Monachesimo: differenze tra le versioni
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[[File:Trapeza (9198205805).jpg|thumb|upright=1.5|Ricostruzione ad uso turistico di una mensa di monaci [[copti]].]]
Il '''monachesimo''' ({{lang-grc|μοναχός|monachós|persona solitaria|parentesi=si}}) è un fenomeno caratterizzato da alcune rinunce agli interessi mondani per dedicarsi nel modo più completo alla propria [[spiritualità]]. Fonda le sue radici in [[Oriente (regione geografica)|oriente]] e in seguito in [[Civiltà occidentale|occidente]]. Molte religioni hanno creato elementi monastici: [[cristianesimo]], [[induismo]], [[buddhismo]], [[giainismo]], [[taoismo]].
== Monachesimo asiatico ==
[[File:Young monks of Drepung.jpg|[[Monaci buddhisti]] tibetani del [[monastero di Drepung]]|upright=1.4|miniatura]] Nell'Oriente [[asia]]tico, vi è un vasto ed articolato fenomeno che comprende numerose religioni ([[induismo]], [[giainismo]], [[buddhismo]], [[taoismo]]) e numerose nazioni ([[Giappone]], [[Cina]], [[Indonesia]], [[Myanmar]], [[India]], [[Tibet]], ecc...)<ref name=autogenerato1>P. Trianni, ''Il monachesimo non cristiano'', Abbazia di San Benedetto, Seregno, 2008</ref>
Nell'[[Induismo]]<ref name=autogenerato1 /><ref>P. Trianni, ''Il samnyasa cristiano-indu: Monchanin discepolo di Brahmabandhav Upadhyaya (1861-1907) in: AA.VV., ''La mistica, luogo d'incontro tra cristiani e hindu'', Edizioni Camaldoli, ''
Camaldoli (AR) 2006, 89-119</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/monachesimo|titolo=monachesimo nell'Enciclopedia Treccani|lingua=it-IT|accesso=2022-01-14}}</ref><ref>D. Acharuparambil, ''Il monachesimo nella tradizione indù'', in Aa.Vv., ''Il monachesimo nel terzo mondo'', Ed. Paoline, Roma 1979, pp. 163-189.</ref><ref>R. Panikkar, ''Parivrajaka: la tradizione del monaco in India'', in H. Le Saux, O. Baumer-Despeigne, R. Panikkar, ''Alle sorgenti del Gange. Pellegrinaggio spirituale'', [[Sotto il Monte]], Servitium, 2005, pp. 179-194.</ref> il fenomeno è legato sia a determinati stadi della vita, quali il ''[[sannyāsa]]'', durante il quale si pratica la rinuncia e la povertà, sia alla scelta di praticare la rinuncia per dedicare l'intera vita alla spiritualità: è il caso dei ''[[sadhu]]''. Tali pratiche, testimoniate nei [[Veda]], risalirebbero al [[III millennio a.C.|2000 a.C.]]
Nel [[giainismo]] l'esperienza monastica assume particolare importanza. Nel [[79]] d.C. uno scisma produsse le due scuole principali, attive ancora adesso: a partire da quella data si distingue tra monaci ''[[digambar]]'' ("vestiti di cielo"), che rinunciano a qualsiasi possesso, compresi vestiti, e ''[[shvetambar]]'' ("vestiti di bianco").
=== Monachesimo buddista ===
{{vedi anche|Monachesimo Buddista}}
== Monachesimo cristiano ==
{{vedi anche|Monachesimo cristiano|Ordine religioso cattolico|Monachesimo copto}}
[[File:Frari (Venice) - Sacristy - triptych by Giovanni Bellini - Saint Benedict of Nursia and Saint Mark.jpg|miniatura|San Benedetto da Norcia<br>fondatore dei monaci benedettini]]
Mentre le invasioni barbariche rendevano drammatiche le condizioni di vita delle popolazioni dell'[[Impero romano d'Occidente]], andarono costituendosi e prendendo vigore diverse istituzioni ecclesiastiche e religiose, che presto si sarebbero rivelate forze costruttive di una nuova civiltà. Tra esse il monachesimo, nei secoli che vanno dal [[IV secolo|IV]] all'[[VIII secolo|VIII]], è forse la più importante.
Il monachesimo europeo proviene dal [[Medio Oriente]]; infatti l'ascetismo religioso e la vita monastica non sono peculiari del cristianesimo, ma rappresentano forme in cui l'anima ha cercato in ogni tempo di tradurre la propria sete del divino. Nel [[IV secolo]], in [[Egitto]], in [[Palestina]] e in [[Siria (regione storica)|Siria]], sulla scia di [[Antonio il Grande]] e di altri [[Padri del deserto]], specialmente di san [[Paolo di Tebe]], la vita del quale scrisse [[san Girolamo]] (è il primo scritto monastico latino in assoluto)<ref>La prima edizione critica della ''Vita S. Pauli monachi Thebaei'' è stata pubblicata da [[Bazyli Degórski]] (ed.), ''Edizione critica della «Vita Sancti Pauli Primi Eremitae» di Girolamo'', Roma, "Institutum Patristicum "Augustinianum", 1987; traduzione italiana: Bazyli Degórski (ed.), ''San Girolamo. Vite degli eremiti: Paolo, Ilarione, Malco'', Collana di Testi Patristici, 126, Roma, Città Nuova Editrice, 1996, pp. 63-89.20. Cf. anche Bazyli Degórski (ed.), ''Hieronymi historica et hagiographica. Vita Beati Pauli monachi Thebaei. Vita Hilarionis. Vita Malchi monachi captivi. Epistula praefatoria in Chronicis Eusebii Caesariensis. Chronicorum Eusebii Caesariensis continuatio. De viris inlustribus. In Regulae S. Pachomii versionem praefatio'' Girolamo. Opere storiche e agiografiche. (''Vita di san Paolo, eremita di Tebe. Vita di Ilarione. Vita di Malco, l'eremita prigioniero. Prefazione alla traduzione delle Cronache di Eusebio di Cesarea. Continuazione delle Cronache di Eusebio di Cesarea. Gli uomini illustri. Prefazione alla traduzione della Regola di Pacomio'') [= ''Hieronymi opera'', XV (''Opere di Girolamo'', XV), Roma, Città Nuova, 2014, pp. 73-115).</ref>, si fecero sempre più numerosi coloro che abbandonavano completamente il mondo per vivere nella solitudine (''eremos'', da cui il termine di [[eremita]], per indicare gli asceti viventi nel deserto) oppure per associarsi insieme in comunità o [[cenobio|cenobi]] (dal termine greco koiné ''bios'', indicante vita in comune), onde ricercare una comunione più intensa con Dio ed innalzarsi verso la santità. In ambito cristiano, Antonio è considerato l'iniziatore della via eremitica e [[Pacomio]] di quella cenobitica.
La produzione letteraria del mondo monastico cristiano d'Oriente, in ambienti pervasi da una così fervida tensione religiosa, fu caratterizzata dall'[[ascetismo]] e da una spiritualità [[Origene|origeniana]].<ref>Umberto Albini, [[Fritz Bornmann]], Mario Naldini, ''Manuale storico della Letteratura greca'', Le Monnier, Firenze, 1977, p. 479.</ref>
Il monachesimo viene preceduto dall'[[anacoretismo]]: i fedeli più intransigenti, spinti da una forte vocazione si separavano dal resto delle comunità per meglio avvicinarsi a Dio, seguendo lo stile di vita di Cristo. Gli anacoreti o eremiti sono coloro che rinunciano completamente al mondo, scegliendo una vita fatta di silenzio e di preghiera, per tendere alla perfezione attraverso la penitenza. Esempi di vita eremitica sono, nell'[[Antico Testamento]], [[Elia]], nel [[Nuovo Testamento|Nuovo]], [[san Giovanni Battista]]. Lo stesso [[Gesù]] condusse vita eremitica nel deserto per quaranta giorni prima di iniziare la sua predicazione. Il monachesimo degli albori si fonda sulla libertà individuale del monaco, che liberamente sceglie la vita solitaria. Ma ben presto si diffuse il sistema delle regole. La regola era posta dal maestro e aveva lo scopo di organizzare la vita comunitaria. Tra le regole più famose si ricorda quella di [[san Benedetto da Norcia]], esemplificata nel motto: ''Ora et labora'' ovvero prega e lavora.
I monaci nell'Europa Orientale si davano con fervore, che talora rasentava la frenesia, ad intense pratiche [[ascetismo|ascetiche]] (dal greco ''aschesis''=esercizio), le quali univano alla preghiera ed alla meditazione ogni sorta di mortificazioni della carne, talora durissime o stravaganti addirittura, come l'astensione dal cibo, dal sonno o dal lavarsi per periodi più o meno lunghi, oppure l'infliggersi flagellazioni e torture. Tra questi, particolari furono gli [[stilita|stiliti]] e i [[dendrita|dendriti]] che trascorrevano la loro vita rispettivamente su una colonna e su un albero.
Il monachesimo rappresentò in sostanza una grande rivolta dello spirito autenticamente cristiano contro il pericolo di mondanizzazione della Chiesa. Come tale, esso costituì per secoli la grande riserva di forze spirituali della Chiesa ed ebbe importanza storica decisiva nello sviluppo della civiltà cristiana nel mondo mediterraneo. Dopo il [[IV secolo]] il monachesimo cominciò a diffondersi in Occidente: [[san Girolamo|Girolamo]] a [[Roma]], [[sant'Agostino|Agostino]] in [[Africa]], [[San Severino abate|Severino]] nel Norico, [[Paolino di Nola|Paolino]] a [[Nola]], [[San Martino di Tours|Martino]] e [[Giovanni Cassiano]] nella [[Gallia]] si fecero promotori dell'ideale monastico (sull'esempio di quello orientale) e monasteri famosi sorsero nel [[V secolo]] a [[Tours]] e ad [[Arles]] ad opera dei vescovi [[Cesario d'Arles|Cesario]] e [[Aureliano di Arles|Aureliano]] (autori d'importanti Regole).
[[Flavio Magno Aurelio Cassiodoro|Cassiodoro]], il ministro di [[Teodorico il Grande|Teodorico]], fallita la sua politica di fusione tra Romani e [[Goti]], abbandonò la corte gotica, si rifugiò nei suoi possedimenti nella natia [[Calabria]] e verso il [[554]] fondò un [[monastero]] a [[Vivarium]], in cui trascorse gli ultimi anni della sua vita. A dare al monachesimo del cristianesimo cattolico la sua particolare fisionomia operosa, in confronto a quello del [[cristianesimo ortodosso]], più portata alla [[contemplazione]] e all'[[ascetismo]], fu però un giovane, discendente da una famiglia della piccola nobiltà provinciale dell'[[Umbria]]: [[Benedetto da Norcia]], vissuto a cavallo tra il [[V secolo|V]] e il [[VI secolo]]. Ritiratosi a vita [[eremitaggio|eremitica]] a [[Subiaco]], Benedetto aveva visto crescere attorno a sé un gruppo di seguaci, insieme ai quali, trasferitosi successivamente nelle vicinanze di [[Cassino]], aveva fondato il [[monastero]] di [[Montecassino]], il più importante centro monastico dell'Occidente.
All'incirca negli stessi anni in cui i giuristi bizantini, per ordine di [[Giustiniano]], lavoravano alla sistemazione del [[diritto civile]] romano nel ''[[Corpus iuris civilis]]'', San Benedetto gettava le fondamenta della nuova società monastica, con la compilazione della sua [[Regola benedettina|Regola]].
La regola benedettina è informata tutta allo spirito pratico dell'antica Roma, fondendolo armonicamente con la [[spiritualità]] cristiana. Per Benedetto i monaci non debbono essere soltanto dei contemplanti: il loro motto dovrà essere ''[[ora et labora]]''. La regola fu scritta originariamente per il solo monastero di Montecassino, dopo la [[Regno longobardo|dominazione longobarda]] riprenderà la diffusione in Italia e poi nel [[IX secolo]] sarà via via esportata in tutta Europa grazie all'appoggio dell'imperatore [[Carlo Magno]] e dopo di lui l'imperatore [[Ludovico il Pio]] incaricò [[Benedetto d'Aniane]] (750-821) di introdurre, riformare ed uniformare alla Regola benedettina tutti i monasteri europei che la adottarono come regola per eccellenza del monachesimo cattolico.
Mentre il mondo occidentale è sconvolto dalle [[invasioni barbariche]], i monasteri creano un nuovo tipo di società basata, anziché sul concetto romano della [[proprietà privata]], su quello cristiano della [[solidarietà]] collettiva.
Il monaco irlandese Colombano avviò un movimento monastico che coinvolse tutto il regno franco. Questo movimento, animato dai compagni irlandesi di Colombano, attirò numerosi nobili franchi e burgundi ed esercitò una notevole influenza sulla vita religiosa del tempo. Egli fu monaco a Bangor, fondò i monasteri di Luxeuil e Bobbio, ed è ritenuto il più significativo rappresentante dell'Europa continentale del monachesimo iro-scozzese. Certe sue osservanze furono adottate, mescolate a quella gallica antica e benedettina, da vari monasteri europei.
Proprio nel corso dell'[[VIII secolo]] si ebbe nell'economia dell'[[Italia]] [[Longobardi|longobarda]] un'accentuata tendenza alla formazione di estese proprietà fondiarie, concentrate nelle mani dei grandi signori laici o delle chiese. Parte cospicua di questa concentrazione della proprietà andò a vantaggio dei grandi monasteri colombaniani, accrescendone l'importanza. In linea di principio, almeno, i beni degli enti religiosi erano inalienabili e gli abati dei monasteri spesso amministratori capaci.
Ciò condusse alla diffusione di nuovi sistemi di conduzione dei fondi, che molto giovarono alla graduale ricostruzione della ricchezza fondiaria. Tra questi da citare i "[[Livello (contratto)|contratti di livello]]" (così detto dal ''libellum'' - libretto - sul quale stavano scritti i patti del [[contratto]]), per cui un fondo veniva ceduto in uso ad un coltivatore, in cambio di un canone, per lo più in natura, o quelli di [[enfiteusi]], per cui un fondo era ceduto per lunghissimo tempo ad un minimo canone annuale, a patto che il coltivatore v'introducesse delle migliorie. Così allo spopolamento dei secoli precedenti cominciò a subentrare una maggiore densità di coltivatori nelle campagne, unita ad una rinascita delle colture specializzate, come quella della [[vitis|vite]] e dell'[[olivo]], in luogo del pascolo e della [[cerealicoltura]] estensiva.
In mezzo ad un'età di sovrani analfabeti e di regresso della civiltà, nei monasteri colombaniani di derivazione irlandese gli [[amanuense|amanuensi]] negli ''[[scriptorium|scriptoria]]'', continuano a copiare su [[pergamena]], come da antica tradizione irlandese, le opere degli scrittori antichi cristiani e pagani. Nei monasteri convivono quindi pacificamente insieme romani e barbari, affratellati dalla comune fede e dalla comune obbedienza alla Regola. I monasteri costituiscono, per tutto il [[Medioevo]], importanti centri di diffusione culturale.
Accanto a quello di Montecassino, distrutto in epoca longobarda e poi ricostruito in seguito, sorsero numerosi monasteri di varia regola, fra cui emergono per importanza quelli di [[Abbazia di San Colombano|Bobbio]], fondato nel 614, [[Nonantola]] e [[Abbazia di Pomposa|Pomposa]] nell'[[Emilia-Romagna]], di [[Abbazia di Polirone|Polirone]] ([[Mantova]]), di [[Abbazia di Praglia|Praglia]] ([[Padova]]), di [[Farfa]] nella [[Sabina]], di [[Abbazia di San Vincenzo al Volturno|San Vincenzo al Volturno]] nell'[[Italia meridionale]], nel 726 della [[Abbazia di Novalesa|Novalesa]] in [[Val di Susa]] ([[Piemonte]]) dove sorse anche la [[Sacra di San Michele]]. Questi [[Cenobio|cenobi]] accolsero tra le loro mura tanto i latini quanto i barbari, favorendo la fusione dei due popoli, mantennero in vita le tradizioni culturali dell'antichità e del cristianesimo, favorendo la diffusione della civiltà romana tra i [[Longobardi]].
Molto importanti, nell'ambito del monachesimo, furono l'[[Abbazia di San Gallo]], l'[[Abbazia di Melk]], [[Abbazia di Heiligenkreuz|Heiligenkreuz]] e [[Abbazia di Klosterneuburg|Klosterneuburg]] in [[Austria]]; l'[[Abbazia di Fulda]] in [[Germania]] e il [[Mont Saint Michel]] in [[Francia]].
Nel contesto di un nascente interesse per la vita religiosa femminile, il canone XIII del [[Concilio Lateranense IV]] del 1215 stabilì che qualsiasi casa religiosa, monastero o fraternità dovessero adottare una regola fra quelle approvate fino all'epoca. Nello stesso anno, la chiesa di [[Chiesa di San Damiano (Assisi)|San Damiano in Assisi]] ospitò la prima comunità benedettina femminile e la prima forma di francescanesimo femminile, fondata da santa Chiara che ne assunse il titolo di badessa<ref>{{cita pubblicazione | autore = Arianna Pecorini Cignoni | url = http://www.rmoa.unina.it/1143/ | 3 = titolo Gregorio IX e il francescanesimo femminile: il monastero di Ognissanti in Pisa | rivista = Studi francescani | oclc = 1140554763 | serie = XCV | numero = 3-4 | anno = 1998 | formato = pdf | pp = 383-416 | via = [http://web.archive.org/web/20181103083443/http://eprints.adm.unipi.it/472/1/Ognissanti_1998.PDF eprints.adm.unipi.it] | editore = Reti Medievali | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20200530200945/http://www.rmoa.unina.it/1143/ | dataarchivio = 30 maggio 2020 | titolo = Gregorio IX e il francescanesimo femminile: il monastero di Ognissanti in Pisa | accesso = 30 maggio 2020 | urlmorto = no }}</ref>.
=== Monachesimo irlandese ===
{{Vedi anche|Monachesimo irlandese|Monachesimo colombaniano}}
Un grande centro di civiltà monastica sorse nel [[V secolo]] nell'[[Irlanda]] e da lì si allargò nell'[[Inghilterra]], con i cenobi di [[Armagh]], di [[Iona]], di [[York]]. I monaci irlandesi si diressero in seguito verso la [[Germania]], le Gallie e l'[[Italia]], convertendo pagani ed [[arianesimo|ariani]] e fondando sempre nuovi monasteri. Tra questi ultimi da citare quelli di [[Abbazia di Luxeuil|Luxeuil]], fondato in [[Francia]], e di [[Abbazia di San Colombano|Bobbio]], fondato in [[Italia]], entrambi dall'abate [[San Colombano]], e inoltre quello del discepolo e compagno di Colombano, [[San Gallo (monaco)|San Gallo]], costruito dai suoi compagni nell'odierna [[Svizzera]] ed operante nel vasto territorio [[Alemanni|alemanno]]. Anche i monaci irlandesi coltivarono attivamente studi letterari o religiosi, come testimonia la copia dei [[manoscritto|manoscritti]] di autori classici o cristiani lasciata dai loro amanuensi e la fantasiosa ricchezza delle [[miniatura|miniature]] che li adornano. I monaci irlandesi contribuirono alla formazione della cultura europea dell'[[carolingi|età carolingia]].
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore = Ivan Gobry |wkautore =Ivan Gobry|titolo = Storia del monachesimo|città = Roma|editore = Città Nuova |anno = 1991}}
* {{Cita libro|autore = Salvatore Picoco|titolo = Il monachesimo|città = Bari|editore = Laterza|anno = 2003}}
== Voci correlate ==
* [[Espansione del cristianesimo in Europa tra V e VIII secolo]]
* [[Regola del Maestro]]
* [[Pauperismo medievale]]
* [[Ordine di San Benedetto]] ([[camaldolesi]], [[vallombrosani]], [[olivetani]], [[Congregazione silvestrina|silvestrini]], [[cluniacensi]], [[Congregazione cassinese|cassinesi]])
* [[Monaci basiliani]] ([[Ordine basiliano di San Giosafat|di San Giosafat]], [[Ordine basiliano del Santissimo Salvatore dei melchiti|salvatoriani]], [[Ordine basiliano di San Giovanni Battista|baladiti]], [[Ordine basiliano aleppino dei melchiti|aleppini]])
* [[Ordine di San Gerolamo]]
* [[Monaci di San Paolo primo eremita]]
* [[Ordine certosino]]
* [[Ordine cistercense]]
* [[Ordine dei cistercensi della stretta osservanza]] ([[trappisti]])
* [[Priorato di Piona]]
* [[Priorato di Sant'Egidio]]
* [[Protocenobio di San Sebastiano]]
; XX secolo
* [[Comunità monastica di Bose]]
* [[Famiglia monastica di Betlemme, dell'Assunzione della Vergine Maria e di San Bruno]]
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