Interferoni: differenze tra le versioni
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{{disclaimer|medico}}
{{proteina
| Symbol = Interferons
| Name = Interferone tipo I
| image = 1RH2 Recombinant Human Interferon-Alpha 2b-01.png
| width =
| caption = Struttura dell'interferone alfa ({{PDB|1RH2}})
| Pfam= PF00143
| InterPro= IPR000471
| SMART= SM00076
| Prosite = PDOC00225
| SCOP = 1au1
| CATH = 1au0
| TCDB =
| OPM family=
| OPM protein=
|CDD=cd00095
}}
Gli '''interferoni''' (IFNs) sono una famiglia di [[proteina|proteine]] che svolgono un ruolo centrale nella [[risposta immunitaria]] alle [[Virus (biologia)|infezioni virali]].<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|nome=Volker|cognome=Fensterl|nome2=Ganes C.|cognome2=Sen|data=2009|titolo=Interferons and viral infections|rivista=BioFactors|volume=35|numero=1|pp=14–20|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1002/biof.6|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/biof.6}}</ref>
== Storia ==
{{Vedi anche|Alick Isaacs}}
Nel 1957, [[Alick Isaacs]] e un post-dottorando svizzero, Jean Lindenmann, stavano studiando il fenomeno dell{{'}}''interferenza virale'', ovvero la capacità di un virus di inibire la replicazione di un altro virus. Quando le [[Membrana corio-allantoidea|membrane corio-allantoidee]] di [[Embrione|embrioni]] di pollo di 10 giorni venivano infettate con virus dell'[[influenza]] inattivati tramite [[calore]] o [[Radiazione ultravioletta|raggi UV]], veniva prodotto un materiale che interferiva con la successiva replicazione virale.<ref name=":1">{{Cita libro|lingua=en|nome=Milton W.|cognome=Taylor|titolo=Interferons|url=http://link.springer.com/10.1007/978-3-319-07758-1_7|accesso=2025-06-13|data=2014|editore=Springer International Publishing|pp=101–119|ISBN=978-3-319-07757-4|DOI=10.1007/978-3-319-07758-1_7| pmc=7123835.}}</ref>
La produzione o inibizione del virus influenzale veniva misurata tramite [[emoagglutinazione]], ovvero la capacità del virus di interagire e agglutinare i [[Eritrocita|globuli rossi]]. Denominarono questa sostanza interferente “'''interferone'''”. Il punto finale della [[Titolazione (chimica)|titolazione]] era l'identificazione del pozzetto con agglutinazione parziale. Il reciproco della [[diluizione]] influenzale così osservata veniva considerato il titolo dell'interferone.<ref name=":1" />
I primi articoli sull'interferone furono pubblicati nel 1957 nelle prestigiose Proceedings of the [[Royal Society]],<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Alick|cognome=Isaacs|nome2=J.|cognome2=Lindenmann|nome3=Christopher Howard|cognome3=Andrewes|data=1997-01|titolo=Virus interference. I. The interferon|rivista=Proceedings of the Royal Society of London. Series B - Biological Sciences|volume=147|numero=927|pp=258–267|accesso=2025-06-13|doi=10.1098/rspb.1957.0048|url=https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rspb.1957.0048}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=A.|cognome=Isaacs|nome2=J.|cognome2=Lindenmann|nome3=R. C.|cognome3=Valentine|data=1957-09-12|titolo=Virus interference. II. Some properties of interferon|rivista=Proceedings of the Royal Society of London. Series B, Biological Sciences|volume=147|numero=927|pp=268–273|accesso=2025-06-13|doi=10.1098/rspb.1957.0049|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/13465721}}</ref> e una descrizione più dettagliata apparve sul British Journal of Pathology.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=J.|cognome=Lindenmann|nome2=D. C.|cognome2=Burke|nome3=A.|cognome3=Isaacs|data=1957-10|titolo=Studies on the production, mode of action and properties of interferon|rivista=British Journal of Experimental Pathology|volume=38|numero=5|pp=551–562|accesso=2025-06-13|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC2082625/}}</ref> Utilizzando tecniche [[Biochimica|biochimiche]] standard, venne dimostrato che l'interferone era una proteina, resistente a [[pH]] 2, [[Precipitazione (chimica)|precipitabile]] con [[Solfato d'ammonio|solfato di ammonio]], distrutta dall'[[Etere dietilico|etere]] e digerito dalla [[tripsina]]. La stabilità a pH 2 era una caratteristica importante, utilizzata in seguito per distinguere l'interferone originale, chiamato IFN-α, dagli altri interferoni scoperti successivamente. I tentativi iniziali di purificare l'interferone fallirono. La sua [[Concentrazione (chimica)|concentrazione]] indotta era molto bassa e allora non si sapeva ancora dell'esistenza di molteplici tipi di interferone, così, anche con le tecniche di [[cromatografia su colonna]] disponibili all'epoca, si rivelò impossibile purificare un singolo tipo.<ref name=":1" />
Jean Lindenmann tornò a Zurigo e non continuò a lavorare sull'interferone, ma proseguì la ricerca sul virus dell'influenza, scoprendo un ceppo di topi resistente al virus. Questa resistenza non sembrava correlata all'interferone, ma alla proteina Mx, codificata da un gene [[Autosoma|autosomico]], MX. Tuttavia, negli anni successivi, Lindenmann e colleghi scoprirono che la proteina Mx era inducibile dall'interferone e che questa proteina era una componente della cascata di geni indotti dall'interferone.<ref name=":1" />
Piuttosto sorprendentemente, l'interferone non era specifico per il virus. Non solo inibiva l'influenza, ma anche virus non correlati come il [[vaiolo]] bovino e altri virus.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=D. C.|cognome=Burke|nome2=A.|cognome2=Isaacs|data=1958-02|titolo=Further studies on interferon|rivista=British Journal of Experimental Pathology|volume=39|numero=1|pp=78–84|accesso=2025-06-13|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC2082203/}}</ref> Il fatto che l'interferone fosse un agente con un range inibitorio molto ampio suggeriva che potesse essere utilizzato come un agente antivirale generale, molto simile agli [[Antibiotico|antibiotici]]. Di conseguenza, tre [[Industria farmaceutica|aziende farmaceutiche]], [[GlaxoSmithKline|Glaxo Laboratories]], ICI Pharmaceuticals e Burroughs Wellcome, che in seguito sarebbe diventata la Wellwell Foundation, sostennero la ricerca. Lo scopo primario era produrre abbastanza interferone per l'uso in [[Studio clinico|studi clinici]], e un secondo obiettivo era mantenere il [[brevetto]] per la produzione di interferone nel Regno Unito.<ref name=":1" />
Parallelamente alla ricerca occidentale, ma in modo del tutto indipendente, nel 1954 un gruppo di [[Ricercatore|ricercatori]] in Giappone identificò ciò che prese il nome di un "'''fattore inibitore virale'''".<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Y.|cognome=Nagano|nome2=Y.|cognome2=Kojima|nome3=Y.|cognome3=Sawai|data=1954-04|titolo=[Immunity and interference in vaccinia; inhibition of skin infection by inactivated virus]|rivista=Comptes Rendus Des Seances De La Societe De Biologie Et De Ses Filiales|volume=148|numero=7-8|pp=750–752|accesso=2025-06-13|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/13190824}}</ref> Inocularono il virus del vaiolo vaccino inattivato tramite raggi ultravioletti sul dorso di conigli e successivamente li infettarono con virus del vaiolo vaccino vivo. La replicazione del virus vaccino venne inibita dal pre-trattamento con il virus inattivato. I ricercatori isolarono questa sostanza e la denominarono "'''fattore inibitorio'''". Ulteriori esperimenti si rivelarono tuttavia difficili a causa del sistema utilizzato.<ref name=":1" />
Queste osservazioni furono presentate alla riunione annuale del 1956 della Società Giapponese per la Ricerca Virale e successivamente alla riunione della Società di Biologia Giappone-Francia nel 1957. Questo fu, di fatto, il primo rapporto sull'interferone, ma non fu riconosciuto come tale se non molto tempo dopo. Successivamente, l'IF fu testato per l'attività dell'interferone utilizzando l'interferone standard di coniglio, così designato dal Comitato Internazionale sugli Interferoni, e si scoprì che aveva un titolo di interferone di 300.000 UI, un livello di attività sorprendentemente elevato. È ora chiaro che il gruppo giapponese aveva osservato la produzione di interferone in risposta a un virus a [[DNA]] inattivato nell'animale intero. Poiché questo lavoro fu condotto in Giappone e originariamente pubblicato su una rivista francese, non ricevette il riconoscimento che meritava.<ref name=":1" />
Nel 1962, fu condotto un ambizioso primo studio clinico presso il Common Cold Center di Salisbury, in Inghilterra. Lo scopo era verificare se l'interferone potesse inibire la produzione del virus del vaiolo vaccino in individui non precedentemente vaccinati, dopo l'iniezione del virus nel braccio. I risultati mostrarono un'inibizione limitata della replicazione virale. Diventò evidente che era necessaria una quantità di interferone molto maggiore per renderlo clinicamente utile, ma solo negli anni '80 fu possibile produrne a sufficienza in uno stato puro.<ref name=":1" />
Prima della clonazione genica, la produzione di interferone in quantità sufficienti per uso clinico era estremamente difficile, anche cercando di produrlo in colture cellulari. Negli anni '60, la domanda di interferone era elevata a causa del suo potenziale come farmaco antitumorale. Kari Cantell, in Finlandia, riuscì a produrre interferone leucocitario in grandi quantità, utilizzando enormi serbatoi e raccogliendo [[Leucocita|leucociti]] da diverse fonti per poi infettarli con il [[Murine respirovirus|virus Sendai]], che stimolava notevolmente la produzione di interferone. Tuttavia, anche con queste strutture, era impossibile produrre quantità sufficienti per tutti gli studi clinici desiderati.<ref name=":1" />
Negli anni '60, si scoprì inoltre che molti virus inducevano la produzione di interferone nelle [[Coltura cellulare|colture cellulari]] e che, a sua volta, l'interferone aggiunto alle cellule poteva inibire la maggior parte dei virus, soprattutto ad alte concentrazioni. Tuttavia, si comprese molto più tardi che alcuni virus avevano sviluppato meccanismi per neutralizzare la sua attività.<ref name=":1" />
L'interferone veniva misurato in base alla sua attività antivirale: un'unità era sufficiente a inibire la crescita virale del 50%, solitamente tramite un saggio delle placche. Si notò che l'interferone non aveva alcun effetto se aggiunto direttamente al virus. L'inibizione della produzione virale avveniva solo quando l'interferone veniva aggiunto alle cellule. Questo suggeriva che una cellula infettata dal virus produce interferone per proteggere le cellule vicine, mettendole così in uno stato antivirale.<ref name=":1" />
Negli anni '70, vennero caratterizzati diversi tipi di interferone. Furono riscontrate differenze basate sui tipi di cellule protette e sulla stabilità degli interferoni a diversi pH.<ref name=":1" /> I primi esperimenti per determinare l'attività antitumorale furono condotti su leucemie murine di origine virale, tra cui la leucemia di Friend e la leucemia di Rauscher. Tuttavia, l'interferone non era attivo solo contro i [[Neoplasia|tumori]] causati da virus, ma anche contro un gran numero di tumori murini trapiantabili di diverse origini. In questi esperimenti, i tumori venivano iniettati per via intraperitoneale o [[Iniezione intramuscolare|intramuscolare]], in modo che l'interferone potesse essere somministrato direttamente nel tumore.<ref name=":1" />
== Caratteristiche strutturali e fisiche ==
{{Vedi anche|interferoni di tipo I|Interferone di tipo II}}
Gli interferoni appartengono alla vasta classe di [[glicoproteine]] note come [[Citochina|citochine]].<ref name=":0" /> Esistono molti tipi di interferoni, con diversi recettori cellulari e modalità d'azione.<ref name=":1" /> Gli interferono vengono classificati in:<ref name=":1" /><ref>{{Cita web|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9050481/|titolo= The discovery of type IV interferon|lingua=en}}</ref>
* '''IFN di tipo I'''
* '''IFN di tipo II''' o IFN-γ
* '''IFN di tipo III''' o IFN-λ
* '''IFN di tipo IV''' o IFN-u
[[File:1AU1 Human Interferon-Beta.png|thumb|L'interferone-β umano]]Gli interferoni di tipo I nei mammiferi comprendono almeno 10 sottotipi, tra cui: IFN-α, IFN-β, IFN-ε, IFN-ω, IFN-κ, IFN-δ, IFN-τ, IFN-ν, IFN-μ e IFN-ζ.<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|nome=Bo|cognome=Li|nome2=Zheng|cognome2=Liu|nome3=Shan Nan|cognome3=Chen|data=2024-12-15|titolo=Identification and function of type IV IFN in a cyprinid fish, the blunt snout bream Megalobrama amblycephala|rivista=Aquaculture|volume=593|pp=741316|accesso=2025-06-13|doi=10.1016/j.aquaculture.2024.741316|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0044848624007774}}</ref>
=== IFN-α ===
{{Vedi anche|Interferone alfa}}
Ognuno ha una sequenza di [[Amminoacido|amminoacidi]] leggermente diversa, un'attività specifica distinta e uno spettro antivirale differente. I diversi tipi di cellule producono quantità variabili di ciascun tipo e ogni interferone è codificato da un gene distinto. Si sa molto poco sulle basi biologiche delle molteplici specie e delle loro attività, poiché la maggior parte della ricerca è stata condotta solo su uno di questi, denominato IFNα2. L'interferone-alfa viene indotto in diversi tipi di leucociti.<ref name=":2">{{Cita pubblicazione|nome=MENACHEM|cognome=RUBINSTEIN|data=1987-10|titolo=Multiple Interferon Subtypes: The Phenomenon and Its Relevance|rivista=Journal of Interferon Research|volume=7|numero=5|pp=545–551|accesso=2025-06-13|doi=10.1089/jir.1987.7.545|url=https://www.liebertpub.com/doi/10.1089/jir.1987.7.545}}</ref>
=== IFN-β ===
{{Vedi anche|Interferone beta-1a|Interferone beta-1b}}
Esiste solo una specie nota di IFN-β, che condivide il 25% di omologia a livello di amminoacidi con IFN-alfa. IFN-β viene prodotto dai [[Fibroblasto|fibroblasti]] e dalle [[Tessuto epiteliale|cellule epiteliali]] in risposta alla presenza di virus e RNA a doppio filamento.<ref name=":1" />[[File:1HIG Interferon-Gamma.png|thumb|L'interferone-γ umano]]
=== IFN-γ ===
{{Vedi anche|Interferone gamma}}
L'INF-γ viene prodotto dalle cellule del [[sistema immunitario]]: [[Cellula dendritica|cellule dendritiche]], cellule NK, linfociti T CD4 e CD8, e macrofagi. L'IFN-γ viene anche indotto da citochine come [[Interleuchina 1|IL-1]], IL-2 e da molti [[Fattore di crescita|fattori di crescita]]. Inoltre, è prodotto durante le infezioni virali ''in vivo'' come parte del sistema immunitario.<ref name=":1" />
=== IFN-λ ===
Studi recenti sull'IFN-λ indicano che la sua struttura è simile a quella della famiglia delle interleuchine, in particolare IL-10 e IL-22,<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Hans Henrik|cognome=Gad|nome2=Christoffer|cognome2=Dellgren|nome3=Ole J.|cognome3=Hamming|data=2009-07-31|titolo=Interferon-λ Is Functionally an Interferon but Structurally Related to the Interleukin-10 Family *|rivista=Journal of Biological Chemistry|volume=284|numero=31|pp=20869–20875|lingua=En|accesso=2025-06-13|doi=10.1074/jbc.M109.002923|url=https://www.jbc.org/article/S0021-9258(17)48411-0/abstract}}</ref> e che condivide un recettore comune. L'IFN-λ possiede attività antivirale e potrebbe sostituire l'IFN-α nel trattamento dell'epatite C.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Ahmed|cognome=Lasfar|nome2=Walid|cognome2=Abushahba|nome3=Murugabaskar|cognome3=Balan|data=2011|titolo=Interferon lambda: a new sword in cancer immunotherapy|rivista=Clinical & Developmental Immunology|volume=2011|pp=349575|accesso=2025-06-13|doi=10.1155/2011/349575|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC3235441/}}</ref>
=== IFN-υ ===
Nel raporto originale sul IFN di tipo IV, l'IFN-υ è stato trovato in una [[sintenia]] genica conservata nel pesce zebra (''[[Danio rerio|D. rerio]]''), nella rana artigliata (''[[Xenopus laevis|X. laevis]]''), nella lucertola verde di anole (''[[Anolis carolinensis|A. carolinensis]]''), nello squalo elefante (''[[Cetorhinus maximus|C. maximus]]'') e nel pollo (''[[Gallus gallus|G. gallus]]''). Nelle specie di [[Vertebrata|vertebrati]] che vanno dai pesci ai mammiferi primitivi, l'IFN-υ differisce dagli IFN di tipo I, II e III per le caratteristiche della sequenza, il [[locus genico]], la [[filogenesi]] e il complesso recettoriale. Tuttavia, l'IFN-υ nei pesci è simile agli IFN di tipo I per le loro [[Dominio C-terminale|sequenze C-terminali]], e agli IFN di tipo I nei pesci e agli IFN di tipo III nei vertebrati per l'organizzazione a multi-[[Esone|esoni]].<ref name=":3" />
== Biochimica ==
Tutti gli interferoni agiscono come [[Ligando (biochimica)|ligandi]] di specifici recettori sulla [[Membrana cellulare|superficie cellulare]], stimolando la [[Trascrizione (biologia)|trascrizione]] di centinaia di [[Gene|geni]] i cui prodotti proteici hanno attività [[antivirale]], oltre a effetti [[Antimicrobico|antimicrobici]], antiproliferativi/[[Chemioterapia antineoplastica|antitumorali]] e [[Immunomodulatore|immunomodulatori]].<ref name=":0" /> Gli interferoni inducono centinaia di geni sia ''[[in vivo]]'' che ''[[in vitro]]'', producendo profili genetici sovrapposti e distinti. Il meccanismo di induzione e della risposta antivirale è complesso e coinvolge l'interazione di molte molecole regolatorie.<ref name=":1" />
Gli interferoni non sono indotti solo dai virus, ma anche da intermedi virali come l'[[RNA]] a doppio filamento, da RNA sintetici a doppio filamento come il PolyI:PolyC, da alcune specie di batteri, da [[Endotossina|endotossine]] e da altre citochine.<ref name=":1" /> L'espressione degli interferoni di tipo I e III è indotta in praticamente tutti i tipi cellulari quando vengono riconosciuti schemi molecolari virali, in particolare [[acidi nucleici]], da recettori [[citoplasma]]tici ed [[Endosoma|endosomiali]]. Al contrario, l'interferone di tipo II è indotto da citochine come l'[[Interleuchina 12|IL-12]] e la sua espressione è limitata alle cellule immunitarie, come le [[Linfocita|cellule T]] e le [[Linfocita NK|cellule NK]].<ref name=":0" />
L'efficacia del sistema degli interferoni nel contrastare le infezioni virali è evidenziata dalla moltitudine di [[Inibitore|inibitori]] dell'induzione o dell'azione degli interferoni, codificati da molti virus. Questi inibitori impediscono l'eradicazione dei virus e determinano la continua coesistenza tra virus e [[Vertebrata|vertebrati]].<ref name=":0" />
=== Genetica ===
Sembra che esistano fino a 24 tipi di IFN-α basati sull'omologia genetica, ma solo un tipo di IFN-β.<ref name=":2"/> I geni codificanti per i vari interferoni sono i seguenti:<ref name=":1" />
* IFN-α [[cromosoma 9]] (9p22)
* IFN-β cromosoma 9 (9p21)
* IFN-γ [[cromosoma 12]] (12q14)
* IFN -λ [[cromosoma 19]] (19q13.13)
Gli IFN vengono attivati a livello trascrizionale attraverso una sequenza di eventi di segnalazione altamente orchestrata, composta da sensori virali, proteine adattatrici, chinasi e [[Fattore di trascrizione|fattori di trascrizione]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Andrea|cognome=Ablasser|nome2=Veit|cognome2=Hornung|data=2013-05|titolo=DNA sensing unchained|rivista=Cell Research|volume=23|numero=5|pp=585–587|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1038/cr.2013.28|url=https://www.nature.com/articles/cr201328}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Kazuhide|cognome=Onoguchi|nome2=Mitsutoshi|cognome2=Yoneyama|nome3=Takashi|cognome3=Fujita|data=2011-01|titolo=Retinoic acid-inducible gene-I-like receptors|rivista=Journal of Interferon & Cytokine Research: The Official Journal of the International Society for Interferon and Cytokine Research|volume=31|numero=1|pp=27–31|accesso=2025-06-13|doi=10.1089/jir.2010.0057|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20950133}}</ref>
=== Meccanismo d'azione ===
IFN-α e INF-β si legano agli stessi recettori, IFNAR1 e IFNAR2, l'IFN-γ si lega a recettori separati, IFNGR1 e IFNGR2, mentre l'IFN-λ si lega a un terzo gruppo di recettori, che sono condivisi con le interleuchine IL10, IL28A, IL28B e IL29.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Liming|cognome=Yang|nome2=Yuming|cognome2=Luo|nome3=Jifu|cognome3=Wei|data=2010-05|titolo=Integrative genomic analyses on IL28RA, the common receptor of interferon-lambda1, -lambda2 and -lambda3|rivista=International Journal of Molecular Medicine|volume=25|numero=5|pp=807–812|accesso=2025-06-13|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20372826}}</ref>
Nelle cellule non infette non c'è traccia di interferone e il gene è completamente represso. Il virus infetta una cellula legandosi al suo recettore specifico. Dopo essere stato assorbito dagli [[Endosoma|endosomi]] o essere entrato nella cellula attraverso la membrana cellulare, i componenti virali o il dsRNA virale attivano i recettori Toll-like o l'analogo sistema RIGI. Questo avviene attraverso schemi di riconoscimento associati ai patogeni che interagiscono con i recettori Toll-like. Questa interazione porta alla produzione di chinasi ad opera di una famiglia di molecole note come '''fattori di risposta all'interferone''' (IRF-1, IRF-3, IRF-7). Una famiglia simile di proteine blocca l'induzione e silenzia i geni dell'interferone. Queste proteine possono agire in sequenza.<ref name=":1" />
Il legame degli interferoni attiva diverse [[chinasi]], inclusa una serie di proteine chiamate [[Janus chinasi|chinasi JAK]], che [[Fosforilazione|fosforilano]] la [[tirosina]] su un gruppo di proteine note come [[STAT (proteina)|STATS]] attivando e portando alla [[dimerizzazione]] delle stesse. STAT1 è coinvolto nel percorso di segnalazione di IFN-α/β e IFN-γ, STAT2 anche nel percorso IFN-α/β, mentre STAT3, STAT4, STAT5A, STAT5B e STAT6 sono coinvolti con altre [[interleuchine]].<ref name=":1" />
Le proteine STAT a loro volta formano [[Complesso (chimica)|complessi]] con altre proteine che si legano a specifiche [[Sequenza di DNA|sequenze di DNA]]. Nella segnalazione dell'interferone di tipo I, gli [[Dimero|eterodimeri]] STAT1-STAT2 si combinano con IRF9 per formare ISGF3. Questo complesso a sua volta si lega al [[Promotore (biologia)|promotore]] ISRE per indurre la produzione dei cosiddetti '''geni stimolati dall'interferone''' (ISGs). I dimeri di STAT1 si legano a un'altra sequenza nota come sequenza GAS e interagiscono con IRF1 per stimolare i geni dell'interferone di tipo II.<ref name=":1" />
L'interferone può modulare le risposte immunitarie attraverso i suoi effetti sulle [[Complesso maggiore di istocompatibilità|molecole MHC]] di classe I e classe II. IFN-α, IFN-β e IFN-γ aumentano l'espressione delle molecole di Classe I su tutte le cellule, promuovendo così il riconoscimento da parte dei linfociti T [[Citotossicità|citotossici]] che possono distruggere le cellule infettate dal virus. L'IFN-γ può anche aumentare l'espressione delle molecole MHC di classe II sulle cellule che presentano l'[[antigene]], migliorando la presentazione degli antigeni virali ai [[Linfocita T helper|linfociti T helper]] CD4+. Inoltre, l'IFN-γ può attivare le cellule NK e le cellule dendritiche, che possono uccidere le cellule infette dal virus.<ref name=":1" />
Gli interferoni stimolano la produzione di:
* protein-chinasi R o '''PKR'''<ref name=":4">{{Cita libro|nome=C. Jason|cognome=Wong|nome2=Katherine|cognome2=Launer-Felty|nome3=James L.|cognome3=Cole|titolo=Chapter three - Analysis of PKR–RNA Interactions by Sedimentation Velocity|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/B9780123812681000033|accesso=2025-06-13|collana=Biothermodynamics, Part C|data=2011-01-01|editore=Academic Press|pp=59–79|volume=488|DOI=10.1016/b978-0-12-381268-1.00003-3}}</ref>
* ribonucleasi L o '''RNAsi L'''<ref name=":5">{{Cita pubblicazione|nome=Shu-Ling|cognome=Liang|nome2=David|cognome2=Quirk|nome3=Aimin|cognome3=Zhou|data=2006|titolo=RNase L: Its biological roles and regulation|rivista=IUBMB Life|volume=58|numero=9|pp=508–514|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1080/15216540600838232|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1080/15216540600838232}}</ref>
* proteina inducibile dall'interfeone p78 ('''MX1''' o MXA)<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Otto|cognome=Haller|nome2=Georg|cognome2=Kochs|data=2011-01|titolo=Human MxA Protein: An Interferon-Induced Dynamin-Like GTPase with Broad Antiviral Activity|rivista=Journal of Interferon & Cytokine Research|volume=31|numero=1|pp=79–87|accesso=2025-06-13|doi=10.1089/jir.2010.0076|url=https://www.liebertpub.com/doi/10.1089/jir.2010.0076}}</ref>
* proteina della leucemia promielocitica o '''PML<ref name=":6">{{Cita pubblicazione|nome=Weldy V.|cognome=Bonilla|nome2=Daniel D.|cognome2=Pinschewer|nome3=Paul|cognome3=Klenerman|data=2002-04|titolo=Effects of promyelocytic leukemia protein on virus-host balance|rivista=Journal of Virology|volume=76|numero=8|pp=3810–3818|accesso=2025-06-13|doi=10.1128/jvi.76.8.3810-3818.2002|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC136073/}}</ref>'''
* '''ISG15'''<ref name="pmc.ncbi.nlm.nih.gov">{{Cita pubblicazione|nome=David J.|cognome=Morales|nome2=Deborah J.|cognome2=Lenschow|data=2013-12-13|titolo=The antiviral activities of ISG15|rivista=Journal of Molecular Biology|volume=425|numero=24|pp=4995–5008|accesso=2025-06-13|doi=10.1016/j.jmb.2013.09.041|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4090058/}}</ref>
* '''proteine IFIT<ref name=":7">{{Cita pubblicazione|nome=Michael S.|cognome=Diamond|nome2=Michael|cognome2=Farzan|data=2013-01|titolo=The broad-spectrum antiviral functions of IFIT and IFITM proteins|rivista=Nature Reviews Immunology|volume=13|numero=1|pp=46–57|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1038/nri3344|url=https://www.nature.com/articles/nri3344}}</ref>'''
* '''proteine IFITM<ref name=":8">{{Cita pubblicazione|nome=John W.|cognome=Schoggins|nome2=Glenn|cognome2=Randall|data=2013-10-16|titolo=Lipids in innate antiviral defense|rivista=Cell Host & Microbe|volume=14|numero=4|pp=379–385|accesso=2025-06-13|doi=10.1016/j.chom.2013.09.010|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC3850052/}}</ref>'''
* fattori retrovirali inducibili di restrizione<ref name=":9" />
==== Protein-chinasi R ====
La [[Protein-chinasi|proteina chinasi]] R (PKR) è una [[chinasi]] indotta dall'interferone che svolge un ruolo chiave nella risposta immunitaria innata alle infezioni virali. La PKR è indotta in una forma latente che viene attivata legando il dsRNA per subire autofosforilazione e successivamente fosforilare i substrati cellulari. La PKR contiene un [[Dominio (biochimica)|dominio]] di legame al dsRNA (dsRBD) [[Dominio N-terminale|N-terminale]], composto da due copie in tandem del motivo di legame al dsRNA (dsRBM) e un dominio chinasico C-terminale, con un linker non strutturato di circa 90 amminoacidi situato tra questi domini.<ref name=":4" />
==== RNAsi L ====
L'RNasi L, dipendente dall'oligoadenilato 2'-5', è uno degli enzimi chiave coinvolti nella funzione degli IFN. In seguito al legame con il suo attivatore, gli oligoadenilati 5'-fosforilati, legati 2'-5' (2-5A), la RNasi L degrada gli RNA virali e cellulari a singolo filamento, giocando così un ruolo importante nelle funzioni antivirali e antiproliferative degli IFN.<ref name=":5" />
==== MX1 ====
MX1 è una [[GTPasi]] simile alla dinamina che sembra mirare ai [[Capside|capsidi]] virali, causando l'inibizione virale prima dell'inizio della [[Replicazione virale|replicazione]].<ref name=":9">{{Cita pubblicazione|nome=John W|cognome=Schoggins|data=2014-06|titolo=Interferon-stimulated genes: roles in viral pathogenesis|rivista=Current Opinion in Virology|volume=6|pp=40–46|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1016/j.coviro.2014.03.006|url=https://linkinghub.elsevier.com/retrieve/pii/S1879625714000662}}</ref>
==== PML ====
PML è una proteina indotta dagli IFN che organizza la formazione di corpi nucleari strutturalmente distinti, composti da proteine permanenti come Daxx e SP100, oltre a numerose proteine transitorie come [[P53]] e ATM. Questi corpi regolano un'ampia gamma di processi cellulari, tra cui la risposta ai danni al DNA, allo [[Stress ossidativo|stress]], agli stimoli [[Apoptosi|apoptotici]] e alle infezioni virali.<ref name=":6" />
==== ISG15 ====
ISG15, codificato dal gene Isg15, è una piccola [[molecola]] simile all'[[ubiquitina]]. ISG15 svolge numerose funzioni antivirali, tra cui l'inibizione del rilascio virale, la ISGilazione sia di proteine virali che di proteine dell'ospite, e proprietà immunomodulatorie simili alle citochine nella sua forma non coniugata.<ref name="pmc.ncbi.nlm.nih.gov"/>
==== Proteine IFIT ====
Le proteine IFIT inibiscono la [[sintesi proteica]] virale, riconoscono RNA virali privi di [[metilazione]] 2′-O e regolano la risposta immunitaria.<ref name=":7" />
==== Proteine IFITM ====
Le proteine IFITM bloccano la fusione virale con la membrana cellulare, impedendo l’ingresso di numerosi virus come influenza, [[dengue]] e [[SARS-CoV-2]].<ref name=":8" />
=== Patologie ===
Esiste una serie di [[Infezione opportunistica|infezioni opportunistiche]] associate agli [[Autoanticorpo|autoanticorpi]] anti-interferone INF-γ (AAbs).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Kriangkrai|cognome=Chawansuntati|nome2=Kritsadee|cognome2=Rattanathammethee|nome3=Jiraprapa|cognome3=Wipasa|data=2021-04|titolo=Minireview: Insights into anti-interferon-γ autoantibodies|rivista=Experimental Biology and Medicine|volume=246|numero=7|pp=790–795|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1177/1535370220981579|url=https://www.ebm-journal.org/journals/experimental-biology-and-medicine/articles/10.1177/1535370220981579}}</ref> L'infezione disseminata da micobatteri non tubercolari (NTM) è la [[malattia infettiva]] più comune,<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Sarah K.|cognome=Browne|nome2=Peter D.|cognome2=Burbelo|nome3=Ploenchan|cognome3=Chetchotisakd|data=2012-08-23|titolo=Adult-onset immunodeficiency in Thailand and Taiwan|rivista=The New England Journal of Medicine|volume=367|numero=8|pp=725–734|accesso=2025-06-13|doi=10.1056/NEJMoa1111160|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4190026/}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gloria H.|cognome=Hong|nome2=Ana M.|cognome2=Ortega-Villa|nome3=Sally|cognome3=Hunsberger|data=2020-06-24|titolo=Natural History and Evolution of Anti-Interferon-γ Autoantibody-Associated Immunodeficiency Syndrome in Thailand and the United States|rivista=Clinical Infectious Diseases: An Official Publication of the Infectious Diseases Society of America|volume=71|numero=1|pp=53–62|accesso=2025-06-13|doi=10.1093/cid/ciz786|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC7312243/}}</ref> ma ''T. marneffei'', ''[[Cryptococcus neoformans|C. neoformans]]'', [[Histoplasma capsulatum|''H. capsulatum'']], [[Burkholderia pseudomallei|''B. pseudomallei'']], specie di [[Salmonella]] e il [[Herpesvirus umano 3|virus Varicella-zoster]] vengono frequentemente identificati come patogeni opportunisti in questo gruppo di pazienti.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Panuwat|cognome=Wongkulab|nome2=Jiraprapa|cognome2=Wipasa|nome3=Romanee|cognome3=Chaiwarith|data=27 set 2013|titolo=Autoantibody to Interferon-gamma Associated with Adult-Onset Immunodeficiency in Non-HIV Individuals in Northern Thailand|rivista=PLOS ONE|volume=8|numero=9|pp=e76371|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1371/journal.pone.0076371|url=https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0076371}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Bone Siu-Fai|cognome=Tang|nome2=Jasper Fuk-Woo|cognome2=Chan|nome3=Min|cognome3=Chen|data=2010-07|titolo=Disseminated Penicilliosis, Recurrent Bacteremic Nontyphoidal Salmonellosis, and Burkholderiosis Associated with Acquired Immunodeficiency Due to Autoantibody against Gamma Interferon|rivista=Clinical and Vaccine Immunology|volume=17|numero=7|pp=1132–1138|accesso=2025-06-13|doi=10.1128/CVI.00053-10|url=https://journals.asm.org/doi/10.1128/cvi.00053-10}}</ref>
Si ritiene che gli AAbs anti-IFN-γ siano la causa dell'[[immunodeficienza]] piuttosto che il risultato di infezioni opportunistiche. Un'analisi delle serie temporali in un paziente con infezione disseminata da ''[[Mycobacterium avium complex|M. avium complex]]'' ha mostrato che gli AAbs neutralizzanti anti-IFN-γ si sviluppano gradualmente per un certo periodo prima dell'insorgenza delle infezioni opportunistiche. Tuttavia, il fattore che innesca la produzione di AAbs anti-IFN-γ non è noto.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Un-In|cognome=Wu|nome2=Chien-Ching|cognome2=Hung|nome3=Sui-Yuan|cognome3=Chang|data=2017-11-28|titolo=Neutralizing antiinterferon-γ autoantibodies causing disseminated Mycobacterium avium complex infection in an HIV-infected patient on successful combination antiretroviral therapy|rivista=AIDS (London, England)|volume=31|numero=18|pp=2557–2559|accesso=2025-06-13|doi=10.1097/QAD.0000000000001644|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29120902}}</ref>
La sequenza di amminoacidi della molecola di IFN-γ a cui si legano gli autoanticorpi condivide un'omologia del 100% con gli amminoacidi della proteina di assemblaggio del [[ribosoma]] Noc2 di ''A. terreus'', che è altamente conservata in tutte le specie di [[Aspergillus]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Chia-Hao|cognome=Lin|nome2=Chih-Yu|cognome2=Chi|nome3=Han-Po|cognome3=Shih|data=2016-09|titolo=Identification of a major epitope by anti-interferon-γ autoantibodies in patients with mycobacterial disease|rivista=Nature Medicine|volume=22|numero=9|pp=994–1001|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1038/nm.4158|url=https://www.nature.com/articles/nm.4158}}</ref> Titoli elevati di autoanticorpi anti-IFN-γ sono in grado di bloccare il legame dell'IFN-γ al suo recettore, inibendo così le prime fasi della [[trasduzione del segnale]] di IFN-γ, sia la fosforilazione di STAT-1 sia l'espressione della proteina STAT-1. Questi autoanticorpi inibiscono anche le conseguenze biologiche a valle del legame di IFN-γ, ovvero la sovraregolazione della produzione del fattore di necrosi tumorale [[Fattore di necrosi tumorale|TNF-α]] e dell'IL-12.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Dyah Ika|cognome=Krisnawati|nome2=Yung-Ching|cognome2=Liu|nome3=Yuarn-Jang|cognome3=Lee|data=2019-04-05|titolo=Functional neutralization of anti-IFN-γ autoantibody in patients with nontuberculous mycobacteria infection|rivista=Scientific Reports|volume=9|numero=1|pp=5682|accesso=2025-06-13|doi=10.1038/s41598-019-41952-1|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC6450904/}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Dyah Ika|cognome=Krisnawati|nome2=Yung-Ching|cognome2=Liu|nome3=Yuarn-Jang|cognome3=Lee|data=2019|titolo=Blockade Effects of Anti-Interferon- (IFN-) γ Autoantibodies on IFN-γ-Regulated Antimicrobial Immunity|rivista=Journal of Immunology Research|volume=2019|pp=1629258|accesso=2025-06-13|doi=10.1155/2019/1629258|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC6589216/}}</ref>
La maggior parte degli AAbs anti-IFN-γ appartiene agli isotipi [[IgG]], più frequentemente ai sottotipi IgG4 e IgG1. Diversi studi hanno rilevato che questi autoanticorpi riconoscono un [[epitopo]] nella regione C-terminale dell'IFN-γ.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Conny|cognome=Höflich|nome2=Robert|cognome2=Sabat|nome3=Simone|cognome3=Rosseau|data=2004-01-15|titolo=Naturally occurring anti-IFN-gamma autoantibody and severe infections with Mycobacterium cheloneae and Burkholderia cocovenenans|rivista=Blood|volume=103|numero=2|pp=673–675|accesso=2025-06-13|doi=10.1182/blood-2003-04-1065|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12947000}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jiraprapa|cognome=Wipasa|nome2=Romanee|cognome2=Chaiwarith|nome3=Kriangkrai|cognome3=Chawansuntati|data=2018-04|titolo=Characterization of anti-interferon-γ antibodies in HIV-negative immunodeficient patients infected with unusual intracellular microorganisms|rivista=Experimental Biology and Medicine (Maywood, N.J.)|volume=243|numero=7|pp=621–626|accesso=2025-06-13|doi=10.1177/1535370218764086|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29512397}}</ref>
== Farmacologia e tossicologia ==
=== Effetti del composto e usi clinici ===
Le funzioni biologiche uniche degli interferoni hanno portato al loro utilizzo [[Terapia|terapeutico]] nel trattamento di malattie come l'[[epatite]], la [[sclerosi multipla]] e alcune forme di [[leucemia]].<ref name=":0" /> L'interferone è diventato un trattamento standard per diversi tipi di tumori umani, tra cui la [[Tricoleucemia|leucemia a cellule capellute]], il [[sarcoma di Kaposi]] nei [[Paziente|pazienti]] affetti da [[AIDS]], la leucemia mieloide cronica ([[Leucemia mieloide cronica|LMC]]) e le infezioni da papilloma ([[Verruca|verruche]]).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=H.|cognome=Strander|nome2=K.|cognome2=Cantell|data=1974|titolo=Studies on antiviral and antitumor effects of human leukocyte interferon in vitro and in vivo|rivista=In Vitro. Monograph|numero=3|pp=49–56|accesso=2025-06-13|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/4471024}}</ref>
Vi sono evidenze oggettive di attività antitumorale nel [[Linfoma non Hodgkin|linfoma non-Hodgkin]], nel [[linfoma di Hodgkin]], nel [[tumore alla mammella]] e nel [[melanoma]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Stephen A.|cognome=Sherwin|nome2=James A.|cognome2=Knost|nome3=Seymour|cognome3=Fein|data=1982-11-19|titolo=A Multiple-Dose Phase I Trial of Recombinant Leukocyte A Interferon in Cancer Patients|rivista=JAMA|volume=248|numero=19|pp=2461–2466|accesso=2025-06-13|doi=10.1001/jama.1982.03330190025025|url=https://doi.org/10.1001/jama.1982.03330190025025}}</ref> L'IFN-β è stato approvato per il trattamento della [[sclerosi multipla]]. La risposta al farmaco varia e in alcuni casi è inefficace, a seconda della fonte dell'interferone e del tipo di sclerosi multipla. Diversi studi hanno riscontrato un beneficio dell'IFN-β nel ridurre i tassi di [[Recidiva (medicina)|recidiva]], mentre altri non hanno riportato alcun beneficio a questo riguardo.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Shekoufeh|cognome=Nikfar|nome2=Roja|cognome2=Rahimi|nome3=Mohammad|cognome3=Abdollahi|data=2010-10|titolo=A meta-analysis of the efficacy and tolerability of interferon-β in multiple sclerosis, overall and by drug and disease type|rivista=Clinical Therapeutics|volume=32|numero=11|pp=1871–1888|accesso=2025-06-13|doi=10.1016/j.clinthera.2010.10.006|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21095482}}</ref>
=== Controindicazioni ed effetti collaterali ===
Le controindicazioni alla terapia con interferone includono disfunzione renale, [[Cirrosi epatica|cirrosi]], epatite, [[Malattia autoimmune|malattie autoimmuni]], precedente trattamento con [[Immunosoppressione|terapia immunosoppressiva]], [[Trapianto|trapianto d'organo]], malattie della [[tiroide]] non controllate, [[epilessia]], gravi [[Disturbo mentale|disturbi mentali]] e neurologici, disturbi del sistema nervoso centrale e [[psoriasi]].<ref name=":10">{{Cita pubblicazione|nome=Axel|cognome=Hauschild|nome2=Helen|cognome2=Gogas|nome3=Ahmad|cognome3=Tarhini|data=2008-03-01|titolo=Practical guidelines for the management of interferon-alpha-2b side effects in patients receiving adjuvant treatment for melanoma: expert opinion|rivista=Cancer|volume=112|numero=5|pp=982–994|accesso=2025-06-13|doi=10.1002/cncr.23251|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18236459}}</ref>
La terapia a base di interferone ha diversi [[Effetto collaterale|effetti collaterali]], in particolare:
* i pazienti che assumono IFN-α possono manifestare sintomi simil-influenzali quali [[febbre]], [[cefalea]], [[nausea]], [[Brivido|brividi]], [[mialgia]], ecc. per alcune ore dopo la [[Somministrazione (farmacologia)|somministrazione]], oltre a [[Fatica|stanchezza]] cronica, [[Lesioni elementari della cute|eruzioni cutanee]], [[alopecia]] e reazioni autoimmuni.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Stefan|cognome=Sleijfer|nome2=Marjolein|cognome2=Bannink|nome3=Arthur R.|cognome3=Van Gool|data=2005-12|titolo=Side effects of interferon-alpha therapy|rivista=Pharmacy world & science: PWS|volume=27|numero=6|pp=423–431|accesso=2025-06-13|doi=10.1007/s11096-005-1319-7|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16341948}}</ref> Ci sono anche segnalazioni di [[anoressia]] e [[disfunzione erettile]].<ref name=":10" />
* i pazienti che assumono IFN-β manifestano sintomi simil-influenzali entro 2-8 ore dall'[[Iniezione (medicina)|iniezione]], con una durata inferiore alle 24 ore, tra cui febbre, brividi, mialgia, cefalea e [[dorsopatia]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Ø|cognome=Torkildsen|nome2=K.-M.|cognome2=Myhr|nome3=L.|cognome3=Bø|data=2016-01|titolo=Disease-modifying treatments for multiple sclerosis - a review of approved medications|rivista=European Journal of Neurology|volume=23 Suppl 1|numero=Suppl 1|pp=18–27|accesso=2025-06-13|doi=10.1111/ene.12883|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4670697/}}</ref>
* i pazienti che assumono IFN-γ possono manifestare febbre, cefalea, fatica, [[rash]], brividi, [[eritema]] o indolenzimento nel sito d'iniezione, [[diarrea]], [[vomito]], nausea, perdita di peso, mialgia, [[infiammazione]], [[Allergia|reazioni autoimmuni]], anoressia e [[Artralgia|atralgia]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=P. A.|cognome=Todd|nome2=K. L.|cognome2=Goa|data=1992-01|titolo=Interferon gamma-1b. A review of its pharmacology and therapeutic potential in chronic granulomatous disease|rivista=Drugs|volume=43|numero=1|pp=111–122|accesso=2025-06-13|doi=10.2165/00003495-199243010-00008|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/1372855}}</ref>
=== Interazioni ===
==== Contraccettivi orali ====
L'uso di [[Pillola anticoncezionale|contraccettivi orali]] in pazienti affetti da sclerosi multipla sottoposti a terapia con IFN-β deve essere discussa caso per caso.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Carlo|cognome=Pozzilli|nome2=Laura|cognome2=De Giglio|nome3=Valeria T.|cognome3=Barletta|data=2015-08|titolo=Oral contraceptives combined with interferon β in multiple sclerosis|rivista=Neurology Neuroimmunology & Neuroinflammation|volume=2|numero=4|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1212/NXI.0000000000000120|url=https://www.neurology.org/doi/10.1212/NXI.0000000000000120}}</ref>
==== Terapia antitumorale ====
Poiché gli IFNs sono espressi sia dalle cellule tumorali che da quelle immunitarie e modulano la loro funzione biologica, l'efficacia delle terapie anticancro è correlata alla segnalazione degli interferoni. Sebbene la segnalazione dell'IFN sia coinvolta nell'induzione delle risposte antitumorali, la stimolazione cronica della via di segnalazione dell'IFN può indurre resistenza a varie terapie antineoplastiche.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Mohadeseh Haji|cognome=Abdolvahab|nome2=Darvishi ,Behrad|nome3=Zarei ,Mohammad|data=2020-08-01|titolo=Interferons: role in cancer therapy|rivista=Immunotherapy|volume=12|numero=11|pp=833–855|accesso=2025-06-13|doi=10.2217/imt-2019-0217|url=https://doi.org/10.2217/imt-2019-0217}}</ref>
== Note ==
<references/>
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
{{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
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