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{{Divisione amministrativa
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|nomeFrazioneNome = Villaggio Leumann
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|Panorama = Villaggio leumann collegno 01.jpg
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|Didascalia = Un'abitazione tipica del Villaggio Leumann.
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|Divisione amm grado 1 = Piemonte
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}}
Il '''Villaggio Leumann''' (pronuncia originale corretta: /{{IPA|ˈlɔjman}}/<ref group="N">Leumann è un cognome di origine [[Lingua tedesca|tedesca]] e pertanto il [[dittongo]] ''eu'' va pronunciato ''oi''. Tuttavia per comodità si è affermata la pronuncia /{{IPA|ˈlɛuman}}/, molto più comune nell'uso locale.</ref>, ''Vilage Leumann'' in [[lingua piemontese|piemontese]]), o semplicemente '''Leumann''', è un [[villaggio operaio|quartiere operaio]] edificato alla fine dell'Ottocento a [[Collegno]], alle porte di [[Torino]].
 
== Storia ==
Il '''Villaggio Leumann''', comunemente chiamato ''Leumann'', è un quartiere operaio edificato alla fine dell'Ottocento a [[Collegno]], attuale comune annesso all'[[Area metropolitana di Torino|area metropolitana]] di [[Torino]].
[[File:Leumannnapoleone.jpg|left|thumb|194x194px|Napoleone Leumann]]
 
{{citazione|Fu si può dire precursore e realizzatore di una politica sociale modernissima, quando il collaborazionismo delle classi era un mito. Ebbe nella sua vita un solo culto: quello del lavoro associato alla beneficenza. E del saggio proposito di migliorare il tenore di vita dei suoi dipendenti fece lo scopo essenziale della sua laboriosa esistenza. Due erano gli ideali a cui indirizzò in particolar modo la sua opera: il benessere fisico e morale dei suoi dipendenti e l’educazione e l’istruzione dei loro figli. Per ottenere il primo era necessario pensare a migliorare le condizioni igieniche|dal necrologio per la morte di Napoleone Leumann.<ref>Carla Gütermann, ''Il villaggio Leumann. Imprenditori illuminati nella Torino Liberty''. Conferenza tenuta nel maggio 2002.</ref>}}
==Cenni storici==
Il Villaggio Leumann nasce dall'idea di un illuminato imprenditore di origine elvetica: [[Napoleone Leumann]] (pronuncia originale: ''Lòiman''<ref>Essendo di lingua tedesca la pronuncia corretta era originariamente ''Lòiman'' ma per comodità fu italianizzato in ''Leumann''.</ref>) che trasferì l'azienda di famiglia da [[Voghera]] a [[Torino]], beneficiando delle convenienti agevolazioni che offriva il capoluogo piemontese, reduce del contestato trasferimento della capitale prima a [[Firenze]] e poi a [[Roma]]. La città di Torino all'epoca concedeva infatti terreni a prezzo politico e agevolazioni fiscali con l'intento di ricreare un nuovo ruolo di riferimento che compensasse la perdita del lustro, della centralità e delle importanti funzioni di una capitale. Inoltre un'ampia offerta di manodopera specializzata a costi ridotti completò il processo di attrazione di capitali e imprenditori, anche stranieri (Leumann, Abegg, Remmert), contribuendo a fare di Torino la nuova capitale dell'industria.
 
Il Villaggio Leumann nasce dall'idea di un illuminato imprenditore di origine elvetica, [[Napoleone Leumann]], che trasferì l'azienda di famiglia da [[Voghera]] a [[Torino]], beneficiando delle convenienti agevolazioni che offriva il capoluogo piemontese, reduce del contestato trasferimento della [[capitale d'Italia|capitale]] prima a [[Firenze Capitale|Firenze]] e poi a [[Roma]]. All'epoca, infatti, la città di Torino concedeva terreni a prezzo politico e agevolazioni fiscali, con l'intento di ricreare un nuovo ruolo di riferimento che compensasse la perdita del lustro, della centralità e delle importanti funzioni di una capitale. Inoltre un'ampia offerta di manodopera specializzata a costi ridotti completò il processo di attrazione di capitali e imprenditori, anche stranieri come Leumann, [[Abegg]], [[Remmert]], [[Metzger]], Caratsch contribuendo a fare di Torino la nuova capitale dell'[[industria italiana]].
La scelta cadde appunto sul vasto lotto di terra (circa 60.000 metri quadrati) nelle campagne circostanti il piccolo paese di [[Collegno]], alle porte di Torino. Qui nel 1875 [[Isaac Leumann]] e il figlio [[Napoleone Leumann|Napoleone]] decisero di installare un nuovo sito produttivo che lavorasse il [[cotone]], a differenza del precedente stabilimento di Voghera che trattava il [[lino]]. Fondamentale nella scelta del luogo fu anche la presenza di [[canali irrigui]] (''bealera'' di [[Grugliasco]]) e la vicinanza di una nuova, moderna infrastruttura: la [[ferrovia]] che, correndo lungo l'asse dell'attuale [[Corso Francia (Torino)|Corso Francia]], consentiva un rapido collegamento con [[Torino]], la vicina [[Rivoli]] ma anche la [[Valle di Susa]] e la [[Francia]], attraverso il nuovo tunnel del [[Traforo del Frejus|Frejus]].
 
La scelta cadde appunto sul vasto lotto di terra (circa 60.000 metri quadrati) nelle campagne circostanti il piccolo paese di [[Collegno]], alle porte di Torino. Qui nel 1875 [[Isaac Leumann]] e il figlio [[Napoleone Leumann|Napoleone]] decisero di installare un nuovo sito produttivo che lavorasse il [[cotone (fibra)|cotone]], a differenza del precedente stabilimento di Voghera che trattava il [[lino (fibra)|lino]]. Fondamentale nella scelta del luogo fu anche la presenza di [[canali irrigui]] (''[[bealera]]'' di [[Grugliasco]]) e la vicinanza di una nuova, moderna infrastruttura: la [[ferrovia]] che, correndo lungo l'asse dell'attuale [[Corso Francia]], consentiva un rapido collegamento con [[Torino]] e la vicina [[Rivoli]].
Il ''Cotonificio Leumann'' sarà destinato ad un crescente successo sino a diventare un'azienda di notevoli dimensioni e prestigio. Tuttavia Napoleone Leumann non creò soltanto un'industria con un annesso nucleo residenziale, bensì un'area ben definita in cui lavoro, famiglia, tempo libero, istituzioni sociali e previdenziali erano strettamente connessi fra loro, formando un contesto socialmente evoluto ed efficiente. L'organizzazione urbanistica, l'architettura degli edifici, le istituzioni sociali e i servizi assistenziali in esso creati fanno del villaggio un organismo che pone al centro dei suoi obiettivi una maggiore qualità di vita delle maestranze, sia sul lavoro che nella vita privata, con concreti vantaggi riscontrabili anche nell'ottima qualità che caratterizzò i prodotti del Cotonificio Leumann.
Esempi di villaggi analoghi sorsero nel medesimo periodo anche in [[Lombardia]] e in [[Veneto]] ma il Villaggio Leumann è forse l'esempio più esteso, completo e funzionale, tale da divenire un'interessante testimonianza di carattere storico, culturale e architettonico.
 
Il ''Cotonificio Leumann'' sarà destinato ad un crescente successo sino a diventare un'azienda di notevoli dimensioni e prestigio. Tuttavia Napoleone Leumann non creò soltanto un'industria con un annesso nucleo residenziale, bensì un'area ben definita in cui lavoro, famiglia, tempo libero, istituzioni sociali e previdenziali erano strettamente connessi fra loro, formando un contesto socialmente evoluto ed efficiente. L'organizzazione urbanistica, l'architettura degli edifici, le istituzioni sociali e i servizi assistenziali in esso creati fanno del villaggio un organismo che pone al centro dei suoi obiettivi una maggiore qualità di vita delle maestranze, sia sul lavoro che nella vita privata, con concreti vantaggi riscontrabili anche nell'ottima qualità che caratterizzò i prodotti del Cotonificio Leumann.
Malauguratamente, nei primi anni Settanta la crisi occorsa al settore tessile e una gestione poco avveduta degli eredi Leumann portò alla progressiva chiusura del glorioso Cotonificio Leumann. La sorte dell'intero villaggio sembrò compromessa dallo spettro della speculazione edilizia ma una tempestiva e consapevole operazione di mantenimento ha permesso di conservarlo pressoché intatto, nonostante la crescente e disordinata urbanizzazione circostante. La proprietà degli immobili è divenuta proprietà del comune di Collegno, che ne ha garantito la salvaguardia, nonché una regolare assegnazione delle abitazioni restanti, secondo la graduatoria legata all'edilizia popolare.
 
Esempi di villaggi analoghi sorsero nel medesimo periodo anche in [[Lombardia]] e in [[Veneto]], ma il Villaggio Leumann è forse l'esempio più esteso, completo e funzionale, tale da divenire un'interessante testimonianza di carattere storico, culturale e architettonico.
==Il Villaggio==
 
Il complesso, realizzato tra il 1875 e il 1907 in chiaro stile [[Liberty]] dall'ingegner [[Pietro Fenoglio]], è costituito da due comprensori residenziali a latere dell'ex stabilimento tessile, estendendosi per circa 60.000 metri quadrati e ospitava originariamente circa un migliaio di persone tra operai, impiegati e relative famiglie. Esso comprende ancora al suo interno 59 villini e case divisi in 120 alloggi, ciascuno provvisto sin dal principio di servizi igienici annessi e un giardino condiviso al piano terreno.
Malauguratamente, nei primi anni settanta la crisi occorsa al settore tessile e una gestione poco avveduta degli eredi portò alla progressiva chiusura del glorioso Cotonificio Leumann. La sorte dell'intero villaggio sembrò compromessa dallo spettro della speculazione edilizia, ma una tempestiva e consapevole operazione di mantenimento ha permesso di conservarlo pressoché intatto, nonostante la crescente e disordinata urbanizzazione circostante. La proprietà degli immobili è passata al comune di Collegno, che ne ha garantito la salvaguardia, nonché una regolare assegnazione delle abitazioni restanti, secondo la graduatoria legata all'edilizia popolare.
 
Il villaggio è ancora intatto ai giorni nostri e possibile da visitare gratuitamente
 
== Architettura ==
Il complesso, realizzato tra il 1875 e il 1912, ispirato alla tradizione edilizia del [[nord Italia]] del tempo, contaminata soprattutto nei tagli volumetrici dei tetti, con stilemi di derivazione svizzera, data l’origine elvetica del committente<ref>{{cita web|url=https://archeologiaindustriale.net/803_il-villaggio-leumann-in-piemonte/}}</ref>, è costituito da due comprensori residenziali ai lati dell'ex stabilimento tessile, estendendosi per circa 60.000 metri quadrati e ospitava originariamente circa un migliaio di persone tra operai, impiegati e relative famiglie. Esso comprende ancora al suo interno 59 villini e case divisi in 120 alloggi, ciascuno provvisto sin dal principio di servizi igienici annessi e un giardino condiviso al piano terreno.
 
Attorno alle abitazioni vennero gradualmente realizzati anche gli edifici necessari ad una piccola comunità, ovvero: la scuola elementare, una palestra, i bagni pubblici, una chiesa, una cooperativa alimentare, una piccola stazione ferroviaria, un albergo e il ''Convitto delle Giovani Operaie''. Inoltre, all'interno dello stabilimento vi trovavano luogo la mensa ma anche un ambulatorio, un asilo nido, un ufficio postale e un circolo sportivo.
 
=== Fermata tranviaria ===
==La stazionetta==
[[File:09 01 17 villaggio leumann collegno 03.jpg|thumb|right|La stazionetta nel 2009.]]
A partire dal 1854 il [[Piemonte]] inizia a dotarsi di linee ferroviarie. In concomitanza con la realizzazione del [[Traforo del Frejus]], viene progettata anche la linea Torino-Modane, transitando per la [[Valle di Susa]].
Percorrendo il tracciato rettilineo dell'antica ''Strada per le Gallie'', viene realizzata la ferrovia a vapore a scartamento ridotto si sviluppa per circa 12 chilometri, secondo un tracciamento rettilineo e venne inaugurata il 17 settembre 1871. Il capolinea di Torino era inizialmente posto presso la [[Villa Tesoriera|Villa della Tesoriera]] ma nel 1895 la linea viene prolungata fino a raggiungere la nuova stazione di [[Piazza Statuto]]. La prima tratta Torino-Rivoli avveniva in 45 minuti circa.
 
Fra il [[1871]] e il [[1955]] il villaggio era servito da un'apposita fermata della [[tranvia Torino-Rivoli]], sostituita da una [[Filovia Torino-Rivoli|filovia]], a sua volta soppressa nel [[1979]].
Nel 1903 Napoleone Leumann, che già si serviva della linea ferroviaria per trasportare le proprie merci nel magazzino di Piazza Statuto, decise di far costruire la stazionetta di fronte all’ingresso del cotonificio per consentire ai lavoratori pendolari di raggiungere il posto di lavoro più agevolmente.
È un piccolo edificio in legno circondato per tre lati da un piccolo porticato il cui interno era originariamente costituito da un unico locale adibito a biglietteria e sala d’attesa.
 
Percorrendo il tracciato rettilineo dell'antica ''[[Strada per le Gallie]]'', la tranvia si sviluppava per circa 12 chilometri; nel [[1903]] Napoleone Leumann, che già si serviva della linea per trasportare le proprie merci nel magazzino di [[Piazza Statuto]], decise di far costruire una piccola stazione, detta ''la stazionetta'', posta di fronte all'ingresso del cotonificio per consentire ai lavoratori pendolari di raggiungere il posto di lavoro più agevolmente. Si trattava un piccolo edificio in legno circondato per tre lati da un piccolo porticato il cui interno era originariamente costituito da un unico locale adibito a biglietteria e sala d'attesa.
Nel 1911 la ferrovia vide la trasformazione della linea in tramvia elettrica a scartamento ordinario. Ciò permise di ridurre il tempo di percorrenza tra [[Torino]] e [[Rivoli]] a 35 minuti.
Nel secondo dopoguerra la crescente urbanizzazione e il traffico automobilistico contribuirono fortemente al creare la necessità di allargare la sede stradale di Corso Francia al punto di optare per lo smantellamento della [[tramvia]], a favore di una [[Filobus|linea filoviaria]] ad opera del Comune di Rivoli.
 
LaAlla chiusura della tranvia la stazionetta rimase dunque a margine dell'attualedi quello che era diventato [[Corso Francia (Torino)|Corsocorso Francia]] e vide un periodo di decadenza diventando uno spogliatoio per i vicini campi da tennis ae in seguito abbandonata a se stessa.; nel [[1998]] il Comune di Collegno decise di restaurarla quale unica testimonianza della cessata tranvia.
Soltanto nel 1998 il Comune di Collegno decise di recuperarla e renderla unica testimonianza della vecchia ferrovia che percorreva Corso Francia.
 
==La= chiesaChiesa di Santa Elisabetta ===
[[ImmagineFile:Villaggio leumann collegno 02Chiesa_Leumann.jpg|thumb|128pxleft|Dettaglio dellaupright=0.8|La chiesa di ''Santa Elisabetta''.]]
Pur essendo di [[religione calvinista]], Napoleone Leumann vuolevolle dotare il villaggio di una chiesa e nel 1907 commissiona il progetto all'ingegner [[Pietro Fenoglio]]. ÈEssa è dedicata a Sant'Elisabetta, iled nomeè dellauna mogliedelle dipochissime Leumannchiese main FenoglioItalia, purforse essendol'unica, ila massimoriportare esponenteelementi torinesestilistici delin stile [[Liberty]], introducetra moltii elementi stilisticivari che fannoconcorrono della chiesaall'insieme undi esempio distile [[Eclettismo (arte)|eclettismoeclettico]].<ref group="N">Il ''[[liberty]]'', qui in Italia (ma non nel [[w:en:Art Nouveau religious buildings|resto del mondo]]), era considerato uno stile inopportuno per la realizzazione di architettura sacra poiché ostentava forme troppo frivole, talvolta sensuali e spesso evocative di uno stereotipo di femminilità considerato decadente e lascivo.</ref><ref>{{Cita|B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017|p. 155}}.</ref>
 
Il prospetto frontale è scandito da un rivestimentomotivo che alterna un rivestimento di mattoni a vista e fasce di litocemento. Ma ciò che marcatamente caratterizza la facciata sono i due campanili decorati a motivi geometrici, sovrastati da croci in ferro battuto. Il piccolo [[pronao]] antistante il portale di ingresso è invece sormontato da un inusuale rosone ripartito in tre parti riportante una vetrata policroma di chiara interpretazione [[Liberty]].
 
Il corpo interno presenta una sobrietà tipicamente calvinista, ma la pianta longitudinale della [[Navata|navata]] unica è ravvivata da una decorazione geometrica che coinvolgesi estende anche lasulla copertura a capriate lignee. Le trifore laterali di ispirazione neo-romantica, la vetrata absidale e quella frontale sono dotate di apprezzabili vetrate policrome realizzate sotto la supervisione del maestro [[Domenico Smeriglio da Poirino]].
 
==La= scuolaScuola ===
Napoleone Leumann era fermamente convinto che una corretta istruzione fosse uno degli elementi fondanti per avere dei buoni operai in futuro e così, nel 1903, il Villaggio Leumann ebbe la sua scuola. Ubicata nel comprensorio ovest del villaggio, l'edificio comprendeva sei classi elementari al primo piano, mentre al piano terreno c'era l'''Asilo Infantile Wera'', dedicato alla memoria della figlia di Leumann, scomparsa in tenera età.
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La scuola era frequentata dai figli degli operai e degli impiegati del cotonificio, ma anche da alcuni residenti di [[Collegno]], poiché era l'unica scuola vicina allora esistente nel comune. La scuola forniva gratuitamente i libri di testo e vi era anche una fornita biblioteca e poteva avvalersi di attrezzature e metodi didattici più avanzati del tempo. Inoltre, a stimolare l'impegno degli scolari, Leumann organizzava periodicamente premiazioni che prevedevano doni o piccoli lasciti in denaro che veniva accreditato su libretti postali.<br/>
==Il cotonificio==
Una particolare attenzione veniva data anche all'attività fisica con la ginnastica praticata quotidianamente nel cortile o nell'attigua palestra, compresa l'assistenza del medico del vicino cotonificio.
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Nel marzo del 1906 vennero attivati anche dei corsi serali per operai e, visti i concreti risultati raggiunti in ambito didattico, la scuola viene dichiarata ''Ente Morale'' per Regio Decreto.<br/> Il 6 maggio del 1906 avvenne la cerimonia alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione On. [[Paolo Boselli]], insieme al Sindaco di Collegno Audifredi ed altre personalità politiche, nonché una numerosa folla festante.
==Il Villaggio Leumann oggi==
Il villaggio è attualmente ancora abitato da alcuni ex dipendenti del Cotonificio Leumann e, complessivamente, da circa un centinaio di famiglie.
Un recente restauro ha riportato agli antichi splendori le strutture Liberty più caratteristiche del villaggio come alcuni edifici dell'ex stabilimento, l'ex scuola elementare e la Stazionetta. È stata recuperata anche parte della cancellata metallica che un tempo circondava l'intero stabilimento ma che fu requisita dal [[governo fascista]] durante il periodo bellico della [[seconda guerra mondiale]].
Inoltre il Villaggio Leumann è stato elevato a ''Ecomuseo sulla Cultura Materiale'' della [[provincia di Torino]]. È sede di un ''Centro di Documentazione'', di saltuarie rappresentazioni espositive, teatrali ed è regolarmente visitabile da scolaresche e da comitive come esempio, con [[Crespi d'Adda|Crespi d’Adda]] e [[Nuovo quartiere operaio (Schio)|Schio]], di ''villaggio operaio'' conservato integralmente.
 
Nel 1910 l'edificio scolastico venne ampliato con l'innalzamento di un ulteriore piano per ospitare altre due aule e servizi. L'anno successivo, una relazione del Regio Ispettorato Scolastico giudicò la scuola del Villaggio Leumann come un ''modello di istruzione e di educazione sotto tutti gli aspetti rispondenti ai veri bisogni di una classe operaia''.
==Collegamenti esterni==
* [http://www.villaggioleumann.it/ Sito del villaggio]
 
Successivamente, la scuola ospitò unicamente le classi elementari e l'asilo infantile fu trasferito presso un'altra sede.
==Bibliografia==
Dal 2005 sono stati ultimati i lavori di restauro conservativo e di ristrutturazione e le lezioni sono regolarmente riprese.
* Materiale informativo in loco.
* ''Le opere di Pietro Fenoglio nel clima dell'art nouveau internazionale'', Riccardo Nelva e Bruno Signorelli, Dedalo Libri, 1979, Beri
 
==Voci= correlateCotonificio ===
Nel ''Cotonificio Leumann'' si effettuavano le lavorazioni di tessitura, tintura e finissaggio. La fabbrica fu attiva a pieno regime per quasi un secolo, dal [[1875]] fino al [[1972]] quando, in seguito ad una grave crisi del settore tessile, venne notevolmente ridimensionata. Continuò la propria attività fino alla chiusura avvenuta nel [[2007]].
 
== Il Villaggio Leumann oggi ==
Il villaggio è attualmente ancora abitato da alcuni ex dipendenti del ''Cotonificio Leumann'' e, complessivamente, da circa un centinaio di famiglie.
Un recente restauro ha riportato agli antichi splendori le strutture liberty più caratteristiche del villaggio come alcuni edifici dell'ex stabilimento, l'ex scuola elementare e la Stazionetta. È stata recuperata anche parte della cancellata metallica che un tempo circondava l'intero stabilimento, ma che fu requisita dal [[governo fascista]] durante il periodo bellico della [[seconda guerra mondiale]].
Inoltre il Villaggio Leumann è stato elevato a ''Ecomuseo sulla Cultura Materiale'' della [[provincia di Torino]]. È sede di un ''Centro di Documentazione'', di saltuarie rappresentazioni espositive, teatrali ed è regolarmente visitabile da scolaresche e da comitive come esempio, con [[Crespi d'Adda|Crespi d’Adda]] e [[Nuovo quartiere operaio|Schio]], di ''villaggio operaio'' conservato integralmente. All'interno del villaggio è anche presente la biblioteca civica di Collegno, nel Convitto delle Operaie<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Guida alle Biblioteche dell'Area Metropolitana Torinese|editore=Regione Piemonte}}</ref>.
 
All'interno del villaggio è stato ambientato il film ''[[È nata una star? (film)|È nata una star?]]'', del 2012, dove si trova la casa del protagonista e nelle numerose scene di esterno è possibile quindi osservare alcuni angoli del complesso.<ref>{{Cita web |url=http://www.milanodabere.it/news/interviste/luciana_littizzetto_rocco_papaleo_8266.html |titolo=Intervista a Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo {{!}} Milanodabere.it<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=15 settembre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140108124134/http://www.milanodabere.it/news/interviste/luciana_littizzetto_rocco_papaleo_8266.html |dataarchivio=8 gennaio 2014 |urlmorto=sì }}</ref>
 
Per quanto riguarda il settore trasporti, sono partiti nel primo semestre del 2019 i lavori per la costruzione del prolungamento della linea M1 della [[Metropolitana di Torino]], che prevede una stazione proprio a servizio del villaggio.
 
== Archivio ==
I documenti e materiali relativi alla storia del Villaggio Leumann e del '900 e alle attività che qui si svolgevano sono raccolti presso il [http://www.villaggioleumann.it/centro.php Centro di documentazione] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20180829142506/http://www.villaggioleumann.it/centro.php |date=29 agosto 2018 }} omonimo di [[Collegno]].
 
== Note ==
=== Annotazioni ===
<references group="N"/>
 
=== Fonti ===
<references/>
 
== Bibliografia ==
* ''Le opere di Pietro Fenoglio nel clima dell'art nouveau internazionale'', Riccardo Nelva e Bruno Signorelli, Dedalo Libri, 1979, Bari.
 
== Voci correlate ==
* [[Napoleone Leumann]]
* [[Paternalismo]]
* [[Crespi d'Adda]]
* [[Nuovo quartiere operaio (Schio)|Villaggio operaio di Schio]]
* [[Lanerossi]]
* [[Archeologia industriale]]
* [[Liberty torinese]]
* [[Jugendstil]]
* [[Libreria della Dottrina Cristiana - Elledici]]
 
== Altri progetti ==
==Note==
{{interprogetto}}
<references/>
 
== Collegamenti esterni ==
{{interprogetto|commons=category:Villaggio Leumann}}
* {{Cita web|url=http://www.villaggioleumann.it/storia_villaggio.php|titolo=Villaggio - La storia|sito=Associazione Amici della Scuola Leumann|accesso=5 dicembre 2016|dataarchivio=13 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161113072524/http://www.villaggioleumann.it/storia_villaggio.php|urlmorto=sì}}
* {{Cita web|url=http://archeologiaindustriale.net/803_il-villaggio-leumann-in-piemonte/|titolo=Il Villaggio Leumann in Piemonte|sito=Archeologia Industriale}}
* {{Cita web|url=https://www.villaggioleumann.info/|titolo=Villaggio Leumann – Emotional Experience}}
 
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Storia del Piemonte]]
{{Portale|Architettura|Lavoro|Piemonte|Storia}}
[[Categoria:Storia di Torino]]
[[Categoria:Monumenti di Torino]]
[[Categoria:Architetture di Torino]]
 
[[Categoria:Villaggi operai in Italia]]
{{Portale|Piemonte|Torino|Architettura|Storia}}
[[Categoria:Liberty in Piemonte|Villaggio Leumann]]
[[Categoria:Frazioni e quartieri di Collegno]]
[[Categoria:Architetture di Collegno]]
[[Categoria:Industria tessile in Piemonte]]