Tim Buckley: differenze tra le versioni
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{{nd|l'omonimo album|Tim Buckley (album)}}
{{Artista musicale
|nome = Tim Buckley
|tipo artista = Cantautore
|
|
|nota genere = <ref name="allmusic">{{Allmusic|artist|mn0000595101|autore=Richie Unterberger|accesso=14 gennaio 2014}}</ref><ref name=Moon>{{cita libro|titolo=1000 Recordings to Hear Before You Die|url=https://archive.org/details/1000recordingsto00moon_0|autore=Tom Moon|editore=Workman|anno=2008|pagine=127-128|lingua=en}}</ref>
|anno inizio attività = 1960
|anno fine attività = 1975
|note periodo attività =
|etichetta = [[Elektra Records
|immagine = Buckley photographed by Jørgen Angel, 1974.jpg
|
|url = http://www.timbuckley.net
|strumento = [[chitarra]], [[Canto|voce]]
|totale album = 9 (13 postumi)
|
|album live = (7 postumi)
|
}}
{{Bio
|Nome =
|Cognome = Buckley
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita = 14 febbraio
|AnnoNascita = 1947
|NoteNascita = <ref name="allmusic"/>
|LuogoMorte = Santa Monica
|LuogoMorteLink = Santa Monica (California)
|GiornoMeseMorte = 29 giugno
|AnnoMorte = 1975
|NoteMorte = <ref name="allmusic"/>
|Epoca = 1900
|Attività = cantautore
|Nazionalità = statunitense
}}
È considerato da buona parte della critica uno dei cantanti più geniali e innovativi dell'intera storia del [[rock]].<ref>{{cita web|autore=[[Piero Scaruffi]]|url=http://www.scaruffi.com/vol1/buckley.html|titolo=The History of Rock Music. Tim Buckley: biography, discography, reviews, links|accesso=17 settembre 2013|sito=scaruffi.com|citazione=Tim Buckley è il cantante più geniale della storia della musica rock, e forse dell'intera storia della musica}}</ref><ref>{{cita web|autore=Carlo Nalli|url=http://www.storiadellamusica.it/articoli/tim_buckley_monografia.html|titolo=Tim Buckley - Monografia|accesso=17 settembre 2013|editore=storiadellamusica.it|citazione=[...] fu senza dubbio il più innovativo dei cantanti del Novecento, forse l’unico in ambito '''rock''' a dare una dignità allo strumento-voce pari a quella di un qualsiasi altro strumento}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ondarock.it/songwriter/timbuckley.htm|titolo=Tim Buckley - biografia, recensioni, streaming, discografia, foto|sito=OndaRock|accesso=31 agosto 2017|autore=Giancarlo Nanni|citazione=Folksinger, compositore, genio incompreso, Tim Buckley è stato uno dei più grandi cantanti della storia del rock}}</ref><ref>{{Cita testo|autore=[[John Vignola]]|data=25 luglio 2017|url=http://www.radio1.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-3401bf33-089d-4450-b609-dfaaab1b57db.html|titolo=La voce di Tim (Buckley)|editore=[[Rai Radio 1]]|pubblicazione=Radio1 Music Club|citazione=[...] noi non possiamo che ricordare la grandezza di Tim Buckley. Molti forse non sanno che Jeff Buckley è stato figlio di un artista dei più importanti della storia del rock [...]|accesso=31 agosto 2017}}</ref> Il critico Piero Scaruffi l'ha definito "il cantante più geniale della storia della musica rock, e forse dell'intera storia della musica".<ref>https://www.scaruffi.com/vol1/buckley.html</ref>
== Biografia ==
Timothy Charles Buckley III nacque a [[Washington]], figlio di Elaine Scalia, un'[[Italoamericani|italoamericana]], e di Tim Charles Buckley Jr., un pluridecorato della [[seconda guerra mondiale]] con origini [[irlandesi]]. Trascorse l'infanzia ad [[Amsterdam (New York)|Amsterdam]], cittadina industriale dello [[New York (stato)|Stato di New York]], dove ebbe i primi contatti con la musica: la madre era una fan di [[Miles Davis]] e il padre della [[musica country]]. Nel 1956 la famiglia si trasferì a [[Bell Gardens]] in [[California]].<ref>{{cita web|autore=Moreno Lenzi|url=http://www.sezionemusica.it/discografie/tim/tim%20buckley.htm|titolo=Tim Buckley biografia|accesso=17 settembre 2013|editore=sezionemusica.it}}</ref>
A tredici anni imparò a suonare il [[banjo]] e con il compagno di scuola [[Dan Gordon]] formò un gruppo ispirato al [[The Kingston Trio]]. Entrò nella squadra di [[football americano]] della scuola, dove coprì il ruolo di [[quarterback]]. Durante uno scontro di gioco si ruppe le prime due dita della mano sinistra. Non riottenne mai l'uso completo delle dita, tanto che non poté più suonare il barré e ciò lo costrinse a usare accordi estesi.
Durante il periodo delle scuole superiori conobbe [[Larry Beckett]], autore della maggior parte dei testi dei suoi primi brani, e [[Jim Fiedler]]. Il 25 ottobre 1965, a diciannove anni, sposò la compagna di scuola Mary Guibert, dalla quale, un anno più tardi, ebbe un figlio, [[Jeff Buckley]], nato il 17 novembre 1966: anche lui, negli [[Anni 1990|anni novanta]], sarebbe divenuto un musicista.
Finita la scuola iniziò a esibirsi in diversi club di [[Los Angeles]]. In uno di questi spettacoli venne notato da [[Jac Holzman]], proprietario della [[Elektra Records]], che lo mise sotto contratto, permettendogli di pubblicare nel dicembre del 1966 il suo primo LP, l'omonimo ''[[Tim Buckley (album)|Tim Buckley]]''. In supporto al disco cominciò un lungo tour negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], durante il quale partecipò anche allo show televisivo di [[Johnny Carson]]<ref>{{cita web|autore=Robert Niemi|url=http://timbuckley.net/bios/timeline2.shtml|titolo=Tim Buckley -- A Chronology, 1967-1968|accesso=17 settembre 2013|editore=timbuckley.net|lingua=en}}</ref>, e a [[Essen]] in [[Germania]] al festival musicale “''[[Internationalen Essener Songtage]]''” (in Italia ricordato come “''le cinque giornate di Essen''”), insieme ad altri importanti gruppi musicali ed artisti internazionali dell'epoca come [[Frank Zappa]], [[The Fugs]] e [[Brian Auger]]<ref> {{Cita libro | autore = [[Rolf-Ulrich Kaiser]] | capitolo = Tim Buckley| titolo = Guida alla musica pop | città = [[Milano]] | editore = [[Arnoldo Mondadori Editore]] |anno = 1971 | p = 215 }}</ref>.
Nel 1967, ancora per l'Elektra, pubblicò ''[[Goodbye and Hello]]'', disco fortemente influenzato dal [[folk rock]] di [[Bob Dylan]] e dal [[rock psichedelico]] in auge in quegli anni. L'album è considerato dalla critica il primo dei suoi capolavori.<ref>{{allmusic|album|mw0000199708|Goodbye and Hello|autore=Matthew Greenwald|accesso=17 settembre 2013}}</ref> I brani ''I Never Asked to Be Your Mountain'' e ''Once I Was'' verranno reinterpretati dal figlio [[Jeff Buckley|Jeff]] durante il concerto in memoria del padre, tenutosi a [[New York]] il 26 aprile 1991. Un altro brano, ''Morning Glory'', verrà reinterpretato dalla band [[Regno Unito|britannica]] [[This Mortal Coil]] nell'album del 1986 ''[[Filigree & Shadow]]''. Anche a questo disco fece seguito un lungo tour, che giunse anche in [[Europa]], dove si esibì per lo show radiofonico di [[John Peel]].
Nel 1969 uscì il terzo album, ''[[Happy Sad]]'', influenzato questa volta più dal [[jazz]], in particolare da [[Miles Davis]], con brani più dilatati rispetto al disco precedente. Anche questo lavoro è ben valutato dalla critica, nonostante lo scarso successo di vendite.<ref>{{allmusic|album|mw0000653100|Happy Sad|autore=Matthew Greenwald|accesso=17 settembre 2013}}</ref>
Nello stesso anno rescisse il contratto con l'Elektra, passando alla [[Straight Records]] di [[Frank Zappa]] e del produttore [[Herb Cohen]]. Per questa etichetta pubblicò ''[[Blue Afternoon]]'' (1969). Nel 1970 uscì per l'Elektra l'album ''[[Lorca (album)|Lorca]]'', che venne registrato contemporaneamente a ''Blue Afternoon''.<ref>{{cita web|autore=Robert Niemi|url=http://timbuckley.net/bios/timeline3.shtml|titolo=Tim Buckley -- A Chronology, 1969-1970|accesso=17 settembre 2013|editore=timbuckley.net|lingua=en}}</ref> Proprio ''Lorca'' è generalmente considerato dalla critica come l'album di passaggio fra il "periodo folk" di ''Goodbye and Hello'' e ''Happy Sad'' a quello "psichedelico" del successivo ''Starsailor''.<ref>{{allmusic|album|mw0000076086|Lorca|autore=Richie Unterberger|accesso=17 settembre 2013}}</ref>
Nel 1970 realizzò e diede alle stampe ''[[Starsailor (album)|Starsailor]]'', disco più vicino alla sperimentazione, considerato da molti critici il suo massimo capolavoro e indubbiamente uno dei più ardui esperimenti sul canto mai realizzati.<ref>{{allmusic|album|mw0000653397|Starsailor|autore=Richie Unterberger|accesso=17 settembre 2013}}</ref> In questo album è presente il brano ''[[Song to the Siren (Tim Buckley)|Song to the Siren]]'', probabilmente il più famoso di Buckley. La reinterpretazione della band inglese [[This Mortal Coil]] nell'album ''[[It'll End in Tears]]'' (1984) riscuoterà notevole successo. Il brano sarà reinterpretato anche da [[Robert Plant]] nel suo album ''[[Dreamland (Robert Plant)|Dreamland]]'' (2002), da [[John Frusciante]] nell'album ''[[The Empyrean]]'' (2009), da [[Bryan Ferry]] nel suo [[Olympia (Bryan Ferry)|Olympia]] (2010) e da [[Sinéad O'Connor]].
In seguito allo scarso successo commerciale dei suoi dischi, dopo la pubblicazione di ''Starsailor'' Buckley sospese temporaneamente l'attività musicale, cadendo preda della [[Disturbo depressivo|depressione]] e sviluppando una dipendenza per l'[[Bevanda alcolica|alcool]] e le [[Sostanza stupefacente|droghe]]. Inoltre, si dedica ad altre attività, come il cinema, scrivendo sceneggiature e recitando nel film mai uscito ''Why?'', di [[Victor Stoloff]].<ref>{{cita web|autore=Robert Niemi|url=http://timbuckley.net/bios/timeline4.shtml|titolo=Tim Buckley -- A Chronology, 1971-1973|accesso=17 settembre 2013|editore=timbuckley.net|lingua=en}}</ref>
Nel
== Stile musicale ==
Celebre per la vocalità duttile e di grande estensione,<ref name="5D">{{cita libro|titolo=Rock. 500 dischi fondamentali|autore=Eddy Cilìa, Federico Guglielmi|editore=Giunti|anno=2002|pagine=60-62}}</ref> Tim Buckley ha pubblicato prevalentemente brani [[folk rock]]<ref name="allmusic"/><ref name=Moon/> dalle contaminazioni [[rock psichedelico|psichedeliche]] e [[baroque pop|barocche]].<ref name=Moon/> Nonostante il carattere malinconico e introspettivo della sua musica, il cantante statunitense viene correlato alla corrente "[[fricchettone|freak]]" dell'epoca per la sua tendenza a fondere fra loro molti stili diversi in modo da creare una musica "totale".<ref>{{cita web|url=http://www.scaruffi.com/vol2/cpt2.html|titolo=Scaruffi: La musica totale|accesso=3 dicembre 2016}}</ref> Secondo [[Lee Underwood]], uno dei suoi collaboratori, "Buckley fu per il canto ciò che [[Jimi Hendrix|Hendrix]] fu per la chitarra, [[Cecil Taylor]] per il piano e [[John Coltrane]] per il sassofono."<ref>{{cita web|autore=Giancarlo Nanni|url=http://www.ondarock.it/songwriter/timbuckley.htm|titolo=Tim Buckley
Il navigatore delle stelle|accesso=1º maggio 2017|editore=ondarock.it}}</ref> Il sito ''Progarchives'' considera inoltre il cantante e cantautore esponente del [[progressive folk|folk progressivo]].<ref>[http://www.progarchives.com/artist.asp?id=3838 TIM BUCKLEY discography (top albums), MP3, videos and reviews<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Dopo un primo album omonimo di [[folk]] tradizionale (1966),<ref name=5D/><ref name="EC60">{{cita libro|titolo=Enciclopedia Rock - '60 (secondo volume)|autore=Eddy Cilìa|editore=Arcana|anno=2001|pagine=49-50}}</ref> sono usciti i brani di ''Goodbye and Hello'' (1967) che segnano un'evoluzione stilistica in direzione del [[jazz]], del folk e del [[musica pop|pop]],<ref name=5D/> e quelli di ''Happy Sad'' (1968), che vedono l'artista affinare la sua vocalità e privilegiare sonorità eteree in cui la voce diviene uno strumento a sé stante.<ref name=EC60/> Dopo cinque anni di sperimentazioni, Buckley sarebbe approdato a ''Starsailor'' (1970), album estatico e tormentato in cui l'artista esprime al massimo le sue potenzialità vocali<ref name=5D/> e che risente significativamente l'influenza del [[free jazz]].<ref name=EC60/> Con i dischi successivi, che precedono di poco la sua morte, Buckley ha puntato verso un registro più commerciale e dalle sfumature [[R&B]].<ref name=EC60/>
== Discografia ==
=== Album in studio ===
* 1966
* 1967
* 1969
* 1969
* 1970
* 1970
* 1972
*
* 1974
=== Raccolte ===
* 1978
* 1983
* 1999 – ''Works in Progress'' (Rhino Records)
* 2001 – ''[[The Dream Belongs to Me: Rare and Unreleased 1968-1973]]'' (Manifesto Records)
* 2001 – ''[[Morning Glory - The Tim Buckley Anthology]]'' (Rhino Records)
* 2016 – Lady, Give Me Your Key (Future Days Recordings)
=== Album dal vivo ===
* 1990 – ''[[Dream Letter - Live in London 1968]]'' ([[Enigma Records]])
* 1991 – ''[[Peel Sessions (Tim Buckley)|Peel Sessions]]'' ([[Strange Fruit Records]])
* 1994 – ''[[Live at the Troubadour 1969]]'' (Rhino Records)
* 1995 – ''[[Honeyman: Live 1973]]'' (Manifesto Records)
* 1999 – ''[[Once I Was]]'' (Strange Fruit Records)
* 2000 – ''[[Copenhagen Tapes]]'' (Import)
* 2009 – ''[[Live at the Folklore Center, NYC - March 6, 1967]]'' (Tompkins Square)
* 2017 – ''[[Greetings from West Hollywood]]'' (Edsel Records)
* 2017 – ''[[Venice Mating Call]]'' (Edsel Records)
* 2019 - ''[[Live at the Electric Theatre Co Chicago, 1968]]'' (Manifesto Records)
== Note ==
<references/>
==Bibliografia==
* {{cita libro|autore=AAVV|curatore=Federico Guglielmi|curatore2=Cesare Rizzi|titolo=Grande enciclopedia rock|editore=[[Giunti]]|città=Firenze|anno=2002|isbn=88-09-02852-X}}
* {{Cita libro | autore = [[Rolf-Ulrich Kaiser]] | capitolo = Tim Buckley| titolo = Guida alla musica pop | città = [[Milano]] | editore = [[Arnoldo Mondadori Editore]] |anno = 1971 | pp = 215-216 }}
* {{cita libro|nome=David|cognome=Browne|wkautore=David Browne (giornalista)|titolo=Dream Brother - Vita e musica di Jeff e Tim Buckley|anno=2001|editore=Giunti Editore}}
* Giampiero La Valle, ''[https://www.google.it/books/edition/Voci_da_una_nuvola_Il_segreto_di_Nick_Dr/wg8hjgEACAAJ?hl=it&kptab=overview Voci da una nuvola - Il segreto di Nick Drake e Tim Buckley]'', Ianieri Edizioni, ISBN 978-88-974-1778-1, 2015.
* Giampiero La Valle, ''[https://www.google.it/books/edition/L_albedo_e_la_musica_fluttuante_Divagazi/l_zvzgEACAAJ?hl=it L'albedo e la musica fluttuante]'', Ianieri Edizioni, {{ISBN|979-12-80022-55-4}}, 2022.
== Voci correlate ==
* [[Jeff Buckley]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|jazz|rock}}
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[[Categoria:Morti per overdose]]
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