Conflitto di interessi: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|descrizione=il film del 1998|titolo=[[Conflitto d'interessi (film)|Conflitto d'interessi]]}}
Il '''conflitto di interessi''' è una condizione giuridica che si verifica quando viene affidata un'alta [[responsabilità]] decisionale a un soggetto che ha interessi personali o professionali in contrasto con l'[[imparzialità]] richiesta da tale responsabilità, che può venire meno a causa degli interessi in causa.
 
Può verificarsi in diversi contesti e ambiti: [[economia]], [[diritto]], [[politica]], [[lavoro]], [[sistema sanitario|sanità]]. Gli [[ordinamento giuridico|ordinamenti giuridici]] spesso disciplinano il conflitto di interessi per mezzo di [[legge|leggi]] e norme. Il conflitto di interessi può riguardare singole persone o cariche, ma anche enti di controllo, gruppi di soggetti, consigli di amministrazione.
Si verifica un '''conflitto di interessi''' quando viene affidata un'alta responsabilità decisionale ad un soggetto che abbia interessi personali o professionali in conflitto con l'imparzialità richiesta da tale responsabilità, che può venire meno visti i propri interessi in causa.
 
== Caratteristiche generali ==
Il verificarsi di un conflitto non costituisce di per sé prova che siano state commesse scorrettezze, può tuttavia costituire un'agevolazione nel caso in cui si cerchi di influenzare il risultato di una decisione per trarne un beneficio. L'essere in conflitto di interessi ed abusare effettivamente della propria posizione restano però due aspetti distinti: un soggetto coinvolto, infatti, potrebbe non agire mai in modo improprio. Tuttavia un conflitto di interessi esiste a prescindere che ad esso segua una condotta impropria o meno.
L'essere in conflitto e abusare effettivamente della propria posizione sono due aspetti distinti: un soggetto coinvolto, infatti, potrebbe non agire mai in modo improprio, tuttavia il conflitto di interessi esiste a prescindere che a esso segua o meno una condotta impropria, ed è pertanto in genere vietato da apposite norme. L'esistenza di un conflitto di interessi non costituisce di per sé prova che siano state commesse scorrettezze, costituisce tuttavia un'ingiusta agevolazione nel caso in cui si cerchi di trarne beneficio.
 
== Esempi di conflitto di interessi ==
Esempi di conflitto di interessi possono essere:
 
* un [[politico]] con una posizione di rilievo o d'influenza che utilizzi questi suoi poteri per spingere il legislatore ad approvare l'abrogazione o la modifica d'una legge che lo imputa di un qualche [[reato]] o che lo coinvolga in qualche modo;
* un [[giudice]] che giudica o un [[pubblico ministero]] che imputa un proprio familiare o conoscente in una [[Azione legale|causa]] o si attivi su una questione in cui lui o i suoi interessi sono coinvolti;
* la partecipazione ada un [[appalto]], transazione o transazione[[concorso]] essendo a conoscenza dei termini riservati di proposta;
* il presidente di un organo di garanzia che possiede o ha interessi di tipo economico e/o personale ina favore (o contro) un'azienda oggetto dell'analisi di tale organo, o ricopre cariche pubbliche nell'istituzione che deve controllare;
*un [[consigliere comunale]] che vota un [[regolamento]] o una modifica al [[Piano regolatore generale comunale|piano regolatore]] che avvantaggia se stesso o un suo congiunto;
*un membro della commissione di valutazione di un [[concorso]] che è un congiunto di un partecipante al concorso stesso;
*un docente che fa lezioni private a pagamento a un suo alunno.
 
Il conflitto di interessi nel mondo dell'industria farmaceutica è un fenomeno diffuso e fonte di importanti fenomeni di [[disease mongering]].<ref name="pmid12143862">{{Cita pubblicazione|autore= McKechnie S |titolo= The pharmaceutical industry and disease mongering. Will industry's latest moves promote public health or private profit? |rivista= BMJ |volume= 325 |numero= 7357 |pp= 216; author reply 216 |anno= 2002 |pmid= 12143862 }}</ref><ref name="pmid12879824">{{Cita pubblicazione|autore= Hoffman JR, Cooper RJ |titolo= Efforts to ban direct-to-consumer advertising in New Zealand: a call to action |rivista= Br J Gen Pract |volume= 53 |numero= 489 |pp= 267-9 |anno= 2003 |pmid= 12879824 | pmc = 1314566 }}</ref>
== La legge e i conflitti di interessi ==
Con la caratteristica di essere correlato:<ref name="pmid18664007">{{Cita pubblicazione|autore= Greco D, Diniz NM |titolo= Conflicts of interest in research involving human beings |rivista= J Int Bioethique |volume= 19 |numero= 1-2 |pp= 143–54, 202–3 |anno= 2008 |pmid= 18664007 }}</ref>
Gli ordinamenti giuridici [[democrazia|democratici]] internazionali sono solitamente garantisti e contrari allo sfruttamento della propria posizione per interessi personali a discapito di altre parti in causa, in particolare rispetto ad incarichi pubblici; dispongono perciò di specifiche [[legge|leggi]] che non permettono - o tentano di scongiurare - il verificarsi di tali conflitti.
#ai guadagni finanziari che si possono ricavare dal partecipare alle sperimentazioni sponsorizzate dalle industrie farmaceutiche,
#alla possibilità di pubblicare le sperimentazioni promosse dalle industrie farmaceutiche con indubbi vantaggi sulla propria carriera accademica,
#a vantaggi personali, come la partecipazione a conferenze e/o viaggi di piacere.
 
== Nel mondo ==
Ad imprenditori o magistrati sono di solito interdette funzioni pubblico-istituzionali; a studenti di determinati corsi universitari è interdetto l'insegnamento presso gli stessi; e così via.
Gli [[ordinamento giuridico|ordinamenti giuridici]] [[democrazia|democratici]] sono solitamente garantisti e pertanto contrari allo sfruttamento della propria posizione per interessi personali a discapito di altre parti in causa, in particolare nel caso di incarichi con rilevanza pubblica; dispongono perciò di specifiche [[legge|leggi]] che non permettono - o tentano di scongiurare - il verificarsi di tali conflitti.
 
La disciplina del conflitto di interesse può vietare l'accumulo ''"ad interim"'' di due cariche incompatibili, oppure essere più estesa, e vietare la copertura di una carica (pubblica o meno) per un periodo minimo di alcuni anni dalla fine della carica pubblica precedente.
 
Il divieto di cumulare incarichi in conflitto di interesse può riguardare non una singola persona, ma essere esteso a persone che sono coniugi, parenti o consanguinei.
 
Ad esempio, l'incarico di avvocato difensore che un magistrato neo-dimissionarioappena dimessosi può assumere, potrebbe potenzialmente condizionare lo svolgimento di alcune indagini o processi a favore dei propri futuri clienti (con depistaggi, minori acquisizioni di prove, etc.).
 
Analogamente, per il rilascio di permessi e licenze (comunali, da parte del sindaco, etc.e così via), per il bando di [[gara d'appalto|gare d'appalto]] in cui un membro della commissione aggiudicatrice diventa poco tempo dopo dipendente o socio dell'impresa vincitrice, o riceve delle donazioni o costose consulenze, che potrebbero essere un modo di remunerare favori politici. Altri esempio sono i ruoli di imprenditore o magistrato, ai quali sono di solito interdette funzioni pubblico-istituzionali in conflitto con tale carica; a studenti di determinati corsi universitari può essere interdetto l'insegnamento presso gli stessi; e così via.
 
Il controllo delle situazioni di potenziale conflitto di interessi è solitamente affidato ad autorità titolari della disciplina interna alla corporazione o all'ordine professionale, salva la competenza del giudice civile o penale, nel caso in cui il conflitto abbia procurato un danno a terzi<ref>[[Sabino Cassese]], I conflitti di interesse e i modi per regolarli, in “Bancaria”, 2005, n. 2, p. 36; intervento al Convegno [[Arel]] su “I conflitti di interesse nelle banche e nelle imprese” (Roma, 17 novembre 2004).</ref> o abbia integrato una figura di reato; per gli eletti in [[Parlamento]], questo si traduce nella costituzione di comitati etici o ''Standard Committees''<ref>Pelletier, Benoît. 1998. "Incompatibilités de Fonctions et Conflits d'Intérêts en Droit Parlementaire Québécois [notes]." Revue Generale De Droit no. 3: 345. Per le proposte avanzate in Italia, v. {{cita libro| Giampiero | Buonomo | Lo scudo di cartone | 2015 | [[Rubbettino Editore]]|p = 214 |ISBN = 978-88-498-4440-5}} alla nota 63.</ref>.
== Il conflitto di interessi nella politica italiana ==
 
=== Italia ===
In [[Italia]] il problema si è presentato in forme di una certa rilevanza in particolare da quando [[Silvio Berlusconi]] prese parte alla [[campagna elettorale]] del [[1994]] per coprire la carica di [[Presidente del Consiglio dei ministri]] (carica ricoperta successivamente anche dal [[2001]] al [[2006]] e dal [[2008]]). Il conflitto era in questo caso rappresentato dalla titolarità contemporanea di funzioni pubbliche, del gruppo televisivo [[Mediaset]], e di altre proprietà sulle quali vi sarebbe stata possibilità di legiferazione (settore [[assicurazione|assicurativo]], [[sport]]ivo, [[edilizia|edile]], [[editoria]]le, ecc.). Per alcuni opinionisti, inoltre, tale conflitto sarebbe motivo d'ineleggibilità e di incompatibilità di cariche in base alle legge italiana sulle concessioni pubbliche.
{{Vedi anche|Legge Frattini}}
La [[Costituzione italiana]], secondo gli [[s:it:Italia, Repubblica - Costituzione#Art. 65|artt. 65]] e 66, obbliga a stabilire "i casi di ineleggibilità e incompatibilità" con legge ordinaria, giudicati per i componenti da ciascuna Camera. La legge se ne occupa nel DPR n. 361 del 30 marzo 1957.<ref>{{Cita legge italiana|tipo = DPR|anno = 1957|mese = 03|giorno = 30|numero = 361|titolo = Approvazione del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati.}}</ref>
La Giunta delle elezioni della Camera dei deputati, nel 1994, dichiarò legittima l'elezione di Silvio Berlusconi.<ref>{{cita testo|url=http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1278598|titolo=Archivio - LASTAMPA.it<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131203022108/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1278598 }}</ref> Con la motivazione che la norma citata andrebbe riferita «alla concessione [[ad personam]] e quindi, se non c'è titolarità della persona fisica, non si pone alcun problema di eleggibilità, pur in presenza di eventuali partecipazioni azionarie». Nelle successive legislature fu confermata tale tesi.
 
Il problema del conflitto di interessi nel rapporto tra interessi pubblici e privati ha assunto notorietà nazionale da quando [[Silvio Berlusconi]] durante le [[elezioni politiche in Italia del 1994|elezioni politiche del 1994]] si candidò come [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana]] (carica ricoperta successivamente anche dal [[2001]] al [[2006]] e dal [[2008]] al [[2011]]).<ref name="rizzo">Sergio Rizzo, ''La cricca - Perché la Repubblica italiana è fondata sul conflitto di interessi'', Rizzoli, 2010, ISBN 978-88-17-03987-1 (cfr. quarta di copertina)</ref> Secondo il giornalista [[Sergio Rizzo]], tuttavia, Silvio Berlusconi "''è solo l'ultimo erede di un sistema consolidato''", diffuso a tutti i livelli nella società italiana.<ref name="rizzo" /> Il conflitto è, nel caso di Berlusconi, rappresentato dalla titolarità contemporanea - in prima persona o per mezzo di familiari o collaboratori - di funzioni pubbliche, del gruppo televisivo [[Mediaset]], e di ingenti proprietà nel settore [[assicurazione|assicurativo]], [[sport]]ivo, [[edilizia|edile]], [[editoria]]le, ecc. Per vari giuristi e costituzionalisti, tale conflitto determina l'impossibilità legale d'essere eletti.<ref>{{Cita web |url=http://archivio.rivistaaic.it/dibattiti/conflitto/pace.html |titolo=La proprietà di emittenti televisive determina ineleggibilità parlamentare - Dibattiti - AIC<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=1º gennaio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151117025543/http://archivio.rivistaaic.it/dibattiti/conflitto/pace.html |urlmorto=sì }}</ref>
La [[Costituzione italiana]], secondo gli artt. 65 e 66, obbliga il Parlamento a valutare l’eleggibilità dei suoi membri in base alla legge ordinaria. L’art. 10 del DPR 361/1957 recita: «Non sono eleggibili [...] coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica, che importino l'obbligo di adempimenti specifici, l'osservanza di norme generali o particolari protettive del pubblico interesse, alle quali la concessione o la autorizzazione è sottoposta». La Giunta delle elezioni della Camera dei deputati, nel 1994, confermò l’elezione di Silvio Berlusconi (fondatore e azionista di maggioranza di [[Mediaset]], società che controlla RTI, titolare delle concessioni televisive di [[Canale 5|Canale Cinque]], [[Rete Quattro]] e [[Italia Uno]]) poiché la norma citata andrebbe riferita «alla concessione [[ad personam]] e quindi, se non c’è titolarità della persona fisica, non si pone alcun problema di eleggibilità, pur in presenza di eventuali partecipazioni azionarie». Nelle successive legislature fu ribadita l’eleggibilità di Berlusconi. Tuttavia, secondo alcuni, l’interpretazione di cui sopra sarebbe in contrasto con lo spirito e la lettera della legge. Se infatti [[Fedele Confalonieri]], presidente di Mediaset, ne è il rappresentante legale, a chi si riferisce il sintagma «in proprio»? L’azionista di maggioranza è colui che gode del diritto di proprietà e trae i profitti dalle attività dell’azienda. Inoltre la Giunta, nella sua motivazione, introduce il concetto di titolarità del contratto, che non figura nella legge: l’essere «vincolati con lo Stato» non dipende solo dalla rappresentanza legale, ma anche dai vincoli conseguenti alla proprietà. Si noti che le concessioni televisive sono date all’azienda, non alla persona fisica: dunque il vincolo con lo Stato consiste nella proprietà o nella direzione dell’azienda concessionaria. Infine, che ''in proprio'' valga ‘in proprio nome’, con curiosa ellissi del sostantivo, è interpretazione chiaramente confutata dai primi due significati della locuzione: «non essendo alle dipendenze di nessuno» e «di proprietà personale»; la terza accezione, di basso uso, «personalmente, di persona», è limitata all’espressione «rispondere in proprio di qualcosa», in cui è sottintesa l’idea del mettere a rischio le proprie sostanze nell’assumersi una responsabilità.
Con l'opinione che il possesso di alcuni [[mass media]] potesse costituire un possibile vantaggio elettorale, fu sostenuta altresì una sostanziale incostituzionalità, in quanto l'articolo 51 della Costituzione Italiana stabilisce che "''tutti i cittadini (...) possono accedere agli uffici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza''" e che la possibilità di orientare la comunicazione avrebbe potuto minare tale effettiva eguaglianza.
 
Nel [[1996]] il senatore [[Stefano Passigli]] propose un [[disegno di legge]] che, tra le altre cose, prevedeva che il funzionario pubblico con un patrimonio eccedente una certa somma dovesse affidarlo in gestione ad un'apposita società indipendente (''[[blind trust]]'' o ''fondo cieco''). IlInoltre, dil testo prevedeva un controllo preventivo dei conflitti di interesse e non un controllo ex post come invece previsto dalla legge Frattini, controllo preventivo che è presente nella maggior parte delle democrazie occidentali.d<ref>{{cita web |url=https://www.lcorriere.it/editoriali/23_ottobre_28/caso-sgarbi-regole-conflitti-7369d144-75b6-11ee-a16a-b8665192755e.shtml|titolo=Caso Sgarbi, le regole sui conflitti|autore=[[Stefano Passigli]]|urlarchivio=https://archive.is/20231031152358/https://www.corriere.it/editoriali/23_ottobre_28/caso-sgarbi-regole-conflitti-7369d144-75b6-11ee-a16a-b8665192755e.shtml|dataarchivio=31 ottobre 2023|urlmorto=no}}</ref> A causa della caduta del Governo Dini, il disegno di legge non vennefu approvato. La questione fu però ripresa dallo stesso [[Governo Berlusconi II]] con la Leggelegge 20 luglio 2004. n. 215 del 2004 (''Norme in materia di risoluzione dei conflitti di interessi'') (cosiddetta [[Legge Frattini]]).<ref>
{{cita web|url = http://www.normattiva.it/dispatcher?service=213&fromurn=yes&datagu=2004-08-18&annoatto=2004&numeroatto=215&task=ricercaatti&elementiperpagina=50&redaz=004G0212&newsearch=1&classeprv=1&paginadamostrare=1&tmstp=1298756518131|titolo = LEGGE 20 luglio 2004, n. 215|accesso = 26 febbraio 2011|editore = normattiva.it - Presidenza del Consiglio dei Ministri|urlmorto = sì}}
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</ref> In base alla norma si dispone che l'[[imprenditore]] individuale provveda a nominare uno o più [[institore|institori]], ovvero una o più persone di fiducia (anche parenti, amici o collaboratori) cui affidare l'effettiva gestione aziendale.
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Si è eccepito che la legge sarebbe risultata di ben poca rilevanza per la risoluzione del conflitto, poiché si limitava a prescrivere che l'imprenditore individuale provvedesse a nominare uno o più [[institore|institori]], cioè una o più persone di fiducia (figli, parenti, amici, e perciò soggetti non realmente indipendenti) cui affidare l'effettiva gestione aziendale; l'unico vero effetto di tale legge è di impedire il varo di provvedimenti che possano favorire una data persona.
Il [[Parlamento europeo]] prese già nel [[2002]] posizione sulla questione: al paragrafo 38 della risoluzione del [[20 novembre]] [[2002]] deplorava che, "''in particolare in Italia, permanga una situazione di concentrazione del potere mediatico nelle mani del presidente del Consiglio, senza che sia stata adottata una normativa sul conflitto d’interessi''".
 
Il [[Parlamento europeo]], al paragrafo 38 della risoluzione del 20 novembre [[2002]] deplorava che, "''in particolare in Italia, permanga una situazione di concentrazione del potere mediatico nelle mani del presidente del consiglio, senza che sia stata adottata una normativa sul conflitto d'interessi''".<ref>http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed425/pdfs013.pdf</ref> Tra gli altri casi italiani di conflitto d'interessi, vi sarebbe quello del presidente della [[Sardegna]] (in carica dal [[2004]] sino al dicembre [[2008]]) [[Renato Soru]], fondatore della società di telecomunicazioni [[Tiscali (azienda)|Tiscali]]. Questi, dopo la sua elezione, ha lasciato il controllo della società, pur continuando a mantenerne il 27,5% del capitale (in seguito gradualmente sceso fino al 18%).
Il [[13 luglio]] [[2004]] il [[Parlamento Italiano]] varava la Legge n. 215, recante "Norme in materia di risoluzione dei conflitti di interessi" (la c.d. [[legge Frattini]]).
 
Il ministro del [[governo Monti]] [[Corrado Passera]], secondo il giornalista [[Marco Travaglio]] sarebbe stato, vista la sua carriera professionale in ambito bancario, in conflitto di interesse. Altri conflitti di interesse sarebbero rappresentati dall'attività politica e imprenditoriale di [[Luca Cordero di Montezemolo]], [[Emma Marcegaglia]] e altri esponenti politici.<ref name="rizzo" /><ref>{{cita testo|url=http://espresso.repubblica.it/dettaglio/e-sparito-il-conflitto-dinteressi/2191592|titolo=è sparito il conflitto di interessi|accesso=1º gennaio 2013|dataarchivio=26 settembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120926235927/http://espresso.repubblica.it/dettaglio/e-sparito-il-conflitto-dinteressi/2191592|urlmorto=sì}}, L'Espresso</ref>
Tra gli altri casi italiani di conflitto d'interessi, vi è quello presunto di cui è stato accusato il governatore della [[Sardegna]] (in carica dal [[2004]] fino al dicembre [[2008]]) [[Renato Soru]], fondatore della società di telecomunicazioni [[Tiscali (azienda)|Tiscali]]. Questi però, dopo la sua elezione, ha ufficialmente lasciato, similarmente a Silvio berlusconi, il controllo della società, pur continuando a mantenerne il 27,5% del capitale (in seguito è gradualmente sceso fino al 18%).
 
Nella [[XVII legislatura della Repubblica Italiana|XVII legislatura]], "la Camera dei deputati sta esaminando una riforma complessiva della disciplina vigente in materia di incompatibilità e di conflitti di interesse, già contenuta nella legge n. 215 del 2004. In particolare, è stato predisposto un testo unificato, elaborato da ultimo dal Comitato ristretto e adottato, il 22 dicembre 2015, come testo base dalla I Commissione permanente Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministero dell'Interno. Tale testo innova la vigente disciplina, prospettando una regolamentazione anche preventiva del conflitto di interessi e modificando la disciplina delle ineleggibilità dei parlamentari e dei consiglieri regionali".<ref>Tratto dalla {{cita testo|url=http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Sindispr&leg=17&id=964771|titolo=risposta scritta}} che il [[Governo Renzi]] ha dato all'interrogazione [[Enrico Buemi|Buemi]] n° 4-03975.</ref>
== Il conflitto di interessi di Silvio Berlusconi ==
{{C|Si confonde troppo spesso il concetto di "legge ad personam" con quello di "conflitto di interessi", sarebbe quindi necessario spostare alcuni paragrafi in una pagina più attinente.|politica|febbraio 2010}}
Il conflitto di interessi di Silvio Berlusconi è nella sua figura di imprenditore, proprietario del gruppo Fininvest, che detiene partecipazioni nei settori televisivo (Mediaset), editoriale (Arnoldo Mondadori Editore), assicurativo/bancario (Mediolanum), sportivo (Milan) e teatrale (Teatro Manzoni).
Alla posizione politico-imprenditoriale, che comporta anche un {{citazione necessaria|conflitto di interessi relativo al pluralismo nell'informazione}} radio-televisiva pubblica e privata, si aggiunge il conflitto di interessi politico-giudiziario, in qualità di capo del governo, essendo state approvate durante il suo mandato leggi che gli garantissero l'impunità.
 
===Argentina===
Tante leggi fatte approvare dai governi presieduti da Silvio Berlusconi sono state oggetto di aspre critiche perché hanno portato a vantaggi personali e/o vantaggi per le aziende di Berlusconi. Ad esempio, tra i vari condoni fatti da Berlusconi, di cui ne ha beneficiato, come verrà meglio illustrato in seguito, ci sono:
Il [[codice penale]] argentino all'articolo 265 si riferisce ai "negoziati incompatibili con l'esercizio di funzioni pubbliche" prescrivendo: "Sarà punito, con la reclusione da uno a sei anni e l'interdizione speciale perpetuo, il [[pubblico ufficiale]] che, direttamente, per persona interposta o mediante atto simulato, sia interessato a perseguire il proprio vantaggio o quello di una terza parte, in qualsiasi contratto o operazione in cui interviene a causa della sua carica. Questa disposizione sarà applicabile ad arbitri, compositori amichevoli, esperti, commercialisti, tutori, curatori, esecutori, fiduciari e liquidatori, per quanto riguarda le funzioni svolte in tale veste.<ref>Aída Kemelmajer de Carlucci, ''CONFLICTO DE INTERESES Y BIOÉTICA'', ESKA ed., «Journal International de Bioéthique», 2014/2, Vol. 25, p. 57.</ref>.
il condono fiscale, contenuto nella Legge Finanziaria del 2003; l’estensione del condono edilizio alle aree protette; il cosiddetto [http://www.repubblica.it/politica/2010/08/19/news/mondadori_salvata_dal_fisco_scandalo_ad_aziendam_nell_interesse_del_cavaliere-6365174/ Lodo Cassazione], norma fatta su misura per la Mondadori.
 
==Note==
Inoltre, diverse sono state le norme che favoriscono le società di Berlusconi dal punto di vista fiscale, approvate dai governi Berlusconi; fra queste, come verrà illustrato più avanti, ci sono:
<references />
la legge Tremonti del 1994 per la detassazione degli utili reinvestiti; il cosiddetto Decreto Salva-Calcio; la detassazione delle plusvalenze da partecipazione; la riduzione delle aliquote fiscali per i redditi dei più abbienti.
 
Tra le '''[[leggi ad personam]]''' da ricordare, fatte dai governi Berlusconi a partire dal 1994, ci sono:
 
il '''Decreto Biondi''', approvato il 13 luglio 1994, provocò la scarcerazione immediata di 2764 detenuti, dei quali 350 erano colletti bianchi coinvolti in Tangentopoli (compresi la signora Poggiolini, l’ex ministro Francesco De Lorenzo e Antonino Cinà, il medico di Totò Riina), al fine di impedire l’arresto di Paolo Berlusconi, del capo dei servizi fiscali della Fininvest Salvatore Sciascia e di Massimo Maria Berruti, consulente del gruppo Fininvest;
 
la '''Legge sulle Rogatorie''', approvata nel 2001, serviva a cancellare le prove giunte dall’estero per rogatoria ai magistrati italiani, comprese ovviamente quelle che dimostrano le corruzioni dei giudici romani da parte di Previti & C;
 
la '''non ratifica del Mandato di cattura europeo''' (2001), da parte del governo Berlusconi, vide l’Italia come unico paese fra quelli dell’Unione europea a non aver ratificato, ma solo relativamente ai reati finanziari, ai reati contro la Pubblica amministrazione, e il motivo della mancata ratifica, secondo “Newsweek”, è che Berlusconi temeva di essere arrestato dai giudici spagnoli per l’inchiesta su Telecinco;
la '''Legge Frattini''' sul conflitto d’interessi, approvata il 28 febbraio del 2002, che consente di “legalizzare” la posizione di conflitto di interessi di Berlusconi: chi possiede aziende e va al governo, ma di quelle aziende è soltanto il “mero proprietario”, non è in conflitto d’interessi e non è costretto a cederle, quindi l’unica conseguenza per il premier è stato lasciare la presidenza del Milan;
 
la '''depenalizzazione del falso in bilancio''', legge fatta dal governo Berlusconi nel 2002, ha permesso a Berlusconi di ottenere l’assoluzione perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato” nel processo All Iberian 2 e nell'ambito dell'ultimo stralcio del processo SME, e di giungere alla prescrizione nel processo sul caso del calciatore Lentini;
 
la '''Legge Cirami sul legittimo sospetto''', approvata il 5 novembre 2002, che reintroduce il concetto di “legittima suspicione” sull'imparzialità del giudice, quale causa di ricusazione e trasferimento del processo, viene sistematicamente invocata dagli avvocati di Berlusconi e Previti nei processi che li vedono imputati;
 
il cosiddetto '''Lodo Schifani''' (legge n.140/2003), per l’impunità delle alte cariche dello stato, ha consentito la sospensione dei processi a carico di Berlusconi fino alla bocciatura da parte della Corte Costituzionale;
 
la riapertura dei termini per il '''condono fiscale''', Dl 143 del 24 giugno 2003, estende il condono a coloro che hanno “concorso a commettere i reati”, anche se non hanno firmato la dichiarazione fraudolenta, come nel caso dei 9 coimputati del premier, accusati di aver aiutato Berlusconi a evadere con fatture false o gonfiate;
 
la cosiddetta '''Legge ex-Cirielli''', Legge n. 251/2005, denominata anche legge salva-Previti, ha introdotto una riduzione dei termini di prescrizione per gli incensurati e trasformato in arresti domiciliari la detenzione per gli ultrasettantenni, consentendo l'estinzione per prescrizione dei reati di corruzione in atti giudiziari e falso in bilancio nei processi "Diritti tv Mediaset" e” Mills” a carico di Berlusconi;
la cosiddetta '''Legge Pecorella''', che introduceva l'inappellabilità da parte del pubblico ministero per le sole sentenze di proscioglimento, fu respinta dal presidente Ciampi in quanto incostituzionale, così Berlusconi la ripresentò uguale per farla riapprovare (legge n.46) nel gennaio 2006, ma la Consulta la bocciò con la sentenza n. 26 del 2007;
 
Il cosiddetto '''Lodo Alfano''' (legge n. 124/2008), per l’impunità delle alte cariche dello stato, ha consentito la sospensione dei processi a carico di Berlusconi fino alla bocciatura da parte della Corte Costituzionale, nonostante le pressioni ricevute da quest’ultima;
 
il cosiddetto '''legittimo impedimento''', legge del 7 aprile 2010 n. 51, che consente di rinviare i processi per Berlusconi e i ministri, si applica per tutte quelle attività "coessenziali" alle funzioni di governo e a certificare che esiste un impedimento "continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni", sarà la Presidenza del Consiglio;
 
il cosiddetto '''decreto “salva liste”''', Dl 5 marzo 2010 n. 29, è stato il tentativo, palesemente incostituzionale (comma IV art. 72, art.117 della costituzione), da parte del governo Berlusconi di cambiare le regole nel corso della competizione elettorale;
 
il Disegno di legge sul “'''processo breve'''” stabilisce che per l'imputato incensurato, il processo non può durare più di sei anni (due anni per grado e due anni per il giudizio di legittimità), tutto a beneficio di Berlusconi nelle vicende sui diritti tv Mediaset, Mediatrade, corruzione dei senatori.
 
Berlusconi a suon di '''[[leggi ad aziendam]]''' ha triplicato il proprio patrimonio, in particolare dall’inizio del 1994 (3,1 miliardi di euro), quando è entrato in politica, al 2005 (12 miliardi di euro secondo Forbes).
Di seguito si riportano le norme approvate dai governi Berlusconi che, in modo evidente, hanno favorito le società del premier e la crescita del suo patrimonio:
 
la '''Legge Tremonti''', approvata il 10 giugno 1994, per la detassazione del 50% degli utili reinvestiti dalle imprese, ha consentito alla neonata Mediaset di risparmiare 243 miliardi di lire di imposte sull’acquisto di diritti cinematografici per i film d’annata;
 
la cosiddetta '''Tremonti-bis''', Legge del 18 ottobre 2001 n. 383, abolisce l’imposta su successioni e donazioni per i patrimoni superiori ai 350 milioni di lire (fino a quella cifra l’imposta era già stata abrogata dal centrosinistra);
il cosiddetto “'''Decreto Salva-Calcio'''”, Decreto legge n. 282/2002, introduce una norma che consente alle società di calcio (tra cui il Milan che risparmia 242 milioni di euro) di diluire le svalutazioni dei cartellini dei calciatori sui bilanci in un arco di dieci anni, con importanti benefici economici in termini fiscali;
 
il '''condono fiscale''', contenuto nella Legge Finanziaria del 2003, ha consentito a Berlusconi di sanare con appena 1800 euro un’evasione di 301 miliardi di lire contestata dai pm di Milano e a Mediaset di sanare le evasioni di 197 milioni di euro, contestate dall’Agenzia delle entrate, pagandone appena 35;
la '''detassazione delle plusvalenze da partecipazione''', riforma introdotta da Tremonti nel 2003, venne subito utilizzata dal premier Berlusconi nell’aprile 2005 quando cedette il 16,88% di Mediaset detenuto da Fininvest per 2,2 miliardi di euro, risparmiando 340 milioni di euro di tasse;
 
il '''Decreto Salva-Rete 4''', firmato da Berlusconi il 24 dicembre 2003, concede una proroga per continuare a far trasmettere Rete 4 in analogico, a danno di Europa 7, pur non avendo la concessione per farlo dal 1999;
 
la '''Legge Gasparri''' del 2004, sul riordino del sistema radio-televisivo e delle comunicazioni, assicura che Rete 4 non avrebbe sforato il tetto antitrust perché, entro il 30 aprile 2004, il 50% degli italiani avrebbe dovuto captare il segnale del digitale terrestre, però, a quella data, solo il 18% della popolazione riceveva il segnale digitale, inoltre, tale legge regala a Mediaset una potenziale crescita dei ricavi di 1-2 miliardi di euro l’anno, come ha candidamente ammesso lo stesso Fedele Confalonieri;
le '''norme sull’acquisto del decoder''', cui fanno riferimento la Legge n.350/2003 (Finanziaria 2004) e la Legge 311/2004 (Finanziaria 2005), introducono un incentivo statale all'acquisto di decoder e a beneficiare in forma prevalente dell'incentivo è la società Solaris, il principale distributore in Italia dei decoder digitali Amstrad del tipo "Mhp", controllata al 51 per cento da Paolo e Alessia Berlusconi;
 
l’estensione del '''condono edilizio''' alle aree protette, Legge n.308/2004, inserisce le zone protette tra le aree condonabili e tra queste ci sono anche le aree di Villa Certosa di proprietà della famiglia Berlusconi;
la '''riduzione delle aliquote fiscali per i redditi dei più abbienti''', varata dal governo Berlusconi a fine 2004, consente a Berlusconi, secondo i calcoli de L’Espresso, di risparmiare 764.154 euro all’anno;
 
il '''Testo unico della previdenza complementare''', Decreto legislativo n. 252 del 2005, prevede norme che favoriscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale, a beneficio soprattutto di Mediolanum di proprietà della famiglia Berlusconi;
 
il '''servizio Postescuola''' di consegna e ordinazione, per telefono e online, dei libri di testo destinati agli alunni della scuola secondaria, tramite l’accordo stipulato il 9 giugno 2005 tra il Ministero dell’Istruzione e le Poste Spa, ha previsto la consegna dei libri tramite la Mondolibri Bol, una società posseduta al 50 per cento da Arnoldo Mondadori Editore Spa, di cui è mero proprietario Berlusconi;
l’'''innalzamento dal 10% al 20% del tetto per l’acquisto di azioni proprie''', da parte delle società quotate in borsa, è stato subito messo in atto dalla Fininvest per aumentare il controllo su Mediaset;
lo '''spostamento di pubblicità da Rai a Mediaset''' da parte delle aziende e delle istituzioni controllate dal governo: ministeri, Poste, Eni, Enel, ecc., si è verificato in misura cospicua da quando nel 2008 Berlusconi è tornato al governo;
 
il Decreto legge n. 185/2008 ha stabilito l’'''aumento dal 10 al 20% dell'aliquota IVA sulla pay tv "Sky Italia"''', il principale competitore privato del gruppo Mediaset;
 
le norme contenute nel '''decreto Romani''', entrato in vigore il 15 marzo 2010, regolano gli spazi pubblicitari televisivi a vantaggio di Mediaset e a svantaggio di Sky, costretta a scendere entro il 2013 dal 18 al 12% di affollamento orario di spot;
il cosiddetto '''[http://www.repubblica.it/politica/2010/08/19/news/mondadori_salvata_dal_fisco_scandalo_ad_aziendam_nell_interesse_del_cavaliere-6365174/ Lodo Cassazione]''', norma fatta su misura per la Mondadori, inserita di nascosto all'interno del Dl incentivi del 25 marzo 2010, consente di archiviare i processi tributari arrivati in Cassazione con due sentenze favorevoli al contribuente mediante il pagamento del solo 5% del valore della lite.
 
== Bibliografia ==
* Anna D’AngelisD'Angelis, [{{cita testo|url=http://www.giuffre.it/age_files/dir_tutti/archivio/dangelis_0202.html |titolo=Dizionario del diritto - Conflitto d'interessi]|accesso=17 febbraio 2018|dataarchivio=11 aprile 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080411000219/http://www.giuffre.it/age_files/dir_tutti/archivio/dangelis_0202.html|urlmorto=sì}}, Giuffré
* [[Elio Veltri]] - Francesco Paola, ''IL GOVERNO DEI CONFLITTI'', ISBN 88-304-2400-5, [[Longanesi]] 2006.
*[[Sabino Cassese]], Conflitti di interessi: il fiume di Eraclito, in “Rivista di diritto privato”, 2004, n. 2, pp.&nbsp;235–240.
 
== Voci correlate ==
* [[Asimmetria informativa]]
* [[Indice della libertà economica]]
* [[Insider trading]]
* [[Legge ad personam]]
* [[InsiderLegge tradingFrattini]]
* [[Patto di non concorrenza]]
* [[Asimmetria informativa]]
* [[Responsabilità politica]]
* [[Berlusconismo]]
* [[Patto di non concorrenza]]
* [[Legge FrattiniCorruzione]]
* [[Silvio BerlusconiConcussione]]
*[[Porta girevole (politica)|Porta girevole]]
*[[Clientelismo]]
*[[Capitalismo clientelare]]
*[[Familismo amorale]]
*[[Omertà]]
 
==Altri progetti==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.ares2000.net/ricerche/conflitto/documentazione.htm Osservatorio sui conflitti di interesse - Ares2000 Onlus]
* {{cita web | url = http://www.ares2000.net/ricerche/conflitto/documentazione.htm | titolo = Osservatorio sui conflitti di interesse - Ares2000 Onlus | accesso = 22 marzo 2008 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080404103828/http://www.ares2000.net/ricerche/conflitto/documentazione.htm | urlmorto = sì }}
* [http://www.parlamento.it/leggi/04215l.htm Testo della legge Frattini, n. 215 del 2004], "Norme in materia di risoluzione dei conflitti di interessi"
* {{cita testo|url=http://www.parlamento.it/leggi/04215l.htm|titolo=Testo della legge Frattini, n. 215 del 2004}}, "Norme in materia di risoluzione dei conflitti di interessi"
* [[s:Codice Civile - Libro Quinto/Titolo V#Art. 2391 Conflitto d'interessi|Codice Civile Art. 2391 Conflitto di interessi]] (Norma che disciplina il conflitto di interessi nel diritto societario per gli amministratori)
* [[s:Codice Civile - Libro Quinto/Titolo V#Art. 2373 Conflitto d'interessi|Codice Civile Art. 2373 Conflitto di interessi]] (Norma che disciplina il conflitto di interessi nel diritto societario per i singoli soci)
 
{{Controllo di autorità}}
==Note==
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<references />
 
[[Categoria:Pratiche politiche]]
[[Categoria:Economia politica]]
 
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