Ramnete: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: sostituisco template da cancellare (come da decisione comunitaria), replaced: {{Polytonic → {{subst:Polytonic
 
(169 versioni intermedie di 63 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{F|mitologia|agosto 2024}}
'''Ramnete''' (in [[lingua latina|latino]] ''Rhamnes'') è un personaggio dell<nowiki>'</nowiki>''[[Eneide]]'' di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], presente nel nono libro.
{{Personaggio
|medium = mitologia
|saga = [[Eneide]]
|nome italiano = Ramnete
|nome = {{lang|grc|Rhamnes}}
|immagine =
|didascalia = |
|sesso = maschio
|epiteto = ''superbo''
|prima apparizione = ''[[Eneide]]'' di [[Virgilio]]
|professione = sacerdote, augure, condottiero, re
}}
 
'''Ramnete''', a volte tradotto anche con la forma '''Rannete''' (in [[lingua latina|latino]] ''Rhamnes''), è un personaggio della mitologia romana, sovrano di un'imprecisata città italica, presente tra l'altro nel nono libro dell{{'}}''[[Eneide]]'' di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]].
 
== Il mito ==
 
 
=== Il ritratto ===
Figura di re e [[augure]] insieme, dotato dunque di virtù profetiche, Ramnete compare nella guerra contro i [[Troia]]ni di [[Enea]], al fianco del coetaneo [[Turno]], il giovane sovrano dei [[Rutuli]], cui è legato da un rapporto di grande amicizia. Partecipa ai fatti d'arme con tre servi al seguito, poco più che ragazzi.
 
Figura di re e [[augure]] insieme, dotato dunque di virtù profetiche, Ramnete compare nella guerra contro i [[Troia]]ni di [[Enea]], al fianco del coetaneo [[Turno]], il giovane sovrano dei [[Rutuli]], cui è legato da un rapporto di grande amicizia. Partecipa ai fatti d'arme con tre servi al seguito.
 
=== La morte ===
Ramnete è tra i quattordici giovani condottieri scelti da Turno per l'assedio notturno al campo troiano. Il suo destino si compie proprio in quest'occasione: nonostante l'arte augurale, egli si rivela incapace di prevedere la propria fine violenta. Mentre russa affannosamente su un cumulo di [[tappeti]] viene infatti aggredito dal giovane troiano [[Eurialo e Niso|Niso]], che insieme all'amico Eurialo è penetrato furtivamente nell'accampamento dei [[Rutuli]]; Niso colpisce con la spada Ramnete alla gola provocandone la morte, quindi allo stesso modo uccide i suoi servi lì accanto distesi imprudentemente in mezzo alle armi, nonché lo scudiero e l'auriga di un altro giovane condottiero, [[Remo (Eneide)|Remo]] (che invece subirà la decapitazione, assieme ad alcuni suoi guerrieri):
 
<poem> " ''Sic memorat vocemque premit; simul ense superbum''
Ramnete è tra i quattordici giovani condottieri scelti da Turno per l'assedio notturno al campo troiano. Il suo destino si compie proprio in quest'occasione: nonostante l'arte augurale, egli si rivela incapace di prevedere la propria fine violenta. Mentre russa affannosamente su un cumulo di [[tappeti]] viene infatti aggredito dal giovane troiano [[Niso]], che insieme all'amico Eurialo è penetrato furtivamente nell'accampamento dei [[Rutuli]]; Niso colpisce con la spada Ramnete alla gola provocandone la morte, quindi allo stesso modo uccide i suoi servi distesi imprudentemente in mezzo alle armi, e lo scudiero e l'auriga di un altro giovane condottiero, [[Remo (Eneide)|Remo]] (che invece subirà la decapitazione, assieme ad alcuni suoi guerrieri):
 
 
 
" ''Sic memorat vocemque premit; simul ense superbum''
 
''Rhamnetem adgreditur, qui forte tapetibus altis''
 
''Extructus toto proflabat pectore somnum,''
 
''Rex idem et regi Turno gratissimus augur,''
 
''Sed non augurio potuit depellere pestem.''
 
''Tris iuxta famulos temere inter tela iacentis ''
 
''Armigerumque Remi premit aurigamque sub ipsis''
''Nanctus equis ferroque secat pendentia colla'' " </poem>
 
''Nanctus equis ferroque secat pendentia colla'' "
 
( [[Publio Virgilio Marone]], ''[[Eneide]]'', vv.324-331).
 
<poem> " '' Così dice, e frena la voce: ed ecco di spada il superbo''
 
" '' Così dice, e frena la voce: ed ecco di spada il superbo''
 
'' Ramnete colpisce, che appunto, su molti tappeti ''
 
'' disteso, sonno a pieni polmoni sbuffava:''
 
'' e questi era augure e re, e al re Turno carissimo,''
 
'' ma non poté con l'augurio stornare da sé la rovina.''
 
'' Tre servi vicino, a caso sdraiati fra l'armi,''
 
'' e lo scudiero di Remo uccide, e l'auriga, trovato ''
'' là sotto i cavalli; col ferro il collo riverso ne squarcia.'' " </poem>
 
'' là sotto i cavalli; col ferro il collo riverso ne squarcia.'' "
 
(traduzione di Rosa Calzecchi Onesti)
 
Prima di uscire dal campo nemico, Eurialo s'impadronisce delle preziose falere portate da Ramnete; secondo il testo virgiliano, durante un conflitto precedente il sovrano italico aveva spogliato di esse un guerriero tiburtino da lui ucciso, nipote di un certo Remulo. La morte di Ramnete verrà scoperta solo dopo quella di [[Eurialo e Niso]].
 
<poem> " ''Né minor pianto nel campo, come scopron Ramnete''
Prima di uscire dal campo nemico, Eurialo spoglia Ramnete delle sue preziose falere: l'uccisione del sovrano italico verrà scoperta solo dopo la morte di [[Eurialo e Niso]].
''svenato, e tanti forti periti in un'unica strage,''
''e Numa e Serrano...'' " </poem>
(traduzione di Rosa Calzecchi Onesti)
 
== Interpretazione dell'episodio e realtà storica ==
<poem> " ''Detto questo, inghiotte la voce, e mulinando la spada''
'' si avventa addosso al superbo Ramnete, che su una catasta''
'' di tappeti stava sfiatando il sonno a tutti polmoni:''
'' augure prediletto da Re Turno e, a sua volta, re,''
'' non seppe però vaticinarsi la morte e stornarla. ''
'' Vicino, Niso gli sgozza tre servi stravaccati ''
'' fra le lance; e lo scudiero di Remo, e l'auriga scovato''
'' sotto i cavalli '' " </poem>
(traduzione di Vittorio Sermonti)
 
Orgoglioso condottiero amante del fasto oltre che pessimo vaticinatore, Ramnete diventa oggetto del dileggio di Virgilio, che gli riconosce tuttavia il valore militare (dimostrato nella guerra contro i tiburtini) e soprattutto il sincero attaccamento a Turno e alla sua causa; la grande costernazione che la morte di Ramnete suscita tra i [[Rutuli]] depone anch'essa per un riconoscimento di qualità positive, mancanti invece in [[Tolumnio]], colui che sarà designato quale nuovo augure dell'esercito italico. L'amicizia fraterna dei due sovrani è evidenziata dalla presenza, in uno stesso verso, dei termini ''rex'' e ''regi'' riferiti rispettivamente a Ramnete e a Turno. In quanto all'epiteto 'superbo', è da osservare che nel poema non viene definito tale solo Ramnete, ma anche Turno quando sottrae il balteo all'ucciso Pallante per appropriarsene e metterlo in bella mostra; memore di quel che gli aveva detto l'anima di suo padre [[Anchise]] (" ''Parcere subiectis et debellare superbos'' ", libro sesto del poema), Enea non risparmierà Turno dopo averlo sconfitto. Anche se la superbia in Ramnete e Turno non è sinonimo di tracotanza innata, di senso d'onnipotenza (di cui sono invece portatori altri nemici di Enea, tra cui [[Mezenzio]], [[Tarquito]] e [[Numano]], cognato di Turno), ma essenzialmente una vanità che trae origine da stimoli legati al possesso: esibire i tappeti, ostentare un balteo. La totale assenza di qualsiasi forma di superbia è ciò che rende Enea diverso da Turno e Ramnete, mentre lo accomunano a loro tante virtù, tra cui l'eroismo in guerra e la reverenza verso gli dei.
" ''Così aveva detto e più non parla; subito con la spada assale''
 
Degna di nota, poi, l'assonanza del nome dell'augure con una delle tre tribù primitive di Roma, i 'Ramnes' (etruschi meridionali, divenuti poi latini) <ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/ramnensi/|titolo=Ramnensi - Enciclopedia|sito=Treccani|lingua=it|accesso=2024-08-14}}</ref>. La radice onomastica sembrerebbe la stessa, benché modificatasi nel tempo: in tal caso è da ritenere che Virgilio voglia sottolineare come il ricordo di Ramnete sia sopravvissuto nella memoria collettiva, il che può confermare appunto quanto di buono si trova nel personaggio nonostante l'orgoglio di cui è pieno.
'' l'orgoglioso Ramnete, che su folti tappeti ''
 
Nel poema latino c'è anche spazio per una caratterizzazione dei servi, tre innominati ragazzi disposti in modo da formare un vero e proprio groviglio di corpi, per di più imprudentemente giacenti tra le armi. Ma per quanto negligenti siano, essi appaiono comunque molto fedeli al loro re: l'avverbio ''iuxta'', ovvero 'accanto', sottolinea il senso di devozione. La posa scomposta sembrerebbe essere riconducibile agli effetti di una gozzoviglia (immagine che verrà mostrata esplicitamente per alcune delle vittime successive), per cui i buoni propositi vengono vanificati.
'' disteso, a pieni polmoni sbuffava il sonno;''
 
L'episodio di Ramnete trova una corrispondenza nel decimo libro dell'''[[Iliade]]'', dove il giovane re tracio [[Reso]] viene ucciso da [[Diomede]] che lo sorprende con la spada mentre dorme: comune a entrambi i personaggi è anche il dettaglio del respiro affannoso. Tuttavia quello di Ramnete è un sonno beato, mentre Reso è in stato di forte agitazione vedendo in sogno il proprio assassinio; in questo senso Virgilio opera uno stravolgimento, mettendo in scena un veggente incapace di prevedere la propria morte.
'' era un re; al re Turno era fra gli auguri il più caro, ''
 
<poem> " ''piomba su Reso il fier Tidìde, e priva ''
'' ma con la sua arte non riuscì a stornare la morte '' "
 
(traduzione di Francesco Della Corte)
 
 
Orgoglioso e amante del fasto oltre che pessimo vaticinatore, Ramnete diventa oggetto dell'ironia di Virgilio, che gli riconosce tuttavia il sincero attaccamento a Turno e alla sua causa nel nome dell'amicizia fraterna: la grande costernazione che la sua morte suscita tra i [[Rutuli]] depone anch'essa per un riconoscimento di qualità positive, mancanti invece in Tolumnio, colui che sarà designato quale nuovo augure dell'esercito italico. Non deve sfuggire comunque il fatto che ''superbus'' nel poema non viene definito solo Ramnete ma anche il suo amico Turno quando sottrae il balteo all'ucciso Pallante per appropriarsene e metterlo in bella mostra. Memore di quel che gli aveva detto l'anima di suo padre [[Anchise ]](" ''Parcere subiectis et debellare superbos'' ", libro sesto del poema), Enea non risparmierà Turno dopo averlo sconfitto. Anche se la superbia in Turno e Ramnete non è sinonimo di tracotanza innata, di senso d'onnipotenza, ma essenzialmente una vanità che trae origine da stimoli legati al possesso: esibire i tappeti, ostentare un balteo. La totale assenza di qualsiasi forma di superbia è ciò che rende Enea diverso da Turno e Ramnete, mentre lo accomunano a loro tante virtù, prima fra tutte la reverenza verso gli dei.
 
L'episodio di Ramnete trova una corrispondenza nel decimo libro dell' ''[[Iliade]]'', dove il giovane re tracio [[Reso]] viene ucciso nel sonno con dodici dei suoi uomini da [[Diomede]]: comune a entrambi i personaggi è anche il dettaglio del respiro affannoso.
 
 
 
" ''piomba su Reso il fier Tidìde, e priva ''
''lui tredicesmo della dolce vita.''
 
''Sospirante lo colse ed affannoso''
 
''perché per opra di Minerva apparso''
 
''appunto in quella gli pendea sul capo,''
''tremenda visïon, d'Enide il figlio. '' " </poem>
 
''tremenda visïon, d’Enide il figlio. '' "
 
(Omero, ''[[Iliade]]'', libro X, traduzione di [[Vincenzo Monti]])
 
Sempre nell'''Iliade'' è presente la figura di [[Ennomo]], condottiero e augure misio che come Ramnete perisce senza aver previsto la propria rovina (verrà ucciso in battaglia da [[Achille]]); si tratta tuttavia soltanto di un'anticipazione della morte di questo personaggio, che doveva essere narrata in un poema successivo del ciclo troiano (perduto).
== Curiosità ==
 
<poem> " ''Dei Misi Cromi era a capo, e l'augure Ennomo''
Il nome del personaggio è inspiegabilmente deformato in "Amnete" in una recente traduzione (che inoltre fa dello scudiero e dell'auriga di Remo un'unica persona):
''ma non per segno d'uccelli fuggì la Parca nera'',
 
''cadde sotto la mano dell'Eacide piede rapido''
 
''nel fiume, dove uccise tanti altri troiani.'' " </poem>
" ''Così dice, e si tace; e d'improvviso ''
(Omero, Iliade, libro II, traduzione di [[Rosa Calzecchi Onesti]])
 
'' assale con la spada il tronfio Amnete ''
 
'' che su cumulo folto di tappeti ''
 
''roco soffiava dai polmoni il sonno;''
 
''ed augure egli era, e a Turno caro,''
 
''ed egli stesso re; ma l'arte sua ''
 
'' non lo salvò da morte. Poi tre servi''
 
''accanto a lui sorprende, alla rinfusa ''
 
''in mezzo all'armi placidi giacenti,''
 
''e l'auriga di Remo fra i cavalli;''
 
''e taglia loro la riversa gola.'' "
 
(traduzione di Adriano Bacchielli)
 
== Fortuna dell'episodio ==
*Il sonno di Ramnete diventa quasi proverbiale nella letteratura latina postvirgiliana; per esempio in un passo di [[Ovidio]], che cita il giovane re italico (facendone però curiosamente un rutulo, il che sembra contraddire quanto scritto da Virgilio secondo cui il sovrano dei Rutuli era Turno) insieme al suo ascendente omerico [[Reso]]:
 
<poem> " '' Nec tu quam Rhesus somno meliore quiescas ''
Il sonno di Ramnete diventa quasi proverbiale nella letteratura latina postvirgiliana; per esempio in un passo di [[Ovidio]], che cita il giovane re italico insieme al suo ascendente omerico [[Reso]]:
'' quam comites Rhesi tum necis, ante viae, ''
 
 
" '' Nec tu quam Rhesus somno meliore quiescas ''
 
'' quam comites Rhesi tum necis, ante viae, ''
 
''quam quos cum Rutulo morti Rhamnete dederunt ''
''impiger Hyrtacides Hyrtacidesque comes'' " </poem>
 
''impiger Hyrtacides Hyrtacidesque comes'' "
 
([[Ovidio]], ''Ibis'', vv.627-31)
 
 
" ''Possa tu riposare di un sonno non migliore di quello di Reso e dei guerrieri, compagni di Reso prima nel viaggio e poi nella morte, e di quelli che col rutulo Ramnete furono uccisi dal non pigro figlio di Irtaco e dal compagno del figlio di Irtaco'' "
 
(traduzione di Francesco dellaDella Corte)
 
*Alla figura di Ramnete si è poi ispirato [[Ludovico Ariosto]] nell'''[[Orlando Furioso]]'' per la caratterizzazione di [[Alfeo (Orlando furioso)|Alfeo]], giovane astrologo cristiano destinato anch'egli a venire sgozzato nel sonno (ad opera del saraceno [[Cloridano]]):
 
<poem> " ''Così disse egli, e tosto il parlar tenne,''
Alla figura di Ramnete si è poi ispirato [[Ludovico Ariosto]] per la caratterizzazione del giovane cortigiano cristiano [[Alfeo (Orlando furioso)|Alfeo]], anch'egli sgozzato nel sonno (dal moro [[Cloridano]]) nonostante le doti di indovino:
 
 
 
" ''Così disse egli, e tosto il parlar tenne,''
 
''ed entrò dove il dotto Alfeo dormia,''
 
''che l'anno inanzi in corte a Carlo venne,''
 
''medico e mago e pien d'astrologia:''
 
''ma poco a questa volta gli sovenne;''
 
''anzi gli disse in tutto la bugia.''
 
''Predetto egli s'avea, che d'anni pieno''
 
''dovea morire alla sua moglie in seno:''
''ed or gli ha messo il cauto Saracino''
''la punta de la spada ne la gola.'' " </poem>
 
([[Ludovico Ariosto]], ''[[Orlando Furioso]]'', canto 18)
 
*In campo artistico l'assassinio del re italico e dei suoi servi è illustrato in una delle incisioni ad acquaforte di [[Bartolomeo Pinelli]], intitolata ''[[Eurialo e Niso uccidono Ramnete]]'' e conservata presso l'Istituto d'Arte "Duccio di Buoninsegna" di Siena.
 
== Curiosità ==
''ed or gli ha messo il cauto Saracino''
* Il nome del sovrano italico è inspiegabilmente deformato in "Amnete" nella traduzione di [[Adriano Bacchielli]] (che inoltre omette lo scudiero di Remo tra le vittime):
 
<poem> " ''Così dice, e si tace; e d'improvviso ''
''la punta de la spada ne la gola.'' "
'' assale con la spada il tronfio Amnete ''
'' che su cumulo folto di tappeti ''
''roco soffiava dai polmoni il sonno;''
''ed augure egli era, e a Turno caro,''
''ed egli stesso re; ma l'arte sua ''
'' non lo salvò da morte. Poi tre servi''
''accanto a lui sorprende, alla rinfusa ''
''in mezzo all'armi placidi giacenti,''
''e l'auriga di Remo fra i cavalli;''
''e taglia loro la riversa gola.'' " </poem>
 
(traduzione di Adriano Bacchielli)
([[Ludovico Ariosto]], ''[[Orlando Furioso]]'', canto 18)
 
* Nella traduzione virgiliana realizzata dal latinista statunitense [[David Hadbawnik]], i tre ragazzi al seguito di Ramnete sono presentati come suoi [[buffone|buffoni]] (" '' Then he turns and stabs proud Rhamnes, who’s piled up a stack of pillows and lies snoring into the night – a king, actually, and one of Turnus’s dearest augurs. No way he could augur his way out of this. Next Nisus runs through three fools snoozing nearby'' "). <ref> ''Aeneid'', Books VII-XII by David Hadbwanik, Shearsman Books, 2021. </ref>
== Bibliografia ==
 
=== FontiNote ===
<references/>
 
== Bibliografia ==
=== Fonti ===
*[[Publio Virgilio Marone]], ''[[Eneide]]'', IX 324-455.
*[[Ovidio]], ''Ibis''
 
=== Traduzione delle fonti ===
 
* [[Publio Virgilio Marone]], ''[[Eneide]]'', traduzione a cura di Rosa Calzecchi Onesti, Torino, Einaudi 1989.
* [[Publio Virgilio Marone]], ''[[Eneide]]'', traduzione di Vittorio Sermonti, Milano, Rizzoli, 2007.
 
* [[Publio Virgilio Marone]], ''[[Eneide]]'', traduzione di FrancescoAdriano Della CorteBacchielli, VareseTorino, MursiaParavia 19711963.
 
* [[Publio Virgilio Marone]], ''[[Eneide]]'', traduzione di Adriano Bacchielli, Torino, Paravia 1963.
 
* [[Ovidio]], ''Ibis'', traduzione di Francesco Della Corte, Torino, UTET 1986.
 
== Voci correlate ==
 
*[[Reso]]
*[[Turno]]
Riga 194 ⟶ 158:
*[[Augure]]
 
{{Portale|letteratura|mitologia}}
[[Categoria: Eneide]]
 
[[Categoria: Personaggi della mitologia romana]]
[[Categoria:Personaggi della mitologia romana]]
[[Categoria:Personaggi dell'Eneide]]
[[Categoria:Condottieri mitologici]]
[[Categoria:Sovrani mitologici]]
[[Categoria:Auguri]]