Marco Ferrando: differenze tra le versioni

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{{F|politici italiani|dicembre 2018|}}
{{C|Informazioni confuse e in ordine sparso nella sezione biografia|politici|agosto 2021}}
{{Organizzare|Problemi strutturali nella sezione biografia, che in alcuni punti non segue un ordine cronologico e alcune informazioni sono incomprensibili.|biografie|agosto 2021|arg2=politica}}
{{Carica pubblica
|Immaginenome = Marco Ferrando.jpg
[[en:|immagine = Marco Ferrando]].jpg
|didascalia =
|carica = [[Partito Comunista dei Lavoratori|Portavoce del Partito Comunista dei Lavoratori]]
|mandatoinizio = 18 giugno 2006
|mandatofine =
|predecessore = ''Carica creata''
|successore =
|partito = [[Partito Comunista dei Lavoratori]] <small>(dal 2006)</small> <br> ''In precedenza:'' <br> [[Lotta Comunista|LC]] <small>(1970-1972)</small> <br> [[Gruppo Bolscevico Leninista|GBL]] <small>(1975-1984)</small> <br> [[Lega comunista rivoluzionaria IV internazionale|LCR]] <small>(1984-1989)</small> <br> [[Democrazia Proletaria|DP]] <small>(1989-1991)</small> <br> [[Rifondazione Comunista|PRC]] <small>(1992-2006)</small>
|titolo di studio =
|alma mater =
|professione =
|firma =
}}
{{Bio
|Nome = Marco
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|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = politico
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = politico
|Nazionalità = italiano
È|PostNazionalità portavoce= nazionale, dal 18 giugno [[2006]] portavoce del [[Partito Comunista dei Lavoratori]] eed è stato referente italiano del [[Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale]].
|Immagine = Marco Ferrando.jpg
|Didascalia = Ferrando alla manifestazione nazionale dell'opposizione di sinistra a Roma, 11 ottobre 2008
}}
È portavoce nazionale del [[Partito Comunista dei Lavoratori]] e referente italiano del [[Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale]].
 
== Biografia ==
NatoÈ a Genova il 18 luglio del 1954, èstato professore di [[storia]] e [[filosofia]] alpresso il [[liceo scientifico]] statale ''[[Arturo Issel]]''<ref>[http://www.parete.net/uploads/nicola_panizza__arturo_issel__tra_studio_osservazione_e_ricerca.doc] Arturo Issel</ref>di [[Finale Ligure]] (SV)e attualmente si occupa a tempo pieno di politica.
 
La sua vita politica iniziò nel [[1970]], quando nel liceo che frequentava, il "[[Liceo Mazzini" (Genova)|Liceo Mazzini]] di [[Genova]], partecipò ada un'occupazione per rivendicare il diritto di assemblea. Di conseguenza entrò a far parte del [[Collettivo Leninista]], struttura d'intervento nelle scuole di [[Lotta Comunista]], partito [[extraparlamentare]] che si richiama al [[leninismo]] e alla [[sinistra comunista]]; Ferrando ne uscì nel [[1972]] per alcune divergenze politiche con la sua linea, mentre nel [[1975]], dopo un periodo da "cane sciolto", si avvicinò al [[comunismo]] [[Trotzkismo|trotzkistatrotskismo]], facendo parte, dell'organizzazionecon trotzkistaFranco internazionaleGrisolia, denominatadelle organizzazioni trotskiste GBL (Gruppo Bolscevico Leninista) e LOR (Lega Operaia Rivoluzionaria) che nel 1984 conflui nella LCR ''[[Lega comunista rivoluzionaria IV internazionale]]'', diretta da [[Livio Maitan]] e sezione italiana del Segretariato Unificato della [[IV internazionale]].
 
Nel [[1987]] era delegato dei [[Cobas]] scuola.<ref>Eugenio Cirese, ''[httphttps://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/12/08/018scuola.html Scuola, a Napoli vincono i falchi]'', ''la Repubblica'', 8 dicembre 1987, p. 7: il primo articolo nell'archivio del quotidiano che cita Ferrando.</ref> Quello stesso anno si candida alle [[elezioni politiche italiane del 1987|elezioni politiche]] per la Camera con [[Democrazia Proletaria]] (DP); ottiene 192 preferenze senza essere eletto.
 
Successivamente Ferrando diresse, con [[Franco Grisolia]] e [[Fernando Visentin]], il [[Gruppo Bolscevico-Leninista]], attivo a [[Milano]] e a [[Genova]]; quando un'altra formazione separatasi dai GCR, la Lega Comunista, si sciolse nel [[1989]] in [[Democrazia Proletaria]] (DP), un nucleo di militanti milanesi di quest'organizzazione si unificò con il gruppo di Ferrando creando la Lega Operaia Rivoluzionaria, più tardi assorbita dai GCR, che cambiarono nome in [[Lega comunista rivoluzionaria IV internazionale]] (LCR). All'interno della LCR, attiva a [[Torino]], Milano, [[Brescia]], [[Pordenone]], [[Livorno]], [[Roma]], [[Taranto]] e altre città, Ferrando e Grisolia costituirono una minoranza rispetto al gruppo dirigente principale, legato a Livio Maitan e [[Franco Turigliatto]].
 
Nel [[1989]] la LCR confluì in DP e Ferrando fu segretario della federazione di [[Savona]] del partito, da cui coordinò la costituzione di un "coordinamento" per raggruppare tutti i comunisti locali, compresi molti militanti e dirigenti del [[Partito Comunista Italiano]] (PCI) in disfacimento, ostili alla cosiddetta [[svolta della Bolognina]] del segretario [[Achille Occhetto]].
 
Nel [[1991]] DP si sciolse nel [[Partito della Rifondazione Comunista]] (PRC), indi cui fin dal [[1992]] Ferrando e [[Franco Grisolia|Grisolia]] hanno fatto parte, con la loro componente derivata dalla sinistra della LCR, dell'area di minoranza del PRC, contraria al gruppo dirigente prima di [[Sergio Garavini]] e poi di [[Fausto Bertinotti]].
 
==La=Corrente corrente di "''Progetto"''===
Nel [[1999]] si costituì un'area programmatica denominata "Associazione Marxista Rivoluzionaria Progetto Comunista": Ferrando e [[Franco Grisolia|Grisolia]] ne erano a capo, ma ne facevano parte anche diverse altre componenti, tra cui un'area napoletana di sinistra (di [[Luigi Izzo]], Anna Ceprano, Pasquale D'Angelo) e il gruppo FalceMartello (di Claudio Bellotti e Alessandro Giardiello). Così il gruppo di Ferrando si denominò Proposta per la Rifondazione Comunista, continuando ad avere maggior peso in Progetto Comunista. Dal [[2001]] non hanno più fatto parte dell'area sia il gruppo di Izzo (che continuò tuttavia a chiamarsi Area Programmatica Progetto Comunista) sia il piccolo gruppo di FalceMartello.
 
Nel V congresso del PRC ([[2002]]) [[Sinistra Classe Rivoluzione|FalceMartello]] e "Proposta" sostennero una sola mozione (che raccolse l'11% dei consensi), ma nel VI congresso ([[2005]]) si presentarono separate: la componente di Bellotti (che prese circa l'1,7% dei consensi) si allontanò definitivamente dall'"AMR Progetto Comunista", di cui "Proposta" assunse il nome, raccogliendo il 6,5% dei voti di mozione.
 
"Progetto comunista" nel PRC aveva come propri capisaldi programmatici la critica verso la gestione del partito da parte della maggioranza di Bertinotti (accusata anche di aver escluso le minoranze da ruoli dirigenti), verso il progetto della [[Sinistra Europea]] e verso la [[non violenza]] (assunta dalla maggioranza stessa come "metodo di lotta"); la costituzione di un [["polo autonomo di classe]]"; e la rottura con il "centro liberale" di [[Romano Prodi]] (costituito dalla maggioranza dei [[Democratici di Sinistra]] e da [[La Margherita]]). I riferimenti ideologici di Marco Ferrando e Franco Grisolia sono [[Lenin]], [[Lev Trotsky|Trotsky]], [[Rosa Luxemburg]], e [[Antonio Gramsci]].
 
===Il "caso Ferrando"===
Il [[21 gennaio]] del [[2006]] Marco Ferrando fu candidato dal gruppo dirigente di maggioranza, in occasione delle imminenti [[elezioniElezioni politiche in Italia del 2006|elezioni politiche]], nelle liste del PRC al [[Senato della Repubblica|Senato]] (nel collegio dell'[[Abruzzo]]). In conseguenza di questa decisione, si verificò una scissione da parte di un gruppo di militanti di Progetto Comunista, guidati dal cremonese Francesco Ricci, che a breve sarebbero usciti da Rifondazione Comunista per lanciare il movimento costituente per un nuovo partito comunista, [[Progetto Comunista - Rifondare l'Opposizione dei Lavoratori]], poi divenuto il Partito di Alternativa Comunista.
 
La candidatura di Ferrando suscitò intanto curiosità e scetticismo da parte dei [[mass-media]]. Pur non essendo il solo delle mozioni critiche del PRC a essere in lista (con lui il referente di "Essere Comunisti" Claudio Grassi e gli esponenti de "L'Ernesto" [[Claudio Grassi]], [[Alberto Burgio]], [[Fosco Giannini]], [[Gian Luigi Pegolo]] e [[Marilde Provera]], con quelli di "Sinistra Critica" [[Luigi Malabarba]], [[Salvatore Cannavò]] e [[Franco Turigliatto]]), egli era il solo (assieme alla quinta mozione "Rompere con Prodi e preparare l'alternativa operaia", presentata da [[Sinistra Classe Rivoluzione|FalceMartello]]) a rifiutare dichiaratamente ogni convergenza programmatica con [[L'Unione]] guidata da Romano Prodi, particolarmente con la coalizionelista de [[L'Ulivo]] (maggioranza[[Democratici DSdi Sinistra]] e [[Democrazia è Libertà - La Margherita|Margherita]]), denunciando fortemente una vicinanza di quest'ultimo ai vertici di [[Confindustria]] (soprattutto a [[Luca Cordero di Montezemolo]]), alle grandi imprese e al sistema bancario (anche alla luce dalla vicenda [[Bancopoli]]).
 
Rifiutando anche la politica di [[concertazione]] deldei sindacatotre dellasindacati [[CGIL]]confederali e la disponibilità ad accettare guerre avallate dall'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] o di carattere "umanitario" (come quella [[Guerra del Kosovo|del Kosovo]], appoggiata dal [[Governo D'Alema I|governoprimo Governo D'Alema]] nel [[1999]]), chiariva anche la sua posizione in tema di [[politica estera]]. Il 10 febbraio su ''[[Libero (quotidiano)|Libero]]'' [[Gennaro Sangiuliano]] pubblicò alcuni estratti di un libro di Marco Ferrando, intitolato ''L'altra Rifondazione'', edizioni Giovanetalpa, e un profilo del "candidato" al Senato. Gli estratti dal libro di Ferrando danno giudizi fortemente critici nei confronti dello Stato di [[Israele]] e del leader del Prc Fausto Bertinotti. L'articolo di ''Libero'', il giorno dopo, finì sul tavolo della direzione di Rifondazione, che convocata per altri motivi discute del "caso". Il [[13 febbraio]] 2006, in un'intervista alcon Francesco Battistini del ''[[Corriere della Sera]]'', Ferrando discute con l'intervistatore della [[Guerraguerra in Iraq]] mostrandosi convinto, ferma restando la sua contrarietà agli atti di [[terrorismo]] di matrice [[fondamentalismo|fondamentalista]], del diritto alla legittima [[resistenza (politica)|resistenza]] dei popoli aggrediti contro i contingenti militari, anche quello italiano; inoltre, accennando allaagli [[Attentati di Nāṣiriya|attentati di Nassiriya del 12 novembre 2003|Strage di Nassiriya]] in cui morirono 19 italiani (molti dei quali [[carabinieri]]), denunciò anche un collegamento tra l'invio di militari nella [[Nassiriya|città irachena]] e gli interessi dell'[[ENIEni]] per motivi di sfruttamento di pozzi di [[petrolio]]. L'intervista fu intitolata, in sintesi, ''"Sparare ai nostri soldati? Un diritto degli iracheni" Ferrando: Nassiriya fu un caso di resistenza armata''; Ferrando contestò una non-attinenza dello stesso titolo con il contenuto dell'intervista, ma confermò tutte le sue parole.
 
Il caso aprì la campagna elettorale e suscitò furiose polemiche nel mondo politico e dell'informazione, in merito alla già aperta questione dei cosiddetti "candidati impresentabili", come [[Vladimir Luxuria]] e [[Francesco Saverio Caruso]] (con il PRC) o come gli esponenti di [[estrema destra]] [[Pino Rauti]], [[Adriano Tilgher (politico)|Adriano Tilgher]], [[Roberto Fiore (politico)|Roberto Fiore]] (con la [[Casa delle Libertà]]). Subito dopo la pubblicazione, l'intervista diventò motivo d'aspro confronto a ''[[Matrix (programma televisivo)|Matrix]]'' tra [[Massimo D'Alema]] e [[Gianfranco Fini]].
 
''[[Libero (quotidiano)|Libero]]'', quotidiano vicino al [[centro-destra]], riportò – oltre al titolo dell'intervista – anche parte del contenuto di un suo libro risalente al [[2003]], riconducibile alle stesse posizioni; il direttore del ''[[Corriere della Sera]]'' [[Paolo Mieli]] espresse il suo sdegno, mentre giornalisti di [[centro-sinistra]] come [[Michele Serra]] (''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'') temevano che per l'episodiointervista ci sarebbe stato un calo di voti de L'Unione in favore della [[Casa delle Libertà|coalizione]] di [[Silvio Berlusconi]].
 
Esponenti della Cdl quali [[Gianfranco Fini]], [[Giorgio La Malfa]] e [[Sandro Bondi]], nonché il senatore a vita [[Francesco Cossiga]] contestarono allo schieramento d'opposizione la presenza di Ferrando in uno dei partiti dell'Unione, considerandolo un "impresentabile" filo-terrorista. Dello stesso tono le reazioni di esponenti di centro-sinistra come [[Clemente Mastella]], [[Francesco Rutelli]] e [[Massimo D'Alema]], oltre allo stesso Prodi, che chiesero a Bertinotti maggiore affidabilità e responsabilità. Anche il padre di [[Domenico Intravia]], uno dei carabinieri morti a Nassiriya, chiese al centro-sinistracentrosinistra di scusarsi.
 
Mentre [[Franco Giordano]] e [[Gennaro Migliore]] (PRC) criticavano il loro compagno di partito, Fausto Bertinotti e il responsabile dell'Area Organizzazione del partito [[Francesco Ferrara (deputatopolitico)|Francesco Ferrara]] esclusero Marco Ferrando dalle liste di Rifondazione (rimpiazzandolo con la [[pacifismo|pacifista]] e [[femminismo|femminista]] [[Lidia Menapace]]), rimproverandogli aspramente l'incompatibilità delle sue idee con le tesi [[non violenza|non violente]] della maggioranza. Questa decisione, presa dalla sola segreteria del partito, è stata considerata da più parti in contrasto con le norme democratiche interne; si sarebbero poi dimostrati inutili i tentativi di diversi dirigenti del PRC (come Grassi e Malabarba), di alcuni candidati alla Camera e di vari esponenti sindacali (appartenenti a CGIL, [[Comitati unitari di base|CUB]] e [[Confederazione dei Comitati di Base|COBAS]]) di far riammettere tra i candidati il capo della minoranza.
 
Più tardi, in trasmissioni come ''[[Matrix (programma televisivo)|Matrix]]'', Ferrando ebbe modo di confermare la sua contrarietà al terrorismo e anche di parlare della "pietas" da lui provata dopo aver appreso della morte, nell'attentato, del marito carabiniere di una sua ex alunna di liceo, dicendo anche che ''il lutto è un'altra cosa''. Dichiarò di non voler retrocedere su posizioni secondo lui comuni a tutte le aree critiche di Rifondazione (circa il 41% del partito). Accennò, come nell'intervista, anche a dati del [[Ministero dello sviluppo economico|Ministero delle Attività Produttive]] relativi agli interessi dell'ENI sull'area di Nassiriya, che confermerebbero un'inutile esposizione a rischi dei carabinieri poi deceduti.
 
Dopo l'eliminazione dalle liste di Ferrando, Bertinotti fu lodato da Prodi e da [[Clemente Mastella]], che lo propose come Presidente della [[Camera dei Deputatideputati (Italia)|Camera]] (carica che in effetti avrebbe ricoperto dall'[[aprile]] 2006). D'Alema ironizzò sul dirigente trotskista («mi chiedo chi lo abbia mandato per far vincere le elezioni a Berlusconi»{{citazioneSenza necessariafonte}}) e quotidiani come ''[[Il Riformista]]'' e ''Il Corriere della Sera'' solidarizzarono e si congratularono col segretario di Rifondazione. Ferrando e la corrente di "Progetto" accusarono Bertinotti di aver di fatto subordinato l'autonomia del partito a pressioni provenienti da ambo i poli per divenire partito di governo (inseparabile dal futuro [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] e orientato verso posizioni [[socialdemocrazia|socialdemocratiche]]) e di non aver sottoposto a verifica interna il Programma di governo dell'Unione.
 
=== Uscita da Rifondazione Comunista ===
==L'uscita dal PRC==
Il [[7 maggio]] 2006, "Progetto" presentò al Comitato politico nazionale del PRC sia un Ordine del giorno legato alla missione militare italiana in [[Afghanistan]] (in cui si impegnava il partito a votare contro un suo rifinanziamento) sia la candidatura (presentata provocatoriamente, data la scontata non elezione) di Ferrando alla segreteria, alternativa a quella di [[Franco Giordano]].
 
Mentre altri due ordini del giorno venivano approvati, il terzo (di Ferrando) venne respinto non solo dalla maggioranza del partito ma anche da due minoranze – "L'Ernesto" (Grassi) e "Sinistra Critica" (Cannavò) – che precedentemente si erano dichiarate contrarie alla partecipazione in un esecutivo di centro-sinistra; queste votarono anche a favore dell'elezione di Giordano, pur con qualche perplessità. Rimase solo la corrente della AMR "Progetto" Comunista a votare l'Odg sull'Afghanistan. Così Ferrando criticò sia le aree di Grassi e Cannavò (accusate di trasformismo) e la maggioranza di Giordano, rea a suo dire di un "tradimento" nei confronti del movimento per la pace.
 
Il [[19 maggio]] 2006, poche ore prima dello scontato voto di fiducia dei senatori del PRC al [[Governo Prodi II|secondo governo Prodi]], 6sei membri del Comitato Politico Nazionale del PRC (Verrugio rimarrà nel PRC) appartenenti alla corrente abbandonanoabbandonarono il partito, con l'intento di fondare una nuova forza politica "di sinistra e di opposizione" legata ai valori per i quali Rifondazione sarebbe nata nel [[1991|'91]].
 
===Partito Comunista dei Lavoratori===
Il [[18 giugno]] 2006, ad appena un mese dall'uscita ufficiale dal PRC, al teatrocinema Barberini di [[Roma]], si tiene il Meeting di fondazione che dà l'avvio ufficiale alla fase costituente del movimento che si trasformerà poi in Partito, al Congresso di [[Rimini]] nei primi di gennaio del 2008. Il nome definitivo è [[Partito Comunista dei Lavoratori]].
 
Tale partito lo candida come premier per le [[Elezioni politiche in Italia del 2008|elezioni politiche del 2008]], dove il PCL ottiene 180 442 voti, pari allo 0,55%.
==Voci correlate==
 
*[[Elezioni politiche italiane del 2008]]
Alle [[Elezioni europee del 2009 in Italia|elezioni europee del 2009]] Ferrando è candidato senza essere eletto a causa del mancato raggiungimento della soglia di sbarramento da parte della lista.
 
Sull'onda della [[Sommosse popolari in Tunisia del 2010-2011|Rivoluzione tunisina]] ed [[Sommosse popolari in Egitto del 2011|egiziana]], lancia la campagna del ''Fare come in Tunisia e in Egitto'', iniziativa duramente criticata dal [[Il Popolo della Libertà|Popolo della Libertà]], che ha minacciato di agire giudiziariamente contro Ferrando.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/in-edicola/numero/20110311/pagina/05/pezzo/298957/ «Fare come in Egitto» Il Pdl denuncia Ferrando] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.ilsitoditalia.it/content/821-ferrandoribellione-popolare-come-tunisia-e-egitto-cacciare-berlusconi |titolo=Ferrando:"Ribellione popolare come Tunisia e Egitto per cacciare Berlusconi" |accesso=17 marzo 2011 |dataarchivio=24 settembre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924033731/http://www.ilsitoditalia.it/content/821-ferrandoribellione-popolare-come-tunisia-e-egitto-cacciare-berlusconi |urlmorto=sì }}</ref><ref>[https://www.pclavoratori.it/files/index.php?c3:o2084 CON {{Sic|PIU'}} FORZA PROSEGUE LA CAMPAGNA “FARE COME IN TUNISIA E IN EGITTO”.] (14 marzo 2011)</ref>
 
Successivamente si candida nuovamente a Premier per il PCL alle [[Elezioni politiche in Italia del 2013|elezioni politiche del 2013]], ottenendo 89 643 voti, ovvero lo 0,26%.
 
Alle [[Elezioni politiche in Italia del 2018|elezioni politiche del 2018]] è candidato alla Camera nella lista [[Per una Sinistra Rivoluzionaria]] (che comprende il Partito Comunista dei Lavoratori e [[Sinistra Classe Rivoluzione]]), la quale otterrà 29 176 voti pari allo 0,08% e non avendo raggiunto la soglia di sbarramento non viene eletto.
 
Alle [[Elezioni politiche in Italia del 2022|elezioni politiche anticipate del 2022]] viene candidato al [[Senato della Repubblica]] nella lista del PCL. Non sarà eletto a causa del mancato raggiungimento della soglia di sbarramento da parte del Partito.
 
Marco Ferrando si candida poi alla presidenza della regione Liguria alle [[Elezioni regionali in Liguria del 2024|regionali del 2024]] raccogliendo però solo l'1,32% (circa 1.800 voti).
 
==Note==
<references/>
 
==Voci correlate==
*[[Elezioni politiche italianein Italia del 2008]]
 
==Altri progetti==
{{interprogetto|q|commons=Category:Marco_Ferrando}}
 
==Collegamenti esterni==
* [{{cita web|http://www.pclavoratori.it |Il sito del Partito Comunista dei Lavoratori] }}
* [{{cita web|http://www.progettocomunista.it |Il vecchio sito della corrente di "Progetto Comunista"] }}
* [{{cita web|http://www.progettocomunista.it/intervistaferrandocorrieredellasera13febbraio2006.html |L'intervista a Marco Ferrando su ''Il Corriere della Sera'']}}
* [{{cita web|http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o7574 |Il discorso di Marco Ferrando al termine della manifestazione nazionale del 30 settembre 2006 a Roma contro le missioni militari italiane]}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|politicacomunismo}}
 
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[[Categoria:Politici di Democrazia Proletaria]]
[[Categoria:Politici didel Partito della Rifondazione Comunista]]
[[Categoria:Politici del Partito Comunista dei Lavoratori|Ferrando, Marco]]
 
[[en:Marco Ferrando]]