Ursidae: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|
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|didascalia = In senso orario da in alto a sinistra: ''[[Ursus americanus]]'', ''[[Ursus arctos]]'', ''[[Ailuropoda melanoleuca]]'', ''[[Ursus thibetanus]]'', ''[[Melursus ursinus]]'', ''[[Tremarctos ornatus]]'', ''[[Helarctos malayanus]]'', ''[[Ursus maritimus]]''.
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<!-- CLASSIFICAZIONE: -->|dominio = [[Eukaryota]]
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* [[Ursinae]]
[[File:Map of Bear species distribution.png|center|300px]] Areale di tutte le specie di orso.
}}
Gli ursidi ('''Ursidae''' {{Zoo|[[Johann Fischer von Waldheim|Fischer de Waldheim]]|1817}}) sono una [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]] di [[Mammalia|mammiferi]]
appartenenti al sottordine dei [[Caniformia|caniformi]] (pur essendo la maggior parte delle specie onnivore). Sebbene oggi siano rappresentati solo da otto [[specie]], essi sono molto diffusi e sono presenti in un'ampia varietà di ''[[habitat]]'' di tutto l'emisfero boreale e, in parte, di quello australe. Si trovano infatti in Nordamerica, Sudamerica, Europa e Asia. Caratteristiche comuni proprie degli orsi moderni sono il grande corpo sorretto da zampe tozze, il lungo muso, le piccole orecchie rotonde, la pelliccia ispida, le zampe [[Plantigrado|plantigrade]] dotate di cinque artigli non retrattili e la coda corta.
Anche se l'[[Ursus maritimus|orso polare]] è per lo più [[carnivoro]] e il [[Ailuropoda melanoleuca|panda gigante]] si nutre quasi interamente di [[Bambusoideae|bambù]], le restanti sei specie sono [[Onnivoro|onnivore]] e hanno una dieta molto varia. Fatta eccezione per le coppie durante il periodo del [[corteggiamento]] e delle madri con i propri piccoli, gli orsi sono in genere animali solitari. Possono avere abitudini [[Diurnalità|diurne]] o [[Animale notturno|notturne]] e possiedono un eccellente [[olfatto]]. Nonostante la loro corporatura pesante e l'andatura goffa, sono abili corridori, scalatori e nuotatori. Utilizzano come tane rifugi naturali quali caverne e alberi cavi; la maggior parte delle specie trascorre l'inverno all'interno della tana in un lungo periodo di [[ibernazione]], che può raggiungere anche i 100 giorni.
Gli orsi sono stati cacciati fin dai tempi [[Preistoria|preistorici]] per la loro carne e pelliccia; sono stati utilizzati anche nei [[Bear-baiting|combattimenti]] e in altre forme di intrattenimento.
== Etimologia ==
«Orso» deriva dal latino ''ursus''/''ursa'', «orso»/«orsa»<ref name=UrsaMajor/>. Da questo, il nome proprio [[Orsola]].
Altri nomi correlati agli orsi, come quello dell'infraordine [[Arctoidea]] e del genere ''[[Helarctos malayanus|Helarctos]]'' derivano dall'antica parola greca {{lang|grc|ἄρκτος}} (''arktos''), «orso»<ref>{{cita libro|autore=Henry George Liddell e Robert Scott|url=http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0057%3Aentry%3D%2315199|capitolo=Arktos|titolo=A Greek-English Lexicon|editore=Perseus Digital Library}}</ref>, così come i termini «[[Artide|artico]]» e «[[Antartide|antartico]]», che derivano da quello della [[costellazione]] dell'[[Orsa Maggiore]], ''Ursa Major'', particolarmente splendente nel cielo boreale<ref name=UrsaMajor>{{cita web|url=http://www.souledout.org/nightsky/ursamandm/ursamajorandminor.html|titolo=The Great Bear Constellation Ursa Major|accesso=12 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101130031637/http://souledout.org/nightsky/ursamandm/ursamajorandminor.html|dataarchivio=30 novembre 2010|urlmorto=no}}</ref>.
La parola inglese ''bear'' deriva dall'[[Lingua inglese antica|inglese antico]] ''bera'' e appartiene a una famiglia di nomi indicanti l'orso nelle [[lingue germaniche]], come lo svedese ''[[björn]]'', usato anche come nome proprio, che derivano da un aggettivo che significa «bruno». Quindi ''bear'', originariamente, significava «quello bruno». Questa terminologia per indicare l'animale si deve al fatto che era [[Lingua della suocera|tabù]] pronunciarne il nome: le tribù proto-germaniche sostituirono la loro parola originaria per indicare l'orso - ''arkto'' - con questa espressione eufemistica per paura che pronunciare il vero nome dell'animale potesse farlo apparire<ref>{{cita web|titolo=bear (n.)|url=http://www.etymonline.com/index.php?term=bear|editore=Online Etymology Dictionary|accesso=22 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170202020051/http://www.etymonline.com/index.php?term=bear|dataarchivio=2 febbraio 2017|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|autore=Laura Postma|titolo=The word for "bear"|url=https://www.pitt.edu/~votruba/qsonhist/bearetymologyslovakenglishwelsh.html|sito=University of Pittsburgh Slovak Studies Program|accesso=21 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171122151051/http://www.pitt.edu/~votruba/qsonhist/bearetymologyslovakenglishwelsh.html|dataarchivio=22 novembre 2017|urlmorto=no}}</ref>.
== Tassonomia e filogenesi ==
La famiglia degli Ursidi è una delle nove famiglie che costituiscono il sottordine [[Caniformia]] dell'[[Ordine (tassonomia)|ordine]] dei [[Carnivora|Carnivori]]. I suoi più stretti parenti viventi sono i [[Pinnipedia|pinnipedi]], i [[Canidae|canidi]] e i [[Musteloidea|musteloidi]]<ref name=Hunt2005>{{cita pubblicazione|autore=G. D. Welsey-Hunt e J. J. Flynn|anno=2005|titolo=Phylogeny of the Carnivora: basal relationships among the Carnivoramorphans, and assessment of the position of 'Miacoidea' relative to Carnivora|pubblicazione=Journal of Systematic Palaeontology|volume=3|numero=1|pp=1-28|doi=10.1017/S1477201904001518 |issn = 1477-2019 }}</ref>. Gli orsi attuali appartengono ad otto specie appartenenti a tre sottofamiglie: [[Ailuropodinae]] (comprendente il solo [[Ailuropoda melanoleuca|panda gigante]]), [[Tremarctinae]] (comprendente il solo [[Tremarctos ornatus|orso dagli occhiali]]) e [[Ursinae]] (comprendente sei specie suddivise in uno o tre generi, a seconda degli autori). L'analisi dei cromosomi nucleari ha dimostrato che il [[cariotipo]] delle sei specie di ursini è quasi identico, essendo costituito in tutti i casi da 74 [[Cromosoma|cromosomi]], mentre il panda gigante ha 42 cromosomi e l'orso dagli occhiali 52. Il minor numero di cromosomi può essere dovuto alla fusione di alcuni di essi; inoltre, lo schema a bande su di essi corrisponde a quello degli ursini, ma differisce da quello dei procionidi, il che supporta l'inclusione di queste due specie tra gli Ursidi piuttosto che tra i [[Procyonidae|Procionidi]], dove erano stati inseriti da alcuni tassonomisti del passato<ref name=Servheen1999>{{cita libro|autore=C. Servheen, S. Herrero e B. Peyton|titolo=Bears: Status Survey and Conservation Action Plan|url=https://portals.iucn.org/library/sites/library/files/documents/1999-004.pdf|anno=1999|editore=IUCN|isbn=978-2-8317-0462-3|pp=26-30}}</ref>.
=== Evoluzione ===
[[File:Plithocyon armagnacensis.JPG|thumb|Cranio di ''[[Plithocyon|Plithocyon armagnacensis]]'', membro dell'estinta sottofamiglia Hemicyoninae vissuto nel [[Miocene]].]]
Le più antiche specie ascrivibili alla famiglia degli Ursidi appartengono all'estinta sottofamiglia Amphicynodontinae, che comprendeva ''[[Parictis]]'' (vissuto tra l'[[Eocene]] superiore e il [[Miocene]] inferiore-medio, tra 38 e 18 milioni di anni fa) e il poco più recente ''Allocyon'' ([[Oligocene]] inferiore, 34-30 milioni di anni fa), entrambi provenienti dal Nordamerica. Questi animali avevano un aspetto molto differente da quello degli orsi odierni: erano infatti più piccoli e simili nell'aspetto al procione, e la loro dieta era forse simile a quella del tasso. Fu solamente nel Miocene che ''Parictis'' fece la sua comparsa in Eurasia e Africa<ref name=Kemp>{{cita libro|autore=T. S. Kemp|anno=2005|titolo=The Origin and Evolution of Mammals|url=https://archive.org/details/originevolutionm00kemp|editore=Oxford University Press|isbn=978-0-19-850760-4|p= [https://archive.org/details/originevolutionm00kemp/page/260 260]}}</ref>. Non è chiaro se vi fossero ursidi in Eurasia già nell'Eocene superiore, ma uno scambio faunistico attraverso il [[Beringia|ponte di terra di Bering]] sarebbe stato possibile grazie a un grande abbassamento del livello del mare avvenuto nell'Eocene superiore (circa 37 milioni di anni fa) e protrattosi fino all'Oligocene inferiore<ref name=Wang2>{{cita pubblicazione|autore=Wang Banyue e Qiu Zhanxiang|anno=2005|titolo=Notes on Early Oligocene Ursids (Carnivora, Mammalia) from Saint Jacques, Nei Mongol, China|pubblicazione=Bulletin of the American Museum of Natural History|numero=279|pp=116-124|url=http://digitallibrary.amnh.org/dspace/bitstream/2246/447/22/B279a05.pdf|doi=10.1206/0003-0090(2003)279<0116:C>2.0.CO;2|volume=279|urlarchivio=https://www.webcitation.org/5lQDJK1oN?url=http://digitallibrary.amnh.org/dspace/bitstream/2246/447/22/B279a05.pdf|dataarchivio=20 novembre 2009|urlmorto=no}}</ref>. Generi europei morfologicamente molto simili ad ''Allocyon'' e al più recente e americano ''[[Kolponomos]]'' (circa 18 milioni di anni fa)<ref name=kolpo>{{cita pubblicazione|autore=R. H. Tedford, L. G. Barnes e C. E. Ray|titolo=The early Miocene littoral ursoid carnivoran ''Kolponomos'': Systematics and mode of life|anno=1994|pubblicazione=Proceedings of the San Diego Society of Natural History|volume=29|pp=11-32|url=https://archive.org/details/cbarchive_34664_theearlymiocenelittoralursoidc1990/page/n9}}</ref> erano tuttavia presenti nell'Oligocene; tra essi figurano ''Amphicticeps'' e ''[[Amphicynodon]]''<ref name=Wang2/>. Numerose caratteristiche morfologiche collegano gli amficinodontini, creature semi-acquatiche simili alla lontra, ai [[Pinnipedia|pinnipedi]]<ref name=kolpo/><ref name=Rybczynski07>{{cita pubblicazione|autore=N. Rybczynski, M. R. Dawson e R. H. Tedford|anno=2009|titolo=A semi-aquatic Arctic mammalian carnivore from the Miocene epoch and origin of Pinnipedia|pubblicazione=Nature|volume=458|numero=7241|pp=1021-24|doi=10.1038/nature07985|pmid=19396145|bibcode=2009Natur.458.1021R}}</ref><ref name=Berta2018>{{cita pubblicazione|autore=A. Berta, C. Morgan e R. W. Boessenecker|anno=2018|titolo=The Origin and Evolutionary Biology of Pinnipeds: Seals, Sea Lions, and Walruses|pubblicazione= Annual Review of Earth and Planetary Sciences|volume=0|doi=10.1146/annurev-earth-082517-010009|bibcode=2018AREPS..46..203B}}</ref>. Oltre a tali somiglianze morfologiche, anche alcuni aspetti molecolari concorrono a supportare l'ipotesi che gli orsi siano i più stretti parenti viventi dei pinnipedi<ref name="Rybczynski07" /><ref name=Berta2018/><ref>{{cita pubblicazione | autore = R. M. Hunt Jr. e L. G. Barnes | anno = 1994 | titolo = Basicranial evidence for ursid affinity of the oldest pinnipeds | pubblicazione = Proceedings of the San Diego Society of Natural History | volume = 29 | pp = 57-67 | url = https://archive.org/details/cbarchive_36692_basicranialevidenceforursidaff1990 | formato = PDF}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore = G. M. Lento, R. E. Hickson, G. K. Chambers e D. Penny | anno = 1995 | url = https://mbe.oxfordjournals.org/cgi/reprint/12/1/28 | titolo = Use of spectral analysis to test hypotheses on the origin of pinnipeds | pubblicazione = Molecular Biology and Evolution | volume = 12 | numero = 1 | pp = 28-52 | pmid = 7877495 |doi=10.1093/oxfordjournals.molbev.a040189 | accesso = 3 aprile 2018 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20081007185649/http://mbe.oxfordjournals.org/cgi/reprint/12/1/28 | dataarchivio = 7 ottobre 2008 | urlmorto = no}}</ref><ref name="wangetal2005">{{cita pubblicazione | autore = X. Wang, M. C. McKenna e D. Dashzeveg | titolo = ''Amphicticeps'' and ''Amphicynodon'' (Arctoidea, Carnivora) from Hsanda Gol Formation, central Mongolia and phylogeny of basal arctoids with comments on zoogeography | url = https://archive.org/details/amphicticepsamp00wang |doi=10.1206/0003-0082(2005)483[0001:AAAACF]2.0.CO;2 | pubblicazione = American Museum Novitates | numero = 3483 | p = 216 | anno = 2005}}</ref><ref name="Higdon 2007">{{cita pubblicazione | autore = J. W. Higdon, O. R. Bininda-Emonds, R. M. Beck e S. H. Ferguson | titolo = Phylogeny and divergence of the pinnipeds (Carnivora: Mammalia) assessed using a multigene dataset |doi=10.1186/1471-2148-7-216 | pubblicazione = BMC Evolutionary Biology | volume = 7 | p = 216 | anno = 2007 | pmid = 17996107 | pmc = 2245807}}</ref>.
''[[Cephalogale]]'', simile ad un cane e delle dimensioni di un procione, è il più antico membro conosciuto della sottofamiglia [[Hemicyoninae]], comparsa per la prima volta in Eurasia durante l'Oligocene medio, circa 30 milioni di anni fa<ref name=Wang2/>. La sottofamiglia comprende i più recenti generi ''[[Phoberocyon]]'' (20-15 milioni di anni fa) e ''[[Plithocyon]]'' (15-7 milioni di anni fa). Una specie simile a ''Cephalogale'' dette origine al genere ''[[Ursavus]]'' durante l'Oligocene inferiore (30-28 milioni di anni fa): questo genere proliferò con molte specie in Asia ed è il diretto antenato di tutte le specie viventi di orso. Successivamente, durante il Miocene inferiore (21-18 milioni di anni fa), alcune specie di ''Ursavus'' raggiunsero il Nordamerica, assieme ad ''Amphicynodon'' e ''Cephalogale''. I membri appartenenti alle linee evolutive di orsi esistenti si separarono da ''Ursavus'' tra 20 e 15 milioni di anni fa<ref>{{cita pubblicazione | autore = Lisette Waits | titolo = Rapid radiation events in the family Ursidae indicated by likelihood phylogenetic estimation from multiple fragments of mtDNA | pubblicazione = Molecular Phylogenetics and Evolution | data = 1999 | volume = 13 | pp = 82-92 | url = http://dobzhanskycenter.bio.spbu.ru/pdf/sjop/MS298_Waits_MolPhylogenetEvol.pdf | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150903211855/http://dobzhanskycenter.bio.spbu.ru/pdf/sjop/MS298_Waits_MolPhylogenetEvol.pdf | urlmorto = sì | dataarchivio = 3 settembre 2015 |doi=10.1006/mpev.1999.0637 | pmid = 10508542}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore = Marie Pàges | titolo = Combined analysis of fourteen nuclear genes refines the Ursidae phylogeny | pubblicazione = Molecular Phylogenetics and Evolution | data = 2008 | volume = 47 | pp = 73-83 |doi=10.1016/j.ympev.2007.10.019 | pmid = 18328735}}</ref>, probabilmente attraverso la specie ''Ursavus elmensis''. Basandosi sui dati genetici e morfologici, gli studiosi hanno stabilito che la linea evolutiva degli Ailuropodinae (i panda) sia stata la prima a separarsi da quella degli altri orsi viventi circa 19 milioni di anni fa, anche se i più antichi fossili ascrivibili a questo gruppo finora scoperti risalgano soltanto a circa 5 milioni di anni fa<ref name="krause2008">{{cita pubblicazione | autore = J. Krause, T. Unger, A. Noçon, A. Malaspinas, S. Kolokotronis, M. Stiller, L. Soibelzon, H. Spriggs, P. H. Dear, A. W. Briggs, S. C. E. Bray, S. J. O'Brien, G. Rabeder, P. Matheus, A. Cooper, M. Slatkin, S. Pääbo e M. Hofreiter | titolo = Mitochondrial genomes reveal an explosive radiation of extinct and extant bears near the Miocene-Pliocene boundary | pubblicazione = BMC Evolutionary Biology | volume = 8 | numero = 220 | p = 220 | anno = 2008 | pmid = 18662376 | pmc = 2518930 |doi=10.1186/1471-2148-8-220}}</ref>.
Gli orsi dal muso corto del Nuovo Mondo (Tremarctinae) si differenziarono dagli Ursinae in seguito ad un evento di dispersione in Nordamerica avvenuto durante il Miocene medio (circa 13 milioni di anni fa)<ref name=krause2008/>; successivamente, [[Grande scambio americano|invasero il Sudamerica]] (più o meno intorno ad un milione di anni fa) a seguito della formazione dell'[[istmo di Panama]]<ref>{{cita pubblicazione | autore = L. H. Soibelzon, E. P. Tonni e M. Bond | titolo = The fossil record of South American short-faced bears (Ursidae, Tremarctinae) | pubblicazione = Journal of South American Earth Sciences | volume = 20 | numero = 1-2 | pp = 105-113 | anno = 2005 |doi=10.1016/j.jsames.2005.07.005 | bibcode = 2005JSAES..20..105S}}</ref>. Il loro più antico rappresentante fossile è ''[[Plionarctos]]'' del Nordamerica (vissuto all'incirca tra 10 e 2 milioni di anni fa). Questo genere è probabilmente il diretto antenato degli [[Arctodus|orsi dal muso corto del Nordamerica]] (genere ''Arctodus''), di [[Arctotherium|quelli del Sudamerica]] (''Arctotherium'') e degli orsi dagli occhiali, ''Tremarctos'', rappresentati sia da una specie estinta nordamericana (''[[Tremarctos floridanus|T. floridanus]]'') sia dall'unico rappresentante sopravvissuto fino ad oggi dei Tremarctinae, l'orso dagli occhiali sudamericano (''T. ornatus'')<ref name=Wang2/>.
[[File:Teufelshöhle-Höhlenbär-Dreiviertelprofil.jpg|thumb|Fossile di [[Ursus spelaeus|orso delle caverne]] (''Ursus spelaeus''), un parente degli orsi bruno e polare vissuto in Europa durante il [[Pleistocene]].]]
La sottofamiglia Ursinae, apparsa circa 15 milioni di anni fa con il genere ''[[Aurorarctos]]'', sperimentò una grande proliferazione di ''taxa'' circa 5,3-4,5 milioni di anni fa, periodo coincidente a importanti cambiamenti ambientali; fu proprio intorno a questo periodo che, oltre a forme arcaiche come i membri del genere ''[[Protarctos]]'', comparvero i primi membri del genere ''[[Ursus]]''<ref name=krause2008/>. L'[[Melursus ursinus|orso giocoliere]] è un moderno sopravvissuto di una delle più antiche linee evolutive ad essersi differenziate durante questo evento di radiazione (5,3 milioni di anni fa); esso acquisì la sua peculiare morfologia, correlata a una dieta a base di termiti e di formiche, non più tardi del Pleistocene inferiore. A partire da 4-3 milioni di anni fa, nei registri fossili d'Europa fa la sua comparsa la specie ''Ursus minimus''; tranne che per le dimensioni, esso era quasi identico all'odierno [[Ursus thibetanus|orso dal collare]]. È probabile che sia il diretto antenato di tutti gli orsi della sottofamiglia Ursinae, fatta forse eccezione per l'orso giocoliere. Da ''U. minimus'' si svilupparono due linee evolutive: quella degli orsi neri (comprendente l'[[Helarctos malayanus|orso malese]], l'orso dal collare e il [[Ursus americanus|baribal]]) e quella degli orsi bruni (comprendente anche l'[[Ursus maritimus|orso polare]]). Gli attuali [[Ursus arctos|orsi bruni]] si evolvettero da ''U. minimus'' attraverso ''[[Ursus etruscus]]'', a sua volta antenato anche dell'estinto [[Ursus spelaeus|orso delle caverne]] del [[Pleistocene]]. Alcune specie di Ursinae migrarono a più riprese dall'Eurasia verso il Nordamerica già 4 milioni di anni fa, nel Pliocene inferiore<ref name=Qiu>{{cita pubblicazione | autore = Qiu Zhanxiang | anno = 2003 | titolo = Dispersals of Neogene Carnivorans between Asia and North America | pubblicazione = Bulletin of the American Museum of Natural History | numero = 279 | pp = 18-31 | url = http://digitallibrary.amnh.org/dspace/bitstream/2246/447/25/B279a02.pdf |doi=10.1206/0003-0090(2003)279<0018:C>2.0.CO;2 | volume = 279 | urlarchivio = https://www.webcitation.org/5lQDJK0Fa?url=http://digitallibrary.amnh.org/dspace/bitstream/2246/447/25/B279a02.pdf | dataarchivio = 20 novembre 2009 | urlmorto = no}}</ref><ref>Ward e Kynaston, pp. 74-77.</ref>. L'orso polare è la specie evolutasi più di recente; discese dall'orso bruno circa {{formatnum:400000}} anni fa<ref name="Liu et al 2014">{{cita pubblicazione | autore = Shiping Liu, Eline D. Lorenzen, Matteo Fumagalli, Bo Li, Kelley Harris, Zijun Xiong, Long Zhou, Thorfinn Korneliussen, Mehmet Somel, Courtney Babbitt, Greg Wray, Jianwen Li, Weiming He, Zhuo Wang, Wenjing Fu, Xueyan Xiang, Claire C. Morgan, Aoife Doherty, Mary J. O'Connell, James O. McInerney, Erik W. Born, Love Dalén, Rune Dietz, Ludovic Orlando, Christian Sonne, Guojie Zhang, Rasmus Nielsen, Eske Willerslev e Jun Wang | titolo = Population Genomics Reveal Recent Speciation and Rapid Evolutionary Adaptation in Polar Bears | pubblicazione = Cell | data = 2014 | volume = 157 | numero = 4 | pp = 785-794 |doi=10.1016/j.cell.2014.03.054 | url = http://www.cell.com/cell/abstract/S0092-8674(14)00488-7 | pmid = 24813606 | pmc = 4089990}}</ref>.
=== Filogenesi ===
Gli orsi formano un [[clade]] in seno all'ordine dei Carnivori. Il [[Ailurus fulgens|panda minore]] non è un orso, bensì un musteloide.
Il [[cladogramma]] seguente è basato sulla [[filogenesi molecolare]] di sei genesi effettuata da Flynn nel 2005<ref name="Flynn2005">{{cita pubblicazione | autore = J. J. Flynn, J. A. Finarelli, S. Zehr, J. Hsu e M. A. Nedbal | titolo = Molecular phylogeny of the Carnivora (Mammalia): Assessing the impact of increased sampling on resolving enigmatic relationships | url = https://archive.org/details/sim_systematic-biology_2005-04_54_2/page/317 |doi=10.1080/10635150590923326 | pubblicazione = Systematic Biology | volume = 54 | numero = 2 | pp = 317-37 | anno = 2005 | pmid = 16012099}}</ref>.
{{clade
|label1=Carnivora
|1={{clade
|1=[[Feliformia]] [[File:Lydekker - Ocelot (white background).JPG|60px|Ocelot]]
|label2= [[Caniformia]]
|2={{clade
|1=[[Canidae]] [[File:Dogs, jackals, wolves, and foxes (Plate XI).jpg|60px|African golden wolf]]
|label2= [[Arctoidea]]
|2={{clade
|label1=
|1={{clade
|1=† [[Hemicyonidae]]
|2='''Ursidae''' [[File:Ursus arctos - 1700-1880 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam - (white background).jpg|50px|Brown bear]]
}}
|2={{clade
|1=[[Pinnipedia]] [[File:Faroe stamp 227 grey seal (Phoca vitulina) white background.jpg|70px|Common seal]]
|label2=[[Musteloidea]]
|2={{clade
|1=[[Ailuridae]], comprendenti il [[Ailurus fulgens|panda minore]] [[File:Ailurus fulgens - 1700-1880 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam -(white background).jpg|50px]]
|2=Altri musteloidi [[File:Mustela eversmanii (white background).png|60px|Steppe polecat]]
}}
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}}
}}
Vi sono due distinte ipotesi filogenetiche volte a spiegare le relazioni che intercorrono tra le specie di orso attuali e quelle fossili. Una, quella che riscuote il maggior consenso presso gli esperti, è che tutte le specie di orso siano classificate in sette sottofamiglie: [[Amphicynodontinae]], [[Hemicyoninae]], [[Ursavinae]], [[Agriotheriinae]], [[Ailuropodinae]], [[Tremarctinae]] e [[Ursinae]]<ref name=mcLellanreiner1992>{{cita pubblicazione | autore = B. McLellan e D. C. Reiner | anno = 1992 | titolo = A review of bear evolution | pubblicazione = International Association for Bear Research and Management | volume = 9 | numero = 1 | pp = 85-96 |doi=10.2307/3872687}}</ref><ref name=aginsburgi>{{cita pubblicazione | autore = L. de Bonis | anno = 2011 | titolo = A new species of ''Adelpharctos'' (Mammalia, Carnivora, Ursidae) from the late Oligocene of the "Phosphorites du Quercy" (France) |doi=10.3989/egeol.40553.181 | pubblicazione = Estudios Geológicos | volume = 67 | numero = 2 | pp = 179-186}}</ref><ref name=Cyonarctos>{{cita pubblicazione | autore = Louis De Bonis | anno = 2013 | titolo = Ursidae (Mammalia, Carnivora) from the Late Oligocene of the "Phosphorites du Quercy" (France) and a reappraisal of the genus ''Cephalogale'' Geoffroy, 1862 | pubblicazione = Geodiversitas | volume = 35 | numero = 4 | pp = 787-814 |doi=10.5252/g2013n4a4}}</ref><ref name="qiuetal2014">{{cita pubblicazione | autore = Zhan-Xiang Qiu ''et al.'' | titolo = A Late Miocene ''Ursavus'' skull from Guanghe, Gansu, China | pubblicazione = Vertebrata PalAsiatica | volume = 52 | numero = 3 | data = 2014 | pp = 265-302}}</ref>. Segue qua sotto un cladogramma delle sottofamiglie di orsi secondo McLellan e Reiner (1992)<ref name=mcLellanreiner1992/> e Qiu ''et al.'' (2014)<ref name="qiuetal2014"/>:
{{clade| style=font-size:105%; line-height:105%;
|label1=Ursidae
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|1=† [[Amphicynodontinae]] [[File:Kolponomos newportensis .jpg|75px]]
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|1=† [[Agriotheriinae]]
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|1=[[Ailuropodinae]] [[File:Recherches pour servir à l'histoire naturelle des mammifères (Pl. 50) (white background).jpg|75px]]
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|1=[[Tremarctinae]] [[File:Spectacled bear (1829).jpg|75px]]
|2=[[Ursinae]] [[File:Ursus arctos - 1700-1880 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam - (white background).jpg|75px]]}} }} }} }} }} }} }}
La seconda ipotesi filogenetica alternativa, sviluppata da McKenna ''et al.'' (1997), considera tutte le specie di orso all'interno della superfamiglia '''Ursoidea''', con Hemicyoninae e Agriotheriinae inseriti nella famiglia «Hemicyonidae»<ref name="mckennabell1997">{{cita libro | autore = M. C. McKenna e S. Bell | anno = 1997 | titolo = Classification of Mammals Above the Species Level | editore = Columbia University Press, New York}}</ref>. Secondo questa classificazione, gli Amphicynodontinae vengono considerati un ''sister-group'' dei [[Pinnipedia|pinnipedi]] in seno alla superfamiglia [[Pinnipedia|Phocoidea]]<ref name="mckennabell1997"/>. Nella classificazione di McKenna e Bell sia gli orsi che i pinnipedi si trovano in un parvordine di mammiferi [[Carnivora|carnivori]] conosciuti come Ursida in compagnia degli estinti cani-orso della famiglia [[Amphicyonidae]]<ref name="mckennabell1997"/>. Segue il cladogramma basato sulla classificazione di McKenna e Bell (1997)<ref name="mckennabell1997"/>:
{{clade| style=font-size:100%; line-height:100%;
|label1=Ursida
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|1=† [[Amphicynodontinae|Amphicynodontidae]] [[File:Kolponomos newportensis .jpg|75px]]
|2=[[Pinnipedia]] [[File:Cambridge Natural History Mammalia Fig 230 white background.jpg|75px|Common seal]] }} }}
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|1=[[Ailuropodinae]] [[File:Recherches pour servir à l'histoire naturelle des mammifères (Pl. 50) (white background).jpg|75px]]
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|1=[[Tremarctinae]] [[File:Spectacled bear (1829).jpg|75px]]
|2=[[Ursinae]] [[File:Ursus arctos - 1700-1880 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam - (white background).jpg|75px]]}} }} }} }} }} }} }} }} }} }} }}
La [[Albero filogenetico|filogenesi]] delle specie di orso esistenti è mostrata in un cladogramma basato sul completo sequenziamento del [[DNA mitocondriale]] effettuato da Yu ''et al.'' (2007)<ref>{{cita pubblicazione | autore = Li Yu, Yi-Wei Li, Oliver A. Ryder e Ya-Ping Zhang | titolo = Analysis of complete mitochondrial genome sequences increases phylogenetic resolution of bears (Ursidae), a mammalian family that experienced rapid speciation | pubblicazione = BMC Evolutionary Biology | data = 2007 | volume = 7 | numero = 198 |doi=10.1186/1471-2148-7-198 | url = https://bmcevolbiol.biomedcentral.com/articles/10.1186/1471-2148-7-198 | accesso = 4 gennaio 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160821115818/http://bmcevolbiol.biomedcentral.com/articles/10.1186/1471-2148-7-198 | dataarchivio = 21 agosto 2016 | urlmorto = no}}</ref>. Il panda gigante, seguito subito dopo dall'orso dagli occhiali, sono di gran lunga le specie più antiche. Le relazioni tra le altre specie non sono ancora state comprese a fondo, ma sappiamo con certezza che l'orso polare e quello bruno sono strettamente imparentati tra loro<ref name=Servheen1999/>.
{{clade
|label1='''Ursidae'''
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|1=[[Ursus arctos|orso bruno]] [[File:Ursus arctos - 1700-1880 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam - (white background).jpg|70px]]
|2=[[Ursus maritimus|orso polare]] [[File:Lossy-page1-2518px-Ursus maritimus - 1700-1880 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam - (white background).jpg|70px]]
}}
|2={{clade
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|1=[[Ursus thibetanus|orso dal collare]] [[File:Ursus thibetanus - 1700-1880 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam -(white background).jpg|70px]]
|2=[[Ursus americanus|baribal]] [[File:Ursus americanus - 1700-1880 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam - (white background).jpg|70px]]
}}
|2=[[Helarctos malayanus|orso malese]] [[File:Ursus malayanus - 1700-1880 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam - (white background).jpg|70px]]
}}
}}
|2=[[Melursus ursinus|orso giocoliere]] [[File:Tremarctos ornatus 1824 (flipped).jpg|70px]]
}}
|2=[[Tremarctos ornatus|orso dagli occhiali]] [[File:Spectacled bear (1829).jpg|70px]]
}}
|2=[[Ailuropoda melanoleuca|panda gigante]] [[File:Recherches pour servir à l'histoire naturelle des mammifères (Pl. 50) (white background).jpg|70px]]
}}
}}
=== Classificazione ===
[[File:Kolponomos newportensis .jpg|thumb|Ricostruzione di ''[[Kolponomos]]'', un grosso orso marino.]]
[[File:Agriotherium maraghanus mandible.JPG|thumb|Mandibola di ''[[Agriotherium]]''. Questo genere, vissuto tra il Miocene e il Pleistocene, è il solo urside conosciuto vissuto nell'[[Africa sub-sahariana]]<ref>{{cita pubblicazione|autore = F. C. Howell|anno = 2007|titolo = Carnivora (Mammalia) From Lemudong’o (Late Miocene: Narok District, Kenya)|pubblicazione = Kirtlandia|volume = 556|pp = 121-139|url = http://ib.berkeley.edu/labs/hlusko/kirt-56-00-121.pdf|accesso = 19 febbraio 2017|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160304113320/http://ib.berkeley.edu/labs/hlusko/kirt-56-00-121.pdf|dataarchivio = 4 marzo 2016|urlmorto = no}}</ref>.]]
[[File:Indarctos atticus.jpg|thumb|upright|Cranio di ''Indarctos atticus''. ''[[Indarctos]]'' è un genere del [[Miocene]] presente in tutto l'emisfero boreale<ref>{{cita pubblicazione|autore = Bruce McLellan e David C. Reiner|titolo = A Review of Bear Evolution|pubblicazione = Int. Conf. Bear Res. and Management|data = 1994|volume = 9|numero = 1|pp = 85-96|url = http://www.bearbiology.com/fileadmin/tpl/Downloads/URSUS/Vol_9/McLellan_Reiner_Vol_9.pdf |doi=10.2307/3872687|accesso = 19 febbraio 2017|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20171115195605/http://www.bearbiology.com/fileadmin/tpl/Downloads/URSUS/Vol_9/McLellan_Reiner_Vol_9.pdf|dataarchivio = 15 novembre 2017|urlmorto =no}}</ref>.]]
[[File:Bai yun giant panda.jpg|thumb|upright|[[Ailuropoda melanoleuca|Panda gigante]] (''Ailuropoda melanoleuca'') che mangia foglie di bambù.]]
[[File:Arctotherium.jpg|thumb|Ricostruzione di ''[[Arctotherium]]'', un genere del Pleistocene vissuto in Sudamerica appartenente a una linea evolutiva della quale il solo sopravvissuto è l'[[Tremarctos ornatus|orso dagli occhiali]]. È il più grande orso mai vissuto ed è uno dei mammiferi terricoli carnivori più grandi<ref name="Soibelzon2">{{cita pubblicazione|autore = L. H. Soibelzon e B. W. Schubert|titolo = The Largest Known Bear, ''Arctotherium angustidens'', from the Early Pleistocene Pampean Region of Argentina: With a Discussion of Size and Diet Trends in Bears|rivista= Journal of Paleontology|volume = 85|numero = 1|pp = 69-75|editore = Paleontological Society|data = gennaio 2011|url = http://jpaleontol.geoscienceworld.org/cgi/content/abstract/85/1/69 |doi=10.1666/10-037.1|accesso = 1º giugno 2011|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110310053427/http://jpaleontol.geoscienceworld.org/cgi/content/abstract/85/1/69|dataarchivio = 10 marzo 2011|urlmorto = no}}</ref><ref name="Dell'Amore2011"/>.]]
[[File:Bear sitting.JPG|thumb|Orso malese (''[[Helarctos malayanus]]'') seduto.]]
[[File:Ice Age Cave Bear Skeleton.jpg|thumb|Scheletro di orso delle caverne (''[[Ursus spelaeus]]'') di {{formatnum:150000}} anni fa.]]
[[File:AlaskanBear closeup.jpg|thumb|Orso bruno (''[[Ursus arctos]]'') che osserva i dintorni.]]
[[File:Bear Scat Okanagan Black Bear.jpg|thumb|Prove della presenza di un orso lungo un sentiero escursionistico della Columbia Britannica (Canada).]]
* '''Famiglia Ursidae''' ({{Zoo|Fischer de Waldheim|1817}})
** Sottofamiglia † [[Amphicynodontinae]] ({{Zoo|Simpson|1945}})
*** † ''[[Amphicynodon]]'' ({{Zoo|Filhol|1881}})
**** † ''Amphicynodon velaunus'' ({{Zoo|Aymard|1846}})
**** † ''Amphicynodon gracilis'' ({{Zoo|Filhol|1874}})
**** † ''Amphicynodon leptorhynchus'' ({{Zoo|Filhol|1874}})
**** † ''Amphicynodon brachyrostris'' ({{Zoo|Filhol|1876}})
**** † ''Amphicynodon crassirostris'' ({{Zoo|Filhol|1876}})
**** † ''Amphicynodon typicus'' ({{Zoo|Schlosser|1888}})
**** † ''Amphicynodon cephalogalinus'' ({{Zoo|Teilhard|1915}})
**** † ''Amphicynodon teilhardi'' ({{Zoo|Matthew e Granger|1924}})
**** † ''Amphicynodon mongoliensis'' ({{Zoo|Janovskaja|1970}})
**** † ''Amphicynodon chardini'' ({{Zoo|Cirot e de Bonis|1992}})
*** † ''[[Pachycynodon]]'' ({{Zoo|Schlosser|1888}})
**** † ''Pachycynodon boriei'' ({{Zoo|Filhol|1876}})
**** † ''Pachycynodon crassirostris'' ({{Zoo|Schlosser|1888}})
**** † ''Pachycynodon filholi'' ({{Zoo|Schlosser|1888}})
**** † ''Pachycynodon tenuis'' ({{Zoo|Teilhard de Chardin|1915}})
**** † ''Pachycynodon tedfordi'' ({{Zoo|Wang e Qiu|2003}})
*** † ''[[Parictis]]'' ({{Zoo|Scott|1893}})
**** † ''Parictis primaevus'' ({{Zoo|Scott|1893}})
**** † ''Parictis dakotensis'' ({{Zoo|Clark|1936}})
**** † ''Parictis personi'' ({{Zoo|Chaffee|1954}})
**** † ''Parictis parvus'' ({{Zoo|Clark e Beerbower|1967}})
**** † ''Parictis gilpini'' ({{Zoo|Clark e Guensburg|1972}})
**** † ''Parictis montanus'' ({{Zoo|Clark e Guensburg|1972}})
*** † ''[[Amphicticeps]]'' ({{Zoo|Matthew e Granger|1924}})
**** † ''Amphicticeps shackelfordi'' ({{Zoo|Matthew e Granger|1924}})
**** † ''Amphicticeps dorog'' ({{Zoo|Wang ''et al.''|2005}})
**** † ''Amphicticeps makhchinus'' ({{Zoo|Wang ''et al.''|2005}})
*** † ''[[Allocyon]]'' ({{Zoo|Merriam|1930}})
**** † ''Allocyon loganensis'' ({{Zoo|Merriam|1930}})
*** † ''[[Kolponomos]]'' ({{Zoo|Stirton|1960}})
**** † ''Kolponomos clallamensis'' ({{Zoo|Stirton|1960}})
**** † ''Kolponomos newportensis'' ({{Zoo|Tedford ''et al.''|1994}})
** Sottofamiglia † [[Hemicyoninae]] ({{Zoo|Frick|1926}})
*** Tribù † [[Cephalogalini]] ({{Zoo|de Bonis|2013}})
**** † ''[[Cephalogale]]'' ({{Zoo|Jourdan|1862}})
***** † ''Cephalogale geoffroyi'' ({{Zoo|Jourdan|1862}})
***** † ''Cephalogale gergoviensis'' ({{Zoo|Viret|1929}})
***** † ''Cephalogale ginesticus'' ({{Zoo|Kuss|1962}})
***** † ''Cephalogale shareri'' ({{Zoo|Wang ''et al.''|2009}})
**** † ''[[Adelpharctos]]'' ({{Zoo|de Bonis|1971}})
***** † ''Adelpharctos mirus'' ({{Zoo|de Bonis|1971}})
***** † ''Adelpharctos ginsburgi'' ({{Zoo|de Bonis|2011}})
**** † ''[[Phoberogale]]'' ({{Zoo|Ginsburg e Morales|1995}})
***** † ''Phoberogale gracile'' ({{Zoo|Pomel|1847}})
***** † ''Phoberogale minor'' ({{Zoo|Filhol|1877}})
***** † ''Phoberogale bonali'' ({{Zoo|Helbing|1928}})
***** † ''Phoberogale depereti'' ({{Zoo|Viret|1929}})
**** † ''[[Cyonarctos]]'' ({{Zoo|de Bonis|2013}})
***** † ''Cyonarctos dessei'' ({{Zoo|de Bonis|2013}})
**** † ''[[Filholictis]]'' ({{Zoo|de Bonis|2013}})
***** † ''Filholictis filholi'' ({{Zoo|Munier-Chalmas|1877}})
*** Tribù † [[Phoberocyonini]] ({{Zoo|Ginsburg e Morales|1995}})
**** † ''[[Phoberocyon]]'' ({{Zoo|Ginsburg|1955}})
***** † ''Phoberocyon aurelianensis'' ({{Zoo|Mayet|1908}})
***** † ''Phoberocyon johnhenryi'' ({{Zoo|White|1947}})
***** † ''Phoberocyon dehmi'' ({{Zoo|Ginsburg|1955}})
***** † ''Phoberocyon huerzeleri'' ({{Zoo|Ginsburg|1955}})
***** † ''Phoberocyon youngi'' ({{Zoo|Xiang ''et al.''|1986}})
***** † ''Phoberocyon hispanicus'' ({{Zoo|Ginsburg e Morales|1998}})
**** † ''[[Plithocyon]]'' ({{Zoo|Ginsburg|1955}})
***** † ''Plithocyon ursinus'' ({{Zoo|Cope|1875}})
***** † ''Plithocyon barstowensis'' ({{Zoo|Frick|1926}})
***** † ''Plithocyon statzlingii'' ({{Zoo|Frick|1926}})
***** † ''Plithocyon armagnacensis'' ({{Zoo|Ginsburg|1955}})
***** † ''Plithocyon bruneti'' ({{Zoo|Ginsburg|1980}})
*** Tribù † [[Hemicyonini]] ({{Zoo|Frick|1926}})
**** † ''[[Hemicyon]]'' ({{Zoo|Lartet|1851}})
***** † ''Hemicyon sansaniensis'' ({{Zoo|Lartet|1851}})
***** † ''Hemicyon minor'' ({{Zoo|Dépéret|1887}})
***** † ''Hemicyon grivensis'' ({{Zoo|Frick|1926}})
***** † ''Hemicyon teilhardi'' ({{Zoo|Colbert|1939}})
***** † ''Hemicyon barbouri'' ({{Zoo|Colbert|1941}})
**** † ''[[Dinocyon]]'' ({{Zoo|Jourdan|1861}})
***** † ''Dinocyon thenardi'' ({{Zoo|Jourdan|1861}})
***** † ''Dinocyon aurelianensis'' ({{Zoo|Frick|1926}})
***** † ''Dinocyon sansaniensis'' ({{Zoo|Frick|1926}})
**** † ''[[Zaragocyon]]'' ({{Zoo|Ginsburg e Morales|1995}})
***** † ''Zaragocyon daamsi'' ({{Zoo|Ginsburg e Morales|1995}})
** Sottofamiglia † [[Ursavinae]] ({{Zoo|Hendey|1980}})
*** † ''[[Ursavus]]'' ({{Zoo|Schlosser|1899}})
**** † ''Ursavus brevirhinus'' ({{Zoo|Hofmann|1887}})
**** † ''Ursavus primaevus'' ({{Zoo|Gaillard|1899}})
**** † ''Ursavus intermedius'' ({{Zoo|Koenigswald|1925}})
**** † ''Ursavus pawniensis'' ({{Zoo|Frick|1926}})
**** † ''Ursavus ehrenbergi'' ({{Zoo|Brunner|1942}})
**** † ''Ursavus sylvestris'' ({{Zoo|Qiu e Qi|1990}})
**** † ''Ursavus isorei'' ({{Zoo|Ginsburg e Morales|1998}})
**** † ''Ursavus tedfordi'' ({{Zoo|Zhanxiang ''et al.''|2014}})
*** † ''[[Ballusia]]'' ({{Zoo|Ginsburg e Morales|1998}})
**** † ''Ballusia elmensis'' ({{Zoo|Stehlin|1917}})
**** † ''Ballusia orientalis'' ({{Zoo|Qiu ''et al.''|1985}})
**** † ''Ballusia hareni'' ({{Zoo|Ginsburg|1989}})
** Sottofamiglia † [[Agriotherium|Agriotheriinae]] ({{Zoo|Kretzoi|1929}})
*** † ''[[Agriotherium]]'' ({{Zoo|Wagner|1837}})
**** † ''Agriotherium sivalensis'' ({{Zoo|Falconer e Cautley|1836}})
**** † ''Agriotherium insigne'' ({{Zoo|Gervais|1859}})
**** † ''Agriotherium palaeindicus'' ({{Zoo|Lydekker|1878}})
**** † ''Agriotherium schneideri'' ({{Zoo|Sellards|1916}})
**** † ''Agriotherium gregoryi'' ({{Zoo|Frick|1926}})
**** † ''Agriotherium africanum'' ({{Zoo|Hendey|1972}})
**** † ''Agriotherium coffeyi'' ({{Zoo|Dalquest|1986}})
**** † ''Agriotherium inexpetans'' ({{Zoo|Qiu ''et al.''|1991}})
**** † ''Agriotherium myanmarensis'' ({{Zoo|Ogino ''et al.''|2011}})
** Sottofamiglia [[Ailuropodinae]] ({{Zoo|Grevé|1894}})<ref>{{cita pubblicazione|autore = Juan Abella ''et al.''|titolo = ''Kretzoiarctos'' gen. nov., the oldest member of the giant panda clade|pubblicazione = PLOS ONE|volume = 7|numero = 11|data = 2012|p = e48985 |doi=10.1371/journal.pone.0048985|pmid = 23155439|pmc = 3498366|bibcode = 2012PLoSO...748985A}}</ref>
*** Tribù † [[Indarctini]] ({{Zoo|Abella ''et al.''|2012}})
**** † ''[[Indarctos]]'' ({{Zoo|Pilgrim|1913}})
***** † ''Indarctos punjabensis'' ({{Zoo|Lydekker|1884}})
***** † ''Indarctos anthracitis'' ({{Zoo|Weithofer|1888}})
***** † ''Indarctos atticus'' ({{Zoo|Weithofer|1888}})
***** † ''Indarctos arctoides'' ({{Zoo|Deperet|1895}})
***** † ''Indarctos salmontanus'' ({{Zoo|Pilgrim|1913}})
***** † ''Indarctos oregonensis'' ({{Zoo|Merriam ''et al.''|1916}})
***** † ''Indarctos lagrelli'' ({{Zoo|Zdansky|1924}})
***** † ''Indarctos sinensis'' ({{Zoo|Zdansky|1924}})
***** † ''Indarctos vireti'' ({{Zoo|Villalta e Crusafont|1943}})
***** † ''Indarctos nevadensis'' ({{Zoo|Macdonald|1959}})<ref>{{cita pubblicazione|autore = J. R. MacDonald|titolo = The Middle Pliocene Mammalian Fauna from Smiths Valley, Nevada|pubblicazione = Journal of Paleontology|data = 1959|volume = 33|numero = 5|pp = 872-887|jstor = 1300922}}</ref>
***** † ''Indarctos bakalovi'' ({{Zoo|Kovachev|1988}})
***** † ''Indarctos zdanskyi'' ({{Zoo|Qiu e Tedford|2003}})<ref>{{cita pubblicazione|autore = Zhan-Xiang Qiu e R. H. Tedford|pubblicazione = Vertebrata PalAsiatica|data = 2003|volume = 41|numero = 4|pp = 278-288|url = http://www.ivpp.cas.cn/cbw/gjzdwxb/xbwzxz/200901/W020090813371565917580.pdf|8 = A New Species of Indarctos from Baode, China|accesso = 27 marzo 2018|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20180328104702/http://www.ivpp.cas.cn/cbw/gjzdwxb/xbwzxz/200901/W020090813371565917580.pdf|dataarchivio = 28 marzo 2018|urlmorto = sì|titolo = Copia archiviata }}</ref>
**** † ''[[Miomaci]]'' ({{Zoo|de Bonis ''et al.''|2017}})
***** † ''Miomaci pannonicum'' ({{Zoo|de Bonis ''et al.''|2017}})
*** Tribù [[Ailuropodini]] ({{Zoo|Grevé|1894}})
**** ''[[Ailuropoda]]'' ({{Zoo|Milne-Edwards|1870}})
***** ''Ailuropoda melanoleuca'' ({{Zoo|David|1869}}) - [[Ailuropoda melanoleuca|panda gigante]]
***** † ''[[Ailuropoda baconi]]'' ({{Zoo|Woodward 1915}})
***** † ''[[Ailuropoda microta]]'' ({{Zoo|Pei|1962}})
***** † ''[[Ailuropoda minor]]'' ({{Zoo|Pei|1962}})
***** † ''[[Ailuropoda wulingshanensis]]'' ({{Zoo|Wang e Alii|1982}})
**** † ''[[Agriarctos]]'' ({{Zoo|Kretzoi|1942}})
***** † ''Agriarctos depereti'' ({{Zoo|Schlosser|1902}})
***** † ''Agriarctos gaali'' ({{Zoo|Kretzoi|1942}})
***** † ''Agriarctos vighi'' ({{Zoo|Kretzoi|1942}})
**** † ''[[Ailurarctos]]'' ({{Zoo|Qi ''et al.''|1989}})
***** † ''Ailurarctos lufengensis'' ({{Zoo|Qi ''et al.''|1989}})
***** † ''Ailurarctos yuanmouensis'' ({{Zoo|Zong|1997}})
**** † ''[[Kretzoiarctos]]'' ({{Zoo|Abella ''et al.''|2012}})
***** † ''Kretzoiarctos beatrix'' ({{Zoo|Abella ''et al.''|2011}})
** Sottofamiglia [[Tremarctinae]] ({{Zoo|Merriam e Stock|1925}})<ref>{{cita pubblicazione|autore = Kieren J. Mitchell, Sarah C. Bray, Pere Bover, Leopoldo Soibelzon, Blaine W. Schubert, Francisco Prevosti, Alfredo Prieto, Fabiana Martin, Jeremy J. Austin e Alan Cooper|anno = 2016|titolo = Ancient mitochondrial DNA reveals convergent evolution of giant short-faced bears (Tremarctinae) in North and South America|pubblicazione = Biology Letters|volume = 12|numero = 4|p = 20160062 |doi=10.1098/rsbl.2016.0062|pmid = 27095265|pmc = 4881349}}</ref>
*** ''[[Tremarctos]]'' ({{Zoo|Gervais|1855}})
**** ''Tremarctos ornatus'' ({{Zoo|Cuvier|1825}}) - [[Tremarctos ornatus|orso dagli occhiali]]
**** † ''[[Tremarctos floridanus]]'' ({{Zoo|Gildey|1928}})
*** † ''[[Arctodus]]'' ({{Zoo|Leidy|1854}})
**** † ''Arctodus pristinus'' ({{Zoo|Leidy|1854}})
**** † ''Arctodus simus'' ({{Zoo|Cope|1879}})
*** † ''[[Arctotherium]]'' ({{Zoo|Burmeister|1879}})
**** † ''Arctotherium bonariense'' ({{Zoo|Gervais|1852}})
**** † ''Arctotherium angustidens'' ({{Zoo|Gervais e Ameghino|1880}})
**** † ''Arctotherium vetustum'' ({{Zoo|Ameghino|1885}})
**** † ''Arctotherium tarijense'' ({{Zoo|Ameghino|1902}})
**** † ''Arctotherium wingei'' ({{Zoo|Ameghino|1902}})
*** † ''[[Plionarctos]]'' ({{Zoo|Frick|1926}})
**** † ''Plionarctos edensis'' ({{Zoo|Frick|1926}})
**** † ''Plionarctos harroldorum'' ({{Zoo|Tedfored e Martin|2001}})
** Sottofamiglia [[Ursinae]] ({{Zoo|Fischer de Waldheim|1817}})
*** ''[[Ursus]]'' ({{Zoo|Linnaeus|1758}})
**** ''Ursus arctos'' ({{Zoo|Linnaeus|1758}}) - [[Ursus arctos|orso bruno]]
**** ''Ursus maritimus'' ({{Zoo|Phipps|1774}}) - [[Ursus maritimus|orso polare]]
**** † ''[[Ursus spelaeus]]'' ({{Zoo|Rosenmüller|1794}})
**** ''Ursus americanus'' ({{Zoo|Pallas|1780}}) - [[Ursus americanus|baribal]]
**** † ''[[Ursus etruscus]]'' ({{Zoo|Cuvier|1823}})
**** ''Ursus thibetanus'' ({{Zoo|G. Cuvier|1823}}) - [[Ursus thibetanus|orso dal collare]]
**** † ''[[Ursus minimus]]'' ({{Zoo|Devèze e Bouillet|1827}})
**** † ''Ursus theobaldi'' ({{Zoo|Lydekker|1884}})
**** † ''Ursus ruscinensis'' ({{Zoo|Depéret|1890}})
**** † ''Ursus pyrenaicus'' ({{Zoo|Depéret|1892}})
**** † ''Ursus boeckhi'' ({{Zoo|Schlosser|1899}})
**** † ''[[Ursus deningeri]]'' ({{Zoo|Richenau|1904}})
**** † ''[[Ursus savini]]'' ({{Zoo|Andrews|1922}})
**** † ''[[Ursus rossicus]]'' ({{Zoo|Borissiak|1930}})
**** † ''Ursus sinomalayanus'' ({{Zoo|Thenius|1947}})
**** † ''Ursus abstrusus'' ({{Zoo|Bjork|1970}})
**** † ''[[Ursus kudarensis]]'' ({{Zoo|Baryshnikov|1985}})
**** † ''Ursus yinanensis'' ({{Zoo|Li|1993}})
**** † ''[[Ursus dolinensis]]'' ({{Zoo|Garcia e Arsuaga|2001}})
**** † ''[[Ursus ingressus]]'' ({{Zoo|Rabeder, Hofreiter, Nagel e Withalm|2004}})
*** ''[[Melursus]]'' ({{Zoo|Meyer|1793}})
**** ''Melursus ursinus'' ({{Zoo|Shaw|1791}}) - [[Melursus ursinus|orso giocoliere]]
*** ''[[Helarctos]]'' ({{Zoo|Horsfield|1825}})
**** ''Helarctos malayanus'' ({{Zoo|Raffles|1821}}) - [[Helarctos malayanus|orso malese]]
== Descrizione ==
=== Dimensioni ===
{{Doppia immagine|destra|Polar Bear AdF.jpg|200|Sepilok Sabah BSBCC-photos-by-Wong-Siew-Te-06.jpg|200|L'orso polare e l'orso malese, rispettivamente il più grande e il più piccolo degli Ursidi.}}
Alla famiglia degli Ursidi appartengono i rappresentanti più imponenti tra le specie terricole dell'ordine dei Carnivori - dal momento che i [[Pinnipedia|pinnipedi]]<ref name="Illiger1811">{{cita libro | autore = J. K. W. Illiger | titolo = Prodromus Systematis Mammalium et Avium | anno = 1811 | editore = Sumptibus C. Salfeld | pp = 138-39 | url = https://archive.org/stream/caroliilligerida00illi#page/138/mode/2up | lingua = la}}</ref> vengono considerati generalmente come [[mammiferi marini]]. L'orso polare viene considerato il più grosso orso esistente<ref>Ward e Kynaston, p. 61.</ref>: i maschi adulti pesano {{M|300|–|700|u=kg}} e raggiungono una lunghezza totale di {{M|240|–|300|u=cm}}<ref>{{cita libro |cid= titolo = The Polar Bear | autore = Annie Hemstock | anno = 1999 | editore = Capstone Press | città = Manakato, MN |isbn=0-7368-0031-X | p = 4}}</ref>. La specie più piccola, invece, è l'orso malese, del peso di {{M|25|–|65|u=kg}} e della lunghezza di {{M|100|–|140|u=cm}}<ref>{{cita pubblicazione | autore = C. S. Fitzgerald e P. S. Krausman | anno = 2002 | titolo = Helarctos malayanus | pubblicazione = Mammalian Species | volume = 696 | pp = 1-5 |doi=10.1644/1545-1410(2002)696<0001:HM>2.0.CO;2}}</ref>. Furono, tuttavia, due forme preistoriche, gli [[Arctodus|orsi dal muso corto del Nordamerica]] e [[Arctotherium|quelli del Sudamerica]] i più grandi orsi conosciuti mai esistiti. Si ritiene che questi ultimi raggiungessero i {{M|1600|u=kg}} di peso e una lunghezza di {{M|340|u=cm}}<ref name="Soibelzon2"/><ref name="Dell'Amore2011">C. Dell'Amore (2011), [https://news.nationalgeographic.com/news/2011/02/110203-biggest-bear-largest-giant-short-faced-animals-science/ Biggest Bear Ever Found] {{Webarchive | url = https://web.archive.org/web/20171017130448/http://news.nationalgeographic.com/news/2011/02/110203-biggest-bear-largest-giant-short-faced-animals-science/ | data = 17 ottobre 2017}}, [[National Geographic Society|National Geographic]] News, 3 febbraio 2011.</ref>. Il peso corporeo delle specie che vivono nei climi temperati e artici varia comunque a seconda del periodo dell'anno, in quanto accumulano riserve di grasso in estate e in autunno e perdono peso durante l'inverno<ref name="Marshall Cavendish"/>.
=== Morfologia ===
[[File:Bear foot.jpg|thumb|left|upright=1.2|Diversamente dalla maggior parte degli altri Carnivori, gli orsi hanno i piedi [[plantigradi]]. Disegno di [[Richard Owen]] (1866).]]
Gli orsi sono generalmente animali voluminosi e robusti dalla coda corta. Presentano [[dimorfismo sessuale]] solamente per quanto riguarda le dimensioni: i maschi sono quasi sempre più grandi<ref name=Derocheretal86>{{cita pubblicazione | autore = Andrew E. Derocher, Magnus Andersen e Øystein Wiig | titolo = Sexual dimorphism of polar bears | pubblicazione = Journal of Mammalogy | anno = 2005 | volume = 86 | numero = 5 | pp = 895-901 |doi=10.1644/1545-1542(2005)86[895:SDOPB]2.0.CO;2 | url = http://cstl-csm.semo.edu/jhrobins/BS107Page/protected/Readings/polarbearssd.pdf | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140202094143/http://cstl-csm.semo.edu/jhrobins/BS107Page/protected/Readings/polarbearssd.pdf | dataarchivio = 2 febbraio 2014}}</ref><ref name=Hunt98>{{cita libro | autore = R. M. Hunt Jr. | anno = 1998 | capitolo = Ursidae | curatore = Christine M. Janis, Kathleen M. Scott e Louis L. Jacobs | titolo = Evolution of Tertiary Mammals of North America, volume 1: Terrestrial carnivores, ungulates, and ungulatelike mammals | url = https://archive.org/details/evolutiontertiar00jani_419 | città = Cambridge, Inghilterra | editore = Cambridge University Press | pp = [https://archive.org/details/evolutiontertiar00jani_419/page/n95 174]-195 |isbn=978-0-521-35519-3}}</ref>. Le specie più grandi tendono a mostrare un maggiore livello di dimorfismo sessuale rispetto a quelle più piccole<ref name=Hunt98/>. Facendo maggiore affidamento sulla forza piuttosto che sulla velocità, gli orsi hanno arti relativamente corti con ossa spesse in grado di sostenere la loro mole. Le [[Scapola|scapole]] e il [[Bacino (anatomia)|bacino]] sono di conseguenza massicci. Gli arti sono molto più diritti di quelli dei [[grandi felini]], in quanto non vi è necessità che si flettano allo stesso modo, date le differenze nell'andatura. I robusti arti anteriori vengono utilizzati per afferrare le prede, scavare tane, dissotterrare animali fossori, ribaltare pietre e tronchi per localizzare le prede e colpire grandi creature<ref name="Marshall Cavendish"/>.
[[File:Black bear large.jpg|thumb|upright|Nonostante siano [[Quadrupede|quadrupedi]], gli orsi possono alzarsi in piedi e stare seduti come gli esseri umani.]]
A differenza della maggior parte degli altri carnivori terrestri, gli orsi sono [[plantigradi]]. Distribuiscono il loro peso verso i piedi posteriori, il che li fa sembrare piuttosto goffi quando camminano. Sono in grado di effettuare scatti di velocità, ma si stancano presto; di conseguenza, fanno per lo più affidamento sull'agguato piuttosto che sull'inseguimento. Gli orsi possono stare in piedi sulle zampe posteriori e sedersi diritti con notevole equilibrio. Le loro zampe anteriori sono abbastanza flessibili da afferrare frutta e foglie. Gli artigli, non retrattili, sono usati per scavare, arrampicarsi, squarciare e afferrare le prede. Quelli delle zampe anteriori sono più grandi di quelli delle zampe posteriori e possono essere di intralcio quando l'animale si arrampica sugli alberi; i baribal e gli orsi dal collare sono i più arboricoli tra gli orsi e sono pertanto dotati di artigli più corti. I panda sono caratterizzati dalla presenza di un'estensione ossea sul polso delle zampe anteriori che funge da pollice e viene usata per afferrare i germogli di [[Bambusoideae|bambù]] mentre si nutrono<ref name="Marshall Cavendish"/>.
La maggior parte dei mammiferi ha peli color [[Aguti (colore)|aguti]]: tale colorazione implica che ogni singolo pelo presenti bande di colore corrispondenti a due diversi tipi di pigmento di [[melanina]]. Gli orsi, tuttavia, hanno un solo tipo di melanina e i peli presentano lo stesso colore su tutta la loro lunghezza, esclusa la punta, che a volte ha una tonalità diversa. Il mantello è costituito da lunghi peli di guardia che formano un'ispida copertura protettiva e da peli corti e fitti che formano uno strato isolante che intrappola l'aria vicino alla pelle. L'ispido mantello aiuta a mantenere costante la temperatura corporea durante il letargo invernale e in primavera l'animale effettua la muta, lasciando spazio al più corto mantello estivo. Gli orsi polari hanno peli di guardia cavi e traslucidi che assorbono calore dal sole e lo conducono alla pelle di colore scuro sottostante. Possiedono inoltre uno spesso strato di grasso che conferisce un isolamento extra e piante dei piedi ricoperte da un fitto strato di pelliccia<ref name="Marshall Cavendish"/>. Se si esclude il vistoso mantello bianco e nero del panda, gli orsi tendono ad avere una colorazione uniforme, sebbene alcune specie possano presentare disegni sul petto o sulla faccia<ref name="Ward124"/>.
Gli orsi sono dotati di piccole orecchie arrotondate in modo da ridurre al minimo la dispersione di calore, ma né l'udito né la vista sono particolarmente acuti. A differenza di molti altri carnivori hanno la capacità di [[Visione del colore|vedere i colori]], capacità forse utile per distinguere frutta e noci mature. Sono gli unici carnivori a non avere [[Vibrissa|vibrisse]] sensibili al tatto sul muso; hanno, tuttavia, un eccellente senso dell'[[olfatto]], migliore di quello del cane, o forse di qualsiasi altro mammifero. Utilizzano questo senso per localizzare la presenza dei conspecifici (sia per mettere in guardia i rivali che per rilevare potenziali ''partner'') e per trovare il cibo. L'olfatto è il principale senso che gli orsi usano per localizzare la maggior parte del cibo e la memoria eccellente li aiuta a ritrovare i luoghi dove avevano trovato del cibo in precedenza<ref name="Marshall Cavendish"/>.
[[File:Ursus arctos 01 MWNH 145 (cropped).JPG|thumb|left|Cranio di orso bruno.]]
I [[Cranio|crani]] degli orsi sono in assoluto i più lunghi e massicci fra quelli dei Carnivori e forniscono l'ancoraggio ai potenti muscoli [[Muscolo massetere|masseteri]] e [[Muscolo temporale|temporali]]. I loro denti dimostrano come questa famiglia si sia evoluta trasformandosi da animali principalmente carnivori in animali anche prevalentemente erbivori. L'orso bruno possiede la tipica struttura degli orsi con incisivi non specializzati, lunghi [[Canino (anatomia)|canini]], premolari ridotti o assenti (i denti [[carnassiali]] non sviluppati) e [[Molare|molari]] larghi e piatti con cuspidi arrotondate per triturare le erbe, che rappresentano buona parte della sua dieta<ref name="Marshall Cavendish">{{cita libro | autore= Anon | titolo = Mammal Anatomy: An Illustrated Guide | url = https://books.google.com/books?id=mTPI_d9fyLAC&pg=PA104 | anno = 2010 | editore = Marshall Cavendish |isbn=978-0-7614-7882-9 | pp = 104-123}}</ref>. La grande differenza in numero di denti tra individui (I 3/3, C 1/1, P 2-4/2-4, M 2/3 = 34-42) sta a dimostrare che si sta lentamente riducendo il numero dei molari. Comunque, l'orso polare, che è il più giovane tra gli ''Ursus'' e ha una dieta esclusivamente carnivora (soprattutto carne di foca), sembra stia nuovamente sviluppando i carnassiali che gli servono per la triturazione della carne<ref name=EoM>{{cita libro | curatore = D. Macdonald | autore = Fred Bunnell | anno = 1984 | titolo = The Encyclopedia of Mammals | url = https://archive.org/details/encyclopediaofma00mals_0 | editore = Facts on File | p = [https://archive.org/details/encyclopediaofma00mals_0/page/87 87] |isbn=978-0-87196-871-5}}</ref>. Nell'orso giocoliere si riscontra invece un'insolita [[Formula dentaria|formazione dentale]]: manca dei due incisivi superiori interni (I 2/3) e tale modifica gli permette di risucchiare le termiti<ref name="Marshall Cavendish"/>. I molari più piccoli sono strutturati per una dieta a base di frutta e insetti<ref name="Marshall Cavendish"/>. La struttura della [[laringe]] degli orsi sembra essere la più basale all'interno dei caniformi<ref name="Ward117"/>. Questi animali possiedono delle sacche d'aria connesse alla [[faringe]] che potrebbero servire da amplificatori per le vocalizzazioni<ref>{{cita pubblicazione | autore = G. E. Weissengruber, G. Forstenpointner, A. Kübber-Heiss, K. Riedelberger, H. Schwammer e K. Ganzberger | anno = 2001 | titolo = Occurrence and structure of epipharyngeal pouches in bears (Ursidae) | pubblicazione = Journal of Anatomy | volume = 198 | numero = 3 | pp = 309-14 | pmid = 11322723 | pmc = 1468220 | url = https://www.academia.edu/9574577/Occurrence_and_structure_of_epipharyngeal_pouches_in_bears_Ursidae |doi=10.1046/j.1469-7580.2001.19830309.x | accesso = 12 dicembre 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20171213043736/http://www.academia.edu/9574577/Occurrence_and_structure_of_epipharyngeal_pouches_in_bears_Ursidae | dataarchivio = 13 dicembre 2017 | urlmorto = no}}</ref>.
Gli orsi hanno un apparato digerente abbastanza semplice, tipico dei carnivori, con uno stomaco singolo e un breve intestino indifferenziato e privo di [[Cieco (anatomia)|cieco]]<ref>{{cita libro | autore = C. C. Schwartz, S. D. Miller e M. A. Haroldson | capitolo = Grizzly Bear | titolo = Wild Mammals of North America; biology, management and conservation | editore = Johns Hopkins University Press | curatore = G. Feldhamer, B. Thompson e J. Chapman | p = 562 |isbn=978-0-8018-7416-1 | url = https://books.google.com/books?id=-xQalfqP7BcC}}</ref><ref name="nps"/>. Perfino l'erbivoro panda gigante possiede ancora l'apparato digerente di un carnivoro, oltre al patrimonio genetico proprio di questi animali. La sua capacità di digerire la [[cellulosa]] è resa possibile grazie ai microbi presenti nel suo intestino<ref>{{cita pubblicazione | autore = Ruiqiang Li, Geng Tian, Hongmei Zhu, Lin He, Jing Cai, Quanfei Huang, Qingle Cai, Bo Li, Yinqi Bai, Zhihe Zhang, Yaping Zhang, Wen Wang, Jun Li, Fuwen Wei, Heng Li, Min Jian, Jianwen Li, Zhaolei Zhang, Rasmus Nielsen, Dawei Li, Wanjun Gu, Zhentao Yang, Zhaoling Xuan, Oliver A. Ryder, Frederick Chi-Ching Leung, Yan Zhou, Jianjun Cao, Xiao Sun e Yonggui Fu ''et al.'' | titolo = The sequence and de novo assembly of the giant panda genome | pubblicazione = Nature | volume = 463 | numero = 21 | pp = 311-317 | anno = 2010 | pmid = 20010809 | pmc = 3951497 |doi=10.1038/nature08696 | bibcode = 2010Natur.463..311L}}</ref>. Gli orsi devono trascorrere gran parte del loro tempo a nutrirsi affinché possano ottenere nutrimento a sufficienza dai vegetali di cui si cibano. Il panda in particolare dedica 12-15 ore al giorno a mangiare<ref name="Ward83"/>.
== Distribuzione e habitat ==
[[File:Spectacled Bear 161 (2).jpg|thumb|L'[[Tremarctos ornatus|orso dagli occhiali]] è l'unico orso del Sudamerica<ref name="ServheenForeword"/>.]]
Gli orsi attuali sono presenti in sessanta paesi, prevalentemente dell'emisfero boreale, e sono maggiormente concentrati in Asia, Nordamerica ed Europa. La sola eccezione è l'orso dagli occhiali; originario del Sudamerica, vive infatti nella [[Ande|regione andina]]<ref name="ServheenForeword"/>. L'areale dell'orso malese si estende al di sotto dell'equatore nel Sud-est asiatico<ref>Ward e Kynaston, p. 52.</ref>. L'[[Ursus arctos crowtheri|orso dell'Atlante]], una sottospecie dell'orso bruno, era diffuso in Nordafrica dal Marocco alla Libia, ma si estinse intorno agli anni '70 del XIX secolo<ref>{{cita pubblicazione | autore = Watik Hamdine, Michel Thévenot e Jacques Michaux | anno = 1998 | titolo = Histoire récente de l'ours brun au Maghreb | pubblicazione = Comptes Rendus de l'Académie des Sciences | volume = 321 | numero = 7 | pp = 565-570 |doi=10.1016/S0764-4469(98)80458-7 | lingua = fr | bibcode = 1998CRASG.321..565H}}</ref>.
La specie maggiormente diffusa è l'orso bruno, presente dall'Europa occidentale fino all'Asia e alle regioni occidentali del Nordamerica. Il baribal vive solamente nel Nordamerica e l'orso polare è limitato alla regione artica. Tutte le restanti specie di orso sono asiatiche<ref name="ServheenForeword">{{cita libro | autore = C. Servheen, S. Herrero e B. Peyton | titolo = Bears: Status Survey and Conservation Action Plan | url = https://books.google.com/books?id=XXQ03uVmCAIC&pg=PR5 | anno = 1999 | editore = IUCN |isbn=978-2-8317-0462-3 | pp = 5-10}}</ref>. Occupano una serie di ''habitat'' che comprendono foreste pluviali tropicali di pianura, foreste sia di conifere che di latifoglie, praterie, steppe, pascoli montani, ghiaioni alpini, tundra artica e, nel caso dell'orso polare, [[Pack|banchi di ghiaccio]]<ref name="ServheenForeword"/><ref name=Walker/>. Gli orsi possono scavare le loro tane sui pendii o utilizzare caverne, tronchi cavi e fitta vegetazione per trovare rifugio<ref name=Walker/>.
== Biologia ==
[[File:Bear tracks (5062843250).jpg|thumb|Impronte di [[Ursus americanus|baribal]] nella Superior National Forest ([[Minnesota]]).]]
Gli orsi bruni e i baribal sono generalmente [[Diurnalità|diurni]], il che significa che sono attivi per lo più durante il giorno, sebbene possano aggirarsi in cerca di cibo anche di notte<ref>{{cita pubblicazione | autore = D. R. Klinka e T. E. Reimchen | titolo = Nocturnal and diurnal foraging behaviour of brown bears (Ursus arctos) on a salmon stream in coastal British Columbia | url = http://web.uvic.ca/~reimlab/noctdibrbear.pdf | pubblicazione = Canadian Journal of Zoology | volume = 80 | pp = 1317-1322 | data = 2002 |doi=10.1139/Z02-123 | accesso = 7 gennaio 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170812163506/http://web.uvic.ca/~reimlab/noctdibrbear.pdf | dataarchivio = 12 agosto 2017 | urlmorto = no}}</ref>. Altre specie possono essere [[Animale notturno|notturne]], ma le femmine di orso giocoliere con i piccoli possono nutrirsi di più durante il giorno per evitare la competizione con i conspecifici e i predatori notturni<ref>Ward e Kynaston, p. 99.</ref>. Gli orsi sono prevalentemente solitari e sono considerati i più asociali tra tutti i Carnivori. Fanno eccezione i piccoli gruppi costituiti dalle madri con i giovani o quelli che si formano occasionalmente in prossimità di fonti stagionali di cibo (ad esempio in concomitanza delle migrazioni dei salmoni)<ref>{{cita libro | autore = M. Sandell | anno = 1989 | capitolo = The mating tactics and spacing patterns of solitary carnivores | titolo = Carnivore behavior, ecology, and evolution | pp = 164-182 | editore = Springer |isbn=978-1-4613-0855-3 |doi=10.1007/978-1-4613-0855-3_7}}</ref><ref name="Stonorov"/>. I combattimenti tra maschi sono frequenti e gli individui più anziani possono presentare [[Cicatrice|cicatrici]] estese, il che suggerisce che le lotte per mantenere il predominio possono raggiungere anche una certa intensità<ref>Ward e Kynaston, p. 130.</ref> Grazie al loro acuto senso dell'olfatto, gli orsi possono localizzare una carcassa a diversi chilometri di distanza. Utilizzano l'[[olfatto]] anche per individuare altre fonti alimentari, incontrare i ''partner'', evitare i rivali e riconoscere i propri piccoli<ref name="Marshall Cavendish"/>.
===
[[File:Giant Panda Tai Shan.JPG|thumb|left|Un [[Ailuropoda melanoleuca|panda gigante]] mangia del [[Bambusoideae|bambù]] allo [[Smithsonian National Zoological Park]] di [[Washington]]. Questa specie è quasi interamente [[Erbivoro|erbivora]].]]
Gli orsi sono quasi tutti degli [[Onnivoro|onnivori]] opportunisti e la loro dieta è prevalentemente vegetariana. Mangiano qualsiasi cosa, da foglie, radici e [[Bacca|bacche]] a [[Insecta|insetti]], [[Carogna|carogne]], carne fresca e pesce, e sono dotati di apparati digerenti e denti adatti a tale dieta<ref name="ServheenForeword"/>. Alle due estremità di tale regime alimentare si trovano il panda gigante, quasi interamente erbivoro, e l'orso polare, per lo più carnivoro. Tuttavia, tutti gli orsi si nutrono di qualsiasi fonte di cibo che diviene disponibile stagionalmente<ref name="Ward83">Ward e Kynaston, p. 83.</ref>. Ad esempio, a Taiwan gli orsi dal collare consumano un gran numero di [[Ghianda|ghiande]] quando esse sono più comuni e passano agli [[ungulati]] in altri periodi dell'anno<ref name="asiablackdiet">{{cita pubblicazione | autore = Mei-Hsiu Hwang | anno = 2002 | titolo = Diets of Asiatic black bears in Taiwan, with Methodological and Geographical Comparisons | url = http://www.bearbiology.com/fileadmin/tpl/Downloads/URSUS/Vol_13/Hwang_13.pdf | pubblicazione = Ursus | volume = 13 | pp = 111-125 | accesso = 22 dicembre 2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130723060824/http://www.bearbiology.com/fileadmin/tpl/Downloads/URSUS/Vol_13/Hwang_13.pdf | dataarchivio = 23 luglio 2013 | urlmorto = no}}</ref>.
Quando si alimentano di vegetali, gli orsi preferiscono consumarli allo stadio in cui sono più nutrienti e digeribili e generalmente cercano di evitare [[Erba|erbe]], [[Cyperaceae|carici]] e foglie più vecchi e coriacei<ref name="nps">{{cita web | titolo = Food Habits of Grizzly Bears and Black Bears in the Yellowstone Ecoystem | url = https://www.nps.gov/yell/learn/nature/bearfoods.htm | editore = National Park Service | accesso = 18 gennaio 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170128071843/https://www.nps.gov/yell/learn/nature/bearfoods.htm | dataarchivio = 28 gennaio 2017 | urlmorto = no}}</ref><ref name="Ward83"/>. Di conseguenza, nelle zone temperate più settentrionali, il consumo di foglie e di erbe è maggiore all'inizio della primavera e va man mano scemando<ref name="Mattson"/>. Sapere quando le piante sono mature e pronte per essere mangiate è un comportamento appreso<ref name="Ward83"/>. Le bacche possono essere raccolte tra i cespugli o sulla sommità degli alberi, e gli orsi cercano di massimizzare il consumo delle bacche rispetto a quello delle foglie<ref name="Mattson"/>. In autunno, alcune specie di orso consumano grandi quantità di frutta [[Fermentazione|fermentata]] naturalmente che va a influire sul loro comportamento<ref name="Rue1981">{{cita libro | autore = Leonard Lee Rue | titolo = Furbearing Animals of North America | url = https://books.google.com/books?id=od4gAQAAIAAJ | anno = 1981 | editore = Crown Publishers |isbn=978-0-517-53942-2 | p = 129}}</ref>. Gli orsi più piccoli si arrampicano sugli alberi per nutrirsi delle parti riproduttive commestibili, come le ghiande<ref name="diet">{{cita pubblicazione | autore = David J. Mattson | anno = 1998 | titolo = Diet and Morphology of Extant and Recently Extinct Northern Bears | pubblicazione = Ursus, A Selection of Papers from the Tenth International Conference on Bear Research and Management, Fairbanks, Alaska, July 1995, and Mora, Sweden, September 1995 | volume = 10 | pp = 479-496 | jstor = 3873160}}</ref>. Noci e ghiande possono essere molto importanti per la dieta di queste specie e una diminuzione della produzione può spingere gli orsi ad effettuare spostamenti su ampio raggio in cerca di fonti di cibo alternative<ref>{{cita pubblicazione | autore = Christopher Ryan, James C. Pack, William K. Igo e Anthony Billings | anno = 2007 | titolo = Influence of mast production on black bear non-hunting mortalities in West Virginia | pubblicazione = Ursus | volume = 18 | numero = 1 | pp = 46-53 |doi=10.2192/1537-6176(2007)18[46:IOMPOB]2.0.CO;2}}</ref>. Gli orsi bruni, abili scavatori, si nutrono comunemente di radici<ref name="Mattson"/>. La dieta del panda è costituita per oltre il 99% da bambù<ref>{{cita libro | autore = Susan Lumpkin e John Seidensticker | titolo = Giant Pandas | url = https://archive.org/details/giantpandas0000seid | editore = Collins | anno = 2007 |isbn=978-0-06-120578-1 | p = [https://archive.org/details/giantpandas0000seid/page/63 63]}}</ref> di 30 specie diverse. Le sue forti mascelle sono adatte per schiacciare gli steli duri di queste piante, anche se preferiscono mangiare le foglie più nutrienti<ref>Ward e Kynaston, pp. 89-92.</ref><ref>{{cita web | url = http://lrrd.cipav.org.co/lrrd4/2/dolberg.htm | titolo = Progress in the utilization of urea-ammonia treated crop residues: biological and socio-economic aspects of animal production and application of the technology on small farms | autore = Frands Dolberg | data = 1º agosto 1992 | editore = University of Arhus | accesso = 10 agosto 2010 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110707053325/http://lrrd.cipav.org.co/lrrd4/2/dolberg.htm | dataarchivio = 7 luglio 2011 | urlmorto = sì }}</ref>. Le [[Bromeliaceae|bromelie]] possono costituire fino al 50% della dieta dell'orso dagli occhiali, che è dotato di robuste mascelle in grado di aprirle<ref>Ward e Kynaston, p. 87.</ref>.
[[File:Bear Alaska (3).jpg|thumb|Gli orsi bruni traggono beneficio dalle rare, ma prevedibili, migrazioni dei [[Salmonidae|salmoni]] in [[Alaska]].]]
L'orso giocoliere, sebbene non sia così specializzato dal punto di vista alimentare come l'orso polare e il panda, ha perso alcuni denti anteriori e ha sviluppato una lunga lingua aspirante per nutrirsi di [[Formicidae|formiche]], [[Isoptera|termiti]] e altri insetti scavatori, che costituiscono il suo piatto preferito. In certi periodi dell'anno questi insetti possono costituire il 90% della loro dieta<ref>{{cita pubblicazione | autore = Anup Joshi, David L. Garshelis e James L. D. Smith | anno = 1997 | titolo = Seasonal and Habitat-Related Diets of Sloth Bears in Nepal | pubblicazione = Journal of Mammalogy | volume = 1978 | numero = 2 | pp = 584-597 |doi=10.2307/1382910 |cognome2=Garshelis |nome2=David L. |cognome3=Smith |nome3=James L. D.}}</ref>. Alcune specie possono razziare i nidi delle [[Vespoidea|vespe]] e delle [[Apoidea|api]] alla ricerca di [[miele]] e insetti immaturi, incuranti delle punture degli adulti<ref>{{cita web | titolo = What do bears like to eat in a beehive? | editore = North American Bear Center | url = https://www.bear.org/website/bear-pages/black-bear/foraging-a-foods/206-what-do-bears-like-to-eat-in-a-beehive.html | accesso = 5 aprile 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170406110920/https://www.bear.org/website/bear-pages/black-bear/foraging-a-foods/206-what-do-bears-like-to-eat-in-a-beehive.html | dataarchivio = 6 aprile 2017 | urlmorto = sì }}</ref>. Gli orsi malesi usano la loro lunga lingua per leccare sia insetti che miele<ref>Ward e Kynaston, p. 89.</ref>. Il pesce costituisce un'importante fonte di cibo per alcune specie, e gli orsi bruni in particolare si riuniscono in gran numero in prossimità dei corsi d'acqua che vengono risaliti dai [[Salmonidae|salmoni]]. Generalmente gli orsi si tuffano in acqua e catturano un pesce con le mascelle o le zampe anteriori; le parti che preferiscono mangiare sono il cervello e le uova. Talvolta gli orsi dissotterrano e mangiano anche piccoli mammiferi scavatori come i [[Rodentia|roditori]]<ref name="Mattson"/><ref name="Ward193"/>.
[[File:Polar bear (Ursus maritimus) with its prey.jpg|thumb|left|Un orso polare mangia i resti di una [[foca barbata]] su di un blocco di ghiaccio a nord delle [[Isole Svalbard]], in [[Norvegia]]. È considerata la specie più carnivora.]]
L'orso bruno, il baribal e l'orso dal collare catturano talvolta grandi ungulati, come [[Cervidae|cervi]] e [[Bovidae|bovidi]], soprattutto esemplari giovani e deboli<ref name="asiablackdiet"/><ref name="Ward193">Ward e Kynaston, pp. 93-98.</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore = Peter Zager e John Beecham | anno = 2006 | titolo = The role of American black bears and brown bears as predators on ungulates in North America | pubblicazione = Ursus | volume = 17 | numero = 2 | pp = 95-108 |doi=10.2192/1537-6176(2006)17[95:TROABB]2.0.CO;2}}</ref>. Questi animali possono essere catturati con un breve inseguimento o un'imboscata, mentre i giovani cervidi nascosti tra l'erba vengono localizzati grazie all'olfatto e semplicemente attaccati<ref name="Mattson">{{cita web | autore = David Mattson | editore = Southwest Biological Science Center | titolo = Foraging Behavior of North American Bears | url = http://sbsc.wr.usgs.gov/cprs/research/projects/grizzly/pdf/FORAGINGBEHAVIOROFNORTHAMERICANBEARS.pdf | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070711074612/http://sbsc.wr.usgs.gov/cprs/research/projects/grizzly/pdf/FORAGINGBEHAVIOROFNORTHAMERICANBEARS.pdf | urlmorto = sì | dataarchivio = 11 luglio 2007}}</ref><ref>{{cita web | titolo = Animal Protein | editore = North American bear Center | url = https://www.bear.org/website/bear-pages/black-bear/foraging-a-foods/84-animal-protein.html | accesso = 22 marzo 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170323142720/https://www.bear.org/website/bear-pages/black-bear/foraging-a-foods/84-animal-protein.html | dataarchivio = 23 marzo 2017 | urlmorto = sì }}</ref>. L'orso polare si nutre soprattutto di foche, che cattura inseguendole sul ghiaccio o irrompendo nelle loro tane. Una volta catturata una, ne mangia per lo più lo strato di grasso, altamente digeribile<ref name="Ward193"/><ref>Ward e Kynaston, p. 92.</ref>. I grandi mammiferi vengono uccisi generalmente con un morso alla testa o sul collo; i giovani esemplari, invece, vengono semplicemente inchiodati a terra con le zampe e sbranati<ref name="Mattson"/><ref>{{cita pubblicazione | autore = S. P. French e M. G. French | titolo = Predatory behavior of grizzly bears feeding on elk calves in Yellowstone National Park, 1986-1988 | anno = 1990 | pubblicazione = International Conf. Bear Res. and Manage | volume = 8 | pp = 335-341 | url = http://www.bearbiology.com/fileadmin/tpl/Downloads/URSUS/Vol_8/French_French_8.pdf | formato = PDF |doi=10.2307/3872937 | jstor = 3872937 | accesso = 4 aprile 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130722090642/http://www.bearbiology.com/fileadmin/tpl/Downloads/URSUS/Vol_8/French_French_8.pdf | dataarchivio = 22 luglio 2013 | urlmorto = no}}</ref>. Presso gli orsi le abilità predatorie vengono generalmente insegnate ai giovani dalla madre<ref name="Ward193"/>.
Gli orsi sono anche attivi [[Saprofagia|saprofagi]] e [[Cleptoparassitismo|cleptoparassiti]] che depredano le riserve di cibo immagazzinate dai roditori e le carcasse uccise da altri predatori<ref name="nps"/><ref>{{cita web | autore = COSEWIC. Canadian Wildlife Service | titolo = Assessment and Update Status Report on the Grizzly Bear (''Ursus arctos'') | editore = Environment Canada | anno = 2002 | url = http://dsp-psd.pwgsc.gc.ca/Collection/CW69-14-166-2002E.pdf | accesso = 8 aprile 2007}}</ref>. Per le specie che vanno in letargo è importante guadagnare molto peso che le aiuti a superare meglio il periodo di dormienza invernale. Un orso bruno può mangiare anche {{M|41|u=kg}} e guadagnare {{M|2|–|3|u=kg}} di grasso al giorno prima di entrare nella tana<ref>Ward e Kynaston, p. 104.</ref>.
===
[[File:Ursus thibetanus 01.JPG|thumb|left|Manifestazioni aggressive in alcuni [[Ursus thibetanus|orsi dal collare]] in cattività.]]
Gli orsi producono un gran numero di suoni vocali e non vocali. Schiocchi con la lingua o grugniti possono essere prodotti in situazioni cordiali, come tra madri e cuccioli o tra ''partner'', mentre gemiti, sbuffi o soffi vengono emessi quando un esemplare è stressato. Dei latrati vengono prodotti in situazioni di allarme o eccitazione o per rivelare la propria posizione. Tra i richiami di allarme figurano schiocchi fatti con le mascelle o le labbra, mentre battiti di denti, belati, ringhi, ruggiti e suoni pulsanti vengono emessi negli incontri aggressivi. I piccoli possono strillare, urlare, belare o gridare quando sono in difficoltà e produrre un ronzio simile a quello di un motore quando si sentono a proprio agio o vengono allattati<ref name="Ward117">Ward e Kynaston, pp. 117-121.</ref><ref>{{cita libro | autore = D. Naughton | anno = 2014 | titolo = The Natural History of Canadian Mammals: Opossums and Carnivores | editore = University of Toronto Press | pp = 218-219, 236, 251-252 |isbn=978-1-4426-4483-0}}</ref><ref>{{cita web | titolo = Vocalizations and Body Language | url = https://www.bear.org/website/bear-pages/black-bear/communication/29-vocalizations-a-body-language.html | editore = North American Bear Center | accesso = 7 gennaio 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20161223132123/https://www.bear.org/website/bear-pages/black-bear/communication/29-vocalizations-a-body-language.html | dataarchivio = 23 dicembre 2016 | urlmorto = sì }}</ref><ref>{{cita libro | autore = Linda Masterson | anno = 2016 | titolo = Living With Bears Handbook: Expanded 2nd Edition | editore = PixyJack Press | pp = 215-16 |isbn=978-1-936555-61-1}}</ref><ref name=Petersetal2007>{{cita pubblicazione | autore = G. Peters, M. Owen e L. Rogers | anno = 2007 | titolo = Humming in bears: a peculiar sustained mammalian vocalization | pubblicazione = Acta Theriologica | volume = 52 | numero = 4 | pp = 379-389 |doi=10.1007/BF03194236 | url = https://www.researchgate.net/publication/227146528_Humming_in_bears_a_peculiar_sustained_mammalian_vocalization/file/3deec5187efc99c3fc.pdf | accesso = 8 settembre 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140203154521/http://www.researchgate.net/publication/227146528_Humming_in_bears_a_peculiar_sustained_mammalian_vocalization/file/3deec5187efc99c3fc.pdf | dataarchivio = 3 febbraio 2014 | urlmorto = no}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore = A. Laurie e J. Seidensticker | anno = 1977 | titolo = Behavioural ecology of the Sloth bear (''Melursus ursinus'') | pubblicazione = Journal of Zoology | volume = 182 | numero = 2 | pp = 187-204 |doi=10.1111/j.1469-7998.1977.tb04155.x | url = https://www.researchgate.net/profile/John_Seidensticker/publication/229976355_Behavioural_ecology_of_the_Sloth_bear_Melursus_ursinus/links/53db8a9e0cf2a76fb667a2d1.pdf | accesso = 26 marzo 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170327170117/https://www.researchgate.net/profile/John_Seidensticker/publication/229976355_Behavioural_ecology_of_the_Sloth_bear_Melursus_ursinus/links/53db8a9e0cf2a76fb667a2d1.pdf | dataarchivio = 27 marzo 2017 | urlmorto = no}}</ref>.
[[File:Standing Sloth Bear.jpg|thumb|upright|Un [[Melursus ursinus|orso giocoliere]] si strofina ad un albero nel [[Parco nazionale di Nagarhole|parco di Nagarahole]] (India).]]
Gli orsi talvolta comunicano anche con particolari posture del corpo, ad esempio assumendo una [[Bipede|posizione eretta]] per poter sembrare più grandi. A questa posizione intimidatoria si possono aggiungere i disegni sul petto propri di alcune specie. Fissare con gli occhi è considerato un segno di aggressività e i disegni facciali degli orsi dagli occhiali e dei panda giganti potrebbero aiutare a richiamare l'attenzione sugli occhi durante gli scontri tra conspecifici<ref name="Ward124">Ward e Kynaston, pp. 124-125.</ref>. Due individui possono avvicinarsi l'un l'altro camminando con le zampe rigide e la testa abbassata. La posizione di dominanza viene affermata assumendo un orientamento frontale, mostrando i [[Canino (anatomia)|canini]], torcendo la bocca e allungando il collo. Un subordinato può rispondere assumendo un orientamento laterale, girandosi e lasciando cadere la testa per poi mettersi a sedere o sdraiandosi<ref name="Stonorov">{{cita pubblicazione | autore = D. Stonorov e A. W. Stokes | anno = 1972 | titolo = Social behavior of the Alaska brown bear | editore = International Association for Bear Research & Management | volume = 2 | pp = 232-242 | url = http://www.bearbiology.com/fileadmin/tpl/Downloads/URSUS/Vol_2/Stonorov_Stokes.pdf |doi=10.2307/3872587 | accesso = 11 gennaio 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130722184419/http://www.bearbiology.com/fileadmin/tpl/Downloads/URSUS/Vol_2/Stonorov_Stokes.pdf | dataarchivio = 22 luglio 2013 | urlmorto = no}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore = R. H. Jordan | anno = 1976 | titolo = Threat behavior of the black bear (''Ursus americanus'') | pubblicazione = Bears: Their Biology and Management | volume = 40 | pp = 57-63 |doi=10.2307/3872754}}</ref>.
Gli orsi possono marcare il territorio strofinandosi contro alberi e altri oggetti che possono servire a diffondere il loro odore. Quasi sempre graffiano o mordono l'oggetto a cui si sono strofinati. Talvolta pezzi di corteccia possono essere sparsi in giro per attirare l'attenzione sul sito di marcatura<ref>Ward e Kynaston, p. 122.</ref>. I panda marcano alberi o pietre con l'urina e con una sostanza cerosa delle loro ghiandole anali<ref>{{cita pubblicazione | autore = Y. Nie, R. R. Swaisgood, Z. Zhang, Y. Hu, Y. Ma e F. Wei | anno = 2012 | titolo = Giant panda scent-marking strategies in the wild: role of season, sex and marking surface | pubblicazione = Animal Behaviour | volume = 84 | numero = 1 | pp = 39-44 |doi=10.1016/j.anbehav.2012.03.026}}</ref>. Gli orsi polari lasciano dietro di sé il proprio odore, in modo che i loro simili possano localizzarne la posizione nelle vaste distese selvagge dell'Artico<ref>{{cita pubblicazione | autore = M. A. Owen, R. R. Swaisgood, C. Slocomb, S. C. Amstrup, G. M. Durner, K. Simac e A. P. Pessier | anno = 2014 | titolo = An experimental investigation of chemical communication in the polar bear | pubblicazione = Journal of Zoology | volume = 295 | numero = 1 | pp = 36-43 |doi=10.1111/jzo.12181}}</ref>.
=== Riproduzione e sviluppo ===
[[File:Black Bears mating.jpg|thumb|left|Baribal che si accoppiano nel [[Ely (Minnesota)|North American Bear Center]].]]
Il sistema di riproduzione degli orsi è stato variamento descritto come una forma di [[poliginia]], [[promiscuità]] e [[Monogamia#Sociobiologia|monogamia seriale]]<ref>{{cita web | autore = S. Eide e S. Miller | titolo = Brown Bear | editore = Alaska Department of Fish and Game | url = https://www.adfg.alaska.gov/static/education/wns/brown_bear.pdf | accesso = 14 gennaio 2016 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20151001054324/https://www.adfg.alaska.gov/static/education/wns/brown_bear.pdf | dataarchivio = 1º ottobre 2015 | urlmorto = no}}</ref><ref name="Ward138"/><ref name=mammalian>{{cita pubblicazione | autore = S. Lariviere | anno = 2001 | titolo = Ursus americanus | pubblicazione = Mammalian Species | volume = 647 | pp = 1-11 | url = http://www.science.smith.edu/msi/pdf/647_Ursus_americanus.pdf |doi=10.1644/1545-1410(2001)647<0001:ua>2.0.co;2 | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160316025524/http://www.science.smith.edu/msi/pdf/647_Ursus_americanus.pdf | dataarchivio = 16 marzo 2016}}</ref>. Durante la stagione degli amori, i maschi cercano segnali della presenza delle femmine nelle vicinanze e le femmine diventano più tolleranti verso i maschi. Un maschio può visitare continuamente una femmina per un periodo di diversi giorni o settimane, a seconda della specie, per testare il suo stato riproduttivo. Durante questo periodo, i maschi cercano di impedire ai rivali di interagire con la loro ''partner''. Il corteggiamento può essere breve, anche se in alcune specie asiatiche le coppie possono eseguire lotte corpo a corpo, abbracci, finti combattimenti e vocalizzazioni. L'[[ovulazione]] è indotta dall'accoppiamento, che può durare fino a 30 minuti a seconda della specie<ref name="Ward138">Ward e Kynaston, pp. 138-141</ref>.
[[File:Cub polar bear is nursing 2.OGG|thumb|Madre di [[Ursus maritimus|orso polare]] che allatta.]]
La [[Gravidanza|gestazione]] si protrae generalmente per 6-9 mesi, tenuto conto anche dell'[[Diapausa#Diapausa nei mammiferi|ritardo dell'impianto]], e la madre può dare alla luce fino a quattro piccoli per volta<ref name="Ward144"/>. I panda giganti possono avere parti gemellari, ma in questi casi uno dei piccoli è destinato a morire, in quanto la madre si prende cura solamente di uno di essi<ref name="Panda Facts">{{cita web | url = http://www.pandasinternational.org/wptemp/education-2/panda-facts/ | titolo = Panda Facts | editore = Pandas International | accesso = 26 agosto 2015 | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150924063658/http://www.pandasinternational.org/wptemp/education-2/panda-facts/ | dataarchivio = 24 settembre 2015}}</ref>. Nelle specie che vivono nelle regioni settentrionali la nascita ha luogo durante il letargo invernale. Alla nascita i cuccioli sono ciechi e del tutto inermi: sono ricoperti al massimo da un sottile strato di peluria e fanno completo affidamento alla madre per tenersi al caldo. Il latte della femmina è ricco di grassi e di anticorpi e i piccoli possono essere allattati anche fino a un anno dopo la nascita. A partire dai 2-3 mesi, i piccoli possono seguire la madre fuori dalla tana. Di solito la seguono a piedi, ma i piccoli di orso giocoliere possono essere trasportati sulla schiena dalla madre<ref name=Walker>{{cita libro | autore = R. M. Nowak | anno = 2005 | titolo = Walker's Carnivores of the World | url = https://archive.org/details/walkerscarnivore00nowa | editore = Johns Hopkins University Press | p = [https://archive.org/details/walkerscarnivore00nowa/page/n124 114] |isbn=978-0-8018-8032-2}}</ref><ref name="Ward144">Ward e Kynaston, pp. 144-148.</ref>. I maschi non hanno alcun ruolo nelle cure parentali. Episodi di [[infanticidio]], dove un maschio adulto ha ucciso i piccoli di un altro esemplare, sono stati segnalati negli orsi polari, negli orsi bruni e nei baribal, ma non nelle altre specie<ref>Ward e Kynaston, p. 132.</ref>. I maschi uccidono i giovani per spingere nuovamente la femmina in [[Ciclo estrale|estro]]<ref name=Bellemain>{{cita pubblicazione |doi=10.1111/j.1439-0310.2006.01152.x | titolo = Mating Strategies in Relation to Sexually Selected Infanticide in a Non-Social Carnivore: The Brown Bear | url = http://bearproject.info/wp-content/uploads/2015/11/2006-A060-Bellemain-Mating-Strategies-in-relation-to-SSI.pdf | pubblicazione = Ethology | volume = 112 | numero = 3 | pp = 238-246 | anno = 2006 | autore = Eva Bellemain, Jon E. Swenson e Pierre Taberlet | accesso = 2 maggio 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20161221015155/http://bearproject.info/wp-content/uploads/2015/11/2006-A060-Bellemain-Mating-Strategies-in-relation-to-SSI.pdf | dataarchivio = 21 dicembre 2016 | urlmorto = no}}</ref>. Alla vista di un maschio i piccoli fuggono via e la madre li difende anche a costo della vita<ref>{{cita pubblicazione | autore = E. Bellemain, A. Zedrosser, S. Manel, L. P. Waits, P. Taberlet e J. E. Swenson | anno = 2005 | pmid = 16543170 | pmc = 1560043 | titolo = The dilemma of female mate selection in the brown bear, a species with sexually selected infanticide | pubblicazione = Proceedings of the Royal Society of London B: Biological Sciences | volume = 273 | numero = 1584 | pp = 283-291 |doi=10.1098/rspb.2005.3331}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore = J. E. Swenson, B. Dahle e F. Sandegren | anno = 2001 | titolo = Intraspecific predation in Scandinavian brown bears older than cubs-of-the-year | pubblicazione = Ursus | volume = 12 | pp = 81-91 | jstor = 3873233 | url = https://www.researchgate.net/publication/237374836_Intraspecific_predation_in_Scandinavian_brown_bears_older_than_cubs-of-year | accesso = 14 gennaio 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20171116185901/https://www.researchgate.net/publication/237374836_Intraspecific_predation_in_Scandinavian_brown_bears_older_than_cubs-of-year | dataarchivio = 16 novembre 2017 | urlmorto = no}}</ref><ref name="Mörner">{{cita pubblicazione | autore = T. Mörner, H. Eriksson, C. Bröjer, K. Nilsson, H. Uhlhorn, E. Ågren, C. H. af Segerstad, D. S. Jansson e D. Gavier-Widén | anno = 2005 | titolo = Diseases and mortality in free-ranging brown bear (''Ursus arctos''), gray wolf (''Canis lupus''), and wolverine (''Gulo gulo'') in Sweden | pubblicazione = Journal of Wildlife Diseases | volume = 41 | numero = 2 | pp = 298-303 | pmid = 16107663 |doi=10.7589/0090-3558-41.2.298}}</ref>.
In alcune specie, i giovani possono diventare indipendenti intorno alla primavera successiva, cioè fino a quando la madre può accoppiarsi di nuovo. Gli orsi raggiungono la [[maturità sessuale]] poco dopo l'epoca della dispersione: più o meno a 3-6 anni a seconda della specie. I maschi di orso bruno dell'Alaska e di orso polare possono continuare a crescere fino all'età di 11 anni<ref name="Ward144"/>. Anche la speranza di vita varia da una specie all'altra. L'orso bruno può vivere in media 25 anni<ref>{{cita web | titolo = Grizzly Bear | editore = National Geographic.com | accesso = 29 aprile 2017 | url = https://www.nationalgeographic.com/animals/mammals/g/grizzly-bear/ | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170421214527/http://www.nationalgeographic.com/animals/mammals/g/grizzly-bear/ | dataarchivio = 21 aprile 2017 | urlmorto = no}}</ref>.
=== Ibernazione ===
Gli orsi delle regioni settentrionali, tra cui il [[Ursus americanus|baribal]] e il [[Ursus arctos horribilis|grizzly]], trascorrono l'inverno in letargo<ref name=Science2011>{{cita pubblicazione | autore = Gerhard Heldmeier | anno = 2011 | titolo = Life on low flame in hibernation | pubblicazione = Science | volume = 331 | numero = 6019 | pp = 866-867 |doi=10.1126/science.1203192 | pmid = 21330523 | bibcode = 2011Sci...331..866H}}</ref><ref name=Shimozuru2013>{{cita pubblicazione | autore = M. Shimozuru ''et al.'' | anno = 2013 | titolo = Pregnancy during hibernation in Japanese black bears: effects on body temperature and blood biochemical profiles | url = https://archive.org/details/sim_journal-of-mammalogy_2013-06_94_3/page/618 | pubblicazione = Journal of Mammalogy | volume = 94 | numero = 3 | pp = 618-627 |doi=10.1644/12-MAMM-A-246.1}}</ref>. Durante il letargo, il metabolismo rallenta, la temperatura corporea diminuisce leggermente e la frequenza cardiaca passa da un valore normale di 55 ad appena 9 battiti al minuto<ref name=Toien2011>{{cita pubblicazione | autore = Ø. Tøien ''et al.'' | anno = 2011 | titolo = Hibernation in Black Bears: Independence of Metabolic Suppression from Body Temperature | pubblicazione = Science | volume = 331 | numero = 6019 | pp = 906-909 |doi=10.1126/science.1199435 | pmid = 21330544 | bibcode = 2011Sci...331..906T}}</ref>. Generalmente gli orsi non si svegliano durante il letargo e possono trascorrere l'intero periodo senza mangiare, bere, urinare o defecare<ref name="Marshall Cavendish"/>. Nel colon si forma un tappo fecale che viene espulso quando l'orso si sveglia in primavera<ref>{{cita web | autore = M. Biel e K. Gunther | titolo = Denning and Hibernation Behavior | url = https://www.nps.gov/yell/learn/nature/denning.htm | sito = Yellowstone National Park | editore = National Park Service | accesso = 18 novembre 2016 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20161118101716/https://www.nps.gov/yell/learn/nature/denning.htm | dataarchivio = 18 novembre 2016 | urlmorto = no}}</ref>. Se è stato accumulato abbastanza grasso corporeo, i muscoli restano in buone condizioni e il fabbisogno di mantenimento delle proteine viene raggiunto riciclando l'[[urea]] residua<ref name="Marshall Cavendish"/>. Le femmine partoriscono durante il periodo di ibernazione e si svegliano al momento del parto<ref name="Shimozuru2013"/>.
=== Predatori, parassiti e patogeni ===
[[File:Björnjakt i Dalarna - Nordiska Museet - NMA.0052736.jpg|thumb|Cacciatori con un orso abbattuto in Svezia agli inizi del XX secolo in una fotografia del [[Museo nordico]].]]
Gli orsi non hanno molti predatori. Il più importante tra questi è l'uomo, che, da quando ha iniziato a coltivare i campi, è entrato sempre più in conflitto con questi animali che razziavano i raccolti. Inoltre, dopo l'invenzione delle armi da fuoco, l'uomo è stato in grado di uccidere gli orsi con maggiore facilità<ref>{{cita pubblicazione | autore = I. McTaggart Cowan | anno = 1972 | titolo = The Status and Conservation of Bears (Ursidae) of the World: 1970 | pubblicazione = Bears: Their Biology and Management | volume = 2 | pp = 343-367 |doi=10.2307/3872596 }}</ref>. Anche [[Felidae|felidi]] come la [[Panthera tigris|tigre]] possono costituire una minaccia per gli orsi<ref name="Seryodkin_PhD">{{cita libro | url = http://uml.wl.dvgu.ru/rscv.php?id=74 | titolo = The ecology, behavior, management and conservation status of brown bears in Sikhote-Alin | lingua = ru | autore = Ivan Seryodkin | anno = 2006 | editore = Far Eastern National University, Vladivostok, Russia | pp = 1-252 | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131224090426/http://uml.wl.dvgu.ru/rscv.php?id=74 | dataarchivio = 24 dicembre 2013}}</ref><ref name="Denning">{{cita pubblicazione | url = http://www.wcsrussia.org/DesktopModules/Bring2mind/DMX/Download.aspx?EntryId=3313&PortalId=32&DownloadMethod=attachment | autore = Seryodkin ''et al.'' | anno = 2003 | titolo = Denning ecology of brown bears and Asiatic black bears in the Russian Far East | pubblicazione = Ursus | volume = 14 | numero = 2 | p = 159 |accesso=5 ottobre 2014 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110817151324/http://www.wcsrussia.org/DesktopModules/Bring2mind/DMX/Download.aspx?EntryId=3313&PortalId=32&DownloadMethod=attachment | dataarchivio = 17 agosto 2011 | urlmorto = no}}</ref>, in particolare per i cuccioli, che possono anche essere minacciati dai canidi<ref name=Servheen1999/><ref name=mammalian/>.
Gli orsi sono parassitati da ottanta specie di parassiti, tra cui protozoi unicellulari e vermi gastro-intestinali, nonché nematodi e fasciole che si annidano nel cuore, nel fegato, nei polmoni e nel flusso sanguigno. Esternamente vengono attaccati da zecche, pulci e pidocchi. Nel corso di uno studio sul baribal sono state rinvenute diciassette specie di endoparassiti, tra cui il protozoo ''Sarcocystis'', il verme parassita ''Diphyllobothrium mansonoides'' e i nematodi ''[[Dirofilaria immitis]]'', ''Capillaria aerophila'', ''Physaloptera'' spp., ''Strongyloides'' spp. e altri. Di queste, ''D. mansonoides'' e gli adulti di ''C. aerophila'' stavano causando sintomi patologici<ref name=Crum>{{cita pubblicazione | autore = James M. Crum, Victor F. Nettles e William R. Davidson | anno = 1978 | titolo = Studies on endoparasites of the black bear (''Ursus americanus'') in the southeastern United States | pubblicazione = Journal of Wildlife Diseases | volume = 14 | numero = 2 | pp = 178-186 |doi=10.7589/0090-3558-14.2.178}}</ref>. Al contrario, gli orsi polari hanno pochi parassiti; molte specie parassite hanno bisogno di un ospite secondario, dalle abitudini solitamente terricole, e l'orso polare frequenta un tipo di ambiente dove esistono poche specie ospiti. Tuttavia, in alcuni esemplari è stato trovato il ''[[Toxoplasma gondii]]'' e il nematode ''Trichinella nativa'' può causare gravi infezioni e decadimento negli individui più anziani<ref name=Derocher>{{cita libro | autore = Andrew E. Derocher | titolo = Polar Bears: A Complete Guide to Their Biology and Behavior | url = https://books.google.com/books?id=aouJPNt1P4gC&pg=PT212 | anno = 2012 | editore = JHU Press |isbn=978-1-4214-0305-2 | p = 212}}</ref>. Gli orsi del Nordamerica sono a volte infettati da un ''[[Morbillivirus]]'' simile al [[Cimurro|virus del cimurro canino]]<ref>{{cita libro | titolo = Emergence and Control of Zoonotic Ortho- and Paramyxovirus Diseases | url = https://books.google.com/books?id=U1lIR14667cC&pg=PA167 | editore = John Libbey Eurotext |isbn=978-2-7420-0392-1 | p = 167}}</ref>. Sono inoltre suscettibili all'[[Epatite infettiva del cane|epatite canina infettiva]] (CAV-1) e i baribal che vivono in natura soccombono rapidamente a causa dell'encefalite e dell'epatite<ref name=Williams>{{cita libro | autore = Elizabeth S. Williams e Ian K. Barker | titolo = Infectious Diseases of Wild Mammals | url = https://books.google.com/books?id=HJDsAU-NWiYC&pg=PA203 | anno = 2008 | editore = John Wiley & Sons |isbn=978-0-470-34481-1 | p = 203}}</ref>.
== Rapporti con l'uomo ==
[[File:Bear trap GTNP1.jpg|thumb|Una trappola nel [[parco nazionale del Grand Teton]] ([[Wyoming]]) usata per ricollocare gli orsi lontano dai centri abitati.]]
=== Conservazione ===
In epoca moderna gli orsi si sono ritrovati sempre più minacciati dall'invasione dell'uomo nei loro ''habitat''<ref name=WWFbrownbear>{{cita web|titolo=Brown Bear - Threats Grizzlies: Found in 2% of their former range|url=http://wwf.panda.org/about_our_earth/species/profiles/mammals/brown_bear2/brownbear_threats/|editore=WWF|accesso=16 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161221195824/http://wwf.panda.org/about_our_earth/species/profiles/mammals/brown_bear2/brownbear_threats/|dataarchivio=21 dicembre 2016|urlmorto=no}}</ref> e dal commercio illegale di parti del loro corpo, in particolare della loro [[Fattoria della bile|bile]], molto richiesta sul mercato asiatico: anche se le uccisioni in natura sono attualmente vietate, la caccia è stata in gran parte rimpiazzata dall'allevamento<ref>{{cita web|autore=Heather Bacon|titolo=Implications of bear bile farming|url=https://www.vettimes.co.uk/article/implications-of-bear-bile-farming/|editore=Vet Times|accesso=16 gennaio 2017|data=12 maggio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170118031507/https://www.vettimes.co.uk/article/implications-of-bear-bile-farming/|dataarchivio=18 gennaio 2017|urlmorto=no}}</ref>. La [[Unione internazionale per la conservazione della natura|IUCN]] classifica sei specie come [[Specie vulnerabile|vulnerabili]]<ref name=IUCN>{{cita web|titolo=Keyword search: "Ursidae", Exact phrase, The entire database|url=http://www.iucnredlist.org/search|editore=[[Unione internazionale per la conservazione della natura|IUCN]]|accesso=16 gennaio 2017|urlarchivio=https://www.webcitation.org/611obO5TX?url=http://www.iucnredlist.org/apps/redlist/search|dataarchivio=18 agosto 2011|urlmorto=no}}</ref>; tuttavia, perfino le due [[specie a rischio minimo]], l'orso bruno e il baribal<ref name=IUCN/>, rischiano di [[Estinzione locale|scomparire]] da alcune aree. In generale queste due specie vivono in zone remote dove le interazioni con l'uomo sono ridotte al minimo, e le principali cause artificiali di mortalità sono costituite dalla caccia, dalle collisioni con i veicoli e dalle rappresaglie degli agricoltori<ref>{{cita libro|url=https://books.google.com/books?id=XXQ03uVmCAIC&pg=PR144|titolo=Chapter 8. American Black Bear Conservation Action Plan|autore=Michael R. Pelton, Alex B. Coley, Thomas H. Eason, Diana L. Doan Martinez, Joel A. Pederson, Frank T. van Manen e Keith M. Weaver|anno=1999|editore=IUCN|isbn=978-2-8317-0462-3|pp=144-156}}</ref>.
In molte parti del mondo sono state approvate leggi per proteggere gli orsi dalla [[Distruzione dell'habitat|distruzione dell{{'}}''habitat'']]. La percezione degli orsi presso il grande pubblico è spesso positiva, dal momento che gli uomini si identificano con questi animali a causa della loro dieta onnivora, della loro capacità di stare in piedi su due zampe e della loro importanza simbolica<ref>{{cita pubblicazione|autore=Stephen Kellert|titolo=Public Attitudes toward Bears and Their Conservation|pubblicazione=Bears: Their Biology and Management|volume=9|numero=1|pp=43-50|doi=10.2307/3872683|anno=1994|jstor=3872683}}</ref>. Il sostegno alla protezione degli orsi è diffuso, almeno nelle aree più ricche del mondo<ref>{{cita pubblicazione|autore=Žanete Andersone e Jānis Ozolinš|anno=2004|titolo=Public perception of large carnivores in Latvia|pubblicazione=Ursus|volume=15|numero=2|pp=181-187|doi=10.2192/1537-6176(2004)015<0181:PPOLCI>2.0.CO;2}}</ref>. Laddove gli orsi razziano i raccolti o attaccano il bestiame, possono entrare in conflitto con gli uomini<ref name="livestock">{{cita pubblicazione|autore=Isaac Goldstein, Susanna Paisley, Robert Wallace, Jeffrey P. Jorgenson, Francisc Cuesta e Armando Castellanos|anno=2006|titolo=Andean bear–livestock conflicts: a review|pubblicazione=Ursus|volume=17|numero=1|pp=8-15|doi=10.2192/1537-6176(2006)17[8:ABCAR]2.0.CO;2}}</ref><ref name="crops">{{cita pubblicazione|autore=Gabriella Fredriksson|anno=2005|titolo=Human–sun bear conflicts in East Kalimantan, Indonesian Borneo|pubblicazione=Ursus|volume=16|numero=1|pp=130-137|doi=10.2192/1537-6176(2005)016[0130:HBCIEK]2.0.CO;2}}</ref>. Nelle regioni rurali più povere, l'attitudine degli abitanti verso questi animali può essere maggiormente influenzata dai pericoli costituiti dagli orsi e dai danni economici che essi causano ad agricoltori e allevatori<ref name="livestock"/>.
=== Attacchi ===
Alcune specie di orso possono diventare pericolose per l'uomo, specialmente in quelle aree in cui si sono abituate alla presenza umana; altrove, cercano generalmente di evitare gli umani. Le aggressioni da parte degli orsi sono rare, ma largamente riportate<ref>{{cita pubblicazione|autore=Douglas Clark|anno=2003|titolo=Polar Bear–Human Interactions in Canadian National Parks, 1986-2000|url=http://www.bearbiology.com/fileadmin/tpl/Downloads/URSUS/Vol_14_1/Clark_Douglas_14_1.pdf|pubblicazione=Ursus|volume=14|numero=1|pp=65-71|accesso=22 dicembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130722191859/http://www.bearbiology.com/fileadmin/tpl/Downloads/URSUS/Vol_14_1/Clark_Douglas_14_1.pdf|dataarchivio=22 luglio 2013|urlmorto=no}}</ref>. Gli orsi possono attaccare l'uomo in risposta ad un forte spavento, in difesa dei piccoli o del cibo o anche per ragioni predatorie<ref>{{cita web|autore=K. Than|data=2013|titolo=Maulings by Bears: What's Behind the Recent Attacks?|editore=National Geographic.com|accesso=16 gennaio 2017|url=https://news.nationalgeographic.com/news/maulings-by-bears--what-s-behind-the-recent-attacks-/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170128084840/http://news.nationalgeographic.com/news/maulings-by-bears--what-s-behind-the-recent-attacks-/|dataarchivio=28 gennaio 2017|urlmorto=no}}</ref>.
=== Intrattenimento, caccia, medicina popolare ===
[[File:The dancing bear by William Frederick Witherington.jpg|thumb|left|''The dancing bear'' di William Frederick Witherington (1822).]]
Gli orsi in cattività sono stati usati per secoli come fonte d'intrattenimento. In Europa sono stati addestrati a ballare<ref>{{cita libro|autore=Nikolai Findeizen|titolo=History of Music in Russia from Antiquity to 1800, Vol. 1: From Antiquity to the Beginning of the Eighteenth Century|url=https://books.google.com/books?id=SZexDAAAQBAJ&pg=PT201|anno=2008|editore=Indiana University Press|isbn=978-0-253-02637-8|p=201}}</ref> e impiegati nei [[Bear-baiting|combattimenti]] almeno dal XVI secolo. All'epoca a [[Southwark]], un quartiere di Londra, vi erano cinque arene dove venivano fatti combattere gli orsi: i resti di tre di esse sono anche sopravvissuti fino ad oggi<ref>{{cita web|titolo=Elizabethan Playhouses and Bear Baiting Arenas Given Protection|url=https://historicengland.org.uk/whats-new/news/elizabethan-playhouses-and-bear-baiting-arenas-given-protection|editore=Historic England|accesso=4 gennaio 2017|data=26 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170104234622/https://historicengland.org.uk/whats-new/news/elizabethan-playhouses-and-bear-baiting-arenas-given-protection|dataarchivio=4 gennaio 2017|urlmorto=no}}</ref>. In tutta Europa, gli addestratori di orsi [[Popoli nomadi|girovaghi]] [[Rom (popolo)|rom]], chiamati ''[[ursari]]'', vivevano suonando ed esibendosi con gli orsi dal XII secolo<ref name=Fraser>{{cita libro|autore=Angus M. Fraser|titolo=The Gypsies|url=https://archive.org/details/gypsies0000fras|editore=Blackwell|anno=1995|pp=[https://archive.org/details/gypsies0000fras/page/45 45]-48, 226|isbn=978-0-631-19605-1}}</ref>.
[[File:Theodor Aman - Ursarul.jpg|thumb|Un ''[[Ursari|ursaro]]'' nomade, addestratore di orsi, in un disegno di [[Theodor Aman]] (1888).]]
Gli orsi sono stati cacciati per sport, per scopo alimentare e per ricavare sostanze utilizzate nella [[medicina popolare]].
Le popolazioni dell'Asia orientale utilizzano alcune parti e secreti del corpo degli orsi (in particolare la colecisti e la bile) come farmaci impiegati nella [[medicina tradizionale cinese]]. Si pensa che siano più di 12.000 gli orsi ospitati in fattorie di Cina, Vietnam e Corea del Sud per la produzione di bile. Il commercio di prodotti a base di orso è vietato dalla [[CITES]], ma bile di orso è stata rinvenuta in shampoo, vino e medicinali a base di erbe venduti in Canada, negli Stati Uniti e in Australia<ref name="BBC">{{cita web|autore=Richard Black|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/6742671.stm|titolo=BBC Test kit targets cruel bear trade|sito=BBC News|data=11 giugno 2007|accesso=1º gennaio 2010|urlarchivio=https://www.webcitation.org/5uKg09Jgj?url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/6742671.stm|dataarchivio=18 novembre 2010|urlmorto=no}}</ref>.
===Gastronomia===
La [[carne di orso]] è scura e fibrosa, come un duro taglio di manzo. Nella [[cucina cantonese]] le zampe di orso sono considerate una prelibatezza. La carne, tuttavia, dev'essere cotta accuratamente, in quanto può essere infettata dal parassita ''[[Trichinella spiralis]]''.<ref>{{cita web|url=https://www.cdc.gov/MMWR/preview/mmwrhtml/mm5327a2.htm|accesso=4 ottobre 2006|titolo=Trichinellosis Associated with Bear Meat|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060930201027/http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/mm5327a2.htm|dataarchivio=30 settembre 2006|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/europe/41529.stm|accesso=4 ottobre 2006|titolo=Bear meat poisoning in Siberia|sito=BBC News|data=21 dicembre 1997|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081211191933/http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/europe/41529.stm|dataarchivio=11 dicembre 2008|urlmorto=no}}</ref>
== Nella cultura popolare ==
{{doppia immagine verticale|destra|ShunsenOniguma.jpg|Brīvības_piemineklis-Lāčplēsis.png|230|Onikuma, un orso demone giapponese, in un'immagine tratta dall{{'}}''Ehon Hyaku Monogatari'' (1841 ca.).|Il leggendario eroe [[Lettonia|lettone]] [[Lāčplēsis (poema epico)|Lāčplēsis]] uccide un orso a mani nude.}}
Vi sono prove indicanti una sorta di culto dell'orso risalenti già all'epoca preistorica, sebbene la loro validità sia oggi stata messa in dubbio dagli archeologi<ref>{{cita pubblicazione|autore=Ina Wunn|anno=2000|titolo=Beginning of Religion|pubblicazione=Numen|volume=47 |numero=4|pp=417-452|doi=10.1163/156852700511612}}</ref>. I [[Popoli finnici|finnici]] preistorici<ref>{{cita pubblicazione|autore= Wilfrid Bonser|pubblicazione=Folklore|titolo=The mythology of the Kalevala, with notes on bear-worship among the Finns|volume=39|numero=4 |anno=1928|pp=344-358|jstor=1255969|doi=10.1080/0015587x.1928.9716794}}</ref>, i [[Popoli indigeni minori della Russia|popoli siberiani]]<ref>{{cita libro|autore=Valerie Chaussonnet|anno=1995|titolo=Native Cultures of Alaska and Siberia|editore=Arctic Studies Center|città= Washington|p=112|isbn=978-1-56098-661-4}}</ref> e in epoca più recente i [[coreani]] consideravano l'orso lo spirito dei loro antenati<ref>{{cita libro|autore=Jung Young Lee|titolo=Korean Shamanistic Rituals|anno=1981|url=https://archive.org/details/koreanshamanisti0000leej|editore=Mouton De Gruyter|data=1981|isbn=978-90-279-3378-2|pp=[https://archive.org/details/koreanshamanisti0000leej/page/14 14], 20}}</ref>. Il culto dell'orso era praticato anche dagli antichi cinesi e dagli [[Ainu#Religione|Ainu]]<ref>{{cita pubblicazione|titolo=The Concepts behind the Ainu Bear Festival (Kumamatsuri)|autore=Kyōsuke Kindaichi e Minori Yoshida| pubblicazione=Southwestern Journal of Anthropology|volume=5|numero=4|data=inverno 1949|pp=345-350|jstor=3628594|doi=10.1086/soutjanth.5.4.3628594}}</ref>. Presso molte culture dei [[nativi americani]], l'orso viene visto come un simbolo di rinascita, a causa del suo risveglio dopo il letargo<ref>Ward e Kynaston, p. 17.</ref>. Le femmine di orso, particolarmente devote e protettive nei confronti dei cuccioli, erano un soggetto ricorrente nella mitologia di molte società di Nordamerica ed Eurasia<ref>Ward e Kynaston, pp. 12-13.</ref>. Nel [[Folclore giapponese|folklore giapponese]] abbiamo l'Onikuma, un «orso demone» che cammina eretto<ref>{{cita web| autore=Zack Davisson|titolo=Onikuma - Demon Bear|url=https://hyakumonogatari.com/2013/05/28/onikuma-demon-bear/|sito=Hyakumonogatari Kaidankai|accesso=19 febbraio 2017|data=28 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170220012235/https://hyakumonogatari.com/2013/05/28/onikuma-demon-bear/|dataarchivio=20 febbraio 2017|urlmorto=no}}</ref>. Invece gli [[Ainu]] del nord del Giappone, un popolo distinto dai giapponesi, consideravano l'orso una creatura sacra; Hirasawa Byozan dipinse una scena in stile documentaristico del [[Iyomante|sacrificio di un orso]] in un tempio ainu, con tanto di offerte allo spirito dell'animale morto<ref>{{cita libro|autore=Peter Davidson|titolo=The Idea of North|url=https://books.google.com/books?id=uhSrVwX-QiUC&pg=PA179|anno=2005|editore=Reaktion Books|isbn=978-1-86189-230-0|p=179}}</ref>.
Nella mitologia [[corea]]na, una [[Panthera tigris altaica|tigre]] e un orso si rivolsero a Hwanung, il figlio del Signore dei Cielo, pregandolo di farli diventare esseri umani. Dopo aver ascoltato le loro preghiere, Hwanung diede loro 20 spicchi d'aglio e un fascio di [[Artemisia vulgaris|artemisia]], ordinando loro di mangiare solo questi cibi sacri e di rimanere lontani dalla luce del sole per 100 giorni. La tigre rinunciò dopo una ventina di giorni e lasciò la grotta. L'orso, invece, perseverò nell'intento e fu trasformato in una donna. Si dice che l'orso e la tigre rappresentino due tribù che cercavano di ottenere il favore del principe celeste<ref>{{cita web|url= http://www.san-shin.org/Dan-gun_Myth.html|titolo=Archived copy|accesso=29 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170828194504/http://www.san-shin.org/Dan-gun_Myth.html|dataarchivio=28 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>. La donna-orso ([[Ungnyeo]]; 웅녀/{{lang|ko|熊女}}) si dimostrò grata dell'avvenuto e fece delle offerte a Hwanung. Tuttavia, non avendo un marito, diventò presto triste e pregò ai piedi di un albero di «[[Betula|betulla]] divina» ([[Hangŭl|Hangul]]: 신단수; [[Hanja]]: 神 檀 樹; [[Latinizzazione riveduta della lingua coreana|RR]]: ''shindansu'') affinché potesse avere un bambino. Hwanung, commosso dalle sue preghiere, la prese come moglie e presto diede alla luce un figlio di nome Dangun Wanggeom - che divenne il leggendario fondatore di [[Gojoseon]], il primo regno [[corea]]no<ref>{{cita libro|pp=[https://books.google.com/books?id=BA_QAgAAQBAJ]|autore=Daniel Tudor|anno=2013|titolo=Korea: The Impossible Country: The Impossible Country|editore=Tuttle Publishing|isbn=1-4629-1022-X}}</ref>.
[[File:Sidney Hall - Urania's Mirror - Ursa Major.jpg|thumb|left|La [[costellazione]] dell'[[Orsa Maggiore]] raffigurata su ''[[Urania's Mirror]]'' (1825 ca.).]]
[[Artio]] (''Dea Artio'' nella religione gallo-romana) era una dea [[celti]]ca raffigurata con le sembianze di un'orsa. Testimonianze del suo culto sono state trovate soprattutto a [[Berna]], che a sua volta deve il nome a questo animale. Il nome della dea deriva dalla parola celtica ''artos'', che vuol dire «orso»<ref>{{cita libro|autore=Adrian Room|url=https://books.google.com/books?id=M1JIPAN-eJ4C| titolo=Placenames of the World: Origins and Meanings of the Names for 6,600 Countries, Cities, Territories, Natural Features, and Historic Sites|editore=McFarland|data=2006|p=57}}</ref>. Nell'antica Grecia, il culto arcaico di [[Artemide]] sotto forma di orsa sopravvisse in epoca classica a [[Braurone]], dove le giovani ragazze ateniesi dovevano effettuare un rito di iniziazione come ''arktai'', «orse»<ref>Walter Burkert, ''Greek Religion'', 1985:263.</ref>. Per il collegamento tra Artemide e questo animale basti ricordare il mito di [[Callisto]], la [[Ninfa (mitologia)|ninfa]] trasformata in orsa dalla dea adirata.
Le costellazioni dell'Orsa Maggiore e dell'[[Orsa Minore]] prendono il nome dalla loro presunta somiglianza con un'orsa già dai tempi di [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]], che le chiamò rispettivamente {{lang|grc|Ἄρκτος μεγάλη}} (''Arktos Megale'') e {{lang|grc|Ἄρκτος μικρά}} (''Arktos Mikra''), grande e piccola orsa in greco<ref name=UrsaMajor/><ref name="Ridpath">{{cita web|autore=Ian Ridpath|titolo=Ptolemy's Almagest First printed edition, 1515|url= http://www.ianridpath.com/startales/almagest.htm|accesso=13 gennaio 2017}}</ref>. La vicina stella [[Arturo (astronomia)|Arturo]] ha un nome che significa «guardiano dell'orsa», proprio come se stesse osservando le due costellazioni<ref>{{cita web|url=http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0057%3Aentry%3D*%29arktou%3Dros|titolo=Ἀρκτοῦρος|autore= Henry George Liddell e Robert Scott|sito=A Greek-English Lexicon|editore=Perseus|accesso=23 gennaio 2017|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20170307140100/http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0057%3Aentry%3D*%29arktou%3Dros|dataarchivio=7 marzo 2017}}</ref>. Si ritiene che l'Orsa Maggiore sia stata associata alla figura di un orso almeno da {{formatnum:13000}} anni, dall'epoca [[Paleolitico|paleolitica]], in quanto miti simili correlati alla Caccia Cosmica sono presenti su entrambe le sponde del [[Beringia|ponte di terra di Bering]], che venne sommerso dal mare circa {{formatnum:11000}} anni fa<ref>{{cita pubblicazione|autore=Bradley E. Schaefer|titolo=The Origin of the Greek Constellations: Was the Great Bear constellation named before hunter nomads first reached the Americas more than 13,000 years ago?|pubblicazione=[[Scientific American]]|data=novembre 2006}} revisionato in {{cita web|autore=Miland Brown|url=http://www.worldhistoryblog.com/2006/10/origin-of-greek-constellations.html|titolo=The Origin of the Greek Constellations|sito=World History Blog|data=30 ottobre 2006|accesso=9 aprile 2017| urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170401164801/http://www.worldhistoryblog.com/2006/10/origin-of-greek-constellations.html| dataarchivio=1º aprile 2017|urlmorto=no}} {{cita pubblicazione|autore=Yuri Berezkin|url=http://www.folklore.ee/folklore/vol31/berezkin.pdf|titolo=The cosmic hunt: variants of a Siberian - North-American myth|pubblicazione=Folklore|volume=31|anno=2005|pp=79-100|doi=10.7592/FEJF2005.31.berezkin|accesso=12 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150504211656/http://www.folklore.ee/folklore/vol31/berezkin.pdf|dataarchivio=4 maggio 2015}}</ref>.
[[Plinio il Vecchio]], nelle sue ''[[Naturalis historia|Storie Naturali]]'' (I secolo d.C.), afferma che «alla nascita [gli orsi] sono informi masserelle di carne di colore bianco, un po' più grosse di un topo, senz'occhi e senza peli; soltanto le unghie sono sporgenti. L'orsa, lambendo queste masserelle, dà loro a poco a poco una forma»<ref>{{cita libro|autore=Pliny|url=http://data.perseus.org/citations/urn:cts:latinLit:phi0978.phi001.perseus-eng1:8.54|titolo=Natural History|p=8.54|curatore=John Bostock e Henry T. Riley|data=1855}}</ref>. Questa convinzione verrà ripresa dagli autori di [[Bestiario|bestiari]] per tutto il periodo medievale<ref>{{cita web|autore= David Badke|url=http://bestiary.ca/beasts/beast171.htm|titolo=The Medieval Bestiary: Bear|accesso=23 gennaio 2017|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20170312052954/http://bestiary.ca/beasts/beast171.htm|dataarchivio=12 marzo 2017}}</ref>.
[[File:The Three Bears - Project Gutenberg eText 17034.jpg|thumb|upright=0.9|''I tre orsi'', illustrazione di [[Arthur Rackham]] per ''English Fairy Tales'' di Flora Annie Steel (1918).]]
Gli orsi vengono menzionati anche nella ''[[Bibbia]]'': nel ''[[Libri dei Re|Secondo Libro dei Re]]'' si racconta la storia del profeta [[Eliseo (profeta)|Eliseo]], che invocò due orsi affinché divorassero i giovani che lo stavano schernendo<ref>''[[Libri dei Re|Secondo Libro dei Re]]'', 2, 23-25.</ref>. Leggende di [[Santo|santi]] che addomesticano gli orsi sono comuni nella zona alpina. Sullo stemma della città di [[Frisinga]] è tuttora raffigurato il pericoloso orso domato da San [[Corbiniano di Frisinga|Corbiniano]] e costretto a trasportare il suo bagaglio, simbolo di civilizzazione, al di là delle montagne. Gli orsi compaiono anche nelle leggende di San [[San Romedio|Romedio]], [[San Gallo (monaco)|San Gallo]] e [[Colombano di Bobbio|San Colombano]]. Questo motivo ricorrente fu usato dalla Chiesa come simbolo della vittoria della cristianità sul paganesimo<ref>{{cita libro|autore=Michel Pastoreau|data=2007|titolo=L'ours. Historie d'un roi déchu |editore=Seuil|lingua=fr|isbn=978-2-02-021542-8}}</ref>. Negli insediamenti norreni dell'Inghilterra settentrionale risalenti al X secolo, un tipo di copertura tombale a "schiena di maiale" costituito da un lungo e stretto blocco di pietra, con un vertice sagomato come la trave del tetto di una lunga casa, è decorato con un orso scolpito dotato di museruola, cioè cristianizzato, che sorregge ciascuna estremità del timpano, così come si può vedere anche nella chiesa di Brompton, nel North Yorkshire, e un po' ovunque in tutte le [[isole britanniche]]<ref>{{cita libro|autore=Richard Hall|data=1995|titolo=Viking Age Archaeology|p=43 e fig. 22|isbn=978-0-7478-0063-7}}</ref>.
[[File:As Between Friends (Punch magazine, 13 December 1911, detail).jpg|thumb|left|upright=0.9|Il [[Persiano (gatto)|gatto persiano]], il [[Leone (araldica)|leone britannico]] e l'orso russo nell'[[Accordo anglo-russo per l'Asia|accordo anglo-russo]] del 1907.]]
[[Lāčplēsis (poema epico)|Lāčplēsis]], che significa "uccisore di orsi", è un eroe leggendario [[Lettonia|lettone]] che si dice abbia ucciso un orso spezzandogli le mascelle a mani nude. Tuttavia, come viene rivelato alla fine della lunga epopea che racconta la sua vita, la madre di Lāčplēsis era stata un'orsa, e la sua forza sovrumana risiedeva nelle sue orecchie da orso. L'[[Ordine di Lāčplēsis]], la prima nonché la più alta onorificenza militare della Lettonia, prende il nome dall'eroe, ed è noto anche come l'«Ordine dell'Uccisore di Orsi».
Gli orsi sono personaggi principali di molte storie per bambini, basti pensare a [[Winnie the Pooh]]<ref>{{cita web|url= http://news.bbc.co.uk/1/hi/entertainment/4552940.stm|titolo=Pooh celebrates his 80th birthday|editore=[[BBC News]]|data=24 dicembre 2005|accesso=23 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060425143300/http://news.bbc.co.uk/1/hi/entertainment/4552940.stm| dataarchivio=25 aprile 2006|urlmorto=no}}</ref>, all'[[orso Paddington]]<ref>{{cita web|sito=Paddington.com |url= http://www.paddington.com/global/about/timeline/|titolo=About|accesso=19 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160817131744/http://paddington.com/global/about/timeline/|dataarchivio=17 agosto 2016}}</ref>, all'[[L'orso Ben|orso Ben]]<ref>{{cita web|titolo=Walt Morey, 84; Author of 'Gentle Ben'|sito=Associated Press|url=http://articles.latimes.com/1992-01-14/news/mn-245_1_gentle-ben|data=14 gennaio 1992|accesso=6 aprile 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161023134546/http://articles.latimes.com/1992-01-14/news/mn-245_1_gentle-ben|dataarchivio=23 ottobre 2016|urlmorto=no}}</ref> e a «L'Orso Bruno della Norvegia»<ref>{{cita libro|curatore=Patrick Kennedy|capitolo=The Brown Bear of Norway|titolo=Legendary Fictions of the Irish Celts| editore=Macmillan|data=1866|url=https://books.google.com/books?id=jfdLAAAAcAAJ&pg=PA57|pp=57-67}}</ref>. Una prima versione di ''[[La storia dei tre orsi|Riccioli d’Oro e i tre orsi]]''<ref>{{cita pubblicazione|autore=Alan C. Elms|data=luglio-settembre 1977|titolo="The Three Bears": Four Interpretations|pubblicazione=The Journal of American Folklore|volume=90|numero=357|jstor=539519}}</ref> venne pubblicata con il titolo ''La storia dei tre orsi'' nel 1837 da [[Robert Southey]], ripresa da vari autori svariate volte e illustrata nel 1918 da [[Arthur Rackham]]<ref>{{cita libro|autore=D. L. Ashliman|titolo=Folk and Fairy Tales: A Handbook|url=https://books.google.com/books?id=s_WyX-DD43YC&pg=PA114|anno=2004|editore=Greenwood Publishing Group|isbn=978-0-313-32810-7|pp=114-115}}</ref>. L'[[Orso Yoghi]], il celebre personaggio dei [[cartoni animati]], è apparso in numerosi fumetti, [[Cartone animato|spettacoli televisivi animati]] e film<ref>{{cita libro|autore=Michael Mallory|titolo=Hanna-Barbera Cartoons|editore=Hugh Lauter Levin|data=1998|isbn=978-0-88363-108-9|p=44}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Ray B. Browne|autore2=Pat Browne|titolo=The Guide to United States Popular Culture|url=https://books.google.com/books?id=U3rJxPYT32MC&pg=PA944|anno=2001|editore=Popular Press|isbn=978-0-87972-821-2|p=944}}</ref>, assieme alla fidanzata [[Cindy (personaggio)|Cindy]] e al compagno d'avventure [[Bubu (personaggio)|Bubu]]. Gli [[Gli orsetti del cuore|Orsetti del Cuore]] fecero la loro comparsa sui biglietti di auguri nel 1982 e da allora ne sono stati prodotti giocattoli e film e la loro immagine è comparsa sui capi di abbigliamento<ref>{{cita web|autore=Elizabeth Holmes|data=9 febbraio 2007| titolo=Care Bears Receive a (Gentle) Makeover|editore=[[The Wall Street Journal|Wall Street Journal]]|url=https://www.wsj.com/articles/SB117097911465002983|accesso=27 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180118182314/https://www.wsj.com/articles/SB117097911465002983|dataarchivio=18 gennaio 2018|urlmorto=no}}</ref>. In tutto il mondo, molti bambini - e anche alcuni adulti - amano gli [[Orsacchiotto|orsacchiotti]], animaletti di [[peluche]] a forma di orso che devono il loro nome alternativo di ''teddy bear'' al presidente americano [[Theodore Roosevelt]], che nel 1902 si era rifiutato di sparare ad un baribal legato a un albero<ref>{{cita web| autore=David Cannadine|url=https://www.bbc.co.uk/news/magazine-21265701|titolo=A Point of View: The grownups with teddy bears|data=1º febbraio 2013|editore=BBC|accesso=21 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170425025929/http://www.bbc.co.uk/news/magazine-21265701|dataarchivio=25 aprile 2017|urlmorto=no}}</ref>.
Gli orsi, così come anche altri animali, possono simboleggiare intere nazioni. Nel 1911, la rivista satirica britannica ''[[Punch (rivista)|Punch]]'' pubblicò una vignetta di Leonard Raven-Hill sull'[[Accordo anglo-russo per l'Asia|accordo anglo-russo]] nella quale il [[Panthera leo|leone]] britannico osservava l'orso russo seduto sulla coda del gatto [[Iran|persiano]]<ref>{{cita pubblicazione|autore =Leonard Raven-Hill|titolo=As Between Friends|pubblicazione=Punch|data=13 dicembre 1911|volume=141|p=429|url=https://archive.org/stream/punchvol140a141lemouoft#page/n1060/mode/1up|accesso=19 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170220015023/http://www.archive.org/stream/punchvol140a141lemouoft#page/n1060/mode/1up#page/n1060/mode/1up|dataarchivio=20 febbraio 2017|urlmorto=no}}</ref>. L'orso russo è la [[personificazione nazionale]] della Russia dal XVI secolo<ref>{{cita news|url=https://www.telegraph.co.uk/sponsored/rbth/5207026/What-the-West-thinks-about-Russia-is-not-necessarily-true.html|titolo=What the West thinks about Russia is not necessarily true|editore=[[The Telegraph]]|data=23 aprile 2009|accesso=3 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151206043929/http://www.telegraph.co.uk/sponsored/rbth/5207026/What-the-West-thinks-about-Russia-is-not-necessarily-true.html|dataarchivio=6 dicembre 2015|urlmorto=no}}</ref>. L'[[Orso Smokey]] è divenuto parte della cultura americana sin dalla sua introduzione nel 1944, con il suo messaggio «Solo tu puoi prevenire gli incendi boschivi»<ref>{{cita web|url=http://www.adcouncil.org/default.aspx?id=129|titolo=Forest Fire Prevention - Smokey Bear (1944-Present)|editore=Ad Council|data=9 agosto 1944|accesso=16 ottobre 2010|urlarchivio= https://www.webcitation.org/5uKg3eCG9?url=http://www.adcouncil.org/default.aspx?id=129|dataarchivio=18 novembre 2010|urlmorto=sì}}</ref>. Nel Regno Unito, l'[[Orso (araldica)|orso]] e il [[Bordone del pellegrino|bordone]] sono rappresentati sullo [[stemma araldico]] della contea del [[Warwickshire]]<ref>{{cita web|url= http://www.civicheraldry.co.uk/warwicks.html|titolo=Civic Heraldry of England and Wales-Warwickshire|accesso=6 gennaio 2011|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20110516001919/http://www.civicheraldry.co.uk/warwicks.html|dataarchivio=16 maggio 2011|urlmorto=no}}</ref>. L'orso compare anche sullo [[Arma parlante|stemma]] di tre grandi città, [[Berna]], [[Berlino]]<ref>{{cita web|titolo=The first Buddy Bears in Berlin|url=http://www.buddy-baer.com/en/classic-buddy-bears/events-in-cities/berlin.html|editore=Buddy Bär Berlin|accesso=30 gennaio 2014|anno=2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140219023945/http://www.buddy-baer.com/en/classic-buddy-bears/events-in-cities/berlin.html|dataarchivio=19 febbraio 2014}}</ref> e [[Madrid]]. Una tribù di orsi nativi (americani) è protagonista del 44<small><sup>a</sup></small> [[Classico Disney]]: ''[[Koda, fratello orso]]''. Nella saga videoludica di ''[[Tekken (serie)|Tekken]]'', celebre per il genere specifico dei [[picchiaduro]], sono presenti due orsi [[Artista marziale|combattenti]] che si chiamano entrambi [[Kuma (personaggio)|Kuma]]: perché è il nome d'adozione del padre (presente solo nel [[Tekken|primo]] e nel [[Tekken 2|secondo capitolo]]) poi passato al figlio (presente dal [[Tekken 3|terzo]] e negli altri seguenti, sia nella continuity canonica, che negli spin-off dei ''[[Tekken Tag Tournament|Tag Tournament]]''), quest'ultimo fin da subito affiancato alla femmina [[Panda (Tekken)|Panda]]; tutt'e tre [[Personaggio giocabile|personaggi giocabili]] che hanno lo stesso stile marziale. Kuma I, che poi scompare come altri personaggi, lascia il posto al figlio come "[[animale domestico]]" di [[Heihachi Mishima|Casa Mishima]]. Kuma II e Panda sono rappresentati nel corso della serie come una [[Coppia (sociologia)|coppia]].
== Organizzazioni ==
[[File:Baby Pandas.JPG|thumb|Piccoli panda nel [[Chengdu]] Research Base of Giant Panda Breeding.]]
L'International Association for Bear Research & Management, conosciuta anche come International Bear Association, e il Bear Specialist Group della Species Survival Commission, un settore dell'[[Unione internazionale per la conservazione della natura]], sono due organizzazioni incentrate sullo studio della storia naturale, sulla gestione e sulla conservazione degli orsi. Il Bear Trust International opera per la salvaguardia degli orsi selvatici e di altri animali attraverso quattro iniziative principali, ovvero l'educazione alla conservazione, la ricerca sugli orsi selvatici, la loro gestione e la conservazione degli ''habitat''<ref>{{cita web|url=http://beartrust.org/vision-and-mission|titolo=Vision and Mission|data=2002-2012|sito=Bear Trust International|accesso=8 marzo 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140226195504/http://beartrust.org/vision-and-mission|dataarchivio=26 febbraio 2014|urlmorto=sì}}</ref>.
Tra le organizzazioni specifiche per ognuna delle otto specie di orso esistenti ricordiamo:
* Vital Ground, per l'orso bruno<ref>{{cita web|url=http://www.vitalground.org|titolo=Vital Ground|accesso=5 febbraio 2019|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20190120033225/https://www.vitalground.org/|dataarchivio=20 gennaio 2019|urlmorto=no}}</ref>;
* Moon Bears, per l'orso dal collare<ref>{{cita web|url=http://www.moonbears.org/index.html|titolo=Moon Bears|accesso=9 marzo 2014| urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140309053102/http://www.moonbears.org/index.html|dataarchivio=9 marzo 2014|urlmorto=no}}</ref>;
* Black Bear Conservation Coalition, per il baribal<ref>{{cita web|url=http://www.bbcc.org/|titolo=Black Bear Conservation Coalition| accesso=9 marzo 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140103020114/http://www.bbcc.org/|dataarchivio=3 gennaio 2014|urlmorto= no}}</ref>;
* Polar Bears International, per l'orso polare<ref>{{cita web|url=http://www.polarbearsinternational.org/|titolo=Polar Bears International|accesso=9 marzo 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140308234451/http://www.polarbearsinternational.org/| dataarchivio=8 marzo 2014|urlmorto=no}}</ref>;
* Bornean Sun Bear Conservation Centre, per l'orso malese<ref>{{cita web|url=http://sunbears.wildlifedirect.org/|titolo=Bornean Sun Bear Conservation Centre|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140218113140/http://sunbears.wildlifedirect.org/|dataarchivio=18 febbraio 2014}}</ref>;
* Wildlife SOS, per l'orso giocoliere<ref>{{cita web|url=http://www.wildlifesos.org/|titolo=Wildlife SOS}}</ref>;
* Andean Bear Conservation Project, per l'orso dagli occhiali<ref>{{cita web|url=http://www.andeanbear.org/|titolo=Andean Bear Conservation Project|accesso=9 marzo 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140218004303/http://www.andeanbear.org/| dataarchivio=18 febbraio 2014|urlmorto=no}}</ref>;
* Chengdu Research Base of Giant Panda Breeding, per il panda gigante<ref>{{cita web|url=http://www.panda.org.cn/english/|titolo=Chengdu Research Base of Giant Panda Breeding|accesso=9 marzo 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140315221701/http://www.panda.org.cn/english/|dataarchivio=15 marzo 2014|urlmorto=no}}</ref>.
== Note ==
<references />
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=P. Ward e S. Kynaston|anno=1995|titolo=Wild Bears of the World|url=https://archive.org/details/wildbearsofworld0000ward|editore=Facts on File, Inc|isbn=978-0-8160-3245-7}}
* {{cita libro|titolo=Bears of the World|url=https://archive.org/details/bearsofworld0000domi|autore=Terry Domico e Mark Newman|editore=Facts on File, Inc.|anno=1988|isbn=978-0-8160-1536-8}}
* {{cita libro|url=https://docs.google.com/viewer?a=v&pid=sites&srcid=ZGVmYXVsdGRvbWFpbnx0aGV2aXJ0dWFsZW5nbGlzaG5vdGVib29rfGd4OjFiYjYyNDA4NTQwZDkyMjc|titolo=The Bear|autore=[[William Faulkner]]|anno=1942|editore=Curley Publishing|isbn=978-0-7927-0537-6}}
* {{cita libro|autore=Bernd Brunner|titolo=Bears: A Brief History|anno=1998|url=https://archive.org/details/threadofyears00luka|editore=Yale University Press|data=2007|isbn=978-0-300-12299-2}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto|
== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
* [http://www.medvede.sk/index1.php The Bears Project - Information, reports and images of European brown bears and other living species].
* [http://www.bearinfo.org/ Western Wildlife Outreach - Information on the history, biology, and conservation of North American Grizzly Bears and Black Bears] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20191107084703/http://bearinfo.org/ |data=7 novembre 2019 }}.
* [https://web.archive.org/web/20140308192159/http://beartrust.org/the-bear-book-and-curriculum-guide-to-the-bear-book The Bear Book and Curriculum Guide - a compilation of stories about all eight species of bears worldwide, including STEM lessons rooted in bear research, ecology, and conservation].
{{Carnivori}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|mammiferi}}
[[Categoria:Ursidi| ]]
[[Categoria:Megafauna]]
[[Categoria:Taxa classificati da Johann Fischer von Waldheim]]
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