanili===
Cesare Carlo Baronio nacque da Pietro Baronio ed Emilia Franceschi, ottavo di nove figli. La sua era una famiglia benestante, di medi possidenti terrieri<ref>{{cita libro|cognome=Pieri|nome=Dino|titolo=Don Baronio|città=Cesena|anno=1987|capitolo=Gli studi in seminario e l'ambiente cattolico cesenate ai primi del secolo|pagine=pag.15}}</ref>. Terminate le scuole elementari, si iscrisse al [[seminario]] di Cesena.
 
===Gli anni giovanili e l'ordinazione sacerdotale===
Il [[25 luglio]] [[1911]], nella Basilica di [[Santa Maria del Monte]] a [[Cesena]], venne ordinato sacerdote dal Vescovo monsignor [[Giovanni Cazzani]] che lo inviò a [[Roma]] per continuare gli studi<ref>{{cita libro|cognome=Pieri|nome=Dino|titolo=Don Baronio|città=Cesena|anno=1987|capitolo=Appendice di scritti e documenti|pagine=pagg.227 e ss.}}</ref>.
 
Nacque a Vicenza da un'umile famiglia nel 1890 <ref> P. Altieri, ''Nella bufera della guerra'', in M. Mengozzi, '' Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, Stilgraf, 1998 </ref>, il padre si chiamava Anselmo e la madre Lucia Manetto. Frequentò la scuola elementare dai Padri Giuseppini di [[San Leonardo Murialdo]] presso il Patronato Leone XIII di Vicenza, per poi passare al seminario diocesano. Il [[20 luglio]] del [[1913]] venne ordinato sacerdote dal vescovo [[Ferdinando Rodolfi]].
Durante la [[Grande Guerra]] prestò servizio al fronte come infermiere, dal 1915 al 1918.
In seguito fu cappellano e maestro elementare a [[S.Pietro in Gu]] fino al 1927.
In quell'anno venne trasferito a [[Marano Vicentino]] dove fu nominato economo spirituale. Dal 1928 al 1932 fu poi economo e delegato vescovile a [[Marostica]].
 
Dal 1932 al 1935 divenne parroco ad [[Arcole]], e poi arciprete di [[Valdagno]] (1935 - 1939)<ref> cfr. A. Pirini, B. Socche, F. D'Amando (a cura di), ''Lettere'', Teramo, 1989 e http://www.dondorinoconte.it/Socche.htm sito su don Conte, consultato il 26 aprile 2012 </ref>.
Durante la [[grande guerra]], Don Baronio fu arruolato come [[tenente]] [[cappellano]] e fu impegnato al fronte. Qui si guadagnò la [[medaglia d'argento al valor militare]] (che comportava anche una piccola pensione come reduce).
 
Nel suo percorso formativo conobbe, tra gli altri, don [[Giovanni Calabria]], proclamato santo nel 1999 da papa [[Giovanni Paolo II]] <ref> vedi http://www.dondorinoconte.it/Socche.htm sito su don Conte, consultato il 26 aprile 2012 </ref>.
Tornato a [[Cesena]], il [[sacerdote]] (detto in [[dialetto romagnolo]] ''Don Baroni'') trovò una popolazione prostrata dalla guerra, dalla miseria e dalle epidemie. In questo periodo si laureò in [[lettere]] presso l'[[università La Sapienza]] di [[Roma]] nel [[1919]], in [[scienze sociali]] a [[Bologna]] nel [[1923]] ed in [[filosofia]] a [[Bergamo]], sempre nel [[1923]]<ref>{{cita libro|curatore=Alfredo Calbucci|titolo=Il canonico Baronio: detti e aneddoti; lettere di un ex-allievo|città=Cesena|anno=2006|pagine=pag.207}}</ref>.
 
===La nomina a Vescovo di Cesena e gli anni della II° Guerra Mondiale.===
Nel [[1920]] il [[vescovo]] monsignor Fabio Berdini lo nominò ''[[canonico]] della [[cattedrale]] di Cesena''<ref>{{cita libro|curatore=Alfredo Calbucci|titolo=Il canonico Baronio: detti e aneddoti; lettere di un ex-allievo|città=Cesena|anno=2006|pagine=pag.207}}</ref>. Da questo momento cominciò a svolgere una serie di attività pastorali e caritative, fra le quali l'insegnamento delle lettere e del [[Lingua francese|francese]] presso il seminario di [[Cesena]] <ref>{{cita libro|cognome=Pieri|nome=Dino|titolo=Don Baronio, uomo di Dio e della carità|città=Cesena|anno=2002|pagine=pag.5}}</ref>. Nel [[1924]] divenne anche direttore de ''"Il Risveglio"'', un settimanale cattolico.
 
Mons. Beniamino Socche venne nominato '''Vescovo di Cesena''' il [[4 febbraio]] [[1939]] da papa Pio XI, succedendo a mons. Alfonso Archi morto il [[4 dicembre]] del [[1938]]. Il [[9 febbraio]] la sua nomina venne pubblicata ufficialmente sull'Osservatore Romano, ma a causa della morte di Pio XI (il [[10 febbraio]]), fu il neo-eletto papa Pio XII a firmare la bolla apostolica di nomina in data [[16 marzo]][[1939]]<ref> v. A.Pirini, B.Socche, F.D'Amando (a cura di), ''Lettere'', Teramo, 1989, nota a pag. 21 e P. Altieri, ''Nella bufera della guerra'', in M. Mengozzi, ''Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, 1998, pag.516 </ref>.
A partire dal [[1925]] creò un comitato e fondò un giornale, ''"Su le vie del Bene"'' (dal [[1959]] ''"Il Nuovo Risveglio"'') al fine di raccogliere i fondi destinati ad un istituto che raccogliesse i bambini poveri.
Il [[19 marzo]] [[1939]] fu ordinato vescovo di [[Diocesi di Cesena-Sarsina|Cesena]] nella chiesa di Valdagno e fece ingresso a Cesena il 14 maggio dello stesso anno (il giorno in cui - in quell'anno - si ricordava la Madonna del Popolo, patrona della città cesenate)<ref> E. Turci, G. Zamagni, ''I Vescovi di Cesena e i loro stemmi'', Cesena, Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2007. </ref>.
 
"Mentre mons. Archi amava l'ascetismo e l'isolamento, Socche era cordiale, stava volentieri con la gente, in una paternità affettuosa. Fu un innamorato della Madonna, cui ricorreva con fiducia di bambino; la sua devozione alla Madonna dl Popolo si espresse in forma commovente nei momenti più tragici della guerra" <ref> v. P.Altieri, ''Nella bufera della guerra'', in M.Mengozzi, ''Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, 1998, pag. 516</ref>. "[...] Uomo di grande dolcezza e bontà, ma anche [...] personalità forte, decisa, senza tentennamenti e riguardi quando in coscienza ritiene di dover intervenire."<ref> G. Maroni, '' Il secondo dopoguerra'', in M. Mengozzi, ''Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, Cesena, 1998, pag. 539. </ref>
===La fondazione degli istituti===
[[File:Padre guglielmo gattiani e don baronio totale.PNG||thumb|1948-1949: Don Baronio e Padre Guglielmo posano col Vescovo Gili e con i francescani davanti al Convento dei Cappuccini di Cesena]]
L'istituto voluto da Don Baronio naque nel [[1926]] col nome di ''Istituto "Figli del Popolo"''. Aveva sede a Cesena, poco fuori le mura del centro storico, in subborgo Valzania. I ragazzi accolti (orfani o provenienti da famiglie povere) frequentavano da piccoli le scuole elementari, mentre cresciuti vinivano avviati al lavoro. Diversi giovani fecero pratica presso la piccola tipografia di cui l'istituto era dotato, che stampava ''"Il Risveglio"'' e ''"Su le vie del Bene"'', oltre a manifesti ed avvisi funerari.
Nell'educazione dei ragazzi, Baronio applicava il ''metodo preventivo'' ideato da Don Bosco<ref>{{cita libro|cognome=Bazzani|nome=Attilio|titolo=Il metodo educativo di don Baronio|anno=2000|pagine= pag.59|citazione=Nello Statuto Organico del 1927, per la parte educativo-morale, il Canonico stabilisce: 'Il sistema che si adotta é quello del Beato don Bosco che si puo' compendiare nel motto "fortiter et suaviter" di maniera tale che i ragazzi s'accorgano che tutto quello che si fa nell'Istituto, si fa per il loro bene...'}}</ref>. Nel [[1927]] aprì in un locale attiguo all'istituto un laboratorio di sartoria per ragazzine.
 
Il suo [[stemma]] vescovile rappresentava l'arcobaleno, simbolo biblico della riconciliazione, della pace e della speranza cristiana. Il motto adottato fu "In virtute pax" (pace nella virtù o nella fortezza), e sembrava voler richiamare nella parola "virtute" l'origine greca della parola "socche" (cioé virtus - fortezza)<ref> vedi E. Turci, G. Zamagni, ''I Vescovi di Cesena e i loro stemmi'', Cesena, Il Ponte Vecchio, 2007, pagg. 82-83 </ref>.
Nel [[1939]] fondò un collegioa [[Montiano]], successivamente fondò istituti in altre città, come a [[Verghereto]] nel [[1942]].
 
A [[Cesena]], mons. Socche promosse la crescita dell'[[Azione Cattolica]], che considerava un punto nevralgico della pastorale diocesana e parrocchiale. Nel luglio del [[1939]] ricostituì l'Unione Diocesana Uomini Cattolici disponendo che ne fosse costituita una sezione in ogni parrocchia; si adoperò per la scuola dirigenti dell'associazione e per una "tre giorni" (dedicata ai più preparati) che si teneva ogni anno in settembre all'Istituto Almerici. Quando fece la visita pastorale dichiarò di voler vedere tutti gli iscritti all'[[Azione Cattolica]] nelle diverse parrocchie <ref> cfr. E. Diaco, ''Angelina Pirini e il suo apostolato nell'Azione Cattolica'', Cesena, 1996. </ref>. Voleva che i catechisti fossero presi dalle fila di questa associazione cristiana, la quale doveva dimostrarsi "al di sopra della politica e dei partiti" ,ma non "al di fuori" di essi. Tra i membri dell'azione cattolica scelse "operai" e "operaie" che portassero avanti campagne per la purezza, contro la bestemmia, e per la moralizzazione del cinema <ref> v. E. Diaco, ''Angelina Pirini e il suo apostolato nell'Azione Cattolica'', Cesena, 1996, pagg. 25- 26 .</ref>.
Durante la [[seconda guerra mondiale]], fu attivo presso i civili nei rifugi sparsi per la città. A guerra terminata, nel [[1946]], aprì un collegio femminile a [[Roncofreddo]] (istituto che successivamente venne trasferito a [[Lizzano (Cesena)|Lizzano di Cesena]]). Altri istituti vennero fondati a [[Faenza]] nel [[1946]], a [[Savignano sul Rubicone]] nel [[1951]] ed a [[Longiano]] nel [[1966]].
Diede anche un nuovo impulso al catechismo nelle parrocchie e si occupò di morale cattolica (condannando per es. la moda femminile indecorosa). Grande fu la sua devozione per la [[Vergine Maria]] che dimostrò e diffuse in vari modi: promosse gli "Operai del Rosario", curò il culto alla Madonna del Popolo presso la Cappella del Duomo, si recò spesso in preghiera all'[[abbazia di Santa Maria del Monte]] (in cui faceva organizzare annualmente le fiorite dei bambini), fece numerosi pellegrinaggi individuali alla [[Santa Casa di Loreto]]. Soleva dire: "La Madonna é il ponte obbligato fra la terra e il cielo, sul quale ponte passa ogni grazia", "E' sempre la Madonna che dà Gesù. L'ha dato una prima volta al mondo e continua a darlo anche adeso alle anime"<ref> E. Diaco, ''Angelina Pirini e il suo apsotolato nell' Azione Cattolica'', Cesena, 1996, pagg. 26- 27 </ref> .
Inoltre ebbe molto a cuore i sacerdoti, il seminario e confessava in Duomo il sabato pomeriggio per diverse ore <ref> v. E. Turci, G. Zamagni, ''I Vescovi di Cesena e i loro stemmi'', Cesena, 2007, pag. 83 </ref>. Condusse una visita pastorale (incentrata sull'istruzione religiosa agli adulti e ai fanciulli), organizzò in modo sistematico missioni di popolo, ritiri spirituali e giornate di preghiera insieme all'attività caritativa <ref> A. Pirini, B. Socche, F. D'Amando, ''Lettere'', Teramo, 1989, pag. 21 </ref>.
 
L'impegno di Baronio si estese anche al di fuori del cesenate, raggiungendo, nel [[1958]], il comune di [[Colledara]], in [[Abruzzo]], dove fondò un collegio maschile. Creò a [[San Vittore di Cesena]] un ''asilo per l'infanzia'' e il ''Ricovero di Sant'Anna'' in alcune stanze sopra la tipografia dell' Istituto Figli del Popolo.
 
'''Durante la II° guerra mondiale''' i sacerdoti di Cesena rimasero vicini al loro popolo per portare aiuto materiale e conforto religioso<ref> P. Altieri, '' Nella bufera della guerra'', in M. Mengozzi, ''Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, Cesena, 1998, pagg. 527 e ss. </ref>. Tra tutti, "due furono le figure del clero cesenate che si distinsero per la loro opera di pietà, di soccorso, di organizzazione: il vescovo Beniamino Socche ed il Canonico" (don [[Cesare Carlo Baronio]], ndr)<ref> D.Pieri, ''Don Baronio'', Cesena, 1987, pag. 130</ref>. Uno storico scriverà in proposito: "Il vescovo che tira il carretto dei viveri e delle candele per le vie di Cesena, per portare soccorso nei rifugi, non é una scena troppo frequente" <ref> G. Maroni, ''Il secondo dopoguerra'', in M. Mengozzi, '' Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, Cesena, 1998, pag. 540 </ref>.
===L'età avanzata: Cesena, via Mulini===
[[File:Padre guglielmo gattiani e don baronio particolare.PNG|thumb|rignt|Padre Guglielmo Gattiani e Don Baronio]]
Superate le difficoltà del dopoguerra l'istituto Figli del Popolo iniziò ad occuparsi di adolescenti di famiglie problematiche.
In questo periodo Baronio donò tutti i suoi beni all'opera che divenne, nel [[1964]] ''[[Ente morale]] della Fondazione Istituto "Figli del Popolo"''. Anche la sede venne cambiò, trasferendosi in via Mulini, in un nuovo stabile costruito grazie alle disposizioni testamentarie del benefattore Cesare Martini<ref>{{cita libro|cognome=Pieri|nome=Dino|titolo=Don Baronio, uomo di Dio e della carità|città=Cesena|anno=2002|pagine=pag.14}}</ref>.
 
Mons. Socche, durante '''il passaggio del fronte a [[Cesena]]''', ebbe un ruolo chiave presso le autorità fasciste, tedesche e poi alleate per evitare rastrellamenti, violenze, uccisioni e distruzioni a danno di ricercati, ebrei, disertori, pubblici edifici. Ordinò al clero cesenate di stare accanto alla popolazione ferita dalla barbarie della guerra. Nell'estate del [[1944]] rimase l'unica autorità presente a [[Cesena]], trattò coi tedeschi e organizzò gli aiuti necessari <ref> vedi P. Altieri, ''Nella bufera della guerra'' e G. Maroni, ''Il secondo dopoguerra'', in M. Mengozzi, ''Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, Cesena, 1998, pagg. 515 e ss. e pagg. 539 e ss. </ref>.
Nel [[1948]] subì un'aggressione da parte di una ragazza<ref>{{cita libro|curatore=Alfredo Calbucci|titolo=Il canonico Baronio: detti e aneddoti; lettere di un ex-allievo|città=Cesena|anno=2006|pagine=pag.125}}</ref>
 
Lo stesso Vescovo Socche, nello scritto ''"Ad perpetuam rei memoriam"'' (apparso sul bollettino ufficiale della diocesi di Cesena nel settembre del [[1945]]), ricorda alla popolazione cesenate quanto fatto dal clero e da lui stesso durante la trascorsa tragedia bellica, deprecando le '''violenze anticlericali''', diffuse nel dopoguerra, nel nome di certo comunismo ateo (violenze che sanno di scomunica secondo il diritto canonico, scrive il presule, e che richiamano gli anni del primo dopoguerra con il pericolo di una nuova dittatura reazionaria) e descrive come gli alleati gli abbiano impedito di pubblicare la lettera pastorale sulla dottrina sociale della Chiesa per non accendere gli animi. cit cit altieri
Morì nel [[1974]], lasciando la volontà [[testamento|testamentaria]] di completare l'Opera da lui iniziata con una nuova ala destinata ai sacerdoti e religiosi anziani della [[diocesi]] e delle zone circostanti, cosicché già nel [[1975]] i primi anziani vennero accolti nella nuova struttura. L'istituto esiste tuttora nella sede di via Mulini, col nome di ''Fondazione Opera Don Baronio''.
 
Per terminare il periodo cesenate é giusto ricordare come Beniamino Socche conobbe e andò più volte a visitare la serva di Dio [[Angelina Pirini]] di Sala di Cesenatico, malata di tubercolosi intestinale che morirà giovanissima: la ragazza offrì a Dio le sue sofferenze per il Papa, il suo Vescovo e la santificazione dei sacerdoti. Con lei il presule ebbe anche un breve ma intenso carteggio<ref> v. A. Pirini, B. Socche, F. D'Amando, ''Lettere'', Teramo, 1989 </ref>.
==Il metodo educativo==
Si basa sul metodo educativo preventivo di san Giovanni Bosco <ref>{{cita libro|cognome=Bazzani|nome=Attilio|titolo=Il metodo educativo di don Baronio|anno=2000|pagine=pag.59|citazione=Nello Statuto del 1931, all'art. 7, si ribadisce: 'Il sistema di educazione che si adotterà dev'essere senz'altro il sistema educativo del Beato don Bosco, cioé il sistema preventivo che assicura in modo tangibile il buon successo dell'educazione.}}</ref>, che era protettore dell'Istituto di subborgo Valzania.
 
cittadinanza onoraria
Don Carlo Baronio, in continuità ideale con il fondatore dei [[Salesiani]], metterà in pratica con i ragazzi un metodo che si puo' scandire in cinque punti<ref>{{cita libro|cognome=Bazzani|nome=Attilio|titolo=Il metodo educativo di don Baronio|anno=2000|pagine=pagg.67-71}}</ref>:
# la conoscenza del bambino;
# il buon rapporto affettivo;
# la flessibilità dell'atto educativo;
# la limitazione dell'autorità;
# la partecipazione e la condivisione.
Il sistema si sviluppava per mezzo di e durante attività concrete quali: lavori manuali e belle arti, ginnastica e sport, gioco e divertimento, teatro e recitazione, dialogo e conversazione, preghiera e silenzio.
 
===Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla. Morte improvvisa a 74 anni.===
==Il culto==
Nella [[Cattedrale]] di [[Cesena]], l'[[8 novembre]] [[1997]], si aprì il processo diocesano per il [[Servo di Dio]] don Carlo Baronio, processo conclusosi il [[23 novembre]] del [[2002]]. Postulatore fu il [[Ordine dei Frati Minori Cappuccini|padre cappuccino]] Paolino Rossi, mentre il vice-postulatore fu monsignor [[Bruno Benini]].
 
Il [[13 febbraio]] [[1946]] fu trasferito alla [[diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|diocesi di Reggio Emilia]].
È attualmente in corso il processo per la causa di [[beatificazione]] di don Baronio, presso la [[Congregazione per le Cause dei Santi]].
Come a Cesena aveva vissuto gli anni tragici del secondo conflitto mondiale, in particolare il "passaggio del fronte" nel 1944, a Reggio Emilia si ritrovò nella bufera del dopoguerra e del "triangolo della morte", con le continue uccisioni e violenze ad opera di partigiani comunisti.
 
Resta famoso il suo intervento contro gli omicidi di sacerdoti della sua diocesi; memorabile il modo con il quale affrontò l'uccisione di don [[Umberto Pessina]].
===Il monumento===
Già dal primo giorno denunciò{{Q|...l'odio che divide e uccide: incredibili episodi di crudeltà si vanno ripetendo in ogni parte d'Italia e il brigantaggio imperversa...|}}
A [[Cesena]], nella via che porta il suo nome è stato eretto anche un monumento alla sua memoria, ad opera del maestro cesenate Leonardo Lucchi<ref>{{cita web|url=http://www.leonardolucchi.com/Opere/elenco_opere.asp?posizione=7&id_lingua=1&id_opera=240&id_categoria=5|titolo=Sito dell'artista Lucchi|accesso=03-12-2010}}</ref>.
Fino ad arrivare il [[26 marzo]] [[1955]] a dire in occasione dei ferimenti e uccisioni di cattolici:{{Q|... siamo andati a visitare i feriti e le salme degli innocenti e a pregare per loro, e abbiamo sentito molti domandarsi: ma allora, che non sia venuto il tempo di mettere finalmente fuori legge il comunismo?|<ref>[http://www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=article&sid=431 Kattolico] - visto 19 febbraio 2009</ref>}}
Impegno per la difesa dei suoi preti che aveva già messo in pratica durante il periodo successivo all'[[Armistizio di Cassibile|8 settembre 1943]] nella diocesi di Cesena, quando interviene per salvare don [[Adamo Carloni]] catturato dai nazifascisti e destinato alla fucilazione<ref>[https://www.comune.cesena.fc.it/applicazioniweb/infovia/mostraFile?codiceVia=8702 Comune di Cesena] - visto 10 febbraio 2009</ref>.
 
Quale Vescovo di Reggio Emilia aveva riconosciuto, il [[19 marzo]] [[1948]], i [[Servi della Chiesa]] di don [[Dino Torreggiani]] come Istituto secolare di diritto diocesano, con l'approvazione della Santa Sede.
L'opera, che raffigura il canonico che guarda amorevolmente alcuni dei suoi bambini che lo circondano, fu creata su proposta di un'associazione di ex-allievi, proposta che fu poi condivisa dalla diocesi di Cesena e dalla fondazione Istituto Figli del Popolo. É stata inaugurata il [[20 maggio]] [[1990]]<ref>''"Su le vie del Bene": Il monumento a Don Baronio'' - Anno XXII, n.1, 1 settembre 2010</ref>
 
Pose la prima pietra del nuovo seminario il 12 novembre del 1950 e lo inaugurò il 24 novembre del 1954.
===L'Associazione Don Carlo Baronio===
Durante il suo episcopato aveva ordinò 195 nuovi sacerdoti, ebbe cura particolarmente dell'Opera diocesana di assistenza, della mensa dei poveri, dell'azione cattolica, del centro Sacro Cuore.
L'[[8 Aprile]] [[1997]], venne costituita a [[Cesena]] l' ''Associazione "Don Carlo Baronio"''. Questa é composta da ex-allievi del Canonico, estimatori, benefattori, amici e devoti. La sua sede é presso l'Opera attuale, a Cesena, in via Mulini.
Volle la fondazione del giornale "La libertà", e istituì due congressi eucaristici e il sinodo diocesano.
 
Morì improvvisamente il 16 gennaio 1965 a [[Pietra Ligure]] (SV), dove stava trascorrendo un periodo di riposo.
L'associazione promuove la figura del canonico in vista della sua [[beatificazione]], organizza incontri fra ex allievi e mantiene viva la figura di don Baronio attraverso la pubblicazione di scritti ed opuscoli.
Nel suo testamento spirituale lasciò scritto: "Le mie raccomandazioni per tutti si trovano nei libri da me pubblicati"<ref> vedi http://www.dondorinoconte.it/Socche.htm sito su don Dorino Conte, consultato il 16 aprile 2012 </ref>.
 
==Note==
{{<references|2}}/>
 
==Bibliografia==
* G. Sirotti, ''Padre del popolo e della città (Il Vescovo Socche a Cesena nel '44)'', Monza, 1954.
*{{cita libro|cognome=Pieri|nome=Dino|titolo=Il canonico Carlo Baronio e la sua opera|città=Cesena|anno=1976|editore=Stilia}}
* Beniamino Socche, ''La Madonna regina dell'universo nella Divina Commedia'', Ed. Age, Reggio Emilia, 1955.
*{{cita libro|cognome=Pieri|nome=Dino|titolo=Don Baronio|città=Cesena|anno=1987|editore=Stilgraf}}
* Beniamino Socche, ''Cortocircuiti intellettuali e il problema delle origini'', Ed. Domani, Roma, 1956.
*{{cita libro|cognome=Moretti|nome=Don Armando|titolo=Fioretti di don Baronio|città=Cesena|anno=1992|editore=Stilgraf}}
* Beniamino Socche, ''Il Verbo Incarnato e la Madonna'', Ed. Age, Reggio Emilia, 1958.
*{{cita libro|cognome=Moretti|nome=Don Armando|titolo=Nuovi fioretti di don Baronio|città=Cesena|anno=1994|editore=Stilgraf}}
* Beniamino Socche, ''Maria Mediatrice'', Ed. Age, Reggio Emilia, 1961.
*{{cita libro|cognome=Moretti|nome=Don Armando|titolo=Don Carlo Baronio folgorato dal Vangelo|città=Cesena|anno=1994|editore=Stilgraf}}
* Beniamino Socche, ''Pratica di conoscere Gesù Cristo'', Ed Age, Reggio Emilia, 1963.
*{{cita libro|cognome=Baronio|nome=Don Cesare Carlo|curatore=Attilio Bazzani|titolo=Gli scritti di don Baronio. Documenti, luoghi e tempi della preghiera e della carità|città=Cesena|anno=1996|editore=Stilgraf}}
* Beniamino Socche, ''Il Vangelo commentato dai Santi Padri negli Esercizi Spirituali'', Ed. Age, Reggio Emilia, 1964.
*{{cita libro|cognome=Errani|nome=Paola|curatore=Marino Mengozzi|titolo=Storia della Chiesa di Cesena|capitolo=Don Carlo Baronio|città=Cesena|anno=1998|editore=Stilgraf}}
* D. Torregiani, ''Mons. Beniamino Socche. Profilo di un Vescovo eroico'', Vicenza, 1966.
*{{cita libro|cognome=Bazzani|nome=Attilio|titolo=Il metodo educativo di don Baronio|città=Cesena|anno=2000|editore=Stilgraf}}
* G. Sirotti, ''Un costruttore della città di Dio'', Cesena, 1968.
*{{cita libro|curatore=Alfredo Calbucci|titolo=Il canonico Baronio. Detti e Aneddotti. Lettere di un ex allievo|città=Cesena|anno=2006|editore=Litografia Brighi e Venturi}}
* P. Camellini ''Testamento di un vescovo'', Reggio Emilia, 1969.
*{{cita libro|cognome=Pieri|nome=Dino|titolo=Don Baronio, uomo di Dio e della Carità|città=Cesena|anno=2002|editore=Stilgraf}}
* Wilson Pignagnoli, ''L'ultimo Vescovo-principe di Reggio Emilia'', Ed. Volpe, Reggio Emilia, 1975.
===Filmografia===
* L. Bagnoli, ''Gli anni difficili del passaggio del fronte a Cesena'', Cesena, 1986.
*{{cita libro|cognome=Bastelli|nome=Cesare|titolo=Don Baronio, un apostolo di carità a Cesena}}
* D. Pieri, ''Don Baronio'', Stilgraf, Cesena, 1987.
* Angelina Pirini, Beniamino Socche, Filippo D'Amando (a cura di), ''Lettere'', Eco Editrice SG, Teramo, 1989.
* E. Diaco, ''Angelina Pirini e il suo apostolato nell'Azione Cattolica'', Cesena, Quaderni del Corriere Cesenate n° 12, 1996.
* M. Mengozzi (a cura di), ''Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, Stilgraf, Cesena, 1998.
* R. Maseroli Bertolotti, ''La Chiesa reggiana tra fascismo e comunismo'', Il girasole d'oro, Pavia, 2001, 172pag, ISBN 8870726258
 
==Collegamenti esterni==
*[http://www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=article&sid=431 Kattolico] - visto 19 febbraio 2009
* [http://www.operadonbaronio.org/index.htm Fondazione Opera Don Baronio]
*[http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=261806&PRINT=Si Il Giornale] - visto 19 febbraio 2009
* [http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/s2magazine/index1.jsp?idPagina=21911 Cause di Beatificazione Diocesi di Cesena-Sarsina]
*[http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/documenti_diocesi/166/2007-02/12-71/12.Dopoguerra%20rovente.doc Diocesi cattolica] - visto 19 febbraio 2009
* [http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/csaints/index_it.htm Congregazione per le Cause dei Santi]
*[http://www.dondorinoconte.it/Socche.htm sito web su don Dorino Conte] - visto 16 aprile 2012
 
{{Box successione|tipologia=episcopale|carica=[[Diocesi di Cesena-Sarsina|Vescovo di Cesena]]|periodo=[[4 febbraio]] [[1939]] - [[13 febbraio]] [[1946]]|immagine=Bishopcoa.png|precedente=[[Alfonso Archi]]|successivo=[[Vincenzo Gili]]}}
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{{Box successione|tipologia=episcopale|carica=[[Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|Vescovo di Reggio Emilia]]|periodo=[[13 febbraio]] [[1946]] - [[16 gennaio]] [[1965]]|immagine=Bishopcoa.png|precedente=[[Eduardo Brettoni]]|successivo=[[Gilberto Baroni]]}}
{{Portale|Biografie|Cattolicesimo}}
 
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