Peste: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|altri significati|[[peste (disambigua)]]}}
{{Nota disambigua|il personaggio dei fumetti Marvel Comics|[[Cavalieri di Apocalisse]]|Pestilenza}}
{{Disclaimer medico}}
{{Disclaimer|medico}}
{{Infobox malattia
{{Malattia
|Nome=Peste
|ICD9={{ICD9|020.9}}
|ICD10={{ICD10|A|20||a|20}}
|Immagine=Yersinia pestis.jpg
|Didascalia=Immagine al [[microscopio elettronico]] di una massa di batteri ''[[Yersinia pestis]]''
}}
La '''peste''' è una [[malattia infettiva]] di origine [[batterio|batterica]] causata dal [[bacillo]] ''[[Yersinia pestis]]''. È una [[zoonosi]], il cui bacino è costituito da varie specie di [[Rodentia|roditori]] e il cui principale vettore è la pulce dei ratti (''[[Xenopsylla cheopis]]'') ma che può essere trasmessa da varie specie di parassiti [[Ematofagia|ematofagi]] (come [[Siphonaptera|pulci]], [[Pediculus humanus corporis|pidocchi,]] [[Cimex lectularius|cimici dei letti]]) e che si può trasmettere anche da uomo a uomo. È una [[malattia quarantenaria]] e per il regolamento sanitario internazionale<ref>{{Cita web |url=http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=3066&area=usmaf&menu=vuoto |titolo=Regolamento sanitario internazionale |accesso=2 febbraio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180203010120/http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=3066&area=usmaf&menu=vuoto |urlmorto=no }}</ref> è assoggettata a denuncia internazionale all'[[Organizzazione mondiale della sanità|OMS]], sia per i casi accertati sia per quelli sospetti. Dal 2010 al 2015 sono stati riportati {{formatnum:3248}} casi in tutto il mondo di cui 584 con esito mortale, ed è diffusa in tutti i continenti, fatta eccezione per [[Oceania]] ed [[Europa]].<ref>{{Cita web|url=http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs267/en/|titolo=Plague|sito=World Health Organization|lingua=en|accesso=4 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150424065540/http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs267/en/|urlmorto=no}}</ref>
La '''peste''' è una [[malattia infettiva]] di origine [[batterio|batterica]] causata dal batterio ''[[Yersinia pestis]]''. È una [[malattia quarantenaria]] e per il [[Regolamento Sanitario Internazionale]] è assoggettata a denuncia internazionale all'[[Organizzazione mondiale della sanità|OMS]], sia per i casi accertati che per quelli sospetti.
 
Si manifesta sotto forma di tre principali quadri clinici, distinti in base ai diversi apparati dell'organismo in cui si sviluppa l'infezione, detti peste bubbonica, setticemica e polmonare.
== Effetti e contagi ==
Esistono due forme principali di peste: la differenza si può determinare analizzando l'interno dei [[bubbone|bubboni]] infetti o attraverso un'[[emocoltura]]. Ancora è oscuro perché si trasmetta in una forma invece che in un'altra.
 
La peste bubbonica è causata dall'introduzione nell'organismo del bacillo ''Yersinia pestis'' attraverso la [[cute]] a seguito del morso di una pulce infetta; il bacillo, solitamente identificato dal [[sistema immunitario]] e fagocitato dai [[Leucocita|leucociti]], viene smaltito attraverso il [[vasi linfatici|sistema linfatico]] fino ai [[linfonodi]], dove però resta attivo e continua ad accumularsi moltiplicandosi. Ciò provoca una [[linfoadenopatia]] locale, cioè un'infiammazione di uno o più linfonodi, solitamente nella zona inguinale o ascellare più prossima alla zona della puntura. I linfonodi colpiti tendono a gonfiarsi, con sintomatologia dolorosa, e vengono detti appunto "bubboni"; questi non sono [[Ascesso|ascessi]], bensì [[Edema|edemi]]: non contengono [[pus]] bensì [[sangue]] e tessuto edematoso-[[Necrosi|necrotico]] (possono però divenire superinfetti e quindi purulenti, anche in fase di remissione).
====Peste bubbonica====
La trasmissione nell'uomo può avvenire attraverso la puntura delle [[pulci]] dei ratti, o tramite il morso dei ratti stessi o di altri roditori. La pulce dell'uomo ed i pidocchi, in forma minore, permettono di trasmettere la peste bubbonica anche da uomo ad uomo.
 
Quando i linfonodi non sono più in grado di contenere la malattia il bacillo può diffondersi in tutto l'organismo, dando luogo così alla seconda forma, la peste setticemica. Si tratta di un quadro clinico sistemico molto più grave: il bacillo, trasportato dal [[flusso sanguigno]], raggiunge i principali [[organo (anatomia)|organi]] dando luogo a una [[sepsi]] diffusa, condizione che, se non curata, può risultare fatale in breve tempo. Il terzo quadro clinico è la variante detta peste polmonare, estremamente grave, che si caratterizza per la diversa localizzazione in quanto si sviluppa nell'apparato respiratorio; a differenza della forma bubbonica, la peste polmonare è trasmessa per via aerea, viene contratta respirando particelle di saliva o altri liquidi provenienti da un individuo infetto ed è altamente contagiosa.<ref name="pmid29070654" />
Insorge violentemente dopo un periodo di incubazione da 2 a 12 giorni. Si presenta con febbre alta, cefalea, grave debolezza, disturbi del sonno, nausea, fotosensibilità, dolore alle estremità, vomito e delirio. Si formano pustole nelle zone punte dalla pulce infetta; i [[linfonodi]] delle zone colpite (generalmente la zona inguinale e quella ascellare) si infiammano, gonfiandosi fino a formare uno o più bubboni. Possibile formazione di [[Petecchia|petecchie]].
 
I [[sintomi]] della malattia sono generici, comprendono [[febbre]] tra i 38 e i {{M|41|u=°C}}, [[mal di testa]], [[dolori]] [[Articolazione|articolari]], [[nausea]] e [[vomito]], [[sete]], [[diarrea]], [[tumefazione]] dei linfonodi e una generale sensazione di malessere. Nelle forme setticemiche e polmonari può verificarsi [[ipotensione]], segni neurologici quali [[sonnolenza]], [[letargia]], [[delirio]], e, nella forma polmonare, [[dispnea]], tanto da conferire al malato un colorito [[cianotico]]. La sindrome da [[coagulazione intravascolare disseminata]] che può insorgere nella forma setticemica, e che è solitamente la causa del decesso,<ref name="pmid20400901" /><ref name="pmid23041039" /> ha come sintomo vistoso l'ischemia e necrosi delle estremità (dita, piedi o mani), che diventano nere; ciò ha probabilmente contribuito a coniare il nome peste nera per indicare la [[peste nera|pandemia esplosa in Europa a metà del XIV secolo]].
Nei casi gravi, l'infezione si propaga nell'organismo provocando insufficienza cardiocircolatoria, complicazioni renali o emorragie interne, sintomi che possono facilmente portare alla morte. Altrimenti, nei casi meno gravi, la febbre cessa dopo circa due settimane, i bubboni gettano fuori del pus sgonfiandosi e lasciando una cicatrice.
 
Se identificata tempestivamente, un pronto e corretto trattamento mediante la somministrazione di [[antibiotici]] può portare, nella maggioranza dei casi, a una [[prognosi]] positiva. La [[diagnosi]] può avvenire con certezza a seguito dell'identificazione del batterio in coltura da campioni biologici prelevati dal paziente; nella pratica non c'è il tempo di attendere un'indagine biologica, ci si affida a informazioni epidemiologiche sul contesto in cui si verifica l'infezione, e in presenza di sospetta diagnosi di peste si applica il protocollo terapeutico.<ref name="pmid29070654" />
====Peste polmonare====
Forma decisamente più grave rispetto alla precedente in quanto attacca i polmoni, può presentarsi anche come complicanza della forma bubbonica. Il periodo di incubazione va da 1 a 7 giorni e presenta un notevole abbassamento della temperatura corporea, [[dispnea]] (difficoltà respiratorie), tosse, [[cianosi]] (colorazione bluastra della pelle e delle mucose, sintomo di disturbi circolatori o respiratori) e grave debolezza. Caratterizzante è l'insorgenza di gravi disturbi neurologici. Se non viene curata in tempo, porta quasi sicuramente alla morte per [[edema polmonare]] acuto.
 
== Origine del nome ==
La peste polmonare è trasmissibile anche senza l'azione di pulci, per via aerea: attraverso, cioè, tosse e starnuti di persone infette, portatori in grado di contagiare il loro prossimo ospite.
 
Il termine ''pestilenza'' o ''peste'' (dal [[lingua latina|latino]] ''pestis'', "distruzione, grande malattia") nell'[[Alto Medioevo]], a causa delle limitate conoscenze scientifiche, era usato genericamente per indicare vari fenomeni epidemici caratterizzati da alta mortalità, come il [[colera]], il [[morbillo]] o il [[vaiolo]]. Spesso ci si riferiva alla pandemia come ''febris pestilentialis'', ''infirmitas pestifera'', ''morbus pestiferus'', ''morbus pestilentialis'', ''mortalitas pestis'' o semplicemente ''pestilentia''.<ref>{{cita|Cosmacini|p. 6}}.</ref>
====Altre forme di peste====
La [[Yersinia pseudotuberculosis]] si manifesta con sintomi simili alla tubercolosi mentre la [[Yersinia enterocolica]] colpisce essenzialmente il basso tratto digerente.
 
La prima epidemia storicamente attribuibile con certezza a ''Yersinia pestis'' fu la [[peste di Giustiniano]], che esplose a [[Costantinopoli]] verso la metà del VI secolo d.C. e si diffuse in Europa. Per quanto riguarda la [[peste nera|pandemia del XIV secolo]], l'espressione ''peste nera'' nacque dall'osservazione che nel Trecento si poté fare dei sintomi che essa provocava sulle persone, ovvero, fra gli altri, la comparsa di macchie scure e livide di origine emorragica che si manifestavano sulla cute e sulle mucose dei malati.<ref>{{Treccani|peste/|Pèste|v = 1}}</ref>
== Cura ==
Per combattere la peste sono necessari degli [[Antibiotico|antibiotici]], di scelta [[streptomicina]] o [[gentamicina]]. Possono essere usati anche [[doxiciclina]] oppure il [[cloramfenicolo]]. Importante è l'isolamento dei malati per evitare ulteriori contagi.
 
== Storia ==
Esistono dei vaccini antipestosi, ma a causa della brevità del loro effetto sono somministrati solo in casi di rischio evidente e programmabile di contagio (per esempio per le figure professionali di biologi, ricercatori, ecc.)
{{Vedi anche|Pandemie di peste}}
[[File:Blackdeath2.gif|thumb|left|Diffusione della [[peste nera]] del [[XIV secolo]]. Alcune aree furono parzialmente risparmiate: ad esempio, a [[Milano]] venne imposto un rigido controllo di merci e persone che portò a limitare le perdite a circa il 15% della popolazione,<ref>{{cita|Naphy e Spicer|pp. 29-30}}.</ref> analogamente avvenne intorno alla [[Polonia]]<ref>{{cita|Zuchora-Walske|p. 53}}.</ref>]]La peste ha avuto un impatto di straordinaria importanza nella storia umana. In particolare ha influenzato il corso della storia europea,<ref>{{Cita libro|autore=Montanari, Massimo|titolo=Storia medievale|ed=23|anno=2006|editore=Laterza|pp=243-244|ISBN=978-88-420-6540-1}}</ref> principalmente in due grandi pandemie: quella esplosa a Costantinopoli nella tarda antichità, a metà del VI sec. d. C. ([[peste di Giustiniano]]), che indebolì l'[[impero bizantino]] modificandone anche le capacità militari,<ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/place/Byzantine-Empire/The-last-years-of-Justinian-I|titolo=The last years of Justinian I - Byzantyne Empire -|sito=Enciclopedia Britannica}}</ref> e quella che raggiunse l'[[Europa]] all'inizio dell'epoca moderna, alla metà del XIV secolo ("[[peste nera]]"), un evento di svolta epocale per i suoi effetti di riorganizzazione economica e demografica della società, ritenuto fondante del periodo definito [[epoca moderna]].<ref>{{Cita libro|nome=Mark|cognome=Welford|titolo=Geographies of Plague Pandemics: The Spatial-Temporal Behavior of Plague to the Modern Day|url=https://books.google.it/books?id=HvlNDwAAQBAJ&pg=PT153&lpg=PT153&dq=Herlihy+print+plague&source=bl&ots=c9p_4Si7ql&sig=ACfU3U16Ryf2wtzQBwI3i-Qr1ObQEjEZOw&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj-87Hr28fmAhVJiqQKHboQBKQQ6AEwAXoECAoQAQ#v=onepage&q=Herlihy%20print%20plague&f=false|dataoriginale=9 apr. 2018|editore=Routledge|citazione=In many respects, the medieval black Death killed off the feudal, restrictive and medieval society, with its serfs and protected guilds, and gave birth to our own industrialized consumer society (...)|ISBN=9781315307435}}</ref>
 
=== Probabile ruolo di altri patogeni in epidemie di epoca antica ===
== ''Yersinia pestis'' ==
Anticamente il termine "peste" veniva utilizzato per indicare genericamente una "sventura", una "rovina", e pertanto vi sono molti riferimenti a casi di epidemia definiti ''morbus pestiferus,'' che potrebbero avere avuto come causa vari tipi di patogeno diversi da ''Y. pestis.'' Vi sono perciò talvolta dubbi se attribuire alcuni eventi epidemici del passato allo ''[[Yersinia pestis]]'' o ad altri [[Microrganismo patogeno|agenti patogeni]]. Per esempio la celebre [[peste di Atene]], raccontata da [[Tucidide]] e che colpì la città nel [[430 a.C.]], secondo alcuni autori potrebbe essere stata il risultato di un'epidemia di [[vaiolo]], mentre altri studiosi (Gomme et al., 1981) ritengono che fu una epidemia di [[tifo petecchiale]].<ref>{{Cita libro|autore=Gomme A. W., Andrewes A., Dover, K. J.|titolo=An Historical Commentary on Thucydides|annooriginale=1981|editore=Oxford University Press|posizione=Book VIII|volume=5}}</ref> Anche la [[peste antonina]] che colpì l'Impero romano nel 167 d.C. durante il governo di [[Marco Aurelio]] si sospetta essere stata una epidemia di vaiolo. Altre probabilmente potrebbero essere state causate dalla [[varicella]] o dal [[morbillo]].<ref>{{cita|Naphy e Spicer|p. 10}}.</ref><ref>{{cita|Ujvari|pp. 35-36}}.</ref>
 
=== La peste di Giustiniano ===
Yersinia pestis (della famiglia delle ''[[Enterobacteriaceae]]'') è l'agente eziologico della peste. Il batterio infetta i tessuti [[Linfonodi|linfoidi]] dell'uomo, facendo in modo di annullare la capacità di difesa dei [[linfociti]]. Ma per far questo, il batterio deve evitare di essere ingerito dai [[macrofagi]], le cellule del sistema immunitario che distruggono gli agenti esterni: ''Y. pestis'' risolve questo problema producendo delle [[Proteina|proteine]] che penetrano nei macrofagi e li disattivano. Alcune di queste proteine provocano danni diretti alla cellula, altre invece (come ''YopH'') fanno in modo di annullare la rete di comunicazioni interne dei macrofagi.
Si ritiene certo invece il coinvolgimento dello ''Y. pestis'' nella cosiddetta [[peste di Giustiniano]] che scoppiò nel 541 d.C. a [[Costantinopoli]], la prima [[pandemia]] di peste documentata. Raccontata con dovizia di particolari dallo storico [[Procopio di Cesarea]], che ne descrive le tipologie di sintomi e il decorso,<ref>{{cita|Ujvari|p. 45}}.</ref> si ritiene che sia stata responsabile della morte di circa il 40% della popolazione della capitale [[impero bizantino|bizantina]] per poi propagarsi, ricomparendo a ondate in modo localizzato, per tutta l'area mediterranea fino al 750 circa, causando un numero di vittime stimato tra i 50 e i 100 milioni. In virtù della sua estensione viene pertanto considerata la prima [[pandemia]] della storia.<ref>{{cita|Naphy e Spicer|p. 13}}.</ref> Anche il mondo [[musulmani|musulmano]] non fu risparmiato dalle ondate di questa pandemia: a partire dall'[[Egira]] si conoscono almeno cinque pestilenze: la ''peste di Shirawayh'' (627-628), la ''peste di 'Amwas'' (638-639), la ''peste violenta'' (688-689), la ''peste delle vergini'' (706) e la ''peste dei notabili'' (716-717).<ref>{{cita|Naphy e Spicer|pp. 16-17}}.</ref>
 
=== La peste nera ===
[[Jack E. Dixon]], in uno studio portato avanti alla Purdue University, ha scoperto che ''YopH'' fa parte di una classe di [[enzimi]], le tirosin fosfatasi, che rimuovono i gruppi fosfato aggiunti dai macrofagi ad alcune proteine bersaglio intracellulari, facendo sì che questi ultimi perdano la loro efficienza e che ''Y. pestis'' possa prosperare. Alcune specie di ''Yersinia'', inoltre, usano i sistemi di comunicazione dei macrofagi per scopi propri: per esempio si fanno inglobare dai macrofagi per essere trasportate attraverso l'organismo.
La pandemia più celebre e devastante fu quella che dilagò intorno alla metà del XIV secolo nota come [[peste nera]], considerata la seconda dopo quella di Giustiniano. Importata dal nord della [[Cina]] attraverso l'[[Impero mongolo]], si diffuse in fasi successive alla Turchia asiatica ed europea per poi raggiungere la [[Grecia]], l'[[Egitto]] e la penisola balcanica; nel 1347 si trasmise alla Sicilia e da lì a Genova; nel 1348 la peste nera aveva infettato la [[Svizzera]] tranne il cantone dei Grigioni e tutta la penisola italica tranne Milano; particolarmente violenta fu l'epidemia a [[Firenze]], dove [[Giovanni Boccaccio]] ne fu testimone e compose il ''[[Decameron]]''. Dalla Svizzera si allargò in [[Francia]] e in [[Spagna]]; nel 1349 raggiunse l'[[Inghilterra]], la [[Scozia]] e l'[[Irlanda]];<ref>{{Cita|Frari|pp. 296-297}}.</ref> nel 1363, dopo aver infettato tutta l'Europa, i focolai della malattia si ridussero fino a scomparire.<ref>{{Cita|Frari|p. 298}}.</ref> Secondo alcuni studi uccise almeno un terzo della popolazione del continente,<ref>{{cita|Alchon|p. 21}}.</ref> portandola probabilmente da 45 milioni a 35–37,5 milioni.<ref>{{Cita web|url=https://www.census.gov/population/international/data/worldpop/table_history.php|titolo=Historical Estimates of World Population|accesso=27 settembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120709092946/https://www.census.gov/population/international/data/worldpop/table_history.php|urlmorto=sì}}</ref>
 
[[File:Doutielt3.jpg|thumb|Rappresentazione della peste bubbonica che colpì [[Tournai]] nelle cronache di [[Gilles Li Muisis]] (1272-1352), abate del monastero di San Martino dei giusti, conservata nella [[Biblioteca reale del Belgio]]]]
====La scoperta====
Nel [[1894]] il medico [[Svizzera|svizzero]] [[Alexandre Yersin|Alexandre John-Émile Yersin]], durante l'epidemia di [[Hong Kong]], isolò il bacillo che per millenni ha seminato la morte nel mondo. Lo nominò ''Pasteurella pestis'', in onore di [[Louis Pasteur]], l'uomo che con le sue teorie dei microrganismi aveva dato inizio alla medicina infettiva in senso moderno.
 
La pandemia durò oltre 300 anni continuando a ripresentarsi, anche se a ondate minori e via via più circoscritte, in molte città europee fino al 1720 circa. Al termine della prima ondata della grande pandemia, per la popolazione europea iniziò un periodo di continuo ripresentarsi della malattia con le conseguenti numerose vittime, seppur in misura minore rispetto alla prima ondata. È stato osservato che, tra il 1347 e il 1480, la peste colpì le maggiori città europee a intervalli di circa 6-12 anni affliggendo, in particolare, i giovani e le fasce più povere della popolazione. A partire dal 1480 la frequenza iniziò a diminuire, attestandosi a un'epidemia ogni 15-20 anni circa, ma con effetti sulla popolazione non certo minori.<ref>{{cita|Naphy e Spicer|p. 67}}.</ref>
Lo stesso anno anche il medico [[giappone]]se [[Shibasaburo Kitasato]], che già nel [[1889]] aveva isolato il bacillo del [[tetano]], ottenne [[Scoperta indipendente|indipendentemente]] gli stessi risultati del collega svizzero. Ma la Storia ricorda solo Yersin, anche perché in suo onore il bacillo della peste verrà chiamato anziché ''Pasteurella'', ''Yersinia pestis''.
 
=== LaLe pesteondate nella storiasuccessive ===
Visto il continuo ripresentarsi dell'epidemia, le autorità cittadine europee adottarono misure per prevenirle o, perlomeno, per limitarne gli effetti. A Venezia nel 1423 venne realizzato un [[Lazzaretto Vecchio|primo lazzaretto]], mentre nel 1468 furono istituiti degli organismi permanenti di controllo, con la costituzione del [[Lazzaretto Nuovo]]<ref name="NaphySpicer">{{cita|Naphy e Spicer|p. 69}}.</ref>. A Milano fu istituito un ufficio di sanità permanente nel 1450 e realizzato il [[lazzaretto di Milano|lazzaretto di San Gregorio]] nel 1488, progettato con la possibilità di espandere la propria capienza in caso di epidemia conclamata.<ref>{{cita|Naphy e Spicer|p. 71}}.</ref> Per [[Firenze]] si dovette aspettare il 1527.<ref name="NaphySpicer" /> [[Parigi]] ne costituì uno nel 1580, ma già da circa 30 anni aveva affrontato il problema con l'emanazione di ordinanze e norme per affrontare le epidemie; a [[Troyes]] e a [[Reims]] gli uffici di sanità vennero creati, rispettivamente, nel 1517 e nel 1522.<ref name="NS70">{{cita|Naphy e Spicer|p. 70}}.</ref> Verso la fine del XVI secolo [[Amsterdam]] istituì un servizio di rimozione dei rifiuti dalle strade al fine di migliorare le condizioni igieniche nel tentativo di prevenire focolai epidemici, costruì un [[lazzaretto]] e decise di porre un medico professionista tra i magistrati che si occupavano della sanità pubblica.<ref name=NS70/> A [[Londra]] si preferì ancora, in caso di epidemia, la segregazione domiciliare piuttosto del confinamento in un lazzaretto.<ref>{{cita|Naphy e Spicer|p. 85}}.</ref>
{{vedi anche|:categoria:epidemie}}
Quello della peste è stato uno dei flagelli più temuti e catastrofici che hanno per millenni colpito l'umanità in ogni angolo del mondo. Spesso le epidemie hanno avuto dimensioni tali da stravolgere l'assetto sociale ed economico di intere aree geografiche.
 
[[File:Paul Fürst, Der Doctor Schnabel von Rom (coloured version) 2.jpg|thumb|left|upright|L'[[abito del medico della peste]] in un disegno del 1656]]
In generale, va rilevato che solo nel [[XIX secolo]] si è arrivati a significative scoperte in campo medico e scientifico che hanno permesso di comprendere l'origine e le modalità di diffusione del morbo. Fino ad allora si era quasi sempre perpetuato ovunque l'equivoco di considerare l'aria come l'elemento di principale diffusione della peste. Pertanto tutte le misure di profilassi e di difesa dalla malattia si concentravano su tale elemento, trascurando invece altri fattori decisivi, come l'igiene nelle case e nelle strade e la qualità dell'acqua. Specie nelle città la scarsa attenzione alla pulizia dell'acqua e all'igiene personale, la circolazione spesso a cielo aperto degli scarichi, che andavano a confondersi con acque utilizzate per gli usi domestici, e favorivano la diffusione di ratti e di parassiti, era un pericoloso e rapido canale di diffusione della malattia.
 
=== Il XVI secolo e la fine delle epidemie europee ===
====I primordi====
Nonostante l'adozione di tutti questi accorgimenti, la peste continuò a ripresentarsi e a mietere vittime. Notevoli epidemie si registrarono nel [[peste di San Carlo|territorio milanese nel biennio 1576-1577]], a [[Peste di San Cristóbal de La Laguna del 1582|San Cristóbal de La Laguna del 1582]], nell'[[Peste del 1630|Italia settentrionale nel 1630]] (raccontata anche da [[Alessandro Manzoni]] nei ''[[Promessi Sposi]]'') e a [[Peste di Siviglia del 1647-1652|Siviglia tra il 1647 e il 1652]]. Nel 1661 l'[[Impero ottomano]] fu pesantemente colpito mentre, tra il 1663 e il 1664 un'epidemia si propagò nella [[repubblica olandese]] uccidendo {{formatnum:35000}} persone nella sola Amsterdam.<ref>{{cita|Naphy e Spicer|p. 95}}.</ref> La [[grande peste di Londra]] colpì la capitale [[impero britannico|britannica]] tra il 1665 e il 1666, causando la morte di un numero di persone compreso tra i {{formatnum:75000}} e {{formatnum:100000}}, vale a dire più di un quinto dell'intera popolazione della città.<ref>{{cita|Naphy e Spicer|pp. 90, 94}}.</ref> L'ultima grande epidemia, e una delle più devastanti che abbia afflitto una grande città, fu quella che [[Peste di Marsiglia|interessò Marsiglia nel 1720]] arrivando a uccidere quasi il 50% di tutta la popolazione cittadina, a cui si dovettero aggiungere le vittime residenti nelle zone limitrofe.<ref>{{cita|Naphy e Spicer|pp. 111-112}}.</ref>
[[Immagine:The plague of ashdod 1630.jpg|thumb|right|220px|''[[La peste di Azoth]]'', opera di [[Nicolas Poussin]]]]
Alcuni testi [[Egitto|egizi]] del secondo millennio a.C. descrivono alcune gravi epidemie di quella che convenzionalmente viene chiamata peste, così come ne parlano gli [[Ittiti]], della [[Mesopotamia]] (l'attuale [[Iraq]]). Anche nella [[Bibbia]] si parla di pestilenze ed epidemie, a testimonianza della frequenza di questi eventi.
 
=== La terza pandemia ===
Nel Primo libro di Samuele si racconta di come [[Dio]] abbia inviato una pestilenza ai [[Filistei]], colpevoli di aver rubato l'[[Arca dell'Alleanza]] ebraica. Alcuni studiosi dicono si tratti di peste bubbonica e datano l'evento al [[1030 a.C.]] o, secondo altre fonti, al [[1076 a.C.]] Il pittore [[Nicolas Poussin]] immortala questo passo biblico nel suo dipinto ''[[La peste di Azoth|La peste di Ashdod]]'' o, secondo altre fonti, ''[[La peste di Azoth]]' ([[1630]] circa), conservato al Museo del [[Louvre]] a [[Parigi]].
Una terza pandemia ebbe inizio intorno al 1855 nella [[provincia della Cina|provincia cinese]] di [[Yunnan]] per poi diffondersi globalmente verso la fine del secolo.<ref name="pmid11596907">{{Cita pubblicazione|coautori=Putzker M, Sauer H, Sobe D |titolo=Plague and other human infections caused by Yersinia species |rivista=Clin. Lab. |volume=47 |numero=9-10 |pp=453-66 |data=2001 |pmid=11596907 }}</ref> Si stima che tra il 1898 e il 1918 morirono di peste circa 12,5 milioni di indiani.<ref name="pmid8993858"/> Nel 1894, in occasione della manifestazione dell'epidemia a [[Hong Kong]] il batteriologo franco-svizzero [[Alexandre Yersin]] riuscì a scoprire e isolare il [[batterio]] responsabile della malattia, successivamente chiamato ''[[Yersinia pestis]]''.<ref name="Chritakos2005">{{cita|Christakos|pp. 110-114}}.</ref><ref>{{cita|Cosmacini|p. 19}}.</ref> Nel 1898 [[Paul-Louis Simond]] spiegò che tale bacillo si poteva trasmettere attraverso il morso di [[pulce|pulci]] che si erano infettate dai roditori.<ref name=Chritakos2005/> Per il resto del XX secolo i focolai della malattia continuarono ma con tassi di mortalità di molto inferiori alle precedenti epidemie, grazie all'introduzione di efficaci misure di sanità pubblica e, a partire dagli anni cinquanta del Novecento, degli [[antibiotici]]. Tuttavia, la peste è rimasta come [[Zoonosi|malattia enzootica]] dei roditori in quasi tutto il mondo con l'esclusione dell'[[Australia]].<ref name="pmid8993858"/>
{{Clear}}
 
== Epidemiologia ==
In realtà, come tutte le pestilenze storiche prima del XIX secolo è stata messa in dubbio la coincidenza tra queste pestilenze e la peste "Yersinia pestis", potrebbe in effetti trattarsi di qualsiasi epidemia estremamente contagiosa e con tassi di mortalità elevate, come tifo o febbri emorragiche.
[[File:World distribution of plague 1998-IT.png|thumb|upright=1.4|Distribuzione dei casi negli umani e negli animali della peste nel 1998]]
 
La peste viene talvolta, erroneamente, considerata una malattia del passato, poiché negli ultimi secoli non vi sono più state grandi [[epidemie]], e le ondate epidemiche catastrofiche che hanno raggiunto le dimensioni di [[pandemia]], causando decine di milioni di morti, si sono sviluppate nel medioevo o nella tarda antichità.<ref name="WHO2017">{{Cita web|titolo=Plague|url=http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs267/en/|sito=World Health Organization|accesso=8 novembre 2017|data=ottobre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150424065540/http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs267/en/|urlmorto=no}}</ref> Tuttavia, il batterio non è stato debellato. Non può essere eradicato essendo presente in ampi bacini di popolazioni di molte specie animali, e rimane una minaccia latente con cui molte popolazioni umane devono fare i conti, in particolare alcune popolazioni residenti in [[Africa]]. A partire dagli anni novanta del Novecento si è registrato un aumento dei casi annui, facendo sì che la peste venisse classificata come una malattia riemergente.<ref name="pmid21237055">{{Cita pubblicazione|coautori=Schrag SJ, Wiener P |titolo=Emerging infectious disease: what are the relative roles of ecology and evolution? |rivista=Trends Ecol. Evol. (Amst.) |volume=10 |numero=8 |pp=319-24 |data=agosto 1995 |pmid=21237055 |doi=10.1016/s0169-5347(00)89118-1 | issn=0169-5347}}</ref><ref name="pmid18198939"/> Vi sono alcuni fattori per cui le popolazioni del continente africano sono maggiormente a rischio: i gruppi di persone più povere vivono tuttora a contatto ravvicinato con colonie di roditori, che talvolta vengono cacciati e mangiati; inoltre, superstizioni locali e carenza di servizi sanitari possono ostacolare la profilassi, e comportare ritardi nel trattamento e nel contenimento del focolaio. I territori contenenti [[Habitat|habitat naturali]] di [[Prateria|praterie]] o [[savana]] sono più portati all'endemismo.<ref name="pmid18198939"/>
====Roma: ai tempi di Romolo====
{{Vedi anche|Romolo|Età regia di Roma}}
 
A partire dalla fine del XX secolo, a livello globale, ogni anno vengono segnalati circa 600 casi di peste, distribuiti su ampie zone che comprendono l'[[Asia]], l'[[Eurasia]], l'Africa e le [[Americhe]].<ref name="pmid29070654"/><ref name=WHO2017/><ref>{{cita web|url=http://www.who.int/csr/don/archive/disease/plague/en/|titolo=Plague. Disease outbreak news|accesso=12 dicembre 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120625110632/http://www.who.int/csr/don/archive/disease/plague/en/|urlmorto=no}}</ref> Dal 2001 al 2018 l'[[Organizzazione Mondiale della Sanità]] (OMS) ha segnalato il verificarsi di almeno 14 focolai giudicati di rilievo. Nel 2017 i Paesi con il maggior numero di persone infette erano la [[Repubblica Democratica del Congo]], il [[Madagascar]] e il [[Perù]].<ref name=WHO2017/>
[[Plutarco]] racconta che ai tempi di [[Romolo]], il primo re di [[Roma]], vi fu una grave pestilenza che si abbatté sulla città. Questa malattia ''causava agli uomini una morte repentina, senza che si ammalassero, provocava scarsità di frutti e sterilità negli animali''.<ref name="Plutarco24,1">[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 24, 1.</ref> La stessa cosa accadde a [[Laurento]],<ref name="Plutarco24,2">[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 24, 2.</ref> e gli abitanti di queste due città credettero che fosse dovuta ad una vendetta divina, in seguito alla morte di [[Tito Tazio]].<ref name="Plutarco23,1-3">[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 23, 1-3.</ref> Sulla base del racconto di [[Plutarco]] la pestilenza non era ancora cessata una decina di anni più tardi, come risulta dalla [[battaglia di Cameria|guerra scatenata contro Cameria]], sedici anni dopo la [[fondazione di Roma]].<ref name="Plutarco24,3">[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 24, 3.</ref>
 
Nel decennio che va dal 1998 al 2008, sono stati registrati dall'OMS almeno dai {{formatnum:1000}} ai {{formatnum:5000}} casi di peste riguardanti l'uomo, che hanno causato dai 100 ai 200 decessi; tuttavia si stima che per via della carenza di strutture dedicate alla [[diagnosi]] nei paesi colpiti, tali numeri possano essere ben più elevati. La maggior parte di essi ha riguardato la peste nella sua forma "bubbonica", trasmessa agli uomini dai ratti attraverso le pulci; tuttavia si rilevano anche alcuni, seppur sporadici, casi di forma "polmonare".<ref name="pmid18198939"/>
====La peste di Atene del 430 a.C.====
La storia dell'antichità riporta numerose descrizioni di epidemie di peste; tuttavia, dato che il termine veniva usato generalmente per indicare pandemie a letalità elevata non si può parlare con certezza di pandemie pestose prima di quella cosiddetta [[peste di Giustiniano|di Giustiniano]] (VI secolo d.C.), che devastò il bacino del Mediterraneo. Da alcune descrizioni pare che alcuni focolai fossero già presenti nel Nord Africa intorno al III Secolo dell'era cristiana. Il greco [[Tucidide]] è il primo storico a descrivere accuratamente un'epidemia che si suppone di peste anche se alcuni moderni epidemiologi ritengono dalla descrizione che possa essersi trattato anche di [[vaiolo]]; Tucidide narra gli eventi di [[Atene]] durante la guerra del [[Peloponneso]] ([[431 a.C.|431]]-[[430 a.C.]]).
 
Nonostante quasi tutti i casi si verifichino in zone [[endemia|endemiche]], la possibilità di viaggiare in tempi brevi su larghe distanze non esclude che vi possano essere manifestazioni della malattia in qualsiasi altra zona del mondo; è stato, ad esempio, il caso di un focolaio riscontrato nel dicembre 2014 tra alcuni minatori della [[Repubblica Democratica del Congo]] probabilmente importato da qualcuno proveniente da una zona endemica, arrivando fino alla città di [[Kisangani]].<ref name="pmid18198939"/><ref name="pmid16555508">{{Cita pubblicazione|coautori=Bertherat E, Lamine KM, Formenty P, Thuier P, Mondonge V, Mitifu A, Rahalison L |titolo=Major pulmonary plague outbreak in a mining camp in the Democratic Republic of Congo: brutal awakening of an old scourge|lingua=FR|rivista=Med Trop (Mars) |volume=65 |numero=6 |pp=511-4 |data=novembre 2005 |pmid=16555508 }}</ref> Infine, la [[prevalenza (medicina)|prevalenza]] della peste è maggiore nei paesi con climi caldi e tra le popolazioni più povere. Il 50% dei casi riguarda persone di età compresa tra i 12 e i 45 anni; il sesso maschile appare più colpito rispetto alle donne e vi è un'[[incidenza (epidemiologia)|incidenza]] maggiore tra coloro che svolgono attività all'aperto.<ref name="pmid31751045"/>
L'epidemia si dice sia arrivata dall'[[Etiopia]], e che abbia imperversato in [[Persia]] ed in [[Egitto]] prima di raggiungere la [[Grecia]]. Arriva in un momento critico per il Peloponneso, in quanto imperversa la guerra ed Atene è presa d'assedio, tanto che le proprie condizioni igienico-sanitarie sono molto scarse. Migliaia sono i morti, malgrado l'opera di medici e sacerdoti. Fra le prime vittime vi fu lo stesso [[Pericle]], la cui morte avvenuta nel [[429 a.C.]] privò Atene di una forte guida.
 
== Eziologia ==
{{cn|Comunque gli storici moderni, analizzando la descrizione di [[Tucidide]] e dopo attenti studi di paleopatologia, sono giunti alla conclusione che l'epidemia descritta non fosse altro che una forma di virus influenzale dall'elevata mortalità per la sovrainfezione polmonare da uno [[Staphylococcus aureus]] particolarmente aggressivo.}}
{{Vedi anche|Yersinia pestis}}
[[File:PHIL_1918_lores_Floureszenz_Yersinia.jpg|thumb|left|[[Bacillo]] ''[[Yersinia pestis]]'']]
 
L'[[agente eziologico]] di tutte le manifestazioni cliniche della peste è il [[bacillo]] ''[[Yersinia pestis]].'' Si tratta di un [[coccobacillo]] [[Gram-negativo]], immobile e [[psicrofilo]]. È lungo circa 1-{{M|3|ul=µm}} e largo 0,5-{{M|0.8|u=µm}}. Fa parte del gruppo dei batteri detti "non coliformi", cioè che non sono in grado di fermentare il lattosio. Come gli altri [[bacilli]] ha una [[catalasi]] positiva, ovvero è in grado di dissociare l'[[perossido di idrogeno|acqua ossigenata]] (H<sub>2</sub>O<sub>2</sub>) in [[acqua]] e [[ossigeno]]. La sua fermentazione è acido-mista e si sviluppa meglio in terreni di coltura contenenti sangue.<ref name="pmid29070654" /><ref name="pmid8993858" /> Si sviluppa a temperature comprese tra i 4 e i {{M|40.8|u=°C}} (optimum tra i 28 e i {{M|30.8|u=°C}}) con [[pH]] ottimale tra 7,2 e 7,6; è in grado comunque di tollerare un range di pH compreso tra 5 e 9,6.<ref name="pmid8993858" /> In [[coltura]] e alla [[colorazione di Giemsa]], [[colorazione di Wright|di Wright]] o [[colorazione di Wayson|di Wayson]] presenta un caratteristico cromatismo bipolare, con le estremità colorate intensamente e con bordi ad arco, una forma che ricorda vagamente una spilla da balia.<ref name="pmid8993858">{{Cita pubblicazione|coautori=Perry RD, Fetherston JD |titolo=Yersinia pestis--etiologic agent of plague |rivista=Clin. Microbiol. Rev. |volume=10 |numero=1 |pp=35-66 |data=gennaio 1997 |pmid=8993858 |pmc=172914 }}</ref>
====La Peste in Tucidide====
Nella descrizione della peste di Atene, che colpì la città nel 430-429 a.C. Tucidide (ca. 460 a .C – dopo il 397 a.C.) mostrò tutta la sua bravura nell'osservazione acuta e nell'attenta analisi degli eventi. Di fatti egli enumerò i sintomi e gli effetti sul corpo con grande precisione e scrupolosità, per poi allargarsi alle ripercussioni sull' anima. La solitudine, lo scoraggiamento, la minaccia alle norme della convivenza umana, la sfrenatezza dei costumi, così come le descrisse Tucidide, verranno prese ad esempio da vari altri scrittori di epoche successive.
Tucidide non ebbe l'intento di darci quadri generici, ma mirò a presentarci un fenomeno storico in tutta la sua tragica espressione. Descrisse le manifestazioni del male e la penetrazione nella folla ammassata, analizzò i segni clinici sui colpiti e colse gli effetti fisici, le conseguenze morali, lo scardinamento della società e delle tradizioni. Creò un quadro prettamente storico in tutte le sue manifestazioni. Egli riteneva infatti che compito dello storico fosse fornire, a chi partecipa e guida la vita politica della comunità, gli strumenti per interpretare il presente e prevedere gli sviluppi futuri.
 
Lo ''Y. pestis'' deve il suo nome allo scienziato [[Alexandre Yersin]], che lo isolò per la prima volta in occasione dell'epidemia scoppiata a [[Hong Kong]] nel diciannovesimo secolo.<ref name="pmid29070654" /><ref name="pmid17030904">{{Cita pubblicazione|coautori=Anisimov AP, Amoako KK |titolo=Treatment of plague: promising alternatives to antibiotics |rivista=J. Med. Microbiol. |volume=55 |numero=Pt 11 |pp=1461-75 |data=novembre 2006 |pmid=17030904 |doi=10.1099/jmm.0.46697-0 }}</ref>
Infatti l'epidemia, che si dice sia arrivata dall'Etiopia, e che abbia imperversato in Persia ed in Egitto prima di raggiungere la Grecia, arrivò in un momento critico per il Peloponneso, in quanto imperversava la guerra ed Atene fu presa d'assedio, tanto che le proprie condizioni igienico-sanitarie si rivelarono molto scarse. Migliaia furono quindi i morti, malgrado l'opera di medici e sacerdoti.
 
Il [[genere (tassonomia)|genere]] ''[[Yersinia (batterio)|Yersinia]],'' cui il batterio appartiene, è a sua volta appartenente alla famiglia degli [[Enterobacteriaceae]], composta da undici specie (circa venti secondo autori recenti), tre delle quali sono patogene per gli umani, strettamente imparentate fra loro: oltre allo ''Y. pestis'', lo ''[[Yersinia pseudotuberculosis|Y. pseudotuberculosis]]'' e lo ''[[Yersinia enterocolitica|Y. enterocolitica]];'' questi ultimi due causano enterocoliti, di entità solitamente lieve.<ref name="pmid29070654" /><ref name="pmid23041039">{{Cita pubblicazione|coautori=Raoult D, Mouffok N, Bitam I, Piarroux R, Drancourt M |titolo=Plague: history and contemporary analysis |rivista=J. Infect. |volume=66 |numero=1 |pp=18-26 |data=gennaio 2013 |pmid=23041039 |doi=10.1016/j.jinf.2012.09.010 }}</ref><ref name="pmid31751045">{{cita pubblicazione |autore=Dillard RL, Juergens AL |titolo = Plague|data= 019 Jan–.
Per quanto riguarda la veridicità dell'opera di Tucidide si sa che la storia dell'antichità riporta varie descrizioni di epidemie di peste; tuttavia esse non possono sempre essere collegate alle pandemie pestose come ce le immagineremmo noi, poiché questo termine veniva generalmente utilizzato per indicare numerose epidemie contagiose che rivelavano avere un grande tasso di mortalità ed un'elevata diffusione. Così, grazie alla descrizione più che accurata dello storico greco, alcuni studiosi moderni hanno supposto che si potesse trattare anche di vaiolo.
2019 Oct 27|pmid=31751045 |url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK549855/}}</ref><ref name="pmid17030904" />
 
La specie umana non è un ospite ideale per ''Y. pestis'', che solo occasionalmente ha causato epidemie umane in particolari condizioni igienico-sanitarie e climatiche; la presenza del batterio è invece endemica e permanente in molte specie di [[mammiferi]], tra cui sembra prediligere quali ''foci'' i roditori; è anche [[patogeno]] per alcune specie di [[uccelli]].<ref name="pmid8993858" /> I mammiferi ospiti frequenti sono molti, tra cui [[Coniglio|conigli]] e [[Chiroptera|pipistrelli]], ma anche [[Canis lupus familiaris|cani]] e [[Felis silvestris catus|gatti]] occasionalmente possono contrarre l'infezione. Il ciclo di trasmissione di ''Y. pestis'' è strettamente legato alle [[Siphonaptera|pulci]], e sono queste i veri agenti di contagio. I roditori sono gli [[Ospite (biologia)|ospiti]] principali dello ''Y. pestis'', e in ambiente naturale questi sono rappresentati da specie selvatiche; in ambienti urbani o antropizzati, invece, le specie ospiti principali sono il ''[[Rattus rattus]]'' e il ''[[Rattus norvegicus]]'', i quali possono condividere gli spazi con l'uomo o entrare in contatto con animali domestici. Non sempre i ratti infetti manifestano sintomi gravi, e talvolta possono essere portatori asintomatici. Il vettore principale con cui si trasmette, sia agli animali sia all'uomo, sono le [[Siphonaptera|pulci]], in particolare la ''[[Xenopsylla cheopis]]'' (la pulce di ratto orientale), ma anche la ''[[Pulex irritans]]''.<ref name="pmid31751045" />
D'altro canto si sa che, qualunque sia stato il genere di morbo di cui si parla nell'opera, grazie a Tucidide esso entrò come Topos nella letteratura latina, nonché in quella delle epoche successive come già illustrato negli evidenti riferimenti, inteso spesso come punizione divina, anche se lo storico greco si attenne strettamente all'ambito storico senza sfiorare quello teologico come invece avvenne in seguito.
 
Lo ''Y. pestis'' è un patogeno relativamente "giovane"; si ritiene che sia una variante, sviluppatasi come clone genetico circa {{formatnum:5000}}-{{formatnum:7000}} anni fa, dello ''Yersinia pseudotuberculosis'' in seguito all'acquisizione da parte di quest'ultimo di tre [[Plasmide|plasmidi]] patogeni (pMT1, pPCP1 e pCD1) che gli hanno permesso di implementare un ciclo vitale trasmissibile attraverso le pulci e la capacità di causare un'infezione sistemica dell'ospite. Durante la sua evoluzione, lo ''Y. pestis'' ha dimostrato un tasso di [[mutazione genetica|mutazione]] variabile non sempre conforme all'[[orologio molecolare]].<ref name="pmid29070654"/><ref name="pmid31751045"/><ref name="pmid23271803">{{Cita pubblicazione|coautori=Cui Y, Yu C, Yan Y, Li D, Li Y, Jombart T, Weinert LA, Wang Z, Guo Z, Xu L, Zhang Y, Zheng H, Qin N, Xiao X, Wu M, Wang X, Zhou D, Qi Z, Du Z, Wu H, Yang X, Cao H, Wang H, Wang J, Yao S, Rakin A, Li Y, Falush D, Balloux F, Achtman M, Song Y, Wang J, Yang R |titolo=Historical variations in mutation rate in an epidemic pathogen, Yersinia pestis |rivista=Proc. Natl. Acad. Sci. U.S.A. |volume=110 |numero=2 |pp=577-82 |data=gennaio 2013 |pmid=23271803 |pmc=3545753 |doi=10.1073/pnas.1205750110 }}</ref><ref name="pmid24333143">{{Cita pubblicazione|coautori=Zhou J, Bi Y, Xu X, Qiu Y, Wang Q, Feng N, Cui Y, Yan Y, Zhou L, Tan Y, Yang H, Du Z, Han Y, Song Y, Zhang P, Zhou D, Cheng Y, Zhou Y, Yang R, Wang X |titolo=Bioluminescent tracking of colonization and clearance dynamics of plasmid-deficient Yersinia pestis strains in a mouse model of septicemic plague |rivista=Microbes Infect. |volume=16 |numero=3 |pp=214-24 |data=marzo 2014 |pmid=24333143 |doi=10.1016/j.micinf.2013.11.013 }}</ref>
====La peste antonina (166 d.C.)====
{{S sezione|medicina}}
{{Vedi anche|Marco Aurelio|Lucio Vero}}
Al termine delle [[Campagne partiche di Lucio Vero|campagne militari orientali]] contro i [[Parti]] (nel [[166]]), le [[esercito romano|armate romane]] vincitrici portarono nei territori dell'[[impero romano]] un'epidemia di peste che decimò la popolazione di quel tempo. Si stima che almeno un quarto o un terzo della popolazione cadde vittima di quella tremenda pestilenza. Lo stesso imperatore [[Marco Aurelio]] potrebbe essere morto di questa malattia nel [[180]], quattordici anni dopo l'inizio della diffusione del morbo.
Anche l'appartenenza di questa "peste" alla "peste" modernamente intesa ("Yersinia pestis") è stata messa in dubbio (si trattava probabilmente di [[vaiolo]]), comunque epidemie ricorrenti di questa malattia imperversarono in Europa tra il 166 e il 543 ([[peste di Giustiniano]]), causando diffusa insicurezza, declino demografico, regressione dell'urbanizzazione, soprattutto sommate ad altri elementi concomitanti (economici, politici, militari, socio-culturali, ecc.) che contribuirono a facilitare la caduta dell'impero romano d'occidente.
Alcune di queste pestilenze colpirono, secondo i contemporanei, con maggior virulenza fasce specifiche della popolazione (donne, uomini, bambini, poveri, ricchi, cittadini, contadini ecc.).
 
== Trasmissione ==
====Al tempo di Gallieno (260-262)====
Si racconta che la peste colpì inizialmente le [[limes orientale|armate romane orientali]] di [[Valeriano]]<ref>[[Zosimo (storico)|Zosimo]], ''Storia nuova'', I, 36.1; [[Pietro Patrizio]], ''Della situazione politica'', fram. 9; [[Aurelio Vittore]], ''De Caesaribus'', 33.5.</ref> e dopo la [[battaglia di Edessa|sconfitta di Edessa]] ([[260]]) si propagò fino a [[Roma antica|Roma]] ed all'[[Acaia (provincia romana)|Acaia]] due anni più tardi, tanto che in un solo giorno morivano anche 5.000 persone per la malattia.<ref>''Historia Augusta'' - ''Due Gallieni'', 5.5.</ref>
 
[[File:Xenopsylla cheopis flea PHIL 2069 lores.jpg|thumb|left|Pulce ''[[Xenopsylla cheopis]]'' infettata da ''Y. pestis'' 28 giorni dopo aver succhiato il sangue da un ratto precedentemente inoculato del batterio]]
====La peste nera del 1347====
{{vedi anche|Peste nera}}
[[Immagine:Bubonic plague map.PNG|right|thumb|300px|Diffusione della peste bubbonica in [[Europa]] ([[1347]] - [[1351]] ed oltre)]]
L'epidemia arriva in [[Europa]] dall'Est, attraverso le rotte commerciali, nascendo probabilmente nel [[Deserto del Gobi]] negli anni venti del [[XIV secolo]], colpendo gravemente la Cina, infuriando nelle pianure del [[Volga]] e del [[Don (fiume russo)|Don]]. Nel 1338 le comunità nestoriane di [[Issyk Kul]] vengono decimate dal morbo. Nel [[1347]], durante l'assedio di [[Caffa]] (l'odierna [[Feodosia]]), importante colonia e scalo commerciale [[Genova|genovese]] in [[Crimea]], il [[khan]] tartaro [[Ganī Bek]], come ha scritto [[Michel Balard]], fa lanciare dei cadaveri infetti all'interno delle mura cittadine, come antesignano della guerra batteriologica. Le galere genovesi trasportano così la peste prima a Pera, nel porto di [[Costantinopoli]], poi a [[Messina]]. [[Genova]] rifiuta di accogliere le proprie navi infette, così che queste devono ripiegare sul porto di [[Marsiglia]], ma ormai il contagio è sparso per tutti i porti del [[Mar Mediterraneo]].
 
Il ciclo di trasmissione di ''Y. pestis'' è ben conosciuto. Studi approfonditi furono compiuti alla fine del diciannovesimo secolo in corrispondenza della terza pandemia, quando si erano osservate invasioni di [[Rattus|ratti]], i quali apparivano colpiti dal contagio, nei centri urbani delle aree [[asia]]tiche nei momenti appena precedenti o in concomitanza dei picchi epidemici. Nel [[1898]] l’infettivologo [[Paul-Louis Simond]] fu in grado di provare che la malattia si trasmetteva dai roditori, commensali all’uomo, agli umani, non direttamente bensì attraverso le [[Siphonaptera|pulci]] che potevano parassitare entrambe le specie.
Le cause della tremenda diffusione della peste in [[Europa]] vanno però anche ricercate in una serie di avvenimenti precedenti il [[1347]]. L'[[Europa]] del [[XIII secolo]] era stata caratterizzata da un notevole incremento demografico. Ma una mutazione climatica nel [[XIV secolo]] comportò un abbassamento della temperatura sia in occidente sia in oriente (questo periodo viene chiamato la "[[piccola era glaciale]]"). Conseguenze di ciò furono l'abbandono della coltivazione di [[cereali]] in [[Islanda]] e della coltivazione dell'[[uva]] in [[Inghilterra]] e, più in generale, una diminuzione della produzione agricola in tutta [[Europa]]. Ci furono numerose carestie e la [[malnutrizione]] comportò un indebolimento delle persone, motivo per cui, anche a causa delle scarse condizioni igieniche, assistemmo alla diffusione di malattie come la peste.
 
Subito dopo la scoperta di Simond, il meccanismo di interazione del batterio con la pulce ospite-vettore fu studiato con dovizia di dettagli dall’[[Entomologia|entomologo]] Arthur William Bacot, che lo descrisse la prima volta in relazione alla [[Xenopsylla cheopis|pulce dei ratti orientale]] (''Xenopsylla cheopis).'' Bacot osservò le fasi della colonizzazione da parte di ''Y. pestis'' della superficie interna del tratto digerente dell’insetto, e i meccanismi fisiologici prodotti dal batterio sulla pulce che stanno alla base della meccanica della sua trasmissione ai [[Mammalia|mammiferi]] e all’uomo.
Nel [[1348]] la mortalità fu altissima: dato che in Europa la peste non compariva dal [[VII secolo]], epoca in cui terminò la cosiddetta "[[peste di Giustiniano]]" descritta da [[Procopio di Cesarea]] e iniziata nel [[542]]-[[543]], non esisteva più una "memoria immunitaria" per questa malattia e quindi la forma più frequente di manifestazione fu quella polmonare, a contagio interumano (cioè non mediata dalla pulce), e con una mortalità prossima al 100%. In un secondo tempo e specialmente nelle epidemie degli anni seguenti la peste si propagò nella forma bubbonica, sensibilmente meno letale.
 
L’acquisizione del batterio da parte della pulce vettore avviene quando questa si alimenta del [[sangue]] di un animale portatore di infezione. La pulce viene infettata a sua volta dal batterio, il quale colonizza l’esofago dell’insetto formando un [[biofilm]] che arriva ad ostruire il [[proventricolo]] (una parte del sistema digerente che negli insetti ha funzione [[Masticazione|masticatoria]]) e impedisce quindi alla pulce la [[deglutizione]] del sangue ingerito.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=N. V.|cognome=Popov|nome2=A. A.|cognome2=Sludskiĭ|nome3=A. I.|cognome3=Udovikov|data=2008-07|titolo=[Role of Yersinia pestis biofilms in mechanisms of plague enzootics]|rivista=Zhurnal Mikrobiologii, Epidemiologii I Immunobiologii|numero=4|pp=118-120|accesso=18 aprile 2022|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18819421/}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Mark|cognome=Welford|nome2=Brian|cognome2=Bossak|data=2010-10|titolo=Body Lice, Yersinia pestis Orientalis, and Black Death|rivista=Emerging Infectious Diseases|volume=16|numero=10|pp=1649-1651|accesso=18 aprile 2022|doi=10.3201/eid1610.100683|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3294401/}}</ref> Mentre si alimenta del sangue dell'ospite la pulce tenta di deglutire il sangue ingerito, ma a causa dell’ostruzione dell’esofago lo rigurgita nuovamente all’interno del corpo dell’ospite, insieme a frammenti che si staccano dal coagulo batterico (o ''biofilm)''. La pulce spinta dalla fame compie tentativi ripetuti di alimentarsi e può pungere altri ospiti prima di morire.<ref name="Chritakos2005" /><ref name="pmid18198939" /><ref name="Cosmacini7-8">{{cita|Cosmacini|pp. 7-8}}.</ref>
Agli inizi del 1348 la peste raggiunge l'entroterra. Il [[20 agosto]] raggiunge [[Parigi]], il [[29 settembre]] [[Londra]]. Dopo una pausa durante l'inverno, il [[1349]] vede la peste imperversare in tutta Europa. Fu questo l'anno di maggior contagio, tanto che in [[Scandinavia]] questo periodo (1348 - 1350) viene ricordato come "la [[peste nera]]". Nel 1350 muore di peste [[Alfonso XI]] il Giustiziere di [[Castiglia]] e nello stesso anno la peste raggiunge la Groenlandia dando la spallata definitiva agli insediamenti del territorio ed inducendo i coloni ad abbandonarli. Nel 1351 la peste raggiunge la Moscovia uccidendone il Granduca ed il patriarca della Chiesa ortodossa.
 
Gli [[Ospite (biologia)|ospiti]] più comuni per il batterio della peste sono i [[Rodentia|roditori]], tanto che si ritiene che il bacillo possa trovarsi nell’ambiente in forma endemica praticamente solo nelle loro tane. L’ospite preferenziale originario del vettore ''X. cheopis'' è il ''[[rattus norvegicus]]'' ([[Rattus norvegicus|ratto delle chiaviche]]), una specie il cui areale di origine è probabilmente la [[Manciuria]] ([[Cina]] nord-orientale) ma che è divenuta cosmopolita e commensale dell’uomo e una delle specie più invasive oggi diffusa in tutto il mondo.
Fra alti e bassi, la peste si presenta ogni 10-12 anni, mietendo innumerevoli vittime e slabbrando il tessuto sociale. Come [[Giovanni Boccaccio]] scrive nel suo ''[[Decameron]]'', la peste rende nulle le leggi umane, come rende vano ogni ordine sociale e civile. « ''altri [...] affermavano il bere assai e il godere e l'andar cantando a torno e sollazzando e il soddisfare d'ogni cosa all'appetito che si potesse e di ciò che avveniva ridersi e beffarsi esser medicina certissima a tanto male'' ».
 
In seguito alle scoperte di Simond e Bacot si è ritenuto a lungo che la pulce dei ratti fosse il vettore unico di ''Y. pestis.'' Sulla scorta di tale assunto si riteneva che la malattia umana fosse causata necessariamente da una convivenza tra specie umana, roditori e pulci. Tuttavia lo stesso Bacot, in lavori appena successivi, osservò che ''Y. pestis'' è in grado di compiere l’identico ciclo di trasmissione utilizzando come vettori anche altre specie di insetti parassiti, ad esempio le [[Cimex lectularius|cimici dei letti]] (Bacot 1915).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=A. W.|cognome=Bacot|data=1915-01|titolo=LXXXII. Notes on the development of Bacillus pestis in bugs (Cimex lectularius) and their power to convey infection|rivista=The Journal of Hygiene|volume=14|numero=Suppl|pp=777–792.3|accesso=19 aprile 2022|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2206741/}}</ref> Anche la [[Ctenocephalides felis|pulce del gatto]], la [[Ctenocephalides canis|pulce del cane]] e la pulce umana (''[[pulex irritans]]'') hanno la stessa potenzialità di infettarsi e di fungere da vettori per il bacillo.<ref name="pmid18198939" /><ref name="pmid13401156">{{Cita pubblicazione|coautori=BLANC G|data=settembre 1956|titolo=[Non-conforming opinion on the transmission of plague]|rivista=Rev Hyg Med Soc|volume=4|numero=6|pp=535-62|lingua=FR|pmid=13401156}}</ref>
Anche una volta cessata l'epidemia, le istituzioni civili rimangono profondamente colpite, e le usanze dei sopravvissuti alle epidemie si fanno meno rigide. Un cronista dell'epoca, [[Matteo Villani]], nella sua ''[[Nova Cronica]]'' riporta che « ''trovandosi pochi, e abbondanti per l'eredità e successioni dei beni terreni, dimenticando le cose passate come se state non fossero, si diedero alla più sconcia e disonesta vita che prima non avieno usata'' ».
 
Del resto l’invasione delle città da parte di ratti infetti, fenomeno vistoso durante la terza pandemia, non era stata osservata in altre epidemie del passato: le fonti [[Medioevo|medievali]] sulla [[Peste nera|Peste Nera]] non riportano il fenomeno del contagio fra i ratti, un aspetto che era invece risultato caratteristico nell’epidemia moderna, specialmente in India. Gli studi recenti hanno rivisto i modelli [[Epidemiologia|epidemiologici]] della Peste Nera giungendo alla conclusione che la pandemia del quattordicesimo secolo in area [[Europa|Europea]] secolo fosse trasmessa direttamente da uomo a uomo, senza la mediazione di roditori, e per lo più da vettori parassiti esclusivamente umani.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Mark|cognome=Welford|nome2=Brian|cognome2=Bossak|data=2010-10|titolo=Body Lice, Yersinia pestis Orientalis, and Black Death|rivista=Emerging Infectious Diseases|volume=16|numero=10|pp=1649-1651|accesso=19 aprile 2022|doi=10.3201/eid1610.100683|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3294401/}}</ref> I modelli considerati hanno fatto ipotizzare che il vettore di trasmissione più probabile fosse il [[Pediculus humanus corporis|pidocchio del corpo]], un parassita umano che vive negli [[Abbigliamento|indumenti]] [[Tessuto (materiale)|tessuti]] con fibre animali come la [[lana]], cioè il tipo di indumenti utilizzati in Europa in quell'epoca e che non potevano essere lavati frequentemente.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Linda|cognome=Houhamdi|nome2=Hubert|cognome2=Lepidi|nome3=Michel|cognome3=Drancourt|data=1º dicembre 2006|titolo=Experimental model to evaluate the human body louse as a vector of plague|rivista=The Journal of Infectious Diseases|volume=194|numero=11|pp=1589-1596|accesso=19 aprile 2022|doi=10.1086/508995|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17083045/}}</ref> Una ricerca recente sulla dinamica dell'epidemia medievale nel villaggio [[Gran Bretagna|britannico]] di [[Eyam]], ha concluso che circa il 90% dei contagi sarebbe avvenuta direttamente da uomo a uomo, in maggioranza tra familiari.<ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://www.bbc.com/news/uk-england-derbyshire-51904810|titolo=Coronavirus: What can the 'plague village' of Eyam teach us?|pubblicazione=BBC News|data=22 aprile 2020|accesso=19 aprile 2022}}</ref> Un ulteriore studio di statistica epidemica (ottobre 2022) ha dato risultati in accordo con i precedenti studi, concludendo che molto probabilmente nessuna specie animale ha costituito una riserva del batterio in Europa durante le epidemie storiche, in nessun periodo, mentre le dinamiche di diffusione indicherebbero un meccanismo di contagio tramite parassiti esclusivamente umani.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Nils Chr.|cognome=Stenseth|nome2=Yuxin|cognome2=Tao|nome3=Chutian|cognome3=Zhang|data=20 dicembre 2022|titolo=No evidence for persistent natural plague reservoirs in historical and modern Europe|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences|volume=119|numero=51|pp=e2209816119|lingua=en|accesso=31 gennaio 2023|doi=10.1073/pnas.2209816119|url=https://pnas.org/doi/10.1073/pnas.2209816119}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.focus.it/scienza/scienze/scagionati-ratti-peste-nera-non-fu-colpa-loro|titolo=Peste Nera: non fu colpa dei ratti - Focus.it|data=|accesso=31 gennaio 2023|dataarchivio=31 gennaio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230131033525/https://www.focus.it/scienza/scienze/scagionati-ratti-peste-nera-non-fu-colpa-loro|urlmorto=sì}}</ref>
La peste, paradossalmente, crea una forte ricchezza nella gente sopravvissuta: sia perché la crisi del mercato del lavoro ha fatto aumentare enormemente i salari sia per la questione dei testamenti: in quanto pochi muoiono lasciando delle volontà testamentarie, anche perché difficilmente i notai si recano in casa dei moribondi. Dopo la peste, i tribunali vengono intasati da centinaia di cause legate a dispute ereditarie.
 
=== Ciclo di trasmissione e tossicità di ''Y. pestis'' ===
La morte di massa colpisce fortemente le industrie inducendo le [[corporazioni]] a modificare i propri regolamenti (ad esempio permettendo l'arruolamento extrafamiliare). La peste porta anche all'abbandono dei territori anticamente coltivati a cereali con metodo intensivo lasciando spazio a nuove attività produttive come l'allevamento, la pastorizia e lo sfruttamento boschivo causando quindi una notevole discesa nei prezzi su prodotti quali la carne, il cuoio ed il legname. Inoltre la fuga di molti fittavoli verso le città provoca il crollo in molti paesi del sistema feudale e rende necessaria l'applicazione di grandi innovazioni in grado di mantenere accettabili i livelli di produttività.
La capacità di ''Y. pestis'' di sopravvivere all’interno del sistema digerente degli insetti parassiti, che lo differenzia dalle altre specie del genere ''[[Yersinia (batterio)|yersinia]]'', potrebbe essere all’origine della sua pericolosità per gli esseri umani. La tossicità del batterio ''Y. pestis'' per molti organismi animali, ovvero ciò che causa la gravità dei sintomi, lo differenzia dalle altre venti specie circa della stessa famiglia (come ad esempio ''Y. pseudotubercolosis'') che nonostante la loro forte somiglianza con il bacillo della peste, sono scarsamente [[Patogenesi|patogene]] o innocue per l’uomo. La specie ''Y. pestis'' è l’unica in grado di resistere all’interno del tratto digerente degli insetti, tale caratteristica evolutiva è correlata a una variante proteica presente sulla superficie del batterio, una [[Proteine|proteina]] detta ''tossina murinica yersinica''.
 
Recenti studi hanno concluso che la sopravvivenza di ''Y. pestis'' nell’apparato digerente dell’insetto è favorita da alcune proteine prodotte dal batterio, tra cui la ''tossina murina yersinica'' (''Yersinia'' ''murine toxin'' - Ymt) che però è molto tossica per i roditori e ne causa i sintomi.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Hinnebusch B.J.|autore2=Rudolph A.E.|autore3=Cherepanov P.|coautori=Dixon J.E., Schwan T.G., Forsberg A.|anno=2002|titolo=Role of Yersinia murine toxin in survival of Yersinia pestis in the midgut of the flea vector|rivista=Science|volume=(#5, 568)|numero=296|pp=733-735|bibcode=Bibcode:2002Sci...296..733H.}}</ref>
La peste nera rimane in europa per i successivi 200 anni, ma fino al '600 colpì per lo più in forma attenuata e senza coinvolgere tutto il continente in un'unica epidemia.
 
I livelli in cui ''Y. pestis'' esprime la sua virulenza negli organismi animali sono almeno due. Ad un primo livello, tale virulenza è dovuta a sistemi di tipo chimico e fisico mediante i quali il batterio inibisce il [[sistema immunitario]] dell’ospite, in particolare riuscendo a bloccare la [[fagocitosi]] da parte dei [[Macrofago|macrofagi]] e diventando un parassita intracellulare. Ciò causa un rallentamento della risposta immunitaria dell’ospite, consentendo la replicazione del batterio. Il batterio ''Y. pestis'' è un parassita intracellulare facoltativo: può cioè entrare all’interno delle cellule dell’ospite e lì sopravvivere.
Notevoli furono però, in Italia e nelle regioni limitrofe, le epidemie del 1360 (peste dei bambini, morirono quasi esclusivamente minori), 1404, 1527-1529 (favorita dalla guerra, colpì duramente soprattutto Lazio e Lombardia), 1575-1577 (peste di san Carlo Borromeo, colpì con due versioni diverse del morbo, da Sud, penetrando da Sciacca, una malattia importata da corsari italiani che avevano saccheggiato la zona di Orano, da Nord, diffusa da mendicanti e girovaghi fiamminghi giunti a Trento, l'epidemia settentrionale fu più acuta e particolarmente dannosa per le città del Veneto, della Lombardia e dell'Emilia, meno duramente fu colpita la Toscana; Napoli riuscì ad evitare questa pestilenza isolandosi dal mondo), 1589 (peste d'Ivrea, si limitò ad alcune zone del Piemonte orientale e delle alpi che erano state risparmiate dalla peste del 1577), 1598 (peste francese, raggiunse l'Italia orientale, decimando la popolazione del Piemonte occidentale e della Liguria, risparmiate dalle pesti precedenti e transitò in alcune aree dell'Italia centrale).
Alcuni aspetti di queste pestilenze medioevali e rinascimentali, così come (anche se in maniera diversa) secentesche si differenziano dalla normale eziologia della "Yersinia pestis" contemporanea. In particolare chi si ammalava di peste, se era così fortunato da sopravvivere, sviluppava poi un'immunità totale, cosa che con la Yersina non funziona, poiché l'immunità è solo temporanea e limitata a pochi anni.
 
Quando è all’interno della [[cellula]] ospite il batterio non è in grado di esprimere tutte le funzioni ma è comunque in grado di produrre alcuni [[Antigene|antigeni]], detti W e V, che inibiscono la sua uccisione mediante fagocitosi intracellulare, perciò consentendo la sopravvivenza di una certa quota di batteri. I batteri che sopravvivono all’interno dei [[Macrofago|macrofagi]] vengono trasportati fino ai [[Linfonodo|linfonodi]], dove si accumulano.
Inoltre la malattia si diffuse in maniera molto rapida in tutti questi casi, mentre le epidemie di "Y. pestis" note sono piuttosto lente, poiché la malattia deve transitare dal topo all'uomo. Molti elementi di queste epidemie lasciano invece supporre che la malattia passasse sempre da persona a persona. Anche la sintomatologia presenta, accanto a notevoli somiglianze, alcune differenze, in particolar modo sul numero, localizzazione e dimensione dei bubboni, molto più notevoli nelle epidemie del '300 e del '600 rispetto a quelle odierne e anche, ma in maniera meno accentuata, a quelle del '400 e del '500.
 
Nella fase di proliferazione extracellulare, i batteri esprimono più funzioni e producono antigeni, detti F1, i quali possono essere identificati dai [[Granulocita neutrofilo|neutrofili]], rendendo possibile per il sistema immunitario individuare il patogeno. Il sistema immunitario sviluppa così una risposta antigene-specifica ed è in grado di eliminare progressivamente il batterio. L’organismo deve però avere il tempo per produrre sufficienti neutrofili istruiti contro gli antigeni.
Quindi risulta notevolmente credibile che la peste medioevale e rinascimentale fosse una malattia diversa, o leggermente diversa dalla Yersinia pestis, è stato ipotizzato che fosse una variante, più infettiva, della stessa Yersinia, oppure non appartenga a questo ceppo e sia solo vagamente simile in alcuni sintomi<ref>Cf. G. Alfani, ''Il Grand Tour dei Cavalieri dell'Apocalisse. L'Italia del "lungo Cinquecento" (1494-1629)'', Marsilio, Venezia 2010, pp. 140-141</ref>.
 
Questa capacità anti-fagocitosi di ''Y. pestis'' conferisce al batterio una certa capacità di sopravvivenza nell’organismo dell'ospite, poiché causa il rallentamento della risposta immunitaria; ma la grave tossicità per il sistema sembra essere causata dalle proteine che proteggono il batterio presenti sulla sua [[Membrana cellulare|membrana]] esterna, specialmente la ''tossina murina yersinica'' la cui funzione è quella di protegge il bacillo dagli enzimi presenti nel tratto digerente degli insetti vettori. Questa tossina scatena shock sistemici in molte specie animali. La tossicità di ''Y. pestis'' per i mammiferi sembra quindi collegata evolutivamente al suo ciclo di trasmissione attraverso gli insetti.
Le pestilenze del '300 e del '400 colpirono tutte le classi sociali, tra il 1529 e il [[peste del 1629|1629]] la peste, viceversa, divenne una tipica malattia dei poveri, ogni epidemia ovviamente chiedeva un certo numero di vittime tra le persone più benestanti, ma erano i mendicanti e il sottoproletariato urbano ad essere più colpiti ed ad avere meno possibilità di sopravvivenza.
Dopo il 1629 invece, per circa un trentennio, le pestilenze tornarono ad essere molto virulente verso tutte le fasce sociali, coinvolgendo anche le persone meglio nutrite, vestite ed alloggiate.
 
=== Trasmissione nei roditori e altri mammiferi ===
====La peste del Nord Italia del 1630====
Gli insetti parassiti sono il vettore di trasmissione principale fra gli animali non umani. Tra i roditori, diverse specie mostrano una resistenza alla malattia variabile da individuo a individuo. La caratteristica degli individui resistenti potrebbe essere adattiva. È stato osservato che una quota di individui di ''Rattus norvegicus'' restano asintomatici o paucisintomatici, pertanto sono ospiti adatti a diffondere il contagio. I [[Felis silvestris catus|gatti]] possono infettarsi tramite il contatto con i roditori o con le loro pulci, specie in aree di [[endemismo]] - come le [[Prateria|praterie]] - dove i felini domestici sono un possibile veicolo di contagio per l’uomo. I gatti in genere non sopravvivono all’infezione, mentre i [[Canis lupus familiaris|cani]] di solito sopravvivono e costituiscono una barriera alla diffusione del contagio. Gli esseri umani possono infettarsi tramite la manipolazione di tutti gli animali infetti, o della loro carne.
{{Vedi anche|Peste del 1630}}
[[File:Gaetano zumbo, cere della peste 02.JPG|thumb|250px|''Cera della peste'' opera di [[Gaetano Zumbo]], ([[XVII secolo]]) conservata al [[museo della Specola]] di [[Firenze]]]]
Gli anni [[1628]] e [[1629]] vedono una terribile carestia imperversare per il nord [[Italia]]. Le città vengono prese d'assalto da vagabondi e mendicanti, in cerca di condizioni di vita migliori rispetto alle campagne, scoppiano tumulti ed agitazioni. Per ultimo arriva la peste, portata dalla discesa dei [[Lanzichenecchi]] in Italia. L'esercito si era ammassato a [[Chiavenna]] e nelle sue valli; da qui, cominciò il contagio in direzione di [[Milano]].
 
=== Trasmissione della forma polmonare ===
Per evitare che il contagio dilaghi, le autorità sanitarie impongono l'isolamento dei paesi dove si hanno i primi casi di peste, mediante la chiusura della strada. Fra alti e bassi la peste imperversa per tutto il Nord Italia. A fine maggio [[1630]] sembra che l'epidemia si sia dissipata, ma a giugno il morbo si ripresenta, mietendo innumerevoli vittime. La diffusione non è comunque, omogenea: ad esempio, mentre la [[Romagna]] ne è, nel suo complesso, devastata, la città di [[Forlì]], pur situata al centro della regione, ne esce pressoché indenne, tanto che gli abitanti attribuiscono il fatto a miracolosa protezione della [[Madonna del Fuoco]], patrona cittadina<ref>Cf. P. Bonoli, ''Storia di Forlì'', Bordandini, Forlì 1826, pp. 445-448.</ref>.
Oltre ai meccanismi correlati a vettori e ospiti animali, è possibile la trasmissione diretta tra individui della forma polmonare, che avviene attraverso le esalazioni respiratorie. Alcuni dei picchi epidemici della terza pandemia di peste sono stati di peste polmonare. In particolare vi fu una epidemia di peste polmonare in [[Manciuria]], che esplose nella città di [[Harbin]] e si estese ad altre città in Cina e in [[Mongolia Interna|Mongolia]] dall’autunno del [[1910]] alla fine del [[1911]], causando circa {{formatnum:60000}} vittime.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Ruth|cognome=Rogaski|data=2021-3|titolo=The Manchurian Plague and COVID-19: China, the United States, and the “Sick Man,” Then and Now|rivista=American Journal of Public Health|volume=111|numero=3|pp=423-429|accesso=19 aprile 2022|doi=10.2105/AJPH.2020.305960|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7893341/}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Mark|cognome=Gamsa|data=2006|titolo=The Epidemic of Pneumonic Plague in Manchuria 1910-1911|rivista=Past & Present|numero=190|pp=147-183|accesso=19 aprile 2022|url=https://www.jstor.org/stable/3600890}}</ref> Al momento della ricomparsa di nuovi focolai negli anni ‘20 del ventesimo secolo, nelle città cinesi si ebbe un numero di vittime di poche migliaia, per effetto di disposizioni sanitarie più efficaci da parte delle autorità.
 
In diverse epoche in alcune aree del mondo vi sono state epidemie di peste polmonare, ma questa forma si è presentata con focolai geograficamente circoscritti e in generale non ha caratterizzato le epidemie nell’area europea. Nella parte introduttiva del [[Decameron]], [[Giovanni Boccaccio]] riferisce che all'arrivo della peste a [[Firenze]] nel [[1348]], la pandemia era ormai attesa, poiché era noto che il contagio era presente nell’[[Asia orientale|Asia Orientale]] da alcuni anni e si stava avvicinando; tuttavia, riferisce che la peste si manifesta in Europa in una forma, quella bubbonica, che era diversa da quella apparsa in oriente: nell'epidemia europea erano assenti i sintomi respiratori, come l’[[emottisi]], che avevano colpito le persone in oriente ed erano tali che «a chiunque uscisse sangue dal naso, era destinato a morire»; comparivano invece i ''bubboni'' e l'infezione non era sempre mortale.<ref>{{Cita web|url=https://www.archeoares.it/blog/la-peste-nel-decameron-di-boccaccio/|titolo=La peste nel Decameron di Boccaccio|autore=Di Giorgia|sito=Archeoares|data=1º aprile 2020|lingua=it|accesso=19 aprile 2022}}</ref>
La peste di questi anni è descritta anche dal [[Alessandro Manzoni|Manzoni]] nel celebre romanzo [[I Promessi Sposi]] e nel suo saggio storico [[Storia della colonna infame]].
 
La peste polmonare è altamente contagiosa e la trasmissione avviene in genere direttamente da persona a persona con le modalità caratteristiche delle infezioni respiratorie, principalmente attraverso la [[tosse]]. Anche i gatti possono sviluppare la malattia polmonare e quindi trasmetterla agli uomini con le stesse modalità.<ref name="pmid31751045" /><ref name="pmid19606935">{{Cita pubblicazione|coautori=Butler T |titolo=Plague into the 21st century |rivista=Clin. Infect. Dis. |volume=49 |numero=5 |pp=736-42 |data=settembre 2009 |pmid=19606935 |doi=10.1086/604718 }}</ref> Questa forma, che se non curata tempestivamente è quasi sempre letale, ha un decorso estremamente rapido ed è tipicamente bifasica: la prima fase è caratterizzata da sintomi febbrili e di affezione polmonare generica ed è seguita da una fase di deterioramento di grande rapidità con un andamento specifico.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Roger D.|cognome=Pechous|nome2=Vijay|cognome2=Sivaraman|nome3=Paul A.|cognome3=Price|data=3 ott 2013|titolo=Early Host Cell Targets of Yersinia pestis during Primary Pneumonic Plague|rivista=PLOS Pathogens|volume=9|numero=10|pp=e1003679|lingua=en|accesso=19 aprile 2022|doi=10.1371/journal.ppat.1003679|url=https://journals.plos.org/plospathogens/article?id=10.1371/journal.ppat.1003679}}</ref> La brevità del decorso e l’estrema letalità della malattia sono fattori intrinseci che fungono da argine alla diffusione di questa forma, e hanno contribuito a consentire la limitazione dei focolai.
Alcuni demografi, come Guido Alfani, hanno visto in questa pestilenza una sorta di spartiacque economico nella storia d'Italia, infatti questa peste, dopo molte epidemie che avevano sostanzialmente risparmiato le campagne e "ripulito" le città dai più poveri, imperversò in maniera indiscriminata in tutta la società. Colpite furono così sia le piccole comunità rurali, sia le città, poiché morirono molti artigiani specializzati, mercanti, tecnici, imprenditori, e persone dotate di competenze elevate. La ripresa fu lenta e difficoltosa. Infatti nella tipica peste "dei poveri" del '500 le perdite umane si concentravano nei lavoratori non specializzati di recente urbanizzazione e nei salariati poveri urbani, facilmente rimpiazzabili con un'emigrazione dalla campagna. Questa pestilenza, come la successiva, colpì invece anche gli artigiani specializzati ed i datori di lavoro, scardinando il sistema produttivo e impedendo che si riformasse in tempi brevi, aumentando in maniera artificiale il costo di alcuni lavori rispetto ad altri, privando le campagne di braccia in eccesso che sarebbero accorse nelle città per ripianare i buchi.
{{Clear}}
 
== Clinica ==
L'intera economia manifatturiera italiana ne risultò danneggiata, ed impiegò molti anni per rigenerarsi, proprio in un momento cruciale di competizione con l'Olanda e l'Europa settentrionale che ne uscì avvantaggiata.
La peste si manifesta principalmente nella forma di tre diversi quadri clinici: la peste bubbonica, la peste polmonare e la peste setticemica.<ref>{{Cita web|url=https://www.cdc.gov/plague/symptoms/|titolo=Centers for Disease Control and Prevention; Plague, Symptoms|accesso=26 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190815035805/https://www.cdc.gov/plague/symptoms/|urlmorto=no}}</ref> I quadri si differenziano sulla base degli apparati diversi dell'organismo in cui si sviluppa l'infezione. Le due ultime forme possono manifestarsi come quadri a sé stanti, oppure, più frequentemente, come complicazione o evoluzione della prima forma. L'accertamento della peste bubbonica si può determinare analizzando l'interno dei [[bubbone|bubboni]] per la presenza di ''Yersinia pestis,'' mentre è possibile rilevare quella setticemica attraverso un'[[emocoltura]].<ref name="pmid31751045"/>
 
=== Peste bubbonica ===
=====Usi, provvedimenti a Genova nel Seicento=====
[[File:DoktorschnabelPlague 430px-buboes.jpg|thumb|left|200px|UnTumefazione dei [[medicoLinfonodo|linfonodi]] coninguinali l'abbigliamentoin eun lasoggetto maschera per il trattamento dei malatisofferente di peste. bubbonica]]
Oltre al sacrificio di vite umane, ogni epidemia contribuiva a stravolgere e a sovvertire sia il sistema [[economia|economico]] sia quello [[sociale]]-[[famiglia|familiare]], basti pensare nel primo caso alla evidente difficoltà all'[[approvvigionamento]] che aggravava ulteriormente la condizione della città colpita, e nel secondo caso alla stato di trascuratezza e di abbandono con il quale venivano trattati i parenti ammalati e persino i deceduti, per i quali, spesso, si svolgevano frettolosi e incompleti [[funerale|riti funebri]].
 
La peste bubbonica è un'infezione batterica che si sviluppa e si concentra prevalentemente nel [[Sistema linfoide|sistema linfatico]]. La trasmissione nell'uomo può avvenire attraverso la puntura delle pulci dei [[Rattus|ratti]] (come la ''[[Xenopsylla cheopis]]''), o tramite il morso dei ratti stessi o di altri [[Rodentia|roditori]] infetti, inoculando così attraverso la [[cute]] il bacillo ''Y. pestis''. La pulce dell'uomo, i pidocchi e le cimici dei letti hanno, virtualmente, la capacità di trasmettere la peste bubbonica anche da uomo a uomo. Una volta entrato nell'organismo, il bacillo si diffonde nei [[linfonodo|linfonodi]] più vicini, solitamente quelli ascellari o inguinali.<ref name="Ujvari64">{{cita|Ujvari|p. 64}}.</ref><ref name="Cosmacini8">{{cita|Cosmacini|p. 8}}.</ref>
In molte città italiane, tra le quali [[Genova]], già nel [[Quattrocento]], era stato istituito un Magistrato di Sanità, il cui compito era quello di gestire l'emergenza.
 
Insorge violentemente dopo un periodo di incubazione da due a dodici giorni. Si presenta con [[febbre]] alta, [[cefalea]], grave debolezza, disturbi del sonno, [[nausea]], [[fotosensibilità]], dolore alle estremità, [[vomito]], dolore addominale. Tra i primi segni si può formare una pustola o [[necrosi]] che interessa la superficie cutanea nell'area della puntura dalla pulce infetta. A causa dell'incubazione piuttosto lunga i pazienti di solito non ricordano la puntura dell'insetto o il momento del contatto con animali. È possibile talvolta la formazione di [[petecchia (medicina)|petecchie]], diffuse su una porzione vasta di superficie corporea, generalmente in modo asimmetrico o irregolare. Le manifestazioni cutanee non sono sempre presenti né specifiche.
Durante l'epidemia gli usi, i costumi e le [[abitudine|abitudini]] consuete subivano pesanti alterazioni, dato che le autorità vietavano assembramenti, [[balli]], [[feste]], [[viaggi]]; per limitare il contagio si erigeva, attorno alla città, il cordone sanitario che consentiva l'ingresso nei centri solo ai possessori del certificato di sanità, si formavano [[ronde]] nei punti di accesso alla località sia stradali sia marini, si attrezzavano appositi ospedali di cura solitamente lontani dalla città, si organizzavano pulizie straordinarie per le [[strade]] e nei [[pozzi]] neri, era prevista la [[quarantena]] o addirittura il rogo per le [[navi]] arrivate da luoghi sospetti.
 
L'aspetto clinico più caratteristico della malattia è l'ingrossamento di uno o più linfonodi, prossimi al luogo delle punture della pulce (che è più frequentemente la zona inguinale e quella ascellare). Il linfonodo infiammato viene denominato [[bubbone]], ovvero un rigonfiamento [[edema]]toso il cui interno evolve formando un accumulo [[Emorragia|emorragico]] e [[Necrosi|necrotico]]. Ciò è la conseguenza del fatto che il batterio ''Y. pestis'' continua a sopravvivere anche dopo essere stato fagocitato dai [[Leucocita|leucociti]] e si accumula all'interno del linfonodo, riproducendosi e producendo tossine [[Betabloccanti|beta-bloccanti]] e in grado di bloccare alcune risposte immunitarie.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Brown S.D., Montie T.C.|data=22 marzo 1977|titolo=Beta-Adreginic Blocking activity of Yersinia Pestis Murine Toxin|rivista=Infection and Immunity|volume=18|numero=1|pp=85-93|url=http://iai.asm.org/content/18/1/85.long|accesso=26 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180416133250/http://iai.asm.org/content/18/1/85.long|urlmorto=sì}}</ref>
Alcune città venivano suddivise in quartieri affidati a commissari, medici, [[chirurgia|chirurghi]] e [[speziale|speziali]]. Tra le misure precauzionali vigeva l'allontanamento dei mendicanti forestieri e il controllo delle case insalubri, sporche e dei poveri, considerati possibili veicoli di contagio. I medici segnalavano ai commissari i nuovi casi sospetti e la casa di questi ultimi veniva immediatamente sprangata con gli abitanti dentro; l'isolamento era interrotto solamente da personale autorizzato che prima di toccare oggetti appartenenti agli infetti, lo immergevano nell'[[aceto]] per disinfettarlo. I medici, durante le loro visite ai malati, indossavano una specie di toga lunga e incerata, una maschera dotata di occhiali e di un lungo becco con spezie all'interno che rendeva più difficile il contagio.
 
La maggioranza dei pazienti presenta un solo bubbone. Il 70% dei pazienti presenta un linfonodo ingrossato in area inguinale, nei restanti casi la sede è il collo o la nuca, o la catena di linfonodi ascellari, o la regione femorale. I bubboni generalmente non sono appariscenti: possono avere qualsiasi dimensione compresa tra 1 e 10 centimetri, la loro localizzazione è profonda, sono soffici al tatto e dolorosi. Spesso sono visibili solo con una indagine [[Ecografia|ecografica]], o una piccola area di [[Pelle|cute]] [[eritema]]tosa può essere unico indizio della loro presenza. Se i bubboni sono duri e tesi è indizio che sono superinfetti, e in alcuni casi si possono trattare come ascessi, applicando però rigorose misure di protezione. È anche possibile la formazione di bubboni nella regione mesenterica, causando dolore addominale.
Ai ricchi era concesso di farsi curare a casa, risparmiandosi così il trasferimento e le cure gratuite nel [[lazzaretto]]. Peraltro le famiglie del malato rimaste isolate, se erano povere, ricevevano gratuitamente il vitto. Dopo la morte del malato, tutta la sua biancheria veniva bruciata e si punivano severamente gli atti di sciacallaggio. Inutile dire che a quei tempi abbondavano i [[ciarlatano|ciarlatani]] convinti di aver inventato gli [[antidoto|antidoti]], quali macerazioni nel [[vino]] di varie sostanze naturali ([[aglio]], [[salvia]], [[ruta]], [[Piper nigrum|pepe]], [[noce]], ecc.), [[profumi]], [[unguento|unguenti]], e fumi di [[mirra]], [[incenso]]. I medici dell'epoca consigliavano di consumare pasti leggeri a base di [[carni]] magre, [[verdure]], [[pane]] ben cotto, certamente preferibili ai [[Frittura|fritti]], ai [[dolci]]; di dormire in una camera profumata e con le finestre chiuse e di mantenere pulite le lenzuola, di sottoporsi al [[salasso]] e più raramente a interventi chirurgici.
 
La forma bubbonica, se non curata, nel 40% dei pazienti evolve in una forma più grave. Quando ciò avviene l'infezione si propaga nell'organismo, dando luogo alla peste setticemica descritta sotto, provocando insufficienza cardiocircolatoria, necrosi che solitamente partono dalle dita di mani o piedi per poi espandersi lentamente, complicazioni renali o emorragie interne. In assenza di cure, la malattia può evolvere verso questa fase e portare facilmente alla morte. In alcuni casi (intorno al 5%) si ha [[meningite]], di solito preceduta da [[batteriemia]], e può esservi coinvolgimento dell'[[encefalo]], con sintomi gravi tra cui [[delirio]]. Un'altra evoluzione possibile del quadro infettivo è la peste polmonare, anch'essa descritta sotto. Alternativamente, nei casi meno gravi, la febbre cessa dopo circa due settimane. In taluni casi si hanno postumi tra i quali il drenaggio spontaneo di bubboni superinfetti, che espellono [[pus]] e formano una cicatrice.<ref name="Ujvari64" /><ref name="Cosmacini8" />
===== Statistiche =====
Popolazione delle seguenti città:
 
=== Peste setticemica ===
{| class="wikitable sortable"
[[File:PlagueTypes.jpg|thumb|[[Necrosi]] del piede conseguente a peste setticemica]]
|-style="text-align:center"
! Città !! Pop. [[1628]] !! Pop. [[1631]]
|-
| [[Milano]] ||style="text-align:center"| 130.000 ||style="text-align:center"| 65.000
|-
| [[Bologna]] ||style="text-align:center"| 62.000 ||style="text-align:center"| 47.000
|-
| [[Firenze]] ||style="text-align:center"| 70.000 ||style="text-align:center"| 63.000
|-
| [[Venezia]] ||style="text-align:center"| 143.000 ||style="text-align:center"| 98.000
|-
| [[Padova]] ||style="text-align:center"| 40.000 ||style="text-align:center"| 21.000
|-
| [[Mantova]] ||style="text-align:center"| 39.000 ||style="text-align:center"| 10.000
|-
| [[Brescia]] ||style="text-align:center"| 38.000 ||style="text-align:center"| 20.000
|-
| [[Torino]] ||style="text-align:center"| 11.000 ||style="text-align:center"| 3.000
|-
| [[Chiavenna]] ||style="text-align:center"| 5.600 ||
|}
 
È la [[Sepsi|setticemia]] sistemica derivante dalla propagazione di ''Y. pestis'' nell'[[apparato circolatorio]] che lo porta a raggiungere tutte le parti dell'organismo. Può seguire come seconda fase in conseguenza del cedimento di uno o più linfonodi quando questi, già trasformati in bubbone in un processo di infiammazione emorragica, non sono più in grado di contenere il batterio al loro interno. In questo quadro le [[tossine]] batteriche che circolano liberamente possono determinare [[sindrome|sindromi]] da [[coagulazione intravascolare disseminata]] (CID) che colpiscono a partire dalle estremità, causando [[necrosi]] di dita o piedi, ecchimosi diffuse sull'intera superficie del corpo, e vengono esaurite le capacità [[coagulazione|coagulatorie]] del corpo causando emorragie negli organi interni. La CID costituisce un quadro estremamente pericoloso che deve essere trattato in modo aggressivo e tempestivamente, in caso contrario conduce alla morte nel corso di poche ore. Il quadro setticemico produce facilmente scompensi renali, cardiocircolatori e [[Sindrome da disfunzione multiorgano|sindromi multi-organo]].<ref name="pmid20400901">{{Cita pubblicazione|coautori=Doyle TM, Matuschak GM, Lechner AJ |titolo=Septic shock and nonpulmonary organ dysfunction in pneumonic plague: the role of Yersinia pestis pCD1- vs. pgm- virulence factors |rivista=Crit. Care Med. |volume=38 |numero=7 |pp=1574-83 |data=luglio 2010 |pmid=20400901 |doi=10.1097/CCM.0b013e3181de8ace }}</ref><ref name=Ujvari64/><ref name="Cosmacini8" />
===Peste del [[1656]]===
{{Vedi anche|Peste del 1656}}
La peste del 1656 ebbe conseguenze e sviluppi molto simili a quella del 1629, anche se colpì il Sud Italia, mentre la precedente aveva martoriato il Nord (ed in particolare [[Genova]]).
La città più colpita fu [[Napoli]], seguita da [[Roma]], focolai di infezione si verificarono in varie località del [[regno di Napoli]], risalendo velocemente la penisola ma senza attecchire, al di là di casi sporadici e di alcune eccezioni, nelle località colpite un ventennio prima.
Ancora una volta si verificò un'epidemia "complementare", la parte d'Italia meno colpita dalla precedente grande pestilenza risultò la più colpita, mentre quella risparmiata in precedenza subì i più duri danni da parte del morbo. Comunque dal regno di Napoli e dagli stati della Chiesa traboccarono alcuni casi, che colpirono soprattutto i giovani.
Questo dato fa riflettere, perché è in controtendenza con la moderna [[Yersinia pestis]]; infatti i malati di Yersinia, se riescono a guarire, non sono immunizzati dalla malattia, che, dopo un ventennio, potrebbe ripresentarsi con la medesima virulenza. Evidentemente il ceppo di pestilenza del 1656 era di tipo differente da quello odierno, oppure la malattia stessa era un'altra, simile.
Anche in questo caso l'epidemia fu veloce, e quasi sempre fu possibile identificare in un uomo, un caso zero, il veicolo di infezione da una località ad un'altra. Questo fa ritenere che questa pestilenza, ed in generale la peste in età moderna, era contagiosa e trasmissibile direttamente tra uomo e uomo, senza la mediazione delle pulci, umane e men che meno dei roditori.
 
L'insorgenza di questa forma è solitamente mortale in un tempo molto breve, dell'ordine di un solo giorno, se non curata. Il trattamento con antibiotici riduce drasticamente la mortalità, a condizione che sia molto tempestivo.<ref name="pmid29070654"/>
La peste del 1656 causò anche abbondanti danni economici. Da circa un secolo (ma con maggior rigore nel XVII secolo) si sterilizzavano tutte le proprietà dei malati di peste bruciandole o affumicandole. Interi magazzini, anche di seta, navi mercantili, botteghe, letti, sedie, mobilio delle osterie, utensili da cucina ed altre "robbe" furono dati alle fiamme o danneggiati, mentre il sistema dei cordoni sanitari, sperimentato tra il '400 e il '500 in Nord Italia, si diffuse in tutta l'Europa, portando sia un rallentamento dell'epidemia, sia una totale paralisi economica nelle zone colpite.
 
=== Peste polmonare ===
=== Le ultime epidemie di peste in Europa ===
[[File:Lungenpest.jpg|thumb|[[Radiografia]] del torace in un paziente affetto da peste polmonare]]
L'avvento della [[Rivoluzione industriale]] a partire dalla fine del [[XVIII secolo]] ha generato nel giro di pochi decenni un notevolissimo miglioramento delle condizioni socio-economiche e igienico-sanitarie di gran parte della popolazione dei paesi occidentali, ed ha inoltre assicurato una più regolare produzione agricola, scongiurando le periodiche carestie sempre presenti nei secoli precedenti<ref>"Prima della Rivoluzione industriale i tassi di mortalità prevalenti erano dell'ordine del 25-35 per mille (...) A completare questo triste quadro comparivano frequenti epidemie che portavano i tassi di mortalità a punte del 150 o 200 o 300 per mille letteralmente falcidiando la popolazione. Ovunque la Rivoluzione industriale prese piede, le grosse epidemie scomparvero e la mortalità ordinaria fu ridotta a livelli aggirantisi attorno al 10 per mille." ''da: [[Carlo Maria Cipolla]] - Storia economica dell'Europa pre-industriale - Ed. Il Mulino, 1980. pagg. 298-299''</ref>. Tali fattori hanno quindi determinato a partire dal [[XIX secolo]] la scomparsa pressoché totale delle epidemie di peste dallo scenario europeo. Come si può vedere dall'elenco sotto riportato, infatti, soltanto due sono gli ultimi episodi verificatisi nel corso dell'800, {{cn|e si riferiscono entrambi a realtà che all'epoca non erano ancora state significativamente interessate dalla rivoluzione industriale}}.
 
Forma decisamente più grave rispetto alla peste bubbonica, è caratterizzata dalla localizzazione nell'apparato respiratorio, in quanto un focolaio di infezione si sviluppa nei polmoni. Può presentarsi anche come complicanza della forma bubbonica, ma più spesso è indicatore della diversa modalità con cui si è contratto il batterio (non attraverso la puntura della pulce ma respirando materiale infetto). Il periodo di incubazione è in genere più breve, da uno a sette giorni, e il quadro si presenta come una polmonite dal decorso fulminante, che all'esame radiografico mostra un infiltrato scarso rispetto alla gravità del quadro. Il primo sintomo può essere febbre alta, superiore a 39&nbsp;°C, seguita da un deterioramento molto rapido delle condizioni generali. In un periodo di tempo breve, che può essere dell'ordine di 1-2 giorni, si ha una progressione verso una fase terminale che può comportare anche un notevole abbassamento della temperatura corporea, oltre che [[dispnea]] (difficoltà respiratorie), tosse, [[emottisi]], [[cianosi]] (colorazione bluastra della pelle e delle mucose, sintomo di disturbi circolatori o respiratori) e grave debolezza. È caratterizzante di questa forma anche la batteriemia e l'insorgenza di gravi disturbi neurologici. Se non viene curata in tempo, porta quasi sicuramente alla morte per [[edema polmonare]] acuto.<ref name=Ujvari64/><ref name="Cosmacini8" /><ref name="pmid18857150">{{Cita pubblicazione|coautori=CHARI MV |titolo=Pneumonic plague |rivista=Lancet |volume=1 |numero=6506 |p=728 |data=maggio 1948 |pmid=18857150 |doi=10.1016/s0140-6736(48)90422-x }}</ref> Se non trattata tempestivamente la forma polmonare risulta fatale nella quasi totalità dei casi.<ref name="pmid26698952">{{Cita pubblicazione|coautori=Pechous RD, Sivaraman V, Stasulli NM, Goldman WE |titolo=Pneumonic Plague: The Darker Side of Yersinia pestis |rivista=Trends Microbiol. |volume=24 |numero=3 |pp=190-197 |data=marzo 2016 |pmid=26698952 |doi=10.1016/j.tim.2015.11.008 }}</ref>
* [[1665]] - Ultima epidemia di peste in [[Inghilterra]] (La [[Grande peste di Londra]])
* [[1720]] - Ultima epidemia di peste in [[Francia]]; si estese principalmente a [[Marsiglia]] ma non raggiunse [[Parigi]], colpì anche Messina e Tunisi
* [[1743]] - Ultima epidemia di peste nel [[Nord Italia]] (di scarsa entità, gravissima invece nel medesimo periodo quella di Messina, anche a causa della durezza del cordone sanitario, che impedì alla malattia di diffondersi al resto della Sicilia, ma causò una carestia durissima in città)
* [[1779]] - Ultima epidemia di peste nell'[[Europa centrale]] (Peste di [[Vienna]])
* [[1816]] - Ultima epidemia di peste nel [[Sud Italia]] (a [[Noicattaro]] in provincia di [[Bari]])
* [[1820]] - Ultima epidemia di peste (eccetto casi isolati successivi) in Spagna, l'epidemia si concentra a Maiorca, che viene efficacemente messa in isolamento.
* [[1844]] - Ultima epidemia di peste in Egitto, che pone fine al ciclo sette-ottocentesco delle epidemie mediterrane, caratterizzate per lo più da epidemie concentrate in località portuali ed efficacemente contenute da tempestivi cordoni sanitari.
* [[1889]] - Ultima epidemia di peste in [[Russia]], principalmente a [[Mosca (Russia)|Mosca]]
 
La peste polmonare è trasmissibile anche senza l'azione di pulci, per via aerea: attraverso, cioè, tosse e starnuti di persone infette, contenenti materiale infetto in aerosol che potrebbe contagiare un prossimo ospite.<ref name=Ujvari64/><ref name="Cosmacini8" /><ref name="pmid18857150"/>
=== La peste nel Novecento ===
* [[1894]]-[[1906]] - Terza grande [[pandemia]]: coinvolge [[India]], [[Canton]], [[Hong Kong]], [[Taiwan]] e [[Giappone]]. Solo a Canton le vittime furono tra 40.000 e 100.000 con un tasso di mortalità stimato dell'80%. In India le vittime furono 11.000.000. Durante l'epidemia a Taiwan, [[Alexandre Yersin]] isola il batterio e crea un siero che si dimostra efficace nel rallentare in modo decisivo la progressione del morbo.
* [[Anni 1920]] - Epidemia nel [[Madagascar]]. Si verificarono circa 40.000 casi
* [[Anni 1960]] - Epidemia in [[Vietnam]]. Nel solo [[1967]] si verificarono nel paese asiatico quasi 6.000 casi.
 
=== Altre forme di peste ===
Le epidemie più recenti si sono avute in [[India]] ([[ottobre]] [[1994]]), [[Uganda]] ([[novembre]] [[1998]]), in [[Namibia]] ([[maggio]] [[1999]]) e nel [[Malawi]] ([[luglio]] [[1999]]).
''[[Yersinia pseudotuberculosis]]'' è un batterio appartenente allo stesso genere ''Yersinia'' che dà luogo a un quadro subacuto o cronicizzante con sintomi prevalentemente [[Gastroenterologia|gastroenterologici]]. L'infezione si localizza in linfonodi profondi in area addominale causando [[Adenite tubercolare|adenite mesenterica]], condizione che potrebbe indurre a sospettare [[tubercolosi]] (da cui il nome del batterio). È una infezione rara negli esseri umani.<ref name="pmid17369701">{{Cita pubblicazione|coautori=Donadini R, Fields BA |titolo=Yersinia pseudotuberculosis superantigens |rivista=Chem Immunol Allergy |volume=93 |pp=77-91 |data=2007 |pmid=17369701 |doi=10.1159/000100859 }}</ref><ref name="pmid28613468">{{Cita pubblicazione|coautori=Brady MF, Anjum F |titolo= Yersinia Pseudotuberculosis |data= |pmid=28613468 |url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK430717/}}</ref>
 
''[[Yersinia enterocolitica]]'' è anch'esso un batterio appartenente allo stesso genere che colpisce principalmente il basso [[Sistema digerente|tratto digerente]], ma è molto più frequente nell'uomo. Esso dà luogo a sintomi gastroenterologici più chiaramente conclamati rispetto a ''Y. pseudotuberculosis''.<ref name="pmid22019131">{{Cita pubblicazione|coautori=Fàbrega A, Vila J |titolo=Yersinia enterocolitica: pathogenesis, virulence and antimicrobial resistance |rivista=Enferm. Infecc. Microbiol. Clin. |volume=30 |numero=1 |pp=24-32 |data=gennaio 2012 |pmid=22019131 |doi=10.1016/j.eimc.2011.07.017 }}</ref>
===La peste nel XXI secolo===
* [[2009]] - Il [[18 giugno]] almeno 13 casi di peste bubbonica sono registrati nella [[Libia]] orientale. L'epicentro del fenomeno è un villaggio a 30 chilometri da [[Tobruk]], vicino al confine con l'[[Egitto]]<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/esteri/libia-peste/libia-peste/libia-peste.html|titolo=Libia, è allarme peste bubbonica 13 casi registrati in un villaggio|accesso=11-09-2011|editore=Repubblica.it|data=18-06-2009}}</ref>.
Al giorno d'oggi si registrano tra i 1.000 e i 3.000 casi annuali di peste nel mondo, specialmente in [[Africa]] e in [[Asia]] ed alcuni focolai vengono saltuariamente segnalati in alcune aree [[Caucaso|caucasiche]] e [[America settentrionale|nordamericane]] ([[Canada]] sudoccidentale, [[Stati Uniti]] occidentali e meridionali, [[Messico]] settentrionale).
 
==Note Diagnosi ==
[[File:Histo Lungenpest.jpg|thumb|left|Sezione [[istologia|istologica]] del tessuto di un [[polmone]] di un individuo affetto da peste polmonare]]
<references/>
 
Una corretta e rapida [[diagnosi]] è fondamentale per il successo del trattamento del paziente e per limitare il diffondersi di un'epidemia. Secondo quanto dettato dalle linee guida dell'[[Organizzazione Mondiale della Sanità]], la peste può essere diagnosticata come un caso sospetto, presunto o confermato sulla base di elementi sia clinici sia di laboratorio.<ref name="pmid29070654"/> In ogni caso, è indicato che qualsiasi individuo che dovesse essere ritenuto contagiato dal batterio sia messo in isolamento per via della possibile alta contagiosità. I [[centri per la prevenzione e il controllo delle malattie]] (CDC) statunitensi prevedono, per il personale di assistenza nei casi di peste polmonare, l'utilizzo di precauzioni standard.
 
Inoltre, è ritenuto necessario che anche il personale di laboratorio che esegue i test sui campioni biologici del possibile infetto, sia informato del sospetto affinché adotti le corrette misure cautelative.<ref name="pmid31751045" />
 
Il gruppo di ricerca franco-malgascio guidato da Suzanne Chanteau dell'Istituto Pasteur del Madagascar (IPM) ha sviluppato nel 2003 un test rapido per la diagnosi di peste polmonare e bubbonica, che consente il rilevamento degli [[anticorpi]] entro quindici minuti.<ref name="pmid12547544">{{Cita pubblicazione|autore=Chanteau S., Rahalison L., Ralafiarisoa L., Foulon J., Ratsitorahina M., Ratsifasoamanana L., Carniel E.|data=gennaio 2003|titolo=Development and testing of a rapid diagnostic test for bubonic and pneumonic plague|rivista=Lancet|volume=361|numero=9353|pp=211-6|doi=10.1016/S0140-6736(03)12270-2|pmid=12547544|autore2=Nato F.}}</ref> Con {{formatnum:4000}} casi di peste che si verificano annualmente in tutto il mondo, una diagnosi rapida entro 24 ore è una componente cruciale per il successo del trattamento. In venti Paesi, soprattutto in Africa, la peste è ancora in atto.<ref name="pmid4924535">{{Cita pubblicazione|coautori=Reed WP, Palmer DL, Williams RC, Kisch AL |titolo=Bubonic plague in the Southwestern United States. A review of recent experience |rivista=Medicine (Baltimore) |volume=49 |numero=6 |pp=465-86 |data=novembre 1970 |pmid=4924535 |doi=10.1097/00005792-197011000-00002 }}</ref>
 
=== Diagnosi clinica ===
 
La genericità dei sintomi costituisce la maggiore problematica nella diagnostica iniziale di questa patologia, che peraltro è anche caratterizzata spesso da rapida evoluzione. A causa della genericità dei sintomi, la certezza della diagnosi di regola è impossibile su basi puramente cliniche, ma è possibile identificare un caso sospetto o presunto. Per una diagnosi probabile, oltre prendere in considerazione i dati clinici cioè i segni e i sintomi tipici della malattia valutabili attraverso una [[visita medica]] correlata da [[Anamnesi (medicina)|anamnesi]], è necessario valutare il contesto epidemiologico che accompagna il paziente, vale a dire la sua residenza o provenienza da una zona endemica entro circa dieci giorni dalla prima manifestazione della condizione, o la sua possibile esposizione a pazienti affetti o animali infetti e/o una evidente storia di punture di pulci.<ref name="pmid29070654"/><ref name="pmid10852811">{{Cita pubblicazione|coautori=Gage KL, Dennis DT, Orloski KA, Ettestad P, Brown TL, Reynolds PJ, Pape WJ, Fritz CL, Carter LG, Stein JD |titolo=Cases of cat-associated human plague in the Western US, 1977-1998 |rivista=Clin. Infect. Dis. |volume=30 |numero=6 |pp=893-900 |data=giugno 2000 |pmid=10852811 |doi=10.1086/313804 }}</ref> Quando sussistono tutte queste condizioni è possibile diagnosticare un caso presuntivo di peste, che andrà, ove ve ne è la possibilità, confermato attraverso [[Laboratorio di analisi|analisi di laboratorio]].<ref name="pmid29070654"/>
 
=== Diagnosi di laboratorio ===
[[File:Medical staff analysing the results of a rapid diagnostic test.jpg|thumb|Personale medico analizza i risultati di un test diagnostico rapido in un caso di sospetta peste polmonare]]
 
Quando si è diagnosticato un caso di peste presunta, è necessario procedere a esami di laboratorio il cui ''[[Gold standard (medicina)|gold standard]]'' per la conferma rappresenta l'isolamento e l'identificazione dello ''Yersina pestis'' nei campioni biologici prelevati dal paziente come dal [[sangue]] o dal fluido aspirato dai bubboni. Tale patogeno si sviluppa su diversi terreni di cultura, come l'[[agar MacConkey]], l'[[agar cuore-cervello]] e l'[[agar sangue]], a una temperatura ottimale tra i 26 e i {{M|28|u=°C}}, ma è necessaria una temperatura di {{M|37|u=°C}} di incubazione perché si produca l'[[antigene]] F1. Dopo circa 24 ore dall'incubazione, il bacillo ''Y. pestis'' è visibile alle varie colorazioni [[colorazione di Giemsa|di Giemsa]], [[colorazione di Wright|di Wright]] o [[colorazione di Wayson|di Wayson]]. L'isolamento del bacillo deve essere eseguito in un laboratorio con [[livello di biosicurezza]] minimo di classe 3.<ref name="pmid29070654"/>
 
L'antigene F1 viene in genere utilizzato come bersaglio per rilevare lo ''Y. pestis'' con metodi immunologici. Un [[test di inibizione dell'emoagglutinazione]] dell'antigene F1 viene convenzionalmente impiegato per rilevare l'antigene F1 nel campione biologico.<ref name="pmid17416264">{{Cita pubblicazione|coautori=Prentice MB, Rahalison L |titolo=Plague |rivista=Lancet |volume=369 |numero=9568 |pp=1196-207 |data=aprile 2007 |pmid=17416264 |doi=10.1016/S0140-6736(07)60566-2 }}</ref> Sono stati riportati anche test di [[immunofluorescenza]] e [[test immunoenzimatico]] per rilevare quantitativamente l'[[anticorpo]] F1 o l'antigene F1.<ref name="pmid12951845">{{Cita pubblicazione|coautori=Rollins SE, Rollins SM, Ryan ET |titolo=Yersinia pestis and the plague |rivista=Am. J. Clin. Pathol. |volume=119 Suppl |pp=S78–85 |data=giugno 2003 |pmid=12951845 |doi=10.1309/DQM9-3R8Q-NQWB-FYU8 }}</ref> Lo ''Y. pestis'' può essere rilevato anche mediante [[reazione a catena della polimerasi]] (PCR) mirando al [[gene]] dell'antigene F1 (caf1), al gene pla o ai frammenti [[cromosoma|cromosomici]] (come il frammento 3a).<ref name="pmid19606935"/><ref name="pmid20231881">{{Cita pubblicazione|coautori=Qu S, Shi Q, Zhou L, Guo Z, Zhou D, Zhai J, Yang R |titolo=Ambient stable quantitative PCR reagents for the detection of Yersinia pestis |rivista=PLoS Negl Trop Dis |volume=4 |numero=3 |pp=e629 |data=marzo 2010 |pmid=20231881 |pmc=2834737 |doi=10.1371/journal.pntd.0000629 }}</ref> Tuttavia, è stato dimostrato che i bersagli del gene pla e del frammento cromosomico non sono affidabili per rilevare il batterio. La rilevazione immunologica, basata sull'[[acido nucleico]] dello ''Y. pestis'' può essere eseguita in un laboratorio di livello 2 di biosicurezza.<ref name="pmid29070654"/>
 
Nelle zone endemiche della malattia e in cui non vi è la disponibilità di un laboratorio in grado di eseguire l'isolamento del batterio o l'identificazione immunologica o molecolare del batterio, è possibile procedere con altri test come il [[test rapido immunocromatografico]] in grado di confermare l'esistenza dell'antigene F1 da campioni clinici. Per ottenere risultati affidabili è però necessario che tale esame sia svolto da personale ben addestrato.<ref name="pmid12547544"/> Anche il ricorso a [[Termociclatore|termociclatori]] portatili può essere utile per rilevare il patogeno della peste direttamente sul posto.<ref name="pmid29070654"/><ref name="pmid26043838">{{Cita pubblicazione|coautori=Mölsä M, Hemmilä H, Katz A, Niemimaa J, Forbes KM, Huitu O, Stuart P, Henttonen H, Nikkari S |titolo=Monitoring biothreat agents (Francisella tularensis, Bacillus anthracis and Yersinia pestis) with a portable real-time PCR instrument |rivista=J. Microbiol. Methods |volume=115 |pp=89-93 |data=agosto 2015 |pmid=26043838 |doi=10.1016/j.mimet.2015.05.026 }}</ref>
 
=== Diagnosi differenziale ===
 
Per ogni presentazione clinica della peste (bubbonica, setticemica, polmonare) vi è un'ampia possibilità di [[diagnosi differenziale]]. Nel caso di peste bubbonica è necessario escludere altre cause di [[linfoadenopatia]] (ingrossamento dei [[linfonodi]]). Vi sono numerose patologie che possono causare bubboni, sia infettive che non, devono essere pertanto escluse le diverse cause di origine [[virus (biologia)|virale]], [[fungo|fungina]], [[neoplasia|neoplastica]], come l'assunzione di particolari farmaci ([[iatrogenesi]]), la presenza di [[malattia autoimmune|malattie autoimmuni]], una [[linfoadenite]] o una infezione da parte di batteri diversi dallo ''Y. pestis''.<ref name="pmid25955625">{{Cita pubblicazione|coautori=Earwood JS, Thompson TD |titolo=Hemoptysis: evaluation and management |rivista=Am Fam Physician |volume=91 |numero=4 |pp=243-9 |data=febbraio 2015 |pmid=25955625 }}</ref><ref name="pmid24171518">{{Cita pubblicazione|coautori=Vincent JL, De Backer D |titolo=Circulatory shock |rivista=N. Engl. J. Med. |volume=369 |numero=18 |pp=1726-34 |data=ottobre 2013 |pmid=24171518 |doi=10.1056/NEJMra1208943 }}</ref> Tra le condizioni che talvolta possono occultare o essere scambiate per linfoadenopatia da peste, l'[[ernia inguinale]] incarcerata, se è presente insieme a febbre, i [[Granuloma|granulomi]] venerei o la [[sifilide]], o patologie addominali acute. Per i bubboni in prossimità del collo o ascellari, linfoadeniti da [[Streptococcus|streptococco]] o [[Staphylococcus|stafilococco]], [[malattia da graffio di gatto]], [[tularemia]]. Con bubbone piccolo o quasi assente, anche [[febbre tifoide]] o infezioni da altri batteri vanno considerate.<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Eugene|cognome=Braunwald|nome2=Tinsley Randolph|cognome2=Harrison|titolo=Harrison's principles of internal medicine|url=https://www.worldcat.org/oclc/847293372|accesso=22 dicembre 2021|edizione=11th ed|data=1988|editore=McGraw-Hill|p=616|cid=Harrison|OCLC=847293372|ISBN=0-07-007261-2}}</ref> In ogni caso, la peste bubbonica si differenzia da tutte le altre condizioni che comportano la formazione dei "bubboni" per via della rapida insorgenza di una febbre elevata e della fulminea progressione dell'infiammazione e del deterioramento delle condizioni generali del paziente.<ref name="pmid31751045"/>
 
Per quanto riguarda la forma polmonare, la diagnosi differenziale deve essere fatta con altre patologie che comportino febbre ed [[emottisi]], come la [[bronchite]] di origine virale, tutte le varianti della [[polmonite]], la [[tubercolosi]], l'[[embolia polmonare]], le diverse infiammazioni e i [[tumore del polmone|tumori del polmone]].<ref name="pmid28935246">{{Cita pubblicazione|coautori=Kugeler KJ, Apangu T, Forrester JD, Griffith KS, Candini G, Abaru J, Okoth JF, Apio H, Ezama G, Okello R, Brett M, Mead P |titolo=Knowledge and practices related to plague in an endemic area of Uganda |rivista=Int. J. Infect. Dis. |volume=64 |pp=80-84 |data=novembre 2017 |pmid=28935246 |doi=10.1016/j.ijid.2017.09.007 }}</ref> Tuttavia, come nel caso della forma polmonare, la rapida insorgenza dei sintomi e la gravità di essi, nonché la presenza di bubboni, indicano fortemente la peste rispetto ad altre cause.<ref name="pmid30666930">{{Cita pubblicazione|coautori=Andrianaivoarimanana V, Piola P, Wagner DM, Rakotomanana F, Maheriniaina V, Andrianalimanana S, Chanteau S, Rahalison L, Ratsitorahina M, Rajerison M |titolo=Trends of Human Plague, Madagascar, 1998-2016 |rivista=Emerging Infect. Dis. |volume=25 |numero=2 |pp=220-228 |data=febbraio 2019 |pmid=30666930 |pmc=6346457 |doi=10.3201/eid2502.171974 }}</ref>
 
La forma setticemica è probabilmente quella che può essere confusa maggiormente con altre condizioni per via dei numerosi segni e sintomi in comune con altre patologie, come la febbre e l'[[ipotensione]], che possono suggerire altre cause infiammatorie o infettive, nonché qualsiasi origine dello [[shock]].<ref name="pmid31751045"/><ref name="pmid28796757">{{Cita pubblicazione|coautori=Adams DA, Thomas KR, Jajosky RA, Foster L, Baroi G, Sharp P, Onweh DH, Schley AW, Anderson WJ |titolo=Summary of Notifiable Infectious Diseases and Conditions - United States, 2015 |rivista=MMWR Morb. Mortal. Wkly. Rep. |volume=64 |numero=53 |pp=1-143 |data=agosto 2017 |pmid=28796757 |doi=10.15585/mmwr.mm6453a1 }}</ref>
 
== Trattamento ==
[[File:Streptomycin3.svg|thumb|Rappresentazione di una [[molecola]] di [[streptomicina]], un [[antibiotico]] di elezione per il trattamento della peste]]
 
Per via della rapida evoluzione della malattia, il trattamento più efficace per la peste consiste in una precoce somministrazione di una terapia [[antibiotico|antibiotica]] per oltre dieci giorni; anche quando non vi è una [[diagnosi]] certa è consigliabile iniziare la terapia anche solo con il sospetto clinico. Di elezione si utilizza [[streptomicina]] o [[cloramfenicolo]] o combinazioni di [[tetraciclina]] e [[sulfamidici]]. Sebbene il cloramfenicolo sia altamente efficace, è considerato un farmaco di riserva per via dei suoi [[Effetto collaterale (medicina)|effetti collaterali]]. Tra le nuove generazioni di antibiotici, la [[gentamicina]] e la [[doxiciclina]] si sono dimostrati efficaci nel trattamento monoterapico della malattia. Infine, gli antibiotici doxiciclina e [[ciprofloxacina]] possono essere considerati anche farmaci utili per la [[profilassi]] se somministrati per un periodo di sette giorni.<ref name="Mwengee2006">{{Cita pubblicazione|autore=Mwengee W|titolo=Treatment of Plague with Genamicin or Doxycycline in a Randomized Clinical Trial in Tanzania|anno=2006|rivista=Clin Infect Dis|volume=42| pmid=16447105|numero=5|pp=614-21| doi=10.1086/500137|cognome2=Butler|nome2=Thomas|cognome3=Mgema|nome3=Samuel|cognome4=Mhina|nome4=George|cognome5=Almasi|nome5=Yusuf|cognome6=Bradley|nome6=Charles|cognome7=Formanik|nome7=James B.|cognome8=Rochester|nome8=C. George|cid=}}</ref><ref>Marianne Abele-Horn: ''Antimikrobielle Therapie. Entscheidungshilfen zur Behandlung und Prophylaxe von Infektionskrankheiten.'' Unter Mitarbeit von Werner Heinz, Hartwig Klinker, Johann Schurz und August Stich, 2., überarbeitete und erweiterte Auflage. Peter Wiehl, Marburg 2009, ISBN 978-3-927219-14-4, S. 159.</ref> Importante è l'isolamento dei malati per evitare ulteriori contagi.
 
Vi è la possibilità che il batterio della peste possa sviluppare una [[resistenza ai farmaci]] e diventare così nuovamente una grave minaccia per la salute delle popolazioni. Nel 1995 è stato trovato in [[Madagascar]] un caso di una forma di batterio resistente<ref>[http://www.scidev.net/en/health/antibiotic-resistance/news/drugresistant-plague-a-major-threat-say-scient.html Drug-resistant plague a 'major threat', say scientists] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120719034621/http://www.scidev.net/en/health/antibiotic-resistance/news/drugresistant-plague-a-major-threat-say-scient.html |data=19 luglio 2012 }}, SciDev.Net.</ref> mentre, nello stesso Paese, sono state segnalate ulteriori epidemie nel novembre 2014<ref>{{Cita web |url=http://www.who.int/csr/don/21-november-2014-plague/en/ |titolo=Plague – Madagascar |data=21 novembre 2014 |editore=World Health Organisation |accesso=26 novembre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160103175519/http://www.who.int/csr/don/21-november-2014-plague/en/ |urlmorto=no }}</ref> e nell'ottobre 2017.<ref>{{Cita web |url=http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2017/response-plague-madagascar/en/ |titolo=WHO scales up response to plague in Madagascar |data=1º ottobre 2017 |editore=World Health Organization (WHO) |accesso=5 ottobre 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180423020809/http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2017/response-plague-madagascar/en/ |urlmorto=no }}</ref> Basandosi su studi ''[[in vivo]]'' su animali e ''[[in vitro]]'', la statunitense ''[[Food and Drug Administration]]'' agli inizi del XXI secolo ha approvato anche la [[levofloxacina]] come antibiotico per i pazienti con peste.<ref name="pmid31751045"/><ref name="pmid16616313">{{Cita pubblicazione|coautori=Gosche JR, Vick L |titolo=Acute, subacute, and chronic cervical lymphadenitis in children |rivista=Semin. Pediatr. Surg. |volume=15 |numero=2 |pp=99-106 |data=maggio 2006 |pmid=16616313 |doi=10.1053/j.sempedsurg.2006.02.007 }}</ref>
 
[[File:Chloramphenicol-3D-vdW.png|thumb|left|Rappresentazione [[tridimensionale]] di una [[molecola]] di [[cloramfenicolo]]]]
 
Oltre alla somministrazione di antibiotici, il trattamento della peste prevede anche una terapia di supporto per la gestione dei sintomi più gravi, come l'eventuale verificarsi di uno stato di [[shock]]. Nonostante non siano utilizzati abitualmente, sono state proposte diverse terapie complementari, come l'[[immunoterapia]], la [[terapia fagica]], la terapia con [[batteriocina|batteriocine]] e il ricorso agli [[inibitori del fattore di virulenza]].<ref name="pmid29070654"/><ref name="pmid17030904"/> Sono, inoltre, in fase di sviluppo degli inibitori in grado di bloccare nello ''Y. pestis'' un [[enzima]] che svolge un ruolo importante nella costruzione della [[membrana cellulare|membrana protettiva cellulare]], senza la quale il batterio non può sopravvivere.<ref name="pmid22244758">{{Cita pubblicazione|coautori=Hirschbeck MW, Kuper J, Lu H, Liu N, Neckles C, Shah S, Wagner S, Sotriffer CA, Tonge PJ, Kisker C |titolo=Structure of the Yersinia pestis FabV enoyl-ACP reductase and its interaction with two 2-pyridone inhibitors |rivista=Structure |volume=20 |numero=1 |pp=89-100 |data=gennaio 2012 |pmid=22244758 |pmc=3361726 |doi=10.1016/j.str.2011.07.019 }}</ref>
 
Considerata l'elevata preoccupazione per un'eventuale diffusione della malattia a seguito di [[bioterrorismo]], sono stati approntati [[vaccini antipestosi]] per prevenire l'infezione da ''Y. pestis'', sebbene nessuno di questi sia ampiamente utilizzato a causa di dubbi sulla reale efficacia.<ref name="pmid19606935"/> Inoltre, per via della brevità del loro effetto, vengono generalmente somministrati solo in casi di rischio evidente e programmabile di contagio, come per esempio per le figure professionali di [[biologo|biologi]] e ricercatori a contatto con il batterio.<ref name=CDC/> Nel primo decennio del XXI secolo erano in produzione ben 17 vaccini antipestosi.<ref name="pmid31751045"/><ref name="pmid9803196">{{Cita pubblicazione|coautori=Ferrer R |titolo=Lymphadenopathy: differential diagnosis and evaluation |rivista=Am Fam Physician |volume=58 |numero=6 |pp=1313-20 |data=ottobre 1998 |pmid=9803196 }}</ref> Nel caso si verificasse un'epidemia su larga scala o un attacco bioterroristico, le linee guida consigliano l'assunzione per gli eventuali contagiati, sia adulti sia bambini, di doxiciclina, somministrata ''[[per os]]'', e ciprofloxacina o, in alternativa, il solo cloramfenicolo per gli adulti e in combinazione con la ciprofloxacina per i bambini.<ref name="pmid29070654"/>
 
== Prognosi ==
 
Se non trattata adeguatamente, la peste in forma bubbonica porta alla morte in circa il 40-50% dei casi, mentre per quanto riguarda la forma polmonare o setticemica il decesso avviene praticamente nella quasi totalità dei pazienti. Si deve notare che gli esiti fatali di peste bubbonica sono generalmente preceduti dall'evoluzione verso una delle due forme più gravi. Se il corretto trattamento antibiotico viene attuato precocemente, vale a dire entro circa 24 ore dalla prima manifestazione dei sintomi,<ref name="pmid18198939">{{Cita pubblicazione|coautori=Stenseth NC, Atshabar BB, Begon M, Belmain SR, Bertherat E, Carniel E, Gage KL, Leirs H, Rahalison L |titolo=Plague: past, present, and future |rivista=PLoS Med. |volume=5 |numero=1 |pp=e3 |data=gennaio 2008 |pmid=18198939 |pmc=2194748 |doi=10.1371/journal.pmed.0050003 }}</ref> la mortalità scende fino al 5% per la forma bubbonica e al 10% per quella polmonare.<ref name=":0" /> Nei decenni 1984-2004 vi sono stati tra i mille e i cinquemila casi diagnosticati ogni anno nel mondo, con un numero di decessi compreso tra i 100 e i 200 l'anno.<ref name="pmid29070654">{{Cita pubblicazione|coautori=Yang R |titolo=Plague: Recognition, Treatment, and Prevention |rivista=J. Clin. Microbiol. |volume=56 |numero=1 |data=gennaio 2018 |pmid=29070654 |pmc=5744195 |doi=10.1128/JCM.01519-17 }}</ref> I casi di guarigione da peste setticemica possono essere accompagnati da lesioni permanenti ad aree periferiche colpite da necrosi, un esito frequente se il quadro di [[Coagulazione intravascolare disseminata|CID]] non viene trattato anch'esso tempestivamente, il che può portare a necessità di amputazione di dita od estremità.
 
== Complicanze ==
 
Nonostante la precoce somministrazione di un corretto trattamento possa essere risolutiva, un paziente può incorrere in una serie di potenziali [[complicanza|complicazioni]] in grado di metterne a repentaglio la sopravvivenza. Tra le più significative vi è la [[faringite]], lo sviluppo di una peste polmonare secondaria a una bubbonica, l'instaurarsi di una [[batteriemia]] o di uno [[shock settico]]. Un'ulteriore complicanza in grado di aumentare la [[mortalità]] è la [[meningite]] che può verificarsi dopo almeno una settimana dallo sviluppo di una peste bubbonica non trattata.<ref name="pmid17416264"/><ref name="pmid30666930"/>
 
== Prevenzione ==
{{Vedi anche|Vaccino antipestoso}}
[[File:Man being injected by doctor, during the outbreak of bubonic Wellcome V0029287.jpg|thumb|Somministrazione di un [[vaccino antipestoso]] in occasione di un'epidemia di peste bubbonica a [[Karachi]] in [[Impero anglo-indiano|India]] nel 1897 (in seguito divenuto [[Pakistan]])]]
 
Poiché la peste umana è una malattia rara nella maggior parte del mondo, non si ritiene necessaria la [[vaccinazione]] di routine se non per i soggetti con un rischio particolarmente elevato di esposizione al batterio. Non è nemmeno consigliato tra coloro che vivono in aree con peste [[Zoonosi|enzootica]], dove i casi di infezione si verificano a tassi regolari e prevedibili in particolari zone e popolazioni, come avviene negli Stati Uniti occidentali, né è indicato per la maggior parte dei viaggiatori che si recano in Paesi in cui sono stati segnalati recenti casi, in particolare se il loro viaggio è limitato alle aree urbane ed è previsto che soggiornino in strutture moderne. I [[centri per la prevenzione e il controllo delle malattie]] [[Stati Uniti d'America|statunitensi]] raccomandano la vaccinazione per: (1) tutto il personale di laboratorio e di campo che lavora con gli organismi ''Y. pestis'' resistenti agli antimicrobici; (2) per le persone impegnate in esperimenti di [[aerosol]] con lo ''Y. pestis''; (3) per le persone impegnate in operazioni sul campo in aree con peste enzootica in cui non è possibile prevenire l'esposizione (come alcune aree colpite da una catastrofe).<ref name="CDC">{{Cita web|titolo=Plague Vaccine|url=https://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/00041848.htm|editore=CDC|data=11 giugno 1982|accesso=30 aprile 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180714161003/https://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/00041848.htm|urlmorto=no}}</ref>
 
Una revisione sistematica della ''[[Cochrane Collaboration]]'' non ha trovato studi di qualità sufficiente per stilare alcuna dichiarazione sull'efficacia del vaccino.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Jefferson T, Demicheli V, Pratt M |titolo=Vaccines for preventing plague |rivista=Cochrane Database Syst Rev |numero=2 |pp=CD000976 |anno=2000 |pmid=10796565 |doi=10.1002/14651858.CD000976 |curatore-cognome1=Jefferson |curatore-nome1=Tom |cid=|cognome2=Demicheli |cognome3=Pratt |pmc=6532692 }}</ref>
 
== Prospettive ==
 
Sebbene la peste non sia una malattia comune nel XXI secolo, è comunque una patologia che non deve essere sottovalutata, per via della sua alta trasmissibilità, del rapido decorso clinico e dell'elevata mortalità. Anche un piccolo focolaio relativamente circoscritto può portare a conseguenze gravi, come accadde nel 1994 in [[India]] quando una ristretta epidemia causò cinquanta morti nella città di [[Surat (India)|Surat]] e comportò una perdita per la nazione di circa 600 milioni di dollari a causa delle ripercussioni sul turismo e sul commercio.<ref name="pmid8964057">{{Cita pubblicazione|coautori=Fritz CL, Dennis DT, Tipple MA, Campbell GL, McCance CR, Gubler DJ |titolo=Surveillance for pneumonic plague in the United States during an international emergency: a model for control of imported emerging diseases |rivista=Emerging Infect. Dis. |volume=2 |numero=1 |pp=30-6 |data=1996 |pmid=8964057 |pmc=2639812 |doi=10.3201/eid0201.960103 }}</ref> Tuttavia, siccome è impossibile debellare la malattia e poiché essa è ampiamente diffusa nei roditori selvatici, si ritiene che sia necessario approfondire e monitorare i rischi per la popolazione umana. Ad esempio, è risaputo che climi caldi favoriscono il diffondersi del batterio e pertanto il [[riscaldamento globale]] potrebbe rappresentare un pericolo per il futuro.<ref name="pmid7549679">{{Cita pubblicazione|coautori=Mudur G |titolo=India's pneumonic plague outbreak continues to baffle |rivista=BMJ |volume=311 |numero=7007 |p=706 |data=settembre 1995 |pmid=7549679 |pmc=2550762 |doi=10.1136/bmj.311.7007.706a }}</ref>
 
Il punto fondamentale per il contenimento di un focolaio è rappresentato dalla possibilità di effettuare una rapida diagnosi anche in condizioni di mancanza di strutture sanitarie all'avanguardia. Da questo punto di vista vi sono stati grandi progressi grazie all'introduzione di test diagnostici semplici e veloci, ma si mette in rilievo la necessità di introdurre ulteriori miglioramenti.<ref name="pmid18198939"/>
 
Un altro grave timore per la salute umana è rappresentato dalla possibilità del generarsi di ceppi di ''Y. pestis'' [[Resistenza agli antibiotici|resistenti agli antibiotici]]. Infine il pericolo che il batterio della peste possa essere utilizzato come [[arma biologica]] in attività militari o di [[bioterrorismo]] è una concreta possibilità che molti governi o autorità sanitarie prendono in seria considerazione.<ref name="pmid18198939"/>
 
== La peste come arma biologica ==
{{Vedi anche|Arma biologica|Bioterrorismo}}
 
La peste ha una lunga storia come [[arma biologica]]. Alcuni resoconti storici risalenti all'antica Cina e all'Europa [[medioevo|medievale]] descrivono in dettaglio l'uso di [[carcassa|carcasse]] di animali o [[cadavere|cadaveri]] di uomini infetti da parte degli [[Xiongnu]], degli [[Unni]], dei [[Mongoli]], dei [[Popoli turchi|Turchi]] e di altri popoli, per contaminare le riserve d'acqua nemiche. Si dice che il generale [[Huo Qubing]], della [[dinastia Han]], sia morto a causa di ciò mentre era impegnato in una guerra contro gli Xiongnu. È stato anche riportato che siano state lanciate le vittime della peste tramite [[catapulta|catapulte]] all'interno di città sotto [[assedio]] con lo scopo di propagare il contagio.<ref>Schama, S. (2000). ''A History of Britain: At the Edge of the World? 3000BC–AD1603, First Edition'', BBC Worldwide, London, p226.</ref>
 
Nel 1347 la città di [[Feodosia|Caffa]], un grande emporio commerciale nella penisola di Crimea in mano ai [[Repubblica di Genova|Genovesi]], fu [[Assedio di Caffa|assediata]] da un esercito di guerrieri mongoli dell'[[Orda d'oro]] sotto il comando di [[Ganī Bek]]. Alcune fonti riportano che gli assedianti, logorati dalla malattia che li flagellava, presero la decisione di usare i cadaveri infetti dei propri compagni come arma biologica catapultandoli all'interno della città contagiando gli abitanti. Questo evento, forse, potrebbe essere il responsabile del propagarsi della [[peste nera]] in Europa giunta per mezzo delle navi che lasciarono Caffa.<ref>{{Cita pubblicazione |url=https://www.cdc.gov/ncidod/EID/vol8no9/01-0536.htm |autore=Wheelis M. |titolo=Biological warfare at the 1346 siege of Caffa |rivista=Emerg Infect Dis |anno=2002 |doi=10.3201/eid0809.010536 |volume=8 |numero=9 |pp=971-75 |pmid=12194776 |pmc=2732530 |cid=|accesso=13 dicembre 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110904081554/http://www.cdc.gov/ncidod/eid/vol8no9/01-0536.htm |urlmorto=no }}</ref>
 
Durante la seconda guerra mondiale, l'[[Dai-Nippon Teikoku Rikugun|esercito giapponese]] sviluppò un'arma basata sull'allevamento e il rilascio di un gran numero di pulci che potevano essere infettate dallo ''Y. pestis''. Durante l'[[Invasione giapponese della Manciuria|occupazione giapponese della Manciuria]], l'[[Unità 731]] infettò deliberatamente civili e prigionieri di guerra cinesi, coreani e abitanti della [[Manciuria]] con il batterio della peste. Questi soggetti, chiamati ''"maruta"'' vennero dissezionati per studi mentre altri [[vivisezione|vivisezionati]] quando erano ancora coscienti. Alcuni membri dell'unità, come [[Shirō Ishii]] furono esonerati dal comparire nel [[processo di Tokyo]] ma dodici di loro furono giudicati per [[crimini di guerra]] dal [[processo di Chabarovsk|tribunale di Chabarovsk]] nel 1949, quando alcuni di loro ammisero di aver diffuso la peste bubbonica in un raggio di {{M|36|u=km}} intorno alla città di [[Changde]].<ref>{{cita|Barenblatt, 2004|pp. 220-221}}.</ref>
 
Per tutta la durata della [[guerra fredda]] le grandi potenze militari hanno condotti studi per l'utilizzo della peste come arma e sui metodi di difesa nel caso che la utilizzasse un Paese nemico contro di loro. A partire dai primi anni del XXI secolo, con l'alleviarsi delle tensioni internazionali ma con la crescita delle preoccupazioni riguardanti il [[terrorismo]], ha preso spazio il timore che lo ''Y. pestis'' possa essere utilizzato a questo scopo; infatti, se il batterio fosse rilasciato in aerosol in uno spazio ristretto e densamente abitato potrebbe causare un numero di vittime significativo e scatenare panico tra la popolazione.<ref name="pmid10807389">{{Cita pubblicazione|coautori=Inglesby TV, Dennis DT, Henderson DA, Bartlett JG, Ascher MS, Eitzen E, Fine AD, Friedlander AM, Hauer J, Koerner JF, Layton M, McDade J, Osterholm MT, O'Toole T, Parker G, Perl TM, Russell PK, Schoch-Spana M, Tonat K |titolo=Plague as a biological weapon: medical and public health management. Working Group on Civilian Biodefense |rivista=JAMA |volume=283 |numero=17 |pp=2281-90 |data=maggio 2000 |pmid=10807389 |doi=10.1001/jama.283.17.2281 }}</ref><ref name="pmid16762739">{{Cita pubblicazione|coautori=Koirala J |titolo=Plague: disease, management, and recognition of act of terrorism |rivista=Infect. Dis. Clin. North Am. |volume=20 |numero=2 |pp=273–87, viii |data=giugno 2006 |pmid=16762739 |doi=10.1016/j.idc.2006.02.004 }}</ref> Proprio per mitigare gli effetti di una tale azione di [[bioterrorismo]] molti paesi, ed in particolare gli [[Stati Uniti d'America]], sono in possesso di grandi scorte di antibiotici.<ref>{{cita|Tamparo e Lewis, 2011|p. 70}}.</ref>
 
== La peste nell'arte e nella letteratura ==
{{Vedi anche|Decameron|Trionfo della Morte|Danza macabra}}
[[File:Clusone danza macabra detail.jpg|thumb|left|''[[Danza macabra]]'' di Giacomo Borlone de Buschis sull'esterno dell'[[Oratorio dei Disciplini (Clusone)|Oratorio dei Disciplini]] a [[Clusone]] ([[1485]])]]
 
A causa della sua virulenza, della paura che essa ha suscitato nel corso dei secoli e dell'enorme numero di vittime causate, molti scrittori hanno inserito un'epidemia di peste nelle loro opere, oppure hanno scritto un saggio in cui si parla della malattia o in cui essa è comunque presente.
 
Tra le molte opere celebri nelle quali si tratta anche della peste o di un'epidemia ad essa associabile si possono certamente ricordare:
* il ''[[primo libro dei Maccabei|Libro dei Maccabei]]'' (la peste inviata da Dio contro i [[Filistei]]);
* l{{'}}''[[Iliade]]'' (I, 9ss.), la peste inviata per punizione da [[Apollo]] nel campo dei Greci;
* le ''Storie'' (II, 47 - 54) dello storico greco [[Tucidide]] con la peste ad Atene nell'età di [[Pericle]];
* l'opera dello storico [[Diodoro Siculo]] (XIV, 4 - 71);
* il ''[[De rerum natura]]'' (VI 1138 - 1286) del poeta latino [[Lucrezio]] sulla [[peste di Atene]], già descritta dallo storico greco [[Tucidide]] nella ''[[Guerra del Peloponneso (Tucidide)|Guerra del Peloponneso]]'';
* il brano sulla peste del [[Norico]] (libro IV, vv. 453-527) nelle ''[[Georgiche]]'' di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]];
* ''[[Le metamorfosi (Ovidio)|Le metamorfosi]]'' (VII 523 - 613) del poeta latino [[Ovidio]];
* le [[Storie (Ammiano Marcellino)|Storie]] (XIX 4, 4) dello storico romano [[Ammiano Marcellino]];
* la ''Guerra persiana'' (II 22 - 23) dello storico medievale [[Procopio di Cesarea]] nel VI secolo d. C.;
* la ''[[Historia Langobardorum]]'' di [[Paolo Diacono]] (II, 4) che descrive la peste scoppiata in Italia (VI sec. d.C.) al tempo di [[Giustiniano]];
* il ''[[Decameron]]'' di [[Giovanni Boccaccio]] (novelle scritte nel 1349-1351 circa);
* il ''[[Diario dell'anno della peste]]'' di [[Daniel Defoe]] (1722);
* la ''[[Storia della colonna infame]]'' (saggio storico, 1840) e ''[[I promessi sposi]]'' (romanzo storico, 1840; capitoli XXXI e XXXII) entrambi di [[Alessandro Manzoni]];
* ''[[La maschera della morte rossa (racconto)|La maschera della morte rossa]]'' di [[Edgar Allan Poe]] (1842);
* ''Il barbiere di sua altezza'' di [[Luigi Gramegna]], romanzo storico che descrive [[Peste del 1630|l'epidemia torinese del 1630]];
* ''[[La peste (romanzo)|La peste]]'' (1947) e il dramma ''[[Lo stato d'assedio]]'' (1948) di [[Albert Camus]]; nell'opera teatrale ha però una valenza [[allegorica]]: la peste rappresenta i regimi totalitari, in particolare la diffusione del nazismo in Europa;
* molte opere contemporanee di fantascienza contenenti il motivo di un [[Virus (biologia)|virus]] pestifero che si diffonde seminando morte fra le popolazioni. Tra le varie opere si ricorda ''[[L'ombra dello scorpione]]'' di [[Stephen King]] (1978; 1990).
 
La pittura tardo medievale ebbe ripercussioni dalle tragedie legate alla pestilenza. La cosiddetta ''"[[danza macabra]]"'', uno dei temi [[iconografia|iconografici]] più frequenti dei primi decenni del XV secolo nella quale è rappresentata una danza tra uomini e scheletri, è stata messa in relazione con la peste del Trecento. Una delle produzioni più celebri è la ''[[Danza macabra di Lubecca]]'', opera del pittore e [[intagliatore]] [[Bernt Notke]], andata perduta a seguito del [[Bombardamento di Lubecca]].<ref>{{Treccani|danza-macabra_(Enciclopedia-Italiana)/}}</ref><ref>{{cita web | url = http://www.dodedans.com/Emaria.htm | titolo = Lübeck's Dance of Death | accesso = 28 settembre 2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20120710065224/http://www.dodedans.com/Emaria.htm | urlmorto = sì |lingua=en}}</ref> Tale tema venne utilizzato anche per le musiche di ''[[Totentanz]]'', composte tra il 1834 e il 1859 da [[Franz Liszt]]. Il pittore tedesco del XX secolo [[Werner Tübke]] ricorse al soggetto della peste per una scena del suo monumentale dipinto dedicato alla [[guerra dei contadini tedeschi]] del XVI secolo.<ref>{{cita|Seigneuret|p. 326}}.</ref><ref>{{cita|Gaehtgens e Zelljadt|p. 109}}.</ref>
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
 
* {{Cita libro|nome=Suzanne|cognome=Austin Alchon|titolo=A pest in the land: new world epidemics in a global perspective|url=https://www.worldcat.org/oclc/50773314|accesso=27 settembre 2018|edizione=1ª ed|data=2003|editore=University of New Mexico Press|lingua=en|oclc=50773314|ISBN=0-8263-2870-9|cid=Alchon}}
* {{cita libro|titolo=A Plague upon Humanity: The Secret Genocide of Axis Japan's Germ Warfare Operation|url=https://archive.org/details/plagueuponhumani00bare|anno=2004|autore=Daniel Barenblatt|lingua=en|editore=HarperCollins|isbn=978-0-06-018625-8|cid=Barenblatt, 2004}}
*{{Cita libro|autore=[[Giorgio Cosmacini]]|titolo=Storia della medicina e della sanità in Italia : dalla peste nera ai giorni nostri|editore=Laterza|città=Bari|cid=Cosmacini|edizione=1. ed|data=2005|oclc=62362855|ISBN=88-420-7767-4}}
*{{Cita libro|titolo = Della peste e della publica administrazione sanitaria|autore = [[Angelo Antonio Frari]]|url = https://archive.org/details/dellapesteedella00frar/page/n5|editore = Tipografia di Francesco Andreola|città = Venezia|anno = 1840|capitolo = Secolo XIV|urlcapitolo=https://archive.org/details/dellapesteedella00frar/page/296|pp = 296 e segg|ISBN =no |cid = Frari}}
*{{Cita libro|autore=Anna Foa|titolo=Ebrei in Europa: dalla peste nera all'emancipazione XIV-XVIII secolo|anno=1992|editore=Laterza|oclc=27071770|ISBN=88-420-3947-0|cid=Foa}}
* {{cita libro|curatore=Thomas Gaehtgens e Katja Zelljadt|titolo=Getty Research Journal|volume=Volume 3|editore=Getty Publications|anno=2011|isbn=978-1-60606-063-6|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=bpxKEzORlNoC&pg=PA109&dq=Werner+T%C3%BCbke+plague&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi_nYThmo_nAhXKUlAKHUWcDBMQ6AEIKTAA#v=onepage&q=Werner%20T%C3%BCbke%20plague&f=false|cid=Gaehtgens e Zelljadt}}
* {{Cita libro|autore=Massimo Montanari|wkautore=Massimo Montanari|titolo=Storia medievale|editore=editori Laterza|anno=2006|edizione=23|isbn=978-88-420-6540-1|cid=Montanari}}
* {{cita libro|autore=William Naphy |autore2=Andrew Spicer|titolo=La peste in Europa|anno=2006|isbn=978-88-15-10967-5|cid=Naphy e Spicer|editore=Il Mulino|oclc=68598883}}
* {{Cita libro|autore=Stefan Cunha Ujvari|titolo=Storia delle epidemie|editore=Odoya |anno=2002|isbn=978-88-6288-127-2 |oclc=775569586|città=Bologna|cid=Ujvari}}
* {{cita libro|titolo=Diseases of the Human Body|url=https://archive.org/details/diseasesofhumanb0000tamp_s1x3|cognome=Tamparo|nome=Carol|autore2=Marcia Lewis|editore=F.A. Davis Company|anno=2011|isbn=978-0-8036-2505-1|città=Filadelfia|cid=Tamparo e Lewis, 2011|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=Jean-Charles Seigneuret|titolo=Dictionary of Literary Themes and Motifs|url=https://archive.org/details/dictionaryoflite01seig|volume=Volume 1|isbn=978-0-313-22943-5|curatore=Peter Lee|editore=Greenwood Publishing Group|anno=1988|cid=Seigneuret|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=Christine Zuchora-Walske|titolo=Poland. Countries of the World|url=https://archive.org/details/poland0000zuch|editore=ABDO|anno=2013|isbn=978-1-61783-634-3|cid=Zuchora-Walske|lingua=en}}
 
== Voci correlate ==
* [[Alexandre Yersin]]
* [[Peste nera]]
* [[Abito del medico della peste]]
* [[Aldrui D'Orsa]]
* [[Storia della colonna infame]]
* [[Giuseppe Ripamonti]]
 
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