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{{Infobox Azienda
|nome=Farmoplant
|logo=
|tipo=Società per azioni
|borse=
|data_fondazione=[[1976]]
|luogo_fondazione=[[Milano]]
|data_chiusura = [[1991]]
|nazione = ITA
|sede=[[Milano]]
|filiali=[[Massa (Italia)|Massa]]
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|persone_chiave= [[Raul Gardini]]
|industria=[[chimica industriale]]
|prodotti=[[insetticida]]
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}}
[[File:FARMOPLANT-2.jpg|thumb|right|350px|Sede Farmoplant a Massa]]
'''Farmoplant''' (ex '''Montedison-Diag'''<ref>[http://www.db.ccdi.glauco.it/pls/ccdi/gp_schede_ccdi.scheda_Archivio?ritorno=&quale=119 Archivio d'impresa della Lombardia]</ref>) è stata una [[società per azioni]] controllata dal gruppo [[Montedison]] per la produzione e la commercializzazione di [[insetticida]]. Nel giugno [[1986]] è confluita nella controllata di nuova costituzione [[Agrimont]], nella quale sono state riunite tutte le attività agricole del gruppo Montedison. Nel [[1990]] è stata posta in [[liquidazione]].
Farmoplant aveva uno stabilimento a [[Massa (Italia)|Massa]], più precisamente nella località di Alteta, sede di un importante polo chimico (che annoverava, tra gli altri, stabilimenti della [[Rumianca]] e dell'[[Anic]]).
==Il disastro ambientale della Farmoplant==
===L'incidente del 1988===
Alle ore 6:15 del [[17 luglio]] [[1988]], alla Farmoplant scoppiò una cisterna di 40 metri cubi contenente [[Dimetoato|Rogor]], un pesticida altamente tossico. L'incendio fu spento dopo alcune ore, ma dallo stabilimento si elevò una densa nube che si espanse sulla [[Riviera Apuana]] in un raggio di alcuni chilometri. Circa quarantamila persone, tra turisti e residenti, lasciarono la città. Nonostante i seri rischi di intossicazione, per trenta ore non fu dato alcun allarme ufficiale e la popolazione non fu informata della gravità dell'incidente<ref>http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/07/19/da-roma-un-ordine-chiudete-la-fabbrica.html</ref>.
La pericolosità dell'impianto, d'altra parte, era stata rilevata già alcuni anni prima, dopo una serie di incidenti occorsi nello stabilimento. Nel [[1985]] la Farmoplant rientrava tra le 391 industrie che, secondo il [[Ministero della Sanità]], si configuravano come aziende con rischio di incidente rilevante<ref>http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/12/02/industrie-almeno-391-sono-molto-pericolose.html</ref>. Inoltre, il [[25 ottobre]] [[1987]] si era tenuto a Massa un [[referendum|referendum consultivo]] che aveva ad oggetto la chiusura della Farmoplant. La partecipazione fu particolarmente elevata e quasi il 70% dei votanti si espresse a favore della chiusura, sebbene si fossero schierati a favore di una semplice riconversione pressoché tutte le forze politiche locali e il vescovo<ref>http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/10/27/massa-boccia-il-polo-chimico.html</ref>. Dinanzi all'esito della consultazione, il [[sindaco]] di Massa [[Mauro Pennacchiotti]] non rinnovò i permessi necessari per la produzione degli insetticidi, ma l'azienda ricorse al [[Tribunale amministrativo regionale|TAR]] e ottenne la sospensione del provvedimento<ref>http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/12/16/al-tar-vince-la-montedison-la-farmoplant.html</ref>.
[[File:FARMOPLANT-1.jpg|thumb|right|350px|Proteste a Massa per la difesa dell'occupazione]]
Il giorno successivo all'incidente, il [[18 luglio]], a Massa arrivarono per fare il punto sulla situazione tre ministri: [[Enrico Ferri]], [[Giorgio Ruffolo]] e [[Vito Lattanzio]]<ref>http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/07/22/tre-ministri-per-la-farmoplant.html</ref>. I rappresentanti delle istituzioni furono duramente contestati nel corso di una manifestazione di cittadini svoltasi davanti al palazzo della [[prefettura]]<ref>http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/07/20/dopo-farmoplant-chiuderemo-altri-impianti.html</ref>. Intanto, l'impianto veniva giudicato ''totalmente inaccettabile'' dal punto di vista della sicurezza<ref>http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/07/19/un-impianto-del-tutto-inaccettabile-ma.html</ref> e, pertanto, fu chiuso definitivamente.
Il [[3 marzo]] [[1993]] furono condannati in primo grado cinque dirigenti del gruppo Montedison<ref>http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/03/04/farmoplant-operai-risarciti.html</ref><ref>http://archiviostorico.corriere.it/1993/marzo/04/Farmoplant_tutti_condannati_co_0_9303049594.shtml</ref>. Nel febbraio [[1995]] le pene furono notevolmente ridotte in [[appello]] e alcune condanne furono successivamente annullate in [[Cassazione]]<ref>http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2010/03/20/LM1LM_LM102.html</ref>. In sede civile, il [[21 aprile]] [[2010]] il comune di Massa ha accettato la proposta di [[transazione]] trasmessa da [[Edison]] per [[disastro ambientale]], che è stato valutato in 700 000 euro.
===Conseguenze===
Nei giorni immediatamente successivi all'incidente si registrarono circa 150 intossicati e, nel vicino torrente Lavello, si verificò una grave [[moria]] di pesci. Fu poi diramato un divieto di balneazione a [[Marina di Massa]] contestualmente alle raccomandazioni di non cibarsi di frutta e verdura locale<ref>http://www.comune.massa.ms.it/pagina/farmoplant-la-zia-fumava</ref>.
Le conseguenze dell'incidente hanno inciso negativamente sulla salute dei cittadini delle zone limitrofe, come emerge da diversi dati [[epidemiologia|epidemiologici]]. In particolare, studi condotti dal [[CNR]] di [[Pisa]] hanno dimostrato che, nei primi [[anni Novanta]], per i cittadini di [[Massa (Italia)|Massa]] e di [[Carrara]] si sono evidenziati indici di mortalità maggiori rispetto alla media toscana: i dati hanno confermato gli effetti negativi sulla salute dovuti ad esposizioni occupazionali e ambientali ricollegabili ad impianti industriali ad alto rischio<ref>http://www.cnr.it/cnr/news/CnrNews?IDn=1507</ref>. Altri danni hanno riguardato la [[falda freatica]].
Emblematico fu un episodio accaduto nel giugno [[1992]], quando gli [[alpini]] della [[brigata Julia]] organizzarono un campo per esercitazioni all'interno dello stabilimento. A causa dell'area altamente inquinata, il personale accusò vari malesseri, inducendo il comando a smobilitare il presidio<ref>http://archiviostorico.corriere.it/1992/giugno/20/sospeso_campo_nella_fabbrica_rischio_co_0_92062017179.shtml</ref>.
===Sviluppi===
La bonifica dell'area, iniziata nel [[1991]] e ultimata nel [[1995]], pur risultando certificata dalla regione [[Toscana]], fu effettuata in proprio dalla società Cersam, subentrata alla Farmoplant<ref>"[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]". 10/10/1990. [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/10/10/inceneritore-farmoplant-sara-riaperto-per-smaltire.html ''L'inceneritore Farmoplant sarà riaperto''].</ref>. La società realizzò e mantenne in funzione una barriera idraulica consistente in sette pozzi di emungimento delle acque di falda, con monitoraggio, analisi e trattamento prima dello scarico. La qualità dell'acqua di falda sarebbe progressivamente migliorata nel corso degli anni, al punto che, dal [[1999]], l'acqua emunta non richiese più alcun trattamento e poté essere direttamente scaricata nell'adiacente torrente Lavello.
Dopo la bonifica, l'area industriale dismessa fu resa disponibile ai fini dell'insediamento di nuove attività industriali. Tra il [[2001]] e il [[2004]] Cersam provvide al frazionamento del compendio immobiliare, previo piano di lottizzazione approvato dal Comune, e, quindi, alla sua vendita in lotti ai terzi acquirenti. A garanzia di questi ultimi, fu inserita nei singoli contratti una clausola che prevedeva l'obbligo per Cersam di accollarsi i costi di eventuali ulteriori bonifiche imposte dalla pubblica amministrazione nel termine di tre anni dalla stipula.
Nel [[2006]], dopo l'istituzione del Sito di Bonifica di Interesse Nazionale, il [[Ministero dell'Ambiente]] chiese la "messa in sicurezza di emergenza" dell'area e impose agli attuali titolari dell'area di costruire una nuova barriera idraulica per il prelievo delle acque nonché la presentazione, entro trenta giorni, di un piano di bonifica della falda. Ciò accadde perché da alcuni campionamenti si evinse un quantitativo di sostanze inquinanti superiore ai limiti consentiti. Le 25 aziende site nell'area ricorsero al TAR che, in data 4 febbraio [[2011]], hanno avuto ragione<ref>"[[Il Tirreno]]". 06/02/2011 [http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2011/02/06/news/bonifiche-25-aziende-vincono-al-tar-3363852 ''Bonifiche: 25 aziende vincono al TAR''].</ref><ref>Lexambiente [http://lexambiente.it/rifiuti/83/6990-rifiuti-bonifiche-e-principio-chi-inquina-paga.html ''Rifiuti, bonifiche e principio: chi inquina paga''].</ref>.
Ad oggi, dunque, l'area industriale ex Farmoplant risulta inquinata. I pozzi della zona sarebbero ancora inquinati perché i rifiuti liquidi, per essere smaltiti, sono stati pompati direttamente nella falda e quelli solidi interrati in diverse aree interne<ref>[Il Tirreno]]. [http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2010/04/12/news/i-veleni-della-farmoplant-sono-ancora-nel-territorio-1931627 ''I veleni della Farmoplant sono ancora nel territorio''].</ref>. Molti di quei rifiuti avrebbero poi preso la via del [[sud Italia]], su camion diretti verso ignoti cantieri e discariche<ref>http://dust.it/articolo-diario/%C2%ABdiluitela-bene-senno-puzza%C2%BB/</ref>. A ciò si aggiungono le ombre sollevate da un'inchiesta, iniziata nel [[2005]], che vede coinvolti funzionari e dirigenti del comune di [[Carrara]] e dell'[[Arpat]] in ordine al riciclaggio di rifiuti provenienti da luoghi sottoposti a bonifica urgente.
==Collegamenti esterni==
*[http://www.youtube.com/watch?v=VxeMsnGKqYA Documentario Farmoplant]
*[http://www.youtube.com/watch?v=I2_A2HJOVRI&feature=related TG1, Farmoplant]
==Note==
<references/>
{{Portale|aziende}}
[[Categoria:Aziende chimiche italiane]]
[[Categoria:Aziende del gruppo Montedison]]
[[Categoria:Aziende del passato italiane]]
[[Categoria:Aziende chimiche del passato]]
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'''Farmoplant''' (ex '''Montedison-Diag''') era il nome dell'azienda [[società controllata|sussidiaria]] di [[Montedison]] (oggi [[Edison]]) con sede a [[Milano]] e specializzata nella produzione di [[prodotto fitosanitario|fitofarmaci]]. Venne messa in liquidazione nel [[1988]] e chiusa definitivamente nel [[1991]]. <br> Farmoplant era anche il nome dello stabilimento controllato dall'azienda stessa nella città di [[Massa (Italia)|Massa]] in cui venivavo prodotti diversi tipi di pesticidi. Le vicende dello stabilimento Farmoplant suscitarono clamore tra l'[[opinione pubblica]] per i numerosi incidenti — e conseguente inquinamento dell'ambiente — avvenuti nel corso degli anni.
L'incidente più grave si ebbe il 17 luglio [[1988]] quando due esplosioni — la prima alle ore 6:10; la seconda alle ore 6:15 — innescarono un incendio alle 06:20 che
Le zone più colpite dall'inquinamento ambientale causato dall'incendio risulteranno essere quelle di [[Marina di Massa]] e [[Marina di Carrara]]. <br> L'incidente non comportò perdite di vita tra la popolazione del luogo nè tra i turisti.<ref>"[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]". 21/07/1988. [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/07/21/ecco-da-zona-zona-le-quantita-di.html ''Ecco da zona a zona le quantità di Rogor.
Tra [[Edison]] (ex [[Montedison]]), titolare della controllata [[Farmoplant]], e provincia di [[Provincia di Massa e Carrara|Massa Carrara]] iniziò una battaglia legale per il risarcimento dei danni ambientali causati dall'incidente.
La disputa si protrarrasse fino al 15 marzo 2010, data in cui il comune di [[Massa (Italia)|Massa]] accettò il risarcimento di circa 3 milioni di [[euro]]<ref>[[Edison]]. 30/07/2010. [http://www.edison.it/media/relazione-semestrale30giugno2010.pdf ''Relazione Semestrale.
Il risarcimento venne così ripartito <ref>"[[La Nazione]]". 19/06/2010. [http://www.lanazione.it/massa_carrara/cronaca/2010/04/19/320224-farmoplant_elemosina.shtml ''Farmoplant, elemosina dopo il disastro.
* 750 mila euro al Comune di Massa;
* 600 mila euro al Comune di Carrara;
* 250 mila euro alla Provincia di Massa Carrara.
Tra il [[1976]], anno della sua apertura — ed il [[1991]], anno della chiusura definitiva — all'interno dello stabilimento Farmoplant si verificarono 42 incidenti. Tra questi, 2 risultarono mortali per due lavoratori all'interno di esso.<ref name="ruffolo licenziamenti">"[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]". 21/11/1987. [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/11/20/il-ministro-alla-farmoplant-ritirate-licenziamenti.html ''Il ministro alla Farmoplant: "ritirate i licenziamenti".
== Avvenimenti salienti ==
=== [[1938]] ===
* Creazione della zona industriale di [[Provincia di Massa e Carrara|Massa Carrara]] (conosciuta anche come Zona Industriale Apuana) — risiedente per metà nel comune di [[Massa_(Italia)|Massa]] e per metà nel comune di [[Carrara]], per arginare l' ondata di disoccupazione creatasi dopo il [[
=== [[1972]] ===
* Il [[Montecatini (azienda)|Gruppo Montecatini]] (poi [[Montedison]]) chiude lo [[stabilimento]] di [[fertilizzante|fertilizzanti]] "Azoto" situato nella frazione [[Avenza]] di [[Carrara]] per obsolescenza dei macchinari presenti al suo interno. La chiusura porta al licenziamento di oltre 500 dipendenti. Il governo chiede a [[Montedison]] aprire un nuovo stabilimento nell'area ex-Azoto; [[Montedison]] accetta promettendo occupazione per un migliaio di posti.<ref>Pucciarelli 1990, pg. 12</ref>
=== [[1975]] ===
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=== [[1976]] ===
* Inizia l'attività dello stabilimento [[Farmoplant]] per la produzione di:
** [[fungicida|anticrittogamici]] (Aspor, Zineb, Ziram, Maneb, Mancozeb)
** esteri fosforici
** erbicidi ([[Atrazina]], Depramon, [[Paraquat]], Repanile)
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=== [[1978]] ===
* Scoppio di alcuni fusti di [[Organofosfato#Insettici organofostati|methil-parathion]] all'interno della [[Farmoplant]].<ref name="mara 140" />
* '''15 ottobre''' <br> Un guasto — caduta del rivestimento refrattario del forno di combustione liquidi — all'interno del ciclo di produzione di [[fungicida#Fungicidi organici|ditiocarbammati]] di [[Farmoplant]] causa lo stop degli inceneritori Lurgi e Alberto per alcuni mesi. I costi per le riparazioni ammonteranno a circa 6 miliardi di [[lira italiana|lire]].<ref name="mara 140" /><ref>Assemblea Permanente, Medicina Democratica 1985, pg. 12</ref>
=== [[1979]] ===
* '''maggio''' <br> Si verifica il primo dei due incidenti mortali avvenuti all'interno della [[Farmoplant]] tra il [[1976]] ed il [[1988]]: muore per [[asfissia]] un tecnico all'interno del reparto produzione del pesticida [[Dimetoato|Rogor]].<ref name="mara 140" /><ref name="radicale 25187" />
* '''giugno''' <br> Viene rilevata contaminazione da pesticida Trifluralin, in produzione alla [[Farmoplant]], di alcune falde idriche presenti nella zona dello stabilimento.<ref name="mara 140" />
* '''settembre''' <br> Viene reso pubblico il "Piano di evacuazione" preparato dalla [[
=== [[1980]] ===
* '''gennaio''' <br> All'interno di Farmoplant si verifica una fuoriuscita di [http://www.wigam.com/documentazione/wr/R22%20-%20Scheda%20di%20sicurezza.doc algofrene], gas impiegato nella produzione del pesticida [[Dimetoato|Rogor]].<ref name="mara 140" />
* '''17 agosto''' <br> All'interno di Farmoplant, alle ore 02:00, un incendio divampa nel deposito —
* '''settembre''' <br> Viene rilevata contaminazione da pesticida [[Dimetoato|Rogor]] di numerose [[falda freatica|falde freatiche]] intorno all'area [[Farmoplant]].
* '''novembre''' <br> A causa dell'inquinamento rilevato in settembre, la [[Magistratura]] emette un'ordinanza di sequestro dei serbatoi contenenti [[Dimetoato|Rogor]] e di oltre 1000 [[pozzo artesiano|pozzi artesiani]], situati sia valle che a monte, dello stabilimento [[Farmoplant]].<ref>Pucciarelli 1990, pg. 66</ref><ref name="mara 141">Mara, Palagi, Tognoni 1995, pg. 141</ref>
=== [[1981]] ===
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=== [[1982]] ===
* '''24 giugno''' <br> La [[Comunità europea|Comunità Europea]] adotta la [[direttiva dell'Unione europea|direttiva]] [[Direttiva Seveso|82/501/CEE]]<ref>[[Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana|Gazzetta ufficiale]]. n. L 230. [http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:31982L0501:IT:HTML ''Direttiva 82/501/CEE del Consiglio, del 24 giugno 1982, sui rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali.
=== [[1983]] ===
* '''marzo''' <br> All'interno dello stabilimento [[Farmoplant]] esplodono 12 fusti contenenti pesticida [[Dimetoato|Rogor]].<ref name="mara 141" />
=== [[1984]] ===
* '''8 gennaio''' <br> Entra in vigore in [[Italia]] la direttiva [[Direttiva Seveso|82/501/CEE]] (conosciuta anche come [[Direttiva Seveso]]).<ref>"[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]". 11/05/1987. [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/11/05/ecco-cosa-prevede-quella-direttiva.html ''Ecco cosa prevede quella direttiva.
* '''luglio''' <br> La regione [[Toscana]], dopo la richiesta di [[Montedison]] ed aver ricevuto il parere favorevole dall'unità 2 dell'[[USL]] di [[Massa (Italia)|Massa]], concede a Farmoplant l'autorizzazione ad usare l'inceneritore "Lurgi" per lo smaltimento di rifiuti esterni.<ref>Assemble Permanente, Medicina Democratica
=== [[1985]] ===
* Viene pubblicata la relazione del 1975 attraverso il "''[[Libro bianco]] sulla Farmoplant''" curato da Assemblea Permanente e Medicina Democratica.
* '''marzo''' <br> Il [[Ministero della
* '''agosto''' <br> Per l'incendio nel magazzino Mancozeb del [[1980]], la [[Magistratura]] condanna [[Montedison]] al pagamento di una multa di 182 mila [[Lira italiana|lire]].<ref>Assemblea Permanente, Medicina Democratica 1985, pg. 19</ref>
=== [[1986]] ===
* Perdita di [[ammoniaca]] da un serbatoio della Farmoplant che porta ad una moria di pesci nel vicino fiume Lavello. <br> Il 21 novembre [[1987]] l'azienda verrà [[Assoluzione (diritto)|assolta]] perché le rilevazioni effettuate vennero eseguite all'insaputa dei rappresentanti [[Farmoplant]].<ref name="mara 142">Mara, Palagi, Tognoni 1995, pg. 142</ref><ref name="puc 13">Pucciarelli 1990. pg. 13</ref>
* '''4 febbraio''' <br> Il [[Consiglio regionale della Toscana|Consiglio Regionale della Toscana]] approva la risoluzione sulle aziende ad "Alto Rischio" censendone 27. [[Farmoplant]] rientra nella lista.<ref>Pucciarelli 1990, pg. 86</ref><ref>"[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]". 02/12/1987. [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/12/02/industrie-almeno-391-sono-molto-pericolose.html ''Industrie, almeno 391 sono molto pericolose.
* '''6 ottobre''' <br> All'interno di [[Farmoplant]] si verifica il secondo ed ultimo incidente mortale dalla sua apertura: perde la vita un operaio colpito da un mezzo meccanico.<ref name="mara 141" />
=== [[1987]] ===
* '''25 ottobre''' <br> Il primo [[referendum#Possibili classificazioni dei referendum|referendum consultivo]] d'Europa ad iniziativa popolare<ref name="puc 103">Pucciarelli 1990, pg. 103</ref> — indetto nei comuni di [[Massa (Italia)|Massa]], [[Carrara]] e [[Montignoso]] — si pronuncia a favore per la <<chiusura, lo smantellamento e la bonifica degli stabilimenti Farmoplant>>.<ref name="referendum">"[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]". 27/10/1987. [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/10/27/massa-boccia-il-polo-chimico.html ''Massa boccia il polo chimico.
* '''31 ottobre''' <br> Assecondando l'esito del [[referendum#Possibili classificazioni dei referendum|referendum consultivo]], il sindaco di [[Massa (Italia)|Massa]] Mauro Pennacchiotti emette un'[[ordinanza#ordinanze amministrative|ordinanza amministrativa]] che impone il divieto alla produzione di pesticidi presso [[Farmoplant]]. Lo stabilimento viene momentaneamente chiuso.
* '''novembre''' <br> In risposta alla chiusura dello stabilimento [[Farmoplant]], [[Montedison]] ne licenzia la totalità dei dipendenti. Il [[Ministro_dell%27ambiente|Ministro dell'Ambiente]] [[Giorgio Ruffolo]] chiede la revoca dei licenziamenti,<ref name="ruffolo licenziamenti" /> senza sortire risultato.
* '''21 novembre''' <br> [[Montedison]] ricorre al [[
* '''25 dicembre''' <br> Il [[
=== [[1988]] ===
* '''marzo''' <br> La Commissione Interministeriale istituita dopo l'incendio del deposito Macozeb nel [[1980]], dichiara che <<lo stabilimento Farmoplant [...] non è compatibile con il benessere degli abitanti di Alteta e degli altri insediamenti abitativi [presenti nella Z.I.A.]>>.<ref>Pucciarelli 1990, pg. 110</ref>
* '''17 luglio''' <br> Alle ore 06:10 all'interno di Farmoplant avviene la prima esplosione nel reparto produzione [[Dimetoato|Rogor]], a cui seguirà una seconda cinque minuti dopo, ed un incendio alle 06:20<ref name="radicale 28125">[[Radio Radicale]]. 17/07/1987. [http://www.radioradicale.it/scheda/28098/28125-esplosione-ed-incendio-alla-ditta-farmoplant-interviste-a-cura-di-bruno-luvera-e-marco-meletti ''Esplosione ed incendio alla ditta Farmoplant.
* '''17 agosto''' <br> Il sindaco Pennacchiotti emette un'[[Ordinanza#Ordinanze amministrative|ordinanza]] di chiusura definitiva per lo stabilimento Farmoplant.<ref name="ordinanza pen">"[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]". 20/08/1988. [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/08/20/farmoplant-chiuso-definitivamente-lo-stabilimento-che-provoco.html ''Farmoplant, chiuso definitivamente lo stabilimento che provocò il dramma.
* '''28 agosto''' <br> Il governo vara un piano triennale da 800 miliardi di [[Lira italiana|lire]] per la bonifica delle zone ad alto rischio ambientale. [[Massa (Italia)|Massa]] non rientra tra le zone scelte<ref>Pucciarelli 1990, pg. 126</ref><ref>[http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1989-09-02;305 Programmazione triennale per la tutela dell'ambiente.]</ref> perché non ancora riconosciuta come tale — lo diventerà nel [[1991]].
* '''settembre''' <br> [[Enimont]] (ex [[Montedison]]) mette in [[liquidazione]] lo stabilimento [[Farmoplant]]. <br> Inizia la battaglia legale per il risarcimento dai danni ambientali tra la provincia di [[Provincia di Massa e Carrara|Massa Carrara]] e [[Montedison]] che si concluderà nel 2010.
=== [[1989]] ===
* '''8 maggio''' <br> Il governo istituisce la "Commissione tecnica per il riesame del Piano di Bonifica dello stabilimento di Massa della Farmoplant spa in liquidazione".<ref>Assemblea Permanente, altri 1990, pg. 122</ref>
* '''settembre-ottobre''' <br> Assemblea Permanente denuncia<ref>Assemblea Permanente,
=== [[1990]] ===
* '''settembre''' <br> La [[Magistratura]] impone la riaccensione dell'inceneritore interno "Lurgi" [[Farmoplant]] per smaltire le sostanze tossiche ancora giacenti nello stabilimento. <br> La chiusura definitiva nell'agosto [[1988]] ne aveva vietato l'uso anche per interventi di sola bonifica.<ref>"[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]". 20/10/1990. [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/10/10/inceneritore-farmoplant-sara-riaperto-per-smaltire.html ''L'inceneritore Farmoplant sarà riaperto per smaltire i liquami.
=== [[1991]] ===
* '''aprile-maggio''' <br> Si verificano una serie di guasti all'incineritore "Lurgi".<ref name="mara 144" />
* '''3 maggio''' <br> Il [[
* '''giugno''' <br> Iniziano i lavori per lo smantellamento dello stabilimento Farmoplant.
* '''29 novembre''' <br> La società Farmoplant cessa ufficialmente attività. La gestione dell'area ex-Farmoplant viene ereditata dalla Cersam, nuova società appartenente al gruppo [[Montedison]].
=== [[1992]] ===
* '''giugno''' <br> Le [[brigata|brigate]] "[[Brigata
=== [[1993]] ===
* '''3 marzo''' <br> Il tribunale di [[Massa (Italia)|Massa]] condanna in [[Processo_(diritto)|primo grado]] a quindici mesi di reclusione per <<concorso in incendio con l' aggravante del disastro ecologico; danni alla salute della popolazione; avvelenamento delle acque>>:<ref>"[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]". 04/03/1993. [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/03/04/farmoplant-operai-risarciti.html ''Farmoplant, operai risarciti.
** Giovanni Stea, direttore dell'ex stabilimento [[Farmoplant]];
** Mario Matteoli, responsabile della sicurezza all'interno della [[Farmoplant]];
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== Creazione della Zona Industriale Apuana (Z.I.A.) ==
Per arginare l'ondata di disoccupazione venutasi a creare nella [[Apuania|zona Apuana]] dopo il [[
La Zona Industriale Apuana (Z.I.A) copre un'area di circa 8 [[Chilometro quadrato|kmq]] comprendente parte dei comuni di:
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* [[Nuovo Pignone]]
* [[RIV_(azienda)|RIV]]
|} che fino al [[1985]] producevano 1/4 del [[valore aggiunto]] prodotto nella [[Provincia di Massa e Carrara|Provincia]] ed un'occupazione di circa 3500 unità.<ref>Pucciarelli 1990, pg. 141</ref>
=== Deindustrializzazione della zona Apuana ===
Sin dalla sua creazione la Z.I.A. attira numerose aziende. Dalla caduta del [[Governo
Infatti, con la caduta del [[governo Mussolini|governo Mussolini]] cade con esso anche la politica dell'[[autarchia|autarchia]] che aveva favorito fino a quel momento le aziende nazionali dei settori chimico e metalmeccanico, prone all'investimento nella Z.I.A..<ref>[http://www.regione.toscana.it/regione/multimedia/RT/documents/1203938238092_Allegato_1_Quadro_Conoscitivo_4_12_06.pdf ''Piano di indirizzo territoriale della Toscana.
Il [[Governo_De_Gasperi_III|nuovo governo]] della neonata [[
Gli interventi che nel corso degli anni si susseguono da parte del governo non riescono comunque a ridurre il fenomeno di [[deindustrializzazione]] in atto nella Z.I.A..
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* una produzione rivolta principalmente a favorire i bisogni locali,
* mancato ammodernamento dei sistemi produttivi,
* presenza di abitazioni civili nella zona che limitano la produzione.<ref>[http://www.assindustriams.it/upload/allegati/3565.pdf ''Piano strutturale del comune di Massa.
== La chiusura dello stabilimento "Azoto" e il progetto Farmoplant ==
[[File:Stabilimento Azoto Avenza 1945.jpg|thumb|Stabilimento Azoto situato ad Avenza nel 1945]]
Nel 1972 [[Montedison]] decide di chiudere lo stabilimento "Azoto" (ex '''Dipa''', ex '''Apuania Fertilizzanti'''),<ref name="puc 162">Pucciarelli 1990, pg. 162</ref> in attività dal 1939, per obsolescenza dei macchinari presenti al suo interno.<ref name="puc 162" />
Lo stabilimento produceva principalmente fertilizzanti, composti organici ed inorganici,<ref>[http://www.arpat.toscana.it/notizie/eventi/pre2008/ev_2004_bonifiche_bonifichemassa_relazione.zip/?searchterm=None ''La bonifica dei siti inquinati di Massa Carrara.
{|
|
* [[Ossido di etilene]]
* [[Etanolammina]]
* [[Piridina|Piridine]]
|
* [[Ammoniaca]]
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La chiusura dello stabilimento Azoto andava inquadrata nella politica di alleggerimento dei costi di [[Montedison]], che prevedeva la smobilitazione di circa 20.000 dipendenti,<ref>Pucciarelli 1990, pg. 22</ref> da effettuarsi su tutto il territorio italiano. La chiusura di Azoto comportò il licenziamento di oltre 500 dipendenti.
Siccome la chisura definitiva dello stabilimento dello stabilimento avrebbe comportato un ulteriore aumento del fenomeno di deindustrializzazione in atto nella [[Apuania|zona Apuana]], il governo italiano iniziò a fare pressioni sulla [[Montedison]] per farlo rimanere in attività.<ref name="1972 pg 702">[[Camera dei deputati|Camera dei Deputati]]. 18/07/1972. [http://legislature.camera.it/_dati/leg06/lavori/stenografici/sed0011/sed0011.pdf ''VI Legislatura - Discussioni.
=== La proposta di Montedison ===
Sotto le richieste del governo, [[Montedison]] propose la costruzione di un nuovo stabilimento nell'area ex-Azoto. Nel 1975 i rappresentanti di sindacati, [[Montedison]] e della [[
La relazione venne redatta da una delegazione del [[Massa (Italia)|Comune di Massa]] composta:<ref>Assemble Permanente, Medicina Democratica 1985, pg. 5</ref>
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* dal Segretario della Ripartizione Igiene e Sanità
|}
i quali effettuarono visite a stabilimenti produttori di [[prodotto fitosanitario|fitofarmaci]] francesi e svizzeri<ref>La delegazione visitò in [[Francia]] lo stabilimento PEPRO di [[Lione]] e lo stabilimento di [[Villefranche-sur-Saône|Villefranche]]. Tra quelli svizzeri furono visitati gli stabilimenti [[Novartis|CIBA-CEIGY]] di Schweizerhalle, [[Kaisten]] e [[Monthey]]</ref> con l'obiettivo di <<appurare:
# lo stato di inquinamento degli ambienti di lavoro;
# lo stato di inquinamento atmosferico all'esterno dei luoghi di lavoro;
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La relazione era <<da porsi in relazione alla richiesta dell Soc. DIPA-MONTEDISON di costriuire analogo stabilimento in Massa per una spesa valutabile in oltre cinquanta miliardi [di lire], su di una superficie di circa 600.000 mq. con impiego di almeno 400 dipendenti ed una produzione annuale di olttre 80.000 tonnellate [...]>>.
Lo stabilimento di [[prodotto fitosanitario|fitofarmaci]] Farmoplant veniva considerato dalla direzione [[Montedison]] come <<un elemento determinante nella razionalizzazione dell'agricoltura in quanto consentono la bonifica [...] e la maggior resa di colture necessarie per soddisfare le crescenti esigenze nutritive dell'uomo>>.<ref name="puc 162" />
Il progetto finale prevedeva:<ref name="puc prod" />
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* tra lavoratori diretti ed indiretti, oltre 1500 dipendenti;
* la concessione da parte del comune di licenze trimestrali e semestrali per la produzione di pesticidi.
* la produzione dei [[prodotto fitosanitario|fitofarmaci]]:
{|
|
:*L 56
:*[[Dimetoato|Rogor]]
:*Mancozeb
|
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=== Struttura stabilimento Farmoplant ===
Nel progetto [[Montedison]], lo stabilimento per la produzione di [[prodotto fitosanitario|fitofarmaci]] [[Farmoplant]] era ripartito su più impianti:<ref name="puc prod">Pucciarelli 1990, cap. ''Lo stabilimento e le sue produzioni''</ref>
{|
|
* Polivalente
* Rogor
* D.T.C. ([[
* Termodistruzione
* Biologico
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* Depramon
|
* [[Propionaldeide|Propanale]]
* Trifuralin
* Galben
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Il [[Inceneritore#Inceneritore_a_forno_rotativo|forno Rotativo]] era formato da un tamburo con rivestimento refrattario interno. Il forno sottoponeva i rifiuti solidi e liquidi ad un moviemento rotatorio per farli reagire meglio con l'[[Comburente|aria]] e migliorarne così la [[combustione]].
Il forno verticale "Lurgi", all'inizio usato solo nello smaltimento dei reflui liquidi, venne nel tempo modificato per incenerire anche rifiuti solidi.<ref name="radicale 28170">[[Radio Radicale]]. 22/07/1988. [http://www.radioradicale.it/scheda/28143/28170-situazione-in-versilia-dopo-lincendio-alla-ditta-farmoplant ''Situazione in Versilia dopo l'incendio alla ditta Farmoplant.
=== Sicurezza dello stabilimento Farmoplant ===
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== Incendio serbatoio Mancozeb del 1980 e momentanea chiusura dello stabilimento ==
Alle 02:00 del 17 agosto [[1980]] un incendio per autocombustione<ref>Pucciarelli 1990, pg. 33</ref><ref>[[Camera dei deputati|Camera dei Deputati]]. 02/04/1982. [http://legislature.camera.it/_dati/leg08/lavori/stenografici/sed0489/sed0489.pdf ''VIII Legislatura — Discussioni.
Nella mattinata il sindaco di [[Massa (Italia)|Massa]] Umberto Barbaresi ordinava la sospensione delle attività dello stabilimento. Gli oltre 500 dipendenti Farmoplant si trovarono momentaneamente senza lavoro.
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==== Incontri di Roma ====
Il 27 agosto [[1980]] il [[Ministero della
Nell'incontro venne confermata la decisione di mantenere la sospensione delle attività ordinata dal sindaco di [[Massa (Italia)|Massa]] Barbaresi, almeno fino a quando non fosse stato accertato <<da parte di una commissione tecnica nominata dal Ministro [della Sanità] [...] quali siano le condizioni di sicurezza e di tutela per lavoratori, popolazione e ambiente>>.<ref>Pucciarelli 1990, pg. 31</ref>
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Nella riunione venne anche discussa la situazione degli oltre 500 dipendenti Farmoplant, senza cassa integrazione sin dalla sua momentanea chiusura, con il governo favorevole alla riaperture dello stabilimento una volta accertatane la sicurezza. <br> Tra istituzioni e lavoratori da una parte, ed abitanti della zona Farmoplant dall'altra, comincò a delinearsi una spaccatura: i primi spingevano per la riapertura dello stabilimento — preoccupati per la mancanza di lavoro — mentre i secondi, preoccupati per la salute e l'ambiente, ne richiedevano la chiusura definitiva.
Il 5 novembre [[1980]] un altro incontro riunì governo ed amministrazioni locali. Le discussioni continuarono ad essere incentrate sulla riapertura dello stabilimento, con il [[
==== Norme di sicurezza per la riapertura dello stabilimento Farmoplant ====
Il 4 novembre [[1980]] il [[Ministero della
* Farmoplant viene riconosciuta come <<industria insalubre di 1° classe [...] configurabile come attività ad alto rischio>>
* si richiede <<dalla parte dell'azienda Farmoplant una dimostrazione particolarmente rigorosa dell'esistenza di garanzia che l'esercizio non rechi nocumento alla salute del vicinato>
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Il 22 dicembre [[1980]] gli operai Farmoplant protestarono contro la chisura dello stabilimento sostando sui binari della [[Stazione di Massa Centro|stazione di Massa]] per circa tre ore.
In risposta all'occupazione della [[stazione ferroviaria]], i sindacati ed i segretari provinciali dei partiti [[Partito Comunista Italiano|PCI]], [[Democrazia Cristiana|DC]] e [[Partito Socialista Italiano|PSI]] si riunirono per discutere sulla riapertura dello stabilimento. Con il benestare del [[Ministero della salute (Italia)|Ministro della Sanità]] [[Aldo Aniasi]]<ref>Pucciarelli 1990, pg. 50</ref>, le segreterie dei partiti riunitisi chiesero:
[[File:Corteo per la chiusura di Farmoplant.jpg|thumb|Cittadini di Massa (MS) chiedono la chiusura definitiva di Farmoplant]]
# la revoca dei licenziamenti;
# l'immediato incontro in sede governativa della [[Montedison]], delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni locali;
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=== La strada verso il Referendum ===
Dopo la riapertura della Farmoplant nel gennaio [[1981]] il malcontento tra la popolazione residente nelle sue vicinanze crebbe. Anche tra gli operai delle vicine fabbriche [[Olivetti]] e [[Dalmine (azienda)|Dalmine]], finora solidali con i colleghi di Farmoplant, cominciarono a crescere malumori.<ref name="radicale 28283">[[Radio Radicale]]. 20/07/1988. [http://www.radioradicale.it/scheda/28256/28283-incendio-alla-farmoplant-i-provvedimenti-del-comune ''Incendio alla Farmoplant: i provvedimenti del Comune.
La perdita di [[diossina]] avvenuta il 12 marzo [[1984]] nell'azienda chimica [[EniChem|Enichem]] (ex [[Rumianca]] poi [[Anic]]) di Avenza<ref>Il 12 marzo [[1984]] a causa di un guasto durante la lavorazione del diserbante FS-1 nello stabilimento Anic di Avenza si sprigionò una nube contenente diossina. Due lavoratori rimasero intossicati ma non ci furono fatalità</ref> e l'articolo apparso il 22 febbraio [[1984]] sul [[Alto Adige (quotidiano)|quotidiano Alto Adige]] in cui si denunciavano lo smaltimento di oltre 6000 tonnellate di rifiuti tossici<ref name="assemb pg66">Assemblea Permanente, altri 1990, pg. 66</ref> non autorizzati<ref>[http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1982-10-10;915 Decreto del Presidente della Repubblica.] 10/10/1982. Art. 6</ref> non aiutorono a distendere il clima di tensione tra popolazione ed istituzioni. <br> Il Comune di [[Massa (Italia)|Massa]] nel frattempo diffidava Farmoplant dall'incenerimento di rifiuti esterni allo stabilimento.<ref name="bianco 14">Assemble Permanente, Medicina Democratica 1985, pg. 14</ref>
[[File:Cittadini davanti ai cancelli di Farmoplant.jpg|thumb|Abitanti della frazione di Alteta si radunano davanti allo stabilimento Farmoplant]]
Nella "Conferenza economica" del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] del 25 maggio [[1984]] la questione ambientale diventò l'argomento di discussione principale. Secondo l'opinione del partito si sarebbe dovuto ottenere <<attraverso la sensibilizzazione di massa, la iniziativa e la lotta, [nella Z.I.A.] un ambiente produttivo e sano>>. Il 25 luglio [[1984]] il [[Consiglio regionale|Consiglio Regionale]] della [[Toscana]] votava a favore per la concessione a Farmoplant del permesso a smaltire rifiuti chimici per conto terzi.<ref name="bianco 14" /> Il 31 luglio [[1984]] il [[consiglio comunale]] di [[Massa (Italia)|Massa]] respingeva all'unanimità la decisione del [[Consiglio regionale]] perché lo smaltimento di rifiuti esterni era proibito dal "Piano Regolatore Generale" della Z.I.A..<ref name="bianco 14" />
Il 2 dicembre [[1984]] a [[Bhopal]], città dell'[[India]], la fuoriuscita di 40 tonnellate di [[isocianato di metile]] in uno stabilimento di proprietà della [[Union Carbide]] causa la morte di oltre 14000 persone. In relazione alla notizia che nello stabilimento Farmoplant erano in lavorazione alcuni dei pesticidi all'origine dell'[[Disastro di Bhopal|incidente in India]] ("Carbaryl", prodotto dalla [[Montedison]] con il nome di "Panam P5" e "Panam PB 50")<ref name="mara 142" /><ref>Assemblea Permanente, Medicina Democratica 1985, pg. 3</ref> sempre più persone si dichiaravano favorevoli alla chisura definitiva di Farmoplant. <br> Nel febbraio [[1985]] Lega Ambiente, Medicina Democratica e [[WWF]] costituiscono il "Comitato per il Referendum Consultivo" con l'obiettivo di chiudere definitivamente lo stabilimento Farmoplant. Il [[Partito Comunista Italiano|PCI]] si espresse a sfavore perché <<[Il Referendum Consultivo] non andrebbe a delineare quel vasto schieramento politico-sociale sul quale fondare una effettiva azione del governo dei processi economici e ambientali che vadano nella direzione di una nuova qualità della vita>>.
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==== Progetto per la ristrutturazione Farmoplant del 1986 ====
Il 4 Febrraio [[1986]] venne approvata dal [[Consiglio regionale della Toscana|Consiglio Regionale della Toscana]] la risoluzione sulle aziende "ad alto rischio" presenti in [[Toscana]]. Il [[Consiglio
In marzo l'azienda rese pubblico il "Progetto Massa" in cui si delineava il <<rilancio della attività dello stabilimento, attraverso la ristrutturazione>> con un investimento di 10 miliardi di [[Lira italiana|lire]]. Alla fine dei lavori i miliardi investiti da [[Montedison]] risulteranno essere 6.<ref name="puc 96">Pucciarelli 1990, pg. 96</ref>
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Nel progetto di ristrutturazione "Progetto Massa" figuravano le realizzazioni di:
* un terminal per il [[Porto di Carrara|porto commerciale di Carrara]];
* un'area di rimessaggio cantieristica per le imbarcazioni da [[
* un centro commerciale per l'industria e l'artigianato locale legato al marmo.<ref>"[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]." 03/06/1986. [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/03/06/all-ombra-dell-inceneritore-nascera-un-ipermercato.html ''All'ombra dell'inceneritore nascerà un ipermercato'']</ref>
Nonostante questo, il "Progetto Massa" non venne accolto favorevolmente nè dalla popolazione nè dai partiti: il [[Partito
Le reazioni contrarie erano dovute al fatto che nel progetto si riteneva necessario continuare a produrre Rogor fino al 1990, anno in cui, secondo Farmoplant, sarebbe stato possibile sostituirlo con produzioni di fitofarmaci di nuova generazione.<ref name="puc 96" />
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=== Il primo Referendum Consultivo d'Europa ===
Negli [[
Nell'agosto [[1986]] il "Comitato per il Referendum Consultivo" consegnava 10.000 firme autenticate (in cui compariva anche quella del sindaco Mauro Pennacchiotti) alla regione per indire — nei comuni di [[Massa (Italia)|Massa]], [[Carrara]] e [[Montignoso]] — un referendum per la chiusura definitiva dello stabilimento Farmoplant.
Il 19 dicembre [[1986]] il consiglio comunale di Massa approvava a maggioranza un documento in cui invitava il sindaco Pennacchiotti a promuovere la consultazione referendaria nei comuni di [[Massa (Italia)|Massa]], [[Carrara]] e [[Montignoso]]. Nel testo per le schede referendarie proposto dall'Amministrazione Comunale il 23 febbraio [[1987]] comparve, oltre al quesito per la chiusura dello stabilimento, un secondo quesito in cui si chiedeva se favorevoli alla <<trasformazione e alla diversificazione produttiva dello stabilimento Farmoplant di Massa [...] a fronte degli impegni, certi e verificabili [...] con superamento delle produzioni a rischio, nella prospettiva di uno sviluppo compatibile con l'ambiente e la salute dei cittadini [...]>>. <br> Contrari all'aggiunta del secondo quesito furono [[Partito Socialista Italiano|PSI]] [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|MSI]], mentre a favore risultarono [[Partito Comunista Italiano|PCI]], [[Democrazia Cristiana|DC]], [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]], [[Partito Socialista Democratico Italiano|PSDI]] e le organizzazioni sindacali [[Confederazione Generale Italiana del Lavoro|CGIL]], [[Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori|CISL]] e [[UIL]].
Il 25 ottobre [[1987]] si tenne il primo Referendum Consultivo d'Europa<ref>Pucciarelli 1990, pg. 99</ref> nei comuni di [[Massa (Italia)|Massa]], [[Carrara]] e [[Montignoso]]. Nel Referendum erano presenti due quesiti:
* '''Quesito A''': <br> <<Sei favorevole alla chiusura, lo smantellamento e la bonifica degli stabilimenti Farmoplant (compreso l'inceneritore [Lurgi]) del polo chimico per un'alternativa di sviluppo che punti alla valorizzazione delle risorse del territorio?>>
* '''Quesito B''': <br> <<Sei favorevole alla trasformazione e alla diversificazione produttiva dello stabilimento Farmoplant di Massa (386 dipendenti e circa 200 occupati nelle lavorazioni indotte) a fronte degli impegni, certi e verificabili da parte della Farmoplant rispetto al documento di intenti presentato dall'ente locale, con superamento delle produzioni a rischio, nella prospettiva di uno sviluppo compatibile con l'ambiente e la salute dei cittadini e basato sulla valorizzazione delle risorse del territorio?>>
La partecipazione degli aventi diritto al voto fu del '''74,85'''% con il:
* '''71,69'''% dei votanti pronunciatisi a favore del '''quesito A''';
* '''28,39'''% dei votanti pronunciatisi a favore del '''quesito B'''.
Assecondando l'esito del Referendum, il sindaco di [[Massa (Italia)|Massa]] Mauro Pennacchiotti revocò le licenze di produzione rilasciate alla Farmoplant. Il 2 novembre [[1987]] Farmoplant licenziò i suoi dipendenti.
[[File:Proteste contro la sentenza del TAR del 1987.jpg|thumb|Cittadini di Massa (MS) protestano contro la sentenza del TAR]]
11 luglio [[1987]] Farmoplant ricorse al [[Tribunale amministrativo regionale|TAR]] della Toscana per <<vizio di illegittimità manifesta e per sviamento del Referendum che si è svolto>>. Il 15 dicembre [[1987]] il [[Tribunale amministrativo regionale|TAR]] della Toscana annullò la revoca delle licenze emessa in novembre dal sindaco Pennacchiotti, dando il via libera alla riapertura di Farmoplant. Tutti i lavoratori dello stabilimento furono riassunti.
La sentenza del [[Tribunale amministrativo regionale|TAR]] non mancò di suscitare polemiche tra quelli che desideravano la chiusura definitiva dello stabilimento. Tra le critiche rivolte alla sentenza vi erano quelle di:
* aver considerato le attività di Farmoplant come "continuative", quando invece andavano avanti per licenze trimestrali concesse dal sindaco di [[Massa (Italia)|Massa]] (se il sindaco Pennacchiotti non avesse revocato le licenze dopo il Referendum del 27 ottobre [[1988]], ma si fosse limitato a non rinnovarle, Farmoplant non avrebbe potuto ricorrere al [[Tribunale amministrativo regionale|TAR]]);<ref name="radicale 27412">[[Radio Radicale]]. 13/05/1988 [http://www.radioradicale.it/scheda/27385/27412-inquinamento-farmoplant-produzione-inquinante-di-cromo-e-scarico-nello-stabilimento-enichem ''Inquinamento Farmoplant: produzione inquinante di cromo e scarico nello stabilimento Enichem.''] minuto 16:30 in poi</ref>
* aver concesso a Farmoplant il "danno da illegittimità licenziamenti" che il datore di lavoro non avrebbe potuto ricevere (e che non era stato richiesto dai lavoratori, non entrati nel processo).<ref name="radicale 27412" />
== Esplosioni ed incendio serbatoio Rogor e Cicloesanone del 1988 ==
[[File:Incendio 1988 impianto Rogor.jpg|thumb|Parte dell'impianto Rogor coinvolto nell'incendio]]
Il 17 luglio [[1988]] alle ore 06:10 si verifica la prima di due esplosioni all'interno dell'impianto "Formulati Liquidi" Farmoplant. Alle 6:15 si verifica la seconda esplosione di un serbatoio cilindrico in posizione orizzontale contenente 55 mila litri — dei quali solo 15 mila brucieranno — di [[Dimetoato|Rogor]] in soluzione al 45% con [[cicloesanone]] che provocherà l'incendio alle 6:20 . <br> Altre due esplosioni — alle 08:00 ed alle 08:30, provocate da [[irraggiamento|irraggiamento termico]] di accumuli di gas nei tubi dell'impianto Rogor — si verificano nello stabilimento.<ref name="puc 117">Pucciarelli 1990, pg. 117</ref> Secondo le ricostruzioni dei tecnici [[USL]],<ref name="radicale 28283" /> il serbatoio contenente [[Dimetoato|Rogor]] esplose per aumento interno della pressione dovuto ad un surriscaldamento del liquido. Lo sfogo all'aperto del liquido provocò poi l'evaporazione del [[cicloesanone]] che per [[irraggiamento|irraggiamento termico]] diede il via all'incendio.
Entro le 10:00 l'incendio sviluppatosi nel reparto Formulati Liquidi veniva domato dai [[vigile del fuoco|vigili del fuoco]]. Alle 11:00 l'[[USL]] di [[Massa (Italia)|Massa]] emetteva un primo comunicato in cui venivano date le dinamiche dell'incidente, mentre alle 14:00 ne pubblicava un secondo in cui si raccomandava di <<non consumare frutta e verdura prodotta in loco, se non dopo un accurato lavaggio>>; si vietava <<la balneazione per 500 metri, a destra e a sinistra della foce del [fiume] Lavello>><ref name="puc 117" /> — divieto che verrà esteso a 1000 metri nei giorni successivi — e si dava notizia che <<le quantità di [[Dimetoato|Rogor]] rilevata su campioni a foglia larga non mostrano valori Rogor sensibili>>.<ref> [[Radio Radicale]]. 18/07/1988. [http://www.radioradicale.it/scheda/28097/28124-esplosione-ed-incendio-alla-ditta-farmoplant ''Esplosione ed incendio alla ditta Farmoplant.'']</ref>
Alle 17:30 un terzo comunicato dava informazioni sul numero dei ricoverati: 13 nel Comune di [[Massa (Italia)|Massa]], 2 nel Comune di [[Carrara]] e 50 ancora in attesa di visite mediche<ref>Pucciarelli 1990, pg. 118</ref>
Nella mattinata del 18 luglio [[1988]] il "Comitato Permanente per lo Sviluppo Economico" e l'"Assemblea dei lavoratori Farmoplant"
=== Provvedimenti presi dopo l'incidente e
Il 18 luglio [[1988]] i ministri [[Giorgio Ruffolo|Ruffolo]] ([[Ministro dell%27ambiente|Ambiente]]), [[Enrico Ferri|Ferri]] ([[
Nel frattempo, i cittadini di [[Provincia di Massa e Carrara|Massa Carrara]] davano voce alla propria inquietudine manifestando sotto [[Palazzo Ducale (Massa)|Palazzo Ducale]], dove i ministri e le autorità locali erano riunitesi. Nel pomeriggio la [[Prefettura (Italia)|Prefettura]] ordinava una carica della polizia per disperdere la folla e permettere ai ministri di partire alla volta di [[Roma]].<ref>"[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]". 20/07/1988. [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/07/20/dopo-farmoplant-chiuderemo-altri-impianti.html ''Dopo Farmoplant chiuderemo altri impianti.'']</ref> Tra la popolazione di [[Massa (Italia)|Massa]] numerose persone denunciarono pestaggi — anche rivolti a bambini ed anziani — e l'uso di lacrimogeni, mentre tra la polizia rimasero contusi 9 agenti.<ref name="radicale 28159" /><ref>[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]. 19/07/1988. [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/07/19/tre-ministri-assediati-in-prefettura.html ''Tre ministri assediati in prefettura.'']</ref>
Il 19 luglio [[1988]] il [[Consiglio regionale|Consiglio Regionale]] approvava una mozione in cui si chiedeva la chisura definitiva dello stabilimento Farmoplant. Nello stesso giorno la [[Camera dei deputati|Camera dei Deputati]] presentava un documento in cui <<impegnava il governo:
* a presentare [...] un piano di bonifica entro il 31 ottobre [[1988]];
* ad assicurare ai dipendenti [Farmoplant] [...] le provvidenze che la legge prevede in tali circostanze;
Riga 471 ⟶ 498:
* a definire, in rapporto con le indicazioni [...] concernenti la crisi siderurgica e la reindustrializzazione, un piano di intervento complessivo per i vari settori produttivi, compatibili con l'ambiente;
* [...] a intraprendere ogni azione verso la [[Montedison]] per il risrcimento dei danni anche sulla base dell'art 18 L. 08/07/1986 n. 349;
* a riferire al [[Parlamento
Il 19 agosto [[1988]] il sindaco di [[Massa (Italia)|Massa]] Pennacchiotti ordinava lo spegnimento dell'inceneritore "Lurgi".<ref name="ordinanza pen" /> Il governo e gli enti locali si riunirono nuovamente a [[Roma]] il 14 settembre 1988 per decidere quali provvedimenti prendere in merito all'incidente. Il sottosegretario alla [[Presidenza del Consiglio dei ministri]] [[Riccardo Misasi]] richiese 20 giorni per una corretta valutazione dell'accaduto, valutazione che tardò ad arrivare fino all'aprile 1989. Il 21 settembre 1988 [[Montedison]] annunciava la messa in [[liquidazione]] di Farmoplant.
Il 25 novembre 1988 gli ex dipendenti Farmoplant ancora senza cassa integrazione diedero vita ad una manifestazione davanti ai cancelli dello stabilimento; 15 di essi ricevettero mesi dopo un ordine di comparizione.<ref>Pucciarelli 1990, pg. 131</ref> Il 5 marzo 1989 la [[Presidenza del Consiglio dei ministri]] ricevette una delegazione formata da rappresentanti delle istituzioni locali ed organizzazioni sindacali di [[Provincia di Massa e Carrara|Massa Carrara]]. Nella riunione venne richiesta la dichiarazione di "zona ad alto rischio ambientale" per la Z.I.A. — lo diventerà nel 1991<ref name="rischio amb" /> — e la proroga di 6 mesi per la [[cassa integrazione guadagni|cassa integrazione]] degli ex dipendenti Farmoplant.
Il 19 maggio 1989 il governo crea la "Commissione tecnica per il riesame del Piano di bonifica dello stabilimento di Massa della Farmoplant spa
In una dichiarazione diretta al governo [[Confederazione Generale Italiana del Lavoro|CGIL]], [[Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori|CISL]] e [[UIL]] ritenevano <<[la termodistruzione] comunque necessaria ed insostituibile per l'eliminazione [...] di reflui solidi e liquidi nonché dei contenitori inquinati che diversamente potrebbero essere trattati>><ref name="assemb pg64">Assemblea Permanente, altri 1990, pg.64</ref> mentre il [[ministeri del governo italiano soppressi o accorpati#Ministero_dell.27Industria_e_dell.27Artigianato|ministro dell'Industria]] [[Adolfo Battaglia]] a sua volta considerava l'inceneritore "Lurgi" <<un bell'impianto che serve anche per risolvere altri problemi>>.<ref>Mara, Palagi, Tognoni 1995, pg. 69</ref> La riluttanza alla chiusura dell'impianto Termodistruzione da parte del governo divenne evidente quando in risposta ad alcune domande riguardanti l'inceneritore, il ministro [[Giorgio Ruffolo|Ruffolo]] dichiarò che <<è impensabile, dopo quello che è successo alla Farmoplant che si possa anche soltanto pensare alla chiusura o alla delocalizzazione di attività produttive chimiche, perché altrimenti noi daremmo alla popolazione l'immagine che la chimica non è affidabile>>.<ref>Assemblea Permanente, altri 1990, pg. 71</ref>
== Critiche alla Commissione per il riesame del piano di bonifica ==
* il verbale di un sopralluogo del 14 giugno 1989 alla Farmoplant, eseguito da una delegazione della Commissione, venne trasformato dalla Commissione stessa nel documento finale dell'intera Commissione, senza prendere in considerazione le osservazioni degli altri componenti.<ref>Assemblea Permanente, altri 1990, pg. 13</ref> Il documento non presentava dati tecnici, ritenuti necessari per formulare valutazioni tecniche;<ref name="assemb pg57">Assemblea Permanente, altri 1990, pg. 57</ref>
* la presenza all'interno della Commissione di consulenti Montedison;<ref name="assemb pg57" />
* il non aver prodotto informazioni precise sulle quantità e qualità dei rifiuti ancora presenti nello stabilimento Farmoplant;<ref>Assemblea Permanente, altri 1990, pg. 53</ref>
* la sovrastima della necessità di polmonazione,<ref name="polmonazione">Per polmonazione si intende che si ha un sistema di serbatoi, di tubi, di impianti, e un flusso di azoto. In tutti i vuoti di questi serbatoi, tubi, impianti, etc; c'é un [[Battente_idraulico|battente]] di gas che sta in equilibrio rispetto alla temperatura ed alla pressione dell'ambiente, rispetto i liquidi contenuti nei serbatoi. Per ipotesi: in un serbatoio contenente 100 metri cubi di azoto e 100 metri cubi di acqua, togliendo l'acqua avrò — con temperatura e pressione costante — 200 metri cubi di azoto, cioé un travaso di azoto all'interno del contenitore. <br> L'operazione inversa alla polmonazione si ha quando per irraggiamento solare — o per sbalzo termico tra giorno/notte — si verifica un aumento di pressione dentro i serbatoi e diventa quindi necessario far sfogare l'azoto</ref> in modo da far risultare l'inceneritore "Alberti" non sufficiente per lo smaltimento dei rifiuti;<ref>Assemblea Permanente, altri 1990, pg. 61</ref><ref>La commissione fece risultare come necessari 9,7 metri cubi di camera di combustione. Con "Alberti" che ne disponeva solo 3,7 si rendeva, secondo il parere della Commissione, necessario l'uso dell'inceneritore "Lurgi"</ref>
* il non aver preso in considerazione alternative all'inceneritore "Lurgi" — presentate da alcuni componenenti della Commissione<ref>Assemblea Democratica, altri 1990, pg 31</ref> — scopo per cui la Commissione stessa fu creata.
== Critiche dell'opinione pubblica rivolte alle istituzioni ==
Nei giorni successivi all'incidente alcune critiche furono espresse contro l'operato della [[Dipartimento della Protezione Civile|Protezione Civile]] e l'atteggiamento impiegato dal governo nell'affrontare l'incidente. In particolare, l'[[opinione pubblica]] locale mosse critiche:
* al modo in cui la protezione diffuse le notizie nei momenti successivi all'incendio: venne usata una singola radio privata locale senza avvertire le grandi radio pubbliche nazionali,
* al modo in cui [[protezione civile]] e governo minimizzarono sulle conseguenze che l'incidente avrebbe avuto sulla salute degli abitanti, quando [[Dimetoato|Rogor]] e Cidial (quest'ultimo non coinvolto nell'incendio) considerati dall'[[Organizzazione mondiale della sanità|Organizzazione mondiale della sanità]] come <<[[Carcinogeno|cancerogeni]], [[
* al governo perché il risultato del referendum del 19 dicembre [[1987]] non venne di fatto
== Accuse rivolte a Farmoplant nel corso degli anni ==
* Farmoplant non fornì mai informazioni dettagliate su:<ref name="assemb pg12">Assemblea Permanente, Medicina Democratica 1985, pg. 12</ref>
** lo stato, i sistemi di stoccaggio e le condizioni di giacenza dei prodotti chimici e scorie stoccati all'interno dello stabilimento;
** lo stato di sicurezza degli impianti, le apparecchiature e la strumentazione di controllo.
* Farmoplant non fornì mai dati certi sullo stoccaggio dei rifiuti tossici presenti nello stabilimento:<ref>Assemblea Permanente, Medicina Democratica 1985, pg. 10</ref> le informazioni date per il piano di bonifica del 1988 e 1989 non fornivano dati sul nome dei prodotti stoccati, né sul tipo di contenitore in cui erano contenuti.<ref>Assemblea Permanente, Medicina Democratica 1985, pg. 11</ref>
* Farmoplant presentò un piano di bonifica nel 1989 che dichiarava quantità di "tossici" — reflui di processo liquidi e solidi, fusti contaminati contenenti pesticidi e scorie chimiche, etc. — inferiori a quelle del dichiarate nel 1988.<ref>La Farmoplant non aveva ricevuto dalla Regione i permessi per lo smaltimento dei rifiuti, quindi l'azienda non avrebbe potuto smaltirli. Farmoplant non fu però in grado di fornire i documenti necessari — bolle di carico e scarico, fatture, etc. — per rintracciare i rifiuti</ref>
* Il monitoraggio ambientale dell'area venne fermato nel settembre 1988 e mai più riattivato.<ref>Assemblea Permanente, altri 1990, pg. 63</ref>
* Farmoplant non presentò piani di emergenza né piani di impatto ambientale del processo di bonifica.
* All'interno dello stabilimento erano presenti al momento dell'incendio del 17 luglio [[1988]] migliaia di tonnellate di scorie, giacenti alcune, da oltre 10 anni nello stabilimento.<ref>Assemble Permanente, altri 1990, pg. 64</ref><ref name="assemb pg66" />
== Note ==
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* {{cita libro|cognome=Pucciarelli|nome=Emilio Luciano|titolo=Farmoplant in nome del popolo italiano|anno=1990|editore=Zappa|città=Sarzana|pagine=187}}
* {{cita libro|coautori=Luigi Mara; Marcello Palagi; Gianni Tognoni|titolo=Da Bhopal alla Farmoplant: Crimini e chimica di morte|anno=1995|editore=Ecoapuano|città=Carrara|pagine=243}}
* {{cita libro|coautori=Assemblea Permanente; ''et al.''|titolo=Farmoplant: il rischio occultato, la bonifica negata, l'informazione|anno=
* {{cita libro|coautori=Assemblea Permanente; Medicina Democratica|titolo=Libro Bianco sulla Farmoplant|anno=1985|editore=La Cooperativa Tipolitografica|città=Carrara|pagine=44}}
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