Gesualdo (Italia): differenze tra le versioni

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{{F|Campania|settembre 2010}}
{{Divisione amministrativa
|Nome =''' Gesualdo'''
|StemmaPanorama = Gesualdo-Stemma (AV).pngjpg
|Bandiera =
|Didascalia=
|Stemma =
|Bandiera=
|Stato = ITA
|Voce bandiera=
|Grado amministrativo = 3
|Panorama=Panorama Gesualdo (2).jpg
|Divisione amm grado 1 = Campania
|Voce stemma=
|Divisione amm grado 2 = Avellino
|Stato=ITA
|Amministratore locale = Domenico Forgione
|Grado amministrativo=3
|Partito = Lista civica
|Divisione amm grado 1=Campania
|Data elezione = 13/6/2022
|Divisione amm grado 2=Avellino
|Data istituzione =
|Amministratore locale=Carmine Petruzzo <!--nome, cognome SENZA titoli-->
|Altitudine = 676
|Partito=[[lista civica]] L'Aquilone
|Sottodivisioni = Piano della Croce, Torre dei Monaci
|Data elezione=13/06/2004 - Rieletto nel 2009<!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA-->
|Divisioni confinanti = [[Fontanarosa]], [[Frigento]], [[Grottaminarda]], [[Paternopoli]], [[Villamaina]]
|Data istituzione=
|Zona sismica = 1
|Latitudine gradi=41
|Gradi giorno = 2305
|Latitudine minuti=0
|Nome abitanti = gesualdini
|Latitudine secondi=28
|Patrono = [[San Nicola di Bari]]
|Latitudine NS=N
|Festivo = 6 dicembre
|Longitudine gradi=15
|PIL =
|Longitudine minuti=4
|PIL procapite =
|Longitudine secondi=24
|Mappa = Gesualdo 2016.png
|Longitudine EW=E
|Didascalia mappa = Il comune di Gesualdo all'interno della provincia di Avellino
|Altitudine=676
|Superficie=27.13
|Note superficie=
|Abitanti=3692
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
|Aggiornamento abitanti=31-12-2010
|Sottodivisioni=Piano della Croce, Torre dei Monaci
|Divisioni confinanti=[[Fontanarosa]], [[Frigento]], [[Grottaminarda]], [[Paternopoli]], [[Villamaina]]
|Codice postale=83040
|Prefisso=[[0825]]
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=064036
|Codice catastale=D998
|Targa=AV
|Zona sismica=1
|Gradi giorno=
|Diffusività=
|Nome abitanti=gesualdini
|Patrono=[[San Nicola di Bari|san Nicola]]
|Festivo=[[6 dicembre]]
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=
|Didascalia mappa=
|Sito=http://www.comune.gesualdo.av.it/
}}
 
'''Gesualdo''' è un [[ComuniComune d'(Italia)|comune italiano]] di 3.694{{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Avellino]] in [[Campania]]. E' riconosciuto come uno dei centri di maggiore interesse storico, artistico e culturale della [[provincia di Avellino]].
Si fregia della denominazione di "''Città del Principe dei Musici''", in onore di [[Carlo Gesualdo]], il padre della musica polifonica.
 
==''' Geografia''' fisica ==
Il comune sorge nell'[[Irpinia]] centrale, fra le valli del Ansanto e dell'[[Ufita]], a ridosso di una dorsale.
Il suo territorio è caratterizzato da una forte escursione altimetrica (max {{M|781|u=m slm}} in località Otica - min {{M|319|u=m slm}} presso il Torrente Fredane).
La casa comunale sorge a quota {{M|676|u=m slm}}
 
=== Sismologia ===
Il comune, sorge nell'Irpinia centrale, fra le valli del Fredane e dell'Ufita, a ridosso di una dorsale.
{{vedi anche|Terremoti in Irpinia}}
Il suo territorio è caratterizzato da una forte escursione altimetrica (max 781 m.s.l.m. monte otica) - (min 319 m.s.l.m. fiume Fredane).
Il territorio comunale di Gesualdo è parte del [[distretto sismico]] dell'[[Irpinia]]. In occasione del [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]] vi furono, nel solo comune di Gesualdo, 9 morti, 40 feriti e 605 senzatetto<ref name="ingv">{{cita web|url=http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/41752.html|titolo=Catalogue of strong earthquakes in Italy|sito=INGV|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180107061807/http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/41752.html|accesso=20 gennaio 2018}}</ref>.
La casa comunale sorge all'altezza di 676 metri s.l.m.
* [[Classificazione sismica dell'Italia|Classificazione sismica]]: zona 1 (sismicità alta)<ref>{{cita web|url=http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/Classificazione2015.xlsx|titolo=Classificazione sismica dei comuni italiani|sito=Protezione Civile|accesso=13 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171104115053/http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/Classificazione2015.xlsx|urlmorto=sì}}</ref>
 
===Collegamenti= Storia ==
=== Dalla preistoria al periodo romano ===
Gesualdo dista 10&nbsp;km dall'uscita del casello di [[Grottaminarda]], situato al Km.81 dell'[[Autostrada A16 (Italia)]]. Il Comune è inoltre raggiungibile percorrendo la [[Strada statale 303 del Formicoso]] e un breve tratto della SS428 o percorrendo la statale Ofantina-SS7 con uscita [[Paternopoli]].
L'esposizione a sud, sul fianco destro della valle del fiume [[Fredane]], affluente del [[Calore Irpino]], ha permesso che il territorio del comune di Gesualdo fosse frequentato fin dalla preistoria.
Lo studioso Arturo Palma dell'[[Università degli Studi di Siena]], in alcuni sopralluoghi avvenuti fra il luglio e l'ottobre del [[1975]] presso la località "Cave di Pietra" di Gesualdo, rinvenne "industria litica […] del tipo clacto-taycoide".
 
Un insediamento del neolitico finale ([[XXXI secolo a.C.]]-[[XXV secolo a.C.]]) è testimoniato dal rinvenimento in località Capo di Gaudio di alcune [[scure|scuri]] di [[selce]] levigata "di tipo conoidale lenticolare con profilo triangolare isoscele a base convessa" esposti al museo provinciale, sezione archeologia, ai nn. 650, 651 e 652. Alla fine del III millennio a.C. si fanno risalire resti di strutture di un insediamento e una [[necropoli]] con [[tomba a fosso|tombe a fosso]] esplorate dal Penta nel 1893, in località Fiumane, vicino al fiume Fredane. Questi rinvenimenti nel territorio gesualdino testimoniano tracce della presenza umana dell'[[Età del rame|Eneolitico]], del [[Neolitico]] e del [[Paleolitico]].
Aeroporto : Napoli-[[Capodichino]]
 
Ai suddetti ritrovamenti se ne sono aggiunti altri attribuibili all'epoca romana, caratterizzati da [[necropoli]] e ville localizzate nelle contrade di San Barbato, Paolino e Volpito che si trovano a qualche chilometro dal centro storico e nella zona di via Pastene.
Treni : [[Stazione di Ariano Irpino]]
 
=== Gesualdo longobarda: Le origini - Il Cavaliere Gesualdo ===
Autobus : tratte giornaliere da e per Napoli, Avellino via [[Grottaminarda]] servite da A.ir [[Autoservizi Irpini]]
Lo storico locale [[Giacomo Catone]]<ref>Giacomo Catone, ''Memorie gesualdine'', 1840.</ref> sosteneva che la rocca ed i possedimenti di Gesualdo vennero donati nel [[650|650 d.C.]] da [[Romualdo I di Benevento|Romualdo]], [[duca di Benevento]], agli eredi del cavaliere, che da eroe leggendario, per difendere il proprio duca, si immolò durante la guerra tra i [[Longobardi]] e i [[Impero bizantino|Bizantini]] capeggiati dall'imperatore [[Costante II]] quando costui tentò di conquistare l'Occidente. Gli storici [[Scipione Ammirato]], [[Giovanni Antonio Summonte]], [[Alessandro Di Meo]] ed altri, sostenevano che l'eroe longobardo, [[Precettore|balio]] del duca Romualdo, si chiamava Gesualdo e di conseguenza bisogna supporre che la terra donata agli eredi del cavaliere fosse chiamata Gesualdo.
Tutti questi storici si rifanno all'autorevole ''[[Historia Langobardorum]]'' di [[Paolo Diacono]]<ref>''Historia Langobardorum'', capp. 7° e 8° del 5° libro.</ref>, il quale però dice che l'eroico cavaliere si chiamava Sessualdo e non parla di donazioni agli eredi.
 
Altra ipotesi sull'origine del nome è di Cipriano de Meo<ref>Cipriano de Meo, ''La città di Gesualdo contributo di studi e ricerche'', presentazione di Alfonso Cuoppolo, ed. Pro loco Civitatis Iesualdinæ, Roma: Il Calamaio, 1996.</ref>, il quale sostiene che il nome medievale di Gesualdo fosse ''Gisivaldum'', da ''Gis-wald'', dove "Gis"' è il nome del suddetto cavaliere e "wald" vuol dire bosco, quindi "Il bosco di Gis", pertanto confutando le altre tesi che ritenevano la denominazione Gesualdo derivare dal nome dell'eroico Cavaliere.
===Distanze===
*Avellino 40 km
*Napoli 100 km
*Roma 290 km
 
La figura storica del Cavaliere longobardo Gesualdo<ref>Pasquale Villari, ''Le invasioni barbariche in Italia'', 1902, p. 332.</ref> si colloca intorno alla metà del [[VII secolo]], all'epoca del conflitto tra [[Longobardi]] e [[Impero bizantino|Bizantini]] per il controllo dell'Italia meridionale. Nell'anno 663, i bizantini guidati dall'Imperatore [[Costante II]], detto il Pogonato, misero a ferro e fuoco il fragile [[Ducato di Benevento]] cingendone d'assedio la capitale allora retta dal principe Romoaldo figlio del duca di Benevento [[Grimoaldo]].
=='''Storia'''==
Il giovane principe, ai cui servigi era il cavaliere, trovandosi in serie difficoltà a causa dello strapotere dei assedianti ordinò al Gesualdo di raggiungere a [[Pavia]] il padre Grimoaldo per chiedere rinforzi. Il cavaliere riuscì ad avvertire il duca che immediatamente dispose l'invio di rinforzi alla volta di Benevento, ma di ritorno da Pavia fu vittima di un'imboscata tesagli dai soldati bizantini che lo catturarono.
 
L'imperatore bizantino propose al cavaliere di mentire al suo signore in cambio della libertà; quest'ultimo finse di assecondare le richieste nemiche e, una volta condotto davanti alle mura della città, ruppe l'accordo comunicando agli assediati l'imminente arrivo dei rinforzi. Le milizie bizantine fiaccate nel numero e nel morale dopo mesi d'assedio, a causa dell'eroico gesto del cavaliere e dell'imminente arrivo dei nemici dal Nord, furono costrette a rompere l'assedio. L'imperatore Costante II, prima di darsi alla fuga, ordinò la condanna a morte del Cavaliere. Per sdegno e per rivalsa, impose che la sua testa mozzata venisse lanciata oltre le mura e che il suo corpo fosse gettato nel [[Calore Irpino|fiume Calore]]. La leggenda vuole che il Principe Romoaldo, in un ossequioso gesto di pietà verso il prode suo servitore, raccolse il capo mozzato del Cavaliere, per dargli poi l'onore della più degna delle sepolture.
===Dalla Preistoria al periodo romano===
 
Sulla scorta di altri riscontri storiografici, è lecito pure supporre che la rocca di Gesualdo sia stata edificata dai [[Longobardi]] dopo la ''Divisio ducatus'' tra [[Radelchi I di Benevento|Radelchi]] e [[Siconolfo]], come avamposto di difesa dei confini orientali del [[gastaldato]] di [[Diocesi di Quintodecimo|Quintodecimo]], entrato a far parte del [[ducato di Benevento]]. La sua costruzione collocata in questo caso nella seconda metà del IX secolo si giustifica pienamente, se si considera che la Divisio accelerò il processo di frazionamento signorile della Longobardia meridionale e che in questi anni, nel Mezzogiorno, si verificò nuovamente una penetrazione di forze esterne che, a parte quelle saracene, fu caratterizzata dalle invasioni dei Franchi, dei Franco-Spoletini, dei Bizantini e dalla politica aggressiva del Papato.
L'esposizione a sud, sul fianco nord della valle del fiume [[Fredane]], affluente del [[Calore Irpino]], ha permesso che l'attuale territorio del comune di Gesualdo fosse frequentato fin dalla preistoria.
Lo studioso Arturo Palma dell'[[Università di Siena]] in alcuni sopralluoghi avvenuti fra il luglio e l'ottobre del [[1975]] presso la località "Cave di Pietra" di Gesualdo rinvenne "industria litica […] del tipo clacto-taycoide".
 
=== Gesualdo normanna: La signoria di Gesualdo ===
Un insediamento del neolitico finale ([[3000 a.C.|3000]]-[[2500 a.C.]]) è testimoniato dal rinvenimento in località Capo di Gaudio di alcune [[scure|scuri]] di [[selce]] levigata "di tipo conoidale lenticolare con profilo triangolare isoscele a base convessa" esposti al museo provinciale, sezione archeologia, ai nn. 650, 651 e 652. Alla fine del III millennio a.C. si fanno risalire resti di strutture di un insediamento e una [[necropoli]] con tombe a fosso esplorate dal Penta nel [[1893]], in località Fiumane, vicino al fiume Fredane. Questi rinvenimenti nel territorio gesualdino testimoniano tracce della presenza umana dell'[[Età del rame|Eneolitico]], del [[Neolitico]] e del [[Paleolitico]].
 
I discendenti del primo Gesualdo<ref>Erasmo Ricca, ''La nobiltà del regno delle Due Sicilie'', volume 2.</ref> per quattrocento anni furono i Signori del territorio, man mano ingrandito; dipendevano dal Duca di Benevento, e gli furono fedeli sempre, fino all'estinzione della famiglia, che coincise con la [[conquista normanna dell'Italia meridionale|conquista normanna]].
Ai suddetti ritrovamenti se ne sono aggiunti altri attribuibili all'epoca romana, caratterizzati da [[necropoli]] e ville localizzate nelle attuali contrade di San Barbato, Paolina e Volpito che si trovano a qualche chilometro dall'attuale centro storico; più recentemente anche nella zona di via Pastena.
 
Negli annali storici, la prima citazione della "rocca di Gesualdo" è del [[1137]] e la fa [[Pietro Diacono]]<ref>''Chronica sacri monasterii casinensis'', libro 4°.</ref>, quindi nell'epoca normanna che Gesualdo cominciò ad avere uno sviluppo dell'aggregato urbano intorno alla suddetta rocca che fu trasformata in ''castrum'' e poi con il passare dei secoli da struttura difensiva ad abitativa, fino a diventare un maestoso e possente castello che caratterizza il panorama.
===Le origini - Il Cavaliere Gesualdo===
 
La dinastia normanna<ref>A. Lanfranchi. Carlo Gesualdo, ''Dizionario biografico degli italiani'' Roma, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani. URL consultato il 1º novembre 2011. «Secondo alcune cronache del tempo i Gesualdo "vennero di Francia…" mentre altre, più correttamente, propendono per la discendenza da un Guglielmo - figlio naturale di Ruggero il Normanno: come del resto è testimoniato dall'iscrizione che ancor oggi si può leggere sulle mura del castello di famiglia nella cittadina di Gesualdo: […]».</ref> che signoreggiò Gesualdo ha avuto origini da [[Guglielmo d'Altavilla, signore di Gesualdo|Guglielmo]], figlio illegittimo di [[Ruggero Borsa]] (di tale Ruggero rimane un'iscrizione incompleta "… ROGERII NORTHMI APULIÆ ET CALABRIÆ DUCIS …" nel cortile del castello). Guglielmo fu il primo signore di Gesualdo di cui abbiamo notizie con documento del [[1141]]<ref>Berardo Candida-Gonzaga, ''Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia'', volume II, p. 53 (in it), Arnaldo Forni, ristampa anastatica, 1995. «Questa famiglia fu originata nel 1152 da Guglielmo figliuolo naturale del duca di Puglia Ruggiero normanno. Guglielmo fu gran contestabile e signore di Gesualdo, dalla quale terra prese il nome che conservarono i suoi discendenti».</ref>. Questi sposò Abelarda, signora di [[Lucera]], figlia del [[conte]] di [[Lecce]]. Ebbe due figli: Elia ed Aristolfo. Quest'ultimo guidò un esercito in Terra Santa ai tempi del re [[Guglielmo II di Sicilia]]. Alla morte di Guglielmo, avvenuta intorno al [[1150]] (nel [[1145]] era sicuramente vivo e nel [[1152]] era sicuramente morto), subentrò suo figlio [[Elia D'Altavilla|Elia]], 2º signore di Gesualdo.
L'aggregato urbano attuale evidenzia l'esistenza iniziale di una rocca intorno a cui, con il passare dei secoli, si sono aggiunte delle case che formavano dei cerchi concentrici e contemporaneamente dei baluardi di difesa.
 
Il [[XII secolo]] coincise con il periodo di massima espansione della Signoria di Gesualdo con il dominio esteso su 36 luoghi tra città e terre situati in tre province, la maggior parte in [[Principato Ultra]], altre in [[Principato Citra]] e Basilicata. Dal [[Catalogus Baronum]], Elia, figlio di Guglielmo, risulta signore di una vastissima baronia. Egli amministra personalmente i feudi di Gesualdo, Frigento, Mirabella, Paternopoli, San Mango, Bonito, Lucera e San Lupolo (presso Lucera).<ref>Giovanni Battista di Crollalanza, ''Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti'', volume I, p. 469. Arnaldo Forni, ristampa anastatica, 2011. «Originata nel 1152 da Guglielmo figliuolo naturale del duca di Puglia Ruggiero normanno».</ref>.
La struttura antica di Gesualdo è in effetti il risultato di più costruzioni avvenute intorno ad una rocca costruita in epoca longobarda a protezione del [[ducato di Benevento]]. Secondo lo storico locale Giacomo Catone<ref>Giacomo Catone, ''Memorie gesualdine'', 1840</ref>, la rocca venne donata nel [[650 d.C.]] da Romualdo, [[duca]] di [[Benevento]], agli eredi del cavaliere che, da eroe leggendario, per difendere il proprio duca, si immolò durante la guerra tra i [[Longobardi]] e i [[Impero bizantino|Bizantini]] capeggiati dall'imperatore [[Costante II di Bisanzio|Costante II]] quando costui tentò di conquistare l'Occidente.
 
Dal matrimonio di Elia con Diomeda nacquero cinque figli: Guglielmo, Roberto, Ruggero, Goffredo e Maria. Il primogenito Guglielmo non poté succedere al padre, poiché aveva partecipato ad una congiura contro il re, e pertanto alla morte di quest'ultimo subentrò il secondogenito Ruggero, che aveva ottenuto il titolo di conte da [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]] nel febbraio del [[1187]].
Secondo gli storici [[Scipione Ammirato]], [[Giovanni Antonio Summonte]], [[Alessandro Di Meo]] ed altri, l'eroe longobardo, balio del duca Romualdo, si chiamava Gesualdo e di conseguenza bisogna supporre che la terra donata agli eredi del cavaliere fosse chiamata Gesualdo.
Tutti questi storici si rifanno all'autorevole ''Historia Longobardorum'' di [[Paolo Diacono]]<ref>''Historia longobardorum'', capp. 4° e 5° del 5° libro</ref>, il quale però dice che l'eroico cavaliere si chiamava Sessualdo e non parla di donazioni agli eredi.
Altra ipotesi sull'origine del nome è di Cipriano de Meo<ref>Cipriano de Meo, ''La città di Gesualdo contributo di studi e ricerche'', presentazione di Alfonso Cuoppolo, ed. Pro loco Civitatis Iesualdinæ, Roma: Il Calamaio, 1996</ref>, il quale sostiene che il nome medievale di Gesualdo fosse ''Gisivaldum'', da ''Gis-wald'', dove "Gis"' è il nome del suddetto cavaliere e "wald" vuol dire bosco, quindi "Il bosco di Gis".
 
Ruggero, 3º signore di Gesualdo non ebbe eredi. La baronia di Gesualdo si ridusse, in epoca [[Hohenstaufen|sveva]], al solo possesso di Gesualdo, Frigento, Taurasi e Mirabella Eclano. Il fratello di Ruggero, Roberto, fu il primo ad assumere il cognome Gesualdo. Costui ebbe due figli: Elia e Gesualda.
La figura storica del Cavaliere longobardo Gesualdo si colloca intorno alla metà del VI sec. d.C. all'epoca del conflitto tra [[Longobardi]] e [[Impero bizantino|Bizantini]] per il controllo dell'Italia meridionale. Nell'anno 663, i bizantini guidati dall'Imperatore [[Costante II di Bisanzio|Costante II]], detto il Pogonato, misero a ferro e fuoco il fragile [[Ducato di Benevento]] cingendo d'assedio la città sannita allora retta dal Principe Romoaldo figlio del Duca di Benevento [[Grimoaldo]].
Il giovane principe, ai cui servigi era il Cavaliere, trovandosi in serie difficoltà a causa dello strapotere dei assedianti ordinò al Gesualdo di raggiungere a [[Pavia]] il padre Grimoaldo per chiedere rinforzi. Il Cavaliere riuscì ad avvertire il Duca che immediatamente dispose l'invio di rinforzi alla volta di Benevento, ma di ritorno da Pavia fu vittima di un'imboscata tesagli dai soldati bizantini che lo catturarono.
 
Dopo Ruggero furono signori di Gesualdo dei [[Germania|tedeschi]], nominati da [[Federico II di Svevia|Federico II]]. Di essi ricordiamo: Hermann Von Strimberg, Raynaldus De Lavareta, attestato nella signoria di Gesualdo fino al [[1226]].
L'imperatore bizantino propose al cavaliere di mentire al suo signore in cambio della libertà, quest'ultimo finse di assecondare le richieste nemiche e condotto davanti le mura della città ruppe l'accordo e urlò ai longobardi che presto sarebbero stati liberati per l'arrivo dei rinforzi. Le milizie bizantine fiaccate nel numero e nel morale dopo mesi d'assedio, a causa dell'eroico gesto del cavaliere e dell'imminente arrivo dei nemici dal Nord furono costrette a rompere l'assedio.
L'imperatore Costante II, prima di darsi alla fuga diede l'ordine che il Cavaliere venisse decapitato e che il suo corpo fosse gettato nel [[fiume Calore]]. La leggenda vuole che il Principe Romoaldo in un ossequioso gesto di pietà verso il prode suo servitore ne raccolse il capo mozzato lanciato all'interno delle mura per poi dargli la più onorata delle sepolture.
 
Successivamente l'imperatore [[Corrado IV di Svevia|Corrado IV]] restituì a Elia II Gesualdo, figlio di Roberto e nipote abiatico di Ruggero, i beni che tornarono così alla dinastia Gesualdo. Nel [[1246]] Elia, d'accordo con il [[papa]], congiurò contro l'imperatore. Essendo stata scoperta la congiura, Elia corse dall'imperatore a fare atto sottomissione per avere salva la vita. L'imperatore, che già gli aveva tolto le terre di [[Grottaminarda]], lo privò del titolo principesco, ma gli rese salva la vita. Successivamente, con l'avvento di [[Carlo I d'Angiò]], Elia II, per i suoi meriti sui campi di battaglia, dopo la sconfitta di Manfredi riottenne le sue terre e nel [[1269]] fu nominato Giustiziere in alcune terre della Calabria. Sposò Giovanna [[Ponziaco|di Ponziaco]], dalla quale ebbe quattro figli: Nicolò, Mattia, Roberto e Francesca, che si maritò con Rainaldo, signore di [[Avella]], nel [[1276]].
===La Signoria di Gesualdo - La dinastia normanna===
 
Alla morte di Elia subentrò il figlio Nicolò I Gesualdo, 5º signore di Gesualdo. Egli partecipò alla guerra che il re [[Carlo II d'Angiò]] fece per recuperare la Sicilia. Nel [[1289]] fu nominato Capitano della città di Napoli. Il 20 febbraio [[1299]] gli fu confermato dal re Carlo II d'Angiò il possesso della baronia di Gesualdo. Morì nel [[1300]]. Nicolò I sposò Giovanna della Marra, dalla quale ebbe due figlie: Roberta e Margherita. Roberta divenne moglie di Giacomo di [[Capua]] (figlio di Bartolomeo, Gran Protonotario del regno) e portò in dote Gesualdo con buona parte della sua baronia insieme alla città di [[Frigento]]; in seconde nozze si unì a Dragone di Merlotto. Margherita, l'altra figlia di Nicolò I, fu impalmata dal conte Americo di Sus. Dal matrimonio di Roberta con Dragone nacquero due figlie: Maria e Margherita. La primogenita, a cui spettò il feudo di Gesualdo, sposò il conte [[Filippo Filangieri]], signore di Candida. Dal loro matrimonio nacque [[Giacomo Filangieri]], conte di [[Avellino]]. Nel [[1335]] la famiglia Gesualdo promosse la fondazione del monastero dei [[Congregazione dei Celestini|Celestini]] a Gesualdo, poi diventata sede del Comune<ref>''Rassegna storica del Risorgimento: organo della Società nazionale per la storia del Risorgimento italiano'', volume 55.</ref>.
I discendenti del primo Gesualdo per quattrocento anni furono i Signori del territorio, man mano ingrandito; dipendevano dal Duca di Benevento, e gli furono fedeli sempre, fino all’estinzione della famiglia, che coincise con la conquista normanna.
 
Nel [[1365]] Mattia II Gesualdo, 6º signore di Gesualdo, figlio di Nicolò II, nipote abiatico di Mattia I comprò da Cobello Filangieri, per 650 once d'oro, il feudo di Gesualdo e il casale di Volpito. Ritornò così il feudo di Gesualdo alla famiglia Gesualdo.
Negli annali storici, la prima citazione della "rocca di Gesualdo" è del [[1137]] e la fa [[Pietro Diacono]]<ref>''Chronica sacri monasterii casinensis'', libro 4°</ref>, quindi nell'epoca normanna che Gesualdo cominciò ad avere uno sviluppo dell'aggregato urbano intorno alla suddetta rocca che fu trasformata in ''castrum'' e poi con il passare dei secoli da struttura difensiva ad abitativa, fino a diventare un maestoso e possente castello che caratterizza il panorama.
 
Nella seconda metà del [[XV secolo]], durante il Regno aragonese, Gesualdo e il suo castello furono spesso oggetto di azioni guerresche. Una prima volta, durante la [[Congiura dei baroni]] che spalleggiano gli Angioini per la riconquista del regno, la rocca di Gesualdo, di cui è signore il conte Giacomo Caracciolo, nell'ottobre del 1461, è assediata dall'esercito aragonese. Cannoneggiata e affamata dall'assedio, dopo la resa, per rappresaglia, gli abitanti di Gesualdo, che pur hanno aiutato il re aragonese furono sottoposti ad un mortale sacco dai saccomanni sforzeschi<ref>''Archivio storico per le province napoletane'', voll. 83-85, p. 23.</ref>. Una seconda volta a fine '400, Luigi Gesualdo<ref>Scipione Mazzella, ''Descrittione del regno di Napoli'', p. 516.</ref>, il nuovo signore, pur beneficiato della libertà da [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando D’Aragona]] dopo un primo arresto, passa dalla parte dei Francesi, questi, accampati al Piano di S. Filippo, fra Frigento e Gesualdo, sono sbaragliati dagli Spagnoli.<ref>Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi, ''Storia delle repubbliche italiane del medio evo'', vol. 4, p. 377.</ref>.Con il passaggio dell'ex regno di Napoli a provincia della potente Spagna nel 1504, i baroni e i castelli perdono definitivamente la loro importanza politico-militare.
La dinastia normanna che signoreggiò Gesualdo ha avuto origini da Guglielmo, figlio illegittimo di [[Ruggero Borsa]] (di tale Ruggero rimane un'iscrizione incompleta "… ROGERII NORTHMI APULIÆ ET CALABRIÆ DUCIS …" nel cortile del castello). Guglielmo fu il primo signore di Gesualdo di cui abbiamo notizie con documento del [[1141]]. Questi sposò Abelarda, signora di [[Lucera]], figlia del [[conte]] di [[Lecce]]. Ebbe due figli: Elia ed Aristolfo. Quest'ultimo guidò un esercito in Terra Santa ai tempi del re [[Guglielmo il Buono]]. Alla morte di Guglielmo, avvenuta intorno al [[1150]] (nel [[1145]] era sicuramente vivo e nel [[1152]] era sicuramente morto), subentrò suo figlio Elia, 2º signore di Gesualdo. Nel [[1152]], insieme alla madre Abelarda, cedette all'[[Abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni|abate di Cava de' Tirreni]] molti beni pugliesi.
 
Nel censimento dell'anno 1500, Gesualdo contava {{formatnum:2058}} abitanti<ref>Arturo Famiglietti, ''Gesualdo nella sua storia: Con note di critica storico-letteraria'', 1968.</ref>. Per diritto ereditario divennero Signori di Gesualdo: Lionetto Gesualdo, Sansonetto Gesualdo, Luigi II, conte di Conza, poi Nicolò IV Gesualdo, Luigi III Gesualdo, Fabrizio I Gesualdo, Luigi IV Gesualdo, che al titolo di conte di Conza aggiunse, nel 1561, il titolo di principe di Venosa. A Luigi IV Gesualdo successe [[Fabrizio Gesualdo|Fabrizio II Gesualdo]] ed infine [[Carlo Gesualdo]] (1566-1613) XII Signore di Gesualdo, ultimo e più famoso del casato.
Il [[XII secolo]] coincise con il periodo di massima espansione della Signoria di Gesualdo con il dominio esteso su 36 luoghi tra città e terre situati in tre province, la maggior parte in [[Principato Ultra]], altre in [[Principato Citra]] e Basilicata. Compredeva tra gli altri Gesualdo, [[Frigento]], Acquaputrida, oggi [[Mirabella Eclano]], Paterno oggi [[Paternopoli]], [[San Mango sul Calore|San Mango]], [[Bonito (Italia)|Bonito]], [[Lucera]], San Lupolo (presso Lucera), ed inoltre gli avevano prestato giuramento di fedeltà vassallatica i feudatari di [[Grottaminarda]], [[Villamaina]], [[Castelvetere sul Calore]], [[Taurasi]], [[Rocca San Felice]], [[Lapio]], [[Candida (Italia)|Candida]], [[Monteaperto]], [[Montemiletto]], [[Montemarano]], [[Girifalco]], [[Castelfranci]], [[Chiusano di San Domenico]], [[Poppano]], [[Serpico]], [[Pratola Serra|Serra]], Baiano (contrada fra Castelfranci, [[Nusco]] e Ponteromito), [[Torella dei Lombardi]] e [[Fontanarosa]].
 
=== L'avvento di Carlo Gesualdo (1566-1613) ===
Dal matrimonio di Elia con Diomeda nacquero cinque figli: Guglielmo, Roberto, Ruggero, Goffredo e Maria. Nel suo testamento del [[1189]] Elia I dispose che fosse sepolto nel [[Santuario di Montevergine|monastero di Montevergine]] dove era già seppellita la consorte e lasciò a favore del suddetto monastero un canone annuo di 25 once d'oro. Il primogenito Guglielmo, poiché aveva partecipato ad una congiura contro il re, non poté succedere al padre, e pertanto alla morte di quest'ultimo subentrò il secondogenito Ruggero, che aveva ottenuto il titolo di conte da [[Enrico VI del Sacro Romano Impero|Enrico VI]] nel febbraio del [[1187]].
{{vedi anche|Carlo Gesualdo}}
[[File:Gesualdo3.jpg|thumb|left|upright=0.7|[[Carlo Gesualdo]], ''Principe dei musici'']]
La presenza del principe [[Carlo Gesualdo]] diede lustro alla vita gesualdina: per suo volere il castello venne trasformato da rude fortezza in una raffinata dimora capace di accogliere una fastosa corte canora nel vago e vano tentativo di emulare quella di Ferrara<ref>C. Sartori, in ''Enciclopedia della musica'', volume 3, p. 117.</ref>. Letterati e poeti furono frequentatori assidui del Castello di Gesualdo tra questi suo grande amico fu il poeta [[Torquato Tasso]]<ref>Torquato Tasso, ''Opera colle controversie sulla Gerusalemme'', volumi 3-4, p. 182 (Nelle nozze di Don Carlo Gesualdo Principe di Venosa con Donna Eleonora D'Este).</ref>.
 
Nell'isolamento di Gesualdo<ref>Anche a Gesualdo si dedicò alle consuete ''recreationi preferite'' che sono di «''caccia […], et di musica, havendo di già composto cinque o sei madrigali artificiosissimi, un motteto, un'aria et ridotto a buon segno un dialogo a trè soprani fatto, credo io, per coteste signore''» (lett. del Fontanelli da Gesualdo, 25 giugno 1594).</ref>, il principe continuò a comporre, a discutere quasi ossessivamente di musica, a rielaborare stimoli e suggestioni dell'esperienza ferrarese. Scrisse lavori anche di carattere religioso, che sembrano interrompere "come una parentesi ascetica il lungo intervallo di silenzio apparente tra i madrigali pubblicati a Ferrara e quelli degli ultimi due libri"<ref>Pirrotta, 1987, p. 176.</ref>: nel 1603 uscì, a cura di G.P. Cappuccio e per i tipi di C. Vitale, la stampa napoletana in due volumi delle ''Sacrarum cantionum''; nel 1611, a Gesualdo e a cura dello [http://www.lastamperiadelprincipegesualdo.it/site/?page_id=1701 stampatore Carlino] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140512230052/http://www.lastamperiadelprincipegesualdo.it/site/?page_id=1701 |data=12 maggio 2014 }}, vennero quindi stampati i ''Responsoria'', esempio piuttosto raro e notevole per l'epoca di un intero ciclo del Triduo sacro musicato da un unico compositore<ref>Watkins, prefazione al vol. VII dei ''Sämtliche Werke''.</ref>.
Ruggero, 3º signore di Gesualdo, nel maggio del [[1206]] cedette il fondo detto "Il Pesco" al monastero di Montevergine in cambio del canone annuo di 25 [[oncia (moneta)|once]] d'oro stipulato dal padre. Non ebbe eredi. La Baronia di Gesualdo si ridusse, in epoca [[Svevi|sveva]], al solo possesso di Gesualdo, Frigento, Taurasi e Mirabella Eclano. Il fratello di Ruggero, Roberto, fu il primo ad assumere il cognome Gesualdo. Costui ebbe due figli: Elia e Gesualda.
 
Nello stesso anno, sempre a Gesualdo, venne pubblicato anonimo il quinto libro di madrigali a cura di G. G. Carlino, l'editore-stampatore che il principe di Venosa aveva voluto operante e al suo esclusivo servizio in un locale del castello adibito a tipografia.
Dopo Ruggero furono signori di Gesualdo dei [[Germania|tedeschi]], nominati da [[Federico II del Sacro Romano Impero|Federico II]]. Di essi ricordiamo: Hermann Von Strimberg, Raynaldus De Lavareta, attestato nella signoria di Gesualdo fino al [[1226]].
Successivamente l'imperatore [[Corrado IV del Sacro Romano Impero|Corrado IV]] restituì a Elia II Gesualdo, figlio di Roberto e nipote abiatico di Ruggero, i beni che tornarono così alla dinastia Gesualdo. Nel [[1246]] Elia, d'accordo con il [[Papa]], congiurò contro l'imperatore. Essendo stata scoperta la congiura, Elia corse dall'imperatore a fare atto sottomissione per avere salva la vita. L'imperatore, che già gli aveva tolto le terre di Grottaminarda, lo privò del titolo principesco, ma gli rese salva la vita. Successivamente, con l'avvento di Carlo I d'Angiò, Elia II, per i suoi meriti sui campi di battaglia, dopo la sconfitta di Manfredi riottenne le sue terre e nel [[1269]] fu nominato Giustiziere in alcune terre della Calabria. Sposò Giovanna di Ponziaco da cui ebbe quattro figli: Nicolò, Mattia, Roberto e Francesca che si maritò con Rainaldo signore di [[Avella]], nel [[1276]]. Mattia fu nominato cavaliere dal re Carlo II d'Angiò ed ebbe in dono la terra di "Guardia Lombarda", oggi [[Guardia Lombardi]], e il castello di [[Laino]] in Calabria. Mattia I sposò Costanza di Gajano, ebbe come primogenito Nicolò.
 
Durante questo lungo periodo 1596-1613 (diciassette anni), più di un terzo della vita di Carlo, la cittadina di Gesualdo godette della magnificenza del principe che, per cercare la pace dell'anima e il perdono di Dio, fra tante altre opere, fece edificare tre chiese e due conventi: uno per i [[Ordine dei frati predicatori|Domenicani]] e uno per i [[Ordine dei frati minori cappuccini|Cappuccini]] nel quale è custodita la pala del ''Perdono di Gesualdo'', dipinta nel 1609 da [[Giovanni Balducci]] da Firenze.
Alla morte di Elia subentrò il figlio Nicolò I Gesualdo, 5º signore di Gesualdo. Egli partecipò alla guerra che il re Carlo II d'Angiò fece per recuperare la Sicilia. Nel [[1289]] fu nominato Capitano della città di Napoli. Il [[20 febbraio]] [[1299]] gli fu confermato dal re Carlo II d'Angiò il possesso della baronia di Gesualdo. Morì nel [[1300]]. Nicolò I sposò Giovanna della Marra, dalla quale ebbe due figlie: Roberta e Margherita. Roberta divenne moglie di Giacomo di [[Capua]] (figlio di Bartolomeo, Gran Protonotario del regno) e portò in dote Gesualdo con buona parte della sua baronia insieme alla città di [[Frigento]]; in seconde nozze si unì a Dragone di Merlotto. Margherita, l'altra figlia di Nicolò I, fu impalmata dal conte Americo di Sus. Dal matrimonio di Roberta con Dragone nacquero due figlie: Maria e Margherita. La primogenita, a cui spettò il feudo di Gesualdo, sposò il conte [[Filippo Filangieri]], signore di Candida. Dal loro matrimonio nacque [[Giacomo Filangieri]], conte di [[Avellino]]. Nel [[1335]] la famiglia Gesualdo promosse la fondazione del monastero dei [[Congregazione dei Celestini|Celestini]] a Gesualdo (attualmente sede del Comune).
[[Immagine:Carlo Gesualdo 02.jpg|thumb|right|200px|[[Carlo Gesualdo]], ''Principe dei musici'']]
Nel [[1365]] Mattia II Gesualdo, 6° signore di Gesualdo, figlio di Nicolò II, nipote abiatico di Mattia I comprò da Cobello Filangieri, per 650 once d'oro, il feudo di Gesualdo e il casale di Volpito. Ritornò così il feudo di Gesualdo alla famiglia Gesualdo.
 
=== Niccolò Ludovisi, signore di Gesualdo ===
Nella seconda metà del ’400, durante il Regno aragonese, Gesualdo e il suo castello furono spesso oggetto di azioni guerresche. Una prima volta, durante la [[Congiura dei baroni]] che spalleggiano gli Angioini per la riconquista del regno, la rocca di Gesualdo, di cui è signore il conte Giacomo Caracciolo, nell’ottobre del 1461, è assediata dall’esercito aragonese. Cannoneggiata e affamata dall'assedio, dopo la resa, per rappresaglia, gli abitanti di Gesualdo, che pur hanno aiutato il re aragonese furono sottoposti ad un mortale sacco dai saccomanni sforzeschi. Una seconda volta a fine ‘400, Luigi Gesualdo, il nuovo signore, pur beneficiato della libertà da [[Ferdinando D’Aragona]] dopo un primo arresto, passa dalla parte dei Francesi, questi, accampati al Piano di S. Filippo, fra Frigento e Gesualdo, sono sbaragliati dagli Spagnoli. Con il passaggio dell’ex regno di Napoli a provincia della potente Spagna nel 1504, i baroni e i castelli perdono definitivamente la loro importanza politico-milita.
{{vedi anche|Niccolò I Ludovisi}}
[[File:Niccolò I Ludovisi.jpg|thumb|upright=1.3|Antonella Caterini, ricostruzione del "Testone", moneta coniata dal Principe Niccolò Ludovisi nel 1641 (originale al museo civico di Bologna)]]
Alla morte di [[Carlo Gesualdo]], a succedergli nel titolo di Signore di Gesualdo, fu [[Niccolò I Ludovisi]], che nel [[1622]] sposò Isabella<ref>''Critica e poetica del primo Seicento'', volume 2 di M. Bulzoni, p. 39.</ref> nipote di Carlo e figlia di Emanuele (figlio del Principe Carlo e di [[Maria d'Avalos]] morto per una rovinosa caduta da cavallo pochi giorni prima della morte del padre).
[[Niccolò I Ludovisi]] continuò ed arricchì l'opera edificante di Carlo Gesualdo, come testimoniano le lapidi di pietra presso i conventi dei Domenicani e dei Cappuccini, gli antichi stemmi che si trovano sopra la porta secondaria della chiesa di San Nicola e sopra l'ingresso del convento dei Cappuccini e il dipinto sulla volta a crociera dell'ingresso del castello.
 
La presenza del Ludovisi, meno osannata rispetto a quella del suo illustre predecessore, fu senza dubbio determinante nella crescita urbana e sociale di Gesualdo. Per volere del Ludovisi, l'antico abitato di Gesualdo venne profondamente rinnovato sotto l'influenza dei dettami dell'architettura urbanistica rinascimentale, infatti i nuovi signori del luogo promossero lo sviluppo urbanistico intorno al castello con l'edificazione di numerosi palazzi per la corte e alloggi per la servitù creando l'area della cittadella ancora oggi così denominata, e favorirono la nascita del borgo fuori dalla rocca fortificata.
Nel censimento dell'anno 1500, Gesualdo contava 2058 abitanti. Per diritto ereditario divennero Signori di Gesualdo: Lionetto Gesualdo, Sansonetto Gesualdo, Luigi II, conte di Conza, poi Nicolò IV Gesualdo, Luigi III Gesualdo, Fabrizio I Gesualdo, Luigi IV Gesualdo, che al titolo di conte di Conza aggiunse, nel 1561, il titolo di principe di Venosa. A Luigi IV Gesualdo successe Fabrizio II Gesualdo ed infine [[Carlo Gesualdo]] (1566-1613) XV° Signore di Gesualdo, ultimo e più famoso del casato.
 
Il nuovo signore di Gesualdo si adoperò per il completamento delle opere intraprese da Carlo Gesualdo ed arricchì il patrimonio urbano di strade, fontane e piazze e numerose altre opere civili come la torre neviera, acquedotti e ampi portali d'ingresso all'abitato, in modo da rendere al luogo gli aspetti compiuti di una città. Alla sua fervente religiosità, si deve poi l'edificazione di numerosi luoghi di culto, che arricchì di numerose opere pittoriche.
===L'avvento di Carlo Gesualdo (1596-1613)===
Grazie a questo considerevole slancio urbanistico e rilancio sociale, Gesualdo arrivò a contare {{formatnum:2538}} abitanti, una cifra considerevole per quell'epoca.
 
A Nicolò successe, nel 1658, il figlio Giovanni Battista che, nel luglio del 1682, vendette il feudo per {{formatnum:12000}} ducati a Isabella della Marra, moglie di Girolamo Gesualdo, marchese di Santo Stefano.
La presenza del principe [[Carlo Gesualdo]], diede lustro alla vita gesualdina, per suo volere il castello venne trasformato da rude fortezza in una raffinata dimora capace di accogliere una fastosa corte canora nel vago e vano tentativo di emulare quella di Ferrara. Letterati e poeti furono frequentatori assidui del Castello di Gesualdo tra questi suo grande amico fu il poeta [[Torquato Tasso]], che nel suo soggiorno a palazzo scrisse La Gerusalemme conquistata.
 
=== Gesualdo dall'età moderna alla fine dei diritti feudali ===
Durante questo lungo periodo 1596-1613 (diciassette anni), più di un terzo della vita di Carlo, Gesualdo godette della magnificenza del principe che, per cercare la pace dell'anima e il perdono di Dio, fra tante altre opere, fece edificare tre chiese e due conventi: uno per i [[Ordine dei Frati Predicatori|Domenicani]] e uno per i [[Ordine dei Frati Minori Cappuccini|Cappuccini]] nel quale è custodita la pala del Perdono di Gesualdo, attribuita a [[Giovanni Balducci]].
Nel 1688 i Gesualdo ripresero la Signoria della Città con l'avvento di Domenico Gesualdo, appartenente a un ramo collaterale della famiglia di Carlo. Costui, per concessione di Filippo V, tramutò il titolo di signore in principe. Così furono principi di Gesualdo gli eredi Nicola (1705), Fabrizio (1738), e Dorizio di Sangro (1770).
 
Nel quadriennio 1743-46 il suo territorio fu soggetto alla giurisdizione del ''[[regio consolato di commercio]]'' di [[Ariano Irpino|Ariano]], nell'ambito della provincia di [[Principato Ultra]].<ref>{{cita libro|Tommaso|Vitale|Storia della Regia città di Ariano e sua Diocesi|1794|Salomoni|Roma|url=https://books.google.it/books?id=vW2YUtbHbH0C&pg=PA174|p=174}}</ref> {{Senza fonte|Nel 1753 il re [[Carlo III di Spagna|Carlo III]], con [[diploma reale]] attribuì a Gesualdo il titolo di [[città]].}}
===Niccolò Ludovisi, Signore di Gesualdo===
[[File:Niccolò I Ludovisi.jpg|thumb|right|200px|[[Niccolò I Ludovisi]] - Principe di Piombino - Signore di Gesualdo]]
Alla morte di [[Carlo Gesualdo]], a succedergli nel titolo di Signore di Gesualdo, fu [[Niccolò I Ludovisi]], che nel [[1622]] sposò Isabella, nipote di Carlo e figlia di Emanuele (figlio del Principe Carlo e di Maria D'Avalos morto per una rovinosa caduta da cavallo pochi giorni prima della morte del padre).
[[Niccolò I Ludovisi]] continuò ed arricchì l’opera edificante di Carlo Gesualdo, come testimoniano le lapidi di pietra presso i conventi dei Domenicani e dei Cappuccini, gli antichi stemmi che si trovano sopra la porta secondaria della chiesa di San Nicola e sopra l’ingresso del convento dei Cappuccini e il dipinto sulla volta a crociera dell’ingresso del castello.
La presenza del Ludosivi, meno osannata rispetto a quella del suo illustre precedessore, fu senza dubbio determinante nella crescita urbana e sociale di Gesualdo. Per volere del Ludovisi, Gesualdo cambiò radicalemente aspetto con l'originaria struttura urbanistica di paese-fortezza radicalmente cambiata grazie alle influenze dell'architettura urbanistica rinascimentale che gli illuminati signori introdussero.
I Ludovisi promossero lo sviluppo urbanistico intorno al castello con l'edificazione di numerosi palazzi per la corte e alloggi per la servitù creando l'area della cittadella ancora oggi così denominata, e favorirono la nascita del borgo fuori dalla rocca fortificata.
 
Nel 1772 Dorizio di Sangro cedette il feudo per {{formatnum:40000}} ducati a [[Giuseppe Caracciolo, VI principe di Torella|Giuseppe Caracciolo]]<ref>Erasmo Ricca, ''La nobiltà del regno delle Due Sicilie'', volume 2, p. 9.</ref> di Torella dei Lombardi, XXII e ultimo Signore di Gesualdo, sancendo la fine del secolare dominio della Famiglia Gesualdo<ref>Berardo Candida-Gonzaga, ''Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia'', p. 53.</ref>, i Caracciolo mantennero il dominio fino all'abolizione dei diritti feudali.
Il nuovo signore di Gesualdo si adoperò per il completamento delle opere intraprese da Carlo Gesualdo ed arricchì il patrimonio urbano di strade, fontane e piazze e numerose altre opere civili come la torre neviera, acquedotti e ampi portali d'ingresso all'abitato, in modo da rendere al luogo gli aspetti compiuti di una città. Alla sua fervente religiosità, si deve poi l'edificazione di numerosi luoghi di culto, che arricchì di numerose opere pittoriche.
Grazie a questo considerevole slancio urbanistico e rilancio sociale, Gesualdo arrivò a contare ben 2538 abitanti, una cifra considerevole per quell'epoca.
 
Durante la Repubblica partenopea nel 1799 il castello fu saccheggiato, depauperando e distruggendo così gran parte degli arredi, della cultura e della storia di questo magnifico e maestoso maniero.
A Nicolò successe, nel 1658, il figlio Giovanni Battista che, nel luglio del 1682, vendette il feudo per 12.000 ducati a Isabella della Marra, moglie di Girolamo Gesualdo, marchese di Santo Stefano.
 
Nel 1855, la proprietà del Castello passò alla famiglia Caccese, che ne dispose una profonda trasformazione strutturale.
===Gesualdo dall' Età Moderna fino alla fine dei diritti feudali===
 
=== Gesualdo dall'Unità d'Italia ad oggi ===
Nel 1688 i Gesualdo ripresero la Signoria della Città con l'avvento di Domenico Gesualdo che, per concessione di Filippo V, tramutò il titolo di signore in principe. Così furono principi di Gesualdo gli eredi Nicola (1705), Fabrizio (1738), e Dorizio di Sango (1770). Nel 1753 il re [[Carlo III di Napoli|Carlo III]], con [[Diploma Reale]] di attribuì a Gesualdo il titolo di [[Città]]. Nel 1772 Dorizio di Sango cedette il feudo per 40.000 ducati a [[Giuseppe Caracciolo di Torella]] dei Lombardi, XXII° e ultimo Signore di Gesualdo, sancendo la fine del secolare dominio della Famiglia Gesualdo, i Caracciolo mantennero il dominio fino all’abolizione dei diritti feudali.
A seguito della soppressione del [[Principato Ultra]], con l'[[Unità d'Italia]] Gesualdo entrò a far parte della [[provincia di Avellino]]. Negli anni successivi all'unificazione nazionale, come molti paesi del circondario e della vicina [[Basilicata]], divenne teatro di episodi legati al fenomeno del [[Brigantaggio]]<ref>''Il brigantaggio nelle province napoletane: relazione della Commissione d'inchiesta parlamentare'', letta dal deputato Massari alla Camera del Comitato segreto del 3 e 4 maggio 1863, seguita da quella letta dal deputato Castagnola nella tornata segreta del 4 maggio e dalla legge sul brigantaggio, di Giuseppe Massari, Stefano Castagnola, Italy. Commissione d'inchiesta parlamentare sul brigantaggio.pag 69(Verbale interrogatorio arrestati Caserma Carabinieri di Gesualdo)</ref>.
La miseria e povertà dei decenni post-unitari indusse ampie fette della popolazione ad una massiccia [[emigrazione]], in particolare verso le Americhe ([[Argentina]] e [[Stati Uniti]]).
Il flusso migratorio riprese in modo cospicuo dopo il [[seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale]], in particolare verso il [[Venezuela]] (dove si contano numerose comunità gesualdine), verso l'Europa, soprattutto in [[Germania]] e [[Svizzera]], e nell'[[Italia settentrionale]] (nutrita la presenza di gesualdini in [[Emilia-Romagna]]).
 
Fino a metà del [[XX secolo|secolo scorso]], Gesualdo basava la sua economia prevalentemente sul commercio, in particolare del bestiame e dei prodotti agricoli. Le Fiere cittadine, la cui tradizione risale al 1588, erano assai ricche e conosciute ed attiravano compratori da tutta l'[[Irpinia]] e dalla vicina [[Puglia]].<ref>Achille Moltedo, ''Dizionario geografico--storico--statistico de' comuni del regno delle Due Sicilie'', p. 190</ref>.
Durante la Repubblica partenopea nel 1799 il castello fu saccheggiato, depauperando e distruggendo così gran parte degli arredi, della cultura e della storia di questo magnifico e maestoso maniero.
A sostenere fortemente l'economia locale contribuivano inoltre l'agricoltura, con grandi produzioni di ortaggi tra questi in particolare il sedano, e l'artigianato, in particolare del legno e della pietra.
 
Il catastrofico [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]] che sconvolse l'Irpinia, provocò a Gesualdo ingentissimi danni al patrimonio edilizio e la morte di 7 persone, vittime dei crolli. Il centro storico cittadino, che era la parte più densamente popolata, subì gravissimi danni e rimase del tutto inagibile per molti anni. La lenta ricostruzione post sisma, durata per decenni e ancora oggi non del tutto ultimata, dopo un'iniziale ventata di ottimismo caratterizzata dal fiorire del settore edilizio e delle attività ad esso legate non fu seguita da un'efficace azione di rilancio delle attività produttive.
Nel 1856, esso passò alla famiglia Caccese, che ne dispose una profonda trasformazione strutturale. La società gesualdina dedita nella quasi totalità al lavoro nei campi e alla pastorizia venne segnata dalle vicende delle famiglie nobiliari che si alternarono al potere, essendo queste ultime proprietarie di tutti i fondi agricoli e dei luoghi di pastorizia.
 
Negli ultimi anni le istituzioni e le associazioni locali hanno intrapreso una forte azione di rivalutazione e rilancio dell'importante patrimonio storico e culturale del paese nella prospettiva di favorire un possibile sviluppo turistico<ref>[http://books.google.it/books?id=bn1YqAzvkQMC&pg=PA132&dq=gesualdo+cappellone&hl=it&ei=6x-0Tt_VAo60-Qazn7CFBg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CDIQ6AEwAQ#v=onepage&q=gesualdo%20cappellone&f=false Viaggio nel cratere - Franco Arminio - Google Libri]</ref>.
===Gesualdo Dall'Unità d'Italia ad oggi===
 
=== Tutti i signori di Gesualdo ===
Con l'[[Unità d'Italia]], Gesualdo entrò a far parte della [[provincia di Avellino]]. Negli anni successivi all'unificazione nazionale, Gesualdo, come molti paesi del circondario e della vicina [[Basilicata]], divenne teatro di episodi legati al fenomeno del [[Brigantaggio]].
 
# [[Guglielmo d'Altavilla, signore di Gesualdo|Guglielmo d'Altavilla]] (1111-1150 ca d.C.)
La miseria e povertà dei decenni post-unitari indusse ampie fette della popolazione ad una massiccia [[emigrazione]], in particolare verso le Americhe ([[Argentina]] e [[Stati Uniti]]).
# [[Elia D'Altavilla|Elia d'Altavilla]] (1150 ca-1200 ca)
Il flusso migratorio riprese in modo cospicuo dopo il [[secondo conflitto mondiale]], in particolare verso il [[Venezuela]] (dove si contano numerose comunità gesualdine), verso l'Europa, soprattutto verso [[Germania]] e [[Svizzera]], e nel [[Nord Italia]] (nutrita la presenza di gesualdini in [[Emilia-Romagna|Emilia Romagna]]).
# Ruggero d'Altavilla (1200 ca-1212 ca, muore senza prole e lascia i beni feudali al fratellastro Roberto)
# Roberto Gesualdo (1212 ca.-1245 ca., primo della famiglia che assunse il cognome Gesualdo)
# Elia II Gesualdo (1246 ca.-1274)
# Nicolò I Gesualdo (1274-1300 ca., muore con due figlie femmine e perciò lascia i beni feudali al fratello)
# Mattia I Gesualdo (1300 ca.-1321)
# Nicolò II Gesualdo (1321-1365)
# Mattia II Gesualdo (1365-dopo il 1393)
# Leonetto Gesualdo (1393 ca.-1410 ca., si sposò ma non ebbe figli e perciò lascio i beni feudali al fratello)
# Sansonetto Gesualdo (1410 ca.-1435 ca.)
# Luigi II Gesualdo (1436 ca.-1471)
# Nicolò IV Gesualdo (1471-1480, non ebbe figli e i beni feudali passarono al fratello Luigi)
# [[Luigi III Gesualdo]] (1480-1517)
# Fabrizio I Gesualdo (1517-1545)
# [[Luigi IV Gesualdo]] (1545-1584)
# [[Fabrizio Gesualdo|Fabrizio II Gesualdo]] (1584-1591)
# [[Carlo Gesualdo]] (1591-1613)
# [[Isabella Gesualdo]] (1613-1629)
# [[Niccolò I Ludovisi|Nicolò Ludovisi]] (1634-1664)
# [[Giovanni Battista I Ludovisi|Gianbattista Ludovisi]] (1664-1682)
 
'''Principi di Gesualdo'''
L'economia del paese, fino a metà del [[XX secolo|secolo scorso]], rimase molto legata al commercio del bestiame e dei prodotti agricoli, grazie alle numerose fiere e mercati e vi si tenevano periodicamente. Le fiere di Gesualdo, già menzionate negli annuari del [[regno di Napoli]] e [[regno delle due Sicilie]] sin dal [[1588]], erano molto ricche e conosciute, tanto da attirare compratori da tutta l'[[Irpinia]] e dalla vicina [[Puglia]].
# Domenico Gesualdo (1704-1705)
A sostenere fortemente l'economia locale contribuivano l'agricoltura, con grandi produzioni di ortaggi tra questi in particolare il sedano, e le botteghe artigiane, in particolare quelle dedite al lavoro del legno e della pietra, i cui maestri per abilità e gusto erano apprezzati in tutta la [[provincia di Avellino]].
# Nicola Gesualdo (1705-1738)
# Fabrizio Gesualdo (1738-1770)
# Dorizio di Sangro (1770-1772)
# Giuseppe Caracciolo (1772-1806)
 
===Simboli===
Il [[terremoto del 1980]], che distruzione e morte arreccò all'[[Irpinia]], provocò la morte di 7 persone che rimasero vittime dei crolli e ingentissimi danni al patrimonio edilizio di Gesualdo. Il centro storico, che era la parte più densamente popolata, subì gravissimi danni e rimase del tutto inagile per molti anni.
Lo stemma, documentato già nel 1558<ref>{{cita web|url= https://araldicairpina.jimdofree.com/comuni-a-l/lettera-g/gesualdo/ |titolo= Gesualdo |sito= Araldicairpina |accesso= 24 febbraio 2024 }}</ref>, è di rosso, alla lettera G maiuscola d'oro. Il gonfalone è un drappo di azzurro.<ref>{{Cita web|url=https://www.araldicacivica.it/comune/gesualdo/|titolo=Comune di Gesualdo – (AV)}}</ref>
La lenta ricostruzione post sisma, durata per decenni e ancora oggi non del tutto ultimata, dopo un'iniziale ventata di ottimismo caratterizzata dal fiorire del settore edilizio e delle attività ad esso strettamente legate non fu seguita da un'efficace azione di rilancio delle attività produttive.
La mancanza di concrete possibilità occupazionali riaprì la dolorosa piaga dell'emigrazione, stavolta riguardante anche un numero sempre più cospicuo di giovani laureati. Attualmente Gesualdo, purtroppo smarrita l'antica vocazione agricola e commerciale, regge la sua economia per lo più sul lavoro impiegatizio e professionale che risulta l'impiego prevalente e più ricercato.
Negli ultimi anni le istituzioni e le associazioni locali hanno intrapreso una forte azione di rivalutazione e rilancio dell'importante patrimonio storico e culturale del paese nella prospettiva di favorire un possibile sviluppo turistico.
 
==''' Monumenti e luoghi did'interesse interesse'''==
=== Centro storico ===
[[File:Centro Storico Gesualdo.jpg|left|thumb|Gesualdo, il centro storico visto da sud-ovest]]
Dal [[Castello di Gesualdo|castello]], che si erge imperioso sulla collinetta, scende verso la valle l'antico abitato di Gesualdo, che si snoda a forma di pigna dall'alto verso il basso. Fino al [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]] densamente abitato, oggi è semideserto, ma pienamente recuperato.
 
[[File:ArcoGesualdo.jpg|upright|thumb|Gesualdo, centro storico, sottopasso di Via Cittadella tra Palazzo Pisapia e Casa Mattioli]] Arroccato tutto attorno al castello, nonostante verso Est non risulti così scosceso come ad Ovest, il centro storico è attraversato da strade pedonali e mulattiere perlopiù pianeggianti, pavimentate in selciato di pietre locali, forse ricavate dagli stessi lavori di sbancamento a suo tempo eseguiti per costruire case e strade.
===Castello di Gesualdo===
Se osservato in tutti i suoi particolari (le strade pianeggianti create in luoghi scoscesi, i collegamenti fra le stesse, la predisposizione della abitazioni, i terrazzamenti tutti rivolti verso Sud-Ovest, la visione panoramica che ogni casa ha senza nulla togliere all'altra che la precede o che la segue), esso rappresenta un modello scientifico di alta architettura<ref>L'Università per Gesualdo: un impegno di idee e di progetti per la ricostruzione e lo sviluppo nel dopoterremoto di Gabriella Caterina, Virginia Gangemi, Ugo Leone</ref>.
Non a caso negli anni Ottanta la Facoltà di [[Architettura]] dell'Università "Federico II" di [[Napoli]] utilizzò il centro storico per un approfondito studio architettonico delle strutture urbanistiche.
 
==== Architetture religiose ====
[[File:Castello gesualdo.jpg|thumb|right|400px|Gesualdo - il castello]]
Situato al culmine di una collinetta visibile già dalla strada statale offre un'immagine suggestiva immediata: il tipico esempio di ambiente architettonico feudale.
Le origini si fanno risalire alla metà del [[VII secolo]] (epoca longobarda). Il complesso edilizio è delimitato da quattro torrioni circolari con cortine cinte da rivellini e con corte centrale, nella quale vi è una vera da pozzo finemente lavorata.
Sulla parete di fronte all'ingresso vi è una testa di leone con la bocca spalancata per ospitare, dal retro della stessa, un cannoncino, vero trabocchetto per eventuali assalitori.
 
* [[Chiesa di San Nicola (Gesualdo)|Chiesa Madre di San Nicola]]
Con il matrimonio di [[Carlo Gesualdo]] e [[Eleonora d'Este (1561-1637)]] prima (1586) con il trasferimento della Corte e del cenacolo musicale poi (fine ’500), si trasforma in dimora signorile di stile rinascimentale: cortile e loggia della torre meridionale, nuovi appartamenti e cucine attrezzate ad ospitare una Corte, stanze e gallerie con pitture manieriste, fiamminghe e il Salvatore del Caravaggio, la sala del Teatro, giardini e fontane che si perdono nel verde e nell’azzurro dell’orizzonte. Sotto il cornicione, a lettere cubitali si legge: "CAROLUS GESUALDUS EX NOBILISSIMI ROGERII NORTMANNI APULIAE ET CALABRIAE DUCIS GENERE CONPSAE COMES VENUSII PRINCEPS ETC EREXIT" (Carlo Gesualdo, discendente dal nobilissimo Ruggero il Normanno, Duca di Puglia e Calabria, Conte di Conza, Principe di Venosa, etc. eresse).
* [[Chiesa di Santa Maria della Pietà (Gesualdo)|Chiesa di Santa Maria della Pietà]]
* [[Chiesa di Santa Maria degli Afflitti|Chiesa Succursale di Santa Maria degli Afflitti]]
* [[Cappellone (Gesualdo)|Chiesa del Santissimo Sacramento (Cappellone)]]
* Chiesa del Santissimo Rosario
* Chiesa dell'Addolorata
* Chiesa di Santa Maria delle Grazie e Convento dei Padri Cappuccini
* Chiesa di San Lorenzo
 
==== Architetture civili ====
Il 13 ottobre 1913, per l'alto valore architettonico, storico, artistico e ambientale è stato vincolato dalla Sovrintendenza ai Beni Artistici ed Ambientali di Salerno ed Avellino. Il castello è stato gravemente danneggiato dal [[terremoto dell'Irpinia]] del 23 novembre 1980.
 
* [[Fiera di Gesualdo]]
Il castello ha subito vari danni e saccheggi nel corso dei secoli: durante la guerra franco-spagnola (1460), quando [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante I d'Aragona]], per impadronirsi della fortezza, la distrusse in parte; con l'arrivo delle truppe francesi nel 1799; con gli eventi sismici avuti nel corso dei secoli fino a quelli gravissimi del 1980 che hanno costretto i proprietari ad abbandonarlo per pericolo di ulteriori crolli. Recentemente acquistato dal Comune di Gesualdo e della Provincia di Avellino è attualmente in ristrutturazione.
* Monumento ai Caduti
* Neviera
* Municipio di Gesualdo (ex Convento dei Celestini)
* Palazzo Pisapia
* Casa Mattioli
* Palazzo Vittoli
* Palazzo Dell'Erario
 
===Centro= StoricoArchitetture dimilitari Gesualdo====
 
* [[Castello di Gesualdo]]
[[File:Palazzo Mattioli.jpg|thumb|right|260px|Gesualdo, Centro Storico - Palazzo Mattioli]]
* Mura di Gesualdo
Dal [[castello]], che si erge imperioso sulla collinetta, scende verso la valle l'antico abitato di Gesualdo, che si snoda a forma di pigna dall'alto verso il basso, fino al [[terremoto del 1980]] era densamente abitato, oggi è semideserto.
Il castello a Sud-Est è circondato da una serie di palazzi signorili, pienamente restaurati dopo il sisma del 1980, dotati tutti di giardini pensili come il castello (palazzo Pisapia, palazzo Mattioli, palazzo Bosco, casa Forgione, palazzo Villani), tale area è detta cittadella e ritrova le sue origini nel 1600 all'epoca delle Signorie di [[Carlo Gesualdo]] e [[Niccolò I Ludovisi]]. A Sud-Est invece, è circondata da piccole case, addossate tutte l'una all'altra, composte da pochi vani, con finestre e porte anguste, con tetti spioventi l'uno sull'altro e grondaie poco sporgenti. Dal tessuto architettonico urbanistico attualmente esistente si può dedurre la stratificazione sociale della popolazione che per secoli ha circondato la vita del castello.
Da una parte la forza lavoro, dall'altra la società opulenta.
Il [[centro storico]], comunque, è tutto arroccato a Sud del castello, molto scosceso, e attraversato da stradine pedonali e mulattieri molto pianeggianti, pavimentate in selciato di pietre locali, forse ricavate dagli stessi lavori di sbancamento a sua tempo eseguiti per costruire case e strade.
Se si osserva in tutti i suoi particolari la creazione di strade pianeggianti in luoghi scoscesi, i collegamenti fra le stesse, la predisposizione della abitazioni, i terrazzamenti tutti rivolti verso Sud-Est, la visione panoramica che ogni casa ha senza nulla togliere all'altra che la precede o che la segue, il centro storico di Gesualdo rappresenta un modello scientifico di alta architettura.
Non a caso, nell'immediato dopo terremoto, la facoltà di [[architettura]] di [[Napoli]] utilizzò tale centro per un approfondito studio architettonico delle strutture urbanistiche. Dopo una lunga ristrutturazione è stato pienamente recuperato.
 
===Luoghi= diFontane cultopubbliche ====
 
* Fontana Maggiore
* [[Fontana dei Putti (Gesualdo)|Fontana dei Putti]]
* [[Fontana Canale]]
* Fontane Cisterna
* Fontana Fiera
* Fontana Nova
* Fontana Danusci
* Fontana Policchio
* Fontana Nocera
* Fontana San Lorenzo
* Fontana Freda
* Fontana Maddalena
* Fontana Tassola
* Fontana Schiavone
* Fontana Ciccobello
* Fontana Celio
 
== Società ==
*'''Chiesa Madre di San Nicola (Via San Nicola)'''
=== Evoluzione demografica ===
[[File:Fonte battesimale san nicola.jpg|thumb|right|150px|Gesualdo, Chiesa di San Nicola - Fonte Battesimale]]
{{Demografia/Gesualdo (AV)}}
Il più antico luogo di culto di Gesualdo, la chiesa intitolata al Vescovo di Mira [[San Nicola di Bari]], patrono della cittadina, sorse probabilmente intorno al XII secolo a ridosso delle mura del castello, sul declivio del [[Borgo e Rocca medievali|borgo medioevale]].
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
Di questo primo impianto mancano i riscontri documentali, anche se l'esistenza di una [[cripta]], fatta murare dal vescovo Torti Rogadei nel XVIII secolo, caratterizzante le chiese sorte tra XI e XIII secolo, può far pensare ad un impianto medievale.
Al 31 dicembre [[2008]] nel territorio di Gesualdo risultano residenti oltre 40 cittadini stranieri: Le comunità più rappresentate sono quelle di:
Le più antiche notizie attestanti l'esistenza della chiesa risalgono ai primi decenni del XVI secolo, anni in cui Gesualdo passò dal breve dominio del capitano spagnolo [[Consalvo de Cordova]] a quello del [[feudatario]] Fabrizio Gesualdo e del figlio di questi Luigi IV.
* [[Ucraina]] 14
Durante il dominio dei Gesualdo la chiesa subì vari restauri ed ampliamenti in parte ancora leggibili, dopo i recenti restauri, nella parte più antica della muratura e ricordati da lapidi inserite all'interno del sacro edificio.
* [[Romania]] 12
Nel [[1538]], durante l'arcipretura del reverendo Mastronicola, la chiesa venne arricchita dalla tribuna e dal coro ligneo, e successivamente nel periodo della Signoria di Carlo Gesualdo prima e [[Niccolò I Ludovisi]] poi venne arricchito di un pregiatissimo corredo di tele e opere pittoriche, tra queste in particolare la tela intitolata "La Madonna della Neve" di pregevolissima fattura.
* [[Polonia]] 11
 
=== Lingue e dialetti ===
L'edificio fu abbattuto e ricostruito nel 1760, nelle forme in cui ancora attualmente appare. La pianta della chiesa è a [[croce latina]], è costituita da una sola navata con otto altari e soffittatura in legno decorato, all'interno è costudita una [[fonte battesimale]] realizzata in marmo locale [[onice]] di Gesualdo risalente alla seconda metà del XVIII secolo.La facciata è arricchta dal un grandioso portale di travertino scolpito da [[Giuseppe Landi]] da Calvanico, nel [[1760]].
Accanto alla [[lingua italiana]], a Gesualdo è in uso una varietà del [[dialetto irpino]].
 
=== Tradizioni e folclore ===
[[File:Angelo Gesualdo.jpg|thumb|upright|Gesualdo, Piazza Neviera, rappresentazione del Volo dell'Angelo]]
==== Volo dell'Angelo ====
La religiosità di Gesualdo s'infervora ogni ultima domenica d'agosto, in occasione della festa del volo dell'Angelo. Il "volo" ebbe origine nell'800, esattamente tra il 1833 e il 1876.
 
Un bambino vestito da angelo viene aggrappato a una fune di acciaio, tesa tra la torre Nord-Est del castello (detta appunto Torre dell'Angelo) e il campanile della chiesa del SS. Rosario, e tirato mediante l'ausilio di carrucole lungo un tragitto di oltre 100 metri all'altezza di 25 metri sulla sottostante Piazza Neviera. Da un'impalcatura a terra esce il diavolo, sbuffando fumo, dicendo vituperi, con corna e mantello nero. Inizia una disputa dialettica che riprende i testi e le scene delle sacre rappresentazioni medioevali.
*'''Chiesa del SS. Rosario (Piazza Neviera)'''
[[File:Rosario.jpg|thumb|right|150px|Gesualdo, Chiesa di SS. Rosario]]
Fu iniziata dal principe [[Carlo Gesualdo]], che però riuscì a gettare solo le fondazioni, e terminata da [[Niccolò I Ludovisi]] nella prima metà del XVII sec. Conseguì il titolo di Arciconfraternita nel 1912.
 
Il volo dell'angelo ricorre in occasione dei festeggiamenti in onore di [[Vincenzo Ferreri|San Vincenzo Ferreri]], di cui si conserva in paese una statua settecentesca.
È a tre navate, comprende nove altari di marmo policromo ben lavorati in stile barocco, una deliziosa balaustra e un bel coro in legno intarsiato. L'altare maggiore, dedicato alla [[Vergine del Rosario]], è veramente magnifico e ricco, tutto in marmi policromi come la bella balaustra.
Dietro l'altare maggiore vi è un bel coro in legno intarsiato. L'altare che si trova a destra entrando è dedicato a [[San Vincenzo Ferreri]].
Nella [[nicchia]] vi è una statua del santo, egregiamente scolpita e fregiata di ricca colonna e diadema in argento. Degni di essere ricordati sono il [[pulpito]] e l'organo e vari dipinti del 700 di scuola napoletana. L'ultima domenica d'agosto si celebra, in grande e sentita partecipazione popolare, la festa in onore di S. Vincenzo Ferreri durante la quale si svolge il tradizionale '''Volo dell'angelo'''.
 
A causa delle misure adottate per il contenimento della pandemia di [[COVID-19]], la manifestazione non ha avuto luogo negli anni 2020 e 2021 secondo i tradizionali schemi.
 
== Cultura ==
[[Immagine:Perdono di carlo gesualdo 1609.jpg||thumb|right|150px|Gesualdo, Chiesa S.Maria delle Grazie - Pala del perdono di [[Giovanni Balducci]]]]
Gesualdo nel 2022 è entrato a far parte del club dei [[borghi più belli d'Italia]].
*'''Convento dei Frati Cappuccini - Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Via Cappuccini)'''
 
=== Gesualdo e il Principe dei Musici ===
Fatto erigere insieme alla Chiesa dal principe [[Carlo Gesualdo]] nel 1592, come si legge sulla lapide apposta sulla facciata del convento. Il [[convento]] dei [[Ordine dei Frati Minori Cappuccini|Frati cappuccini]], ampliato da [[Niccolò I Ludovisi]] nel 1629.
La figura storica di [[Carlo Gesualdo]] alimenta una forte attività culturale ed artistica nel piccolo centro irpino dove si ripetono periodicamente convegni, concerti ed incontri incentrati sulla celebrazione del genio musicale che fece del castello di Gesualdo fecondo luogo di studio e sperimentazione delle sue arti.
Nel corso degli ultimi decenni Gesualdo ha ospitato diverse personalità del mondo della musica e della cultura che hanno fortemente contribuito alla valorizzazione della figura del Principe.
 
Il compositore [[Igor' Fëdorovič Stravinskij]]<ref>Cultura e scuola, Edizioni 51-52 pag.174</ref>, insieme allo studioso [[Robert Craft]]<ref>Retrospectives and conclusions 1969, pag.107</ref>, visitò Gesualdo negli [[Anni 1950|anni '50 del XX secolo]] ripercorrendo i luoghi cari al Principe Carlo prima di comporre la sua opera, il ''Monumento pro Gesualdo da Venosa''.
La chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie, invece, è stata restaurata di recente ed è aperta al pubblico. Essa è ad una sola navata; l'altare maggiore e quelli laterali sono in marmo policromo. La facciata molto semplice ed austera presenta sopra l'arco di ingresso lo stemma del principe Carlo Gesualdo.
Il regista tedesco [[Werner Herzog]] girò nel 1995 un film-documentario ambientato a Gesualdo ed interpretato dalla cantante-attrice [[Milva]] dal titolo ''Gesualdo: Morte a cinque voci''<ref>Modal subjectivities: self-fashioning in the Italian madrigal - Pagina 146</ref> in cui ripercorse le vicende personali ed artistiche del Principe Carlo.
Celebre è il dipinto che si conserva nella chiesa, intitolato "il perdono di Carlo Gesualdo" (cm 481 x cm 310) di [[Giovanni Balducci]], ritenuto dalla tradizione gotico-tenebrista l'icona del pentimento nella quale il principe avrebbe fatto trasportare per immagini la sua macerazione interiore per il duplice assassinio.
L'autore siciliano [[Salvatore Sciarrino]] venne insignito della cittadinanza onoraria di Gesualdo per le sue opere dedicate a Carlo Gesualdo. [[Franco Battiato]], profondo conoscitore della musica del Principe ed autore di una canzone intitolata Gesualdo da Venosa, si esibì in un concerto proprio a Gesualdo riscuotendo grande consenso di pubblico.
Nel 2009 il regista Luigi Di Gianni realizzò un film-documentario dal titolo ''Carlo Gesualdo. Appunti per un film''.
Il dibattito sui temi e sull'opera musicale del Principe Carlo è ancora oggi molto intensa grazie agli approfondimenti ed agli studi di autori di fama mondiale come [[Glenn Watkins]]<ref>Gesualdo: the man and his music, Glenn Watkins</ref>.
 
Sulla scia di tanta attenzione ed interesse a Gesualdo operano associazioni ed istituzioni culturali attive nell'opera di valorizzazione e promozione della figura del Principe Carlo Gesualdo.
Il convento dei frati Cappuccini appartenne alla provincia monastica di Napoli che ne gestì le funzioni e le missioni religiose, fino al 16 luglio 1906, quando con atto formale di cessione passò sotto la reggenza della provincia monastica di Foggia. Dopo gli impellenti restauri sia del convento che della chiesa, fu destinato dai superiori a luogo di studentato. Nel 1909 infatti è stato sede dello studio di teologia dei chierici della provincia di Foggia. Fra questi va ricordato il [[Padre Pio da Pietrelcina]] (novembre - dicembre 1909). È stato sede di uno dei seminari serafici per 30 anni (1926- 1956). Fu rovinato e reso inagibile dal terremoto del 1980. Attualmente il convento è stato restaurato e riportato allo stato originario.
[[File:Igor Strawinsky a Gesualdo.jpg|thumb|upright|[[Igor Strawinsky]], in visita a Gesualdo, nel cortile del Castello insieme a Robert Craft, foto 1956]]
 
=== Cucina ===
==== Prodotti tipici ====
* Prodotti ortofrutticoli (tra questi in particolare il [[Apium graveolens|sedano]]<ref>[http://www.agricoltura.regione.campania.it/Tipici/tradizionali/sedano-gesualdo.html Prodotti tradizionali]</ref>, in [[dialetto irpino]] "accio", il pomodorino seccagno<ref>[http://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/tradizionali/pomodorino_seccagno.html Prodotti tradizionali]</ref> e il peperone papaccella<ref>http://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/tradizionali/peperone_papaccella.html</ref> rosso liscio, che hanno ricevuto il marchio di tipicità regionale)
* Produzione di vino [[Irpinia DOC]] (sottozona Campi Taurasini)<ref>http://www.agricoltura.regione.campania.it/viticoltura/irpinia.html</ref> e vino [[Campania IGT]]<ref>http://www.agricoltura.regione.campania.it/viticoltura/disciplinari/IGT_Campania.pdf</ref>
* Produzione di olio [[Irpinia - Colline dell'Ufita]] con marchio DOP/IGP da Reg. UE 203/2010 (GUCE L61/29 dell'11.03.2010)
 
==== Piatti tipici ====
*'''Cappellone (Piazza Umberto I)'''
[[File:Cappellone.jpg|thumb|right|400px|Gesualdo - il Cappellone]]
L'edificio presenta nella sua globalità tre forme strutturali: la parte bassa è quadrata, la parte centrale è cilindrica, la parte alta, ora è sferica, ma prima era orbicolare.
 
Grazie alla propizia esposizione e alla ricchezza di fonti d'acqua, il territorio di Gesualdo fornisce colture orticole pregiate; tra questi da segnalare quella del sedano. Da sempre i gesualdini vengono, e non a caso, appellati con il nomignolo di ''menestrari'' (verdurai), per le copiose produzioni ortofrutticole che arricchivano i mercati locali e dei paesi vicini. Tra le ricette e i piatti tipici si citano:
È vistoso ed imponente che ha il prospetto ben lavorato in travertino prospiciente su un'ampia scala di nove scalini in uguale pietra. I basamenti esterni della facciata sono in pietra lavorata con magnifici intagli a rilievo.
Dal cornicione lapideo in su, l'architettura della chiesa è a forma cilindrica con quattro piccole finestre contrapposte.
Il tutto è sormontato da una bellissima cupola a sua volta sormontata da altra cupola molto piccola che poggia su quattro pilastrini. In cima vi è una croce e sotto ad essa una banderuola ben lavorata. L'interno non presenta elementi artistici degni di rilievo.
 
*''lachene e fasule'' (tagliatelle e fagioli)
La costruzione è da attribuire a Niccolò Ludovisi e a suo figlio Domenico Ludovisi, l'edificio venne completato nel 1736. La struttura, nel complesso, ha l'aspetto di un tabernacolo simile a quello innalzato sull'altare maggiore di alcune chiese.
* ''menesta 'mmaretata'' (verdure e carne in brodo)
Si ritiene, pertanto, che venne realizzat con l'intento di dare una sede bella ed imponente all'Ostia Consacrata, sede da cui impartire la benedizione solenne a tutti i fedeli riuniti nell'antistante piazza. Questa funzione, rimasta in vita si ripete ogni anno nella ricorrenza religiosa del Corpus Domini.
* ''pizza ionna'' (impasto di farina di granturco)
* ''fusilli e cauzuni'' (fusilli e ravioli alla ricotta)
* ''cecaruoccole (cecatielli e vruoccole)'' (cavatelli con i broccoli)
* ''panzetta r'aino 'mbottita'' (Pancetta di agnello farcita)
* ''sopersate'' (soppressate).
 
=== Eventi ===
*'''Chiesa di Santa Maria degli Afflitti (Via San Sebastiano)'''
Sita nel rione Canale, custodisce un prezioso dipinto intitolato "La deposizione" attribuito al pittore [[Giovanni Tommaso Guarini]] da Solofra eseguito nel 1672.
 
====Giornate Gesualdiane (nel corso dell'anno)====
*'''Chiesa di Santa Maria della Pietà (Via Roma)'''
Conferenze, rassegne musicali e manifestazioni dedicate a [[Carlo Gesualdo]].
 
====Passione di Gesualdo (Venerdì Santo)====
*'''Chiesa di Maria SS. Addolorata (Via Roma)'''
Dagli anni Novanta del Novecento, al termine della secolare Via Crucis cittadina accompagnata dal suono delle tradizionali [[troccola|troccole]] e [[raganella (strumento musicale)|raganelle]], viene messa in scena la rappresentazione vivente della Passione di Cristo: il sagrato del [[Cappellone (Gesualdo)|Cappellone]] diventa sede del processo di fronte a [[Ponzio Pilato]]; la scalinata di collegamento tra Piazza Umberto I e Piazza Neviera accoglie il corteo della salita al [[Calvario]], che sfila sulle musiche di Carlo Gesualdo; i bastioni del [[Castello di Gesualdo|castello]] ospitano la crocifissione, con spettacolari effetti di luce.
 
====''Vambalèrie'' di Sant'Andrea (30 novembre)====
*'''Chiesa di San Lorenzo (Contrada San Lorenzo)'''
Accensione di falò, detti ''vambalèrie'', per le strade cittadine e le zone rurali. Tale tradizione nacque nell'Ottocento in onore di [[Andrea apostolo|Sant'Andrea]], a seguito dell'abbattimento del tiglio collocato nell'attuale Piazza Umberto I, il cui legno fu in parte bruciato e in parte utilizzato per la realizzazione della statua del santo, ancora oggi conservata in una cappella della chiesa madre di San Nicola, che dal XVII secolo custodisce anche una sua reliquia.<ref>{{Cita web|url=https://www.irpinianews.it/falo-carcare-e-focaruni-in-provincia-di-avellino-si-rinnova-lappuntamento-con-la-tradizione-tutte-le-date/|titolo=Falò, carcare e focaruni, in provincia di Avellino si rinnova l'appuntamento con la tradizione: tutte le date|autore=Redazione online|sito=Irpinianews.it|data=2015-12-04|lingua=it-IT|accesso=2022-06-26}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://iltronodisagre.com/tag/fucanoli/|titolo=Fucanoli Archives|sito=Il trono di sagre|lingua=it-IT|accesso=2022-06-26}}</ref>
 
====Eventi tradizionali non più organizzati annualmente====
=='''Cultura'''==
* Carnevale Gesualdino (prima edizione: 1969; ultima edizione: 2017): sfilata di carri allegorici di cartapesta e gruppi di ballo mascherati
* Presepe Vivente (prima edizione: 1991; ultima edizione: 2018): rappresentazione di scene di vita all'epoca della nascita di [[Gesù]] nei vicoli del centro storico
* Palio dell'Alabarda (prima edizione: 1995; ultima edizione: 2004): rievocazione storica dell'incontro di riconciliazione tra [[Carlo Gesualdo]] e il figlio Emanuele, avvenuto a Gesualdo nel 1609
[[File:Ex caserma Carabinieri centro storico Gesualdo (AV).jpg|thumb|upright|Gesualdo, centro storico, Secondo Vico Pescone e l'ex caserma dei [[Carabinieri]], già Palazzo Volpe]]
 
== Economia ==
===Religione e Folklore===
Una quota significativa del reddito delle famiglie proviene dal terziario, in particolare dai settori dell'istruzione, della sanità, dell'amministrazione pubblica e delle professioni. Fiorente il settore legato all'artigianato e alla piccola impresa, per la presenza di stimati maestri nella lavorazione della pietra, del legno e del ferro e di vari opifici industriali. Importante l'apporto dell'agricoltura.
 
=== Le pietre di Gesualdo ===
[[File:Angelo Gesualdo.jpg|thumb|right|200px|Gesualdo - Volo dell'Angelo]]
Gesualdo è conosciuta per la presenza nel suo territorio di cave di [[onice]]<ref>Rocco Bonavolontà, ''Il Principato Ultra nel Regno di Napoli'', p. 110</ref>, una pietra di grande effetto decorativo, trasparente quando tagliato in lastre sottili, ricco di venature. Il celebre architetto [[Luigi Vanvitelli]] lo utilizzò a profusione nella [[Reggia di Caserta]] e [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]] lo commissionò per il palazzo reale di Portici. Sono inoltre in onice di Gesualdo alcuni elementi del frontespizio del [[Cattedrale di Avellino|Duomo di Avellino]], il fonte battesimale della cattedrale e alcune decorazioni nella chiesa di Santa Chiara in Napoli.
* Il ''' Volo dell'angelo''' con la recita tradizionale de '''''L'angelo e il diavolo''''', tutti gli anni l'ultima domenica di Agosto.
 
Oltre all'onice, nel territorio di Gesualdo si trovano anche cave di [[Breccia Irpina]] (che prende il nome di [[Favaccia]] o [[Favaccina]] a seconda delle dimensioni dei clasti), il cui utilizzo è ampiamente diffuso in edilizia.
La religiosità di Gesualdo s’infervora in occasione della festa del volo dell’Angelo. Il “volo” ebbe origine nella metà dell'800, durante i festeggiamenti in onore del protettore [[San Vincenzo Ferreri]].
 
== Geografia antropica ==
L’Angelo è impersonato da un bambino che viene aggrappato ad una fune di acciaio tesa tra la torre del castello e il campanile della chiesa del SS. Rosario, e tirato mediante l'ausilio di carrucole lungo un tragitto di 100 metri, all'altezza di 25 metri sulla sottostante piazza gremita di fedeli. Da un’impalcatura a terra esce il diavolo, sbuffando fumo, dicendo vituperi, con corna e mantello nero. Inizia una disputa dialettica che riprende i testi e le scene delle sacre rappresentazioni medioevali.
Il comune di Gesualdo comprende le frazioni Piano della Croce e Torre dei Monaci, distanti rispettivamente 2,5 e {{M|4.5|u=km}} dal centro cittadino.
Questo volo dell’angelo si ripete in onore di [[San Vincenzo Ferreri]], di cui si conserva in paese una preziosa statua.
Una leggenda vuole che i Gesualdini per impadronirsi della statua del Santo commisero una prepotenza “mistica”. Si racconta che un comune dell’Italia settentrionale aveva commissionato ad un artista spagnolo la statua di San Vincenzo; per portare la statua al comune committente i portatori si fermarono a Gesualdo; i Gesualdini, ammirandone la bellezza ed infervorati dall’amore per San Vincenzo, non permisero il proseguimento del viaggio, e la statua rimase a Gesualdo.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
 
Il comune è raggiungibile percorrendo la [[strada statale 428 di Villamaina|strada provinciale ex SS 428]].
* La '''''Passione di Cristo di Gesualdo''''', ogni Venerdì Santo.
 
Autobus: tratte giornaliere da e per Napoli, Avellino via [[Grottaminarda]] servite da AIR Campania, già A.IR. [[Autoservizi Irpini]].
La manifestazione segna un profondo contatto tra la mistica rappresentazione della passione di Cristo con la solennità dei madrigali di [[Carlo Gesualdo]], dal titolo "Thenebrarum".
 
== Amministrazione ==
In contesto scenico suggestivo, il sofferente Cristo si arrampica a fatica per raggiugere il Golgota, l'imponente castello medievale cinto dalle ripide fortificazioni. Nella sera del Venerdì santo gli animi tormentati di Carlo Gesualdo si fondono con i sofferenti sussulti di Gesù sulla Croce. Le lacrime di Maria rintoccano come campane in giorno di dolore, scuotendo il cuore dei soldati romani. Il Corpo di Gesù, deposto tra le braccia di una madre sofferta e cosciente dell'incontro, ormai avvenuto tra Dio e suo figlio. Sullo sfondo le luci e suoni richiamano il mistico idillio del Cristo che muore e risorge tra l'attonito sguardo dei protagonisti in mezzo ad una folla estasiata di fedeli in preghiera.
=== Gemellaggi ===
'''Gesualdo''' è gemellata con:
* {{Gemellaggio|ITA|Venosa|2015}}
===Altre informazioni amministrative===
Il comune fa parte dell'[[Unione dei comuni Terre dell’Ufita]]<ref>[http://regione.campania.it/assets/documents/ell2015-report-unionecomuni-dic15.pdf]</ref>.
 
== Sport ==
===Festività Religiose===
La principale squadra di calcio di Gesualdo è l'Unione Sportiva Gesualdo fondata nel 1927.
La compagine gesualdina ottenne i migliori risultati sportivi negli sessanta del secolo scorso con la partecipazione al campionato di Prima Categoria Campania nelle stagioni 1964-1965<ref>[[Prima Categoria Campania 1964-1965]].</ref> e 1965-1966. Attualmente milita nel campionato di Promozione regionale.
 
Molto seguita a Gesualdo era la pratica della pallavolo femminile, con la compagine locale della Real Gesualdo Volley, protagonista di significativi piazzamenti e vittorie in vari campionati provinciali e regionali.
*13 giugno Festività in onore di [[Sant'Antonio da Padova]] - Rione Cappuccini
 
== Note ==
*Mese di luglio Festività in onore di [[Sant'Elia Profeta]] - Contrada S.Elia
 
*10 agosto Festività in onore di [[San Lorenzo martire]] - Località San Lorenzo
 
*Penultima domenica di Agosto Festività in onore di [[San Rocco]] e della [[Madonna Addolorata]]
 
*Ultima domenica di Agosto Festività in onore di [[San Vincenzo Ferreri]] e della [[Madonna del Rosario]]
 
*Seconda domenica di settembre Festività in onore della Madonna Immacolata - Località Torre dei Monaci
 
*23 novembre Festività in onore della [[Madonna degli Afflitti]] - Rione Canale
 
===Gli studi Gesualdiani===
 
Gesualdo segna in modo indissolubile il suo nome alla figura storica di [[Carlo Gesualdo]]. Intorno alle tormentate vicende del principe di Venosa, nel piccolo centro irpino si ripetono periodicamente convegni, concerti ed incontri incentrati sulla celebrazione del genio musicale che fece del castello di Gesualdo fecondo luogo di studio e sperimentazione delle sue arti. Nel corso degli ultimi decenni Gesualdo ha ospitato illustri personalità del mondo della musica e della cultura che hanno fortemente contribuito alla valorizzazione della figura del Principe.
 
Il grande compositore [[Igor' Fëdorovič Stravinskij]] insieme allo studioso [[Robert Craft]], visitò Gesualdo negli anni 50 ripercorrendo i luoghi cari al Principe Carlo prima di comporre una delle sue più grandi opere il ''Monumento pro Gesualdo da Venosa''. Il regista tedesco [[Werner Herzog]] girò nel 1995 un film-documentario dal titolo ''Gesualdo: Morte a cinque voci'' in cui riscoprì i luoghi nei quali aveva vissuto il principe Carlo. L'autore siciliano [[Salvatore Sciarrino]] venne insignito della cittadinanza onoraria di Gesualdo per le sue opere dedicate a Carlo Gesualdo. Il dibattito sui temi e sull'opera musicale del Principe Carlo è ancora oggi molto intensa grazie agli approfondimenti ed agli studi di autori di fama mondiale come [[Glenn Watkins]]. Sulla scia di tanta attenzione ed interesse a Gesualdo attualmente operano associazioni ed istituzioni culturali attive in una profonda opera di valorizzazione e promozione della figura de Principe Carlo Gesualdo.
 
===Manifestazioni ed eventi===
 
* Convegni, rassegne musicali, manifestazioni dedicate a [[Carlo Gesualdo]].
 
* '''''Carnevale Gesualdino''''';
 
* '''''Palio dell'Alabarda''''', rievocazione dello storico incontro riconciliatore tra Carlo Gesualdo e il figlio Emanuele. Sfilate in costumi d'epoca e giochi medievali - mese di Agosto;
 
* '''''Gesualdo FolkEvent''''', rassegna musica popolare - mese di Agosto;
 
* '''''Saperi e Sapori''''', rassegna enogastronomica - mese di Agosto;
 
* '''''Presepe vivente''''', periodo natalizio.
 
 
 
===Personalità legate a Gesualdo===
 
*[[Carlo Gesualdo]], madrigalista compositore
*[[Eleonora d'Este (1561-1637)]], nobildonna
*[[Giovanni Balducci]], autore della Pala del Perdono custodita nel convento dei Cappuccini.
*[[Niccolò I Ludovisi]], mecenate Signore di Gesualdo
*[[Padre Pio da Pietrelcina|San Pio da Pietrelcina]], che visse nel convento dei Cappuccini di Gesualdo nel 1909
 
=='''Economia'''==
 
Una quota significativa del reddito delle famiglie proviene dal terziario, in particolare dai settori dell'istruzione, della sanità, dell'amministrazione pubblica e nelle professioni. Fiorente, il settore legato all'artigianato ed alla piccola impresa per la presenza di stimati maestri nella lavorazione della pietra, del legno e del ferro e di vari opifici industriali. Importante l'apporto dell'agricoltura.
 
'''Le fiere e i mercati'''
Da segnalare la secolare tradizione delle fiere di Gesualdo che si tengono presso l'area fieristica del quartiere Fiera, dalla primavera all'autunno ogni 11 del mese.
 
'''I marmi di Gesualdo'''
 
Gesualdo è conosciuto per la presenza nel suo territorio di cave del marmo [[onice]], un marmo di grande effetto decorativo, trasparente quando tagliato in lastre sottili, ricco di venature. Grandi cultori di questi marmi furono il celebre architetto [[Luigi Vanvitelli]] che li utilizzò a profusione nella [[Reggia di Caserta]] e [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]] che li commissionò per il palazzo reale di Portici. E’ inoltre di alabastro cipollino di Gesualdo il frontespizio del [[Cattedrale di Avellino|Duomo di Avellino]] e fonte battesimale della cattedrale, e le decorazioni nella chiesa di Santa Chiara in Napoli.
Oltre al marmo onice, nel territorio di Gesualdo si trovano cave di pietra denominata [[Breccia Irpina]] o [[Favaccia]], il cui utilizzo è ampiamente diffuso in edilizia.
 
=='''Prodotti tipici'''==
Prodotti ortofrutticoli, tra questi in particolare il [[sedano]].
 
Vino:
Produzione di vino [[Irpinia DOC]] (in questa area anche con l'indicazione della sottozona Campi Taurasini) e vino [[Campania IGT]]
 
Olio:
Produzione olio [[Irpinia - Colline dell'Ufita]] con marchio DOP/IGP da Reg. UE 203/2010 (GUCE L61/29 del 11.03.2010)
 
Pasta fresca prodotta in modo naturale ed artigianale
 
Carni
 
===Gastronomia e Piatti tipici di Gesualdo===
 
Grazie alla propizia esposizione ed alla ricchezza di fonti d’acqua, il territorio di Gesualdo regala pregiatissime culture di ortaggi; tra questi da segnalare quella del Sedano. Da sempre i gesualdini vengono, e non a caso, appellati con il nomignolo di “Menestrari” (Verdurai), per le copiose produzioni ortofrutticole che arricchivano i mercati locali e dei paesi vicini.
Le ricette ed i piatti tipici legano alla semplicità di preparazione un gusto antico segnato dalla varietà e genuinità degli ingredienti, tutti uniti in vera e propria esplosione di aromi e profumi dei frutti della terra.
 
"Lachene e fasule" (Tagliatelle e fagioli)
 
"Menesta 'mmaretata" (Verdure e carne in brodo)
 
"Pizza ionna" (Impasto di farina di granturco)
 
"Fusilli e cauzuni" (Fusilli e ravioli alla ricotta)
 
"Cecavruoccole (cecatielli e vruoccole)" (Cavatelli con i broccoli)
 
"Panzetta r'aino 'mbottita" (Pancetta di agnello farcita)
 
"Soppressate"
==Sport==
===Calcio===
[[File:Scudetto150x150 1318336086.png|thumb|left|200px|U.S. Gesualdo 1927]]
L' U.S. Gesualdo è il gruppo sportivo più importante della comunità.
Agli inizi del XX secolo nel paese di Gesualdo il gioco del calcio vedeva confrontarsi solo piccoli club costituiti da semplici squadre di quartiere ma senza una vera e propria rappresentativa locale.
Nel 1921 si ha la svolta: l'amministrazione comunale decise di destinare un'ampia area comunale alle attività sportive e così si costituì il primo circolo sportivo di Gesualdo.
 
L'Unione Sportiva nasce nel 1927 e negli anni successivi alla sua fondazione sarà impegnata solo in gare a carattere amichevole con formazioni dei paesi limitrofi. Nel 1933 partì il primo Campionato Irpino della Gioventù Fascista del Littorio al quale parteciparono 7 squadre della provincia, in quello che poi sarebbe diventato il campionato provinciale. L'inizio della seconda guerra mondiale segnò la fermata di tutte le attività agonistiche che ripresero tra mille difficoltà alla fine degli anni 40.
 
A cavallo tra gli anni 50 e 60, la squadra del Gesualdo disputò i campionati regionali di terza e seconda categoria fino alla definitiva consacrazione avvenuta nella stagione 1963-1964 con la vittoria del campionato ed il salto in V° serie (Prima Categoria Campania),l'equivalente di allora dell'attuale campionato di Serie D. Nelle successive stagioni agonistiche 1964-1965<ref>http://it.wikipedia.org/wiki/Prima_Categoria_Campania_1964-1965</ref> e 1965-1966 la piccola squadra di Gesualdo si confrontò con formazioni blasonate come la [[Battipagliese]], la [[Cavese]], il [[Sorrento Calcio]] riuscendo a ben figurare forte anche di un grande tifo, che in casa ed in trasferta non fece mai mancare il sostegno alla squadra. Negli 70 e 80 il Gesualdo tornò a disputare campionati provinciali e regionali, confermando regolarmente la propria presenza a tutti i campionati, dall'istituzione della federazione dilettanti di Avellino nel 1974 sino ad oggi.
 
Alla fine degli 90, la piccola realtà di Gesualdo tornò a disputare tornei di buon livello con la vittoria del campionato di [[Prima Categoria]] nella stagione 1998-1999 ed il salto nel campionato di [[Promozione Campania]]. Nelle successive 5 stagioni il Gesualdo disputò ottimi campionati ottenendo lusinghieri successi contro formazioni assai blasonate. Oggi la società milita nel campionato di [[seconda categoria]].
 
==Amministrazione==
{{ComuniAmministrazione|NomeSindaco= Carmine Petruzzo <!--nome, cognome SENZA titoli-->
|DataElezione= 13/06/2004 - Rieletto nel 2009<!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA-->
|partito=[[lista civica]] L'Aquilone
}}
Gesualdo fa parte della [[Comunità montana dell'Ufita|Comunità Montana dell'Ufita]].
 
==Demografia==
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Gesualdo (AV)}}
 
===Cittadini stranieri===
Al [[31 dicembre]] [[2008]] nel territorio di Gesualdo risultano residenti oltre 40 cittadini stranieri: Le comunità più rappresentate sono quelle di:
*{{UKR}} 14
*{{ROU}} 12
*{{POL}} 11
''fonte Istat''
 
==Collegamenti esterni==
*[http://www.comune.gesualdo.av.it/ Comune di Gesualdo]
*[http://www.prolocogesualdo.it/ ProLoco Civitatis Iesualdinae]
*[http://www.carlogesualdo.altervista.org/ Sito non istituzionale di Gesualdo (Av)]
*[http://usgesualdo1927.altervista.org/ Gesualdo Calcio]
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Gabriella Caterina, Virgina Gangemi (a cura di), ''L'Università per Gesualdo'', Liguori Editore, Napoli, 1985
*Giacomo Catone, ''Memorie Gesualdine''. pubblicato nel 1840.
* [[Giacomo Catone]], ''Memorie Gesualdine'', Avellino, 1840
*Arturo Famiglietti, ''Storia di Gesualdo'', Ed. Accademia Partenopea, Napoli 1977.
* Annibale Cogliano, ''Carlo Gesualdo, Il Principe, l'amante, la strega'', ESI, Napoli, 2004
*Cipriano de Meo, ''La città di Gesualdo contributo di studi e ricerche'', Ed. Pro loco Civitatis Iesualdinæ, Roma: Il Calamaio, 1996.
* Annibale Cogliano, ''Carlo Gesualdo omicida fra storia e mito'', ESI, Napoli, 2006
*Michele Zarrella, ''Il Principe dei Musici Carlo Gesualdo - l'albero genealogico e la sua città''. Ed. Pro-Loco Civitatis Iesualdinæ,Gesualdo 2001.
* Annibale Cogliano, ''InventarioCarlo -Gesualdo Centroda StudiVenosa. ePer Documentazioneuna Carlo Gesualdobiografia,''. Avellino:Giuseppe ElioBarile, SellinoIrsina Editore(MT), 2004.2016
* Annibale Cogliano, ''Gesualdo 1799: rivoluzione o guerra civile?''., Collana: Quaderni Irpini.
* Annibale Cogliano, ''ILIl barone assediato e l'Università contesa. Gesualdo nel tramonto dell'anciem régime''., Collana: Quaderni Irpini.
* Annibale Cogliano, ''Il Cappellone: una sinagoga travestita? La Cappella del SS. Corpo di Cristo e l'arcano dello sviluppo socioeconomico di Gesualdo in età moderna ''., Collana: Quaderni Irpini.
* Annibale Cogliano, ''Inventario - Centro Studi e Documentazione Carlo Gesualdo'', Elio Sellino Editore, Avellino, 2004
* Vincenzo Cogliano, ''Il castello a Gesualdo'', Ed. Delta, Grottaminarda (AV), 1999
* Alfonso Cuoppolo, ''Il Gigante della Collina. Storie, dolori e musiche nell'eco delle sue antiche mura'', Delta 3 edizioni, Grottaminarda (AV), 2013
* Fabio De Guglielmo, ''Il Castello di Gesualdo. Analisi dei caratteri storico-costruttivi e delle tecniche di intervento impiegate nei lavori di recupero'', Fontanarosa (AV), 2010
* {{en}}Fabio De Guglielmo, Federica Ribera, ''A living document in the interior Campania, Italy: the Castle of Gesualdo'', in ''Actas de las Segundas Jornadas sobre Historia, Arquitectura y Construcción Fortificada'', Instituto Juan de Herrera, Fundación Cárdenas, Centro de Estudios José Joaquín de Mora, Madrid, 2016
* Cipriano de Meo, ''La città di Gesualdo. Contributo di studi e ricerche'', Il Calamaio, Roma, 1996
* Arturo Famiglietti, ''Storia di Gesualdo'', Ed. Accademia Partenopea, Napoli, 1977
* Giampiero Galasso, ''I Comuni dell'Irpinia'', Walter Pellecchia Editore, Atripalda (AV), 1989
* [[Carlo Gesualdo]], ''Madrigali a cinque voci (Libro Quinto - Libro Sesto)'', Edizione critica a cura di Maria Caraci Vela e Antonio Delfino, testi poetici a cura di Nicola Panizza, con uno scritto di Francesco Saggio, prefazione di Giuseppe Mastrominico, [http://www.lastamperiadelprincipegesualdo.it/site/ La Stamperia del Principe Gesualdo] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20201001122551/http://www.lastamperiadelprincipegesualdo.it/site/ |data=1 ottobre 2020 }}, Gesualdo (AV), 2013, ISBN 978-88-906830-2-2
* Rossano Grappone, ''Gesualdo. Storia dei Domenicani nella terra dei Principi dal tardo Rinascimento all'Unità d'Italia,'' Book evolution edizioni, 2014
* Rossano Grappone, Carmine Iannarone (a cura di), ''Gesualdo, immagini e ricordi'', Elio Sellino Editore, Avellino, 2009
* {{en}} Cecil Gray & Philip Heseltine, ''Carlo Gesualdo, Musician and Murderer'', Londra, 1926
* Gabriella Pescatori Colucci, Enrico Cuozzo, Francesco Barra (a cura di), ''Storia illustrata di Avellino e dell'Irpinia'', Sellino & Barra Editori, Salerno, 1996
* Giovanni Savignano, ''Intrighi, Carlo Gesualdo tra musica, amore e morte'', Gaia Editrice, ilibridellaleda, Angri (SA), 2010-2011 ISBN 978-88-97005-07-0
* Orsola Tarantino Fraternali, Kathy Toma (a cura di), ''Gesualdo da Venosa. Fasti dimenticati di un principe del Rinascimento'', Luciano de Venezia, Salerno, 2009
* Luisa Zarrella, ''Testimonianze artistiche a Gesualdo'', Salerno, 1971
* Michele Zarrella, ''Il principe madrigalista Carlo Gesualdo. L'albero genealogico e la sua città'', Frigento (AV), 2001
* Michele Zarrella, ''Carlo Gesualdo i segni dell'uomo, i segni dei tempi, i segni del cielo -'' ISBN 979-12-210-4481-2 Fontanarosa (AV), 2023
 
== Voci correlate ==
* [[Carlo Gesualdo (famiglia)]]
* [[NiccolòIrpinia - IColline Ludovisidell'Ufita]]
*[[Unione Sportiva Gesualdo 1927]]
 
==Galleria fotografica==
<gallery>
File:Gesualdo - Piazza Umberto I.jpg|Gesualdo, Piazza Umberto I
File:Gesualdo - Panorama.jpg|Gesualdo, Panorama
File:Gesualdo - Convento dei Padri Cappuccini.jpg|Gesualdo, Convento padri cappuccini
Immagine:Gesualdo2.jpg|Carlo Gesualdo, ''Principe dei musici''
File:Perdono di carlo gesualdo 1609.jpg|Pala del perdono Carlo Gesualdo opera di ''Giovanni Balducci''
Immagine:Gesualdo_(AV),_Il_castello..jpg|Particolare del ''Castello di Gesualdo''
Immagine:Castello gesualdo.jpg|Il Castello di ''Gesualdo''
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== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
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