Massacro di Katyn': differenze tra le versioni
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{{nota disambigua|la strage nazista in Bielorussia|Chatyn'}}
{{Incidente
|titolo = Massacro di Katyn'
|data =
|immagine = Katyn massacre 1.jpg
|evento = Massacro
|didascalia = Vittime del massacro riesumate dai [[Wehrmacht|tedeschi]] nel 1943
|nazione = SUN 1923-1955
|luogo = [[Katyn']]
|data-inizio = 3 aprile 1940
|data-fine = 19 maggio 1940
|obiettivo = [[Wojska Lądowe|Esercito polacco]]
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|tipologia = [[Fucilazione]]
|vittime = ~ {{formatnum:22000}}
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|esecutori = [[NKVD]]
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|nome mappa = RUS
}}
Il '''massacro di Katyn'''' ({{Russo|Катыньский расстрел|Katyn'skij rasstrel}}; {{polacco|Zbrodnia katyńska}}), o '''massacro della foresta di Katyn'<nowiki />''',<ref>{{Cita|Graziosi 2007|p. 455}}.</ref> fu l'[[esecuzione sommaria]] di circa {{formatnum:22000}} tra ufficiali, politici, giornalisti, professori e industriali polacchi (la cosiddetta ''[[Intelligencija]]'') da parte dell'[[Unione sovietica]] (in particolare, dal [[Commissariato del popolo per gli affari interni]], NKVD), avvenuta nel 1940 nei pressi della foresta di [[Katyn']], vicino al villaggio di [[Gnëzdovo]], a circa 20 km a ovest della città di [[Smolensk]].
Il massacro, avvenuto tra l'aprile e il maggio del 1940, si riferiva inizialmente al massacro dei soli ufficiali polacchi detenuti nel [[Monastero di Optina#Il campo di prigionia|campo di prigionia di]] [[Kozel'sk]], ai quali successivamente vennero inclusi i prigionieri di guerra dei campi di [[Kozel'sk]], [[Starobil'sk]] e [[Ostaškov]] e i detenuti delle prigioni della [[Bielorussia]] e [[Ucraina]] occidentali, fatti uccidere su ordine di [[Iosif Stalin]] nella foresta di Katyn' e nelle prigioni di [[Tver'|Kalinin]], [[Char'kov|Kharkiv]] e di altre città [[sovietiche]].
La scoperta del massacro, avvenuta mentre Katyn' era occupata dalle forze armate tedesche dopo l'[[Operazione Barbarossa]], fu annunciata il 13 aprile 1943 da Radio Berlino, che ne attribuì la responsabilità ai sovietici, mentre in seguito i tedeschi furono accusati di aver compiuto la strage dal [[pubblico ministero]] [[Roman Rudenko]] durante lo svolgimento del [[processo di Norimberga]],<ref name="norimberga">{{Cita web|url=http://www.nizkor.org/hweb/imt/tgmwc/tgmwc-07/tgmwc-07-59-07.shtml|titolo=Sitting at Nuremberg, Germany
14th February to 26th February, 1946|via=The Nizkor Project|lingua=en|accesso=1º ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180306074130/http://www.nizkor.org/hweb/imt/tgmwc/tgmwc-07/tgmwc-07-59-07.shtml|dataarchivio=6 marzo 2018|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{en}}Ubi Lebel, ''[https://books.google.it/books?id=yTFXqaFLNCsC&pg=PR15&dq=included+the+fabrication+that+the+Katyn+massacre+by+the+NKVD+had+been+carried+out+by+the+Germans+during+world+War+II.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjMu7bN_KfqAhXJzaQKHc9hA4AQ6AEIJTAA#v=onepage&q=included%20the%20fabrication%20that%20the%20Katyn%20massacre%20by%20the%20NKVD%20had%20been%20carried%20out%20by%20the%20Germans%20during%20world%20War%20II.&f=false%7C Politics of Memory: The Israeli Underground's Struggle for Inclusion in the National Pantheon and Military Commemoration]'', Routledge, 2013, ISBN 978-04-15-41239-1, p. 15.</ref> sebbene la responsabilità fosse in realtà dei sovietici. Stalin, per ritorsione, decise la rottura delle relazioni diplomatiche con il [[Governo in esilio della Polonia|governo polacco in esilio a Londra]]. Anche dopo la sua morte, l'[[Unione Sovietica|URSS]] negò le accuse, forte delle confessioni tedesche rese a Norimberga, fino al 1990, quando riconobbe l'[[Commissariato del popolo per gli affari interni|NKVD]] come responsabile del massacro e della sua [[insabbiamento|copertura]].
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Molti polacchi, soldati, ufficiali e civili, erano stati fatti prigionieri a seguito dell'invasione, sconfitta e spartizione della Polonia da parte di tedeschi e sovietici nel settembre 1939. Furono internati in diversi campi di detenzione, tra cui [[Ostaškov]], [[Kozel'sk]] e [[Starobil's'k]]. Kozel'sk e Starobil'sk furono usati principalmente per gli ufficiali, mentre ad Ostaškov v'erano guide, gendarmi, poliziotti e secondini. Solo 8.000 dei circa 15.000 prigionieri di guerra di questi campi erano ufficiali.<ref>{{Cita news|URL=http://www.corriere.it/esteri/10_aprile_10/eccidio-Katyn-vittime-stalin_f8dce62a-4480-11df-a179-00144f02aabe.shtml|titolo=70 anni fa il massacro di 22mila polacchi|giornale=Corriere della Sera|data=10 aprile 2010}}</ref>
L'intenzione di procedere a un massacro rispondeva alla precisa logica di indebolimento della Polonia appena asservita. Poiché il sistema di coscrizione polacco prevedeva che ogni laureato divenisse un ufficiale della riserva, col massacro si volle eliminare una parte cospicua della classe dirigente nazionale, nel quadro di una spartizione della Polonia tra [[Germania nazista]] ed [[Unione Sovietica|URSS]], due potenze dai sistemi culturali, politici, economici e ideologici antitetici che, per circa 2 anni e fino al giugno 1941, furono vincolate dal [[Patto Molotov-Ribbentrop]], che stabiliva la non aggressione reciproca e la spartizione della Polonia e dei [[Paesi baltici]].
Il 5 marzo 1940, secondo un'informativa preparata da [[Lavrentij Pavlovič Berija|Lavrentij Berija]] (capo della [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|polizia segreta sovietica]]) direttamente per Stalin, alcuni membri del [[politburo]] dei [[Soviet]] – [[Iosif Stalin|Stalin]], [[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Molotov]], [[Kliment Efremovič Vorošilov|Vorošilov]], [[Anastas Ivanovič Mikojan|Mikojan]]<ref>Vedere le firme sul frontespizio del documento riprodotto in questa pagina</ref> e lo stesso Berija – firmarono l'ordine d'esecuzione degli attivisti "nazionalisti e controrivoluzionari" detenuti nei campi e nelle prigioni delle parti occupate di Ucraina e Bielorussia.
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[[File:Katyn - decision of massacre p1.jpg|miniatura|Il documento nel quale Berija suggerisce a Stalin l'esecuzione degli ufficiali polacchi.]]
Appena due giorni dopo l'[[Campagna di Polonia|invasione della Polonia]], il 19 settembre 1939, il Commissario di Primo Grado della Sicurezza di Stato (il Ministro per gli Affari Interni), [[Lavrentij Pavlovič Berija|Berija]], riunì il Consiglio dell'[[Commissariato del popolo per gli affari interni|NKVD]] per i prigionieri di guerra e gli internati (presieduto dal Capitano della Sicurezza dello Stato, Pëtr K. Soprunenko), ordinando l'apertura dei campi di detenzione per i prigionieri polacchi:<ref name=source>{{cita web|url=http://www.ipn.gov.pl/portal/en/2/77/Decision_to_commence_investigation_into_Katyn_Massacre.html|titolo=Decision to commence investigation into Katyn Massacre|nome=Małgorzata|cognome=Kużniar-Plota|data=30 novembre 2004|editore=Departmental Commission for the Prosecution of Crimes against the Polish Nation|accesso=4 agosto 2011|lingua=en|dataarchivio=30 settembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120930075626/http://www.ipn.gov.pl/portal/en/2/77/Decision_to_commence_investigation_into_Katyn_Massacre.html|urlmorto=sì}}</ref> [[Juchnov]] (stazione ferroviaria di [[Babynino]]), Juže (Taliсy), Kozel'sk, [[Kozelščina]], [[Oranki]], [[Ostaškov]] (Isola Stolbnyj, sul [[Lago Seliger]], vicino a Ostaškov), [[Putivl']] (stazione ferroviaria di [[Tëtkino]]), [[Starobil's'k]], Vologda (stazione ferroviaria di Zaenikevo) e [[Grjazovec]].<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.coldwarhistory.us/Cold_War/Katyn_Massacre/Miednoje__Katyn.htm|titolo=The grave unknown elsewhere or any time before ...Katyń - Kharkov - Mednoe|accesso=9 maggio 2024}}</ref>
Dal 3 aprile al 19 maggio 1940 circa 22.000 prigionieri di guerra furono assassinati: circa 6.000 provenivano dal campo di Ostaškov, circa 4.000 da Starobel'sk, circa 4.500 da Kozel'sk e circa 7.000 dalle parti occidentali di Ucraina e Bielorussia. Solo 395 prigionieri si salvarono: furono portati al campo di Juchnov e quindi a Grjazovec.<ref name=source/><ref>{{de}} Beate Kosmala: ''Katyn.'' In: Wolfgang Benz, Hermann Graml, Hermann Weiss: ''Enzyklopädie des Nationalsozialismus.'' Klett-Cotta, Stuttgart 1998, ISBN 3-608-91805-1, S. 542.</ref>
== La dinamica del massacro ==
I prigionieri di Kozel'sk furono eliminati in un luogo prescelto apposta per le uccisioni di massa, sito nella contea di Smolensk: la foresta di Katyn', che diede poi il nome al massacro; quelli provenienti da Starobel'sk furono uccisi nella prigione dell'NKVD di [[Charkiv|Char'kov]] e i loro resti sepolti nei pressi di Pjatichatki; gli ufficiali di polizia di Ostashkov furono uccisi nella prigione dell'NKVD di Kalinin (Tver') e sepolti a [[Mednoe]].
I trasporti si effettuarono solo dopo la compilazione di un dossier per ogni soldato: Bachko Kobulov elaborò la bozza di questi dossier, che dovevano essere esaminati dalla troika composta da lui stesso, [[Vsevolod Nikolaevič Merkulov|Vsevolod Merkulov]] e Leonid Bashtakov.<ref name="Sanford81-92">{{Cita|Sanford 2005|pp. 81, 92}}.</ref> I campi dovevano rispedire i documenti compilati entro il 16 marzo. Su queste liste la troika avrebbe poi deciso la condanna dei prigionieri. Il trasferimento di prigionieri era sotto la supervisione del capo del Dipartimento centrale per i prigionieri di guerra (sotto l'NKVD): Soprunenko<ref name="Sanford">{{Cita libro|autore=George Sanford|titolo=Katyn e l'eccidio sovietico del 1940|editore=Utet Libreria|città=Torino|anno=2007|ISBN=978-88-02-07709-3}}</ref>.
Informazioni dettagliate sulle esecuzioni di Kalinin furono fornite da Dmitrij S. Tokarev, ex capo del consiglio del distretto dell'NKVD di Kalinin: riferì che le uccisioni iniziarono la sera e finirono all'alba. Il primo trasporto, il 4 aprile, contava 390 persone e i carnefici ebbero difficoltà ad eseguire il loro compito in una sola notte. Il trasporto successivo non superava invece le 250 persone. I successivi trasporti comprendevano tra le 50 e le 250 persone, gli ultimi due tra le 25 e le 33 persone.<ref name= Sanford /> Le esecuzioni furono eseguite con pistole [[Walther PPK]], fornite da [[Mosca (Russia)|Mosca]]. L'utilizzo di armi e munizioni tedesche sarebbe servito poi per attribuire il massacro ai tedeschi.
Il metodo con cui eseguire le esecuzioni era stato studiato nel dettaglio. Si verificavano i dati anagrafici del condannato, che poi era ammanettato e portato in una cella isolata, dove veniva immediatamente ucciso con un colpo alla nuca.<ref>{{en}}[https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Holocaust/Katyn.html The Katyn Massacre (April 1940) | Jewish Virtual Library<!-- Bot generated title -->]</ref> Il colpo di pistola era mascherato azionando macchine rumorose (probabilmente ventilatori). Il cadavere era quindi trasferito all'aperto passando da una porta posteriore e poi caricato su uno dei sei camion predisposti per il trasporto. Si passava quindi alla vittima seguente. La procedura fu ripetuta ogni notte, ad eccezione della [[Festa dei lavoratori|festa del primo maggio]].<ref>{{cita libro|autore=autori vari (prefazione di [[Władysław Anders]])|titolo=Zbrodnia katyńska w świetle dokumentów|anno=1962|pp=16, 30, 257|editore=Gryf|lingua=pl}}</ref> Nei pressi di Smolensk la procedura era diversa: i prigionieri erano portati direttamente alle fosse con le mani legate dietro la schiena e uccisi con un colpo di pistola alla nuca.
== La scoperta ==
[[File:Tsarstvo kanchukiv.jpg|miniatura|La [[propaganda sovietica]] mostra l'occupazione congiunta russo-tedesca della Polonia come liberazione dei contadini dal giogo degli aristocratici. Nel manifesto, in [[lingua ucraina]], due contadini miserabili guardano un ufficiale polacco in divisa da parata colpito da un soldato dell'[[Armata rossa]].]]
Poco dopo l'[[Operazione Barbarossa|invasione tedesca dell'Unione Sovietica]] del giugno 1941, il governo polacco, in esilio a Londra, ed il governo sovietico conclusero un accordo anti Germania; fu costituito un Corpo d'Armata polacco in territorio sovietico per combattere i nazisti. Quando i generali [[Władysław Anders]] e [[Władysław Sikorski]] iniziarono ad organizzare l'armata, richiesero informazioni sugli ufficiali polacchi, che credevano internati in territorio sovietico. Anders e Sikorski incontrarono Stalin e gli chiesero espressamente che fine avessero fatto. Stalin fu evasivo, suggerendo che alcuni di loro potevano magari essere fuggiti in [[Manciuria]].
Il vero destino dei prigionieri scomparsi rimase un mistero fino all'aprile del 1943, quando la [[Wehrmacht]], su indicazione di alcuni abitanti del luogo, nella foresta nei pressi di Katyn' scoprì le fosse comuni di oltre 4.000 ufficiali polacchi. [[Joseph Goebbels]], ministro della [[Propaganda]] del Terzo Reich, vi vide un eccellente strumento per inserire un cuneo tra Polonia, alleati occidentali ed Unione Sovietica.<ref name=balfour>{{cita libro|titolo=Propaganda in War 1939–1945: Organisation, Policies and Publics in Britain and Germany|url=https://archive.org/details/propagandainwar10000balf|cognome=Balfour|nome=Michael|anno=1979|editore=Routledge & Kegan Paul|isbn=978-0-7100-0193-1|pp=[https://archive.org/details/propagandainwar10000balf/page/332 332]–333|lingua=en}}</ref> Il 13 aprile Radio Berlino annunciò il ritrovamento: «È stata trovata una grande fossa, lunga 28 metri e ampia 16, riempita con dodici strati di ufficiali polacchi, circa 3.000.<ref name=balfour/> Essi indossavano l'uniforme militare completa, e mentre molti di loro avevano le mani legate, tutti avevano ferite sulla parte posteriore del collo, causate da colpi di pistola. L'identificazione dei corpi non comporterà grandi difficoltà, grazie alle proprietà mummificanti del terreno e al fatto che i bolscevichi hanno lasciato sulle vittime i documenti di identità. È già stato accertato che tra gli uccisi c'è il generale [[Mieczysław Smorawiński]], di [[Lublino]].»
Gli Alleati sapevano già che i nazisti avevano trovato le fosse comuni, avendo captato le loro trasmissioni radio, decifrate nella base inglese di [[Bletchley Park]]. Il governo sovietico negò le accuse tedesche e sostenne che i polacchi, prigionieri di guerra, erano stati impiegati in opere di costruzione ad ovest di Smolensk e successivamente catturati e giustiziati da unità tedesche nell'agosto 1941. Sia le investigazioni tedesche sia quelle successive della Croce Rossa sui cadaveri di Katyń produssero prove evidenti che il massacro si era verificato all'inizio del 1940, in un periodo in cui l'area era ancora sotto i sovietici. Rimaneva, tuttavia, la faccenda dei proiettili tedeschi nei corpi dei polacchi. Goebbels appuntò nel suo diario che «Sfortunatamente, munizioni tedesche sono state trovate nelle fosse di Katyń. Dev'essere ancora chiarito in che modo vi sono giunte. O si tratta di munizioni vendute ai sovietici ai tempi della buona intesa [nazi-sovietica], oppure sono stati gli stessi sovietici a gettare lì le munizioni. In ogni caso, è essenziale che questa circostanza rimanga segretissima. Se essa dovesse venire a conoscenza del nemico, l'intero affare di Katyń verrebbe a cadere»<ref>{{Cita web|url=https://domenicolosurdo.blogspot.com/2010/05/una-risposta-umberto-ruggiero-su-katyn.html|titolo=Una risposta a Umberto Ruggiero su Katyn|accesso=23 agosto 2018|data=13 maggio 2010}}</ref>.
In seguito alla richiesta ufficiale di investigare sulle responsabilità del massacro, inviata alla [[Croce Rossa Internazionale]] dal Generale [[Władysław Sikorski]], il 26 aprile 1943 [[Radio Mosca]] annunciò la decisione russa di rompere le relazioni diplomatiche con il governo polacco in esilio a Londra,<ref>[[Daily Express]], n.13.387 del 27 aprile 1943</ref> accusandolo di collaborare con la Germania nazista e avviando una campagna per far riconoscere dagli Alleati occidentali il governo collaborazionista, da loro organizzato, in contrapposizione a quello dei cosiddetti "Polacchi di Londra", guidato da [[Wanda Wasilewska]].
== Commissione internazionale d'inchiesta e intimidazioni ==
Su iniziativa della Germania nazista si costituì, a fine aprile 1943, una commissione internazionale sotto il patrocinio della [[Croce Rossa Internazionale]], formata da dodici esperti di altrettanti Paesi, tutti cattedratici universitari, guidata dallo svizzero Naville e della quale faceva parte anche l'italiano [[Vincenzo Mario Palmieri]], ordinario di Medicina legale e delle assicurazioni all'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università di Napoli]].
Il verdetto unanime di questa commissione, basato sull'esame dei cadaveri e dei fori d'entrata e uscita delle pallottole, dell'abbigliamento invernale, dei documenti trovati loro indosso, tutti attestanti date non successive al marzo 1940, della [[dendrocronologia]] degli alberi della foresta circostante, rivelanti un'età non superiore ai tre anni, ma non inferiore ai due (quindi non compatibile con la data rivendicata poi dai Sovietici della tarda estate 1941), attribuì il massacro all'Armata Rossa. I Sovietici non accettarono tale verdetto, che ritennero influenzato dalla propaganda nazista.
Alcuni membri della Commissione furono uccisi, altri intimiditi e costretti a ritirare le loro perizie. Il professor Palmieri, dopo la caduta del [[fascismo]], dal 1943 al 1948 fu fatto segno di una campagna denigratoria insistente, condotta da [[Mario Alicata]] ed [[Eugenio Reale]], dirigenti napoletani del [[Partito Comunista Italiano]], che lo additarono come 'L'uomo di Katyń', ossia un collaborazionista col regime fascista, del quale chiesero l'epurazione. Il professore fu ingiuriato in classe dagli studenti.<ref>Sulla vicenda di Palmieri vedi {{Cita|Zaslasvsky 2006|pp. 74 e succ.}}.</ref>
== Tentativi d'insabbiamento ==
La [[Germania nazista]] utilizzò il massacro di
Per gli Alleati occidentali il massacro di Katyń e la crisi polacco-sovietica iniziavano a minacciare l'alleanza strategica con l'URSS in un momento in cui l'importanza dei polacchi per gli Alleati, essenziale nei primi anni di guerra, iniziava a svanire con l'entrata nel conflitto dei colossi militari e industriali di USA e URSS. Il primo ministro britannico [[Winston Churchill]] e il presidente statunitense [[Franklin Delano Roosevelt]] erano sempre più divisi tra i loro impegni verso l'alleato polacco, la ferma posizione di Sikorski e le domande (spesso rasentanti il ricatto politico) di Stalin e dei suoi diplomatici,<ref>{{cita libro|nome=Dennis J.|cognome=Dunn|titolo=Caught between Roosevelt & Stalin: America's ambassadors to Moscow|url=https://books.google.com/books?id=Cm6IH1a4oksC&pg=PA184|accesso=2 giugno 2011|anno=1998|editore=University Press of Kentucky|isbn=978-0-8131-2023-2|p=184|lingua=en}}</ref> la cui politica era chiara nei commenti dell'ambasciatore sovietico a Londra, [[Ivan Maiskij]], il quale disse a Churchill che il destino della Polonia era segnato dall'essere «una nazione di 20 milioni di persone confinante con una di 200 milioni». L'improvvisa scomparsa del generale Sikorski, l'unico che aveva mantenuto una presa di posizione senza compromessi sulla questione, evitò la minaccia di una spaccatura tra gli Alleati occidentali.
Nel gennaio 1944, avendo riconquistato la zona di Katyń, i sovietici istituirono una compiacente "Commissione speciale per la determinazione e investigazione dell'uccisione di prigionieri di guerra polacchi da parte degli invasori fascisti tedeschi nella foresta di Katyń", guidata dal Presidente dell'Accademia di Scienza Medica dell'URSS [[Nikolaj Burdenko]], che riesumò nuovamente i corpi e giunse alla «conclusione» che le uccisioni erano state eseguite dagli occupanti tedeschi.
In privato il primo ministro britannico Winston Churchill espresse l'opinione che le atrocità erano state probabilmente compiute dai sovietici. Secondo una nota del Conte Raczyński, Churchill ammise il 15 aprile, durante una conversazione con il Generale Sikorski: «Ahimè, le rivelazioni tedesche sono probabilmente vere. I bolscevichi possono essere molto crudeli».<ref>{{cita libro|cognome=Raczynski |nome=Edward |titolo=In Allied London: The Wartime Diaries of the Polish Ambassador|anno=1962|p=141|lingua=en}}</ref> Comunque allo stesso tempo, il 24 aprile, Churchill rassicurò i russi: «Dobbiamo sicuramente opporci vigorosamente a qualsiasi "investigazione" da parte della Croce Rossa Internazionale o di qualsiasi altro organo in qualsiasi territorio durante l'occupazione tedesca. Tali investigazioni sarebbero una frode e le loro conclusioni ottenute per mezzo del terrorismo».<ref name=crawford>{{cita libro|titolo=The Eastern Front Day by Day, 1941–45: A Photographic Chronology|cognome=Crawford|nome=Steve|anno=2006|editore=Potomac Books|isbn=978-1-59797-010-5|p=20|lingua=en}}</ref>
Nel 1944 il presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt incaricò il capitano [[George Howard Earle III|George Earle]], suo emissario speciale nei [[Penisola balcanica|Balcani]], di raccogliere informazioni su Katyń. Earle svolse l'incarico usando contatti in [[Bulgaria]] e in [[Romania]]. Anche Earle concluse che l'Unione Sovietica era colpevole. Dopo consultazioni con [[Elmer Davis]], il direttore dell'Ufficio di informazione di guerra", Roosevelt rigettò tali conclusioni, dicendosi convinto della responsabilità nazista, e ordinò la soppressione del rapporto di Earle. Quando Earle richiese formalmente il permesso di pubblicare le sue scoperte, il presidente gli diede ordine scritto di desistere dal suo intento. Earle venne riassegnato e trascorse il resto della guerra nelle [[Samoa Americane]].
Dal 28 dicembre 1945 al 4 gennaio 1946, sette militari della Wehrmacht furono processati da un tribunale militare sovietico a Leningrado. Uno di loro, Arno Düre, accusato di aver ucciso numerosi civili usando mitragliatrici nei villaggi sovietici, ha confessato di aver preso parte alla sepoltura (sebbene non dell'esecuzione) da 15.000 a 20.000 prigionieri di guerra polacchi a Katyn'. Per questo gli fu risparmiata l'esecuzione e gli furono comminati 15 anni di lavori forzati. La sua confessione era piena di assurdità, e quindi non fu usato come testimone dell'accusa sovietica durante i processi di Norimberga. In seguito ritrattò la sua confessione, sostenendo di essere stato costretto a confessare dagli investigatori.<ref>{{ru icon}} I. S. Yazhborovskaja, A. Yu. Yablokov, V. S. Parsadanova, [http://katynbooks.narod.ru/syndrome/Docs/Chapter_05.html ''Катынский синдром в советско-польских и российско-польских отношениях''] (''The Katyn Syndrome in Soviet–Polish and Russian–Polish Relations''), Moscow, ROSSPEN, 2001, {{ISBN|978-5-8243-0197-7}}, pp. 336–337. (paragrafo che precede la nota [40] nella versione web). Una recensione di questo libro è apparsa come {{Cita pubblicazione|cognome1= Cienciala |nome1= A. M. | doi = 10.1111/j.1467-9434.2005.00389.x |titolo= The Katyn Syndrome|url= https://archive.org/details/sim_russian-review_2006-01_65_1/page/117 |rivista= [[The Russian Review]]|volume= 65 |numero= 1|pp= 117-121 |anno= 2006 | issn = 0036-0341}}</ref>
Nel 1946, il [[pubblico ministero]] capo sovietico al [[processo di Norimberga]], [[Roman Rudenko]], cercò di accusare la Germania per le uccisioni di Katyń, dichiarando che: «Uno dei più importanti atti criminali, del quale i principali criminali di guerra sono responsabili, erano le esecuzioni di massa di prigionieri di guerra polacchi uccisi nella foresta di Katyń, nei pressi di Smolensk, da parte degli invasori tedeschi»<ref name="norimberga" />, ma, pur potendo disporre di "testimoni oculari" che "avevano visto" i tedeschi compiere il massacro, tutti adeguatamente preparati dall'NKVD, fece cadere la questione dopo che [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e [[Regno Unito]] si rifiutarono di appoggiarlo e gli avvocati tedeschi misero in piedi una difesa imbarazzante. Katyń non è menzionata in nessuna delle sentenze di Norimberga. Nel 1951-1952, un'indagine del Congresso statunitense concluse che i polacchi erano stati uccisi dai sovietici. Ma, siccome l'Unione Sovietica era tra i Paesi vincitori della Seconda guerra mondiale, aveva beneficiato dell' {{chiarire|[[amnistia]]|quale?}} concessa alle potenze vincitrici del conflitto<ref>Sandro Fontana, ''Le grandi menzogne della storia contemporanea'', Edizioni Ares, 2009.</ref>.
Durante gli anni della [[guerra fredda]], le autorità comuniste polacche occultarono la questione in accordo con la propaganda sovietica, censurando deliberatamente qualsiasi fonte che potesse fare qualche luce sul crimine sovietico. La verità non fu nota pubblicamente, se non dopo la caduta del comunismo nel 1989. Per coprire il massacro di Katyń, il [[Cremlino]] enfatizzò il [[massacro di Hatyn|massacro di Chatyn]], una località bielorussa 60 km a nord di [[Minsk]], dove nel 1943 venne compiuta una strage {{Cn|di militari russi.}} Sui manuali di storia sovietici venne raccontato solo l'eccidio di Chatyn, la cui colpa veniva attribuita all'esercito nazista occupante. Per decenni le autorità, le scolaresche, gli stranieri in visita furono condotti a Chatyn per apprendere tutti i particolari della barbarie germanica.
Il depistaggio andò avanti per decenni, fino a quando nel 1993 il grande scrittore bielorusso [[Vasil Bykaŭ]] denunciò pubblicamente alla radio che il massacro di Chatyn veniva strumentalizzato, tanto più che con ogni probabilità la strage fu compiuta non dai nazisti tedeschi, ma dagli [[Organizzazione dei nazionalisti ucraini|ucraini, loro alleati]]. La questione della responsabilità rimase controversa, ad ovest così come oltre la [[cortina di ferro]]
== La rivelazione della verità ==
[[File:Katyn massacre victims commemorated Warsaw 2007.PNG|miniatura|Cerimonia per la commemorazione delle vittime del ''massacro di Katyń''. Varsavia, 10 novembre 2007]]
Nel 1989 studiosi sovietici rivelarono che [[Iosif Stalin|Stalin]] aveva effettivamente ordinato il massacro; nell'ottobre 1990 [[Michail Gorbačëv]] porse le scuse ufficiali del suo paese alla Polonia, confermando che l'[[Narodnyj Komissariat Vnutrennich Del|NKVD]] aveva giustiziato i prigionieri e rendendo nota l'esistenza di altri due luoghi di sepoltura simili a quello di Katyń: Mednoe e Pjatichatki. Il leader sovietico, però, sostenne che i documenti cruciali, tra cui l'ordine di fucilare 25 000 polacchi senza neppure avanzare contro di loro un capo di imputazione, non si sapeva dove fossero.
La vicenda poté dirsi conclusa solo con la presidenza di [[Boris El'cin]]. Nel 1992 alcuni funzionari russi rilasciarono documenti [[top secret]] del «Plico sigillato n. 1». Tra questi vi erano: la proposta del marzo 1940, di Lavrentij Berija, di passare per le armi 25.700 polacchi dei campi di Kozel'sk, Ostaškov e Starobels e di alcune prigioni della Bielorussia e dell'Ucraina occidentali, con la firma (tra gli altri) di Stalin; estratti dell'ordine del [[Politburo]] del 5 marzo 1940; e una nota di [[Aleksandr Šelepin]] a [[Nikita Sergeevič Chruščëv|Nikita Chruščëv]] del 3 marzo 1959, con informazioni sull'esecuzione di 21.857 polacchi e con la proposta di distruggere i loro archivi personali.
Alcuni studiosi, come [[Grover Furr]], negano la colpevolezza sovietica, dichiarando falsi i documenti declassificati e sostengono che i polacchi furono uccisi dai tedeschi nel 1941.<ref>{{Cita libro|titolo=The Mystery of the Katyn Massacre|autore=[[Grover Furr]]|url=https://books.google.it/books?id=Ge8-uwEACAAJ|anno=2018|ISBN=0692134255}}</ref>
Durante la visita in Russia di [[Aleksander Kwaśniewski]], nel settembre del 2004, funzionari russi annunciarono la volontà di trasferire tutte le informazioni sul massacro di Katyń alle autorità polacche non appena fossero state declassificate. Nel marzo 2005 le autorità russe hanno posto fine ad un'investigazione durata un decennio. Il pubblico ministero militare capo russo [[Aleksandr Savenkov]] dichiarò che il massacro non fu un [[genocidio]], un [[crimine di guerra]] o un [[crimine contro l'umanità]] e che «Non esistono assolutamente le basi per parlarne in termini giuridici». Nonostante le dichiarazioni fatte in precedenza, 116 dei 183 volumi di documenti raccolti durante l'investigazione russa, così come la decisione di porvi fine, furono coperti da segreto.
L'[[Istituto della memoria nazionale]] (IPN) polacco decise perciò di avviare una propria indagine. Un gruppo di magistrati, guidati da [[Leon Kieres]], dichiarò che si sarebbe cercato di individuare i nomi di chi ordinò ed eseguì le uccisioni. Il 22 marzo 2005 la [[Camera dei deputati (Polonia)|Camera dei deputati della Polonia]] approvò all'unanimità un atto con il quale richiedeva che sugli archivi russi venisse tolto il segreto. La Camera dei deputati della Polonia inoltre chiese alla Russia di qualificare come [[genocidio]] il massacro di Katyń e di riconoscerne i danni agli eredi delle vittime. I tribunali russi respinsero la richiesta.
Nel 2010 il governo russo accolse parzialmente la richiesta polacca, mettendo online i documenti già noti. Dal 28 aprile, sul [[sito web]] dell'Archivio di Stato russo, sono disponibili i dossier sull'eccidio. Il governo promise a Varsavia di fornire documenti non ancora trasmessi. Il responsabile dell'Archivio di Stato russo, Andreij Artizov, commentò la pubblicazione del dossier dicendo che: «Ora nessuno potrà dubitare che la colpa fu dei sovietici» e che «anche noi non abbiamo fatto solo del bene».<ref>{{Cita news|autore=[[Anna Zafesova]]|titolo=«Medvedev: svelerò i segreti di Katyń», Pubblica online i documenti e promette a Varsavia l'intero dossier. Il polacco Tusk: “Aspettiamo i fatti”|giornale=[[La Stampa]]|data=29 aprile 2010|p=11}}</ref>
Per ricucire la profonda ferita e le divisioni che il massacro aveva provocato fra i due popoli, nell'aprile dello stesso anno si sarebbe dovuta tenere in [[Russia]] una solenne commemorazione delle vittime dell'eccidio, alla presenza delle massime autorità polacche e russe; ma la cerimonia non poté aver luogo, a causa dell'[[Incidente del Tupolev Tu-154 dell'Aeronautica Militare Polacca del 2010|incidente dell'aereo presidenziale polacco]], in cui persero la vita il presidente della [[Polonia]] [[Lech Kaczyński]] ed altre 95 persone.
== Katyń nella cultura di massa ==
* Quando nel 1990 l'URSS ammise la responsabilità del massacro, "scagionando" i [[Nazismo|nazisti]], in Italia il disegnatore [[Giorgio Forattini]] dedicò all'evento una vignetta, raffigurante uno Stalin inginocchiato e sottomesso mentre, con una bacinella d'acqua, lava i piedi ad un Hitler compiaciuto, con sotto l'ironica didascalia ''Katyn''.
* ''[[Katyn (film)|Katyn]]'' è il titolo di un film del 2007 del regista polacco [[Andrzej Wajda]], candidato all'[[Oscar al miglior film in lingua straniera|Oscar al miglior film straniero]] 2008.
* Nel film ''[[Enigma (film 2001)|Enigma]]'' il ritrovamento dei corpi da parte dei nazisti è riprodotto all'inizio e fa da sfondo alla trama.
* Nel 2018 è stato prodotto il film ''[[L'ultimo testimone (2018)|L'ultimo testimone]]'' del regista [[Piotr Szkopiak]], incentrato sulla ricerca della verità da parte del giornalista inglese Stephen Underwood.<ref>{{Cita web|url=https://www.filmtv.it/film/157103/the-last-witness-l-ultimo-testimone/ |titolo=L'ultimo testimone |autore= |sito=filmtv.it |data= |lingua=It |accesso=5 novembre 2018}}</ref>
== Note ==
<references
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=[[Janusz K. Zawodny]]
* {{Cita libro|autore=Alexandra Viatteau|titolo=1940-1943. Katyn: l'armée polonaise assassinée|città=Bruxelles|editore=Editions Complexe|anno=1992|lingua=fr|ISBN=9782870273104}}
* [[Andrzej Paczkowski]], ''Katyn', prigioni e deportazioni (1939-1941)'', in [[Stéphane Courtois]], [[Nicolas Werth]], [[Jean-Louis Panné]], [[Andrzej Paczkowski]], [[Karel Bartosek]], [[Jean-Louis Margolis]], ''[[Il libro nero del comunismo]]'', Laffront, Parigi 1997; trad. it. Mondadori, Milano 1998, pp. 343-348 et passim.
* {{Cita libro|autore=[[Victor Zaslavsky]]|titolo=Pulizia di classe. Il massacro di Katyn|anno=2006|ISBN=88-15-11008-9|cid=Zaslavsky 2006}}
* {{Cita libro|autore=[[George Sanford]]|titolo=Katyn e l'eccidio sovietico del 1940. Verità, giustizia e memoria|anno=2007|ISBN=88-02-07709-6}}
* {{Cita libro|autore=George Sanford|titolo=Katyn and the Soviet Massacre of 1940: Truth, Justice and Memory|editore=Routledge|anno=2005|lingua=en|cid=Sanford 2005}}
* {{Cita libro|autore=[[Andrea Graziosi]]|titolo=L'Urss di Lenin e Stalin|editore=Il Mulino|città= Bologna|anno=2007|cid=Graziosi 2007}}
* {{Cita libro|autore=[[Anna M. Cienciala]]|autore2=[[Natalia Lebedeva]]|autore3= [[Wojchech Materski]]|titolo=Katyn. A Crime Without Punishment|editore=Yale University Press|città=Yale|anno=2008|ISBN= 978-0-300-10851-4|lingua=en}}
== Voci correlate ==
* [[Commissione Katyn']]
* [[Memoriale Gloria Victis]]
* [[Occupazione della Polonia]]
*
* [[Konstanty Plisowski]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web | 1 = http://www.electronicmuseum.ca/Poland-WW2/katyn_memorial_wall/kmw.html | 2 = Lista delle vittime del massacro di Katyń | accesso = 25 marzo 2005 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080526073842/http://www.electronicmuseum.ca/Poland-WW2/katyn_memorial_wall/kmw.html | dataarchivio = 26 maggio 2008 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=https://www.questia.com/PM.qst?a=o&d=27886543|autore=J. K. Zawodny|titolo=In teh Forest - The Story of the Katyn Forest Massacre|editore=University of Notre Dame Press|anno=1962|accesso=2 maggio 2019|dataarchivio=5 giugno 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110605002045/http://www.questia.com/PM.qst?a=o&d=27886543|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.katyn.org.au/|titolo=Katyn Forest Massacre|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.fco.gov.uk/servlet/Front?pagename=OpenMarket/Xcelerate/ShowPage&c=Page&cid=1049114089000|titolo=Reazioni britanniche al massacro di Katyn, 1943-2003|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060420031002/http://www.fco.gov.uk/servlet/Front?pagename=OpenMarket%2FXcelerate%2FShowPage&c=Page&cid=1049114089000|dataarchivio=20 aprile 2006|lingua=en|accesso=24 aprile 2019|urlmorto=no}}
* {{cita web|url=http://www.fco.gov.uk/servlet/Front?pagename=OpenMarket/Xcelerate/ShowPage&c=Page&cid=1050510186860|titolo=The Katyn Massacre: A Special Operations Executive perspective|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060420030939/http://www.fco.gov.uk/servlet/Front?pagename=OpenMarket%2FXcelerate%2FShowPage&c=Page&cid=1050510186860|dataarchivio=20 aprile 2006|lingua=en|accesso=24 aprile 2019|urlmorto=no}}
* {{cita web|http://www.radioradicale.it/scheda/276360/intervista-a-viktor-zaslavsky-sul-massacro-di-katyn|titolo=Il film di Andrzej Wajda "Katyn". Intervista a Victor Zaslavsky|sito=RadioRadicale.it|tipo=Intervista audio a Viktor Zaslavsky sul massacro di Katyn}}
* {{cita web|https://www.msz.gov.pl/it/p/mediolan_it_k_it/news/museo_di_katyn|Museo di Katyn|lingua=en}}
{{Stalinismo}}
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