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'''Le Chat noir''' (
Situato ai piedi della '' butte'' ("collina") di Montmartre, ''Le Chat noir'' fu uno dei principali luoghi d'incontro della Parigi-bene ed il simbolo della [[Bohème (movimento artistico)|Bohème]] alla fine del [[XIX secolo]].
== Storia ==
Figlio di un produttore di bibite di [[Châtellerault]], Salis, arrivato a Parigi nel [[1872]], si guadagna da vivere, in un primo tempo, come artista fabbricando oggetti di devozione, prima di concepire l'idea d'associare arte e spaccio di vino.
Immagina di creare un caffè «di puro stile Luigi XII... con un lampadario in ferro forgiato, d'epoca bizantina, e dove i gentiluomini, i borghesi e i contadini sarebbero invitati, d'ora in poi, a bere l'[[assenzio]], il solito di [[Victor Hugo]] (preferito anche da [[Garibaldi]]) e l'
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In realtà, ''Le Chat noir'', aperto nel novembre 1881, iniziò servendo vino di poco pregio in un ambiente privo di sfarzo ma già, sulla porta, i clienti erano accolti da uno svizzero splendidamente gallonato, coperto d'oro dalla testa ai piedi, incaricato di far entrare i pittori e i poeti lasciando fuori gli «infami curati e i militari». Il primo ''Chat noir'' era situato in due piccole stanze in ''boulevard de Rochechouart''. Il suo nome, per alcuni, è dovuto ad un gatto nero che Salis trovò sul marciapiede durante i lavori. Per altri, il nome e il simbolo del gatto nero erano stati ripresi da un disegno trovato su un muro durante i lavori di restauro di un precedente locale. Progressivamente, l'ambiente fu migliorato per dare un aspetto
Salis aveva incontrato, qualche tempo prima, [[Émile Goudeau]] e lo aveva convinto a trasferire a ''Le Chat noir ''i suoi ''[[Hydropathes]]'', che si riunivano sulla ''rive gauche''. Rapidamente, i poeti e gli chansonnier che si esibivano a '' Le Chat noir ''attirarono la migliore clientela di Parigi. Si veniva prima di tutto per le battute spiritose che scaturivano spesso a spese dei clienti, interpellati da uno «Guarda un po'! Sei finalmente uscito di prigione?» o da un altro «Cosa ne hai fatto della tua sgualdrina di ieri ?» ad un nuovo cliente palesemente accompagnato dalla moglie. Una sera, il futuro re [[Edoardo VII d'Inghilterra|Edoardo VII]] vi fu apostrofato in questi termini: «E bene! Guardate quello là: lo si direbbe il Principe di Galles tutto bagnato di piscia !»
Si potevano incontrare a ''Le Chat noir '' il pittore [[Adolphe Willette]], gli chanssonnier [[Aristide Bruant]] e [[Jules Jouy]], l'umorista [[Alphonse Allais]] e i poeti [[Charles Cros]], [[Albert Samain]], [[Maurice Rollinat]], [[Paul Verlaine]], [[Maurice Mac-Nab]], [[Jean Richepin]] ecc. Rodolphe Salis ebbe l'idea d'installare un [[pianoforte]]<ref>« Salis le Grand », in ''88 notes pour piano solo'', [[Jean-Pierre Thiollet]], Neva Editions, 2015, p. 146-147. ISBN 978-2-35055-192-0</ref>, novità per un cabaret, in modo che la canzone vide veramente il giorno a ''Le Chat noir''; [[Erik Satie]], le cui composizioni non rendevano molto, fu ingaggiato come secondo pianista nel 1888.<ref>Flavio Testi, ''La Parigi musicale del primo novecento'', Torino, EDT, 2003</ref>
Raggiunto il successo, Salis trasferì il cabaret in un fabbricato di tre piani situato in prossimità di ''rue de Lavel'' (oggi ''rue Victor-Massé''). Nelle diverse sale, fece realizzare decori pseudostorici, sotto l'egida d'illustratori come [[Henri Rivière]] e [[Caran d'Ache]]. Creò pure, con l'aiuto di Henrie Rivière, un teatro di ombre a colori nel quale furono dati veri piccoli capolavori
''Le Chat noir'' fu, secondo [[Laurent Tailhade]], «
Numerosi cabaret sparsi nel mondo da allora hanno preso questo nome. Ai suoi tempi, ''Le Chat noir'' conobbe delle imitazioni, la più conosciuta fu ''L'Abbaye de Thélème'', ''[[place Pigalle]]'', creata da [[Jules Roques]].
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Per promuovere il cabaret, Rodolphe Salis creò la rivista bisettimanale ''Le Chat Noir'' che fu stampata dal gennaio [[1882]] al [[1895]] e che incarnò lo spirito "fin de siècle". I collaboratori erano i cantanti e i poeti che si esibivano nel cabaret come pure gli artisti che l'avevano decorato. Caran d'Ache vi disegnava scene militari e Willette dei Pierrot e delle Colombine.▼
''Le Chat noir'' fu uno dei primi a pubblicare brevi articoli scritti da Jean Lorrain.▼
[[Jules Roques]] non imitò soltanto il cabaret ''Le Chat noir'' aprendo ''L'Abbaye de Thélème'', ma anche la rivista pubblicando ''[[Le Courrier français]]''.▼
In questo locale [[Marcel Proust]] ha ambientato un episodio di ''[[Alla ricerca del tempo perduto]]'' in cui Odette vi si reca assieme a Charlus.▼
Lo Chat noir fu frequentato dalle più importanti personalità culturali e mondane del tempo. Ecco un elenco:
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* [[Caran d'Ache]]
* [[André Gill]]
* [[
* [[Paul Bilhaud]]
* [[Paul Verlaine]]
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* [[Aristide Bruant]]
* [[Paul Signac]]
* [[Henri de Toulouse-Lautrec]]
* [[Yvette Guilbert]]
* [[August Strindberg]]
* [[George Auriol]]
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== La rivista ''Le Chat noir'' ==
▲Per promuovere il cabaret, Rodolphe Salis creò la rivista bisettimanale ''Le Chat Noir'' che fu stampata dal gennaio [[1882]] al [[1895]] e che incarnò lo spirito "fin de siècle". I collaboratori erano i cantanti e i poeti che si esibivano nel cabaret come pure gli artisti che l'avevano decorato. Caran d'Ache vi disegnava scene militari e Willette dei Pierrot e delle Colombine.
▲''Le Chat noir'' fu uno dei primi a pubblicare brevi articoli scritti da Jean Lorrain.
▲[[Jules Roques]] non imitò soltanto il cabaret ''Le Chat noir'' aprendo ''L'Abbaye de Thélème'', ma anche la rivista pubblicando ''[[Le Courrier français]]''.
== Nella cultura di massa ==
▲In questo locale [[Marcel Proust]] ha ambientato un episodio di ''[[Alla ricerca del tempo perduto]]'' in cui Odette vi si reca assieme a Charlus.
== Note ==
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== Bibliografia ==
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== Altri progetti ==
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