Libia: differenze tra le versioni
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{{F|Libia|dicembre 2023|Intere sezioni sono completamente senza fonti. La sottosezione ''Gruppi etnici'', nella parte in cui parla degli ebrei, presenta fantomatiche citazioni degli autori ''Harris'', ''Stillman'' e ''Simon'', che però non compaiono in bibliografia; viene il legittimo sospetto che tali fonti non siano stato consultate da chi le ha citate.}}
{{Stato
| nomeCorrente = Libia
| nomeCompleto =
| nomeUfficiale = <span style="font-size:
| linkBandiera = Flag of Libya
| paginaBandiera = Bandiera della Libia
| linkStemma = Seal of the Government of National Unity (Libya).svg
| paginaStemma = Stemma della Libia
| linkLocalizzazione = Libya (centered orthographic projection).svg
| linkMappa = Ly-map.png
| lingua =
| altrelingue = [[Lingua berbera|berbero]], [[Lingue Tebu#Lingua Tedaga|teda]]
| capitale = {{simbolo|Coats of arms of Municipality of Central Tripoli.png}} [[Tripoli]]
| capitaleAbitanti = {{formatnum:3072000}}
| capitaleAbitantiAnno = 2019
| governo = [[Repubblica parlamentare]]
| presidente = [[Mohamed al-Menfi]]<br/><small>(Come Presidente del Consiglio Presidenziale)</small>
| primoMinistro = [[Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh]]<br /><small>(Governo di unità nazionale di Tripoli, riconosciuto dall'ONU)
| elenco capi di
| elenco capi di stato = [[Capi di Stato della Libia|Capo dello Stato]]
| indipendenza = 24 dicembre 1951 dall'[[Amministrazione alleata della Libia|amministrazione anglo-francese]]
| ingressoONU = 14 dicembre 1955
| superficieTotale = {{formatnum:1759540}}
| superficieOrdine = 16
| superficieAcqua = 0,5
| popolazioneTotale = {{formatnum:6871287}}
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| popolazioneDensita = 3,74
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| nomeAbitanti = {{AggNaz|mp|LBY}}
| confini = [[Confine tra la Libia e la Tunisia|Tunisia]], [[Confine tra l'Algeria e la Libia|Algeria]], [[Confine tra la Libia e il Niger|Niger]], [[Confine tra il Ciad e la Libia|Ciad]], [[Confine tra la Libia e il Sudan|Sudan]], [[Confine tra l'Egitto e la Libia|Egitto]]
| continente = [[Africa]]
| orario = [[UTC+2]]
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| HDI = 0.724 (alto)
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| TFT = 2,5 (2011)<ref>{{cita web|url=http://data.worldbank.org/indicator/SP.DYN.TFRT.IN/countries|titolo=Tasso di fertilità nel 2011|accesso=12 febbraio 2013}}</ref>
| energia = <!-- consumo di energia pro capite - non scrivere kW/ab. che viene scritto già dal template - (consumo annuo totale in kWh diviso gli abitanti/365gg/24h) -->
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| inno = ''[[Libia, Libia, Libia]]''
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| stato precedente = [[File:Flag of Libya (1977–2011).svg|20px|border]] [[Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista]]
}}
La '''Libia''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/ˈlibja/|it}}<ref name=":0">• {{DOP|id=1049211}}<br />• {{Dipi|Libia}}</ref>; {{arabo|ليبيا|Lībiyā}}; {{berbero|ⵍⵉⴱⵢⴰ|Libya}}), ufficialmente '''
== Storia ==
{{vedi anche|Storia della Libia}}
L'odierna Libia era abitata sin dal periodo [[neolitico]] da popolazioni indigene, antenate dei [[berberi]] odierni, dedite all'[[allevamento]] dei [[bovini]] e alla [[coltivazione]] dei [[cerealicoltura|cereali]].
=== Dominio egizio ===
=== Dominio greco-fenicio ===
I [[Fenici]] di [[Tiro (città antica)|Tiro]] fondarono in seguito i porti di [[Leptis Magna|Leptis]], Oea ([[Tripoli]]) e [[Sabratha]], che in seguito caddero nell'orbita di [[Cartagine]], mentre i [[Greci]] si insediarono a [[
=== Dominio romano, vandalo e bizantino ===
[[File:Leptis Magna Arch of Septimus Severus.jpg|thumb|
L'[[Impero romano]] acquisisce la [[Tripolitania]] nel 146 a.C. dopo la definitiva distruzione di Cartagine, e la [[Cirenaica]] nel 96 a.C., scontrandosi con i [[Garamanti]] dell'interno.
I territori saranno organizzati nelle province di [[Africa (provincia romana)|Africa Proconsularis]] e di [[Creta e Cirene]]. [[Leptis Magna]], divenuta una delle tre maggiori città di tutto il [[Nordafrica]], diede i natali alla [[dinastia dei Severi]]. È giunto a noi in perfetto stato di conservazione l'arco dedicato all'imperatore Settimio Severo, originario di Leptis Magna ([[arco di trionfo]] in genere riservato ai conquistatori).
[[Diocleziano]], nella spartizione dell'Impero, divise la Libia tra [[Tripolitania]], nell'occidentale [[Africa (diocesi)|Diocesi d'Africa]], e [[Libya superior]] e [[Libya inferior]] nell'orientale [[Egitto (diocesi)|Diocesi d'Egitto]]. Terremoti, invasioni delle popolazioni [[Sirte|sirtiche]] e declino delle città (Leptis e Cirene) causarono il declino della regione.
Nel 430 i [[Vandali]] di [[Genserico]], di religione [[arianesimo|ariana]], già conquistata Cartagine, occuparono i territori libici, arrivando a distruggere [[Tolemaide]]. Verso la fine del [[V secolo]] lo Stato vandalo cadde in declino, abbandonando la maggior parte dell'interno ai [[Mori (storia)|Mauri]] e ad altre tribù del deserto.
Nel 533, l'[[imperatore bizantino]] [[Giustiniano I|Giustiniano]], deciso ad attuare la sua vasta politica di riconquista dell'Occidente, mosse guerra in Africa, sino a che, dopo un anno di lotte, l'ultimo re vandalo, [[Gelimero]], si arrese nel 534 al generale bizantino [[Belisario]]. Giustiniano istituì la Prefettura del Pretorio d'Africa, formata da sette province, tra cui [[Tripoli]], difendendo i territori dalle incursioni dei berberi. Le province nordafricane, insieme alla [[Sardegna]] e ai possedimenti romani in Spagna, vennero riunite nell'[[Esarcato d'Africa]] dall'imperatore [[Maurizio (imperatore)|Maurizio]]. L'esarcato conobbe una certa prosperità e trovatosi, dopo il 640, a dover fronteggiare l'urto della conquista islamica, riuscì, pur con qualche battuta d'arresto, a tenere testa alla minaccia per qualche tempo. Già nel 643 gli arabi giunsero in Cirenaica, stabilendo nel 644 il governatorato della regione nella città di Barqa, già [[Barce|Barca]]. Ma nel 698 un esercito arabo proveniente dall'Egitto saccheggiò Cartagine e conquistò l'esarcato, mettendo fine al dominio cristiano e romano sul Nordafrica.
=== Dominio arabo e ottomano ===
La [[Seconda Crociata]] permise infine ai [[Normanni]] di [[Ruggero II di Sicilia]] di impadronirsi dell'intera costa libica, compresa tra [[Tripoli]] e [[Capo Bon]] (
La minaccia dei [[corsari barbareschi]] spinse nel
Con l'indebolimento dell'Impero ottomano, un nuovo regno autonomo si stabilì in Libia tra il
=== La colonizzazione italiana e la seconda guerra mondiale (1911-1951) ===
{{
Nel 1911 l'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] di [[Giovanni Giolitti|Giolitti]] dichiarò guerra all'[[Impero ottomano]]<ref>[[Guerra Italo-Turca]].</ref> per ottenere il controllo della [[Tripolitania]] e della [[Cirenaica]], parzialmente sancito dalla [[Trattato di Losanna (1912)|pace di Losanna]] (1912). Fino ai primi anni 1930, gli italiani combatterono la resistenza organizzata dai [[Senussi]]<ref>[[Omar al-Mukhtar]], [[Idris I di Libia|Idris di Cirenaica]] ed [[Enver Pascià]].</ref>, fino all'impiccagione di [[Omar al-Mukhtar]] nel 1931, mentre coloni italiani si stabilivano in Libia, fino a costituire, nel 1939 in occasione del [[Censimento della Libia del 1939|primo censimento]], il 13% della popolazione.
La pacificazione della Libia da parte degli italiani provocò la morte di circa un quarto della popolazione della Cirenaica, che contava 225.000 abitanti.<ref>Mann, Michael (2006). The Dark Side of Democracy: Explaining Ethnic Cleansing. Cambridge University Press. p. 309.</ref> Lo storico [[Ilan Pappé]] stima che tra il 1928 e il 1932 l'esercito italiano “uccise metà della popolazione beduina (direttamente o attraverso malattie e fame nei campi di concentramento italiani in Libia)”.<ref>Ilan Pappé, ''The Modern Middle East''. Routledge, 2005, p. 26.</ref>
Nel 1934, con l'unione della Tripolitania e della Cirenaica, venne proclamato il ''Governatorato Generale della Libia'', di cui il primo governatore fu [[Italo Balbo]]. Successivamente gli abitanti autoctoni poterono godere dello status di "''cittadini italiani libici''" con tutti i diritti che ne conseguivano.
Nel 1937 Italo Balbo divise la [[Libia italiana]] in quattro province<ref>Nel 1939 annesse al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]].</ref> e un territorio sahariano: la [[provincia di Tripoli]], la [[provincia di Bengasi]], la [[provincia di Derna]], la [[provincia di Misurata]] e il [[Territorio Militare del Sud]] con capoluogo [[Hun (Libia)|Hun]]<ref>Sede di un comando militare che aveva il compito di governare il Sahara libico.</ref>. Nel gennaio 1943 la Libia fu occupata dalle truppe Alleate; nonostante ciò, [[Italo-libici|gran parte degli italiani]] rimase nel paese.
Con il [[Trattato di Pace del 1947]] la Gran Bretagna amministrò la Tripolitania e la Cirenaica e la Francia il Fezzan, in [[Amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite|gestione fiduciaria]] delle [[Nazioni Unite]], mentre la [[Striscia di Aozou]] (ottenuta da Mussolini nel 1935) fu riconsegnata alla colonia francese del [[Ciad]].
=== Indipendenza e Regno di Libia (1951-1969) ===
{{vedi anche|Regno Unito di Libia}}
[[File:Flag of Libya (1951-1969).svg|thumb|Bandiera del [[Regno Unito di Libia]] (1951-1969, 2012-in uso)]]
[[File:IdrisI3.jpg|thumb|upright=0.5|[[Idris I di Libia|Re Idris al-Senussi]]]]
Il 24 dicembre 1951 la Libia dichiarò l'indipendenza come ''[[Regno Unito di Libia]]'', [[monarchia ereditaria]] e costituzionale sotto re [[Idris di Libia|Idris al-Senussi]]. [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e [[Gran Bretagna]] vi mantennero due basi militari, data l'importanza strategica del paese nel controllo del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]].
Il Parlamento del Regno era composto da [[Bicameralismo perfetto|due camere]], il Senato e la Camera dei Deputati. Entrambe le camere si aprivano e scioglievano insieme.<ref name=":0" />
Il Senato era composto da ventiquattro membri nominati dal Re. I membri della Camera dei Deputati erano eletti a [[suffragio universale]] attraverso la modifica costituzionale del 25 aprile 1963, in quanto prima di questa data le donne non avevano diritto al voto. Il Re era responsabile della nomina e la rimozione dall'incarico del Primo Ministro. Il Re era tenuto anche a nominare i ministri sulla base del parere del Primo Ministro, che dipendeva dalla camera dei deputati.<ref name=":1" />
Tra il 1947 e il 1951 vennero fondate le prime organizzazioni, sindacali e politiche, tra cui il ''Movimento Operaio Libico'' e l{{'}}''Unione Sindacale dei Lavoratori Libici'', che, radicati tra i lavoratori portuali, condussero, nel luglio 1950, a diversi scioperi per i diritti immediati, normativi e salariali dei lavoratori. Il [[Partito Comunista Libico]], clandestino, fondato nello stesso periodo, operava sia nel sindacato che nell'Associazione Politica per il Progresso della Libia, un'organizzazione importante che si batteva per l'indipendenza del paese africano. Le organizzazioni, politiche e sindacali del movimento operaio in Libia vennero chiuse nel dicembre 1951 dai britannici con la collaborazione della monarchia di re Idris I<ref>Vedi ''Diacronie. Studi di storia contemporanea'' n. 5/1/2011 di Chiara Loschi e articolo di Valentino Parlato da "il Manifesto" del 31 agosto 2010</ref>.
Il 28 marzo 1953 la Libia entrò nella [[Lega degli Stati Arabi|Lega Araba]], il 14 dicembre 1955 nell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]. Negli anni cinquanta vennero scoperti i primi [[giacimenti di petrolio]]. Tuttavia, la limitata sovranità politica ebbe l'effetto di far approvare nel 1955 una legge che concedeva l'uso dei giacimenti alle principali compagnie petrolifere mondiali, riservando al governo soltanto il 50% degli introiti. Negli anni sessanta la quantità di petrolio estratta aumentò, ma l'indigenza a cui era relegato il popolo non subì variazioni.<ref name="eurasia-rivista.org">{{cita pubblicazione |autore = Matteo Pistilli |url = http://www.eurasia-rivista.org/8402/lo-sviluppo-della-libia-il-ruolo-di-gheddafi |titolo = Lo sviluppo della Libia: il ruolo di Gheddafi |pubblicazione = [[Eurasia (rivista)|Eurasia]] |data = 22 febbraio 2011 |accesso = 4 giugno 2015 |urlmorto = sì |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110617114903/http://www.eurasia-rivista.org/8402/lo-sviluppo-della-libia-il-ruolo-di-gheddafi/ }}</ref> Il 25 aprile 1963 un'importante riforma abolì il sistema di governo federale e il nome del paese fu modificato in ''Regno di Libia''.
=== Il regime di Gheddafi (1969-2011) ===
[[File:Flag of Libya (1969–1972).svg|thumb|Bandiera della [[Repubblica Araba di Libia]] (1969-1977)]]
Il 1º settembre 1969 re Idris viene deposto da un gruppo di ufficiali [[Gamal Abd el-Nasser|nasseriani]]. Il paese fu ribattezzato ''Repubblica araba di Libia'' e [[Muʿammar Gheddafi]] resse il governo provvisorio, che avviò un programma di [[nazionalizzazioni]] delle grandi imprese e dei possedimenti italiani, chiudendo inoltre le basi militari statunitensi e britanniche.
La piena sovranità politica permise al governo di impiegare le entrate delle grandi imprese petrolifere nello sviluppo di infrastrutture nel paese. Nel 1970 i beni degli [[italo-libici]] furono confiscati e gli stessi cittadini furono costretti a lasciare il paese entro il 15 ottobre 1970.
Il regime intraprese la riforma agraria e promosse un sistema di sicurezza sociale, assistenza medica gratuita e la partecipazione dei lavoratori ai profitti delle aziende pubbliche. L'elettricità iniziò a raggiungere gratuitamente la popolazione; il tasso di alfabetizzazione salì dal 5 all'83%.<ref>https://www.telesurtv.net/telesuragenda/libia-muamar-gadafi-avances-sociales-politicos--economicos-20180607-0014.html</ref>
La politica di sviluppo del territorio perseguita da Gheddafi permise di realizzare, oltre ai miglioramenti, in ogni campo, delle infrastrutture, tra cui il ''[[grande fiume artificiale]]'', un'imponente opera idraulica che, attraverso lo sfruttamento dell'acqua fossile, contenuta in laghi sotterranei, forniva acqua potabile a una popolazione in continua crescita. La prima fase di tale opera si concluse nel 1991 con il tratto che giunge fino a Bengasi, la seconda nel 1996 con il tratto che raggiunse Tripoli, la terza nel 2000, permettendo di raggiungere l'entroterra.<ref name="eurasia-rivista.org" />
[[File:Muammar al-Gaddafi, 12th AU Summit, 090202-N-0506A-534.jpg|thumb|upright=0.5|Gheddafi parla in qualità di Presidente dell'[[Unione Africana]] nel palazzo ONU di [[Addis Abeba]] alla sua elezione nel febbraio 2009]]
In politica estera, la Libia rivoluzionaria appoggiò i movimenti di liberazione nazionale, primo fra tutti l'[[OLP]] di [[Yasser Arafat]] nella sua lotta contro [[Israele]]. Volendosi erede di Nasser, tra il 1971 e il 1977 Gheddafi partecipò al tentativo di fondare una [[Federazione delle Repubbliche Arabe]] con Egitto e Siria. In seguito tenterà senza successo di creare federazioni con [[Tunisia]] (1974), [[Ciad]] (1981) e [[Marocco]] (1984). Gheddafi espliciterà la sua filosofia politica nel ''[[Libro Verde (Mu'ammar Gheddafi)|Libro Verde]]'' (1976).
==== La ''Giamahiria'' ====
{{vedi anche|Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista}}
[[File:Flag of Libya (1977).svg|left|thumb|Bandiera della Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista (1977-2011)]]
Il 2 marzo 1977 venne proclamata la ''[[Giamahiria]]'' (letteralmente "repubblica delle masse"). Nello stesso anno, grazie ai maggiori introiti derivanti dal [[petrolio]], Gheddafi poté dotare il suo Stato di nuove strade, ospedali, acquedotti e industrie. Sull'onda della popolarità, nel 1979 rinunciò a ogni carica politica ufficiale, pur rimanendo l'unico leader del paese con l'appellativo di ''guida della rivoluzione''. Le deboli organizzazioni libiche del movimento operaio, sindacali e politiche, dopo aver subito la repressione da parte della monarchia di re [[Idris I di Libia|Idris I]] el-Senussi, vennero definitivamente eliminate attraverso gli assassinii e le incarcerazioni ordinate dalla dittatura nazionalista. Gli intellettuali<ref>Professori, scrittori, giornalisti, avvocati e sindacalisti.</ref> di orientamento [[marxista]] subirono nell'aprile 1973 e nel dicembre 1978 la feroce repressione del regime di Gheddafi<ref>Vedi John K. Cooley, ''Muʿammar Gheddafi e la rivoluzione libica'', pp. 384-385.</ref>.
Nello stesso periodo la Libia venne coinvolta in un conflitto di frontiera con il [[Ciad]] per il possesso della [[striscia di Aozou]], un territorio ricco di risorse minerarie, contesa che venne risolta pacificamente solo nel 1994. Sempre durante questo periodo, e per molti anni, Gheddafi fu uno dei pochi leader internazionali che continuarono a sostenere i dittatori [[Idi Amin Dada]] e [[Jean-Bedel Bokassa]].<ref>Quest'ultimo soltanto nel periodo in cui si dichiarò musulmano.</ref>
Negli anni 1980, la Libia di Gheddafi {{senza fonte|si configurò come "[[Stato canaglia]]", sostenitore di gruppi terroristici quali l'[[Irlanda|irlandese]] [[Provisional IRA|IRA]] e il [[Palestina|palestinese]] [[Settembre Nero (organizzazione)|Settembre Nero]]}}. Gheddafi fu progressivamente {{chiarire|emarginato dalla [[NATO]]}} e, in reazione all'[[attentato alla discoteca di Berlino del 1986]], il 15 aprile dello stesso anno, Tripoli venne bombardata dai [[Caccia intercettore|caccia]] americani, attraverso l'[[Operazione El Dorado Canyon]]. Per reazione la Libia rispose con uno sterile [[Attacco missilistico libico contro Lampedusa|attacco missilistico contro Lampedusa]].
Nel 1988 la Nazione venne accusata di aver organizzato l'attentato di [[Lockerbie]] sul [[volo Pan Am 103]], che causò la morte di 270 persone. Con la risoluzione 748/92, l'ONU impose un [[embargo]] alla Libia, durato fino alla consegna degli imputati, avvenuta il 5 aprile 1999, e nel 2003 all'accettazione della responsabilità civile verso le vittime.
La Giamahiria si riavvicinò alla comunità internazionale a partire dagli [[Anni 1990|anni '90]]: nel 1990 con la condanna dell'[[Iraq]] nella [[guerra del Golfo]], attraverso la mediazione tra [[Etiopia]] ed [[Eritrea]], e nel 1999 con l'opposizione ad [[al-Qa'ida]].
Il 15 maggio 2006 gli Stati Uniti riallacciarono le relazioni diplomatiche interrotte venticinque anni prima, togliendo la Libia dalla lista degli "[[Stati canaglia]]". Nuove tensioni sorsero dal 2008 tra la Libia e la [[Svizzera]] in seguito all'arresto a [[Ginevra]] del figlio di Gheddafi, [[Hannibal Gheddafi|Hannibal]], mentre nel 2008 le relazioni diplomatiche con l'Italia si stabilizzarono grazie al [[trattato di Bengasi]]. Dal febbraio 2009 al gennaio 2010, Gheddafi fu il presidente di turno dell'[[Unione Africana]].
=== Guerra civile (2011) ===
{{vedi anche|Prima guerra civile in Libia|Intervento militare internazionale in Libia del 2011}}
[[File:
Nel febbraio del 2011 scoppiarono delle sommosse popolari cui seguì un conflitto armato che vide opposte le forze fedeli a Gheddafi agli insorti del [[Consiglio Nazionale Libico]]. Il 19 marzo 2011, dopo la [[risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]], venne attivato un [[Intervento militare in Libia del 2011|intervento militare]] internazionale, con lo scopo di tutelare la popolazione civile libica tramite l'applicazione di una [[zona d'interdizione al volo]].
In realtà l'intervento si concretizzò nel bombardamento delle truppe governative, di infrastrutture civili e militari e nell'appoggio alle truppe antigovernative. All'intervento presero parte gli Stati appartenenti alla NATO, tra cui [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], [[Francia]], [[Regno Unito]], [[Italia]] e [[Canada]], nonché alcuni paesi [[mondo arabo|arabi]]: [[Qatar]] e [[Emirati Arabi Uniti]].
Dal marzo 2011 molti Stati, a partire dalla [[Francia]], riconobbero il [[Consiglio nazionale di transizione]] come unico rappresentante del popolo libico. Altri Stati stabilirono legami diplomatici con il Consiglio, mantenendo un rapporto con il governo di Gheddafi.
Il 17 ottobre 2011 cadde l'ultima città lealista a favore di Gheddafi, Bani Walid. Le forze del regime erano ormai bloccate in poche zone nei dintorni di Bani Walid e di Sirte. La Libia si poteva pertanto considerare quasi interamente libera dal regime di [[Muʿammar Gheddafi|Gheddafi]].
Il 20 ottobre 2011 Mu'ammar Gheddafi venne catturato e ucciso nella sua città natale di [[Sirte]], uccisione che di fatto portò alla caduta del suo regime e alla fine della guerra.
Dopo la caduta di Gheddafi la Libia è divenuta ostaggio degli scontri fra le numerose milizie tribali che formavano la coalizione dei ribelli. I diversi governi che si sono succeduti hanno tentato di imporre l'autorità del potere centrale su questi gruppi, cercando di disarmarli o di integrarli nell'esercito nazionale, ma hanno sostanzialmente fallito, in quanto le amministrazioni centrali si sono sempre dimostrate troppo deboli e il parlamento troppo diviso.
[[File:Libyan Civil War.png|thumb|[[Seconda guerra civile in Libia|Guerra civile in Libia]] (2015):{{simbolo|Location dot red.svg|11}} Governo di Bengasi {{simbolo|Location dot lime.svg|11}} Governo di Tripoli
{{simbolo|Location dot grey.svg|11}} [[Stato Islamico (organizzazione)|Stato Islamico]] (IS) e da ''[[Ansar al-Shari'a (Libia)|Anṣār al-Sharīʿa]]'' {{simbolo|Location dot yellow.svg|11}} [[Tuareg]]]]
===
{{vedi anche|Seconda guerra civile in Libia}}
Dopo il 18 maggio 2014 la situazione precipitò in seguito al colpo di Stato del generale [[Khalifa Belqasim Haftar]] e con l'occupazione del palazzo del Parlamento a Tripoli da parte di soldati a lui fedeli. Il generale aveva lanciato due giorni prima un attacco contro alcune milizie islamiche nella [[Cirenaica]], non autorizzato dal governo centrale. Tuttavia, il 30 luglio 2014 una di queste milizie, ''[[Ansar al-Shari'a (Libia)|Anṣār al-Sharīʿa]]'' occupò [[Bengasi]], proclamando l'emirato islamico. Nella stessa Tripoli si verificarono violenti scontri, in particolare nella zona dell'aeroporto, fra una milizia islamica chiamata ''Fajr Lībiyā'' (Alba della Libia) e altre milizie laiche; entrambe erano favorevoli al governo, ma non si conosceva la loro posizione nei riguardi del generale Haftar<ref>{{Cita pubblicazione |url = http://www.ilpost.it/2014/08/03/libia-caos |titolo = La Libia è nel caos |pubblicazione = [[Il Post]] |data = 3 agosto 2014 |accesso = 3 agosto 2014}}</ref>.
Il 17 dicembre 2015, a [[Skhirat]], in [[Marocco]], i rappresentanti del Congresso di Tripoli e della Camera di [[Tobruch]] firmarono un accordo per la formazione di un "governo di accordo nazionale", sotto l'egida delle Nazioni Unite<ref>{{Cita pubblicazione |autore = Vincenzo Nigro |url = http://www.repubblica.it/esteri/2015/12/17/news/libia_firmato_accordo_onu_per_governo_di_unita_nazionale-129680815/|titolo = Libia: firmato l'accordo tra le due fazioni per governo di unità nazionale |editore = <!--Gruppo Editoriale L'Espresso--> |giornale = [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] |data = 17 dicembre 2015 |accesso = 13 gennaio 2016}}</ref>.
In vigore da marzo 2016, l'accordo di pace non ha mai ottenuto l'appoggio della Camera dei rappresentanti di Tobruk e del generale Haftar.
Il 28 febbraio 2019 i due governi rivali sancirono un accordo in vista delle rinviate elezioni generali. Il 27 novembre, però, il governo di Tripoli firmò con la [[Turchia]] un accordo militare. A seguito di ciò, il parlamento di [[Bengasi]] ruppe le relazioni con la Turchia e il generale Haftar proclamò il [[Jihād]] contro la Turchia. Inoltre Haftar ottenne un crescente sostegno da parte della Russia, sia in termini di soldati sul terreno che di appoggio diplomatico e di armamenti. Nel 2020 proseguirono i combattimenti tra le due fazioni e il presidente egiziano [[Abdel Fattah al-Sisi|al-Sisi]] dichiarò che l'assedio di [[Sirte]] avrebbe rappresentato una linea rossa per un intervento militare dell'[[Egitto]] a sostegno del governo di Tobruk.
Il 21 agosto 2020 il presidente del governo di Tripoli, [[Fayez al-Sarraj]], e il presidente del parlamento di Tobruk, [[Aguila Saleh Issa|Aguila Saleh]], dichiararono di comune accordo un immediato cessate il fuoco, prevedendo elezioni generali per il marzo 2021 e chiedendo il ritiro dei mercenari stranieri dal territorio libico.<ref>{{cita web|url=https://www.affarinternazionali.it/2020/08/libia-cessate-il-fuoco-ed-elezioni-a-marzo/|titolo=Libia: cessate il fuoco ed elezioni a marzo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201001010850/https://www.affarinternazionali.it/2020/08/libia-cessate-il-fuoco-ed-elezioni-a-marzo/ |accesso= 22 agosto 2020}}</ref>
=== La riunificazione ===
Dopo la sua partecipazione ai colloqui di [[Ginevra]] guidati dall'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]], il nuovo [[governo di unità nazionale]] - ad interim - guidato da [[Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh]], dopo aver ricevuto con una maggioranza di 132 voti su 178 la fiducia dal Parlamento libico il 10 marzo 2021, cinque giorni dopo prestò giuramento e si insediò a Tripoli, sostituendo entrambi i governi rivali precedenti: quello di [[Fayez al-Sarraj|Fayez Al Serraj]] e quello fedele al [[Mushīr|maresciallo]] [[Khalifa Belqasim Haftar|Khalifa Haftar]], con sede a Tobruk. Il 23 marzo avvenne ufficialmente a Sirte il passaggio di consegne con quest'ultimo, guidato da [[Abdullah al-Thani]],<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/esteri/2021/03/10/news/libia_votato_il_governo_transitorio_di_dbeibah-291593218/|titolo=Libia, votato il nuovo governo transitorio di Dbeibah|sito=la Repubblica|data=10 marzo 2021|lingua=it|accesso=25 marzo 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2021/03/16/nuovo-governo-libia-unificato/|titolo=Il nuovo governo libico - il primo di unità nazionale dopo sette anni - ha giurato di fronte al Parlamento|sito=Il Post|data=16 marzo 2021|lingua=it|accesso=25 marzo 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://libya.liveuamap.com/en/2021/23-march-libya-another-important-step-has-been-made-in-the|titolo=Libya: another important step has been made in the Libyan peace process as the eastern government of Abdallah al-Thani has officially handed over power to the Government of National Unity (GNU) of PM Abdul Hamid Dbeibah. Both governments met in Benghazi for the ceremony Warszawa, mazowieckie|sito=Libya live map. Libya civil war news today - libya.liveuamap.com|lingua=en|accesso=25 marzo 2021}}</ref>
poi revocato in settembre dalla Camera dei Rappresentanti <ref>https://www.aljazeera.com/news/2021/9/21/libya-parliament-withdraws-confidence-from-unity-government</ref>, che formò nel 2022 un secondo governo di stabilità nazionale (Ḥukūmat al-istiqrār al-waṭanī) con sede a [[Sirte]], guidato da [[Fathi Ali Abdul Salam Bashagha]] dal 3 marzo 2022 e poi da [[Osama Saad Hammad Saleh]] dal 16 maggio 2023 <ref>https://lana.gov.ly/post.php?lang=en&id=235155</ref>, mentre Dbeibah rimane in carica a Tripoli.
== Geografia ==
{{vedi anche|Geografia della Libia}}
[[File:Libya Topography.png|thumb|upright=0.8|Mappa fisica della Libia]]
I confini della Libia sono frutto di trattati e convenzioni stipulati nel tempo da vari Stati fra cui l'[[Italia]], la [[Francia]], il [[Regno Unito]] e l'[[Egitto]] e seguono principalmente riferimenti artificiali quali [[parallelo (geografia)|paralleli]] e [[meridiano (geografia)|meridiani]] e quasi mai riferimenti naturali quali fiumi o montagne.
Confina a est con l'Egitto, a sud-est con il Sudan, a sud con Ciad e Niger, a ovest con Algeria e a nord-ovest con la Tunisia. È bagnata a nord dal Mar Mediterraneo.
La Libia è stata uno Stato pioniere in Nord Africa nella protezione delle specie, con la creazione dell'[[Parco nazionale El-Kouf|area protetta di El Kouf]] nel 1975. La caduta del regime di Muammar Gheddafi ha incoraggiato un intenso [[bracconaggio]]: "Prima della caduta di Gheddafi, anche i fucili da caccia erano stati banditi. Ma dal 2011 il bracconaggio viene effettuato con armi da guerra e veicoli sofisticati in cui si trovano fino a 200 teste di gazzelle uccise da miliziani che cacciano per passare il tempo. Stiamo anche assistendo alla nascita di cacciatori che non hanno alcun legame con le tribù che tradizionalmente praticano la caccia. Sparano tutto quello che trovano, anche durante la stagione riproduttiva. Più di 500.000 uccelli vengono uccisi in questo modo ogni anno, quando le aree protette sono state sequestrate dai capi tribù che se ne sono appropriati. Gli animali che un tempo vivevano lì sono tutti scomparsi, cacciati quando sono commestibili o liberati quando non lo sono", spiega lo zoologo Khaled Ettaieb.<ref>https://orientxxi.info/magazine/le-maghreb-prend-conscience-du-declin-de-sa-biodiversite,4034</ref>
=== Morfologia ===
La Libia è dotata di una lunga costa mediterranea e il suo territorio è prevalentemente piatto. A ovest, l'altopiano raggiunge il mare, creando scogliere e insenature profonde. Ad est, la costa è bassa, ornata da dune, fino al golfo di un'insenatura ampia e profonda, oltre la quale ricominciano le scogliere a picco. È dotata di una pianura costiera abbastanza estesa, che si rialza man mano che ci si inoltra verso [[Fezzan]]. Questa pianura corrisponde al [[golfo della Sirte]], un [[bacino sedimentario]] caratterizzato, in alcuni punti, da altitudini anche inferiori al livello del mare e dall'abbondanza di giacimenti di idrocarburi sfruttati industrialmente. Al contrario, in [[Cirenaica]] è presente un altopiano già in vicinanza del mare. L'interno è basso, fino ai 250 metri, con l'eccezione del massiccio del [[Tibesti]], caratterizzato da [[deserto]] roccioso e sabbioso, punteggiato di [[oasi]]. Il rilievo maggiore è il Bikku Bitti che raggiunge i {{M|2267|ul=m}} [[Livello del mare|s.l.m.]], ma sono inoltre noti anche altri rilievi quali ad esempio il Gebel Auenat.
=== Idrografia ===
Il territorio libico ospita principalmente [[uadi]] [[Deserto del Sahara|sahariani]] che canalizzano l'acqua della [[stagione delle piogge]]. Gli unici fiumi perenni sono il [[Ki'am]], il [[Ramla]], in [[Tripolitania]], e il [[Derna (fiume)|Derna]], in [[Cirenaica]].
La falda acquifera, poco profonda in vicinanza del mare<ref>Appena 3 metri nell'[[oasi di Tripoli]] e 30-35 metri nella piana della [[Gefara]].</ref>, diventa più profonda inoltrandosi nel [[Fezzan]]. L'[[altopiano della Cirenaica]] è dotato di una rete di [[acque sotterranee]] che riaffiorano in [[carsismo|sorgenti carsiche]]. Le depressioni del deserto,<ref>[[Giarabub]], [[Cufra]], e i solchi del [[Fezzan]].</ref> danno luogo a piccoli laghi, spesso salati.
Per supplire al grande bisogno di acqua potabile, è stato costruito il ''[[grande fiume artificiale|grande fiume]]'', un acquedotto che conduce sulla costa le acque delle falde preistoriche situate all'interno del paese.<ref>{{Cita web |url=http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/inlavorazione/visualizza_new.html_2057532869.html |titolo=www.ansa.it |accesso=9 novembre 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110605041517/http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/inlavorazione/visualizza_new.html_2057532869.html |urlmorto=sì }}</ref>
=== Clima ===
Il clima libico è fortemente influenzato dal [[deserto]] a sud e dal [[Mediterraneo]] a nord. Sulla regione costiera, la temperatura è piuttosto temperata: a Tripoli la media è di circa 26 °C d'estate e 14 °C d'inverno<ref>Cfr. il sito {{cita testo|url=http://www.worldclimate.com/cgi-bin/data.pl?ref=N32E013+1102+6201007G1|titolo=Worldclimate}}</ref>, mentre le precipitazioni annue raggiungono i 380 mm, concentrate soprattutto nei mesi invernali. In estate, occasionalmente, in presenza di venti provenienti dal deserto, la temperatura nella capitale può raggiungere o superare i 45 °C. Nelle pianure centrali domina un clima semiarido, mentre il deserto a sud è soggetto a lunghi periodi di siccità. Sulla fascia costiera, generalmente più umida, soffia a volte in primavera e in autunno il [[Scirocco|ghibli]], un vento secco, caldo e carico di sabbia.
== Società ==
=== Demografia ===
[[File:Libya-demography.png|thumb|left|upright=1.4|Crescita demografica in Libia dal 1800 al 2021]]
[[File:Libya ethnic (it).svg|thumb|Mappa della composizione etnica della Libia.]]
Nel 2010, prima dei conflitti, la Libia si collocava tra i Paesi ad [[indice di sviluppo umano]] medio - alto; all'epoca la speranza di vita media della popolazione era di 73 anni e la mortalità infantile era del 17%. La densità di popolamento rimane ancor oggi molto bassa, con una media di tre abitanti per km<sup>2</sup>, con una popolazione che si addensa soprattutto lungo la costa, dove si contano oltre 200 abitanti per km², nella piana di [[Gefara]] e in alcune oasi.
Il 20% della popolazione risiede nella capitale, Tripoli, con {{formatnum:1063571}} abitanti. Altri centri importanti sono: [[Bengasi]], capoluogo della [[Cirenaica]] e seconda città del Paese, [[Beida]], terza città più grande della Libia, tutte sulla fascia costiera. Al 2014, l'86% della popolazione abita in città. La popolazione libica parla l'[[Lingua araba|arabo]] e il [[Lingua berbera|berbero]] e usa come moneta il [[dinaro libico]].
=== Gruppi etnici ===
I libici sono principalmente [[arabi]], [[berberi]] e [[tuareg]]. I limitati gruppi tribali [[Hausa (popolo)|Hausa]] e [[Tebu]] di stanza nel sud della Libia conducono vita [[nomade]] o seminomade. La maggioranza degli stranieri presenti nel paese proviene da altri paesi africani, specialmente dall'[[Egitto]]<ref>{{Cita web |url = https://www.allbusiness.com/government/employment-regulations-foreign-employees/1099229-1.html |titolo = African immigrants flee Libya |data = 1º novembre 2000 |accesso = 13 gennaio 2016 |urlmorto = sì |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110829122035/http://www.allbusiness.com/government/employment-regulations-foreign-employees/1099229-1.html }}</ref>. Più di un milione di immigrati irregolari risiede in Libia<ref>{{Cita web |url = http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/7194544.stm |titolo = Marching orders for migrants in Libya? |editore = [[BBC News]] |data = 23 gennaio 2008 |accesso = 13 gennaio 2016}}</ref>. Permane una piccola minoranza di [[Italiani]] ([[Italo-libici]]), nonostante la maggioranza sia emigrata negli anni cinquanta o sia stata espulsa nel 1970<ref>{{Cita web |url = https://www.britannica.com/EBchecked/topic/339574/Libya/46562/Italian-colonization |titolo = Libya – Italian colonization |editore = Encyclopædia Britannica |accesso = 13 gennaio 2016}}</ref>.
Dei {{formatnum:64570}} [[ebrei]] presenti nel paese nel 1948<ref>Stillman, 2003, pp. 155-156.</ref>, {{formatnum:50000}} emigrarono in [[Israele]], a seguito di vari [[pogrom]], entro l'indipendenza libica nel 1951<ref>Stillman, 2003, p. 145.</ref><ref>Harris, 2001, pp. 149-150.</ref>. A seguito della [[guerra dei sei giorni]], i {{formatnum:4000}} ebrei rimasti in Libia subirono un nuovo [[pogrom]]. Il governo senussita ingiunse loro di lasciare "temporaneamente" il paese. Dei {{formatnum:4000}} sbarcati in [[Italia]], {{formatnum:2200}} vi rimasero, {{formatnum:1300}} optarono per [[Israele]] e la maggior parte degli altri per gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Solo poche famiglie restarono in Libia<ref>Harris, 2001, pp. 155-156.</ref><ref>Simon, 1999, pp. 3-4.</ref>. Nel 1970 i beni degli ebrei libici furono confiscati, e successive compensazioni furono negate dal governo di [[Muʿammar Gheddafi|Gheddafi]]<ref>Harris, 2001, p. 157.</ref>. La sinagoga di [[Tripoli]], restaurata nel 1999, è stata rasa al suolo da estremisti islamici<ref>{{cita web |url=http://sunsite.berkeley.edu/JewsofLibya/LibyanJews/thejews.html |titolo=Copia archiviata |accesso=5 febbraio 2011 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060718035942/http://sunsite.berkeley.edu/JewsofLibya/LibyanJews/thejews.html }} {{cita testo|url=https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/anti-semitism/libyajews.html|titolo=Jews of Libya - Jewish Virtual Library}}</ref>.
=== Culture e rapporti tra i popoli libici ===
{{F|Libia|aprile 2013}}
La Libia, durante la sua storia, venne sempre considerata un'unica regione, ma ha sempre visto l'esistenza di due territori importanti come la Tripolitania e la Cirenaica, con culture e ideologie completamente diverse. Nella storia ufficiale invece, la Libia è sempre stata considerata come una nazione unita a causa di invasioni, sottomissioni e dittature che hanno trovato comodo considerarla come un'unica entità.
Il conflitto tra la popolazione della regione di Tripoli nei confronti di quella di Bengasi e delle regioni limitrofe, e viceversa, è sempre stato accentuato. I tripolitani sono attaccati culturalmente al potere politico centrale della capitale, legame reso ancor più forte durante la dittatura di Gheddafi, mentre i Cirenaici sono molto legati alla loro tradizione locale, non si vedono rappresentati da Tripoli e si sentono soffocati dagli ideali centralistici della Tripolitania, sempre al centro della politica libica, sia se diretta da diktat internazionali, o autonomamente libica.
L'ultimo avvenimento che ha visto gli abitanti della Cirenaica scontrarsi con quelli della capitale si è verificato nel luglio 2012, quando il governo di transizione ha indetto le elezioni del Parlamento. Tali elezioni non furono, secondo i Cirenaici, organizzate correttamente, come anche le suddivisioni dei seggi parlamentari. Questo evidenzia di fatto la condizione di conflitto e di sfiducia tra i due popoli diversi.
=== Religioni ===
{{vedi anche|Religioni in Libia}}
Dal 1970 la confessione [[islam]]ica è stata proclamata [[religione di Stato]].
I [[musulmani]] (per lo più [[sunnismo|sunniti]], ma anche [[ibaditi]], cioè [[kharigiti]]) sono circa il 97%, i [[cristiani]] sono circa il 3%, e di questi circa {{formatnum:56000}} sono [[Cattolicesimo|cattolici]]. La maggioranza della popolazione araba e arabo-[[Berberi|berbera]] è [[sunnismo|sunnita]], mentre la maggioranza dei berberi del [[Gebel Nefusa]] e di [[Zuara]] è [[ibaditi|ibadita]].
Fino agli anni 1960 viveva in Libia una [[Storia degli ebrei in Libia|cospicua comunità ebraica]].
=== Lingue ===
L'[[lingua araba|arabo]] è la lingua ufficiale del paese. La [[lingua berbera]] è parlata, ma senza alcun riconoscimento ufficiale, da circa {{formatnum:160000}} persone, soprattutto nel [[Gebel Nefusa]] ([[Lingua nefusi|"nefusi"]]), a [[Zuara]] sulla costa, e in vari centri dell'interno, come [[Ghat (Libia)|Ghat]], [[Gadames]], [[Socna]] e [[Awjila|Augila]]. {{Senza fonte|La [[lingua inglese]] è utilizzata a livello economico per i commerci.}}
== Ordinamento dello Stato ==
Nel 2011, allo scoppio della [[prima guerra civile libica|guerra civile]] due diverse autorità politiche affermavano di rappresentare il legittimo governo libico. La prima era l'[[Comitato Generale Popolare di Libia|esecutivo]] guidato da [[Muʿammar Gheddafi]], al potere dal 1969, la seconda era il [[Consiglio nazionale di transizione]] (CNT), che si opponeva decisamente alla dittatura, quasi quarantennale, di Gheddafi.
Il governo di Gheddafi corrispondeva, in termini [[scienza politica|politologici]], a un [[autoritarismo|regime autoritario]] [[militare]], con la presenza di una [[leadership]] forte, un'[[ideologia]] incompiuta, e la mancanza di [[pluralismo]] e di una qualsiasi parvenza di uno [[Stato di diritto]].
Il CNT, organo politico che guidava gli insorti, intendeva eleggere un'assemblea costituente per la definizione di un ordinamento democratico basato sullo svolgimento di elezioni libere e sulla separazione dei poteri<ref>{{Cita news|url = http://ntclibya.org/english/libya/ | titolo = A vision of a democratic Libya | pubblicazione = Ntclibya.org | data = 29 marzo 2011 | accesso = 30 marzo 2011}}</ref>.
Dal 2014 diverse fazioni si intestavano la guida del Paese, fino a quando nel 2021 è stato costituito il Governo di unità nazionale di Tripoli, riconosciuto dall'ONU.
=== Suddivisioni storiche e amministrative ===
{{vedi anche|Distretti della Libia|Città della Libia}}
[[File:Un-libya.png|thumb|upright=1.6|Mappa della Libia con le città principali e le strade]]
La Libia è composta da tre regioni geografiche e storiche:
* la [[Cirenaica]], che occupa tutta la fascia orientale del territorio libico, lungo il confine con l'[[Egitto]], dal [[mar Mediterraneo]], al confine con il [[Sudan]]
* la [[Tripolitania]], che occupa la fascia settentrionale, lungo il
* il [[Fezzan]], che occupa la parte sahariana a sud della Tripolitania, dal confine con l'[[Algeria]] fino alla Cirenaica, lungo il confine con [[Niger]] e [[Ciad]].
Nel dopoguerra, a seguito dell'occupazione britannica, tale ripartizione assunse altresì una valenza amministrativa, con la contestuale soppressione delle 4 province e del Territorio Militare del Sud istituiti da Italo Balbo. Successivamente, nel 1963, il Paese fu suddiviso in dieci [[governatorati della Libia|governatorati]] (''muhafazat''); questi sarebbero rimasti sino al 1983, quando fu introdotto il sistema basato sulle municipalità (''baladiyat''), a loro volta sostituite dai [[distretti della Libia|distretti]] (''sha'biyat'') nel 1995.
=== Città principali ===
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! Città
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! Provincia
! Regione
! Sorge su
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| Costa
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| [[Bengasi]]
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| [[Misurata]]
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| [[Tripolitania]]
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| [[Tripolitania]]
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| [[Tarhuna]]
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| [[Tripolitania]]
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| [[Beida]]
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| [[Cirenaica]]
| Costa
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| [[Homs (Libia)|
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| [[Tripolitania]]
| Costa
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| [[Tripolitania]]
| Costa
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| [[Zuara]]
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| [[Tripolitania]]
| Costa
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| [[Agedabia]]
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| [[Cirenaica]]
| Costa
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| [[
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| [[Tripolitania]]
| Costa
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| [[Sebha]]
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| Oasi Desertica
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| [[Cirenaica]]
| Costa
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| [[Tobruch]]
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| [[Cirenaica]]
| Costa
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| [[
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| [[Tripolitania]]
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| [[Zliten]]
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| [[Tripolitania]]
| Costa
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| [[Garian]]
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| [[Tripolitania]]
| Alture del Gebel
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| [[Nalut]]
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| [[Tripolitania]]
| Alture del Gebel
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| [[Tripolitania]]
| Alture del Gebel
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| [[Tripolitania]]
| Costa
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| [[Derna (Libia)|Derna]]
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| [[Cirenaica]]
| Costa
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| [[Gubba]]
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| [[Cirenaica]]
| Costa
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| [[
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| [[Tripolitania]]
| Oasi Desertica
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| [[Birak]]
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| [[Fezzan]]
| Oasi Desertica
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| [[Fezzan]]
| Oasi Desertica
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| [[Awbari]]
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| [[Fezzan]]
| Oasi Desertica
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| [[Sugh el Giumaa]]
| {{M|
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| [[Tripolitania]]
| Costa
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| [[Cirenaica]]
| Costa
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| [[
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| [[Cirenaica]]
| Oasi Desertica
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| [[Mizda]]
| {{M|
| [[
| [[Tripolitania]]
| Oasi Desertica
|-
| [[Hun (Libia)|Hun]]
| {{M|
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| [[Fezzan]]
| Oasi Desertica
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| [[Ghat (Libia)|Ghat]]
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| [[Fezzan]]
| Oasi Desertica
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| [[Giarabub]]
| {{M|
| [[
| [[Cirenaica]]
| Oasi Desertica
|-
| [[
| {{M|
| [[
| [[Tripolitania]]
| Oasi Desertica
|}
* '''Viola''': Capitale libica
* '''Giallo''': Capoluogo di regione
* '''Verde''': Capoluogo di municipalità
== Istituzioni ==
=== Forze armate ===
{{vedi anche|Forze armate libiche}}
Le [[forze armate libiche]] sono state fondate nel 1951 e avevano raggiunto un numero di effettivi di circa 100.000 unità e di unità di riserva di circa 200 uomini impiegati all'estero. Esse avevano la propria sede a [[Tripoli]], ed era adottata la [[coscrizione obbligatoria]] della durata a 18 mesi. L'esercito libico è in fase di ristrutturazione dopo l'[[intervento militare internazionale in Libia del 2011]] e le guerre civili del 2011 e del 2014 che hanno portato al suo scioglimento.
== Politica ==
=== Politica interna ===
Dopo la caduta di [[Mu'ammar Gheddafi]] salì al potere un governo di transizione che, secondo i pensieri e le valutazioni popolari, non eseguì il lavoro di restaurazione richiesto.{{Senza fonte}} Dopo le elezioni per l'assemblea nazionale costituente del luglio 2012, nell'aprile 2013 quest'ultimo indisse le nuove elezioni per eleggere il parlamento. Il popolo libico fu chiamato a partecipare ad un appuntamento democratico che mancava da ben 48 anni. Anche se quest'elezioni si svolsero in un clima opprimente, promossero a pieno titolo i [[Liberalismo|liberali]], capeggiati da [[Mahmoud Jibril]], e il partito del Fronte Nazionale<ref>Una forza anti-Gheddafi nata negli anni Ottanta.</ref>, portati avanti da Mohamed el-Magariaf. In queste elezioni delusero gli islamisti, che furono sconfitti, anche se avevano l'appoggio del braccio libico dei [[Fratelli Musulmani]], che poco tempo prima aveva trionfato nel vicino [[Egitto]]. L'unica e concreta svolta positiva di queste elezioni fu la campagna elettorale, anch'essa mancante da molto tempo in Libia, che si fece sentire soprattutto a Tripoli.
In seguito all'accordo di pace del 17 dicembre 2015 (accordo di [[Skhirat]]), dal 2016 al 2021, fu formato, sotto egida ONU, un governo di Accordo nazionale della Libia. Tale governo non è stato riconosciuto da quello rivale di Tobruk.
Il 10 marzo 2021 il Parlamento libico a [[Sirte]] ha votato la fiducia a un governo di Unità nazionale, con sede a Tripoli e riconosciuto dall'ONU, designando come Primo Ministro [[Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/nuovo-governo-libia-un-primo-passo-nel-percorso-ad-ostacoli-29599|titolo=Nuovo governo in Libia: un primo passo nel percorso ad ostacoli|autore=Federico Borsari|sito=ispionline.it}}</ref>
Per contro, le zone dell’est della Libia e le aree centrali del Paese rimangono nominalmente sotto l’autorità della [[Camera dei rappresentanti (Libia)]], la legislatura unicamerale della Libia con sede a Tobruk che, nel marzo 2022, ha creato un governo parallelo. Anche se la nomina a primo ministro è stata conferita a Fathi Bashagha, in realtà il controllo autoritario di queste aree è sotto la direzione del generale [[Khalifa Belqasim Haftar]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/libia-un-governo-bicefalo-un-paese-diviso-37050|titolo=Libia: recenti sviluppi e prospettive|autore=Federico Manfredi Firmian|sito=ispionline.it}}</ref>
La formazione di un Comitato 6+6, sulla base dell’articolo 30 della Dichiarazione costituzionale approvata dalla Camera dei rappresentanti di Tobruk (HOR) e dal Consiglio di Stato (HCS), ciascuna rappresentata appunto da 6 componenti, ha determinato il punto di svolta in vista delle elezioni in Libia, attese sin dal 2014 e fallite nel 2021.
Il 22 mag 2023 a [[Bouznika]], in [[Marocco]], i membri del Comitato congiunto 6+6 hanno annunciato di aver raggiunto un accordo sulle leggi elettorali della Libia, relative alle presidenziali e alle legislative. La ratifica delle due leggi è stata sottoposta alla firma dei presidenti della Camera dei rappresentanti e dell’Alto consiglio di Stato, rispettivamente [[Aguila Saleh Issa]] e Khaled Al-Mishri.<ref>{{Cita web|url=https://www.https/|titolo=Libia vicina alla riforma della legge elettorale, il Comitato 6+6 trova l’accordo|autore=Alessandra Fabbretti|sito=dire.it|accesso=11 ottobre 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130819141428/http://https/|urlmorto=sì}}</ref>
Nelle giornate del 7 e 8 agosto 2023, il Parlamento ha valutato il risultato pervenuto dal Comitato 6+6, per la formulazione delle leggi elettorali finalizzate alle elezioni presidenziali e parlamentari. I disegni di legge sono stati rinviati alla Commissione 6+6 con le note, in prevalenza di carattere tecnico, per apportare gli opportuni e necessari emendamenti.<ref>{{Cita web|url=https://www.https/|titolo=Il Parlamento rinvia la legge elettorale al comitato paritetico 6 + 6|sito=specialelibia.it|accesso=11 ottobre 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130819141428/http://https/|urlmorto=sì}}</ref>
=== Politica estera ===
[[File:Ambassador christopher stevens.jpg|thumb|Christopher Stevens]]
La Libia è parte dell'[[ONU]] (dal 1955), della [[Lega Araba]] (dal 1953), dell'[[OPEC]] (dal 1962) e dell'[[Unione Africana]] (dal 1963). Le istituzioni di cui la Libia fa parte sono: ABEDA, AfDB, AFESD, AMF, AMU, AU, CAEU, COMESA, FAO, G-77, IAEA, IBRD, ICAO, ICRM, IDA, IDB, IFAD, IFC, IFRCS, ILO, IMF, IMO, IMSO, [[Interpol]], IOC, IOM, IPU, ISO, ITSO, ITU, LAS, MIGA, NAM, OAPEC, OIC, OPCW, [[Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio|OPEC]], PCA, UN, UNCTAD, [[UNESCO]], UNIDO, UNWTO, UPU, WCO, WFTU, WHO, WIPO, WMO, [[Organizzazione Mondiale del Commercio|WTO]] (osservatore).
Il 12 novembre 2011, è stato ripreso dagli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], con l'invio a [[Tripoli]], nel maggio 2012, di un [[ambasciatore]] di [[pace]], [[Christopher Stevens (diplomatico)|Christopher Stevens]],<ref>{{Cita pubblicazione |autore = Guido Olimpio |url = http://www.corriere.it/esteri/12_settembre_13/amico-americano-capiva-gli-arabi-olimpio_94898414-fd63-11e1-ae02-425b67d1a375.shtml |titolo = L'amico americano che capiva gli arabi |giornale = [[Corriere della Sera]] |data = 13 settembre 2012 |accesso = 31 gennaio 2016}}</ref> che credeva nella creazione di [[Democrazia|istituzioni democratiche]] nel mondo [[islam]]ico. L'11 settembre 2012, in seguito ad un assalto di manifestanti, infiltrati da elementi terroristi che hanno incendiato la rappresentanza di [[Bengasi]] con il pretesto di vendicare la realizzazione di un filmato provocatorio su [[Maometto]], l'ambasciatore fu una delle vittime degli scontri.
Dopo gli incontri del febbraio 2023 avvenuti tra una delegazione libica e alcuni rappresentanti diplomatici del Regno Unito, presso il Ministero della Difesa britannico, nel mese di ottobre 2023 si sono rinsaldati i rapporti di cooperazione tra i due Paesi. Il primo ministro del governo di unità nazionale, Abdul Hamid Dbeibeh, ha infatti incontrato il ministro di Stato per le forze armate del Regno Unito, James Hebbey, il viceministro per gli affari militari, Sailor Ben Power e l'incaricata d'affari esteri presso l'ambasciata britannica, Martha Baines. Il tema principale del dibattito si è incentrato sulla cooperazione libico-britannica nel campo della formazione e della lotta al terrorismo. Per l'occasione è stato siglato un protocollo di cooperazione attraverso un comitato congiunto per organizzare gli aspetti tecnici della collaborazione tra i due Paesi.<ref>{{cita web|url=http://libyaalahrar.tv/2023/10/09/|titolo=Una delegazione militare britannica arriva a Tripoli per discutere di cooperazione congiunta|data=9 ottobre 2023}}</ref>
=== Diritti umani ===
{{vedi anche|Diritti LGBT in Libia}}
== Istruzione ==
=== Università ===
L'[[Università di Bengasi]] venne istituita il 15 dicembre 1955 come Università della Libia.
== Economia ==
[[File:Tripoli CBD.JPG|thumb|La capitale [[Tripoli]]]]
Prodotto Nazionale Lordo,<ref>A parità di potere d'acquisto.</ref> 76,5 miliardi di $<ref>81º posto della classifica mondiale.</ref>, corrispondente a quasi {{formatnum:12000}} $ pro capite<ref>79º posto della classifica mondiale.</ref>.
<!--
Bilancia dei pagamenti: 000 milioni di $.
Inflazione: 00,0%.
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Punti di debolezza.
-->
Fino agli anni 1950 considerata uno dei paesi più poveri del mondo, soprattutto a causa dell'improduttività del territorio, la Libia registrava già nel 1977 il [[reddito]] annuo [[pro capite]] più elevato del continente africano<ref>Nel 2012 è di {{formatnum:11936}} [[dollaro statunitense|dollari]].</ref>, grazie allo sfruttamento dei grandi giacimenti di [[petrolio]], iniziato nel 1959 e nazionalizzato dopo il 1970.
Oltre a nazionalizzare sia le principali risorse del Paese,<ref>Il petrolio e il gas naturale in primo luogo.</ref> che le attività produttive, il nuovo [[regime (politica)|regime]] investì anche nello sviluppo dell'[[industria leggera]] e delle infrastrutture e nella modernizzazione dell'agricoltura, favorendo nel contempo l'immigrazione, per sopperire alla scarsità di manodopera. La diminuzione dei prezzi del petrolio negli anni 1980 ha poi ridimensionato le possibilità di sviluppo del Paese, al punto che il [[Prodotto interno lordo|PIL]] ha fatto segnare in quel decennio un calo medio annuo del 5,4%; negli anni novanta il quadro economico ha risentito delle sanzioni economiche imposte alla Libia dall'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] nel 1991, revocate nel 1997. Nel 2006 gli Stati Uniti hanno cancellato la Libia dall'elenco dei cosiddetti “Stati canaglia”. La moneta è il [[dinaro libico]].
Fino al 2017, il 60 per cento della popolazione libica soffriva di malnutrizione. 1,3 milioni di persone su una popolazione totale di 6,4 milioni sono in attesa di aiuti umanitari d'emergenza.<ref>https://lvsl.fr/les-sequelles-de-lintervention-de-lotan-en-libye/</ref>
==== Primario ====
L'agricoltura riveste scarsa importanza, sia per la limitatissima superficie coltivabile (1,2% del territorio), sia per la scarsità di acqua, anche se in passato il governo ha investito molto sulla [[bonifica agraria|bonifica]] dei terreni agricoli e sul reperimento di risorse idriche con opere di sbarramento e l'utilizzo di ingenti quantità di [[Acqua fossile|acque fossili]], convogliate verso la costa da un sistema di tubature. I principali prodotti agricoli sono [[cereali]], [[grano]] e [[orzo (alimento)|orzo]], coltivati nella fascia costiera e sulle pendici settentrionali delle alture che dominano la costa. Lungo quest'ultima crescono anche vite, [[olivo]], [[agrumi]] e alberi da frutta.
Nelle zone pre-desertiche cresce lo [[Poaceae|sparto]], utilizzato sia per la [[cellulosa]] sia per farne corde, [[stuoia|stuoie]] e altri lavori d'intreccio; inoltre [[tabacco]], [[arachide (seme)|arachidi]], [[patata|patate]], [[ricino]]; dalla [[palma da dattero]] si ricavano frutti in abbondanza. Dato il clima arido, è molto praticato l'[[allevamento]] caprino e ovino. Poco importante la [[pesca (attività)|pesca]] (rilevante quella delle [[spugne]]).
==== Secondario ====
La base dello sviluppo economico della Libia è rappresentata dal petrolio: le quantità da estrarre ogni anno e i relativi prezzi di vendita sono sotto il controllo del governo e in adesione alla strategia dell'OPEC. Il petrolio, di cui la Libia è il secondo produttore del continente africano dopo la Nigeria, contribuisce per oltre il 25% alla formazione del reddito nazionale e rappresenta la quasi totalità delle esportazioni.
I principali giacimenti petroliferi, Mabruk, Hofra, Zelten, Beda, Raguba, Ora, Samah, Gialo, Waha, Magid, Amal, Serir, Augila, sono collegati da oleodotti; le principali raffinerie sono a Marsa El Brega, Tobruch, Ras Lanuf, al-Zawiya. Esistono, inoltre, cospicui giacimenti di gas naturale. Vi sono anche saline e da alcune zone lacustri del Fezzan si estrae il natron, il [[carbonato di sodio]].
L'industria manifatturiera è di dimensioni assai modeste, con impianti tessili, alimentari, del tabacco, della [[concia]] del pellame; attività artigianali tradizionali sono la lavorazione dei tappeti, a Misurata, e i ricami in seta e argento.
Dagli anni settanta ha avuto un notevole impulso l'edilizia, con la costruzione di interi quartieri popolari alla periferia delle grandi città, che ha determinato il sorgere di [[cementificio|cementifici]] e di fabbriche di laterizi.
==== Terziario ====
Si sta sviluppando nel paese una rete di servizi alle imprese, finanza, commercio interno, servizi alla persona. Poco a poco le reti stradali si sviluppano, mentre la rete aerea è
=== Esportazioni
Le sanzioni economiche in vigore dal
=== Trasporti ===
I maggiori porti sono [[Tripoli]], [[Bengasi]], [[Marsa El Brega]], relativamente recente e destinato unicamente all'imbarco di petrolio, [[Misurata]] e [[Tobruk]]. La rete stradale, sviluppata soprattutto lungo la costa ([[via Balbia]]), è asfaltata per un terzo. Un'autostrada costiera è in progetto.
È stata invece smantellata la [[
=== Turismo ===
Per tutti gli anni settanta e ottanta il governo libico ha scoraggiato l'afflusso turistico, una posizione che solo nei primi anni novanta si è andata modificando. Poli di attrazione sono l'antico nodo carovaniero di [[
=== Risorse minerarie ===
Buona parte delle ricchezze
== Ambiente ==
[[File:Libyan
<!--Il 00,0% del territorio è totalmente/parzialmente protetto.-->
=== Flora e
La vegetazione, a causa dell'aridità del clima, è scarsa: macchia mediterranea lungo la costa, con [[Olea europaea|olivi]], [[Vitis vinifera|viti]], [[lentischi]], [[Myrtus communis|mirti]], [[Ceratonia|carrubi]], [[ginepri]], [[cipressi]], mentre verso l'interno prevalgono la [[steppa]] semidesertica e poi il [[deserto]] vero e proprio. Nelle [[oasi]] crescono palme da [[datteri]], [[Olea europaea|ulivi]] e [[Citrus × sinensis|aranci]].
La fauna è ridotta: [[dromedari]], [[roditori]] del deserto, [[iene]], [[Vulpes vulpes|volpi]], [[Sciacallo (mammifero)|sciacalli]]; nelle zone meno aride vivono [[Gazella|gazzelle]] e [[
== Cultura ==
=== Patrimoni dell'umanità ===
{{vedi anche|Patrimoni dell'umanità della Libia}}
Alcuni siti della Libia sono stati iscritti nella Lista dei patrimoni dell'umanità dell'[[UNESCO]].
=== Pittura e scultura ===
Numerose sono le pitture e le [[incisione rupestre|incisioni rupestri]]
<gallery caption="Arte libica">
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</gallery>
=== Musica ===
Nel XXI secolo, in campo musicale si distinse, tra gli altri, la figura della cantante berbera [[Dania Ben Sassi]].
=== Letteratura ===
{{vedi anche|Letteratura libica}}
Nella [[letteratura libica]] contemporanea, i generi prevalenti sono la [[poesia]] e il [[racconto]] breve. [[Fuad Kaabazi]] e [[Khalifa Tillisi]] sono tra i letterati che maggiormente si sono spesi per la traduzione e l'interscambio tra la letteratura italiana e la letteratura libica.<ref>{{Cita libro |autore = Elvira Diana |titolo = La letteratura della Libia. Dall'epoca coloniale ai nostri giorni |serie = Lingue e letterature |numero = 93 |città = Roma |editore = Carocci |anno = 2008 |isbn = 978-88-430-4779-6}}</ref><ref>{{Cita libro |autore = Pietro Ferrari |capitolo = Preambolo sulla letteratura libica contemporanea |titolo = Storiografia e fonti occidentali sulla Libia (1510-1911) |curatore = Salvatore Bono |url = http://books.google.it/books?id=rCuPTZTz8AUC&lpg=PA125&ots=mVs-cdIWvX&dq=letteratura%20libia&pg=PA125#v=onepage&q=letteratura%20libia&f=false |città = Roma |editore = L'Erma di Bretschneider |anno = 1982 |pp=125-130 |isbn = 88-7062-522-2 |accesso = 3 aprile 2016}}</ref> Tra gli scrittori libici che si sono affermati maggiormente nel XXI secolo vi sono [[Ibrahim Kuni]] e [[Hisham Matar]].
== Sport ==
{{vedi anche|Campionato libico di calcio
La Libia ha partecipato per la prima volta ai [[giochi olimpici]] nel 1964, senza mai vincere una medaglia. Non ha mai partecipato alle [[Olimpiadi invernali]]. Il principale sport seguito in Libia è il [[calcio (sport)|calcio]]
== Gastronomia ==
{{vedi anche|Cucina libica}}
La cucina libica presenta elementi misti di cultura araba e mediterranea, con forti influssi italiani che risalgono al passato coloniale. La popolazione libica predilige mangiare in casa, tranne al venerdì, quando vengono preparati [[picnic]] sulla costa, in cui i commensali si servono, usando mani e pane come posate, da un grande piatto comune.
I pastori nomadi [[berberi]] hanno lasciato la consuetudine della cottura a fuoco lento di zuppe e carni in pentole di terracotta (''[[tajine]]''), oltre al [[couscous]], tradizionalmente di [[Panicum miliaceum|miglio]] o di grano, condito con carne (principalmente [[Ovis aries|montone]]), pesce o verdure.
La ''[[shorba]]''<ref>Dalla radice araba <sh-r-b>, "bere, sorbire".</ref> è invece una zuppa di verdure speziata al peperoncino e condita con pezzi di [[Gallus gallus domesticus|pollo]], [[tacchino]] o montone.
La [[pasta al pomodoro]] è un lascito della cucina italiana, reinterpretata con l'uso delle spezie.
La tradizione ebraica ha lasciato in eredità l'uso delle [[frattaglie]] e la marinatura della carne e del pesce.
Il
== Festività ==
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Tra le festività civili si segnalano:
* [[17 febbraio]]: "giornata della collera", contro le forze lealiste del militare libico [[Gheddafi]], nel 2011.
* [[23 ottobre]]: festa nazionale: يوم التحرير: Giorno della Liberazione: fine della [[Prima guerra civile libica]], nel 2011.
* 24 dicembre, Giorno dell'Indipendenza (riferito al 1951).
Alcune sono state abolite:
* 28 marzo, Giornata del ritiro dei britannici.
* 11 giugno, Evacuazione delle basi militari straniere.
* 7 ottobre, Giorno dell'Amicizia (fino al 2008: "Giorno della Vendetta", in ricordo dell'espulsione degli italiani nel 1970).
* 26 ottobre, Giornata del Ricordo delle deportazioni del 1911.
== Note ==
Riga 608 ⟶ 645:
== Bibliografia ==
*
*{{Cita libro |autore = Giovanni Buccianti
*{{Cita libro |autore = Massimiliano Cricco |titolo = Il petrolio dei senussi. Stati Uniti e Gran Bretagna in Libia dall'indipendenza a Gheddafi (1949-1973) |altri = prefazione di Ennio Di Nolfo |città = Firenze |editore = Polistampa |anno = 2002 |isbn = 88-8304-480-0}}
*{{Cita libro |autore = |titolo = Quaderni di archeologia della Libia |numero= 1-13 |città = Roma |editore = Ufficio studi del Ministero dell'Africa italiana |anno = 1950-1983 |issn = 0079-8258 |sbn = RMS0111458}}
**{{Cita libro |autore = |curatore = Pietro Romanelli |curatore2 = Sandro Stucchi |titolo = Quaderni di archeologia della Libia (Cirene e la Grecia) |volume = 8 |città = Roma |editore = L'Erma di Bretschneider |anno = 1976 |sbn = MIL0175342}}
**{{Cita libro |autore = |curatore = [[Alfonso de Franciscis]] |titolo = Quaderni di archeologia della Libia |numero = numeri 6 (1971)-7 (1975) |città = Napoli |editore = Gaetano Macchiaroli |anno = 1976 |sbn = RML0211410}}
*{{Cita libro |autore = Anthony Ham |titolo = Libia |url = https://archive.org/details/isbn_9781740594936 |edizione = 4 |città = Torino |editore = EDT |anno = 2007 |isbn = 978-88-6040-152-6}}
*{{Cita libro |autore = Roberta Ruocco |titolo = Le antiche civiltà del Sahara libico. Un viaggio nel passato per scoprire l'alba dell'uomo |città = Londra |editore = Darf Publishers |anno = 2006 |isbn = 1-85077-995-3}}
*[[Luigi Visintin]], ''La Libia: cenni geografici generali'' in A.A.V.V. Limpero coloniale fascista, 1936 IGDA, pp. 363–374.
== Voci correlate ==
{{div col|cols=2}}
* [[Affare Maltese]]
* [[Ali Abd-al-Aziz al-Isawi]]
* [[Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Libiyya]]
* [[Libia italiana]]
* [[Cirenaica]]
* [[
* [[Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista]]
* [[Geografia della Libia]]
* [[Grande fiume artificiale]]
* [[Mezzaluna Rossa libica]]
* [[Muʿammar Gheddafi]]
* [[Regno Unito di Libia]]
* [[Forze armate libiche]]
* [[Campagna del
* [[
* [[Relazioni bilaterali tra Italia e Libia]]
* [[Rotte dei migranti africani nel Sahara]]
* [[Rotte dei migranti africani nel Mediterraneo]]
* [[
* [[
* [[Tripolitania]]
{{div col end}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sulla|b|wikt=Libia|n=Categoria:Libia|s=Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica Italiana e la Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista|s_etichetta=Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica Italiana e la Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista|s_oggetto=il testo|s_preposizione=del}}
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
*{{cita testo|url=http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?libia|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070310154714/http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?libia|urlmorto=sì|titolo=Scheda della Libia dal sito Viaggiare Sicuri}} - Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI.
*{{cita web | url = https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/ly.html | titolo = CIA factbook | accesso = 4 ottobre 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20161224023634/https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/ly.html | urlmorto = sì }}
*{{cita
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[[Categoria:Libia| ]]
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