Lucky Luciano: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|l'omonimoil film di [[Francesco Rosi]]|[[Lucky Luciano (film)]]}}
 
{{Bio
|Nome = Lucky
|Cognome = Luciano
|PostCognomeVirgola = [[elenco di pseudonimi|all'anagrafe]] statunitense '''Charlie Luciano''', nato '''Salvatore Lucania'''
|ForzaOrdinamento = Luciano, Lucky
|Sesso = M
|LuogoNascita = Lercara Friddi
|GiornoMeseNascita = 24 novembre
|AnnoNascita = 1897
|LuogoMorte = Napoli
|GiornoMeseMorte = 26 gennaio
|AnnoMorte = 1962
|Attività = criminale
|Epoca = 1900
|Attività = mafioso
|Nazionalità = italiano
|NazionalitàNaturalizzato = statunitense
|PostNazionalità = , legato alla [[mafia]] ([[Cosa Nostra americana]])
|PostNazionalità =, legato alla cosiddetta "[[Cosa nostra statunitense]]"
|Immagine =LuckyLucianoSmaller.jpeg|thumb|right|
|Immagine = LuckyLucianoSmaller.jpeg
|Didascalia = "Lucky" Luciano
}}
[[File:Lucky Luciano signature.svg|miniatura|Firma]]
 
Assunse legalmente, negli [[Stati Uniti d'America]], il nome di Charlie Luciano, e successivamente il soprannome "Lucky", "fortunato". ÈTale soprannome gli venne attribuito in seguito ad una vicenda consideratoaccaduta il padre16 delottobre moderno1929: [[organizzazionealcuni criminale|crimineuomini organizzato]]non eidentificati l’ideatorelo diaccoltellarono unapiù massicciavolte espansionee nello dopoguerralasciarono delin commerciouna spiaggia di [[eroinaStaten Island]]. Ècon statola ilgola primosquarciata, bosscredendolo ufficialemorto, dellama modernaLuciano famigliasi [[Genovesesalvò, (famiglia)|Genovese]]e da allora venne chiamato "Lucky", ovvero "il fortunato".
 
Luciano abolì la carica di «capo dei capi» ideando e istituendo al suo posto la "[[Commissione (Cosa nostra statunitense)|Commissione]]" composta dalle [[Cinque famiglie|cinque famiglie di New York]]. Per questo motivo viene considerato il padre del moderno [[Criminalità organizzata|crimine organizzato]] nonché uno dei protagonisti della massiccia espansione del commercio di [[eroina]] nel secondo dopoguerra. È stato un potente boss della [[Genovese (famiglia)|famiglia Genovese]]. Il ''[[Time|Time Magazine]]'' ha inserito Luciano tra i 20 uomini più influenti del [[XX secolo]].<ref>{{Cita web |url=http://www.time.com/time/time100/profile/luciano.html |titolo=Time.com |accesso=27 giugno 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081207031144/http://www.time.com/time/time100/profile/luciano.html |urlmorto=sì }}</ref>
Il ''[[Time Magazine]]'' ha inserito Luciano tra i 20 uomini più influenti del [[XX secolo]].<ref>[http://www.time.com/time/time100/profile/luciano.html# Time.com]</ref>
 
== Biografia ==
=== GliPrimi alborianni ===
Nacque a [[Lercara Friddi]], un paese della [[provincia di Palermo]], principalmente noto per le sue miniere di [[zolfo]], il 24 novembre 1897, figlio di Antonio Lucania e di Rosalia Cafarelli<ref>{{Cita web|url=https://www.familysearch.org/ark:/61903/3:1:33S7-9G2V-X72?i=72&cc=1932363|titolo=Certificato immigrazione Brasile}}</ref>. Nel 1907 emigrò con la propria famiglia negli [[Stati Uniti d'America]]; al posto d'ingresso per gli immigranti di [[Ellis Island]] al piccolo Salvatore venne diagnosticata la ''[[Vaiolo|variola vera]]'', una forma di [[vaiolo]] che lo avrebbe segnato per tutta la vita. Divenne cittadino statunitense, rinunciando automaticamente alla cittadinanza italiana.<ref>{{cita web|url=http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=57397ef8942f8|titolo=La doppia cittadinanza e il caso di Lucky Luciano|editore=Corriere della Sera|autore=Sergio Romano|data=16 maggio 2016|accesso=6 settembre 2017}}</ref>
[[File:Atto di nascita.jpg|miniatura|Atto di nascita]]
La famiglia Lucania si trasferì a [[New York]] l'anno successivo, trovando alloggio nel [[Lower East Side]], ai margini del quartiere ebraico, presso il 265 E di 10th Street, dove però vivevano in condizioni precarie.<ref name=":0" /> Fu qui che Lucania conobbe il giovane [[Meyer Lansky]], con cui fondò una banda dedita al [[bullismo]] nei confronti dei compagni di classe e all'[[estorsione]] di un [[penny]] ogni giorno come "protezione".<ref name=":0" /><ref>{{Cita web |url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,989779,00.html |titolo=LUCKY LUCIANO: Criminal Mastermind - TIME<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=28 ottobre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121030002653/http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,989779,00.html |urlmorto=sì }}</ref>
 
Nel 1907 Lucania venne condannato a quattro mesi di [[Riformatorio giudiziario|riformatorio]] per [[taccheggio]] mentre, all'età di diciotto anni, venne condannato a sei mesi di riformatorio per possesso illegale di [[eroina]] e [[morfina]], di cui era a un tempo consumatore e spacciatore<ref name=":0" /><ref name=":1">[[John Dickie]], ''Cosa Nostra'', Laterza, 2004.</ref>. Appena rilasciato, si unì alla banda criminale dei [[Five Points Gang]], sotto la guida del gangster [[Johnny Torrio]], dove conobbe [[Frank Costello]] e [[Al Capone]]<ref name=":0" /><ref>{{cita testo|url=https://www.fbi.gov/about-us/history/famous-cases/al-capone|titolo=FBI — Al Capone<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101019213135/http://www.fbi.gov/about-us/history/famous-cases/al-capone }}</ref>. Fu in questo periodo che Lucania decise di "americanizzare" il proprio nome in Charlie Luciano, poiché Salvatore gli sembrava un nome da donna<ref name=":0" />. Nel 1917 Luciano venne chiamato alle armi per combattere nella [[prima guerra mondiale]], ma riuscì ad evitare il fronte facendosi infettare volontariamente dalla [[Infezioni da Chlamydia trachomatis|clamidia]] da una prostituta<ref name=":0" />.
Salvatore Lucania nasce il [[24 novembre]] del [[1897]] a [[Lercara Friddi]] (paese famoso per le sue miniere di [[zolfo]], in [[Sicilia]]), da Antonio Lucania e Rosalia Capporelli. Le aspettative di una vita migliore convincono la famiglia ad emigrare negli [[Stati Uniti d’America]] nel [[1907]]. Arrivati ad [[Ellis Island]], a Salvatore viene diagnosticata la ''[[Variola vera]]'', una forma di [[vaiolo]], che lo segnerà per tutta la vita.
 
Nel 1920 Luciano passò al servizio del [[gangster]] ebreo [[Arnold Rothstein]], insieme a [[Meyer Lansky]], [[Frank Costello]], [[Bugsy Siegel]], [[Dutch Schultz]] e [[Jack Diamond|Jack "Legs" Diamond]]<ref>{{Cita web|url=https://www.jewishvirtuallibrary.org/arnold-rothstein|titolo=Arnold Rothstein|accesso=3 luglio 2023}}</ref>. Approfittando del [[proibizionismo]], Luciano e gli altri fornirono alcolici agli "[[Speakeasy (proibizionismo)|speakeasies]]" di [[Manhattan]], grazie ai loro contatti che gli permettevano di scaricare le bevande alcoliche dalle navi nel [[porto di New York]]<ref name="time.com">{{Cita web |url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,989779,00.html#ixzz2AbPq72yW |titolo=LUCKY LUCIANO: Criminal Mastermind - TIME<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=28 ottobre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121030002653/http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,989779,00.html#ixzz2AbPq72yW |urlmorto=sì }}</ref>. Inoltre Luciano aveva iniziato ad occuparsi dello [[sfruttamento della prostituzione]] e del [[gioco d'azzardo]], gestendo [[bisca|bische]] e [[Casa di tolleranza|bordelli]] a basso costo a Manhattan insieme al socio [[Joe Adonis]]<ref>{{Cita web |url=http://www.gambino.com/bio/joeadonis.htm |titolo=Joe Adonis<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=28 ottobre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121028054249/http://www.gambino.com/bio/joeadonis.htm |urlmorto=sì }}</ref>. Nell'ambiente della [[prostituzione]], in particolare, Luciano iniziò ad essere conosciuto con il nomignolo di «infame», affibbiatogli dalle ragazze da lui sedotte e avviate alla prostituzione dopo averle rese [[tossicodipendenza|dipendenti]] dall'[[eroina]]<ref name="claudiofava.it">{{cita web|url=http://www.claudiofava.it/old/siciliani/memoria/capire/capire04.htm|titolo=Poi arrivò Lucky Luciano e anche Napoli fu Cosa nostra|autore=Michele Pantaleone|editore=''[[I Siciliani]]''|data=marzo 1983|accesso=10 febbraio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120210142656/http://www.claudiofava.it/old/siciliani/memoria/capire/capire04.htm|urlmorto=sì}}</ref><ref>Michele Pantaleone, ''Il sasso in bocca'', Cappelli, 1970.</ref>. In questi anni Luciano venne più volte arrestato per [[rapina]], aggressione, possesso illegale di stupefacenti e detenzione di armi illegali, ma venne sempre rilasciato perché le accuse decaddero<ref name=":0" /><ref name="lucianotrial1936.com">{{cita testo|url=http://www.lucianotrial1936.com/lucky.html|titolo=The official website of The Case Against Lucky Luciano - Salvatore Lucania<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151120190848/http://www.lucianotrial1936.com/lucky.html }}</ref>.
Trasferitasi a [[New York]] l’anno successivo, la famiglia Lucania trova alloggio ai margini di un quartiere [[ebreo|ebraico]], presso il 265 E di 10th Street, vicino il moderno quartiere di [[East Village]]. Fu qui che Salvatore conosce [[Meyer Lansky]] e [[Bugsy Siegel|Benjamin Siegel]], due giovani ebrei immigrati negli Stati Uniti, ed è in questo quartiere che cominciano i suoi primi crimini: [[bullismo]] nei confronti dei compagni di classe ed [[estorsione]] nei loro confronti di un [[penny]] ogni giorno come “protezione” accordata da lui stesso e dalla sua banda. Tra le stesse vittime del bullismo di Salvatore c'è lo stesso [[Meyer Lansky]], che tuttavia finirà per diventare suo grande amico.
 
Per via dei suoi contatti con i contrabbandieri di alcolici ("bootleggers") ebrei ed irlandesi, Luciano venne assoldato dal [[Cosa nostra|mafioso siciliano]] [[Joe Masseria|Giuseppe "Joe" Masseria]], detto «Joe the boss», esponente di punta della banda "[[Mano Nera (estorsione)|Mano Nera]]"<ref name=":0" /><ref name=":1" /><ref name=":2" />; ciò avvenne nonostante Luciano fosse considerato un "disonorato" dagli altri mafiosi siciliani perché implicato nello sfruttamento della prostituzione, attività da loro considerata disonorevole<ref name="claudiofava.it"/><ref name=":4">M. Pantaleone, ''Mafia e droga'', Einaudi, 1966.</ref>. Nel 1922, come ''killer'', Luciano prese parte all'assassinio del [[gangster]] [[Umberto Valenti]], acerrimo nemico di Joe Masseria; durante il conflitto a fuoco in cui fu ucciso Valenti, fu colpita anche una bambina di otto anni, che rimase ferita<ref name=":0" />.
Nel [[1911]], Salvatore viene condannato a 4 mesi di carcere giovanile per assenteismo da scuola. Nel [[1915]], con la sua banda si sposta verso [[East Harlem]], da dove però sono cacciati: nell' ultima notte nel quartiere, conosce [[Frank Costello|Francesco Castiglia]], che diventerà il suo più grande amico.
 
Nel maggio 1929 Luciano partecipò ad un [[Conferenza di Atlantic City|incontro ad Atlantic City]] insieme a [[Frank Costello]], [[Joe Adonis]] e [[Johnny Torrio]], a cui erano presenti gangster italiani ed ebrei, che concordarono strategie comuni per una divisione del contrabbando di alcolici e gettarono le basi per la creazione di un "[[Sindacato nazionale del crimine]]"<ref name=":0" /><ref name=":4" />. Il 16 ottobre 1929 Luciano venne prelevato da alcuni uomini che poi lo picchiarono e accoltellarono più volte con un [[punteruolo]] da ghiaccio; credendolo morto, lo lasciarono su una spiaggia di [[Staten Island]] con la gola tagliata da un orecchio all'altro. Luciano venne trovato da un agente di polizia e portato in ospedale, dove si riuscì a salvarlo, ma si rifiutò di rivelare l'identità dei suoi assalitori per non trasgredire al codice dell{{'}}''[[omertà]]''<ref name=":0" /><ref name="britannica.com">{{Cita web|url=https://www.britannica.com/biography/Lucky-Luciano|titolo=Lucky Luciano {{!}} Biography & Facts|lingua=en|accesso=3 luglio 2023}}</ref>. Fu proprio in virtù della sua prodigiosa sopravvivenza che Luciano fu soprannominato «Lucky», cioè "fortunato". Anni dopo, Luciano raccontò che furono gli uomini di [[Salvatore Maranzano]] a ridurlo in quelle condizioni perché aveva rifiutato di tradire Masseria<ref name=":0" />. Altre voci invece sostennero che si trattò della vendetta di alcuni [[Polizia|poliziotti]] corrotti o di un poliziotto in particolare la cui figlia era stata insidiata dalle attenzioni di Luciano.<ref name=":0" />
A 18 anni, Salvatore viene condannato a sei mesi di riformatorio per aver venduto [[eroina]] e [[morfina]]. Decide quindi di cambiare il suo nome in Charles Luciano per togliere il disonore che aveva recato al nome della sua famiglia. Appena rilasciato, ricomincia però i suoi affari e si unisce a Francesco Castiglia, che intanto ha “americanizzato” anche lui il suo nome in [[Frank Costello]], membro della [[Five Points Gang]]. Nel [[1917]], viene chiamato alle armi per combattere nella [[Prima guerra mondiale]], ma riesce ad evitare il fronte facendosi contagiare volontariamente dalle [[infezioni da clamidia]].
 
===L'ascesa al potere===
=== Gli anni del Proibizionismo ===
{{vedi anche|Guerra castellammarese}}
La [[guerra castellammarese]] del 1930-31 tra [[Joe Masseria]] e [[Salvatore Maranzano]], capo della fazione opposta, divenne un problema per Luciano, perché danneggiava il regolare svolgimento degli affari illeciti,<ref name="britannica.com"/> e per questo motivo organizzò l'assassinio di Joe Masseria. Il 15 aprile 1931, al ristorante Scarpato's di [[Coney Island]], Luciano pranzò con Masseria e, quando questi si alzò per andare al gabinetto, un gruppo di fuoco formato da [[Bugsy Siegel]], [[Vito Genovese]], [[Joe Adonis]] e [[Albert Anastasia]]<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Michael|cognome=Pollak|url=https://www.nytimes.com/2012/07/01/nyregion/answer-to-a-question-about-a-mobsters-death-in-coney-island.html|titolo=Coney Island’s Big Hit|pubblicazione=The New York Times|data=30 giugno 2012|accesso=3 luglio 2023}}</ref> lo colpì a morte.<ref name=":0" />
 
Tolto di mezzo il suo capo, Luciano fece pace con Maranzano, il quale si fece eleggere «capo dei capi» dagli altri boss e passò le attività criminali del defunto Masseria a Luciano come premio<ref name=":2">[[Peter Maas]], ''La mela marcia'', Mondadori, 1972.</ref>. Poco tempo dopo, però, Maranzano pianificò l'assassinio dello stesso Luciano, a causa dei suoi stretti legami con [[gangster]] non-siciliani, e assunse il killer Vincent "Mad Dog" Coll per eliminare lui e Vito Genovese<ref name=":0" />. Il 10 settembre 1931 Maranzano convocò Luciano e Genovese nel suo ufficio a [[Park Avenue]], ma, al loro posto, si presentarono quattro sicari ebrei travestiti da agenti del fisco, i quali pugnalarono Maranzano e lo finirono a pallottole; i sicari ebrei erano stati assoldati da [[Meyer Lansky]] e da Luciano, che si era accordato con il mafioso siciliano [[Gaetano Lucchese]], il quale si trovava nell'ufficio per condurre i sicari da Maranzano<ref name=":0" /><ref name="britannica.com"/><ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/biography/Salvatore-Maranzano|titolo=Salvatore Maranzano {{!}} Biography, Death, Mafia, Five Families, & Facts|lingua=en|accesso=3 luglio 2023}}</ref>.
Il [[16 gennaio]] del [[1919]], fu ratificato il diciottesimo emendamento della [[Costituzione degli Stati Uniti]], che proibiva la preparazione, la vendita ed il trasporto di [[alcool|alcolici]], dando inizio al così detto “Periodo del [[Proibizionismo]]”. In realtà, questo emendamento fu una manna per ogni [[criminale]] americano, che vide nel proibizionismo la propria occasione d’oro, gettandosi a capofitto nell’affare del mercato nero.
 
Una leggenda della malavita vuole che, subito dopo la morte di Maranzano, Luciano ordinò lo sterminio, da un capo all'altro degli Stati Uniti, di circa novanta mafiosi siciliani facenti parte delle fazioni Masseria-Maranzano ed erano spregiativamente detti «teste unte» o «Moustache Petes» per via della loro arretratezza mentale; tuttavia questa campagna di sterminio, che venne chiamata "notte dei [[Vespri siciliani]]", è considerata un mito da molti storici<ref name=":1" /><ref name=":2" />.
Charlie Luciano ebbe per primo l’idea di una collaborazione tra i vari boss per evitare inutili guerre tra di loro e rafforzare invece il controllo del territorio, ma il Capo Supremo della [[Cosa Nostra americana|mafia americana]] di allora, [[Joe Masseria]], detto proprio “The Boss”, si oppose a questo disegno e Charlie dovette ripiegare.
 
Dopo l'uccisione di Maranzano, Luciano divenne il principale ''boss'' della [[criminalità organizzata]] negli Stati Uniti ma rifiutò il posto di «capo dei capi» per evitare il rischio di una guerra con [[Al Capone]], in rapida ascesa<ref name=":1" />; al suo posto creò un apposito organismo, denominato "[[Commissione (Cosa nostra statunitense)|Commissione]]", il cui compito era quello di governare gli affari della «[[Cosa nostra statunitense|Cosa Nostra]]» ripartendosi la aree di competenza tra i diversi Stati ed era composta dalle [[Cinque famiglie|Cinque Famiglie]] di [[New York]], dalla [[Chicago Outfit]] di Al Capone e dalla famiglia di [[Buffalo]] di [[Stefano Magaddino]], in rappresentanza delle altre famiglie minori degli Stati Uniti<ref name=":1" /><ref>{{cita testo|url=https://www.fbi.gov/about-us/investigate/organizedcrime/italian_mafia|titolo=FBI — Italian/Mafia<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150504033237/http://www.fbi.gov/about-us/investigate/organizedcrime/italian_mafia }}</ref>. Inoltre Luciano autorizzò gli altri ''boss'' a collaborare con criminali non siciliani e non italiani per formare quello che sarebbe stato soprannominato "[[Sindacato nazionale del crimine]]"<ref>{{Cita web |url=http://www.camera.it/_bicamerali/leg15/commbicantimafia/documentazionetematica/28/111/schedabase.asp |titolo=Sportello Scuola e Università della Commissione Parlamentare Antimafia<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=1º novembre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140203022605/http://www.camera.it/_bicamerali/leg15/commbicantimafia/documentazionetematica/28/111/schedabase.asp |urlmorto=sì }}</ref>, che sarebbe servito per controllare il [[Proibizionismo|contrabbando di alcolici]] e [[Traffico di droga|stupefacenti]], la [[prostituzione]], il [[gioco d'azzardo]], i [[Sindacato|sindacati]] del [[porto di New York]] e l'industria dell'abbigliamento<ref name="time.com"/><ref name=":2" />. Tra le famiglie di New York, ben legate tra loro durante l'era di Luciano, e la Chicago Outfit rimase sempre una forte indipendenza e autonomia.<ref name=":1" />
Dal [[1920]], Charlie iniziò comunque ad avere contatti con i maggiori boss dell’epoca, tra cui [[Vito Genovese]], tramite i numerosi agganci che gli procurava [[Frank Costello]], ormai suo più fidato amico e collaboratore.
 
L'espressione "Cosa Nostra" venne coniata dallo stesso Luciano, il quale ad una domanda di un ''affiliato'' sul nome da dare alla ristrutturazione della mafia (questo era il solo nome primigenio dell'organizzazione criminale nata in Sicilia e poi diffusasi in negli USA) in Sicilia e negli Stati Uniti, rispose che era "una cosa tra loro", appunto "''cosa nostra''", per mantenerne meglio la segretezza.<ref>{{Cita web|url= https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Cosa-Nostra-storia-di-lucky-luciano-b22a362d-67ea-4758-a95a-3e25c543c692.html |titolo="Cosa Nostra" la "fortunata" storia di Lucky Luciano|autore=Roberto Olla|editore= Rai News |data=2 settembre 2014 |accesso=18 agosto 2018}}</ref>
Dal [[1925]], i profitti di Charlie crebbero di oltre 100.000 [[dollaro statunitense|dollari]] all’anno; ma gli elevati costi per corrompere [[polizia]] e [[politica|politici]] non gli permisero di accumulare una vera e propria fortuna. Cominciò così a uscire dalla città e a espandersi verso [[Filadelfia (Pennsylvania)|Filadelfia]], importando [[scotch]] direttamente dalla [[Scozia]], [[rum]] dai [[Caraibi]] e [[whisky]] dal [[Canada]]. È da questo momento che Charlie Luciano diventa uno dei personaggi più importanti della [[Cosa Nostra americana|mafia americana]].
 
In seno alla sua nuova «famiglia», Luciano affiliò i suoi luogotenenti [[Napoli|napoletani]] e [[Calabria|calabresi]], nonostante non fossero siciliani<ref name="claudiofava.it" /><ref name="dickie239">John Dickie, ''Cosa Nostra'', pag. 239</ref> e li elevò in posizioni di comando: [[Vito Genovese]] divenne il vicecapo, mentre [[Frank Costello]] fu nominato "consigliere" insieme a [[Meyer Lansky]] e [[Johnny Torrio]], che però ricoprivano il ruolo in veste non ufficiale perché erano esterni a Cosa Nostra<ref name=":0" /><ref name=":2" />.
=== La salita al potere ===
 
All'apice del potere, Luciano viveva in una suite di lusso al [[Waldorf-Astoria Hotel]], registrato con il falso nome di Charles Ross;<ref name=":0" /><ref>{{Cita web|url=https://encyclopediaofarkansas.net/entries/charles-lucky-luciano-3690/|titolo=Encyclopedia of Arkansas|sito=Encyclopedia of Arkansas|lingua=en|accesso=3 luglio 2023}}</ref> amava indossare abiti costosi ed eleganti, frequentava i [[night club]] più esclusivi in compagnia di belle donne ed era amico del cantante [[Frank Sinatra]] e dell'attore [[George Raft]]<ref name="ReferenceB">{{Cita web |url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,989779-2,00.html |titolo=LUCKY LUCIANO: Criminal Mastermind - TIME<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=2 novembre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120715004940/http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,989779-2,00.html |urlmorto=sì }}</ref>. Era solito frequentare anche il [[Casa di tolleranza|bordello]] di [[Polly Adler]], la ''maitresse'' più nota nella New York dell'epoca, che accoglieva la "clientela" più disparata: uomini politici e d'affari, giudici, giornalisti e, ovviamente, criminali.<ref name=":0" /><ref>{{Cita web|url=https://27esimaora.corriere.it/22_gennaio_17/regina-bordelli-new-york-storia-polly-adler-e95c9a3c-7133-11ec-9e44-b46b1543546f.shtml|titolo=Come la regina dei bordelli divenne la regina di New York: la storia unica di Polly Adler|autore=Gianluca Mercuri|sito=Corriere della Sera|data=17 gennaio 2022|lingua=it|accesso=16 luglio 2023}}</ref>
Diventato così un ''pezzo da novanta'', Charlie si allea con [[Joe Masseria]], il boss più importante d’America. Ma questa collaborazione è problematica già dal principio, in quanto i metodi per condurre affari di Masseria e di Luciano sono totalmente differenti.
 
=== La caduta e il carcere ===
Masseria era un mafioso nel senso più antico del termine, e considerava come valori assoluti gli ideali imparati in [[Sicilia]] dell’onore, della tradizione, del rispetto e della dignità. Charlie invece era diventato il portavoce della “nuova generazione” di mafiosi: giovani, ambiziosi ed impazienti, volti a sfidare apertamente l’ordine precostituito. Vennero così chiamati, ironicamente, i "[[Giovani Turchi]]", come quelli originari dell’[[Impero Ottomano]]. Masseria e la vecchia “nobiltà” mafiosa, invece, venivano chiamati "Baffo Pietro" (''Moustache Pete'').
[[File:Charles Luciano.jpg|thumb|Foto segnaletica di Luciano scattata dopo l'arresto del [[1936]]]]
Nel 1935, [[Thomas E. Dewey]] venne nominato procuratore speciale di [[New York]] per indagare sul crimine organizzato; egli, infatti, dopo essersi occupato di [[Dutch Schultz]] (che finì assassinato poco tempo dopo)<ref name=":0" />, puntò su Luciano, definendolo "''lo zar della criminalità organizzata di New York''"<ref name="ReferenceB"/>. Per queste ragioni, Luciano fuggì a [[Hot Springs (Arkansas)|Hot Springs]], in [[Arkansas]], ma venne arrestato il 1º aprile 1936 per [[sfruttamento della prostituzione]] e riportato a New York; infatti numerose prostitute fatte arrestare in una retata da Dewey nel febbraio 1936 avevano dichiarato che Luciano era a capo di un "Sindacato del crimine", formato da italiani ed ebrei, che imponeva il pagamento della "protezione" sui bordelli di New York<ref name=":0" /><ref name="lucianotrial1936.com"/><ref name="ReferenceC">{{cita testo|url=http://www.lucianotrial1936.com/codef.html|titolo=The official website of The Case Against Lucky Luciano - Co-Defendants<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090131202519/http://www.lucianotrial1936.com/codef.html }}</ref>. Luciano negò tutte le accuse, ma il 5 giugno 1936<ref name="ReferenceC"/> venne condannato dai trenta ai cinquant'anni di carcere<ref name="ReferenceB"/> e trasferito nel [[Clinton Correctional Facility|penitenziario di Dannemora]], nello [[New York (stato)|Stato di New York]]<ref name=":0" />. Anche dalla prigione Luciano continuò a gestire la sua famiglia attraverso [[Vito Genovese]]. Tuttavia, nel 1937, Genovese dovette fuggire dagli Stati Uniti per evitare un'accusa di [[omicidio]] e così [[Frank Costello]] divenne il nuovo capo effettivo e supervisore degli interessi di Luciano<ref name=":2" />.
 
=== L'operazione "Underworld" e la presunta collaborazione allo sbarco degli Alleati in Sicilia ===
I cosiddetti “Baffo Pietro”, dunque, proprio in base a queste regole, erano fortemente contrari a lavorare con chiunque non fosse [[sicilia]]no, o quantomeno [[italia]]no. Luciano, invece, premeva per una collaborazione con chiunque, tanto che fu vicino alla rottura definitiva con i vecchi mafiosi quando questi lo accusarono di essere in affari con “lo sporco [[Calabria|calabrese]]”, riferendosi a [[Frank Costello]].
{{Vedi anche|Operazione Underworld|Sbarco in Sicilia}}
[[File:USS Lafayette 1942.jpg|thumb|left|Il transatlantico ''[[Normandie (transatlantico)|Normandie]]'' rovesciato nel porto di [[Manhattan]] a seguito del disastroso incendio del 1942.]]
Nel 1942 gli ufficiali del servizio informazioni della [[Marina degli Stati Uniti]] contattarono Luciano in carcere, su raccomandazione di [[Joseph Lanza|Joseph "Socks" Lanza]], il boss dei sindacati del porto di [[Manhattan]]<ref name=":0" />. Luciano offrì il suo aiuto per indagare sul sabotaggio di diverse navi nel porto di [[Manhattan]], tra cui il [[Normandie (transatlantico)|''Normandie'']], un [[transatlantico]] [[Francia|francese]] che prese fuoco e affondò nelle acque dello [[Hudson]], di cui furono sospettate alcune spie [[Nazionalsocialismo|naziste]] infiltrate tra i portuali; in cambio della sua collaborazione, Luciano venne trasferito nel [[Sing Sing|carcere di Sing Sing]], dove venne interrogato dagli agenti del servizio informazioni della Marina e mise a disposizione i suoi uomini, dando il via all'operazione denominata in codice "[[Operazione Underworld|''Underworld'']]" (lett. "''mondo sotterraneo''", ossia la malavita)<ref name=":0" /><ref name=":1" />.
 
Prese piede l'ipotesi suggestiva (ripresa poi dalla pubblicistica) che Luciano si fosse anche adoperato per facilitare lo [[Sbarco in Sicilia|sbarco alleato in Sicilia]] (luglio 1943) tramite i suoi contatti con i mafiosi siciliani e che avrebbe consegnato ai servizi segreti americani una lista di nomi da contattare in Sicilia<ref>[[Alfio Caruso]], ''Arrivano i nostri'', Longanesi, 2006, pagine 104-106</ref>: secondo alcune testimonianze riportate dallo studioso [[Michele Pantaleone]], Luciano stesso sarebbe stato al seguito delle [[Alleati della seconda guerra mondiale|truppe statunitensi]] in Sicilia per pianificare l'invasione insieme a [[Calogero Vizzini]], capomafia di [[Villalba]] ritenuto il boss supremo dell'intera [[Mafia|organizzazione]] [[sicilia]]na<ref name=":5" />. Sebbene la maggioranza degli storici consideri tutto ciò come un mito in quanto è provato con certezza che la collaborazione di Luciano con il governo statunitense si sia limitata a porre fine ai sabotaggi nel porto di Manhattan (in realtà provocati dagli stessi mafiosi infiltrati tra i portuali per indurre il governo a scendere a patti con loro, come poi ammesso dallo stesso Luciano)<ref name=":0" /><ref name=":1" /><ref>{{Treccani|mafia_(Enciclopedia-delle-scienze-sociali)|Mafia|autore=Salvatore Lupo|anno=1996|accesso=2023-07-03}}</ref>, il seguito della sua vita si prestava perfettamente a maldicenze e sospetti su accordi oscuri con il governo statunitense<ref>{{cita testo|url=http://books.google.it/books?id=499p1ppUzVoC&pg=PA40&lpg=PA40&dq=galeazzo+ciano+cocaina&source=bl&ots=SNYkg2jbB2&sig=59pbRsMQLBekOJXy-5Jx-XRokww&hl=it&sa=X&ei=rXvHUNjRMLOP4gSamYFg&ved=0CF8Q6AEwCQ#v=onepage&q=galeazzo%20ciano%20cocaina&f=false|titolo=Peter Tompkins, ''L'altra Resistenza. Servizi segreti, partigiani e guerra di liberazione nel racconto di un protagonista'', 2009, Il Saggiatore, pagina 40}}</ref>.
Un giorno, nel [[1929]], Charlie fu prelevato da una [[limousine]] da tre uomini armati, e successivamente picchiato e torturato, prima di essere abbandonato, in una pozza di sangue, su una spiaggia della baia di [[New York]]. Charlie sopravvisse all’attentato, ma ne ricavò una cicatrice sulla parte destra della faccia, che d’allora in poi lo contraddistinse. Fu proprio in virtù della sua prodigiosa sopravvivenza che fu chiamato “Lucky”, cioè ''fortunato''.
 
Il 3 gennaio 1946 [[Thomas E. Dewey]], diventato governatore dello [[New York (stato)|Stato di New York]], graziò Luciano ufficialmente per i servigi resi alla Marina; gli storici ritengono che la grazia concessa a Luciano non abbia nulla di misterioso ed oscuro in quanto sarebbe frutto della [[corruzione]] operata dal boss e dai suoi uomini per far eleggere Dewey a governatore dello Stato di New York nel 1942 (come ammesso da Luciano nelle sue "memorie")<ref name=":0" /> ed inoltre la pena cui era stato condannato sarebbe la più alta mai scontata negli Stati Uniti per il reato di [[sfruttamento della prostituzione]].<ref name=":1" /> Il 10 febbraio 1946 Luciano fu quindi estradato dal [[porto di New York]] a opera del servizio statunitense di immigrazione e imbarcato sulla nave ''Laura Keene''<ref name=":1" />, che arrivò a [[Napoli]] il 27 febbraio<ref name=":0" />. Luciano stabilì il suo domicilio a [[Roma]], ma soggiornò spesso a [[Palermo]], presso il [[Grand Hotel et des Palmes]], dove numerosi membri del [[Movimento Indipendentista Siciliano|separatismo siciliano]] e [[Cosa Nostra|boss mafiosi]] iniziarono a rendergli visita.<ref>[[Giuseppe Casarrubea]], ''Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra'', Milano, [[Bompiani]], 2005.</ref>
Grazie a [[Meyer Lansky]], Charlie Luciano scoprì che ad ordinare la sua tortura era stato [[Salvatore Maranzano]], il nemico storico di [[Joe Masseria]]. Ma invece di vendicarsi, preferì uccidere egli stesso [[Joe Masseria]] e farsi nominare boss da [[Salvatore Maranzano]]:<ref>Eisenberg, D., Dan, U., & Landau, E. (1979) ''Meyer Lansky: Mogul of the Mob''. Paddington Press, NY. ISBN 044822206 x, ISBN 0-7092-0151-6</ref> con quest’atto, si concluse la famosa [[guerra castellammarese]], che aveva insanguinato gli [[Stati Uniti]] tra il [[1928]] ed il [[1931]], causando circa sessanta morti tra i soli mafiosi.
 
=== La conferenza dell'Avana ===
La guerra finì dunque con l’assassinio di [[Joe Masseria]] in un ristorante di [[Coney Island]], dove [[Bugsy Siegel]], [[Vito Genovese]] e [[Joe Adonis]] lo giustiziarono a colpi di fucile. Si dice che lo stesso Charlie Luciano stesse pranzando con Masseria, e che si fosse recato ai servizi proprio pochi istanti prima che il plotone d’esecuzione entrasse in azione. Ad ogni modo, Luciano rilevò subito dopo la famiglia criminale di Masseria.
[[File:Hotel Nacional.JPG|thumb|left|L'Hotel Nacional a [[L'Avana]]]]
Nel giugno 1946 Luciano soggiornò in [[Brasile]], [[Colombia]] e [[Venezuela]] per trasferirsi poi a [[L'Avana]], dopo avere ottenuto i documenti necessari per l'espatrio dall'Italia dal sindaco di [[Villabate]] Francesco D'Agati, noto esponente mafioso<ref name="archiviopiolatorre.camera.it">{{Cita news|autore=Sen. Michele Zuccalà|url=http://archiviopiolatorre.camera.it/img-repo/DOCUMENTAZIONE/Antimafia/02_rel_2.pdf|titolo=Capitolo II. Il dominio di Lucky Luciano|pubblicazione=Relazione sul traffico mafioso di tabacchi e stupefacenti nonché sui rapporti tra mafia e gangsterismo italo-americano - Commissione Parlamentare Antimafia VI LEGISLATURA}}</ref>. A [[Cuba]] s'incontrò con [[Meyer Lansky]], con cui acquistò una partecipazione per la gestione dell'[[Hotel Nacional di Cuba|Hotel Nacional]] e di un [[casinò]] a L'Avana, insieme al loro socio occulto, il presidente cubano [[Fulgencio Batista]].<ref name=":0" />
 
Il 22 dicembre 1946, presso l'Hotel Nacional, Luciano ricevette i delegati delle maggiori "famiglie" degli Stati Uniti e del "[[Sindacato ebraico]]", i quali gli regalarono buste contenenti denaro per il suo ritorno dall'Italia; il motivo apparente della festa di gala era quello di vedere cantare [[Frank Sinatra]], che era stato invitato perché amico di Luciano, ma la vera ragione fu la possibilità di discutere di affari con Luciano<ref name=":0" /><ref>[[Roberto Olla]], ''Padrini. Alla ricerca del DNA di Cosa Nostra'', Mondadori, 2003.</ref>. Infatti, durante la "conferenza", i ''boss'' organizzarono il [[Traffico di droga|traffico degli stupefacenti]], stabilendo la base per lo smistamento proprio a Cuba, e trattarono del caso di [[Bugsy Siegel]], che doveva restituire ai ''boss'' il denaro impiegato nella costruzione dell'[[Flamingo Las Vegas|Hotel Flamingo]] a [[Las Vegas]], che però non dava garanzie economiche; [[Meyer Lansky]], credendo ancora che Siegel potesse realizzare profitti a Las Vegas e restituire il denaro ai ''boss,'' convinse gli altri a dargli un'altra possibilità, ma qualche tempo dopo anche questa si rivelò vana: il 20 giugno 1947 Siegel venne assassinato nella sua villa di [[Los Angeles]] a colpi di [[M1 Carbine|carabina M1]].<ref name=":0" />
Fu a questo punto che Maranzano nominò Luciano come suo “numero due” e formò il gruppo delle [[Cinque Famiglie]], dove ogni boss era pari all’altro; lui, comunque, si fece nominare 'capo di tutti i capi'. Quando Maranzano però pianificò l’assassinio dello stesso Luciano, Charlie e la sua banda, travestiti da agenti del [[Fisco]], si fecero ammettere nel suo ufficio proprio nel giorno in cui sarebbe dovuto essere ucciso Luciano; Maranzano, credendo di essere in arresto, non oppose resistenza. Così fu catturato e assassinato con colpi di mitra e di coltellate. Quando poi si allontanarono dall’ufficio, incontrarono per le scale [[Vincent "Cane Pazzo" Coll]], che era stato chiamato da Maranzano per essere assoldato ad uccidere Luciano.
 
Nel febbraio 1947 [[Harry Jacob Anslinger|Harry J. Anslinger]], direttore del [[Federal Bureau of Narcotics]] (l'Ufficio Federale sui [[Narcotico|narcotici]] alle dipendenze del [[Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti d'America|Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti]]), inviò una richiesta formale al governo cubano per l'espulsione di Luciano, minacciando a nome del governo statunitense l'[[embargo]] su tutte le forniture di [[Farmaco|farmaci]]<ref name=":0" />; il 20 marzo Luciano venne espulso da Cuba e imbarcato sul [[piroscafo]] [[Turchia|turco]] “Bakir”, che doveva riportarlo in Italia.<ref name=":0" />
=== La riorganizzazione di Cosa Nostra ===
 
=== Soggiorno in Italia ===
Luciano divenne dunque il nuovo modello del mafioso, con affari in tutto il paese. I consigli di [[Meyer Lansky]], ormai anche lui uno dei suoi più fidati amici e collaboratori, lo aiutarono nel riuscire sempre ad imporre le proprie scelte agli altri boss. Varò una nuova regola: “Noi ci uccidiamo solo a vicenda”. Quando [[Dutch Schultz]] provò ad uccidere [[Thomas E. Dewey]], politico [[Partito Repubblicano Statunitense|repubblicano]] di [[New York]], contravvenendo così alla nuova legge, ne ordinò l’esecuzione.
[[File:Charles Lucky Luciano.jpg|miniatura|sinistra|Lucky Luciano ritratto in un momento di relax all'Hotel Excelsior di Roma, 1948]]
Il 12 aprile 1947 Luciano arrivò a [[Genova]] a bordo del "Bakir" e venne portato al [[carcere di Marassi]], per poi essere trasferito al [[carcere dell'Ucciardone]] di [[Palermo]] scortato da cinque [[Arma dei Carabinieri|carabinieri]]. Rimesso in libertà il 14 maggio, Luciano si stabilì prima a [[Capri (Italia)|Capri]] (dove tornò spesso per trascorrere le vacanze)<ref>{{Cita web|url=http://napoli.repubblica.it/cronaca/2014/08/05/foto/capri-93165430/|titolo=Capri, scatti dalla dolce vita in un libro di Marcella Leone de Andreis - Napoli - Repubblica.it|sito=Napoli - La Repubblica|data=5 agosto 2014|accesso=16 luglio 2023}}</ref> e poi definitivamente a [[Napoli]], dove aprì un negozio di [[Elettrodomestico|elettrodomestici]] ed articoli sanitari<ref name=":0" /><ref name="archiviopiolatorre.camera.it" />.
 
Alla fine degli [[Anni 1940|anni '40]] Anslinger inviò in Italia l'agente speciale [[Charles Siragusa]] per indagare sulle attività di Luciano ma, nonostante gli sforzi, non riuscì mai a trovare le prove per incriminarlo.<ref name=":0" /><ref name=":3">[[Charles Siragusa]] e [[Robert Wiedrich]], ''La pista del papavero: 25 anni di lotta contro il traffico della droga'', Milano, [[Ugo Mursia Editore|Mursia]], 1968.</ref> Grazie alla collaborazione di Siragusa con il capitano Giuliano Oliva della [[Guardia di Finanza]] italiana si raggiunsero però importanti risultati: nel 1949 furono sequestrati all'[[Aeroporto di Roma-Ciampino|aeroporto di Ciampino]] 7&nbsp;kg di [[eroina]] e 2&nbsp;kg di [[cocaina]] occultate nel [[baule]] del tassista italo-americano Charles Vincent Trupia, "arruolato" come corriere dalla [[Lucchese (famiglia)|famiglia Lucchese]] di [[New York]]<ref name="autogenerato2">{{Cita news|autore=Sen. Michele Zuccalà|url=http://archiviopiolatorre.camera.it/img-repo/DOCUMENTAZIONE/Antimafia/02_rel_a1.pdf|titolo=Allegato n. 1. Sintesi delle conclusioni del comitato per le indagini sui singoli mafiosi, sul traffico di stupefacenti e sul legame tra fenomeno mafioso e gangsterismo americano|pubblicazione=Documenti della Commissione Parlamentare Antimafia VI LEGISLATURA}}</ref>, che risultò in contatto con Luciano, il quale venne infatti denunciato ma ne uscì indenne per mancanza di prove: l'unica misura presa dalla [[questura]] di [[Roma]] fu un foglio di via obbligatorio nei suoi confronti, proibendogli di soggiornare a Roma<ref name="archiviopiolatorre.camera.it"/>. Nel giugno 1951, al termine delle indagini, il capitano Oliva denunciò Francesco "Frank" Callace e Giuseppe "Joe" Pici, membri della [[Lucchese (famiglia)|famiglia Lucchese]], per il traffico di 17 kg di eroina insieme ai mafiosi siciliani Salvatore Vitale e Francesco Lo Cicero<ref name=autogenerato2 />; Luciano venne incluso nel rapporto di denunzia, ma ne uscì indenne anche questa volta<ref name="archiviopiolatorre.camera.it"/>. Inoltre Callace e Pici vennero accusati di avere incettato quantitativi di eroina e [[morfina]] prodotti illegalmente da due ditte farmaceutiche rette dal professor Guglielmo Bonomo e da altre ditte di [[Milano]] e [[Genova]] e nel [[1952]] vennero implicati nel caso della ditta farmaceutica Schiapparelli di [[Torino]], dove il direttore Migliardi era riuscito a deviare dalla produzione ufficiale 250 kg di eroina; ciò era avvenuto per via dei contatti che Luciano aveva instaurato con Egidio Calascibetta, direttore di una casa farmaceutica dell'[[Italia settentrionale]], con cui intratteneva rapporti di amicizia e reciproca considerazione, ospitandolo spesso nella sua villa a Capri<ref name="archiviopiolatorre.camera.it"/><ref name=":3" /><ref name=autogenerato2 />. Nel 1952 gli uomini del capitano Oliva arrestarono il boss italo-americano [[Frank Coppola|Frank "Tre Dita" Coppola]] (anche lui espulso dagli Stati Uniti nel 1948 e stabilitosi a [[Pomezia]], nei pressi di [[Roma]]) perché destinatario di un baule carico di [[eroina]] partito dalla Sicilia: secondo Siragusa, l'arresto di Coppola e dei suoi complici fu frutto di una soffiata di Luciano, che così voleva togliere di mezzo un pericoloso concorrente nel mercato della droga.<ref name="archiviopiolatorre.camera.it" /><ref name=":3" />
Il potere di Charlie Luciano era ormai incontrastato, a tal punto che egli stesso capì che non sarebbe potuto durare se si fosse comportato come gli altri boss; così abolì la carica di [[capo di tutti i capi]], cancellò la cerimonia di iniziazione (con forte disappunto di [[Meyer Lansky]], che la considerava essenziale per i giovani), ed accentuò l’importanza dell’[[omertà]], conservando la struttura che Maranzano aveva dato alla sua organizzazione.
 
Inoltre, nel 1949, Luciano fondò una fabbrica di [[confetto|confetti]] e dolciumi a [[Palermo]] che, intestata ad un suo cugino e al mafioso siciliano [[Calogero Vizzini]], riuscì ad esportare i suoi prodotti in [[Germania]], [[Francia]], [[Irlanda]], [[Canada]], [[Messico]] e [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. L'11 aprile 1954, sulla scia dello [[Caso Montesi|scandalo Montesi]], il quotidiano ''[[L'Avanti!]]'' pubblicò in [[prima pagina]] un [[articolo (giornalismo)|articolo]] di [[Michele Pantaleone]] in cui si denunciava che nei confetti prodotti nella fabbrica di Luciano «''due o tre grammi di eroina potevano prendere il posto della [[mandorla]]''»<ref name="claudiofava.it"/><ref name=":5">[[Michele Pantaleone]], ''Mafia e politica. 1943-1962'', Torino, Einaudi, 1962.</ref><ref>[[Michele Pantaleone]], ''Omertà di Stato. Da Salvatore Giuliano a Totò Riina'', Napoli, [[Tullio Pironti|Tullio Pironti Editore]], 1993.</ref>. Quella notte stessa la fabbrica venne chiusa e i macchinari smontati e portati via<ref name="claudiofava.it"/>. Nello stesso anno le autorità italiane revocarono il [[passaporto]] a Luciano per questioni di [[pubblica sicurezza]], su consiglio di Charles Siragusa<ref name="archiviopiolatorre.camera.it"/>.
=== La Commissione ===
 
Nel 1950 Luciano partecipò, insieme ai mafiosi palermitani Antonino Sorci (detto ''Ninu u' Riccu'') e Rosario Mancino, all'acquisto di un terzo del [[Parco d'Orléans|Parco d'Orleans]], un ampio [[giardino]] nel centro di Palermo, il quale fu oggetto della selvaggia [[speculazione edilizia]] nota come "[[sacco di Palermo]]" che deturpò il volto della città: i terreni infatti furono destinati ad [[Edilizia residenziale pubblica|edilizia residenziale]] o venduti a prezzo maggiorato all'[[Università degli Studi di Palermo]] per ampliare la propria estensione con la costruzione di nuovi padiglioni.<ref>{{Cita news|autore=On. Luciano Violante|url=http://legislature.camera.it/_dati/leg11/lavori/stampati/pdf/36333.pdf|titolo=Relazione sullo stato dell'edilizia scolastica a Palermo|pubblicazione=Commissione parlamentare d'inchiesta sulla mafia e sulle altre associazioni criminali similari - Doc. XXIII n. 6 - IX Legislatura}}</ref><ref name="relparl">{{cita|Relazione sull'indagine riguardante casi di singoli mafiosi (relatore on. Della Briotta) - Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della Mafia in Sicilia - Doc. XXIII n. 2-quater}}.</ref>
La definitiva svolta del crimine organizzato avvenne pochi anni dopo, quando Luciano formò la cosiddetta [[Commissione (mafia)|Commissione]] (''the Commission''), formata da tutti i boss, e di cui lui era semplicemente il presidente. Era l’equivalente mafioso della [[Corte Suprema]], nella quale venivano discusse tutte le dispute; decideva chi gestiva il [[racket]] ed in che zona; se qualcuno era ritenuto abbastanza in gamba, il suo boss lo segnalava alla Commissione, che giudicava se ammetterlo al suo interno oppure no.
 
Nel 1951 il rapporto del senatore [[Estes Kefauver]], presidente della commissione d'inchiesta del [[Senato degli Stati Uniti]] sul crimine organizzato, indicò Luciano come il «''capo internazionale della mafia''».<ref>[[Estes Kefauver]], ''Il gangsterismo in America'', Torino, Einaudi, 1953, pag. 38.</ref>
La Commissione era originariamente composta dai rappresentanti delle [[Cinque Famiglie]] di [[New York]], della [[Crime Family di Buffalo]] e della [[Chicago Outfit]] di [[Al Capone]]; successivamente, si allargò anche alla [[Detroit Partnership]], alla [[Crime Family di Los Angeles]] ed alla [[Crime Family di Kansas City]]. Tutti i boss avevano uguale potere e diritto di voto, anche se in realtà Charlie Luciano era il ''primus inter pares''.
 
Dal 12 al 16 ottobre 1957 Luciano partecipò ad una serie di incontri che si tennero presso il [[Grand Hotel et des Palmes]] di [[Palermo]] tra [[Cosa nostra statunitense|mafiosi americani]] ([[Joseph Bonanno]], [[John Bonventre]], [[Carmine Galante]], [[Frank Garofalo]], [[Santo Sorge]], [[Vito Vitale]] e [[John Di Bella]], esponente della [[Genovese (famiglia)|famiglia Genovese]] di [[New York]] e parente dei fratelli Pietro e Antonino Sorci, capi della cosca di [[Villagrazia]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/10/03/capi-famiglie.html|titolo=CAPI E FAMIGLIE - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=3 ottobre 1984|lingua=it|accesso=3 luglio 2023}}</ref>, e, al pari di costoro, amico di Luciano) e siciliani (Gaspare Magaddino, [[Cesare Manzella]] e [[Giuseppe Genco Russo]]): gli inquirenti dell'epoca sospettarono che si incontrassero per concordare l'organizzazione del [[Traffico di droga|traffico degli stupefacenti]], dato che la [[rivoluzione cubana|rivoluzione castrista]] a [[Cuba]] (tra il 1956 e il 1959) rischiava di privare i mafiosi siciliani ed americani di quell'importante base di smistamento per l'eroina<ref name=autogenerato2 /><ref name="relparl" />.
==== La Famiglia di Luciano ====
 
Nel 1958 il [[Federal Bureau of Narcotics]] chiese la collaborazione della [[Guardia di Finanza]] italiana per controllare il mafioso italo-americano [[Nick Gentile]], che era sospettato di traffico di stupefacenti in collegamento con Luciano, con il quale manteneva contatti perché anche lui residente in Italia: a seguito di informazioni inconsapevolmente fornite dallo stesso Gentile ad un agente sotto copertura del Narcotics Bureau, furono arrestati diversi corrieri della droga che facevano la spola tra la Sicilia e gli Stati Uniti a bordo del [[Saturnia (transatlantico)|transatlantico Saturnia]] per conto dei fratelli palermitani Salvatore e Ugo Caneba (espulsi dagli Stati Uniti nel 1954 e residenti a [[Roma]]) ma non emerse alcuna prova sufficiente a carico di Luciano<ref name=":4" /><ref name="archiviopiolatorre.camera.it"/><ref name="autogenerato2" />.
La Famiglia di Luciano comprendeva inizialmente:
* [[Vito Genovese]], viceboss;
* [[Frank Costello]], consigliere;
* [[Michael Coppola]], [[Anthony Strollo]], [[Joe Adonis]] e [[Anthony Carfano]], capi-regime;
* [[Meyer Lansky]] e [[Bugsy Siegel]], consiglieri non-ufficiali.
 
Nel 1960 Luciano fu intervistato da [[Ian Fleming]] (lo scrittore che nel 1953 aveva creato l'agente segreto britannico [[James Bond]]) quando questi, come [[corrispondente]] per il [[The Sunday Times|''Sunday Times'']], era in visita a Napoli durante il giro che lo portava nelle ''[[Thrilling Cities]]'' (le città più "avventurose") d'Europa.<ref>{{Cita web|url=https://napoli.corriere.it/notizie/cultura-e-tempo-libero/20_febbraio_05/napoli-citta-thrilling-ian-fleming-giornalista-scopri-scenari-il-suo-007-6f8bbfdc-47fd-11ea-a215-1ca82516f090.shtml|titolo=«Napoli, una città thrilling». E Ian Fleming giornalista scoprì scenari per il suo 007|sito=Corriere della Sera|data=5 febbraio 2020|lingua=it|accesso=16 luglio 2023}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Michelangelo Iossa|titolo=Fleming/Luciano. Ian e Lucky a Napoli.|annooriginale=2023|editore=Jack Edizioni|ISBN=979-8394418815}}</ref>
=== Arresto e prigione ===
 
=== Gli ultimi anni e la morte ===
Il principale “nemico” di Luciano fu [[Thomas E. Dewey]], futuro candidato alla presidenza americana. Indagando su [[Dutch Schultz]], che voleva ucciderlo e fu per questo giustiziato da Luciano, risalì fino a questi. A centinaia di prostitute, arrestate dopo una serie di [[retate]], fu proposto di patteggiare il carcere se avessero collaborato per catturare Luciano. Tre di loro accusarono esplicitamente Luciano di essere il loro protettore, anche se in realtà, il vero protettore era Dave Betillo, che si limitava a pagare la “protezione” a Luciano.
Poco dopo la morte della compagna Igea Lissoni, Luciano fu contattato dal [[produttore cinematografico]] Martin Gosh interessato a girare un film sulla sua vita (in precedenza Luciano aveva proposto lo stesso progetto ad [[Orson Welles]])<ref>{{Cita web|url=https://corrierefiorentino.corriere.it/napoli/arte_e_cultura/18_ottobre_23/cartellonena-documentoocorrieremezzogiorno-web-mezzogiorno-48aa0e56-d6d3-11e8-86b1-93f92584e776.shtml|titolo=Orson Welles tra Totò ed EduardoE a Napoli prese un caffè con Lucky Luciano|autore=Natascia Festa|sito=Corriere del Mezzogiorno|data=23 ottobre 2018|lingua=it|accesso=4 luglio 2023|urlmorto=sì}}</ref>. Insieme scrissero una bozza di sceneggiatura ma poco tempo dopo Luciano cambiò idea e chiese al produttore di riconsegnargli lo scritto<ref name=":0" />. Si diedero appuntamento all'[[aeroporto di Napoli-Capodichino]], il 26 gennaio 1962, ma lì Luciano ebbe un infarto e morì, a 64 anni. Il funerale si tenne a Napoli presso la [[Chiesa della Santissima Trinità (Napoli)|chiesa della Santissima Trinità]] (vi partecipò, tra gli altri, [[Joe Adonis]]) e la [[bara]] fu trasportata su un [[carro funebre]] trainato da otto cavalli neri con [[Pennacchio (decorazione)|pennacchio]] in testa<ref>{{Cita web|url=https://video.repubblica.it/luce/eventi/istituto-luce-1962-carrozza-e-cavalli-per-i-funerali-di-lucky-luciano/209795/208919|titolo=Istituto Luce: 1962, carrozza e cavalli per i funerali di Lucky Luciano|sito=Repubblica TV - Repubblica|data=26 agosto 2015|lingua=it|accesso=13 luglio 2023}}</ref>: la salma fu poi trasferita negli Stati Uniti, dove venne seppellita al [[Saint John's Cemetery]], a New York, nel distretto del [[Queens]].<ref name=":43">{{Cita news|autore=Andrea Geremicca|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1962/01/30/page_002.pdf|titolo=II più imponente carro dl Napoli ha portato il "re Lucky» al cimitero|pubblicazione=L'Unità|data=30 gennaio 1962|urlarchivio=|urlmorto=}}</ref>
 
== Vita privata ==
Poco prima che fosse arrestato, Luciano scappò ad [[Hot Springs (Arkansas)]], ma fu alla fine catturato, estradato, ed infine condannato a 50 anni di carcere, assieme a Betillo ed altri. Anche dalla prigione, Luciano continuò a comandare attraverso [[Vito Genovese]], finché questi non dovette fuggire, nel [[1937]], a [[Napoli]], in [[Italia]], per evitare una condanna per omicidio. [[Frank Costello]] divenne così nuovo attendente di Luciano.
Nonostante non si fosse mai sposato, negli Stati Uniti fu legato sentimentalmente alla [[ballerina]] e [[Soubrette|showgirl]] Gay Orlova<ref name=":0" />. Dopo l'espulsione verso l'Italia, Lucky Luciano si innamorò di Igea Lissoni, una ballerina italiana bionda e dagli occhi azzurri, che aveva 23 anni meno di lui, la quale gli fu presentata dall'attrice [[Lauretta Masiero]]<ref name=":0" />. Vissero assieme, seppur in modo travagliato per i continui spostamenti di Luciano, che per motivi di sicurezza cambiava continuamente alloggio, finché si trasferì definitivamente in via Tasso, nota strada napoletana. Di lì a poco, Igea morì di cancro. Non ci sono prove che attestino che i due fossero sposati: qualora così fosse, il matrimonio sarebbe avvenuto di nascosto. Ma non c'è dubbio che Luciano fu molto provato dalla morte di lei, visto che iniziò subito dopo l'avvenimento a meditare propositi di ritornare negli USA.
 
Luciano era molto affezionato a un cane femmina di [[Zwergpinscher|Pinscher nano]], che chiamò Bambi, come l'[[Bambi|omonimo cartone animato]] della [[The Walt Disney Company|Disney]].
=== Seconda Guerra Mondiale ===
 
Nel 1974 il racconto di Luciano raccolto dal [[produttore cinematografico]] Martin Gosh per la scrittura della sceneggiatura sulla sua vita fu poi pubblicato con l'aiuto del giornalista [[Richard Hammer]] sotto forma di [[Memorie (genere letterario)|libro di memorie]], con il titolo ''The last testament of Lucky Luciano'' (uscito in [[Italia]] con il titolo ''L'ultimo testamento di Lucky Luciano'').<ref name=":0">[[Martin Gosch]] e [[Richard Hammer]], ''L'ultimo testamento di Lucky Luciano'', Milano, [[Sperling & Kupfer]], 1975.</ref>
Durante la [[Seconda guerra mondiale]], il governo americano contattò Luciano affinché li mettesse in contatto con la [[Mafia]], dalla quale sperarono di avere una mano per organizzare lo [[Operazione Husky|sbarco alleato in Sicilia]], soprattutto in virtù del fatto che [[Benito Mussolini]] aveva a lungo combattuto duramente la mafia siciliana<ref>Dal testo del telegramma inviato da Benito Mussolini al Prefetto di Palermo: «vostra Eccellenza ha carta bianca, l'autorità dello Stato deve essere assolutamente, ripeto assolutamente, ristabilita in Sicilia. Se le leggi attualmente in vigore la ostacoleranno, non costituirà problema, noi faremo nuove leggi». Citazione presente in ''L'uomo della provvidenza. Mussolini, ascesa e caduta di un mito'' di Arrigo Petacco a pag. 101</ref><ref>*Arrigo Petacco, ''Il prefetto di ferro. L'uomo di Mussolini che mise in ginocchio la mafia''. Milano, Mondadori, 1975.</ref>. Luciano aiutò il governo statunitense nell’[[Operazione Avalanche]], in cambio di forti aiuti alla [[Mafia]] affinché questa “riconquistasse” l’isola. L’operazione andò a buon fine: gli esponenti della mafia siciliani divennero ben presto i nuovi padroni dell’isola e, grazie all’aiuto di Luciano, iniziarono anche le persecuzioni contro l’influenza [[Comunismo|comunista]].<br />
Luciano ottenne anche altre facilitazioni per governare il suo impero; nel [[1946]], come ricompensa, fu rilasciato a patto che si trasferisse in [[Sicilia]]: Luciano accettò e si trasferì nell’isola italiana, portandosì all’incirca 150.000 dollari. (Versione negata dallo stesso Luciano nel suo libro testamento)
 
=== LaNella conferenzacultura dedi L’Avanamassa ===
=== Cinema ===
Protagonista o co-protagonista di numerosi film, film TV e miniserie televisive, Lucky Luciano è stato portato sul piccolo e grande schermo da numerosi interpreti. Oltre al film biografico ''[[Lucky Luciano (film)|Lucky Luciano]]'' (1973) di [[Francesco Rosi]], in cui il mafioso siciliano è impersonato da [[Gian Maria Volonté]], il ruolo di Luciano è stato interpretato al cinema da:
* [[Bill Vanders]] in ''[[Il sasso in bocca]]'' di [[Giuseppe Ferrara]] (1970)
* [[Angelo Infanti]] in ''[[Joe Valachi - I segreti di Cosa Nostra]]'' (''The Valachi Papers'') di [[Terence Young]] (1972)
* [[Michael Nouri]] in ''Gangster Wars'' di [[Richard C. Sarafian]] (1981)
* [[Joe Dallesandro]] in ''[[Cotton Club (film)|Cotton Club]]'' di [[Francis Ford Coppola]] (1984)
* [[Christian Slater]] in ''[[L'impero del crimine]]'' (''Mobsters'') di Michael Karbelnikoff (1991)
* [[Bill Graham]] in ''[[Bugsy]]'' di [[Barry Levinson]] (1991)
* [[Stanley Tucci]] in ''[[Billy Bathgate - A scuola di gangster]]'' di [[Robert Benton]] (1991)
* [[Andy García]] in ''[[Hoodlum]]'' di [[Bill Duke]] (1997)
* Rosario Minardi in ''[[In guerra per amore]]'' di [[Pif (conduttore televisivo)|Pif]] (2016)
 
=== Televisione ===
Sebbene una delle clausole per il trasferimento di Luciano fosse che non potesse lasciare la [[Sicilia]], riuscì comunque segretamente ad andare a [[Cuba]], dove cercò di rinsaldare i legami tra mafia americana e mafia cubana. Fu in questo periodo che conobbe anche [[Fulgencio Batista]].
In TV ha avuto come interpreti:
* [[Telly Savalas]] in ''The Witness'' (1960–1961)
* [[Michael Nouri]] in ''I giorni del Padrino'' (''The Gangster Chronicles'') (1981)
* [[Anthony LaPaglia]] in ''Lansky,'' di John McNaughton (1999)
* David Viggiano in ''The Real Untouchables'' (2001)
* [[Vincent Piazza]] in ''[[Boardwalk Empire - L'impero del crimine]]'' (2010-2014)
* [[Marcello Mazzarella]] in ''[[La vita promessa#Seconda stagione|La vita promessa - Parte II]]'' ([[2020]]) – nella [[La vita promessa#Prima stagione|prima serie]] da un attore non chiaro.
* [[Giampiero Judica]] in ''[[H - Helena]]'' (Parte I 2019 e Parte II 2021).
 
==Boss della famiglia Genovese==
A [[Cuba]], nel [[1946]], si tenne anche una conferenza per decidere il da farsi riguardo al traffico di [[eroina]], della situazione cubana e soprattutto come comportarsi con [[Bugsy Siegel]]. La conferenza si tenne presso l’Hotel Nacional e durò circa dieci giorni.
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Il problema di [[Bugsy Siegel]] era sorto poiché questi aveva aperto un [[casa da gioco|casinò]] a [[Las Vegas]], il [[Flamingo Hotel]], che non dava però garanzie economiche. [[Meyer Lansky]] chiese di attendere ancora qualche tempo per dare la possibilità a Siegel di riprendere quota. Lo stesso Siegel, per accelerare i tempi, aprì il suo casinò prima ancora che i lavori finissero, il [[26 dicembre]] [[1946]]. Ma in quei giorni, si abbatté su [[Las Vegas]] un autentico diluvio, che tenne lontani tutti i potenziali clienti. A [[marzo]] [[1947]], i lavori terminarono, ma i boss si erano ormai convinti di doverlo eliminare. Lansky chiese altro tempo, ma non ci fu verso: il [[20 giugno]] [[1947]], ad [[Hollywood]], Siegel fu assassinato.
 
=== In Italia ===
Nei suoi ultimi anni, Charlie Luciano entrò in conflitto con [[Meyer Lansky]] per le forti somme di denaro che aveva ricevuto coordinando le operazioni di [[Cosa nostra]]. Nel [[1954]] rilevò una compagnia di [[confetto|confetti]] a [[Palermo]] in società con il capomafia [[Calogero Vizzini]], che gli servì come copertura per i suoi traffici di [[eroina]].
 
Nonostante i continui [[blitz]] della polizia, non fu però mai trovata una prova che lo incastrasse. Ma il governo, alla fine, lo esiliò da [[Roma]], e Charlie Luciano si trasferì a [[Napoli]], dove si alleò con la [[Camorra]] per continuare a fare affari sul [[traffico di droga]] e sul [[contrabbando]] di [[Sigaretta|sigarette]]. Qui lo stile di vita di Charlie Luciano mutò: iniziò ad interessarsi di cultura e praticò la cosiddetta "bella vita".
 
=== Vita privata ===
 
Dopo la deportazione in [[Italia]], Charlie Luciano si innamorò di [[Igea Lissoni]], una ballerina italiana bionda e dagli occhi azzurri, che aveva 20 anni meno di lui. Vissero assieme, seppur in modo travagliato per i continui spostamenti di Luciano, che per motivi di sicurezza cambiava continuamente alloggio, finché non si trasferì definitivamente a Via Tasso, popolare strada [[Napoli|napoletana]]. Di lì a poco, Igea morì di [[Tumore|cancro]]. Non ci sono prove che attestino che i due fossero sposati: qualora così fosse, il [[matrimonio]] sarebbe avvenuto di nascosto. Ma non c'è dubbio che Luciano fu molto provato dalla morte di lei, visto che iniziò subito dopo l'avvenimento a meditare propositi di ritornare in [[America]].
 
Altro amore disinteressato di Charlie "Lucky" Luciano fu un [[chihuahua (cane)|chihuahua]] femmina, che chiamò [[Bambi]], come l'omonimo [[cartone animato]] della [[Disney]].
 
Nel [[1960]], [[Ian Fleming]], creatore del celebre agente segreto britannico [[James Bond]], intervistò Lucky Luciano durante una sua visita a [[Napoli]], questa volta in veste di [[corrispondente]] per il [[Sunday Times]], impegnato nel giro delle [[Thrilling Cities]] (le città più "avventurose") d'[[Europa]].
 
=== Morte ===
 
Poco dopo la morte di Igea, Charlie fu contattato da un [[produttore cinematografico]], interessato a girare un [[film]] sulla sua vita. Si diedero appuntamento all'[[Aeroporto di Capodichino]] ([[Napoli]]), il [[26 gennaio]] del [[1962]], ma appena sceso dall'aereo, Charlie ebbe un infarto e morì, a 64 anni. Il suo corpo fu seppellito al [[Saint John's Cemetery]] di [[Queens]].
 
== Boss della famiglia Genovese ==
<br style="clear: both;" />
{| class="toccolours" border="1" cellpadding="4" cellspacing="0" style="border-collapse: collapse; margin:0 auto;"
|-
| width="10%" align="center" | <br />'''[[JoeGiuseppe MasseriaMorello]] '''<br /> 19201897 - 19311909
| width="10%" align="center" | <br />'''Lucky Luciano[[Nicolò Terranova]]'''<br /> 19311910 - 19461916
| width="10%" align="center" | <br />''' [[FrankVincenzo CostelloTerranova]] '''<br /> 19461916 - 19571920
| width="10%" align="center" | <br />'''[[VitoGiuseppe GenoveseMorello]] '''<br /> 19571920 - 19691922
| width="10%" align="center" | <br />'''[[ThomasJoe EboliMasseria]] '''<br /> 19571922 - 19721931
| width="10%" align="center" | <br />'''[[Frank Tieri]] Lucky Luciano'''<br /> 19721931 - 19811946
| width="10%" align="center" | <br />'''[[VincentFrank GiganteCostello]] '''<br /> 19811946 - 20051957
| width="10%" align="center" | <br />'''[[MarioVito GiganteGenovese]] '''<br /> 20051957 - 20061969
| width="10%" align="center" | <br />'''[[DanielPhilip LeoLombardo]] '''<br /> 20061969 - 20071981
| width="10%" align="center" | <br />'''[[PaulVincent DiMarcoGigante]] '''<br /> 20071981 - Attualmente2005
| width="10%" align="center" |<br />'''[[Liborio Bellomo]]'''<br />2005 - Attualmente
|}
{{clear}}
<br style="clear: both;" />
 
== Note ==
<references/>
 
=== Bibliografia ===
*[[Michele Pantaleone]], ''[[Mafia e politica. 1943-1962]]'', Torino, Einaudi, 1962; 1978.
* T.J. English, Notturno Avana. ''Mafiosi, giocatori d'azzardo, ballerine e rivoluzionari nella Cuba degli anni cinquanta'', traduzione di Ester Borgese, Milano, il Saggiatore, 2009.
*Michele Mauro De MauroPantaleone, ''LuckyMafia Lucianoe droga'', Ugo MursiaTorino, EditoreEinaudi, 20101966.
*Michele Pantaleone, ''Il sasso in bocca. Mafia e Cosa nostra'', Bologna, Cappelli, 1970.
*Michele Pantaleone, ''Omertà di Stato. Da Salvatore Giuliano a Totò Riina'', Napoli, [[Tullio Pironti|Tullio Pironti Editore]], 1993.
*[[Peter Maas]], ''The Valachi Papers,'' New York, [[G. P. Putnam's Sons]], [[1968]]; trad. it. ''La mela marcia'', Milano, Mondadori, 1972.
*[[Martin Gosch]] e [[Richard Hammer]], ''The Last Testament of Lucky Luciano,'' New York, [[Dell Publishing|Dell Publishing Company]], [[1974]] (con il titolo ''L'ultimo testamento di Lucky Luciano'', Milano, [[Sperling & Kupfer]], 1975; con il titolo ''Io, Lucky Luciano. L'ultimo testamento'', Gorizia, [[Libreria Editrice Goriziana]], 2015).
*[[Charles Siragusa]] e [[Robert Wiedrich]], ''The Trail of the Poppy. Behind the mask of the Mafia'', [[Hoboken (New Jersey)|Hoboken]], [[Prentice Hall]], [[1966]]; trad. it. ''La pista del papavero: 25 anni di lotta contro il traffico della droga'', Milano, [[Mursia]], [[1968]].
* Rodney Campbell, ''Operazione Lucky Luciano: la collaborazione segreta tra mafia e marina statunitense durante la seconda guerra mondiale'', traduzione di [[Francesco Saba Sardi]], Mondadori, 1978.
* [[John Dickie]], ''Cosa nostra. A history of the sicilian mafia'', London, [[Hodder & Stoughton]], [[2004]]; trad. it. ''Cosa nostra. Storia della mafia siciliana'', Bari, [[Editori Laterza|Laterza]], 2005.
* [[Estes Kefauver]], ''Crime in America'', Londra, [[Victor Gollancz Ltd]], [[1952]]; trad. it. ''Il gangsterismo in America'', Torino, Einaudi, 1953.
* [[Gigi Di Fiore]], ''Controstoria della Liberazione - Le stragi e i crimini diemnticati degli Alleati nell'Italia del Sud'', Rizzoli 2012, Bur Rizzoli 2013.
* Pasquale Marchese, ''La beffa di Lucky Luciano. Lo sbarco alleato in Sicilia'', Coppola, 2010.
* T.J. English, ''Notturno Avana.'' ''Mafiosi, giocatori d'azzardo, ballerine e rivoluzionari nella Cuba degli anni cinquanta'', traduzione di Ester Borgese, Milano, il Saggiatore, 2009.
* [[Mauro De Mauro]], ''Lucky Luciano'', Ugo Mursia Editore, 2010.
* [[Roberto Olla]], ''Padrini. Alla ricerca del DNA di Cosa Nostra'', Mondadori, 2003.
* [[Giuseppe Casarrubea]], ''Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra'', Milano, Tascabili [[Bompiani]], 2005. ISBN 88-452-3479-7.
* MIchelangelo Iossa, ''Fleming/Luciano. Ian e Lucky a Napoli'', Jack Edizioni, 2023, ISBN 979-8394418815.
 
== Voci correlate ==
* [[Famiglia Genovese]]
* [[Guerra castellammarese]]
* [[Operazione Husky]]
* [[Operazione Underworld]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Lucky Luciano}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [https://www.youtube.com/playlist?list=PLjklKhxhc2tnC6781XMye4SYBoA-9Oj5O Lucky Luciano] su [https://www.youtube.com/channel/UCYjWp1meDQGx7kfy_fPVNJg Italia Mistero]{{Collegamenti esterni}}
 
{{Genovese}}
* http://www.luckyluciano.net/
{{Cosa nostra statunitense}}
* http://www.carpenoctem.tv/mafia/
{{Controllo di autorità}}
* http://www.findagrave.com/cgi-bin/fg.cgi?page=gr&GRid=651
{{Portale|biografie}}
* http://www.ecorav.it/arci/cronologia.htm
* http://www.fbi.gov/
* http://www.time.com/time/time100/builder/profile/luciano.html
 
[[Categoria:Bande criminali italoamericane]]
{{Cosa nostra americana}}
[[Categoria:Italiani emigrati negli Stati Uniti d'America]]
{{Portale|biografie|migranti}}
[[Categoria:Mafiosi di Cosa nostra]]
 
[[Categoria:Mafiosi legati a Cosa Nostra|Luciano, Luckyitaloamericani]]
[[Categoria:Mafiosi italoamericani|Luciano, Lucky]]
[[Categoria:Narcotrafficanti]]
[[Categoria:Italiani emigrati negli Stati Uniti d'America|Luciano, Lucky]]
 
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