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[[File:Édit de Nantes. Page 24 - Archives Nationales - AE-II-763.jpg|thumb|Editto di Nantes]]
{{F|storia|aprile 2008}}
L{{'}}'''editto di Nantes''' fu un [[editto]] proclamato a [[Nantes]]<ref>Secondo la tradizione nel castello dei duchi di Bretagna Pétré-Grenouilleau 2008, p. 41 et 54</ref> dal re [[Enrico IV di Francia|Enrico IV]] nell'aprile 1598, che pose termine alla serie di [[Guerre di religione francesi|guerre di religione]] che avevano devastato la [[Francia nell'età moderna|Francia]] dal 1562 al 1598, regolando la posizione degli [[ugonotti]] ([[Calvinismo|calvinisti]] francesi). Stabiliva che ci doveva essere un diritto di ''libertà'', di ''culto'' e ''parità di diritti'' tra ugonotti e [[Chiesa cattolica|cattolici]]. Esso fu revocato nel 1685 da [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] con l'[[editto di Fontainebleau]] e ripristinato di fatto solo dall'editto di Versailles emesso da [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]] nel 1787, alla vigilia della [[rivoluzione francese]].
[[File:HenriIV.jpg|thumb|200px|right|william zanoletti 46 anni.]] ▼
L''''[[Editto]] di [[Nantes]]''' fu un decreto emanato dal re [[Enrico IV di Francia|Enrico IV]] il [[13 aprile]] [[1598]]<ref>All'editto si erano opposti i [[Parlamento francese (antico)|parlamenti]] e per la sua esecutività il re dovette imporre la sua volontà con un [[lit de justice]].</ref> che pose termine alla serie di guerre di religione che avevano devastato la Francia dal [[1562]] al [[1598]], regolando la posizione degli [[ugonotti]] (calvinisti). Esso fu revocato nel [[1685]] da [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] ([[Editto di Fontainebleau]]).
== I precedentiContenuti ==
{{leggi il testo|sezione=s|[[:fr:s:Édit de Nantes|Édit de Nantes]] (in [[lingua francese|lingua originale]])}}
Non fu il primo nel suo genere. A seguito delle turbolenze avvenute nei quattro decenni precedenti, il [[17 gennaio]] [[1562]] [[Carlo IX di Francia|Carlo IX]], sotto la pressione della madre [[Caterina de' Medici]], emise l'[[Editto di Saint-Germain]], detto anche Editto di Gennaio, con il quale veniva accordata ai protestanti la libertà di culto nei sobborghi delle città od in aperta campagna. Poco più di un anno dopo ([[19 marzo]] [[1563]]), veniva emesso l'[[Editto di Amboise]], che limitava i diritti dei protestanti ai soli gentiluomini e poi la [[Pace di Saint-Germain]] ([[8 agosto]] [[1570]]) che accordava libertà di coscienza e di culto ai protestanti e riconosceva loro un centinaio di piazzeforti, fra cui le quattro più importanti sono [[La Rochelle (Charente-Maritime)|La Rochelle]], [[Cognac]], [[Montauban]] e [[La Charité-sur-Loire]].
▲[[File:HenriIV.jpg|thumb| 200px|right|williamEnrico zanolettiIV 46di anni.Francia]]
L'editto<ref>[http://elec.enc.sorbonne.fr/editsdepacification/edit_12 introduzione all'editto di Nantes Sorbona]</ref>:
* riconosceva la [[libertà di coscienza]], cioè la libertà di avere convinzioni interiori e di comportarsi di conseguenza, in tutto il territorio francese;
== I contenuti ==
L'Editto* riconosceva la libertà di coscienza in tutto il territorio francese, la[[Libertà religiosa|libertà di culto ]] nei territori ovedove i protestanti si erano già installati prima del [[1597 ]], tranne che a [[Parigi]], [[Rouen]], [[Lione]], [[Digione]] e [[Tolosa]] e l'inverso (cioè il divieto di praticare il culto cattolico) a [[Saumur]], [[ La Rochelle (Charente-Maritime)|La Rochelle]] e [[Montpellier]]; la possibilità di accedere a cariche pubbliche e scuole; concedeva inoltre ai protestanti un centinaio di piazzeforti. Nelle città di [[Bordeaux]], [[Grenoble]] e [[Castres]] i protestanti ebbero il diritto di venire giudicati da tribunali costituiti per metà da loro correligionari.▼
* riconosceva la possibilità di accedere a cariche pubbliche e scuole;
* concedeva ai protestanti un centinaio di [[Piazzaforte|piazzeforti]].<ref>Joel Cornette, L'affirmation de l'État absolu (1492-1652), Hachette Supérieur, 2012.
</ref>
Nelle città di [[Bordeaux]], [[Grenoble]] e [[Castres (Tarn)|Castres]] i protestanti ebbero il diritto di venire giudicati da [[Tribunale|tribunali]] costituiti per metà da loro correligionari.
Nell' Edittoeditto, tuttavia , la parola " [[Tolleranza religiosa|tolleranza ]]" non compare mai: in quel tempo infatti essa era associata ad un concetto negativo per entrambe le fedi. Ciascun credente si riteneva il detentore della verità assoluta e colui che praticava un altro credo pregiudicava così la propria vita eterna e quindi era un dovere impedire che “l’altro”"l'altro" permanesse nell'errore. Ciascuna fede pretendeva pertanto il diritto di salvare, anche con la costrizione fisica, gli appartenenti alla fede avversa. Pertanto i cattolici considerarono l'editto un mezzo per contenere l'espansione protestante, in attesa della futura estinzione del nuovo credo, mentre i protestanti lo considerarono nient'altro che una pausa nell’impegnonell'impegno doveroso di conversione dei cattolici.<ref>Dichiarava nel [[1570 ]] il seguace di [[Giovanni Calvino|Calvino]], [[Teodoro di BèzeBeza]]: ▼
A differenza di questi però, l’Editto di Nantes ebbe una effettiva applicazione promossa d’autorità da [[Enrico IV di Francia|Enrico IV]], che prima di salire al trono di Francia era ugonotto (di qui la famosa frase pronunciata dallo stesso "Parigi val bene una messa", che è diventata anche proverbio popolare).
{{ QuoteCitazione|Diremo che si deve permettere la libertà di coscienza? Per nulla al mondo! Si tratta di consentire la libertà di adorare Dio a ciascuno a proprio modo. È un regime diabolico!| TheodoreTeodoro dedi BèzeBeza|}} Nel [[1586 ]] [[Caterina de' Medici]] così si rivolgeva al visconte di Turenne (protestante): ▼
{{ QuoteCitazione|Il re non vuole che una sola religione nel suo Stato.|Caterina de' Medici|}} Al cheA cui il Turenne rispose: ▼
{{Citazione|Noi anche, ma che sia la nostra!|Visconte di Turenne|}} tratto da Danilo Breschi ''Le guerre civili di religione'' [https://ilpensierostorico.com/guerre-civili-di-religione-islam/]</ref>
L' Edittoeditto pose fine alle cosiddette [[ Guerreguerre di religione francesi]]. ▼
▲L'Editto riconosceva la libertà di coscienza in tutto il territorio francese, la libertà di culto nei territori ove i protestanti si erano già installati prima del [[1597]] tranne che a [[Parigi]], [[Rouen]], [[Lione]], [[Digione]] e [[Tolosa]] e l'inverso (cioè il divieto di praticare il culto cattolico) a [[Saumur]], [[La Rochelle (Charente-Maritime)|La Rochelle]] e [[Montpellier]]; la possibilità di accedere a cariche pubbliche e scuole; concedeva inoltre ai protestanti un centinaio di piazzeforti. Nelle città di [[Bordeaux]], [[Grenoble]] e [[Castres]] i protestanti ebbero il diritto di venire giudicati da tribunali costituiti per metà da loro correligionari.
▲Nell'Editto tuttavia la parola "tolleranza" non compare mai: in quel tempo infatti essa era associata ad un concetto negativo per entrambe le fedi. Ciascun credente si riteneva il detentore della verità assoluta e colui che praticava un altro credo pregiudicava così la propria vita eterna e quindi era un dovere impedire che “l’altro” permanesse nell'errore. Ciascuna fede pretendeva pertanto il diritto di salvare, anche con la costrizione fisica, gli appartenenti alla fede avversa. Pertanto i cattolici considerarono l'editto un mezzo per contenere l'espansione protestante, in attesa della futura estinzione del nuovo credo, mentre i protestanti lo considerarono nient'altro che una pausa nell’impegno doveroso di conversione dei cattolici.<ref>Dichiarava nel [[1570]] il seguace di [[Giovanni Calvino|Calvino]], [[Teodoro di Bèze]]:
▲{{Quote|Diremo che si deve permettere la libertà di coscienza? Per nulla al mondo! Si tratta di consentire la libertà di adorare Dio a ciascuno a proprio modo. È un regime diabolico!|Theodore de Bèze|}} Nel [[1586]] [[Caterina de' Medici]] così si rivolgeva al visconte di Turenne (protestante):
▲{{Quote|Il re non vuole che una sola religione nel suo Stato.|Caterina de' Medici|}}Al che il Turenne rispose:
{{Quote|Noi anche, ma che sia la nostra!|Visconte di Turenne|}}</ref>
▲L'Editto pose fine alle cosiddette [[Guerre di religione francesi]].
== Attuazione e revoca ==
[[File:Louis le Grand; Rigaud Hyacinthe.jpg|thumb|right|200px|Luigi XIV, il Grande.Re Sole]]
I provvedimenti contenuti nell'editto non furono mai pienamente posti in atto e si assistette ad unaa un'abrogazione progressiva. La concessione ai protestanti di mantenere piazzeforti militari fu revocata dalda [[Luigi XIII di Francia|Luigi XIII]] con la promulgazione dell’dell'[[Pace di Alais|Edittoeditto di Alès]] ([[28 giugno]] [[1629]]).<ref>[https://www.ales.fr/wp-content/uploads/2018/01/exposition-la-paix-d-alais-ou-edit-de-grace-de-1629.pdf La Paix d'Alais ou Édit de Grâce de 1629]</ref> L'editto, che seguì l'inizio dell'assedio di [[La Rochelle (Charente-Maritime)|La Rochelle]] (iniziato nel [[1628]]), vietò le assemblee politiche e soppresse le posizioni militari protestanti, ma mantenne la libertà di culto nel regno (sempre esclusa Parigi).
Nel 1660 [[1660]]Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] iniziò una politica di conversione dei protestanti al cattolicesimo associata a forme di persecuzioni, fra le quali le ''[[Dragonate|dragonnades]]''.<ref>In sintesi le ''dragonnades'' consistevano in questo: ogni famiglia protestante doveva alloggiare e mantenere a proprie spese un ''dragon'', membro di un corpo militare costituito di soli cattolici, il quale esercitava un’azioneun'azione di convinzione sulla famiglia al fine di convertirla al cattolicesimo.</ref>. Questa azione di conversione più o meno forzata fu ufficialmente piuttosto efficace, ma si videro numerosissimi casi di protestanti neoconvertiti che continuavano a praticare clandestinamente la loro fede precedente. Il numero ufficiale dei protestanti si ridusse drasticamente e l’Edittol'editto di Nantes rimase così svuotato del suo contenuto.
Con l'[[Edittoeditto di Fontainebleau]] del [[18 ottobre]] [[1685]], controfirmato dal cancelliere [[Michel Le Tellier]], Luigi XIV revocava definitivamente l’Edittol'editto di Nantes e riprendevano le persecuzioni contro i protestanti. Ciò comportò una forte emigrazione di questi ultimi verso l'Inghilterra e le sue colonie della [[Virginia]] e della [[Carolina del Sud]], la [[Germania]], la [[Svizzera]], il [[Sudafrica]] e i [[Paesi Bassi]], in particolare verso le sue colonie nordamericane degli attuali stati di [[New York]] e [[New Jersey]]. Si trattava prevalentemente di artigiani o di membri della borghesia (si parla di una cifra intorno ai 200.000), il che favorì l'economia dei paesi accoglienti a scapito di quella francese.<ref>Olivier Christin, '' Mais pourquoi Louis XIV a-t-il révoqué l’édit de Nantes ? '' Le Temps, 2 ottobre 2015</ref>
Ciò comportò una forte emigrazione di questi ultimi verso l’Inghilterra e le sue colonie della [[Virginia]] e della [[Carolina del Sud]], la [[Germania]], la [[Svizzera]] e l’[[Olanda]], in particolare verso le sue colonie nordamericane degli attuali stati di [[New York]] e [[New Jersey]]. Si trattava prevalentemente di artigiani o di membri della borghesia (si parla di una cifra intorno ai 200.000), il che favorì l’economia dei paesi accoglienti a scapito di quella francese.
[[File:Proclamation de l'édit de Nantes.jpg|thumb|Proclamazione dell'editto di Nantes davanti al Parlamento di Parigi <ref>Solange Deyon '' À propos de l'iconographie de l'édit de Nantes'' Bulletin de la Société de l'histoire du protestantisme français, vol. 144 ''l'édit de Nantes (1598)''</ref>]]
Morto [[Luigi XIV]] nel 1715, sotto i suoi successori la politica persecutoria si attenuò e molte comunità protestanti sopravvissero sul territorio francese. Nel [[1787]] [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]] mise ufficialmente e definitivamente fine alle persecuzioni con l'[[Editto di Versailles|editto di tolleranza]]<ref>[http://huguenotsweb.free.fr/histoire/edit1787.htm huguenotsweb]</ref>, ma la restituzione piena dei diritti ai protestanti avràebbe luogo solo due anni dopo, con la [[Rivoluzionerivoluzione Francesefrancese]].
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
;Approfondimenti
* {{fr}} [[Élie Benoist]], ''Histoire de l'édit de Nantes'', 3 voll., Delft, 1693-95.
* {{fr}} E.G. Léonard, ''Histoire général du protestantisme'', 2 voll., Paris, 1961:II:312-89.
* {{fr}} Gabriel Audisio, ''La réception de l'édit de Nantes en Provence'' (1598-1602), Bulletin de la Société de l'histoire du protestantisme français, vol. 144, gennaio- giugno 1998, p. 267-282
* {{fr}} Guy Bedouelle, '' De la thèse et de l'hypothèse : l'édit de Nantes et les catholiques français au 19e siècle''», Bulletin de la Société de l'histoire du protestantisme français, vol. 144, gennaio- giugno, p. 385-398.
* {{fr}} Bernard Barbiche, '' L'édit de Nantes et son enregistrement : genèse et publication d'une loi royale '' in Paul Mironneau et Isabelle Pébay-Clottes (dir.), Paix des armes, paix des âmes : actes du colloque tenu au Musée national du château de Pau et à l'Université de Pau et des Pays de l'Adour les 8, 9, 10 et 11 octobre 1998, Paris, Imprimerie nationale, 2000, 502 p. (ISBN 2-7433-0377-8), p. 251-260.
* {{fr}} Philip Benedict, Marie-Reine Mangin e Bernard Roussel, '' Les vicissitudes des églises réformées de France jusqu'en 1598 '', Bulletin de la Société de l'histoire du protestantisme français'', vol. 144, gennaio 1998, p. 53-73
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== Collegamenti esterni ==
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