Lancia Fulvia: differenze tra le versioni
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{{Auto
|nome=Lancia Fulvia
|immagine=1963 Lancia Fulvia
|didascalia=
|bandiera
|costruttore=Lancia (azienda){{!}}Lancia
<!-- Sezione descrizione generale -->
|tipo=Berlina
|inizio_produzione=1963
|antenata=Lancia Appia
|fine_produzione=1976
|erede=Lancia Beta
|esemplari=Berlina : 192.050<br/>Coupé : 139.797<br/>Sport : 7.102<ref>Editoriale Domus - Quattroruote - Un secolo di auto italiana - Lancia : Tutti i modelli del Novecento (Vol. 1) pagine 170-195</ref>
|lunghezza=4155 / 4160
|larghezza=1555
|altezza=1400
|passo=2480 / 2500
|peso=960 / 1030 / 1045
|altre_versioni=[[Coupé]]<br/>[[Sport]] ([[Zagato]])
|design=Piero Castagnero
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|altre_eredi=[[Lancia Beta]]
|famiglia=
|concorrenti=[[Alfa Romeo Giulia]]<br />[[Audi Serie F103|Audi F103]]<br />[[Autobianchi A111]]<br />[[BMW Serie 02]]<br />[[Fiat 1300]]<br />[[Fiat 124]]<br />[[Ford Cortina]]<br />[[Ford Taunus]]<br />[[Opel Ascona]]<br />[[Peugeot 304]]<br />[[Renault 8]]
|note=dati della prima serie berlina
|immagine2=1963 Lancia Fulvia CTE -
|didascalia2=
}}
La '''Lancia Fulvia''' è un'[[automobile]] prodotta dalla [[casa automobilistica]] [[Torino|torinese]] [[Lancia (azienda)|Lancia]] dal [[1963]] al [[1976]] con 3 tipi di carrozzeria: [[berlina]] 4 porte, [[coupé]] e coupé Sport [[Zagato]].
== La berlina (1963-1972) ==
La prima versione
berlina a 4 porte, che nel 1963 entrò nel listino Lancia al posto dell'ormai anziana [[Lancia Appia|Appia III serie]].
=== Profilo ===
Caratterizzata da una linea a 3 volumi squadrata e non particolarmente attraente (benché il disegno fosse opera di Piero Castagnero che disegnò anche la più riuscita versione coupé), la ''Fulvia'' berlina, costruita nel nuovo [[stabilimento Lancia di Chivasso]], aveva una meccanica assai moderna. Tra le caratteristiche tecniche salienti si segnalavano la [[trazione anteriore]], il [[Lancia V4|motore]] 4 cilindri a [[Motore a V|V]] stretta (12 gradi) e distribuzione [[albero a camme|bialbero]] in testa e bilancieri, i 4 [[Freno a disco|freni a disco]] e il telaietto ausiliario, a cui era ancorata la [[sospensione (meccanica)|sospensione]] anteriore a ruote indipendenti, con balestra trasversale e barra stabilizzatrice come pure il gruppo motore-[[cambio (meccanica)|cambio]] (quest'ultimo manuale a 4 rapporti con comando al volante). Classico, invece, il retrotreno ad assale rigido, con due balestre longitudinali.
Con una [[cilindrata]] complessiva di 1091 [[centimetro cubo|cm³]] il piccolo V4, alimentato da un solo [[carburatore]] doppio corpo verticale, forniva una potenza massima di 58 [[cavallo vapore|CV]], sufficiente a far raggiungere alla poco [[aerodinamica]] ''Fulvia'' una [[velocità]] massima di 138 [[km/h]].
Nonostante le discussioni sulla carrozzeria, a suo modo elegante ma non particolarmente "bella", la ''Fulvia'' ottenne un discreto successo, grazie alle sue doti di [[comfort]], qualità costruttiva e tenuta di strada.[[File:Lancia Fulvia 2C dutch licence registration AE-65-89 pic1.JPG|thumb|Una Lancia Fulvia 2C|sinistra]]Proprio quest'ultima dote indusse i clienti Lancia a richiedere un motore più potente. Furono accontentati nel [[1964]], allorché la versione standard venne affiancata dalla ''2C'' che, grazie all'alimentazione con due carburatori a doppio corpo orizzontali, disponeva di 71 CV. La velocità massima passava a 145 km/h.
Esteticamente la ''Fulvia 2C'' si distingueva dalla versione base solamente per l'assenza dei rostri sui paraurti e per la targhetta d'identificazione sulla [[Calandra (veicoli)|calandra]]. Sul [[cruscotto]] venne montato un contagiri meccanico.
Benché virtualmente ancora disponibile la versione base da 58 CV non era, in pratica, più richiesta dalla clientela. Risulta infatti che molte Fulvia ''1C'' fossero convertite da personale Lancia direttamente sui piazzali della fabbrica di Chivasso; questo giustifica il fatto che esistono numerose ''2C'' con le caratteristiche della ''1C''.
Nella primavera del [[1967]] la ''2C'' venne affiancata dalla ''GT'', dotata di motore (lo stesso della coupé) maggiorato a 1216 cm³. La potenza saliva a 80 CV e la velocità di punta a 152 km/h. Su questa versione, con un sovrapprezzo, si poteva richiedere la leva del cambio sul pavimento (come la coupé). All'inizio del secondo semestre del 1967 alla Fulvia ''GT'' venne aumentata la cilindrata che passò a 1231 cm cc. sino al 1969.
Sulla base della ''GT'' la casa torinese allestì una versione con cilindrata ridotta a 1199 cm³, assemblata in [[Grecia]], mercato nel quale le autovetture sopra i 1200 cm³ erano penalizzate dal punto di vista fiscale.<ref name="ruoteclassiche">Massimo Condolo, ''Il fascino discreto della borghesia'', [[Ruoteclassiche]] dicembre 2003, Editoriale Domus, Rozzano (MI), pagg. 90-103</ref>
Nel [[1968]] arrivò anche la ''GTE'', che grazie a una cilindrata di 1298 cm³, disponeva di ben 87 CV e toccava i 162 km/h. Fu l'ultima evoluzione della ''Fulvia'' prima serie.
=== Restyling 1969 ===
[[File:Lancia Fulvia Berlina 1972.jpg|sinistra|miniatura|Lancia Fulvia berlina del 1972]]
Nel [[1969]], infatti, la piccola berlina Lancia venne sottoposta a un [[Restyling (auto)|restyling]] che generò la seconda serie. Dal punto di vista estetico le modifiche coinvolsero la coda (ridisegnata) e il frontale (con una nuova mascherina) dotata di nuovi fanali allo [[iodio]]. Anche gli interni (plancia, sedili, pannelli porta) vennero completamente ridisegnati in presenza del nuovo comando del cambio con leva corta a [[cloche]], simile a quella in uso sulla Rallye 1,6 HF. Sotto il profilo tecnico l'innovazione più rilevante fu l'adozione dell'alternatore, novità che si concretizzò con la versione del [[1970]], integrata dall'adozione di un nuovo cambio manuale a 5 marce della coupé, incluso lo sterzo collassabile e il nuovo impianto frenante Superduplex. Il passo cresceva da 2480 mm a 2500 mm. [[File:Lamcia Fulvia 5M 1972 i.jpg|miniatura|Lancia Fulvia 1.3 5M del 1972]]L'unico motore disponibile era il 1298 cm³ (ex-''GTE'', ma rivisto in alcuni particolari) inizialmente con 87 CV poi ridotti a 85 CV per ottemperare alle prime norme sulle emissioni.
[[File:Lancia Fulvia-1970 Rear-view.JPG|sinistra|miniatura|Vista posteriore della versione restyling di una Fulvia del 1970]]
Alcuni particolari (come il marchietto "Lancia" in [[plastica]] anziché in [[acciaio]] smaltato, i tappetini in [[gomma]] e l'eliminazione di alcune guaine copricavo nel vano motore) fecero dire ai "puristi" del [[marchio]]: "È arrivata la [[Fiat]]". In effetti la Lancia era stata acquistata dal colosso torinese a novembre [[1969]].
In realtà, lo scudetto Lancia sulla calandra della Fulvia Berlina 1969 ha un'origine nobile: è lo stesso della Rallye 1,6 HF ed è in plastica per motivi di riduzione dei pesi. Si distingue da quello successivo della Berlina 1970 (comune anche alle Fulvia Coupé) per il fatto che ha 5 supporti per la bandiera invece di 3.
La versione assemblata in Grecia (dapprima con il 4 marce, poi con il "5") manteneva il motore di 1200 cm³. Fonti non ufficiali affermano che una piccolissima serie (meno di 30 esemplari) sia stata allestita per il mercato ellenico con il motore della ''1600 HF'' coupé seconda serie.<ref name="ruoteclassiche" />
La ''Fulvia'' berlina uscì definitivamente dal listino alla fine del [[1972]], dopo 192.097<ref name="ruoteclassiche" /> esemplari prodotti: un valore modesto, considerato l'arco temporale di 10 anni, il prestigio di marca e la cilindrata contenuta, questo dovuto all'elevato prezzo di vendita, giustificato dalla lavorazione parzialmente artigianale e dal livello di finitura, che in realtà poneva la vettura in diretta concorrenza con modelli di maggiore cilindrata. Si pensi che nel 1971 la "Fulvia" veniva venduta al prezzo di listino di [[Lira italiana|L.]] 1.745.000, più dell'[[Alfa Romeo Giulia|Alfa Romeo Giulia 1300]] (L.1.310.000), della [[BMW Neue Klasse|BMW 1600]] (L.1.660.000), della [[Fiat 125|Fiat 125 S]] (L.1.590.000) o della [[Opel Rekord#Rekord C|Opel Rekord S 1,9 Lusso]] (L.1.685.000).<ref>''Prova Lancia Fulvia Berlina'', [[Quattroruote]], Luglio 1971.</ref>
=== L'attività sportiva ===
Al fine di testarne l'eccellente qualità costruttiva del modello, soprattutto a livello prestazionale, alcuni esemplari della ''Fulvia'' berlina ''2C'' vennero elaborati a partire dal 1964 dal personale Lancia, di modo da poter essere impiegati come vetture scorta nell'attività sportiva della casa. Il debutto agonistico ufficiale delle ''Fulvia'' ''2C'' avvenne in occasione del [[Rally di Montecarlo]] 1964, in cui una ''2C'' risultò iscritta in appoggio alle tradizionali [[Lancia Flavia|Flavia Coupé]], conquistando un iniziale 130º posto in classifica al traguardo finale. Nelle occasioni successive altre ''2C'' si distinsero in assoluto da vere protagoniste in gare rally, in particolare una ''2C'' guidata dal pilota Leo Cella si aggiudicò nel 1965 la vittoria al [[Rally di Sanremo|Rally dei Fiori]] di [[Sanremo]].
Contestualmente, nell'ottica dei festeggiamenti volti a celebrare i sessant'anni dalla fondazione della casa automobilistica Lancia, nel dicembre [[1966]], un esemplare ''2C'' prese parte ad un [[raid (sport)|raid]] automobilistico invernale che ebbe come destinazione [[Capo Nord]], spedizione alla quale presero parte tra gli altri: Carlo Pozzi, Giovanni Torassi, Mario Allegri e l'[[alpinista]] [[Walter Bonatti]].
=== Riepilogo produzione ===
La ripartizione tra le varie versioni della Fulvia berlina è la seguente:
{| class="wikitable" style=text-align:center; background:#FFF;
|-bgcolor="#CCCCCC"
! Versione || Tipo<br/>motore || Cilindrata<br/>(cm³) || Potenza<br/>(CV IGM) || Anni di<br/>produzione || Esemplari
|-
| '''Fulvia''' || 818.000 || 1.091 || 59 || 1963-1964 || 32.200
|-
| '''Fulvia 2C''' || 818.100 || 1.091 || 70 || 1964-1969 || 48.266
|-
| '''Fulvia GT 1216''' || 818.130 || 1.216 || 79 || 1967-1968 || 5.426
|-
| '''Fulvia GT 1231''' || 818.202 || 1.231 || 79 || 1968-1969 || 28.353
|-
| '''Fulvia GT "Grecia"''' || 818.282 || 1.199 || 79 || 1968-1969 || 656
|-
| '''Fulvia GTE''' || 818.302 || 1.298 || 86 || 1968-1969 || 10.386
|-
| '''Fulvia 2ª serie 4 marce''' || 818.302 || 1.298 || 86 || 1969-1971 || 22.319
|-
| '''Fulvia 2ª serie 4 marce "Grecia"''' || 818.282 || 1.199 || 79 || 1969-1971 || 690
|-
| '''Fulvia 2ª serie 5 marce''' || 818.302 || 1.298 || 86 || 1970-1972 || 41.687
|-
| '''Fulvia 2ª serie 5 marce "Grecia"''' || 818.282 || 1.199 || 79 || 1970-1972 || 2.114
|-
|colspan="5" bgcolor="#CCCCCC" align="center" | <span style="font-size: 120%;">'''Totale'''</span> || bgcolor="#CCCCCC" | <span style="font-size: 120%;">'''192.097'''</span>
|}
== La Lancia Fulvia coupé (1965-1976) ==
[[File:2006 SAG - Lancia Fulvia Coupé I 1967-01.JPG|thumb|left|Una Fulvia coupé del 1967]]
Dalla berlina derivò, nel [[1965]], un'elegante e sportiva [[coupé]], che riscosse un buon livello di vendite, grazie alla bellezza della linea, al prezzo relativamente contenuto di 1.545.000 lire (Quattroruote, Aprile 1965) e, in un secondo tempo, all'impulso derivante dalle numerose vittorie nelle gare di [[rally]], culminate con la
conquista del Campionato Internazionale Rally [[1972]] (antesignano del [[Campionato del Mondo Rally]] che sarà istituito l'anno successivo).
Disegnata da Piero Castagnero, che s'ispirò secondo le sue dichiarazioni al [[motoscafo]] [[Riva (cantiere navale)|Riva]], la ''Fulvia Coupé'' (costruita nella fabbrica Lancia di Chivasso) è una berlinetta sportiva a 2 posti più 2, dall'aspetto curato sin dai minimi particolari (come la plancia rivestita in vero [[legno]]) coadiuvato da un assetto di guida corsaiolo. In realtà, sono piuttosto evidenti le similitudini del frontale e della linea di fiancata con il prototipo presentato da [[Giovanni Michelotti (designer)|Giovanni Michelotti]] al [[Salone di Torino]] del [[1961]], su meccanica [[Fiat Pininfarina Coupé e Cabriolet|Fiat 1300/1500]].
Realizzata sul pianale accorciato (il [[passo (veicoli)|passo]] era di 2330 [[millimetri|mm]], cioè di 150 mm più corto) della berlina, la compatta coupé Lancia era spinta, al momento del debutto da una versione di 1216 cm³ da 80 CV del V4. L'alimentazione era a due carburatori a doppio corpo Solex, mentre il cambio (a 4 marce) aveva la leva a cloche tra i sedili. Grazie al peso contenuto in 950 [[chilogrammo|kg]], la piccola sportiva raggiungeva i 160 km/h.
Incoraggiata da una valida tenuta di strada e dalle doti telaistiche della vettura, la Lancia introdusse subito nel [[1966]] un potenziamento a 88 CV del motore sulla versione HF alleggerita con cofani e portiere in una speciale [[lega metallica|lega]] d'[[alluminio]] e [[magnesio]] denominata [[Peraluman]]. La carrozzeria venne alleggerita, grazie all'eliminazione dei paraurti, alla semplificazione dell'allestimento interno, all'utilizzo di lamiere più sottili nelle parti non strutturali e all'adozione di un [[lunotto]] a vetri posteriori in [[plexiglas]].
[[File:Lancia Fulvia HF Fanalone 1970 - 2.jpg|miniatura|Vista posteriore di una Fulvia 1.6 HF Fanalone del 1970]]
Esteticamente la ''Coupé HF'' era riconoscibile per la banda verniciata giallo/blu su cofani e tetto, per l'elefantino sui parafanghi anteriori e la verniciatura in Amaranto di Montebello.
Con l'introduzione del motore 1298 cm³ da 87 CV DIN della Rallye 1,3 (169 km/h e prezzo di listino 1.630.000 lire), il motore della coupé 1,2 venne portato a 1231 cm³ per uniformare il ciclo di produzione e l'offerta della motorizzazione 1,2 (mantenuta per motivi esclusivamente fiscali). Le nuove motorizzazioni vennero modificate nell'angolo di bancata, riducendolo a 12°45'28", per ottenere un alesaggio maggiore. Era il preludio al lancio di una vera versione sportiva da far correre nei Rally, che avvenne l'anno successivo con la presentazione della versione Rallye 1,3 ''HF''.
Le novità apportate all'HF, rispetto alla versione standard, furono molte e sostanziali, tali che la potenza crebbe a 101 CV grazie ad una serie di modifiche: [[Pistone (meccanica)|pistoni]], [[albero motore]], [[rapporto di compressione]], carburatori.
I successi di categoria ottenuti dalla ''HF'', ispirarono la versione HF fanalone di serie che, con propulsore potenziato a 143 CV e dotato di radiatore dell'olio, prese il posto della versione standard nel [[1968]].
Intuendo le potenzialità della vettura, che coi suoi 1298 cm³ non poteva competere per il titolo assoluto, [[Cesare Fiorio]], responsabile del ''Reparto Corse Lancia'', ottenne, nonostante le risicate risorse finanziarie, il benestare per sviluppare ulteriormente l'HF. Il risultato fu la ''Rallye 1,6 HF'' del [[1969]] (detta anche "Fanalone", per via dei fari interni più grandi di quelli esterni): 1584 cm³, 120 CV (160 CV la versione da corsa), 850 kg, cambio a 5 marce, assetto da corsa (camber negativo), sterzo diretto e cerchi in lega con pneumatici maggiorati. La "fanalone" permise alla Lancia di aggiudicarsi numerosi rally ed il Campionato del Mondo del [[1972]].
=== Restyling 1970 ===
[[File:Lancia Fulvia Coupe Rallye 1.6 HF 2nd Series dutch licence registration 09-74-RH pic1.JPG|miniatura|Lancia Fulvia Coupé 1.600HF II Serie]]Nel frattempo la Lancia era stata acquisita dalla [[Fiat]], che non vedeva di buon occhio gli elevati costi di produzione dei modelli Lancia. La ''Fulvia Coupé'' era all'apice della carriera e non era pensabile ucciderla, ma occorreva ridurne i costi produttivi. Fu questo il principale scopo del [[restyling (auto)|restyling]] del [[1970]].[[File:Lancia Fulvia (14541324051).jpg|sinistra|miniatura|Lancia Fulvia Coupé 1300s del 1972 per il mercato inglese con i fari esterni rialzati e la guida a destra]]A livello estetico i cambiamenti erano minimi (nuova mascherina più sottile e lineare, paraurti con fascia protettiva in gomma nera), mentre sotto il profilo tecnico si segnalava l'adozione del cambio a 5 marce anche sulla ''Coupé 1.3 S'' (con motore di 1298 cm³ da 90 CV DIN), un notevole miglioramento dei freni e della geometria delle sospensioni anteriori. I risparmi veri erano sui materiali interni (il legno della plancia era impiallacciato su plastica) ed esterni (eliminate le parti in ''peraluman'' che comparivano casualmente su alcune vetture).
Oltre alla ''Coupé 1.3 S'', la gamma includeva la ''Coupé 1600 HF'' (1584 cm³, 115 CV) e la ''1600 HF Lusso''. La prima aveva carrozzeria priva di paraurti, sedili sportivi, allestimento semplificato; la seconda, aveva dotazioni più raffinate come i sedili con poggiatesta, i deflettori sulle portiere, insonorizzazione completa. Le Coupé 1600 HF erano dotate di cerchioni Cromodora in lega leggera e la carrozzeria con parafanghi allargati che, assieme ad una meccanica più sportiva con camber negativo e sterzo diretto, le distinguono dalle 1,3 S.
Per celebrare la vittoria del [[Rally di Montecarlo]] del 1972 fu allestita sulla carrozzeria a passaruota allargati (simili a quelli della Coupé 1600 HF) una serie speciale di Coupé 1,3 S, con livrea bicolore analoga alla vettura da corsa - la cosiddetta ''Montecarlo'' - che però ricalcava le normali prestazioni delle 1,3 S stradali.
=== Restyling 1973 (Fulvia 3) ===
[[File:Lancia Fulvia Coupe post-face-lift.jpg|miniatura|La Fulvia 3 del 1973, ultima evoluzione della celebre Coupé Lancia]]
Quando, alla fine del 1972, la ''Fulvia'' berlina fu tolta di listino, la ''Coupé'' vendeva ancora bene e rimase in produzione. Per non fare concorrenza alla nuova [[Lancia Beta|Beta Coupé]] nel [[1973]] la gamma venne ridotta alla sola versione ''1.3'' da 90 CV, sottoposta a leggero aggiornamento, nacque così la ''Fulvia 3''.
I ritocchi erano mirati ad aggiornarne l'estetica, nonché a rispondere ai nuovi standard di sicurezza stradale, cercando di contenere ancora di più i costi: la mascherina divenne in plastica nera conformemente alla moda dell'epoca, il [[volante]] in materiale sintetico imbottito, furono adottate cinture di sicurezza fisse a 3 punti ed i poggiatesta; il pomello della leva del cambio in [[legno]] (come sulla ''Beta'' Coupé e sulla Stratos) e un cruscotto con strumenti a sfondo bianco al posto di quelli neri della seconda serie.
Il restyling segnò anche l'abbandono delle competizioni, dove fu sostituita dalla mostruosa [[Lancia Stratos|Stratos]]. Dalla ''3'' derivarono le versioni ''Montecarlo'' e ''Safari'', quest'ultima costruita in sole 900 unità, diverse dalle altre
Fulvia vista l'assenza del paraurti anteriore e l'impiego dei cerchi verniciati in nero, così come la mascherina, la presa d'aria e i
tergicristalli. La produzione della ''Fulvia 3'' cessò nel 1976, quando fu lanciata la versione ''1300'' della ''Beta Coupé'', risultando al contempo l'ultima vettura della casa torinese ad essere equipaggiata con il longevo [[Lancia V4|motore Lancia V4]].<ref> Luigi Castellani, Lancia Fulvia Coupé, pubblicazione Retrovisore, 31 ottobre 2015.</ref>
Complessivamente la ''Fulvia Coupé'' fu prodotta in 140.454 esemplari, di cui 6.419 ''HF'' (circa una su 20).
=== Le gare di rally e la Squadra Corse HF ===
{{vedi anche|Lancia Fulvia Coupé HF}}
[[File:Lancia Fulvia Coupé HF, frontale.jpg|sinistra|miniatura|Lancia Fulvia Coupé HF "Fanalona" da competizione]]
Certamente quando si parla di Fulvia coupé e in particolare delle ''versioni HF'' non si può tacere che queste versioni nacquero innanzitutto per la grande opera di [[Cesare Fiorio]] e di ciò che il suo ancora piccolo staff, riunito in un angolo dei capannoni dello [[stabilimento Lancia di Borgo san Paolo]] a [[Torino]], era riuscito a fare con la nascita della "''[[Lancia (automobilismo)|Squadra Corse HF Lancia]]''". Benché disponesse di poche risorse, portò le prime Fulvia coupé, elaborate dall'ing. Ettore Mina, nelle competizioni e via via ottenne risultati tali che persino la dirigenza Lancia, che mal vedeva la casa nelle competizioni (in epoca [[famiglia Pesenti|Pesenti]]), si dovette piegare ai vantaggi che il [[marchio]] riceveva dalle gare.
[[File:Motore LAncia Fulvia 1600 competizione.jpg|thumb|right|Motore Fulvia 1600 da competizione]]
Grazie a queste numerose affermazioni sportive la Fulvia coupé divenne una delle auto di serie più vittoriose e poi desiderate, tanto che per la prima volta una coupé vendette più della berlina da cui derivava.
Questa strada, supportando la Squadra Corse di Fiorio, fu poi seguita negli anni successivi anche dalla Fiat, fino alle ultime [[Lancia Delta Integrale|Delta Integrale]], passando per [[Lancia Stratos|Stratos]], [[Lancia Rally 037|Rally 037]], [[Lancia Beta|Beta Montecarlo Turbo]], [[Lancia LC1|LC1]] e [[Lancia LC2|LC2]], [[Lancia Delta#1985-1986: Delta S4|Delta S4]], con una lunga serie di vittorie e popolarità per il marchio tanto da essere ancora oggi quello con il più alto numero di vittorie nei Rally mondiali, nonostante la chiusura della ''Squadra Corse'' nei primi [[anni 1990|anni novanta]], quando era ancora considerata la più forte del mondo battendo tedeschi, francesi e giapponesi.
La decisione, per volere di una nuova dirigenza Fiat che di nuovo mal vedeva la Lancia nelle competizioni, disperdette un patrimonio di capacità ed esperienza di decenni, relegando negli anni successivi a questo ruolo, ma in gare su pista, la sola [[Alfa Romeo]] (marchio acquisito da Fiat pochi anni prima accollandosi 700 miliardi di debiti sui 2100 miliardi poi rilevati).<ref name="Franco Papitto">{{Cita web|autore=Franco Papitto|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/01/alfa-romeo-la-cee-avverte-non.html/|titolo=Acquisto Alfa Romeo irregolare, Cee rileva debiti superiori al dichiarato}}</ref> Alquanto negative furono pure le conseguenze sull'immagine della marca nella percezione del pubblico.
Questi i principali risultati sportivi:
{| class="wikitable" width=50% style="font-size: 90%;"
! style="background:lightsteelblue"|Anno
! style="background:lightsteelblue"|Rally
! style="background:lightsteelblue"|Pilota
! style="background:lightsteelblue"|Pos
|-
| align=center rowspan=2|[[Campionato internazionale costruttori 1970|1970]]
| {{bandiera|ITA}} [[Rally di Sanremo]]
| {{bandiera|SWE}} [[Harry Källström]]
| align=center bgcolor=silver|2º
|-
| {{bandiera|GBR}} [[Rally di Gran Bretagna]]
| {{bandiera|SWE}} [[Harry Källström]]
| align=center bgcolor=gold|1º
|-
| align=center rowspan=4|[[Campionato internazionale costruttori 1971|1971]]
| {{bandiera|SWE}} [[Rally di Svezia]]
| {{bandiera|SWE}} [[Harry Källström]]
| align=center bgcolor=cc9966|3º
|-
| rowspan=2| {{bandiera|ITA}} [[Rally di Sanremo]]
| {{bandiera|ITA}} [[Amilcare Ballestrieri]]
| align=center bgcolor=silver|2º
|-
| {{bandiera|ITA}} [[Sergio Barbasio]]
| align=center bgcolor=cc9966|3º
|-
| {{bandiera|GRC}} [[Rally dell'Acropoli]]
| {{bandiera|FIN}} [[Simo Lampinen]]
| align=center bgcolor=cc9966|3º
|-
| align=center rowspan=6|[[Campionato internazionale costruttori 1972|1972]]
| {{bandiera|MCO}} [[Rally di Monte Carlo]]
| {{bandiera|ITA}} [[Sandro Munari]]
| align=center bgcolor=gold|1º
|-
| {{bandiera|SWE}} [[Rally di Svezia]]
| {{bandiera|SWE}} [[Harry Källström]]
| align=center bgcolor=cc9966|3º
|-
| {{bandiera|MAR}} [[Rally Internazionale del Marocco|Rally del Marocco]]
| {{bandiera|FIN}} [[Simo Lampinen]]
| align=center bgcolor=gold|1º
|-
| {{bandiera|GRC}} [[Rally dell'Acropoli]]
| {{bandiera|FIN}} [[Simo Lampinen]]
| align=center bgcolor=silver|2º
|-
| rowspan=2| {{bandiera|ITA}} [[Rally di Sanremo]]
| {{bandiera|ITA}} [[Amilcare Ballestrieri]]
| align=center bgcolor=gold|1º
|-
| {{bandiera|ITA}} [[Sergio Barbasio]]
| align=center bgcolor=silver|2º
|-
| align=center|[[Campionato del mondo rally 1974|1974]]
| {{bandiera|KEN}} [[Safari Rally]]
| {{bandiera|ITA}} [[Sandro Munari]]
| align=center bgcolor=cc9966|3º
|}
=== Riepilogo produzione ===
La ripartizione tra le varie versioni della Fulvia Coupé è la seguente:
{| class="wikitable" style=text-align:center; background:#FFF;
|-bgcolor="#CCCCCC"
! Versione || Tipo<br/>motore || Cilindrata<br/>(cm³) || Potenza<br/>(CV norma) || Anni di<br/>produzione || Esemplari
|-
| '''Fulvia Coupé 1.2''' || 818.130<br/>818.202 || 1.216<br/>1.231 || 79 (IGM) || 1965-1969 || 20.436
|-
| '''Fulvia Coupé 1.2 HF''' || 818.140 || 1.216 || 87 (IGM) || 1966-1969 || 435
|-
| '''Fulvia Coupé Rallye 1.3''' || 818.302 || 1.298 || 86 (IGM) || 1967-1969 || 17.850
|-
| '''Fulvia Coupé Rallye 1.3 HF''' || 818.642 || 1.298 || 100 (IGM) || 1967-1969 || 882
|-
| '''Fulvia Coupé Rallye 1.3 S''' || 818.303 || 1.298 || 91 (IGM) || 1968-1969 || 16.827
|-
| '''Fulvia Coupé Rallye 1.6 HF''' || 818.540 || 1.584 || 115 (IGM) || 1968-1969 || 1.258
|-
| '''Fulvia Coupé 1.3 S''' || 818.303 || 1.298 || 91 (IGM) || 1970-1974 || 45.216
|-
| '''Fulvia Coupé 1.3 S Montecarlo''' || 818.303 || 1.298 || 91 (IGM) || 1972-1974 || 4.440
|-
| '''Fulvia Coupé 1600 HF<br/>& 1600 HF Lusso''' || 818.540 || 1.584 || 115 (IGM) || 1970-1973 || 3.690
|-
| '''Fulvia Coupé 3''' || 818.303 || 1.298 || 90 (DIN) || 1974-1976 || 25.334 ''(1)''
|-
| '''Fulvia Coupé 3 Montecarlo''' || 818.303 || 1.298 || 90 (DIN) || 1974-1976 || 2.529
|-
| '''Fulvia Coupé 3 Safari''' || 818.303 || 1.298 || 90 (DIN) || 1974-1976 || 900 ''(2)''
|-
|colspan="5" bgcolor="#CCCCCC" align="center" | <span style="font-size: 120%;">'''Totale'''</span> || bgcolor="#CCCCCC" align="right" | <span style="font-size: 120%;">'''139.797'''</span>
|}
''(1)'' : di cui 23.019 con guida a sinistra e 2.315 con guida a destra<br/>
''(2)'' : serie limitata.
== La Lancia Fulvia Sport Zagato (1965-1972) ==
[[File:1970 Lancia Fulvia Sport Zagato - int.jpg|thumb|Interno di una Fulvia Sport Zagato del 1970]]
[[File:Lancia_Fulvia_Sport_1.3_Zagato_II_from_1971.JPG|thumb|Lancia Fulvia Sport 1.3 Zagato II, 1971]]
Come era già avvenuto per la [[Lancia Appia|Appia]], la [[Lancia Flavia|Flavia]] e [[Lancia Flaminia|Flaminia]], la Lancia diede a [[Zagato]] l'incarico di realizzare la versione sport della Fulvia, dotata di carrozzeria in [[alluminio]] e [[aerodinamica]].
Disegnata da [[Ercole Spada]], e allestita nelle officine della carrozzeria [[Milano|milanese]] a [[Terrazzano]] di [[Rho]], la ''Fulvia Sport'' aveva una linea con coda del tipo ''[[fastback]]'', estremamente moderna e filante.
[[File:Fulvia Zagato competizione.JPG|thumb|Fulvia Zagato Competizione|sinistra]]Lanciata nel 1965, la ''Sport'' aveva la stessa meccanica della ''Coupé'' - tranne il rapporto al ponte - ma grazie alla migliore aerodinamica raggiungeva velocità di punta più elevate. Nonostante ciò non venne quasi mai impiegata nelle competizioni rally a causa della maggiore delicatezza della monoscocca su cui poggiava la carrozzeria in alluminio e delle caratteristiche generali più adatte all'impiego in [[Autodromo|pista]] (dove la Lancia all'epoca non correva).
Più che in base all'evoluzione tecnica (che seguì passo passo quella delle coupé), si possono distinguere le varie "serie" della ''Zagato'' tramite l'uso dei materiali utilizzati per la carrozzeria.
La ''Sport'' infatti adottò una carrozzeria integralmente in ''Peraluman'' solo tra il 1965 ed il 1967. Nel periodo 1968-70 la carrozzeria divenne in acciaio, con [[cofano]], portiere e sportello del vano della ruota di scorta in ''[[Peraluman]]''. Il portellone è sempre stato in acciaio su tutte le versioni. L'evoluzione della meccanica e delle motorizzazioni segue quella delle Coupé, tranne per la motorizzazione 1231 cm³. Al salone dell'automobile di Torino del 1968 la ''Sport'' Zagato venne presentata anche in una inedita variante [[spyder]] che, tuttavia, non ebbe alcun seguito commerciale, a causa dei mutati piani industriali Lancia in concomitanza con il passaggio di proprietà del marchio alla Fiat, che di certo mal sopportava queste costose collaborazioni artigianali a fronte dei limitati introiti derivati dalle vendite. Particolarità della Fulvia Sport Zagato fu il portellone che si apriva elettricamente con un pulsante posizionato sul cruscotto. Un motorino elettrico posizionato sotto il portellone al centro dell'apertura del bagagliaio sollevava il portellone di alcuni centimetri sufficienti a far circolare aria nell'abitacolo. un lusso per l'epoca...
A fine 1969, Lancia aveva in progetto una Fulvia Sport 1,6, ovvero una vettura con carrozzeria prima serie, con porte e cofano in peralluman, e meccanica derivata dalla Rallye 1,6 HF. Le condizioni economiche sfavorevoli, l'ingresso di Fiat che impose una decisa razionalizzazione dei progetti, portarono alla trasformazione del progetto motorizzandolo con il motore 1,3S accoppiato al cambio a 5 marce. Questa versione è conosciuta colloquialmente come Fulvia Sport 1,3S serie 1 e ½, ed è la prima Fulvia seconda serie con cambio a 5 marce ad ottenere l'omologazione IGM.
[[File:Lancia Fulvia Sport 1600 Zagato back.jpg|miniatura|Vista posteriore di una Fulvia Sport 1600 Zagato]]
A fine 1970 la carrozzeria divenne integralmente in acciaio perdendo le parti mobili in ''Peraluman'', essendo stato il modello leggermente ridisegnato da Mittino per aggiornare funzionalmente il corpo vettura, alzando il padiglione per un accesso meno difficoltoso e allargando i parafanghi di modo da poter ospitare pneumatici maggiorati. Il cofano motore, che sulle serie precedenti era, in modo inconsueto, incernierato sul fianco destro, fu inoltre incernierato sull'anteriore, come volevano le regole di sicurezza dell'epoca.
La produzione cessò nel 1972, dopo che la Zagato aveva assemblato circa 6.183 esemplari. [[File:Lancia Fulvia Sport 1600 Zagato (CH).jpg|thumb|Lancia Fulvia Sport 1600 Zagato|sinistra]]
L'origine artigianale della ''Fulvia Sport'' determinò un'asimmetria nelle forme dei parafanghi, asimmetria conservata anche sulle scocche della seconda serie.
Di particolare interesse storico e collezionistico è la serie definita ''Competizione'', che su richiesta di clienti sportivi o della ''Squadra Corse Lancia'', furono allestite con carrozzeria in ''[[Peraluman]]'' alleggerita, finestratura laterale e posteriore in plexiglas, passaruota allargati e cerchioni Campagnolo 6J13.
Nonostante fossero destinate all'attività sportiva, le ''Competizione'' avevano motorizzazioni di serie (motori 818.302 e 818.303) non in allestimento ''HF''. Solo sulla ''Sport 1600'' fu utilizzata la motorizzazione ''HF'' (seconda serie), ma il logo ''HF'' non compare (la vettura ha lo stesso assetto delle 1,3 S e Lancia non richiese mai l'omologazione della vettura per le corse).
Nel 1969 Maglioli e Pinto, a bordo della Fulvia prototipo con telaio 001911, motore 818.540 e cambio a 5 marce, si piazzarono undicesimi assoluti e primi della classe prototipi alla [[24 ore di Daytona]].
La ripartizione tra le varie versioni della Fulvia Sport Zagato è la seguente:
{| class="wikitable" style=text-align:center; background:#FFF;
|-bgcolor="#CCCCCC"
! Versione || Tipo motore || Motore<br/>Cilindrata (cm³) || Potenza<br/>(CV IGM) || Anni di<br/>produzione || Esemplari || Note
|-
|-
| '''Fulvia Sport 1.3''' || 818.202 || 1.298 || 86 || 1967-1969 || 1.602 || primi 709 esemplari con<br/>carrozzeria in Peraluman
|-
| '''Fulvia Sport 1.3 S''' || 818.302 || 1.298 || 91 || 1968-1970 || 1.898 || su specifica richiesta<br/>carrozzeria in Peraluman
|-
| '''Fulvia Sport 1.3 S<br/>2ª serie''' || 818.303 || 1.298 || 91 || 1970-1972 || 2.600 || 600 con carrozzeria 1ª serie denominate serie 1 ½
|-
| '''Fulvia Sport 1600''' || 818.540 || 1.584 || 115 || 1970-1972 || 800 ||
|-
|colspan="5" bgcolor="#CCCCCC" align="center" | <span style="font-size: 120%;">'''Totale'''</span> || bgcolor="#CCCCCC" align="center"| <span style="font-size: 120%;">'''7.102'''</span> || bgcolor="#CCCCCC" |
|}
I numeri di produzione sono indicativi perché la numerazione presenta discontinuità ma confermati da Quattroruote<ref>Editoriale Domus - Quattroruote - Un secolo di auto italiana - Lancia : Tutti i modelli del Novecento (Vol. 1) pagine 192-195</ref>.
== La Lancia Fulvia Concept (2003) ==
[[File:LanciaFulvia(2003).JPG|thumb|right|La concept car Fulvia del 2003 di [[Alberto Dilillo]] e [[Flavio Manzoni]].]]
La Lancia Fulvia, in versione coupé, è oggi tra le auto più ricercate della sua epoca grazie soprattutto alle numerose vittorie nei Rally internazionali che hanno reso questa versione una delle [[Icona (società)|icone]] più riconosciute tra le [[automobili]] degli [[anni 1960|anni sessanta]], tanto che il centro stile Lancia realizzò, nel 2003, una [[concept car]] ad essa ispirata e che ha ricevuto grandi apprezzamenti a livello internazionale.<ref name="Manganaro">{{Cita web|autore=Alfio Manganaro|url=http://www.repubblica.it/motori/sezioni/classic-cars/2015/10/28/news/lancia_fulvia_il_sogno_ritrovato-125848843/|titolo=Lancia Fulvia, il sogno ritrovato|data=25 ottobre 2015}}</ref> La Fulvia Concept era basata su telaio [[Fiat Barchetta]], prodotta dalla Maggiora negli ex-stabilimenti Lancia di Chivasso, e ne montava anche lo stesso motore 1.800 cc benzina. A differenza dell'antenata degli anni 1960, la Fulvia Concept 2003 aveva solo due posti anziché quattro.<ref name="Manganaro"/>
Disegnata da [[Alberto Dilillo]] e [[Flavio Manzoni]], e prodotta in esemplare unico, fu presentata al Salone di Francoforte del settembre 2003, suscitando grande sorpresa e numerosi apprezzamenti da parte di appassionati "Lancisti" e giornalisti,<ref name="Manganaro"/> che ne invocarono immediatamente la produzione, iniziando addirittura la raccolta delle firme per prenotare la vettura. Ma a quei tempi le risorse economiche del [[Gruppo Fiat]] erano molto limitate e la stessa dirigenza Lancia, che fino ad allora aveva fatto pressioni ai vertici del Gruppo per una produzione del modello, dovette rassegnarsi all'impossibilità di tale progetto; anni dopo, il dirigente [[Luca de Meo]] (che nel 2003 era a capo della Lancia), nel suo libro ''Da 0 a 500'', commentando la mancata industrializzazione della concept Fulvia, la definì «uno dei miei più grandi rimpianti professionali».
== Note ==
<references/>
== Voci correlate ==
* [[Lancia nei rally]]
* [[Lancia Fulvia Coupé HF]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
*
* {{cita web|url=http://www.fulviaclub.it/le-auto/|titolo=Lancia Fulvia, storia e dati tecnici}}
{{Lancia}}
{{Portale|automobili}}
[[Categoria:Automobili Lancia|Fulvia]]
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