Elizabeth Short: differenze tra le versioni

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{{Bio
'''Elizabeth Ann Short''' ([[Hyde Park]] <nowiki>[</nowiki>[[Massachusetts]], [[USA]]], [[29 luglio]] [[1924]] - [[Los Angeles]] <nowiki>[</nowiki>[[California]], [[USA]]], [[15 gennaio]] [[1947]]), nota come '''La Dalia Nera''', è la vittima del più famoso caso irrisolto di [[omicidio]] negli [[USA]].
|Nome = Elizabeth Ann
|Cognome = Short
|PostCognomeVirgola = nota anche come ''La Dalia Nera''
|Sesso = F
|LuogoNascita = Boston
|GiornoMeseNascita = 29 luglio
|AnnoNascita = 1924
|LuogoMorte = Los Angeles
|GiornoMeseMorte = 15 gennaio
|AnnoMorte = 1947
|Epoca = 1900
|Nazionalità = statunitense
|Categorie = no
|FineIncipit = è la vittima di un noto caso di omicidio rimasto irrisolto negli [[Stati Uniti d'America]]
|Immagine = Elizabeth Short photo from police bulletin.jpg
|Didascalia = Elizabeth Short nel 1946
}}
 
== Biografia ==
[[File:ElizabethShortGrave.jpg|thumb|La tomba di Elizabeth Short]]
 
Elizabeth Short nacque il 29 luglio 1924 nel quartiere di [[Hyde Park (Massachusetts)|Hyde Park]] a [[Boston]]. Dopo che suo padre nell'ottobre 1930 abbandonò la famiglia, la madre Phoebe Mae si trasferì a [[Medford (Massachusetts)|Medford]] ([[Massachusetts]]) con le sue cinque figlie. Sofferente di [[asma]], Elizabeth passava l'estate con la famiglia a Medford, e l'inverno in [[Florida]]. Abbandonò presto gli studi e cominciò a lavorare come cameriera. A diciannove anni decise di lasciare la madre, e di andare a vivere con il padre a [[Los Angeles]] in [[California]]. La loro coabitazione durò poco: dopo un litigio Elizabeth se ne andò di casa e trovò lavoro in un ufficio postale a [[Camp Cooke]].
Elizabeth Short nasce a [[Hyde Park]] ([[Massachusetts]]), ma si trasferisce in tenera età a [[Medford]] assieme a sua madre Phoebe Mae e alle sue quattro sorelle, dopo che suo padre Cleo abbandona la famiglia ([[ottobre]] [[1930]]) per trasferirsi a [[Vallejo]] ([[California]]).
 
In seguito si trasferì a [[Santa Barbara (California)|Santa Barbara]], dove il 23 settembre 1943 fu arrestata per [[ebbrezza]]; per la legge della California era ancora minorenne, e fu quindi riaccompagnata dalle autorità dalla madre, nuovamente a Medford. Dopo aver lavorato per un periodo alla mensa dell'[[Università Harvard]], si spostò in Florida, dove conobbe il maggiore dell'[[United States Army Air Force|Aeronautica statunitense]] Matthew M. Gordon Jr., all'epoca in procinto di essere trasferito nel [[Sud-est asiatico|Sud Est Asiatico]].
Sofferente di [[asma]], Elizabeth (per gli amici Betty, anche se lei preferiva essere chiamata Beth) passava l'[[estate]] con la famiglia a [[Medford]] e l'[[inverno]] in [[Florida]] per curarsi. Abbandona gli studi presto per andare a lavorare come cameriera. All'età di 19 anni, decide di lasciare la madre e di andare a vivere con il padre in California. Entrambi vanno a vivere a [[Los Angeles]], ma la loro coabitazione dura poco: dopo un litigio, Elizabeth lascia la casa e trova un lavoro a [[Camp Cooke]] (sempre in [[California]]) in un ufficio postale.
 
Mentre era ricoverato in un ospedale militare in [[India]], Gordon, che si era particolarmente distinto in servizio, scrisse ad Elizabeth chiedendole di sposarlo. La giovane accettò, ma Gordon morì il 10 agosto 1945 in un incidente aereo. Betty lasciò quindi la Florida, e tornò in California, nel luglio 1946, dove incontrò Gordon Fickling, una sua vecchia fiamma, tenente dell'aviazione di stanza a [[Long Beach]]. Durante la sua permanenza in California fu soprannominata ''Dalia Nera'' a causa della sua passione per il film ''[[La dalia azzurra]]'' e l'abitudine di vestirsi in nero.
Va poi a vivere a [[Santa Barbara]], dove il [[23 settembre]] [[1943]] viene arrestata per ubriachezza (per la legge californiana era anche minorenne) e riaccompagnata dalle autorità a [[Medford]] dalla madre. Dopo aver lavorato per un periodo alla mensa dell'[[Università]] di [[Harvard]], si trasferisce in [[Florida]]. Qui incontra il Maggiore dell'[[Aeronautica]] [[Stati Uniti|statunitense]] Matthew M. Gordon Jr., all'epoca in procinto di essere trasferito nel teatro di operazioni del Sud Est Asiatico.
 
Nell'agosto 1946 Elizabeth arrivò a Hollywood con la speranza di fare l'attrice. Fu vista viva per l'ultima volta la sera del 9 gennaio 1947, nel salone del [[Millennium Biltmore Hotel|Millenium Biltmore Hotel]] di Los Angeles.
Gordon - che otterrà molti e prestigiosi riconoscimenti durante la [[Seconda Guerra Mondiale|guerra]] - successivamente costretto in un ospedale militare in [[India]], scrive ad Elizabeth chiedendole di sposarlo. La giovane accetta ma non sarà in grado di convolare a nozze, perché il Maggiore Gordon muore il [[10 agosto]] [[1945]] in seguito ad un incidente aereo.
 
=== La morte ===
Betty lascia così la [[Florida]] e torna in [[California]] nel [[luglio]] del [[1946]] per incontrare nuovamente una sua vecchia fiamma, il [[Luogotenente]] Gordon Fickling, di stanza a [[Long Beach]]. È proprio durante la sua permanenza a [[Long Beach]] che viene soprannominata ''Black Dahlia'', nomignolo che probabilmente unisce la passione per il [[film]] ''[[La dalia azzurra]]'' alla sua abitudine a vestire di [[nero]].
[[File:Black Dahlia Mugshot.jpg|thumb|Foto segnaletica di Elizabeth Short scattata dopo l'arresto per aver bevuto alcolici quando la sua età non lo avrebbe legalmente consentito]]
Il 15 gennaio il cadavere di Elizabeth Short fu trovato a [[Leimert Park]], un quartiere periferico di Los Angeles, abbandonato in un terreno spoglio sul lato ovest della South Norton Avenue tra Coliseum Street e la West 39th Street ({{coord|34.0164| -118.333|region:US_scale:10000|display = inline}}). Il corpo fu scoperto intorno alle 10 del mattino dalla signora Betty Bersinger, a passeggio con la figlia di tre anni.<ref>{{cita web|lingua=en|autore=Julia Scheeres|url=http://www.crimelibrary.com/notorious_murders/famous/dahlia/2.html|titolo=Black Dahlia|editore=Crime Library|accesso=14 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140415055702/http://www.crimelibrary.com/notorious_murders/famous/dahlia/2.html|dataarchivio=15 aprile 2014}}</ref><ref name="severed">{{Cita|Gilmore, 2001|}}.</ref> Il corpo di Elizabeth Short era nudo, e tagliato in due parti all'altezza della vita, mutilato, e con vistosi segni di tortura; aveva i capelli tinti di rosso, e il sangue era stato completamente estratto.<ref>{{cita news|lingua=en|nome=Dennis|cognome=McLellan|url=http://articles.latimes.com/2003/jan/09/local/me-asdel9 |titolo=Obituaries: Ralph Asdel, 82; Detective in the Black Dahlia Case|pubblicazione=[[Los Angeles Times]]|data=9 gennaio 2003|accesso=14 aprile 2014}}</ref> Il volto era sfregiato con un taglio da orecchio a orecchio, a creare l'effetto chiamato [[Glasgow smile]] (sorriso di Glasgow).
 
Il 25 gennaio fu sepolta nel [[Mountain View Cemetery (Oakland, California)|Mountain View Cemetery]] ad [[Oakland]], California, e non a Medford, la città da cui proveniva, per rispettare l'amore che aveva sempre dimostrato per la California. Il delitto resta tuttora irrisolto. Molte furono le ipotesi e le speculazioni, anche sul conto della vittima. Nonostante corresse voce che fosse una [[Prostituzione|ragazza-squillo]] per il suo atteggiamento all'apparenza ambiguo, le indagini non lo confermarono affatto.
Nell'[[agosto]] del [[1946]], Elizabeth arriva ad [[Hollywood]] con la speranza di poter entrare nel mondo dello spettacolo. L'ultimo avvistamento in vita risale alla sera del [[9 gennaio]] [[1947]], nella ''hall'' dell'Hotel Biltmore. Probabilmente, era in compagnia di un uomo. Il [[15 gennaio]], il suo corpo nudo viene trovato squarciato all'altezza della vita, con vistosi segni di [[tortura]] e mutilato in un sobborgo di [[Los Angeles]]. Aveva 22 anni.
 
== Il delitto ==
Il delitto resta tuttora irrisolto. Molte sono state le ipotesi e le speculazioni fatte, anche sul conto della vittima. Nonostante corresse voce che fosse una [[prostituta|ragazza-squillo]] (possibilità avallata dal suo atteggiamento all'apparenza ambiguo), ulteriori indagini hanno fatto decadere le voci in merito.
=== Le indagini ===
Le indagini sul "delitto della Dalia Nera" furono fra le più vaste nella storia del [[Los Angeles Police Department|Dipartimento di Polizia]] di Los Angeles e coinvolsero centinaia di agenti e ispettori, anche di altri divisioni. I sospettati furono centinaia, e venne ascoltato circa un migliaio di persone. Fu il primo caso criminale di interesse nazionale, sul quale tutti i giornali degli Stati Uniti si gettarono a capofitto, a causa delle modalità particolarmente perverse del delitto, e per il fatto che Los Angeles era all'epoca un luogo 'particolare', dove si intrecciavano i sogni degli aspiranti artisti, gli interessi mafiosi che si disputavano enormi proprietà terriere da trasformare in una metropoli, e i soliti 'politicanti' dalle mani sporche<ref>{{Cita libro|titolo=True confessions}}</ref>.
 
Secondo alcuni le indagini non furono svolte correttamente, dato che ufficialmente non furono mai ritrovate impronte di macchine o di scarpe. La polizia non raccolse neanche le fibre nel campo. Se lo avesse fatto avrebbe potuto trovare il numero di scarpa dell'assassino o, se fossero state trovate impronte di pneumatici, capire quali erano e cercare riscontri con le auto dei sospettati. Dell'omicidio furono accusate o si auto-accusarono almeno sessanta persone, di cui la maggior parte uomini. Dai documenti ufficiali degli investigatori della Polizia di Los Angeles risultarono ventidue sospettati "principali".
==Le indagini==
 
=== I sospettati principali ===
Le indagini sul "delitto della Dalia Nera" della Polizia di [[Los Angeles]] sono state fra le più vaste nella storia del Dipartimento ed hanno coinvolto centinaia di agenti ed ispettori, perfino di altri dipartimenti. I sospettati sono stati centinaia e migliaia le persone interrogate. Fortissima è stata l'attenzione dell'[[opinione pubblica]] sul caso, la cui complessità è stata ampliata dalla curiosità dei [[giornale|giornali]], dovuta alla natura del delitto.
==== Robert M. Manley ====
Robert M. Manley, detto "Red", è stata l'ultima persona ad aver visto Elizabeth in vita, e il primo sospettato nei giorni immediatamente successivi al delitto. Dopo essere stato sottoposto a vari test e dopo aver verificato il suo [[alibi]], Manley venne rilasciato.
 
==== Walter Alonzo Bayley ====
Dell'[[omicidio]] sono state accusate (o si sono auto-accusate) almeno 60 persone, in larga parte [[uomo|uomini]], anche se ci furono anche alcune [[donna|donne]]. Dai documenti ufficiali degli investigatori della Polizia di Los Angeles risultano però 22 sospetti "principali".
Walter Bayley, chirurgo di Los Angeles, visse fino all'ottobre 1946, quando si separò dalla moglie, in una delle case prossime al luogo dove venne ritrovata Elizabeth Short. La figlia di Bayley era amica di Virginia Short, la sorella di Elizabeth, della quale fu anche testimone di nozze. Bayley morì nel gennaio 1948. La sua [[autopsia]] rivelò che soffriva di una malattia cerebrale degenerativa. All'epoca del delitto, Bayley aveva sessantasette anni e non aveva alcun precedente penale.
 
Dopo la sua morte la vedova di Bayley dichiarò che l'amante del marito era a conoscenza di un «terribile segreto» che lo riguardava, accusando l'amante stessa di essere «la principale beneficiaria della sua morte». Bayley non fu mai ufficialmente indagato, al contrario di molti suoi colleghi e di alcuni loro assistenti. In una testimonianza segreta, il detective Harry Hansen, che fu tra i primi a occuparsi del caso, ipotizzò che l'assassino della Short fosse «un chirurgo molto esperto».
==I sospettati principali==
 
Larry Harnisch, redattore del ''Los Angeles Times'', alla fine di una propria indagine giornalistica svolta nel 1996, arrivò alla conclusione che Bayley avrebbe potuto uccidere Elizabeth Short. Molti critici dell'ipotesi avanzata da Harnisch si interrogarono sulla reale capacità d'intendere e di volere di Bayley, data la sua malattia. Riguardo al «terribile segreto» conosciuto dall'amante di Bayley, alcuni hanno sostenuto che si trattasse di alcuni aborti clandestini operati dallo stesso chirurgo. Nessuna prova concreta però è mai stata portata a supporto di questa tesi.
===Robert M. Manley===
 
==== Joseph A. Dumais ====
'''Robert M. Manley''', detto "Red", è stata l'ultima persona ad aver visto Elizabeth in vita. È stato il primo sospettato nei giorni immediatamente successivi al delitto. Dopo essere stato sottoposto a vari test e dopo aver verificato il suo [[alibi]], Manley è stato successivamente rilasciato.
Joseph A. Dumais, soldato di ventinove anni di stanza in [[New Jersey]], fu uno dei primi ad autoaccusarsi del delitto poche settimane dopo che questo avvenne. Tutta la stampa di Los Angeles sostenne entusiasticamente l'ipotesi, fino a quando non si scoprì che Dumais era alla sua base di appartenenza in [[New Jersey]] al momento dell'omicidio. Gli investigatori, a differenza della stampa, lasciarono cadere immediatamente l'ipotesi. Durante gli [[Anni 1950|anni cinquanta]] Dumais venne arrestato più volte per reati minori, e ogni volta continuò ad autoaccusarsi del delitto Short.
 
===Walter= AlonzoWoody BayleyGuthrie ====
[[Woody Guthrie]], noto cantante di musica [[folk]], venne indagato in seguito all'ipotesi che ci fosse un collegamento fra il delitto Short e una denuncia per molestie fatta da una donna [[california]]na di cui Guthrie era innamorato, e che dallo stesso Guthrie avrebbe ricevuto lettere minatorie contenenti pesanti allusioni sessuali. Guthrie fu scagionato per mancanza di prove, ma dovette comunque subire un processo per molestie.
 
==== George Hodel ====
'''Walter Bayley''', [[chirurgo]] di [[Los Angeles]], ha vissuto in una delle case vicine a quella in cui è stata ritrovata Elizabeth Short fino all'[[ottobre]] [[1946]], quando si separa dalla moglie. La figlia di Bayley era amica della sorella di Elizabeth, Virginia Short, di cui fu anche testimone di nozze. Bayley muore nel [[gennaio]] del [[1948]]. La sua [[autopsia]] ha rivelato che soffriva di una malattia cerebrale degenerativa. All'epoca del delitto, Bayley aveva 67 anni e non aveva alcun precedente penale.
[[George Hill Hodel|George Hodel]], medico specializzato in salute pubblica, fu posto per la prima volta sotto osservazione dalla polizia di Los Angeles nell'ottobre 1949, quando sua figlia quindicenne Tamara lo accusò di molestie. Il caso suscitò qualche sospetto di collegamento con il caso Short, tanto che le autorità decisero di porre il dottor Hodel sotto sorveglianza dal 18 febbraio al 27 marzo 1950.
 
Nel rapporto finale dell'accusa al Grand Jury di Los Angeles, consegnato allo stesso il 20 febbraio 1951, si legge:
Dopo la sua morte, la vedova di Bayley dichiara che l'[[amante]] del marito era a conoscenza di un "terribile segreto" che lo riguardava, accusando l'amante stessa di essere "''la principale beneficiaria della sua morte''". Bayley non è mai stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati - al contrario di molti suoi colleghi e di alcuni loro assistenti. In una testimonianza segreta, il detective Harry Hansen (fra i primi ad occuparsi del caso) ipotizza ([[1949]]) che il [[killer]] della Short fosse "un [[chirurgo]] molto esperto".
{{Citazione|Il dottor George Hodel [...] al momento dell'omicidio aveva una clinica sulla East 1st Street, vicino Alameda. Lillian Lenorak (una delle sue pazienti con problemi mentali, successivamente trasferita in un altro ospedale), che viveva con il dottor Hodel, ha affermato di aver trascorso con lui del tempo nei paraggi dell'Hotel Biltmore (il luogo dove Elizabeth Short è stata trovata morta, ''ndr'') e di aver identificato la Short come una delle fidanzate del dottore.<br />Tamara Hodel, la figlia di quindici anni, ha dichiarato che sua madre Dorothy le ha confidato che, la notte dell'omicidio, suo padre è stato fuori tutta la notte per un party e che le ha detto: "Non saranno mai capaci di provare che l'ho uccisa io". Due microfoni sono stati piazzati nella casa del sospetto.<br />L'informatrice Lillian Lenorak è stata trasferita all'Istituto Statale per cure mentali di Camarillo. Joe Barrett, che vive nello stesso residence del dottor Hodel, ha cooperato come informatore. È stata sequestrata dagli effetti personali del dottor Hodel una foto dell'accusato, dove era ritratto nudo assieme a una modella afroamericana, anch'essa nuda e successivamente identificata come Mattie Comfort [...]. La Confort ha affermato che è stata con il dottor Hodel prima del delitto e che non sapeva assolutamente che l'accusato fosse in qualche modo collegato alla vittima.<br />Rudolph Waters, che si sa abbia conosciuto sia la vittima che il sospettato, ha asserito che non ha mai visto la vittima ed Hodel assieme e che non crede alla possibilità che i due si conoscessero. Le seguenti persone, interrogate, non hanno saputo fornire nessun dato capace di collegare il sospetto alla vittima [...]. Cfr. anche i rapporti supplementari, i resoconti e le registrazioni, tutte tendenti a eliminare Hodel dalla lista dei sospetti.}}
 
Nel 2003 [[Steve Hodel]] (figlio del dottor Hodel, ed ex-detective della Sezione Omicidi della Polizia di Los Angeles) ha pubblicato un libro in cui afferma che il padre, deceduto nel 1999, è il responsabile sia dell'omicidio della "Dalia Nera" sia di numerosi altri omicidi irrisolti commessi lungo un ventennio. L'ex-detective Steve Hodel afferma di aver maturato questa ipotesi dopo aver trovato due foto del padre in compagnia di una ragazza simile a Elizabeth Short, anche se la famiglia della Short insiste nel negare ogni somiglianza fra la ragazza nella foto e la vittima.
Larry Harnisch, redattore del ''[[Los Angeles Times]]'', alla fine di una propria [[indagine]] giornalistica svolta nel [[1996]], arriva alla conclusione che Bayley possa aver ucciso Elizabeth Short. Molti critici dell'ipotesi avanzata da Harnisch si interrogano sulla reale capacità di intendere e di volere di Bayley, data la sua malattia. Ma la principale teoria degli investigatori (secondo cui il corpo avrebbe dovuto essere smembrato per poter essere poi trasportato altrove, ipotesi che giustifica il profondo taglio all'altezza della vita) risponde parzialmente alla critica. Harnisch sostiene che sia stata proprio la sua malattia neurodegenerativa a contribuire all'accanimento sul corpo della vittima.
 
Dopo aver analizzato le informazioni presentate nel libro di Steve Hodel, il vice-procuratore di Los Angeles, Stephen Kay, che sostenne anche la pubblica accusa nel processo alla "[[Charles Manson|famiglia Manson]]", dichiarò che il caso andava considerato risolto. Molti hanno però notato che Kay, ritiratosi in pensione subito dopo, abbia formulato il suo giudizio considerando le affermazioni di Steve Hodel come fatti inconfutabili. Non sono mancati invece i critici che hanno contestato le affermazioni di Hodel. Il detective Brian Carr, attualmente responsabile del caso, ha affermato in una intervista televisiva che il responso di Kay lo ha lasciato «confuso» ed ha anzi aggiunto che se avesse portato un impianto accusatorio debole come quello di Steve Hodel al [[pubblico ministero]], questi «mi avrebbe riso in faccia e mi avrebbe cacciato fuori dal suo ufficio».
Riguardo al "terribile segreto" conosciuto dall'amante di Bayley, alcuni hanno sostenuto che si trattasse di alcuni [[aborto|aborti]] clandestini operati dallo stesso chirurgo. Nessuna prova concreta però è mai stata portata a supporto di questa tesi.
 
In un suo altro libro, ''Most Evil: Avenger, Zodiac, and the Further Serial Murders of Dr. George Hill Hodel'' scritto con l'aiuto di Ralph Pezzullo, Steve Hodel ha dichiarato che il padre sarebbe responsabile di una serie di omicidi, inclusi quelli commessi dal killer noto come il [[Killer dello Zodiaco]].
===Joseph A. Dumais===
 
==== Norman Chandler ====
'''Joseph A. Dumais''', [[soldato]] di 29 anni di stanza in [[New Jersey]], è uno dei primi ad auto-accusarsi del delitto poche settimane dopo che questo è avvenuto. Tutta la stampa di [[Los Angeles]] ha entusiasticamente sostenuto l'ipotesi, fin quando si scopre che Dumais era alla sua base di appartenenza in [[New Jersey]] al momento dell'omicidio. Gli investigatori, a differenza della stampa, lasciano cadere immediatamente l'ipotesi. Durante gli [[Anni 1950|anni Cinquanta]], Dumais viene arrestato più volte per reati minori ed ogni volta continua ad auto-accusarsi del delitto Short.
Norman Chandler, [[editore]] del ''Los Angeles Times'', è stato accusato dallo scrittore [[Donald Wolfe]] nel suo ''The Mob, the Mogul, and the Murder That Transfixed Los Angeles'' di essere il mandante dell'omicidio. Ipotizzando un complicato scenario, Wolfe sostiene che Chandler abbia messo incinta la Short quando questa lavorava come squillo per "Madame" Brenda Allen, che gestiva un noto [[bordello]] di Hollywood.
 
Per evitare lo scandalo Chandler si sarebbe rivolto a un gangster locale, [[Bugsy Siegel]], perché ammazzasse la donna. Questa ipotesi è però in aperto contrasto con quanto stabilito dalle indagini della Polizia di Los Angeles e dall'autopsia. Infatti la Short non ha mai lavorato come prostituta e soprattutto, a causa di una malformazione [[vagina]]le, non poteva rimanere incinta.
===Woody Guthrie===
 
==== George Knowlton ====
'''Woody Guthrie''', cantante [[musica folk|folk]], viene iscritto nel registro degli indagati in seguito ad un ipotesi di collegamento fra il delitto Short e una denuncia per [[molestia|molestie]], fatta da una [[donna]] [[California|californiana]] di cui Guthrie era innamorato e che dallo stesso aveva ricevuto lettere minatorie e contenenti pesanti allusioni sessuali. L'ipotesi decade in seguito per mancanza di prove, ma Guthrie viene comunque processato per [[molestia|molestie]].
Tutto quello che si sa di George Knowlton è che, al tempo del delitto Short, viveva nell'area di Los Angeles e che è successivamente morto in un incidente automobilistico nel 1962.
 
Nei primi [[Anni 1990|anni novanta]], la figlia [[Janice Knowlton|Janice]], ex-cantante, e proprietaria di una agenzia di pubbliche relazioni, dichiarò di aver visto suo padre uccidere Elizabeth Short. Le dichiarazioni della Knowlton si basano in larga parte su ricordi riaffiorati in seguito a una terapia, ma non vengono giudicate attendibili dalla polizia.
===George Hodel===
 
{{Citazione|Il detective John P. St. John della polizia di Los Angeles, uno degli investigatori assegnati al caso, ha detto di aver parlato alla Knowlton e di non credere ad una connessione fra l'omicidio della "Dalia Nera" e George Knowlton. "Ci sono tantissime persone che sostengono che un loro parente sia l'assassino della "Dalia Nera - afferma il detective St. John [...] - Quello che [Janice Knowlton] afferma non può essere preso seriamente in considerazione per la risoluzione del caso.|dal ''Los Angeles Times'', 1991}}
'''George Hodel''', [[fisico]] specializzato in salute pubblica, è posto per la prima volta sotto osservazione dalla Polizia di [[Los Angeles]] nell'[[ottobre]] del [[1949]], quando sua figlia quindicenne Tamara lo accusa di [[molestia|molestie]]. Il caso suscita qualche sospetto di collegamento con il caso Short, tanto che le autorità decidono di porre il dottor Hodel sotto sorveglianza dal [[18 febbraio]] al [[27 marzo]] [[1950]] per accertare la sua eventuale implicazione nel delitto.
 
Il dipartimento di Westminster prese però seriamente in considerazione le affermazioni della Knowlton indagando a fondo sulla sua infanzia, ma non trovando nulla di probante.
Nel rapporto finale dell'accusa al Grand Jury di [[Los Angeles]], consegnato allo stesso il [[20 febbraio]] [[1951]], si legge:
 
==== Le accuse di Janice Knowlton ====
{{quote|Il dottor George Hodel ''[...]'' al momento dell'[[omicidio]] aveva una [[clinica]] sulla East 1st Street, vicino Alameda. Lillian Lenorak ''(una delle sue pazienti con problemi mentali, successivamente trasferita in un altro ospedale,'' ndr'')'', che viveva con il dottor Hodel, ha affermato di aver trascorso con lui del tempo nei paraggi dell'Hotel Biltmore ''(il luogo dove Elizabeth Short è stata trovata morta,'' ndr'')'' e di aver identificato la Short come una delle fidanzate del dottore.<br>Tamara Hodel, la figlia di quindici anni, ha dichiarato che sua madre Dorothy le ha confidato che, la notte dell'omicidio, suo padre è stato fuori tutta la notte per un [[party]] e che le ha detto: "Non saranno mai capaci di provare che l'ho uccisa io". Due microfoni sono stati piazzati nella casa del sospetto.<br>L'informatrice Lillian Lenorak è stata trasferita all'Istituto Statale per cure mentali di Camarillo. Joe Barrett, che vive nello stesso residence del dottor Hodel, ha cooperato come informatore. È stata sequestrata dagli effetti personali del dottor Hodel una [[foto]] dell'accusato, dove era ritratto nudo assieme ad una modella di colore, anch'essa nuda e successivamente identificata come Mattie Comfort ''[...]''. La Confort ha affermato che è stata con il dottor Hodel prima del delitto e che non sapeva assolutamente che l'accusato fosse in qualche modo collegato alla vittima.<br>Rudolph Waters, che si sa abbia conosciuto sia la vittima che il sospettato, ha asserito che non ha mai visto la vittima ed Hodel assieme e che non crede alla possibilità che i due si conoscessero. Le seguenti persone, interrogate, non hanno saputo fornire nessun dato capace di collegare il sospetto alla vittima ''[...]''. Cfr. anche i rapporti supplementari, i resoconti e le registrazioni, tutte tendenti ad eliminare Hodel dalla lista dei sospetti.}}
Nel 1995 Janice Knowlton scrive assieme a [[Michael Newton]], al cui attivo figurano varie inchieste su crimini e criminali, il libro ''[[Daddy Was the Black Dahlia Killer]]'', in cui appunto afferma che fu suo padre George a uccidere Elizabeth Short. La Knowlton sostiene nel libro che il padre e la Short avevano una relazione. Afferma che la Short sarebbe stata ospite a casa sua, e che per lei sarebbe stata ricavata una improvvisata stanzetta nel garage. Lì avrebbe patito un aborto e la Knowlton racconta che sarebbe stata costretta a seguire il padre durante le operazioni di occultamento del cadavere. Pare inoltre che un ex-collaboratore dello [[sceriffo]] di Los Angeles tenesse informata la Knowlton riguardo alle indagini condotte sul padre. La stessa fonte sembra le abbia inoltre confidato che anche Edward Davis, futuro capo della polizia di Los Angeles, e futuro politico californiano, e Buron Fitts, procuratore distrettuale di Los Angeles, fossero coinvolti nell'omicidio. Tuttavia nei documenti ufficiali non vi è traccia di alcuna indagine nei confronti di George Knowlton da parte della Polizia, né vi sono prove riguardo alle altre dichiarazioni.
 
Janice Knowlton diventerà in seguito molto conosciuta nei vari ''[[newsgroup]]s'' di Internet che parlano del delitto della "Dalia Nera". Le sue accuse riguardano, e si collegano, a molti dei personaggi che ruotano intorno alla vicenda.
('''N.B.''' La traduzione del rapporto non è del tutto letterale, ma ne è stato comunque rispettato il senso. Sono stati rimossi gli indirizzi dei soggetti citati e i nominativi completi delle persone ascoltate perché ininfluenti).
 
Nel 1998 invia un messaggio in un gruppo [[Usenet]] dove nomina il dottor George Hodel additandolo come uno dei sospetti. Poco tempo dopo nascerà una lunga corrispondenza via e-mail fra Janice Knowlton e Tamara Hodel, figlia del dottor George Hodel. Nel 1999 dichiarerà invece su vari [[forum (Internet)|forum]] tematici, che anche l'editore del ''Los Angeles Times'' Norman Chandler ha partecipato alle operazioni di "insabbiamento".
Nel [[2003]], Steve Hodel (figlio del dottor Hodel ed ex-[[detective]] della Sezione Omicidi della Polizia di [[Los Angeles]]) ha pubblicato un [[libro]] in cui afferma che il padre, deceduto nel [[1999]], è il responsabile sia dell'omicidio della "Dalia Nera" che di un ampio numero di [[omicidio|omicidi]] irrisolti commessi lungo un ventennio. L'ex-[[detective]] Steve Hodel afferma di aver maturato questa ipotesi dopo aver trovato due [[foto]] del padre in compagnia di una ragazza simile ad Elizabeth Short - anche se la famiglia della Short insiste nel negare ogni somiglianza fra la ragazza nella foto e la vittima. Steve Hodel inoltre sostiene di non sapere che all'epoca il padre fosse uno dei sospettati - nonostante sua sorella Tamara fosse amica di Janice Knowlton, autrice di "''Mio padre è l'assassino della Dalia Nera''" (vedi più sotto) e nonostante i documenti rendono chiaro come i parenti e anche alcuni soci del Dottor Hodel sapessero che era stato inserito nella lista dei sospetti.
 
Janice Knowlton si è suicidata nel 2004 per un'overdose di farmaci, regolarmente prescritti.
Dopo aver analizzato le informazioni presentate nel libro di Steve Hodel, il Vice-Procuratore di [[Los Angeles]] Stephen Kay (che è stato anche [[pubblico ministero]] nel processo alla "[[Charles Manson|famiglia Manson]]") dichiara il caso "chiuso". Molti hanno però notato che Kay - ritiratosi in pensione subito dopo - abbia formulato il suo giudizio considerando le affermazioni di Steve Hodel come fatti inconfutabili. Non sono mancati invece i critici che hanno contestato le affermazioni di Hodel. Il [[Detective]] Brian Carr, attualmente responsabile del caso, ha affermato in una intervista televisiva che il responso di Kay lo ha lasciato "''confuso''" ed ha anzi aggiunto che se avesse portato un impianto accusatorio debole come quello di Steve Hodel al [[pubblico ministero]], questi "''mi avrebbe riso in faccia e mi avrebbe cacciato fuori dal suo ufficio''".
 
===Norman= ChandlerOrson Welles ====
Mary Pacios, ex-vicina di casa della famiglia Short a [[Medford (Massachusetts)|Medford]], nel suo libro ''Childhood Shadows'' affermò che il regista [[Orson Welles]] poteva essere l'assassino di Elizabeth Short.<ref>{{Cita web|url=http://www.salon.com/books/feature/2000/08/16/dahlia|titolo=Citizen Killer?|autore=Jeff Chorney|accesso=20 dicembre 2015}}</ref> La Pacios basa la sua teoria su alcuni fattori come il temperamento "lunatico" di Welles, e sul fatto che tre mesi prima della morte della Short il regista creò alcuni [[manichino|manichini]] che presentavano le stesse mutilazioni inflitte alla ragazza. Questi manichini dovevano essere usati per alcune scene, poi tagliate da [[Harry Cohn]], del film ''[[La signora di Shanghai (film 1948)|La signora di Shanghai]]'' a cui Welles stava lavorando al momento del delitto.
 
Come ulteriore indizio la Pacios cita anche gli spettacoli di magia che Welles ha tenuto durante la [[seconda guerra mondiale]] per divertire i soldati al fronte. L'autrice definisce il particolare taglio effettuato a metà del corpo come la "firma" del ''killer'', l'ossessione di chi l'ha perpetrata.
'''Norman Chandler''', [[editore]] del [[Los Angeles Times]], è stato accusato di essere il mandante dell'[[omicidio]] dallo scrittore [[Donald Wolfe]] nel suo ''The Mob, the Mogul, and the Murder That Transfixed Los Angeles''. Ipotizzando un complicato scenario, Wolfe sostiene che Chandler abbia messo incinta la Short quando questa lavorava come [[prostituta|squillo]] per "Madame" Brenda Allen, che gestiva un noto [[bordello]] di [[Hollywood]].
 
Welles richiese il passaporto il 24 gennaio 1947, nove giorni dopo il delitto e lo stesso giorno in cui il killer inviò un misterioso pacchetto ai quotidiani di Los Angeles. Welles lasciò dunque gli Stati Uniti senza aver completato il montaggio di ''[[Macbeth (film 1948)|Macbeth]]'', film che egli aveva diretto e interpretato, e rimase per circa dieci mesi in Europa. A ogni richiesta della [[Republic Pictures]] di tornare negli Stati Uniti per terminare il film, Welles rispose con un categorico rifiuto.
Per evitare lo scandalo, Chandler si sarebbe rivolto ad un [[gangster]] locale, Bugsy Siegel, perché ammazzasse la donna. Tale ipotesi è però in aperto contrasto con quanto stabilito dalle indagini della Polizia di [[Los Angeles]] e dall'[[autopsia]]. La Short infatti non ha mai lavorato come [[prostituta]] e soprattutto, a causa di una malformazione [[vagina|vaginale]], non poteva avere rapporti sessuali.
 
Secondo la Pacios alcuni testimoni da lei interrogati affermano che Welles e la Short frequentassero lo stesso ristorante di Los Angeles. Tuttavia Orson Welles non è mai stato ufficialmente inserito nella lista dei sospettati.
===George Knowlton===
 
La stessa Mary Pacios gestisce un sito web contenente un gran numero di informazioni e di documentazioni ufficiali sul caso della "Dalia Nera".<ref>{{Cita web|url=https://marypacios.com/|titolo=Artist and Writer|sito=Mary Pacios|lingua=en-US|accesso=2024-10-04}}</ref> Tuttavia solo una piccola sezione del sito è dedicata al possibile coinvolgimento di Orson Welles.
Tutto quello che si sa di '''George Knowlton''' è che, al tempo del delitto Short, viveva nell'area di [[Los Angeles]] e che è successivamente morto in un incidente automobilistico nel [[1962]].
 
==== Jack Anderson Wilson ====
Nei primi [[Anni 1990|anni Novanta]], la figlia Janice (ex-cantante e proprietaria di una agenzia di pubbliche relazioni) dichiara di aver visto suo padre uccidere Elizabeth Short. Le dichiarazioni della Knowlton si basano in larga parte su ricordi riaffiorati in seguito ad una terapia, ma non vengono giudicate attendibili dalla polizia.
Jack Anderson Wilson, anche conosciuto come Arnold Smith, era un ladruncolo alcolizzato intervistato dallo scrittore [[John Gilmore (scrittore)|John Gilmore]] per il suo libro ''Severed''. Dopo la morte di Wilson, Gilmore fa il nome del suddetti come possibile assassino, per la conoscenza che era intercorsa tra lui e la Short. Tuttavia il 17 gennaio 1982, cioè prima della morte di Wilson, Gilmore aveva fatto tutt'altra ipotesi dalle colonne del ''[[Los Angeles Herald-Examiner]]''.
 
In ''Severed'' l'autore sostiene che il detective John St. John, incaricato al tempo del caso, era quasi arrivato a incastrare Wilson. Il detective chiamato in causa dicharò al ''Los Angeles Herald-Examiner'' di essere impegnato nella risoluzione di altri delitti, e che avrebbe preso in considerazione le ipotesi di Gilmore quando avrebbe avuto «un po' di tempo». Successivamente, una volta resi pubblici il rapporto dell'[[FBI]] e della Procura distrettuale di Los Angeles, le affermazioni contenute nel libro di John Gilmore che accusavano Wilson dell'omicidio della "Dalia Nera" si rivelarono infondate.
{{quote|Il [[detective]] John P. St. John della polizia di [[Los Angeles]], uno degli investigatori assegnati al caso, ha detto di aver parlato alla Knowlton e di non credere ad una connessione fra l'omicidio della "Dalia Nera" e George Knowlton. "Ci sono tantissime persone che sostengono che un loro parente sia l'assassino della "Dalia Nera - afferma il [[detective]] St. John ''[...]'' - Quello che ''[Janice Knowlton]'' afferma non può essere preso seriamente in considerazione per la risoluzione del caso.|dal ''Los Angeles Times'', [[1991]]}}
 
== Nella cultura di massa ==
Il dipartimento di Westminster prende però seriamente in considerazione le affermazioni della Knowlton, indagando a fondo sulla sua infanzia, ma non trovando assolutamente nulla di probante.
=== Cinema e televisione ===
* Il caso d'omicidio ha ispirato il [[film noir]] ''[[Gardenia blu]]'' (''The Blue Gardenia''; 1953)
* Nel 1975 viene prodotto un film per la TV dal titolo ''[[Chi è Black Dahlia?]]'', diretta da [[Joseph Pevney]]. Molti dettagli della vicenda sono stati però modificati, a causa del rifiuto di molti (compresi la madre di Elizabeth e "Red" Manley) di rilasciare l'apposita liberatoria.
* ''[[L'assoluzione (film 1981)|L'assoluzione]]'' (1981), diretto da [[Ulu Grosbard]].
* ''[[Black Dahlia]]'' (2006), diretto da [[Brian De Palma]].
* ''[[Black Dahlia (film 2006)|Black Dahlia]]'' (2006), diretto da [[Ulli Lommel]].
* ''[[The Black Dahlia Haunting]]'' (2012), diretto da [[Brandon Slagle]].
* Nell'episodio ''[[Episodi di Forever (serie televisiva 2014)#L'aspetto frustrante degli psicopatici|L'aspetto frustrante degli psicopatici]]'' della serie televisiva ''[[Forever (serie televisiva 2014)|Forever]]'' un emulatore di omicidi famosi riproduce le modalità del delitto della ''Dalia Nera''.
* ''[[I Am the Night (miniserie televisiva)|I Am the Night]]'' (2019), miniserie televisiva.
* Nel nono episodio della prima stagione della serie TV ''[[American Horror Story]]'' viene mostrato come Elizabeth Short viene assassinata dal dottor David Curran e mutilata dal dottor Charles Montgomery all'interno della casa degli omicidi.
 
=== Letteratura ===
====Le accuse di Janice Knowlton====
Sul caso di Elizabeth Short sono stati scritti numerosi libri. Alcuni di essi trattano del delitto mentre altri sono romanzi ispirati al caso, o che contengono riferimenti al caso.
 
==== Libri sul caso ====
Nel [[1995]], scrive assieme a [[Michael Newton]] (al cui attivo figurano varie inchieste su crimini e criminali) il libro "''Mio padre è l'assassino della Dalia Nera''", in cui appunto afferma che è stato suo padre George ad uccidere la giovane Elizabeth Short. La Knowlton sostiene nel suo libro che il padre e la Short hanno avuto una relazione. Addirittura afferma la Short sarebbe stata ospite a casa sua (per lei sarebbe stata ricavata una improvvisata stanzetta nel [[garage]] della casa, dove successivamente avrebbe sofferto un [[aborto]]) e che sarebbe stata costretta a seguire il padre durante le operazioni di occultamento del [[cadavere]].
* Janice Knowton e Michael Newton – ''[[Daddy Was the Black Dahlia Killer]]'' (1995)
* John Gilmore – ''[[Severed: The True Story of the Black Dahlia Murder]]'' (1998)
* Tony Blanche e Brad Schreiber – ''[[Death In Paradise]]'' (1998)
* Mary Pacios – ''[[Childhood Shadows: The Hidden Story of the Black Dahlia Murder]]'' (1999)
* Steve Hodel – ''[[Black Dahlia Avenger: The True Story]]'' (2003)
* William T. Rasmussen – ''[[Corroborating Evidence]]'' (2004)
* Silvia Browne – ''[[Visits from the Afterlife]]'' (2004)
* Jacque Daniel – ''[[The Curse of the Black Dahlia]]'' (2004)
* Donald H. Wolfe – ''[[The Black Dahlia Files: The Mob, the Mogul, and the Murder That Transfixed Los Angeles]]'' (2006)
* William T. Rasmussen – ''[[Corroborating Evidence II]]'' (2006)
* William T. Rasmussen – ''[[Corroborating Evidence III]]'' (2011)
* William T. Rasmussen – ''[[Corroborating Evidence IV]]'' (2012)
* Steve Hodel – ''[[Black Dahlia Avenger II]]'' (2014)
 
==== Romanzi ====
Pare inoltre che un ex-collaboratore dello [[sceriffo]] di [[Los Angeles]] abbia informato la Knowlton riguardo le indagini condotte proprio sul padre. La stessa fonte sembra le abbia inoltre confidato che anche Edward Davis - futuro capo della polizia di Los Angeles e futuro politico [[California|californiano]] - e Buron Fitts - Procuratore Distrettuale di Los Angeles - erano coinvolti nell'omicidio. Tuttavia, dai documenti ufficiali si evince che nessuna indagine è stata mai effettuata nei confronti di George Knowlton da parte della polizia, né sono state portate prove ufficiali riguardo le altre dichiarazioni.
* [[John Gregory Dunne]] – ''[[Verità confessate]]'' (''True Confessions'', 1977)
* [[James Ellroy]] – ''[[Dalia Nera (romanzo)|Dalia Nera]]'' (''The Black Dahlia'', 1987)
* [[Max Allan Collins]] – ''[[Angel in Black]]'' (2002)
* [[Lynda La Plante]] – ''[[Dalia Rossa]]'' (''The Red Dahlia'', 2008)
* Michael Connelly- L'attesa (the waiting, 2024)
 
=== Monumenti ===
Janice Knowlton diventerà in seguito molto conosciuta nei vari ''[[newsgroup|newsgroups]]'' di [[Internet]] che parlano del delitto della "Dalia Nera". Le sue accuse riguardano e si collegano infatti a molti dei personaggi che ruotano intorno alla vicenda.
* Il 29 luglio 1993 a [[Medford (Massachusetts)|Medford]] venne eretto un monumento in onore di Elizabeth Short.
 
=== Videogiochi ===
Nel [[1998]], invia un messaggio in un gruppo [[Usenet]] dove nomina il dottor George Hodel (vedi sopra) additandolo come uno dei sospetti. Poco tempo dopo, nascerà una lunga corrispondenza via [[e-mail]] fra Janice Knowlton e Tamara Hodel, figlia del dottor George Hodel. Nel [[1999]], dichiara invece su vari [[forum]] tematici che anche l'editore del ''[[Los Angeles Times]]'' Norman Chandler (vedi sopra) ha partecipato alle operazioni di "insabbiamento".
* Nel 1998 la [[Take Two Interactive]] pubblica il videogioco ''[[Black Dahlia (videogioco)|Black Dahlia]]'', che lega i responsabili dell'omicidio ad ambienti nazisti e [[occultismo|occultisti]].
* Nel 2011, nel videogioco ''[[L.A. Noire]]'' il protagonista può indagare e giungere alla risoluzione del caso.
 
=== Altro ===
A supporto di questa tesi, ha più volte dichiarato sugli stessi [[forum]] che nella notte di [[Halloween|Hallowe'en]] del [[1946]] è stata "venduta" per la prima volta, alla tenera età di 9 anni, come [[prostituta|baby-prostituta]] ad una [[setta]] [[Satana|satanica]] di [[Pasadena]]. Successivamente, sarebbe stata "venduta" ad altre [[star]] dello spettacolo ed altri personaggi importanti dell'epoca (al momento delle accuse, tutti morti), come appunto Norman Chandler, [[Gene Autry]] (dalla Knowlton sempre chiamata erroneamente ''Autrey''), [[Arthur Freed]] e [[Walt Disney]]. Di lì a poco però venne [[ban|bannata]] dai forum che frequentava a causa del suo comportamento, giudicato ossessivo e "spammatorio".
* La [[Sergio Bonelli Editore]], in particolare nelle testate ''[[Nick Raider]]'' e ''[[Leo Pulp]]'', si è ispirata alla vicenda della Dalia Nera rispettivamente con gli albi ''Acque torbide'' e ''Il caso della Magnolia Rossa''. Entrambi gli albi sono stati scritti da [[Claudio Nizzi]].
* Nel 2002 la rockstar [[Marilyn Manson]] ha dipinto una serie di [[acquerelli]] ispirati al delitto.
* La band Death Metal [[The Black Dahlia Murder]] prende il suo nome dall'omicidio.
 
== Note ==
Janice Knowlton muore [[suicidio|suicida]] nel [[2004]] per un [[overdose]] di farmaci, regolarmente prescritti.
<references />
 
===Orson Welles=Bibliografia ==
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Daniel|nome=Jacque|titolo=The Curse of the Black Dahlia|città=Los Angeles|editore=Digital Data Werks|anno=2004|isbn=0-9651604-2-4}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Fowler|nome=Will|titolo=Reporters: Memoirs of a Young Newspaperman|url=https://archive.org/details/reportersmemoirs00fowl|città=Minneapolis|editore=Roundtable Publishing|anno=1991|isbn=0-915677-61-X}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Gilmore|nome=John|titolo=Severed: The True Story of the Black Dahlia|url=https://archive.org/details/severed00john_0|anno=2006 [1994]|città=Los Angeles|editore=Amok Books|isbn=1-878923-17-X|cid=Gilmore, 2001}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Hodel|nome=Steve|titolo=Black Dahlia Avenger: A Genius for Murder|url=http://books.google.com/books?id=a7Te2BbKW7oC&lpg=PP1&dq=black%20dahlia&pg=PP1#v=onepage&q&f=false|città=New York|editore=Arcade Publishing|anno=2003|isbn=1-55970-664-3}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Knowlton|nome=Janice|cognome2=Newton|nome2=Michael|titolo=Daddy Was the Black Dahlia Killer|url=http://books.google.com/books?id=HkNeuv9HCxQC|città=New York|editore=Pocket Books|anno=1995|isbn=0-671-88084-5}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Nelson|nome=Mark|cognome2=Bayliss|nome2=Sarah Hudson|titolo=Exquisite Corpse: Surrealism and the Black Dahlia Murder|url=https://archive.org/details/exquisitecorpses0000nels|città=New York|editore=Bulfinch Press|anno=2006|isbn=0-8212-5819-2}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Pacios|nome=Mary|titolo=Childhood Shadows: The Hidden Story of the Black Dahlia Murder|città=Bloomington, IN|editore=Authorhouse|anno=1999|isbn=1-58500-484-7}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Rasmussen|nome=William T.|titolo=Corroborating Evidence: The Black Dahlia Murder|url=http://books.google.com/books?id=G8v-moyT8w0C&lpg=PP1&dq=black%20dahlia&pg=PP1#v=onepage&q&f=false|città=Santa Fe, NM|editore=Sunstone Press|anno=2005|isbn=0-86534-536-8}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Richardson|nome=James|titolo=For the Life of Me: Memoirs of a City Editor|città=New York|editore=G.P. Putnam's Sons|anno=1955|id = {{no ISBN}}}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Smith|nome=Jack|titolo=Jack Smith's L.A|url=https://archive.org/details/jacksmithsla0000smit|città=New York|editore=Pinnacle Books|anno=1981|isbn=0-523-41493-5}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Underwood|nome=Agness|titolo=Newspaperwoman|città=New York|editore=Harper and Brothers|anno=1949|id={{no ISBN}}}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Wagner|nome=Rob Leicester|titolo=Red Ink, White Lies: The Rise and Fall of Los Angeles Newspapers, 1920–1962|città=Upland, Calif.|editore=Dragonflyer Press|anno=2000|isbn=0-944933-80-7}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Webb|nome=Jack|wkautore=Jack Webb|titolo=The Badge: The Inside Story of One of America's Great Police Departments|url=https://archive.org/details/badgeinsidestory0000jack|città=Upper Saddle River, NJ|editore=Prentice-Hall|anno=1958|isbn=0-09-949973-8}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Wolfe|nome=Donald H.|titolo=The Black Dahlia Files: The Mob, the Mogul, and the Murder That Transfixed Los Angeles|url=https://archive.org/details/blackdahliafiles00wolf|città=New York|editore=ReganBooks|anno=2005|isbn=0-06-058249-9}}
 
== Altri progetti ==
Il famoso [[regista]] '''[[Orson Welles]]''' viene inserito nella lista dei sospettati del delitto Short nel [[1999]] da Mary Pacios, ex-vicina di casa della famiglia Short di [[Medford]], nel suo libro "''Childhood shadows''". La Pacios basa la sua teoria soprattutto sul temperamento molto "volatile" del [[regista]] e sulla sua ossessione di tagliare tutto a metà - ossessione che, secondo la Pacios, si può rintracciare nel [[set]] decisamente "particolare" ideato dallo stesso Welles per alcune scene (poi rimosse) di un [[film]] a cui stava lavorando al momento del [[delitto]].
{{interprogetto}}
 
Come ulteriore prova, la Pacios cita anche gli spettacoli di [[magia]] che Welles ha tenuto durante la [[Seconda Guerra Mondiale]] per divertire i soldati al fronte. L'autrice definisce il particolare taglio effettuato a metà del corpo come la "firma" del [[killer]], l'ossessione di chi l'ha perpetrata.
 
Welles richiede il [[passaporto]] il [[24 gennaio]] [[1947]], nove giorni dopo il [[delitto]] e lo stesso giorno in cui il [[killer]] invia un misterioso pacchetto ai [[quotidiano|quotidiani]] di [[Los Angeles]]. Welles lascia dunque gli [[Stati Uniti]] per stare in [[Europa]] circa dieci mesi. Secondo la Pacios, alcuni testimoni da lei interrogati dicono che sia Welles che la Short frequentavano lo stesso [[ristorante]] di Los Angeles. Tuttavia, Orson Welles non è mai stato ufficialmente inserito nella lista dei sospettati.
 
Attualmente, Mary Pacios gestisce un [[sito web]] contenenti un gran numero di informazioni e di documentazioni ufficiali sul caso della "Dalia Nera". Solo una piccola sezione del [[sito web|sito]] è tuttavia dedicata al possibile coinvolgimento di Orson Welles.
 
===Jack Anderson Wilson===
 
'''Jack Anderson Wilson''' (anche conosciuto come '''Arnold Smith''') era un ladruncolo alcolizzato intervistato dallo scrittore [[John Gilmore]] per il suo libro "''Severed''". Dopo la morte, [[John Gilmore|Gilmore]] fa il nome di Wilson come probabile assassino, a causa della presunta conoscenza della Short. Il [[17 gennaio]] [[1982]] (prima della morte di Wilson), tuttavia, Gilmore aveva fatto tutt'altra ipotesi dalle colonne del ''[[Los Angeles Herald-Examiner]]''.
 
In "''Severed''", l'autore sostiene che il [[detective]] John St. John, incaricato al tempo del caso, era quasi arrivato ad incastrare Wilson. In realtà, il [[detective]] stesso ha rilasciato al ''[[Los Angeles Herald-Examiner]]'' una dichiarazione, in cui affermava di essere impegnato nella risoluzione di altri delitti e che avrebbe preso in considerazione le ipotesi di [[John Gilmore|Gilmore]] quando avrebbe avuto "''un po' di tempo''". Successivamente, una volta resi pubblici il rapporto dell'[[FBI]] e della [[Procura]] distrettuale di [[Los Angeles]], le affermazioni contenute nel libro di [[John Gilmore]] che accusavano Wilson dell'[[omicidio]] della "Dalia Nera" si sono rivelate decisamente infondate.
 
==Un nesso con altri omicidi?==
 
[[John Gilmore|Gilmore]], sempre nel suo "''Severed''", accusa il defunto Jack Wilson anche dell'[[omicidio]] di un'altra [[donna]], '''Georgette Bauerdorf'''. Il [[libro]] - così come molti altri testi su esso basati - ipotizza erroneamente che la Short e la Bauerdorf si conoscessero, perché avevano entrambe lavorato come [[cameriere]] nello stesso [[night-club]]. In realtà, quando la Short arriva a [[Los Angeles]] ([[1946]]), la Bauerdorf era già morta da due anni mentre il locale era chiuso da un anno.
 
Alcuni autori di [[romanzo|romanzi]] criminali hanno speculato sui possibili collegamenti fra il delitto Short e i delitti del '''[[serial killer]] di [[Cleveland]]''', che operò fra il [[1934]] e il [[1938]]. I primi responsabili del caso hanno effettivamente esaminato l'ipotesi, ma senza risultati (va detto che la stessa ipotesi è stata fatta per altri delitti commessi sia prima che dopo il delitto della "Dalia Nera").
 
Altri hanno invece ipotizzato la presenza di un collegamento fra l'[[omicidio]] di Elizabeth Short e quello di '''Suzanne Degnan''', una bambina di 6 anni trovata morta nel [[1945]] a Chicago, il cui corpo è stato anch'esso smembrato. L'ipotesi era stata "avvalorata" dalla scoperta del corpo della Short in ''Degnan'' Boulevard. Tuttavia, il cosiddetto "''Killer del rossetto''" (al secolo William Heirens, l'autore dell'atroce delitto di [[Chicago]]) ha confessato il suo delitto ed è stato per questo arrestato prima della scoperta del cadavere della Short - anche se c'è chi ha sostenuto che Heirens fosse [[innocente]] riguardo il delitto della Degnan.
 
==I risvolti mediatici del caso==
 
Il caso della "Dalia nera", com'era prevedibile, ha ispirato molti [[scrittore|scrittori]], [[regista|registi]] e [[musicista|musicisti]].
 
Nel [[1975]], viene prodotto un [[film]] per la [[TV]] dal titolo "''Who is the Black Dahlia?''" (titolo italiano: "''[[Chi è Black Dahlia?]]''"), diretta da [[Joseph Pevney]]. Molti dettagli della vicenda sono stati però modificati, a causa del rifiuto di molti (compresa la madre di Elizabeth e "Red" Manley) di rilasciare l'apposita [[liberatoria]].
 
Nel [[1977]], il delitto ispira il [[romanzo]] "''True confessions''" di [[John Gregory Dunne]]. Nel [[1981]] ne viene tratto l'omonimo [[film]] (titolo italiano: "''[[L'assoluzione]]''") con [[Robert Duvall]] e [[Robert De Niro]], che lo stesso anno è premiato alla [[Biennale di Venezia]].
 
Nel [[1987]], il famoso autore [[noir]] [[James Ellroy]] pubblica il suo romanzo ''[[Dalia Nera]]''. Anche da questo romanzo verrà tratto un [[film]], diretto da [[Brian De Palma]], la cui produzione è iniziata nel [[maggio]] [[2005]] e che verrà pubblicato nel [[2006]]. Nel cast, ci saranno [[Josh Hartnett]], [[Aaron Eckhart]], [[Scarlett Johansson]], [[Hilary Swank]] e [[Mia Kirshner]] nel ruolo di Elizabeth Short.
 
Nel [[1988]], un episodio della serie televisiva ''[[Hunter]]'' mostra i [[detective]] protagonisti indagare su un caso simile a quello della "Dalia Nera", in cui uno [[scheletro]] tagliato a metà viene rinvenuto durante la demolizione di un edificio costruito nel [[1947]]. I detective sono aiutati da un altro detective in pensione che ha lavorato sul caso Short.
 
Nel [[1998]], la [[Take 2 Interactive]] pubblica il [[videogioco]] ''Black Dahlia'', che lega i responsabili dell'omicidio ad ambienti [[Nazismo|nazisti]] e [[occultismo|occultisti]].
 
Nel [[2000]], la [[cantante]] ed [[attore|attrice]] [[Lisa Marr]] menziona la "Dalia Nera" nel suo pezzo ''In California'', tratto dall'album "[[4 AM]]".
 
Nel [[2001]], il [[jazz|jazzista]] [[Bob Belden]] produce un [[cd]] di 12 pezzi ispirati al caso di Elizabeth Short, intesi dall'autore come un tributo alla vittima.
 
Nel [[2002]], lo [[scrittore]] [[Max Allan Collins]] pubblica il suo romanzo "''[[Angelo in nero]]''", in cui combina la storia della "Dalia Nera" con quella del [[serial killer]] di [[Cleveland]] che lì operò negli [[Anni 1930|anni Trenta]].
 
Sempre nel [[2002]], la [[rockstar]] [[Brian Warner|Marilyn Manson]] ha dipinto una serie di [[acquarello|acquerelli]] ispirati al delitto.
 
La band [[death metal]] ''[[The Black Dahlia Murder]]'' prende il suo nome proprio da questo delitto.
 
== Curiosità ==
* Elizabeth Short non ebbe mai le mestruazioni e la sua vagina era poco sviluppata; ciò le impediva di avere rapporti sessuali.
* Voci non confermate riferiscono che Elizabeth fece la comparsa nel film [[Casablanca]].
* Prima della morte Elizabeth pesava 54 kg ed era alta 1,65 m.
* Sembra che Elizabeth avesse una rosa tatuata sulla coscia destra.
* Una medium disse alla polizia che se volevano arrestare il killer dovevano seppellire Elizabeth con un uovo messo nel palmo della mano destra. La polizia non lo fece.
* Si dice che ancora oggi, il suo fantasma appaia nel Baltimore Hotel e lungo l’[[Hollywood Boulevard]].
 
== Bibliografia ==
* Agness Underwood, ''Newspaperwoman'', Harper and Brothers, 1949
* James Richardson, ''For the Life of Me: Memoirs of a City Editor'', G.P. Putnam's Sons, 1954
* Jack Webb, ''The Badge: The Inside Story of One of America's Great Police Departments'', Prentice-Hall, 1958
* Jack Smith, ''Jack Smith's L.A.'', Pinnacle Books, 1981
* Will Fowler, ''Reporters: Memoirs of a Young Newspaperman'', Roundtable Publishing, 1991
* John Gilmore, ''Severed: The True Story of the Black Dahlia Murder'', Zanja Press, 1994
* Janice Knowlton, Michael Newton, ''Daddy Was the Black Dahlia Killer: The Identity of America's Most Notorious Serial Murderer'', Pocket Books, 1995
* Mary Pacios, ''Childhood Shadows: The Hidden Story of the Black Dahlia Murder'', 1st Books Library, 1999
* Steve Hodel, ''Black Dahlia Avenger: A Genius for Murder'', Arcade Publishing, 2003
* William T. Rasmussen, ''Corroborating Evidence'', Sunstone Press, 2004
* Donald Wolfe, ''The Mob, the Mogul, and the Murder That Transfixed Los Angeles'', HarperCollins, 2005
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{en}} [http://www.bethshort.com/dahhome.htm Il sito della "Dalia Nera"]
* {{en}} [httphttps://foiavault.fbi.gov/foiaindex/short_e.htmBlack%20Dahlia%20%28E%20Short%29%20 DelittoThe FBI's "Black Dahlia" dalfiles] nel sito dell'[[FBI]]
* {{en}} [http://foiawww.fbilmharnisch.govcom/short_e/short_e_part01.pdf IlHeaven fileIs dell'FBIHere!] -di 1aLarry Parte]Harnisch
* {{en}} [http://foia.fbi.gov/short_e/short_e_part02.pdf Il file dell'FBI - 2a Parte]
* {{en}} [http://foia.fbi.gov/short_e/short_e_part03.pdf Il file dell'FBI - 3a Parte]
* {{en}} [http://foia.fbi.gov/short_e/short_e_part04.pdf Il file dell'FBI - 4a Parte]
 
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Biografie|Short, Elizabeth]]
{{Portale|biografie|cinema}}
[[Categoria:Persone morte assassinate|Short, Elizabeth]]
 
[[Categoria:Morti assassinati a seguito di torture]]
[[en:Elizabeth Short]]
[[Categoria:Casi di omicidio irrisolti negli Stati Uniti d'America]]
[[fr:Elizabeth Short]]
[[de:Elizabeth Short]]