Bitonto: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|2=Bitonto (disambigua)}}{{Divisione amministrativa
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|Panorama = Bitonto - Concattedrale - 01.jpg
|Didascalia = Veduta della [[concattedrale di Bitonto]]
|Bandiera = Flag of Bitonto.png
|Voce bandiera =
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Puglia
|Divisione amm grado 2 = Bari
|Amministratore locale = Francesco Paolo Ricci
|Partito = [[Indipendente (politica)|Indipendente]] di [[Centro-sinistra in Italia|centro-sinistra]]
|Data elezione = [[elezioni comunali in Puglia del 2022#Bitonto|13-6-2022]]
|Data istituzione =
|Sottodivisioni = [[Mariotto (Bitonto)|Mariotto]], [[Palombaio]]
|Divisioni confinanti = [[Altamura]], [[Bari]], [[Binetto]], [[Bitetto]], [[Giovinazzo]], [[Modugno (Italia)|Modugno]], [[Palo del Colle]], [[Ruvo di Puglia]], [[Terlizzi]], [[Toritto]]
|Zona sismica = 3
|Gradi giorno = 1350
|Nome abitanti = bitontini
|Patrono = [[Immacolata Concezione|Maria SS. Immacolata]], [[san Gaetano Thiene]], [[sant'Andrea Avellino]] (compatroni)
|Festivo = 26 maggio
|
|PIL procapite =
|Soprannome = La ''città degli ulivi''
|Motto = {{maiuscoletto|Ad Pacem Promptum Designat Oliva Botontum}}<br />''L'oliva designa Bitonto pronta alla pace''
|Mappa = Map of comune of Bitonto (metropolitan city of Bari, region Apulia, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Bitonto all'interno della città metropolitana di Bari
}}
'''Bitonto''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|[biˈtonto]}}<ref>{{cita web|1=http://www.dipionline.it/dizionario/|titolo=DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana|accesso=16 marzo 2013|dataarchivio=9 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181009051700/http://www.dipionline.it/dizionario/|urlmorto=sì}}</ref>, ''Vetònde'' in dialetto bitontino<ref>{{Cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani. | 1996 | Garzanti | Milano | isbn=88-11-30500-4 | p=81 | url=https://archive.org/details/dizionarioditopo00unse/page/81 }}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[città metropolitana di Bari]] in [[Puglia]].
Bitonto è conosciuta
Il
Sede della [[Galleria nazionale della Puglia|prima galleria nazionale di Puglia]]<ref>{{cita web|autore=|url=http://www.gallerianazionalepuglia.beniculturali.it/index.php?it/1/home|titolo=Galleria nazionale di Puglia|accesso=16 maggio 2012|dataarchivio=9 marzo 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100309214252/http://www.gallerianazionalepuglia.beniculturali.it/index.php?it/1/home|urlmorto=sì}}</ref>, di una [[cattedrale di Bitonto|cattedrale]] riconosciuta tra i più importanti esempi di architettura [[romanico pugliese|romanica pugliese]]<ref>{{cita|Coarelli, Santucci|p. 157|Coarelli, Santucci, 1966}}.</ref> e del [[Museo diocesano (Bitonto)|museo diocesano]] più grande della regione, è stata riconosciuta ''città d'arte'' nel [[2004]]<ref>Con regolamento regionale n. 11 del 23 dicembre 2004, in attuazione della legge regionale 1/2003.</ref> ed è risultata tra le dieci finaliste per la corsa al titolo di [[capitale italiana della cultura]] del [[2020]]<ref>{{Cita web|url=https://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/visualizza_asset.html_125625682.html|titolo=Le dieci città finaliste|accesso=28 maggio 2018|dataarchivio=25 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180525134827/http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/visualizza_asset.html_125625682.html|urlmorto=sì}}</ref>.
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
{{Vedi anche|Geografia della Puglia}}
Il territorio comunale di Bitonto si estende per oltre {{M|170|u=km²}}, dall'alta [[Murgia]] fino a {{M|2|u=km}} dal [[mare Adriatico]]. Fino al [[1928]] il comune aveva anche uno sbocco sul [[mare Adriatico]], in quanto amministrava la frazione di [[Santo Spirito (Bari)|Santo Spirito]], oggi [[quartiere]] di Bari, città che, anche essendo capoluogo di regione, ha un territorio più ristretto rispetto ad altri comuni della [[città metropolitana di Bari|città metropolitana]]. Confina, da nord e in senso orario con i seguenti dieci comuni<ref>{{cita web|url=http://www.tuttitalia.it/puglia/81-bitonto/40-comuni-limitrofi/|titolo=Tuttitalia|accesso=24 gennaio 2013}}</ref>: [[Giovinazzo]], [[Bari]], [[Modugno (Italia)|Modugno]], [[Bitetto]], [[Palo del Colle]], [[Binetto]], [[Toritto]], [[Altamura]], [[Ruvo di Puglia]] e [[Terlizzi]].
Il centro abitato si trova sul primo gradino dell'[[altopiano della Murgia]] a {{M|118
Il territorio comunale include il [[parco nazionale dell'Alta Murgia]] e
* [[Classificazione sismica]]: zona 3 (sismicità bassa). [[Ordinanza ministeriale]] n. 3274/03, aggiornata al 16/01/2006 con le comunicazioni delle regioni.
=== Clima ===
Il clima del territorio comunale è, come per il resto della regione, tipicamente [[Clima mediterraneo|mediterraneo]], con inverni freschi, spesso sferzati da freddi venti balcanici, ed estati calde, a volte anche torride per l'azione di caldi venti sciroccali. Le temperature medie in inverno registrano eccezionalmente valori negativi. Nel mese di dicembre del 2007 è stata registrata una temperatura minima di -2,7
La tabella sottostante mostra i dati dei valori medi registrabili nel comune di Bitonto.
{{ClimaAnnuale
Riga 111 ⟶ 106:
| umido11 = 79.3
| umido12 = 79.4
}}
La maggiore [[piovosità]] si registra durante l'autunno e l'inverno, mentre i mesi estivi sono più secchi, talvolta con piogge del tutto assenti.
* [[Classificazione climatica]] di Bitonto
** [[Zona climatica]] C;
** [[Gradi giorno]] 1350.
== Origini del nome ==
Il nome della città è sicuramente di origine prelatina, basta confrontarlo con "Butua" presente in area [[Penisola balcanica|balcanica]] e "Bohotros" in area [[illiri]]ca.
La probabile ma non certa origine del
Altri studi affermano che il significato di Butuntum o Botuntum, sarebbe invece: ''città sotto la quale scorre acqua''<ref name=bot>Città dove sotto scorre l'acqua; gente di Botone. Vedi {{cita web|url=http://www.ilportaledelsud.org/bitonto.htm|titolo= Il portale del sud - Bitonto|accesso=
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia di Bitonto|Monetazione di Butuntum|Battaglia di Bitonto}}
=== Mito fondativo e origini ===
Secondo la tradizione, Bitonto sarebbe stata fondata dal re [[illiri]]co Botone, eroe leggendario dal quale deriverebbe il nome. La leggenda di Botone si inserisce nel contesto dei miti di esilio e fondazione di nuove città, simile alla storia di [[Enea]] e alla nascita di Roma. Botone, secondogenito del re [[Illiri|Illirius]], sovrano di un antico regno [[Illiria|illirico]], amato dal popolo, non ambiva al trono, ma suo fratello maggiore [[Enchelei|Encheleo]], temendo che Botone potesse minacciare le sue aspirazioni, complottò per eliminarlo. Quando Botone scoprì la cospirazione, fuggì con suo figlio per salvarsi e abbandonò la sua terra natale. Nel momento di pericolo, Botone ricevette l’aiuto della dea [[Minerva]], che gli indicò la [[Puglia]] come sua nuova dimora. [[Minerva]] gli donò una pianta di ulivo, simbolo di pace e prosperità, che sarebbe diventato il segno distintivo della sua nuova città. Sbarcato in [[Puglia]], Botone fondò Bitonto, dove piantò l’ulivo donato dalla dea. La città crebbe sotto il suo governo, prosperando grazie alla protezione divina e divenendo simbolo di speranza e rinascita.<ref>{{cita|Moretti, Robles|p. 347|Moretti, Robles, 2003}}.</ref>
La presenza umana nel territorio risale in realtà già all'epoca [[Neolitico|neolitica]], testimoniata da insediamenti in grotte e da ''[[menhir]]''<ref>{{cita|Touring club italiano|p. 14|Touring club italiano, 1978}}.</ref>. Una necropoli dell'[[età del ferro]] era situata presso un'ansa del torrente Tiflis, nella [[lama (corso d'acqua)|lama]]. Ciò fa presumere che la città fosse sede di una grande comunità che attirava la popolazione sparsa nelle campagne<ref>{{cita|Riccardi, Depalo|p. 45|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref>.
[[File:Æ Obol Butuntum 590036.jpg|thumb|Moneta di III secolo a.C. di conio bitontino]]
La città fu un importante centro [[Peucezi|peuceta]]<ref>{{cita|Riccardi, Depalo|p. 21|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref>, e dal VI secolo subì l'influenza delle [[magna Grecia|città magnogreche]], in particolar modo di Taranto<ref name=Riccardi>{{cita|Riccardi, Depalo|p. 19|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref>. Dal [[III secolo a.C.]], quando la lega peuceta si sciolse, si dotò di una [[Monetazione di Butuntum|propria zecca]]<ref>{{cita|Riccardi, Depalo|p. 25|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref>, come dimostrano le stesse monete, rinvenute nel centro storico, che riportano l'immagine di una civetta con un ramo di olivo, altre una [[conchiglia]], altre un [[granchio]], altre ancora la testa di [[Atena]]. Il retro di queste monete riporta la legenda in [[Alfabeto greco|caratteri greci]] "<small>BYTON TINΩN</small>" accompagnata in alcune dall'effigie dell'eroe tarantino [[Falanto]], in altre da una spiga di grano, in altre ancora da un fulmine<ref>{{cita|Riccardi, Depalo|pp. 35-36|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref>. Un'altra necropoli, risalente al [[IV secolo a.C.|IV]]-III secolo a.C., è stata inoltre rinvenuta nell'attuale centro urbano.
[[File:Schizzotavpeut.PNG|thumb|upright=1.6|Schizzo della Tavola Peutingeriana nei pressi di Bitonto]]
=== Periodo romano ===
In epoca [[Roma (città antica)|romana]] fu [[Municipio (storia romana)|municipio]]<ref name=Riccardi/>, mantenendo comunque il culto riservato alla dea [[Minerva]], che veniva considerata dea protettrice non solo di Bitonto, ma di molte altre città [[apuli|apule]] e italiche. A lei veniva attribuito il dono dell'ulivo alla città<ref>{{cita web|url=http://rilievo.stereofot.it/studenti/aa99/Mastronicola/PalazzoDeLerma/Storia/capitolo1.html|accesso=3 gennaio 2013|titolo=Lo sviluppo del centro storico di Bitonto}}</ref>.
Un tempio a lei dedicato doveva collocarsi su uno sperone che domina il Tiflis, tra le attuali chiese di san Pietro in Vincoli e san Francesco la Scarpa. La presenza del tempio in quel periodo è confermata da una lastra di pietra cubica di epoca romana, riusata nelle mura della sacrestia dell'attuale chiesa<ref>{{cita|Custode|p. 209|Custode, 1999}}.</ref>.
La città era attraversata dalla [[via Traiana]] nel punto in cui il tracciato di quest'ultima si ramificava in due: la ''[[via Minucia]]'' citata da [[Strabone]], che passava per ''[[Ceglie del Campo|Celiae]]'', ''[[Rutigliano|Azetium]]'' e ''[[Conversano|Norba]]'' e la ''[[via Gellia]]'', che si dirigeva a Barium. Le due vie, poi, si ricongiungevano a [[Egnazia]]<ref>{{cita|Riccardi, Depalo|p. 43|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref>. Fu [[Mansio|stazione di sosta]] menzionata nell'[[Itinerarium burdigalense]]<ref>''Itinerarium a Burdigala Jerusalem usque et ab Heraclea per Aulonam et per urbem Romam Mediolanum usque'' (datato al [[333]]) pubblicato in ''[[Corpus Christianorum]]. Series latina, CLXXV, Itineraria et alia geographica'', Turholti 1965, pp. 1-26.</ref>, nell'[[Itinerario antonino]]<ref>La città è citata nell'Itinerario Antonino 117,1.</ref>, nella [[cosmografia ravennate]]<ref>Anonima Ravennate, Cosmographia, 4.</ref>, nella tavola teodosiana<ref>{{cita|Corci|p. 523|Corci, 1847}}.</ref>, e nella [[Tavola Peutingeriana]]<ref>La città è presente nella ''Tabula Peutingeriana'' (segm. VI) sotto il nome di Butuntos.</ref>. Fu inoltre citata da [[Marco Valerio Marziale]]<ref>"''Haec praesta mihi, Rufe, vel Butuntis''" (Marziale, II,48) e "''Haec tam rustica malo quam Butuntos''" (Marziale, IV,55).</ref>, da [[Sesto Giulio Frontino]]<ref>{{cita|Castellano|p. 7|Castellano, 1973}}.</ref> e da [[Gaio Plinio Secondo|Plinio il Vecchio]]. Quest'ultimo fa riferimento solo al nome degli abitanti<ref>"''Inter mediterraneos calabrorum...Butuntinenses''" ([[Naturalis historia]] III,105).</ref>.
=== Medioevo ===
[[File:Bitonto - Concattedrale - 06.jpg|thumb|Veduta del soccorpo della cattedrale col grifone musivo]]
Dopo la dissoluzione dell'[[Impero Romano d'Occidente]], del dominio di [[Odoacre]] e del [[Regno ostrogoto|regno gotico]], gran parte della [[Puglia]], inclusa Bitonto, fu riconquistata dall'[[impero Romano d'Oriente]] nell'ambito delle [[guerre greco-gotiche]] e si trovò coinvolta in una fase di lotte. Al [[V secolo|V]]-[[VI secolo]] risalgono i resti di una chiesa rinvenuti negli scavi sotto l'attuale concattedrale<ref>{{cita|Custode|p. 197|Custode, 1999}}.</ref>.La Puglia, come le altre regioni costiere italiane, inoltre, era minacciata dalle scorrerie dei pirati saraceni.
La città fu poi presa dai [[Longobardi]] durante la graduale invasione della Penisola da nord e divenne nodo strategico nel sistema viario pugliese e centro [[gastaldato|gastaldale]]. Successivamente tornò bizantina e divenne roccaforte del [[thema di Longobardia]]<ref>{{cita|Castellano, Muschitiello|pp. 260-61|Castellano, Muschitiello, 1994}}.</ref>.
Nel [[975]] il [[catapano]] [[Impero Bizantino|bizantino]] Zaccaria saccheggiò la città<ref>{{cita|Lupi Protospatae Chronicon|p. 40B|Lupi Protospatae Chronicon, 1724}}.</ref> dopo aver sconfitto i [[Saraceni]] e ucciso il loro capo, Ismaele<ref>{{cita|De Blasiis|p. 33|De Blasiis, 1864}}.</ref>; nel [[1010]] Bitonto, [[Bari]], [[Bitetto]] e [[Trani]] si ribellarono al governo bizantino dando inizio alla rivolta guidata da [[Melo di Bari|Melo]]<ref>{{cita|De Blasiis|p. 55|De Blasiis, 1864}}.</ref>. [[Basilio Argiro il Mesardonite|Mesardonite]] fu mandato in Puglia per arginare la rivoluzione ma in uno scontro presso Bitonto avvenuto nel [[1017]] rimase ucciso<ref>{{cita|CPASP|pp. 127-30|CPASP, 1901}}.</ref>. La rivolta si concluse con l'arrivo dei [[Normanni]] che posero fine in Puglia al dominio bizantino e agli attacchi dei Saraceni. Al [[1089]] risale la prima notizia certa dell'esistenza del vescovado bitontino<ref>{{cita|Custode|p. 213|Custode, 1999}}.</ref>. Nel [[1098]] invece la città è sotto il controllo normanno<ref>un documento menziona Robertus comes filius Guidelmi comitis come ''dominator civitatis Botonti''{{cita|Pasculli|p. 195|Pasculli, 1962}}.</ref>.
Tra [[XI secolo|XI]] e [[XII secolo]] sotto il dominio dei Normanni di [[Ruggero II]], [[Guglielmo I di Sicilia|Guglielmo il Malo]] e [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo II]], la città si rivestì di nuove mura<ref>{{cita|Custode|p. 201|Custode, 1999}}.</ref>. Il giudice bitontino Maggiore, a seguito della distruzione di Bari da parte di Guglielmo il Malo, assunse la suprema carica di regio giustiziere: grazie a lui e con l'aiuto dei [[Benedettini]], prese il via la costruzione della nuova cattedrale. I Benedettini erano giunti in città in questo periodo<ref name=Antonucci>{{cita|Antonucci|pp. 347-351|Antonucci|1939}}.</ref>, fondando fuori le mura l'[[abbazia]] dedicata a [[Papa Leone I|San Leone]] e dando un forte impulso all'economia cittadina, grazie anche alle nuove tecniche [[agricoltura|agricole]] e alla bonifica di nuove terre.
La tradizionale "fiera di San Leone", che si svolge il 6 aprile per commemorare il [[Papa Leone I|Santo]], si originò probabilmente proprio nell'[[XI secolo]]<ref name=Antonucci/>. Già celebre nel [[XIV secolo]] come fiera di animali, venne citata nel ''[[Decamerone]]'' di [[Giovanni Boccaccio]]<ref>{{cita web|url=https://it.wikisource.org/wiki/Decameron/9a_giornata/Novella_Decima|titolo=Decameron/9a giornata/Novella Decima - Wikisource|accesso=30 giugno 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060913000000/http://it.wikisource.org/wiki/Decameron/9a_giornata/Novella_Decima|dataarchivio=13 settembre 2006}}</ref>:
{{citazione|Non avendo adunque più modo a dover fare della giovane cavalla, per le parole che dette avea compar Pietro, ella dolente e malinconosa si rivestì, e compar Pietro con uno asino, come usato era, attese a fare il suo mestiere antico, e con donno Gianni insieme n'andò alla fiera di Bitonto, né mai più di tal servigio il richiese.|[[Giovanni Boccaccio]], ''[[Decamerone]]'', Novella X Giornata IX.}}
Con [[Federico II di Svevia|Federico II]] fu ''civitas specialis'' e rimase sempre nell'ambito del [[demanio regio|regio demanio]], ossia alle dirette dipendenze della corona<ref>{{cita|Moretti|pp. 265, 298|Moretti, 1989}}.</ref>, escludendo il periodo feudale che va dal [[1412]] al [[1551]].
[[File:Titoloarenario.jpg|miniatura|upright|Il Titolo dell'Arenario, il maggiore titolo confinario tra Bari e Bitonto]]
Già nel [[XIII secolo|Duecento]] iniziarono le dispute di confine con [[Bari]] per il possesso del porto di [[Santo Spirito (Bari)|Santo Spirito]], attraverso il quale si svolgevano i traffici marittimi. Nel [[1265]] il confine tra le due città venne fissato all{{'}}''Arenarum'', tra gli abitati di [[Palese Macchie|Palese]] e Santo Spirito, ma il conflitto continuò ancora nei secoli successivi<ref>{{cita|Vantaggiato|p. 48|Vantaggiato, 2001}}.</ref>.
Agli Svevi subentrarono gli Angioini: [[Carlo I d'Angiò]] contribuì a formare in città una nuova nobiltà, composta soprattutto dai Rogadeo, Bove, Planelli e Labini, dedita ai traffici e al commercio. Tra i principali esponenti di quel tempo ci furono Sergio Bove e Giacomo Rogadeo, entrambi originari di [[Ravello]], sulla [[costiera amalfitana]]. È questo un periodo di fioritura per la città, anche grazie a un'economia basata sull'esportazione di olio che continuerà a crescere fino al [[XVII secolo]], quando si instaurò la dominazione spagnola<ref name=olio>{{cita|Sciancalepore|pp. 154-155|Sciancalepore, 2002}}.</ref>. In Puglia, infatti, l'olio bitontino era apprezzato e richiesto soprattutto da [[Repubblica di Venezia|Venezia]]<ref name=olio/>.
[[File:Butuntum.jpg|thumb|left|Veduta di Bitonto di [[Giovan Battista Pacichelli|Pacichelli]]]]
Nel [[1412]] fu possesso [[feudalesimo|feudale]] di [[Jacopo Caldora]], duca di Bari e gran capitano dei soldati di ventura, che prese possesso della città nel [[1434]]<ref>{{cita|Pagano|p. 556|Pagano, 1835}}.</ref>. Nel [[1441]] ebbe in feudo la città Giovanni da [[Ventimiglia (famiglia)|Ventimiglia]]<ref>{{cita|Milillo|p. 193|Milillo, 2001}}.</ref>, comandante generale delle armi regie di [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso I d'Aragona]]. Passò successivamente a [[Orsini|Giovanni Antonio Orsini]] nel [[1460]]<ref>{{cita|Vantaggiato|p. 28|Vantaggiato, 2001}}.</ref>, agli [[Acquaviva (famiglia)|Acquaviva d'Aragona]] nel [[1463]]<ref>{{cita|De Capua|LXXXII, 122|De Capua, 1987}}.</ref> e, con l'ascesa al potere degli Spagnoli nel Mezzogiorno, il Re [[Carlo V di Spagna]] donò in feudo Bitonto nel [[1507]] al Gran Capitano spagnolo [[Consalvo di Cordova]], conquistatore del Regno di Napoli e duca di [[Sessa Aurunca|Sessa]]<ref>{{cita|Vantaggiato|p. 32|Vantaggiato, 2001}}.</ref>.
=== Età moderna ===
Il 27 maggio [[1551]] la città riacquistò la propria autonomia e la regia demanialità, versando al duca di Sessa e alla corona spagnola una somma di 86 000 ducati (66 000 per la città di Bitonto e 20 000 per il porto di Santo Spirito). Gli statuti cittadini furono redatti nel [[1565]]<ref>{{cita|Gelao|p. 195|Gelao, 2004}}.</ref>. La disputa di confine con Bari per il possesso di Santo Spirito, iniziata nel XIII secolo, riprese vigore in quegli anni fino al [[1584]], quando il consiglio di [[Napoli]] fissò nuovamente i medesimi confini del [[1265]]<ref>{{cita|Melchiorre|p. 69|Melchiorre, 2010}}.</ref>.
[[File:Obcarolino.png|miniatura|upright|Obelisco Carolino]]
Nel [[XVII secolo|Seicento]] visse una fioritura culturale, con la bottega di pittura di [[Carlo Rosa (pittore)|Carlo Rosa]], l{{'}}''Accademia degli Infiammati'', il matematico [[Vitale Giordano]] e [[Nicola Bonifacio Logroscino]], attore dell'[[opera buffa]].
Nel [[1647]] vi furono moti insurrezionali del popolo contro la nobiltà frenati solo dal conte di Conversano<ref>{{cita|Piacente|pp. 334-36|Piacente, 1861}}.</ref>. Il 25 maggio [[1734]], durante la [[guerra di successione polacca]], nel campo di San Leone l'esercito [[Spagna|spagnolo]] di [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]] vi sconfisse gli [[Impero austro-ungarico|Austriaci]] nella [[battaglia di Bitonto]], assicurando ai [[Borbone]] il possesso del [[Regno di Napoli]] e la sua indipendenza dopo secoli di dominazione straniera. Per celebrare l'avvenimento fu innalzato l'obelisco Carolino.
=== Età contemporanea ===
Nel [[1828]] l'agronomo e imprenditore [[Pierre Ravanas]] sperimentò in città dei macchinari innovativi per la produzione di olio di oliva che si diffusero ben presto in città e in [[provincia di Bari|provincia]], procurando grandi vantaggi anche nella commercializzazione: il successo del Ravanas invogliò molti imprenditori, [[Francia|francesi]] e non, a investire in città: Felice Garibaldi, fratello del condottiero [[Giuseppe Garibaldi|Giuseppe]], seguì la stessa strada del [[Marsiglia|marsigliese]]<ref>{{cita|Cotugno|pp. 103-114|Cotugno, 1915}}.</ref>.
Durante il [[Risorgimento]] il bitontino [[Giovanni Vincenzo Rogadeo]] fu nominato da [[Giuseppe Garibaldi]] primo governatore della Puglia e in seguito divenne [[Senato del Regno (Italia)|senatore del Regno]]. Come sindaco della città, tra il [[1870]] e il [[1875]], promosse un "consorzio per oli tipici", un "gabinetto di lettura"<ref>{{cita|Milillo|p. 229|Milillo, 1997}}.</ref> e una "scuola serale di disegno"<ref>{{cita|Milillo|p. 401|Milillo, 1997}}.</ref>, oltre a occuparsi della viabilità e degli accessi ferroviari.
Nel [[1893]] avvenne l'uccisione di un delegato della finanza; nella vita politica cittadina si sviluppò il movimento [[Socialismo|socialista]]. In seguito ebbero rilevanza le figure del cattolico Giovanni Ancona Martucci e del vescovo Pasquale Berardi e ancora di [[Giovanni Modugno]], aderente alla corrente politica di [[Gaetano Salvemini]], tra il [[1911]] e il [[1919]].
Il
=== Simboli ===
[[File:Bitonto-Gonfalone.svg|thumb|upright=0.5|Il gonfalone civico]]
Lo stemma di Bitonto, riconosciuto assieme al gonfalone con DCG 20 febbraio 1935<ref>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?2|titolo=Bitonto|accesso=22 settembre 2023|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref> e concesso con DPR del 25 giugno 1965<ref>{{cita web|url=https://www.comune.bitonto.ba.it/documenti/atti/statuto.pdf|titolo=Statuto comunale, art.4, comma 1|accesso=15 maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211207000522/https://www.comune.bitonto.ba.it/documenti/atti/statuto.pdf|urlmorto=sì}}</ref> e descritto nello [[statuto comunale]]<ref>{{cita testo|url=https://www.comune.bitonto.ba.it/documenti/atti/statuto.pdf|titolo=Statuto comunale, art.4, comma 3|accesso=15 maggio 2020|dataarchivio=7 dicembre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211207000522/https://www.comune.bitonto.ba.it/documenti/atti/statuto.pdf|urlmorto=sì |citazione= Albero d'ulivo - radicato su un verde prato - insito nel carattere del territorio sin dall'origine, simbolo di pace; due leoni di oro, con la lingua lunga e sottile fuori la bocca e con la coda sollevata,
affrontati all'albero d'ulivo, simboleggiano la forza del potere esecutivo della Città, tenuta dai nobili e popolari; cinque storni appollaiati o svolazzanti sulla chioma dell'albero fruttifero, specificano il periodo transitorio di sudditanza feudale della Città e cioè uno per ciascuno, le principali dominazioni: Caldora, Ventimiglia, Orsini, Acquaviva e Casa di Cordova; il tutto su Campo bianco chiuso in uno scudo semplice, alla maniera originale, arco ogivale capovolto; sormontato da corona marchesale - regia antica, per concessione speciale; alla base dello scudo nastro avvolgente, semicontorto, riportante, in carattere d'argento, "Ad pacem promptum designat oliva botontum" che indica l'animo degli abitanti "…gentes tranquilla pace fruentes".}}</ref>, raffigura in campo bianco un [[Olivo (araldica)|ulivo]] [[Attributi araldici di modifica#Terrazzato|terrazzato]] di verde, simbolo di pace ed elemento distintivo del territorio bitontino.
L'ulivo è sostenuto da due [[Leone (araldica)|leoni]] [[affrontato|affrontati]], che vogliono richiamare la forza del potere esecutivo della città, tenuta dai nobili e popolari. Sui rami dell'albero, cinque [[storno|storni]] appollaiati, rappresentanti i cinque casati che ebbero in [[feudo]] la città<ref>In base allo statuto comunale essi sono Caldora, Ventimiglia, Orsini, Acquaviva e Casa di Cordova.</ref>, beccano un'oliva ciascuno.
Lo scudo è sormontato da una corona marchesale e presenta alla base un ramo di ulivo e uno di [[leccio]], annodati con un nastro rosso. Il nastro bianco sottostante riporta, in caratteri argentei, il [[motto]] in [[lingua latina|latino]] "{{maiuscoletto|Ad pacem promptum designat oliva Botontum }}", che in italiano si può tradurre con: "L'oliva designa Bitonto pronta alla pace".
Lo stemma va contestualizzato all'evento che ne ha portato la realizzazione: lo storico riscatto dal giogo feudale, avvenuto nel [[1551]]. In questo senso il motto e i due [[Leone|leoni]] stanno a indicare che le sorti della città saranno da quel momento in poi legate all'olivo, e alle decisioni della popolazione, non più ai feudatari. Prima di allora il simbolo principale della città era costituito dal solo ulivo. Esso infatti rappresenta il motivo ornamentale di molti edifici sparsi nel centro storico.
Per ricordare questo evento è stata istituita la "Giornata del Gonfalone" in cui si premiano le personalità che più mantengono alto il nome della città.
Il gonfalone in uso è un drappo di bianco anche se quello previsto dal decreto di riconoscimento era un drappo d'azzurro.<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioacs.cultura.gov.it/patrimonio/5509d454-d7a8-4407-a928-62a31d117f80/225-bitonto|titolo=Bozzetti di stemma e gonfalone del Comune di Bitonto|accesso=14 ottobre 2024|sito=ACS Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città}}</ref>
Il comune ha adottato una bandiera costituita da un drappo di bianco.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
{{vedi anche|Monumenti di Bitonto}}
{{immagine grande|Panbitonto.png|700px|3=<div align="center">Panoramica di piazza Cattedrale, nel centro storico di Bitonto.</div>}}
=== Architetture religiose ===
[[File:Bitonto - Concattedrale - 12.jpg|thumb|Ambone della concattedrale]]
;[[concattedrale di Bitonto|Concattedrale]]: Consacrata a [[San Valentino da Terni]]<ref>Secondo gli studiosi, la chiesa era dedicata al santo vescovo, che costituisce ancora oggi il patrono del capitolo della concattedrale, e il cui culto sarebbe stato introdotto in città da Guglielmo di Viterbo, uno dei primi vescovi cittadini di cui si ha notizia. Oggi la chiesa è invece dedicata a santa Maria Assunta.</ref>, è stata innalzata probabilmente nel [[XII secolo]]<ref>{{cita|Milillo|p. 11|Milillo, 2001}}.</ref> in stile [[romanico pugliese]]. Il fianco destro è scandito da un [[esafora]]to e profondi arconi, l'ultimo dei quali conserva un portale gotico noto come "porta della Scomunica"<ref>{{cita|Pasculli|p. 87|Pasculli, 1962}}.</ref>. L'interno, con pianta a [[croce latina]], è diviso in tre [[Navata|navate]] absidate. Notevoli il soffitto a [[capriata|capriate]] lignee con decorazione policroma e l'[[ambone]] federiciano, decorato con paste vitree secondo [[arte islamica|modelli islamici]] e recante i [[bassorilievi]] degli [[Hohenstaufen|imperatori svevi]]. La [[cripta]] è costituita da un ambiente voltato a crociera e sostenuto da trentasei capitelli, interessanti nei motivi zoomorfi e fitomorfi delle decorazioni. Dalla cripta si accede agli scavi, adibiti a museo, in cui si conservano i resti, databili a partire dal [[V secolo]]<ref>{{cita|Minenna|p. 197|Minenna, 2000}}.</ref>, di una chiesa precedente, tra i quali un [[mosaico]] raffigurante un [[Grifone (mitologia)|grifone]] risalente all'[[XI secolo]] e materiale ceramico e numismatico risalenti soprattutto al periodo peucezio. [[File:SanFrancescoBitonto.jpg|miniatura|upright|La facciata della chiesa di San Francesco la Scarpa]]
;[[Chiesa di San Francesco d'Assisi (Bitonto)|Chiesa di San Francesco d'Assisi]]: Detta ''San Francesco la Scarpa'', fu costruita nel [[1283]] su un terreno ceduto dalle monache benedettine del monastero di santa Lucia<ref>{{cita|Milillo|p. 100|Milillo, 2001}}.</ref>. Sino al [[XIX secolo]] l'edificio fu affidato ai frati francescani, che nei pressi vi costruirono un convento e un seminario. La chiesa è stata chiusa al culto nel 1970. La facciata, in stile tardo romanico, si caratterizza per un [[Portale (architettura)|portale]] con [[arco a sesto acuto]] e sormontato da un [[archivolto]] con decorazioni floreali e di buoi, in omaggio alla famiglia Bove che promosse l'edificazione della chiesa, e per un'ampia [[trifora]] sorretta da colonnine, pure racchiusa in un arco a sesto acuto. Sono affiancati alla facciata il cappellone [[XVI secolo|cinquecentesco]] munito di cupola e un [[campanile]] [[XVII secolo|seicentesco]], suddiviso in tre registri da cornici marcapiano e sormontato da una cupola a bulbo.
[[File:Bitonto - San Gaetano.jpg|miniatura|La chiesa di San Gaetano]]
;[[Chiesa di San Gaetano (Bitonto)|Chiesa di San Gaetano Thiene]]: Commissionata dai [[Teatini]] nel [[1609]]<ref name="torrione"/> e realizzata secondo il progetto di Dionisio Volpone di [[Parabita]], fu eretta sull'antico palazzo dell{{'}}''Universitas''. e venne consacrata nel [[1730]]<ref>{{cita|Basile Bonsante|p. 66|Basile Bonsante, 2002}}.</ref>. La facciata di stampo controriformistico composta [[lesene]], alternate da [[nicchie]]. Allineati invece, sono il portale e un finestrone centrali. La facciata si chiude con un [[timpano (architettura)|timpano]] recante lo stemma dei Teatini. L'interno si compone di un'unica [[navata]] centrale, terminante in tre [[absidi]] e delineata da quattro [[arcata|arcate]] per lato corrispondenti ad altrettante [[cappella|cappelle]]. Notevole l'altare in pietra di gusto [[barocco]] del [[1696]] nella prima cappella a destra, patronato della famiglia Sylos-Sersale<ref>{{cita|Castellano|p. 32|Castellano, 1974}}.</ref>. Le pareti della navata e il soffitto ligneo recano affreschi del pittore bitontino [[Carlo Rosa (pittore)|Carlo Rosa]]. [[File:Crocifissobitonto.png|thumb|La chiesa del Crocifisso]]
;[[Chiesa del Santissimo Crocifisso (Bitonto)|Chiesa del Crocifisso]]: Edificata dal [[1664]]<ref>{{cita|Milillo|p. 31|Milillo, 2001}}.</ref>, in luogo di una cappella rurale, su progetto di Carlo Rosa, che ne curò anche la decorazione interna, la chiesa presenta un'originale [[Pianta (architettura)|pianta]] a [[croce greca]] con [[cupola|cupole]] in asse ricoperte di chianchette. Il registro inferiore della facciata riecheggia i modelli classici, con lesene doriche e cornice a [[metopa|metope]] e [[triglifi]]; quello superiore, caratterizzato da una cornice spezzata su cui si innestano [[colonne ioniche]] che reggono un timpano curvilineo, presenta uno stile più vicino all'architettura barocca. L'interno, interamente affrescato, è opera di Carlo Rosa e degli allievi [[Nicola Gliri]], Giuseppe Luce e Vitantonio de Filippis, che dopo la sua morte ne completarono il progetto.
[[File:Bitonto - Chiesa del Purgatorio - 1.jpg |thumb|Portale della chiesa del Purgatorio]]
;Chiesa del Purgatorio: La costruzione ebbe inizio nel [[1670]] su disegno di Michelangelo Costantino, architetto anche del mausoleo Carafa in [[Cattedrale di Bitonto|Cattedrale]], e fu [[consacrazione|consacrata]] nel [[1688]] dal vescovo Massarenghi<ref name=Milillopurg>{{cita|Milillo|p. 4|Milillo, 2001}}.</ref>. Il [[Portale (architettura)|portale]] presenta linee architettoniche che si adattano alla facciata. Le lesene e il timpano del portale sono ornate da figure scheletriche e anime penitenti, come voluto dalle regole della [[Controriforma]]. L'interno della chiesa è a un'unica [[navata]] delimitata da [[arcata|arcate]]. L'edificio conserva un [[reliquiario]] risalente al [[XVII secolo]], alcune tele e un'effigie della Madonna. La chiesa è sede dell'Arciconfraternita di Santa Maria del Suffragio e custodisce i simulacri della Madonna Addolorata e del Cristo morto, esposti durante la [[Settimana Santa]].
[[File:Bitonto, San Domenico 045.jpg|thumb|La volta della ''cappella dei Misteri'' nella chiesa di San Domenico]]
;Chiesa di San Domenico: Fu costruita, insieme al convento, per volere dei Domenicani nel [[1258]]<ref>{{cita|Milillo|p. 84|Milillo, 2001}}.</ref>, quando acquisirono un piccolo [[chiostro]] che comprendeva anche una chiesa dedicata a [[San Nicola]]. La chiesa venne consacrata nel [[1302]] ed è formata da tre campate che sorreggono altrettante cupole emisferiche. La terza campata fu allargata nel corso del [[XVIII secolo]] trasformando la pianta della chiesa a croce latina. Così si sono realizzate due cappelle: una chiamata ''cappella dei Misteri'', dove sono collocate le statue, realizzate nel [[XVII secolo]], che sfilano durante la processione del venerdì Santo, l'altra dedicata a San Domenico. Nel [[1809]] la chiesa fu requisita e divenne sede comunale fino al [[1934]].
[[File:Pontetiflis.JPG|thumb|La chiesa di Santa Teresa col ponte omonimo]]
;[[Chiesa di Santa Maria del Popolo (Bitonto)|Chiesa di Santa Maria del Popolo]]: Conosciuta anche come [[Teresa d'Avila|Santa Teresa]] poiché nel [[1702]] fu concessa ai teresiani. Costruita nel [[1601]]<ref name= Milillopurg/>, alla severa facciata, che riprende i modelli del romanico pugliese, fa da contraltare l'interno fastosamente decorato con [[stucco|stucchi]], [[marmi]], cornici e [[Festone (arte)|festoni]]. Dell'adiacente [[monastero]] settecentesco è notevole il ricco portale. Il monastero è sede del Liceo Classico e Linguistico "Carmine Sylos"<ref>{{cita web|url=http://www.liceosylos.it/index.php?option=com_content&view=article&id=55&Itemid=6|titolo=Liceo Classico Carmine Sylos|accesso=23 maggio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140420014733/http://www.liceosylos.it/index.php?option=com_content&view=article&id=55&Itemid=6|dataarchivio=20 aprile 2014|urlmorto=sì}}</ref>.
;Abbazia di San Leone: I primi documenti che affermano l'esistenza della fondazione [[Ordine benedettino|benedettina]] risalgono al [[1148]]<ref>Datato al 1148 è un documento con il quale, un certo marchese Manfredi dona alcune terre al monastero, cfr. {{cita|Antonucci|pp. 347-351|Antonucci|1939}}.</ref>, mentre al [[1197]] risale il primo documento che attesta la presenza di una fiera annuale: la fiera di San Leone che, nel corso del tempo, ha acquisito una certa fama, tanto da essere citata nel [[Decameron]] di Boccaccio. Con il passare del tempo l'abbazia acquisì sempre maggiore importanza e [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando I]] nel [[1494]] la sopraelevò a Badia Regale, donandogli, tra l'altro il feudo di torre quadra, sulla murgia bitontina. Passò successivamente ai [[Ordine cistercense|cistercensi]] e agli [[olivetani]]. Il chiostro di cui è dotata è del [[1524]] e risalta lo stile rinascimentale, con colonne di gusto veneto-dalmata. Restaurata nei primi anni del [[XX secolo|Novecento]], conserva anche un [[Coro (architettura)|coro]] affrescato.
[[File:Basilicassmedici.png|thumb|La facciata della basilica dei Santi Medici col campanile]]
;[[Basilica dei Santi Medici]]: Fu edificata a partire dal [[1960]] secondo il progetto dell'architetto bitontino Antonio Scivittaro, professore di Architettura all'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università di Napoli]]. Fu consacrata dal [[arcidiocesi di Bari-Bitonto|vescovo di Bitonto]] Aurelio Marena nel [[1973]], e il 4 aprile [[1975]] venne elevata a [[basilica minore]] da [[papa Paolo VI]]<ref>{{cita|Palese, Robles|p. 93|Palese, 1994}}.</ref>. Vi sono contenute le statue e le [[reliquie]] dei [[Santi Medici|santi Medici Cosma e Damiano]], attestate a Bitonto sin dal [[XVI secolo]]<ref name=arci>{{cita web|url=http://www.arcidiocesibaribitonto.it/luoghi-di-culto/santuario-santi-medici-cosma-e-damiano/storia|titolo=Arcidiocesi di Bari-Bitonto|accesso=31 gennaio 2008}}</ref> e in precedenza ospitate presso la chiesa di San Giorgio, divenuta insufficiente ad accogliere i numerosi pellegrini. La facciata presenta tre portali di cui il centrale, più grande, in bronzo, e conserva un [[Organo (strumento musicale)|organo]] monumentale con 5 000 canne. Sul cortile retrostante si erge il [[campanile]], alto {{M|50|u=m}}.
[[File:Annunziata prospettiva.jpg|thumb|La chiesa rupestre dell'Annunziata]]
;Chiese rupestri: Numerose sono le chiese situate nell'agro bitontino. Tra queste spicca una chiesa dedicata alla [[Madonna di Costantinopoli]], e situata in direzione di [[Modugno (Italia)|Modugno]]. È formata da un ambiente unico [[volta a crociera|voltato a crociera]] con tre finestre, la più grande delle quali è stata aggiunta in seguito insieme a una porta accanto al semplice [[Portale (architettura)|portale]].
:Di notevole interesse era la chiesa di Sant'Aneta dell'[[XI secolo]]<ref>{{cita|Milillo|p. 53|Milillo, 2001}}.</ref>, situata in direzione di [[Molfetta]] e oggi completamente rasa al suolo. Era dotata di un'[[abside]] e aveva una [[pianta a croce greca]].
:Sempre in direzione di Molfetta si trova la chiesa di Santa Croce, databile tra [[X secolo|X]] e [[XI secolo]]<ref>{{cita|Ladiana|p. 60|Ladiana, 1988}}.</ref>, a pianta rettangolare con [[cupola]] quadrangolare e l'interno divisa in nicchie affrescate. La [[feritoia]] dell'abside assicura l'illuminazione interna.
:L'esempio più importante dell'architettura rupestre a Bitonto è dato dalla [[chiesa rurale dell'Annunziata|chiesa dell'Annunziata]], in direzione di [[Palese Macchie|Palese]] e oggi in territorio di [[Bari]] (ma di proprietà del comune di Bitonto). La chiesa risale forse al X secolo<ref>Secondo un atto dell'ottobre [[1141]], cfr. {{cita|De Rossi-Nitti|doc. 46, p. 87-88|De Rossi-Nitti, 1964}}.</ref>, ha una pianta quadrata e un [[altare]] settecentesco. L'ambiente interno è interamente affrescato, probabilmente a seguito di una sua ricostruzione nel [[1585]]<ref>{{cita|Milillo|p. 27|Milillo, 2001}}.</ref>.
[[File:Bitonto (BA) - frazione Mariotto - chiesa dell'Addolorata.jpg|thumb|La chiesa di Maria Santissima Addolorata nella frazione di [[Mariotto (Bitonto)|Mariotto]]]]
==== Altre chiese e luoghi sacri ====
* Chiesa di [[Santa Caterina d'Alessandria]];
* Chiesa di San Silvestro I Papa;
* Chiesa di [[Leucio d'Alessandria|San Leucio]] Vecchia;
* Chiesa di [[San Francesco da Paola]];
* Chiesa di San Giovanni Evangelista;
* Chiesa di Santa Maria la Porta;
* Chiesa di Maria Santissima Madre della Chiesa e Consolatrice degli afflitti o di [[Sant'Andrea Apostolo]];
* Chiesa di [[San Luca Evangelista]];
* Chiesa di [[San Giorgio Martire]];
* Chiesa di Santa Maria delle Marteri;
* Chiesa di Santa Maria delle Vergini;
* Chiesa di [[Sant'Egidio Abate]] o di [[Sant'Agostino]];
* Chiesa di [[Pietro apostolo|San Pietro in Vincoli]];
* Chiesa di San Pietro Nuovo;
* Chiesa di [[Annunciazione|Santa Maria Annunziata]];
* Chiesa di [[Santa Lucia]];
* Chiesa di [[Paolo di Tarso|San Paolo]];
* Chiesa di [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Santa Maria del Monte Carmelo]];
* Chiesa di Santa Maria della Chinisa o di [[Cristo Re|Cristo Re Universale]];
* Chiesa di [[San Vincenzo de Paoli]];
* Chiesa del [[Santissimo Sacramento]];
* Chiesa del [[Sacro Cuore di Gesù]];
* Chiesa dei [[Martiri di Abitina|Santi Martiri di Abitene]];
* Chiesa di San Leucio Nuovo;
* Chiesa di Santa Maria delle Grazie;
* Chiesa di Maria SS. Immacolata (frazione di Palombaio);
* Chiesa di [[Maria Addolorata|Maria SS. Addolorata]] (frazione di Mariotto);
* Cappella di [[San Matteo Evangelista]];
* Cappella di [[San Gennaro]];
* Cappella di [[San Vito Martire]];
* Cappella di [[Madonna di Costantinopoli|Maria SS. di Costantinopoli]];
* Cappella di [[San Rocco]];
* Cappella di [[San Michele Arcangelo]];
* Cappella del Crocifisso;
* Cappella di Maria SS. del Carmine;
* Cappella e Sedile di [[Anna (madre di Maria)|Sant'Anna]].
* Convento dei Frati Cappuccini;
* Convento dei Frati Conventuali di [[Santa Maria Maddalena]];
* Convento degli [[Congregazione olivetana|Olivetani]];
* Convento dei [[Ordine dei minimi|Paolotti]];
* Convento dei [[Carmelitani Scalzi]];
* Convento degli [[Ordine di Sant'Agostino|Agostiniani]];
* Convento dei Teatini;
* Convento dei [[Ordine dei frati predicatori|Domenicani]];
* Convento delle [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|Teresiane]];
* Convento delle [[Figlie della carità di San Vincenzo de' Paoli]];
* Convento e Istituto scolastico del Sacro Cuore di Gesù.
* Monastero Benedettino di Santa Lucia;
* Monastero [[Ordine di San Benedetto|Benedettino]] di Santa Maria delle Vergini;
* Ospitale degli [[Frati minori scalzi|Alcantarini]];
* Palazzo Vescovile;
* Seminario Vescovile (oggi [[museo diocesano di Bitonto|museo diocesano]]);
* Sala delle Assemblee, punto di riferimento dei [[testimoni di Geova]], è la più grande [[sala del Regno]] della regione.
=== Architetture civili ===
[[File:Palazzovulpano.JPG|thumb|Cortile del Palazzo Sylos-Vulpano]]
;[[Palazzo Vulpano-Sylos]]: [[Monumento nazionale]]<ref>{{cita|Ministero della Pubblica Istruzione|p. 394|MPI, 1902}}.</ref>, fu costruito nella seconda metà del [[XV secolo|Quattrocento]] per volere di Giovanni Vulpano, riutilizzando forse una torre medievale del [[XII secolo]]. Oltre il portale con elementi [[Architettura gotica|tardo-gotici]] [[aragonesi]], si apre un cortile che riprende lo [[Rinascimento|stile rinascimentale]] napoletano dove, nel [[fregio]], diversi personaggi del casato sono raffigurati insieme a condottieri e imperatori romani<ref name=vulpano>{{cita|Custode|pp. 303-09|Custode, 1999}}.</ref>. Allo stemma della famiglia Vulpano si aggiunse quello della famiglia Sylos, quando con l'estinzione della prima questa divenne proprietaria del palazzo<ref name=vulpano/>.
[[File:Bitonto Palazzo Sylos Calò 2 (1).jpg|thumb|Loggiato illuminato del palazzo Sylos-Calò]]
;[[Palazzo Sylos-Calò]]: Edificato tra il [[1529]] e il [[1583]] da Giovanni Alfonso Sylos<ref>{{cita|Gelao|p. 201|Gelao, 2004}}.</ref>, in stile tardo-[[Architettura rinascimentale|rinascimentale]]. La residenza nobiliare ha una facciata irregolare sulla quale si apre un portale inquadrato da lesene e con due effigi imperiali sotto il cornicione. Il loggiato, realizzato su due livelli, è una pregevole espressione del Rinascimento pugliese. Il porticato si erge su otto colonne; l'androne è coperto da volte ribassate con lunette e presenta colonne lisce con capitelli corinzi, ripresi dal [[rinascimento fiorentino]]. Dal [[2009]] l'edificio ospita la [[Galleria nazionale della Puglia]], che custodisce una ricca collezione di dipinti di arte moderna donata allo Stato da Girolamo e Rosaria De Vanna.
[[File:Palazzoregna.png|thumb|facciata del palazzo De Ferraris-Regna]]
;Palazzo De Ferraris-Regna: Il nucleo originario risale al [[XIV secolo]] e fu realizzato dai De Ferraris, nobile famiglia [[Genova|genovese]] che si stanziò nel [[XIV secolo]] a Bitonto<ref name=regna>{{cita|Pasculli|p. 158|Pasculli, 1978}}.</ref>. Tra il [[1586]] e il [[1639]] fu ricostruito per volere della famiglia Regna (giunta a Bitonto nel [[XIII secolo]] con Paolo Regna, preso in ostaggio a Milano da Federico II)<ref name=regna/>. Il palazzo presenta un portale con colonne di ordine dorico poggianti su un semplice basamento. I loggiati interni sono realizzati in epoche diverse: il primo piano e il cortile risalgono al [[XIV secolo]], mentre il piano superiore è più recente. Le finestre sono state trasformate in seguito in balconi. Il portale è in stile tardorinascimentale, con la data ([[1586]]) incisa sul portale stesso<ref name=regna/>.
[[File:Portale palazzo sylos-sersale.jpg|thumb|Portale del Palazzo Sylos-Sersale]]
;Palazzo Sylos-Sersale: La costruzione del palazzo ha inizio dopo il matrimonio tra i nobili Alfonso Sylos e Isabella Sersale nel [[1574]]<ref>{{cita web|url=http://rilievo.stereofot.it/studenti/aa99/Pice/html/schede_restauro/Sylos_Giannone_Sersale/pagina5.html|titolo=Palazzi: palazzo Sylos-Sersale|accesso=7 febbraio 2008}}</ref>. Il palazzo ha un impianto sobrio ma presenta elementi decorativi di gusto [[barocco]]. In particolare il portale è fiancheggiato da [[colonne]] ornate da sagome cilindriche lungo il fusto. Le colonne, insieme con una [[trabeazione]] riccamente decorata, sorreggono un balcone dalle [[balaustre]] in pietra. La ricca cornice del finestrone è interrotta dallo stemma di famiglia che raggruppa elementi degli stemmi dei Vulpano, Sylos e Labini. Il [[Vestibolo (architettura)|vestibolo]], voltato a botte, è composto da un cortile e una [[loggia]] a tre campate.
[[File:Delerma.JPG|thumb|Facciata del palazzo De Lerma]]
;Palazzo De Lerma: Fu fatto costruire accanto alla concattedrale, in un'area precedentemente inclusa nelle proprietà del vescovo nel [[XVI secolo]], da Girolamo De Lerma, duca di [[Castelmezzano]] e appartenente a una famiglia giunta in Italia dalla Spagna verso il [[1500]]. Sulla sua destra preesisteva la chiesetta della Santa Maria della Misericordia<ref name=delerma>{{cita web|url=http://rilievo.stereofot.it/studenti/aa99/Mastronicola/PalazzoDeLerma/Storia/palazzo.html|titolo=Palazzi: palazzo De Lerma|accesso=7 febbraio 2008}}</ref>, della quale si conserva il portale principale (risalente al 1586<ref name=delerma/>) con, sulla parte superiore, il bassorilievo di una [[Pietà (arte)|pietà]]. Il palazzo è coronato da un ricco cornicione ed è in stile [[Architettura rinascimentale|rinascimentale]] anche se successivamente vi furono delle trasformazioni e delle aggiunte in stile [[Architettura barocca|barocco]], cui seguì l'aggiunta dei balconi nel [[XVIII secolo]]. La facciata del palazzo è prospiciente con il sagrato della concattedrale e tra di essi vi è una loggia [[XVI secolo|cinquecentesca]] chiamata ''loggia delle benedizioni''. Essa è realizzata in stile rinascimentale ed è posizionata ad angolo.
[[File:CORTILE PRIMO.jpg|thumb|Loggiato di palazzo Giannone-Alitti]]
;Altri palazzi:
* Palazzo Cioffrese;
* Palazzo Luise;
* Palazzo Rogadeo;
* Palazzo Bove;
* Palazzo Albuquerque;
* Palazzo Barone-Gentile-Sisto;
* Palazzo Pannone-Ferrara;
* Palazzo Santorelli;
* Palazzo Planelli-Sylos;
* Palazzo Bove-Planelli;
* Palazzo Giannone-Alitti;
* Casa Martucci-Zecca;
* Casa Grottola.
;Villa Sylos: Detta comunemente ''La Contessa'', si sviluppa su più livelli. L'ingresso della [[villa]] è preceduto da un [[Portale (architettura)|portale]] il cui interno è [[volta a botte|voltato a botte ribassata]]. Un [[selciato]] attraversa il portale fino all'ingresso della villa, formato da due [[stipiti]] e [[architrave]] con cornice su cui vi è lo [[stemma]] della famiglia Sylos-Labini. A destra, in serie, si aprono tre finestre. La facciata laterale sinistra è formata da una finestra e un accesso simili quelli della facciata d'ingresso. La facciata retrostante è identica a quella anteriore. La porta, sulla sinistra, è, però, dotata di un [[portico]] a cinque campate, chiuso alla parte esterna. La facciata destra è dotata di sei finestre: quattro piccole e due più grandi. Nell'area recintata della villa si trova la ''torre di Cesare'', risalente al [[XV secolo]]<ref>{{cita web|url=http://www.pugliaindifesa.org/villa_sylos_-_la_contessa_bitonto.html|titolo=Torre di Cesare - Villa Sylos (detta La Contessa)|accesso=22 luglio 2011}}</ref>, a cui è addossato un portico a una [[campata]] con [[volta a crociera]]. Infine, un viale porta alla chiesetta di San Tommaso realizzata in pianta quadrata e coperta da volta a crociera. La villa diventò bene demaniale nel 1975, e dal 1978 giace in completo stato di abbandono, anche se è previsto un recupero<ref>{{Cita news|autore = Bitonto TV staff|url = http://www.bitontotv.it/cms/news/4829/68/Nuova-vita-alle-periferie-grazie-al-Pirp/|titolo = Nuova vita alle periferie grazie al Pirp|pubblicazione = BitontoTV|giorno = 31|mese = 5|anno = 2010|accesso = 6 luglio 2010|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140420025601/http://www.bitontotv.it/cms/news/4829/68/Nuova-vita-alle-periferie-grazie-al-Pirp/|dataarchivio = 20 aprile 2014|urlmorto = sì}}</ref>.
;Altre ville:
* Villa Ferrara;
* Villa Rogadeo;
* Villa Buquicchio;
* Villa Chiddo.
;[[Teatro Traetta]]: [[File:Teatro Traetta.jpg|thumb|La facciata del teatro]]È situato ai margini del centro storico cittadino proprio a ridosso delle mura urbiche. La facciata è divisa sostanzialmente in due parti, quella inferiore è in pietra, mentre la superiore è in intonaco. Nonostante le ridotte dimensioni ripropone la forma del [[teatro all'italiana]] e contiene tre ordini di palchi, un loggione, la galleria, una platea e un ampio palcoscenico. Una prima proposta di costruzione di un teatro che fosse aperto al pubblico, e quindi comunale, fu lanciata nel 1820, ma fallì. Tuttavia, a partire dal [[1835]], un teatro nuovo per la città fu costruito per volere di ventuno famiglie nobili di Bitonto<ref>{{cita|Custode|p. 25|Custode, 1999}}.</ref>, che desideravano un «teatro comodo e ben disposto pel sollazzo del pubblico», e fu inaugurato nel [[1838]] con la messa in scena dell'opera ''[[Parisina d'Este|Parisina]]'' di [[Gaetano Donizetti]]. Si trattava del primo teatro stabile della provincia di Bari<ref>{{cita|Moretti, Robles|p. 294|Moretti, Robles, 2003}}.</ref>. Acquisito al patrimonio comunale nel [[1989]] e riaperto nel [[2005]], dopo un cinquantennio di chiusura, è stato intitolato nell'occasione al musicista bitontino [[Tommaso Traetta]].
===
==== Mura e porte ====
[[File:Bitonto - Porta Baresana & Torrione Angioino - 2.jpg|miniatura|Il torrione angioino col fossato e la facciata posteriore di porta Baresana]]
La fortificazione della città visibile nel [[XXI secolo]] risale al periodo [[normanni|normanno]]. Tra l'[[XI secolo|XI]] e il [[XII secolo]] infatti, si ha la costruzione di gran parte del tratto murario che costeggia il centro storico, per una lunghezza di circa {{M|2000|u=m}}, nonché delle torri a base quadrata e di cinque [[Porta cittadina|porte]]: Nova, Pendile, Robustina, La Maja e Baresana<ref>{{cita|Moretti, Robles|pp. 265, 298|Moretti, Robles, 2003}}.</ref>. Lo storico bitontino della prima metà del [[XX secolo]] Luigi Sylos, sulla base di suoi accurati studi e ricerche affermò che le ultime quattro delle porte appena elencate furono edificate già in [[Civiltà romana|epoca romana]]<ref name=Sylos>{{cita|Luigi Sylos| pp. 74-78}}.</ref>.
[[File:Bitonto - Torrione angioino - 1.jpg|thumb|upright|Torrione angioino]]
[[File:Porta la Maya o del Carmine.jpg|thumb|upright|Porta del Carmine]]
Durante il periodo [[angioino]] la difesa della città non fu trascurata; furono, infatti, innalzate le torri cilindriche, tra cui il torrione, la torre più imponente e più resistente, e restaurate porta Pendile e porta Robustina. Tra il [[XVI secolo|XV]] e [[XVII secolo]], furono attuati dei restauri e reintegrazioni che interessarono soprattutto il tratto tra Porta La Maja, piazza Castello e Vico Goldoni, cosa che comportò un avanzamento di tale tratto rispetto al vecchio allineamento normanno. Fu realizzato il ''Trione'', cioè un torrione, posto sull'estremo orientale della città antica, laddove probabilmente sorgeva una torre più vecchia<ref name=torrioneuno>{{cita|Massarelli|pp. 21-40|Massarelli, 2005}}.</ref>. Oggi delle mura, rimangono lunghi tratti che delimitano la parte meridionale del centro storico mentre della parte settentrionale rimane ben poco. Delle cinque porte originarie rimangono solo porta La Maja e porta Baresana, mentre molte torri, sia angioine che normanne, sono ancora esistenti.
;[[Torrione angioino]]: È un [[torre|torrione]] cilindrico la cui committenza è attribuita a [[Giovanni I Ventimiglia]] e [[Marino Correale]] a metà del XV secolo per la presenza di alcuni stemmi presenti nei capitelli delle colonnine reggicamino<ref name=":1">{{cita|Galati|pp. 95-103|Galati}}.</ref>, la morfologia, gli accorgimenti ossidionali, la struttura architettonica, la scansione delle volte distribuite su 3 piani e soprattutto per la comparazione con altri edifici coevi, quali il torrione di [[San Mauro Forte]]<ref name=":1" /> e il torrione di [[Minervino Murge]]<ref name=":1" />, realizzati negli stessi anni. Faceva parte di una [[piazzaforte]] con ventotto torri e cortine<ref>{{cita|Riccardi|p. 118|Riccardi}}.</ref>. Fu utilizzata come [[torre d'avvistamento|torre di avvistamento]] e di difesa, e i suoi sotterranei furono adibiti a luogo di detenzione. Ha un'altezza che supera i {{M|24|u=m}}, e un diametro di circa 16<ref name=torrione>{{cita|Touring club italiano|p. 158|Touring club italiano, 1978}}.</ref>. È dotata di mura spesse quasi {{M|5|u=m}}<ref name=torrione/> che rendono la torre molto resistente. È realizzata in [[bugnato]] e termina con una [[merlatura]]. Alla base il torrione è inanellato dalle casematte che, in basso, terminano con uno zoccolo a stella che segna il perimetro interno del [[fossato (architettura)|fossato]], profondo oltre {{M|4|u=m}}. L'interno è composto da tre ambienti poveri. Quella del piano terra e l'ultimo sono di [[pianta (architettura)|pianta]] circolare e hanno copertura a volta semisferica. Il piano mediano ha invece pianta ottagonale ed è coperta da una [[volta a crociera]]. Il torrione dal [[2009]] è sede di una galleria d'arte contemporanea allestita nelle [[casematte]], grazie a un intervento di riqualificazione che ha anche riportato alla luce il fossato.
;Porta Baresana: Fu costruita presumibilmente nel [[XVI secolo]]<ref name=porta>{{cita|Acquafredda|pp. 351-352|Acquafredda, 1996}}.</ref>. Tuttavia un secolo più tardi fu ricostruita in seguito a un danneggiamento<ref name=porta/>. La facciata anteriore mostra uno stile rinascimentale con l'accesso costituito da un [[arco a tutto sesto]] e affiancato da [[paraste]] terminanti in un [[architrave]]. Su questo è stata aggiunta la copia di una [[predella]] policroma, un dipinto rappresentante i santi protettori della città. Più in alto la facciata reca uno stemma dei [[Savoia (famiglia)|Savoia]] che sostituisce lo stemma della città aggiunto nel 1551 in occasione del riscatto della città dal feudatario. La parte superiore della facciata anteriore è costituita dal vano dell'[[orologio]], aggiunto nel [[Novecento]]. Sul vano dell'orologio si erge una statua dell'Immacolata, che nasconde la campana dell'orologio. La facciata retrostante presenta un [[fornice]] a [[archivolto|ghiera]] affiancato da paraste in bugnato, similmente alla facciata esterna ma con degli zoccoli di basamento più alti. Sull'architrave, che presenta lo stemma della città si erge il [[Timpano (architettura)|timpano]] in cui è situato, nel mezzo, il secondo quadrante dell'orologio.
;Porta La Maja: È detta anche "del [[Monte Carmelo|Carmine]]" (la stessa porta reca l'iscrizione <small>IANUA CARMELI</small>) e sostituisce una porta di età romana<ref>Si sarebbe conservata fino agli inizi del [[XVII Secolo]] ed era posta probabilmente più in alto e più a est di quella attuale (dove in antichità, accoglieva la [[via Traiana|via Minucia-Traiana]], biforcatasi dalla porta Robustina) e "spostata" nella sede attuale quando fu costruito il primo ponte sulla [[lama Balice|lama]] (il "ponte del Carmine", poi andato distrutto nell'alluvione del 1846), cfr. {{cita|Sylos|pp. 74-78|Sylos, 1981}}.</ref>. Fino alla prima metà del [[Seicento]] la porta era costituita da un semplice ambiente chiuso da una [[volta a botte]] acuta, esattamente come appare dalla facciata interna<ref name=torrioneuno/>. Dal [[1677]] la facciata esterna viene inglobata in un ricco paramento così come appare oggi<ref name=torrioneuno/>. Si tratta di una coppia di colonne binate a fasce orizzontali, poggianti su [[piedritti]] e terminanti con [[capitelli tuscanici]], che sorreggono due [[trabeazione|trabeazioni]] da cui si innalzano i rispettivi [[timpano (architettura)|timpani]]. Nell'ambiente superiore è uno stemma dei Savoia e una statua della [[Madonna del Carmine]]. Una cornice unifica l'ambiente sovrastante al resto della struttura. Fiancheggiano la porta una torre normanna rettangolare, sulla destra, e una torre angioina cilindrica, sulla sinistra<ref>{{cita|Dicarlo|p. 79|Dicarlo, Foramitti, Massarelli}}.</ref>. Il riferimento al Carmine deriva anche dal fatto che si trovasse in prossimità del convento dei [[Ordine dei carmelitani scalzi|Carmelitani]] (ora l'immobile ospita l'orfanotriofio provinciale femminile [[Maria Cristina di Savoia]])<ref name=Sylos/>.
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Oltre alle torri che costellano la cinta muraria della città, sono presenti, nell'agro bitontino, diverse torri di campagna, realizzate soprattutto per scopi difensivi:
* Torre Santa Croce fu addossata alla chiesa omonima nel [[XV secolo]];
* Torre Spoto, è situata nelle vicinanze della strada che porta a [[Ruvo di Puglia]]. È realizzata su tre livelli, i primi due coperti da [[volte a botte]], mentre il terzo livello è privo di copertura. Questa torre è stata il quartier generale di Montemar e delle sue truppe durante la battaglia di Bitonto;
* Torre D'Agera, del [[XV secolo]]<ref>{{cita web|url=http://www.ba.itc.cnr.it/BTN/BTN0067.html|titolo=Itc - Bitonto|accesso=23 maggio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140420044047/http://www.ba.itc.cnr.it/BTN/BTN0067.html|dataarchivio=20 aprile 2014|urlmorto=sì}}</ref>; è situata in direzione di [[Giovinazzo]] e apparteneva alla nobile famiglia degli Agera. Fortemente degradata, si estende su due livelli e conserva una [[bifora]];
* Torre Pingiello, fu innalzata probabilmente agli inizi del [[XVIII secolo|1700]]. Nei pressi della torre sono stati rinvenuti frammenti ceramici databili al [[V secolo a.C.]]<ref>{{cita web|url=http://www.ba.itc.cnr.it/BTN/BTN0043.html|titolo=Itc - Bitonto|accesso=23 maggio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140420045632/http://www.ba.itc.cnr.it/BTN/BTN0043.html|dataarchivio=20 aprile 2014|urlmorto=sì}}</ref>;
* Torre Carriere, appartenente a una famiglia proveniente dal [[Veneto]], risale invece al [[1621]], come riporta l'[[architrave]] dell'ingresso;
* Situata a ridosso della [[lama (geologia)|lama]] è la torre Pozzo Cupo del [[XVI secolo]];
* Torre Morea, si trova sulla strada che portava a Silvium ([[Gravina di Puglia]]). Fu realizzata nel XVI secolo, si eleva su due piani ed è adornata all'ingresso da una nicchia un tempo affrescata;
* Torre Ranocchio, datata ai primi anni del XVI secolo; si erge su due piani ed è situata in direzione di [[Palo del Colle]].
=== Obelischi ===
[[File:Bitonto - Guglia dell'Immacolata - 2.jpg|miniatura|upright|La guglia dell'Immacolata.]]
;Guglia dell'Immacolata: La guglia o gloria dell'[[Immacolata Concezione|Immacolata]] è un piccolo obelisco [[barocco]] situato su piazza Cattedrale. Fu realizzata in seguito a una scossa di [[terremoto]] avvenuta nel [[1731]]<ref>{{cita|Milillo|p. 6|Milillo, 2001}}.</ref>. La scossa provocò diversi danni nei dintorni mentre Bitonto rimase intatta. Tale evente fu ritenuto miracoloso e accrebbe la devozione per l'Immacolata, in memoria della quale fu realizzato questo obelisco. La guglia fu commissionata dalla famiglia Calamita. A base quadrangolare con gli angoli smussati si eleva per quattro ordini, l'uno più piccolo dell'altro, in cui sono interposte tre cornici. Su di essi insistono dei [[putti]] seduti o in piedi con [[cartegloria]] e lampade. In cima svetta la statua [[bronzo|bronzea]] dell'Immacolata.
;Obelisco Carolino: Si trova su piazza [[26 maggio|XXVI Maggio]] [[1734]], fu costruito su ordine di [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]] nel [[1741]], in ricordo della [[battaglia di Bitonto|battaglia]] che gli assicurò il [[Regno delle Due Sicilie]]. L'obelisco fu progettato da [[Giovanni Antonio Medrano]]<ref>{{cita|Moretti, Robles|p. 321|Moretti, Robles, 2003}}.</ref>, autore della [[reggia di Capodimonte]] e del [[Teatro Massimo Vittorio Emanuele|Teatro Massimo]] di [[Palermo]]. La base è costituita da un [[crepidine]] su cui è allocato il [[plinto]], di base quadrata con angoli smussati. Per ciascun lato sono apposte targhe marmoree recanti, in latino, una sintesi della battaglia e il ruolo degli autori della battaglia: Carlo III, [[Filippo V di Spagna]] e il [[duca di Montemar]]. Il basamento termina con una cornice su cui si innalza una lunga piramide che fa raggiungere all'obelisco l'altezza di 18 metri. Qui è apposto, su ciascun lato, un simbolo bellico: fascio, scudo, bandiera e corazza. Sulla sommità sono situati quattro stemmi dei Borbone con, in cima, una corona regia.
=== Aree naturali ===
[[File:Masseria Pietre Tagliate.jpg|miniatura|Masseria Pietre Tagliate, nel parco nazionale dell'Alta Murgia]]
[[File:Parco naturale Lama Balice attraversato dal torrente Tiflis.jpg|miniatura|Lama Balice attraversata dal torrente Tiflis]]
;[[Parco nazionale dell'Alta Murgia]]: Il comune di Bitonto fa parte del [[Parco nazionale dell'Alta Murgia]]. Le parti più interne del territorio comunale, per un totale di 1 959 ettari, sono comprese entro i confini del Parco<ref name=parco>{{cita web|url=http://www.parcoaltamurgia.gov.it/index.php?option=com_content&view=article&id=400&Itemid=100062|titolo=Parco Nazionale dell'Alta Murgia – Territorio|accesso=31 luglio 2008}}</ref>, che si estende per 68 077 ettari complessivi<ref name=parco/>. Parte di quest'area ospita il bosco comunale, noto anche come Bosco Rogadeo, oltre alla masseria Pietre Tagliate, tipico esempio di architettura rurale dotata anche di uno [[jazzo]]. La presenza animale in questo spazio è caratterizzata da istrici, volpi e tassi, ma ci sono anche rettili come lucertole sicule, vipere e bisce. Il parco ospita inoltre la più numerosa popolazione italiana della specie prioritaria [[falco naumanni]], comunemente noto come grillaio, ed è una delle più numerose dell'Unione Europea.
;[[Parco naturale regionale Lama Balice|Parco regionale Lama Balice]]: L'[[area protetta]], identificata come parco naturale attrezzato nel [[1980]] e come parco naturale regionale dal [[2007]]<ref>Con legge regionale 5 giugno 2007, n. 15 "Istituzione del parco naturale regionale Lama Balice".</ref>, si estende per 504 ettari tra i comuni di [[Bari]] e Bitonto, lungo il percorso dell'omonima [[lama (corso d'acqua)|lama]]. Il parco include un tratto della lama che attraversa il centro abitato bitontino. Il torrente che vi scorre, chiamato un tempo ''Tiflis'', è solitamente in secca, ma in occasione di abbondanti precipitazioni si gonfia per l'apporto di acqua piovana. Dal punto di vista naturalistico la lama è area di sosta per l'[[avifauna]] e mantiene in ampi tratti l'originaria [[macchia mediterranea]]. I numerosi casali, chiese e masserie, oltre che i resti di epoca [[protostoria|protostorica]] restituiti dalle numerose cavità naturali, attestano la continua frequentazione umana del sito.
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Bitonto}}
=== Etnie e minoranze straniere ===
Gli stranieri residenti a Bitonto al 31 dicembre 2022 erano 899, pari al 2,13% della popolazione.<ref>[https://demo.istat.it/app/?i=STR&l=it]</ref>
=== Lingue e dialetti ===
Il dialetto bitontino appartiene ai dialetti pugliesi centrali. È stato oggetto di numerosi studi<ref>{{cita|Linguistica e antropologia|Bulzoni, 1983}}.</ref>, e reca traccia della lunga presenza di dominazioni diverse (greca, francese, austriaca e spagnola).
Nella pronuncia dialettale tutte le vocali protoniche e postoniche, esclusa la "a" protonica, hanno ceduto il posto a una "e" muta simile a quella francese<ref>{{cita|Touring club italiano|p. 61|Touring club italiano, 1978}}.</ref>. Le vocali accentate sono rimaste tali in sillabe chiuse (ad esempio l'italiano "mosca" diventa "mòsche"), mentre si sono trasformate in dittonghi diversi in sillabe aperte:
La "a" muta nel dittongo "èu" (ad esempio "mano" in italiano, diventa "mèune").<br />
La "e" si trasforma nel dittongo "ài" o "èi" (ad esempio, l'italiano "treno" diventa "tràine" o "trèine").<br />
La "i", muta nel dittongo "ói" (ad esempio, l'italiano "partita" diventa "partóite").<br />
La "o", diviene invece "àu" (ad esempio l'italiano "scopa" diventa "scàupe").<br />
La "u" si trasforma nel dittongo "ìu" o "éu" (ad esempio, l'italiano "tu" diventa ''téue'' o "tìue").
L'articolo singolare femminile è "la", quello singolare maschile "u", mentre il plurale di entrambi i generi è "re".
=== Religione ===
{{Vedi anche|Diocesi di Bitonto}}
Bitonto, con Bari, è sede dell'arcidiocesi di Bari-Bitonto. La diocesi di Bitonto ha un'origine che può essere fatta risalire al tempo della piena conversione della Puglia. La cronotassi episcopale parte infatti dal [[515]]. Sebbene vi siano notizie confuse circa la presenza di un certo Andreano, vescovo di Bitonto intorno al [[734]]<ref>{{cita|Custode|p. 211|Custode, 1999}}.</ref>, il primo vescovo di Bitonto di cui si hanno notizie dettagliate fu Arnolfo nel [[1087]].
Nel [[1818]] la diocesi di Bitonto venne unita ''[[aeque principaliter]]'' a quella di Ruvo ma nel [[1978]], con le dimissioni del vescovo Marena, la diocesi fu affidata in amministrazione apostolica a vescovi delle diocesi vicine e il 30 settembre [[1982]] fu nuovamente separata<ref>{{cita|Palese, Robles|p. 9|Palese, 1994}}.</ref>.
Il 26 febbraio 1984 è da ricordare la visita di [[Papa Giovanni Paolo II]] a Bitonto nel cui discorso rende omaggio ai cittadini bitontini: «il mio viaggio a Bari sarebbe stato incompleto senza questo incontro con voi, uomini e donne di Bitonto che con la vostra quotidiana fatica rendete feconda questa terra, traendone prodotti abbondanti e universalmente apprezzati»<ref>{{cita web|url=http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1984/february/documents/hf_jp-ii_spe_19840226_mondo-agricolo_it.html|titolo=Discorso di Giovanni Paolo II agli agricoltori di Puglia|accesso=31 luglio 2008}}, Bitonto - Domenica, 26 febbraio 1984</ref>.
Bitonto fu dapprima unita ''[[in persona episcopi]]'' all'arcidiocesi di Bari-Canosa e poi, con la riforma del [[1986]] che riordinò le sedi diocesane in Italia, fu aggregata a questa, assumendo il suo nome attuale.
In occasione del [[Congresso eucaristico]] nazionale del maggio 2005, l'[[arcidiocesi di Bari-Bitonto]] fu meta del primo viaggio apostolico di [[Benedetto XVI]] dopo l'elezione a papa.
Numerose nella città le associazioni e confraternite laicali:
* Arciconfraternita Sant'Anna;
* Arciconfraternita Immacolata Concezione;
* Arciconfraternita Santa Maria del Suffragio;
* Arciconfraternita Santissimo Rosario;
* Arciconfraternita Maria Santissima del Carmelo;
* Confraternita Sant'Antonio di Padova;
* Monte dei Morti della Misericordia;
* Confraternita Maria Santissima Annunziata;
* Confraternita Santissimo Crocifisso;
* Confraternita San Michele Arcangelo;
* Confraternita Santa Lucia;
* Confraternita San Giuseppe;
* Confraternita Sant'Isidoro Agricola;
* Confraternita Santa Filomena;
* Confraternita Sacro Cuore di Gesù;
* Confraternita San Francesco di Paola;
* Confraternita San Filippo Neri;
* Confraternita Maria Santissima delle Grazie;
* Confraternita San Pasquale Baylon;
* Associazione Maria Santissima di Loreto;
* Associazione Santa Rita da Cascia;
* Terz'Ordine francescano.
===
{{vedi anche|Culto dei Santi Medici a Bitonto|Settimana Santa di Bitonto}}
[[File:Madonna Immacolata.png|thumb|L'Immacolata appare al generale Montemar]]
;Festa patronale dell'Immacolata concezione: La città di Bitonto venera come santa patrona l'[[Immacolata Concezione]] dal 1703, anno in cui il Capitolo Cattedrale decise di renderla patrona della diocesi e della città. La devozione nei Suoi riguardi tuttavia, si accrebbe nel [[1731]], quando il comune rimase intatto in seguito alla scossa di [[terremoto]] che provocò invece diversi danni nei dintorni. Questo evento difatti, fu attribuito all'Immacolata e in suo onore fu quindi fatta erigere in piazza Cattedrale la guglia dell'Immacolata. È però il miracolo occorso tre anni dopo durante la [[battaglia di Bitonto]], che consolida definitivamente la figura dell'Immacolata come patrona<ref name=Natale>{{cita|Otranto ''et al.''|pp. 51-52|Natale, 1987}}.</ref> Secondo la tradizione infatti la Vergine sarebbe apparsa al Generale delle truppe spagnole, Montemar, intimandogli di salvare la città dal saccheggio e dalla distruzione. La festa patronale in onore dell'Immacolata si svolge il [[26 maggio]] e per i giorni successivi con processioni, manifestazioni civili e religiose. Dal [[1985]] si svolge la rievocazione della [[Battaglia di Bitonto]]<ref name=corteo>{{Cita|Falassi|p. 174| Falassi, 1988}}.</ref>, in cui viene rappresentata la società di Bitonto nel periodo della battaglia.
;Festa esterna dei Santi Medici Cosma e Damiano: Evento sicuramente tra i più importanti per la città è la festa esterna dei [[Santi Medici]]. Il culto dei Santi Medici, secondo quanto risulta da alcune testimonianze iconografiche, è introdotto in città fin dal [[XIV secolo]]. Il primo [[documento]] che attesta la presenza della reliquia delle braccia e delle mani a Bitonto risale però al [[1572]]<ref>{{cita|Curia Vescovile|Visite pastorali, vol. I|Curia vescovile, 1654}}.</ref>, data di svolgimento della [[visita pastorale]] di monsignor Musso. Il culto dei Santi Cosma e Damiano è stato anche segnalato da [[Giovanni Paolo II]], come potente fattore di promozione di unità della [[Chiesa (comunità)|Chiesa]] fra Oriente e Occidente<ref>Discorso di Giovanni Paolo II ai vescovi della Puglia in visita ''Ad limina apostolorum'', 20 dicembre 1986</ref>. Il rito consiste in una [[processione]], chiamata ''intorciata'', che si svolge la terza [[domenica]] di [[ottobre]] e dura dodici ore circa a partire dalle 8:00. Le immagini dei santi, che sono portate con estrema lentezza, chiudono la processione, precedute dai più devoti, che svolgono il percorso con lo sguardo rivolto alle statue (quindi camminando all'indietro) e molti dei quali a [[piede|piedi]] nudi e portando sulle [[spalla|spalle]] pesanti [[Candela (illuminazione)|ceri]].
;Settimana santa di Bitonto: [[File:Bitonto, San Domenico 020.jpg|thumb|I cinque Misteri nelle rispettive nicchie nella chiesa di San Domenico]]Particolarmente rilevanti i riti della [[settimana santa]] della città. La prima edizione della processione dei Misteri è del [[1714]], anno in cui è documentata anche la committenza allo scultore andriese Gaetano Frisardi<ref name=paci>{{cita web|url=http://paci.iccd.beniculturali.it/iccd/cards/viewSchedaPaci/ICCD_MODI_3538052039451|titolo=Scheda Paci Iccd|accesso=15 gennaio 2022}}</ref> della realizzazione o restauro delle cinque statue lignee dei Misteri a cui si aggiunsero in seguito il ''Cristo Deposto'' e L{{'}}''Addolorata'' nel 1721<ref name=paci/> e, solo dal [[2007]], una ''Deposizione'', portando a otto il numero delle immagini portate in processione. Nella processione di Gala, sono esposti un ''Cristo Deposto'' del [[1880]]<ref name=SMS>{{cita web|url=https://www.arciconfraternitasantamariadelsuffragio.it/larciconfraternita/|titolo=Scheda Arciconfraternita Santa Maria del Suffragio|accesso=15 gennaio 2022}}</ref>, una Addolorata lignea dei primi del [[Settecento]]<ref name=SMS/>, la copia della [[Sacra Sindone]] realizzata nel [[1646]]<ref>{{Cita web|url=http://www.shroud.it/FOSSAT10.PDF|formato=pdf|titolo=Le copie della sacra Sindone a grandezza naturale|autore=Luigi Fossati|data=settembre 2001}}</ref> e il trofeo floreale che custodisce il ''Legno Santo'', due schegge che la tradizione attribuisce alla [[Vera Croce|Santa Croce]]. Alle processioni partecipano le confraternite della città, le forze cittadine di [[Polizia]], [[Carabinieri]] e [[Guardia di Finanza]] oltre a rappresentanti dell'amministrazione comunale. Tipicamente bitontino l'uso per i portatori in entrambe le processioni dello stiffelio, un lungo ed elegante abito nero corredato di una camicia bianca e papillon. Entrambe le statue dell'Addolorata recano una composizione quadrilobata di 111 candele che ne rendono spettacolare il passaggio.
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
* Sezione distaccata del Tribunale di Bari<ref>{{cita web|url=http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_4.wp;jsessionid=CA32C5043C8876E8AA397EF2C1FE0751.ajpAL01?facetNode_1=2_7&selectedNode=2_7_9_0037&facetNode_2=2_7_9|titolo=Ministero della Giustizia - Uffici nel comune di Bitonto|accesso=3 settembre 2009|dataarchivio=23 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150123051733/http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_4.wp;jsessionid=CA32C5043C8876E8AA397EF2C1FE0751.ajpAL01?facetNode_1=2_7&selectedNode=2_7_9_0037&facetNode_2=2_7_9|urlmorto=sì}}</ref>;
* Ospedale civile "Umberto I"<ref>{{cita web|url=http://www.asl.bari.it/Distretto.aspx?Organizzazione=47|titolo=Asl Bari/Distretto SS 3 - Bitonto|accesso=3 settembre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080928103810/http://www.asl.bari.it/Distretto.aspx?Organizzazione=47|dataarchivio=28 settembre 2008}}</ref>.
==
=== Istruzione ===
==== Biblioteche ====
[[File:Sangiorgiobitonto.PNG|thumb|upright|La chiesa di San Giorgio, sede del Centro Ricerche di Storia e Arte]]
* ''Biblioteca comunale "Eustachio Rogadeo"'': la biblioteca comunale prende il nome dal palazzo che la ospita, donato nel [[1966]] dall'omonima famiglia al Comune per essere adibito a biblioteca civica e a museo. La biblioteca contiene un ingente patrimonio librario: circa 60 000 volumi di cui cospicuo è il numero di [[cinquecentine]], [[incunaboli]] e [[manoscritti]]<ref>{{cita web|url=http://www.comune.bitonto.ba.it/servizi/biblioteca.htm|titolo=Comune di Bitonto - Biblioteca|accesso=15 novembre 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101231190805/http://www.comune.bitonto.ba.it/servizi/biblioteca.htm|dataarchivio=31 dicembre 2010|urlmorto=sì}}</ref>;
* ''Biblioteca diocesana'': nata come biblioteca del seminario, nel [[1738]] è diventata biblioteca vescovile. Possiede circa 50 000 volumi<ref>{{cita web|url=http://www.abei.it/biblioteche/puglia.htm|titolo=Abei - Biblioteche Puglia|accesso=15 novembre 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070704065256/http://www.abei.it/biblioteche/puglia.htm|dataarchivio=4 luglio 2007}}</ref> ed è allocata al piano terra dell'ex seminario vescovile, dove oggi ha sede anche il museo diocesano e l'archivio storico diocesano;
* ''Archivio storico diocesano'': raccoglie i libri del Capitolo della cattedrale (deliberazioni, introiti ed esiti, donazioni, testamenti, platee, atti amministrativi) ma anche registri dei battesimi, matrimoni e morte, benefici, platee, concorsi parrocchiali. Conserva gli archivi di quasi tutte le confraternite bitontine e i materiali di monasteri e conventi soppressi e circa 500 pergamene datate dal sec. XIV<ref>L'Archivio è riconosciuto di interesse locale con decreto del Presidente della Regione n. 265 del 10 maggio 1984, e di notevole interesse storico, con dichiarazione del Sovrintendente archivistico del 26 maggio 1989.</ref>;
* ''Biblioteca "Antonio De Capua"'': è la biblioteca del Centro Ricerche di Storia e Arte - Bitonto fondata nel 1968 e consta di circa 8000 volumi<ref>{{cita web|url=http://www.centroricerchebitonto.com/index.php?option=com_content&view=article&id=96&Itemid=3|titolo=Biblioteca A. De Capua|accesso=15 novembre 2008}} sul sito del Centro Ricerche di Storia e Arte – Bitonto</ref> e raccoglie i volumi della collana "Studi Bitontini" e altre pubblicazioni inerenti per lo più la storia, l'arte e l'architettura locali;
* ''Biblioteca dei musicisti pugliesi'': la biblioteca fu istituita dall'Associazione musicale "Tommaso Traetta" e raccoglie pubblicazioni dei musicisti locali e pugliesi.
====
* Scuole primarie: 9 scuole<ref name=scuole>{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/072/011/scuole/|titolo=Comuni italiani-Scuole a Bitonto|accesso=24 gennaio 2013}}</ref>;
* Scuole Secondarie di I grado: 5 scuole<ref name=scuole/>;
* Scuole Secondarie di II grado: 7 scuole (3 licei, 2 istituti tecnici e 2 professionali)<ref name=scuole/>.
==== Musei ====
[[File:Procne e Filomela mostrano a Tereo la testa del figlio Iti - Artemisia Gentileschi.jpg|miniatura|Artemisia Gentileschi, Procne e Filomela mostrano a Tereo la testa del figlio Iti]]
[[File:Santi medici stefano da putignano.jpg|miniatura|Immagini dei santi medici di [[Stefano da Putignano]], conservate nel museo diocesano]]
;[[Galleria nazionale della Puglia]]: È la galleria nazionale di [[arte moderna]] della [[Puglia]]. È intitolata ai bitontini Girolamo e Rosaria Devanna che ne hanno permesso l'apertura donando la loro collezione nel 2004. Essa raccoglie 229 [[dipinti]] e 108 [[disegni]] attribuiti a importanti [[artisti]] italiani e stranieri, databili tra il [[XVI secolo|XVI]] e i primi del [[XX secolo]]<ref>{{cita web|autore=|url=https://www.gallerianazionalepuglia.beniculturali.it/it/143/la-galleria|titolo=Galleria nazionale di Puglia - La Galleria|accesso=17 maggio 2020}}</ref>. Vi sono esposti 166 [[dipinti]] suddivisi in cinque sezioni, nella cornice del [[rinascimentale]] [[palazzo Sylos-Calò]]. Al piano superiore sono sistemate le altre sezioni. In quella del [[Cinquecento]] sono esposte soprattutto opere di artisti [[pittura veneta|Veneti]] e [[Pittura napoletana|meridionali]], alcune di forte influenza bizantina, ma anche opere di artisti di altre zone d'Italia. Nelle sale del [[Seicento]] e del [[Settecento]] sono esposte opere di autori italiani e stranieri disposti per tematiche. Nella sala dell'[[Ottocento]] si concentrano i ritratti ma anche scene di storia e nature morte, sempre di autori italiani e stranieri. L'ultima sezione, al piano inferiore, è dedicata agli artisti del [[Novecento]] italiani, soprattutto meridionali, ma anche stranieri e d'oltreoceano.
;[[Museo diocesano di Bitonto|Museo diocesano "Aurelio Marena"]]: Creato tra il [[1969]] e il [[1970]]<ref name=musei>{{cita|Natali|pp. 50-51|Natali, 2004}}.</ref>, si tratta del museo dell'[[arcidiocesi di Bari-Bitonto]], che raccoglie i beni artistici della cattedrale di Bitonto e di altre chiese del territorio bitontino. Il museo ha sede presso l'ex seminario vescovile annesso alla [[chiesa di San Francesco d'Assisi (Bitonto)|chiesa di San Francesco della Scarpa]]. La struttura, articolata su due livelli e dotata di un giardino pensile, conserva oltre 2500 pezzi che ne fanno il museo diocesano più grande del [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno]]<ref>{{Cita news|autore = Titti Tummino|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/02/16/da-ex-seminario-museo-high-tech.html|titolo = Da ex seminario a museo high tech.|pubblicazione = la Repubblica |giorno = 16|mese = febbraio|anno = 2006|accesso = 6 ottobre 2009}}</ref>.Il primo piano è dedicato alla pittura dell'Ottocento e del Novecento in Puglia; il secondo piano è dedicato ai dipinti del [[XVII secolo|Seicento]] e del [[XVIII secolo|Settecento]] ma espone anche sculture del Quattrocento e del Seicento. Di particolare interesse un'[[icona (arte)|icona]] lignea raffigurante la Vergine di autore [[bizantino]] databile al [[XII secolo]] e un crocefisso del [[XIV secolo]] di scuola umbra<ref name=musei/>. Nel terzo piano sono sistemate opere realizzate da artisti della scuola bitontina del XVII secolo (Alfonso de Corduba, [[Carlo Rosa (pittore)|Carlo Rosa]], [[Nicola Gliri]], Francesco Altobelli).
[[File:Musarbit14.jpg|miniatura|Una sala del museo archeologico cittadino]]
;[[Museo archeologico di Bitonto|Museo archeologico della fondazione De Palo-Ungaro]]: Il museo offre un quadro molto dettagliato di quella che fu la [[Peuceti|civiltà peucezia]] e la vita culturale della città in quel periodo storico. Ospita reperti datati fra il [[VI secolo a.C.|VI]] e il [[III secolo a.C.]]<ref name=musei/> rinvenuti nella [[necropoli]] di [[via Traiana]] a Bitonto. I corredi funerari esposti sono ricchi di reperti ceramici e metallici<ref name=musei/> e che consentono quindi di tracciare l'evoluzione economica e sociale della civiltà peucezia e di conoscerne usi e costumi. Si passa così da reperti a decorazione geometrica, più antica, a [[ceramica a vernice nera]] e [[ceramica a figure rosse]], tipiche della civiltà greca. Tra i reperti metallici: [[cinturone|cinturoni]], [[Lancia (arma)|lance]], e un [[elmo corinzio]], a testimonianza della cultura guerriera dei Peucezi, ma anche reperti attribuiti a figure femminili come statuette, [[telaio a pesi|pesi da telaio]] in [[terracotta]], [[anelli]] e [[fibule]] in [[bronzo]] e in [[argento]].
;Museo civico "Eustachio Rogadeo": Venne aperto al pubblico nel [[1962]], prendendo il nome dal palazzo che lo ospita (dove ha sede anche la biblioteca comunale), il [[XVII secolo|seicentesco]] palazzo Rogadeo, sede anche della biblioteca comunale. Vi sono esposti soprattutto reperti [[Archeologia|archeologici]] come ceramiche di epoca greco-romana rinvenuti nel territorio bitontino, un monetario, sculture e dipinti del [[XVII secolo|XVII]]-[[XVIII secolo]]. Al pianterreno vi è la pinacoteca che conserva opere di artisti pugliesi dell'Ottocento, della donazione ''Cuonzo''<ref>{{cita|Natali|p. 52|Natali, 2004}}.</ref>.
=== Media ===
;Stampa
* "''Da Bitonto''", quotidiano online e periodico mensile cartaceo diretto da Mario Sicolo<ref>sito internet - {{cita web|url=https://www.dabitonto.com|titolo=Da Bitonto|accesso=30 marzo 2020}}</ref>;
* "''Bitonto''", pagina dedicata a Bitonto dalla "Gazzetta di Bari", all'interno della [[Gazzetta del Mezzogiorno]];
* "''Primo piano''", rivista culturale online, già periodico mensile cartaceo in passato, diretta da Mimmo Larovere<ref>https://www.primopiano.info/</ref>;
* "''Bitontoviva''", quotidiano online di informazione locale<ref>sito internet - {{cita web|url=https://www.bitontoviva.it|titolo=BitontoViva|accesso=30 marzo 2020}}</ref>;
* "''BitontoLive''", quotidiano online di informazione locale;<ref>{{Cita web|url=https://bitontolive.it/|titolo=Testata giornalistica|sito=BitontoLive.it}}</ref>
* "''Studi Bitontini''", rivista semestrale scientifica di ricerca storico-artistica, espressione del Centro Ricerche di Storia ed Arte-Bitonto. Diretta da Silvio Fioriello (direttore editoriale) e Marino Pagano (direttore responsabile).
;Radio:Una certa importanza nel settore radiofonico locale ha avuto "Bitonto Radio International", che è stata una delle prime [[radio libere|stazioni radiofoniche libere italiane]] e la prima della regione: fu fondata infatti nel [[1976]] da Filippo D'Agostino, che due anni dopo si trasferisce in Basilicata, dove fonda Basilicata radio 2<ref>{{cita web|url=http://www.bierredue.it/homepage.asp|titolo=BR2}}</ref>. In FM rimane ancora attiva Radio One, che offre una programmazione incentrata sulla [[musica rock]]<ref>Informazioni su {{cita web|url=http://www.radiowww.it/radio.php?nome=one1|titolo=Radio One|accesso=31 gennaio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071018173306/http://radiowww.it/radio.php?nome=one1|dataarchivio=18 ottobre 2007|urlmorto=sì}}</ref>. La radio locale e webtv "radio doppio zero", radio ufficiale del [[Unione Sportiva Bitonto Calcio|Bitonto Calcio]], si occupa invece prevalentemente di informazione locale<ref>[https://www.radio00.it Radio00]</ref>.
=== Cinema ===
Diverse personalità bitontine sono state più volte presenti sul "grande schermo": [[Michele Mirabella]], [[Mimmo Mancini]], [[Bianca Guaccero]] e [[Pippo Mezzapesa]].
Il film di [[Lucio Fulci]] ''[[Non si sevizia un paperino]]'', è ispirato a una storia vera avvenuta a Bitonto nel [[1971]] quando la città fu teatro di una serie di delitti dove le vittime erano bambini, da cui appunto il regista trasse spunto per il soggetto<ref>{{cita libro|Paolo Albiero &|Giacomo Cacciatore|Cristo si è fermato ad Accendura, ovvero: Non si sevizia un paperino (1972), in Il terrorista dei generi. Tutto il cinema di Lucio Fulci|2004|Un mondo a parte|Roma|isbn=88-900629-6-7|pagine =pagine 124-135
http://m.bitontolive.it/mobile/news/attualita/204420/la-strage-degli-innocenti-a-bitonto-il-racconto-di-una-tragedia-di-quarant-anni-fa
}}</ref>.
Il Comune di Bitonto si è trasformato in un set cinematografico in diverse occasioni: la prima fu nel [[2001]] con la miniserie ''Ama il tuo nemico 2'', [[Fiction televisiva|fiction]] che aveva per protagonisti [[Andrea Di Stefano]], l'allora giovanissima [[Bianca Guaccero]], l'attore barese [[Michele Venitucci]] e [[Imma Piro]].
Nell'anno [[2004]] scorci di Bitonto furono ripresi nel film ''[[L'amore ritorna]]''<ref>{{cita web|url=http://www.apuliafilmcommission.it/cinema-in-puglia/98-%E2%80%93-l%E2%80%99amore-ritorna|titolo=Apulia Film Commission – L'Amore ritorna|accesso=5 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131022072419/http://www.apuliafilmcommission.it/cinema-in-puglia/98-%e2%80%93-l%e2%80%99amore-ritorna|dataarchivio=22 ottobre 2013|urlmorto=sì}}</ref> del regista pugliese [[Sergio Rubini]], con [[Margherita Buy]] e [[Mariangela Melato]].
Nel [[2008]] è interamente girato a Bitonto il cortometraggio ''Pinuccio Lovero. Sogno di una morte di mezza estate'', dal già citato [[Pippo Mezzapesa]]; Viene ripreso il centro storico di Bitonto e il cimitero della frazione di [[Mariotto (Bitonto)|Mariotto]]<ref>{{cita web|url=http://www.cinemaitaliano.info/pinuccioloverosognodiunamortedimezzaestate|titolo=Scheda film|accesso=5 luglio 2011}}</ref>.
Tra il [[2010]] e il [[2011]] esce, in alcune sale pugliesi, il film ''[[Piripicchio - L'ultima mossa]]'', con molte scene girate in Bitonto.
Nel [[2012]] sono girate alcune scene nel centro storico di Bitonto della [[Fiction televisiva|fiction]] [[Volare - La grande storia di Domenico Modugno]] del regista [[Riccardo Milani]] con [[Beppe Fiorello]]. Nel [[2018]] viene girato quasi interamente a Bitonto il film [[Bar Giuseppe]] del regista [[Giulio Base]], tra le cui musiche sono inserite anche le note del compositore bitontino [[Tommaso Traetta]]<ref>{{cita web|url=https://www.dabitonto.com/cultura-e-spettacolo/arriva-su-raiplay-bar-giuseppe-il-film-di-giulio-base-girato-a-bitonto.htm|titolo=Arriva su RaiPlay "Bar Giuseppe", il film di Giulio Base girato a Bitonto|accesso=21 maggio 2020}}</ref>.
Da ricordare anche il film "Tommaso Blu", del 1988, produzione italo-tedesca, con Alessandro Haber. Alcune scene sono state filmate nei pressi della cattedrale di Bitonto.
=== Cucina ===
[[File:Lampascioni.jpg|thumb|left|Lampascioni sott'olio]]
Ricca è la cucina bitontina, che annovera diversi piatti tipici.
Tra questi è la ''ciallédde'', preparato con pane bagnato, pomodorini, olio e sale. Piatti simili sono diffusi in tutta la Puglia<ref>{{cita|Bonomo, Loaldi, Prosperi|p. 230|Bonomo}}.</ref>.
Diffusi sul territorio murgiano sono i [[lampascioni]], una pianta che genera dei bulbi dalla forma di piccole cipolle, che sono raccolti e lasciati a mollo almeno due giorni, dopo i quali sono pronti per essere serviti, solitamente conditi con [[sale]] e [[olio d'oliva]].
Tipica è anche la [[focaccia alla barese|focaccia]] di [[patate]], un piatto occasionale che per tradizione si mangia la domenica. L'impasto consiste in farina, olio d'oliva, pomodori e patate macinate. Il tutto viene poi cotto in forno per circa 15-20 minuti.
Rinomati i dolci legati alle tradizioni festive.
Tipiche del periodo [[natale|natalizio]] sono, invece, le [[cartellate]], e i cuscinetti. Le prime sono dei nastrini di una sottile sfoglia di pasta preparata con farina, olio e vino bianco, avvolti su sé stessi sino a formare una sorta di "rosa" che sono poi fritte in abbondante olio e passate nel vin cotto di uva, di fichi, o di fichi d'India. Talvolta il vino bianco è sostituito con del succo di arancia.
[[File:Chiacchiere.jpg|thumb|Le chiacchiere di carnevale]]
Con lo stesso impasto si preparano i cuscinetti: piccoli rettangoli di pasta farciti con [[pasta reale]] chiusi per formare piccoli cuscinetti e cosparsi di zucchero a velo se cotti al forno oppure rigirati nello zucchero semolato se fritti.
A [[Pasqua]], invece, si prepara la [[scarcella]], una ciambella o colomba di cioccolato di pane addolcito con della glassa. La ricetta tipica prevede anche un uovo sodo al centro.
[[Carnevale]] è l'occasione per la preparazione delle [[chiacchiere]], mentre il dolce simbolo della città è il [[bocconotto]]. La ricetta era un segreto delle suore del monastero di Santa Maria delle Vergini.
=== Eventi ===
;Beat Onto Jazz Festival
:Si tratta di una manifestazione [[Jazz]] nata nel [[2001]] con finalità divulgative. Si svolge in alcuni giorni del mese di agosto presso piazza Cattedrale, e col tempo è diventata una realtà importante nel panorama jazz del Meridione<ref>{{cita web|url=http://www.jazzitalia.net/viscomunicatoemb.asp?ID=22771#.Vsiq00Co1D0|titolo=Beat Onto Jazz Festival|accesso=20 febbraio 2016}}</ref>.
;Traetta Opera Festival
:Il Traetta Opera Festival nasce nel [[2005]] con lo scopo di riscoprire e rivalorizzare la figura del musicista bitontino [[Tommaso Traetta]]<ref>{{cita web|url=http://bari.repubblica.it/cronaca/2015/04/09/news/agenda-111474182/|titolo=Traetta Opera Festival|accesso=20 febbraio 2016}}</ref>. Si tiene a cavallo tra ottobre e novembre. In questo periodo si tengono convegni sulle opere di Traetta e sono eseguiti brani del musicista nelle piazze della città. Si esibiscono anche i vincitori dell'edizione precedente del concorso internazionale di [[canto lirico]], organizzato dal festival<ref>{{cita web|url=http://www.traettaoperafestival.org/index.php?option=com_content&view=article&id=9&Itemid=152|titolo=Traetta Opera Festival – Concorso Internazionale|accesso=5 luglio 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130422141247/http://www.traettaoperafestival.org/index.php?option=com_content&view=article&id=9&Itemid=152|dataarchivio=22 aprile 2013}}</ref>.
;Festival Italia – Giappone
:Nell'edizione del [[2011]] del Traetta Opera Festival si è stretta una relazione culturale con la Tokio International Choir, che ha portato in città una ottantina di cantanti musicisti e appassionati [[giappone]]si<ref>{{Cita news|autore = Federica Valentini|url = http://www.bitontotv.it/cms/news/8630/69/Traetta-Opera-Festival-2012-Gia-stanziati-i-fondi-per-l-ottava-edizione/|titolo = Traetta Opera Festival 2012. Già stanziati i fondi per l'ottava edizione|pubblicazione = BitontoTV|giorno = 15|mese = 11|anno = 2011|accesso = 7 settembre 2012|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150610232021/http://www.bitontotv.it/cms/news/8630/69/Traetta-Opera-Festival-2012-Gia-stanziati-i-fondi-per-l-ottava-edizione/|dataarchivio = 10 giugno 2015|urlmorto = sì}}</ref>. È nato così anche il Festival Italia – Giappone, dove la Tokio International Choir e la Tokio Opera organizzano una serie di concerti a Bitonto e in altre località della Puglia<ref>{{cita web|url=http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/482192/La-musica-unisce--Bitonto-e.html|titolo=Festival Italia Giappone|accesso=20 febbraio 2016}}</ref>. Il festival organizza un concorso per giovani cantanti lirici, intitolato al cantante lirico bitontino [[Caffarelli]], che si tiene nella cornice del [[teatro Traetta]].
== Geografia antropica ==
=== Urbanistica ===
[[File:Bitonto - Comune di Bitonto - 2024-09-23 23-11-19 005.jpg|miniatura|Vista aerea della città sul torrione angioino, punto di incontro di tre piazze]]
[[File:Strada Provinciale 218 Poligonale di Bitonto (OSM).png|miniatura|La strada poligonale che circoscrive la città]]
Il nucleo storico della città, di forma trapezoidale, è delimitato a tratti dai resti delle mura di periodo normanno. Si è sviluppato a partire dal quartiere chiamato "cicciovizzo", situato tra il torrente Tiflis a sud e la [[via Traiana]] (che vi giungeva da [[Ruvo di Puglia]]) che lambiva l'abitato a nord, attraversando probabilmente la zona di porta Robustina fino ad arrivare a porta La Maja<ref>{{cita web|url=http://rilievo.stereofot.it/studenti/aa99/Pice/storia/capitolo1.html|titolo=Centro storico - Origini|accesso=30 luglio 2008}}</ref>. Lo sviluppo urbano si è, nei secoli, spinto a nord di tale quartiere, attratto dalla presenza della detta via Traiana, fino a raggiungere l'estensione e l'aspetto attuale.
Le strade del centro storico hanno andamento tortuoso, solo raramente seguono uno schema definito. Sparsi per tutto il borgo antico sono gli archi e le corti.
Le strutture rilevanti più antiche presenti nel centro storico risalgono al [[basso Medioevo]]<ref>{{cita web|url=http://rilievo.stereofot.it/studenti/aa99/Pice/storia/bassomedioevo.html|titolo=Centro storico - Basso Medioevo|accesso=14 novembre 2008}}</ref>, le più recenti al primo [[XIX secolo|Ottocento]].
Lo sviluppo urbano ottocentesco si diparte a raggiera verso nord-est<ref>{{cita|Moretti, Robles|p. 319|Moretti, Robles, 2003}}.</ref>, in direzione di Santo Spirito e Giovinazzo, e, in parte, verso ovest in direzione di Terlizzi e Ruvo. La caratteristica che contraddistingue la zona ottocentesca è l'aspetto ordinato dei quartieri, divisi da alcuni assi viari che nella maggior parte dei casi si diramano dalla zona di porta Baresana.
È questo il punto di incontro di ben tre [[piazza|piazze]]: piazza Cavour, interna alle mura del centro storico, piazza Moro, che si forma dall'incontro tra via Repubblica e il corso, e piazza Marconi, che unisce via Crocifisso e via Traetta.
Il corso ospita palazzo Gentile, l'attuale sede del Comune<ref>{{cita|Moretti, Robles|p. 339|Moretti, Robles, 2003}}.</ref>.
Lo sviluppo di primo [[XX secolo|Novecento]] non è separato in modo deciso dalla zona ottocentesca: conserva, anzi, una soluzione di continuità con essa. La [[ferrovia]], a nord, rappresenta il limite naturale del centro abitato, oltre il quale si sviluppa la zona artigianale. A est si ha invece la [[zona 167]], mentre a ridosso della S.P. 231, si estende la zona industriale, che si presenta come propaggine della zona industriale di Bari.
Degna di nota è la rete fognante di Bitonto, tra le più antiche d'[[Europa]], realizzata secoli prima di quelle di [[Napoli]] e [[Parigi]]. La sua costruzione risale al [[1512]] e fu completata nei primi anni del [[XVII secolo|Seicento]]<ref>{{cita|Fagiolo|pp. 235-250|Fagiolo, 2009}}.</ref>.
L'intero centro abitato è inscritto in un anello stradale, noto come [[Strada Poligonale di Bitonto]], che forma un cerchio quasi perfetto di {{M|3|u=km}} circa di raggio. Venne ideata e realizzata tra il [[1946]] e il [[1948]] dal presidente del consorzio delle [[strada vicinale|strade vicinali]] Giuseppe Cazzolla con lo scopo di facilitare l'arrivo in città dalla campagna ma, nel tempo, è diventata un anello di congiunzione dei vari assi stradali che raggiungono la città<ref>{{cita|Malagrinò|p. 33|Malagrinò, 1984}}.</ref>.
===
* [[Mariotto (Bitonto)|Mariotto]] (circa {{formatnum:2300}} abitanti) si trova a circa {{M|15|u=km}} da Bitonto e in posizione leggermente più elevata ({{M|240|u=m}} [[s.l.m.]]). Il nome deriva dal feudo di Mariotto dei Verità, con numerose tenute e masserie. L'attività prevalente è l'[[agricoltura]] ([[Olivo|olivicultura]] e [[vigneto|vigneti]]) e vi si produce il vino "San Barbato";
* [[Palombaio]] (circa {{formatnum:3000}} abitanti), si trova a circa {{M|8|u=km}} da Bitonto, a metà strada fra [[Ruvo di Puglia]] e [[Palo del Colle]]. Negli ultimi anni è stata soggetta a un notevole sviluppo demografico, che ne ha visto raddoppiare la popolazione. Nel [[Natale|periodo natalizio]] vi si svolge un [[presepe vivente]].
== Economia ==
{{vedi anche|Economia della Puglia}}
L'economia cittadina è da sempre legata all'agricoltura, principalmente all'ulivo. Ad essa si affianca un'organizzazione industriale basata sull'olio. Sul territorio, insistono migliaia di piccole e medie aziende agricole a conduzione prettamente familiare molte di esse associate nelle due Cooperative esistenti "Produttori Olivicoli Bitonto" e ''Cima di Bitonto''<ref>{{cita web|url=http://www.oleificiocimadibitonto.it//Italiano/Analisi.php|titolo=Olio Terra di Bari – Cima di Bitonto: associati|accesso=31 gennaio 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060506180843/http://www.oleificiocimadibitonto.it//Italiano/Analisi.php|dataarchivio=6 maggio 2006}}</ref>. La città è stata definita come ''città degli ulivi''<ref>{{cita|De Napoli|titolo dell'opera.|De Napoli, 2003}}</ref>. Sul territorio comunale insiste, benché in crisi, la manifattura tessile, con una quarantina di siti produttivi e oltre trecento aziende del settore abbigliamento.
In crescita il [[turismo]], soprattutto culturale, ma anche naturalistico. Il [[commercio]] è basato soprattutto sulle tradizionali [[Fiera|fiere]] ("fiera di San Leone" e "fiera dei Santi Medici").
=== Agricoltura ===
{{vedi anche|Cima di Bitonto|Terra di Bari (olio di oliva)#Bitonto}}
[[File:Paesaggio agrario.jpg|miniatura|Ulivo nelle campagne di Bitonto]]
Bitonto, con un patrimonio di oltre {{formatnum:1700000}} alberi di ulivo si impone tra i maggiori produttori in Italia di olio d'oliva.
Il territorio comunale, infatti, produce un [[olio extravergine d'oliva]] ricavato dalla [[cultivar|varietà]] di olive "Cima di Bitonto", diffusa in molti dei comuni circostanti.
L'olio di Bitonto, la cui produzione si è particolarmente sviluppata nel corso del [[XX secolo]], è caratterizzato da una bassissima acidità (0,21%)<ref>{{cita web|url=http://www.oleificiocimadibitonto.it//Italiano/Analisi.php|titolo=Olio Cima di Bitonto|accesso=31 gennaio 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060506180843/http://www.oleificiocimadibitonto.it//Italiano/Analisi.php|dataarchivio=6 maggio 2006}}</ref>, e viene esportato in tutta Europa e in America. Bitonto è anche membro dell{{'}}''Associazione Nazionale Città dell'Olio''<ref>{{cita|Touring Club Italiano|p. 219|Touring, 2001}}.</ref>. È commercializzato come ''Terra di Bari'' a [[denominazione di origine protetta]] con la menzione geografica aggiuntiva ''Bitonto''<ref>{{cita web|url=http://www.oliodopterradibari.it/home.php|titolo=Consorzio dell'Olio DOP Terra di Bari|accesso=31 gennaio 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060511230546/http://www.oliodopterradibari.it/home.php|dataarchivio=11 maggio 2006}}</ref>.
Accanto alla produzione olearia, la campagna di Bitonto è adibita ad altre colture arboree, quali il [[Prunus dulcis|mandorlo]], il [[pera|pero]], il [[ficus carica|fico]] e il percoco (che produce frutti simili alle [[prunus persica|pesche]]): vengono inoltre coltivati i [[cereali]] e, oltre la frazione di Mariotto, la vite, dalla quale si ricava l'uva destinata alla produzione di [[vino]] (tra cui i vini ''Zagarello'' e ''San Barbato'').
Il settore agroalimentare si caratterizza per alcuni tipici prodotti da forno come il pane locale, la [[focaccia alla barese|focaccia]] casereccia, e anche i taralli, conosciuti nella zona come i ''taràlle de màsse''. Minoritario è l'allevamento (bovino) dal quale deriva però una piccola produzione di [[latte]].
=== Industria ===
L'industria è sviluppata con insediamenti siderurgici, di lavorazione di pelli, per la produzione di [[ceramica]], lavorazione di conglomerati bituminosi, lavorazione di pneumatici, lavorazione di vinacce e frantoi, calce viva, scatolifici, [[gomma]] soffice, prefabbricati, [[falegnameria]] industriale.
L'[[artigianato|attività artigianale]] e della piccola industria mette sul mercato nazionale e internazionale soprattutto i prodotti della confezione, dell'[[abbigliamento]] e della meccanica leggera: l'indotto conta oltre 1200 aziende con circa 13 000 addetti. È anche prevista la costruzione, sulla direttrice Bitonto-Giovinazzo, di insediamenti [[industria]]li dotati delle più moderne [[infrastrutture]] e reti, [[ecologia|ecologicamente]] attrezzate, in grado di attrarre insediamenti di [[aziende]] che producono beni e [[servizi]] ad alto contenuto [[tecnologia|tecnologico]], su un'area di circa 800 ettari<ref>{{Cita news|autore = Francesco Paolo Cambione|url = http://www.bitontotv.it/cms/news/10228/69/Zona-Asi-presto-i-primi-espropri-nel-territorio-bitontino/|titolo = Zona Asi: presto i primi espropri nel territorio bitontino|pubblicazione = BitontoTV|giorno = 30|mese = 6|anno = 2012|accesso = 19 settembre 2012|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20120708005408/http://www.bitontotv.it/cms/news/10228/69/Zona-Asi-presto-i-primi-espropri-nel-territorio-bitontino/|dataarchivio = 8 luglio 2012|urlmorto = sì}}</ref>.
=== Turismo ===
Il settore turistico a Bitonto sta vivendo un periodo di forte crescita. Già nel [[2007]] le presenze turistiche in città sono aumentate del 350% rispetto al [[2006]], risultando così il comune più virtuoso della provincia<ref>{{cita web|url=http://www.turismo.regione.puglia.it/notizia/189/it|titolo=Portale Ufficiale del Turismo della Regione Puglia|accesso=1º febbraio 2009|dataarchivio=6 marzo 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120306133941/http://www.turismo.regione.puglia.it/notizia/189/it|urlmorto=sì}}</ref>.
Il turismo è legato soprattutto all'itinerario romanico, in cui Bitonto è una delle tappe principali con la sua cattedrale. Gli scavi archeologici che hanno riportato alla luce la chiesa paleocristiana l'hanno inoltre trasformato in un museo, attraverso l'esposizione degli oggetti ivi rinvenuti. Il polo museale cittadino comprende inoltre la Galleria nazionale, il Museo diocesano e il Museo archeologico.
Ma il turismo cittadino si appoggia anche gli eventi storici come la festa patronale, col corteo storico, i riti della settimana santa, la festa esterna dei santi Medici, che muovono in città numeri consistenti di visitatori e pellegrini<ref>{{cita web|url=https://www.bitontoviva.it/notizie/segui-qui-la-diretta-della-festa-dei-santi-medici-di-bitonto|accesso=19 maggio 2020}}</ref>; e agli eventi culturali come il Beat-Onto Jazz Festival e il Bitalk che portano in piazza il primo artisti della scena jazz nazionale e internazionale, il secondo volti noti dello spettacolo, della politica e della scena artistica italiana.
Un ruolo nel settore è dato anche dal patrimonio naturalistico come lama Balice e l'alta Murgia, parchi naturali che accolgono appassionati di mountain bike ed escursionisti.
== Infrastrutture e trasporti ==
===
{{Vedi anche|Strade provinciali della città metropolitana di Bari}}
Il casello autostradale di Bitonto dell'[[Autostrada A14 (Italia)|autostrada A14 Bologna-Taranto]] è situato in territorio comunale, tre chilometri a nord dal centro. La città è servita inoltre dalla [[Strada statale 98 Andriese-Coratina|SP 231]] (già SS 98 andriese-coratina), che costeggia il centro cittadino nella parte meridionale fungendo quasi da tangenziale: questa arteria collega Bitonto a est con Modugno, ove si innesta sulla [[strada statale 96 Barese|strada statale 96]] per Bari e Altamura, e a ovest con i centri interni del nord-barese.
[[File:Bari mappa linee FM.svg|miniatura|Linea FM2 con le stazioni cittadine]]
=== Ferrovie ===
Bitonto è servita dalla [[ferrovia Bari-Barletta]] gestita dalla [[Ferrotramviaria]], che ricalca il percorso della [[Tranvia Bari-Barletta|precedente tranvia a vapore]]. Le città collegate ai due capilinea sono quelle interne del nord barese<ref>{{cita web|url=http://www.ferrovienordbarese.it/index.php?s=10&p=002&serv=ferroviario|titolo=Ferrotramviaria – Linee e Mezzi|accesso=13 settembre 2012}}</ref>.
Fino al [[1963]], la città era servita da una breve linea ferroviaria, la [[Ferrovia Bitonto-Santo Spirito|Bitonto-Santo Spirito]], che collegava la città alla sua frazione costiera. Oggi parte di quel tracciato fa parte delle ferrovie del Nord Barese.
Da luglio [[2013]] è inoltre in funzione la variante, inquadrata come servizio FM2 delle [[Ferrovie del Nord Barese]], che collega Bitonto con l'[[aeroporto di Bari-Palese]] e si riallaccia alla linea Bari-Barletta nei pressi della [[stazione di Fesca-San Girolamo]] toccando nell'ordine la [[stazione di Aeroporto]] e [[Stazione di Europa (Bari)|quella di Europa]].
La città dispone di due impianti:
* la [[Stazione di Bitonto|stazione centrale]], situata su Piazza Ferdinando I D'Aragona;
* la [[stazione di Bitonto Santi Medici]], su via La Pira, entrata in funzione nel luglio 2010<ref>{{Cita news|autore = Bitonto TV staff|url = http://www.bitontotv.it/cms/news/5249/69/Ferrovie-Inaugurata-a-Bitonto-la-nuova-stazione-Ecco-il-video-servizio/|titolo = Ferrovie: Inaugurata a Bitonto la nuova stazione. Ecco il video servizio|pubblicazione = BitontoTV|giorno = 22|mese = 7|anno = 2010|accesso = 6 luglio 2010|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140101112049/http://www.bitontotv.it/cms/news/5249/69/Ferrovie-Inaugurata-a-Bitonto-la-nuova-stazione-Ecco-il-video-servizio/|dataarchivio = 1 gennaio 2014|urlmorto = sì}}</ref>.
=== Mobilità urbana ===
L'A.S.V. gestisce i servizi di trasporto urbano<ref>{{cita web|url=http://asvspa.com/index.php/fd=about-us/ff=linee-e-percorsi.htm|titolo=A.S.V. – Linee di trasporto|accesso=13 settembre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120928035339/http://asvspa.com/index.php/fd=about-us/ff=linee-e-percorsi.htm|dataarchivio=28 settembre 2012}}</ref>. In particolare sono disponibili due linee che collegano la città anche alle sue frazioni. La Ferrotramviaria gestisce, oltre alle linee ferroviarie citate, anche autolinee che collegano la città a Bari passando per [[Modugno (Italia)|Modugno]] e, nei festivi, autolinee che sostituiscono i treni nella tratta Bari-Barletta.
La [[STP Bari]] gestisce le autolinee che collegano Bitonto ad [[Adelfia]]<ref name=STP>{{cita web|url=http://www.stpspa.it/it/linee-di-servizio|titolo=S.T.P. Bari – Elenco autolinee|accesso=13 settembre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120815045614/http://www.stpspa.it/it/linee-di-servizio|dataarchivio=15 agosto 2012}}</ref>, passando per [[Palo del Colle]], [[Bitetto]], [[Binetto]], [[Grumo Appula]], [[Sannicandro di Bari]] e [[Bitritto]]; a [[Toritto]]<ref name=STP/>, seguendo il percorso per Adelfia fino a Grumo; a [[Molfetta]]<ref name=STP/>, passando per [[Giovinazzo]]. La ''[[Cotrap]]'' collega Bitonto a [[Santo Spirito (Bari)|Santo Spirito]].
== Amministrazione ==
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Michele Coletti|Inizio=25 settembre [[1987]]|Fine=31 maggio [[1993]]|Partito=[[Partito Socialista Italiano|PSI]]|Note=<ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Francesco Dimundo|Inizio=4 giugno [[1993]]|Fine=20 giugno [[1994]]|Partito=[[Partito Socialista Italiano|PSI]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Mario Tafaro|Inizio=20 giugno [[1994]]|Fine=6 dicembre [[1994]]|Carica=[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]|Partito=-|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Umberto Kühtz|Inizio=6 dicembre [[1994]]|Fine=30 novembre [[1998]]|Partito=[[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Nicola Pice|Inizio=30 novembre [[1998]]|Fine=29 aprile [[2008]]|Partito=[[L'Ulivo]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Raffaele Valla|Inizio=29 aprile [[2008]]|Fine=20 febbraio [[2012]]|Partito=[[Il Popolo della Libertà|PdL]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Pasquale Minunni|Inizio=20 febbraio [[2012]]|Fine=21 maggio [[2012]]|Partito=-|Carica=[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Michele Abbaticchio|Inizio=21 maggio [[2012]] |Fine=11 giugno [[2017]]|Partito=[[Sinistra Ecologia e Libertà|SEL]] / [[Sinistra Italiana|SI]]|Note=<ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Michele Abbaticchio|Inizio=11 giugno [[2017]] |Fine=21 giugno [[2022]]|Partito=[[Indipendente (politica)|Indipendente]] e dal 2018 [[Italia in Comune|IiC]]|Note=<ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Francesco Paolo Ricci|Inizio=21 giugno [[2022]]|Fine=''in carica''|Partito=[[Centro-sinistra in Italia|Centro-sinistra]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
==
* {{Gemellaggio|Bosnia Erzegovina|Banja Luka}}<ref>{{cita web|url=http://www.banjaluka.rs.ba/front/category/64/|titolo=città gemellate dal sito di Banja Luka|accesso=10 novembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110917132032/http://www.banjaluka.rs.ba/front/category/64/|dataarchivio=17 settembre 2011}}</ref>
== Sport ==
=== Calcio ===
[[File:Festa promozione in Serie D Maggio 2003 (2).jpg|miniatura|I tifosi del Bitonto festeggiano la promozione in Serie D (2003).]]
Hanno sede nel Comune diverse società di calcio.
L'[[Unione Sportiva Dilettantistica Bitonto Calcio|U.S. Bitonto Calcio]], fondata nel 1921, è stata promossa per la prima volta nella sua storia in [[Serie C]] dopo la vittoria del campionato di [[Serie D]] 2019-2020<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.bitontolive.it/sport/calcio/736937/usd-bitonto-calcio-si-presenta-ufficialmente-alla-citta/|titolo=Usd Bitonto Calcio si presenta ufficialmente alla città|accesso=13 luglio 2018}}</ref>. Tuttavia, a causa di presunte combine avvenute nella partita contro il [[AZ Picerno|Picerno]] del 5 maggio 2019 secondo l'autorità calcistica competente, ha visto sfumare questa possibilità quindi attualmente, nella stagione 2025-26, milita nel campionato di Eccellenza Pugliese.
L'associazione U.S.D. Olimpia Bitonto, fondata nel 1981, è affiliata al [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]] e, nella stagione 2025-26, disputa il campionato di Prima Categoria Puglia.
Dal 2008 al 2018 è stata attiva la società A.S.D. Omnia Bitonto<ref>{{cita web|url=http://www.asdomniabitonto.it/site/index|titolo=A.S.D. Omnia Bitonto|accesso=29 giugno 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120406032145/http://www.asdomniabitonto.it/site/index}}</ref>, che ha raggiunto la [[Serie D]] nella stagione 2017-2018 dopo aver sconfitto ai play-off nazionali i [[Campania|campani]] dell'Afragolese. In seguito la società ha cambiato denominazione in [[Unione Sportiva Dilettantistica Bitonto Calcio|US Bitonto]] (nel frattempo l'Unione Sportiva Bitonto aveva ceduto il proprio titolo sportivo ad un'associazione calcistica della città di [[Molfetta]]) per poter continuare la tradizione storica e sportiva neroverde.
Nel 2024 è stata formata la ''A.S.D. Pugliese'' che gareggia nel campionato di [[terza categoria]]. Un'altra realtà del calcio bitontino, a livello giovanile, è il ''Bitonto Calcio Bellavista'', fondata dall'omonimo calciatore, [[Antonio Bellavista]].
=== Calcio a 5 ===
La città vanta una squadra di [[calcio a 5]] femminile, il [[Bitonto Calcio a 5]], che nel [[2021]] ha raggiunto la prima storica promozione in [[serie A (calcio a 5 femminile)|serie A]] e nella [[Serie A 2022-2023 (calcio a 5 femminile)|stagione 2022-2023]] ha vinto la Coppa Italia e lo scudetto, la prima volta per un club bitontino. L’anno successivo, le ragazze si sono ripetute vincendo coppa Italia, scudetto e supercoppa e ottenendo il titolo di vice-campionesse d’Europa.<ref>{{Cita web|url=https://www.bitontoviva.it/sport/triplete-del-bitonto-c5-le-leonesse-vincono-6-1-e-si-aggiudicano-la-supercoppa-italiana/|titolo=Triplete del Bitonto C5: le leonesse vincono 6-1 e si aggiudicano la Supercoppa italiana|data=18 settembre 2023|lingua=it|accesso=4 agosto 2024}}</ref>
La squadra maschile, l{{'}}''ASD Bitonto Futsal Club 2018'', nella [[Serie B 2022-2023 (calcio a 5)|stagione 2022-2023]] è stata promossa in [[Serie A2 (calcio a 5)|serie A2]] dopo aver disputato i play-off.
===
La squadra maschile di [[pallavolo]] ''Comix Volleyball Bitonto'' in passato ha raggiunto la [[Serie B1 (pallavolo maschile)|serie B1]]. Dopo la cessione del titolo, è nata una nuova società, l'ASD ''Volley Ball Bitonto'', che nella stagione 2021-22 milita nel gruppo A di [[Serie D (pallavolo maschile)|Serie D]].
La squadra femminile di pallavolo, la ''Volley Ball Bitonto'' ha disputato nuovamente nella stagione 2018/2019, dopo alcuni anni di assenza, il campionato di [[Serie C italiana di pallavolo femminile|serie C]]. La ''GS Robur A.S.D. Bitonto'' ha militato anch'essa in serie C<ref>{{cita web|url=http://www.roburbitonto.com/index.php?c=3|titolo=G.S. Robur Bitonto|accesso=29 giugno 2008|urlmorto=sì}}</ref>.
===
Le squadre maschili cittadine di [[pallacanestro]] sono lo ''Sporting Club Bitonto''<ref>{{cita web|url=http://www.sportingclubbitonto.it/|titolo=Sporting Club Bitonto|accesso=4 settembre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120311174104/http://www.sportingclubbitonto.it/|dataarchivio=11 marzo 2012}}</ref> e l{{'}}''A.S.D.Virtus Bitonto''<ref>{{cita web|url=http://www.virtusbitonto.it/home.html|titolo=Virtus Bitonto|accesso=4 settembre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110407064642/http://www.virtusbitonto.it/home.html|dataarchivio=7 aprile 2011}}</ref>: ambedue sono attive sia a livello dilettantistico sia a livello giovanile e, in particolare, la prima nella stagione 2021-22 milita nel girone A del campionato di Serie D.
=== Altri sport ===
In città è presente anche una compagine tennistica, la ''Tennis Club Bitonto'', fondata nel 1969<ref>{{cita web|url=http://www.tcbitonto.it/|titolo=Tennis Club Bitonto|accesso=4 settembre 2009|dataarchivio=30 ottobre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201030214941/http://www.tcbitonto.it/|urlmorto=sì}}</ref>.
L'''A.S.D. Velosprint''<ref>{{cita web|url=http://www.velosprint.it/|titolo=A.S.D. Velosprint|accesso=29 giugno 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130515101638/http://www.velosprint.it/|dataarchivio=15 maggio 2013}}</ref> è la società [[ciclismo|ciclistica]] bitontina fondata nel 1999 su impulso del ciclista Luigi de Gennaro.
Sempre in ambito ciclistico, va menzionato che il 18 maggio [[2010]] la città è stata sede di arrivo della [[Giro d'Italia 2010#10ª tappa|decima tappa]] del [[Giro d'Italia]], [[Avellino]] - Bitonto, vinta dallo [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[Tyler Farrar]].
Dal 2012 è presente anche la squadra di rugby della città, creatasi come "Omnia Rugby Bitonto", dal 2018 ha cambiato denominazione in Amatori Rugby Bitonto. Partecipa al campionato interregionale di Serie C e ha avuto al suo attivo anche due campionati under 16 e la sezione femminile con il campionato di "coppa Italia" seven.<ref>{{Cita web|url=https://www.facebook.com/rugbybitonto/?locale=it_IT|titolo=}}</ref>
Dal 2012 è presente anche una squadra di [[golf]], l{{'}}''Omnia Golf Bitonto''<ref>{{cita news|autore=Nicolangelo Biscardi|url=http://www.bitontolive.it/sport/Altri%20Sport/210160/sport.aspx#main=articolo|titolo=Arriva a Bitonto il golf|pubblicazione=Bitontolive|accesso=29 dicembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130101051943/http://www.bitontolive.it/sport/Altri%20Sport/210160/sport.aspx#main=articolo|dataarchivio=1 gennaio 2013|urlmorto=sì}}</ref>, che partecipa alle competizioni organizzate dalla FIG, sia individuali che a squadre.
Dal 2017 è attiva anche l'A.S.D. Tennis Tavolo Seven Bitonto, che disputa il campionato di tennistavolo nelle serie D1 e D2.
Sono operative pure ''Motris'' associazione sportiva dilettantistica di [[karate]] e ''La Perla'' associazione sportiva dilettantistica di [[pattinaggio artistico a rotelle]] nonché ''C.I. Torre d'Agera'' scuola di [[equitazione]].
=== Impianti sportivi ===
Diversi sono gli impianti sportivi cittadini. I principali sono:
* la [[piscina]] comunale;
* il [[Arena coperta|palazzetto dello sport]], presso l'istituto M. Cristina di Savoia;
* lo [[stadio Città degli Ulivi]];
* il centro polisportivo ''Nicola Rossiello'';
* il Circolo di Tennis;
* il polivalente ''Paolo Borsellino''.
* Circolo ippico "Giovanni deTrizio"
* Circolo ippico "Torre d'Agera"
== Note ==
<references/>
==
*{{cita libro|autore= Vito Acquafredda|titolo= Bitonto attraverso i secoli |anno= 1937|editore= Tip. Amendolagine|città= Bitonto|cid= Acquafredda, 1937}}
*{{cita libro|autore= Giovanni Antonucci|titolo= La badia di San Leone di Bitonto|opera= Japigia|volume= 10 |anno= 1939|cid= Antonucci}}
*{{cita libro|autore= G. Bonomo, P. Loaldi, L. Prosperi|titolo= La cucina regionale italiana – Puglia|anno= 2008|editore= Mondadori|isbn= 97-888-8673-6|cid= Bonomo}}
*{{cita libro|autore= Mariella Bonsante Basile|titolo= Arte e devozione. Episodi di committenza meridionale tra Cinque e Seicento |anno= 2002|editore= Congedo |città= Galatina|isbn= 88-203-3076-8|cid= Basile Bonsante, 2002}}
*{{cita libro|autore= Ignazio Buttitta|titolo= I morti e il grano. Tempi del lavoro e ritmi della festa|anno= 2006|editore= Meltemi|isbn= 88-8353-459-X|cid= Buttitta}}
*{{cita libro|autore-capitolo= Vito Cascione, Giuseppe Fallacara|capitolo= Il restauro del campanile della chiesa di S. Francesco d'Assisi in Bitonto|titolo= Studi Bitontini|volume= 75|anno= 2003|editore= Edipuglia|città= Bari|isbn= 88-7228-426-0|cid= CRSAB, 2004}}
*{{cita libro|autore-capitolo= Antonio Castellano|capitolo= L'incontro bitontino tra papa Callisto II e Suger de Saint Denis|titolo= La Zagaglia|volume=XV|anno= 1973|cid= Castellano, 1973}}
*{{cita libro|autore-capitolo= Antonio Castellano|capitolo= Un artefice di altari leccesi in Terra di Bari|titolo= La Zagaglia|volume=XVI|anno= 1974|cid= Castellano, 1974}}
*{{cita libro|autore= Antonio Castellano, Michele Muschitiello|titolo= Storia di Bitonto narrata e illustrata|volume= I|anno= 1994|editore= Edipuglia|città= Bari|cid= Castellano, Muschitiello, 1994}}
*{{cita libro|autore= Commissione Provinciale di Archeologia e Storia Patria|titolo= Documenti e Monografie per la Storia di Terra di Bari|anno= 1901|editore= Vecchi Editore|città= Trani|cid= CPASP, 1901}}
*{{cita libro|autore= Nicola Corci|titolo= Storia delle due Sicilie dall'antichità più remota al 1789|volume= 3|anno= 1847|editore=Tipografia Virgilio|cid=Corci, 1847}}
*{{cita libro|autore= Cotugno |titolo= Un fratello di Garibaldi a Bari|anno= 1915|editore= Archivio Pugliese del Risorgimento Italiano|città= Bari|isbn= 88-203-3076-8|cid= Cotugno, 1915}}
*{{cita libro|autore=Donato Antonio De Capua |titolo= Libro Rosso della Università di Bitonto (1265-1559)|anno= 1987|editore= Liantonio|città= Palo Del Colle|cid= De Capua, 1987}}
*{{cita libro|autore= Luca De Napoli|titolo= Bitonto, la città degli ulivi|anno= 2003|editore= Progress Communication|città= Bari|isbn= 88-88312-06-4|cid= De Napoli, 2003}}
*{{cita libro|autore-capitolo= Francesco Di Carlo, Vittorio Foramitti, Tommaso Maria Massarelli|capitolo= Sulla riformulazione degli spazi perimetrali della città antica nell’Ottocento. Alcuni casi|titolo= Studi Bitontini|anno= 2005|editore= Edipuglia|città= Bari|isbn= 88-7228-446-5|cid= Dicarlo, 2005}}
*{{cita libro|autore= Alessandro Falassi|titolo= La Festa|opera= Le tradizioni popolari in Italia|anno= 1988|editore= Electa|città= Bari|isbn= 88-4352-830-0|cid= Falassi, 1988}}
*{{cita libro|autore= Silvio Fioriello Custode|titolo= Bitonto e la Puglia tra tardoantico e regno normanno|anno= 1999|editore= Centro Ricerche di Storia e Arte |città= Bitonto|isbn= 88-7228-251-9|cid= Custode, 1999}}
*{{cita libro|autore= Vincenzo Fiorello|titolo= Rinvenimenti monetali nel territorio di Bitonto|anno= 1996|editore= Centro Ricerche di Storia e Arte |città= Bitonto|cid= Fiorello, 1996}}
*{{Cita libro|autore=V. C. Galati|titolo=Il Torrione quattrocentesco di Bitonto: dalla committenza di Giovanni Ventimiglia e Marino Curiale alle proposte di Francesco di Giorgio Martini (1450-1495)|volume=vol. III|pubblicazione=Defensive architecture of the Mediterranean XV to XVIII centuries|curatore=G. Verdiani|città=Firenze|anno=2016|cid=Galati}}
*{{cita libro|autore= Clara Gelao|titolo= Scultura del Rinascimento in Puglia: atti del convegno internazionale|anno= 2004|editore= Edipuglia|città= Bari|isbn= 88-7228-381-7|cid= Gelao, 2004}}
*{{cita libro|autore= Patrizia & Silvia Gesuita|titolo= La musica a Bitonto: suoni e immagini dal XV al XVIII secolo|anno= 2000|editore= Levante|città= Bari|isbn= 88-7949-225-X|cid= Gesuita, 2000}}
*{{cita libro|autore= Oronzo Isceri|titolo= La zecca di Butuntum|anno= 2011|cid= Isceri}}
*{{cita libro|autore= Fernando Ladiana|titolo= Puglia e Basilicata tra medioevo ed età moderna|anno= 1988|editore= Congedo |città= Galatina|isbn= 8877860898|cid= Ladiana, 1988}}
*{{cita libro|curatore=Paolo Malagrinò |titolo= Miscellanea di studi pugliesi |volume=I|anno= 1984|editore= Schena|cid= Malagrinò, 1984}}
*{{cita libro|autore-capitolo= Tommaso Maria Massarelli|capitolo= Morfologia e trasformazione delle mura urbiche di Bitonto|titolo= Studi Bitontini|volume= 80|anno= 2005|editore= Edipuglia|città= Bari|isbn=88-722-8463-5|cid= Massarelli, 2005}}
*{{cita libro|autore= Vito Antonio Melchiorre |titolo= Storie Baresi|url= https://archive.org/details/storiebaresi0000melc |anno= 2010|editore= Levante|isbn= 88-7949-562-3|cid= Melchiorre, 2010}}
*{{cita libro|autore= Stefano Milillo|titolo= Cultura e società in Puglia e a Bitonto nel XVIII secolo|anno= 1996|editore= Centro Ricerche di Storia e Arte |città= Bitonto|cid= Milillo, 1997}}
*{{cita libro|autore= Stefano Milillo|titolo= La chiesa e le chiese di Bitonto|anno= 2001|editore= Centro Ricerche di Storia e Arte |città= Bitonto|cid= Milillo, 2001}}
*{{cita libro|curatore=Stefano Milillo|titolo= Cultura e società a Bitonto e in Puglia nell’età del Rinascimento|anno= 2009|isbn=88-8086-860-8|editore= Congedo|cid= Milillo, 2009}}
*{{cita libro|autore= Grazia Minenna|titolo= I santi protettori della città di Bitonto|anno= 2000|editore= Centro Ricerche di Storia e Arte|città= Bitonto|cid= Minenna, 2000}}
*{{cita libro|autore= Ministero della pubblica istruzione|titolo= Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia|url= https://archive.org/details/elencodegliedifi00ital|anno= 1902|editore= Tip. Ludovico Cecchini |città= Galatina|cid= MPI, 1902}}
*{{cita libro|autore= Felice Moretti|titolo= Cultura e società in Puglia in età sveva e angioina|anno= 1989|editore= Centro ricerche di Storia e Arte|città= Bitonto|cid= Moretti, 1989}}
*{{cita libro|autore= Felice Moretti, Vincenzo Robles|titolo= Cultura e società a Bitonto nell'Ottocento|anno= 2003|editore= Edipuglia|città= Bari|isbn= 88-7228-373-6|cid= Moretti, Robles, 2003}}
*{{cita libro|autore= Valentina Natali|titolo= Musei di Puglia: guida ai musei e alle aree archeologiche della Puglia|anno= 2004|editore= Edipuglia|città= Bari|isbn= 88-7228-379-5|cid= Natali, 2004}}
*{{cita libro|autore=Giovanni Battista Nitto De Rossi, Francesco Nitti|titolo= Le pergamene del duomo di Bari (952-1264)|anno= 1964|editore= Società di Storia Patria per la Puglia|cid= De Rossi-Nitti, 1964}}
*{{cita libro|autore= G. Otranto, N. Lavermicocca, V. Maurogiovanni, V.A. Melchiorre, A.M. Tripputi|titolo= Antico Natale. Il fascino discreto del presepe|anno= 1987|editore= Edipuglia|città= Bari|isbn= 88-7228-039-7|cid= Natale, 1987}}
*{{cita libro|autore=Filippo Maria Pagano|titolo=Istoria del Regno di Napoli|volume= II|anno= 1835|editore= Spampinato|città= Palermo|cid= Pagano, 1835}}
*{{cita libro|autore= Salvatore Palese, Vincenzo Robles|titolo= La chiesa di Ruvo e Bitonto e l'episcopato di Aurelio Marena (1950-1978)|anno= 1994|editore= Edipuglia|città= Bari|isbn= 88-7228-130-X|cid= Palese, 1994}}
*{{cita libro|autore= Giuseppe Pasculli|titolo= La storia di Bitonto|anno= 1978|editore= Palladino|città= Bitonto|cid= Pasculli, 1978}}
*{{cita libro|autore= Giovanni Basttista Piacente| titolo= Le rivoluzioni del regno di Napoli negli anni 1647-1648 e l'assedio di Piombino e Portolongone|volume= 3|anno= 1861|editore=G. Guerrera |cid= Piacente, 1861}}
*{{cita libro|autore= Daniel Raffard De Brienne|titolo= Dizionario della Sindone|anno= 1998|editore= Effatà Editrice|città= Cantalupa|isbn= 88-01-01163-6|cid= Raffard, 1998}}
*{{cita libro|autore= Ada Riccardi, Maria Rosaria Depalo|titolo= Gli antichi Peucezi a Bitonto|anno= 2003|editore= Edipuglia|città= Bari|isbn= 88-7228-370-1|cid= Riccardi, Depalo, 2003}}
*{{cita libro|autore= Riccardo Riccardi|titolo= L'impresa di Felice Garibaldi, fratello dell'eroe dei due mondi|anno= 2007|editore= Congedo|isbn= 88-8086-916-7|cid= Riccardi}}
*{{cita libro|autore= Vito Sciancalepore |titolo= L’olio vergine di oliva – Alimenti e alimentazione|anno= 2002|editore= Hoepli|isbn= 88-203-3076-8|cid= Sciancalepore, 2002}}
*{{cita libro|autore=Società di linguistica italiana|titolo= Linguistica e antropologia|anno= 1983|editore= Bulzoni|cid= SLI, 1983}}
*{{cita libro|autore= Luigi Sylos|titolo= Bitonto nella storia|editore= Tip. Amendolagine|volume= 1|anno= 1981|cid= Sylos, 1981}}
*{{cita libro|autore= Grazia Tatò|titolo= L'Archivio Storico Del Comune Di Bitonto: Inventario del fondo postunitario|anno= 2000|editore= Edipuglia|città= Bari|isbn= 88-7228-229-2|cid= Tatò, 2000}}
*{{cita libro|autore= Touring club italiano|titolo= Puglia|anno= 1978|editore= Touring Editore|città= Bari|isbn= 88-365-0020-X|cid= Touring club italiano, 1978}}
*{{cita libro|autore= Touring Club Italiano|titolo= Le città dell'olio|anno= 2001|editore= Touring editore|isbn= 88-365-2141-X|cid= Touring, 2001}}
*{{cita libro|autore= Eugenia Vantaggiato|titolo= L'Archivio Storico Del Comune Di Bitonto: Inventario dell'archivio antico|anno= 2001|editore= Edipuglia|città= Bari|isbn= 88-7228-291-8|cid= Vantaggiato, 2001}}
==Voci correlate==
* [[Storia di Bitonto]]
* [[Stazione di Bitonto]]
*[[Culto dei Santi Medici a Bitonto]]
*[[Monumenti di Bitonto]]
*[[Palazzo Sylos-Calò]]
* [[Galleria nazionale della Puglia]]
* [[Palazzo Vulpano-Sylos]]
* [[Concattedrale di Bitonto]]
*[[Alberobello]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://bitonto.virtualtouring.it/|titolo=Tour virtuale su Bitonto|accesso=21 febbraio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071209210447/http://bitonto.virtualtouring.it/|dataarchivio=9 dicembre 2007|urlmorto=sì}}
{{Bitonto}}
{{Comuni del Parco Nazionale dell'Alta Murgia}}
{{
{{Città romane della Regio II Apulia et Calabria}}
{{Via Traiana}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Puglia}}
[[Categoria:Bitonto| ]]
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