Lorenzo Bucci: differenze tra le versioni

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[[File:Lorenzo Bucci in un quadro del 1948.png|thumb|Lorenzo Bucci in un quadro del 1948]]
== Lorenzo Bucci (patriota) ==
{{Bio
|Titolo = Conte
|Nome = Lorenzo
|Cognome = Bucci, conte degli Atti
|Sesso = M
|LuogoNascita = Montecarotto
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|GiornoMeseMorte = 27 giugno
|AnnoMorte = 1849
|Attività = patriota
|Epoca = 1800
|Attività = patriota
|Nazionalità = italiano
}}
 
== Biografia ==
AppartenenteDiscendente all’anticadell'antica dinastia dei Conti Atti originaria di [[conti degli AttiSassoferrato]], rimaserimane attratto in età giovanile dalle idee giacobine in linea con il padre [[Bernardino]], dottore in legge e già membro del [[Consiglio degli anziani]] della municipalità della [[Repubblica Romana (1798-1799)]] di [[Montecarotto]] guidato dall'[[edile]] [[Domenico Baldonigiacobinismo|giacobine]]. Primo erede maschio alla titolarità comitale, restòperde orfano delil padre a soli 5 anni di età. ASposa ciòil si aggiunse un cospicuo debito contratto dalla famiglia a fronte del quale, sotto la tutela dello zio, il16 canonicoaprile [[Vincenzo1842]], chiesela edricca ottenneereditiera nelCelestina [[1834]] l'intervento degli [[Aria]] di [[Bologna]], una ricchissima famiglia di origini non nobili, abile nei commerci e nell’attivitàsi creditizia,trasferisce approfittatricead della decadenza che aveva investito l’[[aristocraziaAncona]]. emiliana sul finire del [[Settecento]].
 
Nonostante un matrimonio economicamente vantaggioso, il buco debitorio accumulato negli anni lo obbligano il 10 marzo [[1846]] ad assumere la titolarità di un negozio di seterie in via della Loggia. Stringe amicizia con il [[patriota]] [[Antonio Giannelli]] che lo introduce negli ambienti carbonari della città. I due assumono la guida di una setta segreta dalle sfumature [[mazzinianesimo|mazziniane]], votata alla preparazione di un piano insurrezionale per l'abbattimento del governo di [[Gregorio XVI]].
Dopo il matrimonio con [[Celestina Aria]] – primogenita della famiglia emiliana –, avvenuto il [[16 aprile 1842]] nella chiesa di [[San Giovanni in Monte]] a [[Bologna]], si trasferì ad [[Ancona]].
Aprì un negozio di seterie in [[via della Loggia]], in società con [[Gustavo Baldesi]], in un momento particolarmente propizio per l’effervescenza dei commerci nella città dorica. Strinse amicizia con il [[patriota]] anconetano [[Antonio Giannelli]] che lo introdusse negli ambienti carbonari della città. I due assunsero la guida di una setta segreta dalle sfumature mazziniane, votata alla preparazione di un piano insurrezionale per l’abbattimento del governo di [[Gregorio XVI]]. Ad insurrezione avviata, la strategia dell'organizzazione confidava sulla fedeltà della parte più umile e disprezzata dell’esercito, la [[gendarmeria]] - acquisita anche mediante azioni corruttive -, ma la reazione pontificia giunse in anticipo, con arresti efficaci tra aprile e maggio del [[1846]]. Arrestato dai [[carabinieri]] di [[Ancona]] il [[28 maggio 1846]] e rinchiuso nelle carceri di [[Treia]], venne sottoposto ad un duro interrogatrio da parte del commissario-giudice [[Pietro Piselli]] che lo ritenne tra i principali finanziatori della causa sovversiva e co-regista della macchinazione per la sollevazione di [[Ancona]].
 
La strategia dell'organizzazione confida sulla fedeltà della parte più umile e disprezzata dell'esercito, la [[gendarmeria]] - acquisita anche mediante azioni corruttive, probabilmente architettate e direttamente condotte dallo stesso Bucci che dispone, diversamente da Giannelli, di cospicue somme di denaro forse sottratte al patrimonio familiare, aggravando con ciò la sua situazione debitoria. Ma la reazione pontificia giunge in anticipo, con arresti efficaci tra aprile e maggio del [[1846]]. Arrestato dai [[carabinieri]] il 28 maggio e rinchiuso nelle carceri di [[Treia]], viene sottoposto a un duro interrogatorio da parte del commissario-giudice Pietro Piselli.
Mentre iniziava a crescere tra i [[liberali]] della città il sospetto che la setta fosse stata vittima di un tradimento interno – i timori maggiori caddero in seguito su [[Antonio Giannelli]] –, giunse l’[[amnistia]] per i reati politici di [[Pio IX]] il [[16 luglio 1846]] che interruppe l’iter di un processo inquisitorio prossimo al dibattimento. Restituito alla libertà, iniziò a confidare nella stagione riformistica timidamente avviata dal nuovo [[pontefice]], divenendo ufficiale delle [[Guardie Civiche]] di [[Ancona]] e di [[Montecarotto]] – da qui l’appellativo di ''Capitano bello'' per i suoi stimati due metri di altezza –, desideroso di assumere il duplice ruolo politico secondo il principio liberale e riformista del cittadino-soldato.
 
Mentre si diffonde il sospetto che l’organizzazione segreta sia stata vittima di un tradimento interno – i timori maggiori cadono su Giannelli –, giunge l'[[amnistia]] di [[Pio IX]] il 16 luglio [[1846]] che interrompe l'iter processuale a danno dei settari. Restituito alla libertà, diviene ufficiale delle [[Guardia civica romana|guardie civiche]] di Ancona e di Montecarotto, desideroso di assumere il duplice ruolo politico e militare, secondo il principio liberale e riformista del cittadino-soldato. Ma il ritiro delle truppe pontificie dalla guerra contro l'Austria deciso da Pio IX con l'[[Non semel|allocuzione]] il [[29 aprile]] [[1848]] convince Bucci a riprendere in mano la causa repubblicana italiana contro gli occupanti stranieri.
La crisi agricola che stava attraversando l’[[Europa]] ricadde pesantemente anche sul territorio pontificio, stretto in una morsa alimentare senza tregua, soffiando su manifestazioni di protesta che indebolirono gli inziali entusiasmi verso [[Pio IX]]. L’irrompere nelle piazze di un popolo desideroso di più incisive riforme scatenò la bufera del [[1848]], impulsiva e devastante anche in Italia. Le prediche di [[Ugo Bassi]] ad [[Ancona]] lo spinsero ad armare una compagnia da dirigere sui campi del [[Veneto]], combattendo a [[Badia]], [[Vicenza]], [[Mestre]] e [[Treviso]]. Sempre più stretto dai debiti, decise di disfarsi di tutti i suoi beni.
 
[[File:Lapide di Lorenzo Bucci.jpg|thumb|left|Lapide murata all'ingresso del Municipio di Montecarotto nel 1881]]
Fece nuovamente ritorno in [[Veneto]] e dopo la [[battaglia di Mestre]] ([[27 ottobre 1848]]) restò fino ai primi di febbraio dell’anno seguente con i suoi uomini sul confine settentrionale dello Stato romano. Con la morte del ministro [[Pellegrino Rossi]] il [[15 novembre 1848]], la fuga di [[Pio IX]] a [[Gaeta]] il [[24 novembre 1848]] e la diffusa iniziativa dei [[democratici]] dei [[Circoli popolari]], il suo ruolo di servitore della patria divenne ancora più esplicito e, rivolgendosi al [[ministro dell'Interno]][[Carlo Armellini]] il [[24 gennaio 1849]], chiarì personalmente la sua disponibilità a lottare con tutti i mezzi per l’[[indipendenza italiana]].
Arruolatosi nella [[Legione Italiana]] di [[Garibaldi]], da poco giunto in Italia in soccorso del movimento liberal-democratico, si aggregò alle forze guidate da [[Pietro Roselli]] in guerra nell’[[Ascolano]] contro la rivolta [[sanfedista]] dei capibanda [[Giovanni Piccioni]] e [[don Domenico Taliani]] sostenuta dal [[cardinale Filippo De Angelis]] di [[Fermo]], irremovibile nel contrastare la neonata [[Repubblica Romana (1849)]]. Lo sbarco delle truppe francesi a [[Civitavecchia]] il [[25 aprile 1849]] lo costrinse a lasciare la soluzione della crisi ascolana nelle mani di [[Felice Orsini]], valutando come prioritaria la convergenza verso il territorio laziale.
 
Le prediche di [[Ugo Bassi]] ad Ancona lo spingono ad armare una compagnia da dirigere sui campi del [[Veneto]], combattendo a [[Badia (Italia)|Badia]], [[Vicenza]], [[Mestre]] e [[Treviso]]. Sempre più stretto dai debiti, decide di disfarsi di tutti i suoi beni.
Dopo la battaglia di [[Velletri]] il 19 maggio 1849 contro le forze napoletane e spagnole (costrette a ripassare la frontiera sotto la forza dei soldati di [[Garibaldi]]), spostò la sua compagnia a [[Porta San Pancrazio]], sul colle gianicolense, la cui caduta avrebbe assicurato alle forze francesi del generale [[Nicolas Charles Victor Oudinot]] il controllo di [[Roma]]. Nella battaglia del [[3 giugno 1849]] a [[Villa Pamphili]], dopo ripetuti assalti di baionetta, cadde a terra colpito da fuoco nemico alla coscia destra. Ricoverato al [[Santo Spirito]] gli venne amputato l’intero arto inferiore, accrescendo il pericolo di nuove infezioni. Il [[6 giugno 1849]] [[Garibaldi]] lo decorò con il grado di maggiore e nove giorni dopo ricevette in ospedale la visita di due [[triumviri]] mentre il comando delle truppe passò al tenente [[Francesco Negozi]]. Si spense il [[27 giugno 1849]], a poche settimane dalla nascita del suo quarto figlio, [[Lorenzo Bucci Casari]] (vedi [[Sindaci di Ancona]]), che a soli 17 anni indossò la camicia rossa insieme al fratello [[Attilio]] sui campi del [[Trentino]] nel [[1866]]. Venne successivamente tumulato nel [[Mausoleo Ossario Garibaldino]] nella località [[Colle dei Pini]] insieme agli eroi della difesa di Roma, tra i quali il giovane [[Goffredo Mameli]].
Fa nuovamente ritorno in [[Veneto]] e dopo la battaglia di Mestre (27 ottobre [[1848]]) resta fino ai primi di febbraio dell'anno seguente con i suoi uomini sul confine settentrionale dello Stato romano.
 
Arruolatosi nella [[«Legione Italiana]]» di [[Garibaldi]], da poco giunto in Italia in soccorso del movimento liberal-democratico, si aggregòaggrega alle forze guidate da [[Pietro Roselli]] in guerra nell’nell'[[Ascoli Piceno|Ascolano]] contro la rivolta [[sanfedista]] deiavversaria capibanda [[Giovanni Piccioni]] e [[don Domenico Taliani]] sostenuta dal [[cardinale Filippo De Angelis]] di [[Fermo]], irremovibile nel contrastare ladella neonata [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]]. Lo sbarco delle truppe francesi a [[Civitavecchia]] il [[25 aprile [[1849]] lo costrinsecostringe a lasciare la soluzione della crisi ascolana nellein favore della manidifesa di [[FeliceRoma Orsini]],dall'assalto valutandodell'esercito comedi prioritaria[[Napoleone laIII convergenzadi versoFrancia|Luigi ilNapoleone territorio lazialeBonaparte]].
 
Dopo la [[battaglia di Velletri (1849)|battaglia di Velletri]] il 19 maggio [[1849]], sposta la sua Compagnia a [[Porta San Pancrazio]], sul [[Gianicolo|colle gianicolense]]. Nella battaglia del 3 giugno [[1849]] a [[Villa Pamphili]], cade a terra colpito da fuoco nemico alla coscia destra. Ricoverato al [[Arcispedale di Santo Spirito in Saxia|Santo Spirito]] gli viene amputato l'arto inferiore, accrescendo con ciò il pericolo di nuove infezioni.
 
Il 6 giugno [[1849]] Garibaldi lo decora con il grado di maggiore e nove giorni dopo riceve in ospedale la visita di due [[triumviri]]<ref>Marco Severini, ''Diario di un repubblicano. Luigi Filippo Polidori e l'assedio francese alla Repubblica Romana del 1849'', affinità elettive, Ancona 2002, p. 92.</ref> mentre il comando delle truppe passa al tenente Francesco Negozi.
Muore il 27 giugno [[1849]], a poche settimane dalla nascita del suo quarto figlio, [[Lorenzo Bucci Casari]] (vedi [[Sindaci di Ancona]]). Viene successivamente tumulato nel [[Mausoleo Ossario Garibaldino|Mausoleo Ossario Gianicolense]] nella località [[Colle dei Pini]], insieme agli eroi della difesa di Roma.
 
Nel [[1946]], la giunta di Montecarotto guidata da Felice Mingo dedica a "Lorenzo Bucci" la neonata Scuola media comunale (dal [[1959]] scuola statale). L'intitolazione passa nel [[1978]] al filosofo [[Gallo Galli]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* G.Gualtiero Santini, ''Ancona nel 1848-’49'49'', Colcerasa, Macerata 1927.
* L.Lucio Febo, ''Il Capitano bello di Montecarotto -. Vita di Lorenzo Bucci, nobile garibaldino eroe della Repubblica romana del 1849'', L'orecchio di Van Gogh, Falconara Marittima 2010, ISBN 978-88-87487-90-9.
* Marco Severini, ''Dizionario biografico del movimento repubblicano e democratico delle Marche 1849-1948'', Edizioni Codex, Milano 2012, ISBN 9788890545849.
* M.Michele Millozzi, ''[[Antonio Giannelli -]]. Luoghi, clima, vita di un patriota del Risorgimento'', affinità elettive, Ancona 2004, ISBN 8873260993.
* P.[[Palermo Giangiacomi]], ''Dizionario del Risorgimento nazionale - Dalle origini a Roma capitale: fatti e persone'', II, a cura di Michele Rosi, Vallardi, Milano 1930-1937.
 
== Collegamenti esterni ==
http://comitatogianicolo.it/i-caduti
{{Portale|biografie|Guerra|Risorgimento}}
 
[[Categoria:Garibaldini]]
* G. Santini, ''Ancona nel 1848-’49'', Colcerasa, Macerata 1927.
* P. Giangiacomi, ''Dizionario del Risorgimento nazionale - Dalle origini a Roma capitale: fatti e persone'', II, a cura di Michele Rosi, Vallardi, Milano 1930-1937.
* M. Millozzi, ''Antonio Giannelli - Luoghi, clima, vita di un patriota del Risorgimento'', affinità elettive, Ancona 2004.
* L. Febo, ''Il Capitano bello di Montecarotto - Vita di Lorenzo Bucci, nobile garibaldino eroe della Repubblica romana del 1849'', L'orecchio di Van Gogh, Falconara Marittima 2010.