Pericle: differenze tra le versioni

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{{AvvisounicodeNota disambigua}}
{{Carica pubblica
{{Nota disambigua|il nome proprio|[[Pericle (nome)]]}}
|nome = Pericle
{{Infobox militare
|immagine = Pericles Pio-Clementino Inv269 n2.jpg
|didascalia = Busto di Pericle riportante l'iscrizione «Pericle, figlio di [[Santippo di Atene|Santippo]], ateniese». Marmo, copia romana di un originale greco del 430 a.C. circa.
|carica = [[Stratego]] di Atene
|fazione = Democratico
|professione = Politico, oratore e militare
}}
{{militare
|Nome = Pericle
|Immagine = Greece from the Coming of the Hellenes to AD. 14, page 137, Pericles.jpg
|Immagine = [[File:Pericles Pio-Clementino Inv269.jpg|200px]]
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|Didascalia= Busto di Pericle riportante l'iscrizione "Pericle, figlio di [[Santippo (Atene)|Santippo]], Ateniese". Marmo, copia romana di un originale greco del 430 a.C. circa.
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|Data_di_nascita = [[495 a.C.]] circa
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|Data_di_morte = [[429 a.C.]]
|Morto_a = [[Atene (città antica)|Atene]], [[Grecia]]
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|Luogo_di_sepoltura =
|Nazione_servita = [[Antica Atene]]
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|Forza_armata = [[Esercito ateniese]]
|Religione = <!-- solo se enciclopedica -->
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|Guerre = [[Prima guerra del Peloponneso]] ([[454 a.C.|454]] - [[445 a.C.]])<br />[[Guerre Sacredella lega delio-attica]] ([[450 a.C.|450]] - [[449 a.C.]])<br />[[Seconda Guerraguerra Sacrasacra]] ([[448 a.C.]])<br />[[Guerra di [[Samo (isola)|Samo]] ([[440 a.C.]])<br />[[Guerra del Peloponneso]] ([[431 a.C.|431]] - [[429 a.C.]])
|Campagne =
|Battaglie = Battaglie a [[Sicione]] e ad [[Acarnania]] ([[454 a.C.]])<br />Espulsione dei barbari da [[Gallipoli]] ([[447 a.C.]])<br />[[Assedio di [[Bisanzio]] ([[438 a.C.)]])
|Comandante_di =
|Decorazioni =
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|Pubblicazioni =
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|Altro_lavoro = Politico
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref = <ref>{{Sapere}}</ref>
}}
{{Bio
|Nome = Pericle
|Cognome =
|PostCognomeVirgola = figlio di [[Santippo di Atene|Santippo]] del [[Colargo|demo di Colargo]] e di [[Agariste]]
|PreData = {{lang-grc|Περικλῆς|Periklḕs}}, [[Fonologia della lingua greca antica|pronuncia]]: {{IPA|[pe.ri.klɛ̂ːs]}}, «circondato dalla gloria»
|Sesso = M
|LuogoNascita = Colargo
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[495 a.C.]] circa
|LuogoMorte = Atene
|LuogoMorteLink = Atene (città antica)
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 429 a.C.
|Epoca = -400
|Attività = militare
|Attività2 = politico
|Attività3 = oratore
|Nazionalità = ateniese
|PostNazionalità = attivo durante il [[Età di Pericle|periodo d'oro della città]], tra le [[guerre persiane]] e la [[guerra del Peloponneso]] (431 a.C. - 404 a.C.)
}}
 
Discendente da parte della madre, [[Agariste]], dalla potente e influente famiglia degli [[Alcmeonidi]], Pericle ebbe una così profonda influenza sulla società ateniese che [[Tucidide]], storico suo contemporaneo, lo acclamò come «primo cittadino di Atene». Pericle fece della [[Lega delio-attica]] un impero comandato da Atene che esercitava la sua egemonia sulle altre città alleate, e guidò i suoi concittadini durante i primi due anni della [[guerra del Peloponneso]].
'''Pericle''' (in [[lingua greca|Greco]]: '''Περικλῆς''', ''Periklēs'', "circondato dalla gloria"; [[495 a.C.]] circa - [[429 a.C.]]) fu un importante e influente [[statista]], [[oratore]] e generale [[Atene|ateniese]] durante il periodo d'oro della città - cioè, il momento tra le [[Guerre persiane]] e la [[Guerra del Peloponneso]]. Discendeva, a causa di sua madre, dalla potente e storicamente influente famiglia degli [[Alcmeonidi]].
 
Pericle favorì lo sviluppo delle [[arte|arti]] e della [[letteratura]] e questa fu la principale ragione per la quale Atene detiene la reputazione di centro culturale dell'[[antica Grecia]]. Promosse, allo scopo di dare lavoro a migliaia di artigiani e cittadini, un ambizioso progetto edilizio che portò alla costruzione di molte opere sull'[[Acropoli di Atene|Acropoli]] (incluso il [[Partenone]]), abbellì la città, esibì la sua gloria.<ref name="Blois">{{cita libro|cognome=Blois de |nome=Lukas |titolo=An Introduction to the Ancient World |editore=Routledge (UK) |anno=1997 |cid=Blois |p=99|isbn=0-415-12774-2 }}</ref> Inoltre, Pericle sostenne la [[democrazia]] (nell'[[Demagogia|accezione aristotelica]]) a tal punto che i critici contemporanei lo definiscono un [[populismo|populista]], soprattutto a seguito dell'introduzione di un salario per coloro che ricoprivano gli incarichi politici e per i rematori della flotta.
Pericle ebbe una così profonda influenza sulla società ateniese che [[Tucidide]], uno storico contemporaneo a lui, lo acclamò come "primo cittadino di Atene". Pericle fece della [[Lega delio-attica]] un impero Ateniese e comandò i suoi concittadini durante i primi due anni della Guerra del Peloponneso. Il periodo in cui egli governò Atene, tra il [[461 a.C.|461]] e il [[429 a.C.]], è anche noto come '''"Epoca di Pericle"''' o '''"Età d'oro di Atene"''', anche se il periodo così denotato può includere dei periodi precedenti come quello delle [[Guerre persiane]], o successivi come il [[IV secolo a.C.|secolo successivo]].
 
== Biografia ==
Pericle promosse le [[arte|arti]] e la [[letteratura]]; questa fu la principale ragione per la quale Atene detiene la reputazione di essere il centro culturale dell'[[Antica Grecia]]. Cominciò un progetto ambizioso che portò alla costruzione della maggior parte delle strutture superstiti sull'[[Acropoli]] (incluso il [[Partenone]]). Questo progetto abbellì la città, esibì la sua gloria e diede lavoro a molte persone.<ref name="Blois">L. de Blois, ''Un'introduzione al mondo antico'', p. 99</ref> Inoltre, Pericle favorì la [[democrazia ateniese]] a tal punto che i critici lo definivano un [[populismo|populista]].<ref name="Muhl">S. Muhlberger, [http://www.nipissingu.ca/department/history/MUHLBERGER/2055/L23ANC.HTM Periclean Athens].</ref><ref name = "Ruden 80">S. Ruden, ''Lysistrata'', 80.</ref>
=== Primi anni ===
Pericle nacque nel [[Demo (antica Grecia)|demo]] di [[Colargo]], una località poco più a nord di [[Atene]]. La sua data di nascita è incerta, anche se per convenzione si indica l'anno [[495 a.C.]]: alcuni, infatti, propendono per il [[492 a.C.]] o poco prima poiché nel [[472 a.C.]] finanziò l'opera ''[[I Persiani]]''. Altri, invece, dal fatto che non viene indicato se egli abbia partecipato o meno alle [[guerre persiane]] hanno sostenuto che è impossibile che sia nato prima del 498, ma questo argomento è stato respinto ''[[Argomento del silenzio|ex silentio]]''.<ref name="For"/><ref name="Davies457">J.K. Davies, ''Athenian propertied families, 600–300 BC'', 457.</ref>
 
Fu figlio del politico [[Santippo di Atene|Santippo]], che, anche se [[ostracismo|ostracizzato]] nel [[485 a.C.]] circa, tornò ad Atene solo cinque anni dopo per guidare un contingente ateniese a [[Battaglia di Micale|Micale]], dove la Grecia avrebbe riportato una vittoria importante contro i Persiani.
== Primi anni ==
La madre di Pericle, Agariste, era una discendente della potente e controversa famiglia degli [[Alcmeonidi]] e le sue connessioni familiari ebbero un ruolo determinante nell'inizio della carriera politica di Santippo. Agariste era inoltre una discendente del tiranno di [[Sicione]], [[Clistene di Sicione|Clistene]], e nipote del grande riformatore ateniese [[Clistene]], un altro Alcmeonide. Al riguardo, Plutarco riferisce che Clistene fu il nonno di Agariste,<ref name="Pl3"/> ma ciò non è storicamente plausibile, per cui si preferisce affermare che Clistene fosse zio di Agariste.<ref name="Br"/>
Pericle nacque nel 495 a.C., nel [[demo (Atene)|demo]] di [[Cholargos]], una località poco più a nord di [[Atene]].<ref>La data di nascita di Pericle è incerta; non avrebbe potuto essere nato più tardi del [[492 a.C.]] ed aver avuto contemporaneamente l'età per essere presente alla prima rappresentazione de ''[[I Persiani]]'' nel [[472 a.C.|472]]. Non viene detto se egli abbia partecipato o meno alle [[Guerre persiane]]; per questo alcuni storici hanno sostenuto che è impossibile che sia nato prima del 498, ma questo argomento fu respinto ''ex silentio''.</ref> Fu figlio del politico [[Santippo (Atene)|Santippo]], che, anche se fu [[ostracismo|ostracizzato]] nel [[485 a.C.]] circa, tornò ad Atene solo cinque anni dopo per guidare un contingente ateniese a [[Battaglia di Micale|Micale]], dove la Grecia avrebbe riportato una vittoria importante.
La madre di Pericle, Agariste, era una discendente della potente e controversa famiglia degli [[Alcmeonidi]] e le sue connessioni familiari ebbero un ruolo determinante nell'inizio della carriera politica di Santippo. Agariste era inoltre una discendente del tiranno di [[Sicione]], [[Clistene di Sicione|Clistene]], e nipote del nipote del grande riformatore ateniese [[Clistene]], un altro Alcmeonide.<ref>Plutarco dice "nipote del nonno", (''[[Vite parallele]]'', ''Pericle'', [[s:Lives/Pericles#3|III]]) ma non è storicamente plausibile ed è stato quindi dichiarato che questa fosse la "nipote dello zio". (per la fonte, vedi la nota '''6''')</ref><ref name="Br">{{cite book|title="Pericle" [[Encyclopaedia Britannica]]|year=2002}}</ref> Secondo [[Erodoto]] e [[Plutarco]], Agariste sognò, pochi giorni prima la nascita di Pericle, di aver partorito un leone.<ref>[[Erodoto]], [[Storie (Erodoto)|Historiae]], VI, 131</ref><ref name="Pl3">Plutarco, ''[[Vite parallele]]'', ''Pericle'', [[s:Lives/Pericles#3|III]].</ref> Un'interpretazione dell'aneddoto considera il leone come simbolo di grandezza, ma la storia può inoltre alludere alla dimensione inusuale del cranio di Pericle, che divenne un bersaglio dei commediografi contemporanei.<ref name="Pl3" /><ref name="Ehr239">V.L. Ehrenberg, ''Da Solone a Socrate'', a239.</ref><ref>Benché Plutarco afferma che questa deformità fu il motivo per cui Pericle era sempre rappresentato con un elmo, non è questo il motivo per cui Pericle indossava un elmo; questo era allora il simbolo del suo ruolo ufficiale come [[generale]] ([[strategos]])</ref>
 
Secondo [[Erodoto]] e [[Plutarco]], Agariste sognò, pochi giorni prima della nascita di Pericle, di aver partorito un leone.<ref name="Pl3">{{cita|Plutarco|Pericle, III}}.</ref><ref>[[Erodoto]], ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]'', VI, 131.</ref> Un'interpretazione dell'aneddoto considera il leone come simbolo di grandezza, ma la storia può inoltre alludere alla dimensione inusuale del cranio di Pericle, che divenne un bersaglio dei commediografi contemporanei<ref name="Pl3" /><ref name="Ehr239">{{cita|Ehrenberg|p. 239}}.</ref> e che, come ricorda Plutarco, Pericle usasse nascondere con l'elmo, simbolo della sua carica di stratego.
{| class="toccolours" style="float: right; margin-left: 1em; margin-right: 2em; font-size: 85%; background:#c6dbf7; color:black; width:30em; max-width: 40%;" cellspacing="5"
| style="text-align: left;" | "Utilizziamo infatti un ordinamento politico che non imita le leggi dei popoli confinanti, dal momento che, anzi, siamo noi ad essere d'esempio per qualcuno, più che imitare gli altri. E di nome, per il fatto che non si governa nell'interesse di pochi ma di molti, è chiamato democrazia; per quanto riguarda le leggi per dirimere le controversie private, è presente per tutti lo stesso trattamento; per quanto poi riguarda la dignità, ciascuno viene preferito per le cariche pubbliche a seconda del campo in cui sia stimato, non tanto per appartenenza ad un ceto sociale, quanto per valore; e per quanto riguarda poi la povertà, se qualcuno può apportare un beneficio alla città, non viene impedito dall'oscurità della sua condizione. Inoltre viviamo liberamente come cittadini nell'occuparci degli affari pubblici e nei confronti del sospetto che sorge nei confronti l'uno dell'altro dalle attività quotidiane, non adirandoci con il nostro vicino, se fa qualcosa per proprio piacere, né infliggendo umiliazioni, non dannose ma penose a vedersi. Trattando le faccende private, dunque, senza offenderci, a maggior ragione, per timore, non commettiamo illegalità nelle faccende pubbliche, dato che prestiamo obbedienza a coloro che di volta in volta sono al potere ed alle leggi e soprattutto a quante sono in vigore per portare aiuto contro le ingiustizie e quante, benchè non siano scritte, comportano una vergogna riconosciuta da tutti."
|-
| style="text-align: left;" | '''''Pericles' Funeral Oration''' come ricordata da [[Tucidide]], [[http://www.antiqvitas.it/doc/doc.tuc.Pericl.htm#4|2.37]]
|}
 
{{Citazione|Perfetto in ogni parte del corpo, egli aveva la testa oblunga e sproporzionata ed è per questo che tutti gli scultori l'hanno raffigurato con l'elmo per evitare che la messa a nudo di tale difetto potesse far pensare che volevano schernirlo. I poeti attici lo chiamavano ''Schinocefalo'' (Σχινοκέφαλον) cioè “testa di [[cipolla marina]]” [talora, infatti, gli attici chiamano ''schinòs'' questo tipo di cipolla]. Il commediografo [[Cratino]] nei ''Chironi'' dice: “la [[Eris (mitologia)|Discordia]] e il vecchio [[Crono]] si accoppiarono e generarono un grandissimo tiranno che gli dei chiamarono ‘Adunatore di teste’ (Κεφαληγερέταν nel testo greco)”; nella ''Nemesi'': “Vieni o Zeus ospitale e gran capo!”. [[Teleclide]], invece, scrive: “Talvolta siede sull'Acropoli col capo chino appesantito dai mille dubbi, talvolta, dalla sua testa, capace di contenere undici letti, erompe spontaneo un enorme fragore”. [[Eupoli]], poi, nei ''Demi'', laddove chiede notizie dei quattro grandi politici richiamati dall'ade [per ridare splendore ad Atene], citando, per ultimo, il nome di Pericle, esclama: “Hai ricondotto il capo di quelli di laggiù”.|Plutarco, ''Vita di Pericle'', 3, traduzione di Mario Scaffiti Abbate}}
Pericle apparteneva alla [[tribù]] locale degli Acamantis (Ἀκαμαντὶς φυλὴ). I suoi primi anni furono tranquilli; Da giovane, Pericle preferì dedicare il tempo agli studi, piuttosto che apparire in pubblico, per via della sua introversione.<ref name="Helios">{{cite book|title= "Pericle" Dizionario Enciclopedico The Helios|year= 1952}}</ref>
 
Pericle apparteneva alla [[tribù]] locale degli Acamantis (Ἀκαμαντὶς φυλὴ). I suoi primi anni furono tranquilli: da giovane, Pericle preferì dedicare il suo tempo agli studi, piuttosto che apparire in pubblico, per via della sua introversione.<ref name="Helios">{{Cita libro|titolo=Dizionario Enciclopedico The Helios|anno=1952|capitolo=Pericle}}</ref>
La nobiltà e la ricchezza della sua famiglia di permisero di continuare gli studi. Imparò la musica dai maestri del tempo ([[Damone]] e Pitoclide potrebbero essere stati suoi maestri)<ref name="P4">Plutarco, ''Pericle'', [[s:Lives/Pericles#4|IV]]</ref><ref name="PlatoA">Platone, ''Alcibiade I'', [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?lookup=Plat%2e+Alc%2e+1+118c/ 118c]</ref> ed è considerato il primo politico ad aver attribuito una grande importanza alla [[filosofia]]<ref name="Helios" /> Gli piaceva la compagnia dei [[filosofo|filosofi]] [[Protagora]], [[Zenone di Elea]] e [[Anassagora]]. Anassagora, in particolare, divenne un suo amico intimo e lo influenzò molto.<ref name="P4" /><ref name="Mend1">M. Mendelson, ''Many Sides'', 1</ref> Il tipo di pensiero e il carisma retorico di Pericle potrebbero essere stati prodotti in parte dall'accento di Anassagora sulla tranquillità emotiva di fronte alle difficoltà e allo scetticismo sui fenomeni divini.<ref name="Br"/> La sua proverbiale calma è considerata un prodotto dell'influenza di Anassagora.<ref name="PP6">Plutarch, ''Pericles'', [[s:Lives/Pericles#6|VI]] and Plato, Phaedrus, [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?lookup=Plat%2e+Phaedrus+270a/ 270a]</ref>
 
{{Approfondimento
== Attività politica ==
|larghezza=380px
Nel conflitto instauratosi ad Atene tra il partito aristocratico-conservatore, guidato da Cimone, autore di una politica filo-[[sparta]]na, e quello democratico, capeggiato da [[Efialte (politico)|Efialte]], Pericle si schierò con quest'ultimo.
|titolo=Dal ''discorso funebre di Pericle'' come ricordato da [[Tucidide]], [http://www.antiqvitas.it/doc/doc.tuc.Pericl.htm#4 II, 37]
|contenuto=«Utilizziamo infatti un ordinamento politico che non imita le leggi dei popoli confinanti, dal momento che, anzi, siamo noi ad essere d'esempio per qualcuno, più che imitare gli altri. E di nome, per il fatto che non si governa nell'interesse di pochi ma di molti, è chiamato democrazia; per quanto riguarda le leggi per dirimere le controversie private, è presente per tutti lo stesso trattamento; per quanto poi riguarda la dignità, ciascuno viene preferito per le cariche pubbliche a seconda del campo in cui sia stimato, non tanto per appartenenza ad un ceto sociale, quanto per valore; e per quanto riguarda poi la povertà, se qualcuno può apportare un beneficio alla città, non viene impedito dall'oscurità della sua condizione. Inoltre viviamo liberamente come cittadini nell'occuparci degli affari pubblici e nei confronti del sospetto che sorge nei confronti l'uno dell'altro dalle attività quotidiane, non adirandoci con il nostro vicino, se fa qualcosa per proprio piacere, né infliggendo umiliazioni, non dannose ma penose a vedersi. Trattando le faccende private, dunque, senza offenderci, a maggior ragione, per timore, non commettiamo illegalità nelle faccende pubbliche, dato che prestiamo obbedienza a coloro che di volta in volta sono al potere ed alle leggi e soprattutto a quante sono in vigore per portare aiuto contro le ingiustizie e quante, benché non siano scritte, comportano una vergogna riconosciuta da tutti».
}}
 
La nobiltà e la ricchezza della sua famiglia gli permisero di continuare gli studi. Imparò la musica dai maestri del tempo ([[Damone]] e Pitoclide potrebbero essere stati suoi insegnanti)<ref name="Pl4">{{Cita|Plutarco|Pericle, IV}}.</ref><ref name="PlatoA">[[Platone]], ''[[Alcibiade primo]]'', 118 c.</ref> ed è considerato il primo politico ad aver attribuito una grande importanza alla [[filosofia]].<ref name="Helios" /> Gli piaceva la compagnia dei [[filosofo|filosofi]] [[Protagora]], [[Zenone di Elea]] e [[Anassagora]]; Anassagora, in particolare, divenne un suo amico intimo e lo influenzò molto.<ref name="Pl4"/><ref name="Mend1">{{cita libro|cognome=Mendelson|nome=Michael|titolo=Many Sides: A Protagorean Approach to the Theory, Practice, and Pedagogy of Argument|editore=Springer|anno=2002|cid=Mendelson|p=1|isbn=1-4020-0402-8}}</ref> Il tipo di pensiero e il carisma retorico di Pericle potrebbero essere stati prodotti in parte dall'accento di Anassagora sulla tranquillità emotiva di fronte alle difficoltà e allo scetticismo sui fenomeni divini.<ref name="Br"/> La sua proverbiale calma è considerata un prodotto dell'influenza di Anassagora.<ref name="Pl6">{{Cita|Plutarco|Pericle, VI}}.</ref>
Quando nel [[462 a.C.]] l'invio di truppe in soccorso degli spartani assediati alla rocca di [[Itome (monte)|Itome]] si rivelò un disastro, Cimone fu esautorato ed Efialte e Pericle ne approfittarono per esautorare l'[[areopago]] a favore della [[boulè]] e della [[Ecclesia]].
 
=== Attività politica fino al 431 a.C. ===
Nel [[461 a.C.]], in seguito all'[[ostracismo]] di Cimone e alla morte di Efialte, Pericle divenne la figura principale della scena politica ateniese.
==== Prima dell'entrata in politica ====
[[File:AGMA Ostrakon Thémistocle 1.jpg|thumb|left|upright=0.6|''[[Ostrakon]]'' con l'iscrizione: «Temistocle, figlio di Neocle»]]
Nella primavera del 472 a.C. Pericle fu il [[corego]] della [[tragedia greca|tragedia]] di [[Eschilo]] ''[[I Persiani]]'', presentata alle [[Dionisie]] di quell'anno, dimostrando così di essere uno degli uomini più ricchi di Atene.<ref name="Br">{{Cita libro|titolo="Pericles" Oxford Classical Dictionary|anno=1996}}</ref> Lo storico Simon Hornblower ha sostenuto che la selezione di questa opera teatrale da parte di Pericle, che presenta un quadro nostalgico della famosa vittoria di [[Temistocle]] a [[Battaglia di Salamina|Salamina]], dimostra che il giovane politico fosse di supporto a Temistocle stesso contro il suo avversario politico [[Cimone]], la cui fazione riuscì a farlo ostracizzare poco dopo.<ref>{{cita|Hornblower|pp. 33-34}}.</ref>
 
Plutarco afferma che Pericle fu il primo fra gli Ateniesi per quaranta anni;<ref name="Pl16">{{cita |Plutarco|Pericle, XVI}}.</ref> se ciò è vero, Pericle avrebbe assunto una posizione di comando sin dai primi anni del decennio [[anni 460 a.C.|460 a.C.]]. In quel periodo fu sempre molto attento a proteggere la sua vita privata presentandosi come un modello per i suoi concittadini: per esempio, avrebbe spesso evitato i banchetti, professando un atteggiamento di sobrietà.<ref name="Pl7">{{cita|Plutarco|Pericle, VII}}.</ref><ref name="Pl9">{{cita|Plutarco|Pericle, IX}}.</ref>
=== Politica interna ===
Pericle fece approvare una legge che istituì la [[mistoforia]], cioè il pagamento di un'indennità giornaliera a coloro che ricoprivano cariche pubbliche. Tutti i cittadini dell'[[Attica]] ebbero la possibilità di presentarsi candidati e di svolgere, una volta eletti, l'incarico loro affidato. Pericle attuò una politica sociale che prevedeva l'istruzione degli orfani, il pagamento di pensioni ai mutilati di guerra e agli invalidi, l'ingresso gratuito a teatro per i poveri, una paga regolare ai soldati e marinai e una razione di viveri. Tali modificazioni sono state ripetutamente dibattute e contestate poiché, di fatto, la remunerazione trasformava i cittadini in funzionari facendo perdere alla partecipazione il suo carattere di privilegio personale; tuttavia tale opera giovò alla polis poiché, con i soldi della Lega, Atene finanziava la sua amministrazione.
 
Nel 463 a.C. Pericle accusò Cimone, capo della fazione conservatrice, di aver trascurato gli interessi vitali di Atene in [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]]:<ref name="Ar27">{{cita|Aristotele|XXVII}}.</ref> anche se Cimone fu poi assolto, questo confronto dimostrò che il principale avversario politico di Pericle era vulnerabile.<ref name=PC15>{{cita|Plutarco|Cimone, XV}}.</ref>
Nel [[451 a.C.]] propose la legge per cui potevano diventare cittadini ateniesi solamente coloro i quali avessero entrambi i genitori con la cittadinanza.
 
==== Ostracismo di Cimone ====
Molte furono le opere pubbliche che Pericle promosse grazie anche ai tributi della [[lega delio-attica]], come l'ingrandimento del [[Pireo]], fortificando la strada che lo collegava alla città, e l'abbellimento dell'[[Acropoli di Atene]] con l'edificazione del [[Partenone (Atene)|Partenone]], dei [[Propilei]], dell'[[Eretteo (tempio)|Eretteo]] e del [[Tempio di Atena Nike (Atene)|tempio di Atena Nike]].
[[File:KimonSculpture.jpg|left|thumb|upright=0.7|[[Cimone]], oppositore politico di Pericle; busto a [[Larnaca]], [[Cipro]]]]
Pericle ampliò Atene anche dal punto di vista culturale, creando il "Circolo di Aspasia" in cui si riunivano i filosofi e gli intellettuali provenienti da tutta la Grecia. Il circolo era intitolato, alla compagna di vita di Pericle, Aspasia; che secondo alcune testimonianze era in realtà un uomo. Se così fosse, Pericle sarebbe stato uno dei primi omosessuali a ricoprire cariche politiche; ricordiamo che a quel tempo era normale avere rapporti con entrambi i sessi.
Intorno al 461 a.C. i vertici del partito democratico ateniese decisero di prendere come obiettivo l'[[Areopago]], un concilio cittadino controllato dall'aristocrazia ateniese, che una volta fu la più potente assemblea nella ''[[polis]]''.<ref name="For">{{cita|Fornara-Samons|pp. 24-25}}.</ref> Il leader del partito e maestro di Pericle, [[Efialte di Atene|Efialte]], propose una netta riduzione dei poteri dell'Areopago, e l'[[Ecclesia (antica Grecia)|Ecclesia]], la principale assemblea ateniese, approvò tale proposta senza una forte opposizione.<ref name="Pl9"/> Questa riforma segnò l'inizio di una nuova era della «democrazia radicale»:<ref name="For" /> il partito democratico divenne gradualmente dominante nella politica ateniese e Pericle sembrò voler perseguire una politica populista per ingraziarsi il favore dei concittadini. Secondo [[Aristotele]], la posizione di Pericle può essere stata conseguenza del fatto che il suo principale oppositore politico, Cimone, era un uomo tanto ricco quanto generoso, capace di assicurarsi il favore del popolo donando generosamente una parte della sua considerevole fortuna personale.<ref name="Ar27"/> Lo storico Loren J. Samons sostiene, tuttavia, che Pericle possedeva risorse personali sufficienti per affermarsi coi propri mezzi in politica, se così avesse voluto.<ref name="Samons80">{{cita|Samons|p. 80}}.</ref>
 
{{Approfondimento
=== Politica estera ===
|larghezza = 380px
Dopo la [[pace di Callia]] ([[449 a.C.]]) che sanciva la tregua della guerra con la [[Persia]], l'esercito ateniese nel [[447 a.C.]]-[[446 a.C.]] sedò la rivolta in [[Eubea]] e l'insurrezione di [[Megara (città)|Megara]].
|titolo = ''[[Epitaffio di Pericle|Orazione funebre di Pericle]]'' come ricordata da Tucidide [http://www.antiqvitas.it/doc/doc.tuc.Pericl.htm II, 41]
|contenuto = «In sintesi io affermo che tutta la nostra città sia un modello didattico della Grecia e che mi sembra che i nostri uomini, presi singolarmente, rivolgano la loro indipendente personalità, con moltissima versatilità, accompagnata da decoro, alle più svariate occupazioni. E proprio la potenza della città, che abbiamo conseguito in seguito a queste nostre capacità, rivela che questo non è uno sfoggio di parole di questo momento, quanto piuttosto la verità dei fatti. Sola, infatti, fra quelle d'oggi, affronta la prova essendo superiore alla sua fama e sola né provoca sdegno nel nemico che l'assale, da quali avversari è ridotto male, né (suscita) il malcontento nei sudditi, come se fossero governati da persone indegne. Inoltre, dopo aver dimostrato con grandi prove che anche la nostra potenza è suffragata da testimonianze, saremo ammirati dai contemporanei e dai posteri, dato che non abbiamo inoltre bisogno né di Omero che ci elogi né di qualcuno che con i suoi versi sul momento ci diletterà, ma la verità smentirà la rappresentazione dei fatti, e che invece costringemmo ogni mare ed ogni terra a diventare accessibile alla nostra audacia ed edificammo insieme ovunque ricordi destinati a durare in eterno di sventure e successi. Dunque, per una tale città, questi uomini morirono nobilmente in combattimento, perché ritenevano giusto che non fosse loro strappata via, ed è naturale che ognuno degli uomini sopravvissuti desideri soffrire per essa».
}}
 
Nel 461 a.C. Pericle riuscì a eliminare dalla scena politica il suo principale oppositore usando l'arma dell'[[ostracismo]]; Cimone era stato accusato di aver tradito la città, agendo come alleato di [[Sparta]].<ref name="PC16">{{cita|Plutarco|Cimone, XVI}}.</ref>
 
Anche dopo l'ostracismo di Cimone, Pericle continuò a promuovere una politica populista.<ref name="Pl9"/> Per primo propose una legge che permetteva ai poveri di guardare spettacoli teatrali senza pagare, con lo Stato che copriva il costo della loro entrata. Con altri decreti nel 458 a.C. abbassò il requisito di proprietà per i magistrati, e poco dopo il 454 a.C. elargì generosi stipendi a tutti i cittadini che avevano prestato servizio come giurati nell'[[Heliaia]] (il tribunale supremo di Atene)<ref name="Fornara2">{{cita|Fornara-Samons|pp. 67-73}}.</ref> Il suo provvedimento più controverso fu, tuttavia, una legge del 451 a.C. che riconosceva cittadini ateniesi solo coloro che avevano entrambi i genitori ateniesi.<ref name="Martin">R. Martin, [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0009%3Ahead%3D%23142/ An Overview of Classical Greek History].</ref>
 
Tali misure spinsero i critici di Pericle a considerarlo come responsabile della degenerazione progressiva della democrazia ateniese. In seguito, Pericle introdusse una normativa che concedeva l'accesso delle classi inferiori al sistema politico e agli uffici pubblici, da cui erano state precedentemente escluse a causa dei limitati mezzi o delle origini umili.<ref name="Ar24">{{cita|Aristotele|XXIV}}.</ref> In seguito, la flotta, spina dorsale della potenza ateniese fin dai tempi di Temistocle, fu presidiata quasi interamente da membri delle classi inferiori.<ref name="Fine377-378">{{cita|Fine|pp. 377-378}}.</ref> [[Konstandinos Paparrigopulos]], un grande storico greco moderno, sostiene che Pericle propose queste leggi per ampliare e stabilizzare tutte le istituzioni democratiche,<ref name="Papar">{{cita|Paparrigopoulos|volume Ab, p. 145}}.</ref> mentre secondo lo storico Samons Pericle credeva che fosse necessario far crescere i [[Demo (antica Grecia)|demoi]], in cui egli vedeva una fonte di energia non sfruttata e l'elemento cruciale di dominio militare ateniese.<ref name="Samons65">{{cita|Samons|p. 65}}.</ref>
 
Cimone, d'altra parte, apparentemente credeva che non ci fosse spazio per un'ulteriore evoluzione democratica, ed era certo che la democrazia avesse raggiunto il suo picco e che le riforme di Pericle avevano portato allo stallo del populismo; Cimone, in ogni caso, accettò la nuova democrazia e non si oppose alla legge sulla cittadinanza dopo il suo ritorno dall'esilio nel 451 a.C.<ref name="Kagan135-136">{{cita|Kagan, Outbreak|pp. 135-136}}.</ref> Secondo Paparrigopoulos, la storia vendicò Cimone, perché Atene, dopo la morte di Pericle, affondò nel baratro dell'agitazione politica e della [[demagogia]]; Paparrigopoulos sostiene che una regressione senza precedenti discese sulla città, la cui gloria morì a causa della politica populista di Pericle.<ref name="Papar" /> Secondo un altro storico, Justin Daniel King, la democrazia radicale favorì il popolo, ma danneggiò lo Stato,<ref name="King24">J.D. King, [http://www.vu.union.edu/~kingj/classics.pdf Athenian Democracy and Empire] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060921155603/http://www.vu.union.edu/~kingj/classics.pdf |data=21 settembre 2006 }}, pp. 24-25</ref> mentre d'altra parte [[Donald Kagan]] asserisce che le misure democratiche di Pericle fornirono le basi per una forza politica inattaccabile.<ref name="Out79">{{cita|Kagan, Outbreak|p. 79}}.</ref>
 
==== L'ascesa al potere e le prime spedizioni militari ====
[[File:Perikles altes Museum.jpg|thumb|upright=0.8|left|Busto di Pericle, custodito nell'[[Altes Museum]] di [[Berlino]]]]
L'uccisione di Efialte, avvenuta nel 461 a.C. e addebitata da [[Aristotele]] ad Aristodico di Tanagra<ref name="Ar25">{{cita|Aristotele|XXV}}.</ref>, spianò la strada del potere a Pericle. In mancanza di un'opposizione forte dopo l'espulsione di Cimone, il leader incontestabile del partito democratico diventò il sovrano insindacabile di Atene, e rimase al potere quasi ininterrottamente fino alla sua morte, avvenuta nel 429 a.C.
 
Pericle guidò le sue prime spedizioni militari durante la [[prima guerra del Peloponneso]], che fu causata in parte dall'alleanza della sua città con [[Megara Nisea|Megara]] e [[Argo (città antica)|Argo]] e dalla conseguente reazione di Sparta. Nel 454 a.C. attaccò [[Sicione]] e [[Acarnania]],<ref name="Th111">{{Cita|Tucidide|I,111}}.</ref> e successivamente tentò, senza successo, di prendere Oeniadea sul [[golfo di Corinto]], prima di tornare ad Atene.<ref name="Rhodes44">{{cita libro|nome=P.J. |cognome=Rhodes |titolo=A History of the Classical Greek World |editore=Blackwell Publishing |anno=2005 |p=44|cid=Rhodes|isbn=0-631-22564-1}}</ref> Nel 451 a.C. Cimone, ritornato dall'esilio, negoziò una tregua di cinque anni con Sparta dopo una proposta dello stesso Pericle, un evento che indica un cambiamento nella politica strategica seguita da questi.<ref name="PC17">{{cita|Plutarco|Cimone, XVII}}.</ref> Pericle potrebbe aver capito l'importanza del contributo di Cimone durante i conflitti contro i [[Peloponneso|Peloponnesiaci]] e i Persiani, ma lo storico Podlecki sostiene che il presunto cambiamento di posizione fu inventato dagli storici antichi per sostenere «una visione tendenziosa della mobilità di Pericle».<ref name="Podlecki44">{{cita|Podlecki|p. 44}}.</ref>
 
Plutarco afferma che Cimone strinse un accordo per condividere il potere con i suoi oppositori, secondo il quale Pericle sarebbe stato il responsabile degli affari interni e Cimone sarebbe stato il capo militare di Atene, sostenendo una campagna all'estero.<ref name="Pl10">{{cita|Plutarco|Pericle, X}}.</ref> Kagan pensa che Cimone si adattò a delle nuove condizioni e promosse un matrimonio politico tra la fazione di Pericle e la sua.<ref name=Kagan135-136/>
 
[[File:Salamis Ruins 4.jpg|thumb|Rovine di [[Salamina (Cipro)|Salamina]], città cipriota dove si svolse la [[Battaglia di Salamina in Cipro (450 a.C.)|battaglia]], durante la quale Cimone perse la vita]]
 
A metà degli anni 450 a.C. gli Ateniesi lanciarono un tentativo, che poi si rivelò un fallimento, di aiuto a una rivolta egiziana contro la Persia, che portò a un assedio prolungato di una fortezza persiana nel [[Delta del Nilo]]. La campagna culminò in un disastro su vasta scala, e la forza di assedio fu sconfitta e distrutta.<ref name="Libourel615">{{cita pubblicazione|doi=10.2307/292666|cognome=Libourel|nome=Jan M.|titolo=The Athenian Disaster in Egypt|url=https://archive.org/details/sim_american-journal-of-philology_1971-10_92_4/page/605|rivista="American Journal of Philology"|volume=92|numero=4|pp=605-615|mese=ottobre|anno=1971|editore=The Johns Hopkins University Press|jstor=292666}}</ref> Intorno al 450 gli Ateniesi inviarono delle truppe a [[Cipro]]: Cimone sconfisse i Persiani a [[Salamina (Cipro)|Salamina]] (città cipriota da non confondersi con l'[[Isola di Salamina|isola]] nel Golfo Saronico dove Temistocle [[Battaglia di Salamina|sconfisse]] la flotta persiana di Serse), ma morì di malattia nel 449 a.C.; si dice che Pericle abbia avviato entrambe le spedizioni in Egitto e a Cipro,<ref name="Aird52">{{cita libro|cognome=Aird |nome=Hamish |titolo=Pericles: The Rise and Fall of Athenian Democracy |url=https://archive.org/details/periclesrisef00aird |editore=The Rosen Publishing Group |anno=2004 |cid=Aird|p=52|isbn=0-8239-3828-X}}</ref> anche se alcuni ricercatori, come [[Karl Julius Beloch]], sostengono che l'invio di una così grande flotta fosse conforme con lo spirito politico di Cimone.<ref name="Beloch205">{{cita libro|cognome=Beloch|nome=K.J.|titolo=Die Attische Politik seit Perikles|anno=1894|città=Lipsia|lingua=de|volume=II|p=205|cid=Beloch 2}}</ref>
 
A complicare la situazione di questo periodo è la questione della [[Pace di Callia]], che chiuse le ostilità tra Greci e Persiani; l'esistenza stessa del trattato è assai discussa, e i suoi dettagli e le sue trattative sono ugualmente ambigui.<ref name="Fine359-361">{{cita|Fine|pp. 359-361}}.</ref> Ernst Badian crede che un patto di pace tra Atene e la Persia sia stato stipulato per la prima volta nel [[463 a.C.]] (rendendo gli interventi ateniesi in Egitto e a Cipro violazioni della pace) e trattato nuovamente dopo la campagna di Cipro, tornando a essere applicato nel 449 a.C.<ref name="Badian">E. Badian, ''The Peace of Callias'', pp. 1–39.</ref> John Fine, però, suggerisce che il primo trattato di pace tra Atene e la Persia si concluse nel 450 a.C., perché Pericle aveva capito che il conflitto con la Persia stava ostacolando la capacità di Atene di diffondere la sua influenza sulla Grecia.<ref name="Fine359-361" /> Kagan pensa che Pericle abbia usato Callia, un cognato di Cimone, come simbolo di unità e lo utilizzò ancora varie volte per trattare importanti accordi.<ref name="Out108">{{cita|Kagan, Outbreak|p. 108}}.</ref>
 
Nella primavera del 449 a.C. Pericle propose un decreto che portò alla creazione di una riunione di tutte le [[polis|poleis]] greche, al fine di esaminare la questione della ricostruzione dei templi distrutti dai persiani. Questo progetto non andò a buon fine a causa della posizione di Sparta, ma le reali intenzioni di Pericle furono poco chiare:<ref name="Pl17">{{cita|Plutarco|Pericle, XVII}}.</ref> alcuni storici pensano che egli avesse voluto creare una sorta di confederazione di tutte le città greche, altri pensano che voleva semplicemente affermare la supremazia di Atene.<ref name="Wade212">{{cita pubblicazione|cognome=Wade-Grey|nome=H.T.|titolo=The Question of Tribute in 449/8 B. C|rivista="Hesperia"|volume=14|numero=3|pp=212-229|mese=luglio-settembre|anno=1945|editore=American School of Classical Studies at Athens|cid=Wade-Grey}}</ref> Secondo lo storico Terry Buckley, l'obiettivo di questo decreto era invece rinnovare la [[Lega delio-attica]].<ref name="Buckley">T. Buckley, ''Aspects of Greek History 750–323 BC'', p. 206.</ref>
 
{{Approfondimento
|larghezza=380px
|titolo=''Terza orazione di Pericle'' come ricordata da Tucidide [http://perseus.mpiwg-berlin.mpg.de/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0200&layout=&loc=2.64 II, 64]
|contenuto=«Ricordate anche che se il vostro paese ha il nome più importante del mondo, è perché non si è mai piegata di fronte a dei disastri; perché ha speso più vita e più forze in guerra rispetto alle altre città e si è conquistata un potere maggiore rispetto a quegli altri finora conosciuti».
}}
 
Durante la [[seconda guerra sacra]] Pericle guidò l'esercito ateniese contro [[Delfi (città antica)|Delfi]] e reintegrò i suoi diritti di sovranità sulla [[Focide]].<ref name="Thl112">{{Cita|Tucidide|I, 112}}.</ref><ref name="Pl21">{{cita|Plutarco|Pericle, XXI}}.</ref> Nel 447 a.C. Pericle si impegnò nella sua spedizione più ammirata: l'espulsione dei barbari dalla città [[tracia]] di Gallipoli. Il motivo che spinse Atene a compiere quest'impresa era legato alla [[colonia (insediamento)|colonizzazione]] della regione in cui si trovava la città;<ref name="Br" /><ref name="Pl19">{{cita|Plutaco|Pericle, XIX}}.</ref> a quel tempo, tuttavia, Atene era ostacolata da una serie di rivolte tra le sue città alleate (o, per meglio dire, subordinate). Sempre nel 447 gli oligarchi di [[Tebe (città greca antica)|Tebe]] cospirarono contro la fazione democratica: gli Ateniesi chiesero loro la resa immediata ma, dopo la [[battaglia di Coronea]], Pericle fu costretto ad ammettere la perdita della [[Beozia]], al fine di recuperare i prigionieri catturati in quel conflitto;<ref name="Helios" /> con la Beozia nelle mani dei nemici, la Focide e la [[Locride (Grecia)|Locride]] si ribellarono e caddero presto sotto il controllo degli oligarchi.<ref name="Fine368-369">{{cita|Fine|pp. 368-69}}.</ref> Nel 446 a.C. scoppiò una rivolta ancora più pericolosa quando l'[[Eubea]] e [[Megara Nisea|Megara]] si ribellarono; Pericle marciò su [[Eubea]] con le sue truppe, ma fu costretto a ritirarsi quando l'esercito spartano invase l'[[Attica]]. Attraverso la corruzione e le trattative, Pericle disinnescò la minaccia imminente e gli Spartani tornarono nella loro città.<ref name="ThAr">{{cita|Tucidide|II, 21}}.</ref><ref name="ari832">[[Aristofane]], ''[[Gli Acarnesi]]'', 832.</ref> In seguito, quando Pericle fu indagato per la gestione del denaro pubblico, non fu sufficientemente giustificata una spesa di 10 [[talento (peso)|talenti]], dal momento che i documenti ufficiali riferiscono che i soldi furono spesi per uno «scopo molto grave»; tuttavia, lo «scopo molto grave» (cioè la corruzione) doveva sembrare tanto fondamentale ai revisori dei conti che approvarono la spesa, senza ingerenze ufficiali e senza nemmeno indagare su questo caso.<ref name="Pl23">{{cita|Plutarco|Pericle, XXIII}}.</ref>
 
Dopo che la minaccia di Sparta fu scongiurata, Pericle marciò nuovamente sull'Eubea per schiacciare una rivolta, e successivamente inflisse punizioni severe ai proprietari terrieri della città più importante della regione, [[Calcide]], tra cui la perdita dei propri terreni. Nel frattempo, i residenti della città di [[Istiaia]], che aveva massacrato l'equipaggio di una [[trireme]] ateniese, furono deportati e sostituiti da duemila coloni ateniesi.<ref name="Pl23"/> La crisi fu portata a termine dalla [[Pace dei trent'anni]], stipulata intorno al 446 a.C., in cui Atene si impegnava ad abbandonare i possedimenti acquisiti nel corso del 460 a.C. e, insieme a Sparta, di non tentare di conquistare le città alleate a quest'ultima.<ref name="Fine368-369" />
 
==== Battaglia finale contro i conservatori ====
Nel 444 a.C. le fazioni democratica e conservatrice si affrontarono in uno scontro decisivo. Il nuovo capo dei conservatori, [[Tucidide (politico)|Tucidide]] (che non deve essere confuso con lo [[Tucidide|storico omonimo]]), accusò Pericle di licenziosità, criticando il modo in cui aveva speso i soldi per il piano di costruzioni in corso. Inizialmente, Tucidide cominciò a procurarsi il favore dell'[[Ecclesia (antica Grecia)|ecclesia]], ma Pericle riuscì a far sentire la sua influenza e mise i conservatori nell'ombra: il leader dei democratici rispose alle critiche proponendo di rimborsare alla città tutte le spese con i suoi soldi, a condizione che Atene gli avesse reso delle iscrizioni e delle dediche.<ref name="Pl14">{{cita|Plutarco|Pericle, XIV}}.</ref> Il suo atteggiamento fu accolto con applausi, e Tucidide subì una sconfitta inattesa. Nel 442 a.C., il popolo ateniese ostracizzò Tucidide per 10 anni e Pericle fu ancora una volta il sovrano incontrastato della scena politica ateniese.<ref name="Pl14"/>
 
==== Il governo di Atene ====
[[File:1868 Lawrence Alma-Tadema - Phidias Showing the Frieze of the Parthenon to his Friends.jpg|left|thumb|''Fidia mostra il fregio del Partenone a Pericle, Aspasia, Alcibiade e ad altri amici'', di Sir [[Lawrence Alma-Tadema]], 1868]]
Pericle volle stabilizzare la posizione dominante della sua città e far valere la sua preminenza in Grecia. Si pensa che il processo attraverso il quale la lega di Delo si trasformò in un impero ateniese sia cominciato ben prima dell'amministrazione di Pericle,<ref name="Buckley196">{{cita|Buckley|p. 196}}.</ref> poiché varie città affiliate alla lega avevano già deciso di rendere omaggio ad Atene, invece di fornire semplicemente navi equipaggiate per la flotta dell'alleanza, ma la trasformazione fu accelerata e portata a compimento con misure attuate da Pericle.<ref name="Butler195">{{cita libro|cognome=Butler |nome=Howard |titolo=The Story of Athens |editore=Kessinger Publishing |anno=2005 |p=195 |cid=Butler|isbn=1-4179-7092-8 }}</ref> Il passo finale nella trasformazione a impero potrebbe essere stato innescato dalla sconfitta ateniese in [[Egitto]], che minacciò il dominio della città sul [[Mar Egeo]] e portò alla rivolta di alcune città alleate, come [[Mileto (Asia Minore)|Mileto]] ed [[Eritre]].<ref name="Out98">{{cita|Kagan, Outbreak|p. 98}}.</ref> Dopo questi eventi, sia a causa di una reale paura per la sua sicurezza, o come pretesto per ottenere il controllo delle finanze della Lega, Atene trasferì presso di sé il tesoro della alleanza, che prima era a [[Delo]], nel 454-453 a.C.<ref name="Buckley204">{{cita|Buckley|p. 204}}.</ref> Intorno al 450 a.C. le rivolte a Mileto ed Eritre furono represse e Atene restaurò il suo dominio sui suoi alleati.<ref name="Sealey275">{{cita|Sealey|p. 275}}.</ref> Attorno al 447 lo statista Clearco propose un decreto sul denaro, che impose il peso e le dimensioni delle monete d'argento ateniesi a tutti i suoi alleati.<ref name="Buckley"/> Secondo una delle disposizioni più severe del decreto, l'eccedenza di un processo di coniazione doveva andare a un fondo speciale, e chiunque avesse proposto di usarla in un altro modo, rischiava la pena di morte.<ref name="Hornblower">{{cita|Hornblower|p. 120}}.</ref>
 
Fu dal tesoro dell'alleanza che Pericle raccolse i fondi necessari per realizzare il suo piano ambizioso di costruzione, con particolare attenzione alla ristrutturazione dell'Acropoli, che comprendeva i [[Propilei]], il [[Partenone]] e la statua d'oro di [[Atena]], scolpita da [[Fidia]], amico di Pericle.<ref name="Hurwit87">{{cita libro|nome=Jeffrey M. |cognome=Hurwit |titolo=The Acropolis in the Age of Pericles |url=https://archive.org/details/acropolisinageof0000hurw |editore=Cambridge University Press |anno=2004 |cid=Hurwit|pp=[https://archive.org/details/acropolisinageof0000hurw/page/87 87]|isbn=0-521-82040-5}}</ref> Nel 449 a.C., Pericle propose un decreto che permette l'utilizzo di {{formatnum:9000}} talenti per finanziare il vasto programma di ricostruzione dei templi ateniesi.<ref name="Buckley"/> Lo storico latino [[Valerio Massimo]] narra nell'opera ''[[Factorum et dictorum memorabilium libri IX]]'' che, quando un giorno era giunto [[Alcibiade]], a quel tempo adolescente, nella dimora di Pericle, vedendolo triste e in disparte, gli chiese cosa fosse accaduto e quello disse che non sapeva come render conto del denaro speso per i Propilei. Dunque Alcibiade gli consigliò di sfruttare la guerra contro Samo in cui gli Ateniesi erano impegnati per nascondere il suo errore.
 
Angelos Vlachos, un accademico greco, sostiene che l'utilizzo del tesoro dell'alleanza, avviato ed eseguito da Pericle, è una delle più grandi malversazioni della storia umana; questa appropriazione indebita finanziò, tuttavia, alcune delle creazioni artistiche più belle del mondo antico.<ref name="Vl62-63">{{cita|Vlachos|pp. 62-63}}.</ref>
 
==== La Guerra contro Samo ====
{{vedi anche|Guerra di Samo}}
[[File:Miletus Bay silting evolution map-en.svg|thumb|upright=1.4|L'area geografica dell'antica città di Mileto e dell'isola di Samo]]
 
Dopo l'ostracizzazione di Tucidide, Pericle fu rieletto annualmente [[stratego]], l'unica carica che abbia mai formalmente occupato. Nel 440 a.C. cominciò una guerra tra [[Samo (isola)|Samo]] e Mileto per il controllo di [[Priene]], un'antica città sulle coste della [[Ionia]] ai piedi di [[Micale]], e a un certo punto del conflitto Mileto chiese aiuto ad Atene, a causa delle difficoltà incontrate durante il conflitto.<ref name="Th115">{{cita|Tucidide|I, 115}}.</ref>
 
Pericle allora, secondo Plutarco per accontentare la sua amante [[Aspasia di Mileto|Aspasia]], nativa di Mileto<ref name="Pl24">{{cita|Plutarco|Pericle, XXIV}}.</ref>, ordinò alle due parti di smettere di combattere e di sottoporre il caso al proprio arbitrato, ma Samo si rifiutò.<ref name="Pl25">{{cita|Plutarco|Pericle, XXV}}.</ref>; di conseguenza lo stratego fece approvare un decreto che ordinava la spedizione dell'esercito ateniese a Samo «vertente contro il suo popolo che, pur avendo ricevuto l'ordine di interrompere il conflitto contro i Milesi, non rispettò le condizioni». In una battaglia navale gli Ateniesi, guidati da Pericle e dagli altri nove strateghi, sconfissero le forze di Samo e imposero sull'isola un'amministrazione democratica.<ref name="Pl25" /> Quando i Samiani si ribellarono contro il dominio ateniese, Pericle costrinse la città ad arrendersi dopo un assedio durato otto mesi, che suscitò malcontento tra i componenti della flotta.<ref name="Pl28">{{cita|Plutarco|Pericle, XXVIII}}.</ref>
Successivamente, il generale sedò una [[Assedio di Bisanzio (438 a.C.)|rivolta a Bisanzio]] e, quando tornò ad Atene, tenne un famoso discorso funebre in onore dei soldati caduti durante la spedizione.<ref name="Sealey310">{{cita|Sealey|p. 310}}.</ref>
 
Tra il 438 e il 436 a.C. Pericle guidò la flotta ateniese nel [[Ponto]], dove instaurò relazioni amichevoli con le città greche della regione.<ref name="Pontus">{{cita libro|nome=Christopher J. |cognome=Tuplin|titolo=Pontus and the Outside World |editore=Brill Academic Publishers |anno=2004|p=28|cid=Tuplin|isbn=90-04-12154-4}}</ref> Inoltre, Pericle focalizzò la sua attenzione anche su progetti interni, come la fortificazione di Atene, e sulla creazione di nuove [[cleruchia|cleruchie]], come [[Andro (Grecia)|Andro]], [[Nasso (isola)|Nasso]] nel 444 a.C., così come [[Anfipoli]] nel 437 a.C.<ref name="Pl11">{{cita|Plutarco|Pericle, XI}}.</ref>
 
==== Attacchi personali ====
[[File:Aspasie Pio-Clementino Inv272.jpg|thumb|upright|[[Aspasia di Mileto]] (c.&nbsp;469 BC&nbsp;– c. 406&nbsp;BC), compagna di vita dello statista; busto ai [[Musei Vaticani]], [[Roma]]]]
Tuttavia, nonostante il forte carisma e il saldo governo, né Pericle né tanto meno i suoi collaboratori o confidenti, Fidia e Aspasia, furono immuni da attacchi sia personali sia giudiziari a dimostrazione che il ruolo politico dello statista non fu mai assoluto.<ref name="For2">{{cita|Fornara-Samons|p. 31}}.</ref>
 
Lo scultore Fidia, direttore dei progetti edilizi di Pericle e in particolare di quelli all'Acropoli, fu accusato di essersi appropriato di parte dell'oro destinato alla costruzione della statua di [[Atena]] oltre che di empietà, avendo inciso sullo scudo della medesima statua la figura di un vecchio calvo, raffigurante proprio Fidia, che con entrambe le mani reggeva un masso; e vi era raffigurato lo stesso Pericle, o comunque una figura somigliante allo statista, nell'atto di combattere le amazzoni.<ref name="Pl31">{{cita|Plutarco|Pericle, XXXI}}.</ref> Il processo fu deleterio per Fidia che morì in carcere,<ref>A. Dellivoras,[http://www.treccani.it/enciclopedia/fidia_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica-II-Supplemento%29/ Fidia], Enciclopedia dell'arte antica, classica ed orientale, 1994</ref> probabilmente mentre attendeva la celebrazione del processo per il furto o forse per la condanna di empietà o addirittura avvelenato<ref name="Pl31" />, e colpì non poco l'immagine di Pericle.
 
In seguito le accuse si concentrarono contro personalità intime allo statista quali la compagna Aspasia e l'antico precettore [[Anassagora]].
 
Aspasia, infatti, distintasi per l'abilità oratoria e per la brillante intelligenza, fu accusata da [[Ermippo (comico)|Ermippo]] di corrompere le donne ateniesi allo scopo di soddisfare le perversioni dell'amante, Pericle appunto.<ref name="SudaAsp">''[[Suda (enciclopedia)|Suda]]'', voce [http://www.stoa.org/sol-bin/search.pl?login=guest&enlogin=guest&db=REAL&field=adlerhw_gr&searchstr=alpha,4202 ''Aspasia''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150924122324/http://www.stoa.org/sol-bin/search.pl?login=guest&enlogin=guest&db=REAL&field=adlerhw_gr&searchstr=alpha,4202 |data=24 settembre 2015 }}.</ref><ref name="Pl32">{{cita|Plutarco|Pericle, XXXII}}.</ref><ref name="Loraux">{{cita libro|nome=Nicole |cognome=Loraux |titolo=La Grèce au Féminin (in French) |editore= Belles Lettres |anno=2003 |capitolo=Aspasie, l'étrangère, l'intellectuelle|cid=Loraux|pp=133-164|isbn=2-251-38048-5}}</ref><ref name="H138-139">{{cita libro|nome=M.|cognome=Henry|titolo=Prisoner of History|url=https://archive.org/details/prisonerhistorya00henr|editore=Oxford University Press|anno=1995|cid=Henry|pp=[https://archive.org/details/prisonerhistorya00henr/page/n144 138]–139}}</ref>
Il processo, basato su calunnie e dicerie, mai provate, fu un'amara esperienza per Pericle che a stento riuscì a difendere l'amata ottenendone l'assoluzione.
 
Poi l'[[Ecclesia (antica Grecia)|ecclesia]], su proposta di Diopite, mise in stato d'accusa per empietà il filosofo e precettore Anassagora il quale fu condannato al pagamento di una multa e all'esilio.<ref name="Pl31"/>
 
Infine gli oppositori accusarono direttamente Pericle di cattiva gestione delle pubbliche finanze.<ref name="Pl32"/> Secondo Plutarco, Pericle fu così preoccupato del giudizio imminente da bloccare ogni tentativo di compromesso con Sparta, impedendo, di fatto, la soluzione dei sempre più forti contrasti con la Lega del Peloponneso;<ref name="Pl32"/> al riguardo, Beloch sostenne che, pur di proteggere la propria posizione politica, Pericle abbia volutamente condotto la sua città alla guerra.<ref name="Beloch19-22">{{cita libro|cognome=Beloch|nome=K.J.|titolo=Griechische Geschichte|anno=1894|città=Lipsia|lingua=de|pp=19-22|cid=Beloch}}</ref>
 
In ogni caso, all'inizio della guerra del Peloponneso Atene si trovò nella scomoda posizione di affidare il proprio futuro a un leader la cui preminenza era stata, per la prima volta in un decennio, seriamente scossa.<ref name="Helios" />
 
=== La guerra del Peloponneso ===
{{vedi anche|Guerra del Peloponneso}}
Le cause della guerra del Peloponneso sono tuttora oggetto di dibattito, anche se già nell'antichità non pochi storici ponevano gran parte delle responsabilità a carico di Pericle e della politica imperialista di Atene: per esempio, Plutarco sostenne che gli Ateniesi si fossero volti al conflitto con una sorta di arroganza e amore per la sfida, un concetto, peraltro, già presente in [[Tucidide]] il quale, tuttavia, addebitava la guerra al timore degli Spartani per la potenza ateniese, fattore senz'altro presente ma ridimensionato nell'odierna storiografia.
 
==== Preludio al conflitto ====
[[File:Anaxagoras and Pericles.jpg|thumb|''Anassagora e Pericle'', di [[Augustin-Louis Belle]] (1757–1841)]]
[[File:L'Amitié de Périclès pour Anaxagore, Jean Charles Nicaise Perrin.jpg|thumb|''L'amicizia di Pericle per Anassagora'', di [[Jean Charles Nicaise Perrin|Jean-Charles Nicaise Perrin]] (1754-1831)]]
Nei rapporti con Sparta, Pericle agì convinto che la guerra fosse inevitabile, se non benvenuta.<ref name="Podlecki158">{{cita|Podlecki|p. 158}}.</ref>
Perciò, non esitò a inviare navi e soldati alla colonia di [[Corcira]] la quale si era ribellata alla madrepatria [[Corinto (città antica)|Corinto]], fedele alleata di Sparta.<ref name="Th31-54">{{cita|Tucidide|I, 31–54}}.</ref>
 
Nel 433 a.C., le flotte di Corinto e Atene si scontrarono nella [[battaglia di Sibota]], il cui esito fu inconcludente, e l'anno seguente, quando Potidea, colonia corinzia membro della [[lega delio-attica]], si ribellò ad Atene, gli insorti ottennero l'aiuto della madrepatria, aggravando il solco che divideva le due città.
 
Nello stesso periodo Pericle, nel tentativo di imporre la sovranità ateniese su [[Megara Nisea|Megara]], città affiliata alla [[lega del Peloponneso]] e posta tra Atene e Corinto, impose il cosiddetto ''Decreto Megarese'': con tale atto, Pericle escludeva i commercianti di Megara dal mercato ateniese e degli alleati, devastandone l'economia e allo stesso tempo violando apertamente le clausole della [[pace dei trent'anni]] senza alcuna giustificazione<ref name="Cawkwell">{{cita libro|nome=George |cognome=Cawkwell |titolo=Thucydides and the Peloponnesian War |url=https://archive.org/details/thucydidespelopo00cawk |editore=Routledge (UK) |anno=1997 |pp=[https://archive.org/details/thucydidespelopo00cawk/page/n43 33] |cid=Cawkwell|isbn=0-415-16552-0}}</ref> a parte la discutibile accusa di coltivare terra sacra dedicata a [[Demetra]] e dare rifugio a schiavi fuggiti, comportamenti empi.<ref name="Buckley322">{{cita|Buckley|p. 322}}.</ref>
 
Inevitabilmente, il conflitto con Megara inasprì i rapporti con Sparta che, dopo alcune consultazioni con gli alleati, inviò ad Atene un [[ultimatum]] con cui si richiedeva l'espulsione della famiglia degli Alcmeonidi,<ref group=N>L'espulsione era motivata dal fatto che [[Megacle (arconte eponimo)|Megacle]], [[arconte eponimo]] nel [[VII secolo a.C.]], si era reso responsabile dell'uccisione nei luoghi sacri di [[Cilone]] e dei suoi seguaci durante il tentato colpo di stato del [[632 a.C.]]</ref> Pericle incluso, e l'abrogazione del ''Decreto Megarese''; se le richieste non fossero state accolte, Sparta avrebbe dichiarato guerra.
 
Gli Ateniesi, tuttavia, accettarono senza esitare la proposta di Pericle di respingere le richieste spartane<ref name="Th127">{{cita|Tucidide|I, 127}}.</ref> essendo più forti militarmente,<ref name="Platias100-103">{{cita|Platias|pp. 100-03}}.</ref> e di inviare una controproposta agli Spartani: il ritiro del decreto megarese in cambio della rinuncia, da parte di Sparta, alla pratica di espulsione degli stranieri presenti sul territorio oltre al riconoscimento dell'autonomia delle città alleate, in pratica lo smantellamento della Lega del Peloponneso e dell'egemonia terrestre spartana.<ref name="Vlachos20">{{cita|Vlachos|p. 20}}.</ref>
Sparta, ovviamente, rigettò lo scambio.
 
Bisogna tuttavia sottolineare che tale condotta, la quale in pratica condusse Atene alla guerra, come sottolineano Athanasios G. Platias e Constantinos Koliopoulos, docenti di politica internazionale, derivava anche dalla necessità di prevenire, mostrando a tutti la potenza di Atene, rivolte all'interno della lega di Delo.<ref name="Ehr264">{{cita|Ehrenberg|p. 264}}.</ref>
 
==== Il primo anno di guerra ====
[[File:Parthenon from south.jpg|thumb|upright|Il [[Partenone]], la cui costruzione fu promossa da Pericle, visto da sud]]
 
Nel 431 a.C., quando la pace era già precaria, [[Archidamo II]], re di Sparta, inviò una nuova delegazione ad Atene per richiedere l'adempimento delle condizioni precedenti; la delegazione non poté però entrare in città, dal momento che Pericle aveva fatto approvare all'assemblea una risoluzione in base alla quale nessuna delegazione lacedemone sarebbe stata accolta qualora Sparta avesse avviato azioni militari ostili, quale, così interpretarono gli Ateniesi, il concentramento dell'esercito della lega peloponnesiaca a Corinto.<ref name="ThII12">{{cita|Tucidide|II, 12}}.</ref>
 
Fallita così l'ultima possibilità di trattativa, Archidamo II invase l'[[Attica]] senza incontrare alcuna resistenza dal momento che Pericle, intuendo la strategia spartana, aveva nel frattempo provveduto a evacuare l'intera popolazione entro le [[lunghe mura]] di Atene.<ref name="ThII14">{{cita|Tucidide|II, 14}}.</ref>
 
Lo storico Tucidide non riporta il discorso con cui Pericle convinse la popolazione a trasferirsi in Atene ma si soffermò sui disagi che gli sfollati subirono, costretti ad abbandonare la loro terra, i loro beni e i santuari ancestrali per trasferirsi in un'area urbana sovraffollata cambiando completamente stile di vita.<ref name="ThII16">{{cita|Tucidide|II, 16}}.</ref><ref name="OberCh6">{{cita libro|cognome=Ober|nome=Josiah|titolo=The Athenian Revolution|url=https://archive.org/details/isbn_9780691001906|editore=Princeton University Press|città=Princeton, New Jersey|anno=1996|pp=72-85|isbn=0-691-01095-1}}</ref>
 
In tali circostanze Pericle cercò di sollevare il morale generale con numerosi discorsi nei quali consigliava gli Ateniesi sulla gestione dello Stato e li rassicurò che, qualora il nemico non avesse devastato le sue proprietà (sia poiché era amico personale di Archidamo, sia come mossa politica finalizzata a screditare Pericle), egli le avrebbe donate alla città.<ref name="ThII13">{{cita|Tucidide|II, 13}}.</ref>
 
In ogni caso, il saccheggio delle fattorie dell'Attica e i disagi indebolirono il prestigio di Pericle, da molti considerato come la principale causa del conflitto, da altri criticato per il suo rifiuto di respingere con le armi l'invasione spartana.
 
Nonostante l'opposizione, Pericle difese la propria strategia ed evitò in un primo tempo di convocare l'assemblea per impedire che l'indignazione generale sfociasse nella decisione di inviare l'esercito contro gli Spartani;<ref name="ThII22">{{cita|Tucidide|II, 22}}.</ref> in ogni caso la collaborazione tra Pericle e i [[Pritano|pritani]], i presidenti provvisori dell'assemblea, garantiva al primo una salda influenza sui pubblici affari.<ref name="KaganPe69">{{cita|Kagan, Peloponnesian War|p. 69}}.</ref>
 
Nella seconda parte dell'anno, mentre l'esercito spartano si acquartierava nell'Attica, Pericle inviò una flotta di 100 triremi per costeggiare e devastare il [[Peloponneso]] e numerose unità di cavalleria per impedire la devastazione delle fattorie più vicine ad Atene.<ref name="ThX18">{{cita|Tucidide|II, 18}}.</ref><ref>Senofonte, ''[[Costituzione degli Ateniesi (Pseudo-Senofonte)|Costituzione degli Ateniesi]]''.</ref>
 
Al termine dell'estate, mentre il nemico si ritirò presso i suoi quartieri invernali a Corinto, Pericle fece approvare un decreto per il quale la città avrebbe messo da parte 1&nbsp;000 talenti e 100 navi, da usarsi in caso di massima emergenza o di attacco navale ad Atene, stabilendo la morte come pena per chiunque proponesse un uso diverso del denaro o delle navi.
 
Nell'autunno, Pericle guidò l'attacco su Megara e pochi mesi dopo pronunciò quello che diventerà il suo più famoso discorso, l'orazione funebre per i caduti del primo anno di guerra, in cui onorò i cittadini morti per Atene della quale tratteggia il governo democratico e i suoi principi cardine.<ref name="ThII35-46">{{cita|Tucidide|II, 35-46}}.</ref>
 
==== Le ultime campagne e la morte ====
Nel 430 a.C. l'esercito di Sparta saccheggiò l'Attica per la seconda volta, ma Pericle non si scompose, rifiutò di rivedere la sua strategia iniziale<ref name="Thuc55">{{cita|Tucidide|II, 55}}.</ref> e, non volendo impegnare l'esercito spartano in battaglia, condusse una spedizione navale per saccheggiare le coste del Peloponneso.<ref name="Thuc56">{{cita|Tucidide|II, 56}}.</ref>
 
Secondo Plutarco, poco prima della spedizione, avvenne un'[[eclisse solare]] che spaventò non poco gli equipaggi: tuttavia, Pericle utilizzò le conoscenze [[astronomia|astronomiche]] che aveva acquisito da Anassagora e riuscì a calmarli.<ref name="Pl35">{{cita|Plutarco|Pericle, XXXV}}.</ref>
 
Tuttavia, nell'estate dello stesso anno, scoppiò un'epidemia che devastò Atene;<ref name="Th48-56">{{cita|Tucidide|II, 48-56}}.</ref> l'identità esatta del morbo è ignota così come la sua fonte. In ogni caso, la difficile situazione della città, causata dall'epidemia, innescò una nuova ondata di clamore pubblico che costrinse Pericle a difendersi in un discorso finale, presentato dallo storico Tucidide come una vera e propria emozionante resa dei conti tra lo statista e i suoi oppositori.<ref name="Thuc6064">{{cita|Tucidide|II, 60-64}}.</ref> Tale discorso è considerato ancor oggi come uno dei migliori dello statista non solo per l'abilità retorica ma anche per il rancore verso i suoi compatrioti, accusati di ingratitudine.<ref name="Helios" /> Riuscì, per pochi mesi, a domare il risentimento del popolo ma in seguito i suoi nemici interni ebbero la meglio, lo privarono della carica di stratego e lo misero sotto accusa.
 
In tale processo, di cui fu promotore e grande accusatore di Pericle il demagogo [[Cleone]], astro nascente della politica ateniese, Pericle ebbe la peggio e fu multato per un importo compreso tra i 15 e i 50 talenti.<ref name="Pl34">{{cita|Plutarco|Pericle, XXXIV}}.</ref> L'anno seguente, tuttavia, gli Ateniesi non solo riabilitarono Pericle ma lo rielessero ancora una volta come stratego, reintegrandolo nel comando delle forze armate.<ref name="Helios" />
 
Questo fu l'ultimo successo di Pericle: in quell'anno l'epidemia falcidiò la sorella di Pericle ed entrambi i figli legittimi, [[Paralo (figlio di Pericle)|Paralo]] e [[Santippo (figlio di Pericle)|Santippo]], e, sebbene gli Ateniesi avessero accolto tra i cittadini il figlio illegittimo avuto da Aspasia, [[Pericle il Giovane]], l'uomo era distrutto dal dolore. Pochi mesi dopo, nell'autunno, morì di peste.
 
Si ricorda che, poco prima della sua morte, gli amici di Pericle si fossero riuniti intorno a lui, enumerando, convinti che Pericle essendo privo di conoscenza non potesse sentire, le sue virtù in pace e i suoi nove trofei di guerra. Pericle, tuttavia, anche se moribondo, era ancora cosciente ed esclamò:
 
{{Citazione|Mi stupisco che voi elogiate e ricordiate di me solo ciò in cui ha avuto parte anche il caso, come capita a molti altri strateghi, quando il mio merito più grande è quello di non aver causato personalmente la morte di nessun ateniese|Plutarco, Vita di Pericle, 38}}
 
La morte di Pericle segnò l'inizio del declino di Atene dal momento che, come riporta Tucidide, i suoi successori erano inferiori a lui e preferirono assecondare la plebe<ref name="Thuc65">{{cita|Tucidide|II, 65}}.</ref> perseguendo una politica dispendiosa e militarista di cui la [[spedizione ateniese in Sicilia|spedizione in Sicilia]] costituisce l'esempio più noto. Con questo amaro commento, Tucidide non solo lamenta la perdita di un grande uomo che ammirava, pur essendogli avversario, ma annuncia anche il declino della gloria e della potenza di Atene.
 
=== Vita privata ===
Pericle, secondo l'usanza ateniese, si sposò con un membro della propria famiglia: non è noto il nome della moglie ma è certo che fosse stata già maritata a Ipponico dal quale aveva avuto un figlio, Callia, e che da lei Pericle ebbe due figli, [[Paralo (figlio di Pericle)|Paralo]] e [[Santippo (figlio di Pericle)|Santippo]].<ref name="Pl24"/> Il matrimonio, tuttavia, non fu felice e così Pericle, con il pieno consenso della moglie e dei suoi parenti, le trovò un nuovo marito.
 
A seguito del divorzio, Pericle si legò con un'etera, [[Aspasia di Mileto]], con la quale prese a convivere ''more uxorio'' e dalla quale peraltro Pericle ebbe un figlio illegittimo, [[Pericle il giovane|suo omonimo]]. La relazione suscitò molte reazioni e l'opposizione di Santippo che, avendo ambizioni politiche, non esitò a calunniare il padre.<ref name="Pl36">{{cita|Plutarco|Pericle, XXXVI}}.</ref> Nonostante tutto le persecuzioni non minarono il morale dello statista, per quanto scoppiò in lacrime per proteggere la sua amata Aspasia, quando fu accusato di corrompere la società ateniese.
 
Negli ultimi anni, tuttavia, ai problemi politici si aggiunsero una serie di lutti familiari: prima perse la sorella e poi entrambi i figli, Paralo e Santippo, tutti colpiti dall'epidemia. Non avendo eredi, gli Ateniesi mitigarono la legge sulla cittadinanza, fatta approvare da Pericle stesso, nel 451 (o 452) a.C.: tale legge, infatti, limitava il diritto di cittadinanza a coloro i quali erano di origine ateniese sia dal lato paterno quanto da quello materno<ref name=P>{{cita|Powell|pp. 261-262 e 268}}.</ref> ma, per compassione alle sventure dello stratego, iscrissero suo figlio illegittimo, Pericle il Giovane, nelle ''[[fratrie]]'', comunità di cittadini, e gli permisero di accedere alla cittadinanza per quanto fosse cittadino ateniese solo dal lato paterno.<ref name="Pl37">{{cita|Plutarco|Pericle, 37}}.</ref><ref name="Smith271">{{cita libro|titolo=A History of Greece|url=https://archive.org/details/ahistorygreecef03smitgoog|cognome=Smith|nome=William|editore=R. B. Collins|anno=1855|capitolo=Death and Character of Pericles|p=271|cid=Smith}}</ref>
 
== Giudizio storico ==
Indubbiamente la figura di Pericle segnò un'intera epoca e ispirò giudizi contraddittori circa le sue decisioni politiche più significative; inoltre, il fatto che fosse al tempo stesso un vigoroso statista, generale e oratore rende più complessa la valutazione oggettiva delle sue azioni.
 
=== Guida politica ===
[[File:AGMA Ostrakon Périclès.jpg|thumb|Immagine di un [[ostracon]] con il nome di Pericle (c. 444–443 BC), Museo dell'Antica Agorà di Atene]]
Alcuni studiosi contemporanei, ad esempio Sarah Ruden, definiscono Pericle un populista, demagogo e un «falco»,<ref name="Ruden">{{cita libro|nome=Sarah |cognome=Ruden |titolo=Lysistrata |editore=Hackett Publishing |anno=2003 |p=80 |cid=Ruden|isbn=0-87220-603-3 }}</ref> altri studiosi, invece, ammirano la sua leadership carismatica.
 
Scrisse Plutarco:
{{Citazione|Eliminato ogni contrasto, la città divenne un blocco unico e compatto. Il governo di Atene e gli affari stessi degli Ateniesi passarono nelle mani di Pericle: i tributi, gli eserciti, la flotta, le isole, il mare, tutta la forza egemonica costituita da greci e dai barbari e l'obbediente alleanza dei popoli soggetti con i regni amici e i loro discendenti.
Tuttavia, da quel momento, Pericle non fu più lo stesso: né arrendevole verso il popolo, né pronto a cedere o a compiacere le voglie dei più come un nocchiero che assecondi i soffi del vento. Di quella che era una democrazia trasandata e a volte molle come una musica languida e delicata fece un potere aristocratico e monarchico, che esercitò in modo lineare ed inflessibile in vista di un progressivo miglioramento, tirandosi dietro il suo popolo, per lo più consenziente, con la persuasione e l'ammaestramento, indirizzandolo sempre verso il bene e, se quello recalcitrava, lo teneva sulle corde costringendolo a procedere verso ciò che tornava utile.|Plutarco, ''Vita di Pericle'', 15, traduzione di Mario Scaffidi Abbate}}
 
Inoltre, sempre Plutarco racconta che quando il re di Sparta, [[Archidamo II]], chiese al suo avversario politico, [[Tucidide (politico)|Tucidide di Melesia]], chi tra lui o Pericle fosse il combattente migliore, Tucidide rispose senza alcuna esitazione Pericle aggiungendo:<ref name="Helios" />
{{Citazione|Ogni volta che lo butto giù sostiene di non essere caduto e lo dice con una tale sicumera da convincere tutti i presenti e farsi assegnare la vittoria.|Plutarco, ''Vita di Pericle'', 8, traduzione di Mario Scaffidi Abbate}}
 
Infine, quanto ai costumi, Pericle, agli occhi degli storici antichi, fu esente da critiche poiché «si teneva lontano dalla corruzione, anche se non era del tutto indifferente al danaro».<ref name="Pl16" />
 
Lo storico Tucidide, suo ammiratore, fu il primo nell'affermare che Atene era «di nome una democrazia ma, di fatto, governata dal suo primo cittadino»<ref name="Thuc65" /> sottolineando con tale commento il carisma per guidare, persuadere e, talvolta, manipolare la massa. Inoltre, se anche Tucidide menziona le superiori qualità di Pericle, tuttavia, trascura le accuse contro di lui concentrandosi quasi esclusivamente nel ricordo dell'integrità morale dello statista.<ref name="Thuc65"/>
 
Plutarco, a differenza di Tucidide, ci offre un ritratto più sfumato dello statista, riprendendo anche alcune critiche di altri autori:
{{Citazione|Tucidide definisce il regime di Pericle piuttosto aristocratico: “una democrazia di nome, ma di fatto il potere del primo cittadino”. Molti altri scrittori, invece, pur riconoscendo che Pericle fu il primo ad elevare le condizioni delle masse popolari con la distribuzione di terre tolte ai nemici, con stipendi e contributi per assistere agli spettacoli teatrali, sostengono che con quei provvedimenti abituò male il popolo, rendendolo dissipatore ed intemperante da controllato e saggio qual era.<ref>[[Platone]], ''[[Gorgia (dialogo)|Gorgia]]'', 515 e.</ref>|Plutarco, ''Vita di Pericle'', 9, traduzione di Mario Scaffiti Abbate}}
 
Sempre Plutarco, infine, spiega questo atteggiamento di Pericle come un tentativo di cercare il favore del popolo in modo da ridurre il prestigio dell'[[Areopago]] di cui non faceva parte e per ribattere alla generosità del suo avversario [[Cimone]].
 
Inoltre, quanto al giudizio espresso da Tucidide secondo cui Pericle «non era condotto dal popolo, bensì lo guidava»,<ref name="Thuc65" /> alcuni studiosi del secolo XX, come Malcolm F. McGregor e John S. Morrison, hanno proposto che Pericle fosse il volto pubblico carismatico e che in realtà le proposte derivassero dai suoi consiglieri o comunque dalla sua cerchia politica.<ref name="McG">{{cita libro|titolo=The Athenians and their Empire|url=https://archive.org/details/athenianstheirem0000mcgr|cognome=McGregor|nome=Malcolm F.|anno=1987|editore=The University of British Columbia Press|capitolo=Government in Athens|cid=McGregor|pp=122-23|isbn=0-7748-0269-3}}</ref><ref name="Morrison76-77">{{cita pubblicazione|nome=J.S.|cognome=Morrison|coautore=A. W. Gomme|anno=1950|titolo=Pericles Monarchos|rivista=Journal of Hellenic Studies|volume=70|doi=10.2307/629294|editore=The Journal of Hellenic Studies, Vol. 70|jstor=629294|pp=76-77}}</ref>
 
Infine, secondo King, Pericle, aumentando il potere del popolo, lasciò gli Ateniesi senza un leader autorevole e peraltro ricorda quanto, durante la guerra del Peloponneso, perfino Pericle stesso fosse dipendente dal sostegno popolare.<ref name="King24" />
 
=== Strategia militare ===
Per oltre 20 anni Pericle ebbe, in qualità di stratego, il comando militare anche se, per prudenza, non intraprese mai di sua iniziativa una campagna di cui non fosse evidente il rischio né tanto meno accolse gli «impulsi vani dei cittadini».<ref>{{cita|Plutarco|Pericle, XVIII}}.</ref>
 
Il suo operato, secondo l'opinione di molti storici, in pratica ricalcò la linea politica già intrapresa da [[Temistocle]] e dal principio per cui Atene dipendeva dalla sua egemonia marittima e che non potesse contrastare la superiorità dell'esercito terrestre spartano.<ref name="Platias105">{{cita|Platias|p. 105}}.</ref> In ogni caso, cercò di ridurre al minimo il vantaggio terrestre che possedevano gli Spartani rafforzando [[Lunghe Mura|le mura di Atene]], che avevano gravemente scosso l'uso della forza militare nelle relazioni internazionali greche.<ref name="Ober254">{{cita libro|lingua=en|nome=Josiah|cognome=Ober|titolo=Hegemonic Rivalry: From Thucydides to the Nuclear Age|url=https://archive.org/details/hegemonicrivalry0000unse|anno=1991|editore=Westview Pr|pp=[https://archive.org/details/hegemonicrivalry0000unse/page/254 254]|capitolo=National Ideology and Strategic Defence of the Population, from Athens to Star Wars|isbn=0-8133-7744-7}}</ref>
 
Durante la guerra del Peloponneso, Pericle avviò una strategia difensiva il cui scopo era «l'esaurimento del nemico e la conservazione dello status quo».<ref name="Platias86,98">{{cita|Platias|pp. 98-99}}.</ref> Secondo Platias e Koliopoulos Atene, essendo la fazione più forte, non aveva bisogno di battere Sparta militarmente ma poteva semplicemente sventare i piani del nemico<ref name="Platias86,98"/> e aspettare che esaurisse le forze. Pertanto, gli Ateniesi dovevano rifiutare ogni composizione (e quindi non revocare il decreto megarese) ed evitare sempre ogni spedizione diversiva come quella, fallimentare, sostenuta da Atene e appoggiata in precedenza da Pericle, in Egitto.<ref name="Out83">{{cita|Kagan, Outbreak|p. 83}}.</ref>
 
Tale strategia, però, risultava intrinsecamente impopolare per quanto Pericle, grazie al suo carisma personale, fosse riuscito a convincere il popolo;<ref name="Platias119-120">{{cita|Platias|pp. 119-120}}.</ref> proprio per questo motivo, [[Hans Delbrück]] definì Pericle uno dei più grandi statisti e capi militari della storia.<ref name="Delbruck">{{cita libro|cognome=Delbrück|nome=Hans|titolo=History of the Art of War|anno=1920|editore=University of Nebraska Press|volume=1|cid=Delbruck|p=137}}</ref>
 
Dopo la sua morte gli Ateniesi rimasero sostanzialmente fedeli a tale linea di condotta, al di là di alcune spedizioni offensive,<ref name="Ehr278">{{cita|Ehrenberg|p. 278}}.</ref> cercando di preservare anziché espandere i loro possedimenti, fino alla catastrofica [[Spedizione in Sicilia]],<ref name="Platias119-120"/> e forse, se Pericle non fosse morto, la sua politica avrebbe avuto successo.<ref name="Wet103">{{cita pubblicazione|nome=B.X.|cognome=Wet de|titolo=This So-Called Defensive Policy of Pericles|rivista=Acta classica|anno=1969|volume=12|pp=103-119|cid=Wet}}</ref>
 
In ogni caso la strategia di Pericle raccolse tanti sostenitori quanti detrattori. Entrambi però affermano quanto Pericle stesso fosse migliore come politico e oratore che come stratega.<ref name="Pap">{{cita|Paparrigopoulos|volume Aa, pp. 241–42}}.</ref>
 
[[Donald Kagan]] definì la strategia di Pericle «pia illusione che non è riuscita», [[Barry S. Strauss]] e Josiah Ober hanno dichiarato che «come stratega era un fallimento e merita una parte di responsabilità per la grande sconfitta di Atene», e [[Victor Davis Hanson]] ritiene che Pericle non avesse elaborato una strategia chiara per un'efficace azione offensiva che avrebbe potuto costringere Tebe o Sparta a fermare la guerra.<ref>{{cita|Hanson|p. 58}}.</ref><ref name="Athenian54">{{cita libro|lingua=en|nome=Donald|cognome=Kagan|titolo=The Making of Strategy: Rules, States and Wars by Williamson Murray, Alvin Bernstein, MacGregor Knox|anno=1996|editore=Cambridge University Press|p=54|capitolo=Athenian Strategy in the Peloponnesian War|cid=Kagan, Strategy|isbn=0-521-56627-4}}</ref><ref name="Strauss-Ober47">{{cita libro|lingua=en|nome1=Josiah|cognome1=Ober|nome2=Barry S.|cognome2=Strauss|wkautore2=Barry S. Strauss|titolo=The Anatomy of Error: Ancient Military Disasters and Their Lessons for Modern Strategists|url=https://archive.org/details/anatomyoferroran00stra|anno=1990|editore=St Martins Pr|p=47|isbn=0-312-05051-8}}</ref>
 
Kagan fondò la sua critica su quattro motivi: in primo luogo, respingendo concessioni minori ha portato alla guerra; in secondo luogo, imprevista da parte del nemico, mancava di credibilità; terzo, era troppo debole né sfruttava eventuali opportunità; infine dipendeva da Pericle per la sua esecuzione e, quindi, non poteva che essere abbandonata dopo la sua morte.<ref name="Archidamian">{{cita libro|cognome=Kagan|nome=Donald|titolo=The Archidamian War|anno=1974|editore=Ithaca: Cornell University Press|pp=28 e 41|cid=Kagan, Archidamian War|isbn=0-8014-0889-X}}</ref> Quanto ai costi, Kagan stimò che ogni anno la strategia di Pericle costasse oltre {{formatnum:2000}} talenti, somma sufficiente per appena tre anni di conflitto e che pertanto si poteva adattare solo a un breve scontro, non certo per uno come quello che fu la Guerra del Peloponneso.<ref name="H74-75">{{cita|Hanson|pp. 74-75}}.</ref><ref name="KPel61-62">{{cita|Kagan, Peloponnesian War|pp. 61-62}}.</ref>
 
Altri, come ad esempio Donald W. Knight, concludono che la strategia fosse troppo difensiva e non avrebbe avuto successo.<ref name="Knight150-160">{{cita pubblicazione|nome=D.W.|cognome=Knight|anno=1970|titolo=Thucydides and the War Strategy of Pericles|rivista=Mnemosyne|volume=23|pp=150-160|doi=10.1163/156852570X00713|numero=2}}</ref>
 
D'altra parte, Platias e Koliopoulos rigettano queste critiche fino a dichiarare che «gli Ateniesi persero la guerra solo quando invertirono drammaticamente la grande strategia di Pericle che esplicitamente disdegnava ulteriori conquiste»<ref name="Platias138">{{cita|Platias|p. 138}}.</ref> e Hanson ribatte che, sebbene non innovativa, avrebbe potuto portare a una stagnazione del conflitto in favore di Atene.<ref name="H74-75" />
 
Infine, alcuni sostengono che sia solo una credenza popolare che i successori di Pericle mancassero delle sue capacità o del suo carisma.<ref name="Samons131-132">{{cita|Samons|pp. 131-32}}.</ref>
 
=== Capacità oratoria ===
[[File:Illus0362.jpg|thumb|Dipinto di [[Hector Leroux]] (1682–1740), che ritrae Pericle e Aspasia mentre ammirano la statua di Atena nello studio di Fidia]]
 
Sia i commentatori moderni di [[Tucidide]] sia gli storici e gli scrittori contemporanei assumono posizioni differenti sulla questione per cui i discorsi di Pericle citati da Tucidide non rappresenterebbero (o rappresenterebbero solo in parte) le parole dello statista, ma costituirebbero invece una libera creazione letteraria oppure una parafrasi di Tucidide. Pericle, infatti, non distribuì mai le sue orazioni e pertanto gli storici non sono in grado di rispondere con certezza se i tre discorsi riportati da Tucidide siano realmente frutto di Pericle o una rielaborazione dello storico, se questi cioè vi abbia aggiunto le proprie nozioni e pensieri. Facendo leva sul contrasto tra lo stile letterario, appassionato e idealista dei discorsi di Pericle e lo stile compassato e analitico di Tucidide, alcuni affermano che Pericle fosse una fonte principale di tali discorsi. Altri, invece, obiettano che la differenza stilistica si possa addebitare all'integrazione del discorso retorico all'interno dell'opera storiografica e che Tucidide abbia semplicemente adoperato due stili differenti.
 
Peraltro Tucidide riconosce che: {{Citazione|era impresa critica riprodurne a memoria, con precisione e completezza, i rispettivi contenuti; per me, di quanti avevo personalmente udito, e per gli altri che da luoghi diversi me ne riferivano. Questo metodo ho seguito riscrivendo i discorsi: riprodurre il linguaggio con cui i singoli personaggi, a parer mio avrebbero espresso nelle contingenze che via via si susseguivano i provvedimenti ritenuti ogni volta più opportuni.|Tucidide [http://www.miti3000.it/mito/biblio/tucidide/peloponneso/primo_uno.htm I, 22]}}
 
Se lo storico contemporaneo [[Donald Kagan]], nel ''The Peloponnesian War'', afferma che Pericle avesse adottato nei suoi discorsi «uno stile elevato, libero dai trucchi volgari e disonesti», a parere dello storico [[Diodoro Siculo]], «eccelleva su tutti i suoi concittadini in abilità oratoria»<ref>{{cita|Diodoro Siculo|XII}}.</ref>; nelle parole di Plutarco:
{{Citazione|(...)Non solo possedeva un'intelligenza superiore ed un linguaggio elevato, privo di espressioni banali o volgari ma, si distingueva per il suo volto austero ed impassibile, che non indulgeva mai al riso, per la grazia del portamento e dell'abito, che, pur nell'incitazione del parlare, non si scomponeva mai, per il tono inalterato della voce e per altre simili doti che riempivano tutti di stupore.|Plutarco, ''Vita di Pericle'', 5, traduzione di Mario Scaffiti Abbate}}
 
Tuttavia, lo stesso Plutarco, poche righe dopo, riporta il giudizio di [[Ione di Chio]] per il quale Pericle, nel rapporto con gli altri, fosse, a differenza di Cimone, sempre arrogante, orgoglioso e presuntuoso, incline al disprezzo del prossimo; [[Zenone di Elea|Zenone]], invece, esortava coloro i quali scambiavano per boria e orgoglio l'austerità di Pericle a comportarsi come lui, convinto che anche la pura e semplice ostentazione della virtù produce istintivamente, a lungo andare, un desiderio effettivo di praticarla.
 
[[Gorgia]], nell'omonimo dialogo di [[Platone]], usa Pericle come esempio di potente eloquio;<ref name="Gorgias455d">Plato, [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0178;query=section%3D%23490;layout=;loc=Gorg.%20455e%20455d ''Gorgia'', 455 d-e ]</ref> nel [[Menesseno]], tuttavia, [[Socrate]] afferma ironicamente che Pericle, essendo educato da Aspasia, allenatrice di molti oratori, sarebbe superiore a qualcuno se fosse stato educato da [[Antifonte]],<ref name="Menexenus">Platone , ''Menesseno'', 236a</ref> e inoltre attribuisce la paternità dell'orazione funebre ad Aspasia e critica la venerazione di Pericle da parte dei suoi contemporanei.<ref name="Monoson">{{cita libro|cognome=Monoson|nome=Sara|titolo=Plato's Democratic Entanglements|url=https://archive.org/details/platosdemocratic0000mono|editore=Princeton University Press|anno=2000|cid=Monoson|pp. 182-86|isbn=0-691-04366-3}}</ref>
 
Infine, Platone ricorda ne il ''Fedro'' l'origine di uno dei soprannomi con cui è noto Pericle, «Olimpio», solitamente connesso a [[Zeus]], perché come Zeus era il re degli dei, così Pericle superò tutti nell'oratoria;<ref>Platone, [[Fedro (dialogo)|Fedro]], 270 A</ref> [[Aristofane]], invece, ironicamente usò tale appellativo per sottolinearne la boria e l'orgoglio, e in tal modo lo apostrofa in una sua commedia: «Nell'ira balenò Pericle Olimpio, tuonò, sconvolse tutta quanta la Grecia».<ref>Aristofane, [http://www.filosofico.net/aristofacarnesi42.htm Acarnesi], 528-531</ref>
 
[[Quintiliano]], elogiando lo stile di Pericle, ricorda che egli si preparava assiduamente per i discorsi e che, prima di presentarsi in tribuna, pregava gli Dei affinché non proferisse alcuna parola impropria.<ref name="Qui">Quintiliano, ''Institutiones'', [http://www.thelatinlibrary.com/quintilian/quintilian.institutio12.shtml XII, 9]</ref>
Sir Richard C. Jebb conclude che «unico statista ateniese, Pericle deve essere stato unico per due aspetti anche come oratore ateniese: in primo luogo perché ha occupato una posizione di supremazia personale come nessun uomo raggiunse prima o dopo di lui, in secondo luogo perché i suoi pensieri e la sua forza morale gli fecero ottenere una tale fama per l'eloquenza come nessun altro ebbe mai dagli Ateniesi né prima né dopo di lui».<ref name="Jebb">Sir Richard C. Jebb, [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0077%3Ahead%3D%2336/%20The%20Attic%20Orators ''The Attic Orators'']</ref>
 
=== Lascito ===
Certamente le opere letterarie o artistiche, commissionate da Pericle o composte durante il suo governo, costituiscono tuttora l'eredità più visibile dello statista ateniese e, al riguardo, Paparrigopoulos scrisse che questi capolavori sono «sufficienti a rendere il nome della Grecia immortale nel nostro mondo».<ref name="Pap"/>
 
Il giudizio politico è, invece, più sfumato: Victor L. Ehrenberg, per esempio, sostenne che l'imperialismo ateniese, che nega la vera democrazia e la libertà per il popolo di tutti a vantaggio di un solo Stato dominante, fu parte del lascito dello statista.<ref name="Ehren332">{{cita|Ehrenberg|p. 332}}.</ref>
 
Altri, riprendendo Tucidide, si spingono oltre affermando che un tale arrogante imperialismo portò alla rovina Atene<ref name="Starr">{{cita libro|cognome=Starr|nome= Chester G.|titolo=A History of the Ancient World|url=https://archive.org/details/historyofancient0000star|anno=1991|editore=Oxford University Press US|cid=Starr|p=306|isbn=0-19-506628-6}}</ref> e peraltro è ancor oggi oggetto di vivaci discussioni il rapporto tra imperialismo e la promozione della democrazia nei paesi oppressi.<ref>{{cita|Hanson|p. 584}}.</ref><ref>{{cita news |nome=Laura |cognome=Miller |wkautore=Laura Miller (Salon writer)|titolo=My Favorite War |url=https://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9F00E0D6123EF932A15750C0A9629C8B63&sec=&spon=&pagewanted=2 |editore=[[The New York Times]] |data=21 marzo 2004 |accesso=7 giugno 2008}}</ref>
Pericle riuscì in seguito ad ottenere una pace con Sparta e a dare il via al suo programma di imperialismo pacifico, culminato nella fondazione delle colonie di [[Thurii]] e di [[Anfipoli]].
 
Molti, al contrario, sostengono che bisogna ascrivere a Pericle la nascita di un umanesimo ateniese<ref name="Power">{{cita libro|nome=Edward J. |cognome=Power |titolo=A Legacy of Learning |url=https://archive.org/details/legacyoflearning0000powe_s0m2 |editore=SUNY Press |anno=1991 |pp=[https://archive.org/details/legacyoflearning0000powe_s0m2/page/52 52]|cid=Power|isbn=0-7914-0610-5}}</ref> di cui la libertà d'espressione costituisce il segno più duraturo<ref name="Katula18">{{cita libro|cognome=Katula|nome=Richard A.|titolo=A Synoptic History of Classical Rhetoric by James J. Murphy, Richard A. Katula, Forbes I. Hill, Donovan J. Ochs|anno=2003|editore=Lawrence Erlbaum Associates|capitolo=The Origins of Rhetoric|cid=Katula|p=18|isbn=1-880393-35-2}}</ref> insieme alla democrazia intesa come gestione partecipativa del potere da parte di una fetta consistente della popolazione maschile; aspetti che ancor oggi rendono Pericle il «topos dello statista ideale nella Grecia antica».<ref name="Pap" /><ref name="Mattson32">{{cita libro|cognome=Mattson|nome=Kevin|titolo=Creating a Democratic Public|editore=Penn State Press|anno=1998|cid=Mattson|p=32|isbn=0-271-01723-6}}</ref>
In seguito all'ostracismo di [[Tucidide]], nel [[443 a.C.]] Pericle fu eletto [[stratega]], carica che ricoprì fino alla sua morte.
 
== Note ==
Dopo l'insurrezione di [[Isola di Samo|Samo]] nel [[440 a.C.]], il malcontento degli alleati iniziò a farsi sentire. Nel [[432 a.C.]] su richiesta di [[Corinto]] si radunò a Sparta l'assemblea federale della [[Lega del Peloponneso]], per discutere sui provvedimenti da prendere nei confronti di Atene, che era entrata in aperto conflitto con due città facenti parte della lega, Corinto e [[Megara (città)|Megara]], e che aveva intrapreso un percorso di progressiva estensione della sfera di dominio sul mondo greco, anche a scapito dell'autonomia e della libertà delle altre ''poleis''.
=== Esplicative ===
<references group=N/>
Atene non cedette all'ultimatum e i Peloponnesiaci iniziarono la [[guerra del Peloponneso|guerra]]. Pericle, che conosceva i rapporti di forza tra i due schieramenti e pensava che l'esercito ateniese e alleato non avrebbe potuto opporsi alla fanteria [[opliti]]ca lacedemone, decise che tutti i cittadini dell'Attica lasciassero le proprie residenze per stabilirsi nella città fortificata dalle [[Lunghe Mura]], lasciando l'[[Attica]] al nemico. La flotta avrebbe garantito ad Atene il necessario approvvigionamento di viveri e avrebbe al tempo stesso consentito di sferrare l'attacco alle coste del Peloponneso.
 
=== Riferimenti ===
Nel [[431 a.C.]] l'esercito spartano invase l'Attica sotto la guida di Archidamo, saccheggiando campi e villaggi abbandonati, mentre Pericle guidava le [[triremi]] contro le coste nemiche.
{{Note strette}}
 
Le precarie condizioni igieniche in cui vivevano le migliaia di cittadini ammassati all'interno delle mura di Atene facilitarono il diffondersi nel [[430 a.C.]] di un'epidemia di [[peste]], che falcidiò la popolazione e di cui cadde vittima lo stesso Pericle.
==Note==
<references/>
== Bibliografia ==
=== ;Fonti primarie ===
* {{cita libro|autore=[[Aristotele]]|titolo=[[Costituzione degli Ateniesi]]|cid=Aristotele}}
* [[Plutarco]], ''Vita di Pericle''
* {{cita libro|autore=[[Diodoro Siculo]]|titolo=[[Bibliotheca historica]]|cid=Diodoro}}
* {{cita libro|autore=[[Plutarco]]|titolo=[[Vite parallele]]: Cimone, Pericle|cid=Plutarco}}
* {{cita libro|autore=[[Tucidide]]|titolo=[[Guerra del Peloponneso (Tucidide)|Guerra del Peloponneso]]|cid=Tucidide}}
 
=== ;Fonti secondarie ===in italiano
* Braccesi[[Claude Mossé]], ''GuidaPericle. allo studioL'inventore della storia grecademocrazia'', [[Editori Laterza]], Roma-Bari, 2005,2006 ISBN 978-88-420-75689167-4 7
* [[Luciano Canfora]], ''Il mondo di Atene'', [[Editori Laterza]], Roma-Bari, 2011, ISBN 978-88-420-9751-8
* Domenico Musti, ''Demokratía. Origini di un'idea'', [[Editori Laterza]], Roma-Bari, 1995, ISBN 88-420-4652-3
* Lorenzo Braccesi, ''Guida allo studio della storia greca'', Editori Laterza, Bari, 2005, ISBN 978-88-420-7568-4
* Elena Pastorio, ''Storia Greca, lineamenti essenziali'', Monduzzi editore, Parma, 2006, ISBN 978-88-323-6028-8
* [[ClaudeFritz Mossé]]Schachermeyr, ''Pericle. L,'inventore della democrazia'', [[EditoriSalerno LaterzaEditrice]], Roma-Bari, [[2006]]1985, ISBN 978-88-42085026-916767-72
 
;Fonti secondarie in inglese
* {{cita libro|cognome=Buckley |nome=Terry |titolo=Aspects of Greek History 750-323 BC |editore=Routledge (UK) |anno=1996 |cid=Buckley|isbn=0-415-09957-9}}
* {{cita libro|nome=Victor L. |cognome=Ehrenberg |titolo=From Solon to Socrates |editore=Routledge (UK) |anno=1990 |cid=Ehrenberg|isbn=0-415-04024-8 }}
* {{cita libro|nome=John V.A. |cognome=Fine |titolo=The Ancient Greeks: A critical history |url=https://archive.org/details/ancientgreeks00john |editore=Harvard University Press |anno=1983 |cid=Fine|isbn=0-674-03314-0}}
* {{cita libro|nome=Victor Davis |cognome=Hanson|wkautore= Victor Davis Hanson|titolo=How the Athenians and Spartans fought the Peloponnesian War (translated in Greek by Angelos Philippatos)|editore=Livanis Editions|anno=2007 (English Edition 2005) |città=Athens|cid=Hanson|isbn=978-960-14-1495-9}}
* {{cita libro|nome=Simon |cognome=Hornblower |titolo=The Greek World 479-323 BC |editore=Routledge (UK) |anno=2002 |cid=Hornblower|isbn=0-415-15344-1 }}
* {{cita libro|autore=[[Donald Kagan]]|titolo=The Outbreak of the Peloponnesian War|anno=1989|editore=Ithaca: Cornell University Press|cid=Kagan, Outbreak|isbn=0-8014-9556-3}}
* {{cita libro|cognome=Kagan|nome=Donald|titolo=The Peloponnesian War|url=https://archive.org/details/peloponnesianwar00dona|anno=2003|editore=Viking Penguin (Penguin Group)|capitolo=War aims and resources (432–431)|cid=Kagan, Peloponnesian War|isbn=0-670-03211-5}}
* {{cita libro|cognome=Paparrigopoulos|nome=Konstantinos|titolo=History of the Hellenic Nation|anno=1925|editore=Eleftheroudakis|lingua=el|cid=Paparrigopoulos}}
* {{cita libro|nome=Constantinos |cognome=Koliopoulos |coautore=G. Platias Athanasios |titolo=Thucydides on Strategy |editore=Eurasia Publications|anno=2006 |cid=Platias|isbn=960-8187-16-8}}
* {{cita libro|nome= A.J. |cognome=Podlecki |titolo=Perikles and His Circle |editore=Routledge (UK)|anno=1997 |isbn=0-415-06794-4}}
* {{cita libro|titolo=What's Wrong with Democracy?|url=https://archive.org/details/whatswrongwithde00samo|cognome=Samons|nome=Loren J.|editore=University of California Press|anno=2004|città=Los Angeles, California|capitolo=The Peloponnesian War|cid=Samons|isbn=0-520-23660-2}}
* {{cita libro|nome=Loren J.|cognome=Samons|coautore=Charles W. Fornara|titolo=Athens from Cleisthenes to Pericles |editore=Berkeley: University of California Press |anno=1991 |cid=Fornara-Samons}}
* {{cita libro|titolo=A History of the Greek City States, 700-338 B. C.|url=https://archive.org/details/historyofgreekci00raph|cognome=Sealey|nome=Raphael|editore=University of California Press|anno=1976|capitolo=The Peloponnesian War|cid=Sealey|isbn=0-520-03177-6}}
* {{cita libro|cognome=Vlachos|nome=Angelos|titolo=Thucydides' bias|editore=Estia|anno=1974|lingua=el|cid=Vlachos}}
 
;Approfondimenti in inglese
* {{Cita libro|nome=Evelyn |cognome=Abbott|titolo=Pericles and the Golden Age of Athens |editore=G. P. Putnam's Sons |anno=1898}}
* {{Cita libro|nome=Hodkinson Stephen|cognome=Brock Roger|titolo=Alternatives to Athens: Varieties of Political Organization and Community in Ancient Greece |editore=Oxford University Press |anno=2003 | isbn=0-19-925810-4}}
* {{Cita libro|nome=Percy |cognome=Gardner|titolo=Ancient Athens |url=https://archive.org/details/ancientathens00garduoft |anno=1902}}
* {{Cita libro|nome=Arthur James |cognome=Grant|titolo=Greece in the Age of Pericles |url=https://archive.org/details/dli.granth.90781 |editore=John Murray |anno=1893}}
* {{Cita libro|nome=John |cognome=Hesk|titolo=Deception and Democracy in Classical Athens |editore=Cambridge University Press |anno=2000 | isbn=0-521-64322-8}}
* {{Cita libro|nome=Donald |cognome=Kagan|titolo=Pericles of Athens and the Birth of Democracy |editore=The Free Press |anno=1991 | isbn=0-684-86395-2}}
* {{Cita libro|nome=Douglas C. |cognome=Lummis |titolo=Radical Democracy |editore=Cornell University Press |anno=1997 | isbn=0-8014-8451-0}}
* {{Cita libro|nome=Josiah |cognome=Ober |titolo=Political Dissent in Democratic Athens: Intellectual Critics of Popular Rule |editore=Princeton University Press |anno=2001 | isbn=0-691-08981-7}}
* {{Cita libro|nome=Leonard |cognome=Whibley |titolo=A History of the Classical Greek World: 478-323 BC |editore=University Press |anno=1889}}
 
== Voci correlate ==
* [[Democrazia]]
* [[Democrazia ateniese]]
* [[Aspasia di Mileto]]
 
== Altri progetti ==
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{{Interprogetto|commons=Pericles}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
<!-- Il monologo di paolo Rossi puche' molto bello non è d Pericle. Lo show è tratto da Tucidide http://www.antiqvitas.it/doc/doc.tuc.Pericl.htm ma si discosta per licenza artistica dallo stesso e adattato ai politici al governo.
* {{cita web|url=http://demo.fragmentarytexts.org/en/revolt-of-samos.html|titolo=La rivolta di Samo|lingua=en|accesso=1º settembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120331131546/http://demo.fragmentarytexts.org/en/revolt-of-samos.html|urlmorto=sì}}
[http://www.youtube.com/watch?v=qKndI5ovn8I Qui ad Atene noi facciamo cosi]: Video del discorso di Pericle recitato da [[Paolo Rossi (attore)|Paolo Rossi]] -->
 
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