Operazione Entebbe: differenze tra le versioni

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{{conflitto
{{Conflitto
|nomeTipo = Crisi
|Nome del conflitto = Operazione Entebbe
|Immagine = Operation Thunderbolt. IV.jpg
|immagine=[[File:Entebbe Uganda Airport Old Tower1.jpg|300px]]
|Didascalia = Commando israeliani del [[Sayeret Matkal]] dopo l'operazione
|didascalia= La torre di controllo del vecchio terminal dell'aeroporto di Entebbe
|Parte_di = [[conflitto arabo-israeliano]]
|parte_di=[[Conflitto Arabo-Israeliano]]
|luogoLuogo = [[Aeroporto Internazionale di Entebbe|aeroporto di Entebbe]], {{UGA}}
|dataData =[[ 4 luglio]] [[1976]]
|Esito = missione riuscita, 102 su 106 ostaggi liberati<ref name=MHS>{{Cita web|titolo=Tactical Combat Casualty Care – November 2010|cognome=McRaven|nome=Bill|url=http://www.health.mil/Libraries/101101_TCCC_Course_Materials/0203PP02_Care_Under_Fire_101101.pptx|sito=MHS US Department of Defense|accesso=15 luglio 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110516122925/http://health.mil/Libraries/101101_TCCC_Course_Materials/0203PP02_Care_Under_Fire_101101.pptx}}</ref>
|esito=missione riuscita, molti ostaggi liberati
|schieramento1Schieramento1 = {{ISR}}
|schieramento2Schieramento2 = {{UGA}}<br />[[File:PFLP-GC flag smoothedFlag.svg|20pxborder|22px]] [[Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina|FPLP]]<br />[[File:Revolutionäre Zellen.svg|border|22px]]<br />{{UGA}}[[Revolutionäre Zellen]]
|comandante1Comandante1 ={{ISR}} [[Yekutiel Adam|Yekutiel "Kuti" Adam]]<br />{{ISR}} [[Dan Shomron]]<br />{{ISR}} [[Yonatan Netanyahu|Yonatan "Yoni" Netanyahu]]†<br />{{ISR}} [[Moshe Betser|Moshe "Muki" Betser]]
|Comandante2 = [[File:PFLP-GC Flag.svg|border|22px]] [[Wadie Haddad]]<br />{{Bandiera|DEU}}
|comandante2=[[Wadie Haddad]]<br />[[Wilfried Böse]]†<br />[[Idi Amin]]
[[File:Revolutionäre Zellen.svg|border|22px]] [[Wilfried Böse]]†<br />{{Bandiera|UGA}} [[Idi Amin]]
|effettivi1=approssimativamente 100 militari, più mezzi e personale di appoggio
|Effettivi1 = approssimativamente 100 militari, più mezzi e personale di appoggio
|effettivi2=sconosciuti
|Effettivi2 = 7 dirottatori<br/>100 + soldati ugandesi
|perdite1=[[Yonatan Netanyahu]] ucciso<br />5 militari feriti
|Perdite1 = 1 morto ([[Yonatan Netanyahu]])<br />5 militari feriti
|perdite2=7 dirottatori uccisi<br />12~45 soldati ugandesi uccisi
|Perdite2 = '''Dirottatori''':<br/>7 dirottatori uccisi<br />'''Uganda''':<br/>secondo le fonti da una dozzina fino a circa 45 ugandesi uccisi<ref>''Entebbe: The Most Daring Raid of Israel's Special Forces'', The Rosen Publishing Group, 2011, by Simon Dunstan, p. 58</ref><br/>11–30 aerei distrutti<ref name="Brzoska, Michael 1994 p. 203">Brzoska, Michael; Pearson, Frederic S. ''Arms and Warfare: Escalation, De-escalation, and Negotiation'', Univ. of S. Carolina Press (1994) p. 203</ref>
|perdite3=3 ostaggi uccisi durante il raid, 1 ostaggio ucciso successivamente in ospedale, 10 ostaggi feriti
|Perdite4 = 3 ostaggi uccisi durante il raid<ref name="britannica.com">{{Cita web|url=https://www.britannica.com/EBchecked/topic/188804/Entebbe-raid|titolo=Entebbe raid|sito=Encyclopædia Britannica}}</ref><ref name="news.bbc.co.uk">{{Cita web|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/july/4/newsid_2786000/2786967.stm|titolo=BBC on This Day – 4 – 1976: Israelis rescue Entebbe hostages|editore=BBC News}}</ref><br/> 1 ostaggio ucciso successivamente in ospedale<br/> 10 ostaggi feriti
}}
[[File:Entebbe Uganda Airport Old Tower1.jpg|thumb|La torre di controllo del vecchio terminal dell'[[Aeroporto Internazionale di Entebbe|aeroporto di Entebbe]]]]
{{Incidente aereo
|Nome = Volo Air France 139
|Immagine = Airbus A300B4-203, Air France AN0792167.jpg
|Didascalia = L'Airbus A300 dirottato, fotografato nel 1980
|Tipo_evento = [[Dirottamento aereo]]
|Data = 27 giugno 1976
|Luogo = Spazio aereo della [[Grecia]]
|Partenza = [[Aeroporto Internazionale Ben Gurion]], [[Tel Aviv]], [[Israele]]
|Scalo_intermedio = [[Ellinikon International Airport]], [[Atene]], [[Grecia]]
|Destinazione = [[Aeroporto di Parigi-Roissy]], [[Parigi]], [[Francia]]
|Nomestato = UGA
|LatGradi = 0
|LatPrimi = 02
|LatSecondi = 42
|LatNS = N
|LongGradi = 32
|LongPrimi = 26
|LongSecondi = 36
|LongEW = E
|Occupanti = 260
|Passeggeri = 248
|Equipaggio = 12
|Vittime = 4
|Feriti = 10
|Sopravvissuti = 256
|Tipo_aeromobile = [[Airbus A300|Airbus A300B4-203]]
|Operatore = [[Air France]]
|Numero_registrazione = [http://www.airliners.net/search/photo.search?regsearch=F-BVGG F-BVGG]
|Ref = Dati estratti da [[Aviation Safety Network]]<ref name="asn"/>
}}
{{Infobox incidente aereo
|Nome= Volo Air France 139
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|Data= [[27 giugno]] [[1976]]
|Tipo_evento= [[dirottamento aereo]]
|Luogo= spazio aereo della Grecia
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|Numero_registrazione= [http://www.airliners.net/search/photo.search?regsearch=F-BVGG F-BVGG] (cn 019)
|Nome_dell'aeromobile=
|}}
 
L''''Operazioneoperazione Entebbe''' delle [[Forze di difesa israeliane|forze armate israeliane]] (IDF) ebbe luogo nella notte tra il [[3 luglio]] ed il [[4 luglio]] [[1976]], nell'[[Aeroporto Internazionale di Entebbe|aeroporto dell'omonima città]] [[Uganda|ugandese]].<ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/event/Entebbe-raid|titolo=Entebbe raid {{!}} Israeli-Ugandan history|sito=Encyclopedia Britannica|lingua=en|accesso=28 gennaio 2020}}</ref>
 
I militari che la pianificarono e la condussero le diedero il nome di ''Mivtsa' Kadur Ha-ra'am'"Operation', cioè Thunderbolt"''operazione Fulmine'' (''Thunderbolt'' in inglese). In onore del tenente colonnello [[Yonatan Netanyahu]], checomandante comandòdel gruppo d'assalto durante il raid eed fu l'unico militare israeliano a perdere la vita nell'azione, venne in seguito denominata anche ''Mivtsa‘ Yonatan'''"Operation (operazione Yonatan"''''').
 
== Il dirottamento ==
Alle 12.30 del [[27 giugno]] [[1976]], il volo 139 dell'[[Air France]], un aereo [[Airbus]] [[Airbus A300|A300]] proveniente da [[Tel Aviv]], decollò dall'[[aeroporto di [[Atene]] diretto a [[Parigi]], con a bordo 244248 passeggeri e 12dodici persone dimembri dell'equipaggio. Poco dopo la partenza, il volo venne dirottato da quattro [[terrorismo|terroristi]]. I dirottatori, due [[Palestina|palestinesi]] appartenenti al [[Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina]] (FPLP) e due [[Germania|tedeschi]] aderenti alle [[Revolutionäre Zellen]], ordinarono al pilota di far rotta su [[Bengasi]], in [[Libia]].<ref name="ilpost">{{cita web|url=http://www.ilpost.it/2016/07/04/entebbe/|titolo=L'operazione Entebbe, 40 anni fa|editore=ilpost.it|data=4 luglio 2016|accesso=5 luglio 2016}}</ref> Qui l'aereo rimase a terra per sette ore, durante le quali vennefu rifornitoeffettuato eil fu rilasciatarifornimento; una donna. In seguito l'Airbus decollò nuovamente, perpoiché dirigersifinse versodi [[Entebbe]],aver inavuto [[Uganda]].un Ilaborto commandospontaneo, infatti,venne fuliberata appoggiatoe dallasciata governotornare del dittatore ugandesein [[IdiRegno AminUnito]] che simpatizzava per la causa palestinese.<ref Originariamente,name="asn">{{Cita Amin era stato sostenuto da molti Governi occidentali, Israele compresoweb|url=https://aviation-safety. Le relazioni diplomatiche tuttavia degenerarono allorché il Governo di Israele rifiutò ad Amin l'acquisto di velivoli di combattimento che sarebbero serviti per attaccare la [[Tanzania]]net/database/record.php?id=19760627-1|titolo=ASN FuAircraft cosìaccident cheAirbus AminA300B4-203 ruppeF-BVGG leEntebbe relazioniAirport con(EBB)|autore=Harro Israele e abbracciò la causa dell'[[OLP]]Ranter|sito=aviation-safety.net|accesso=28 L’aereogennaio atterrò ad Entebbe alle 03:15 del [[28 giugno]].2020}}</ref>
 
In seguito l'Airbus venne fatto decollare dalla città libica per dirigersi verso [[Entebbe]], in [[Uganda]], dove atterrò alle 03:15 del 28 giugno. Il commando, infatti, fu appoggiato dal governo del dittatore ugandese [[Idi Amin]], che simpatizzava per i terroristi palestinesi, sebbene originariamente fosse stato sostenuto da molti governi occidentali, Israele compreso<ref name="ilpost" />. Le sue relazioni diplomatiche successivamente peggiorarono e il governo di Israele rifiutò ad Amin la vendita di velivoli di combattimento che sarebbero serviti per [[Guerra_ugandese-tanzaniana|attaccare]] la [[Tanzania]].
Ai dirottatori si aggiunsero ben presto altri tre terroristi. Il gruppo, guidato da [[Wilfred Böse]] (non da [[Ilich Ramírez Sánchez]], ossia "Carlos lo Sciacallo", come talvolta si sostiene), chiedeva la liberazione di 40 palestinesi detenuti in Israele, oltre a quella di altri 13 che si trovavano nelle prigioni di [[Kenya]], [[Francia]], [[Svizzera]] e [[Germania]].
 
Fu il governo francese a sollecitare [[Idi Amin Dada]] ad accettare di ricevere l'aereo sequestrato, per impedire ai dirottatori di cercare rifugio in un paese più lontano con scarsi appoggi diplomatici. Il dittatore ugandese fu avvertito solo quando l'aereo stava già sorvolando Entebbe.<ref>{{Cita web|url=http://www.rfi.fr/afrique/20160703-israel-ouganda-france-raid-entebbe-amin-dada-40-ans-amin-dada|titolo=40 ans après le raid israélien d'Entebbe, en Ouganda: merci Idi Amin Dada? - RFI|sito=RFI Afrique|lingua=fr|accesso=19 gennaio 2019}}</ref>
I dirottatori rilasciarono la maggior parte degli ostaggi, trattenendo solo i cittadini israeliani e gli ebrei, che minacciavano di uccidere se le loro richieste non fossero state accolte. Il capitano del volo, [[Michel Bacos]], fece notare ai terroristi che, dal momento che tutti i passeggeri erano sotto la sua responsabilità, non ne avrebbe abbandonato alcuno e sarebbe rimasto con gli ostaggi. Tutto l'equipaggio fu solidale con il capitano, rifiutando di partire con un altro aereo dell'Air France, giunto ad Entebbe per portare via gli ostaggi liberati. Anche una suora francese rifiutò di partire, insistendo che il suo posto doveva essere preso da un altro ostaggio, ma fu spinta a forza sull'aereo che attendeva i passeggeri liberati dai militari ugandesi. Gli ostaggi rimasti furono rinchiusi nel vecchio terminal dell'aeroporto.
 
Ai dirottatori si aggiunsero dunque altri quattro terroristi.<ref name=ilpost/> Il gruppo, guidato da [[Wilfried Böse]] (e non da [[Ilich Ramírez Sánchez]], alias "Carlos lo Sciacallo", come talvolta si sostiene), chiese 5 milioni di dollari<ref name=ilpost/> e la liberazione di quaranta palestinesi detenuti in Israele, oltre a quella di altri tredici che si trovavano nelle prigioni di [[Kenya]], [[Francia]], [[Svizzera]] e [[Germania]] in cambio della restituzione degli ostaggi; i terroristi dichiararono inoltre che l'ultimatum sarebbe scaduto il 1º luglio alle 14:00: se le loro richieste non fossero state eseguite per tempo, avrebbero iniziato a uccidere gli ostaggi.
== Il Raid ==
Il governo di [[Israele]] iniziò le trattative per il rilascio degli ostaggi, al contempo studiava anche altre possibili soluzioni come l'intervento armato. Ottenendo 3 giorni di proroga rispetto all'ultimatum imposto riuscì ad organizzare una missione di salvataggio degli ostaggi che dava buone possibilità di successo. Fu affidata ai [[Forze di Difesa Israeliane|militari]]. Dopo diversi giorni dedicati alla raccolta di informazioni ed alla preparazione, il 4 luglio quattro aerei da trasporto [[Lockheed C-130 Hercules|C-130 Hercules]] (detti in gergo ''Ippopotami'') dell'[[Heyl Ha'Avir]], l'Aeronautica militare israeliana, atterrarono di notte all'aeroporto di Entebbe, ovviamente senza l'aiuto della torre di controllo. L'avvicinamento degli aerei fu fatto sfruttando le capacità di volo a bassa quota unite alle capacità di atterraggio su brevi piste.
L'avvicinamento avvenne a fari di navigazione spenti e sfiorando la superficie del lago Victoria.
Un altro aereo militare israeliano, un jet attrezzato per il pronto soccorso medico, atterrava nel frattempo all'aeroporto di [[Nairobi]], in [[Kenya]], mentre un altro aereo attrezzato da centro di comando volante dirigeva l'operazione<ref name="90minuti">Stevenson, William. "90 minuti ad Entebbe", Sonzogno Editore, 1976</ref>. Il governo keniota, avversario del regime ugandese, aveva infatti dato il suo appoggio all'operazione.
 
Il giorno seguente, 29 giugno 1976, i dirottatori liberarono circa centoquaranta tra i passeggeri dell'Airbus, trattenendo almeno centocinque cittadini [[israeliani]] ed [[ebrei]]. Il comandante del volo, [[Michel Bacos]], decise che, dal momento che tutti i passeggeri erano sotto la sua responsabilità, non ne avrebbe abbandonato alcuno e sarebbe rimasto con gli ostaggi; tutto l'equipaggio fu solidale con il comandante, rifiutando di partire con un altro aereo dell'Air France, giunto ad Entebbe per portare via gli ostaggi liberati. Anche una suora francese rifiutò di partire, insistendo che il suo posto doveva essere preso da un altro ostaggio, ma fu spinta a forza sull'aereo che attendeva i passeggeri liberati dai militari ugandesi. Gli ostaggi rimasti furono rinchiusi nel vecchio terminal dell'aeroporto.
Erano impegnati nell'operazione oltre cento soldati delle [[Forze Israeliane di Difesa|IDF]] (in gran parte elementi del reparto speciale [[Sayeret Matkal]]) e, forse, diversi agenti del [[Mossad]].
 
== Il raid ==
Gli israeliani atterrarono alle 23.00 circa, con i portelli di carico già abbassati. Fu fatta scendere una [[Mercedes-Benz|Mercedes]] nera, con due [[Land Rover]] al seguito. L'automobile e le Land Rover dovevano simulare la visita dello stesso Amin, per distrarre l'attenzione degli ugandesi e dei terroristi dai militari che si stavano avvicinando al terminal. La Mercedes, originariamente di colore bianco, apparteneva ad un civile israeliano ed era stata riverniciata di nero per il raid, con il presupposto che sarebbe stata restituita al legittimo proprietario, ignaro dell'uso al quale era destinata, con il colore originale<ref name="90minuti"/> .
Il [[governo di Israele]] iniziò le trattative per la liberazione degli ostaggi, studiando al contempo anche altre possibili soluzioni come l'intervento armato. Una volta ottenuti tre giorni di proroga rispetto all'ultimatum imposto, le alte sfere israeliane riuscirono a organizzare una missione di salvataggio degli ostaggi che dava buone possibilità di successo e che venne affidata ai [[Forze di Difesa Israeliane|militari]].
 
Dopo alcuni giorni dedicati alla raccolta di informazioni ed alla preparazione, il 4 luglio quattro aerei da trasporto [[Lockheed C-130 Hercules|C-130 Hercules]] del [[Heyl Ha'Avir]], l'Aeronautica militare israeliana, atterrarono di notte all'aeroporto di Entebbe, senza l'aiuto della torre di controllo. L'avvicinamento degli aerei fu fatto sfruttando le capacità di volo a bassa quota unite alle capacità di atterraggio su brevi piste. L'avvicinamento avvenne a fari di navigazione spenti e sfiorando la superficie del lago Victoria.
Mentre il convoglio si avvicinava, due sentinelle, che erano state avvertite del fatto che Amin aveva cambiato la sua Mercedes nera con una bianca, ordinarono alle auto di fermarsi e furono immediatamente uccise dagli israeliani.
 
Un altro aereo militare israeliano, un [[Boeing 707]] jet attrezzato per il pronto soccorso medico, atterrava nel frattempo all'aeroporto di [[Nairobi]], in [[Kenya]], mentre un altro aereo Boeing 707 attrezzato da centro di comando volante dirigeva l'operazione<ref name="90minuti">William Stevenson, ''90 minuti ad Entebbe'', Sonzogno Editore, 1976.</ref>. Il governo keniota, avvisato da Israele e contrario al regime ugandese, aveva infatti dato il suo appoggio all'operazione.<ref name=ilpost/> Erano impegnati nell'operazione oltre cento soldati delle [[Forze Israeliane di Difesa|IDF]] (in gran parte elementi del reparto speciale [[Sayeret Matkal]]) e, probabilmente, diversi agenti del [[Mossad]].
Gli ugandesi furono ingannati dal diversivo israeliano e lasciarono che il finto corteo presidenziale si avvicinasse fino al terminal in cui erano rinchiusi i passeggeri e l’equipaggio del volo 139. Gli israeliani scesero dai mezzi ed irruppero nell’edificio, urlando agli ostaggi di stare giù. L’avvertimento fu fatto in [[ebraico]] ed uno dei passeggeri, che forse non aveva compreso, si alzò, dirigendosi verso i militari appena entrati. Questi ultimi, pensando si trattasse di un terrorista, lo uccisero. La stessa sorte toccò ai tre dirottatori che, trovandosi nel salone, cercarono di resistere. Un soldato, sempre in ebraico, chiese ai passeggeri dove fossero gli altri terroristi. Gli ostaggi indicarono una porta, che gli israeliani sfondarono, lanciando varie granate flash bang e lacrimogeni. Entrati nella stanza, i militari freddarono altri tre dirottatori, seduti attorno ad un tavolo ed ancora tramortiti dalle esplosioni. Gli israeliani tornarono quindi agli aerei, su cui iniziarono ad imbarcare gli ostaggi liberati<ref name="90minuti"/>.
 
Gli israeliani atterrarono alle 23.00 circa, con i portelli di carico già abbassati. Fu fatta scendere una [[Mercedes-Benz|Mercedes]] nera, con due [[Land Rover]] al seguito. L'automobile e le Land Rover dovevano simulare la visita dello stesso Amin,<ref name=ilpost/> per distrarre l'attenzione degli ugandesi e dei terroristi dai militari che si stavano avvicinando al terminal. La Mercedes, originariamente di colore bianco, apparteneva a un civile israeliano ed era stata riverniciata di nero per il raid, con il presupposto che sarebbe stata restituita al legittimo proprietario, ignaro dell'uso al quale era destinata, con il colore originale<ref name="90minuti"/>. Mentre il convoglio si avvicinava, due sentinelle, che sapevano che {{chiarire|recentemente|quando?}} Amin aveva cambiato la sua Mercedes nera con una bianca, ordinarono alle auto di fermarsi e furono immediatamente uccise dagli israeliani.
Nel frattempo, diversi militari ugandesi, appostati nella vecchia torre di controllo adiacente al terminal, presero a sparare contro gli israeliani e gli ex ostaggi, in procinto di salire sui C-130. Gli israeliani interruppero l’imbarco e risposero immediatamente al fuoco con lanciarazzi, riuscendo quasi subito a neutralizzare gli uomini dell'esercito ugandese. Nel corso di quest’ultima sparatoria, due ostaggi furono colpiti a morte, così come [[Yonatan Netanyahu]], comandante israeliano sul campo e fratello del futuro leader del [[Likud]] e primo ministro [[Benjamin Netanyahu]]<ref name="90minuti"/>.
 
Gli ugandesi furono ingannati dal diversivo israeliano e lasciarono che il finto corteo presidenziale si avvicinasse fino al terminal in cui erano rinchiusi i passeggeri e l'equipaggio del volo 139. Gli israeliani scesero dai mezzi ed irruppero nell'edificio, urlando agli ostaggi di stare giù. L'avvertimento fu fatto in [[ebraico]] ed uno dei passeggeri, Jean Jacques Maimoni (19 anni), che forse non aveva compreso, si alzò, dirigendosi verso i militari appena entrati. Questi ultimi, pensando si trattasse di un terrorista, lo uccisero. La stessa sorte toccò ai tre dirottatori che, trovandosi nel salone, cercarono di resistere.
Prima di decollare, un altro gruppo di incursori distrusse con esplosivo i caccia ugandesi [[MiG-21]] che si trovavano sulla pista, per impedire ogni tentativo di inseguire gli Hercules, i quali, dopo una sosta tecnica a Nairobi, proseguirono il volo verso l’aeroporto di Tel Aviv<ref name="90minuti"/>.
 
Un soldato, sempre in ebraico, chiese ai passeggeri dove fossero gli altri terroristi. Gli ostaggi indicarono una porta, che gli israeliani sfondarono, lanciando varie granate flash bang e lacrimogeni. Entrati nella stanza, i militari uccisero altri tre dirottatori, seduti attorno a un tavolo e ancora tramortiti dalle esplosioni. Gli israeliani tornarono quindi agli aerei su cui iniziarono a imbarcare gli ostaggi liberati<ref name="90minuti"/>.
L’incursione durò solo una trentina di minuti. Sei dirottatori vennero uccisi. Dei 103 ostaggi, ne morirono tre, il primo ucciso per errore dagli israeliani, gli altri due colpiti dagli ugandesi durante lo scontro a fuoco prima dell’imbarco. Il colonnello Netanyahu fu l’unico morto israeliano, mentre un altro soldato, Sorin Hershko, rimase invalido per le ferite riportate<ref name="90minuti"/>. Il numero delle perdite ugandesi non è certo e varia secondo le fonti, da una dozzina fino a 45 circa. Si è sostenuto che gli israeliani durante l’operazione abbiano catturato alcuni terroristi, ma la notizia non ha ricevuto conferme.
 
Nel frattempo, diversi militari ugandesi, appostati nella vecchia torre di controllo adiacente al terminal, presero a sparare contro gli israeliani e gli ex ostaggi, in procinto di salire sui C-130. Gli israeliani interruppero l'imbarco e risposero immediatamente al fuoco con lanciarazzi, riuscendo quasi subito a neutralizzare le forze ugandesi. Nel corso di quest'ultima sparatoria, due ostaggi (Pasco Cohen, 52 anni, e Ida Borochowitz, 56) furono colpiti a morte, così come [[Yonatan Netanyahu]], comandante israeliano sul campo e fratello del futuro leader del [[Likud]] e primo ministro [[Benjamin Netanyahu]]<ref name=ilpost/><ref name="90minuti"/>. Prima di decollare, un altro gruppo di incursori distrusse con esplosivo i caccia ugandesi [[MiG-17]] che si trovavano sulla pista, per impedire ogni tentativo di inseguire gli Hercules, i quali, dopo una sosta tecnica a Nairobi, proseguirono il volo verso l'aeroporto di Tel Aviv<ref name="90minuti"/>.
Una passeggera settantacinquenne, Dora Bloch, durante il dirottamento si era sentita male e, al momento dell’attacco, si trovava ricoverata all’ospedale di [[Kampala]]. Nei giorni successivi il suo letto fu trovato vuoto e nessuno seppe più nulla di lei<ref name="90minuti"/>, fino al [[1979]], quando, caduto il regime di Amin a seguito della guerra contro la [[Tanzania]], vennero ritrovati i suoi resti. Nell’[[aprile]] del [[1987]], [[Henry Kyemba]], all’epoca ministro della sanità ugandese, dichiarò alla Commissione dei Diritti Umani dell’Uganda che la Bloch era stata prelevata dal suo letto ed in seguito assassinata da due ufficiali dell’esercito che agirono per ordine di Amin.
 
L'incursione durò solo una trentina di minuti, durante i quali sei dirottatori vennero uccisi. Dei centotré ostaggi, morirono in tre, il primo ucciso per errore dagli israeliani, gli altri due colpiti dagli ugandesi durante lo scontro a fuoco prima dell'imbarco. Il tenente colonnello Netanyahu fu l'unico morto israeliano, mentre altri cinque soldati rimasero feriti, uno dei quali, Sorin Hershko, rimase invalido per le ferite riportate<ref name="90minuti"/>. Il numero delle perdite ugandesi non è certo e varia secondo le fonti, da una dozzina fino a quarantacinque circa. Si è sostenuto che gli israeliani durante l'operazione abbiano catturato alcuni terroristi, ma la notizia non ha ricevuto conferme.
== Analisi ==
Uno dei fatti determinanti per il successo dell’incursione fu che il terminal in cui vennero rinchiusi gli ostaggi era stato costruito anni prima da un’impresa israeliana. Questa aveva conservato i progetti e li fornì sollecitamente ai militari, i quali, con l’aiuto di alcuni tecnici che avevano diretto i lavori, costruirono una replica esatta dell’edificio aeroportuale.
 
Una passeggera settantacinquenne, Dora Bloch, durante il dirottamento si era sentita male e, al momento dell'attacco, si trovava ricoverata all'ospedale di [[Kampala]]. Nei giorni successivi il suo letto fu trovato vuoto e nessuno seppe più nulla di lei fino al [[1979]], quando, caduto il regime di Amin a seguito della [[Guerra ugandese-tanzaniana|guerra contro la Tanzania]], vennero ritrovati i suoi resti<ref name="90minuti"/>. Nell'aprile del [[1987]], [[Henry Kyemba]], all'epoca ministro della sanità ugandese, dichiarò alla Commissione dei Diritti Umani dell'Uganda che la Bloch era stata prelevata dal suo letto e in seguito assassinata da due ufficiali dell'esercito, che agirono per ordine di Amin.<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/july/4/newsid_2786000/2786967.stm|titolo=1976: Israelis rescue Entebbe hostages|data=4 luglio 1976|accesso=28 gennaio 2020}}</ref>
Negli [[anni 1960|anni sessanta]] e [[anni 1970|settanta]], gli israeliani erano, infatti, molto impegnati nella cooperazione economica con i paesi dell’[[Africa occidentale|Africa sub sahariana]] ed il regime di Amin, prima che quest’ultimo rovesciasse le alleanze, era stato un forte fruitore dell’assistenza tecnica fornita dallo stato ebraico.
 
== Analisi ==
Decisamente d’aiuto alla pianificazione del raid furono anche i ricordi degli ostaggi rilasciati, interrogati a Parigi dai servizi d’informazione israeliani, che fornirono importanti dettagli in merito, per esempio, all’interno dell’edificio, al numero ed all’organizzazione dei dirottatori, al coinvolgimento delle truppe ugandesi.
Uno dei fatti determinanti per il successo dell'incursione fu che il terminal in cui vennero rinchiusi gli ostaggi era stato costruito anni prima da un'impresa israeliana.<ref>Negli [[anni 1960|anni sessanta]] e [[anni 1970|settanta]], gli israeliani erano, infatti, molto impegnati nella cooperazione economica con i paesi dell'[[Africa occidentale|Africa sub sahariana]] ed il regime di Amin, prima che quest'ultimo rovesciasse le alleanze, era stato un forte fruitore dell'assistenza tecnica fornita dallo stato ebraico.</ref> Questa aveva conservato i progetti e li fornì sollecitamente ai militari, i quali, con l'aiuto di alcuni tecnici che avevano diretto i lavori, costruirono una replica esatta dell'edificio aeroportuale.
 
Decisamente d'aiuto alla pianificazione del raid furono anche i ricordi degli ostaggi liberati il 29 giugno, interrogati a [[Parigi]] dai servizi d'informazione israeliani, che fornirono importanti dettagli in merito, per esempio, all'interno dell'edificio, al numero e all'organizzazione dei dirottatori, al coinvolgimento delle truppe ugandesi. I preparativi israeliani vennero condotti nella più stretta riservatezza. Ad esempio, gli operai civili che realizzarono la replica del terminal assieme ai militari, “rimasero ospiti” di questi ultimi fino ada operazione conclusa.
 
Prima di ordinare l’attaccol'attacco, il governo israeliano effettuò diversi tentativi diplomatici per portare a casa gli ostaggi, senzaper evitare di giungere ad una soluzione di forza. Molte fonti indicano che gli israeliani sarebbero stati disposti anche a rilasciare i prigionieri, nel caso l’opzionel'opzione militare si fosse rivelata impraticabile. Un generale in pensione delle [[Forze Israeliane di Difesa|IDF]], [[Chaim Bar-Lev]], che conosceva personalmente il dittatore ugandese, ebbe con lui diverse conversazioni telefoniche, senza raggiungere alcun risultato<ref name="90minuti"/><ref>{{Cita web|url=https://www.jpost.com/Features/A-historic-hostage-taking-revisited|titolo=A historic hostage-taking revisited|sito=The Jerusalem Post {{!}} JPost.com|accesso=28 gennaio 2020}}</ref>.
 
== Ulteriori sviluppi ==
Il governo dell’Ugandadell'Uganda chiese che fosse convocato il [[Consiglio di Sicurezzasicurezza delle Nazioni Unite|Consiglio di Sicurezza]] delle [[Nazioni Unite]], per condannare il raid israeliano, in quanto violazione della sovranità ugandese. Il Consiglio di Sicurezza non approvò alcuna risoluzione.
 
Per essersi rifiutato di abbandonare i passeggeri rimasti in ostaggio, il capitano Bacos ricevette una nota di biasimo dai suoi superiori e fu sospeso dal servizio per un periodo. Tuttavia, egli ricevette nello stesso anno la [[Legion d'Onoreonore]] dal Presidentepresidente [[Valéry Giscard d'Estaing]] e in seguito un'onorificienzaonorificenza da parte dell'Organizzazioneorganizzazione ebraica [[B'nai B'rith]]. Tutti i membri dell'equipaggio dell'aeromobile ricevettero inoltre un'onorificienzaonorificenza da parte dello Stato di Israele.<ref>{{Cita web|url=https://www.thejc.com/lifestyle/interviews/michel-bacos-the-air-france-hero-of-entebbe-1.33927|titolo=Michel Bacos: the Air France hero of Entebbe|accesso=dicembre 2020}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.hamodia.fr/article.php?id=2257|titolo=Je dois ma vie à Tsahal|data=|accesso=28 gennaio 2020|dataarchivio=30 dicembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131230234601/http://www.hamodia.fr/article.php?id=2257|urlmorto=sì}}</ref>
 
== Nazionalità ==
{| class="wikitable sortable"
!NationalitàNazionalità!!Passeggeri!!Equipaggio!!Totale
|-
|{{BEL}}||4||0||4
|-
|{{DENDNK}}||2||0||2
|-
|{{FRA}}||42||12||54
|-
|{{GREGRC}}||25||0||25
|-
|{{GERFRG}}||1||0||1
|-
|{{ISR}}||94||0||94
Riga 109 ⟶ 119:
|{{KOR}}||1||0||1
|-
|{{ESP 1945-1977}}||5||0||5
|-
|{{GBR}}||30||0||30
|-
|{{USA}}||34||0||34
|-
|-class="sortbottom"
|'''!Totale'''||'''!!248'''||'''!!12'''||'''!!260'''
|}
 
== Film su EntebbeFilmografia ==
I fatti di Entebbe diventarono materia d’ispirazioned'ispirazione per trequattro film, di cui due [[Stati Uniti d'America|statunitensi]] ed uno [[Israele|israeliano]].:
* ''[[La lunga notte di Entebbe]]'' (''Victory at Entebbe''), regia di [[Marvin J. Chomsky]] (1976)
* ''[[I leoni della guerra]]'' (''Raid on Entebbe''), regia di [[Irvin Kershner]] (1977)
* ''[[La notte dei falchi]]'' (''Mivtsa Yonatan''), regia di [[Menahem Golan]] (1977)
* ''[[7 giorni a Entebbe]]'' (''Entebbe''), regia di [[José Padilha]] (2018)
 
L'episodio è anche presente ne ''[[L'ultimo re di Scozia]]'' (2006).
* ''Victory At Entebbe'' (Titolo italiano: ''[[La lunga notte di Entebbe]]'') del [[1976]]
*: con [[Anthony Hopkins]], [[Burt Lancaster]], [[Elizabeth Taylor]] e [[Richard Dreyfuss]]
*: Regista : [[Marvin J. Chomsky]]
* ''Raid On Entebbe'' (Titolo italiano: ''[[I leoni della Guerra]]'') del [[1977]]
*: con [[Peter Finch]], [[Horst Buchholz]], [[Charles Bronson]], [[Yaphet Kotto]]
*: Regista: [[Irvin Kershner]]
* ''Mivtsa Yonatan'' (Titolo italiano: ''[[La notte dei falchi]]'', Titolo inglese: ''Operation Thunderbolt'') ([[1977]])
*: Con l’israeliano [[Yehoram Gaon]] nella parte del Col. Netanyahu
*: [[Sybil Danning]] e [[Klaus Kinski]] nel ruolo di dirottatori.
*: Regista: [[Menahem Golan]]
* L' episodio è anche presente ne ''[[L'ultimo re di Scozia]]'' (2006).
 
== Note ==
<references/>
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www1.idf.il/DOVER/site/mainpage.asp?sl=EN&id=5&docid=23016&year=3&Pos=1 Entebbe Diary] – Il resoconto ufficiale delle Forze armate israeliane.
* [https://web.archive.org/web/20050407202157/http://www1.idf.il/DOVER/site/mainpage.asp?sl=EN&id=5&docid=23016&year=3&Pos=1 Entebbe Diary] – Il resoconto ufficiale delle Forze armate israeliane.
* [http://www.isayeret.com isayeret.com] – Con dati sulle Forze speciali israeliane.
* [httphttps://aviation-safety.net/database/record.php?id=19760627-1 Hijacking description] su Aviation Safety Network
 
{{Incidenti aerei nel 1976}}
{{Conflitto Arabo-Israeliano}}
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