La '''goliardiagoliardìa''' è ilun tradizionaleinsieme spiritodi che[[associazione anima le comunità(diritto)|associazioni]] [[studente|studentesche]]sche, soprattutto [[Università|universitarie]] di origine medioevale, tipico dell'[[Italia]] ma simile per certi aspetti ad altre organizzazioni di altri paesi, come per esempio le [[fratellanze e sorellanze]] statunitensi. Il termine per [[traslato]] si riferisce anche più in generale allo spirito che anima le comunità di studenti,<ref>{{treccani|goliardia|Goliardia|v=1}}</ref> in cui alla necessità dello studio si accompagnano il gusto della trasgressione, la ricerca dell'[[ironia]], il piacere della compagnia e dell'avventura.<ref>{{Cita web|url=https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/G/goliardia.shtml|titolo=Goliardia: Definizione e significato - Dizionario italiano - Corriere.it|sito=Corriere della Sera|accesso=2023-04-22}}</ref>
== Etimologia ==
I tratti connotativi del fenomeno sono comuni a più gruppi [[italia]]ni, ma sono anche simili ad altre organizzazioni [[europa|europee]] e [[Stati Uniti d'America|statunitensi]].
La parola ''goliardo'', o meglio ''goliarda'', è spesso considerata la contrazione di ''Golia Abelardo''. In realtà, la parola ha un etimo incerto<ref name="S. Battaglia" /> e dibattuto<ref name="J. Le Goff">[[Jacques Le Goff]], ''Gli intellettuali nel Medioevo'', Milano, 1959</ref>: apparsa nella seconda metà del [[XII secolo]], andò a sostituire l'espressione ''[[clerici vagantes]]'' divenuta inadeguata, affermandosi soprattutto nel [[XIII secolo]]<ref name="S. Battaglia" />. Compare, per la prima volta, nella doppia forma francese (''goliard'') e [[latino medievale|mediolatina]] ''goliardus''<ref name="S. Battaglia">{{EI|goliardi|Goliardi| volume = 17 | anno = 1933 | autore = [[Salvatore Battaglia]] | accesso = 1º luglio 2017}}</ref>.
La parola potrebbe derivare dal latino ''gŭla'' (che designava un particolare "canto a gola"), con l'aggiunta del suffisso -hard, con il significato di "goloso" (o "incontinente")<ref name="S. Battaglia" />. Un altro etimo, molto sentito all'epoca, rimanderebbe a un personaggio biblico, il gigante ''[[Golia]]'' (in latino ''Golias''), nel senso di [[diavolo]] o ''nemico di Dio''<ref name="S. Battaglia" /> (nella versione [[Bibbia|Biblica]], infatti, ''Goliath'' indicava lo stesso [[diavolo]]<ref>[[Jacques Le Goff]], ''Genio del Medioevo'' [[Milano]], 1959; in ''Antologia di ricerca storica dalla società feudale al Novecento'', a cura di Mario Matteini e Roberto Barducci, Messina-Firenze, 2003.</ref>). In questo stesso senso spregiativo, Golia era anche l'[[epiteto]] con cui [[Bernardo di Chiaravalle|San Bernardo da Chiaravalle]] era solito chiamare il suo avversario intellettuale [[Pietro Abelardo]]<ref name="S. Battaglia" />, personaggio contraddittorio, prelato e intellettuale, vissuto nel XII secolo, fondatore di questo movimento e stile di vita.
==Etimologia==
Secondo lo [[storia|storico]] [[Francia|francese]] [[Jacques Le Goff]]<ref name="J. Le Goff" />, invece, sono da considerare fantasiose quelle [[etimologia|etimologie]] che fanno derivare il termine da [[Golia]] o da ''gula'', la gola, intendendo quindi il goliardo colui che è dedito ai piaceri della gola. Nel francese antico, in effetti, il termine ''Goliard'' o ''Goliart'' significava "goloso", "ingordo", "ghiottone".<ref>[[Frédéric Godefroy]], ''Dictionnaire de l'ancienne Langue Française et de tous ses dialectes, du IXe au XVe siècle'', Paris, [[1881]], pag. 306.</ref> ''Goliardico'' è anche un aggettivo, che può essere usato anche fuori dal contesto soprascritto; infatti, qualsiasi comportamento in cui sono presenti componenti scherzose e dissacranti al limite dello sberleffo può definirsi tale.
La parola "'''goliardo'''" o, meglio, "'''goliarda'''", è spesso considerata la contrazione di "''Golia Abelardo''". Si tratta in realtà di un calco dal francese "goliard", che significa "che ha a che fare con Golia, seguace di Golia" (sul modello di "montaigne" > "montagnard"). Golia è il modo in cui fu soprannominato [[Pietro Abelardo]], personaggio contraddittorio, prelato ed intellettuale, vissuto nel XII secolo, fondatore di questo movimento e stile di vita e avversario intellettuale di [[San Bernardo da Chiaravalle]].
== Le origini medioevali ==
Dal [[Medioevo]] esiste anche un filone goliardico in [[letteratura]], che ha avuto il suo migliore esponente in [[Cecco Angiolieri]]. La [[poesia]] goliardica era una naturale espressione dello spirito da [[osteria]] o da ''[[camerata]]''.
{{Approfondimento
"Goliardico" è anche un aggettivo, che può essere usato anche fuori dal contesto soprascritto, infatti qualsiasi comportamento in cui sono presenti componenti scherzose e dissacranti al limite dello sberleffo può definirsi tale.
==Le origini medioevali==
{{nota
|larghezza=200px
|titolo=Amore, gioco e vino
|contenuto=''"Qual nave che nel pelago''<br />
''non ha nocchiero...''<br />
''io non son stretto a vincoli''<br />
''né a luogo alcun mi lego''<br />
...
''mi struggono delle vergini''<br />
''le grazie e il candore,''<br />
''se non posso con l'opera''<br />
''le stupro almeno col cuore''<br />
...
''Ah i casi non son radi''<br />
''in cui mi avvien di perdere''<br />
''anche le vesti ai dadi!''<br />
''Ma se pel freddo ho i brividi,'' <br />
''nell'imo petto ho ardori''<br />
...
''È mio saldo proposito''<br />
''morir dal taverniere:''<br />
''chi quivi muore ha prossimo''<br />
''alle labbra il bicchiere,''<br />
''e ode i cori degli angeli''<br />
''che pregano:- Signore''<br />
''deh accogli nell'Empireo''<br />
''questo buon bevitore!''<br />
...
''Cerco il piacer tra gli uomini''<br />
''e non oltre le stelle''<br />
''non curo affatto l'anima''<br />
''ma curo assai la pelle."'' <ref>da ''La confessione di Golia'', in C.[[Corrado Corradino]], "''I canti dei goliardiGoliardi, o studenti vaganti neldel Medioevo"Medio Evo'' (ristampa a cura di Francesco Picco), [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]], [[Milano]] 1928.</ref>}}<br />
''<small>(Dal canto "Estuans Intrinsecus", composto dall'[[Archipoeta|Archipoeta di Colonia]], [[Carmina Burana|CB]] 191)</small>''}}
Se incerta è l'etimologia, più sicura invece la loro origine storica che può rintracciarsi intorno al [[XII secolo]] quando la [[Rinascita dell'anno Mille|rinascita]] economica delle attività [[commercio|commerciali]] rompe le strutture immobilistiche dei secoli precedenti e introduce un'ampia [[mobilità (sociologia)|mobilità sociale]]. Già il fatto di non poter inquadrare i goliardi in un preciso schema [[società (sociologia)|sociale]], come accadeva nell'[[Alto Medioevo]] dove ognuno occupava il suo definito [[ruolo sociale]], genera sospetto e scandalo nei benpensanti del tempo.<ref>J. Le Goff, ''Genio del Medioevo'' Mondadori, Milano, 1959 in ''Antologia di ricerca storica dalla società feudale al Novecento'', a cura di Mario Matteini e Roberto Barducci, Casa editrice D'Anna</ref> I goliardi sono ''[[clerici vagantes]]''<ref name="S. Battaglia" />, [[intellettuale|intellettuali]] vagabondi che per le loro condizioni economiche e sociali sono esclusi dalla carriera dei maestri delle [[Università nel Medioevo|università medioevali]] e dagli stessi studenti che possono permettersi di seguire in modo continuativo le lezioni dei [[professore|professori]]. Essi quindi sono studenti poveri che vivono di espedienti o al servizio di quelli ricchi o inventandosi il mestiere di [[giocoleria|giocolieri]], quando ''ioculator'' voleva dire essere uno spostato o un ribelle della buona società.<ref>J. Le Goff, ''op. cit.''</ref> Si danno quindi a una sorta di vagabondaggio intellettuale seguendo gli spostamenti del loro maestro preferito o recandosi dove insegnano professori famosi. L'esperienza di luoghi e uomini diversi ne fa quasi naturalmente degli spiriti liberi e la loro giovinezza li spinge a ricercare i piaceri ad essa associati.<ref name="S. Battaglia" /> Di questa loro tendenza all'[[amore]], al [[gioco]] e al [[vino]] ne rimane traccia nei loro componimenti poetici, nei ''[[Carmina Burana]]'' dove all'esaltazione dei piaceri carnali si associa la critica alla [[Storia del cristianesimo|Chiesa medioevale]] fustigatrice dei costumi [[libertinismo|libertini]].<ref>Il merito di aver fatto conoscere in [[Italia]] i [[Carmina Burana]] e i [[Clerici vagantes]] va ascritto a [[Corrado Corradino]] ([[1852]] - [[1923]]), critico letterario e poeta già allievo di [[Arturo Graf]], poi libero docente di [[Storia della letteratura italiana|letteratura italiana]] al [[Politecnico federale di Zurigo]] e successivamente professore a [[Torino]] presso il [[Liceo classico Vincenzo Gioberti|liceo Gioberti]] e l'[[Accademia Albertina|Accademia Albertina di Belle Arti]], che pubblicò nel [[1892]] presso l'Editore L. Roux ''I canti dei goliardi o studenti vaganti nel Medioevo'', con una serie di carmi tradotti in italiano dal latino e dal tedesco.</ref>
Secondo lo [[storia|storico]] [[Francia|francese]] [[Jacques Le Goff]] <ref>In [[Jacques Le Goff]], ''Gli intellettuali nel Medioevo'', Milano 1959</ref>, studioso della [[storia]] e della [[sociologia]] del [[Medioevo]], l'origine del termine ''goliardo'' è molto incerta. Sono da considerare fantasiose quelle [[etimologia|etimologie]] che fanno derivare il termine da [[Golia]], che rappresenterebbe nella versione [[Bibbia|biblica]] lo stesso [[diavolo]] <ref>in [[Jacques Le Goff]], ''Genio del Medioevo'' Milano, 1959; in "Antologia di ricerca storica dalla società feudale al Novecento", a cura di Mario Matteini e Roberto Barducci, Messina Firenze 2003.</ref> o da ''gula'', la gola, intendendo quindi il goliardo colui che è dedito ai piaceri della gola.
I goliardi sono i naturali [[anarchia|anarchici]] oppositori di tutti coloro che si riconoscono nelle caste sociali medioevali, non solo quelli associati al potere come l'ecclesiastico o il nobile ma anche quelli chiusi nella loro grettezza sociale e intellettuale come il contadino.<ref>«È significativo che la poesia goliardica se la prenda – assai prima che ciò divenga un luogo comune della letteratura borghese – con tutti i rappresentanti dell'ordine dell'Alto Medioevo: l'ecclesiastico, il nobile, persino il contadino.» (In Le Goff, ''op.cit'')</ref> Nella loro feroce critica antipapale e antiromana, i goliardi vengono spesso associati al partito [[guelfi e ghibellini|ghibellino]], ma in realtà essi vanno oltre<ref>[http://www.midiaonline.it/pdf/pneumorama_04_05/pneumorama_04_05_l.pdf Giuseppe Lauriello, ''Gaudeamus Igitur! Goliardi e goliardia nell'occidente medievale'']</ref>: nel [[papa]] essi vedono non solo l'ipocrita tutore della tradizione morale ma l'esponente di una gerarchia organizzata sulla nuova forza del [[denaro]]:
Più sicura invece la loro origine storica che può rintracciarsi intorno al [[XII secolo]], quando la [[Rinascita dell'anno Mille|rinascita]] economica delle attività [[commercio|commerciali]] rompe le strutture immobilistiche dei secoli precedenti e introduce un'ampia mobilità sociale. Già il fatto di non poter inquadrare i goliardi in un preciso schema [[società|sociale]], come accadeva nell'alto [[Medioevo]] dove ognuno occupava il suo definito ruolo sociale, genera sospetto e scandalo nei benpensanti del tempo. I goliardi sono appunto dei [[clerici vagantes]], degli [[intellettuale|intellettuali]] vagabondi che per le loro condizioni economiche e sociali sono esclusi dalla carriera dei maestri delle [[università]] medioevali e dagli stessi studenti che possono permettersi di seguire in modo continuativo le lezioni dei [[professore|professori]]. Essi quindi sono degli studenti poveri che vivono d'espedienti o al servizio di quelli ricchi o inventandosi il mestiere di [[giocoliere|giocolieri]], quando ''ioculator'' voleva dire essere uno spostato o un ribelle della buona società. Si danno quindi a una sorta di vagabondaggio intellettuale seguendo gli spostamenti del loro maestro preferito o recandosi dove insegnano professori famosi. L'esperienza di luoghi e uomini diversi ne fa quasi naturalmente degli spiriti liberi e la loro giovinezza li spinge a ricercare i piaceri ad essa associati. Di questa loro tendenza all'[[amore]], al [[gioco]] e al [[vino]] ne rimane traccia nei loro componimenti poetici, nei [[Carmina Burana]] dove all'esaltazione dei piaceri carnali si associa la [[critica]] alla [[Chiesa]] medioevale fustigatrice dei costumi [[libertinismo|libertini]].
<div align="center">{{Citazione|''L'ordine del clero ai laici è in mala fama:''<br />
''la sposa di Gesù divien venale''<br />
''donna pubblica or è, lei che era dama.''|''Dal canto "[[Licet eger cum egrotis]]", composto da [[Gualtiero di Châtillon]], [[Carmina Burana|CB]] 8''}}</div>
Ma anche nel clero i goliardi fanno distinzioni: i [[parroco|parroci]] sono risparmiati dalla loro critica corrosiva perché essi sono povere vittime della [[gerarchia]] e della avidità dei [[frate|frati]] che, con la loro ipocrita professione di umiltà e povertà, in realtà fanno concorrenza ai preti togliendo loro ingenui fedeli e [[prebenda|prebende]], grazie alle quali gozzovigliano nel chiuso dei loro [[convento|conventi]]. I goliardi danno inizio a tutta una letteratura che vede nel ''fratacchione'' l'esponente tipico di una vita condotta sotto l'insegna dei piaceri carnali, nascosti da una tonaca falso segno di una rinuncia ai beni terreni per quelli celesti. Ai veri o falsi valori fratreschi di una vita contemplativa, i goliardi contrappongono l'ideale di una vita attiva tutta umana e [[laicità|laica]].<ref name="S. Battaglia"/><ref>Hilario Franco jr., ''Nel paese di Cuccagna: la società medievale tra il sogno e la vita quotidiana'', Città Nuova, 2001 p,175 e sgg.</ref>
Il goliardo amante della [[pace]], condizione prima dei piaceri, non può non essere antagonista del nobile [[Cavalleria medievale|cavaliere]] dedito alla professione della [[guerra]], di fronte al quale lo studente intellettuale contrappone la sua superiorità mentale e persino le sue maggiori capacità di seduzione sulle donne:
I goliardi sono i naturali [[anarchia|anarchici]] oppositori di tutti coloro che si riconoscono nelle caste sociali medioevali, non solo quelli associati al potere come l'ecclesiastico o il nobile ma anche quelli chiusi nella loro grettezza sociale e intellettuale come il contadino.
<div align="center">{{Citazione|''Come vogliono la scienza e il nostro onore,''<br />
I goliardi nella loro feroce critica antipapale e antiromana vengono spesso associati al partito [[ghibellino]] ma in realtà essi vanno oltre: nel papa essi vedono non solo l'ipocrita tutore della tradizione morale ma l'esponente di una gerarchia organizzata sulla nuova forza del [[denaro]]:
''come impongono l'usanza e il dovere,''<br />
<center>{{quote|''L'ordine del clero ai laici è in mala fama:''<br/>
''lariconosciam sposache diil Gesùchierico divienin venaleamore,''<br />
''vale assai, assai più del cavaliere.''|''Dalla [[Canzone (metrica)|Canzone]] di [[Filide]] e di [[Flora]], [[Carmina Burana|CB]] 92''}}</div>
''donna pubblica or è, lei che era dama.''}}</center>
Ma anche nel clero i goliardi fanno distinzioni: i [[parroco|parroci]] sono risparmiati dalla loro critica corrosiva perché essi sono povere vittime della [[gerarchia]] e della avidità dei [[frate|frati]] che con la loro ipocrita professione di umiltà e povertà in realtà fanno [[concorrenza]] ai preti togliendo loro ingenui fedeli e [[prebenda|prebende]] grazie alle quali gozzovigliano nel chiuso dei loro [[convento|conventi]].<br/>
I goliardi danno inizio a tutta una letteratura che vede nel ''fratacchione'' l'esponente tipico di una vita condotta sotto l'insegna dei piaceri carnali nascosti da una tonaca falso segno di una rinuncia ai beni terreni per quelli celesti. Ai veri o falsi valori fratreschi di una vita contemplativa i goliardi contrappongono l'ideale di una vita attiva tutta umana e [[laicità|laica]].
Fin dall'inizio era prevedibile che i goliardi fossero ridotti ai margini del movimento intellettuale. La loro critica solo distruttiva, l'incapacità di [[istituzione|istituzionalizzarsi]] nelle università, le persecuzioni e le condanne che li hanno colpiti, il loro amore per una vita libera e libertina li ha fatti scomparire dalla cultura dei secoli seguenti alla quale tuttavia essi hanno lasciato in eredità le loro idee che rivivranno negli intellettuali dell'[[Umanesimo]] e del [[Rinascimento]].<ref>J. Le Goff, ''Genio del Medioevo'', Mondadori, Milano, 1959 (in ''Antologia di ricerca storica dalla società feudale al Novecento'', a cura di Mario Matteini e Roberto Barducci, Casa editrice D'Anna</ref>
Il goliardo amante della pace, condizione prima dei piaceri, non può non essere antagonista del nobile [[Cavalleria medievale|cavaliere]] dedito alla professione della [[guerra]] di fronte al quale lo studente intellettuale contrappone la sua superiorità mentale e persino le sue maggiori capacità di seduzione sulle donne:<br>
<center>{{quote|''Come vogliono la scienza e il nostro onore,''<br/>
''come impongono l'usanza e il dovere, <br/>
''riconosciam che il chierico in amore,''<br/>
''vale assai, assai più del cavaliere.''|''[[Canzone (metrica)|Canzone]] di [[Fillide]] e di [[Flora]]''}}</center>
== La goliardia nell'Età moderna ==
Fin dall'inizio era prevedibile che i goliardi fossero ridotti ai margini del movimento intellettuale. La loro critica solo distruttiva, l'incapacità di [[istituzione|istituzionalizzarsi]] nelle università, le persecuzioni e le condanne che li hanno colpiti, il loro amore per una vita libera e libertina li ha fatti scomparire dalla [[cultura]] dei secoli seguenti alla quale tuttavia essi hanno lasciato in eredità le loro idee che rivivranno negli intellettuali dell'[[Umanesimo]] e del [[Rinascimento]].
Nell'epoca moderna gli studenti delle università italiane presero a riunirsi in [[Accademia|accademie]]. Questi gruppi, cui partecipavano talvolta anche professori, avevano come punto di riferimento caffè o salotti privati. Spesso i membri di un'accademia si riconoscevano per alcuni segni distintivi, come l'indossare una spilla o un particolare capo di abbigliamento, fino allo sfoggiare una singolare acconciatura.
Ad esempio, si ha memoria di numerose accademie sorte a Pisa, tra l'inizio del [[XVII secolo|seicento]] e la metà del [[XVIII secolo|settecento]]. Tra queste le accademie degli [[Accademia degli Svegliati|Svegliati]], dei Disuniti, degli Irresoluti e dei Lunatici, quest'ultima nata dalla fusione di quelle degli Informi, dei [[Teatro dei Rozzi|Rozzi]] (o dei Sordi) e degli Occulti.<ref>"''Un gruppo dei Lunatici che si era dedicato all'arte scenica fu denominato "degli Stravaganti" nel 1670, il primo cenacolo della goliardia pisana''" (da F. Vallerini, ''Le 25 Accademie Pisane dagli Svegliati all'Ussero, seduta scientifica della Società Storica Pisana del 27 marzo 1981'').</ref>
== La goliardia nell'Età Moderna ==
Nell'epoca moderna gli studenti delle università italiane presero a riunirsi in Accademie. Questi gruppi, cui partecipavano talvolta anche professori, avevano come punto di riferimento caffè o salotti privati. Spesso i membri di un'accademia si riconoscevano per alcuni segni distintivi, come l'indossare una spilla o un particolare capo di abbigliamento, fino allo sfoggiare una singolare acconciatura.
Ad esempio, si ha memoria di numerose accademie sorte a Pisa, tra l'inizio del [[XII secolo|seicento]] e la metà del [[XVIII secolo|settecento]]. Tra queste le accademie degli [[Accademia degli Svegliati|Svegliati]], dei Disuniti, degli Irresoluti e dei Lunatici, quest'ultima nata dalla fusione di quelle degli Informi, dei [[Congrega dei Rozzi|Rozzi]] (o dei Sordi) e degli Occulti.<ref>"''Un gruppo dei Lunatici che si era dedicato all'arte scenica fu denominato "degli Stravaganti" nel 1670, il primo cenacolo della goliardia pisana''" (da F. Vallerini, ''Le 25 Accademie Pisane dagli Svegliati all'Ussero, seduta scientifica della Società Storica Pisana del 27 marzo 1981'').</ref>
== La goliardia nel XIX secolo ==
Il più antico episodio goliardico conosciuto è descritto da [[Ersilio Michel]] ed è relativo all'anno 1820:
{{q|In Pisa li Scolari clamorosi, e amanti del disordine composero una Satira contro quei compagni loro, che sdegnando di seguirli nelle sregolatezze cercavano di vivere modestamente [...]. Era questa Satira in Sestine [...]. L'Autore figurava, che questi Scolari divisi dal resto dei sussurratori si adunassero in Casa di uno di loro, per formare una specie di Governo Monarchico fra questo ceto; da essi caratterizzato col soprannome di Beccaccini, perché amanti di portare al collo de' fazzoletti sopraffini colle becche del solino pinzute, e fuori della Corvetta, perché ricusavano mostrarsi al pubblico in Cacciatora verde, che è il distintivo Carbonico [...]. Fanno poi che [il Re dia] delle Cariche di Corte, e istituisca un Ordine Cavalleresco detto dei Somari, satarizzando per nome tutti coloro a cui si distribuiscono l'impieghi. Un certo Ricci Studente Livornese in pubblico ''[[Caffè dell'Ussero (Pisa)|Caffè dell'Ussero]]'' salì sopra un tavolino, e lesse questa Satira. Il giorno dopo ebbe due ore di tempo a partire.<ref>[[Ersilio Michel]], ''Maestri e scolari dell'Università di Pisa nel Risorgimento nazionale'', 1949, Sansoni, Firenze.</ref>}}
Le testimonianze goliardiche ancora oggi raccolte all'interno di questo [[Palazzo Agostini (Pisa)|Caffè pisano]] sono numerose. Come numerosi sono gli aneddoti riguardanti la frequentazione del caffè da parte di studenti poi divenuti famosi. Come l'aretino [[Antonio Guadagnoli]] il quale, improvvisando quartine scherzose, fece una penosa impressione al [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], che vi accenna nello ''[[Zibaldone]]''; il monsummanese [[Giuseppe Giusti]], eterno fuoricorso, venuto, come scrisse lui stesso, "''a studiar Legge di contraggenio''"; il maremmano, ma pisano d'elezione, [[Renato Fucini]], che in questo locale scoprì la propria vena poetica; per giungere al primo italiano vincitore di un [[Premio Nobel]], il versiliese [[Giosuè Carducci]], il quale, dopo aver superato brillantemente un esame, corse all'Ussero a improvvisare - come lui stesso scrive nelle memorie - un [[poema eroicomico]]: "''Eroe dell'epopea, ch'io un po' cantavo, un po' declamavo, era un vaso etrusco personificato, il quale entrava nell'Ussero e spaccava le tazze, i gotti, e simili buggeratelle moderne''".
Il più antico episodio goliardico conosciuto è descritto da Ersilio Michel ed è relativo all'anno 1820:
'' - In Pisa li Scolari clamorosi, e amanti del disordine composero una Satira contro quei compagni loro, che sdegnando di seguirli nelle sregolatezze cercavano di vivere modestamente [...]. Era questa Satira in Sestine [...]. L'Autore figurava, che questi Scolari divisi dal resto dei sussurratori si adunassero in Casa di uno di loro, per formare una specie di Governo Monarchico fra questo ceto; da essi caratterizzato col soprannome di Beccaccini, perché amanti di portare al collo de' fazzoletti sopraffini colle becche del solino pinzute, e fuori della Corvetta, perché ricusavano mostrarsi al pubblico in Cacciatora verde, che è il distintivo Carbonico [...]. Fanno poi che [il Re dia] delle Cariche di Corte, e istituisca un Ordine Cavalleresco detto dei Somari, satarizzando per nome tutti coloro a cui si distribuiscono l'impieghi. Un certo Ricci Studente Livornese in pubblico ''Caffè dell'Ussero'' salì sopra un tavolino, e lesse questa Satira. Il giorno dopo ebbe due ore di tempo a partire. -''<ref>Ersilio Michel, ''Maestri e scolari dell'Università di Pisa nel Risorgimento nazionale'', 1949, Sansoni, Firenze.</ref>
Al pari di quanto stava avvenendo a Pisa, anche nelle altre principali città universitarie italiane la vita goliardica aveva al centro un [[caffè letterario]]. Tra i più importanti, il [[Caffè Florian]] di [[Venezia]], il [[Caffè Pedrocchi]] di [[Padova]] e il [[Antico Caffè Greco|Caffè Greco]] di [[Roma]]. Fu in questi e in molti altri caffè e salotti prossimi alle università che un largo numero di studenti e professori, alla luce dei rapidi mutamenti politici del periodo, sposò la causa [[risorgimento|risorgimentale]] e si batté per l'unità d'Italia. L'episodio che più rappresenta questo particolare momento storico è il sacrificio compiuto dal [[Battaglione universitario pisano|Battaglione Universitario]] (composto da professori e studenti di Pisa e [[Università degli Studi di Siena|Siena]]<ref>''Racconto storico della giornata campale pugnata il 29 maggio 1848 a Montanara e Curtatone'' - Firenze 1854</ref>) il 29 maggio [[1848]] sui campi di [[Battaglia di Curtatone e Montanara|Curtatone e Montanara]]. Il canto che ricorda quel sacrificio, il ''[[Di canti di gioia]]'', è oggi un inno delle associazioni goliardiche italiane.
Le testimonianze goliardiche ancora oggi raccolte all'interno di questo [[Palazzo Agostini|Caffè pisano]] sono numerose. Come numerosi sono gli aneddoti riguardanti la frequentazione del caffè da parte di studenti poi divenuti famosi. Come l'aretino [[Antonio Guadagnoli]] il quale, improvvisando quartine scherzose, fece una penosa impressione al [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], che vi accenna nello ''Zibaldone''; il monsummanese [[Giuseppe Giusti]], eterno fuoricorso, venuto, come scrisse lui stesso, "''a studiar Legge di contraggenio''"; il maremmano, ma pisano d'elezione, [[Renato Fucini]], che in questo locale scoprì la propria vena poetica; per giungere al primo italiano vincitore di un [[Premio Nobel]], il versiliese [[Giosuè Carducci]], il quale, dopo aver superato brillantemente un esame, corse all'Ussero a improvvisare - come lui stesso scrive nelle memorie - un poema eroicomico: "''Eroe dell'epopea, ch'io un po' cantavo, un po' declamavo, era un vaso etrusco personificato, il quale entrava nell'Ussero e spaccava le tazze, i gotti, e simili buggeratelle moderne''".
È sul finire del XIX secolo che per primi gli studenti bolognesi fecero proprio il termine "goliardia", quando il movimento venne fondato sotto l'impulso di [[Giosuè Carducci]], allora professore presso la locale Facoltà di Lettere. Il poeta aveva assistito nel 1886 in Germania a manifestazioni studentesche simili a quello che sarebbe stato poi il ''modus operandi'' dei Goliardi. Gli studenti tedeschi erano effettivamente eredi (considerando le evoluzioni storiche del caso) di quei ''[[clerici vagantes]]'' tanto osteggiati dalla chiesa durante il XII secolo, e che avevano eletto [[Pietro Abelardo]] a proprio vessillo nella lotta – spesso più dozzinale che dottrinale – alle imposizioni ideologiche del Papa.
Al pari di quanto stava avvenendo a Pisa, anche nella altre principali città universitarie italiane la vita goliardica aveva al centro un caffè letterario. Tra i più importanti, il [[Caffè Florian]] di [[Venezia]], il [[Caffè Pedrocchi]] di [[Padova]] e il [[Antico Caffè Greco|Caffè Greco]] di [[Roma]]. Fu in questi e in molti altri caffè e salotti prossimi alle università che un largo numero di studenti e professori, alla luce dei rapidi mutamenti politici del periodo, sposò la causa [[risorgimentale]] e si batté per l'unità d'Italia. L'episodio che più rappresenta questo particolare momento storico è il sacrificio compiuto dal [[Battaglione Universitario]] (composto da professori e studenti di Pisa e [[Università di Siena|Siena]] <ref>''Racconto storico della giornata campale pugnata il 29 maggio 1848 a Montanara e Curtatone'' - Firenze 1854</ref>) il [[29 maggio]] [[1848]] sui campi di [[Battaglia di Curtatone e Montanara|Curtatone e Montanara]]. Il canto che ricorda quel sacrificio, il ''Di canti di gioia'', è oggi un inno delle associazioni goliardiche italiane.<ref>'''Curtatone e Montanara'''</br>
Lo storico contemporaneo [[Arrigo Petacco]], sulla battaglia di [[Curtatone]] e [[Montanara]] ha una versione dei fatti molto diversa : «...Nella prima Guerra di indipendenza (1848) il Piemonte dichiarò guerra all’Austria con grande coraggio e in suo aiuto Napoli e il Vaticano si allearono nella prima fase della guerra. E alcuni reparti militari napoletani e pontifici combatterono in Lombardia.</br>
A Curtatone e Montanara, passato alla storia, ci fu un episodio in cui, si legge nei libri di scuola c’è scritto che "''gli studenti universitari di Pisa fermarono gli austriaci che stavano per aggirare l’esercito di Carlo Alberto''."</br>
In realtà non erano gli studenti di Pisa, gli studenti di Pisa c’erano ma alle prime scoppiettate scapparono, rimasero lì un battaglione partenopeo comandato da un colonnello napoletano che tennero duro e respinsero gli austriaci.</br>
Questo è un fatto storico, anzi nel diario di guerra dell’esercito austriaco a Vienna c’è proprio anche il nome e il numero del comandante.</br>
Quando finì la Prima guerra di indipendenza e nel frattempo Napoli si era ritirata, il Papa anche e gli storici piemontesi che scrivono la guerra si trovano di fronte a questo imbarazzo: "''Oh, l’unico episodio vero e nobile l’ha fatto un napoletano, non possiamo attribuire ai napoletani, ci sputtaniamo!''"</br>
E allora si inventarono che gli studenti di Pisa non solo avevano fermato gloriosamente, ma il loro comandante che si chiamava Giuseppe Montanelli, addirittura ottennero che la feluca fosse tagliata a metà la punta per ricordare la battaglia, che non si meritava.</br>
Dice Petacco, questa storia l’ho raccontata al mio amico [[Indro Montanelli]], discendente di quello, gli dico: "''Guarda Indro che la verità è questa''" e lui mi rispose: "''Eh lo so, ma ora non me la posso mica prendere col mì nonno!''" e anche nel suo libro di Storia ha confermato la vicenda degli studenti pisani.»</ref>
Nel [[Festeggiamenti all'Università di Bologna nel 1888|giugno 1888 si svolsero i festeggiamenti per l'Ottavo Centenario]] dell'[[Università di Bologna]]. Essi erano stati fortemente voluti da [[Giosuè Carducci]], che (come detto sopra) aveva partecipato nel 1886 ai festeggiamenti tedeschi per il sesto centenario dell'[[Università di Heidelberg]], e ne era rimasto molto colpito. La [[Germania]], unita da pochi anni, aveva sapientemente utilizzato i festeggiamenti di Heidelberg come vetrina per presentarsi al mondo come Nazione, e non aveva badato a spese. L'[[Italia]], unita anch'essa da poco più di un decennio, volle emulare la Germania sullo stesso terreno. I festeggiamenti, denominati [[Saecularia Octava]], richiamarono a Bologna delegazioni di studenti e di professori da tutta Europa. I Goliardi tedeschi, nelle loro uniformi delle Confraternite, spiccavano in mezzo a tutti gli altri. È difficile descrivere oggi l'atmosfera di euforia e di fratellanza tra studenti europei che pervase quei giorni, come possiamo ancora leggere negli articoli entusiasti dei giornali dell'epoca. Tutti gli intervenuti furono profondamente impressionati da ciò che videro. Gli studenti francesi, per esempio, decisero proprio in quell'occasione di creare anche in Francia una tradizione goliardica, fino ad allora inesistente: nacque così la [[Faluche]], e nacquero i [[Faluchards]].
È sul finire del XIX secolo che per primi gli studenti bolognesi fecero proprio il termine "goliardia", quando il movimento venne fondato sotto l'impulso di [[Giosuè Carducci]], allora insegnante presso la locale facoltà di lettere. Il poeta aveva assistito in Germania a manifestazioni studentesche simili a quello che sarebbe stato poi il ''modus operandi'' dei Goliardi. Gli studenti tedeschi erano effettivamente eredi (considerando le evoluzioni storiche del caso) di quei [[clerici vagantes]] tanto osteggiati dalla chiesa durante il XII secolo, e che avevano eletto Pietro Abelardo a proprio vessillo nella lotta – spesso più dozzinale che dottrinale – alle imposizioni ideologiche del Papa.
Gli studenti intervennero a Bologna nelle loro varie delegazioni distinte per Università, e ogni delegazione portò un dono. I Goliardi di Torino portarono in regalo un'enorme botte di vino [[Barbera]], che sfilò per il centro della città posta su un grande carro trainato da quattro buoi inghirlandati, preceduto da venti cavalieri in costume. Sulla botte, a cavalcioni, stava uno studente travestito da [[Bacco]] con la testa cinta da una corona di foglie di vite, con accanto una [[Menadi|baccante]] colla coppa in mano e un [[satiro]] cornuto colle gambe caprine e la [[zampogna]]. I Goliardi di [[Padova]], per evocare il loro [[Palazzo del Bo]] (sede dell'[[Università degli Studi di Padova|Università di Padova]] sin dal [[1493]]), si portarono appresso un autentico bue, che venne anch'esso fatto sfilare; i Goliardi di [[Pavia]] regalarono una enorme forma di formaggio pesante più di 70 chili, recante sui lati dei versi scherzosi in rima in [[latino maccheronico]]. La botte di Barbera, il bue e il formaggio furono consegnati ai bolognesi con una fastosa cerimonia in latino, e furono poi utilizzati dai Bolognesi per allestire un enorme banchetto a cui presero parte tutti gli ospiti.
== La Goliardiagoliardia nel XX secolo ==
[[File:Goliardia f - Copie.jpg|right|thumb|Gruppo di goliardi italiani durante una gita-studio in [[Tripolitania]], nel [[1933]]]]
Nel secolo XIX le Facoltà universitarie erano riservate a un ristrettissimo ed elitario numero di fortunati. Come scriveva [[Adriano Sofri]]: «I goliardi, cioè gli studenti, erano una piccolissima minoranza [della popolazione]; nel famoso «Quarantotto», quello del secolo XIX, si calcola che gli universitari fossero circa 30.000 in tutta Europa».<ref>Adriano Sofri, ''[http://archivio.panorama.it/Cosi-il-68-sconfisse-la-goliardia Così il '68 sconfisse la Goliardia]'', in '''Panorama''', 18 gennaio 2001, n.3</ref> La crescita economica e il miglioramento delle condizioni sociali medie che seguirono all'Unità d'Italia, portarono le università italiane ad aumentare in maniera progressiva il numero di iscritti. Così la vita goliardica uscì dai caffè letterari e si riversò nelle piazze e nei teatri, dove gli studenti amavano imperversare con manifestazioni quali le ''Feriae MatricolarumMatricularum'', i carnevali goliardici, le operette (la più celebre fu [[Addio giovinezza! (operetta)|"Addio, giovinezza!"]]), la distribuzione di giornali satirici (i cosiddetti ''numeri unici''). Fino all'avvento del [[fascismo]] queste manifestazioni, prendendosi costantemente gioco dell'ordine costituito e delle costrizioni sociali e religiose del tempo, consentirono agli studenti di inserirsi per la prima volta con prepotenza nel dibattito sociale contemporaneo, spingendo con forza verso un ammodernamento dei costumi. Tra le persone che si sono distinte per l'impegno va ricordato Vanni Righini, Clerico Vagante nato goliardicamente a Livorno nel Granducato dei Quattro Mori, eterno studente, già vissuto a Firenze dove ha guidato il Sovrano Commendevolissimo Ordine Goliardico di San Salvi e poi a Siena dove è stato l'ideatore della Confraternita del Di-Vino Gallo Nero.
=== Le ''matricole'' e i ''papiri'' ===
È più o meno a cavallo tra XIX e XX secolo, che si affermò il costume del ''fare la matricola'' e dei [[Papiro di laurea|''papiri''.]] Gli studenti con più ''bolli'', ossia quelli con più anni di università alle spalle, andavano a caccia dei nuovi iscritti (le ''matricole'') per prendersi gioco di loro, riscuotere un piccolo obolo o più semplicemente farsi pagare da bere.<ref>Episodi simili, sebbene riferiti agli [[anni 1950|anni cinquanta]] sono ben descritti nel film diretto da [[Luigi Filippo D'Amico]] ''[[Noi siamo le colonne (film 1956)|Noi siamo le colonne]]'' ([[1956]]).</ref> Una volta “pelata”, alla matricola veniva rilasciata una pergamena a testimonianza dell'avvenuto pagamento, cosicché altri studenti anziani non potessero pretendere pagamenti ulteriori. Queste pergamene, riempite con disegni sconci e frasi ironiche, erano denominate ''papiri''; i loro autori, in alcuni casi dei veri e propri artisti, erano ingaggiati dagli studenti anziani anche per immortalare le proprie gesta goliardiche in ''papiri di laurea'', da affiggere in città una volta terminati gli studi. Questa dei ''papiri di laurea'' è una tradizione che sopravvive ancora oggi, diffusa in particolar modo tra gli studenti degli atenei di [[Università degli Studi di Padova|Padova]], di [[Università degli Studi di Verona|Verona]] e di [[Università Ca' Foscari Venezia|Venezia]], oltre che di [[Università degli Studi di Trieste|Trieste]], [[Università degli Studi di Trento|Trento]], [[Università degli Studi di Ferrara|Ferrara]] e [[Università degli Studi di Udine|Udine]]. Sempre a Padova e a Trieste peraltro, ma soltanto in ambiente goliardico, continua la tradizione del Papiro Matricolare, di fatto però demandata alle Accademie ede agli Ordini Goliardici.
=== Il periodo fascista ===
[[File:Agostino Gemelli studenti.jpeg|thumb|[[Agostino Gemelli]] attorniato da alcuni studenti dell'Università Cattolica. Si notino le feluche indossate da questi ultimi.]]Con l'istituzione dei [[Gruppo Universitario Fascista|Gruppi Universitari Fascisti]] (GUF) nel [[1927]], gran parte delle associazioni studentesche furono soppresse. I Guf, gestiti direttamente dal [[Partito Nazionale Fascista|partito]] allo scopo di formare nuovi gerarchi, per prima cosa si adoperarono nel tentativo di spegnere quello spirito di irriverenza che fino ad allora aveva animato gli studenti universitari. Per questo il regime arrivò persino a vietare il berrettino goliardico, obbligando gli studenti a sostituirlo con un fez nero sul quale, al massimo, ciascuno studente poteva applicare una striscia colorata a indicare la facoltà di appartenenza. Molti studenti si adeguarono, ma non mancarono episodi in cui gli studenti riuscirono comunque a dare sfogo a tutta la loro irriverenza. Fu il caso degli attori pisani del Crocchio Goliardi Spensierati i quali, “malauguratamente” invitati ai [[Littoriali|Littoriali della cultura e dell'arte]] di [[Palermo]] nel [[1938]], si presero gioco della parata e crearono non pochi scompigli.<ref>Su questo preciso episodio significativa è la testimonianza rilasciata da uno dei presenti, il livornese Cecco Patti, reperibile su YouTube. Su questa e altre "gesta" del Crocchio Goliardi Spensierati in epoca fascista: G. Gianfranchi, L. Gremigni, M. Salvestroni, ''La Goliardia a Pisa'', 2007, CDL Libri, Pisa.</ref>
A questo vanno aggiunte le seguenti "beffe" organizzate dai goliardi pisani, e cioè l'inauguazioneinaugurazione in [[Piazza dei Cavalieri]] del busto a [[Galileo Galilei]], impersonato da uno studente "infarinato" (come gli attuali artisti di strada) a mo' di statua e l'il finto arrivo del [[Mahatma Gandhi]] alla [[stazione di Pisa]], impersonato da un magrissimo studente di [[Pontedera]] (secondo la leggenda). Non vanno dimenticate le "spillonate" (punture di spillo) date nel deretano del gerarca, segretario del [[Partito Nazionale Fascista]] ''[[Achille Starace]]'' portato in trionfo dagli studenti patavini allora obbligatoriamente iscritti alla Gioventù Universitaria Fascista.
=== La rinascita e il boom del dopoguerra ===
Di fatto, terminata la [[Seconda guerra mondiale|guerra]], in molte città si ricorda come i goliardi furono tra i primi a impegnarsi nel rianimo del dibattito sociale e nel risollevare gli animi della popolazione, distribuendo piccole pubblicazioni [[Ciclostile|ciclostilate]], organizzando feste e imbastendo scherzi. Tutto questo in perfetto stile goliardico, ricorrendo all'ingegno e ai più singolari mezzi di fortuna.<ref>La prima pubblicazione pisana subito dopo la guerra fu ''Pisa e la guerra. Numero unico edito a cura dell'Unione Goliardica Pisana'', uscita il [[2 settembre]] [[1945]], a un anno esatto dall'ingresso delle truppe americane in Pisa. Sempre in quello stesso periodo, riprendendo un'iniziativa degli [[anni 1930|anni trenta]], fu rilanciata ''Radio Palle di Ponte (senza palle e senza ponte)'': nelle ore di punta da una stanzetta dotata di megafoni che si affacciava sulla centralissima piazza Garibaldi, gli studenti dell'UGP improvvisavano a ruota libera.</ref>
Parallelamente al [[Miracolo economico italiano|boom economico]] degli [[anni 1950|anni cinquanta]] e [[Anni 1960|sessanta]], lo spirito goliardico all'interno delle università italiane raggiunse il suo apice. Di anno in anno il numero degli iscritti agli atenei italiani crebbe esponenzialmenteprogressivamente, e gli studenti iniziarono a sperimentare un'indipendenza mai vissuta prima. Ad aumentare furono soprattutto i [[peregrinatio academica|fuori sede]], studenti che lasciavano il paese di origine per stabilirsi, durante l'arco dell'intero anno accademico, in una lontana città universitaria (''[[peregrinatio academica]]''). Ricalcando l'esempio delle accademie [[Rinascimento|rinascimentali]], gli studenti cominciarono a riunirsi in gruppi dai nomi e dai simboli stravaganti, spesso in riferimento ai luoghi di origine o alle facoltà di appartenenza. Ciascun gruppo promuoveva iniziative e agiva anche come una sorta di “protettorato” nei confronti delle nuove e spaesate matricole, costantemente bersagliate dalda quel fenomeno dilagante e incontrollato passato sotto il nome di ''papiro selvaggio''.
=== La nascita degli ''Ordini'' e del ''gioco goliardico'' ===
In forma del tutto spontanea, intornocon allail fineritorno deglidella annipace '50subito dopo il termine della Seconda Guerra Mondiale, ogni città universitaria dette vita ad un proprio ''Ordine sovrano''. A Bari nel 1943 viene eletto Gran Priore del Senato Accademico Fofò Campobasso dell'Ordine di Santa Stuta<ref>{{Cita libro|autore=Giovanni Guia|autore2=Paolo Marturano|titolo=Quando andavamo all'Università di Bari|anno=2007|editore=Mario Adda Editore|lingua=|p=276}}</ref>. Nel 1947 partecipano II° Congresso Universitario di Torino il Gran Priore di Santa Stuta Vitino Sassanelli con alcuni Principi e Priori in carica. Per esempio a Firenze, dove è già presente il Sovrano e Commendevolissimo Ordine di San Salvi, viene fondato, nel 1957, il ''Placido Ordine Della Vacca Stupefatta'', abbreviato in P.O.D.V.S., guidato dalla figura del Gran Corno e dalla Magnifica Dieta dei Corni, suoi diretti collaboratori; a Napoli, il primo ordine goliardico (la “Sovrana Corte Lupes”) risulta invece fondato negli anni ‘60 ed attivo sino a metà anni ‘70. L'Ordine era chiamato a regolamentare le vessazioni ai danni delle matricole, nonché l'attività goliardica dei vari gruppi cittadini, denominati a seconda del luogo e delle circostanze ''Ordini minori'', ''Ordini vassalli'' (questi ultimi a Bologna sono denominati Balle, a Padova Academie o Ordini (di rango minore), a Torino Vole). Per esempio sempre a Firenze nasce a Scienze Politiche ''Cesare Alfieri'' il ''[[Sacro e Privato Ordine del Cilindro'']]. Quindi ogni gruppo si dotò di una gerarchia interna e di segni distintivi quali ''placche'' e ''manti'', da indossare nelle principali occasioni goliardiche. Una volta l'anno il ''capo-città'' indiceva la ''Festa delle matricole'' del proprio ateneo, e invitava a parteciparvi le ''delegazioni di rappresentanza'' delle altre università. A queste feste, con il ripetersi degli incontri tra gruppi di goliardi provenienti un po' da tutta Italia, andò definendosi il ''gioco goliardico'', un gioco basato sulla dialettica; e, parallelamente, iniziò a prendere forma un ''canzoniere goliardico'', che oggi conta centinaia di composizioni. Tutti gli atenei aderirono a questo nuovo modo di ''fare goliardia'', eccezion fatta per gli studenti di Siena, dove ancora oggi i goliardi osservano rigidamente la regola dell'anzianità e dei già citati ''bolli''.
=== Il Sessantotto e il ''sonno'' ===
Con l'avvento del [[Sessantotto]] e di tutto ciò che ne scaturì, fra gli studenti universitari l'impegno [[politica|politico]] prese decisamente il sopravvento su qualsiasi altro tipo di attività. E la prima a farne le spese fu l'attività goliardica, così come era andata strutturandosi negli ultimi anni, giudicata da sinistra troppo scanzonata e disimpegnata a confronto coi fatti che in quegli anni sembravano sconvolgere il mondo. Prese di mira, anche per via di quel ''gioco'' a tratti autoreferenziale e per molti incomprensibile, le associazioni goliardiche subirono un lento declino fino alla quasi totale scomparsa, nel periodo definito "sonno", che va dalla metà degli [[anni 1970|anni settanta]] fino alla metà degli [[Anni 1980|ottanta]]. Di fatto, dagli anni settanta in poi il termine “goliarda”, nella sua accezione più comune e diffusa, non sarà più utilizzato come sinonimo di “studente universitario”.<ref>[[Adriano Sofri]], alcuni anni fa, diede una spiegazione, dal suo personale punto di vista, del fenomeno: «Il movimento studentesco dei secondi anni 60 [...], spazzò via la goliardia prima che per ragioni politiche per ragioni più profonde e irresistibili, e irreversibili, anche. Esso diede espressione a un mutamento demografico e sociale che aveva moltiplicato il numero dei giovani e la loro affluenza agli studi. Presto gli universitari non sarebbero più stati una ristretta minoranza di figli di papà, consapevolmente gelosa, e perfino ostentatrice, del proprio privilegio sociale. Ancora più importante, il movimento studentesco, che fu, per contagio, movimento più vastamente giovanile, ebbe una partecipazione numerosa e attiva di ragazze. Non era mai avvenuto nella storia. Mai una generazione nuova aveva affrontato la propria iniziazione sociale in una "classe mista"» (Adriano Sofri, ''Così il '68 sconfisse la Goliardia'', in '''Panorama''', 18 gennaio 2001, n.3)</ref>
Terminato il "sonno", è con la fine degli [[anni 1970|anni settanta]] che gli "Ordini goliardici" iniziarono a fare la loro timida ricomparsa, in forma non omogenea e principalmente nelle università del centro e del nord. Le nuove generazioni di studenti si misero a caccia degli anziani "capi-ordine" e "capi-città" "gran Nappi" Princeps, ancora custodi di "manti", "placche", "papiri" e "patacche" (medaglioni) storici, nel tentativo di riprendere la tradizione da là dove era stata interrotta.<ref>[http://www.opinione.it/cultura/2012/04/29/pautasso_cultura-29-12.aspx Luca Pautasso, ''I goliardi conquistano Roma'', in ''L'opinione'' 29 aprile 2012]</ref>
Ad oggi, la Goliardia sopravvive negli Ordini Goliardici in numerosi atenei italiani, come fenomeno di aggregazione sociale e/o associazionismo di elezione tra studenti universitari e non più come elemento subculturale immediatamente connaturato alla vita universitaria.
In numerose città (Bologna, Genova, Torino), nondimeno, gli Ordini Goliardici contano ad oggi numerosi partecipanti e insigniti, coinvolti nell'organizzazione di eventi goliardici ed istituzionali in collaborazione con gli Atenei ed i Comuni di riferimento.
Terminato il "sonno", è con la fine degli anni [[anni 1980|anni ottanta]] che gli "Ordini goliardici" iniziarono a fare la loro timida ricomparsa, in forma non omogenea e principalmente nelle università del centro e del nord. Le nuove generazioni di studenti si misero a caccia degli anziani "capi-ordine" e "capi-città", ancora custodi di "manti", "placche" e "papiri" storici, nel tentativo di riprendere la tradizione da là dove era stata interrotta.
== Struttura e organizzazione odierna ==
{{F|associazioni|ottobre 2024|Assenti}}
La goliardia è prima di tutto divisa in Ordini, ovvero aggregazioni, con storie e tradizioni, di goliardi. Ogni ordine è organizzato in maniera gerarchica, ed ha al suo vertice un Capo-Ordine.
La goliardia è prima di tutto divisa in Ordini, ovvero aggregazioni, con storie e tradizioni, di goliardi. Ogni ordine è organizzato in maniera gerarchica, ed ha al suo vertice un Capo-Ordine. A [[Bologna]] questi ordini vengono chiamati "Balle", traendo il nome dai gruppi malavitosi cittadini del [[XIX secolo]].
Ogni città che sia sede universitaria ha un ordine sovrano che ha il compito di governare la città. Il Capo-Ordine dell'Ordine Sovrano è generalmente chiamato "Capo-Città" e ha poteri assoluti su tutti gli ordini vassalli. I Capi Città hanno di solito dei nomi che si burlano delle istituzioni o simboli locali.
Sotto all'ordine sovrano stanno gli ordini vassalli, anch'essi governati da un capo ordine che è sottoposto al capocittà. Un caso
Caso particolare è rappresentato dalla piazza fiorentina, dove gli ordini goliardici, strutturati per Facoltàfacoltà, hanno conda ilsempre tempo acquistato sempreavuto maggiore forza e potereprestigio diventandopoiché sovrani sui territori dei propri Istituti accademici (caso esemplare il Sovrano Laborioso et Agreste Ordine della Zappa che riporta sulnello propriostemma scudoquesto taleproprio assurto poterediritto) e riducendo la. La figura deldi MagnusGran MagisterMaestro del Sovrano e Commendevolissimo Ordine Goliardico di San Salvi, adsostenuta undagli mero organoOrdini di rappresentanzafacoltà, è quindi sintesi della Goliardia fiorentina e convanta un potereprestigio pari al carisma della persona che riveste latale carica, vale a dire un organo senza alcun potere sulla città chealtissimo occuparango.
Infine gli ordini che hanno sede in città non universitarie, sono detti "ordini minori". Un esempio può essere il '''Principato di Piombino''' che fa capo a Pisa ma rappresenta gli studenti che provengono da quella zona.
In generale gli ordini sono aperti a tutti gli studenti ma esistono delle eccezioni. A Firenze gli ordini goliardici sono strutturati per Facoltà, mentre a Parma esiste un ordine solamente femminile. Esistono degli ordini che accettano solamente goliardi provenienti da determinate regioni italiane. Oltre a questa tipologia di ordine, ne esiste un'altra senza confini territoriali:
{{Chiarire|
* Sacrae Goliae Confraternita (attualmente operante de facto solo in Milano)
* Kaliffato d'Al-Baroh (operante de facto solo in Genova su concessione del Doge del Dogatum Genuense S.O.G.L.)
* Misticus Goliardicusque Ordo Longobardorum Crucis
* Sovranus Ordo Telematici Communicatio atque Phax
* Ordo Primi Solis S.O.G.M.
* Sovrano Ordine Goliardico dei Clerici Vagantes}}
Esistono infine alcuni particolari Ordini onorifici, ai cui prestigiosi conferimenti sono ammessi i soli Goliardi (spesso, di tutte le piazze) considerati più illustri e benemeriti:
Sovrano Ordine Goliardico Clerici Vagantes (S.O.G.C.V.)-
Ordo clavis Universalis -
Sacrae Goliae Confraternita -
Kaliffato di Al-Baroh -
Misticus Goliardicusque Ordo Longobardorum Crucis -
Sovranus Ordo Telematici Communicatio atque Phax.
- Ordo Primi Solis S.O.G.M.
* Ordo Equitum Sancti Georgii, o Ordine Equestre dei Cavalieri Protettori di San Giorgio (O.E.S.G.), esclusivamente maschile e conferito dal Dogatum Genuense S.O.G.L., ancor oggi ambito dai goliardi di tutta Italia;
Vi sono infine degli Ordini o confraternite che riuniscono autorevoli goliardi di tutte le piazze, per esempio:
* Goliardico Nobilissimo Ordine Cavalleresco di Slavonia (G.N.O.C.S.), conferito dal Gran Maestro del Fittone di Bologna.
Alcune onorificenze possono altresì essere conferite ai soli insigniti di un dato Ordine Goliardico, come l'Ordine Nobiliare del Patriziato Goliardico Genovese (conferito ai soli insigniti del Dogatum Genuense S.O.G.L.)
Supremo Ordine Goliardico dei Clerici Vagantes
Goliardico Nobilissimo Ordine Cavalleresco di Slavonia -
Le città sono viste come stati, proprio come ai tempi delle città-stato e infatti quando un ordine va a fare visita a un altro in un'altra città si dice gergalmente "si va all'Estero".
Affinché una persona si possa unire ad un Ordine, essa dev'affrontare un "processo", ossia un iter d'accettazione in cui l'individuo, in tale stato chiamato con gli epiteti "''MQM''", "''minus quam merdam (considerabilis)''", spesso anche "filisteo", viene accompagnato, seppur dileggiato propedeuticamente al suo inserimento nella sovente nequitosa fratellanza goliardica, lungo un percorso d'autoconsapevolezza e conoscenza dei propri mezzi, nel quale sfida sé stesso esplorando i suoi veri limiti (sociali, morali e intellettivi), dunque scoprendo quanto il processato sia idoneo o inetto a intraprendere ciò che può esser definito un vero, proprio e distinto stile di vita alternativo.
Normalmente all'interno degli Ordini goliardici non sono in vigore regimi di tipo democratico.
Ogni Ordine è dotato di una precisa gerarchia, che di solito i singoli membri percorrono (verso l'alto o, in caso di gravi demeriti, verso il basso) ad assoluta discrezione del Capo-Ordine.
La confraternita rappresenterà, durante questo processo, un falso antagonista del ''minus quam merdam'', ma anzi gli sarà coadiuvante per l’abbandono di tutti i costrutti sociali che han finora inibito il filisteo dal compiere atti, dalla società tanto malvisti quanto effettivamente innocui, se non genuinamente ed intelligentemente intrattenitori, che il goliarda supera senza porsi problemi. Il Capo-Ordine decreterà l’effettivo compimento del processo o, in caso l{{'}}''MQM'' non presenti attitudine goliardica, oppure in caso il processato stesso lo decida, l'interruzione del processo. Se questo dà esito positivo, l'aspirante goliarda viene "battezzato" nel nome degli idoli goliardici e del nume del Capo-Ordine, gli viene affibbiato uno pseudonimo e, poscia giuramento, sarà entrato a tutti gli effetti nell’Ordine, al grado più basso della sua gerarchia.
Normalmente all'interno degli Ordini goliardici non sono in vigore regimi di tipo democratico. Ogni Ordine è dotato di una precisa gerarchia, che di solito i singoli membri percorrono (verso l'alto o, in caso di gravi demeriti, verso il basso) ad assoluta discrezione del Capo-Ordine.
La successione tra Capi-Ordine può avvenire in vari modi. Alcuni esempi:
* per [[abdicazione]] (è il più comune): il Capo-Ordine uscente designa il suo successore e gli trasmette pubblicamente la carica;
* per designazione: il successore viene nominato da un ristretto gruppo di Goliardi appositamente riuniti con, in alcuni ordini, una minima valenza decisionale riservata alla maggioranza dei membri dell’ordine che esprimono una preferenza (per esempio il Pontefice a [[Sassari]] e il Pontifex Maximus Goliardorum a [[Torino]], che vienevengono sceltoscelti mediante [[Conclave]]);
* per elezione: i membri dell'ordine, ma più solitamente una parte qualificata di essi, eleggono "democraticamente" (è in realtà la democrazia un concetto poco goliardico, se non configurato come momento assolutamente eccezionale) il nuovo Capo-Ordine: così il Doge di [[Genova]] e il Duca di Urbino.
La manifestazione più alta della sovranità goliardica è rappresentata dal diritto esclusivo di intonare il ''[[Gaudeamus igitur|Gaudeamus]]'' nell'ambito di un dato territorio. Tale diritto compete, dunque, ai Capi dei singoli Ordini Sovrani, i quali per consuetudine possono estenderlo anche ai capi di Ordini Minori o Vassalli (ad esempio quando questi ultimi organizzano cene o riunioni).
La fronda consiste nel tentativo di delegittimare e spodestare "dall'interno" un Capo-Ordine, trasferendo la sovranità su un altro Goliarda.
Il modo "classico" in cui si svolge una fronda è questo: a una riunione o cena presieduta dal Capo-Ordine che si vuole spodestare, colui che capeggia il colpo di Stato intona il ''[[Gaudeamus igitur|Gaudeamus]]'' e i presenti si trovano a scegliere se unirsi al canto oppure a "fontanare" (buttare in una pubblica fontana) il golpista. Ovviamente conta soprattutto il numero e la carica nobiliare di chi segue il canto o viceversa "fontana". In questo modo si formano due schieramenti, che si fronteggiano poi, per tradizione, nella discussione al bar (fino alla definizione di un nuovo assetto, anche se non mancano le storie di tentativi di fronda finiti a a botte): finoper alla definizione di un nuovo assetto. In merito alle botte è interessante notare cheesempio, la Tradizione Goliardica Patavina prevedeva (, e prevede come extrema ratio avvenuta anche in anni recentissimi), l'elezione del Tribuno (il Capo Città Patavino) a botte.<ref>[http://sitogratis.wedesa.com/goliardia-istituzionale/codici/4e-de-ordini-cavallereschi-goliardici.html ''Goliardia istituzionale'']</ref>
=== I bolli ===
La tradizione goliardica vuole che l'anzianità di un goliarda sia misurata in base all'anzianità universitaria, che si misura in '''bolli'''“bolli”. La tradizione nasce dall'usanza, in vigore presso le università italiane, di apporre un timbro (bollo) per ogni anno di frequenza di uno studente presso l'ateneo. OltreSono aiinoltre conteggiati "bolli+ 1" effettivi"bollo" extra, chenel sonocaso computatidi incambio basedi allafacoltà frequenza(ad universitaria,es. èpassare possibileda ricevereingegneria dala Capo-Cittàmedicina) deio di "bolli+ 1/2" onoris"bollo" causaextra, nel caso di cambio di città (c.d.trattandosi bolliperò HC)di casi rari, perla straordinariquestione meriti.è discussa: talvolta Ii "bolli" sono anche"+ di2" frequentenel utilizzaticaso perdi determinare,cambio indi unafacoltà disputae dialettica"+ che1" finiscenel incaso paritàdi ocambio indi determinatecittà). situazioniOltre formaliai "bolli" effettivi, chiche devesono offrirecomputati dain bere.base Daalla quifrequenza iluniversitaria, mottoè "pagatpossibile semperricevere minusdal Capo-Città dei "bolli" honoris causa (cosiddetti ''bolli HC''), per straordinari meriti.
Alle maggiori cariche goliardiche è commisurato un numero simbolico di bolli (al Capo-Città ne spettano solitamente n+1, che sta a significare che il Capo-Città ha sempre un "bollo" più di chiunque altro) che ne rappresenta l'importanza.
Alle maggiori cariche goliardiche è commisurato un numero simbolico di bolli (al Capo-Città ne spettano solitamente n+1, che sta a significare che il Capo-Città ha sempre un "bollo" più di chiunque altro) che ne rappresenta l'importanza.
Il goliarda che sia ammesso alla goliardia pur frequentando l'ultimo anno di liceo è chiamato "bustina". In alcune città, esempio a Prato, con il termine bustine si identificano gli studenti appartenenti ai club goliardici. Essi sono sotto la sovranità del Capo-Città, la figura più importante è il presidente a cui viene concesso un territorio ovvero quello della propria scuola.
I "bolli" sono anche di frequente utilizzati per determinare, in una disputa dialettica che finisce in parità o in determinate situazioni formali, chi deve offrire da bere. Da qui il motto "''pagat semper minus bolli''".
La tradizione più antica della goliardia vuole che il primo bollo sia conseguito dopo almeno un anno di frequentazione goliardica e non universitaria, pertanto si può creare uno sfasamento tra i bolli effettivi "accademici" e "goliardici" ed inoltre al conseguimento della laurea i bolli sono azzerati. Tale tradizione era ricollegata all'uscita definitiva del laureato dalla goliardia per effetto del suo ingresso nel mondo del lavoro.
I goliardi sono pertanto così chiamati in base al loro numero di "bolli" effettivi:
* 1 bollo - "''matricola minus (7 volte) quam merdam''"; Aa Padova lo status giuridico di Matricola dura "usque Pasquam secundam" cioè sino alla seconda Pasqua Goliardica (ovvero quando si arriva a "vivere goliardicamente" il proprio secondo Otto Febbraiofebbraio)
* 2 bolli - "''Flautulentissimus Famelicus Tolleratus sed neccessariusnecessarius faseolus''";
* 3 bolli - "''Collenda Columna''";
* 4 bolli - "''Nobile Antianus''";
* 5 bolli - "''Divinus Laureandus''" quando è in tesi diventa "''Divinissimus Laureandissimus''";
* 6 bolli - "''Sidereus Extracursus''".
Il numero di bolli effettivi è sempre visibile a tutti ispezionando la [[Feluca (goliardia)|feluca]] del goliarda. Qui le tradizioni possono differire da città a città, ma sostanzialmente sono così riassumibili:
Il goliarda che sia ammesso alla goliardia pur frequentando l'ultimo anno di liceo è chiamato "bustina".
La tradizione più antica della goliardia vuole che il primo bollo sia conseguito dopo almeno un anno di frequentazione goliardica e non universitaria, pertanto si può creare uno sfasamento tra i bolli effettivi "accademici" e "goliardici" ed inoltre al conseguimento della laurea i bolli sono azzerati. Tale tradizione era ricollegata all'uscita definitiva del laureato dalla goliardia per effetto del suo ingresso nel mondo del lavoro.
Il numero di bolli effettivi è sempre visibile a tutti ispezionando la feluca del goliarda. Qui le tradizioni possono differire da città a città, ma sostanzialmente sono così riassumibili:
* 1 bollo - nessun ammennicolo può essere apposto sulla feluca (fanno eccezione lo stemma della città, dell'ordine di appartenenza ed eventualmente il giglio);
* 2 bolli - possono essere apposti sulla feluca solo ammennicoli non pendenti (in molti atenei in numero non superiore a sette);
* 3 bolli - può essere apposto qualsivoglia ammennicolo alla feluca (in molti atenei i pendenti in numero non superiore a sette); in molte città le "colonne" con il terzo bollo acquisiscono anche il diritto di portare un manto nero senza insegne;
* 4 bolli - può essere apposto qualsivoglia ammennicolo alla feluca;
* 5 bolli - può essere apposta una frangia dorata su un lato della feluca;
I due inni della Goliardia sono
* ''[[Gaudeamus Igiturigitur]]'': Inno internazionale degli studenti universitari.
* ''[[Di canti di gioia]]'': Inno Italiano della Goliardia, composto nel 1891 come risposta italiana al Gaudeamus Igitur.
Assieme ai due inni, esistono decine di altri [[canti goliardici]]. Fra i componimenti goliardici più noti in [[lingua italiana]] si possono citare l'[[Ifigonia in Culide]] (la cui recita è utilizzata come rito di iniziazione<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1999/novembre/13/Benigni_derubato_dai_politici_co_0_9911138529.shtml articolo su corriere.it]</ref> per le matricole) e il [[Processo di Sculacciabuchi|Processo a Sculacciabuchi da San Rocco frate]].
== Ordini ==
=== Elenco ordini goliardici italiani ===
{| {{{prettytable}} cellpadding=2 cellspacing=2
|- bgcolor=#cccccc
! Città!! Stemma !! Ordine !! Carica capo dell'ordine
|- bgcolor=#DDEEFF
|- bgcolor=#DDEEFF
||[[Ascoli Satriano]] (FG)
||
||Sacer Ordo Cintronis
||Priore
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Bari]]
||
|| Goliardico ordine Santa Stuta - G.O.S.S.
|| Catapano
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Bologna]]
||
|| Sacer VenerabilisQue Fictonis Ordo - S.V.Q.F.O.
|| Magnus Magister
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Bologna]]
||
|| Sacrae Ocae Congregatio Magnifica Et Lustrissima - S.O.C.M.E.L.
|| ''Sidereo Console''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Bologna]]
||
|| Balla de li Goliardi Bolognesi
|| ''Mirifico Gonfaloniere''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Bologna]]
|| [[Immagine:Romagnolo.jpg]]
|| Antiquissimo Atque Florentissimo Feudo Goliardico delle Castella et del Forese di Romagna
|| ''Gran Feudatario''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Bologna]]
||
||Venerabile Ordine della Melangola - V.O.M.
||Capoccia
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Bologna]]
||
|| Congiura de' Pazzi
|| ''Magnifico Principe''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Bologna]]
||
|| Convento de li Frati Gaudenti
|| Priore
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Bologna]]
||
|| Excelsa Neptuni Balla (1958)
|| ''Pontefex Maximus''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Bologna]]
|| [[Immagine:Montecristo.gif|100px]]
|| Goliardica Balla Montechristi (1972)
|| Etereo Conte
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Bologna]]
||
|| Il Vascello
|| Ammiraglio
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Bologna]]
||
|| Antiquissima et Nobilissima Parochia de li Studenti Veneti in Bologna
|| ''Paroco dell'A.e.N.P.d.l.S.V.i.B.''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Bologna]]
||
|| Sovrano Ordine delle Tre Palle Meridionali
|| ''Sublime Gran Califfo''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Camerino]]
||
|| Magnus Ducatus Camerini || Dux Magno
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Cassino]]
|| [[Immagine:SOACM(1).jpg|103px]]
|| Sacer Ordo Abatia Cassini et MonteCassini (1969+32)
|| Abate
|-bgcolor=#DDEEFF
|| [[Catania]]
||
|| Sovrano Ordine Catanese del Liotro (S.O.C.L)
|| ''Pontefice Massimo''
|-bgcolor=#DDEEFF
|| [[Chieti]]
||
|| I Clerici
|| ''Capo Fondatore''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Diano Marina]] (IM)
||
|| Ordo Goliardicus de la Sequella de li Goliardi Dianesi
|| ''Magnifico Podestà''
|-bgcolor=#DDEEFF
|| [[Ferrara]]
|| [[Immagine:Fe ducat.gif|100px]]
|| [[Ducatus Estensis]]
|| ''Duca''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Ferrara]]
|| [[Immagine:Aquila.gif|100px]]
|| Ordine de li Cavalieri de li Scacchi (1964)
|| ''Connestabile''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Ferrara]]
|| [[Immagine:fe matil.gif|100px]]
|| Marchesato de la Torre Matildea
|| ''Marchese''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Ferrara]]
|| [[Immagine:Stella bop.png|100px]]
|| [[Baronia di Pomposa|Baronis Ordo Pomposiae]]
|| ''Barone''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Ferrara]]
|| [[Immagine:phiga.jpg|100px]]
|| Phoenicis Ignis Goliardica Alchemia
|| Magister Ignis
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Firenze]]
||
|| Serenissimo Ordine Goliardico della Lira(SOGdL)
|| ''Sua Altezza Serenissima il Protospatario''
|- bgcolor=#DDEEFF
| [[Firenze]]
||
|| Sovrano Commendevolissimo Ordine Goliardico di San Salvi
|| ''Sovrano Gran Maestro e Serenissimo Principe''
|- bgcolor=#DDEEFF
| [[Firenze]]
||
|| Florentiae Coerusicorum Goliardica Academia(i Cerusici)
|| ''Princeps Archiatra''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Firenze]]
|| [[File:Podvs.jpg|Podvs]]
||Placido Ordine della Vacca Stupefatta (PODVS)
|| ''Gran Corno''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Firenze]]
||
|| Sovrano Laborioso et Agreste Ordine della Zappa
|| ''Sovrano Gran Manico''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Firenze]]
||
|| Sacro e Privato Ordine del Cilindro
|| ''Gran Maestro''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Firenze]]
||
|| Fecondo e Calcinoso Ordine della Cazzuola
|| ''Gran Piombo''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Genova]]
||
|| [[Supremo Ordo Goliardicus Liguriae|Dogatum Genuense - S.O.G.L.]] (1946)
|| ''Doge''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Ivrea]]
||
|| Associazione Universitaria Canavesana - A.U.C. (1924)
|| ''Prefetto''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Ivrea]]
||
|| Supremus Ordo Aurei Scorpionis (S.O.A.S.)
|| ''Principe''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[L'Aquila]]
|| [[Immagine:SOUM.jpg]]
|| Sacer Ordo Ursa Majoris (1969+28)
|| ''Stellar''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Lesina (Italia)|Lesina]]
||
|| Sacer Ordo Scorpionis (1969)
|| ''Principe''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Macerata]]
|| [http://www.comune.macerata.it/Immagini/stemma_ufficiale_comune_300.jpg stemma]
|| Maximus Pontificatus Maceratensis
|| ''Pontifex Maximus''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Messina]]
||
|| Sacer Ordo Zammarrae || ''Gripho''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Milano]]
||
|| Sacra Goliae Confraternita S.G.C.
|| ''Golia''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Milano]] (extraterritoriale)
||
|| Misticus Goliardicusque Ordo Longobardorum Crucis MGOLC || Gran Catepano
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Modena]]
|| [[Immagine:Dmos.gif|100px]]
|| Ducatus Mutinensis Ordo Sovranus - D.M.O.S. || ''Dux''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Napoli]]
||
|| Sovrana Corte Lupes || ''Lupo Mannaro''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Palermo]]
|| [[Immagine:sdf.jpg]]
|| Supremo Ordine Goliardico dello Speron di Ferro || ''Magnus Magister''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Padova]]
||
|| Tribunato degli Studenti, [[PLM]]
|| ''Tribuno''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Parma]]
|| [[Immagine:ducatoparma.jpg|100px]]
|| Ducatus Parmae, Placentiae, Guastallae, Lunigianae et Terrae Limitrophae
|| ''Dux''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Parma]]
|| [[Immagine:Stemma Ordine Lunigiana.gif|100px]]
|| Ducatus Lunigianae et Versiliae
|| ''Dux Lunigianae et Versiliae''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Parma]]
|| [[Immagine:aeosttss.jpg|100px]]
|| Æterno Ordo Salamandre Terre Salsesi (1982)
|| Magnus Magister
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Parma]]
|| [[Immagine:Simbolo Terronia Tellus Parma.gif|80px]]
|| Sultanato del Terronia Tellus
|| ''Sultano''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Pavia]]
|| [[Immagine:Ordo_clavis_universalis.jpg]]
|| Ordo Clavis Universalis
|| ''Venerabilis Princeps Magister''
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Pavia]]
||
||
||
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Perugia]]
||
|| Griphonatus Goliardiae Perusinae || Griphone Triumphans
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Piombino]]
||
|| [[Principatus Plumbinii]]
|| [[Princeps]]
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Pisa]]
|| [[Immagine:SaVOT2.gif|100px]]
|| [[Sovranus ac Venerabilis Ordo Torrionis|Sovranus ac venerabilis Ordo Torrionis - S.A.V.O.T.]]
|| Gran Torrione
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Prato]]
||
|| [[Eroticus Et Cenciosus Goliardicus Chiavacci Ordo|Eroticus et Cenciosus Goliardicus Chiavacci Ordo - E.C.G.C.O.]]
|| Gran Gonfaloniere
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Reggio Calabria]]
||[[File:imperocalabro.jpg]]
|| Sovrano Ordine Goliardico IMPERO CALABRO di GIOVANNI delle BANDE NERE
|| Imperatore
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Roma]]
|| [[Immagine:Pontificatus Romani Archimgymnasii.jpg|100px]]
|| Pontificatus Romani Archigymnasii - +P.R.A. || Romanus Pontifex Maximus
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Roma]]
||
|| Spaccarelli Ordo Romano Clarvs Avdacissimvsque - S.O.R.C.A. || Drago Nero
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Roma]]
||
|| Goliardico Ordine Dè Rosa Croce - G.O.D.E.R. || Gran Maestro
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Roma]]
||
|| Magnus Ordo de lo Mago Verde - M.O.M.V. || Gran Mago Verde
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Roma]]
||
|| SPQR - Respublica Romana || Magnus Magister
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Roma]]
||
|| Sacer Ordo de li Chavalieri Erranti - S.O.C.E. || Magnus Magister
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Roma]]
||
|| Imperivm Romanvm Goliardorvm - I.R.G. || Princeps
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Roma]]
||
|| Gloriosa Compagnia de la Buona Ventura - G.C.B.V. || Gran Capitano
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Salerno]]
||
|| Principatum Salernitanum Teschi - P.S.T. ||Princeps
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[San Marco in Lamis]]
||
|| Sacer Ordo Abatiae Sancti Marci - S.O.A.S.M. || Abate
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[San Nicandro Garganico]]
||
|| Ordo Volantis Avis - O.V.A. ordine reggente di Foggia (1950) || Cunculus
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[San Paolo di Civitate]]
|| [[Immagine:Catapanato.jpg|100px]]
|| ''Sacro Impero Sampaulensis'' - S.I.S. (1967) || Catapano
e non riconosciamo assolutamente l'Imperatore de lo S.D.I.F. (che sia chiaro!)
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Sassari]]
||
|| Sovranus Ordo Gaudentis Favae (antecedente al 1969) || Pontifex Maximus
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Siena]]
||
|| [[Princeps Baliaque Senensium]] || Princeps
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Torino]]
||
|| Supremus Ordo Taurini Cornus atque Pedemontanus - S.O.T.C.A.P.
|| Pontifex Maximus Goliardorum
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Torino]]
||
|| Internationalis Ordo Villae Sancti Josephi - IOVSJ
|| Pontifex Maximus IOVSJ
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Torino]]
||
|| Abbazia de li Frati Gaudenti - A.f.G.
|| Reverendissimo Abate
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Torino]]
||
|| Sacra atque Temibilis Vola del Vampiro
|| Principe delle tenebre
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Torino]]
||
|| Sacra Vola del Toson d'Oro (1969)
|| Princeps
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Torino]]
||
|| Arcana Vola dei Sacerdoti Druidi (4 luglio 1995)
|| Sommo
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Torino]]
||
|| Magnus Imperium Romanus - M.I.R.
|| Imperatore
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Trieste]] Ordine triestino extraterritoriale, ma al momento operante in Padova; attualmente i suoi membri sono considerati Goliardi Patavini.
||
|| Serenissimus Sciaquonis Goliardicus Ordo - S.S.G.O.
|| Magister Aulicus
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Trieste]]
||
|| [[Goliardicus Ordo Solis Orientis|Goliardicus Ordo Solis Orientis - G.O.S.O.]]
|| Tribunus
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Trieste]]
|| [[Immagine:logopomo.gif|100px]]
|| [[Portoguensis Orbis Magnus Ordo]] (1964)
||
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Trieste]]
||
|| Mercedis Goliardicus Ordo (1955)
||
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Trieste]]
||
|| Tenebroso Impero dei Signori della Notte (1991)
||
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Udine]]
||
|| Angeli Goliardicus Ordo
|| Magnus Magister
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Urbino]]
||
|| ''Maximus Ordo Torricinorum - M.O.T. dal 1946''
|| Duca
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Varese]]
||
|| Supremu Ordo Estensii Bareii
Supremo Ordine Goliardico Dell'Unicorno del Lago
|| Duca
Principe
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Venezia]]
||
|| Serenissimus Goliardicus Ordo Phoenicis
|| Gran Maestro
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Verona]]
|| [[Immagine:Ghibellini Stemma.jpg|90px]]
|| Sacer Ordo Goliardicus de li Cavalieri Ghibellini
|| Principe
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Verona]]
||
|| Antiqua Consorteria de li Mastri Oselladori de la Nobil Gens Veneta - A.C.M.O.N.G.V.
|| Camerlengo
|- bgcolor=#DDEEFF
|| [[Vigevano]]
||
|| Ordo Ducalis Viglebani (2002)|| Princeps
|- bgcolor=#DDEEFF
|| Extra territoriale
||
|| Sovranus Ordo Goliardicus Clerici Vagantes - S.O.G.C.V.
|| Gran Priore
|- bgcolor=#DDEEFF
|| Extra territoriale
|| [[Immagine:Kaliffato simbolo.jpg|100px]]
|| Kaliffato d'Al Baroh
|| Kaliffo
|- bgcolor=#DDEEFF
|| Extra territoriale
|| Ordo Clavis Universalis ||Ordine della Chiave
|| Princeps Magister
|- bgcolor=#DDEEFF
|| Extra territoriale
||
|| ''Sovranus Ordo Telematici Communications atque Phax - sotc@p''|| PontiFAX
|- bgcolor=#DDEEFF
|}
=== Estero ===
Esistono ''Fraternities'' e ''Sororities'' negli [[Stati Uniti d'America|U.S.A.]] e nel [[Regno Unito]], in [[Germania]] ([[Korps]], [[Burschenschaft]], [[Landsmannschaft]] ed altre) e nel [[Benelux]], in [[Francia]] (i [[Faluchards]] [[:fr:Faluche]]) e molto attiva è la "[[Tuna]]" spagnola; in Portogallo è presente la ''praxe'', un insieme di tradizioni ed usi degli studenti universitari, con tratti paragonabili alla goliardia [[:pt:Praxe]].
Rimane una base comune l'ambiente universitario e le "tre divinità": [[Bacco]], [[Tabacco]] e [[Venere (divinità)|Venere]] cui va aggiunto decio, il gioco. Questo termine deriva dal condottiero romano [[Decio]] che giocò le proprie insegne coi dadi.
== Insegne ==
{{Doppia immagine|right|Padova-Goliardia-Pileo in vetrina.jpg|150|Padova-Goliardia-Pileo in vetrina-2.jpg|150|Feluche esposte in vetrina nella città universitaria di [[Padova]]}}Per ''insegne'' si intendono i manti, placche, copricapo, sai e quant'altroqualsiasi cosa indicanoindichi il rango e la città di appartenenza del Goliarda.
=== Feluca e Orsina ===
{{Vedi anche|Feluca (copricapo medievale)}}
{{Doppia immagine|right|Padova-Goliardia-Pileo in vetrina.jpg|150|Padova-Goliardia-Pileo in vetrina-2.jpg|150|Feluche esposte in vetrina nella città universitaria di [[Padova]]}}
La feluca è il tradizionale copricapo studentesco, simile al cappello che portava Robin Hood. È patrimonio di tutti gli studenti di un ateneo e solitamente, all'atto dell'entrata, viene "violentata", ossia battezzata, e in alcune città le viene tagliata la punta e tolto il giglio posto sulla calotta.
== Note ==
La [[feluca (copricapo)|feluca]] (chiamata anche [[pileo]], [[goliardo]] o berretto universitario - solo in un caso è ammesso il termine cappello) è il tradizionale copricapo studentesco, simile al cappello che portava [[Robin Hood]], è patrimonio di tutti gli studenti di un ateneo e solitamente, all'atto dell'entrata, viene "violentata", ossia battezzata, e in alcune città le viene tagliata la punta e tolto il giglio posto sulla calotta.
<references/>
== Bibliografia ==
Il colore della feluca cambia a seconda della facoltà frequentata dallo studente. Ecco alcuni esempi: il colore rosso contraddistingue gli studenti di medicina, il blu quelli di giurisprudenza, il bianco gli studenti di lettere, il verde quelli di scienze (matematiche, fisiche o naturali), il giallo quelli di economia e il nero quelli di ingegneria. Tradizioni, usi e costumi locali fanno sì poi che i colori universitari cambino di città in città. Un esempio: gli studenti di economia, contraddistinti dal colore giallo delle loro feluche, a Torino e Genova calcano in capo feluche grigie, mentre all'Università Bocconi di Milano vestono feluche "rosa antico" a prescindere dalla facoltà. Generalmente il colore della feluca segue il colore del libretto universitario.
* Giuseppe Venanzio Sella. ''Burschenschaft, ossia la vita degli studenti in Germania, che si propone per modello agli studenti italiani''', Tipografia e litografia di G. Amosso, Biella, 1870
* {{EI|goliardi|Goliardi| volume = 17 | anno = 1933 | autore = [[Salvatore Battaglia]] | accesso = 1º luglio 2017}}
Mentre l'eliminazione dello scalpo, ovvero della fascia parasudore presente all'interno della calotta, è comune a tutte le città, solo a [[Pisa]] e [[Siena]] si possono tagliare le punte, in misura di circa 4 dita dall'estremità, in ricordo degli studenti caduti nel [[1848]] nella [[Battaglia di Curtatone e Montanara]]. Essi riuscirono con il loro martirio a fermare il fronte austriaco per un'intera giornata, dando fiato alle stanche truppe sabaude, che peraltro arrivarono sul campo a fine giornata quando ormai il massacro di [[Radetzky]] era già compiuto (la leggenda vuole che gli eroici studenti si fossero tagliati la punta della feluca per mirare meglio, ma in realtà tale copricapo fu introdotto, quale cappello dello studente, solamente nel [[1891]] in occasione della [[festa delle matricole]] di [[Padova]]. Prima di allora era comunemente utilizzata l'[[orsina]].
* Pietro Cogliolo. ''Malinconie Universitarie'', G. Barbera Editore, Firenze 1887
I goliardi bolognesi, fiorentini, parmigiani, torinesi, genovesi e pavesi non usano togliere il ''giglio'' dalla sommità della feluca, perché è visto come simbolo di purezza di cui andare fieri e come simbolo delle tre divinità goliardiche: Bacco, Tabacco e Venere. Per i fiorentini rappresenta, inoltre, il simbolo della loro città.
* [[Corrado Corradino]]. ''I canti dei Goliardi, o studenti vaganti del Medio Evo'', Editore L. Roux e C., Torino, 1892
* Corrado Corradino. ''I canti dei Goliardi, o studenti vaganti del Medio Evo'' (ristampa a cura di Francesco Picco), Mondadori Editore, Milano, 1928.
==Note==
* Leo Torrero,''Via Po. Le novelle della vecchia goliardia'', Edizioni Il Verdone, Torino, 1943
<references />
* Arrigo Frusta,''Tempi Beati. Storie allegre, crudeli e così così'', Edizioni Palatine, Torino, 1949
* ''I Canti Goliardici'', a cura di Alfredo Castelli con presentazione di Roberto Brivio, Inteuropa Editore, Milano, 1970 (Supplemento a «La Mezzora» n. 53)
==Bibliografia==
* ''I Canti Goliardici n.2 '', a cura di Alfredo Castelli con presentazione di Roberto Brivio, Williams Editore, Milano, 1974.
Notizie sulla goliardia si leggono in:
* Franco Cristofori, ''Bacco Tabacco e Venere – Usi, costumi, vita, tradizioni, scherzi e mattane della goliardia italiana''', SugarCo, Milano, 1976.
* Berengario. ''Ordo Clavis''. Pavia, , 2000.
* ''Il libretto rosso dell'universitario - Raccolta di commedie, drammi, ballate, cazzate, sproloqui, ecc.'', Editrice Le Colonne - Piemonte in bancarella, Torino, 1969
* Volpini Umberto. ''La Goliardia canti e tradizioni''. Napoli, , 1994.
* Giuseppe Vettori. ''Vaffanfulla! - Parolacce e porcherie nei canti goliardici e in otto secoli di letteratura per «uomini soli» - con un intervento di Enrica Tedeschi «dalla parte della donna» ''', Lato Side Editori, Roma, 1978
* Collino Manlio (Zeus). ''Gaudebamus Igitur. Dieci secoli di Goliardia dai Clerici medioevali ai Clerici Vagantes contemporanei''. Torino. Orient Express editrice. 1992
* Sandro Camasio e Nino Oxilia ''Addio Giovinezza!'', (con prefazione di Pier Massimo Prosio), Ed. Centro Studi Piemontesi / Ca' dë Studi Piemonteis, Torino, 1991
* Bergamaschi Beppe. ''Storia della goliardia, dal Medioevo ad oggi''. Firenze. MIR edizioni. 2001.
* Berengario. ''Ordo Clavis''. Pavia, 2000.
* Collino Manlio (Zeus). ''Come stracci al vento. Poesie e canzoni della moderna Goliardia''. Torino. Orient Express editrice. 1992.
* Umberto Volpini. ''La Goliardia. Canti e tradizioni'', Ed. Simone, Napoli, 1994.
* Ordine del Fittone. ''Statuto del Sacer VenerabilisQue Fictonis Ordo''. Bologna.
* Manlio Collino (Zeus). ''Gaudeamus Igitur. Dieci secoli di Goliardia dai Clerici medioevali ai Clerici Vagantes contemporanei''. Torino. Orient Express editrice. 1992
* Beppe Bergamaschi. ''Storia della goliardia, dal Medioevo ad oggi''. Firenze. MIR edizioni. 2001.
* Manlio Collino (Zeus). ''Come stracci al vento. Poesie e canzoni della moderna Goliardia''. Torino. Orient Express editrice. 1992.
* Ordine del Fittone. ''Statuto del Sacer VenerabilisQue Fictonis Ordo''. Bologna.
* Amedeus I R.P.M. ''Codex juris goliardici romani''. Roma. Mario Bulzoni editore. 1963.
* Balla Bolognese. ''Il canzoniere della Balla Bolognese, canti goliardici dal 1848 al 1960''. Bologna. CLUEB. 1988.
* Collino Manlio Collino (Zeus). ''69 racconti di Goliardia. Le terze pagine di Augusta Taurinorum''. Torino. Orient Express editrice. 1992.
* Mallardi Franco Mallardi (a cura di). ''Breve storia della Goliardia''. Udine, 1995.
* ''Gaudeamus igitur. Studenti e goliardia 1888-1923'', Bologna University Press, Bologna, 1995. [https://web.archive.org/web/20121223172656/http://www.archiviostorico.unibo.it/template/detailEdizioni.asp?IDFolder=349&IDOggetto=20015&LN=IT Archivio Storico - Università di Bologna]
* Vallisneri Guglielmo. ''NOS L.A.G.O''. Trieste, stampato in proprio, 1997.
* Guglielmo Vallisneri. ''NOS L.A.G.O''. Trieste, stampato in proprio, 1997.
* Ordine di San Salvi. ''Le palle dei medici, settantenale di San Salvi (1926-1996)''. Firenze. 1996.
* Marcello Zancan Marcello. ''Codice Morandini''. Padova. Rorida begonia.
* Volpini Umberto Volpini. ''Lo Zibaldone di Abelardo''. Padova. Edizione Calzae Accademiae. 1992.
* Vallisneri Guglielmo; MarsichVallisneri, Carlo Marsich. ''De Goliardia Tergestina''. Trieste, stampato in proprio, 2002.
* Gianmichele Cautillo. ''Goliardia'', in [http://www.ilcalamaio.it/ASPAGES/dettaglio_SAGGISTICA.asp?id_titolo=9 ''Gli esami di Eduardo''], Il Calamaio, Roma 2007.
* Aldo Borghi, "Breve ma succosa Historia della Goliardia Fiorentina e del Supremo Ordine di San Salvi", ed. Karta s.a.s., Firenze 1986.
* Aldo Borghi. ''Breve ma succosa Historia della Goliardia Fiorentina e del Supremo Ordine di San Salvi'', ed. Karta s.a.s., Firenze 1986.
* Marco Albera, Manlio Collino, Aldo Alessandro Mola, ''Saecularia Sexta Album, Studenti dell'Università a Torino, Sei secoli di Storia'', Ed. Elede, Torino, 2005
* Marco Albera, ''Un ventennio di vita e teatro goliardico torinese: l'autobiografia inedita di Ovidio Borgondo detto Cavur, 1919-1942'', Tesi di Laurea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino. Relatore: Guido Davico Bonino, Anno Accademico 1990-91
* Manlio Collino, ''I Clerici Vagantes: letteratura e teatro della moderna Goliardia'', Tesi di Laurea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino. Relatore: Giorgio Barberi Squarotti, Anno Accademico 1990-91
* Franco Ressa, ''A conti fatti, beati i matti: i Goliardi letterati'', Scipioni Editore, Viterbo, 1999 ISBN 88-8364-051-9
* Franco Ressa, ''La Goliardia. Ovidio Borgondo “Cavur”'', Roberto Chiaramonte Editore, Collegno, 2007
* ''Gaudeamus Igitur – Epigrafi di laurea o papiri dal MDCCXXXI AL 1975'', Edizione privata, Padova, 1976
* Rafael Yzquierdo Perrín, ''La estudiantina, la Tuna y los Tunos'', Edizioni Beta III Milenio, Bilbao, 2004, ISBN 978-84-96009-60-8
* ''I canti goliardici. Raccolta di commedie, drammi, ballate, cazzate, sproloqui, ecc.''', Editrice Il Punto – Piemonte in Bancarella, Torino, 1994
* Peter Krause. ''O alte Burschenherrlichkeit – Die Studenten und ihr brauchtum''', 5. verb. Auflage, Graz, Wien, Köln, 1997, ISBN 3-222-12478-7
* ''Torchio Addominale - I Numeri Unici della Goliardia pavese 1921-1967'', Tipografia Fusi, Pavia, 1988:
* Antonio Lo Savio. ''Padova: 50 anni di goliardia'', Edizione. Phoenix privata, Padova, 1992
* Emilio de la Cruz Aguilar., ''Chronica dela Tuna o memorial de andariegos y vagantes escolares'', Ed. Marginalia Civitas, Madrid, 1986
* Luigi Montobbio, ''I papiri d'Autore, tra goliardia e professione'', Mp Edizioni, Padova, 1985 (catalogo della mostra ''Il papiro di laurea, tra goliardia e professione (1890 –1970)'', organizzata nel 1985 a Padova nell'ambito delle celebrazioni per i 150 anni del Caffè Pedrocchi).
* Emmanuel Davidenkoff e Pascal Junghans ''Du Bizutage, des grandes écoles, et de l'élite'', Edizioni Plon, Parigi, 1993.
* Friedrich Silcher e Friedrich Erk. ''Allgemeines Deutsches Kommersbuch'', Lahr, Ed. Moritz, Schauenburg, 1858.
* ''Anni '30 o giù di lì. Ricordi goliardici torinesi. (a cura di Gioanin & C.)'', Ed. Sargraf, Torino, 1990.
* Emilio de la Cruz Aguilar ''La Tuna'', Ed. Complutense, Madrid, 1996.
* ''L'Ussero. Un caffè universitario nella vita di Pisa. Note tra Storia, cronaca e letteratura'' (a cura di Mario Curreli), Edizioni ETS, Pisa, 2000
* A.A. Mola, ''Corda Fratres. Storia di un'associazione internazionale studentesca nell'età dei grandi conflitti (1898-1948)'', con pref. di Fabio Roversi Monaco, Ed. CLUEB, Bologna, 1999. ISBN 978-88-491-1312-9
* Paulgerhard Gladen: ''Gaudeamus igitur - Die studentischen Verbindungen einst und jetzt'', Ed. Callwey, Köln 2001, ISBN 3-88059-996-3
* {{EI|clerici-vagantes|Clerici Vagantes|accesso = 25 gennaio 2015}}
* Renato Mariani, Piero Finà, ''Degoliardicare - Goliardus necne, tertium non datur'', Edizioni ETS, Pisa, 2010, pp. 238
== Voci correlate ==
* [[Università nel Medioevo]]
* [[Università]]
* [[Clerici vagantes]]
* [[Peregrinatio academica]]
* [[Nationes]]
* [[Authentica Habita]]
* [[Corda Fratres]]
* [[Corda Fratres (inno)]]
* [[Unione goliardica italiana]]
* [[Festeggiamenti all'Università di Bologna nel 1888]]
* [[Abbigliamento accademico]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* [http://amshistorica.unibo.it/collection.php?set=gol Periodici studenteschi e goliardici] digitalizzati su [http://amshistorica.unibo.it AMS Historica].
*{{Dmoz|World/Italiano/Società/Persone/Studenti/Organizzazioni/Ordini_Goliardici/|Goliardia}}
* Sito ufficiale della [http://www.svqfo.it Goliardia Bolognese] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20201124064150/http://www.svqfo.it/ |date=24 novembre 2020 }}
{{portale|sociologia|storia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Scienze sociali}}
{{portale|sociologia|storia|Università}}
[[Categoria:Goliardia| ]]
[[Categoria:Movimenti studenteschi universitari]]
[[de:Goliardischer Orden]]
[[en:Goliardia]]
[[es:Goliardía]]
|