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{{Tassobox
{{quote|La figura delicata, quasi tremula, dello [[Scultore|scultore]], si muoveva tra le sue immagini marmoree come dovesse sorvegliare il loro riposo, come un padre che avesse messo a letto i suoi figli.|Giumelli, 1998.}}
|nome= Cossus Cossus
|statocons=
|immagine= [[File:Cossus cossus01.jpg|240px]]
|didascalia= Un esemplare di ''Cossus cossus''
<!-- CLASSIFICAZIONE: -->
|regno=[[Animalia]]
|sottoregno=[[Eumetazoa]]
|dominio=[[Eukaryota]]
|ramo=[[Bilateria]]
|phylum=[[Arthropoda]]
|subphylum=[[Hexapoda]]
|classe=[[Insecta]]
|sottoclasse=[[Pterygota]]{{Tassobox gruppo generico|titolo=[[Coorte (tassonomia)|Coorte]]|nome=[[Endopterygota]]}}
|superordine=[[Oligoneoptera]]{{Tassobox gruppo generico|titolo=[[Sezione (tassonomia)|Sezione]]|nome=[[Panorpoidea]]}}
|ordine=[[Lepidoptera]]
|sottordine= [[Glossata]]
|infraordine=[[Heteroneura]]
|superfamiglia=[[Cossoidea]]
|famiglia = [[Cossidae]]
|genere = Cossus
|specie = C. cossus
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: -->
|biautore=[[Carl von Linné|Linnaeus]]
|binome=Cossus cossus
|bidata=[[1758]]
}}Il ''Cossus cossus'', detto anche ''Rodilegno rosso'', è un insetto appartenente all'ordine dei [[Lepidotteri]], di colore tipicamente grigiastro. È diffuso in tutta [[Italia]] e si riproduce in maniera considerevole durante il periodo estivo.
== Descrizione ==
=== Il ciclo biologico ===
Il Cossus cossus ha una vita media di tre anni. L'accoppiamento raggiunge i massimi livelli nei mesi di luglio e agosto, durante i quali gli esemplari maschi si accoppiano con gli esemplari femmina, che depongono fino ad un massimo di circa 800 uova in piante in buone e cattive condizioni, che raggiungano un'altezza massima di due metri. Le neonate sono gregarie e cominciano dopo 10-12 giorni a scavare lunghe gallerie in cui trascorrono il primo inverno. Riprendono il loro sviluppo in primavera e, dopo aver trascorso un ulteriore inverno allo stato larvale, raggiungono il pieno sviluppo in estate. Una volta arrivate in superficie, in seguito ad una serie di movimenti verticali verso l'alto, creano una via d'uscita in cui si forma un [[Bozzolo|bozzolo]]. Dopo un arco di tempo che va dai venti ai trenta giorni, i bozzoli diventano delle vere e proprie [[Farfalla|farfalle]] adulte.
 
=== Le [[Larva|larve]] ===
{{Bio
[[File:Cossus cossus.jpg|240px|left|thumb|''Esemplare di larva'']]
|Nome = Felice
Le larve scavano dei profondi solchi nei tronchi e nei rami degli alberi in cui sono deposte e producono danni gravi quando si trovano negli [[Stelo|steli]] delle piante e nelle [[Latifoglie|latifoglie]]. Hanno otto paia di zampe, di cui tre toraciche. Possono raggiungere varie dimensione e misurare anche 8-10 centimetri. Alcune sono di colore rosso vinosa, altre rosa e ciò dipende dal livello di sviluppo, maturità e crescita.
|Cognome = Vatteroni
|Sesso = M
|LuogoNascita = Marina di Carrara
|GiornoMeseNascita = 21 marzo
|AnnoNascita = 1908
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte = 30 giugno
|AnnoMorte = 1993
|Attività = scultore
|Nazionalità = italiano
}} Trascorre la propria vita nella città natale, eccetto brevi soggiorni estivi nel paese di [[Fosdinovo]], in cui allestisce uno studio artistico.
 
=== Gli esemplari adulti ===
== Biografia ==
Gli adulti sono delle vere e proprie farfalle notturne; gli esemplari femmina arrivano anche a deporre centinaia di uova contemporaneamente.
 
== Come individuarne la presenza ==
Nato a [[Marina di Carrara]] il 21 marzo 1908, Felice Vatteroni frequenta il corso quadriennale di [[scultura]] presso l'[[Accademia di Belle Arti di Carrara]], concluso nel [[1929]] con risultati eccellenti. Ha come maestro di Plastica di figura [[Carlo Fontana (scultore)|Carlo Fontana ]] dal quale eredita la dedizione al lavoro e l'interesse per la figura umana e il nudo. Nel [[1931]] partecipa al [[Concorso Nazionale di Scultura]] e nel [[1932]] alla prima edizione del premio Stéphan Dervillé. Nel [[1935]] lavora al bozzetto di un monumento in onore di [[Goffredo Mameli]] e in questo periodo soggiorna a [[Roma]], finché nel [[1940]] lavora come progettista di imbarcazioni nelle città di [[Fiume (Croazia)|Fiume ]] e [[Trieste]]. <br />
È possibile individuarne la presenza osservando piante e tronchi attentamente. <br />
Durante la guerra, che lascia segni profondi nella sua vita, torna a [[Carrara]] e prende parte attivamente alla [[Resistenza italiana]], fondando la sezione [[Eugenio Chiesa]] del [[Partito Repubblicano Italiano|Partito Repubblicano ]]. Nel [[1948]] nel centro termale Berzieri di [[Salsomaggiore Terme]] espone la sua prima personale, seguita da una seconda nel [[1950]] presso l'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Marina di Carrara e da una terza nel [[1958]] a [[Pistoia]], presso l'Accademia del Ceppo. <br />
Quando le larve iniziano a scavare delle gallerie in piante giovani, è possibile osservare la formazione di protuberanze insolite; nei tronchi, invece, la fuoriuscita di escrementi, rifiuti, sotto forma di fluido rosso-nerastro.
In questi anni lo scultore riscuote un notevole successo e nel [[1953]] sposa Nice Mariotti.
Riceve l'invito a partecipare alla [[Biennale Internazionale di scultura]], in cui espone ''Giovinetta, Maternità e Torso di donna'' negli anni [[1959]], [[1962]] e [[1969]]. Nel [[1961]] partecipa alla Mostra Nazionale di Piccola Scultura e alla settima edizione del premio ''Triglia d'oro'' organizzate dal Cenacolo Artistico Letterario '' [[Ceccardo Roccatagliata Ceccardi]]''. <br />
Nel [[1965]] prende parte alla 9° [[Quadriennale di Roma]], mentre nel [[1970]] allestisce un'ulteriore personale presso i Saloni della [[Camera di Commercio di Carrara]]. Nel [[1973]], nella Galleria Idea di Firenze, espone alcune delle sue creazioni in [[Marmo di Carrara|marmo]], [[Bronzo|bronzo]], [[Pietra|pietra]], [[Terracotta|terracotta]] e nel [[1976]], presso il Circolo Culturale ''Castruccio'', mette in mostra Le Nuvole, imponente scultura in marmo. Prende parte a manifestazioni a [[Parma]], [[Roma]], [[Genova]], [[Brescia]], [[Ravenna]] e dà forma ad una delle sue opere più celebri, il monumento al ''Buscaiol'', inaugurato il 20 dicembre [[1980]] e oggi posto nei pressi dell'area portuale di Marina di Carrara. <br />
Non restando chiuso nella sua città, tiene personali in [[Germania]], negli [[Stati Uniti d'America]], in [[Danimarca]], nel [[Principato di Monaco]] e, nel [[1991]], dona quattordici opere al [[Museo Civico del Marmo di Carrara]]. <br />
Infine, il 30 giugno [[1993]], Felice Vatteroni muore lasciando un grande patrimonio artistico-culturale non solo alla città di Carrara, ma anche a tutti coloro che lo hanno conosciuto. <br />
Nel [[1995]] il Museo civico del Marmo lo ricorda allestendo una mostra e nel [[1996]] la moglie dona alla chiesa di [[San Sebastiano]] di [[Massa (Italia)|Massa ]] due sculture in marmo. Nel [[1997]] la Galleria d'arte moderna di [[Palazzo Pitti]] acquista Il marinaio e la Soprintendenza per i Beni artistici e storici della città di [[Firenze]] trentatré disegni.
 
== Opere principaliDanni ==
Sono gravi i danni che vengono causati da questo insetto, soprattutto se si trova allo stato larvale. Quando sono le piante ad essere colpite, vi è un blocco del passaggio di [[Linfa|linfa]], in seguito al quale ha origine ad una serie di danni, spesso irreversibili. Se, invece, è il legno ad essere bersaglio delle larve, la creazione di cunicoli e di gallerie interne crea un suo indebolimento, seguito anche da un deprezzamento a livello commerciale.
=== Scultura ===
{{quote|Nella scultura di Vatteroni resta l'anima dell'artista e l'anima si comunica a colui che si trova davanti al “pezzo” che desta ammirazione e stupore.|Sicilia, 1967.}}
 
*''Mietitura del grano'': [[Bassorilievo|bassorilievo]] in [[Creta|creta]] risalente al [[1932]], raffigura uomini intenti a mietere il [[Grano|grano]] e donne che trasportano i covoni già sistemati; in primo piano una donna con i suoi due figli sottolinea la fatica della vita dei campi.
 
*''Mio padre'': opera in creta risalente al [[1939]], esalta l'identità psicologica del genitore sottolineandone i lineamenti, le infossature del volto, rendendo chiaramente visibili le rughe e i pochi capelli sul capo.
 
*''Giuditta'': statua risalente alla seconda metà degli anni '30, in marmo bianco, rappresenta [[Giuditta]], donna ebrea sinonimo di forza, virtù e coraggio che tiene in mano la testa di [[Oloferne]], generale assiro il cui volto è scavato nell'attimo del dolore.
 
*''Sonno'': opera risalente al 1989, in marmo statuario di Carrara, rappresenta una donna durante il riposo. La figura è sdraiata in posizione quasi fetale ed è caratterizzata da forme abbondanti, tipiche dello donne di Vatteroni.
[[File:DSC03745.JPG|240px|left|thumb|''Sonno'' di Felice Vatteroni]]
 
*''Il pescatore'': raffigurante uno dei personaggi chiave della [[Religione cristiana|religione cristiana]], quest'opera oggi fa parte di una collezione privata e rappresenta l'umile figura del pescatore nell'atto di lanciare le reti in mare, con lo sguardo teso all'orizzonte.
 
*''Maternità'': opera risalente agli anni '40, oggi conservata a Firenze e parte di una collezione privata, raffigura una donna inginocchiata, sofferente, che si scopre il petto, tenendo fra le braccia il proprio bambino in fasce.
 
*''Il marinaio'': opera in terracotta, oggi conservata presso la Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti a Firenze, rappresenta il volto di un marinaio, in cui vengono sottolineati i lineamenti e le espressioni, specchio delle fatiche del lavoro.
 
*''Giovinetta'': opera in [[Cemento|cemento]] risalente alla seconda metà degli anni Settanta, raffigura una fanciulla in posizione eretta e con il volto rivolto verso l'alto.
 
*''Torso di donna'': opera risalente alla metà degli anni '60, in [[Pietra arenaria|pietra arenaria]], rappresenta il torso di una donna che tiene le braccia conserte e della quale vengono sottolineati seno e fianchi.
 
=== Scultura monumentale ===
[[File:DSC03726.JPG|240px|right|thumb|Monumento al ''Buscaiol'' di ''Felice Vatteroni'']]
*''Buscaiol'': una delle opere più celebri e famose dell'artista, posto lungo il viale a mare nei pressi dell'ingresso del porto di Marina di Carrara, raffigura un uomo che trasporta una pesante lastra di marmo sulla schiena, con le sue sole ed uniche forze. Quest'opera è stata commissionata all'artista dai portuali nel [[1980]] per celebrare cinquant'anni di attività e per sottolineare la fatica e il valore dell'umile figura umana, portatrice delle memorie del lavoro locale. L'uomo è posto su un una base parallelepipeda in cui sono messe in rilievo alcune immagini di lavoro: {{quote|(...)uomini intenti a tendere una fune di sollevamento, ad ancorare un blocco di marmo ai cavi e a caricare lastre sopra un carro.|Giumelli, 1998.}}
 
*''Bozzetto del monumento a [[Giuseppe Mazzini]]'': risalente agli anni '80, opera in [[Gesso|gesso]], rappresenta Mazzini, protagonista del [[Risorgimento]], che ha fra le mani lo statuto della Giovane Italia. La figura appare gracile e appoggia la mano sinistra su un globo.
 
*''Monumento Eugenio Chiesa'':
 
=== Disegni ===
{{quote|Disegnava, disegnava, senza fatica, anche negli ultimi anni quando andava alla Scuola del nudo dell'Accademia per ritrarre dal vero; e lo faceva sempre con gioia.|Giumelli, 1998.}}
 
{{quote|Disegni condotti con segno forte, mobile, articolato sulle forme, disegni che non concedono nulla al pittorico, ma che si animano e si giustificano soltanto in una ricerca di forme in uno studio di masse.|Galleria Idea di Luigi Bellini, 1973.}}
 
Felice Vatteroni non deve essere ricordato solo come scultore dal momento che ha prodotto una serie di disegni che sono spesso considerati marginali rispetto alla produzione scultorea. <br />
I disegni accompagnano tutta la sua vita fino agli ultimi giorni e sono il mezzo attraverso cui riesce a dar forma a modelli mentali ed astratti che poi realizza concretamente attraverso il lavoro di scultore. I segni tracciati vanno da semplici e rapidi schizzi, a veri e propri disegni colorati con tinte vivaci e luminose. Alcuni sono realizzati su fogli di quaderno in cui sono annotati anche pensieri ed idee, altri invece su carta da disegno. <br />
Vatteroni non lascia intravedere nulla di più di un'opera che poi sarà realizzata nella materia. Fin dai fogli risalenti ai suoi primi anni di scuola si scorge il suo talento innato che esprime utilizzando [[carboncino]], [[Sanguigna|sanguigna]] ed [[Inchiostro|inchiostro]] di seppia. Particolare attenzione è dedicata all'anatomia del corpo umano femminile e dagli anni '60 al nudo maschile, attenzione che si realizza in una serie di abbozzi ricchi di sfumature. <br />
È un lavoro completo, privo di interruzioni, con segni minuti e definiti sempre con l'unica regola di riferirsi al reale.
 
=== Dipinti ===
Dagli anni '80 Felice Vatteroni dà forma ad una serie di dipinti a [[Olio su tela|olio su tela]] e su legno in cui ritrae ripetutamente le donne negli atti più svariati della loro vita quotidiana: mentre fanno il bagno, prendono medicine, si guardano allo specchio, riposano e si vestono.
 
== La figura della donna ==
{{quote|Le donne restano tutte avvolte su di sé, ma in morbide torsioni; in poche linee geometriche fanno nascere il loro corpo dalla pelle lucida, lavorata con estrema cura.|Mostra personale di Felice Vatteroni, 1992.}}
[[File:DSC03751.JPG|240px|right|thumb|Esempio tipico di ''Donna'' di ''Vatteroni'']]
La donna è tema ricorrente nella maggior parte delle produzioni dell'artista, sia che si tratti di disegni, di dipinti che di sculture. Le donne sono sempre rappresentate in atti relativi alla vita quotidiana e sono colte in momenti di gioia così come in momenti di dolore. Non sono mai rappresentate figure esili, dal momento che per l'artista la donna è simbolo di fertilità, di vita, di forza generatrice. In questa concezione si possono trarre innumerevoli legami con la tradizione delle statuette di terracotta create nell'antichità dai popoli primitivi e sono chiari i legami con il [[Classicismo|classicismo]] delle veneri e delle divinità antiche greche e latine, sempre raffigurate in modo da esaltarne il corpo e le forme.
 
== Rimedi ==
È possibile prevenire l'attacco dell'insetto, in primo luogo, attraverso una buona cura delle piante; qualora le larve abbiano già attaccato la pianta o il legno, invece, si può agire inserendo fil di ferro, fuscelli antitarlo o gas insetticidi nelle gallerie.
== Bibliografia ==
*Servadei, Antonio; Zangheri, Sergio; Masutti, Luigi. 1972. ''Entomologia generale ed applicata''. Padova, CEDAM.
*Galleria Idea di Luigi Bellini. 1973. ''Felice Vatteroni''. Firenze, Il Cenacolo Arti Grafiche.
*Cockrum, E. Lendell; McCauley, William J. 1970. ''Zoologia''. Padua, Piccin Editore.
 
*Giumelli, Claudio. 1998. ''Felice Vatteroni, scultore''. Firenze, Edizioni Polistampa Firenze.
 
*Giumelli, Claudio (a cura di). 2008. ''L'occhio indiscreto di Felice Vatteroni''. Milano, Silvana Editoriale.
 
*Sicilia, S.. 1967. ''Felice Vatteroni, scultore''. In ''le venezie e l'italia'', anno VI, 6, p.88.
 
*Prefettura di Massa-Carrara. 1992. ''Mostra personale di Felice Vatteroni''. Massa-Carrara.
 
== Voci correlate ==
*[[Cossidae]]
* [[Museo del marmo di Carrara]]
*[[Zeuzera pyrina]]
* [[Carlo Fontana (scultore)|Carlo Fontana ]]
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.agraria.org/entomologia-agraria/cossus-cossus.htm/ Entomologia agraria]
*[http://www.vatteroni.it/ Sito ufficiale di Felice Vatteroni]
*[http://www.eurogreen.net/Cossus+cossus.htm/ Cossus cossus]
*[http://urano.isti.cnr.it:8880/museo/home.php Sito ufficiale del Museo del Marmo di Carrara in cui un'intera sala è dedicata all'artista]
 
{{Portale|artropodi}}