Notte di Taranto: differenze tra le versioni

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{{F|battaglie|arg2=marina|agosto 2022|Per un evento così noto e studiato, la bibliografia è veramente scarsa e tutta italiana; apparato di note anemico, delle quali la 3 non funziona neppure. Affidabilità uguale a 0.}}
{{Conflitto
|nome del {{conflitto=Notte di Taranto
|Tipo = Battaglia
|parte_di=della [[seconda guerra mondiale]]
|Nome del conflitto = Notte di Taranto<br/>''Operation Judgement''
|immagine=[[Immagine:Operazione_Judgement_Taranto.jpg|300px|Schema di attacco degli aerosiluranti]]
|Parte_di = della [[battaglia del Mediterraneo]] della [[seconda guerra mondiale]]
|didascalia=Schema di attacco degli aerosiluranti
|Immagine = Taranto 1940 (2).JPG
|guerra=[[seconda guerra mondiale]]
|Didascalia = Foto aerea successiva all'attacco aereo: incrociatori italiani si preparano alla partenza
|data=[[11 novembre|11]]-[[12 novembre]] [[1940]]
|Data = 11-12 novembre [[1940]]
|luogo=[[Taranto]]
|Luogo = [[Taranto]]
|esito=vittoria inglese
|Esito = Decisiva vittoria britannica
|schieramento1=[[immagine:Flag of the United Kingdom.svg|25px ]] [[Regno Unito]]
|Schieramento1 = {{bandiera|GBR}} [[Regno Unito]]
|schieramento2=[[immagine:Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg|25px]] [[Italia]]
|Schieramento2 = {{ITA 1861-1946}}
|comandante1=[[Lumley Lyster]]
|Comandante1 = {{Insegna navale|GBR|dim=20}} [[Lumley Lyster]]<br />{{Insegna navale|GBR|dim=20}} [[Andrew Cunningham]]
|comandante2=[[Inigo Campioni]]
|Comandante2 = {{Insegna navale|ITA (1861-1946)|dim=20}} [[Inigo Campioni]]
|effettivi1=21 [[aerosilurante|aerosiluranti]]
|Effettivi1 = 1 [[Portaerei]]<br />2 [[Incrociatore|Incrociatori Pesanti]]<br />2 [[Incrociatore|Incrociatori leggeri]]<br />4 [[cacciatorpediniere]]<br />[[aerosilurante|aerosiluranti]]
|effettivi2=6 [[nave da battaglia|navi da battaglia]]<br />8 [[incrociatore|incrociatori]]<br />naviglio minore
|Effettivi2 = 6 [[nave da battaglia|navi da battaglia]]<br />7 [[incrociatore|incrociatori pesanti]]<br />2 [[incrociatore|incrociatori leggeri]]<br />8 [[Cacciatorpediniere]]
|perdite1=2 aerosiluranti distrutti<br />2 morti <br />2 prigionieri
|Perdite1 = 2 aerosiluranti distrutti<br />2 morti<br />2 prigionieri
|perdite2=[[Conte di Cavour (nave da battaglia)|''Cavour'']] affondata<ref>in realtà recuperata ma mai più rientrata in servizio</ref><br />2 navi da battaglia danneggiate<br />1 incrociatore danneggiato<br />58 morti<br />581 feriti
|Perdite2 = 3 navi da battaglia danneggiate, di cui 1 gravemente<br />1 incrociatore danneggiato<br/>2 cacciatorpediniere danneggiati<br/>2 idrovolanti distrutti<br/>59 morti<br />600 feriti
}}
{{Campagnabox Mediterraneo 1940-1942}}
{{quote|Taranto, e la notte dell'11-12 novembre 1940, dovrebbero essere ricordate per sempre, per aver dimostrato una volta per tutte come la Marina abbia nella flotta aerea la sua arma più devastante.|Ammiraglio [[Andrew Cunningham]]|Taranto, and the night of November 11th - 12th, 1940, should be remembered for ever as having shown once and for all that in the Fleet Air Arm the Navy has its most devastating weapon.|lingua=en}}
Con '''notte di Taranto''' ci si riferisce ad un attacco aereo della [[seconda guerra mondiale]] avvenuto nella notte tra l'[[11 novembre|11]] ed il [[12 novembre]] [[1940]].
 
Con '''Notte di Taranto''' nella [[storiografia]] italiana si fa riferimento all'[[attacco aereo]] avvenuto nella notte tra l'11 ed il 12 novembre [[1940]] contro la flotta navale della [[Regia Marina]] dislocata nel [[porto di Taranto]], da parte di aerosiluranti imbarcati della [[Royal Navy]] [[Gran Bretagna|britannica]]. L'operazione (con nome in codice ''Operation Judgement'') si risolse con una netta vittoria da parte della flotta britannica, che al costo di due aerosiluranti, sferrò un importante colpo materiale e morale alla flotta italiana e alla reputazione del [[Storia del fascismo italiano|regime fascista]].
In quella data, nota anche come la [[Battaglia di Pearl Harbor|Pearl Harbor]] [[italia]]na<ref>Il Giappone si ispirò a questa battaglia per organizzare l'attacco alla base di Pearl Harbor.</ref>, la flotta navale della [[Regia Marina]] italiana, dislocata nel porto di [[Taranto]], riportò gravi danni in seguito ad un massiccio bombardamento ad opera della flotta aerea della [[Royal Navy]] [[Gran Bretagna|britannica]].
 
== Premessa ==
La base navale di Taranto, così come tutte le basi navali italiane, era bene attrezzata per la riparazione delle unità danneggiate, grazie soprattutto alla disponibilità di grandi [[bacino di carenaggio|bacini di carenaggio]], e alla presenza nel suo [[arsenale]] di tutti i pezzi di ricambio per i macchinari e le armi. Tuttavia si riscontravano gravi carenze per tutto ciò che riguardava la [[Arma contraerea|protezione contraerea]] e la [[protezione antisiluri]] delle navi in porto: le [[Batteria (militare)|batterie]] contraeree erano del tutto insufficienti sia come numero sia come calibro, e a ciò si aggiungeva la scarsa protezione notturna determinata dall'assenza del radar, per cui la rilevazione di eventuali aerei ostili in avvicinamento era affidata a vecchi proiettori di scarsa portata, guidati da [[aerofono|aerofoni]] risalenti alla [[prima guerra mondiale]].
 
Per quanto riguarda la protezione antisiluro, questa era affidata alle [[Rete anti-siluro|reti anti-siluro]], anch'esse poco numerose a causa della scarsità di materie prime che affliggeva l'industria italiana: si producevano infatti 3&nbsp;600 [[metro|metri]] di rete al mese, da distribuire a tutte le basi italiane, e dei 12&nbsp;800 metri commissionati per la protezione delle navi ormeggiate nel [[Golfo di Taranto|Mar Grande]] solo poco più della metà era giunta a destinazione e molti non erano ancora stati distesi.
La base navale di Taranto, così come tutte le basi navali italiane, era bene attrezzata per la riparazione delle unità danneggiate, grazie soprattutto alla disponibilità di grandi bacini di carenaggio, ed alla presenza nel suo [[arsenale]] di tutti i pezzi di ricambio per i macchinari e le armi.
 
== Scenario ==
Tuttavia si riscontravano gravi carenze per tutto ciò che riguardava la protezione contraerea e la protezione antisiluramento delle navi in [[porto (struttura)|porto]]: le batterie contraeree erano del tutto insufficienti sia come numero che come calibro, e a questo si aggiungeva la scarsa protezione notturna determinata dall'assenza del [[radar]], per cui la rilevazione di eventuali [[aeroplano|aerei]] ostili in avvicinamento era affidata a vecchi proiettori di scarsa portata, guidati da [[aerofono|aerofoni]] risalenti alla [[prima guerra mondiale]].
Nell'agosto del [[1940]] erano entrate in servizio due nuove importanti unità della Regia Marina: le [[nave da battaglia|navi da battaglia]] ''[[Vittorio Veneto (nave da battaglia)|Vittorio Veneto]]'' e ''[[Littorio (nave da battaglia)|Littorio]].'' Con un [[dislocamento]] di 41&nbsp;300 [[tonnellata|t]] e un armamento principale di nove [[cannone|cannoni]] da [[OTO/Ansaldo 381/50|381/50]]&nbsp;mm, erano fra le più potenti navi da guerra dell'epoca.
 
Due mesi più tardi le truppe italiane [[Campagna italiana di Grecia|attaccarono la Grecia]] partendo dall'[[Albania]], occupata l'anno precedente, costringendo la Gran Bretagna ad intervenire al fianco della [[Grecia]], sia per evitare che gli italiani finissero per controllare il [[mar Egeo]], mettendo così in pericolo la sicurezza di [[Alessandria d'Egitto]], sia per scoraggiare la [[Turchia]] dall'entrare nel conflitto come alleata dell'[[Potenze dell'Asse|Asse]]. Questo comportò un aumento notevole del numero di convogli marittimi britannici in partenza dall'[[Egitto]], già impegnati per rifornire l'isola di [[Malta]], roccaforte britannica nel [[Canale di Sicilia]], vicino alla quale transitavano i convogli marittimi italiani diretti in [[Libia]]. La posizione di Taranto, che insieme ai porti di [[Tripoli]] e [[Tobruch]], consentiva alla [[Regia Marina]] di controllare il Mediterraneo centrale, destava la preoccupazione dell'ammiragliato britannico, in quanto le navi italiane, che vi facevano base, avrebbero potuto facilmente raggiungere e distruggere i convogli marittimi britannici in navigazione.
Per quanto riguarda la protezione antisiluro, questa era affidata alle reti anti[[siluro]], anch'esse poco numerose a causa della scarsità di materie prime che affliggeva l'industria italiana: si producevano infatti 3&nbsp;600 [[metro|metri]] di rete al mese, da distribuire a tutte le basi italiane, e dei 12&nbsp;800 metri commissionati per la protezione delle navi ormeggiate nel [[Golfo di Taranto|Mar Grande]] solo poco più della metà era giunta a destinazione, e molti non erano ancora stati distesi.
 
== ScenarioL'operazione Judgement ==
[[File:Base Navale Taranto proiettore.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.5|Proiettore della Marina]]
Nell'[[agosto]] del [[1940]], entrarono in servizio due nuove unità da battaglia della Regia Marina: le imponenti [[nave da battaglia|navi da battaglia]] ''[[Vittorio Veneto (nave da battaglia)|Vittorio Veneto]]'' e ''[[Littorio (nave da battaglia)|Littorio]]''.
La [[Royal Navy]], nella persona del Comandante in Capo della [[Mediterranean Fleet]], ammiraglio [[Andrew Cunningham]], decise allora di allestire un'operazione per attaccare le unità navali italiane dislocate nella base di Taranto, perfezionando un piano di attacco notturno con [[Aerosilurante|aerosiluranti]] studiato già nel [[1935]] dall'ammiraglio [[Lumley Lyster]], all'epoca della [[guerra d'Etiopia]]. Il piano era molto rischioso e contava prevalentemente sul fattore sorpresa, in quanto le [[portaerei]] da cui sarebbero decollati gli aerei per compiere la missione dovevano portarsi almeno a 130 [[miglio (unità di misura)|miglia]] dalla costa italiana, con il rischio di essere scoperte dal nemico. Inoltre si doveva illuminare la [[Rada (nautica)|rada]] ricorrendo al lancio di bengala, mentre gli aerosiluranti avrebbero dovuto volare a pelo d'[[acqua]], per eludere le batterie contraeree e per evitare che i siluri affondassero nel fango del fondale basso. Pur con tutte queste precauzioni, se le navi italiane avessero steso le [[cortina fumogena|cortine fumogene]] l'azione sarebbe certamente fallita.
[[File:Nave Littorio equipaggio.jpg|miniatura|Nave ''Littorio'' con l'equipaggio schierato]]
[[File:Swordfish (7582559196).jpg|miniatura|verticale|Aerosilurante Fairey Swordfish in volo]]
[[File:Operazione Judgement Taranto.jpg|miniatura|verticale|Schema di attacco degli aerosiluranti]]
[[File:Nave Conte di Cavour Taranto.jpg|miniatura|verticale|Nave ''Conte di Cavour'' parzialmente affondata]]
Il pomeriggio del 6 novembre 1940, l'operazione ebbe inizio: le navi da battaglia ''[[HMS Malaya (1915)|Malaya]]'', ''[[HMS Ramillies (07)|Ramillies]]'', ''[[HMS Valiant (1914)|Valiant]]'' e ''[[HMS Warspite (1913)|Warspite]]'', la [[portaerei]] ''[[HMS Illustrious (R87)|Illustrious]]'', gli [[incrociatore|incrociatori]] ''[[HMS Gloucester (C62)|Gloucester]]'' e ''[[HMS York (90)|York]]'' e 13 [[cacciatorpediniere]] salparono da Alessandria d'Egitto diretti verso Malta, nei cui pressi stazionava la portaerei ''[[HMS Eagle (1918)|Eagle]]''. L'8 novembre, allarmato da queste manovre nel [[Mar Mediterraneo]], il Comando supremo della Marina italiana inviò unità cacciatorpediniere, [[torpediniere]] e [[sommergibile|sommergibili]] di pattuglia nel [[canale di Sicilia]], mentre nella base di Taranto fu fatto concentrare il grosso della forza navale italiana.
Le navi britanniche raggiunsero Malta nella giornata del 10 novembre, ed il giorno seguente la portaerei ''Illustrious'' cominciò a dirigersi verso il punto prefissato per il lancio degli aerei verso Taranto. La portaerei ''Eagle'' non poté invece salpare a causa di un'avaria al motore: questo inconveniente dimezzò praticamente il numero di aerei disponibili, ma non costrinse a rinviare l'incursione.
 
Le ricognizioni degli aerei britannici su Taranto si protrassero fino alla sera dell'11 novembre, quando la Royal Navy apprese che nelle due rade del porto di Taranto si erano riunite le navi da battaglia ''[[Andrea Doria (nave da battaglia 1913)|Andrea Doria]]'', ''[[Duilio (nave da battaglia 1913)|Duilio]]'', ''[[Conte di Cavour (nave da battaglia)|Conte di Cavour]]'', ''[[Giulio Cesare (nave da battaglia)|Giulio Cesare]]'', ''[[Littorio (nave da battaglia)|Littorio]]'' e ''[[Vittorio Veneto (nave da battaglia)|Vittorio Veneto]]'', gli [[incrociatore pesante|incrociatori pesanti]] ''[[Bolzano (incrociatore)|Bolzano]]'', ''[[Fiume (incrociatore)|Fiume]]'', ''[[Gorizia (incrociatore)|Gorizia]]'', ''[[Pola (incrociatore)|Pola]]'', ''[[Trento (incrociatore)|Trento]]'', ''[[Trieste (incrociatore)|Trieste]]'' e ''[[Zara (incrociatore)|Zara]]'', i due [[incrociatore leggero|incrociatori leggeri]] ''[[Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi (incrociatore)|Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi]]'' e ''[[Giuseppe Garibaldi (incrociatore 1936)|Giuseppe Garibaldi]]'' e vari [[cacciatorpediniere]]. Per citare un'espressione dell'ammiraglio Andrew Cunningham: «''Tutti i [[fagiano|fagiani]] erano nel [[nido]]''».
Queste erano lunghe 238 metri, potevano sviluppare una velocità massima di 30 [[nodo (unità di misura)|nodi]] ed avevano un dislocamento di 41&nbsp;300 [[tonnellata|t]] standard. Il peso complessivo della sola corazzatura era di 13&nbsp;600 t. L'armamento era costituito da nove [[cannone|cannoni]] da 381/50 mm collocati in tre torri trinate, da 12 cannoni da 152/55 mm e da 12 cannoni da 90/50 mm. Vi erano inoltre 4 cannoni da 120/40 mm per il tiro illuminante, 20 mitragliere antiaeree da 37/54 mm e 30 da 20/65 mm.
 
A difesa del porto erano previsti 87 [[pallone di sbarramento|palloni di sbarramento]], ma le cattive condizioni climatiche dei giorni precedenti ne avevano strappati 60 e non si erano ancora potuti rimpiazzare a causa della mancanza di [[idrogeno]]. Le unità navali erano protette da reti parasiluri, ma degli {{M|8600}} metri necessari per una difesa efficace, erano stati posati appena 4&nbsp;200 metri. Queste reti erano comunque distese per soli 10 metri sotto il livello del mare, lasciando quindi uno spazio non protetto tra la rete stessa ed il fondale, mentre l'ammiraglio di squadra [[Inigo Campioni]] aveva chiesto che le reti parasiluri fossero sistemate ad una distanza dalle sue navi tale da poter salpare rapidamente, senza prima dover rimuovere le protezioni.
Due mesi più tardi le truppe italiane invasero l'[[Epiro]], nell'ambito della [[Guerra Greco-Italiana]], costringendo la Gran Bretagna ad impegnarsi militarmente al fianco della [[Grecia]], sia per evitare che gli italiani finissero per controllare il [[mar Egeo]], mettendo così in pericolo la sicurezza di [[Alessandria d'Egitto]], sia per scoraggiare la [[Turchia]] dall'entrare nel conflitto come alleata dell'[[Potenze dell'Asse|Asse]].
 
L'attacco alla base di Taranto era stato programmato per il 21 ottobre, in onore dell'anniversario della [[battaglia di Trafalgar]], ma problemi tecnici a bordo dell{{'}}''Illustrious'' posticiparono l'attacco all'11 novembre. Alle ore 20:30 dalla portaerei ''Illustrious'' cominciarono le operazioni di decollo della prima ondata di aerei diretti verso Taranto.
Questo comportò un aumento notevole del numero di convogli marittimi britannici in partenza dall'[[Egitto]], per consentire un sempre crescente rifornimento di materiale bellico ai porti greci e all'isola di [[Malta]], roccaforte britannica strategica tra la [[Sicilia]] e la [[Tunisia]], vicino alla quale transitavano i convogli marittimi italiani diretti in [[Libia]].
[[File:Nave Littorio Taranto.jpg|miniatura|verticale|Nave ''Littorio'' seriamente danneggiata]]
La vicinanza di Taranto a queste manovre preoccupò notevolmente l'ammiragliato britannico, in quanto le navi italiane che vi facevano base avrebbero potuto facilmente raggiungere e distruggere i convogli marittimi britannici in navigazione.
[[File:Caio Duilio riparazione.jpg|miniatura|verticale|Nave ''Duilio'' seriamente danneggiata]]
Giunti sull'obiettivo pochi minuti prima delle ore 23:00, furono accolti da un intenso fuoco di sbarramento. Due aerei cominciarono a lanciare i bengala sulla sponda orientale del [[Mar Grande]] per illuminare i profili dei bersagli, mentre 6 aerosiluranti ''[[Fairey Swordfish]]'' iniziarono a scendere a quota di siluramento. Un primo velivolo, che venne poi abbattuto, sganciò un siluro contro il ''Conte di Cavour'', squarciandone la fiancata sinistra, altri due mirarono contro l{{'}}''Andrea Doria'', senza però colpirlo.
 
Contemporaneamente quattro aerosiluranti, armati con bombe, danneggiarono i cacciatorpediniere ''[[Libeccio (cacciatorpediniere)|Libeccio]]'' e ''[[Emanuele Pessagno (cacciatorpediniere)|Pessagno]]'', bombardarono i depositi di carburante e distrussero due [[idrovolante|idrovolanti]].
==L'operazione Judgement==
Alle 23:15 due aerosiluranti attaccarono contemporaneamente il ''Littorio'', colpendolo sia a dritta che a sinistra, mentre l'ultimo ''Swordfish'' sganciò inutilmente un siluro contro il ''Vittorio Veneto''.
La [[Royal Navy]], nella persona del Comandante in Capo della ''Mediterranean Fleet'', ammiraglio
[[Andrew Cunningham]], decise allora di allestire un'operazione per affondare o danneggiare le unità navali italiane dislocate nella base di Taranto, perfezionando un piano di attacco notturno con aerosiluranti studiato già nel [[1935]] dall'ammiraglio [[Lumley Lyster]], all'epoca della [[guerra d'Etiopia]]. Il piano era molto rischioso e contava molto sul fattore sorpresa, in quanto le [[portaerei]] da cui sarebbero decollati gli aerei per compiere la missione dovevano portarsi ad al più 130 [[miglio (unità di misura)|miglia]] dalla costa italiana, con il rischio di essere scoperte dal nemico. Inoltre si doveva illuminare la rada ricorrendo al supporto di aerei bengalieri, mentre gli aerosiluranti avrebbero dovuto volare a pelo d'[[acqua]], per eludere le batterie contraeree e per evitare che i siluri affondassero nel fango del fondale basso. Pur con tutte queste precauzioni, se le navi italiane avessero steso le cortine fumogene l'azione sarebbe certamente fallita.
[[Immagine:Nave_Littorio_equipaggio.jpg|thumb|left|175px|Nave ''Littorio'' con l'equipaggio schierato]]
 
Alle 23:20 gli aerei della prima ondata si ritirarono, ma alle 23:30 arrivarono gli aerei della seconda ondata. Nonostante il fuoco di sbarramento, un primo ''Swordfish'' sganciò un siluro contro il ''Duilio'' colpendolo a dritta, mentre due aerosiluranti colpirono il ''Littorio''. Un altro aereo mirò al ''Vittorio Veneto'' che anche questa volta fu risparmiato, mentre un secondo ''Swordfish'' venne abbattuto nel tentativo di attaccare il ''Gorizia''.
Il pomeriggio del [[6 novembre]] 1940 l'operazione ebbe inizio: le navi da battaglia ''[[HMS Malaya (1915)|Malaya]]'', ''[[HMS Ramillies (07)|Ramillies]]'', ''[[HMS Valiant (1914)|Valiant]]'' e ''[[HMS Warspite (1913)|Warspite]]'', la [[portaerei]] ''[[HMS Illustrious (R87)|Illustrious]]'', gli [[incrociatore|incrociatori]] ''[[HMS Gloucester (C62)|Gloucester]]'' e ''[[HMS York (90)|York]]'' e 13 [[cacciatorpediniere]] salparono da Alessandria d'Egitto diretti verso Malta, nei cui pressi stazionava la portaerei ''[[HMS Eagle (1918)|Eagle]]''.
[[Immagine:Fairey Swordfish.jpg|thumb|right|175px|Aerosilurante Fairey Swordfish in volo]]
[[Immagine:Nave_Conte di Cavour_Taranto.jpg|thumb|right|175px|Nave ''Conte di Cavour'' parzialmente affondata]]
L'[[8 novembre]], allarmato da queste manovre nel [[Mar Mediterraneo]], il Comando supremo della Marina italiana inviò unità cacciatorpediniere, [[torpediniere]] e [[sommergibile|sommergibili]] di pattuglia nel [[canale di Sicilia]], mentre nella base di Taranto fu fatto concentrare il grosso della forza navale italiana.
 
Infine un ultimo attacco danneggiò seriamente l'incrociatore ''Trento''. Gli ultimi aerei si ritirarono alle ore 0:30 del 12 novembre: l'attacco contro Taranto era terminato. In 90 minuti gli aerosiluranti della Royal Navy avevano prodotto danni ingenti, in quanto metà delle navi da battaglia italiana erano state messe fuori combattimento. Vi furono 58 morti, 32 dei quali sul Littorio, e 581 feriti, sei navi da guerra danneggiate (3 corazzate, il Cavour in maniera tanto grave che non riprese più servizio, 1 incrociatore e 2 cacciatorpediniere), e diversi danni alle installazioni terrestri. Laconico, per ovvie ragioni di natura militare, il bollettino di guerra del Comando Supremo nº 158 del 12 novembre 1940:
Le navi britanniche raggiunsero Malta nella giornata del [[10 novembre]], ed il giorno seguente la portaerei ''Illustrious'' cominciò a dirigersi verso il punto prefissato per il lancio degli aerei verso Taranto. La portaerei ''Eagle'' non poté invece salpare a causa di un'avaria al motore: questo inconveniente dimezzò praticamente il numero di aerei disponibili, ma non costrinse a rinviare l'incursione.
 
{{Citazione|Nelle prime ore della notte sul 12, aerei nemici hanno attaccato la base navale di Taranto. La difesa contraerea della piazza e delle navi alla fonda ha reagito vigorosamente. Solo un'unità è stata in modo grave colpita. Nessuna Vittima|Bollettino di guerra del Comando Supremo nº 158 del 12 novembre 1940}}
Le ricognizioni degli aerei britannici su Taranto si protrassero fino alla sera dell'11 novembre, quando la Royal Navy apprese che nelle due rade del porto di Taranto si erano riunite le navi da battaglia ''[[Andrea Doria (nave da battaglia)|Andrea Doria]]'', ''[[Caio Duilio (nave da battaglia 1937)|Caio Duilio]]'', ''[[Conte di Cavour (nave da battaglia)|Conte di Cavour]]'', ''[[Giulio Cesare (nave da battaglia)|Giulio Cesare]]'', ''[[Littorio (nave da battaglia)|Littorio]]'' e ''[[Vittorio Veneto (nave da battaglia)|Vittorio Veneto]]'', gli [[incrociatore pesante|incrociatori pesanti]] ''[[Bolzano (incrociatore)|Bolzano]]'', ''[[Fiume (incrociatore)|Fiume]]'', ''[[Gorizia (incrociatore)|Gorizia]]'', ''[[Pola (incrociatore)|Pola]]'', ''[[Trento (incrociatore)|Trento]]'', ''[[Trieste (incrociatore)|Trieste]]'' e ''[[Zara (incrociatore)|Zara]]'', i due [[incrociatore leggero|incrociatori leggeri]] ''[[Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi (incrociatore)|Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi]]'' e ''[[Giuseppe Garibaldi (incrociatore 1936)|Giuseppe Garibaldi]]'' e vari [[cacciatorpediniere]]. Per citare un'espressione dell'ammiraglio Andrew Cunningham: «Tutti i [[fagiano|fagiani]] erano nel [[nido]]».
 
L'esito dell'incursione dimostrò quanto fosse sbagliata la convinzione secondo cui gli aerosiluranti non avrebbero potuto colpire le navi all'interno delle basi, a causa dei bassi fondali, e segnò un punto di svolta nelle strategie della guerra sul mare affidando all'[[aviazione]] imbarcata, e quindi alle portaerei, un ruolo fondamentale nelle future battaglie. A Taranto si recò anche l'addetto militare presso l'ambasciata giapponese a Roma, con l'incarico di raccogliere maggiori informazioni sul raid.
A difesa del porto erano previsti 87 [[pallone di sbarramento|palloni di sbarramento]], ma le cattive condizioni climatiche dei giorni precedenti ne avevano strappati 60 e non si erano ancora potuti rimpiazzare a causa della mancanza di [[idrogeno]].
Le unità navali erano protette da reti parasiluri, ma degli 8.600 metri necessari per una difesa efficace, erano stati posati appena 4&nbsp;200 metri. Queste reti erano comunque distese per soli 10 metri sotto il livello del mare, lasciando quindi uno spazio non protetto tra la rete stessa ed il fondale. L'ammiraglio di squadra [[Inigo Campioni]] aveva inoltre richiesto che le reti parasiluri fossero sistemate ad una distanza dalle sue navi tale da poter salpare rapidamente, senza prima dover rimuovere le protezioni.
 
Chi sembrò non aver appieno compreso la portata dell'evento fu [[Benito Mussolini|Mussolini]]; infatti il 12 novembre [[Galeazzo Ciano|Ciano]] annotò nel suo diario: "Giornata nera. Gli inglesi hanno attaccato la flotta alla fonda, a Taranto, e hanno colato a picco la ''Cavour'' e gravemente danneggiato la ''Littorio'' e la ''Duilio''. Per molti mesi saranno fuori combattimento. Credevo di trovare il Duce abbattuto. Invece ha incassato bene il colpo e quasi sembra, in questi primi momenti, non averne valutata tutta la gravità".<ref name=":0">{{Cita libro|autore=AA VV|titolo=Wings|anno=2002|url=https://archive.org/details/onspiritwings0000patt|dataoriginale=1978|editore=Orbis Publishing Ltd|città=Londra|p=[https://archive.org/details/onspiritwings0000patt/page/107 107]|volume=8}}</ref>
L'attacco alla base di Taranto era stato programmato per il [[21 ottobre]], in onore dell'anniversario della [[battaglia di Trafalgar]], ma problemi tecnici a bordo dell<nowiki>'</nowiki>''Illustrious'' posticiparono l'attacco all'11 novembre.
[[Immagine:Base_Navale_Taranto_proiettore.jpg|thumb|left|115px|Proiettore della Marina]]
Alle ore 20:30 dalla portaerei ''Illustrious'' cominciarono le operazioni di decollo della prima ondata di aerei diretti verso Taranto.
[[Immagine:Nave_Littorio_Taranto.jpg|thumb|right|175px|Nave ''Littorio'' seriamente danneggiata]]
[[Immagine:Caio_Duilio_riparazione.jpg|thumb|right|175px|Nave ''Caio Duilio'' seriamente danneggiata]]
Giunti sull'obiettivo pochi minuti prima delle ore 23:00, furono accolti da un poderoso fuoco di sbarramento. Due bengalieri cominciarono a lanciare i bengala sulla sponda orientale del Mar Grande per illuminare i profili dei bersagli, mentre 6 aerosiluranti ''[[Fairey Swordfish]]'' iniziarono a scendere a quota di siluramento. Un primo velivolo, che venne poi abbattuto, sganciò un siluro contro la ''Conte di Cavour'', squarciandone la fiancata sinistra, altri due mirarono contro l'''Andrea Doria'', senza però colpirla.
 
Il ''[[Corriere della Sera]]'' annunciò in prima pagina: "Strage di apparecchi nemici durante un'incursione a Taranto". Ma poiché, evidentemente, la verità circolava, pochi giorni dopo, il 18 novembre, Mussolini affermò durante un discorso: "Effettivamente tre navi sono state colpite, ma nessuna di esse è stata affondata. È falso, dico falso, che due altre navi da guerra siano state affondate o colpite, o comunque anche leggermente danneggiate".<ref name=":0" />
Contemporaneamente quattro aerosiluranti, armati con bombe, danneggiarono i cacciatorpediniere ''[[Libeccio (cacciatorpediniere)|Libeccio]]'' e ''[[Emanuele Pessagno (cacciatorpediniere)|Pessagno]]'' e bombardarono i depositi di carburante e distrussero due idrovolanti.
Alle 23:15 due aerosiluranti attaccarono contemporaneamente la ''Littorio'', colpendola sia a dritta che a sinistra, mentre l'ultimo ''Swordfish'' sganciò inutilmente un siluro contro la ''Vittorio Veneto''.
 
== L'incursione nello stretto di Otranto e il bombardamento a Durazzo ==
Alle 23:20 gli aerei della prima ondata si ritirarono, ma alle 23:30 arrivarono gli aerei della seconda ondata. Nonostante il fuoco di sbarramento, un primo ''Swordfish'' sganciò un siluro contro la ''Caio Duilio'' colpendola a dritta, mentre due aerosiluranti colpirono la ''Littorio''. Un altro aereo mirò alla ''Vittorio Veneto'' che anche questa volta fu risparmiata, mentre un secondo ''Swordfish'' venne abbattuto nel tentativo di attaccare la ''Gorizia''.
{{vedi anche|Battaglia del Canale d'Otranto (1940)}}
Contemporaneamente all'attacco di Taranto, la sera dell'11 novembre, intorno alle ore 18:00, alcuni incrociatori e cacciatorpediniere inglesi si distaccarono dalla flotta principale per dirigersi verso il [[canale d'Otranto]], onde intercettare il traffico italiano verso l'[[Albania]].
 
La formazione britannica, costituita dagli [[incrociatore leggero|incrociatori leggeri]] ''[[HMS Orion (85)|Orion]]'', ''[[HMS Ajax (22)|Ajax]]'', ''[[HMAS Sydney (D48)|Sydney]]'' con la scorta dei cacciatorpediniere della [[Classe Tribal (cacciatorpediniere 1936)|classe Tribal]] ''Nubian'' e ''Mohawk'', intercettò un convoglio diretto a [[Valona]], costituito dai [[piroscafo|piroscafi]] ''Antonio Locatelli'', ''Premuda'', ''Capo Vado'' e ''Catalani'', scortati dalla vecchia [[torpediniera]] ''[[Nicola Fabrizi (cacciatorpediniere)|Fabrizi]]'' e dall'[[incrociatore ausiliario]] ''[[RAMB III]]''.
Infine un ultimo attacco danneggiò seriamente l'incrociatore ''Trento''. Gli ultimi aerei si ritirarono alle ore 0:30 del 12 novembre: l'attacco contro Taranto era terminato. In 90 minuti gli aerosiluranti della Royal Navy avevano prodotto danni ingenti, in quanto metà delle navi da battaglia italiana erano state messe fuori combattimento.
 
L'azione ebbe luogo alle ore 01:05 del 12 novembre, quando la formazione inglese, dopo aver localizzato il convoglio italiano, affondò tutti i piroscafi nonostante la difesa offerta della torpediniera ''Fabrizi'' che, pur gravemente danneggiata, affrontò le navi nemiche. Mentre l'incrociatore ausiliario ''RAMB III'', dopo un iniziale scambio d'artiglieria, si dileguò salvandosi nel [[porto di Brindisi]]. Nello scontro 36 marinai italiani persero la vita, 42 vennero feriti, mentre 140 marinai vennero salvati dalle torpediniere ''Curtatone'' e ''Solferino''. Il comandante della torpediniera ''Fabrizi'', [[tenente di vascello]] [[Giovanni Barbini]], fu decorato con la [[medaglia d'oro al valor militare]].<ref>{{Cita web|url=http://www.marina.difesa.it/storia/movm/parte06/movm6006.asp|titolo=Giovanni BARBINI|editore=Ministero della Difesa|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070621072644/http://www.marina.difesa.it/Storia/movm/parte06/movm6006.asp|accesso=11 maggio 2014|urlmorto=sì}}</ref>
Il bilancio fu di 58 morti, 32 dei quali sulla Littorio, e 581 feriti, sei navi da guerra danneggiate (3 corazzate -1 la Cavour in maniera tanto grave che non riprese più servizio- 1 incrociatore e 2 cacciatorpediniere), e diversi danni alle installazioni terrestri. Laconico, per ovvie ragioni di natura militare, il bollettino di guerra del Comando Supremo nº 158 del 12 novembre 1940:
 
Altro bombardamento britannico avvenne a [[Durazzo]], in Albania, dove vennero colpiti impianti e depositi dell'[[Agip]].<ref>[https://www.google.it/books/edition/I_diari_e_le_agende_di_Luca_Pietromarchi/3mwhEAAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&dq=agip+durazzo+12+novembre&pg=PA504&printsec=frontcover]</ref>
{{quote|Nelle prime ore della notte sul 12, aerei nemici hanno attaccato la base navale di Taranto. La difesa contraerea della piazza e delle navi alla fonda ha reagito vigorosamente. Solo un'unità è stata in modo grave colpita. Nessuna Vittima|Bollettino di guerra del Comando Supremo nº 158 del 12 novembre 1940}}
 
== Conseguenze ==
L'esito dell'incursione dimostrò soprattutto quanto fosse sbagliata la convinzione secondo cui gli aerosiluranti non avrebbero potuto colpire le navi all'interno delle basi, a causa dei bassi fondali, ma soprattutto segnò un punto di svolta nelle strategie della guerra sul mare, affidando all'[[aviazione]] e quindi alle portaerei un ruolo fondamentale nei futuri combattimenti.
{{Citazione|Taranto, e la notte dell'11-12 novembre 1940, dovrebbero essere ricordate per sempre, per aver dimostrato una volta per tutte come la Marina abbia nella flotta aerea la sua arma più devastante.|Ammiraglio [[Andrew Cunningham]]|Taranto, and the night of November 11th - 12th, 1940, should be remembered for ever as having shown once and for all that in the Fleet Air Arm the Navy has its most devastating weapon.|lingua=en}}
 
Dopo l'attacco la flotta di base a Taranto venne spostata nel [[porto di Napoli]]. La messa fuori combattimento di tre delle sei corazzate in servizio fu un colpo durissimo per la [[Regia Marina]] e rappresentò un momento decisivo della guerra nel Mediterraneo poiché, stando a quanto riportava una relazione di [[Supermarina]] del 30 dicembre 1940, dopo Taranto "è venuto meno uno dei postulati strategici fondamentali su cui poteva fondarsi la nostra condotta delle operazioni: affrontare cioè con una superiorità di forza l'una o l'altra delle due frazioni della Mediterranean fleet".<ref>{{Cita libro|autore=Fabio De Ninno|titolo=Fascisti sul mare. La Marina e gli ammiragli di Mussolini|dataoriginale=2017|editore=Laterza|città=Roma-Bari|p=236}}</ref> Gli scacchi subiti a Taranto, nel canale di Otranto, a Durazzo, e l'intensificazione dei bombardamenti britannici sulle forze italiane nei Balcani compromisero ulteriormente la [[teatro del Mediterraneo della seconda guerra mondiale|battaglia del Mediterraneo]] e la [[campagna di Grecia]], dove gli italiani iniziarono a ritirarsi verso l'Albania. Questo il commento annotato da [[Galeazzo Ciano]] nel suo diario il 12 novembre:
== L'incursione nello stretto di Otranto ==
{{vedi anche|Battaglia del Canale d'Otranto (1940)}}
Contemporaneamente all'attacco di Taranto, la sera dell'11 novembre, intorno alle ore 18.00, alcuni incrociatori e cacciatorpediniere inglesi si distaccarono dalla flotta principale per dirigersi a sua volta verso il [[Canale d'Otranto]], onde intercettare il traffico italiano verso l’[[Albania]].
 
{{Citazione|Giornata nera. Gli inglesi hanno attaccato la flotta alla fonda, a Taranto, ed hanno colato a picco la Cavour e gravemente danneggiato la Littorio e la Duilio. Per molti mesi saranno fuori combattimento.
La formazione britannica, costituita dagli [[incrociatore leggero|incrociatori leggeri]] [[HMS Orion (85)|''Orion'']], [[HMS Ajax (22)|''Ajax'']], [[HMAS Sydney (D48)|''Sydney'']] con la scorta dei cacciatorpediniere della [[Classe Tribal (cacciatorpediniere 1936)|Classe Tribal]] ''Nubian'' e ''Mohawk'', intercettò un convoglio diretto a [[Valona]], costituito dai [[piroscafo|piroscafi]] ''Antonio Locatelli'', ''Premuda'', ''Capo Vado'' e ''Catalani'', scortati dalla vecchia [[torpediniera]] ''Fabrizi'' e dall’[[incrociatore ausiliario]] ''[[RAMB III]]''.
Credevo trovare il Duce abbattuto. Invece ha incassato bene il colpo e quasi sembra, in questi primi momenti, non averne valutata tutta la gravità. Quando Badoglio venne l'ultima volta a vedermi a P. Chigi, disse che, attaccando la Grecia, avremmo subito dovuto spostare la flotta, non più sicura. E perché non si è fatto ciò, dopo
quindici giorni dall'inizio delle operazioni ed in fase di
plenilunio? Anche a Durazzo, il bombardamento inglese ha fatto
danni gravi: l'Agip brucia. Fortunatamente il porto è intatto. È indispensabile preservarlo dalle offese perché
è l'unica via d'accesso all'Albania... ma la difesa antiaerea è scarsa e gli attacchi inglesi saranno certamente intensificati.}}
 
E questo, del giorno successivo ma simile nel tono, del diplomatico [[Luca Pietromarchi]]:
L’azione ebbe luogo alle ore 01.05 del [[12 novembre]], quando la formazione inglese, dopo aver localizzato il convoglio italiano, affondò tutti i piroscafi nonostante l’eroica difesa offerta della torpediniera ''Fabrizi'', gravemente danneggiata, mentre l'incrociatore ''RAMB III'', dopo un iniziale scambio d’artiglieria, si dileguò salvandosi nel porto di [[Brindisi]]. Nello scontro 36 marinai italiani persero la vita, 42 vennero feriti, mentre 140 marinai vennero salvati dalle torpediniere ''Curtatone'' e ''Solferino''. Il comandante della torpediniera ''Fabrizi'', [[Tenente di Vascello]] [[Giovanni Barbini]] venne decorato con la [[Medaglia d'oro al valor militare]].<ref>[http://www.marina.difesa.it/storia/movm/parte06/movm6006.asp La motivazione della Medaglia d'oro al valor Militare al Tenente di Vascello Franco Barbini]</ref>
 
{{Citazione|Giornata buia. Idrosiluranti inglesi nella notte tra l'11 e il 12 hanno affondato nel porto di Taranto la Littorio, colpito la Cavour; in tutto tre grosse navi e qualche altra minore... gli impianti dell'Agip a Durazzo bombardati: bruciano. Notizie di ritirata in Grecia.}}
==Effetti==
 
== Ordine di Battaglia ==
L'effetto principale, fu che la flotta rimanente venne spostata a [[Napoli]]. Nonostante il duro colpo, la [[Regia Marina|Marina italiana]] non era sconfitta e lo dimostrò nella [[battaglia di Capo Teulada]].
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=== [[File:Naval Ensign of the United Kingdom.svg|22px|border]] Royal Navy ===
* [[HMS Illustrious (R87)|HMS ''Illustrious'']] - portaerei
* [[HMS Berwick (65)|HMS ''Berwick'']] - incrociatore pesante [[Classe County (incrociatore)|Classe County]]
* [[HMS York (90)|HMS ''York'']] - incrociatore pesante Classe County
* [[HMS Gloucester (62)|HMS ''Gloucester]] - incrociatore leggero [[Classe Town (incrociatore 1936)|Classe Town]]
* [[HMS Glasgow (C21)|HMS ''Glasgow'']] - incrociatore leggero Classe Town
* [[HMS Hyperion|HMS ''Hyperion'']] - cacciatorpediniere
* [[HMS Ilex|HMS ''Ilex'']] - cacciatorpediniere
* [[HMS Hasty|HMS ''Hasty'']] - cacciatorpediniere
* [[HMS Havelock|HMS ''Havelock'']] - cacciatorpediniere
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=== [[File:Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg|22px|border]] Regia Marina ===
==Note==
* ''[[Conte di Cavour (nave da battaglia)|Conte di Cavour]]'' - nave da battaglia [[Classe Conte di Cavour]]
* ''[[Duilio (nave da battaglia 1913)|Duilio]]'' - nave da battaglia [[Classe Duilio (nave da battaglia 1913)|Classe Duilio]]
* ''[[Andrea Doria (nave da battaglia 1913)|Andrea Doria]]'' - nave da battaglia Classe Duilio
* ''[[Littorio (nave da battaglia)|Littorio]]'' - nave da battaglia [[Classe Littorio]]
* ''[[Vittorio Veneto (nave da battaglia)|Vittorio Veneto]]'' - nave da battaglia Classe Littorio
* ''[[Zara (incrociatore)|Zara]]'' - incrociatori pesante [[Classe Zara (incrociatore)|Classe Zara]]
* ''[[Fiume (incrociatore)|Fiume]]'' - incrociatori pesante Classe Zara
* ''[[Gorizia (incrociatore)|Gorizia]]'' - incrociatori pesante Classe Zara
* ''[[Pola (incrociatore)|Pola]]'' - incrociatori pesante Classe Zara
* ''[[Bolzano (incrociatore)|Bolzano]]'' - incrociatore pesante Classe Bolzano
* ''[[Trento (incrociatore)|Trento]]'' - incrociatore pesante [[Classe Trento (incrociatore)|Classe Trento]]
* ''[[Trieste (incrociatore)|Trieste]]'' - incrociatore pesante Classe Trento
* ''[[Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi (incrociatore)|Duca degli Abruzzi]]'' - incrociatore leggero [[Classe Duca degli Abruzzi|Duca degli Abruzzi]]
* ''[[Giuseppe Garibaldi (incrociatore 1936)|Giuseppe Garibaldi]]'' - incrociatore leggero Classe Duca degli Abruzzi
* ''[[Alfredo Oriani (cacciatorpediniere)|Alfredo Oriani]]'' - cacciatorpediniere [[Classe Alfredo Oriani]]
* ''[[Vittorio Alfieri (cacciatorpediniere)|Vittorio Alfieri]]'' - cacciatorpediniere Classe Alfredo Oriani
* ''[[Giosuè Carducci (cacciatorpediniere)|Giosuè Carducci]]'' - cacciatorpediniere Classe Alfredo Oriani
* ''[[Vincenzo Gioberti (cacciatorpediniere)|Vincenzo Gioberti]]'' - cacciatorpediniere Classe Alfredo Oriani
* ''[[Folgore (cacciatorpediniere)|Lampo]]'' - cacciatorpediniere [[Classe Folgore (cacciatorpediniere)|Classe Folgore]]
* ''[[Baleno (cacciatorpediniere)|Baleno]]'' - cacciatorpediniere Classe Folgore
* ''[[Lampo (cacciatorpediniere 1932)|Lampo]]'' - cacciatorpediniere Classe Folgore
* ''[[Libeccio (cacciatorpediniere)|Libeccio]]'' - cacciatorpediniere [[Classe Maestrale (cacciatorpediniere)|Classe Maestrale]]
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== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Giorgio Giorgerini|titolo=La guerra italiana sul mare. La marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943|editore=Mondadori|città=Milano|anno=2002|isbn=978-88-04-50150-3|cid=Giorgerini}}
*[[Arrigo Petacco]]. ''Le battaglie navali del Mediterraneo nella seconda guerra mondiale''. Milano, [[Arnoldo Mondadori Editore]], 1996.
* {{cita libro|autore=[[Francesco Mattesini]]|titolo=La notte di Taranto|editore=Bollettino d'archivio dell'ufficio storico Marina Militare|città=Roma|anno=1998|ISBN={{No ISBN}}|cid=Mattesini}}
*[[Brian Bethan Schofield]]. ''La notte di Taranto: 11 novembre 1940''. Milano, [[Mursia]], 1991.
* {{cita libro|autore=Fabio De Ninno|titolo=Fascisti sul mare. La marina e gli ammiragli di Mussolini|editore=Laterza|città=Bari-Roma|anno=2017|isbn=978-88-581-2922-7|cid=De Ninno}}
*[[Nino Bixio Lo Martire]]. ''La notte di Taranto (11 novembre 1940)''. Taranto, [[Schena Editore]], 2000.
* {{cita libro|autore=[[Giorgio Rochat]]|titolo=Le guerre italiane 1935-1943. Dall'impero d'Etiopia alla disfatta|editore=Einaudi|città=Milano|anno=2008|ISBN=978-88-06-19168-9|cid=Rochat}}
*[[Antonino Trizzino]]. ''Navi e poltrone''. Milano, [[Longanesi]] & C., 1952.
* {{cita pubblicazione|titolo=The Attack at Taranto: Tactical Success, Operational Failure|url=https://archive.org/details/sim_naval-war-college-review_summer-2006_59_3/page/n108|nome=Angelo N.|cognome=Caravaggio|pubblicazione=Naval War College Review|volume=59|numero=3|anno=2006|pp=103-127|jstor=26396747|lingua=en}}
 
== Voci correlate ==
* [[StoriaArsenale militare marittimo di Taranto]]
* [[Arsenale Militare MarittimoStoria di Taranto]]
* [[Italia nella seconda guerra mondiale]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Battle of Taranto}}
 
== Collegamenti esterni ==
*[ {{cita web |url=http://www.regiamarina.net/engagements/taranto/taranto_it.htm |titolo="La Notte di Taranto" di Cristiano D'Adamo] |accesso=30 agosto 2005 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090506054451/http://www.regiamarina.net/engagements/taranto/taranto_it.htm |urlmorto=sì }}
* {{cita web | url = http://dioramas-and-models.com/the%20attack%20on%20taranto%2C%20nov%201949.html | titolo = Diorama della Notte di taranto | accesso = 7 agosto 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170808042800/http://dioramas-and-models.com/the%20attack%20on%20taranto%2C%20nov%201949.html | urlmorto = sì }}
*[http://digilander.libero.it/planciacomando/WW2/taranto1.htm La Notte di Taranto]
*[http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/40/taranto.htm La notte di Taranto e la beffa di Genova]
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{{seconda guerra mondiale}}
[[Categoria:Operazioni sul fronte del Mediterraneo|Taranto]]
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[[Categoria:Storia di Taranto|Notte di Taranto]]
[[Categoria:AzioniBombardamenti diaerei bombardamento aereo nelladella seconda guerra mondiale|Taranto]]
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[[Categoria:Battaglie della seconda guerra mondiale che coinvolgono l'Italia|Taranto]]
 
[[ar:معركة تارانتو]]
[[bg:Битка при Таранто]]
[[ca:Batalla de Tàrent]]
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[[de:Angriff auf Tarent]]
[[en:Battle of Taranto]]
[[es:Batalla de Tarento]]
[[fi:Taranton taistelu]]
[[fr:Bataille de Tarente (1940)]]
[[he:קרב טאראנטו]]
[[hr:Napad na Taranto]]
[[ja:タラント空襲]]
[[nl:Slag van Tarente]]
[[no:Slaget ved Taranto]]
[[pl:Atak na Tarent]]
[[pt:Batalha de Tarento]]
[[ru:Атака Таранто]]
[[sl:Operacija Odločitev]]
[[sr:Напад на Таранто]]
[[sv:Anfallet mot Taranto]]
[[tr:Taranto Savaşı]]
[[zh:塔蘭托戰役]]