==Personaggi e interpreti==
{{Opera
|titoloitaliano=Chimène
|titolooriginale=Chimene<ref>"Chimene" costituisce la francesizzazione del nome spagnolo "Jimena" (Simona) ed è scritto senza accenti sulle «e», sia nel libretto originale dell'opera, sia nella sua fonte diretta, la tragicommedia [[Le Cid]] di [[Pierre Corneille|Corneille]] (cfr. [http://books.google.it/books?id=H_s_AAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=le+cid+corneille&hl=it&ei=wqBXTYuILYP14ga3pfXQBg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CDUQ6AEwAg#v=onepage&q&f=false edizione del 1647 digitalizzata in books.google]); nell'ambito di questa voce si è utilizzata la grafia francese moderna del nome, "Chimène", con l'[[accento grave]] sulla prima «e», che è diventata corrente fin dall'[[XIX secolo|Ottocento]] (cfr. Jullien e Lajarte)</ref> ou Le Cid
|genere= [[Tragédie lyrique]]
|musica= [[Antonio Sacchini]]
|libretto= [[Nicolas-François Guillard]],<br/>(edizione originale ''on-line'': [http://books.google.it/books?id=cPtDAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=Chimene,+Ou+Le+Cid:+Trag%C3%A9die+En+Trois+Actes&hl=it&ei=l5hKTfOpC86gOp2o4NQP&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CDAQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false books.google])
|soggetto= [[Pierre Corneille]], ''[[Le Cid]]'', [[tragicommedia]] ([[1636]]),<br/>tratta dai drammi di<br/>[[Guillén de Castro|Guillén de Castro y Bellvís]],<br/>''Las mocedades del Cid. Comedia primera'' e ''Comedia segunda'' (1605-1615),<br/>ispirati all'[[poema epico|epica]] spagnola del [[Poema del mio Cid|''Cantar de mio Cid'']] ([[XII secolo]]),
|numeroatti= tre
|primarappresentazione= [[16 novembre]] [[1783]]
|teatro= [[Castello di Fontainebleau]]
|personaggi=
*Le roi ([[Baritenore|''taille'']]/[[baritono]])<ref name="Lays">Dennis Libby attribuisce al registro di "tenore" la parte del re, ma il primo interprete, Lays, non risulta facilmente inquadrabile venendo ora classificato come ''taille'' (baritenore), ora come ''basse-taille'' ([[basso-cantante]] o basso-baritono): probabilmente si trattava di un baritono nel significato moderno del termine (cfr. Elizabeth Forbes, ''Lays [Lay, Lais], François'', in ''Grove Dictionary'', II, pp. 1112-1113), e, a discapito delle sue lacune tecniche, era destinato ad imperversare sui palcoscenici dell<nowiki>'</nowiki>''Opéra'' fino al secondo decennio dell'[[XIX secolo|Ottocento]], con uno sbalorditivo numero di sessantotto nuove creazioni (Pitou, ''ad nomen'')</ref>
*Chimène ([[soprano]])
*Rodrigue ([[tenore]])
*Don Diegue ([[basso-cantante]])
*Don Sanche (''[[haute-contre]]'')
*Un araldo (basso-cantante)
*Una corifea (soprano)
*Elvire (soprano)
*Donna del seguito di Chimène (soprano)
*Un cavaliere (tenore)
*Un ufficiale castigliano
*Un corifeo (baritono)
*seguito del re, donne al seguito di Chimène, amici di Don Diegue, popolo, mori prigionieri di guerra, truppe castigliane vittoriose
}}
'''Chimène ou Le Cid''' è una [[Tragédie lyrique|tragédie (lyrique)]] in 3 atti di [[Antonio Sacchini]], su libretto di [[Nicolas-François Guillard]] andata in scena a [[Fontainebleau]] il [[16 novembre]] [[1783]]. Il soggetto dell'opera è ispirato alla [[tragicommedia]], [[Le Cid]], di [[Pierre Corneille]], ed indirettamente all'[[poema epico|epica]] spagnola del [[Poema del mio Cid|''Cantar de mio Cid'']] ([[XII secolo]]) ed ai drammi di [[Guillén de Castro|Guillén de Castro y Bellvís]], ''Las mocedades del Cid. Comedia primera'' e ''Comedia segunda'' (nota anche come ''Las hazañas del Cid'') (1605-1615).
== I precedenti ==
Sacchini si era già accostato al soggetto del [[Il Cid|''Cid Campeador'']] due volte. La prima occasione era stata a [[Roma]], nella stagione di Carnevale del [[1769]], quando, sotto il titolo de ''Il Cidde'', aveva messo in musica un libretto di Giovacchino Pizzi in precedenza già utilizzato da [[Niccolò Piccinni|Piccinni]], e che sarebbe rimasto in auge per almeno un altro decennio. Protagonista dell'opera era stato il [[soprano]] [[castrato]], allora sulla cresta dell'onda, [[Tommaso Guarducci]]. Un volta trasferitosi a [[Londra]], Sacchini aveva ripreso in mano il soggetto per il suo esordio inglese (''Il Cid'', [[1773]]), utilizzando una rielaborazione del libretto di Pizzi effettuata da Giovanni Gualberto Bottarelli, poeta ''ufficiale'' del [[Her Majesty's Theatre|''King's Theatre'']], la quale includeva nuove scene spettacolari, in particolare "una marcia trionfale, cori e balletti, intese a tener desto l'interesse in un pubblico che conosceva poco l'italiano". Protagonista dell'opera era stato, in questa seconda occasione, un altro dei grandi castrati dell'epoca, [[Giuseppe Millico]], il quale, una volta rientrato in Italia, sponsorizzò una seconda messa in musica dello stesso libretto di Bottarelli da parte di [[Giovanni Paisiello]], a [[Firenze]], nel [[1775]].<ref name="Libby">Libby</ref>
Trasferitosi da Londra a [[Parigi]] nel [[1781]], e riuscito faticosamente ad esordire all'[[Opéra National de Paris|''Opéra'']] nel gennaio del [[1883]] con il [[Renaud (opera)|Renaud]]<ref>si trattava in effetti del suo esordio a livello di [[opera francese]], in quanto nel 1779 era già stato dato all<nowiki>'</nowiki>''Opéra'' il suo [[dramma giocoso]] ''italiano'', riclassificato come [[intermezzo|''intermède'']], [[L'amore soldato]]</ref>, Sacchini si risolse, per la sua seconda opera francese, a riprendere in mano il soggetto del ''Cid Campeador'', questa volta su un nuovo libretto, intitolato ''Chimème'', preparatogli da colui che doveva diventare il suo poeta di riferimento a Parigi, Nicolas-François Guillard. "Come ci si poteva aspettare, - rileva Dennis Libby in proprosito - questo libretto [era quello ad avere] la più stretta somiglianza con la tragedia di Corneille, nel mentre esso veniva incontro al gusto francese per cori e balletti".<ref name="Libby"/> Secondo Lajarte, "Chimène era, ad esser precisi, una traduzione, e non un'opera nuova",<ref name="Lajarte">Lajarte, p. 340</ref> mentre Pitou scrive direttamente che "essa era stata messa in scena a Roma e a Londra precedentemente alla sua prima parigina".<ref name="Pitou">Pitou, p. 116</ref> In effetti vale per ''Chimène'' ciò che è stato accertato anche per il ''Renaud'' ripetto alle precedenti ''Armida'' ([[Milano]] e Firenze, [[1772]]) e ''Rinaldo'' (Londra, [[1780]]), e cioè che, al di là delle frequenti illazioni circa un presunto rapporto di filiazione progressiva tra i vari lavori cronologicamente successivi, "paiono non esserci interrelazioni musicali di qualsiasi sostanza tra le tre opere ''ciddiane'' di Sacchini, anche se ciò non può essere asserito con assoluta certezza non essendo l'edizione londinese sopravvissuta nella sua interezza (ne furono [comunque] pubblicati estratti insolitamente ampi)".<ref name="Libby"/>
== Le vicende storiche dell'opera ==
La gestazione della seconda opera ''parigina'' di Sacchini va collocata nel quadro della lotta delle fazioni che animava allora il mondo musicale francese, in una sorta di ripresa, a tempo scaduto, della ''[[Querelle des Bouffons]]'' di un paio di decenni prima. Le ostilità erano state aperte, a metà degli anni '70, degli italofili avversari della musica ''teutonica'' di [[Christoph Willibald Gluck|Gluck]], i quali erano riusciti ad attirare a Parigi uno dei campioni della scuola napoletana, [[Niccolò Piccinni]], praticamente coetaneo, compagno di studi e persino collaboratore, agli inizi, di Sacchini. La battaglia tra i due partiti, "gluckisti" e "piccinnisti", era continuata fino al 1779, quando Gluck, di fronte al fiasco del suo ''[[Echo et Narcisse]]'', aveva deciso di riparare provvisoriamente a [[Vienna]], e le ostilità avevano continuato da allora a covare sotto la cenere. L'arrivo di Sacchini a Parigi, nel 1781, era stato caldeggiato dallo stesso Piccinni che vedeva in lui un naturale alleato, ma il vuoto lasciato sul campo dal musicista tedesco, le trame dei nemici di Piccinni, la suscettibilità e il bisogno di denaro di Sacchini avevano finito per mettere inevitabilmente in competizione anche i due italiani, ed una specie di terzo partito musicale si era allora affacciato sulla scena parigina: i "sacchinisti", «sorta di gluckisti moderati, i quali, come disse argutamente [[Friedrich Melchior von Grimm|Grimm]], avevano aderito alla nuova setta solo per invidia nei confronti di Piccinni. Con la sua irresolutezza e debolezza, Sacchini arrivò solo a mettersi contro l'uno e l'altro partito senza riuscire ad farsi benvolere da alcuno dei due; ed al momento della lotta li ebbe entrambi contro».<ref>Jullien, p. 61</ref>
Nella stagione operistica che l<nowiki>'</nowiki>''Académie Royale'' e la ''[[Comédie Italienne]]'' avevano avuto mandato di organizzare congiuntamente per l'autunno del 1783 a corte, nel [[Castello di Fontainebleau]], era già da tempo prevista la rappresentazione di un'opera nuova di Piccinni, la ''[[Didon]]'', e Sacchini si fece convincere ad affrettare la composizione del secondo dei tre lavori che aveva in contratto con l<nowiki>'</nowiki>''Opéra'', e per il quale, come già detto, venne prescelto come soggetto quello ispirato alla tragedia ''Le Cid'' di Corneille. I due melodrammi vennero messi apertamente in competizione: «''Didon'' doveva essere rappresentata il [[16 novembre]] e ''Chimène'' il [[18 novembre]] [[1783]]. Per meglio comunque parificare le ''chances'', la Saint-Huberty [primadonna dell<nowiki>'</nowiki>''Opéra''<ref>Antoinette-Cécile Saint-Huberty (nata Clavel) era diventata la primadonna assoluta dell<nowiki>'</nowiki>''Opéra'' a seguito della morte di Marie-Joséphine Laguerre nel febbraio, e del ritiro della Levasseur (Marie-Claude-Josèphe, detta Rosalie), alla quarta rappresentazione del ''Renaud'', nel marzo di quello stesso anno 1783 (Pitou, p. 316, 349 e 484)</ref>] doveva ricoprire i ruoli del titolo in entrambe le opere ... per ciascuna [delle quali] erano state previste due rappresentazioni».<ref>Sauvé, pp. 74-75</ref> La ''Didon'', probabilmente il capolavoro di Piccinni in ambito ''serio'', risultò un trionfo, mentre ''Chimène'' ebbe più che altro un successo di stima e fu rappresentata una sola volta delle due previste, perché il «re in persona, che pure non era certo un melomane, volle riascoltare ''Didon'' una terza volta. "Quest'opera - diceva - mi fa l'effetto di una bella tragedia".» Come che fu, sia Piccinni che Sacchini furono «presentati al re, e, siccome si era appena accordata al primo un pensione di seimila lire, anche al secondo ne fu attribuita una eguale; Sacchini [ebbe], in più del suo emulo, il prezioso onore di essere presentato al re dalla regina medesima»,<ref>Jullien, p. 64</ref> la quale costituiva la sua grande patrona, avendo lui probabilmente occupato nel suo cuore il posto che era stato del suo grande maestro di gioventù, Gluck, ora lontano da Parigi.
Non sempre il giudizio della corte corrispondeva però a quello del pubblico parigino, e molti aspettavano al varco le successive rappresentazioni all<nowiki>'</nowiki>''Opéra'', ospitata all'epoca nella ''Salle du Théâtre de la Porte-Saint-Martin'', nella speranza di in un eventuale riscatto dell'opera sacchiniana, dalla quale la stessa primadonna Saint-Huberty era stata rapita al punto da definirne "incantatrice" la musica.<ref>Jullien, p. 63</ref> Tuttavia, questo riscatto non si verificò appieno, né possono essere chiamate a giustificazione le difficoltà speciose create dal Comitato dell<nowiki>'</nowiki>''Académie Royale'', che portarono ad un rinvio fino al [[9 febbraio]] [[1884]] della messa in cartellone del lavoro (la ''Didon'', invece correva regolarmente dal [[1° dicembre|1° di dicembre]] e la Saint-Huberty fu addirittura incoronata in scena il [[16 gennaio]]<ref name="Didon">Pitou, p. 163</ref>), e neanche quelle reali connesse con un'indisposizione della primadonna, che costrinsero ad una nuova interruzione dell regolare corso delle rappresentazioni fino al [[27 febbraio]], quando la stessa regina si ripresentò in teatro.<ref>Sauvé, pp. 75-76</ref> Certo, il successo fu franco ed anche duraturo: l'opera fu data 21 volte nel 1784 e fu poi ripresa altre trentacinque volte prima della sua definitiva uscita dal repertorio nel [[1808]],<ref name="Pitou"/> ma la vita della ''Didon'' si prolungò ben oltre, fino al [[1826]], godendo di un totale di duecentocinquanta rappresentazioni.<ref name="Didon"/> Essa può pure vantare almeno una ripresa moderna da parte del [[Teatro Petruzzelli|Petruzzelli]] di [[Bari]], nel [[2001]],<ref>nell'indisponibilità del teatro principale, l'opera è stata data al [[Teatro Piccinni]], intitolato quindi al suo autore; il fatto di essere stato fiorentino solo di nascita e napoletano solo di adozione e di non poter far quindi efficace appello ad alcun campanile, non ha certamente giovato ad Antonio Sacchini!</ref> e una corrispettiva registrazione discografica, fortune queste che non risultano purtroppo ancora arrise alla ''Chimène''.
== Soggetto ==
La scena si finge alla [[Regno di Castiglia|corte di Castiglia]], durante l'[[XI secolo|undicesimo secolo]], nella prima fase della [[Reconquista]].
=== Antefatto ===
Il libretto non fa alcun cenno all'antefatto, per cui ci di può dunque riferire alla tragicommedia di Corneille. Il giovane Rodrigo e la bella Chimène si amano, ma i loro padri sono in contrasto tra loro per questioni di potere. Schiaffeggiato dal genitore della ragazza e troppo vecchio per lavare l'onta personalmente, Don Diego chiede al figlio di farlo al suo posto. Rodrigo è fieramente combattuto tra il richiamo dell'amore e quello dell'onore, ma, alla fine, decide di non sottrarsi all'appello del padre, affronta lo sperato futuro suocero in duello e l'uccide con sua grande disperazione.
=== Atto primo ===
Chimène è sola in una sala della reggia ed è dilaniata dalle diverse passioni, l'amore, la vendetta, l'onore, ma prometto allo spirito del padre ucciso che lo vendicherà (scena 1). La ragazza viene raggiunta dal re che cerca di consolarla, come se fosse la figlia che ha perduto, che dichiara il proprio attaccamento per il suo defunto genitore, ma che rivela anche la stima che tutti hanno per Rodrigo, il solo in grado di prenderne il posto alla testa della lotta contro i [[Mori (storia)|Mori]]. Cionondimeno, il re le promette di catturare e punire l'assassino di suo padre (scena 2). Restata sola con le sue donne, Chimène rivela loro l'enorme, inestinguibile amore che continua a provare per l'assassino di suo padre: ella lo amava e lo adorava prima del duello funesto, e, ora che la sorte li ha divisi, la sua speranza è morta, ma il sua amore rimane. Ella comunque seguirà quello che l'onore le comanda e più amerà Rodrigo, più cercherà di punirlo (scena 3). La scena successiva è occupata da un drammatico duetto tra Chimène e il sopraggiunto Rodrigo: questi offre il suo petto all'amata e chiede da lei la morte, ma ella non riesce a tener fede alla sua promessa promessa di vendetta e i due si lasciano nella disperazione (scena 4). Restato solo Rodrigo fa propositi di morte (scena 5), finché viene sorpreso dal padre e dal suo seguito ed invitato a marciare contro l'esercito dei Mori che ha appena posto l'assedio alla città ed a morire, se mai, nobilmente per il suo paese e per il suo re: rianimato dalle parole del padre, Rodrigo si impegna a combattere e l'atto di chiude con un coro marziale (scena 6).
=== Atto secondo ===
In un ampio cortile della reggia il popolo è in preda al terrore (scena 1), ed il re cerca di rassicurarlo invitando a cercare asilo nel palazzo, quando improvvisamente si intendono delle grida inaspettate di vittoria (scena 2). Un araldo entra allora in scena ed descrive nei dettagli l'avvenuta totale disfatta dei Mori, introducendo lo stuolo dei nemici fatti prigionieri, tra cui due re (scena 3). Al sovrano che chiede di chi sia il merito della vittoria, un ufficiale annuncia che Don Diego vuole condurlo egli stesso alla sua presenza: il re comprende che si tratta di Rodrigo che viene acclamato come salvatore da tutto il popolo presente (scena 4). Rodrigo viene quindi introdotto dal padre e accolto tra le braccia del monarca, al quale dichiara che, disperato per la tragedia che lo ha diviso da Chimène, aveva cercato la morte, ma l'aveva voluta cercare sul campo dell'onore lottando per il suo re. Il re cerca di consolarlo presagendo un possibile ripensamento dell'ancor innamorata ragazza di fronte al grande valore dimostrato dal suo amato. La scena si chiude di cori e danze di vittoria (scena 5). Al termine dei festeggiamenti rientra in scena Chimène che, appreso delle gesta di Rodrigo, teme per la sua vendetta: il re in effetti vorrebbe dichiarare Rodrigo al di sopra delle leggi, ma gli altri cavalieri di oppongono offrendosi a Chimène di sfidare in suo nome il Cid in una sorta di [[Ordalia|giudizio di Dio]], e si oppone anche il malaccorto Don Diego che, in nome dell'onore, rilancia il figlio sul campo di battaglia. Di fronte alla richiesta generale il re si inchina e consente a Chimène di accettare l'offerta di Don Sancio, altro cavaliere innamorato di lei, di rappresentarla nell'agone. Il re pone la condizione, nella costernazione della donna, che ella accetti la mano di chi risulterà vincitore (scena 6). Il popolo, rimasto solo, eleva un coro augurale per il ''Cid'' (scena 7).
===Atto terzo ===
== Personaggi e interpreti==
{| class="wikitable"
!Personaggio<ref name="Personaggi" />
!Ruolo
!Tipologia vocale<ref name="Personaggi" />
!Registro vocale del primo interprete
!Interpreti della prima,<br>13 marzo 1797<ref>Secondo il libretto originale: ''Médée, Tragédie en trois actes en vers, Paroles de Hoffmann, Musique de Chérubini, Représentée sur le Théâtre Feydeau, le 23 Ventôse'', Parigi, Huet, 1797 (accessibile ''online'' come [https://books.google.gr/books?id=bV4ZAAAAMAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false ebook Google]).</ref>
!''Cast'' della prima, 16 novembre 1783<br><small>alla presenza dei reali di [[Francia]], [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]] e [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta]]</small><br>coreografia: [[Pierre Gardel|Pierre Gabriel Gardel]]<ref name="Pitou"/>
|-
|Le roiMédée (Il re di [[CastigliaMedea]])
|[[Baritenore|''taille'']]/[[baritono]]<ref name="Lays"/>
|[[François Lays]] (o Laïs o Lay)
|-
|Chimène (Jimena, amante di Rodrigo che le ha però ucciso il padre in duello)
|[[soprano]]
|Julie-Angélique Scio
|[[Antoinette-Cécile Saint-Huberty]]
|-
|Dircé/[[Glauce]],<ref name="Glauce">Il personaggio ''mitico'' di Glauce (Γλαυκή in greco, definita talora anche Creusa, nell'antichità) è ribattezzata "Dircé" nel libretto francese, mentre nelle versioni italiane si recupera il nome originale.</ref> ''figlia di Creonte''
|Rodrigue (Rodrigo, [[El Cid|''El Cid Campeador'']], condottiero castigliano, amante di Chimème)
|[[tenore]]
|[[Étienne Lainez]] (o Lainé)
|-
|Don Diegue (Don Diego, padre di Rodrigo)
|[[basso-cantante]]
|Augustin-Athanase Chéron
|-
|Don Sanche (Don Sancio, nobiluomo amante e campione di Chimène)
|''[[haute-contre]]''
|J. Rousseau
|-
|Un Herault d'armes (araldo)
|basso cantante
|Jean-Pierre Moreau<ref>il nome proprio Jean-Pierre è riportato solo dall'[http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=&Mese=&Anno=&Giornata=&Testo=Jean-Pierre+Moreau&Parola=Stringa ''Almanacco'' di ''Amadeusonline'']</ref>
|-
|Une coriphée (corifea)
|soprano
|Mademoiselle Rosine
|Anne-Marie-Jeanne Gavaudan ''aînée''
|-
|Néris, ''schiava [[Sciti|scita]]''
|Elvire (Elvira, confidente di Chimène)
|soprano
|Madame Verteuil
|M.lle Joinville
|-
|Jason ([[Giasone (mitologia)|Giasone]])
|Une femme de la suite de Chimène (donna del seguito di Chimène)
|[[tenore]]
|soprano
|[[Pierre Gaveaux]]
|Adelaïde Gavaudan ''cadette''
|-
|Créon ([[Creonte (figlio di Liceto)|Creonte]]), ''re di [[Corinto]]''
|Un chevalier (cavaliere)
|[[Basso (voce)|basso]]
|tenore
|Alexis Dessaules
|Dufrenaye (o Dufresnay)
|-
|''Capitano della guardia''
|Un officier castillan (ufficiale castigliano)
|attore (?poi basso)
|M Le Grand
|Martin
|-
|''Due ancelle di Dircé''
|Un coryphée (corifeo)
|soprani
|baritono
|Émilie Gavaudan, Mlle Beck
|Louis-Claude-Armand Chardin ("Chardiny")
|-
|''I due figli di Giasone e Medea''
|colspan="3"|''coro''
|personaggi muti
|
|-
|colspan="3"|Cor: ''Servi di Dircé, Argonauti, sacerdoti, guerrieri, poppolo di Corinto''
|colspan="3"|'''''Balletto'''''<ref>fonte: Lajarte, p. 341</ref> - ballerine: [[Marie-Madeleine Guimard]], Peslin, Deligny, Pérignon; ballerini: [[Pierre Gardel|Pierre Gabriel Gardel]], Nivelon, Favre
|-
|}
== Note ==
<references/>
== Fonti ==
=== Bibliografia ===
* {{fr}} Libretto: ''Chimene, ou Le Cid, tregédie en trois actes, Représentée devant Leurs Majestés à Fontainebleau'' , Parigi, Ballard, 1783 (accessibile gratuitamente ''on-line'' in [http://books.google.it/books?id=cPtDAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=Chimene,+Ou+Le+Cid:+Trag%C3%A9die+En+Trois+Actes&hl=it&ei=l5hKTfOpC86gOp2o4NQP&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CDAQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false books.google])
* {{fr}} Youri Carbonnier, ''Le personnel musical de l'Opéra de Paris sous le règne de Louis XVI'', «Histoire, économie et société», 2003, 22-2, 177-206 (accessibile ''on-line'' in [http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/hes_0752-5702_2003_num_22_2_2316?_Prescripts_Search_tabs1=standard& Persée], consultato il 3 febbraio 2011)
* {{fr}} Adolphe Jullien, ''La Cour et l'Opéra sous Louis XVI. Marie-Antoinette et Sacchini Salieri Favart et Gluck. D'après des documents inédits conservés aux Archives de l'État et à l'Opéra'', Paris, Librairie Académique (Didier),1878 (accessibile gratuitamente ''on-line'' in [http://openlibrary.org/books/OL14017446M/La_cour_et_l'op%C3%A9ra_sous_Louis_XVI OpenLibrary.org])
* {{fr}} Théodore de Lajarte, ''Bibliothèque Musicale du Théatre de l'Opéra. Catalogue Historique, Chronologique, Anecdotique'', Parigi, Librairie des bibliophiles, 1878, Tome I (accessibile gratuitamente ''on-line'' in [http://www.scribd.com/doc/13265696/Bibliotheque-musicale-du-Theatre-de-lOpera-Tome-I-Theodore-de-Lajarte scribd.com] – consultato il 12 febbraio 2011, ''ad nomen'', pp. 340-341)
* {{en}} Dennis Libby, ''Cid, El'' e ''Cidde, Il'', in Stanley Sadie (a cura di), ''op. cit.'', I, pp. 862-863
* {{en}} Spire Pitou, ''The Paris Opéra. An Encyclopedia of Operas, Ballets, Composers, and Performers – Rococo and Romantic, 1715-1815'', Westport/London, Greenwood Press, 1985. ISBN 0-313-24394-8
* {{en}} Stanley Sadie (a cura di), ''The New Grove Dictionary of Opera'', New York, Grove (Oxford University Press), 1997. ISBN 978-0-19-522186-2
=== Fonti ''on-line'' ===
* [http://www.amadeusonline.net/almanacco.php ''Almanacco'' di Gherardo Casaglia], «Amadeusonline», editore Paragon s.r.l.
* [http://www.italianopera.org/compositori/S/c220411.htm Italianopera]
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