Omicidio di Emilio Alessandrini: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Emilio{{torna Alessandrini.jpga|thumb|Il magistrato Emilio Alessandrini]]}}{{Incidente

|titolo =

L''''omicidio di Emilio Alessandrini''' è stato un atto terroristico avvenuto a [[Milano]] il [[29 gennaio]] [[1979]], ad opera di militanti dell'organizzazione comunista [[Prima Linea]]. La vittima era un magistrato, impegnato nella lotta al [[terrorismo]].<br />

|nazione = ITA

|luogo =

|data = 29 gennaio 1979

|immagine = Omicidio Alessandrini.png

|didascalia = Il cadavere della vittima

|obiettivo = [[Emilio Alessandrini]]

|ora = 8:30

|ora-fine =

|tipo = sparatoria

|vittime = 1

|responsabili = [[Prima Linea (organizzazione)|Prima Linea]]

|motivazione = [[rappresaglia]] contro la magistratura

|evento = Omicidio

}}L{{'}}'''omicidio di Emilio Alessandrini''' è stato un atto terroristico avvenuto a [[Milano]] il [[29 gennaio]] [[1979]], ad opera di militanti dell'organizzazione comunista [[Prima Linea (organizzazione)|Prima Linea]]. La vittima era un magistrato, impegnato nella lotta al [[terrorismo]].<br />

==La carrieraCarriera==

Dopo aver ottenuto la maturità classica a [[Pescara]], Alessandrini si era laureato in giurisprudenza a [[Napoli]]. Dal [[1968]] ricopriva la carica di sostituto procuratore a Milano.

Il [[27 febbraio]] [[1972]], Alessandrini è statofu assegnato con [[Gerardo D'Ambrosio]] al processo sulla [[Strage di Piazzapiazza Fontana]]. Il dibattimento, aperto a Roma solo quattro giorni prima, fu spostato a Milano per via della competenza territoriale, e vedevavide imputati [[Pietro Valpreda]] e [[Mario Merlino]]. In seguito, il [[13 ottobre]], a seguitocausa di gravi problemi di ordine pubblico il processo fu di nuovo spostato, questa volta a [[Catanzaro]].

Oltre a Piazza Fontana, Alessandrini era stato molto impegnato nella lotta al terrorismo, soprattutto quello legato agli ambienti della [[Estrema destra|destra estrema]] e della sinistra militante. Nell'ambito di queste indagini, arrivò a scoprire alcune attività di depistaggio del [[Servizio Informazioni Difesa]] (SID), un ramo deviato dei servizi segreti. Alessandrini collegò il [[Servizio Informazioni Difesa|SID]] all'[[omicidio]] di [[Roberto Calvi]] e ad alcune azioni terroristiche di ispirazione neofascista.

Alessandrini, al momento dell'omicidio, stava lavorando per creare un ''pool antiterrorismo'' che raccogliesse magistrati da diverse procure, per coordinare meglio il lavoro. Già il 13 settembre 1978 durante un'irruzione nell'appartamento in Via Negroli del terrorista [[Corrado Alunni]], era stata rinvenuta una scheda su Alessandrini: quel tipo di scheda, nella quale venivano raccolti tutti gli elementi necessari a organizzare un agguato, era in genere il primo passo verso un'azione violenta. La scheda era tanto dettagliata che Alessandrini sospettava fosse stata fornita dagli stessi servizi segreti.

== L'omicidio ==

Già il [[13 settembre]] [[1978]] durante un'irruzione nell'appartamento in Via Negroli del terrorista [[Corrado Alunni]], era stata rinvenuta una scheda su Alessandrini: quel tipo di scheda, nel quale venivano raccolti tutti gli elementi necessari a organizzare un agguato, era in genere il primo passo verso un'azione violenta. La scheda era tanto dettagliata che Alessandrini sospettava fosse stata fornita dagli stessi servizi segreti.

Il 29 gennaio Alessandrini venne aggredito dopo aver portato a piedi il figlio Marco a scuola e tornato sotto casa, Alessandrini prese la sua automobile per dirigersi sul posto di lavoro; un commando attaccò l'automobile ferma al [[semaforo]] tra Viale Umbria e Via Muratori, un incrocio critico che obbligava le auto a fermarsi e che Alessandrini percorreva ogni giorno per recarsi in [[Tribunale]] di [[Milano]]. Due terroristi arrivarono improvvisamente, ruppero il vetro lato guidatore con una pistola e scaricarono otto colpi nell'abitacolo, uccidendo Alessandrini sul colpo; intanto, altri due uomini rimasero in copertura a poca distanza, nei pressi dell'auto per la fuga.

Una volta verificata l'uccisione, i terroristi ripiegarono sull'auto, mentre un quinto complice lanciava un fumogeno per coprire la fuga.

Nel [[1980]] il brigatista pentito [[Roberto Sandalo]] svelò la composizione del gruppo: il gruppo di fuoco era composto da [[Sergio Segio]] e [[Marco Donat -Cattin]], responsabili dell’agguatodell'agguato, mentre Michele Viscardi e Umberto Mazzola erano di copertura; Bruno Russo Palombi li attendeva tutti nell’autonell'auto con la quale fuggirono subito dopo l’attentatol'attentato.

==L'omicidio==

Il 29 gennaio Alessandrini venne aggredito dopo aver portato a piedi il figlio Marco a scuola. Arrivato sotto casa, Alessandrini prese la sua automobile per dirigersi sul posto di lavoro.

Poche ore dopo l'attentato, [[Prima Linea (organizzazione)|Prima Linea]] rivendicò l'azione con alcune telefonate a quotidiani.

Un commando attaccò l'automobile ferma al [[semaforo]] tra Viale Umbria e Via Muratori, un incrocio critico che obbligava le auto a fermarsi e che Alessandrini percorreva ogni giorno per recarsi in [[Tribunale]] di [[Milano]], e scelto quindi con particolare cura.

La rivendicazione citava:

Due terroristi arrivarono improvvisi, ruppero il vetro lato guidatore con una pistola e scaricarono otto colpi nell'abitacolo, uccidendo Alessandrini sul colpo. Intanto, due uomini rimasero in copertura a poca distanza, nei pressi dell'auto per la fuga.

{{quotecitazione|Oggi, 29 gennaio 1979 alle ore 8,30 il gruppo di fuoco Romano Tognini "Valerio" dell'organizzazione comunista Prima Linea, ha giustiziato il sostituto procuratore della repubblica Emilio Alessandrini. Era una delle figure centrali che il comando capitalistico usa per rifondarsi come macchina militare o giudiziaria efficiente e come controllore dei comportamenti sociali e proletari sui quali intervenire quando la lotta operaia e proletaria si determina come antagonista ed eversiva.}}

Una volta verificata l'uccisione, i terroristi ripiegarono sull'auto, mentre un quinto complice lanciava un fumogeno per coprire la fuga.

Alessandrini è uno dei magistrati che maggiormente ha contribuito in questi anni a rendere efficiente la procura della repubblica di Milano; egli ha fatto carriera a partire dalle indagini su Piazza Fontana che agli inizi costituivano lo spartiacque per rompere con la gestione reazionaria della magistratura, ma successivamente, scaricati dallo stato i fascisti, ormai ferri vecchi, diventano il tentativo di ridare credibilità democratica e progressista allo stato...

Nel [[1980]] il brigatista pentito [[Roberto Sandalo]] svelò la composizione del gruppo: il gruppo di fuoco era composto da [[Sergio Segio]] e [[Marco Donat Cattin]], responsabili dell’agguato, mentre Michele Viscardi e Umberto Mazzola erano di copertura; Bruno Russo Palombi li attendeva tutti nell’auto con la quale fuggirono subito dopo l’attentato.

Alessandrini era una delle figure centrali che il comando capitalistico usa per rifondarsi come macchina militare o giudiziaria efficiente e come controllore dei comportamenti sociali e proletari sui quali intervenire quando la lotta operaia e proletaria si determina come antagonista ed eversiva<ref>Citato in: [[Gherardo Colombo]], ''Il vizio della memoria'', Milano, Feltrinelli, 1998, p. 36.</ref>.}}

Poche ore dopo l'attentato, [[Prima Linea]] rivendicò l'azione con alcune telefonate a quotidiani.

La rivendicazione citava:

{{quote|Oggi, 29 gennaio 1979 alle ore 8,30 il gruppo di fuoco Romano Tognini "Valerio" dell'organizzazione comunista Prima Linea, ha giustiziato il sostituto procuratore della repubblica Emilio Alessandrini. Era una delle figure centrali che il comando capitalistico usa per rifondarsi come macchina militare o giudiziaria efficiente e come controllore dei comportamenti sociali e proletari sui quali intervenire quando la lotta operaia e proletaria si determina come antagonista ed eversiva.}}

==Gli arresti==

Nel maggio dell'anno successivo, l'arresto e il conseguente pentimento del terrorista [[Roberto Sandalo]] portò le forze dell'ordine ad una serie di arresti all'interno delle file di Prima Linea.

La stessa notte dell'omicidio scattò una intensa operazione di polizia, anche nei confronti di esponenti di estrema sinistra, ed intellettuali come [[Enzo Collotti]] e [[Francesco Leonetti]]<ref>{{Cita web|url=http://www.fondazionecipriani.it/Kronologia/prova.php?DAANNO=1979&AANNO=1980&id=&start=90|titolo=Cronologia|accesso=10 novembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20130413031044/http://www.fondazionecipriani.it/Kronologia/prova.php?DAANNO=1979&AANNO=1980&id=&start=90|dataarchivio=13 aprile 2013}}</ref>.

Nel 1983 a [[Torino]] cominciò il processo, che si concluse a dicembre con la condanna dei responsabili dell'omicidio. Il terrorista [[Sergio Segio]], ritenuto esecutore materiale dell'omicidio, fu condannato all’ergastolo. Bruno Rossi Palombi, l'autista, venne condannato a 24 anni e sei mesi.

NelSolo nel maggio dell'annodel 1980 successivoperò, l'arresto e il conseguente pentimento del terrorista [[Roberto Sandalo]] portò le forze dell'ordine ad una serie di arresti all'interno delle file di Prima Linea.

[[Marco Donat Cattin]], il secondo membro del gruppo di fuoco, ricevette una condanna a otto in quanto "dissociato", ed in seguito gli fu riconosciuta la libertà provvisoria. Vennero assegnate altre pene minori a personaggi legati all'organizzazione, che come Donat Cattin si erano in seguito distaccati dalla lotta armata, pur senza pentirsi.

Nel 1983 a [[Torino]] cominciò il processo, che si concluse a dicembre con la condanna dei responsabili dell'omicidio. Il terrorista [[Sergio Segio]], ritenuto esecutore materiale dell'omicidio, fu condannato all’ergastoloall'ergastolo. Bruno Rossi Palombi, l'autista, venne condannato a 24 anni e sei mesi.

Donat Cattin era figlio di [[Carlo Donat Cattin]], uno dei massimi esponenti della [[Democrazia Cristiana|DC]]. Marco era da tempo militante in [[Lotta Continua]], passato nel [[1976]] alla lotta armata, già coinvolto nell'[[assalto all'Associazione Dirigenti FIAT]].

[[Marco Donat -Cattin]], il secondo membro del gruppo di fuoco, ricevette una condanna a otto in quanto "dissociato", ed in seguito gli fu riconosciuta la libertà provvisoria. Vennero assegnate altre pene minori a personaggi legati all'organizzazione, che come Donat Cattin si erano in seguito distaccati dalla lotta armata, pur senza pentirsi.

Donat Cattin era figlio di [[Carlo Donat -Cattin]], uno dei massimi esponenti della [[Democrazia Cristiana|DC]] negli anni settanta. Marco era da tempo militante in [[Lotta Continua]], passato nel [[1976]] alla lotta armata, già coinvolto nell'[[assalto all'Associazione Dirigenti FIAT]].

Gli arresti decapitarono la struttura militare di Prima Linea, eliminando dall'azione tutti i membri più attivi e gli organizzatori.

== Note ==

<references/>

==Collegamenti esterni==

*[ {{cita web | 1 = http://www.vittimeterrorismo.it/memorie/schede/alessandrini.htm | 2 = Scheda sul sito dell'Associazione Vittime del terrorismo] | accesso = 3 agosto 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20091218165817/http://www.vittimeterrorismo.it/memorie/schede/alessandrini.htm | dataarchivio = 18 dicembre 2009 | urlmorto = sì }}

*[ {{cita web|url=http://www.radio24.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=849407&chId=40&artType=Articolo&menu=arch&subSezId=9761&sezId=9761&anno=2006&mese=12 la|titolo=La vicenda Alessandrini su Radio24]|urlmorto=sì}}

{{Anni di piombo}}

{{Portale|politica|storia d'Italia}}

{{DEFAULTSORT:Alessandrini, Emilio}}

[[Categoria:Attentati terroristici di Prima Linea|Omicidio Alessandrini]]

[[Categoria:Terrorismo]]

[[Categoria:AnniCasi di piomboomicidio nel 1979|Alessandrini, Emilio]]

[[Categoria:Casi di omicidio in Italia|Alessandrini, Emilio]]

[[Categoria:Morti di personalità|Alessandrini, Emilio]]