Ischia di Castro: differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa
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|Didascalia =
|Bandiera = Ischia di Castro-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Ischia di Castro-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Lazio
|Divisione amm grado 2 = Viterbo
|Amministratore locale = Salvatore Serra
|Partito = [[lista civica]]
|Data elezione = 8-6-2009
|Data rielezione = 10-6-2024
|
|Data istituzione =
|Sottodivisioni =
|Divisioni confinanti = [[Canino (Italia)|Canino]], [[Cellere]], [[Farnese (Italia)|Farnese]], [[Manciano]] (GR), [[Pitigliano]] (GR), [[Valentano]]
|Zona sismica = 2B
|Gradi giorno = 2102
|Nome abitanti = ischiani
|Patrono = [[Ermete martire|sant'Ermete]]
|Festivo = 28 agosto
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Ischia di Castro (province of Viterbo, region Lazio, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Ischia di Castro nella provincia di Viterbo
}}[[File:Palazzo Farnese Ischia di castro.JPG|miniatura|Palazzo Farnese di Ischia di Castro]]
'''Ischia di Castro''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Viterbo]] nel [[Lazio]].
==Geografia fisica==
===Territorio===
Il territorio di Ischia di Castro è molto vasto (104,95 chilometri quadrati), e si alterna tra praterie, colline, boschi ed alti costoni di tufo; il rilievo più elevato è quello del ''Monte Bellino'', 515 metri di altezza, al confine con la Toscana.
È attraversato da diversi corsi d'acqua, i più importanti dei quali sono il [[Fiora]], che ne attraversa la parte più occidentale del suo territorio, ed il suo affluente principale, il fiume [[Olpeta]]. In prossimità del centro abitato, scorre invece il ''Fosso San Paolo'', un torrente che si immette nell'Olpeta, e concorre a formare il sistema fluviale Fiora-Olpeta,<ref>{{cita web|url=http://www.parchilazio.it/news-4867-naturaquotidiana|titolo=Il fosso San Paolo|accesso=6 agosto 2025}}</ref>, mentre nella parte settentrionale del territorio comunale scorre il ''Fosso di Ripignano''.
La parte più antica del centro abitato poggia su un alto sperone di tufo circondato dalle forre scavate da due torrenti. L'accesso è dalla porta del Palazzo Ducale ed il centro storico si sviluppa in discesa sino al belvedere dell'Ortirosa da cui è possibile ammirare il solco scavato dai due torrenti, la loro confluenza ai piedi del paese ed i boschi che circondano tutto l'abitato.
A ridosso del centro storico, muovendo nel senso della salita, è il Borgo, parte del paese che si è sviluppata maggiormente tra il '700 e la fine dell'800. Ancora più a salire vi è la parte più recente e residenziale di Ischia di Castro.
=== Clima ===
[[Classificazione climatica]]: zona E, 2102 GR/G
==Storia==
Le origini ischiane risalgono all'[[Civiltà etrusca|età etrusca]] della quale rimangono alcune testimonianze, ma molto tempo prima l'uomo preistorico visse lungo le rive del [[Fiora]] dove sono state trovate asce di silice, punte di frecce e altri oggetti.
Dell'epoca romana rimangono importanti tracce in località La Selvicciola ove nel [[1982]] è stata rinvenuta una villa rustica romana<ref>{{Cita web|url=http://www.archeologia.beniculturali.it/index.php?it/142/scavi/scaviarcheologici_4e048966cfa3a/162|titolo=Scavi|data=13 gennaio 2015|accesso=18 ottobre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190802201542/http://www.archeologia.beniculturali.it/index.php?it%2F142%2Fscavi%2Fscaviarcheologici_4e048966cfa3a%2F162 |urlmorto=sì}}</ref>. Nello stesso sito è venuta alla luce anche una necropoli longobarda - ricca di corredi funerari maschili e femminili, armi, ornamenti personali e oggetti di uso quotidiano - oggi esposti nel Museo civico di Ischia di Castro.
Il popolo longobardo sembra aver fortemente inciso sulla storia del paese, tanto che non solo molte località della campagna ischiana portano ancora oggi i nomi longobardi, ma addirittura lo stesso nome di Ischia sembra derivare dalla lingua di questo popolo nordico (da ''eisch'' = "quercia"); e sempre ai longobardi sembra doversi ricondurre l'origine del "Palio del gallinaccio", festa che ancora oggi si tiene nel mese di agosto, e, più in generale, il folklore e persino il dialetto ischiano<ref>{{Cita libro|autore=Maura Lotti|titolo=Marharemark - Eredità longobarde nel nord castrense|anno=2015|editore=Ghaleb Editore }}</ref>.
Successivamente Ischia compare tra i paesi del [[Patrimonio di San Pietro (provincia pontificia)|Patrimonio di San Pietro]] in [[Tuscia]]. Il castello di Ischia nella seconda metà del [[XII secolo]] apparteneva al conte Ranieri di Bartolomeo, che nel [[1168]] sottopose tutte le sue proprietà alla protezione di [[Orvieto]]. Prima della fine del secolo queste terre passarono ai conti Ildebrandini e alla fine del [[XIII secolo]] il castello pervenne ai [[Farnese]].
Durante il [[Medioevo]] il borgo si estese a ridosso dell'antico [[Rocca di Ischia di Castro|Palazzo ducale]] ([[Rocca di Ischia di Castro|Rocca]]) dove i [[Farnese]] edificarono il loro palazzo su progetto di [[Antonio da Sangallo il Giovane]]. La [[Rocca di Ischia di Castro|Rocca]], in origine dotata di tre torri, fossato e ponte levatoio, proteggeva il paese dall'unico lato scoperto, essendo gli altri tre lati protetti naturalmente dalle alte pareti di tufo; il progetto del [[Antonio da Sangallo il Giovane|Sangallo]], solo in parte realizzato, ne prevedeva la trasformazione da struttura volta alla sola difesa in edificio più simile ad un palazzo nobiliare.
Il dominio dei [[Farnese]] non fu sempre tranquillo: nel [[Luglio]] del [[1395]] gli ischiani, stanchi delle angherie e dei soprusi subiti soprattutto dalle loro donne, si ribellarono ai loro Signori assaltando la rocca e uccidendo tre dei sette figli di Ranuccio da Farnese, mentre un altro figlio, Bartolomeo, e suo nipote [[Ranuccio Farnese il Vecchio|Ranuccio]] (che sarà poi detto "[[Ranuccio Farnese il Vecchio|il Vecchio]]" e diverrà il nonno di [[Papa Paolo III]]), furono imprigionati. Ischia fu allora rapidamente messa sotto assedio dagli altri figli di Ranuccio che si trovavano a Montalto ([[Pietro Farnese (signore di Montalto)|Pietro]], Nicolò e Pier Bertoldo) con l'appoggio dei Signori della [[Monaldeschi|Cervara]] accorsi in loro aiuto, e infine, dopo la fuga dei ribelli, i prigionieri vennero liberati. Secondo un'altra ricostruzione, i due superstiti si salvarono perché, durante l'assalto, riuscirono a fuggire nella vicina [[Valentano]]. Comunque sia, l'evento contrassegnò nel tempo il popolo ischiano come fiero, poco propenso a chinare la testa e meritevole di rispetto.
Nel [[1537]] [[Papa Paolo III|Paolo III Farnese]] affidò il [[Ducato di Castro]], di cui faceva parte anche Ischia, al figlio [[Pier Luigi Farnese]] con capitale [[Castro (Lazio)|Castro]]. La città fu costruita seguendo una pianificazione urbanistica progettata da Sangallo il Giovane.
Durante il periodo del Ducato di Castro Ischia era divenuta popolatissima; secondo la relazione di Benedetto Zucchi inviata ai Farnese nel 1630, ad Ischia — in quel ristretto spazio che oggi corrisponde al centro storico — vi erano ben ''"250 [[Fuoco (demografia)|fuochi]]"'', ''"1.300 anime"'', 150 soldati e "''200 cavalleggieri con casacche turchine"'', ''"insomma è assai popolata, e stanno ristretti non poco per essere piantata in un tufo"''<ref>{{Cita libro|autore=F.M. Annibali|titolo=Notizie Storiche della Casa Farnese |anno=1818|città=Montefiascone|p=70}}</ref>.
I [[Farnese]], in contrasto con la [[Chiesa cattolica|Chiesa]], tennero Castro fino al [[1649]], quando [[Innocenzo X]] ordinò la sua distruzione.
Ischia era passata alla [[Santa Sede]] dal [[1642]] al [[1644]]; in seguito alla distruzione del [[Ducato di Castro|Ducato]] fu definitivamente incamerata nel [[1649]] dalla Reverenda [[Camera Apostolica]] e nel [[1788]] fu concessa in enfiteusi a [[Capranica (famiglia)|Giuliano Capranica]] della nota famiglia romana.
Durante la parentesi del dominio francese il comune appartenne al [[dipartimento del Cimino]], cantone di [[Valentano]] ([[1798]]-[[1799]]) per passare poi al [[dipartimento di Roma]], circondario di [[Viterbo]], cantone di [[Canino (Italia)|Canino]] ([[1810]]-[[1815]]).
[[Papa Pio VI]] nel [[1816]] conferì il titolo di [[Marchese]] d'Ischia ad [[Antonio Canova]] il quale volle per questo donare al paese un prezioso calice d'oro.
Con la [[Restaurazione]] e la riforma del [[1816]]/[[1817]] Ischia entrò a far parte della provincia del [[Patrimonio di San Pietro (provincia pontificia)|Patrimonio di San Pietro]], delegazione e distretto di [[Viterbo]], come podesteria dipendente dal governo di [[Valentano]].
Durante il [[Risorgimento]], Ischia fece comunque la sua pur piccola parte. Alla fine del [[Settembre]] [[1867]] una banda di [[Garibaldino|garibaldini]] ischiani assalì in paese la Caserma dei [[Gendarmeria pontificia|Gendarmi Pontifici]], trovandola però vuota e priva di armi, e si fece consegnare dall'esattore la cassa esattoriale e una rubbia di grano per finanziare le spese insurrezionali. Contestualmente fu costituito il nuovo Municipio. In risposta, il successivo [[4 ottobre]] dal presidio della vicina [[Valentano]] furono inviati gli [[Zuavi pontifici|Zuavi Pontifici]] i quali, però, giunti a ridosso del paese, trovarono i [[Garibaldino|garibaldini]] ischiani trincerati e protetti da barricate; agli ischiani si aggiunsero anche alcuni volontari dalla vicina [[Farnese (Italia)|Farnese]] e dalla [[Toscana]]. Nello scontro che ne seguì i garibaldini subirono 21 perdite tra morti e feriti (nessun morto tra gli ischiani), ma gli [[Zuavi pontifici|Zuavi]] furono costretti a ritirarsi e il paese poté considerarsi preso dagli insorti<ref>{{Cita libro|autore=Maura Lotti|titolo=Terra e Unità - Ischia di Castro nel Risorgimento|anno=|editore=Davide Ghaleb Editore|città=|pp=36-38}}</ref>.
Annesso al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] nel [[1870]], il paese - a seguito del [[Regio decreto-legge|Regio decreto]] del [[18 agosto]] [[1872]] - assunse la denominazione di Ischia di Castro<ref>{{Cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=10704|titolo=SIUSA - Comune di Ischia di Castro|sito=siusa.archivi.beniculturali.it|accesso=18 ottobre 2016}}</ref>.
Il suo territorio, unitamente a quelli dei comuni vicini, rientrò nel raggio di azione del brigante [[Domenico Tiburzi]] fino a quando questi non fu ucciso dai carabinieri nel [[1896]] a [[Capalbio]]<ref>{{Cita web|url=http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Briganti/Tiburzi.htm|titolo=Tiburzi|accesso=2 novembre 2016}}</ref>.
Ischia di Castro fu ascritta alla [[Provincia di Roma]] fino al [[1927]] allorché passò alla neoistituita [[Provincia di Viterbo]] di cui tuttora fa parte.
Per molti secoli da abitanti e visitatori che si recavano in Ischia, fu attribuito l'appellativo di ''Città di [[Maremma]],'' come Annibali riporta in alcuni dei suoi volumi.
===Simboli===
Lo stemma è stato riconosciuto con d.P.C.m. del 12 ottobre 1953.<ref>{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?717 |titolo= Ischia di Castro |sito= Archivio Centrale dello Stato |accesso=25 giugno 2023}}</ref>
{{citazione|D'azzurro, ai tre gigli d'oro.}}
Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 5 giugno 1954, è un drappo di azzurro.<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioacs.cultura.gov.it/patrimonio/ffb1f1e2-c743-4b27-8477-7a457c5cbdf5/869-ischia-di-castro|titolo=Bozzetti di stemma e gonfalone del Comune di Ischia di Castro|accesso=8 ottobre 2024|sito=ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città}}</ref>
==Monumenti e luoghi d'interesse==
===Architetture religiose===
* [[Duomo di Sant'Ermete]]
* [[Madonnella del Giglio]]
* Chiesa parrocchiale di San Rocco, edificio in stile romanico con affreschi del [[XIV secolo|XIV]]-[[XVI secolo]].
* Chiesetta della Madonna della Neve (o chiesa della Madonella), edificata agli inizi del XVII secolo
* Chiesetta della Madonna delle Rose
* Chiesetta della Trinità, costituita da un unico ambiente con copertura a volta, presenta sopra l'altare una pala settecentesca raffigurante la Madonna del Carmelo e la Trinità con ai lati affrescati due santi fondatori dell'ordine dei Carmelitani.
* [[Eremo di Poggio Conte]] o della Chiusa dell'Armine o Romitorio di San Colombano<ref>{{Cita web |url=http://www.provincia.vt.it/turismo/SchedeDett.asp?Id=57 |titolo=Romitori di Ischia di Castro |accesso=8 dicembre 2013 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131211162054/http://www.provincia.vt.it/turismo/SchedeDett.asp?Id=57 |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.tesoridellazio.it/pagina.php?area=I+tesori+del+Lazio&cat=Eremi%2C+monasteri%2C+abbazie&pag=Ischia+di+Castro+(VT)+-+Eremo+di+Poggio+Conte |titolo=Copia archiviata |accesso=8 dicembre 2013 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131216185956/http://www.tesoridellazio.it/pagina.php?area=I+tesori+del+Lazio&cat=Eremi%2C+monasteri%2C+abbazie&pag=Ischia+di+Castro+(VT)+-+Eremo+di+Poggio+Conte |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{cita web |url=http://www.lungolagocapodimonte.it/storia-sito-archeologico-viterbo-tuscia/storia-i-romitori-del-fiora-in-provincia-di-viterbo-tuscia |titolo= I romitori del Fiora |accesso=8 dicembre 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131212064841/http://www.lungolagocapodimonte.it/storia-sito-archeologico-viterbo-tuscia/storia-i-romitori-del-fiora-in-provincia-di-viterbo-tuscia }}</ref><ref>Anna Laura, [https://www.simulabo.it/wp-content/uploads/2020/05/quaderno_09_il_museo_civico_e_archeologico_di_ischia_di_castro.pdf ''Il Museo Civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti” di Ischia di Castro - Itinerario storico''], Quaderni 9, Sistema Museale del Lago di Bolsena, Bolsena, 2008 - Capitolo 5: Il periodo Longobardo - L'insediamento della Selvicciola e nei Colli di S. Colombano - pp. 55-73 - Capitolo 6: Insediamenti monastici medievali. L'eremo di Poggio Conte e il Monastero di San Colombano - pp. 75-108.</ref>, dipendente dall'abbazia di San Colombano di [[Castro (Lazio)|Castro]] (distrutta assieme alla città). Eremo documentato in un atto del giugno del [[1027]] fra Ugone conte di Castro e figlio di Cadulo e l'abate Giovanni di San Colombano, in esso si cita anche il monastero dedicato a [[Colombano di Bobbio|San Colombano di Bobbio]], posto vicino al fiume Armino (oggi [[Fiora|fiume Fiora]]), monastero documentato nell'810, in cui si dichiara l'appartenenza della "Cella Sancti Colombani" all'[[Abbazia di San Salvatore (Abbadia San Salvatore)|abbazia di San Salvatore all'Amiata]]; il monastero di San Colombano di Castro in seguito venne elevato ad [[abbazia]]<ref>{{cita web|url=https://maremmacastrenseilentischi.blogspot.com/2014/09/insediamenti-monastici-medioevali-san.html|titolo=Insediamenti monastici medioevali. San Colombano|accesso=6 agosto 2025}}</ref><ref>{{cita web|url=https://archive.org/details/italiapontificia02cath/page/218/mode/2up|titolo=Italia Pontificia, II, Latium|accesso=6 agosto 2025}}</ref>. Presenta due locali, il primo dei quali ha una cupola sorretta da pilastri ed è ricco di disegni immaginari, floreali e sessuali; questi elementi, uniti al triangolo equilatero disegnato su una colonna nonché all'orientamento est-ovest del locale e alla ricezione della luce soltanto da una monofora posta sull'abside, hanno portato a teorizzare, tra l'altro, la matrice templare del sito. Sono visibili, sotto la cupola, le nicchie che contenevano tredici pale raffiguranti gli [[Apostolo|apostoli]] e [[Gesù]] frutto di un intervento successivo alla costruzione originale; trafugate tutte nel [[1964]], sei di esse sono state recuperate e ora custodite nel Museo civico archeologico di Ischia di Castro<ref>Gattula, ''Historia Cassinese'', p. 416.</ref>. L'eremo sorge in una sorta di anfiteatro naturale particolarmente suggestivo anche per la presenza di un'alta cascatella, e, grazie alla sua notevole acustica, ben si presta all'esecuzione delle manifestazioni musicali che l'Amministrazione comunale ormai abitualmente vi organizza in estate.
* [[Eremo di Ripatonna Cicognina]] o della Chiusa del Vescovo, composto da 3 piani ricavati sul fronte roccioso a strapiombo sul fiume Olpeta (affluente del [[Fiora|fiume Fiora]]) presenta una planimetria complessa tra ballatoi, stanze ricavate nella roccia, cisterne e cavità diffuse. All'interno è riconoscibile la chiesa con abside e presbiterio, decorata da affreschi di scuola senese del [[XV secolo]]<ref>{{Cita web|url=http://www.tesoridellazio.it/pagina.php?area=i+tesori+del+lazio&cat=Eremi,+monasteri,+abbazie&pag=Ischia+di+Castro+(VT)+-+Eremo+di+Ripatonna+Cicognina#!prettyPhoto|titolo=Ischia di Castro (VT) - Eremo di Ripatonna Cicognina {{!}}{{!}} Leggi tutti i dettagli su Tesori del Lazio|accesso=19 ottobre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161020104206/http://www.tesoridellazio.it/pagina.php?area=i+tesori+del+lazio&cat=Eremi,+monasteri,+abbazie&pag=Ischia+di+Castro+(VT)+-+Eremo+di+Ripatonna+Cicognina#!prettyPhoto }}</ref>. L'eremo venne dettagliatamente descritto da Beneddetto Zucchi nella relazione sullo stato del [[Ducato di Castro]] inviata ai [[Farnese]] nel [[1630]]: "…vi è un romitorio chiamato Ripatogno Cicognina, piantato alla sponda di detto fiume Olpita di sopra e piantato sul tufo di detta ripa e lontano da Castro poco più di un miglio, luogo di bellissima vista, con comodità di fontana e di terreno da farvi orto a proposito per tale effetto, con dentro la Chiesa consacrata…''<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.ischiadicastro.vt.it/index.php?T1=190&T2=7|titolo=Comune di Ischia di Castro|cognome=PitSoft|nome=Design: Wolfgang (www.1-2-3-4.info) / Modified:|accesso=19 ottobre 2016}}</ref>.
* Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo e il Convento delle Adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento, uno degli attuali undici monasteri italiani del relativo Ordine di clausura, è il luogo in cui la monaca [[Maria Maddalena dell'Incarnazione]], al secolo Caterina Sordini, nel [[febbraio]] <nowiki/>del [[1789]] avrebbe avuto la visione di [[Gesù]] che le chiedeva di istituire l'opera delle Adoratrici dell'eucaristia<ref>{{Cita web|url=http://www.adoratriciperpetue.org/index.php?option=com_content&view=article&id=2&Itemid=103|titolo=La Fondatrice|cognome=User|nome=Super|accesso=2 novembre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161108074637/http://www.adoratriciperpetue.org/index.php?option=com_content&view=article&id=2&Itemid=103 }}</ref>, compito che portò a termine fondando nel [[1807]] l'Ordine delle [[Adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento]]. In questo convento sarebbe accaduto, nel giorno del [[Corpus Domini]] del [[1802]], il "miracolo della moltiplicazione del pane"<ref>{{Cita web|url=http://tuttosu.virgilio.it/detail/L%E2%80%99Eucaristia-Sacro-Convito:-il-Miracolo-di-Ischi,IMB_150339_4773740.html|titolo=L'Eucaristia Sacro Convito: il Miracolo di Ischia di Castro.|sito=TuttoSu|accesso=3 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161104015031/http://tuttosu.virgilio.it/detail/L%E2%80%99Eucaristia-Sacro-Convito:-il-Miracolo-di-Ischi,IMB_150339_4773740.html|urlmorto=sì}}</ref>.
===Architetture civili===
[[File:Duomo 002.jpg|thumb|Duomo|281x281px]]
* Nel paese si può ancora ammirare il ''[[Palazzo Ducale (Ischia di Castro)|Palazzo Ducale]]'' detto anche "La Rocca", al cui progetto collaborò [[Antonio da Sangallo il Giovane]].
* Caratteristica è anche la casa natale di [[Sebastiano Gandolfi]], dove fu ospite anche [[Annibal Caro]].
===Siti archeologici===
* [[Necropoli di Ponte San Pietro]], dove sono state scoperte 25 tombe di epoca proto storica, uno dei ritrovamenti in assoluto tra i più rilevanti della [[Cultura del Rinaldone|Cultura di Rinaldone]].
* [[Grotta di Settecannelle]] sulla sponda del ''fosso della Paternale'', un affluente del [[Fiora]], in cui sono stati rinvenuti frammenti della media [[età del bronzo]] e del Bronzo antico, dell'[[Eneolitico]], del [[Neolitico]] e [[Paleolitico]] superiore e fauna e materiali che risalgono fino circa a 17.000 anni fa.
* Necropoli di Crostoletto di Lamone, della fine dell'età del Bronzo, con tombe a tumulo e rito misto (deposizione e incenerazione), e resti di frequentazione sin dall'età del Rame (muri a secco perimetrali).
* La Selvicciola località non lontana da [[Vulci]], in cui sono stati rinvenuti una vasta necropoli neolitica riferibile alla [[Cultura del Rinaldone|Cultura di Rinaldone]], una grande villa romana di epoca repubblicana, una necropoli longobarda - con corredi funerari maschili e femminili, armi, ornamenti personali e oggetti di uso quotidiano - e i resti di una chiesa di quel periodo.
* Necropoli etrusca di Castro scoperta ai piedi del monte su cui sorgeva la città medievale, vi spiccano la tomba monumentale a semidado del [[VI secolo a.C.]] e, soprattutto, la famosa "Tomba della Biga di Castro", nella quale nel [[1967]] fu rinvenuta - preceduta dagli scheletri di due cavalli di cui uno con ancora il morso tra i denti - la spettacolare biga etrusca, probabilmente appartenuta ad una giovane principessa morta nel [[530 a.C.|530]]-[[520 a.C.]], oggi esposta al [[Museo nazionale etrusco Rocca Albornoz]] di [[Viterbo]]<ref>{{Cita web|url=http://www.tesoridetruria.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2112:la-biga-di-castro-domina-la-rocca-albornoz&catid=1:ultime&Itemid=57|titolo=La Biga di Castro domina la Rocca Albornoz|autore=Teresa Pierini|accesso=28 ottobre 2016}}</ref>.
* Nel territorio comunale si trovano le rovine dell'antica città rinascimentale di [[Castro (Lazio)|Castro]] distrutta nel [[1649]].
===Aree naturali===
Nel territorio di Ischia di Castro si trova parte della [[Selva del Lamone]], una delle [[Elenco delle riserve naturali regionali italiane#Lazio|riserve naturali regionali]] del [[Lazio]], e la Macchia dei buoi, area di proprietà comunale - in piccola parte ora attrezzata per picnic - che si estende per circa quaranta ettari ed è caratterizzata da bosco con alberi di alto fusto (cerro, quercia roverella, carpino nero, acero minore, leccio ontano nero) mentre il sottobosco è costituito da piante tipiche della Maremma come l'agrifoglio, il sorbo selvatico, il pungitopo, l'asparago selvatico, il corniolo e la fillirea; all'epoca della fioritura non è raro rinvenirvi orchidee spontanee. Nel vastissimo territorio comunale ricadono diverse aree qualificate dalla Regione Lazio come [[Sito di interesse comunitario|SIC]] (siti di interesse comunitario) tra cui Crostoletto (presenza di specie vegetali rare o rarissime per il Lazio<ref>{{Cita web|url=http://natura2000.eea.europa.eu/Natura2000/SDF.aspx?site=IT6010014|titolo=N2K IT6010014 dataforms|sito=natura2000.eea.europa.eu|accesso=22 aprile 2017}}</ref>), Vallerosa (orchidee spontanee<ref>{{Cita web|url=https://dalmignoneallafiora.blogspot.it/2012/06/vallerosa.html|titolo=Vallerosa|accesso=22 aprile 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170422212935/https://dalmignoneallafiora.blogspot.it/2012/06/vallerosa.html|urlmorto=sì}}</ref>), Monti di Castro (presenze significative in tutti i gruppi animali, soprattutto rapaci diurni) e il Sistema Fluviale Fiora-Olpeta (ricca fauna in tutti i gruppi zoologici, in particolare presente l'unica popolazione vitale della Lontra dell'Italia centrale<ref>{{Cita web|url=http://natura2000.eea.europa.eu/Natura2000/SDF.aspx?site=IT6010017|titolo=N2K IT6010017 dataforms|sito=natura2000.eea.europa.eu|accesso=22 aprile 2017}}</ref>), nonché un'area [[Zona di protezione speciale|ZPS]] - zona di protezione speciale- (Selva del Lamone-Monti di Castro)<ref>{{Cita web|url=http://www.regione.lazio.it/prl_ambiente/?vw=contenutidettaglio&id=207|titolo=Regione Lazio - Ambiente - Cartografia provincia Viterbo|accesso=22 aprile 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170422212231/http://www.regione.lazio.it/prl_ambiente/?vw=contenutidettaglio&id=207|urlmorto=sì}}</ref>.
==Società==
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Ischia di Castro|Cittadini stranieri al 31.12.2017=Romania 61
Albania 8
Repubblica di Macedonia 4
Ucraina 4
Regno Unito 3
altre 4}}
=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31.12.2018 sono residenti 103 cittadini stranieri (di cui 49 dalla Romania, 9 dall'Albania, 4 dall'Ucraina, 4 dalla Repubblica di Macedonia, 5 dal Regno Unito, 1 dalla Bulgaria, 1 dall'Estonia, 1 dai Paesi Bassi, 1 dalla Lettonia, 9 dall'Africa, 13 dall'Asia e 6 dall'America) pari al 4,6% della popolazione complessiva<ref>{{Cita web|url=https://www.tuttitalia.it/lazio/32-ischia-di-castro/statistiche/cittadini-stranieri-2018/|titolo=Cittadini Stranieri 2018 - Ischia di Castro (VT)|sito=Tuttitalia.it|accesso=5 luglio 2018}}</ref>.
== Cultura ==
=== Istruzione ===
==== Biblioteche ====
* Biblioteca comunale.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.ischiadicastro.vt.it/index.php?T1=20|titolo=Biblioteca comunale|accesso=6 agosto 2025}}</ref>
==== Musei ====
* Il Museo civico archeologico "Pietro e Turiddo Lotti" raccoglie tutti i più importanti reperti archeologici, dalla preistoria al [[Rinascimento]], rinvenuti nel territorio comunale; dagli strumenti in selce di epoca paleolitica, alle statue in nenfro del [[VI secolo a.C.]] della necropoli di Castro, dall'esemplare di bara etrusca corredata di vasi di impasto e vasi di bucchero, ai reperti di epoca romana e longobarda, dalle sculture e affreschi del [[XIII secolo]], ai capitelli e alle modanature dei palazzi di Castro progettati dal [[Antonio da Sangallo il Giovane|Sangallo]], fino alla vetrina delle ceramiche medievali recuperate dai "butti" del [[Rocca di Ischia di Castro|Palazzo ducale.]]
==Economia==
A Ischia di Castro sono ancora attive le vecchie cave di [[travertino]] e di [[tufo]]. Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e rinomate vi sono quelle [[artigianato|artigianali]], come la lavorazione del [[rame]] finalizzata a scopi artistici.<ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=2 | p=19}}</ref>
Accanto alla pastorizia, molto diffusa la coltivazione dell'olivo; Ischia di Castro è uno degli otto Comuni inseriti nell'itinerario "La strada dell'olio dop di Canino"<ref>{{Cita web|url=http://www.stradadelloliodopcanino.it/comuni.html|titolo=La Strada dell'Olio dop di Canino - i comuni|accesso=26 ottobre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160909142408/http://www.stradadelloliodopcanino.it/comuni.html}}</ref>
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema '''Unità locali''', intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).<ref name=imprese>{{Cita web |url=http://asc.istat.it/asc_BL/ |titolo=Atlante Statistico dei comuni dell'Istat |accesso=19 febbraio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200114110901/http://asc.istat.it/asc_BL/ |urlmorto=sì }}</ref>
{| class="wikitable"
|+
!
!2015
!
!
!
!
!
!2014
!
!2013
!
|-
|
|Numero imprese attive
|% Provinciale Imprese attive
|% Regionale Imprese attive
|Numero addetti
|% Provinciale Addetti
|% Regionale Addetti
|Numero imprese attive
|Numero addetti
|Numero imprese attive
|Numero addetti
|-
|Ischia di Castro
|112
|0,48%
|0,02%
|206
|0,35%
|0,01%
|111
|207
|112
|207
|-
|Viterbo
|23.371
|
|5,13%
|59.399
|
|3,86%
|23.658
|59.741
|24.131
|61.493
|-
|Lazio
|455.591
|
|
|1.539.359
|
|
|457.686
|1.510.459
|464.094
|1.525.471
|}
Nel 2015 le 112 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano lo 0,48% del totale provinciale (23.371 imprese attive), hanno occupato 206 addetti, lo 0,35% del dato provinciale (59.399 addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato poco meno di due persone (1,84).
=== Agricoltura ===
Nelle campagne del territorio comunale si coltiva, tra l'altro, la varietà di [[Olea europaea|olivo]] da cui si ricava l'[[Olio di oliva#Olio di oliva "extra vergine"|olio extra vergine di oliva]] [[Canino (olio di oliva)|Canino]], che nel 1996 ha ricevuto la [[Denominazione di origine protetta|DOP]].<ref>{{cita web|url=https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A31996R1263|titolo=Regolamento (CE) n. 1263/96 della Commissione del 10 luglio 1996|accesso=6 agosto 2025}}</ref>
==Infrastrutture e trasporti==
===Strade===
Ischia di Castro, tramite la [[Strada Provinciale]] 47 ''Lamone'', è collegata a [[Valentano]] e [[Farnese (Italia)|Farnese]], e tramite la strada provinciale 106 ''Doganella'' a [[Montalto di Castro]].
== Amministrazione ==
Nel [[1872]] ''Ischia'' cambia denominazione in Ischia di Castro.
Nel [[1927]], a seguito del [[riordino delle circoscrizioni provinciali]] stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio [[1927]], per volontà del governo fascista, quando venne istituita la [[provincia di Viterbo]], Ischia di Castro passò dalla [[provincia di Roma]] a quella di Viterbo.
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|[[2009]]|''in carica''|Salvatore Serra|Lista civica|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
== Sport ==
=== Calcio ===
* ''Polisportiva Ischia di Castro'', colori sociali bianco e azzurro, che milita nei campionati dilettantistici del Lazio.<ref>{{cita web|url=https://www.tuttocampo.it/Lazio/SecondaCategoria/GironeA/Squadra/IschiaDiCastro/23530/Scheda|titolo=Ischia di Castro|accesso=6 agosto 2025]}}</ref>
==Note==
<references/>
== Voci correlate ==
*[[Castro (Lazio)]].
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Lazio}}
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