Carcharhinus melanopterus: differenze tra le versioni

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Squalo pinna nera di barriera<br>
''Squalus carcharias minor'' <small>Forsskål, 1775</small><br>
Squalo di scogliera a punte nere
''Squalus commersonii''* <small>Blainville, 1816</small><br>
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''Squalus ustus''* <small>Duméril, 1824</small>
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Lo '''squalo pinna nera del reef''' ('''''Carcharhinus melanopterus''''' {{zoo|[[Jean René Constant Quoy|Quoy]] & [[Joseph Paul Gaimard|Gaimard]]|1824}}) è una specie di [[squalo]] che appartiene al genere [[Carcharhinus]] ed alla famiglia [[Carcharhinidae]]. Viene spesso confuso con lo squalo orlato (''[[Carcharhinus limbatus]]'').
|suddivisione_testo=[[Immagine:Carcharhinus melanopterus distmap.png|250px]]}}
 
Questo squalo può essere facilmente identificato per le vistose chiazze nere all'estremità delle pinne (in particolare della prima dorsale e della caudale). Si tratta di una delle specie più diffuse nelle [[barriera corallina|barriere coralline]] delle zone [[clima tropicale|tropicali]] degli Oceani [[Oceano Indiano|Indiano]] e [[Oceano Pacifico|Pacifico]] e predilige le acque poco profonde e sotto costa, al punto che la sua prima pinna dorsale emersa dall'acqua è una visione caratteristica delle aree succitate.
Lo '''squalo pinna nera del reef''' (''Carcharhinus melanopterus'' <small>[[Jean René Constant Quoy|Quoy]] & [[Joseph Paul Gaimard|Gaimard]], [[1824]]</small>) è una specie di [[squalo]] che appartiene al genere [[Carcharhinus]] ed alla famiglia [[Carcharhinidae]]. Viene spesso confuso con lo squalo orlato (''[[Carcharhinus limbatus]]'').
 
Questo squalo può essere facilmente identificato per le vistose chiazze nere all'estremità delle pinne (in particolare della prima dorsale e della caudale). Si tratta di una delle specie più diffuse nelle [[barriera corallina|barriere coralline]] delle zone [[clima tropicale|tropicali]] degli Oceani [[Oceano Indiano|Indiano]] e [[Oceano Pacifico|Pacifico]] e predilige leacque poco profonde e sotto costa, al punto che la sua prima pinna dorsale emersa dall'acqua è una visione caratteristica delle aree succitate.
 
La maggior parte di questi animali abita spianate sabbiose o piattaforme coralline, anche se sono stati osservati mentre entravano in acque [[acqua salmastra|salmastre]] e [[acqua dolce|dolci]].
 
In genere raggiungono lunghezze di 1.,6 metri.
 
Il loro territorio è molto ristretto, e ad esso sono piuttosto fedeli, visto che lo cambiano soltanto una volta che sono trascorsi vari anni dall'ultima volta.
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Le ricerche sulla loro attività riproduttiva e di vita sono varie ed a volte contraddittorie, ed inoltre possono mostrare delle differenze in base alla collocazione geografica. Come gli altri membri della famiglia anche questa specie è [[viviparità|vivipara]] e le femmine partoriscono da 2 a 5 figli in un ciclo che può essere biennale, annuale, o in alcuni casi addirittura semestrale. La [[gestazione]] può durare 7-9, o 10-11, o addirittura 16 mesi a seconda della zona. L'accoppiamento è preceduto dall'avvicinarsi del maschio alle spalle della femmina, attirato da speciali segnali chimici. I nuovi nati si possono trovare più a riva rispetto agli adulti, e spesso si radunano in grossi gruppi in aree allagate dall'alta [[marea]].
 
TimidoSchivo e schivosospettoso<ref>Secondo quanto riportato dagli studi sul campo del dott. Pierclemente Lutzu, raccolti nella pubblicazione dal titolo "P.R.E.S" (Pesci Refrattari E Sospettosi)</ref>, questo animale è difficile da osservare e raramente pone un pericolo per l'uomo, a meno che non sia aizzato dalla presenza di cibo. Chi cammina in acque basse comunque, potrebbe essere vittima di morsi involontari. La carne di questi squali viene utilizzata assieme alle pinne ed all'olio di fegato, ma essi non sono considerati importanti dal punto di vista commerciale. L'[[International Union for Conservation of Nature]] (IUCN) ha stabilito che la specie è vulnerabile a causa della pesca eccessiva, del degrado del suo habitat e del suo basso tasso riproduttivo<ref name=IUCN/>.
La carne di questi squali viene utilizzata assieme alle pinne ed all'olio di fegato, ma essi non sono considerati importanti dal punto di vista commerciale. L'[[International Union for Conservation of Nature]] (IUCN) ha stabilito che la specie è prossima alla minaccia, poiché, anche se in generale i numeri sono ancora confortanti, una pesca eccessiva negli ultimi anni ed il suo basso tasso riproduttivo sta riducendo fortemente alcune popolazioni locali.
 
== Tassonomia ==
I [[Biologia|naturalisti]] [[Francia|francesi]] [[Jean René Constant Quoy]] e [[Joseph Paul Gaimard]] furono i primi a descrivere la specie durante un viaggio d'esplorazione della [[corvetta]] ''Uranie'' tra il 1817 ed il 1820. Nel 1824 poi, la loro relazione fu pubblicata sul rapporto in tredici volumi sulla spedizione ''Voyage autour du monde...sur les corvettes de S.M. l'Uranie et la Physicienne'' ad opera di [[Louis de Freycinet]]. Il [[tipo nomenclaturale]] scelto fu un giovane maschio lungo 59&nbsp;cm catturato al largo dell'isola di [[Waigeo]], ad ovest della [[Nuova Guinea]]<ref name="compagno">{{Cita libro |autore=Compagno, L.J.V. |data=1984 |titolo=Sharks of the World: An Annotated and Illustrated Catalogue of Shark Species Known to Date |città=Rome |editore=Food and Agricultural Organization |pagine=487–489|isbn=92-5-101384-5 }}</ref>. Quoy and Gaimard scelsero dapprima il nome ''Carcharias melanopterus'', dal [[lingua greca|Greco]] ''melas'' che significa ''nero'' e ''pteron'' che significa ''pinna'' o ''ala'', ovviamente in riferimento ai vistosi marchi che segnano le pinne di questi squali<ref>{{Cita libro |titolo=Poissons de l'Océan Indien, les îles Maldives |autore=Nouguier, J. and D. Refait |editore=Réalisations Éditoriales Pédagogiques |data=1990 |pagine=27}}</ref>.
[[Immagine:Carcharhinus melanopterus.jpg|thumb|left|Un esemplare della specie presso le [[Isole Salomone]].]]
I [[Biologia|naturalisti]] [[Francia|francesi]] [[Jean René Constant Quoy]] e [[Joseph Paul Gaimard]] furono i primi a descrivere la specie durante un viaggio d'esplorazione della [[corvetta]] ''Uranie'' tra il 1817 ed il 1820. Nel 1824 poi, la loro relazione fu pubblicata sul rapporto in tredici volumi sulla spedizione ''Voyage autour du monde...sur les corvettes de S.M. l'Uranie et la Physicienne'' ad opera di [[Louis de Freycinet]]. Il [[tipo nomenclaturale]] scelto fu un giovane maschio lungo 59 cm catturato al largo dell'isola di [[Waigeo]], ad ovest della [[Nuova Guinea]]<ref name="compagno">{{Cita libro |autore=Compagno, L.J.V. |data=1984 |titolo=Sharks of the World: An Annotated and Illustrated Catalogue of Shark Species Known to Date |città=Rome |editore=Food and Agricultural Organization |id=ISBN 9251013845 |pagine=487–489}}</ref>. Quoy and Gaimard scelsero dapprima il nome ''Carcharias melanopterus'', dal [[lingua greca|Greco]] ''melas'' che significa ''nero'' e ''pteron'' che significa ''pinna'' o ''ala'', ovviamente in riferimento ai vistosi marchi che segnano le pinne di questi squali<ref>{{Cita libro |titolo=Poissons de l'Océan Indien, les îles Maldives |autore=Nouguier, J. and D. Refait |editore=Réalisations Éditoriales Pédagogiques |data=1990 |pagine=27}}</ref>.
 
In seguito altri autori decisero di trasferire la specie nel genere ''Carcharhinus''. Nel 1965 poi, la [[Commissione Internazionale di Nomenclatura Zoologica]] (ICZN) designò la specie come [[specie tipo|tipo]] del genere<ref name="compagno"/>. In tempi precedenti alcuni studiosi assegnavano erroneamente a questo animale anche il nome di ''C. spallanzani'', che poi si scoprì invece essere sinonimo di ''[[Carcharhinus sorrah]]''<ref name="randall and hoover">{{Cita libro |titolo=Coastal Fishes of Oman |autore=Randall, J.E. and J.P. Hoover |editore=University of Hawaii Press |data=1995 |idpagine=ISBN 0824818083 33|pagineisbn=330-8248-1808-3 }}</ref>.
 
== Filogenia ==
[[ImmagineFile:Schwarzspitzen-Riffhai (Carcharhinus melanopterus).jpg|thumb|left|Esemplare fotografato allo [[Aquazoo-Löbbecke-Museum]] di [[Düsseldorf]].]]
Come per la maggior parte dei ''Carcharhinus'', la posizione filogenetica dello squalo pinna nera del reef è oggetto di discussione. Uno studio morfologico proposto da [[Jack Garrick]] nel 1982 ha stabilito che il parente più prossimo allo squalo in oggetto dovrebbe essere il ''[[Carcharhinus cautus]]''<ref>Garrick, J.A.F. (1982). Sharks of the genus ''Carcharhinus''. NOAA Technical Report, NMFS CIRC–445.</ref>. [[Leonard Compagno]] attraverso un analogo studio morfologico ha inoltre suggerito ulteriori similarità con altre quattro specie, ma non è riuscito a risolvere il problema. Un test agli [[Allozima|allozimi]] da parte di Gavin Naylor nel 1998 ha portato a risultati ambigui, scoprendo che questo squalo dovrebbe costituire un gruppo a se stante ed irrisolvibile (politomo) assieme ad altri dieci Carcharhinus<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Naylor, G.J.P. |titolo=The phylogenetic relationships among requiem and hammerhead sharks: inferring phylogeny when thousands of equally most parsimonious trees result |rivista=Cladistics |data=1992 |volume=8 |pagine=295–318 |doi=10.1111/j.1096-0031.1992.tb00073.x}}</ref>.
 
Come per la maggior parte dei ''Carcharhinus'', la posizione filogenetica dello squalo pinna nera del reef è oggetto di discussione. Uno studio morfologico proposto da [[Jack Garrick]] nel 1982 ha stabilito che il parente più prossimo allo squalo in oggetto dovrebbe essere il ''[[Carcharhinus cautus]]''<ref>Garrick, J.A.F. (1982). Sharks of the genus ''Carcharhinus''. NOAA Technical Report, NMFS CIRC–445.</ref>. [[Leonard Compagno]] attraverso un analogo studio morfologico ha inoltre suggerito ulteriori similarità con altre quattro specie, ma non è riuscito a risolvere il problema. Un test agli [[Allozima|allozimi]] da parte di Gavin Naylor nel 1998 ha portato a risultati ambigui, scoprendo che questo squalo dovrebbe costituire un gruppo a sé stante ed irrisolvibile (politomo) assieme ad altri dieci Carcharhinus<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Naylor, G.J.P. |titolo=The phylogenetic relationships among requiem and hammerhead sharks: inferring phylogeny when thousands of equally most parsimonious trees result |rivista=Cladistics |data=1992 |volume=8 |pagine=295–318 |doi=10.1111/j.1096-0031.1992.tb00073.x}}</ref>.
==Diffusione ed habitat==
 
[[Immagine:Carcharhinus melanopterus maldives.jpg|thumb|left|Questi animali prediligono le acque sotto costa e poco profonde.]]
== Distribuzione ed habitat ==
[[Immagine:Carcharhinus melanopterus4.jpg|thumb|right|Uno Squalo pinna nera del Reef, mentre nuota vicino alla riva.]]
È uno degli squali più diffusi nelle acque poco profonde (lo si trova anche in superficie<ref name=IUCN/>) che circondano le [[barriera corallina|barriere coralline]] degli oceani [[Oceano Indiano|Indiano]] e [[Oceano Pacifico|Pacifico]]. Possono essere infatti osservati nelle acque sotto costa dell'area indopacifica tropicale e subtropicale<ref name="randall and hoover"/>. Nell'Oceano Indiano lo si trova dal [[Sudafrica]] al [[Mar Rosso]], [[Madagascar]], [[Mauritius]] e [[Seychelles]] comprese ad ovest, e attraverso la costa del [[subcontinente indiano]] sino al [[Sudest asiatico]], compreso lo [[Sri Lanka]], le [[Isole Andamane]], le [[Maldive]]. Nell'area pacifica invece lo troviamo presso la [[Cina]] meridionale, le [[Filippine]], l'[[Indonesia]], il nord dell'[[Australia]] e la [[Nuova Caledonia]]. Abita anche le acque di [[Tuamotu]] e delle [[Hawaii]], delle [[Isole Marshall]], le [[Isole Gilbert]], le [[Isole della Società]]<ref name="fowler et al">{{Cita libro |autore=Fowler, S.L., R.D. Cavanagh, M. Camhi, G.H. Burgess, G.M. Cailliet, S.V. Fordham, C.A. Simpfendorfer, and J.A. Musick |titolo=Sharks, Rays and Chimaeras: The Status of the Chondrichthyan Fishes |anno=2005 |url=https://archive.org/details/isbn_2831707005 |editore=International Union for Conservation of Nature and Natural Resources |data=2005 |pagine=296–297|isbn=2-8317-0700-5 }}</ref>. Una particolarità della specie è l'assenza dalle coste [[giappone]]si, e i pochi esemplari riportati in quella zona dovrebbero essersi spostati momentaneamente da [[Taiwan]]<ref name="yano and morrissey">{{Cita pubblicazione |titolo=Confirmation of blacktip shark, ''Carcharhinus limbatus'', in the Ryukyu Islands and notes on possible absence of ''C. melanopterus'' in Japanese waters |autore=Yano, K. and J.F. Morrissey |rivista=Ichthyological Research |volume=46 |numero=2 |pagine=193–198 |data=25 maggio 1999 |doi=10.1007/BF02675438}}</ref>. Si tratta di un [[migrazione lessepsiana|migratore lessepsiano]], che ha colonizzato il [[Mar Mediterraneo]] orientale attraverso il [[Canale di Suez]]<ref name="fowler et al"/>.
È uno degli squali più diffusi nelle acque poco profonde (lo si trova anche a profondità di 30 cm) che circondano le [[barriera corallina|barriere coralline]] degli oceani [[Oceano Indiano|Indiano]] e [[Oceano Pacifico|Pacifico]]
Possono essere infatti osservati nelle acque sotto costa dell'area indopacifica tropicale e subtropicale<ref name="randall and hoover"/>. Nell'Oceano Indiano lo si trova dal [[Sudafrica]] al [[Mar Rosso]], [[Madagascar]], [[Mauritius]] e [[Seychelles]] comprese ad ovest, e attraverso la costa del [[subcontinente indiano]] sino al [[Sudest asiatico]], compreso lo [[Sri Lanka]], le [[Isole Andamane]], le [[Maldive]]. Nell'area pacifica invece lo troviamo presso la [[Cina]] meridionale, le [[Filippine]], l'[[Indonesia]], il nord dell'[[Australia]] e la [[Nuova Caledonia]]. Abita anche le acque di [[Tuamotu]] e delle [[Hawaii]], delle [[Isole Marshall]], le [[Isole Gilbert]], le [[Isole della Società]]<ref name="fowler et al">{{Cita libro |autore=Fowler, S.L., R.D. Cavanagh, M. Camhi, G.H. Burgess, G.M. Cailliet, S.V. Fordham, C.A. Simpfendorfer, and J.A. Musick |titolo=Sharks, Rays and Chimaeras: The Status of the Chondrichthyan Fishes |editore=International Union for Conservation of Nature and Natural Resources |data=2005 |id=ISBN 2831707005 |pagine=296–297}}</ref>. Una particolarità della specie è l'assenza dalle coste [[giappone]]si, e i pochi esemplari riportati in quella zona dovrebbero essersi spostati momentaneamente da [[Taiwan]]<ref name="yano and morrissey">{{Cita pubblicazione |titolo=Confirmation of blacktip shark, ''Carcharhinus limbatus'', in the Ryukyu Islands and notes on possible absence of ''C. melanopterus'' in Japanese waters |autore=Yano, K. and J.F. Morrissey |rivista=Ichthyological Research |volume=46 |numero=2 |pagine=193–198 |data=25 maggio 1999 |doi=10.1007/BF02675438}}</ref>. Si tratta di un [[migrazione lessepsiana|migratore lessepsiano]], che ha colonizzato il [[Mar Mediterraneo]] orientale attraverso il [[Canale di Suez]]<ref name="fowler et al"/>.
Anche se sono stati osservati sino a profondità di 75 metri<ref name="fishbase">{{FishBase|877|Carcharhinus melanopterus|22/05/2010}}</ref>, nuotano generalmente in acque poco profonde, e spesso capita di poter osservare le loro pinne dorsali uscire dall'acqua<ref name="compagno"/>.
Le acque in cui vivono generalmente mantengono una temperatura compresa tra i 20 ed i 27°&nbsp;[[Celsius|C]] (70 to 80º&nbsp;[[fahrenheit|F]]).
I più giovani tendono a preferire i fondali sabbiosi a bassa profondità, mentre i vecchi abitano il reef ed i suoi bordi in particolare. Vi sono rapporti della specie in [[estuario|estuari]] e laghi [[Acqua salmastra|salmastri]] in [[Madagascar]], e addirittura in [[acqua dolce]] in [[Malaysia]], anche se non possono tollerare le basse [[salinità]] sostenibili dal ''[[Carcharhinus leucas]]''<ref name="compagno"/>. Questa specie non si avventura pertanto nei laghi tropicali, né in acque fluviali troppo lontane dall'[[oceano]].
Ad [[Aldabra]] nell'Oceano Indiano questi squali si radunano nei canali del [[reef]] in condizioni di bassa [[marea]], e si spostano verso i boschi di [[mangrovie]] quando l'acqua si alza<ref name="stevens">{{Cita pubblicazione |autore=Stevens, J. D. |data=1984 |titolo=Life history and ecology of sharks at Aldabra Atoll, Indian Ocean |rivista=Proceedings of the Royal Society of London B |volume=222 |pagine=79–106 |doi=10.1098/rspb.1984.0050}}</ref>.
Vi sono prove, anche se non certe, che gli squali delle zone estreme dell'areale (a nord ed a sud) migrino durante l'anno<ref name="compagno"/>.
 
== Descrizione ==
[[ImmagineFile:CarcharhinusBlacktip melanopterusReef vancouverShark (24280708779).jpg|thumb|upright=1.2miniatura|Il tratto identificativo di questo animale è la punta nera con bordo chiaro della prima pinna dorsale.]]
Come suggerisce il nome inglese (''Blacktip Reef shark''), solo le punte delle [[pinna pettorale|pinne pettorali]] e della [[pinna dorsale]] sono nere, mentre il resto del corpo è più chiaro.
[[Immagine:Carcharhinus melanopterus mirihi.jpg|thumb|upright=1.2|Esemplare visto di profilo.]]
Si tratta di una specie robusta con un corpo allungato tipicamente ''da squalo'', con un muso corto, largo ed arrotondato ed occhi ovali e moderatamente grandi. Ciascuna narice è protetta da un lembo di pelle che si espande in un lobo a forma di capezzolo. Senza contare il piccolo dente simfisiale centrale, sono presenti da 11 a 13 file di denti (in genere 12) sulla mascella superiore, da 10 a 12 (generalmente 11) su quella inferiore. I denti superiori sono in parte diritti ed in parte piegati ed a forma di triangolo, con dentellature più grossolane alla base e fini alla sommità del dente. I denti inferiori sono simili a quelli superiori, ma le dentellature sono tutte fini<ref name="compagno"/><ref name="randall and hoover"/>. I denti del maschio adulto sono più incurvati di quelli della femmina<ref name="press">Press, M. [http://www.flmnh.ufl.edu/fish/Gallery/Descript/BlacktipReefShark/BlacktipReefShark.html Biological Profiles: Blacktip Reef Shark] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160104220746/http://www.flmnh.ufl.edu/fish/Gallery/Descript/BlacktipReefShark/BlacktipReefShark.html |data=4 gennaio 2016 }}. Florida Museum of Natural History Ichthyology Department. Retrieved on October 3, 2009.</ref>.
Come suggerisce il nome inglese (''Blacktip Reef shark''), solo le punte delle [[pinna pettorale|pinne pettorali]] e della [[pinna dorsale]] sono nere, mentre il resto del corpo è più chiaro.
Le [[pinne pettorali]] sono grandi ed a forma di falce, e sono appuntite. La prima [[pinna dorsale]] è alta, il suo bordo posteriore è ad ''S'' e si origina al di sopra delle pinne pettorali. La seconda dorsale è relativamente grande, ma ha un bordo posteriore ridotto ed è posizionata in opposizione alla [[pinna anale]]. Non è presente alcuna cresta interdorsale. Il dorso è bruno grigiastro pallido ed il ventre bianco, ed è presente un'appariscente fascia bianca sui fianchi che si estende in avanti a partire dalla pinna anale. Tutte le pinne hanno delle punte nere contornate da bordi bianchi, particolarmente vistosi sulla prima dorsale e sul lobo ventrale della [[pinna caudale]].
Si tratta di una specie obusta con un corpo allungato tipicamente ''da squalo'', con un muso corto, largo ed arrotondato ed occhi ovali e moderatamente grandi. Ciascuna narice è protetta da un lembo di pelle che si espande in un lobo a forma di capezzolo. Senza contare il piccolo dente simfisiale centrale, sono presenti da 11 a 13 file di denti (in genere 12) sulla mascella superiore, da 10 a 12 (generalmente 11) su quella inferiore. I denti superiori sono in parte diritti ed in parte piegati ed a forma di triangolo, con dentellature più grossolane alla base e fini alla sommità del dente. I denti inferiori sono simili a quelli superiori, ma le dentellature sono tutte fini<ref name="compagno"/><ref name="randall and hoover"/>. I denti del maschio adulto sono più incurvati di quelli della femmina<ref name="press">Press, M. [http://www.flmnh.ufl.edu/fish/Gallery/Descript/BlacktipReefShark/BlacktipReefShark.html Biological Profiles: Blacktip Reef Shark]. Florida Museum of Natural History Ichthyology Department. Retrieved on October 3, 2009.</ref>.
La pinna dello squalo è nera infatti si riconosce subito.
Le [[pinne pettorali]] sono grandi ed a forma di falce, e sono appuntite. La prima [[pinna dorsale]] è alta, il suo bordo posteriore è ad ''S'' e si origina al di sopra delle pine pettorali. La seconda dorsale è relativamente grande, ma ha un bordo posteriore ridotto ed è posizionata in opposizione alla [[pinna anale]]. Non è presente alcuna cresta interdorsale.
La maggior parte di questi animali non supera gli 1.6 metri, e raramente arrivano ad 1.8, anche se si sono registrati esemplari che presentavano lunghezze fino a 2 metri<ref name="compagno"/> e masse corporee di più di 45&nbsp;kg<ref name="Animal">{{Cita libro |cognome=Kindersley |nome= Dorling |anno=2001, 2005 |titolo=Animal |url=https://archive.org/details/animalencycloped00barb |città=New York City |editore=DK Publishing |isbn=0-7894-7764-5 }}</ref>.
Il dorso è bruno grigiastro pallido ed il ventre bianco, ed è presente un'appariscente fascia bianca sui fianchi che si estende in avanti a partire dalla pinna anale. Tutte le pinne hanno delle punte nere contornate da bordi bianchi, particolarmente vistosi sulla prima dorsale e sul lobo ventrale della [[pinna caudale]].
 
La maggior parte di questi animali non supera gli 1.6 metri, e raramente arrivano ad 1.8, anche se si sono registrati esemplari che presentavano lunghezze fino a 2 metri<ref name="compagno"/> e masse corporee di più di 45Kg<ref name="Animal">{{Cita libro |cognome=Kindersley |nome= Dorling |anno=2001,2005 |titolo=Animal |città=New York City |editore=DK Publishing |id=ISBN 0-7894-7764-5}}</ref>.
 
Lo [[Carcharhinus amblyrhynchos|squalo grigio del reef]] gli assomiglia molto, ma si distingue per il corpo grigio e tarchiato, e per l'assenza della caratteristica punta nera sulla pinna dorsale.
 
== Biologia ==
=== Comportamento ===
[[ImmagineFile:Carcharhinus melanopterus2.jpg|thumb|left|Gli adulti sono spesso osservati mentre pattugliano i bordi della barriera corallina.]]
Assieme al ''[[Carcharhinus amblyrhynchos]]'' ed al ''[[Triaenodon obesus]]'', è una delle specie di squalo più diffuse nell'ambiente dei reef indopacifici. La specie in questione predomina le acque basse, le altre due quelle più profonde. Nuotatore veloce ed attivo, questo squalo si può incontrare da solo o in piccoli gruppi. Tuttavia, sono stati anche osservati dei raggruppamenti piuttosto numerosi di questi animali<ref name="compagno"/><ref>{{Cita pubblicazione |autore=Springer, S. |data=1967 |chapter=Social organization of shark populations |editor=Gilbert, P.W. and R.F. Mathewson and D.P. Rail |titolo=Sharks, Skates, and Rays |place=Baltimore |publisher=Johns Hopkins Press |pagine=149–174}}</ref>. Gli adulti e la maggiro parte dei giovani non praticano la segregazione sessuale, tranne nel caso particolare di femmine incinte, che si separano dagli altri squali per partorire. Ciascun individuo mostra una certa fedeltà al proprio habitat, dove può trascorrere anche molti anni di vita<ref name="papastamatiou et al"/>.
Uno studio al presso [[Palmyra]] nel Pacifico centrale ha dimostrato come questi squali vivano in un ambiente di circa mezzo chilometro quadrato, uno dei più piccoli tra tutte le specie di squalo. Le dimensioni e la locazione di questo ambiente casa non variano durante la giornata. All'interno di quest'area, dal 3 al 17% rappresenta territori di caccia prediletti che sono occupati in maniera sproporzionata rispetto al resto.
La maggior parte della giornata viene occupata nuotando avanti e indietro lungo i bordi del reef, con rare puntate su fondali sabbiosi. La velocità media di nuotata si riduce con l'alzarsi della marea nella notte, forse perché l'acqua fredda rallenta il [[metabolismo]], o perché la caccia diventa più semplice<ref name="papastamatiou et al2">{{Cita pubblicazione |titolo=Scale-dependent effects of habitat on movements and path structure of reef sharks at a predator-dominated atoll |autore=Papastamatiou, Y.P., C.G. Lowe, J.E. Caselle and A.M. Friedlander |rivista=Ecology |volume=90 |numero=4 |pagine=996–1008 |data=April 2009 |doi=10.1890/08-0491.1 |pmid=19449694}}</ref>. Gli esemplari di [[Aldabra]] tandono a muoversi di più rispetto a quelli di Palmyra, con movimenti registrati per un totale di 2.5 km in 7 ore<ref name="stevens"/>-
Una caratteristica peculiare di questa specie di squalo è che è una delle poche che riesce a saltare uscendo dall'acqua con tutto il corpo, un comportamento noto come ''[[Comportamenti_di_superficie_dei_cetacei#Breaching|breaching]]''. È stata inoltre osservata la sua capacità di effettuare il cosiddetto ''[[Comportamenti_di_superficie_dei_cetacei#Spyhopping|spyhopping]]'', cioè ergersi dalla superficie e guardarsi attorno<ref name="unasked">{{cita web|lingua=en|url=http://unasked.com/Question6231.htm|
titolo=What is spyhopping?|editore=Unasked.com|data=12 giugno 2007}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.animalcorner.co.uk/marine/sharks/blktipreefshark.html|titolo=Blacktip Reef Shark Behaviour|editore=Animal Corner™}}</ref>.
A volte questi squali, in particolare i giovani, possono divenire preda di pesci più grandi come [[Epinephelinae|cernie]], [[Carcharhinus amblyrhynchos|squali grigi del reef]] e [[Galeocerdo cuvier|squali tigre]], nonché di squali adulti della loro stessa specie. A Palmyra, anche gli esemplari adulti evitano gli squali tigre, non avventurandosi nella laguna al centro dell'atollo<ref name="papastamatiou et al2"/>. [[Parassita|Parassiti]] noti di questi squali sono i [[Cestoda]] ''[[Anthobothrium lesteri]]''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=''Anthobothrium lesteri'' n. sp. (Cestoda: Tetraphyllidea) in ''Carcharhinus melanopterus'' from Heron Island, Australia, with comments on its site, mode of attachment, reproductive strategy and membership of the genus |autore=Williams, H.H., M.D.B. Burt, and J.N. Caira |rivista=Systematic Parasitology |volume=59 |numero=3 |pagine=211–221 |data=November 2004 |doi=10.1023/B:SYPA.0000048100.77351.9f |pmid=15542950}}</ref>, ''[[Nybelinia queenslandensis]]''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=''Nybelinia queenslandensis'' sp. n. (Cestoda: Trypanorhyncha) parasitic in ''Carcharhinus melanopterus'', from Australia, with observations on the fine structure of the scolex including the rhyncheal system |autore=Jones, M.K. and I. Beveridge |rivista=Folia Parasitologica |volume=45 |numero=4 |pagine=295–311 |data=1998}}</ref>, ''[[Otobothrium alexanderi]]''<ref>{{Cita libro |titolo=The Trypanorhyncha Diesing 1863 |autore=Palm, H.W. |pagine=1–710 |editore=PKSPL-IPB Press |id=ISBN 9799336392 |data=2004}}</ref> e ''[[Platybothrium jondoeorum]]''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=A revision of ''Platybothrium'' Linton, 1890 (Tetraphyllidea: Onchobothriidae), with a phylogenetic analysis and comments on host-parasite associations |autore=Healy, C.J. |rivista=Systematic Parasitology |volume=56 |numero=2 |pagine=85–139 |data=October 2003 |doi=10.1023/A:1026135528505 |pmid=14574090}}</ref>, nonché un [[Myxosporea]] del genere ''[[Unicapsula]]''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=A myxosporidian parasite in the skeletal muscle of a black-tip reef shark, ''Carcharhinus melanopterus'' (Quoy & Gaimard, 1824) |autore=Stoffregen, D.A. and W.I. Anderson |rivista=Journal of Fish Diseases |volume=13 |numero=6 |pagine=549–552 |data=1990 |doi=10.1111/j.1365-2761.1990.tb00817.x}}</ref>, ed il [[Monogenea]] ''[[Dermophthirius melanopteri]]''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=A new microbothriid (monogenean) causing skin lesions on the Pacific blacktip reef shark, ''Carcharhinus melanopterus'' (Quoy and Gaimard) |autore=Cheung, P.J., R.F. Nigrelli, G.D. Ruggieri, and G.L. Crow |rivista=Journal of Aquariculture & Aquatic Sciences |volume=5 |numero=2 |pagine=21–25 |data=1988}}</ref>.
Inoltre questi animali hanno fornito alla scienza uno dei pochi casi documentati di [[malattia infettiva]] in uno squalo, in particolare un caso letale di [[sepsi]] [[emorragia|emorragica]], causata dal [[batterio]] ''[[Aeromonas salmonicida]]'' e pertanto chiamata ''salmonicida''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=Haemorrhagic septicaemia by ''Aeromonas salmonicida'' subsp. ''salmonicida'' in a black-tip reef shark (''Carcharhinus melanopterus'') |autore=Briones, V., A. Fernandez, M. Blanco, M.L. de Vicente, J. Garcia, J.K. Mendez and J. Goyache |rivista=Journal of Veterinary Medicine Series B |volume=45 |numero=7 |pagine=443–445 |data=September 1998 |pmid=9780832}}</ref>.
 
Assieme al ''[[Carcharhinus amblyrhynchos]]'' ed al ''[[Triaenodon obesus]]'', è una delle specie di squalo più diffuse nell'ambiente dei ''reef'' indopacifici. La specie in questione predomina le acque basse, le altre due quelle più profonde. Nuotatore veloce ed attivo, questo squalo si può incontrare da solo o in piccoli gruppi. Tuttavia, sono stati anche osservati dei raggruppamenti piuttosto numerosi di questi animali<ref name="compagno"/><ref>{{Cita pubblicazione |autore-capitolo=Springer, S. |data=1967 |capitolo=Social organization of shark populations |curatore = Gilbert, P.W. and R.F. Mathewson and D.P. Rail |titolo=Sharks, Skates, and Rays |città=Baltimore |editore=Johns Hopkins Press |pagine=149–174}}</ref>. Gli adulti e la maggior parte dei giovani non praticano la segregazione sessuale, tranne nel caso particolare di femmine incinte, che si separano dagli altri squali per partorire. Ciascun individuo mostra una certa fedeltà al proprio habitat, dove può trascorrere anche molti anni di vita<ref name="papastamatiou et al"/>.
===Dieta===
[[Immagine:Carcharhinus melanopterus feeding.jpg|thumb|upright=1.2|left|Principalmente si nutrono di piccoli pesci, come i [[Mugilidae]].]]
Si tratta spesso del più abbondante [[superpredatore]] in un [[ecosistema]] locale, e per questo ha un ruolo fondamentale nel plasmarne la struttura<ref name="papastamatiou et al">{{Cita pubblicazione |titolo=Distribution, size frequency, and sex ratios of blacktip reef sharks ''Carcharhinus melanopterus'' at Palmyra Atoll: a predator-dominated ecosystem |autore=Papastamatiou, Y.P., J.E. Caselle, A.M. Friedlander and C.G. Lowe |rivista=Journal of Fish Biology |volume=75 |numero=3 |pagine=647–654 |data=16 settembre 2009 |doi=10.1111/j.1095-8649.2009.02329.x}}</ref>. La dieta è composta soprattutto da [[pesci]] [[teleosti]] della [[barriera corallina]], tra i quali spiccano [[Mugilidae]], [[Epinephelinae]], [[Terapontidae]], [[Carangidae]], [[Gerreidae]], [[Labridae]], [[Acanthuridae]] e [[Sillaginidae]]. Nell'oceano indiano sono stati osservati gruppi di questi squali intenti nello spingere banchi di Mugilidae verso la costa in modo da potersene cibare più facilmente<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Eibl-Eibesfeldt, I. and H. Hass |data=1959 |titolo=Erfahrungen mit Haien |rivista=Zeit Tierpsychologie |volume=16 |numero=6 |pagine=733–746}}</ref>. Altri elementi della dieta sono [[calamaro|calamari]], [[Octopus vulgaris|piovre]], [[seppia|seppie]], [[gamberi]] e [[stomatopoda]], nonché più raramente [[carogna|carcasse]] di animali morti e piccoli [[elasmobranchi|squali e razze]]<ref name="compagno"/><ref name="fowler et al"/>. Al largo dell'Australia settentrionale, la specie è nota per cibarsi di [[Hydrophiidae|serpenti marini]] tra i quali le specie ''[[Acrochordus granulatus]]'', ''[[Hydrelaps darwiniensis]]'', le specie del genere ''[[Hydrophis]]'' ed il ''[[Lapemis hardwickii]]''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=Predation on aquatic snakes by sharks from northern Australia |autore=Lyle, J.M. and G.J. Timms |rivista=Copeia |volume=1987 |numero=3 |pagine=802–803 |data=1987 |doi=10.2307/1445681 |url=http://jstor.org/stable/1445681 |publisher=American Society of Ichthyologists and Herpetologists}}</ref>. Presso l'atollo di [[Palmyra (atollo)|Palmyra]] invece sono stati documentati attacchi a pulcini di [[uccelli marini]] caduti dal nido in acqua<ref name="papastamatiou et al"/>. negli stomaci di questi squali sono inoltre stati rinvenuti resti di [[algae|alghe]], [[Alismatales|erba marina]], [[corallo|coralli]], [[hydrozoa]], [[bryozoa]], [[Rattus|ratti]] e pietre<ref name="stevens"/><ref name="papastamatiou et al"/>.
Come avviene per il ''[[Carcharhinus amblyrhynchos]]'', diventano eccitati e coraggiosi in presenza di loro simili, e possono cadere vittima di [[frenesia alimentare]]<ref name="hobson">{{Cita pubblicazione |autore=Hobson, E.S. |data=1963 |titolo=Feeding behavior in three species of sharks |rivista=Pacific Science |volume=17 |pagine=171–193}}</ref>. L'alimentazione può essere più frequente durante le ore notturne<ref name="stevens"/>.
 
Uno studio presso [[Palmyra (atollo)|Palmyra]] nel Pacifico centrale ha dimostrato come questi squali vivano in un ambiente di circa mezzo chilometro quadrato, uno dei più piccoli tra tutte le specie di squalo. Le dimensioni e la locazione di questo ambiente casa non variano durante la giornata. All'interno di quest'area, dal 3 al 17% rappresenta territori di caccia prediletti che sono occupati in maniera sproporzionata rispetto al resto.
===Sensi===
Dei ricercatori che lavorano ad [[Enewetak]] nelle [[Isole Marshall]] hanno scoperto come questi squali vengano attirati da rumori provocati da un oggetto in immersione o dall'urto tra oggetti metallici o comunque consistenti, nonché dall'odore di pesci malati o sani<ref name="hobson"/>. Come la maggior parte degli [[squali]], non sono dotati di [[Cellula cono|coni]] all'interno della [[retina]], e pertanto sono limitati nella loro capacità di discernere i colori ed i particolari in generale. Al contrario, sono molto sensibili ai movimenti ed al contrasto anche in condizioni di bassa [[luminosità]], grazie alla presenza di un [[tapetum lucidum]] riflettente all'interno dell'occhio. Alcuni esperimenti hanno dimostrato come questi squali siano in grado di percepire la presenza di piccoli oggetti anche a distanze tra gli 1.5 ed i 3 metri, ma non ne distinguono la forma<ref name="stevens"/><ref>{{Cita pubblicazione |autore=Tester, A.L. and S. Kato |data=1966 |titolo=Visual target discrimination in blacktip sharks (''Carcharhinus melanopterus'') and grey sharks (''C. menisorrah'') |rivista=Pacific Science |volume=20 |numero=4 |pagine=461–471}}</ref>. L'[[elettroricezione]] è un altro dei mezzi che permette loro di localizzare facilmente le prede: le loro [[ampolle di Lorenzini]] hanno una sensibilità di 4 nV/cm su un range di 25 cm<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Haine, O.S., P.V. Ridd and R.J. Rowe |rivista=Marine and Freshwater Research |volume=52 |numero=3 |pagine=291–296 |data=2001 |doi=10.1071/MF00036 |titolo=Range of electrosensory detection of prey by ''Carcharhinus melanopterus'' and ''Himantura granulata''}}</ref>.
 
La maggior parte della giornata viene occupata nuotando avanti e indietro lungo i bordi del ''reef'', con rare puntate su fondali sabbiosi. La velocità media di nuotata si riduce con l'alzarsi della marea nella notte, forse perché l'acqua fredda rallenta il [[metabolismo]], o perché la caccia diventa più semplice<ref name="papastamatiou et al2">{{Cita pubblicazione |titolo=Scale-dependent effects of habitat on movements and path structure of reef sharks at a predator-dominated atoll |autore=Papastamatiou, Y.P., C.G. Lowe, J.E. Caselle and A.M. Friedlander |rivista=Ecology |volume=90 |numero=4 |pagine=996–1008 |data=aprile 2009 |doi=10.1890/08-0491.1 |pmid=19449694 }}</ref>. Gli esemplari di [[Aldabra]] tendono a muoversi di più rispetto a quelli di Palmyra, con movimenti registrati per un totale di 2.5&nbsp;km in 7 ore<ref name="stevens"/>.
===Riproduzione===
 
La riproduzione è [[viviparità|vivipara]], ed una femmina partorisce da due a quattro giovani alla volta. In questa specie la gestazione dura circa 16 mesi. Alla nascita il neonato è in genere lungo tra i 33 ed i 52 cm.
Una caratteristica peculiare di questa specie di squalo è che è una delle poche che riesce a saltare uscendo dall'acqua con tutto il corpo, un comportamento noto come ''[[Comportamenti di superficie dei cetacei#Breaching|breaching]]''. È stata inoltre osservata la sua capacità di effettuare il cosiddetto ''[[Comportamenti di superficie dei cetacei#Spyhopping|spyhopping]]'', cioè ergersi dalla superficie e guardarsi attorno<ref name="unasked">{{cita web|lingua=en|url=http://unasked.com/Question6231.htm|titolo=What is spyhopping?|editore=Unasked.com|data=12 giugno 2007|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071102102955/http://unasked.com/Question6231.htm|dataarchivio=2 novembre 2007}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.animalcorner.co.uk/marine/sharks/blktipreefshark.html|titolo=Blacktip Reef Shark Behaviour|editore=Animal Corner}}</ref>. A volte questi squali, in particolare i giovani, possono divenire preda di pesci più grandi come [[Epinephelinae|cernie]], [[Carcharhinus amblyrhynchos|squali grigi del reef]] e [[Galeocerdo cuvier|squali tigre]], nonché di squali adulti della loro stessa specie. A Palmyra, anche gli esemplari adulti evitano gli squali tigre, non avventurandosi nella laguna al centro dell'atollo<ref name="papastamatiou et al2"/>.
[[Immagine:Carcharhinus melanopterus guam 2.jpg|thumb|upright=1.2|Due esemplari si inseguono in vista dell'[[accoppiamento (zoologia)|accoppiamento]].]]
 
Come gli altri membri della famiglia, questa specie è [[viviparità|vivipara]], anche se i dettagli riproduttivi variano all'interno dell'areale globale. Il ciclo riproduttivo dura un anno in [[Australia]] settentrionale così come a [[Moorea]] e nel resto della [[Polinesia Francese]], con la differenza che nel primo caso l'accoppiamento avviene tra gennaio e febbraio nel primo caso<ref name="lyle">{{Cita pubblicazione |autore=Lyle, J.M. |data=1987 |titolo=Observations on the Biology of ''Carcharhinus cautus'' (Whitley), ''C. melanopterus'' (Quoy & Gainard) and ''C. fitzroyensis'' (Whitley) from Northern Australia |rivista=Australian Journal of Marine & Freshwater Research |volume=38 |pagine=701–710 |doi=10.1071/MF9870701}}</ref>, da novembre a marzo nel secondo<ref name="porcher">{{Cita pubblicazione |titolo=On the gestation period of the blackfin reef shark, ''Carcharhinus melanopterus'', in waters off Moorea, French Polynesia |autore=Porcher, I.F. |rivista=Marine Biology |volume=146 |numero=6 |pagine=1207–1211 |data=April 2005 |doi=10.1007/s00227-004-1518-0}}</ref>.
[[Parassita|Parassiti]] noti di questi squali sono i [[Cestoda]] ''[[Anthobothrium lesteri]]''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=''Anthobothrium lesteri'' n. sp. (Cestoda: Tetraphyllidea) in ''Carcharhinus melanopterus'' from Heron Island, Australia, with comments on its site, mode of attachment, reproductive strategy and membership of the genus |autore=Williams, H.H., M.D.B. Burt, and J.N. Caira |rivista=Systematic Parasitology |volume=59 |numero=3 |pagine=211–221 |data=novembre 2004 |doi=10.1023/B:SYPA.0000048100.77351.9f |pmid=15542950 }}</ref>, ''[[Nybelinia queenslandensis]]''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=''Nybelinia queenslandensis'' sp. n. (Cestoda: Trypanorhyncha) parasitic in ''Carcharhinus melanopterus'', from Australia, with observations on the fine structure of the scolex including the rhyncheal system |autore=Jones, M.K. and I. Beveridge |rivista=Folia Parasitologica |volume=45 |numero=4 |pagine=295–311 |data=1998}}</ref>, ''[[Otobothrium alexanderi]]''<ref>{{Cita libro |titolo=The Trypanorhyncha Diesing 1863 |autore=Palm, H.W. |pagine=1–710 |editore=PKSPL-IPB Press |data=2004|isbn=979-9336-39-2 }}</ref> e ''[[Platybothrium jondoeorum]]''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=A revision of ''Platybothrium'' Linton, 1890 (Tetraphyllidea: Onchobothriidae), with a phylogenetic analysis and comments on host-parasite associations |autore=Healy, C.J. |rivista=Systematic Parasitology |volume=56 |numero=2 |pagine=85–139 |data=ottobre 2003 |doi=10.1023/A:1026135528505 |pmid=14574090 }}</ref>, nonché un [[Myxosporea]] del genere ''[[Unicapsula]]''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=A myxosporidian parasite in the skeletal muscle of a black-tip reef shark, ''Carcharhinus melanopterus'' (Quoy & Gaimard, 1824) |autore=Stoffregen, D.A. and W.I. Anderson |rivista=Journal of Fish Diseases |volume=13 |numero=6 |pagine=549–552 |data=1990 |doi=10.1111/j.1365-2761.1990.tb00817.x}}</ref>, ed il [[Monogenea]] ''[[Dermophthirius melanopteri]]''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=A new microbothriid (monogenean) causing skin lesions on the Pacific blacktip reef shark, ''Carcharhinus melanopterus'' (Quoy and Gaimard) |autore=Cheung, P.J., R.F. Nigrelli, G.D. Ruggieri, and G.L. Crow |rivista=Journal of Aquariculture & Aquatic Sciences |volume=5 |numero=2 |pagine=21–25 |data=1988}}</ref>.
Il ciclo riproduttivo dura invece due anni ad [[Aldabra]], dove probabilmente a causa dell'accesa competizione per il cibo le femmine non riescono a mettere al mondo figli ogni anno<ref name="stevens">{{Cita pubblicazione |autore=Stevens, J. D. |data=1984 |titolo=Life history and ecology of sharks at Aldabra Atoll, Indian Ocean |rivista=Proceedings of the Royal Society of London B |volume=222 |pagine=79–106 |doi=10.1098/rspb.1984.0050}}</ref>.
Inoltre questi animali hanno fornito alla scienza uno dei pochi casi documentati di [[malattia infettiva]] in uno squalo, in particolare un caso letale di [[sepsi]] [[emorragia|emorragica]], causata dal [[batterio]] ''[[Aeromonas salmonicida]]'' e pertanto chiamata ''salmonicida''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=Haemorrhagic septicaemia by ''Aeromonas salmonicida'' subsp. ''salmonicida'' in a black-tip reef shark (''Carcharhinus melanopterus'') |autore=Briones, V., A. Fernandez, M. Blanco, M.L. de Vicente, J. Garcia, J.K. Mendez and J. Goyache |rivista=Journal of Veterinary Medicine Series B |volume=45 |numero=7 |pagine=443–445 |data=settembre 1998 |pmid=9780832 }}</ref>.
Rapporti piuttosto datati sull'[[Oceano Indiano]] da parte di Johnson (1978), sul [[Madagascar]] da parte di Fourmanoir (1961), e sul [[Mar Rosso]] da parte di Gohar e Mazhar (1964), hanno indicato un ciclo biennale anche in queste zone, con due stagioni per l'allevamento: da giugno a luglio e da dicembre a gennaio<ref name="porcher"/><ref name="fourmanoir">{{Cita pubblicazione |autore=Fourmanoir, P. |data=1961 |titolo=Requins de la cote ouest de Madagascar |rivista=Memoires de l'Institut Scientifique de Madagascar Serie F |volume=4 |pagine=1–81}}</ref><ref name="gohar and mazhar">{{Cita libro |autore=Gohar, H. A. F. and F.M. Mazhar |data=I964 |titolo=The elasmobranchs of the north-western Red Sea |journal=Marine Biological Station, Ghardaqa |volume=13 |pagine=1–144}}</ref>. Se le stime sono accurate, una delle cause comuni per questo fenomeno potrebbe essere la temperatura elevata dell'acqua<ref name="porcher"/>.
 
Quando è pronta ad accoppiarsi, la femmina nuota lentamente disegnando delle traiettorie a [[sinusoide]] vicino al fondale e tenendo la testa puntata verso il basso. Alcuni studi compiuti in ambiente naturale hanno dimostrato che la femmina rilascia agenti chimici che consentono al maschio di rintracciarla. Una volta che i due animali si sono incontrati, il maschio si avvicina a circa 15 cm di distanza ed insegue la femmina con il muso accostato al suo apparato genitale<ref name="johnson and nelson">{{Cita pubblicazione |titolo=Copulation and possible olfaction-mediated pair formation in two species of carcharhinid sharks |autore=Johnson, R.H. and D.R. Nelson |rivista=Copeia |volume=1978 |numero=3 |pagine=539–542 |data=1978 |doi=10.2307/1443626 |url=http://jstor.org/stable/1443626 |publisher=American Society of Ichthyologists and Herpetologists}}</ref>. Durante il corteggiamento, può accadere che il maschio morda la femmina presso le fessure branchiali e le pinne pettorali, e le procura ferite che guariranno in 4-6 settimane<ref name="porcher"/>.
=== Dieta ===
Dopo un periodo di nuoto sincronizzato, il maschio spinge la femmina sul fianco di lei e la posiziona in modo che appoggi la testa sul fondale ed alzi la coda verso l'alto. Una volta assunta la posizione corretta, il maschio infila uno degli [[emipene|emipeni]] nella [[Vagina|cloaca]] della femmina. L'accoppiamento dura diversi minuti, dopodiché gli animali si distaccano e ricominciano a comportarsi normalmente<ref name="johnson and nelson"/>.
Si tratta spesso del più abbondante [[superpredatore]] in un [[ecosistema]] locale, e per questo ha un ruolo fondamentale nel plasmarne la struttura<ref name="papastamatiou et al">{{Cita pubblicazione |titolo=Distribution, size frequency, and sex ratios of blacktip reef sharks ''Carcharhinus melanopterus'' at Palmyra Atoll: a predator-dominated ecosystem |autore=Papastamatiou, Y.P., J.E. Caselle, A.M. Friedlander and C.G. Lowe |rivista=Journal of Fish Biology |volume=75 |numero=3 |pagine=647–654 |data=16 settembre 2009 |doi=10.1111/j.1095-8649.2009.02329.x}}</ref>. La dieta è composta soprattutto da [[pesci]] [[teleosti]] della [[barriera corallina]], tra i quali spiccano [[Mugilidae]], [[Epinephelinae]], [[Terapontidae]], [[Carangidae]], [[Gerreidae]], [[Labridae]], [[Acanthuridae]] e [[Sillaginidae]]. Nell'oceano indiano sono stati osservati gruppi di questi squali intenti nello spingere banchi di Mugilidae verso la costa in modo da potersene cibare più facilmente<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Eibl-Eibesfeldt, I. and H. Hass |data=1959 |titolo=Erfahrungen mit Haien |rivista=Zeit Tierpsychologie |volume=16 |numero=6 |pagine=733–746}}</ref>. Altri elementi della dieta sono [[calamaro|calamari]], [[Octopus vulgaris|piovre]], [[seppia|seppie]], [[gamberi]] e [[stomatopoda]], nonché più raramente [[carogna|carcasse]] di animali morti e piccoli [[elasmobranchi|squali e razze]]<ref name="compagno"/><ref name="fowler et al"/>. Al largo dell'Australia settentrionale, la specie è nota per cibarsi di [[Hydrophiinae|serpenti marini]] tra i quali le specie ''[[Acrochordus granulatus]]'', ''[[Hydrelaps darwiniensis]]'', le specie del genere ''[[Hydrophis]]'' e ''[[Lapemis hardwickii]]''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=Predation on aquatic snakes by sharks from northern Australia |autore=Lyle, J.M. and G.J. Timms |rivista=Copeia |volume=1987 |numero=3 |pagine=802–803 |data=1987 |doi=10.2307/1445681 |url=https://jstor.org/stable/1445681 |editore=American Society of Ichthyologists and Herpetologists}}</ref>. Presso l'atollo di [[Palmyra (atollo)|Palmyra]] invece sono stati documentati attacchi a pulcini di [[uccelli marini]] caduti dal nido in acqua<ref name="papastamatiou et al"/>. Negli stomaci di questi squali sono inoltre stati rinvenuti resti di [[algae|alghe]], [[Alismatales|erba marina]], [[corallo|coralli]], [[hydrozoa]], [[bryozoa]], [[Rattus|ratti]] e pietre<ref name="stevens"/><ref name="papastamatiou et al"/>.
Come avviene per il ''[[Carcharhinus amblyrhynchos]]'', diventano eccitati e coraggiosi in presenza di loro simili, e possono cadere vittima di [[frenesia alimentare]]<ref name="hobson">{{Cita pubblicazione |autore=Hobson, E.S. |data=1963 |titolo=Feeding behavior in three species of sharks |anno=1963 |url=https://archive.org/details/biostor-234106 |rivista=Pacific Science |volume=17 |pagine=171–193}}</ref>. L'alimentazione può essere più frequente durante le ore notturne<ref name="stevens"/>.
 
=== Sensi ===
Dei ricercatori che lavorano ad [[Enewetak]] nelle [[Isole Marshall]] hanno scoperto come questi squali vengano attirati da rumori provocati da un oggetto in immersione o dall'urto tra oggetti metallici o comunque consistenti, nonché dall'odore di pesci malati o sani<ref name="hobson"/>. Come la maggior parte degli [[squali]], non sono dotati di [[cono (biologia)|coni]] all'interno della [[retina]], e pertanto sono limitati nella loro capacità di discernere i colori ed i particolari in generale. Al contrario, sono molto sensibili ai movimenti ed al contrasto anche in condizioni di bassa [[luminosità (percezione)|luminosità]], grazie alla presenza di un [[tapetum lucidum]] riflettente all'interno dell'occhio. Alcuni esperimenti hanno dimostrato come questi squali siano in grado di percepire la presenza di piccoli oggetti anche a distanze tra gli 1.5 ed i 3 metri, ma non ne distinguono la forma<ref name="stevens"/><ref>{{Cita pubblicazione |autore=Tester, A.L. and S. Kato |data=1966 |titolo=Visual target discrimination in blacktip sharks (''Carcharhinus melanopterus'') and grey sharks (''C. menisorrah'') |rivista=Pacific Science |volume=20 |numero=4 |pagine=461–471}}</ref>. L'[[elettroricezione]] è un altro dei mezzi che permette loro di localizzare facilmente le prede: le loro [[ampolle di Lorenzini]] hanno una sensibilità di 4 nV/cm su un range di 25&nbsp;cm<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Haine, O.S., P.V. Ridd and R.J. Rowe |rivista=Marine and Freshwater Research |volume=52 |numero=3 |pagine=291–296 |data=2001 |doi=10.1071/MF00036 |titolo=Range of electrosensory detection of prey by ''Carcharhinus melanopterus'' and ''Himantura granulata''}}</ref>.
 
=== Riproduzione ===
La riproduzione è [[viviparità|vivipara]], ed una femmina partorisce da due a quattro giovani alla volta. In questa specie la gestazione dura circa 16 mesi. Alla nascita il neonato è in genere lungo tra i 33 ed i 52&nbsp;cm.
[[File:Carcharhinus melanopterus guam 2.jpg|thumb|upright=1.2|Due esemplari si inseguono in vista dell'[[accoppiamento (zoologia)|accoppiamento]].]]
Come gli altri membri della famiglia, questa specie è [[viviparità|vivipara]], anche se i dettagli riproduttivi variano all'interno dell'areale globale. Il ciclo riproduttivo dura un anno in [[Australia]] settentrionale così come a [[Moorea]] e nel resto della [[Polinesia Francese]], con la differenza che nel primo caso l'accoppiamento avviene tra gennaio e febbraio nel primo caso<ref name="lyle">{{Cita pubblicazione |autore=Lyle, J.M. |data=1987 |titolo=Observations on the Biology of ''Carcharhinus cautus'' (Whitley), ''C. melanopterus'' (Quoy & Gainard) and ''C. fitzroyensis'' (Whitley) from Northern Australia |rivista=Australian Journal of Marine & Freshwater Research |volume=38 |pagine=701–710 |doi=10.1071/MF9870701}}</ref>, da novembre a marzo nel secondo<ref name="porcher">{{Cita pubblicazione |titolo=On the gestation period of the blackfin reef shark, ''Carcharhinus melanopterus'', in waters off Moorea, French Polynesia |autore=Porcher, I.F. |rivista=Marine Biology |volume=146 |numero=6 |pagine=1207–1211 |data=aprile 2005 |doi=10.1007/s00227-004-1518-0}}</ref>.
Il ciclo riproduttivo dura invece due anni ad [[Aldabra]], dove probabilmente a causa dell'accesa competizione per il cibo le femmine non riescono a mettere al mondo figli ogni anno<ref name="stevens"/>.
Rapporti piuttosto datati sull'[[Oceano Indiano]] da parte di Johnson (1978), sul [[Madagascar]] da parte di Fourmanoir (1961), e sul [[Mar Rosso]] da parte di Gohar e Mazhar (1964), hanno indicato un ciclo biennale anche in queste zone, con due stagioni per l'allevamento: da giugno a luglio e da dicembre a gennaio<ref name="porcher"/><ref name="fourmanoir">{{Cita pubblicazione |autore=Fourmanoir, P. |data=1961 |titolo=Requins de la cote ouest de Madagascar |rivista=Memoires de l'Institut Scientifique de Madagascar Serie F |volume=4 |pagine=1–81}}</ref><ref name="gohar and mazhar">{{Cita libro |autore=Gohar, H. A. F. and F.M. Mazhar |data=I964 |titolo=The elasmobranchs of the north-western Red Sea |pubblicazione=Marine Biological Station, Ghardaqa |volume=13 |pagine=1–144}}</ref>. Se le stime sono accurate, una delle cause comuni per questo fenomeno potrebbe essere la temperatura elevata dell'acqua<ref name="porcher"/>.
Quando è pronta ad accoppiarsi, la femmina nuota lentamente disegnando delle traiettorie a [[sinusoide]] vicino al fondale e tenendo la testa puntata verso il basso. Alcuni studi compiuti in ambiente naturale hanno dimostrato che la femmina rilascia agenti chimici che consentono al maschio di rintracciarla. Una volta che i due animali si sono incontrati, il maschio si avvicina a circa 15&nbsp;cm di distanza ed insegue la femmina con il muso accostato al suo apparato genitale<ref name="johnson and nelson">{{Cita pubblicazione |titolo=Copulation and possible olfaction-mediated pair formation in two species of carcharhinid sharks |autore=Johnson, R.H. and D.R. Nelson |rivista=Copeia |volume=1978 |numero=3 |pagine=539–542 |data=1978 |doi=10.2307/1443626 |url=https://jstor.org/stable/1443626 |editore=American Society of Ichthyologists and Herpetologists}}</ref>. Durante il corteggiamento, può accadere che il maschio morda la femmina presso le fessure branchiali e le pinne pettorali, e le procura ferite che guariranno in 4-6 settimane<ref name="porcher"/>.
Dopo un periodo di nuoto sincronizzato, il maschio spinge la femmina sul fianco di lei e la posiziona in modo che appoggi la testa sul fondale ed alzi la coda verso l'alto. Una volta assunta la posizione corretta, il maschio infila uno degli [[emipene|emipeni]] nella [[Cloaca (zoologia)|cloaca]] della femmina. L'accoppiamento dura diversi minuti, dopodiché gli animali si distaccano e ricominciano a comportarsi normalmente<ref name="johnson and nelson"/>.
Presso Moorea, le femmine più mature partoriscono in un preciso istante dell'anno, con un'imprecisione minore alla settimana, mentre le giovani possono anche variare il loro comportamento al riguardo. Nel caso delle giovani, è anche più verosimile che non rimangano incinte dopo l'accoppiamento<ref name="porcher"/>.
[[ImmagineFile:Carcharhinus melanopterus rangiroa.jpg|thumb|left|Gli esemplari più giovani frequentano fondali molto bassi e sabbiosi.]]
La [[gestazione]] dura tra i 10 e gli 11 mesi negli Oceani Indiano e Pacifico<ref name="stevens"/><ref name="porcher"/>, dai 7 ai 9 al largo dell'Australia settentrionale<ref name="lyle"/>.
Ricerche datate come quella di Melouk (1957) avevano stimato una gestazione di 16 mesi, anche se la loro validità è stata poi messa a dura prova<ref name="porcher"/>. La femmina ha un unico [[Gonadi|ovario]] funzionale e due [[utero|uteri]] funzionali, divisi in compartimenti da assegnare ai diversi [[embrione|embrioni]]. Le uova appena ovulate misurano circa 3.9 per 2.6 &nbsp;cm. Dopo la rottura dell'uovo l'embrione è mantenuto da una sacca di tuorlo per la prima fase del suo sviluppo. Dopo due mesi, l'embrione stesso misura 4 &nbsp;cm ed ha sviluppato le branchie esterne. Dopo 4, la sacca viene convertita in [[placenta (biologia)|placenta]] che si attacca alle pareti dell'utero. A questo punto i marchi neri sulle pinne iniziano a svilupparsi. Per il quinto mese l'embrione ha raggiunto i 24 &nbsp;cm di lunghezza ed ha riassorbito le branchie esterne; la placenta è completa e funzionante anche se del tuorlo residuo viene mantenuto sino al settimo mese<ref name="stevens"/>.
Il parto avviene da settembre a novembre, e le femmine sfruttano delle aree vivaio all'interno del reef<ref name="papastamatiou et al2"/><ref name="porcherlyle"/><ref name="lyleporcher"/>. I nuovi nati misurano tra i 40 ed i 50 &nbsp;cm in lunghezza nell'oceano Indiano ed in Australia settentrionale, mentre squaletti piccoli sino a 33 &nbsp;cm sono stati osservati nuotare liberamente presso le isole del Pacifico<ref name="papastamatiou et al"/><ref name="melouk">{{Cita pubblicazione |autore=Melouk, M.A. |data=1957 |titolo=On the Development of ''Carcharhinus Melanopterus'' [sic] (Q. & G.) |rivista=Marine Biological Station, Ghardaqa |volume=9 |pagine=229–251}}</ref>. Le dimensioni della cucciolata variano tra i 2 ed i 5 esemplari (tipicamente sono 4), e non è proporzionale alle dimensioni della femmina<ref name="fowler et al"/><ref name="stevens"/>.
I più giovani hanno l'abitudine di formare gruppi numerosi in acque talmente poco profonde che coprono a malapena i loro corpi, al di sopra di fondali sabbiosi o in foreste di [[mangrovia]] presso la costa. Durante l'alta [[marea]] si spostano sulle piattaforme coralline nmelnel frattempo allagate o su letti di alghe<ref name="papastamatiou et al2"/><ref name="hobson">{{Cita pubblicazione |autore=Hobson, E.S. |data=1963 |titolo=Feeding behavior in three species of sharks |rivista=Pacific Science |volume=17 |pagine=171–193}}</ref><ref>Martin, R.A. [http://elasmo-research.org/education/topics/b_dorsal_out.htm Why Do Sharks Expose Their Dorsal Fins?] ReefQuest Centre for Shark Research. Retrieved on October 3, 2009.</ref>.
La crescita degli squaletti è inizialmente molto rapida: un esemplare in cattività è cresciuto di 23 &nbsp;cm all'anno nei suoi primi due anni d'età<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Randall, J. E. |data=1977 |titolo=Contributions to the biology of the whitetip reef shark (''Triaenodon obesus'') |rivista=Pacific Science |volume=31 |numero=2 |pagine=143–164}}</ref>. Il tasso di crescita è attorno ai 5 &nbsp;cm all'anno per i giovani e gli adulti<ref name="papastamatiou et al2"/>. Maschi e femmine raggiungono la maturità sessuale alla lunghezza di 95 e 97 &nbsp;cm rispettivamente in Australia e 105 e 110 &nbsp;cm rispettivamente ad Aldabra<ref name="stevens"/>. Infine il maschio matura alla lunghezza di circa 97 &nbsp;cm a Palmyra<ref name="papastamatiou et al2"/>.
 
== Interazioni con l'uomo ==
[[ImmagineFile:Snorkeler with blacktip reef shark.jpg|thumb|upright=1.2|Lo Squalo pinna nera del Reefreef può attaccare l'uomo in condizioni di scarsa visibilità, scambiandolo per una preda. Normalmente è però innocuo e piuttosto timido.]]
 
Anche se di solito sono molto schivi, possono venire incuriositi dagli [[snorkeling|snorkeler]] e dai [[sommozzatore|sommozzatori]], ma spesso ne vengono spaventati.
Le loro abitudini li portano comunque spesso in zone in cui possono venire a contatto con esseri umani, e ciò li rende potenzialmente pericolosi<ref name="compagno"/>. Gli incidenti di solito avvengono se è presente del cibo nei dintorni, ad esempio durante battute di [[pesca in apnea]] o di pesca alla fiocina<ref name="compagno"/>, o in situazioni di scarsa visibilità.
Sino ai primi mesi del 2009 comunque gli attacchi non provocati registrati dall'[[International Shark Attack File]] ed attribuibili a questa specie sono stati 11 su 21 totali (nessuno di questi letale)<ref>[http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/statistics/species2.htm ISAF Statistics on Attacking Species of Shark]. International Shark Attack File, Florida Museum of Natural History, University of Florida. Retrieved on May 18, 2009.</ref>.
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Come succede in altre specie, questi squali assumono una caratteristica forma ad “S” se si sentono minacciati.
 
=== In acquario ===
Vengono allevati in grandi [[Acquario (museo vivente)|acquari pubblici]] e più raramente [[Acquario (contenitore)|domestici]] anche se per gli [[Acquariofilia|acquariofili]], la gestione di questi animali è piuttosto complessa, soprattutto in relazione al controllo di qualità dell'acqua, filtraggio ed ossigenazione. Necessitano in ogni caso di acquari di grandi dimensioni, che possono condividere con vari [[Invertebrata|invertebrati]]. Occorre tuttavia evitare di far condividere lo spazio acquatico a questi squali e a dei [[Crustacea|crostacei]] o dei [[Cephalopoda|cefalopodi]], di cui si nutrirebbero, a degli [[Anthozoa|anatozoi]] o altri [[Benthos|invertebrati sessili]], eccezion fatta per le specie che abitano il fondo della vasca, come i [[Fungidi]], che sarebbero disturbati dalla presenza del predatore, e a delle [[medusa (zoologia)|meduse]], che sarebbero moleste per il predatore stesso. Per quanto riguarda i pesci invece la convivenza è possibile con i [[Naucrates ductor|pesci pilota]], le [[Echeneidae|remore]] e con altri [[Selachimorpha|squali]].
I motivi della loro popolarità negli acquari pubblici sono il loro aspetto ''da squalo'' e le dimensioni relativamente modeste. Sono inoltre attrazione per sommozzatori che praticano l'[[ecoturismo]]<ref name="yano and morrissey"/><ref name="press"/>.
 
=== Conservazione ===
Vengono catturati con regolarità da pescherecci costieri in [[Thailandia]] ed [[India]], ma non sono un obiettivo commerciale ambito<ref name="fowler et al"/>. La carne (venduta fresca, congelata ed essiccata e salata) viene utilizzata dall'uomo, così come l'olio del fegato e le pinne, sfruttate per la preparazione della famosa [[zuppa di pinne di squalo]]<ref name="fishbase"/>. Sono inoltre spesso usati come [[esca]] per altri pesci.
La [[Lista rossa IUCN]] dell'[[International Union for Conservation of Nature]] classificaha classificato questa specie come "vulnerabile" (VU) nel 2020<ref name=IUCN/>; nella precedente valutazione del 2009 la aveva classificata come prossima alla minaccia di [[estinzione]]<ref name=iucniucn2009>{{IUCN|autore=Heupel, M.|summ=39375|titolo=Carcharhinus melanopterus}}</ref>. AncheLe sepopolazioni infattidi sonoquesta piuttostospecie comunihanno attraverso il loro areale, delleavuto forti riduzioni in alcune zone sono avvenute in seguito a pesca sregolata. Il tasso di riproduzione di ''C. melanopterus'' è basso, e quindi la possibilità di recupero da queste riduzioni è limitato<ref name="fowler et al"/><ref name="papastamatiou et al"/>; a questo si aggiunge l'effetto che l'[[inquinamento]] delle acque costiere e il [[cambiamento climatico]] hanno sull'habitat di questa specie<ref name=IUCN/>.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{ITIS|160365|''Carcharhinus melanopterus''|26.10.2008}}
* {{FishBase|877|Carcharhinus melanopterus|22/05/2010}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|wikispecies=Carcharhinus melanopterus|commons=Category:Carcharhinus melanopterus}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [{{cita web|url=http://marinebio.org/species.asp?id=90 |titolo=MarineBio: Squalo pinna nera del Reef Carcharhinus melanopterus]}}
* [{{cita web|url=http://www.biocrawler.com/videos/displayimage.php?album=13&pos=0 |titolo=Video sul Carcharhinus melanopterus]|urlmorto=sì|accesso=27 ottobre 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071030230724/http://www.biocrawler.com/videos/displayimage.php?album=13&pos=0|dataarchivio=30 ottobre 2007}}
 
{{Portale|pesci}}
 
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[[Categoria:Carcharhinidae]]
{{Link VdQ|en}}
 
[[ca:Tauró de puntes negres dels esculls]]
[[cs:Žralok černoploutvý]]
[[de:Schwarzspitzen-Riffhai]]
[[dv:އުރަހަކަޅު މިޔަރު]]
[[el:Μαυροπτέρυγος υφαλοκαρχαρίας]]
[[en:Blacktip reef shark]]
[[es:Carcharhinus melanopterus]]
[[fr:Requin à pointes noires]]
[[hu:Feketeúszójú szirticápa]]
[[ja:ツマグロ]]
[[nl:Zwartpuntrifhaai]]
[[pt:Tubarão-de-pontas-negras-do-recife]]
[[ru:Мальгашская ночная акула]]
[[sk:Žralok čiernohrotý]]
[[sv:Svartspetsig revhaj]]
[[th:ปลาฉลามครีบดำ]]
[[tr:Siyah uçlu resif köpek balığı]]
[[zh:烏翅真鯊]]