Interferoni: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Corregge uno o più errori comuni o refusi, replaced: perchè → perché, anzichè → anziché (2), typos fixed: 8° → 8º (5), 6esima → 6ª, 8ºC → 8 °C (5) using AWB
 
(103 versioni intermedie di 64 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{disclaimer|medico}}
Gli '''interferoni''' (IFN) sono una classe di [[proteina|proteine]] prodotte dalle cellule del [[sistema immunitario]] ([[globuli bianchi]]) in risposta all'attacco di agenti esterni come [[Vira|virus]], [[batteri]], [[parassita|parassiti]] e [[tumore|cellule tumorali]]. Gli interferoni appartengono alla vasta classe di [[glicoproteine]] note come [[Citochina|citochine]].
{{proteina
| Symbol = Interferons
| Name = Interferone tipo I
| image = 1RH2 Recombinant Human Interferon-Alpha 2b-01.png
| width =
| caption = Struttura dell'interferone alfa ({{PDB|1RH2}})
| Pfam= PF00143
| InterPro= IPR000471
| SMART= SM00076
| Prosite = PDOC00225
| SCOP = 1au1
| CATH = 1au0
| TCDB =
| OPM family=
| OPM protein=
|CDD=cd00095
}}
Gli '''interferoni''' (IFNs) sono una famiglia di [[proteina|proteine]] che svolgono un ruolo centrale nella [[risposta immunitaria]] alle [[Virus (biologia)|infezioni virali]].<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|nome=Volker|cognome=Fensterl|nome2=Ganes C.|cognome2=Sen|data=2009|titolo=Interferons and viral infections|rivista=BioFactors|volume=35|numero=1|pp=14–20|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1002/biof.6|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/biof.6}}</ref>
== Storia ==
{{Vedi anche|Alick Isaacs}}
Nel 1957, [[Alick Isaacs]] e un post-dottorando svizzero, Jean Lindenmann, stavano studiando il fenomeno dell{{'}}''interferenza virale'', ovvero la capacità di un virus di inibire la replicazione di un altro virus. Quando le [[Membrana corio-allantoidea|membrane corio-allantoidee]] di [[Embrione|embrioni]] di pollo di 10 giorni venivano infettate con virus dell'[[influenza]] inattivati tramite [[calore]] o [[Radiazione ultravioletta|raggi UV]], veniva prodotto un materiale che interferiva con la successiva replicazione virale.<ref name=":1">{{Cita libro|lingua=en|nome=Milton W.|cognome=Taylor|titolo=Interferons|url=http://link.springer.com/10.1007/978-3-319-07758-1_7|accesso=2025-06-13|data=2014|editore=Springer International Publishing|pp=101–119|ISBN=978-3-319-07757-4|DOI=10.1007/978-3-319-07758-1_7| pmc=7123835.}}</ref>
 
La produzione o inibizione del virus influenzale veniva misurata tramite [[emoagglutinazione]], ovvero la capacità del virus di interagire e agglutinare i [[Eritrocita|globuli rossi]]. Denominarono questa sostanza interferente “'''interferone'''”. Il punto finale della [[Titolazione (chimica)|titolazione]] era l'identificazione del pozzetto con agglutinazione parziale. Il reciproco della [[diluizione]] influenzale così osservata veniva considerato il titolo dell'interferone.<ref name=":1" />
La loro funzione specifica è quella di:
* inibire la replicazione di virus all'interno delle cellule infette;
* impedire la diffusione virale ad altre cellule;
* rafforzare l'attività delle cellule preposte alle difese immunitarie, come i [[linfociti T]] e i [[macrofago|macrofagi]];
* inibire la crescita di alcune cellule tumorali.
 
I primi articoli sull'interferone furono pubblicati nel 1957 nelle prestigiose Proceedings of the [[Royal Society]],<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Alick|cognome=Isaacs|nome2=J.|cognome2=Lindenmann|nome3=Christopher Howard|cognome3=Andrewes|data=1997-01|titolo=Virus interference. I. The interferon|rivista=Proceedings of the Royal Society of London. Series B - Biological Sciences|volume=147|numero=927|pp=258–267|accesso=2025-06-13|doi=10.1098/rspb.1957.0048|url=https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rspb.1957.0048}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=A.|cognome=Isaacs|nome2=J.|cognome2=Lindenmann|nome3=R. C.|cognome3=Valentine|data=1957-09-12|titolo=Virus interference. II. Some properties of interferon|rivista=Proceedings of the Royal Society of London. Series B, Biological Sciences|volume=147|numero=927|pp=268–273|accesso=2025-06-13|doi=10.1098/rspb.1957.0049|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/13465721}}</ref> e una descrizione più dettagliata apparve sul British Journal of Pathology.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=J.|cognome=Lindenmann|nome2=D. C.|cognome2=Burke|nome3=A.|cognome3=Isaacs|data=1957-10|titolo=Studies on the production, mode of action and properties of interferon|rivista=British Journal of Experimental Pathology|volume=38|numero=5|pp=551–562|accesso=2025-06-13|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC2082625/}}</ref> Utilizzando tecniche [[Biochimica|biochimiche]] standard, venne dimostrato che l'interferone era una proteina, resistente a [[pH]] 2, [[Precipitazione (chimica)|precipitabile]] con [[Solfato d'ammonio|solfato di ammonio]], distrutta dall'[[Etere dietilico|etere]] e digerito dalla [[tripsina]]. La stabilità a pH 2 era una caratteristica importante, utilizzata in seguito per distinguere l'interferone originale, chiamato IFN-α, dagli altri interferoni scoperti successivamente. I tentativi iniziali di purificare l'interferone fallirono. La sua [[Concentrazione (chimica)|concentrazione]] indotta era molto bassa e allora non si sapeva ancora dell'esistenza di molteplici tipi di interferone, così, anche con le tecniche di [[cromatografia su colonna]] disponibili all'epoca, si rivelò impossibile purificare un singolo tipo.<ref name=":1" />
Gli interferoni agiscono in questo modo:
* si legano alla [[membrana cellulare|membrana]] delle cellule e ne stimolano la produzione di [[enzima|enzimi]] antivirali;
* quando un virus attacca una cellula attivata dall'interferone, non riesce a moltiplicarsi a causa degli enzimi antivirali;
* si verifica quindi un arresto o un'attenuazione dell'[[infezione]].
 
Jean Lindenmann tornò a Zurigo e non continuò a lavorare sull'interferone, ma proseguì la ricerca sul virus dell'influenza, scoprendo un ceppo di topi resistente al virus. Questa resistenza non sembrava correlata all'interferone, ma alla proteina Mx, codificata da un gene [[Autosoma|autosomico]], MX. Tuttavia, negli anni successivi, Lindenmann e colleghi scoprirono che la proteina Mx era inducibile dall'interferone e che questa proteina era una componente della cascata di geni indotti dall'interferone.<ref name=":1" />
== Avvertenze ==
 
Piuttosto sorprendentemente, l'interferone non era specifico per il virus. Non solo inibiva l'influenza, ma anche virus non correlati come il [[vaiolo]] bovino e altri virus.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=D. C.|cognome=Burke|nome2=A.|cognome2=Isaacs|data=1958-02|titolo=Further studies on interferon|rivista=British Journal of Experimental Pathology|volume=39|numero=1|pp=78–84|accesso=2025-06-13|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC2082203/}}</ref> Il fatto che l'interferone fosse un agente con un range inibitorio molto ampio suggeriva che potesse essere utilizzato come un agente antivirale generale, molto simile agli [[Antibiotico|antibiotici]]. Di conseguenza, tre [[Industria farmaceutica|aziende farmaceutiche]], [[GlaxoSmithKline|Glaxo Laboratories]], ICI Pharmaceuticals e Burroughs Wellcome, che in seguito sarebbe diventata la Wellwell Foundation, sostennero la ricerca. Lo scopo primario era produrre abbastanza interferone per l'uso in [[Studio clinico|studi clinici]], e un secondo obiettivo era mantenere il [[brevetto]] per la produzione di interferone nel Regno Unito.<ref name=":1" />
''Individualizzazione del dosaggio:'' il dosaggio di interferone (IFN) può essere modificato a seconda della risposta individuale. Si consiglia di iniziare il trattamento con basse dosi di interferone e poi aumentarle progressivamente per limitare la comparsa di effetti collaterali. In caso di gravi effetti collaterali dimezzare la dose somministrata e/o sospendere temporaneamente il trattamento; se nonostante queste misure tali effetti continuassero a persistere, valutare la sospensione definitiva dell’interferone <ref name= Pharmamedix/Interferone > Pharmamedix: Interferone http://www.pharmamedix.com/principiovoce.php?pa=Interferone+%28IFN%29&vo=Avvertenze</ref>.
 
Parallelamente alla ricerca occidentale, ma in modo del tutto indipendente, nel 1954 un gruppo di [[Ricercatore|ricercatori]] in Giappone identificò ciò che prese il nome di un "'''fattore inibitore virale'''".<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Y.|cognome=Nagano|nome2=Y.|cognome2=Kojima|nome3=Y.|cognome3=Sawai|data=1954-04|titolo=[Immunity and interference in vaccinia; inhibition of skin infection by inactivated virus]|rivista=Comptes Rendus Des Seances De La Societe De Biologie Et De Ses Filiales|volume=148|numero=7-8|pp=750–752|accesso=2025-06-13|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/13190824}}</ref> Inocularono il virus del vaiolo vaccino inattivato tramite raggi ultravioletti sul dorso di conigli e successivamente li infettarono con virus del vaiolo vaccino vivo. La replicazione del virus vaccino venne inibita dal pre-trattamento con il virus inattivato. I ricercatori isolarono questa sostanza e la denominarono "'''fattore inibitorio'''". Ulteriori esperimenti si rivelarono tuttavia difficili a causa del sistema utilizzato.<ref name=":1" />
''Somministrazione intramuscolare:'' la somministrazione intramuscolare dell’interferone alfa (IFN alfa) va effettuata nella regione deltoidea o glutea alternando la sede di [[inoculo]] <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
Queste osservazioni furono presentate alla riunione annuale del 1956 della Società Giapponese per la Ricerca Virale e successivamente alla riunione della Società di Biologia Giappone-Francia nel 1957. Questo fu, di fatto, il primo rapporto sull'interferone, ma non fu riconosciuto come tale se non molto tempo dopo. Successivamente, l'IF fu testato per l'attività dell'interferone utilizzando l'interferone standard di coniglio, così designato dal Comitato Internazionale sugli Interferoni, e si scoprì che aveva un titolo di interferone di 300.000 UI, un livello di attività sorprendentemente elevato. È ora chiaro che il gruppo giapponese aveva osservato la produzione di interferone in risposta a un virus a [[DNA]] inattivato nell'animale intero. Poiché questo lavoro fu condotto in Giappone e originariamente pubblicato su una rivista francese, non ricevette il riconoscimento che meritava.<ref name=":1" />
''Somministrazione sottocutanea:'' questo tipo di somministrazione rappresenta la somministrazione di scelta in caso di [[trombocitopenia]] ([[piastrinemia]] inferiore a 50000/mm³) <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
Nel 1962, fu condotto un ambizioso primo studio clinico presso il Common Cold Center di Salisbury, in Inghilterra. Lo scopo era verificare se l'interferone potesse inibire la produzione del virus del vaiolo vaccino in individui non precedentemente vaccinati, dopo l'iniezione del virus nel braccio. I risultati mostrarono un'inibizione limitata della replicazione virale. Diventò evidente che era necessaria una quantità di interferone molto maggiore per renderlo clinicamente utile, ma solo negli anni '80 fu possibile produrne a sufficienza in uno stato puro.<ref name=":1" />
''Perfusione per endovena:'' in caso di somministrazione di interferone (IFN) per perfusione endovena, la durata della perfusione deve essere almeno di 30 minuti <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
Prima della clonazione genica, la produzione di interferone in quantità sufficienti per uso clinico era estremamente difficile, anche cercando di produrlo in colture cellulari. Negli anni '60, la domanda di interferone era elevata a causa del suo potenziale come farmaco antitumorale. Kari Cantell, in Finlandia, riuscì a produrre interferone leucocitario in grandi quantità, utilizzando enormi serbatoi e raccogliendo [[Leucocita|leucociti]] da diverse fonti per poi infettarli con il [[Murine respirovirus|virus Sendai]], che stimolava notevolmente la produzione di interferone. Tuttavia, anche con queste strutture, era impossibile produrre quantità sufficienti per tutti gli studi clinici desiderati.<ref name=":1" />
''Necrosi al sito di iniezione:'' la somministrazione di interferone (IFN) beta può provocare [[necrosi]] al sito di iniezione. Monitorare la formazione di lesioni cutanee con gonfiore e/o suppurative. Nei pazienti con lesione singola, la terapia con interferone beta può essere continuata; nei pazienti con più lesioni, la terapia deve essere sospesa fino a cicatrizzazione delle lesioni. Per ridurre il rischio di necrosi al sito di iniezione, adottare misure asettiche e cambiare ogni volta il sito di inoculo. Il ricorso ad un autoiniettore riduce l’incidenza di eventi avversi al sito di inoculo <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
Negli anni '60, si scoprì inoltre che molti virus inducevano la produzione di interferone nelle [[Coltura cellulare|colture cellulari]] e che, a sua volta, l'interferone aggiunto alle cellule poteva inibire la maggior parte dei virus, soprattutto ad alte concentrazioni. Tuttavia, si comprese molto più tardi che alcuni virus avevano sviluppato meccanismi per neutralizzare la sua attività.<ref name=":1" />
''Sindrome simil-influenzale:'' la sindrome simil-influenzale rappresenta uno degli [[effetti collaterali]] più frequenti della terapia con interferone (IFN). Tende ad attenuarsi e/o scomparire con il proseguimento della terapia, ma può indurre uno stato debilitante importante nel paziente. In caso di comparsa di sintomi di tipo influenzale, somministrare [[paracetamolo]] e/o ridurre il dosaggio di interferone <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
L'interferone veniva misurato in base alla sua attività antivirale: un'unità era sufficiente a inibire la crescita virale del 50%, solitamente tramite un saggio delle placche. Si notò che l'interferone non aveva alcun effetto se aggiunto direttamente al virus. L'inibizione della produzione virale avveniva solo quando l'interferone veniva aggiunto alle cellule. Questo suggeriva che una cellula infettata dal virus produce interferone per proteggere le cellule vicine, mettendole così in uno stato antivirale.<ref name=":1" />
''Monitoraggio durante terapia con interferone:'' effettuare il controllo dei parametri ematologici, epatici e renali prima di somministrare interferone (IFN) e ripetere tali esami con cadenza periodica durante la terapia.
Durante la sorveglianza postmarketing, l’uso di interferone beta è stato associato a comparsa di [[epatite]], [[epatite autoimmune]], aumento significativo delle [[transaminasi]] epatiche, [[insufficienza epatica]] acuta. Il rischio di [[tossicità]] epatica potrebbe aumentare nei pazienti in terapia con farmaci con nota [[epatotossicità]] o in presenza di [[comorbidità]] (malattia metastatica, [[infezione]] grave, [[sepsi]], [[etilismo]]). La somministrazione di interferone beta in caso di grave insufficienza renale, epatica e [[mielodepressione]] richiede cautela <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
Negli anni '70, vennero caratterizzati diversi tipi di interferone. Furono riscontrate differenze basate sui tipi di cellule protette e sulla stabilità degli interferoni a diversi pH.<ref name=":1" /> I primi esperimenti per determinare l'attività antitumorale furono condotti su leucemie murine di origine virale, tra cui la leucemia di Friend e la leucemia di Rauscher. Tuttavia, l'interferone non era attivo solo contro i [[Neoplasia|tumori]] causati da virus, ma anche contro un gran numero di tumori murini trapiantabili di diverse origini. In questi esperimenti, i tumori venivano iniettati per via intraperitoneale o [[Iniezione intramuscolare|intramuscolare]], in modo che l'interferone potesse essere somministrato direttamente nel tumore.<ref name=":1" />
''Incremento delle transaminasi epatiche:'' durante la terapia con interferone (IFN) sono stati osservati aumenti significativi dell’[[alanino aminotransferasi]] (ALT) e dell’[[aspartato aminotransferasi]] (AST). Sia con interferone alfa in pazienti con [[epatite]] cronica B e C sia con interferone beta in pazienti con [[sclerosi multipla]] recidivante sono stati osservati aumenti significativi dell’alanino aminotransferasi (ALT). Analoghe osservazioni sono state fatte anche con interferone gamma nei pazienti con malattia granulomatosa cronica. Con interferone gamma sono stati osservati aumenti a carico di entrambe le transaminasi AST e/o ALT fino a 25 volte il limite superiore normale, in particolare in bambini con meno di 12 mesi. I bambini trattati con interferone gamma devono controllare le transaminasi con cadenza mensile e in caso di incremento, valutare un aggiustamento del dosaggio del farmaco.
== Caratteristiche strutturali e fisiche ==
In assenza di [[ittero]] o scompenso epatico, la terapia con interferone può essere proseguita; valutare un’eventuale riduzione del dosaggio di interferone se il valore della transaminasi sale eccessivamente. In assenza di sintomi clinici i livelli sierici di ALT devono essere valutati prima di iniziare la terapia con interferone e successivamente con cadenza periodica (es. con interferone beta la valutazione è trimestrale). Nei pazienti in terapia con interferone alfa per il trattamento dell’epatite cronica B o C, il monitoraggio dei parametri di funzionalità epatica (ALT, [[bilirubina]], [[albumina]], [[fosfatasi]] [[alcalina]] e tempo di [[protrombina]]) deve essere effettuata ogni due settimane fino alla 16ª settimana quindi ogni due mesi. Se si verifica aumento dei livelli sierici di ALT, i parametri di funzionalità epatica devono essere valutati ogni due settimane. L’alterata funzionalità epatica potrebbe indurre un prolungamento degli indici di [[coagulazione]]. In caso di ittero o scompenso epatico, la terapia con interferone (alfa, beta e gamma) deve essere sospesa <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
{{Vedi anche|interferoni di tipo I|Interferone di tipo II}}
Gli interferoni appartengono alla vasta classe di [[glicoproteine]] note come [[Citochina|citochine]].<ref name=":0" /> Esistono molti tipi di interferoni, con diversi recettori cellulari e modalità d'azione.<ref name=":1" /> Gli interferono vengono classificati in:<ref name=":1" /><ref>{{Cita web|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9050481/|titolo= The discovery of type IV interferon|lingua=en}}</ref>
* '''IFN di tipo I'''
* '''IFN di tipo II''' o IFN-γ
* '''IFN di tipo III''' o IFN-λ
* '''IFN di tipo IV''' o IFN-u
[[File:1AU1 Human Interferon-Beta.png|thumb|L'interferone-β umano]]Gli interferoni di tipo I nei mammiferi comprendono almeno 10 sottotipi, tra cui: IFN-α, IFN-β, IFN-ε, IFN-ω, IFN-κ, IFN-δ, IFN-τ, IFN-ν, IFN-μ e IFN-ζ.<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|nome=Bo|cognome=Li|nome2=Zheng|cognome2=Liu|nome3=Shan Nan|cognome3=Chen|data=2024-12-15|titolo=Identification and function of type IV IFN in a cyprinid fish, the blunt snout bream Megalobrama amblycephala|rivista=Aquaculture|volume=593|pp=741316|accesso=2025-06-13|doi=10.1016/j.aquaculture.2024.741316|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0044848624007774}}</ref>
 
=== IFN-α ===
''Depressione, ideazione di suicidio:'' l’interferone (IFN) può indurre [[depressione]] sia in pazienti adulti (circa un terzo dei pazienti con interferone alfa) sia in pazienti pediatrici. In alcuni pazienti, la terapia con interferone può indurre ideazione suicidaria o tentativo di [[suicidio]]. Nei pazienti pediatrici trattati con interferone alfa, l’incidenza di depressione e ideazione suicidaria è risultata maggiore rispetto alla popolazione adulta. L’interferone alfa è stato associato anche a comportamento aggressivo, [[disturbo bipolare|disturbi bipolari]], mania, confusione, labilità emotiva, alterazione dello stato mentale. Monitorare segni o sintomi riconducibili alla comparsa di uno stato depressivo durante la terapia con interferone. Lo stato depressivo deve essere trattato in modo adeguato. Nei pazienti che non rispondono alla terapia antidepressiva e presentano gravi sintomi psichiatrici interrompere la terapia con interferone. L’interferone alfa è controindicato nei bambini con gravi sintomi psichiatrici <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
{{Vedi anche|Interferone alfa}}
 
Ognuno ha una sequenza di [[Amminoacido|amminoacidi]] leggermente diversa, un'attività specifica distinta e uno spettro antivirale differente. I diversi tipi di cellule producono quantità variabili di ciascun tipo e ogni interferone è codificato da un gene distinto. Si sa molto poco sulle basi biologiche delle molteplici specie e delle loro attività, poiché la maggior parte della ricerca è stata condotta solo su uno di questi, denominato IFNα2. L'interferone-alfa viene indotto in diversi tipi di leucociti.<ref name=":2">{{Cita pubblicazione|nome=MENACHEM|cognome=RUBINSTEIN|data=1987-10|titolo=Multiple Interferon Subtypes: The Phenomenon and Its Relevance|rivista=Journal of Interferon Research|volume=7|numero=5|pp=545–551|accesso=2025-06-13|doi=10.1089/jir.1987.7.545|url=https://www.liebertpub.com/doi/10.1089/jir.1987.7.545}}</ref>
''Convulsioni:'' l’interferone beta e l’interferone gamma devono essere somministrati con cautela nei pazienti con [[anamnesi]] positiva per [[convulsioni]] o che sono in terapia con farmaci [[antiepilettici]], in particolare nei pazienti non adeguatamente controllati. L’interferone alfa è controindicato nei pazienti con compromissione del [[sistema nervoso centrale]] <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
=== IFN-β ===
''Patologie autoimmunitarie:'' la somministrazione di interferone (IFN) a pazienti con patologie di tipo autoimmunitario può indurre esacerbazione della patologia stessa. Nei pazienti in terapia con interferone alfa-2a sono state riportate [[vasculite]], [[artrite]], [[anemia emolitica]], [[disfunzione tiroidea]] e sindrome lupoide come reazioni di natura autoimmunitaria <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
{{Vedi anche|Interferone beta-1a|Interferone beta-1b}}
Esiste solo una specie nota di IFN-β, che condivide il 25% di omologia a livello di amminoacidi con IFN-alfa. IFN-β viene prodotto dai [[Fibroblasto|fibroblasti]] e dalle [[Tessuto epiteliale|cellule epiteliali]] in risposta alla presenza di virus e RNA a doppio filamento.<ref name=":1" />[[File:1HIG Interferon-Gamma.png|thumb|L'interferone-γ umano]]
 
=== IFN-γ ===
''Psoriasi, sarcoidosi:'' la somministrazione di interferone (IFN) alfa può esacerbare [[psoriasi]] e [[sarcoidosi]]. Nei pazienti affetti da psoriasi la somministrazione di interferone alfa induce frequentemente un peggioramento della malattia con conseguente sospensione del farmaco in una percentuale elevata di pazienti <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
{{Vedi anche|Interferone gamma}}
L'INF-γ viene prodotto dalle cellule del [[sistema immunitario]]: [[Cellula dendritica|cellule dendritiche]], cellule NK, linfociti T CD4 e CD8, e macrofagi. L'IFN-γ viene anche indotto da citochine come [[Interleuchina 1|IL-1]], IL-2 e da molti [[Fattore di crescita|fattori di crescita]]. Inoltre, è prodotto durante le infezioni virali ''in vivo'' come parte del sistema immunitario.<ref name=":1" />
 
=== IFN-λ ===
''Corticosteroidi:'' in caso di [[epatite B|epatite cronica B]] sospendere la somministrazione di [[corticosteroidi]] due settimane prima dell’inizio della terapia con interferone (IFN) alfa <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
Studi recenti sull'IFN-λ indicano che la sua struttura è simile a quella della famiglia delle interleuchine, in particolare IL-10 e IL-22,<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Hans Henrik|cognome=Gad|nome2=Christoffer|cognome2=Dellgren|nome3=Ole J.|cognome3=Hamming|data=2009-07-31|titolo=Interferon-λ Is Functionally an Interferon but Structurally Related to the Interleukin-10 Family *|rivista=Journal of Biological Chemistry|volume=284|numero=31|pp=20869–20875|lingua=En|accesso=2025-06-13|doi=10.1074/jbc.M109.002923|url=https://www.jbc.org/article/S0021-9258(17)48411-0/abstract}}</ref> e che condivide un recettore comune. L'IFN-λ possiede attività antivirale e potrebbe sostituire l'IFN-α nel trattamento dell'epatite C.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Ahmed|cognome=Lasfar|nome2=Walid|cognome2=Abushahba|nome3=Murugabaskar|cognome3=Balan|data=2011|titolo=Interferon lambda: a new sword in cancer immunotherapy|rivista=Clinical & Developmental Immunology|volume=2011|pp=349575|accesso=2025-06-13|doi=10.1155/2011/349575|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC3235441/}}</ref>
 
=== IFN-υ ===
''Monitoraggio ematologico in pazienti con leucemia a cellule capellute (tricoleucemia):'' monitorare il tasso di [[emoglobina]], il numero di [[piastrine]], di [[granulociti]] (neutrofili), di cellule capellute prima di iniziare il trattamento con interferone (IFN) alfa e, successivamente, una volta al mese; in assenza di risposta clinica, sospendere la terapia non prima di sei mesi <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
Nel raporto originale sul IFN di tipo IV, l'IFN-υ è stato trovato in una [[sintenia]] genica conservata nel pesce zebra (''[[Danio rerio|D. rerio]]''), nella rana artigliata (''[[Xenopus laevis|X. laevis]]''), nella lucertola verde di anole (''[[Anolis carolinensis|A. carolinensis]]''), nello squalo elefante (''[[Cetorhinus maximus|C. maximus]]'') e nel pollo (''[[Gallus gallus|G. gallus]]''). Nelle specie di [[Vertebrata|vertebrati]] che vanno dai pesci ai mammiferi primitivi, l'IFN-υ differisce dagli IFN di tipo I, II e III per le caratteristiche della sequenza, il [[locus genico]], la [[filogenesi]] e il complesso recettoriale. Tuttavia, l'IFN-υ nei pesci è simile agli IFN di tipo I per le loro [[Dominio C-terminale|sequenze C-terminali]], e agli IFN di tipo I nei pesci e agli IFN di tipo III nei vertebrati per l'organizzazione a multi-[[Esone|esoni]].<ref name=":3" />
 
== Biochimica ==
''Monitoraggio in pazienti con melanoma maligno:'' nei pazienti con [[melanoma]] maligno in terapia con interferone (IFN) alfa monitorare la funzionalità epatica, la conta e la differenziazione dei [[leucociti]] una volta alla settimana durante la terapia di induzione e mensilmente durante la terapia di mantenimento <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
Tutti gli interferoni agiscono come [[Ligando (biochimica)|ligandi]] di specifici recettori sulla [[Membrana cellulare|superficie cellulare]], stimolando la [[Trascrizione (biologia)|trascrizione]] di centinaia di [[Gene|geni]] i cui prodotti proteici hanno attività [[antivirale]], oltre a effetti [[Antimicrobico|antimicrobici]], antiproliferativi/[[Chemioterapia antineoplastica|antitumorali]] e [[Immunomodulatore|immunomodulatori]].<ref name=":0" /> Gli interferoni inducono centinaia di geni sia ''[[in vivo]]'' che ''[[in vitro]]'', producendo profili genetici sovrapposti e distinti. Il meccanismo di induzione e della risposta antivirale è complesso e coinvolge l'interazione di molte molecole regolatorie.<ref name=":1" />
 
Gli interferoni non sono indotti solo dai virus, ma anche da intermedi virali come l'[[RNA]] a doppio filamento, da RNA sintetici a doppio filamento come il PolyI:PolyC, da alcune specie di batteri, da [[Endotossina|endotossine]] e da altre citochine.<ref name=":1" /> L'espressione degli interferoni di tipo I e III è indotta in praticamente tutti i tipi cellulari quando vengono riconosciuti schemi molecolari virali, in particolare [[acidi nucleici]], da recettori [[citoplasma]]tici ed [[Endosoma|endosomiali]]. Al contrario, l'interferone di tipo II è indotto da citochine come l'[[Interleuchina 12|IL-12]] e la sua espressione è limitata alle cellule immunitarie, come le [[Linfocita|cellule T]] e le [[Linfocita NK|cellule NK]].<ref name=":0" />
''Malattie cardiache:'' la somministrazione di interferone (IFN) beta in pazienti affetti da [[cardiomiopatia]] ([[aritmia]], insufficienza cardiaca congestizia, [[angina]]) richiede cautela e il monitoraggio dei parametri di funzionalità cardiaca, perché potrebbe verificarsi un peggioramento del quadro clinico. L’interferone alfa è controindicato nei pazienti con [[anamnesi]] positiva per malattia cardiaca recente. L’interferone alfa è stato infatti associato a cardiomiopatia, incluso [[infarto miocardico]]. Nei pazienti con patologie cardiache preesistenti, l’interferone gamma è stato associato a peggioramento o miglioramento spontaneo della cardiomiopatia (dosi pari a 250 mcg/m<sup>2</sup> di superficie corporea); è stato associato a insufficienza cardiaca <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
L'efficacia del sistema degli interferoni nel contrastare le infezioni virali è evidenziata dalla moltitudine di [[Inibitore|inibitori]] dell'induzione o dell'azione degli interferoni, codificati da molti virus. Questi inibitori impediscono l'eradicazione dei virus e determinano la continua coesistenza tra virus e [[Vertebrata|vertebrati]].<ref name=":0" />
''Copertura antibiotica:'' l’impiego di interferone (IFN) gamma nel trattamento della malattia granulomatosa cronica non esclude il ricorso alla profilassi antibiotica <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
=== Genetica ===
''Tiroide:'' l’interferone (IFN) può provocare disturbi alla [[tiroide]] sia in senso di un ipofunzionamento che di un iperfunzionamento; può indurre un peggioramento di una patologia già esistente. Queste osservazioni sono state riportate in pazienti trattati con interferone alfa-2b per epatite cronica C (circa il 3% dei pazienti adulti trattati e il 12% dei pazienti pediatrici) e in pazienti con [[sclerosi multipla]] in terapia con interferone beta. Prima di iniziare la terapia con interferone valutare i livelli sierici dell’[[ormone]] tireotropo (TSH). Se tali livelli sono anomali, istituire una terapia farmacologica per controllare la funzionalità tiroidea. L’interferone può essere somministrato nei pazienti con disfunzione tiroidea sotto controllo (valori di TSH nella norma). In questi pazienti la funzionalità tiroidea deve essere monitorata periodicamente (ogni 3 mesi nei bambini) <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
Sembra che esistano fino a 24 tipi di IFN-α basati sull'omologia genetica, ma solo un tipo di IFN-β.<ref name=":2"/> I geni codificanti per i vari interferoni sono i seguenti:<ref name=":1" />
 
* IFN-α [[cromosoma 9]] (9p22)
''Ipotensione:'' l’interferone alfa-2b può provocare ipotensione il giorno della sua somministrazione fino a due giorni dopo. Il rischio aumenta in caso di pazienti con deplezione di liquidi ([[disidratazione]]) <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
* IFN-β cromosoma 9 (9p21)
* IFN-γ [[cromosoma 12]] (12q14)
* IFN -λ [[cromosoma 19]] (19q13.13)
Gli IFN vengono attivati a livello trascrizionale attraverso una sequenza di eventi di segnalazione altamente orchestrata, composta da sensori virali, proteine adattatrici, chinasi e [[Fattore di trascrizione|fattori di trascrizione]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Andrea|cognome=Ablasser|nome2=Veit|cognome2=Hornung|data=2013-05|titolo=DNA sensing unchained|rivista=Cell Research|volume=23|numero=5|pp=585–587|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1038/cr.2013.28|url=https://www.nature.com/articles/cr201328}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Kazuhide|cognome=Onoguchi|nome2=Mitsutoshi|cognome2=Yoneyama|nome3=Takashi|cognome3=Fujita|data=2011-01|titolo=Retinoic acid-inducible gene-I-like receptors|rivista=Journal of Interferon & Cytokine Research: The Official Journal of the International Society for Interferon and Cytokine Research|volume=31|numero=1|pp=27–31|accesso=2025-06-13|doi=10.1089/jir.2010.0057|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20950133}}</ref>
 
=== Meccanismo d'azione ===
''Ipertensione arteriosa polmonare:'' raramente l’interferone (IFN alfa e beta) è stato associato a comparsa di [[ipertensione arteriosa polmonare]]. Si raccomanda pertanto di monitorare segni o sintomi riconducibili a questa patologia. Nei pazienti che non rispondono positivamente alla sospensione dell’interferone, valutare la somministrazione di inibitori della [[5-fosfodiesterasi]], [[sildenafil]] o [[vardenafil]] <ref>Jochmann N. et al., Cardiovasc. Ultrasound., 2005, 3, 26</ref>.
IFN-α e INF-β si legano agli stessi recettori, IFNAR1 e IFNAR2, l'IFN-γ si lega a recettori separati, IFNGR1 e IFNGR2, mentre l'IFN-λ si lega a un terzo gruppo di recettori, che sono condivisi con le interleuchine IL10, IL28A, IL28B e IL29.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Liming|cognome=Yang|nome2=Yuming|cognome2=Luo|nome3=Jifu|cognome3=Wei|data=2010-05|titolo=Integrative genomic analyses on IL28RA, the common receptor of interferon-lambda1, -lambda2 and -lambda3|rivista=International Journal of Molecular Medicine|volume=25|numero=5|pp=807–812|accesso=2025-06-13|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20372826}}</ref>
 
Nelle cellule non infette non c'è traccia di interferone e il gene è completamente represso. Il virus infetta una cellula legandosi al suo recettore specifico. Dopo essere stato assorbito dagli [[Endosoma|endosomi]] o essere entrato nella cellula attraverso la membrana cellulare, i componenti virali o il dsRNA virale attivano i recettori Toll-like o l'analogo sistema RIGI. Questo avviene attraverso schemi di riconoscimento associati ai patogeni che interagiscono con i recettori Toll-like. Questa interazione porta alla produzione di chinasi ad opera di una famiglia di molecole note come '''fattori di risposta all'interferone''' (IRF-1, IRF-3, IRF-7). Una famiglia simile di proteine blocca l'induzione e silenzia i geni dell'interferone. Queste proteine possono agire in sequenza.<ref name=":1" />
''Iperglicemia:'' l’interferone (IFN) alfa può indurre un aumento dei livelli di [[glicemia]]. Monitorare periodicamente la concentrazione di [[glucosio]] nel [[sangue]]. Nei pazienti diabetici potrebbe rendersi necessario un aggiustamento della terapia ipoglicemizzante <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
Il legame degli interferoni attiva diverse [[chinasi]], inclusa una serie di proteine chiamate [[Janus chinasi|chinasi JAK]], che [[Fosforilazione|fosforilano]] la [[tirosina]] su un gruppo di proteine note come [[STAT (proteina)|STATS]] attivando e portando alla [[dimerizzazione]] delle stesse. STAT1 è coinvolto nel percorso di segnalazione di IFN-α/β e IFN-γ, STAT2 anche nel percorso IFN-α/β, mentre STAT3, STAT4, STAT5A, STAT5B e STAT6 sono coinvolti con altre [[interleuchine]].<ref name=":1" />
''Malattia polmonare:'' l’interferone (IFN) alfa può provocare [[infiltrazione polmonare]], [[polmonite interstiziale]] e [[polmonite]] anche con esito fatale. Queste osservazioni sono state riportate sia in pazienti con epatite C sia nei pazienti oncologici. L’incidenza di questi eventi avversi è risultata maggiore nei pazienti trattati con interferone alfa che avevano ricevuto [[shosaikoto]], rimedio erboristico cinese per il trattamento delle epatiti. Monitorare segni e sintomi riconducibili a sofferenza polmonare e, nel caso, eseguire gli esami diagnostici adeguati. In presenza di infiltrati polmonari o polmonite interrompere l’interferone alfa <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
Le proteine STAT a loro volta formano [[Complesso (chimica)|complessi]] con altre proteine che si legano a specifiche [[Sequenza di DNA|sequenze di DNA]]. Nella segnalazione dell'interferone di tipo I, gli [[Dimero|eterodimeri]] STAT1-STAT2 si combinano con IRF9 per formare ISGF3. Questo complesso a sua volta si lega al [[Promotore (biologia)|promotore]] ISRE per indurre la produzione dei cosiddetti '''geni stimolati dall'interferone''' (ISGs). I dimeri di STAT1 si legano a un'altra sequenza nota come sequenza GAS e interagiscono con IRF1 per stimolare i geni dell'interferone di tipo II.<ref name=":1" />
''Cefalea:'' la [[cefalea]] rappresenta uno dei sintomi più frequenti associati all’uso di interferone (IFN). Nei pazienti con [[sclerosi multipla]], lo stesso trattamento con interferone sembrerebbe rappresentare un fattore scatenante la cefalea. In alcuni studi clinici il trattamento con FANS e [[triptani]] 6-12 ore prima della somministrazione di interferone beta è risultata efficace nel ridurre l’intensità dell’attacco e la frequenza degli attacchi di [[emicrania]] <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
L'interferone può modulare le risposte immunitarie attraverso i suoi effetti sulle [[Complesso maggiore di istocompatibilità|molecole MHC]] di classe I e classe II. IFN-α, IFN-β e IFN-γ aumentano l'espressione delle molecole di Classe I su tutte le cellule, promuovendo così il riconoscimento da parte dei linfociti T [[Citotossicità|citotossici]] che possono distruggere le cellule infettate dal virus. L'IFN-γ può anche aumentare l'espressione delle molecole MHC di classe II sulle cellule che presentano l'[[antigene]], migliorando la presentazione degli antigeni virali ai [[Linfocita T helper|linfociti T helper]] CD4+. Inoltre, l'IFN-γ può attivare le cellule NK e le cellule dendritiche, che possono uccidere le cellule infette dal virus.<ref name=":1" />
''Alterazioni della vista:'' eseguire un esame della vista prima di iniziare la terapia con interferone (IFN) alfa e monitorare eventuali segni di alterazione visiva durante il trattamento farmacologico, in particolare nei pazienti con patologia di base predisponente a retinopatia ([[diabete]], [[ipertensione]]). L’interferone alfa infatti è stato associato a perdita di acuità visiva, riduzione del campo visivo, formazione di macchie, emorragie a carico delle strutture oculari. Nei pazienti che evidenziano un peggioramento della vista valutare l’interruzione della terapia con interferone <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
Gli interferoni stimolano la produzione di:
''Trapianto di rene e fegato:'' la terapia con interferone alfa può aumentare il rischio di rigetto <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
* protein-chinasi R o '''PKR'''<ref name=":4">{{Cita libro|nome=C. Jason|cognome=Wong|nome2=Katherine|cognome2=Launer-Felty|nome3=James L.|cognome3=Cole|titolo=Chapter three - Analysis of PKR–RNA Interactions by Sedimentation Velocity|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/B9780123812681000033|accesso=2025-06-13|collana=Biothermodynamics, Part C|data=2011-01-01|editore=Academic Press|pp=59–79|volume=488|DOI=10.1016/b978-0-12-381268-1.00003-3}}</ref>
''Anticorpi anti-interferone:'' gli interferoni (IFN) possono provocare la formazione di [[anticorpi]]; l’incidenza è maggiore con l’impiego della forma sintetica rispetto a quella biologica. Nei pazienti trattati con interferone beta la concentrazione di anticorpi neutralizzanti (NAb) si stabilizza dopo circa un anno di terapia e interessa fra il 3% e il 45% dei pazienti. La variabilità della percentuale di pazienti NAb-positivi dipende in parte dall’immunogenicità della formulazione farmaceutica di interferone beta e dal metodo di analisi non standardizzato. Dai dati disponibili, l’interferone beta-1a somministrato per via muscolare risulta essere quello associato al minor tasso di anticorpi neutralizzanti (2-5% vs 14-24% vs 30% rispettivamente con INF beta-1a per via intramuscolare, INF beta-1a per via sottocutanea e INF beta-1b) <ref>Gneiss C. et al., Mult. Scler., 2006, 12 (6), 731</ref><ref>Bertolotto A. et al., J. Neurol., 2004, 251 Suppl. 2, II15</ref><ref>Rossman H.S., J. Manag. Care Pharm., 2004, 10 (3 Suppl. B), S12</ref>. E’ stato inoltre osservato che la concentrazione di NAb aumenta con l’aumentare della dose di interferone beta fino ad un valore soglia, oltre al quale diminuisce <ref>Durelli L., Ricci A., Front. Biosci., 2004, 9, 2192</ref> e che sussiste una negativizzazione spontanea degli anticorpi NAb, dipendente dal titolo (la presenza degli anticorpi persiste nei pazienti con titoli anticorpali elevati) ma non dal tipo di interferone beta impiegato (Bellomi et al., 2003). In pazienti con sclerosi multipla NAb-positivi, trattati con 375 mcg anziché 250 mcg (dose standard) di interferone (IFN) beta, la probabilità di negativizzazione del titolo anticorpale è risultata significativamente più elevata (HR: 3,41) <ref>Durelli L. et al., Expert. Opin. Biol. Ther., 2009, 9 (4), 387</ref>. E’ stato osservato che in vivo lo sviluppo di anticorpi anti-interferone ha determinato una riduzione dell’attività biologica; nell’uomo il significato degli anticorpi neutralizzanti non è stato completamente chiarito. Nei pazienti con sclerosi multipla trattati con interferone beta, la comparsa di anticorpi neutralizzanti è risultata ridurre la risposta farmacodinamica all’interferone (il rischio di recidiva nei pazienti NAb-positivi aumenta di sette volte rispetto ai pazienti NAb-negativi) <ref>Pachner A.R. et al., Neurology, 2009, 73 (18), 1493</ref><ref>Kappos L. et al., Neurology, 2005, 65 (1), 40</ref>. Nei pazienti con singolo episodio demielinizzante (sindrome clinicamente isolata, CIS), la comparsa di anticorpi neutralizzanti ha determinato un aumento significativo delle lesioni nuove attive e delle lesioni T2 rilevate alla risonanza magnetica, senza influenzare l’efficacia clinica della terapia con interferone (tempo di latenza allo sviluppo di sclerosi multipla clinicamente definita; progressione della disabilità del paziente, misurata con la scala EDSS; incidenza di recidive).
* ribonucleasi L o '''RNAsi L'''<ref name=":5">{{Cita pubblicazione|nome=Shu-Ling|cognome=Liang|nome2=David|cognome2=Quirk|nome3=Aimin|cognome3=Zhou|data=2006|titolo=RNase L: Its biological roles and regulation|rivista=IUBMB Life|volume=58|numero=9|pp=508–514|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1080/15216540600838232|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1080/15216540600838232}}</ref>
L’interferone beta (IFN beta-1b) ha evidenziato in vitro reattività crociata con l’interferone beta naturale (la rilevanza clinica di questa osservazione non è nota).
* proteina inducibile dall'interfeone p78 ('''MX1''' o MXA)<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Otto|cognome=Haller|nome2=Georg|cognome2=Kochs|data=2011-01|titolo=Human MxA Protein: An Interferon-Induced Dynamin-Like GTPase with Broad Antiviral Activity|rivista=Journal of Interferon & Cytokine Research|volume=31|numero=1|pp=79–87|accesso=2025-06-13|doi=10.1089/jir.2010.0076|url=https://www.liebertpub.com/doi/10.1089/jir.2010.0076}}</ref>
La persistenza degli anticorpi neutralizzanti nel sangue è elevata, sono infatti rilevabili fino a 6 anni dopo la fine del trattamento con interferone beta.
* proteina della leucemia promielocitica o '''PML<ref name=":6">{{Cita pubblicazione|nome=Weldy V.|cognome=Bonilla|nome2=Daniel D.|cognome2=Pinschewer|nome3=Paul|cognome3=Klenerman|data=2002-04|titolo=Effects of promyelocytic leukemia protein on virus-host balance|rivista=Journal of Virology|volume=76|numero=8|pp=3810–3818|accesso=2025-06-13|doi=10.1128/jvi.76.8.3810-3818.2002|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC136073/}}</ref>'''
Nei pazienti con sclerosi multipla, in cui la presenza di anticorpi NAb è correlata alla progressione della malattia, il dosaggio degli anticorpi neutralizzanti NAb andrebbe effettuato dopo 12 mesi di terapia con interferone beta. Nei pazienti NAb-positivi con titolo anticorpale alto e persistente la probabilità che la terapia interferonica risulti inefficace è elevata e pertanto, in questi pazienti, andrebbe valutata un’opzione terapeutica diversa dall’interferone beta. Nei pazienti con negativizzazione del titolo anticorpale NAb, è possibile risomministrare il farmaco <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
* '''ISG15'''<ref name="pmc.ncbi.nlm.nih.gov">{{Cita pubblicazione|nome=David J.|cognome=Morales|nome2=Deborah J.|cognome2=Lenschow|data=2013-12-13|titolo=The antiviral activities of ISG15|rivista=Journal of Molecular Biology|volume=425|numero=24|pp=4995–5008|accesso=2025-06-13|doi=10.1016/j.jmb.2013.09.041|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4090058/}}</ref>
* '''proteine IFIT<ref name=":7">{{Cita pubblicazione|nome=Michael S.|cognome=Diamond|nome2=Michael|cognome2=Farzan|data=2013-01|titolo=The broad-spectrum antiviral functions of IFIT and IFITM proteins|rivista=Nature Reviews Immunology|volume=13|numero=1|pp=46–57|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1038/nri3344|url=https://www.nature.com/articles/nri3344}}</ref>'''
* '''proteine IFITM<ref name=":8">{{Cita pubblicazione|nome=John W.|cognome=Schoggins|nome2=Glenn|cognome2=Randall|data=2013-10-16|titolo=Lipids in innate antiviral defense|rivista=Cell Host & Microbe|volume=14|numero=4|pp=379–385|accesso=2025-06-13|doi=10.1016/j.chom.2013.09.010|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC3850052/}}</ref>'''
* fattori retrovirali inducibili di restrizione<ref name=":9" />
 
==== Protein-chinasi R ====
''Sindrome di Vogt-Koyanagi-Harada:'' nei pazienti con epatite C trattati con interferone (IFN) è stata riportato raramente la [[sindrome di Vogt-Koyanagi-Harada]], sindrome infiammatoria con disturbi soprattutto a carico di occhio, orecchio, cute e [[meningi]]. Se i sintomi presentati dal paziente portano a sospettare la sindrome di Vogt-Koyanagi-Harada, interrompere l’interferone <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
La [[Protein-chinasi|proteina chinasi]] R (PKR) è una [[chinasi]] indotta dall'interferone che svolge un ruolo chiave nella risposta immunitaria innata alle infezioni virali. La PKR è indotta in una forma latente che viene attivata legando il dsRNA per subire autofosforilazione e successivamente fosforilare i substrati cellulari. La PKR contiene un [[Dominio (biochimica)|dominio]] di legame al dsRNA (dsRBD) [[Dominio N-terminale|N-terminale]], composto da due copie in tandem del motivo di legame al dsRNA (dsRBM) e un dominio chinasico C-terminale, con un linker non strutturato di circa 90 amminoacidi situato tra questi domini.<ref name=":4" />
 
==== RNAsi L ====
''Gammopatia monoclonale:'' nei pazienti con [[gammopatia clonale]] (produzione di un solo tipo di [[immunoglobulina]] anziché dei 5 tipi normalmente presenti nel sangue, G, A, M, D e E) la somministrazione di [[citochine]] può indurre la sindrome da alterata permeabilità capillare con conseguente shock e morte <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
L'RNasi L, dipendente dall'oligoadenilato 2'-5', è uno degli enzimi chiave coinvolti nella funzione degli IFN. In seguito al legame con il suo attivatore, gli oligoadenilati 5'-fosforilati, legati 2'-5' (2-5A), la RNasi L degrada gli RNA virali e cellulari a singolo filamento, giocando così un ruolo importante nelle funzioni antivirali e antiproliferative degli IFN.<ref name=":5" />
 
==== MX1 ====
''Patologie che richiedono cautela nella somministrazione di interferone gamma:'' [[artrite reumatoide]], [[sclerosi sistemica]], trapianto d’organo. L’interferone gamma (IFN gamma) può provocare episodi di recrudescenza in caso di sclerosi multipl <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
MX1 è una [[GTPasi]] simile alla dinamina che sembra mirare ai [[Capside|capsidi]] virali, causando l'inibizione virale prima dell'inizio della [[Replicazione virale|replicazione]].<ref name=":9">{{Cita pubblicazione|nome=John W|cognome=Schoggins|data=2014-06|titolo=Interferon-stimulated genes: roles in viral pathogenesis|rivista=Current Opinion in Virology|volume=6|pp=40–46|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1016/j.coviro.2014.03.006|url=https://linkinghub.elsevier.com/retrieve/pii/S1879625714000662}}</ref>
 
==== PML ====
''Contraccettivi orali:'' si consiglia di associare alla terapia con interferone (IFN) valide misure contraccettive. L’interferone alfa leucocitario umano (IFN alfa N3) è stato associato a riduzione dei livelli di estradiolo o progesterone nelle pazienti in età fertile, pertanto la terapia con interferone alfa potrebbe ridurre l’efficacia dei contraccettivi orali. Spesso l’interferone è associato a [[ribavirina]] che è [[teratogena]], può indurre cioè malformazioni al feto. L’associazione terapeutica interferone-ribavirina richiede l’uso di valide misure di concentrazione da continuare fino a 6-7 mesi dopo il termine della terapia farmacologica, anche quando è il partner ad essere in trattamento con interferone e [[ribavirina]] <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
PML è una proteina indotta dagli IFN che organizza la formazione di corpi nucleari strutturalmente distinti, composti da proteine permanenti come Daxx e SP100, oltre a numerose proteine transitorie come [[P53]] e ATM. Questi corpi regolano un'ampia gamma di processi cellulari, tra cui la risposta ai danni al DNA, allo [[Stress ossidativo|stress]], agli stimoli [[Apoptosi|apoptotici]] e alle infezioni virali.<ref name=":6" />
 
==== ISG15 ====
''Terapia oncologica:'' la somministrazione di interferone (IFN) alfa in associazione a farmaci chemioterapici aumenta il rischio di reazione avverse gravi e potenzialmente fatali come [[mucosite]], [[diarrea]], [[neutropenia]], nefrotossicità, alterazioni elettrolitiche. In associazione a [[idrossiurea]], aumenta il rischio di [[vasculite]] cutanea <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
ISG15, codificato dal gene Isg15, è una piccola [[molecola]] simile all'[[ubiquitina]]. ISG15 svolge numerose funzioni antivirali, tra cui l'inibizione del rilascio virale, la ISGilazione sia di proteine virali che di proteine dell'ospite, e proprietà immunomodulatorie simili alle citochine nella sua forma non coniugata.<ref name="pmc.ncbi.nlm.nih.gov"/>
 
==== Proteine IFIT ====
''Terapia immunosopressiva:'' l’interferone beta (IFN bata-1b) non deve essere somministrato in associazione a farmaci immunomodulatori diversi dai corticosteroidi e dall’[[ormone adenocorticotrop]]o (ACTH) (mancanza di dati clinici) <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
Le proteine IFIT inibiscono la [[sintesi proteica]] virale, riconoscono RNA virali privi di [[metilazione]] 2′-O e regolano la risposta immunitaria.<ref name=":7" />
 
==== Proteine IFITM ====
''Terapia antiretrovirale (HAART):'' nei pazienti con co-infezione [[HCV]] e [[HIV]], in terapia antiretrovirale HAART (Highly Active Antiretroviral Therapy, basata sulla combinazione di un inibitore della proteasi più un analogo non nucleosidico più un analogo nucleosidico), l’aggiunta di interferone alfa (IFN alfa) e ribavirina può portare ad un aumento del rischio di scompenso epatico e morte nei pazienti con cirrosi avanzata; di anemia se la terapia antiretrovirale include [[zidovudina]] <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
Le proteine IFITM bloccano la fusione virale con la membrana cellulare, impedendo l’ingresso di numerosi virus come influenza, [[dengue]] e [[SARS-CoV-2]].<ref name=":8" />
 
=== Patologie ===
''Igiene orale:'' la somministrazione di interferone (IFN) alfa in associazione a ribavirina è stata associata a disturbi ai denti e alla gengiva con perdita dei denti. La secchezza delle fauci indotta dalla terapia di combinazione potrebbe peggiorare lo stato di salute di denti e gengive. Si raccomanda pertanto di ricorre a valide misure di igiene orale (lavaggio dei denti almeno due volte/die) e di controllo odontoiatrico regolare. In caso di vomito sciacquarsi ripetutamente la bocca <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
Esiste una serie di [[Infezione opportunistica|infezioni opportunistiche]] associate agli [[Autoanticorpo|autoanticorpi]] anti-interferone INF-γ (AAbs).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Kriangkrai|cognome=Chawansuntati|nome2=Kritsadee|cognome2=Rattanathammethee|nome3=Jiraprapa|cognome3=Wipasa|data=2021-04|titolo=Minireview: Insights into anti-interferon-γ autoantibodies|rivista=Experimental Biology and Medicine|volume=246|numero=7|pp=790–795|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1177/1535370220981579|url=https://www.ebm-journal.org/journals/experimental-biology-and-medicine/articles/10.1177/1535370220981579}}</ref> L'infezione disseminata da micobatteri non tubercolari (NTM) è la [[malattia infettiva]] più comune,<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Sarah K.|cognome=Browne|nome2=Peter D.|cognome2=Burbelo|nome3=Ploenchan|cognome3=Chetchotisakd|data=2012-08-23|titolo=Adult-onset immunodeficiency in Thailand and Taiwan|rivista=The New England Journal of Medicine|volume=367|numero=8|pp=725–734|accesso=2025-06-13|doi=10.1056/NEJMoa1111160|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4190026/}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gloria H.|cognome=Hong|nome2=Ana M.|cognome2=Ortega-Villa|nome3=Sally|cognome3=Hunsberger|data=2020-06-24|titolo=Natural History and Evolution of Anti-Interferon-γ Autoantibody-Associated Immunodeficiency Syndrome in Thailand and the United States|rivista=Clinical Infectious Diseases: An Official Publication of the Infectious Diseases Society of America|volume=71|numero=1|pp=53–62|accesso=2025-06-13|doi=10.1093/cid/ciz786|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC7312243/}}</ref> ma ''T. marneffei'', ''[[Cryptococcus neoformans|C. neoformans]]'', [[Histoplasma capsulatum|''H. capsulatum'']], [[Burkholderia pseudomallei|''B. pseudomallei'']], specie di [[Salmonella]] e il [[Herpesvirus umano 3|virus Varicella-zoster]] vengono frequentemente identificati come patogeni opportunisti in questo gruppo di pazienti.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Panuwat|cognome=Wongkulab|nome2=Jiraprapa|cognome2=Wipasa|nome3=Romanee|cognome3=Chaiwarith|data=27 set 2013|titolo=Autoantibody to Interferon-gamma Associated with Adult-Onset Immunodeficiency in Non-HIV Individuals in Northern Thailand|rivista=PLOS ONE|volume=8|numero=9|pp=e76371|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1371/journal.pone.0076371|url=https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0076371}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Bone Siu-Fai|cognome=Tang|nome2=Jasper Fuk-Woo|cognome2=Chan|nome3=Min|cognome3=Chen|data=2010-07|titolo=Disseminated Penicilliosis, Recurrent Bacteremic Nontyphoidal Salmonellosis, and Burkholderiosis Associated with Acquired Immunodeficiency Due to Autoantibody against Gamma Interferon|rivista=Clinical and Vaccine Immunology|volume=17|numero=7|pp=1132–1138|accesso=2025-06-13|doi=10.1128/CVI.00053-10|url=https://journals.asm.org/doi/10.1128/cvi.00053-10}}</ref>
 
Si ritiene che gli AAbs anti-IFN-γ siano la causa dell'[[immunodeficienza]] piuttosto che il risultato di infezioni opportunistiche. Un'analisi delle serie temporali in un paziente con infezione disseminata da ''[[Mycobacterium avium complex|M. avium complex]]'' ha mostrato che gli AAbs neutralizzanti anti-IFN-γ si sviluppano gradualmente per un certo periodo prima dell'insorgenza delle infezioni opportunistiche. Tuttavia, il fattore che innesca la produzione di AAbs anti-IFN-γ non è noto.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Un-In|cognome=Wu|nome2=Chien-Ching|cognome2=Hung|nome3=Sui-Yuan|cognome3=Chang|data=2017-11-28|titolo=Neutralizing antiinterferon-γ autoantibodies causing disseminated Mycobacterium avium complex infection in an HIV-infected patient on successful combination antiretroviral therapy|rivista=AIDS (London, England)|volume=31|numero=18|pp=2557–2559|accesso=2025-06-13|doi=10.1097/QAD.0000000000001644|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29120902}}</ref>
''Pazienti pediatrici:'' i dati di letteratura relativi a efficacia e sicurezza dell’interferone (IFN) nella popolazione pediatrica sono limitati pertanto gli interferoni non sono raccomandati in questa classe di pazienti, ad eccezione dell’interferone alfa-2b per l’indicazione relativa all’epatite cronica C. Nei bambini con epatite cronica C trattati con interferone alfa più ribavirina è stato osservato rallentamento della crescita staturale e perdita di peso. La minor crescita in altezza del bambino è stata osservata ancora dopo 5 anni dalla fine della terapia combinata interferone alfa/ribavirina; non è noto il grado di reversibilità di questi effetti. Pertanto la somministrazione di interferone alfa più ribavirina per il trattamento dell’epatite cronica C nella popolazione pediatrica richiede un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio per il singolo paziente <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
La sequenza di amminoacidi della molecola di IFN-γ a cui si legano gli autoanticorpi condivide un'omologia del 100% con gli amminoacidi della proteina di assemblaggio del [[ribosoma]] Noc2 di ''A. terreus'', che è altamente conservata in tutte le specie di [[Aspergillus]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Chia-Hao|cognome=Lin|nome2=Chih-Yu|cognome2=Chi|nome3=Han-Po|cognome3=Shih|data=2016-09|titolo=Identification of a major epitope by anti-interferon-γ autoantibodies in patients with mycobacterial disease|rivista=Nature Medicine|volume=22|numero=9|pp=994–1001|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1038/nm.4158|url=https://www.nature.com/articles/nm.4158}}</ref> Titoli elevati di autoanticorpi anti-IFN-γ sono in grado di bloccare il legame dell'IFN-γ al suo recettore, inibendo così le prime fasi della [[trasduzione del segnale]] di IFN-γ, sia la fosforilazione di STAT-1 sia l'espressione della proteina STAT-1. Questi autoanticorpi inibiscono anche le conseguenze biologiche a valle del legame di IFN-γ, ovvero la sovraregolazione della produzione del fattore di necrosi tumorale [[Fattore di necrosi tumorale|TNF-α]] e dell'IL-12.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Dyah Ika|cognome=Krisnawati|nome2=Yung-Ching|cognome2=Liu|nome3=Yuarn-Jang|cognome3=Lee|data=2019-04-05|titolo=Functional neutralization of anti-IFN-γ autoantibody in patients with nontuberculous mycobacteria infection|rivista=Scientific Reports|volume=9|numero=1|pp=5682|accesso=2025-06-13|doi=10.1038/s41598-019-41952-1|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC6450904/}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Dyah Ika|cognome=Krisnawati|nome2=Yung-Ching|cognome2=Liu|nome3=Yuarn-Jang|cognome3=Lee|data=2019|titolo=Blockade Effects of Anti-Interferon- (IFN-) γ Autoantibodies on IFN-γ-Regulated Antimicrobial Immunity|rivista=Journal of Immunology Research|volume=2019|pp=1629258|accesso=2025-06-13|doi=10.1155/2019/1629258|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC6589216/}}</ref>
''Gravidanza e allattamento:'' la somministrazione in gravidanza e durante l’allattamento di interferone (IFN) può avvenire solo dopo un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio.
In vivo l’interferone alfa-2b e l’interferone gamma sono stati associati a tossicità riproduttiva. Considerare la teratogenicità della ribavirina quando associata ad interferone alfa (la ribavirina è controindicata in gravidanza).
L’interferone beta è stato associato ad un aumento del rischio di [[aborto spontaneo]] e di riduzione del peso alla nascita, pertanto il trattamento farmacologico dovrebbe essere sospeso prima del concepimento e non dovrebbe essere iniziato in gravidanza.
Gli interferoni sono inseriti in classe C per l’uso in gravidanza <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
La maggior parte degli AAbs anti-IFN-γ appartiene agli isotipi [[IgG]], più frequentemente ai sottotipi IgG4 e IgG1. Diversi studi hanno rilevato che questi autoanticorpi riconoscono un [[epitopo]] nella regione C-terminale dell'IFN-γ.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Conny|cognome=Höflich|nome2=Robert|cognome2=Sabat|nome3=Simone|cognome3=Rosseau|data=2004-01-15|titolo=Naturally occurring anti-IFN-gamma autoantibody and severe infections with Mycobacterium cheloneae and Burkholderia cocovenenans|rivista=Blood|volume=103|numero=2|pp=673–675|accesso=2025-06-13|doi=10.1182/blood-2003-04-1065|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12947000}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jiraprapa|cognome=Wipasa|nome2=Romanee|cognome2=Chaiwarith|nome3=Kriangkrai|cognome3=Chawansuntati|data=2018-04|titolo=Characterization of anti-interferon-γ antibodies in HIV-negative immunodeficient patients infected with unusual intracellular microorganisms|rivista=Experimental Biology and Medicine (Maywood, N.J.)|volume=243|numero=7|pp=621–626|accesso=2025-06-13|doi=10.1177/1535370218764086|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29512397}}</ref>
''Attività che richiedono attenzione e coordinamento costante:'' l’interferone alfa (IFN alfa-2b) può indurre sonnolenza, stanchezza e confondimento, pertanto evitare attività che richiedano attenzione e capacità di coordinazione prolungate <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
== Farmacologia e tossicologia ==
''Ipersensibilità:'' in presenza di reazioni di ipersensibilità, la somministrazione di interferone (IFN) deve essere sospesa e deve essere istituito un trattamento di supporto adeguato <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
=== Effetti del composto e usi clinici ===
''Alcool benzilico:'' la presenza di [[alcool benzilico]] fra gli [[eccipienti]] della formulazione farmaceutica a base di interferone (IFN) controindica la specialità medicinale nei bambini con meno di 3 anni di età <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
Le funzioni biologiche uniche degli interferoni hanno portato al loro utilizzo [[Terapia|terapeutico]] nel trattamento di malattie come l'[[epatite]], la [[sclerosi multipla]] e alcune forme di [[leucemia]].<ref name=":0" /> L'interferone è diventato un trattamento standard per diversi tipi di tumori umani, tra cui la [[Tricoleucemia|leucemia a cellule capellute]], il [[sarcoma di Kaposi]] nei [[Paziente|pazienti]] affetti da [[AIDS]], la leucemia mieloide cronica ([[Leucemia mieloide cronica|LMC]]) e le infezioni da papilloma ([[Verruca|verruche]]).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=H.|cognome=Strander|nome2=K.|cognome2=Cantell|data=1974|titolo=Studies on antiviral and antitumor effects of human leukocyte interferon in vitro and in vivo|rivista=In Vitro. Monograph|numero=3|pp=49–56|accesso=2025-06-13|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/4471024}}</ref>
 
Vi sono evidenze oggettive di attività antitumorale nel [[Linfoma non Hodgkin|linfoma non-Hodgkin]], nel [[linfoma di Hodgkin]], nel [[tumore alla mammella]] e nel [[melanoma]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Stephen A.|cognome=Sherwin|nome2=James A.|cognome2=Knost|nome3=Seymour|cognome3=Fein|data=1982-11-19|titolo=A Multiple-Dose Phase I Trial of Recombinant Leukocyte A Interferon in Cancer Patients|rivista=JAMA|volume=248|numero=19|pp=2461–2466|accesso=2025-06-13|doi=10.1001/jama.1982.03330190025025|url=https://doi.org/10.1001/jama.1982.03330190025025}}</ref> L'IFN-β è stato approvato per il trattamento della [[sclerosi multipla]]. La risposta al farmaco varia e in alcuni casi è inefficace, a seconda della fonte dell'interferone e del tipo di sclerosi multipla. Diversi studi hanno riscontrato un beneficio dell'IFN-β nel ridurre i tassi di [[Recidiva (medicina)|recidiva]], mentre altri non hanno riportato alcun beneficio a questo riguardo.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Shekoufeh|cognome=Nikfar|nome2=Roja|cognome2=Rahimi|nome3=Mohammad|cognome3=Abdollahi|data=2010-10|titolo=A meta-analysis of the efficacy and tolerability of interferon-β in multiple sclerosis, overall and by drug and disease type|rivista=Clinical Therapeutics|volume=32|numero=11|pp=1871–1888|accesso=2025-06-13|doi=10.1016/j.clinthera.2010.10.006|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21095482}}</ref>
''Albumina umana:'' la presenza di [[albumina]] umana nelle specialità contenenti interferone (IFN beta-1B, Betaferon) comporta il rischio potenziale di trasmissione di virus <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
 
=== Controindicazioni ed effetti collaterali ===
''Conservazione:'' l’interferone (IFN) alfa deve essere conservato a temperature comprese fra 2 e 8 °C. Può essere conservato a temperatura non superiore a 25 °C per 7 giorni; in questi 7 giorni può essere utilizzato. Dopo questo lasso di tempo l’interferone non può essere refrigerato per un altro periodo di conservazione e deve essere eliminato. L’interferone beta-1a presenta caratteristiche di conservazione diverse a seconda della formulazione farmaceutica: al riparo della luce, a temperatura di 2-8 °C per 18 mesi (specialità medicinale Rebif) oppure 24 mesi (specialità medicinale Biogen); oppure a temperatura non superiore a 25 °C per 24 mesi (specialità medicinale Betaferon). L’interferone gamma deve essere conservato a temperature comprese fra 2 e 8 °C <ref name= Pharmamedix/Interferone />.
Le controindicazioni alla terapia con interferone includono disfunzione renale, [[Cirrosi epatica|cirrosi]], epatite, [[Malattia autoimmune|malattie autoimmuni]], precedente trattamento con [[Immunosoppressione|terapia immunosoppressiva]], [[Trapianto|trapianto d'organo]], malattie della [[tiroide]] non controllate, [[epilessia]], gravi [[Disturbo mentale|disturbi mentali]] e neurologici, disturbi del sistema nervoso centrale e [[psoriasi]].<ref name=":10">{{Cita pubblicazione|nome=Axel|cognome=Hauschild|nome2=Helen|cognome2=Gogas|nome3=Ahmad|cognome3=Tarhini|data=2008-03-01|titolo=Practical guidelines for the management of interferon-alpha-2b side effects in patients receiving adjuvant treatment for melanoma: expert opinion|rivista=Cancer|volume=112|numero=5|pp=982–994|accesso=2025-06-13|doi=10.1002/cncr.23251|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18236459}}</ref>
 
La terapia a base di interferone ha diversi [[Effetto collaterale|effetti collaterali]], in particolare:
== Sommario ==
 
* i pazienti che assumono IFN-α possono manifestare sintomi simil-influenzali quali [[febbre]], [[cefalea]], [[nausea]], [[Brivido|brividi]], [[mialgia]], ecc. per alcune ore dopo la [[Somministrazione (farmacologia)|somministrazione]], oltre a [[Fatica|stanchezza]] cronica, [[Lesioni elementari della cute|eruzioni cutanee]], [[alopecia]] e reazioni autoimmuni.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Stefan|cognome=Sleijfer|nome2=Marjolein|cognome2=Bannink|nome3=Arthur R.|cognome3=Van Gool|data=2005-12|titolo=Side effects of interferon-alpha therapy|rivista=Pharmacy world & science: PWS|volume=27|numero=6|pp=423–431|accesso=2025-06-13|doi=10.1007/s11096-005-1319-7|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16341948}}</ref> Ci sono anche segnalazioni di [[anoressia]] e [[disfunzione erettile]].<ref name=":10" />
Esistono due tipi di interferoni, che comprendono tre classi principali:
* i pazienti che assumono IFN-β manifestano sintomi simil-influenzali entro 2-8 ore dall'[[Iniezione (medicina)|iniezione]], con una durata inferiore alle 24 ore, tra cui febbre, brividi, mialgia, cefalea e [[dorsopatia]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Ø|cognome=Torkildsen|nome2=K.-M.|cognome2=Myhr|nome3=L.|cognome3=Bø|data=2016-01|titolo=Disease-modifying treatments for multiple sclerosis - a review of approved medications|rivista=European Journal of Neurology|volume=23 Suppl 1|numero=Suppl 1|pp=18–27|accesso=2025-06-13|doi=10.1111/ene.12883|url=https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4670697/}}</ref>
* alfa (α) e beta (β) (Tipo I)
* i pazienti che assumono IFN-γ possono manifestare febbre, cefalea, fatica, [[rash]], brividi, [[eritema]] o indolenzimento nel sito d'iniezione, [[diarrea]], [[vomito]], nausea, perdita di peso, mialgia, [[infiammazione]], [[Allergia|reazioni autoimmuni]], anoressia e [[Artralgia|atralgia]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=P. A.|cognome=Todd|nome2=K. L.|cognome2=Goa|data=1992-01|titolo=Interferon gamma-1b. A review of its pharmacology and therapeutic potential in chronic granulomatous disease|rivista=Drugs|volume=43|numero=1|pp=111–122|accesso=2025-06-13|doi=10.2165/00003495-199243010-00008|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/1372855}}</ref>
* gamma (γ) (Tipo II).
 
=== Interazioni ===
Generalmente, gli interferoni possono avere diversi effetti: hanno proprietà antivirali e antioncogene; attivano i macrofagi e i linfociti Natural-Killer; potenziano l'espressione delle glicoproteine di classe I e II del [[complesso maggiore di istocompatibilità]]. In seguito ad infezione virale, l'inteferone segnala la presenza di virus e ordina alle cellule immunitarie di sostituire il proteasoma con l'immunoproteasoma.
 
==== Contraccettivi orali ====
L'interferone-α comprende in realtà una famiglia di circa 20 proteine secrete principalmente dai [[leucocita|leucociti]] ([[linfociti B]] e [[linfociti T]]) ed è detto per questo "interferone leucocitario" .
L'uso di [[Pillola anticoncezionale|contraccettivi orali]] in pazienti affetti da sclerosi multipla sottoposti a terapia con IFN-β deve essere discussa caso per caso.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Carlo|cognome=Pozzilli|nome2=Laura|cognome2=De Giglio|nome3=Valeria T.|cognome3=Barletta|data=2015-08|titolo=Oral contraceptives combined with interferon β in multiple sclerosis|rivista=Neurology Neuroimmunology & Neuroinflammation|volume=2|numero=4|lingua=en|accesso=2025-06-13|doi=10.1212/NXI.0000000000000120|url=https://www.neurology.org/doi/10.1212/NXI.0000000000000120}}</ref>
L'interferone-β è un'unica proteina secreta da vari tipi cellulari tra i quali i fibroblasti, ed è detto anche "interferone fibroblastico".
L'interferone-γ è secreto dalle cellule-T attivate dall'antigene e dai linfociti natural-killer in risposta all'IL-12 e all'IL-18.
[[File:1HIG Interferon-Gamma.png|250px|thumb|right|L'interferone-γ umano]]
[[File:1AU1 Human Interferon-Beta.png|250px|thumb|right|L'interferone-β umano]]
IFN-α e IFN-β intervengono nella risposta immunitaria innata verso patogeni di origine virale. I sintomi stessi, come febbre e debolezza muscolare, sono in parte dovuti alla presenza di interferoni. Questi vengono emessi quando in una cellula si accumulano quantità anormali di [[RNA]] a doppio filamento (dsRNA, double-stranded RNA). Normalmente, il dsRNA è presente in quantità molto basse e l'aumento della concentrazione funziona da segnale di avvio per la produzione di interferone. Il gene che codifica questa citochina viene attivato nelle cellule infette e rilasciato verso le cellule circostanti.
 
==== Terapia antitumorale ====
Quando la cellula iniziale muore a causa del virus RNA citolitico, migliaia di questi virus vengono rilasciati verso le
Poiché gli IFNs sono espressi sia dalle cellule tumorali che da quelle immunitarie e modulano la loro funzione biologica, l'efficacia delle terapie anticancro è correlata alla segnalazione degli interferoni. Sebbene la segnalazione dell'IFN sia coinvolta nell'induzione delle risposte antitumorali, la stimolazione cronica della via di segnalazione dell'IFN può indurre resistenza a varie terapie antineoplastiche.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Mohadeseh Haji|cognome=Abdolvahab|nome2=Darvishi ,Behrad|nome3=Zarei ,Mohammad|data=2020-08-01|titolo=Interferons: role in cancer therapy|rivista=Immunotherapy|volume=12|numero=11|pp=833–855|accesso=2025-06-13|doi=10.2217/imt-2019-0217|url=https://doi.org/10.2217/imt-2019-0217}}</ref>
cellule circostanti. Tuttavia, queste cellule hanno già ricevuto l'interferone che le ha allertate riguardo alla minaccia esterna.
Le cellule iniziano a produrre grandi quantità di una proteina nota
come PKR ([[chinasi|Protein kinase-R]]). Se un virus infetta una cellula che è stata pre-allarmata
dall'interferone, questa si trova pronta a rispondere all'attacco.
 
== Note ==
La PKR è attivata dal dsRNA e trasferisce gruppi fosfati ([[fosforilazione]]) ad una proteina nota come eIF2, un fattore
<references/>
eucariotico di attivazione della traduzione. A causa della fosforilazione, la eIF2 riduce la sua capacità di attivare la traduzione, ovvero la produzione delle proteine codificate dall'[[RNA messaggero|mRNA]]. Questo impedisce la replicazione del virus, ma inibisce anche le normali funzioni del [[ribosoma]] della cellula, uccidendoli entrambe. Tutto l'RNA all'interno della cellula viene degradato, impedendo all'mRNA di essere tradotto dall'eIF2 quando questo non è stato fosforilato.
 
L'IFN-γ sembra avere scarsa rilevanza nel mediare le risposte ai virus. Questa citochina è invece il principale attivatore dei macrofagi, sia nel corso delle reazioni immunitarie innate che in quelle cellulo-mediate.
 
== La scoperta ==
Due [[virologia|virologi]] giapponesi, Yasu-ichi Nagano e Yasuhiko Kojima, ricercatori presso l'Istituto per le Malattie Infettive dell'Università di Tokyo, mentre tentavano di migliorare il [[vaccino]] per il [[vaiolo]], si accorsero che la pelle e i testicoli di coniglio in cui erano stati preventivamente inoculati dei virus, disattivati mediante [[radiazione ultravioletta|radiazione UV]], mostravano una crescita virale minore quando venivano re-infettati nello stesso sito con virus attivi. I due ipotizzarono che questo fosse dovuto a qualche "fattore inibitore" che cercarono di caratterizzare mediante [[frazionamento]] con [[ultracentrifuga]] dell'omogeneizzato virale irradiato con raggi-UV.
 
== Voci correlate ==
* [[ImmunoterapiaCalone (biologia)]]
* [[CaloneInterferone gamma]]
* [[InterferoneInterferoni betadi 1atipo I]]
 
== NoteAltri progetti ==
{{interprogetto|etichetta=interferone|wikt=interferone}}
<references/>
 
== Collegamenti esterni ==
{{Portale|medicina}}
{{Collegamenti esterni}}
 
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Proteine]]
{{Portale|medicina|chimica|biologia}}
 
[[Categoria:Interferoni| ]]
[[ar:انترفيرون]]
[[bs:Interferon]]
[[ca:Interferó]]
[[cs:Interferon]]
[[de:Interferone]]
[[el:Ιντερφερόνη]]
[[en:Interferon]]
[[es:Interferón]]
[[eu:Interferoi]]
[[fi:Interferoni]]
[[fr:Interféron]]
[[gl:Interferón]]
[[he:אינטרפרון]]
[[hr:Interferon]]
[[ht:Entèfewon]]
[[id:Interferon]]
[[ja:インターフェロン]]
[[ka:ინტერფერონი]]
[[ko:인터페론]]
[[nl:Interferon]]
[[pl:Interferon]]
[[pt:Interferon]]
[[ro:Interferon]]
[[ru:Интерферон]]
[[sh:Interferon]]
[[sl:Interferon]]
[[sr:Interferon]]
[[sv:Interferon]]
[[th:อินเตอร์ฟีรอน]]
[[tr:İnterferon]]
[[uk:Інтерферони]]
[[vi:Interferon]]
[[zh:干扰素]]