==Personaggi e interpreti==
{{Opera
|titoloitaliano=Chimène
|titolooriginale=Chimene<ref>"Chimene" costituisce la francesizzazione del nome spagnolo "Jimena" (Simona) ed è scritto senza accenti sulle «e», sia nel libretto originale dell'opera, sia nella sua fonte diretta, la tragicommedia [[Le Cid]] di [[Pierre Corneille|Corneille]] (cfr. [http://books.google.it/books?id=H_s_AAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=le+cid+corneille&hl=it&ei=wqBXTYuILYP14ga3pfXQBg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CDUQ6AEwAg#v=onepage&q&f=false edizione del 1647 digitalizzata in books.google]); nell'ambito di questa voce si è utilizzata la grafia francese moderna del nome, "Chimène", con l'[[accento grave]] sulla prima «e», che è diventata corrente fin dall'[[XIX secolo|Ottocento]] (cfr. Jullien e Lajarte)</ref> ou Le Cid
|genere= [[Tragédie lyrique]]
|musica= [[Antonio Sacchini]]
|libretto= [[Nicolas-François Guillard]],<br/>(edizione originale ''on-line'': [http://books.google.it/books?id=cPtDAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=Chimene,+Ou+Le+Cid:+Trag%C3%A9die+En+Trois+Actes&hl=it&ei=l5hKTfOpC86gOp2o4NQP&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CDAQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false books.google])
|soggetto= [[Pierre Corneille]], ''[[Le Cid]]'', [[tragicommedia]] ([[1636]]),<br/>tratta dai drammi di<br/>[[Guillén de Castro|Guillén de Castro y Bellvís]],<br/>''Las mocedades del Cid. Comedia primera'' e ''Comedia segunda'' (1605-1615),<br/>ispirati all'[[poema epico|epica]] spagnola del [[Poema del mio Cid|''Cantar de mio Cid'']] ([[XII secolo]]),
|numeroatti= tre
|primarappresentazione= [[16 novembre]] [[1783]]
|teatro= [[Castello di Fontainebleau]]
|personaggi=
*Le roi ([[Baritenore|''taille'']]/[[baritono]])<ref name="Lays">Dennis Libby attribuisce al registro di "tenore" la parte del re, ma il primo interprete, Lays, non risulta facilmente inquadrabile venendo ora classificato come ''taille'' (baritenore), ora come ''basse-taille'' ([[basso-cantante]] o basso-baritono): probabilmente si trattava di un baritono nel significato moderno del termine (cfr. Elizabeth Forbes, ''Lays [Lay, Lais], François'', in ''Grove Dictionary'', II, pp. 1112-1113), e, a discapito delle sue lacune tecniche, era destinato ad imperversare sui palcoscenici dell<nowiki>'</nowiki>''Opéra'' fino al secondo decennio dell'[[XIX secolo|Ottocento]], con uno sbalorditivo numero di sessantotto nuove creazioni (Pitou, ''ad nomen'')</ref>
*Chimène ([[soprano]])
*Rodrigue ([[tenore]])
*Don Diegue ([[basso-cantante]])
*Don Sanche (''[[haute-contre]]'')
*Un araldo (basso-cantante)
*Una corifea (soprano)
*Elvire (soprano)
*Donna del seguito di Chimène (soprano)
*Un cavaliere (tenore)
*Un ufficiale castigliano
*Un corifeo (baritono)
*seguito del re, donne al seguito di Chimène, amici di Don Diegue, popolo, mori prigionieri di guerra, truppe castigliane vittoriose
}}
'''Chimène ou Le Cid''' è una [[Tragédie lyrique|tragédie (lyrique)]] in 3 atti di [[Antonio Sacchini]], su libretto di [[Nicolas-François Guillard]] andata in scena a [[Fontainebleau]] il [[16 novembre]] [[1783]]. Il soggetto dell'opera è ispirato alla [[tragicommedia]], [[Le Cid]], di [[Pierre Corneille]], ed indirettamente all'[[poema epico|epica]] spagnola del [[Poema del mio Cid|''Cantar de mio Cid'']] ([[XII secolo]]) ed ai drammi di [[Guillén de Castro|Guillén de Castro y Bellvís]], ''Las mocedades del Cid. Comedia primera'' e ''Comedia segunda'' (nota anche come ''Las hazañas del Cid'') (1605-1615).
== I precedenti ==
Sacchini si era già accostato al soggetto del [[Il Cid|''Cid Campeador'']] due volte. La prima occasione era stata a [[Roma]], nella stagione di Carnevale del [[1769]], quando, sotto il titolo de ''Il Cidde'', aveva messo in musica un libretto di Giovacchino Pizzi in precedenza già utilizzato da [[Niccolò Piccinni|Piccinni]], e che sarebbe rimasto in auge per almeno un altro decennio. Protagonista dell'opera era stato il [[soprano]] [[castrato]], allora sulla cresta dell'onda, [[Tommaso Guarducci]]. Un volta trasferitosi a [[Londra]], Sacchini aveva ripreso in mano il soggetto per il suo esordio inglese (''Il Cid'', [[1773]]), utilizzando una rielaborazione del libretto di Pizzi effettuata da Giovanni Gualberto Bottarelli, poeta ''ufficiale'' del [[Her Majesty's Theatre|''King's Theatre'']], la quale includeva nuove scene spettacolari, in particolare "una marcia trionfale, cori e balletti, intese a tener desto l'interesse in un pubblico che conosceva poco l'italiano". Protagonista dell'opera era stato, in questa seconda occasione, un altro dei grandi castrati dell'epoca, [[Giuseppe Millico]], il quale, una volta rientrato in Italia, sponsorizzò una seconda messa in musica dello stesso libretto di Bottarelli da parte di [[Giovanni Paisiello]], a [[Firenze]], nel [[1775]].<ref name="Libby">Libby</ref>
Trasferitosi da Londra a [[Parigi]] nel [[1781]], e riuscito faticosamente ad esordire all'[[Opéra National de Paris|''Opéra'']] nel gennaio del [[1883]] con il [[Renaud (opera)|Renaud]]<ref>si trattava in effetti del suo esordio a livello di [[opera francese]], in quanto nel 1779 era già stato dato all<nowiki>'</nowiki>''Opéra'' il suo [[dramma giocoso]] ''italiano'', riclassificato come [[intermezzo|''intermède'']], [[L'amore soldato]]</ref>, Sacchini si risolse, per la sua seconda opera francese, a riprendere in mano il soggetto del ''Cid Campeador'', questa volta su un nuovo libretto, intitolato ''Chimème'', preparatogli da colui che doveva diventare il suo poeta di riferimento a Parigi, Nicolas-François Guillard. "Come ci si poteva aspettare, - rileva Dennis Libby in proprosito - questo libretto [era quello ad avere] la più stretta somiglianza con la tragedia di Corneille, nel mentre esso veniva incontro al gusto francese per cori e balletti".<ref name="Libby"/> Secondo Lajarte, "Chimène era, ad esser precisi, una traduzione, e non un'opera nuova",<ref name="Lajarte">Lajarte, p. 340</ref> mentre Pitou scrive direttamente che "essa era stata messa in scena a Roma e a Londra precedentemente alla sua prima parigina".<ref name="Pitou">Pitou, p. 116</ref> In effetti vale per ''Chimène'' ciò che è stato accertato anche per il ''Renaud'' ripetto alle precedenti ''Armida'' ([[Milano]] e Firenze, [[1772]]) e ''Rinaldo'' (Londra, [[1780]]), e cioè che, al di là delle frequenti illazioni circa un presunto rapporto di filiazione progressiva tra i vari lavori cronologicamente successivi, "paiono non esserci interrelazioni musicali di qualsiasi sostanza tra le tre opere ''ciddiane'' di Sacchini, anche se ciò non può essere asserito con assoluta certezza non essendo l'edizione londinese sopravvissuta nella sua interezza (ne furono [comunque] pubblicati estratti insolitamente ampi)".<ref name="Libby"/>
== Le vicende storiche dell'opera ==
La gestazione della seconda opera ''parigina'' di Sacchini va collocata nel quadro della lotta delle fazioni che animava allora il mondo musicale francese, in una sorta di ripresa, a tempo scaduto, della ''[[Querelle des Bouffons]]'' di un paio di decenni prima. Le ostilità erano state aperte, a metà degli anni '70, degli italofili avversari della musica ''teutonica'' di [[Christoph Willibald Gluck|Gluck]], i quali erano riusciti ad attirare a Parigi uno dei campioni della scuola napoletana, [[Niccolò Piccinni]], praticamente coetaneo, compagno di studi e persino collaboratore, agli inizi, di Sacchini. La battaglia tra i due partiti, "gluckisti" e "piccinnisti", era continuata fino al 1779, quando Gluck, di fronte al fiasco del suo ''[[Echo et Narcisse]]'', aveva deciso di riparare provvisoriamente a [[Vienna]], ed aveva continuato da allora a covare sotto la cenere. L'arrivo di Sacchini a Parigi, nel 1781, era stato caldeggiato dallo stesso Piccinni che vedeva in lui un naturale alleato, ma il vuoto lasciato sul campo dal musicista tedesco, le trame dei nemici di Piccinni, la suscettibilità e il bisogno di denaro di Sacchini avevano finito per mettere inevitabilmente in competizione anche i due italiani, ed una specie di terzo partito musicale si era allora affacciato sulla scena parigina: i "sacchinisti", «sorta di gluckisti moderati, i quali, come disse argutamente [[Friedrich Melchior von Grimm|Grimm]], avevano aderito alla nuova setta solo per invidia nei confronti di Piccinni. Con la sua irresolutezza e debolezza, Sacchini arrivò solo a mettersi contro l'uno e l'altro partito senza riuscire ad farsi benvolere da alcuno dei due; ed al momento della lotta li ebbe entrambi contro».<ref>Jullien, p. 61</ref>
Nella stagione operistica che l<nowiki>'</nowiki>''Académie Royale'' e la ''[[Comédie Italienne]]'' avevano avuto mandato di organizzare congiuntamente per l'autunno del 1783 a corte, nel [[Castello di Fontainebleau]], era già da tempo prevista la rappresentazione di un'opera nuova di Piccinni, la ''[[Didon]]'', e Sacchini si fece convincere ad affrettare la composizione del secondo dei tre lavori che aveva in contratto con l<nowiki>'</nowiki>''Opéra'', e per il quale, come già detto, venne prescelto come soggetto quello ispirato alla tragedia ''Le Cid'' di Corneille. I due melodrammi vennero messi apertamente in competizione: «''Didon'' doveva essere rappresentata il [[16 novembre]] e ''Chimène'' il [[18 novembre]] [[1783]]. Per meglio comunque parificare le ''chances'', la Saint-Huberty [primadonna dell<nowiki>'</nowiki>''Opéra''<ref>Antoinette-Cécile Saint-Huberty (nata Clavel) era diventata la primadonna assoluta dell<nowiki>'</nowiki>''Opéra'' a seguito della morte di Marie-Joséphine Laguerre nel febbraio, e del ritiro della Levasseur (Marie-Claude-Josèphe, detta Rosalie), alla quarta rappresentazione del ''Renaud'', nel marzo di quello stesso anno 1783 (Pitou, p. 316, 349 e 484)</ref>] doveva ricoprire i ruoli del titolo in entrambe le opere ... per ciascuna [delle quali] erano state previste due rappresentazioni».<ref>Sauvé, pp. 74-75</ref> La ''Didon'', probabilmente il capolavoro di Piccinni, risultò un trionfo, mentre ''Chimène'' ebbe più che altro un successo di stima e fu rappresentata una sola volta delle due previste, perché il «re in persona, che pure non era certo un melomane, volle riascoltare ''Didon'' una terza volta. "Quest'opera - diceva - mi fa l'effetto di una bella tragedia".» Come che sia, sia Piccinni che Sacchini furono «presentati al re, e, siccome si era appena accordata al primo un pensione di seimila lire, una eguale fu attribuita anche al secondo; Sacchini [ebbe], in più del suo emulo, il prezioso onore di essere presentato al re dalla regina medesima»,<ref>Jullien, p. 64</ref> la quale costituiva la grande protettrice del fiorentino, il quale aveva probabilmente occupato nel suo cuore il posto che era stato del suo grande maestro di gioventù, Gluck, ora lontano da Parigi.
d inimicarsi questa aveva avuto inizio ''première'' si tenne il 28 febbraio 1783, alla presenza della regina [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta]], protettrice di musicista,<ref>la regina, "alla quale Sacchini era stato raccomandato dal [di lei] fratello [[Giuseppe II del Sacro Romano Impero|Giuseppe II]]", assisté anche alla quarta rappresentazione (Lajarte, p. 333), in occasione della quale si ebbe il passaggio del testimone tra le due primedonne Levasseur e Saint-Huberty (cfr. ''infra'')</ref> nell<nowiki>'</nowiki>''Académie Royale de Musique et de Danse'' ([[Opéra National de Paris|''Opéra'']], Salle du Théâtre de la Porte-Saint-Martin) di [[Parigi]], con la coreografia di [[Maximilien Gardel]], ''aîné'',<ref>detto cioè "il maggiore", per distinguerlo dal fratello [[Pierre Gardel]]</ref> e con un ''cast'' composto dai maggiori artisti dell<nowiki>'</nowiki>''Académie'': tra essi, il primo [[tenore]] (''[[haute-contre]]'') [[Joseph Legros]] (o Le Gros) e il [[soprano]] "di lungo corso" [[Rosalie Levasseur]] (per entrambi i quali le parti, rispettivamente, di Renaud e di Armide, costituirono i ruoli d'addio alle scene<ref>Legros aveva esordito all<nowiki>'</nowiki>''Opéra'' nel 1764 e si ritirò dalle scene nel 1783 a causa dell'ormai soverchiante obesità che ne intralciava i movimenti scenici; Marie Claude Josèphe Levasseur, detta Rosalie, aveva invece debuttato nel 1766 e fu sostituita nel ruolo di Armide, alla quarta rappresentazione, dalla nuova primadonna dell<nowiki>'</nowiki>''Opéra'', Antoinette-Cécile Saint-Huberty (Pitou, ''ad nomina'')</ref>), l'astro nascente Marie-Thérèse Maillard, anch'ella soprano,<ref>tutti le cantanti del resto venivano definite, in Francia, soprani (''dessus''), anche quando si esibivano in comode tessiture da [[mezzo-soprano]], a causa di una sorta di pregiudizio razziale secondo cui il paese non partoriva contralti. Come ebbe a riferire [[Hector Berlioz]], «all<nowiki>'</nowiki>''Opéra'' pretendevano ancora, non più tardi di trent'anni fa, che la Francia non producesse contralti. In conseguenza, i cori francesi avevano solo soprani ...» (''À travers chants, Études musicales, adorations, boutades et critiques'', Parigi, Michel Lévy Frères, 1862, p. 155 - accessibile gratuitamente ''on-line'' in [http://books.google.it/books?id=messAAAAYAAJ&pg=PA155&dq=Hector+Berlioz+%C3%80+travers+chants+les+choeurs+francais&hl=it&ei=4ng5Tbm_K9OM4gagoriyCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CCsQ6AEwAQ#v=onepage&q&f=false books.google])</ref> nella parte di Antiope, e il [[baritenore]] ''profondo'' François Lays, in quella di Hidraot.<ref>probabilmente [[baritono]] nel significato moderno del termine (cfr. Elizabeth Fobes, ''Lays [Lay, Lais], François'', in ''Grove Dictionary'', II, pp. 1112-1113), Lays (o Lay o Laïs), nonostante le sue lacune tecniche, avrebbe imperversato sui palcoscenici dell<nowiki>'</nowiki>''Opéra'' fino al secondo decennio dell'[[XIX secolo|Ottocento]], con uno sbalorditivo numero di sessantotto nuove creazioni (Pitou, ''ad nomen'')</ref>
Il ''Renaud'' costituiva l'opera di esordio all<nowiki>'</nowiki>''Académie Royale'' da parte di Sacchini, il quale si era risolto ad accettare le sollecitazioni dell'amico [[Nicolas-Étienne Framery|Framery]], grande estimatore della musica italiana, a trasferirsi a Parigi da [[Londra]], anche per sfuggire ai debiti ed alle difficoltà che ormai gli rendevano difficoltosa la vita nella capitale britannica. Il soggetto ''tassesco'' dell'opera non gli era, in un certo senso, nuovo: egli aveva già musicato un<nowiki>'</nowiki>''Armida'' a Milano nel 1772, su libretto di Jacopo Durandi (o Giacomo Duranti), e poi aveva rielaborato l'opera per Londra nel 1780, con il nuovo titolo di ''Rinaldo'', solo che le vicende trattate in questi lavori costituivano in effetti soltanto l'antefatto di quelle narrate nel libretto predisposto da Leboeuf per Parigi, con la collaborazione del Framery.<ref>[http://delteatro.it/dizionario_dell_opera/r/renaud.php ''Dizionario dell'opera''] (consultato il 21 gennaio 2011). Altre fonti sostengono, in maniera peraltro meno dettagliatamente motivata, che il ''Renaud'' fosse in effetti solo un "adattamento" (David DiChiera, voce: ''Sacchini, Antonio (Maria Gasparo Gioacchino)'', in ''Grove Dictionary'', IV, p. 114) o "un profondo rimaneggiamento" (voce: ''Sacchini, Antonio Maria Gaspare'', in Salvatore Caruselli (a cura di), ''Grande enciclopedia della musica lirica'', Roma, Longanesi & C. Periodici S.p.A., IV, p. 1087) dell<nowiki>'</nowiki>''Armida'' del 1772. Dennis Libby (voce: ''Armida (iii)'', in ''Grove Dictionary'', I, p. 198) precisa che «Sacchini usò questo soggetto altre due volte: come ''Rinaldo'' (1780, Londra), e come sua prima opera francese, ''Renaud'' (1783, Parigi), su libretto di Pellegrin e Leboeuf», cosa che, come si è visto, non è esatta, in quanto la trama dell'ultima opera è completamente diversa da quella delle due precedenti. Libby ammette comunque più avanti che «i particolari del rapporto tra le tre partiture non sono stati ancora investigati appieno.»</ref>
L'opera ebbe una buona riuscita, "grazie soprattutto alla partitura di Sacchini, la quale contiene delle pagine superbe", e fu messa in scena ben cinquantuno volte nel biennio successivo. Essa fu poi ripresa in altre settantasei occasioni, tra il 1789 e il 1795, ed ebbe infine un breve ''revival'' nel 1815, con altri tre spettacoli. In totale quindi, il lavoro raccolse un numero di centotrenta rappresentazioni all<nowiki>'</nowiki>''Opéra'' prima di uscire definitivamente di repertorio.<ref>Pitou, p. 463</ref>
== Soggetto ==
L'azione è ambientata in [[Terrasanta]] durante la [[Prima Crociata]]. Tra parentesi sono indicati i brani ritenuti notevoli da Lajarte, e che, secondo Pitou, ricevettero la miglior accoglienza da parte del pubblico.<ref>Pitou, p. 464</ref>
=== Antefatto ===
La principessa di [[Damasco]] e maga, Armida, innamoratasi del crociato Rinaldo (''Renaud''), riesce momentaneamente ad indurlo a contraccambiarla, grazie ad un incantesimo, e ad unirsi a lei. Tuttavia, due cavalieri compagni d'arme di Rinaldo, riescono alla fine a rintracciarlo ed a rompere l'incantesimo: il cavaliere può quindi riprendere il proprio posto tra i guerrieri crociati ed Armida viene abbandonata, in preda al furore e alla disperazione.
=== Atto primo ===
Rinaldo si trova al campo saraceno dell'ammirato re di Damasco e padre di Armida, Idraote (''Hidraot''), per offrire la pace in cambio della rinuncia a Gerusalemme (''Solyme'') da parte dei musulmani. Idraote e i suoi alleati paiono disposti ad accettare, quando la furibonda Armida irrompe in scena sul suo carro accusandoli di codardia e promettendo la sua mano a chi le porterà la testa del traditore. Partito Rinaldo, i seguaci d'Armida fanno voto di ucciderlo (coro "''Arbitre et souverain du sort!''") e l'atto si chiude con l'arrivo delle bellicose amazzoni, in un balletto secondo l'uso francese.
=== Atto secondo ===
Mentre Armida, sbollita la rabbia, si scopre ancora innamorata di Rinaldo, Antiope, regina delle Amazzoni, le annuncia che i suoi seguaci stanno tendendo un agguato a tradimento nei confronti del cavaliere. La maga si precipita in suo soccorso, tacciando i suoi di assassini e non di vendicatori, quali lei li aveva voluti. Rimasta sola con Rinaldo (duo "''Généreux Inconnu ...''"), non riesce ad indurlo, nonostante qualche segno di cedimento, a rinnovare il suo amore per lei, ma lo invita comunque, alla fine, pur nell'incertezza dei sentimenti, a mettersi in salvo. Rimasta sola Armida inveisce contro il sentimento che le sta costando tante lacrime (aria "''Barbare Amour ...''"). A questo punto entra però in scena Idraote che rimprovera la figlia per aver ceduto all'amore e le annuncia che Rinaldo sta facendo strage nel campo saraceno. Armida si rivolge allora alle potenze infernali ed evoca le [[Furie]] (interpretate, come consueto nella tradizione francese,<ref>la stessa distribuzione basso/''taille''/''haute-contre'' la si ritrova ad esempio nelle tre [[Parche]] dell'[[Hippolyte et Aricie (Rameau)|''Hippolyte et Aricie'']] di [[Jean-Philippe Rameau|Rameau]]</ref> da tre cantanti maschi in [[travesti]], nell'occasione un [[Basso (voce)|basso]], un [[baritenore|tenore baritonale (''taille'')]] e una ''[[haute-contre]]''), le quali però non riescono ad entrare in scena perché trattenute da una misteriosa forza superiore (coro degli spiriti infernali "''Nous sommes retenus ...''). Idraote si getta allora nella lotta rinnegando la figlia traditrice e proponendosi di uccidere Rinaldo o di morire lui stesso.
===Atto terzo ===
La battaglia è terminata ed Armida cerca invano il padre, trovando invece spirante il re indiano Adrasto che le rinfaccia il suo comportamento duplice, che è stato causa, non meno della mano di Rinaldo, della sua morte vicina , ma che lo sarà anche di quella prossima di Idraote, che dovrà seguire la stessa sorte del morente. Armida si rivolge allora al cielo chiedendo di sfogare su lei la sua ira e di salvare invece il vegliardo suo padre, e, quando sente annunciare che Idraote verrà incatenato al carro del vincitore, decide di darsi la morte. È però lo stesso Rinaldo a fermarla cercando invano di rassicurarla, finché non rientra in scena Idraote stesso che le comunica di dovere la vita proprio al crociato. Armida e Rinaldo sono così riconciliati e liberi ormai di dichiararsi il proprio reciproco amore. D'incanto la scena si muta in un ''palais magnifique'' e l'opera si chiude in esultanza, tra i canti dei protagonisti, nel ''ballet général'' di prammatica.
== Personaggi e interpreti==
{| class="wikitable"
!Personaggio<ref name="Personaggi" />
!Ruolo
!Tipologia vocale<ref name="Personaggi" />
!Registro vocale del primo interprete
!Interpreti della prima,<br>13 marzo 1797<ref>Secondo il libretto originale: ''Médée, Tragédie en trois actes en vers, Paroles de Hoffmann, Musique de Chérubini, Représentée sur le Théâtre Feydeau, le 23 Ventôse'', Parigi, Huet, 1797 (accessibile ''online'' come [https://books.google.gr/books?id=bV4ZAAAAMAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false ebook Google]).</ref>
!''Cast'' della prima, 16 novembre 1783<br><small>alla presenza dei reali di [[Francia]], [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]] e [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta]]</small><br>coreografia: [[Pierre Gardel|Pierre Gabriel Gardel]]<ref name="Pitou"/>
|-
|Le roiMédée (Il re di [[CastigliaMedea]])
|[[Baritenore|''taille'']]/[[baritono]]<ref name="Lays"/>
|[[François Lays]] (o Laïs o Lay)
|-
|Chimène (Jimena, amante di Rodrigo che le ha però ucciso il padre in duello)
|[[soprano]]
|Julie-Angélique Scio
|[[Antoinette-Cécile Saint-Huberty]]
|-
|Dircé/[[Glauce]],<ref name="Glauce">Il personaggio ''mitico'' di Glauce (Γλαυκή in greco, definita talora anche Creusa, nell'antichità) è ribattezzata "Dircé" nel libretto francese, mentre nelle versioni italiane si recupera il nome originale.</ref> ''figlia di Creonte''
|Rodrigue (Rodrigo, [[El Cid|''El Cid Campeador'']], condottiero castigliano, amante di Chimème)
|[[tenore]]
|[[Étienne Lainez]] (o Lainé)
|-
|Don Diegue (Don Diego, padre di Rodrigo)
|[[basso-cantante]]
|Augustin-Athanase Chéron
|-
|Don Sanche (Don Sancio, nobiluomo amante e campione di Chimène)
|''[[haute-contre]]''
|J. Rousseau
|-
|Un Herault d'armes (araldo)
|basso cantante
|Jean-Pierre Moreau<ref>il nome proprio Jean-Pierre è riportato solo dall'[http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=&Mese=&Anno=&Giornata=&Testo=Jean-Pierre+Moreau&Parola=Stringa ''Almanacco'' di ''Amadeusonline'']</ref>
|-
|Une coriphée (corifea)
|soprano
|Mademoiselle Rosine
|Anne-Marie-Jeanne Gavaudan ''aînée''
|-
|Néris, ''schiava [[Sciti|scita]]''
|Elvire (Elvira, confidente di Chimène)
|soprano
|Madame Verteuil
|M.lle Joinville
|-
|Jason ([[Giasone (mitologia)|Giasone]])
|Une femme de la suite de Chimène (donna del seguito di Chimène)
|[[tenore]]
|soprano
|[[Pierre Gaveaux]]
|Adelaïde Gavaudan ''cadette''
|-
|Créon ([[Creonte (figlio di Liceto)|Creonte]]), ''re di [[Corinto]]''
|Un chevalier (cavaliere)
|[[Basso (voce)|basso]]
|tenore
|Alexis Dessaules
|Dufrenaye (o Dufresnay)
|-
|''Capitano della guardia''
|Un officier castillan (ufficiale castigliano)
|attore (?poi basso)
|M Le Grand
|Martin
|-
|''Due ancelle di Dircé''
|Un coryphée (corifeo)
|soprani
|baritono
|Émilie Gavaudan, Mlle Beck
|Louis-Claude-Armand Chardin ("Chardiny")
|-
|''I due figli di Giasone e Medea''
|colspan="3"|''coro''
|personaggi muti
|
|-
|colspan="3"|Cor: ''Servi di Dircé, Argonauti, sacerdoti, guerrieri, poppolo di Corinto''
|colspan="3"|'''''Balletto'''''<ref>fonte: Lajarte, p. 341</ref> - ballerine: [[Marie-Madeleine Guimard]], Peslin, Deligny, Pérignon; ballerini: [[Pierre Gardel|Pierre Gabriel Gardel]], Nivelon, Favre
|-
|}
== Note ==
<references/>
== Fonti ==
=== Bibliografia ===
* {{fr}} Libretto: ''Chimene, ou Le Cid, tregédie en trois actes, Représentée devant Leurs Majestés à Fontainebleau'' , Parigi, Ballard, 1783 (accessibile gratuitamente ''on-line'' in [http://books.google.it/books?id=cPtDAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=Chimene,+Ou+Le+Cid:+Trag%C3%A9die+En+Trois+Actes&hl=it&ei=l5hKTfOpC86gOp2o4NQP&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CDAQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false books.google])
* {{fr}} Youri Carbonnier, ''Le personnel musical de l'Opéra de Paris sous le règne de Louis XVI'', «Histoire, économie et société», 2003, 22-2, 177-206 (accessibile ''on-line'' in [http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/hes_0752-5702_2003_num_22_2_2316?_Prescripts_Search_tabs1=standard& Persée], consultato il 3 febbraio 2011)
* {{fr}} Adolphe Jullien, ''La Cour et l'Opéra sous Louis XVI. Marie-Antoinette et Sacchini Salieri Favart et Gluck. D'après des documents inédits conservés aux Archives de l'État et à l'Opéra'', Paris, Librairie Académique (Didier),1878 (accessibile gratuitamente ''on-line'' in [http://openlibrary.org/books/OL14017446M/La_cour_et_l'op%C3%A9ra_sous_Louis_XVI OpenLibrary.org])
* {{fr}} Théodore de Lajarte, ''Bibliothèque Musicale du Théatre de l'Opéra. Catalogue Historique, Chronologique, Anecdotique'', Parigi, Librairie des bibliophiles, 1878, Tome I (accessibile gratuitamente ''on-line'' in [http://www.scribd.com/doc/13265696/Bibliotheque-musicale-du-Theatre-de-lOpera-Tome-I-Theodore-de-Lajarte scribd.com] – consultato il 12 febbraio 2011, ''ad nomen'', pp. 340-341)
* {{en}} Dennis Libby, ''Cid, El'' e ''Cidde, Il'', in Stanley Sadie (a cura di), ''op. cit.'', I, pp. 862-863
* {{en}} Spire Pitou, ''The Paris Opéra. An Encyclopedia of Operas, Ballets, Composers, and Performers – Rococo and Romantic, 1715-1815'', Westport/London, Greenwood Press, 1985. ISBN 0-313-24394-8
* {{en}} Stanley Sadie (a cura di), ''The New Grove Dictionary of Opera'', New York, Grove (Oxford University Press), 1997. ISBN 978-0-19-522186-2
=== Fonti ''on-line'' ===
* [http://www.amadeusonline.net/almanacco.php ''Almanacco'' di Gherardo Casaglia], «Amadeusonline», editore Paragon s.r.l.
* [http://www.italianopera.org/compositori/S/c220411.htm Italianopera]
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