Francesco Erizzo: differenze tra le versioni
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{{Monarca
|immagine = Accademia - Bernardo Strozzi Portrait de Francesco Erizzo.jpg
|legenda = [[Bernardo Strozzi]], ''ritratto del doge Francesco Erizzo'', [[1635]] circa, [[Galleria dell'Accademia]]
|stemma = Coat of Arms of the House of Erizzo.svg
|titolo = [[Doge di Venezia]]
|inizio regno = 10 aprile [[1631]]
|fine regno = 3 gennaio [[1646]]
|incoronazione =
|investitura =
|predecessore = [[Nicolò Contarini]]
|erede =
|successore = [[Francesco Molin]]
|nome completo =
|altrititoli =
|data di nascita = 18 febbraio [[1566]]
|luogo di nascita = [[Venezia]]
|data di morte = {{Calcola età3|1646|1|3|1566|2|18}}
|luogo di morte = [[Venezia]]
|luogo di sepoltura = [[Chiesa di San Martino (Venezia)|Chiesa di San Martino]], [[Venezia]]
|casa reale =
|dinastia = [[Erizzo]]
|padre = Benedetto Erizzo
|madre = Marina Contarini
|consorte =
|consortedi =
|coniuge 1 =
|coniuge 2 =
|coniuge 3 =
|coniuge 4 =
|coniuge 5 =
|figli = Maria Benedetta
|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
|motto reale =
|firma =
}}
{{Bio
|Nome = Francesco
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|GiornoMeseMorte = 3 gennaio
|AnnoMorte = 1646
|Epoca = 1600
|Attività = doge
|FineIncipit = fu il novantottesimo [[doge (Venezia)|doge]] della [[Repubblica di Venezia]], eletto il [[10 aprile]] [[1631]]▼
|Nazionalità =
|
▲|FineIncipit =
}}
== Biografia ==
=== Giovinezza ed educazione ===
Secondo dei quattro figli maschi di Benedetto e Marina [[Contarini]], apparteneva alla famiglia degli [[Erizzo]], casata di origine istriana ascritta al [[patriziato (Venezia)|patriziato]] sin dalla [[serrata del Maggior Consiglio]]. La famiglia viveva da tempo nella parrocchia di [[chiesa di San Martino (Venezia)|San Martino]] e non era particolarmente ricca né, nonostante l'antica nobiltà, prestigiosa; solo con Francesco riuscì a raggiungere le massime cariche della [[Repubblica di Venezia|Repubblica]].
Non si sposò, lasciando al fratello Nicolò il compito di continuare la discendenza. Ebbe tuttavia una [[figlia naturale]], che fu suora a [[Santo Spirito (isola)|Santo Spirito]] con il nome di Maria Benedetta.
== Vita e carriera politica ==▼
Si formò all'[[Università di Padova]] frequentando corsi di [[filosofia]] e [[retorica]] (ma non raggiunse mai il [[dottorato]]), potendo così potenziare le sue già notevoli dote di [[oratore]]. Iniziò la carriera politica nell'aprile del [[1590]] quando fu, per un semestre, [[Collegio dei Savi|savio agli Ordini]].
== Dogato ==▼
La grande considerazione cui godeva presso l'opinione pubblica lo condusse ad esser eletto doge il [[10 aprile]] [[1631]] al primo scrutinio, con ben 40 voti su 41. Nonostante fosse uomo di grande prestigio è molto probabile che fossero avvenuti dei brogli (come afferma lo storico [[Claudio Rendina]]) tant'è che l'unico voto contrario fu quello di Renier Zen, noto per la sua incorruttibilità.▼
Era questo un periodo di forti attriti politici, con gli scontri tra il partito dei "giovani" e quello filoclericale e filospagnolo. L'Erizzo, però, mantenne saggiamente una posizione moderata, equidistante tra le fazioni. Questo gli permise di essere riconfermato nel saviato per altri due semestri tra [[1592]] e il [[1594]]. L'11 marzo [[1595]] veniva eletto, con [[Cristoforo Valier]], sindaco in [[Dalmazia]], con il compito di controllare i [[reggimenti (Repubblica di Venezia)|rettori]] della zona. La relazione che presentarono al [[Senato veneziano|Senato]] nel [[1596]] descrive una situazione disastrosa in termini economici.
Dopo due anni di inattività, ritorna nella scena pubblica il 25 maggio [[1599]] quando venne inviato a [[Salò]] in qualità di provveditore e capitano della [[Riviera di Salò|Riviera Bresciana]], incarico che concluse il 24 novembre [[1600]]. Fu poi [[Collegio dei Savi|savio di Terraferma]] (due semestri del [[1601]] e [[1605]]) e, durante gli anni dell'[[interdetto]], accettò prudentemente l'elezione a luogotenente della [[Patria del Friuli]] ([[1605]]-[[1607]]). Tornò poi a Venezia dove ricoprì ancora il saviato di Terraferma per un trimestre. Durante la [[guerra di Gradisca]] ([[1615]]) fu provveditore di [[Palmanova]]<ref>[http://books.google.it/books?id=2Gs5AAAAcAAJ&pg=PA93&dq=Adamo+di+Trautmannsdorf&hl=en&ei=7EytTc7iD4T4sgapoYDXDA&sa=X&oi=book_result&ct=result&redir_esc=y#v=onepage&q=Adamo%20di%20Trautmannsdorf&f=false Carlo Morelli di Schönfeld - Istoria della contea di Gorizia]</ref>.
[[File:8600 - Venezia - San Martino - Tomba di Francesco Erizzo - Foto Giovanni Dall'Orto, 10-Aug-2007.jpg|thumb|right|270px|La tomba di Francesco Erizzo, nella [[Chiesa di San Martino (Venezia)|chiesa di San Martino]].]]▼
▲=== Dogato ===
Anche se il doge spesso si faceva ritrarre con l’armatura ed in pose degne più d’un soldato che d’un governante, la Repubblica preferì cercare un po’ di tranquillità dopo i primi convulsi anni del secolo.<ref>Questa ''pax imperii'' è metaforicamente rappresentata in un fregio collocato nell'appartamento privato del doge Erizzo, a [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]], opera del pittore veronese [[Giovanni Battista Lorenzetti]].</ref> Negli anni Trenta si sviluppò il gioco d’azzardo (ed i famosi ''Ridotti'', cioè case da gioco) ed i teatri ebbero nuova fortuna. La spensieratezza di quel periodo non venne turbata neppure dalla breve guerra contro lo Stato Pontificio che rivendicava il piccolo [[ducato di Castro]], compreso nei territori di [[ducato di Parma|Parma]]. Nel [[1644]] fu raggiunta una pace favorevole per Venezia (Castro rimase a Parma) la quale riabilitò un po' il nome della Repubblica che, in campo internazionale, iniziava ad offuscarsi.▼
[[File:Doge Francesco Erizzo by Bernardo Strozzi, Phoenix Art Museum.JPG|thumb|Il doge Francesco Erizzo ritratto da [[Bernardo Strozzi]] nel [[1635]], [[Phoenix Art Museum]]]]
▲La grande considerazione cui godeva presso l'opinione pubblica lo
▲
=== Ultimi tempi e morte ===
==Note==▼
▲[[File:
Questo periodo di prosperità si interruppe improvvisamente nel [[1645]] con l'inizio della lunga [[guerra di Candia]]. Il 7 dicembre, probabilmente con l'intento di risollevare gli animi, il Senato offrì al Doge il comando delle operazioni militari. L'Erizzo accettò di buon grado, ma il suo fisico di uomo anziano (aveva 78 anni) non resse all'ansia e all'impegno: morì infatti poco dopo, il 3 gennaio [[1646]], molto rimpianto dal popolo.
Viene sepolto nella [[chiesa di San Martino (Venezia)|chiesa di San Martino di Castello]] vicino al suo luogo di nascita.
Per sua stessa volontà nella [[Basilica di San Marco]] a pochi passi dalla [[Pala d'oro]] nel pavimento sotto una piastrella che reca il simbolo della famiglia [[Erizzo]] sormontata dal [[Corno Ducale]] riposa il Cuore dello stesso doge.
▲== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Dizionario_Biografico_degli_Italiani/VOL43/DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_Vol43_054368.xml ERIZZO, Francesco - Treccani].
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
{{Box successione|carica=[[Dogi della Repubblica di Venezia|Doge di Venezia]]|periodo=[[1631]]-[[1646]]▼
* {{Collegamenti esterni}}
|precedente=[[Nicolò Contarini]]|successivo=[[Francesco Da Molin]]}}▼
▲{{Box successione|carica=[[Dogi della Repubblica di Venezia|Doge di Venezia]]|periodo=10 aprile [[1631]] - 3 gennaio [[1646]]
{{Dogi di Venezia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|
[[Categoria:Dogi della Repubblica di Venezia]]
[[Categoria:Erizzo]]
▲[[de:Francesco Erizzo]]
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