Martin Lutero: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|l'opera teatrale di [[John Osborne]]|Lutero (opera teatrale)|Lutero}}
{{nota disambigua|descrizione=l'omonimo statunitense, politico, attivista e pastore protestante|titolo=[[Martin Luther King]]}}
{{nota disambigua||Martin Luther (disambigua)|Martin Luther}}{{Bio
{{Bio
|Nome = Martin
|Cognome = Lutero
|PostCognomeVirgolaPreData = nome [[Lingua italiana{{tedesco|italianizzato]] di '''Martin Luther'''}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Eisleben
|LuogoNascitaLink = Lutherstadt Eisleben
|GiornoMeseNascita = 10 novembre
|AnnoNascita = 1483
|LuogoMorte = Eisleben
|LuogoMorteLink = Lutherstadt Eisleben
|GiornoMeseMorte = 18 febbraio
|AnnoMorte = 1546
|Epoca = 1400
|Epoca2 = 1500
|Attività = teologo
|Epoca = 1400 - 1500
|Nazionalità = tedesco
|PostNazionalità = , noto principalmente come riformatore religioso e iniziatore del [[protestantesimo]]
|Immagine = Luther46c.jpg
|Immagine = Lucas Cranach d.Ä. - Martin Luther, 1528 (Veste Coburg).jpg
|Didascalia =''Ritratto di Martin Lutero'' di [[Lucas Cranach]] ([[1529]])
|Didascalia = ''Ritratto di Martin Lutero'' ([[Cranach il Vecchio]], 1529)
}}
[[File:Martin Luther Signature.svg|min]]
Fu l'iniziatore della [[Riforma protestante]].
Inizialmente [[presbitero]] [[agostiniano]] e docente universitario, dalla personalità vigorosa e decisa, diede vita a una nuova [[teologia]] in cui sostenne che non è necessaria l'intercessione della Chiesa ai fini della salvezza spirituale, considerando la salvezza come «un [[Grazia (teologia)|libero dono]] di Dio» ([[Giustificazione (teologia)|giustificazione]]) accordato all'uomo per [[Sola fide|sola fede]] senza l'ausilio delle [[Legge di Dio#Nelle lettere di Paolo|opere della legge]] in una particolare interpretazione del pensiero di [[Paolo di Tarso|Paolo]] e di [[Agostino d'Ippona|Agostino]].
 
Questa, e altre posizioni pesantemente critiche contro la [[chiesa cattolica|chiesa di Roma]], come per esempio la condanna della nota [[indulgenza|vendita delle indulgenze]] praticata dai papi [[papa Giulio II|Giulio II]] e [[papa Leone X|Leone X]], lo indussero a formulare nel 1517 le ''[[95 tesi]]'', considerate dagli storici l'inizio ''de facto'' dello scisma dal cattolicesimo (ufficializzato nel 1521 nel corso della [[Dieta di Worms (1521)|Dieta di Worms]]) e, contestualmente, della [[riforma protestante]].
 
Invitato a ritrattare le sue tesi e le sue posizioni critiche contro Roma, Lutero rifiutò e nel 1521 fu [[scomunica]]to per [[eresia]] da Leone X con la bolla ''[[Decet Romanum Pontificem]]''. La confessione [[Cristianesimo|cristiana]] basata sulla sua dottrina teologica è chiamata ''[[luteranesimo]]'' o protestantesimo luterano.
 
== Biografia ==
=== Infanzia e formazione ===
{{Luteranesimo}}
[[File:Hans and Margarethe Luther, by Lucas Cranach the Elder.jpg|min|sinistra|Ritratto di Hans Luther e Margarethe Ziegler, genitori di Martin Lutero]]
[[File:Luther Eisleben01.jpg|left|thumb|Monumento di Lutero a Eisleben]]
Nel [[1497]] Lutero frequentò la scuola di latino a [[Magdeburgo]] presso i [[Riforma spirituale medievale|Fratelli della vita comune]], un'associazione religiosa d'origine medievale.
<br />Per volontà del padre si iscrisse all'università di [[Erfurt]] ([[1501]]), dove conseguì il titolo di [[Baccalaureato (teologia)|Baccalaureus artium]].
<br />Fu nella biblioteca di questa università che Lutero lesse per la prima volta la Bibbia: «Mi piacque moltissimo», disse «e volevo ritenermi abbastanza fortunato da possedere un giorno quel libro».
<br />Il 17 luglio [[1505]], a ventidue anni, Lutero entrò nel convento agostiniano di Erfurt dove approfondiva gli scritti di San Paolo e Sant'Agostino e fu [[Ordinazione|ordinato]] [[Ordinazione|sacerdote]] nel [[1507]], nonostante la contrarietà del padre, non convinto della sua vocazione.
<br />Il giovane monaco agostiniano si dedicò agli studi [[Teologia|teologici]] ed alla pratica delle virtù monastiche a cominciare dall'[[umiltà]].
<br />[[Johann von Staupitz]], fu colpito dalle capacità e dalla disciplina del giovane e lo segnalò a [[Federico III di Sassonia]], che aveva appena fondato l'[[Università di Wittenberg]] e cercava nuovi insegnanti.
Nel 1508 Lutero iniziò l'insegnamento della dialettica e della fisica leggendo e commentando l'''[[Etica Nicomachea]]'' di [[Aristotele]] all'università di Wittenberg, quindi diresse le ''[[Male e peccato|disputationes]]'' degli studenti.
<br />Proseguì poi i suoi studi di [[teologia]] e delle scritture.
<br />Nel [[1510]] fu inviato a [[Roma]] in rappresentanza del convento agostiniano di Erfurt per questioni interne all'Ordine dove rimase scandalizzato per tutto quello che aveva constatato nel clero. Si dice che entrando in piazza del Popolo, sia caduto in ginocchio esclamando: «Salve Roma santa, città di martiri, santificata dal sangue che essi vi hanno sparso».<ref>http://www.bedbreakfastroma.it/articoli/porta-del-popolo.html</ref>
<br />Il 19 ottobre dell'anno seguente si laureò in teologia.
<br />Nel [[1513]] iniziò le lezioni sui [[Salmi]] all'università di [[Wittenberg]].
<br />L'anno successivo [[papa Leone X]] concesse l'[[Indulgenza|indulgenza plenaria]] ad ogni fedele che dopo la confessione e la comunione avesse fatto un'offerta per la costruzione della [[Basilica di San Pietro in Vaticano|basilica di San Pietro]] a Roma.
<br />Nell'anno [[1515]] Lutero fu nominato, dal capitolo degli Agostiniani, vicario generale dei numerosi conventi del distretto della [[Misnia]] e della [[Turingia]], e secondo la consuetudine il vicario generale Staupitz lo invitò ad accompagnarlo in visita a molti di questi importanti monasteri. Nello stesso anno iniziò le lezioni sull'[[Paolo di Tarso|Epistola ai Romani]]. In seguito nel 1517 emanò 95 enunciati o "tesi" contro le indulgenze papali, scatenando la reazione della chiesa cattolica.
 
Martin Lutero nacque a Eisleben (nell'odierno ''[[Stati federati della Germania|Land]]'' di [[Sassonia-Anhalt]]) nella notte del 10 novembre 1483, «undici ore dopo il tramonto», cioè verso le cinque del mattino; {{Senza fonte|venne battezzato con il nome Martin in onore di [[Martino di Tours]], santo festeggiato l'11 novembre, giorno successivo a quello della sua nascita}}. I suoi ascendenti erano contadini: «Sono figlio di contadini», ricorda il riformatore in uno dei suoi ''[[Discorsi a tavola]]'', aggiungendo che «ci sono stati però contadini che sono diventati re e imperatori». Lutero era figlio di Hans Luther (1459-1530) e Margarethe Ziegler (figlia di Johannes Lindemann e Margaretha Lindemann) (1459-1531). Hans, non avendo ereditato terra, era andato a lavorare in miniera, costruendosi una discreta fortuna, senza che questo ne facesse un uomo ricco; la moglie, infatti, doveva portare la legna dal bosco vicino.
=== La dottrina della ''giustificazione per fede'' ===
[[File:Martin Luther coloured drawing.png|thumb|right|Martin Lutero]]
Negli anni di Wittenberg la riflessione luterana sul rapporto tra Dio e uomo si fece sempre più intensa. Lutero vive una religiosità di tipo [[Medioevo|medioevale]]. Egli non vive la crisi della religiosità tradizionale tipica di una cultura rinascimentale che non gli appartiene (cfr. L. Febvre, "Martin Lutero", Bari 1969). È un uomo del passato, vive la fede come i suoi antenati. Si può dire che quasi senza volerlo<ref>A quanto si racconta Lutero rimase sorpreso dall'affissione delle tesi sul portone della cattedrale di Wittenberg ad opera dei suoi studenti</ref> egli si trovò ad essere l'inconsapevole elemento catalizzatore di un enorme fenomeno storico.
 
L'ambiente in cui crebbe Lutero era cattolico e severo, ma anche rozzo e volgare. Nella fede dei genitori vi era infatti una componente di superstizione popolare, attinta soprattutto dal paganesimo germanico.<ref>{{cita|Bainton 1960|p. 7}}.</ref><ref>{{cita|Felici, 2016|p. 48}}.</ref>
Tra la fine del [[1512]] e l'inizio del [[1514]], Lutero provò l<nowiki>'</nowiki>''esperienza della torre'' (''Turmerlebnis''): un'improvvisa rivelazione, cioè l'assioma fondamentale della religione protestante, come egli stesso ammise gli venne in mente mentre si trovava «nella latrina della torre», leggendo e meditando sulla lettera di San Paolo ai Romani,<ref>[[Norman O. Brown]] sottolinea con attenzione la non casualità del luogo escrementizio: «La psicoanalisi (...) non può non trovare significativo il fatto che l'esperienza religiosa che inaugurò la teologia protestante abbia avuto luogo al gabinetto», da ''Life Against Death: The Psychoanalytic Meaning of History'' [[1959]]</ref> ed in particolare su alcuni passi, come: «poiché non c'è distinzione: tutti infatti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, essendo giustificati gratuitamente per la Sua grazia, mediante la redenzione in Gesù Cristo, che Dio ha esposto per espiazione col Suo sangue mediante la fede», da Romani 3,23-25; «poiché noi riteniamo che l'uomo è giustificato per mezzo della fede, senza le opere della legge», da Romani 3,28; «giustificati dunque per la fede, abbiamo pace con Dio, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci gloriamo, nella speranza della Gloria di Dio», da Romani 5,1-2.
 
Un anno dopo la nascita di Martin, la famiglia si trasferì a [[Mansfeld]], dove cominciò a frequentare la scuola, esercitandosi nel canto sacro.
Lo studio della Bibbia, la preghiera e la meditazione lo aiutarono a pervenire a un intendimento diverso di come Dio considera i peccatori. Da qui, derivò l'idea che il favore di Dio non è qualcosa che si possa guadagnare, ma viene concesso per immeritata benignità a coloro che manifestano fede.
 
Nel 1497 Lutero frequentò la scuola di latino a [[Magdeburgo]], presso i [[Riforma spirituale medievale|Fratelli della vita comune]], un'associazione religiosa d'origine medievale. Per volontà del padre si iscrisse poi all'Università di [[Erfurt]] (1501), dove conseguì il titolo di [[Baccalaureato (teologia)|Baccalaureus artium]].<ref>{{cita|Felici, 2016|pp. 48-49}}.</ref>
Nella teologia paolina infatti l'apostolo sostiene che se noi avremo fede saremo [[Giustificazione (teologia)|giustificati]] da Dio per i meriti di nostro signore Gesù Cristo. Dio, e lui solo, ci darà la [[grazia (teologia)|grazia]], la salvezza ''giustificandoci''. È questo il punto centrale di tutta la dottrina Luterana: egli infatti intende ''giustificati'' in senso letterale (iustum facere): essere resi giusti da ingiusti che siamo per natura (cfr. V. Subilia, "La giustificazione per fede", Brescia 1976).
 
=== Nell'ordine agostiniano ===
È l'onnipotenza divina che è in grado di fare questo: trasformare il nero in bianco, rendere giusto ciò che per sua natura è profondamente ingiusto. È inutile che l'uomo "con le sue corte braccia" tenti di raggiungere Dio. L'uomo non può lusingare Dio con le buone opere, tanto più che il peccato originale lo porterà di nuovo irrimediabilmente a peccare. Tutto dipende da Lui, che interviene direttamente sull'uomo. Non c'è più bisogno del mediatore tra Dio e l'uomo: il [[sacerdote]], ma è Dio che nella sua onnipotenza salva chi ha deciso ''ab aeterno'' (dall'eternità) di salvare.
[[File:Lucas Cranach the Elder - Martin Luther, Bust in Three-Quarter View - Google Art Project.jpg|min|verticale|Lutero nel periodo monacale]]
Fu nella biblioteca di tale istituto che lesse per la prima volta la [[Bibbia]]: «Mi piacque moltissimo» -disse- «e volevo ritenermi abbastanza fortunato da possedere un giorno quel libro». Un evento del luglio 1505 indirizzò il suo futuro: mentre era in viaggio fu sorpreso da un violento temporale alle porte di Stotterheim, un villaggio sassone. Caduto a terra per gli effetti di un fulmine poco distante, rivolse una promessa a [[Anna (madre di Maria)|sant'Anna]]; se si fosse salvato, avrebbe abbracciato la vita monastica.<ref>{{cita|Bainton 1960|p. 3; la famiglia di Lutero era particolarmente devota a Sant'Anna, patrona dei minatori.}}</ref><ref>{{cita|Felici, 2016|p. 49}}.</ref>
 
Il 17 luglio 1505, a ventidue anni, entrò nel convento [[ordine di Sant'Agostino|agostiniano]] di [[Erfurt]], dove approfondì e studiò con cura le lettere di [[san Paolo]] e gli scritti religiosi di [[sant'Agostino]]. Qui, nel 1507, fu [[ordinato]] [[sacerdote]], nonostante la contrarietà del padre (non convinto della serietà della sua vocazione). Il giovane frate agostiniano si dedicò agli studi [[Teologia|teologici]] e alla pratica delle virtù conventuali, a cominciare dall'umiltà. [[Johann von Staupitz]], colpito dalle sue capacità e dalla sua disciplina, lo segnalò a [[Federico III di Sassonia]], che aveva appena fondato l'[[Università di Wittenberg]] e cercava nuovi docenti.<ref>{{cita|Felici, 2016|pp. 49-50}}.</ref>
Lutero riesaminò mentalmente l'intera Bibbia per determinare se questa nuova conoscenza era in armonia con altre dichiarazioni bibliche, e ritenne di trovarne ovunque la conferma.
 
Pertanto, nel 1508, Lutero iniziò a insegnarvi dialettica e fisica, leggendo e commentando l{{'}}''[[Etica Nicomachea]]'' di [[Aristotele]], e passando in seguito a dirigere le ''[[disputatio]]nes'' degli studenti. Negli anni seguenti proseguì i suoi studi di [[teologia]] e delle Sacre Scritture. Nel 1510 fu inviato a [[Roma]] (in rappresentanza del suo convento, per questioni interne all'Ordine) dove, a differenza di quanto riportato da diverse fonti, non rimase troppo scandalizzato per la condotta del clero, anche se lo storico-biografo Bainton sostiene che fin dal suo arrivo ebbe delusioni di vario genere, soprattutto da parte dei preti locali. Essi lo colpirono per la "crassa ignoranza e la frivolità", in quanto erano in grado di celebrare in fretta e furia sei o sette messe nello stesso tempo in cui lui ne celebrava una soltanto. Inoltre, egli inorridiva nel sentir dire che i quartieri malfamati erano frequentati da ecclesiastici, e che alcuni di essi si reputavano virtuosi perché si limitavano ad avere rapporti con donne.<ref>{{cita|Bainton 2003|p. 23}}.</ref> La critica si divide anche sull'effetto che gli fece il fervore artistico e culturale che in quegli anni investiva il centro della cristianità. Mentre alcuni<ref>Luigi Mezzadri, Paola Vismara, ''La Chiesa tra Rinascimento e Illuminismo'', Roma, Città Nuova, 2006 - p. 75</ref> ritengono che il giovane monaco tedesco fu entusiasta dei capolavori artistici romani, altri, come R. Bainton, affermano che essi non lo interessarono per niente, essendo più attratto dalla "Roma dei santi".<ref>{{cita|Bainton 2003|p. 22}}.</ref> Una leggenda dice che, entrando in piazza del Popolo, sia caduto in ginocchio esclamando: «Salve Roma santa, città di martiri, santificata dal sangue che essi vi hanno sparso».<ref>Mauro Lucentini, ''La grande guida di Roma'', Newton & Compton, 1999, p. 28.</ref> Anch’egli salì sulla [[Scala Santa]] sulle mani e sulle ginocchia, scalino per scalino, da lui baciati, nella speranza di liberare un'anima dal purgatorio, dispiacendosi persino che i suoi genitori fossero ancora in vita, non potendo così beneficiarli in quel momento con la sua pratica devozionale.<ref>{{cita|Bainton 2003|p. 24}}.</ref>
La dottrina della giustificazione, o salvezza, per fede e non mediante le opere, o la penitenza, rimase il pilastro centrale degli insegnamenti di Lutero, che erano comunque derivati da quelli di [[Wycliff]] e di [[Huss]].
 
Il 19 ottobre dell'anno seguente si laureò in teologia e nel 1513 iniziò a tenere lezioni sui [[Salmi]]<ref>Heinrich Böhmer suggerisce che le lezioni si siano svolte dal 16 agosto, 1513 al 20 ottobre 1515: ''Luthers erste Vorlesung'', Leipzig, Teubner Verlag, 1924, p. 5.</ref>, poi pubblicate nel 1519<ref>''Dictata super Psalterium 1513 - 1516'' e ''Dictata super Psalterium 1513 - 1516 und anderen Schriften der Jahre 1513 - 1520'', voll. 3 e 4 della Weimarer Kritische Ausgabe (1885-86); una nuova edizione critica è stata pubblicata nel volume 55.</ref>. Nell'anno 1515 Lutero fu nominato, dal capitolo degli Agostiniani, vicario generale dei numerosi conventi del distretto della [[Misnia]] e della [[Turingia]]. Il vicario generale Staupitz, secondo la consuetudine del tempo, lo accompagnò a visitare molti di questi importanti monasteri. Nello stesso anno iniziò le lezioni sull'[[Epistola ai Romani]], il cui manoscritto fu scoperto e pubblicato nel 1908.<ref>Le lezioni furono tenute dalla primavera del 1515 alla fine del semestre estivo 1516; la prima pubblicazione fu curata da Johannes Ficker che aveva ritrovato il manoscritto: ''Luthers Vorlesung über den Römerbrief, 1515/1516: Die Scholien'', Dieterich 1908; nel 1938 furono pubblicate nei volumi 55 e 56 della Weimarer Ausgabe.</ref>
 
Fu lo studio delle [[lettere di San Paolo]] a fargli elaborare una nuova comprensione della giustizia di Dio, che ora intendeva come ''iustitia passiva''. In particolare, tra il 1515 e il 1517, dopo aver riflettuto su di un passo della Lettera ai Romani<ref group=N>Il passo bibliico che ispirò Lutero riguardo al peccato e al perdono fu: {{quote|Io infatti non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: Il giusto per fede vivrà.|[[Lettera ai Romani|Rm]] 1,16-17}}</ref>, sviluppò una teoria in cui asseriva che per la salvezza dell'anima non era necessario conseguire particolari meriti, ma che era sufficiente abbandonarsi all'azione salvifica di Dio: bastava quindi credere per sapersi e sentirsi salvato.<ref>{{cita|Martina, 1993|pp. 129-131}}.</ref>
 
=== La dottrina della giustificazione per fede ===
==== L'ultimo dei medievali, il primo dei moderni ====
[[File:Martin Luther coloured drawing.png|min|verticale|Martin Lutero]]
Negli anni passati a [[Wittenberg]] la riflessione luterana sul rapporto tra Dio e uomo si fece sempre più intensa. Lutero viveva una religiosità di tipo [[medioevale]]. Egli non condivideva la crisi della religiosità tradizionale, tipica di una cultura rinascimentale che non gli apparteneva: era un uomo del passato e viveva la fede come i suoi antenati. Si può dire che quasi senza volerlo<ref>Secondo una recente storiografia Lutero non fu l'autore materiale dell'affissione delle tesi sul portone della cattedrale di Wittenberg. «Il fatto è attestato da un solo documento, redatto da Melantone nel 1546, dopo la morte del riformatore. Ma nel 1517 egli non era a Wittenberg; inoltre, diversi particolari del testo sono smentiti dai fatti. Lo storico Erwin Iserloh ha dimostrato che l’affissione delle Tesi non è storia, ma leggenda, e per di più contraddice l’intenzione del riformatore.» (In ''La civiltà cattolica - L'affissione delle 95 tesi di Lutero: storia o leggenda?'' Giancarlo Pani, Quaderno 3993 pp. 213-226, Anno 2016, Volume IV)</ref> egli si trovò a essere l'inconsapevole elemento catalizzatore di un enorme fenomeno storico.<ref>Cfr. {{cita|Febvre 1969}}.</ref> Affermando la libertà della fede da ogni imposizione dogmatica Lutero fu d'altra parte anche «uomo del mondo moderno, in quanto esprime la fede nella sua purezza come aveva appreso dalla Bibbia…».<ref>Carmine Benincasa, ''L'altra scena. Saggi sul pensiero antico, medievale, controrinascimentale'', Edizioni Dedalo, 1979 p.498</ref><ref>Giancarlo Pani, ''Paolo, Agostino, Lutero: alle origini del mondo moderno'', Rubbettino Editore, 2005.</ref>
{{citazione|Altri scoprivano mondi e mari ignoti, Lutero scoprì un mondo religioso fino allora sconosciuto...Dentro questioni aperte come le guerre combattute in nome di Dio, il diritto alla libertà di culto, la crisi del primato della politica ritroviamo infatti le ragioni e gli esiti del conflitto che il monaco tedesco ingaggiò contro il papato romano.<ref>[[Adriano Prosperi]], ''Lutero, gli anni della fede e della libertà'', Edizioni Mondadori, 2017 quarta di copertina</ref>}}
 
==== Iustus ex fide vivit ====
{{vedi anche| Giustificazione (teologia)#Protestantesimo}}
Tra la fine del 1512 e l'inizio del 1514 Lutero provò l{{'}}esperienza della torre (''Turmerlebnis''): un'improvvisa rivelazione, cioè l'assioma fondamentale della religione protestante, come egli stesso racconta gli venne in mente mentre si trovava nella torre del convento<ref>Prefazione al primo volume dell{{'}}''Opera omnia'' (datata Wittenberg, 5 marzo 1545: Weimarer Ausgabe (WA), vol. 54, ''Schriften 1543/46'', pp. 185-186 (testo latino che comincia con: [http://www.lutherdansk.dk/WA%2054/WA%2054%20-%20web.htm Interim eo anno iam redieram ad Psalterium denuo interpretandum...]), traduzione italiana in ''Grande antologia filosofica'', diretta da Miche Federico Sciacca, Milano, Marzorati, 1964 vol. VIII, pp. 1073-1074 e in Luis Martinez Ferrer e Pier Luigi Guiducci (a cura di), ''Fontes: documenti fondamentali di storia della Chiesa'', Cinisello Balsamo, San Paolo, 2005, pp. 302-303.</ref><ref>Secondo Luigi Mezzadri, ''Storia della Chiesa: tra Medioevo ed epoca moderna'', Volume 4, CLV-Edizioni, 2007, p. 154, il luogo dell'epifania sarebbe la latrina; secondo Erwin Iserloh, ''Storia della Chiesa'', diretta da Hubert Jedin, vol. 6, ''Riforma e Controriforma'', Milano, Jaca Book, 1975, p. 36, l'ambiente riscaldato (''hypocaustum'').</ref>, leggendo e meditando sulla lettera di San Paolo ai Romani<ref>[[Norman O. Brown]] sottolinea con attenzione la non casualità del luogo escrementizio: «La psicoanalisi (...) non può non trovare significativo il fatto che l'esperienza religiosa che inaugurò la teologia protestante abbia avuto luogo al gabinetto», da ''Life Against Death: The Psychoanalytic Meaning of History'' [[1959]]</ref>. In uno dei [[discorsi a tavola]]<ref>[https://archive.org/stream/werketischreden10202luthuoft#page/177/mode/1up WA, TR 2, p. 177] ''Discorsi a tavola'' (è il testo in cui compare il termine "Cl." interpretato da alcuni studiosi come ''cloaca'' e da altri come ''claustrum'')</ref><ref>[https://archive.org/stream/werketischreden103luthuoft#page/228/mode/2up WA TR 3, p. 228] ''Op.cit. ibidem''</ref> tenuto nel 1532 il riformatore racconta del terrore che gli ispiravano due parole: "iustus" e "iustitia" che gli facevano pensare che se Dio è somma giustizia non c'è scampo alla dannazione eterna per il peccatore.
 
{{Citazione|Non amavo quel Dio giusto e vendicatore, anzi lo odiavo e se non lo bestemmiavo in segreto, certo mi indignavo e mormoravo violentemente contro di lui.<ref>Martin Luther Werke. Kritische Gesamtausgabe, Weimar, 1883-1983, vol. 54, cfr. Roberto Coggi, ''La riforma protestante'', Volume 2, Edizioni Studio Domenicano, 2004 p. 11</ref>}}
[[File:Hieronymus hopfner-martíin lutero.jpg|min|verticale]]
Ma riflettendo su alcuni passi delle Lettere di San Paolo, in particolare su:
 
* «Il mio giusto vive mediante la fede; ma se indietreggia, la mia anima non si compiacerà in lui» (''«iustus autem meus ex fide vivit: quod si subtraxerit se, non placebit animæ meæ''» (da Ebrei 10, 38 riprendendo Abacuc 2,4 e Romani, 1,17);
* «''poiché non c'è distinzione: tutti infatti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, essendo giustificati gratuitamente per la Sua grazia, mediante la redenzione in Gesù Cristo, che Dio ha esposto per espiazione col Suo sangue mediante la fede''» (da Romani 3,23-25);
* «''poiché noi riteniamo che l'uomo è giustificato per mezzo della fede, senza le opere della legge''» (da Romani 3,28);
* «''giustificati dunque per la fede, abbiamo pace con Dio, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci gloriamo, nella speranza della Gloria di Dio''» (da Romani 5,1-2).
Ecco allora che quelle due terribili parole gli diventarono «''dulcia et iucunda''» e che la soluzione del suo dramma religioso era stata un dono dello Spirito Santo.<ref>[[Adriano Prosperi]], [https://books.google.it/books?id=V-7CDgAAQBAJ&pg=PT86&dq=discorsi+a+tavola+lutero&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiCndvarp_XAhWHD8AKHSUjDG4QuwUIUDAH#v=snippet&q=iustus&f=false ''Lutero''], Mondadori 2017</ref>
 
Lo studio della Bibbia, la preghiera e la meditazione aiutarono dunque Lutero a pervenire a un intendimento diverso di come Dio considera i peccatori. Da qui derivò l'idea che il favore di Dio non è qualcosa che si possa guadagnare, ma viene concesso per immeritata benignità a coloro che manifestano fede. Nella teologia paolina infatti l'apostolo sostiene che se noi avremo fede saremo [[Giustificazione (teologia)|giustificati]] da Dio per i meriti di nostro signore Gesù Cristo. Dio, e lui solo, ci darà la [[grazia (teologia)|grazia]], la salvezza giustificandoci. È questo il punto centrale di tutta la dottrina luterana: egli infatti intende giustificati in senso letterale (iustum facere): essere resi giusti da ingiusti come per natura siamo.<ref>Vittorio Subilia, ''La giustificazione per fede'', Brescia, Paideia 1976.</ref>
 
È l'onnipotenza divina che è in grado di fare questo: trasformare il nero in bianco, rendere giusto ciò che per sua natura è profondamente ingiusto. È inutile che l'uomo "con le sue corte braccia" tenti di raggiungere Dio. L'uomo non può lusingare Dio con le buone opere, tanto più che il peccato originale lo porterà di nuovo irrimediabilmente a peccare. Tutto dipende da Lui, che interviene direttamente sull'uomo. Non c'è più bisogno del mediatore tra Dio e l'uomo: il [[sacerdote]] (il "sacerdos", colui che dà il sacro) ma è Dio che nella sua onnipotenza salva chi ha deciso ''ab aeterno'' (dall'eternità) di salvare.
 
Lutero riesaminò mentalmente l'intera Bibbia per determinare se questa nuova conoscenza fosse in armonia con altre dichiarazioni bibliche, e ritenne di trovarne ovunque la conferma. La dottrina della giustificazione, o salvezza, per fede e non mediante le opere, o la penitenza, rimase il pilastro centrale degli insegnamenti di Lutero, che erano comunque derivati da quelli di [[John Wyclif|Wyclif]] e di [[Jan Hus|Hus]].
 
==== Differenza con la teologia cattolica ====
[[File:Luther und Hus-Abendmahl.jpg|min|verticale|sinistra|[[Xilografia]] di Lutero e [[Jan Hus|Hus]] che dispensano la Santa Comunione]]
È dunque esclusivamente Dio che salva, nella misura in cui, in quanto onnipotente, è in grado di trattare come giusto ciò che per sua natura è ingiusto. Ma per i protestanti è solo la fede che salva. La [[Chiesa cattolica]], in merito al problema della giustificazione, crede sulla necessità sia della grazia divina che della cooperazione umana, fatta di fede ed opere: l’uomo è sì corrotto dal peccato originale, ma il suo libero arbitrio non è completamente annullato, e dunque trova, con l’aiuto della grazia divina, la forza per risorgere.L'affermazione che per ottenere la salvezza sono necessarie oltre alla fede anche le opere di bene,viene fondata su Matteo 25, 31-46 e Giacomo 2,14-16. Una seconda differenza sta nel fatto che per la teologia cattolica posteriore al [[Concilio di Trento]] la giustificazione è un effetto reale operato nel fedele dalla grazia di Dio, mentre per la teologia luterana, e per parte della teologia cattolica anteriore al [[Concilio di Trento]], la giustificazione del fedele è la stessa grazia di Dio, ossia è uno dei modi in cui Dio può decidere di considerare un peccatore: il modo di considerarlo come giustificato. Resta fermo che per i teologi di entrambe le confessioni l'uomo non merita, da sé, la grazia di Dio.
 
È dunque esclusivamente Dio che salva poiché, in quanto onnipotente, è in grado di trattare come giusto ciò che per sua natura è ingiusto. Infatti per i protestanti è solo la grazia di Dio che salva, attraverso la fede. La [[Chiesa cattolica]], in merito al problema della giustificazione, crede nella necessità sia della grazia divina sia della cooperazione umana, fatta di fede e opere: l'uomo è sì corrotto dal peccato originale, ma il suo libero arbitrio non è completamente annullato, e dunque trova, con l'aiuto della grazia divina, la forza per risorgere.
Secondo i cattolici la dottrina luterana getta l'uomo nella disperazione. Mentre il cattolico, tramite i [[sacramenti]], può presumere di avere ottenuto il perdono ed essere in grazia di Dio, il luterano non dispone di segni che gli possano far ritenere probabile di essere stato [[predestinazione|predestinato]] alla salvezza; può solo sperarlo e crederlo fortemente, e quanto più sarà stato peccatore, tanto più potrà e dovrà esprimere fortemente la sua fede di essere salvato.<ref>Diversamente da Lutero, [[Giovanni Calvino|Calvino]] riterrà che il fedele che, tramite il [[lavoro]], ottiene successo e benessere, possa supporre di essere predestinato alla salvezza. Questi, cioè, saranno in qualche modo segni della grazia di Dio.</ref>
 
Una seconda differenza sta nel fatto che per la teologia cattolica la giustificazione è un effetto reale operato nel fedele dalla grazia di Dio, mentre per la teologia luterana, la giustificazione del fedele è la stessa grazia di Dio, ossia è uno dei modi in cui Dio può decidere di considerare un peccatore: il modo di considerarlo come giustificato. Resta fermo che per i teologi di entrambe le confessioni l'uomo non merita, da sé, la grazia di Dio.
Al presente, tuttavia, è difficile individuare gli effettivi punti di disaccordo tra teologia luterana e teologia cattolica. Il 31 ottobre 1999 ad [[Augusta (Germania)|Augusta]] il [[Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani]] e la [[Federazione Luterana Mondiale]] hanno sottoscritto una "Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione" nella quale si approva, in sostanza, la dottrina luterana, per poi in definitiva affermare che non c'è sostanziale differenza teologica e si affermò, da entrambe le parti, che la teologia è una sia per i protestanti in genere, che per i cattolici o per gli ortodossi.
 
Mentre il cattolico, tramite i [[sacramenti]], può presumere di avere ottenuto il perdono ed essere in grazia di Dio, il luterano ne è certo, basato sulle stesse promesse divine nelle Scritture, il cui Autore, Dio stesso, non può mentire. Tuttavia il protestante non può, in vita, sapere se la sua fede è stata "salvifica", perché nemmeno la fede dell'uomo è un suo merito.<ref>Diversamente da Lutero, [[Giovanni Calvino|Calvino]] riterrà che il fedele, che, tramite il [[lavoro]], ottiene successo e benessere, possa supporre di essere predestinato alla salvezza. Questi, cioè, saranno in qualche modo segni della grazia di Dio. {{cita libro |titolo=[[L'etica protestante e lo spirito del capitalismo]]|autore=[[Max Weber]]|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=1997}}</ref>
==== I punti fondamentali della dottrina luterana ====
 
Al presente, tuttavia, secondo la parte della comunità internazionale luterana meno legata alle confessioni luterane e più incline all'ecumenismo, è difficile individuare gli effettivi punti di disaccordo tra teologia luterana e teologia cattolica. Il 31 ottobre 1999 ad [[Augusta (Germania)|Augusta]] il [[Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani]] e la [[Federazione mondiale luterana]] hanno sottoscritto una "[[Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione]]" e si affermò, da entrambe le parti, che la teologia è una<ref>[http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/chrstuni/documents/rc_pc_chrstuni_doc_31101999_cath-luth-joint-declaration_it.html Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione] Augusta - 31 ottobre 1999</ref> sia per i protestanti in genere, sia per i cattolici o per gli ortodossi, convenendo che la giustificazione è ottenuta per fede - come già proposto dal cardinale [[Gasparo Contarini]] nei [[Colloqui di Ratisbona]] del 1541.
 
Un'altra parte dei luterani, cosiddetti confessionali, tra cui quelli dell'International Lutheran Council, non l'ha sottoscritto, e rimane ferma nella confessione della salvezza solamente per grazia di Dio, solamente per fede e fede in Cristo soltanto, cosa che la Chiesa cattolica non ha mai accettato, nemmeno nel documento sulla giustificazione del 1999.
 
=== I punti fondamentali della dottrina luterana ===
{{vedi anche|Luteranesimo#Teologia della chiesa luterana}}
[[File:20101010135DR Hirschfeld (Reinsberg) Dorfkirche Martin Luther.jpg|min|verticale|Ritratto di Lutero]]
I capisaldi della dottrina luterana possono essere così sintetizzati:
* Salvezza[[Giustificazione (teologia)#Protestantesimo|salvezza per sola grazia attraverso fede]] (''Sola fide, Sola gratia''): la salvezza non si ottiene a causa delle buone azioni;, si ottiene solamente avendo fede in Dio, cheCristo puòe salvarenella chiunqueSua Egliopera vogliasalvifica.
* L'uomo compie azioni poiché è [[Giustificazione (teologia)#Protestantesimo|giustificato]]: non è giustificato a causa delle sue azioni pie.
* Sufficienza delle 'Sacre Scritture': per comprendere le 'Sacre Scritture' non occorre la mediazione di concili o di papi; ciò che è necessario e sufficiente è la grazia divina e una conoscenza completa ed esatta di esse.
* Libero esame delle 'Sacre Scritture (''[[Sola Scriptura]]''): chiunque, illuminato da Dio, può sviluppare una conoscenza completa ed esatta delle 'Scritture' ("sacerdozio universale").
* SacerdozioSufficienza universaledelle Sacre Scritture: per riceverecomprendere lale graziaSacre divinaScritture non occorre la mediazione di un[[concilio|concili]] cleroo istituzionalizzato:di trapapi; l'uomociò che è necessario e Diosufficiente c'è unla contattograzia direttodivina.
* Sacerdozio universale: per ricevere la grazia divina non occorre la mediazione di un clero istituzionalizzato. Il cristiano cerca di vivere assieme ai fratelli nel corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa invisibile, attraverso l'attiva partecipazione nella chiesa visibile.
* predestinazione del bene e del male
* negazioneNegazione dell'[[infallibilità papale]] e del ruolo del papa come successore di [[san Pietro]] e capo temporale.
* I [[sacramenti]] sono ridotti al [[battesimo]] e all'[[eucaristia]], gli unici secondo Lutero a essere menzionati nel Vangelo come istituiti da Cristo stesso. Degli altri cinque sacramenti della Chiesa cattolica, Lutero ha opinioni differenti; alcuni, come la Confessione, sono mantenuti anche se senza l'intermediazione di un ministro, altri, ad esempio l'Estrema Unzione, sono relegati a pure superstizioni. Essi sono in ogni caso validi solo se c'è l{{'}}intenzione soggettiva del fedele, quindi perdono il loro valore ''oggettivo''. Lutero inoltre ritiene che nel sacramento eucaristico, a differenza della dottrina cattolica che afferma che si manifesti la ''[[transustanziazione]]'', cioè la reale conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo sangue, avvenga che il pane e il vino al tempo stesso mantengano la loro natura fisica e divengano ''anche'' sostanza del corpo e del sangue del [[Cristo]]<ref>{{Cita web |url=http://www.chiesaluterana.it/i-sacramenti/ |titolo=I sacramenti sono segni sacri, istituiti da Cristo. Gli altri cinque sacramenti, conosciuti dalle Chiese cattolica e ortodossa (confessione, unzione degli infermi, ordine sacerdotale, matrimonio e cresima), secondo l’interpretazione evangelica dei protestanti non sono stati istituiti da Gesù. |accesso=30 settembre 2017 |dataarchivio=10 ottobre 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171010173055/http://www.chiesaluterana.it/i-sacramenti/ |urlmorto=sì }}</ref>: questa dottrina viene denominata da Lutero ''Unione sacramentale'' (''sakramentliche Einigkeit'')<ref>Weimar Ausgabe 26, 442; Luther's Works 37, 299-300.</ref>, e in ambito perlopiù non luterano<ref>[https://wayback.archive-it.org/all/20080102105710/https://www.wels.net/cgi-bin/site.pl?1518&cuTopic_topicID=58&cuItem_itemID=11345 "Real Presence Communion – Consubstantiation?"] «La maggior parte dei luterani rifiuta il termine [consustanziazione] per la falsa connotazione in esso contenuta». Wisconsin Evangelical Lutheran Synod</ref> è nota come [[consustanziazione]].<ref>Secondo la teologia luterana avviene che «in analogia al ferro che, messo nel fuoco, fa sì che sia il fuoco e il ferro siano uniti nel rosso ferro incandescente, e tuttavia ognuno si mantiene» così è nell'Unione sacramentale cioè nell'unione ipostatica della natura umana e divina in Cristo (in ''Contro i profeti celesti sulle immagini e sul sacramento'' (1525) e ''Confessione sulla Cena di Cristo'' (1528), citati in "The Oxford Dictionary of the Christian Church", F.L. Cross, Ed., London: Oxford, 1958, p. 337)</ref> I luterani e i protestanti in genere ammettono quindi anche il [[divorzio]], non essendo il matrimonio celebrato come un sacramento. Il [[celibato ecclesiastico]] viene eliminato.
* l'uomo compie azioni pie poiché è giustificato dalla grazia di Dio: non è giustificato a causa delle sue azioni pie.
 
=== La predica contro le indulgenze ===
 
{{vedi anche|95 tesi di Lutero}}
Si trattava dunque di un'interpretazione letterale del pensiero di [[Paolo di Tarso|San Paolo]] che mal si conciliava con la consuetudine ecclesiastica di concedere il perdono ai peccatori pentiti, e che spesso si manifestava tramite un'effettiva vendita dell'[[indulgenza]] dietro un pagamento che simboleggiava il sincero pentimento e le buone opere da compiere per essere perdonati ed ottenere una remissione delle pene.
 
[[File:Luther_95_Thesen.png|min|verticale|Stampa del 1517 delle 95 tesi, oggi conservata nella Biblioteca di Stato di Berlino]]
All'epoca si credeva generalmente che dopo la morte i peccatori venissero puniti per un certo periodo di tempo, mediante le sofferenze del Purgatorio. Tuttavia si diceva che questo periodo poteva essere abbreviato anche grazie alle indulgenze concesse con l'autorizzazione del papa in cambio di denaro<ref>;altri mezzi erano ritenuti le messe, le preghiere e le buone opere in suffragio.Secondo la dottrina della Chiesa l'indulgenza non serve per ottenere la grazia e quindi la salvezza, ma per la riduzione delle pene da scontare in [[Purgatorio]] per i peccati commessi. L'indulgenza viene concessa a chi, confessato, pentito e comunicato, compie delle "buone opere", penitenze, rinunce, ecc. per ottenere il perdono divino. L'indulgenza, che può comportare la remissione totale o parziale delle pene, era emanata in occasione di particolari eventi di importanza spirituale,pellegrinaggi o anche per le crociate; chi vi partecipava otteneva l'indulgenza plenaria, la remissione totale delle pene. Chi non poteva partecipare alle crociate sostituiva con le "buone opere"; o anche con il pagamento di somme in denaro o con la donazione di altri beni, ottenendo così anche lui di ''lucrare'' l'indulgenza. Predicando contro le indulgenze Lutero quindi contestava la validità delle "buone opere" per ottenere la remissione delle pene e la salvezza.</ref>.
 
La dottrina luterana si rifaceva a un'interpretazione letterale del pensiero di [[San Paolo]] che mal si conciliava con la consuetudine ecclesiastica di concedere tramite la Chiesa, depositaria dei "tesori di Cristo", il perdono ai peccatori pentiti con la vendita dell'[[indulgenza]] che simboleggiava il sincero pentimento e le buone opere (in questi casi il denaro o la cessione di altri beni) da compiere per essere perdonati e ottenere una remissione delle pene. All'epoca si credeva generalmente che dopo la morte i peccatori venissero puniti con le sofferenze in Purgatorio, per un determinato periodo di tempo, a seconda della gravità del peccato. Tuttavia questa permanenza in Purgatorio poteva essere abbreviata anche grazie alle indulgenze concesse con l'autorizzazione del papa in cambio di denaro.<ref>Altri mezzi erano ritenuti le messe, le preghiere e le buone opere in suffragio. Secondo la dottrina della Chiesa l'indulgenza non serve per ottenere la grazia e quindi la salvezza, ma per la riduzione delle pene da scontare in [[Purgatorio]] per i peccati commessi. L'indulgenza viene concessa a chi, confessato, pentito e comunicato, compie delle "buone opere", penitenze, rinunce, ecc. per ottenere il perdono divino. L'indulgenza, che può comportare la remissione totale o parziale delle pene, era emanata in occasione di particolari eventi di importanza spirituale, pellegrinaggi o anche per le crociate; chi vi partecipava otteneva l'indulgenza plenaria, la remissione totale delle pene. Chi non poteva partecipare alle crociate sostituiva con le "buone opere"; o anche con il pagamento di somme in denaro o con la donazione di altri beni, ottenendo così anche lui di ''lucrare'' l'indulgenza. Predicando contro le indulgenze Lutero quindi contestava la validità delle "buone opere" per ottenere la remissione delle pene e la salvezza.</ref>
La predicazione contro la vendita delle indulgenze fu, quindi, il primo atto "riformatore" intrapreso da Lutero, giacché proprio a Wittenberg il principe Federico aveva impiantato tale pratica, avendo ottenuto da Roma il permesso di esercitarla una volta l'anno il giorno di [[Ognissanti]].
 
[[File:Luther95theses.jpg|min|sinistra|Lutero illustra le sue 95 tesi appena affisse]]
In tre occasioni, nell'anno [[1516]], Lutero parlò contro le indulgenze, affermando che il semplice pagamento non poteva garantire il reale pentimento dell'acquirente né che la confessione del peccato costituisse di per sé una sufficiente espiazione.
 
La predicazione contro la vendita delle indulgenze fu, quindi, il primo atto "riformatore" intrapreso da Lutero, giacché proprio a Wittenberg il principe Federico aveva impiantato tale pratica, avendo ottenuto da Roma il permesso di esercitarla una volta l'anno il giorno di [[Ognissanti]]. In tre occasioni, nell'anno 1516, Lutero parlò contro le indulgenze, affermando che il semplice pagamento non poteva garantire il reale pentimento dell'acquirente né che la confessione del peccato costituisse di per sé una sufficiente espiazione. La situazione degenerò nell'anno seguente ([[1517]]) quando un altro esempio di vendita delle indulgenze dalle amplissime ramificazioni richiamò l'attenzione di Lutero.
 
Tutta la questione era nata due anni prima con la bolla ''[[Sacrosancti Salvatoris et Redemptoris]]'', emessa il 31 marzo [[1515]] da [[papa Leone X]], con la quale questi nominava il principe [[Alberto di Hohenzollern|Alberto di [[Brandeburgo]] commissario delle indulgenze per un tempo di otto anni. Scopo del principe era quello di ottenere la prestigiosa carica di [[arcivescovo]] di [[Magonza]] che effettivamente ottenne (nel [[1516]]) dietro un pagamento di diecimila [[Ducato (moneta)|ducati]] finanziati dalla casa d'affari della famiglia [[Fugger]]. Con metà dei redditi generati dalla vendita delle indulgenze (inizialmente non prevista per la Germania nord-orientale), poi, Alberto avrebbe risarcito i suoi creditori, mentre l'altra metà avrebbe costituito un'ulteriore offerta alla Chiesa di Roma per la "fabbricazione"l'edificazione di San Pietro.<ref>{{cita|Felici, 2016|p. 53}}.</ref><ref name=Martina134-136>{{cita|Martina, 1993|pp. 134-136}}.</ref><ref name=SchornSchutte28-30>{{cita|Schorn-Schütt, 1998|pp. 28-30}}.</ref>
 
Sempre nel [[1516]] Lutero iniziò le lezioni sull'[[Lettera ai Galati|Epistola ai Galati]], e visitò le comunità dell'ordine agostiniano di [[Dresda]], Neustadt, Orla, [[NeustadtErfurt]], [[OrlaGotha]], [[ErfurtBad Langensalza]] e [[Nordhausen]]. Nel 1517 il principe Alberto di Brandeburgo, ora anche [[Gothaarcivescovo di Magonza]], Langensalzaincaricò eil frate [[Nordhausendomenicano]] [[Johann Tetzel]] di predicare le indulgenze nei suoi domini. Tale predicazione era accompagnata da stravaganti asserzioni, di cui Lutero ne cita una alla tesi nº 27: "''come il soldino nella cassa risuona, ecco che un'anima il purgatorio abbandona''".<ref name=Martina134-136/><ref name=SchornSchutte28-30/>
 
[[File:Lutherstadt Wittenberg 09-2016 photo06.jpg|min|Il portale della cattedrale di Wittenberg, dove Lutero avrebbe affisso le sue tesi]]
Nel [[1517]] il principe [[Alberto di Brandeburgo]], ora anche arcivescovo di [[Magonza]], incaricò il monaco [[domenicano]] [[Johann Tetzel]] di predicare le indulgenze nei suoi domini. Tale predicazione era accompagnata da stravaganti asserzioni, di cui Lutero ne cita una alla tesi n° 27: "''come il soldino nella cassa risuona, ecco che un'anima il purgatorio abbandona''".
 
Il principe Federico e il suo confinante, il duca Giorgio di [[Sassonia]] [[Giorgio di Sassonia (1471-1539)|"il Barbuto"]], vietarono a Tetzel l'ingresso nelle loro terre, soprattutto per difendere i propri interessi dalla concorrenza del frate, dato che entrambi godevano dell'autorizzazione papale per la vendita delle indulgenze nei rispettivi territori. Tuttavia, quando il frate domenicano giunse a [[Jüterbog]] ([[Brandeburgo]]) nelle vicinanze di [[Wittenberg]], i parrocchiani di Lutero si misero in viaggio per acquistarle. Di conseguenza, al momento della confessione, i fedeli presentavano la pergamena benedetta sostenendo che non dovevano più pentirsi dei loro peccati poiché il documento sanciva la remissione plenaria delle pene.
[[File:Tesentür WB.jpg|right|thumb|Il portale della cattedrale di Wittenberg, dove Lutero affisse le sue tesi]]
Il principe Federico e il suo confinante, il duca Giorgio di [[Sassonia]] "il Barbuto", vietarono a [[Johann Tetzel|Tetzel]] l'ingresso nelle loro terre, soprattutto per difendere i propri interessi dalla concorrenza del frate, dato che entrambi godevano dell'autorizzazione papale per la vendita delle indulgenze nei rispettivi territori. Tuttavia, quando il monaco domenicano giunse a Jüteborg ([[Brandeburgo]]) nelle vicinanze di [[Wittenberg]], i parrocchiani di Lutero si misero in viaggio per acquistarle. Di conseguenza, al momento della confessione, i fedeli presentavano la pergamena benedetta sostenendo che non dovevano più pentirsi dei loro peccati poiché il documento sanciva la remissione plenaria delle pene.
 
Lutero giudicò la predicazione di [[Johann Tetzel|Tetzel]] assurda sotto ogni punto di vista e decise di contrastarla per iscritto. Vuole la tradizione che il 31 ottobre [[1517]] Lutero (o più probabilmente i suoi studenti, abbianoaddirittura all'insaputa del maestro) abbia affisso sulla porta della chiesa di Wittenberg, com'era uso a quel tempo, [[95 tesi]] in latino riguardanti il valore e l'efficacia delle indulgenze. Il testo era indirizzato, oltre che al suo ordinario, il vescovo del Brandeburgo [[Hieronymus Schulz]], proprio all'arcivescovo Alberto, a cui Lutero intendeva mostrare il pessimo comportamento del suo incaricato [[Johann Tetzel|Tetzel]].<ref>In verità, sappiamo però che le tesi furono pubblicate nell'Università di Wittenberg dove insegnava; e, grazie alla stampa, esse furono rese pubbliche, arrivando così a Carlo V.</ref><ref>{{cita|Felici, 2016|p. 55}}.</ref>
 
Lo scontro con le alte gerarchie ecclesiastiche fu inevitabile. La fama del monaco ribelle si diffuse in tutta la [[Sassonia]] elettorale: teologi, semplici religiosi, artigiani, studenti, il principe elettore e la sua corte. Due elementi, più di ogni altra cosa, contribuirono a questo rapido successo: l'interesse generale che suscitava questa disputa, giacché trattava tematiche molto vicine alle esigenze materiali e spirituali della popolazione; in secondo luogo la [[Johann Gutenberg|la stampa a caratteri mobili]], che consentì la stesura e la diffusione in migliaia di copie delle tesi luterane e dei successivi scritti.<ref>La stampa fu uno dei motivi della rapida diffusione del luteranesimo. Non a caso la Controriforma cattolica sotto [[papa Paolo IV]], introdusse uno strumento di controllo delle opere a stampa come l'[[Indice dei libri proibiti|Indice]] istituito nel [[1559]] per opera della Congregazione della sacra romana e universale [[Inquisizione]] (o Sant'Uffizio).</ref>
 
=== Il confronto con il papato ===
Nel [[2004]] è stato trovato il [[water]] su cui Lutero scrisse le sue 95 tesi, un sedile di pietra di 30&nbsp;cm collocato in una spoglia nicchia nel muro della sua casa. Il monaco pare infatti soffrisse di [[Stitichezza|costipazione]] cronica e quindi passasse molte delle sue ore più costruttive al gabinetto.<ref>{{cita web|http://archiviostorico.corriere.it/2004/ottobre/23/Scoperto_bagno_dove_Lutero_scrisse_co_9_041023034.shtml|Fonte: ''Corriere della Sera'' del 23 ottobre 2004|26-05-2008}}</ref><ref>{{cita web|http://news.bbc.co.uk/2/hi/3944549.stm|Fonte: ''BBC News'' del 22 ottobre 2004|31-05-2011}}</ref>
[[File:Imperatore Massimiliano I.png|sinistra|verticale|min|L'imperatore Massimiliano I]]
Nel gennaio del 1518 giunse a Roma l'annuncio della discussione proposta da Lutero con le sue tesi. Papa Leone X ordinò la trasmissione dell'incartamento al generale vicario dell'ordine degli agostiniani con l'annotazione di tenere tranquillo Lutero. All'inizio la curia romana pensava si trattasse di una delle solite dispute fratesche e non attribuì eccessiva importanza alla contestazione di Lutero.
[[File:Raffael 042.jpg|min|verticale|[[Papa Leone X]]]]
Johann Tetzel attaccò duramente il ''[[Sermone sull'indulgenza e la grazia]]'' scritto in tedesco dal teologo di Wittenberg, ma il sermone ebbe subito un notevole successo con ben ventuno ristampe prima del 1520. Il popolo prestò ascolto alla nuova teologia scritta in [[lingua volgare]] che si diffuse con rapidità sorprendente.
 
Nell'aprile del 1518 Lutero fu invitato a comparire davanti al capitolo dell'ordine agostiniano a [[Heidelberg]], dove triennalmente si riuniva, ma la cosa si risolse in un nulla di fatto, giacché la rivalità con i domenicani, sostenitori del loro confratello Tetzel, non invogliò i superiori di Lutero a ridurlo in silenzio. E nella [[disputa di Heidelberg]] del 26 aprile egli passava a illustrare in 40 tesi le sue teorie: la "[[Teologia della Croce|teologia della croce]]". Contemporaneamente egli dava alle stampe le ''[[95 tesi di Lutero|Risoluzioni riguardo alle 95 tesi]]'', un testo in cui le affermazioni del 1517 venivano ridiscusse in modo più articolato attraverso citazioni e riferimenti alla Sacra Scrittura.<ref>{{cita|Felici, 2016|p. 56}}.</ref>
 
Le ''Risoluzioni'' furono inviate a Roma per essere esaminate da papa Leone X, il quale questa volta autorizzò l'apertura di un processo nei confronti del monaco ribelle.
 
Lutero ebbe sessanta giorni di tempo per presentarsi a Roma e contestare l'accusa di aver diffuso idee erronee. Tuttavia, la paura fondata di essere arrestato e condannato senza alcuna possibilità di spiegare le proprie ragioni, spinse Lutero a rivolgersi al principe Federico per ottenere garanzie e protezione. Fu quindi deciso di spostare il processo in Germania, ad [[Augusta (Germania)|Augusta]], dove in quel periodo si sarebbe tenuta la [[Dieta di Augusta|dieta omonima]]. Lutero sarebbe stato ricevuto dal [[legato pontificio]] il cardinale [[Tommaso De Vio]] detto il "Caetano". Onde tutelare l'incolumità di Lutero, il principe Federico ottenne un [[salvacondotto]] dal futuro imperatore Carlo V che ne garantiva l'intoccabilità fino al ritorno a Wittenberg. Il colloquio si svolse a metà ottobre.
 
Il cardinal Caetano cercò di ottenere da Lutero una pubblica e completa ritrattazione, ma poiché quest'ultimo non si considerava un [[eretico]], rifiutò la richiesta del legato invocando inizialmente la protezione del Papa contro i calunniatori e i nemici. Va detto, infatti, che fino a quel momento Lutero non aveva mai auspicato una frattura del mondo cristiano e tutti gli scritti di quel periodo dimostrano un chiaro intento di riformare dall'interno la dottrina della Chiesa, che ai suoi occhi aveva smarrito la missione assegnatale da Cristo. Non deve quindi stupire il suo appello al Papa, come non deve stupire il fatto che tale appello venne rifiutato e le tesi di Lutero respinte dal Caetano. Poi, incalzato abilmente da quest'ultimo, Lutero si spinse fino a negare la supremazia del Papa: "non solo un concilio è superiore al papa, ma lo è qualunque credente che sia fornito di maggiore autorità e ragione".<ref>{{cita|Bainton 2003|pp. 57-58}}. Nella traduzione in italiano "Papa" è riportato con l'iniziale minuscola.</ref> Lutero si sentiva forte del sostegno popolare e della protezione dell'elettore [[Federico III di Sassonia]], ed evitò un arresto imminente fuggendo di notte.
 
=== Leone X e Federico il Saggio ===
[[File:Kurfürst-Friedrich-IIII-von-SaSachsen.jpg|thumbmin|leftsinistra|150pxverticale|Federico il Saggio, di [[Lucas Cranach il vecchioVecchio]] (1532)]]
Nel gennaio del 1519, alcuni mesi dopo il ritorno di Lutero a Wittenberg, si verificò un importante fatto politico, che avrebbe concesso al monaco ribelle un breve periodo di tranquillità: la morte dell'imperatore Massimiliano.
 
Per molti anni l'imperatore era stato un buon alleato della Chiesa di Roma e il suo improvviso decesso costrinse Leone X a cercare un candidato da appoggiare alla dieta dei grandi elettori dell'impero. La scelta non era semplice giacché si erano candidati il re di Francia [[Francesco I di Francia|Francesco I]] e il re di Spagna Carlo d'Asburgo (futuro vincitore di questa contesa che salirà al trono col nome di [[Carlo V]]), e chiunque fosse stato il vincitore, per la Chiesa ciò avrebbe significato un enorme rischio (come poi effettivamente sarà) per i propri domini in Italia e quindi per l'autonomia del papato.
Nel gennaio del [[1518]], alcuni mesi dopo il ritorno di Lutero a Wittenberg, si verificò un importante fatto politico, che avrebbe concesso al monaco ribelle un breve periodo di tranquillità: la morte dell'imperatore Massimiliano.
Per molti anni l'imperatore era stato un buon alleato della Chiesa di Roma, e il suo improvviso decesso costrinse Leone X a cercare un candidato da appoggiare alla dieta dei grandi elettori dell'impero. La scelta non era semplice giacché si erano candidati sia il re di Francia [[Francesco I di Francia|Francesco I]] che il re di Spagna Carlo d'Asburgo (futuro vincitore di questa contesa che salirà al trono col nome di [[Carlo V del Sacro Romano Impero|Carlo V]]), e chiunque dei due fosse stato il vincitore, per la Chiesa ciò avrebbe significato un enorme rischio (come poi effettivamente sarà) per i propri domini in Italia e quindi per l'autonomia del papato.
 
La scelta più conveniente era dunque quella di sostenere un candidato tedesco e Leone X propose Federico il Saggio, il quale temporeggiò per un breve periodo fino a rifiutare la candidatura offertagli, costringendo il papa ad accettare l'elezione di Carlo - preferito agli altri candidati anche per l'oro dei [[Fugger]] che convinse i principi elettori - che avvenne il [[28 giugno]] [[1519]] a [[Francoforte sul Meno|Francoforte]]. Tuttavia il nuovo imperatore non poté essere consacrato prima dell'autunno del [[1520]], nel mentre Federico di Sassonia, come ex aspirante al titolo imperiale, restava la figura di maggior prestigio in Germania. In conseguenza di questi eventi la Chiesa non procedette contro Lutero per un altro anno e mezzo.
 
=== Il confronto con gli intellettuali ===
[[File:Philipp Melanchthon 3.jpg|min|Filippo Melantone]]
 
In questo periodo di relativa calma Lutero radicalizzò sempre più le proprie opinioni, sostenendo che l'unica fonte di verità fosse la [[Bibbia|Sacra Scrittura]], e non i papi o i [[concilio|concili]] (che, a piùsuo ripresedire, si erano contraddetti nel corso dei secoli). Contemporaneamente la sua fama continuò a crescere e ad attirare molti curiosi a [[Wittenberg]]; tra questi spiccava la figura di [[Filippo Melantone]], che a soli ventuno anni era già uno studioso affermato della lingua greca. Diversamente da Lutero, che era stato un monaco agostiniano e aveva ricevuto l'ordine sacro, Melantone era un laico. Differente da Lutero anche come carattere, Melantone era un [[umanista]] di indole pacifica, alla ricerca di soluzioni equilibrate ai problemi che sconvolgevano la vita religiosa europea del tempo.
[[File:Philipp Melanchthon 3.jpg|thumb|Filippo Melantone]]
 
Di opinioni del tutto contrarie era invece un altro intellettuale che aderì al movimento riformatore: [[Andrea Carlostadio]]. Più anziano di Lutero (fu lui a conferirgli il dottorato) era aperto sostenitore della ribellione armata contro la nobiltà e il clero tedeschi, cosa che infine causerà la rottura tra i due e l'allontanamento forzato di Carlostadio dalla Sassonia elettorale. Le tensioni tra gli intellettuali favorevoli o contrari alle tesi luterane erano giunte a un punto tale che pochi avrebbero potuto sottrarsi al nascente dibattito e non certamente l'umanista [[Erasmo da Rotterdam]] che era proprio al culmine della propria fama letteraria. Il doversi per forza schierare e la partigianeria erano contrarie sia al suo carattere sia ai suoi costumi.
Contemporaneamente la sua fama continuò a crescere e ad attirare molti curiosi a [[Wittenberg]]; tra questi spiccava la figura di [[Filippo Melantone]], che a soli ventuno anni era già uno studioso affermato della lingua greca. Diversamente da Lutero, che era stato un monaco agostiniano e aveva ricevuto l'ordine sacro, Melantone era un laico. Differente da Lutero anche come carattere, Melantone era un [[umanesimo|umanista]] di indole pacifica, alla ricerca di soluzioni equilibrate ai problemi che sconvolgevano la vita religiosa europea del tempo.
 
[[File:Hans Holbein d. J. - Erasmus - Louvre.jpg|min|verticale|sinistra|Erasmus dipinto da [[Hans Holbein il Giovane]]]]
Di opinioni del tutto contrarie era invece un altro intellettuale che aderì al movimento riformatore: [[Andrea Carlostadio]]. Più anziano di Lutero (fu lui a conferirgli il dottorato) era aperto sostenitore della ribellione armata contro la nobiltà e il clero tedeschi, cosa che infine causerà la rottura tra i due e l'allontanamento forzato di Carlostadio dalla Sassonia elettorale.
 
Nelle sue critiche al [[clero]] e ai presunti abusi di alcuni membri della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] egli aveva sempre protestato di non volere attaccare la Chiesa come istituzione e di non essere mosso da inimicizia nei confronti del clero. Erasmo condivideva, in effetti, molti punti della critica luterana alla Chiesa cattolica. Egli aveva il massimo rispetto per Martin Lutero e, a sua volta, il riformatore manifestò sempre ammirazione per la superiore cultura di Erasmo. Lutero sperava di potere collaborare con Erasmo in un'opera che gli sembrava la continuazione della propria.
Le tensioni tra gli intellettuali favorevoli o contrari alle tesi luterane erano giunte a un punto tale che pochi avrebbero potuto sottrarsi al nascente dibattito e non certamente l'umanista [[Erasmo da Rotterdam]] che era proprio al culmine della propria fama letteraria. Il doversi per forza schierare e la partigianeria erano contrarie sia al suo carattere sia ai suoi costumi. Nelle sue critiche alle follie [[clero|clericali]] e agli abusi della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] egli aveva sempre protestato di non volere attaccare la Chiesa come istituzione e di non essere mosso da inimicizia nei confronti del clero.
 
Erasmo, invece, declinò l'invito a impegnarsi, affermando che se egli avesse accettato, avrebbe messo in pericolo la propria posizione di guida di un movimento puramente intellettuale, che egli riteneva essere lo scopo della propria vita. Soltanto da una posizione neutrale, riteneva Erasmo, si poteva influenzare la riforma della religione. Erasmo rifiutò dunque di cambiare confessione, ritenendo che vi fossero possibilità di una riforma anche nell'ambito delle strutture esistenti della Chiesa cattolica.
Erasmo condivideva, in effetti, molti punti della critica luterana alla Chiesa cattolica. Egli aveva il massimo rispetto per Martin Lutero e, rispettivamente, il riformatore manifestò sempre ammirazione per la superiore cultura di Erasmo. Lutero sperava di potere collaborare con Erasmo in un'opera che gli sembrava la continuazione della propria.
 
A Lutero tale scelta parve un mero rifiuto ad assumersi le proprie responsabilità, motivato da mancanza di fermezza o, peggio, da codardia. Nonostante la parziale tranquillità di cui godeva in quel momento il gruppo riformatore, il papato non abbandonò completamente la questione. Verso la fine del 1518 (quindi già prima della morte dell'imperatore Massimiliano) fu inviato a Wittenberg il giovane nobile sassone Karl von Miltitz, parente del principe Federico, con l'incarico di convincere Lutero a rinunciare alla polemica pubblica, in cambio del silenzio degli avversari di Lutero in Germania, garantito dal papato.
[[File:Hans Holbein d. J. 047.jpg|thumb|right|200px|Erasmus dipinto da [[Hans Holbein il Giovane]]]]
 
Il monaco riformatore accettò e promise di pubblicare uno scritto per invitare tutti a rimanere obbedienti e sottomessi alla Chiesa cattolica; questo testo fu intitolato ''Istruzione su alcune dottrine'' (1519). A fare le spese di questo accordo fu il predicatore domenicano Tetzel, accusato da von Miltitz di condurre una vita dispendiosa e di avere due figli illegittimi: fu costretto a ritirarsi permanentemente in convento, dove morì di [[crepacuore]] poco tempo dopo. La tregua formale non durò che qualche mese giacché le altre università cattoliche della Germania continuarono ad attaccare l'opera di Lutero e dei suoi seguaci, i quali replicavano per iscritto o partecipando a dispute teologiche in luoghi prestabiliti.
Erasmo, invece, declinò l'invito ad impegnarsi, affermando che se egli avesse accettato, avrebbe messo in pericolo la propria posizione di guida di un movimento puramente intellettuale, che egli riteneva essere lo scopo della propria vita. Soltanto da una posizione neutrale - riteneva Erasmo - si poteva influenzare la riforma della religione. Erasmo rifiutò dunque di cambiare confessione, ritenendo che vi fossero possibilità di una riforma anche nell'ambito delle strutture esistenti della Chiesa cattolica.
 
Il più noto di questi confronti accademici fu quello svoltosi a [[Lipsia]] nel febbraio del 1519 tra Lutero, Carlostadio e un professore proveniente da [[Ingolstadt]], [[Johann Eck]]. L'importanza di questo dibattito risiede nell'ammissione che compì Lutero di condividere alcuni punti della dottrina [[Jan Hus|hussita]]. Ciò gli valse la condanna da parte del papa, giacché cento anni prima il [[Concilio di Costanza]] aveva giudicato le proposizioni hussite come eretiche.<ref>Leone X, ''Decet Romanum pontificem''.</ref> Tornato a Wittenberg, Lutero si rese conto del pericolo che stava correndo e cercò di spiegare meglio la sua posizione con un opuscolo, le ''Resolutiones Lutherianae super propositionibus suis Lipsiae disputatis'', ma non sortì alcun effetto.
A Lutero tale scelta parve un mero rifiuto ad assumersi le proprie responsabilità, motivato da mancanza di fermezza o, peggio, da codardia.
 
=== I principi contro l'Impero ===
Nonostante la parziale tranquillità di cui godeva in quel momento il gruppo riformatore, il papato non abbandonò completamente la questione. Verso la fine del [[1518]] (quindi già prima della morte dell'imperatore Massimiliano) fu inviato a Wittenberg il giovane nobile sassone Karl von Miltitz, parente del principe Federico, con l'incarico di convincere Lutero a rinunciare alla polemica pubblica, in cambio del silenzio degli avversari di Lutero in Germania, garantito dal papato.
Nel gennaio del 1520 si riunì a Roma il primo [[concistoro]] contro Lutero, e il 15 giugno fu emanata la [[Bolla pontificia|bolla]] ''[[Exsurge Domine]]'' che intimava a Lutero di ritrattare ufficialmente le sue posizioni o di comparire a Roma per fare altrettanto, pena la scomunica.
[[File:LutherRose.jpg|min|sinistra|[[Rosa di Lutero]] con monogramma. La Rosa è divenuta il simbolo della fede luterana.]]
Nell'agosto dello stesso anno Lutero replicò pubblicando la lunga lettera ''An den christlichen Adel deutscher Nation von des christlichen Standes Besserung ([[Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca]]: del miglioramento dello Stato cristiano)'', con la quale invitò i nobili, i capi, i tutori della Germania alla lotta contro la Chiesa di Roma contestando l'[[infallibilità del papa]] (che all'epoca non era ancora un dogma di fede ma una tradizione ben consolidata), il [[monachesimo]] e il [[celibato sacerdotale]], e in cui nuovamente stigmatizza i mali di Roma e confessa di aver voluto «assalire violentissimamente il papa, come l'[[Anticristo]]».
 
[[File:Karl V HRR MATEO.jpg|min|verticale|L'imperatore [[Carlo V]]]]
Il monaco riformatore accettò e promise di pubblicare uno scritto per invitare tutti a rimanere obbedienti e sottomessi alla Chiesa cattolica; questo testo fu intitolato ''Istruzione su alcune dottrine'' ([[1519]]).
 
A questo scritto seguì, in ottobre, il trattato teologico ''De captivitate babylonica ecclesiae praeludium'' (Preludio alla cattività babilonese della chiesa), nel quale Lutero passa in rassegna i sette [[sacramenti]], accettandone soltanto tre: [[battesimo]], [[eucaristia]] e [[Penitenza (sacramento)|penitenza]] (ossia la confessione), ma tutti, soprattutto l'ultimo, in forma molto relativizzata (vedi [[luteranesimo]]). Ancora nel 1520 Lutero pubblicò un trattato destinato ad avere grande importanza nel pensiero politico dei secoli a venire: ''Von Freiheit eines Christenmenschen'' ([[Stato (medioevo)#L'interpretazione di Martin Lutero|Della libertà del cristiano]]), in cui egli stabilisce una ferma scissione tra la vita spirituale, completamente libera, e quella corporale, soggetta all'amore per il prossimo e quindi vincolata.
A fare le spese di questo accordo fu il predicatore domenicano Tetzel, accusato da von Miltitz di condurre una vita dispendiosa e di avere due figli illegittimi, costringendolo a ritirarsi permanentemente in convento dove morì di [[crepacuore]] poco tempo dopo.
 
La situazione era ormai irreversibile, in molte città della Germania i testi di Lutero venivano arsi nelle piazze, mentre in altre aree dell'Impero si alimentavano focolai di rivolta. A questi fatti si aggiungevano i nuovi propositi di alcuni principi tedeschi i quali, accogliendo le teorie riformatrici di Lutero, non erano disposti a vedere condannata e dispersa la sua opera; tra essi vi era anche Federico il Saggio. Nel novembre 1520 il nuovo imperatore [[Carlo V d'Asburgo]], cattolico ma geloso delle prerogative, pretese dall'elettore di Sassonia che Lutero comparisse dinanzi alla Dieta imperiale di [[Worms]] per cercare di dirimere la questione.
La tregua formale non durò che qualche mese giacché le altre università cattoliche della Germania continuarono ad attaccare l'opera di Lutero e dei suoi seguaci, i quali replicavano per iscritto o partecipando a dispute teologiche in luoghi prestabiliti.
[[File:Karl Aspelin-Luther uppbränner den påfliga bullan.jpg|min|Lutero brucia la bolla papale ([[Karl Aspelin]])]]
Il più noto di questi confronti accademici fu quello svoltosi a [[Lipsia]] nel febbraio del 1519 tra Lutero, Carlostadio e un professore proveniente da [[Ingolstadt]], [[Johann Eck]]. L'importanza di questo dibattito risiede nell'ammissione che compì Lutero di condividere alcuni punti della dottrina [[Hussiti|hussita]]. Ciò fornì al papato il capo di imputazione necessario per la condanna di Lutero giacché cento anni prima il [[Concilio di Costanza]] aveva giudicato le proposizioni hussite come eretiche.<ref>Leone X, ''Decet Romanum pontificem''.</ref>
Il 10 dicembre dello stesso anno Lutero fece bruciare nella piazza di Wittenberg i testi del diritto canonico, la bolla papale e alcuni scritti, tra i quali la ''[[Summa Theologiae]]'' di [[Tommaso d'Aquino]] e la ''Summa Angelica'' di [[Angelo da Chivasso]], ai quali facevano riferimento i suoi avversari.<ref>''Enciclopedia Italiana Treccani'' alla voce "Angelo Chivasso" in ''Il Contributo italiano alla storia del Pensiero'' – Economia (2012) di Giovanni Ceccarelli.</ref>
 
=== La scomunica e la rottura con Roma ===
{{vedi anche|Carlo V e Martin Lutero|Martin Lutero a Worms}}
[[File:Luther-in-Worms-auf-Rt.jpg|thumb|Lutero a Worms]]
[[File:BullExurgeDomine.jpg|min|sinistra|verticale|Frontespizio della prima edizione a stampa della bolla ''Exsurge Domine'']]
 
Il [[3 gennaio]] [[1521]] con la bolla ''Decet Romanum Pontificem'', Leone X scomunicava Martin Lutero, con l'accusa era di eresia hussita.[[Jan Il principe Federico ottenne che a Lutero non fosse fatto alcun male a Worms e che gli si consentisse di esporre le sue ragioniHus|huss]]ita. Lutero aveva già spregiativamente bruciato in pubblico la bolla papale ''Exurge[[Exsurge Domine]]'' (15 giugno 1520) con la quale era stato minacciato di scomunica se non avesse desistito dal proprio intento (''in suo pravo et damnato proposito obstinatum'').
[[File:Lucas Cranach d. Ä. - Passions of Christ and Antichrist - WGA05728.jpg|min|Incisione della dodicesima antitesi del ''[[Passional Christi und Antichristi]]'']]
Quasi in risposta alla scomunica papale e in polemica con il libello ''l'Anticristo'' (1521) del domenicano [[Ambrogio Catarino Politi]], nello stesso anno 1521 Lutero pubblicava, con la collaborazione di [[Filippo Melantone]] e di [[Lucas Cranach il Vecchio]] per la parte grafica, il ''[[Passional Christi und Antichristi]]'' dove veniva rappresentata per immagini con didascalie l'antitesi tra Cristo e il papa nelle vesti dell'Anticristo.<ref>Lucia Felici, ''La riforma protestante nell'Europa del cinquecento'', editore Carocci, pp.61-63</ref> Il ''Passional'' ebbe un successo enorme in un mondo a maggioranza analfabeta grazie all'efficacia delle immagini, che riuscirono a semplificare e rendere accessibili a tutti le istanze del riformatore diffondendole ampiamente grazie alla [[Stampa a caratteri mobili|stampa]].
 
Fatto del tutto eccezionale era che alla scomunica non seguisse l'intervento del braccio secolare per eseguire la condanna dell'eretico ma Carlo V, all'atto dell'elezione imperiale, aveva promesso che nessun suddito sarebbe stato condannato senza prima esser sottoposto a processo e il principe Federico il Saggio aveva ottenuto dall'imperatore la promessa che a Lutero, una volta giunto a Worms, non sarebbe stato fatto alcun male e che gli si sarebbe stato consentito di esporre le sue ragioni.
{{vedi anche|Carlo V e Lutero}}
Il [[16 aprile]] Lutero giunse alla dieta <ref>Lutero a Worms:
 
Il 16 aprile del 1521 Lutero giunse alla dieta salutato festosamente dalla popolazione. Nel corso dei successivi due giorni il monaco riformatore spiegò i contenuti dei suoi scritti all'assemblea composta dall'imperatore e dai principi, compresi alcuni delegati papali. Cio nonostante gli fu imposto di [[Atto di abiura|abiurare]], ma Lutero rifiutò e Carlo V lo condannò come nemico della cristianità tedesca ed eretico. Lutero spiegò che, sulla base del principio di ''sola scriptura'', si rifiutava di ritrattare le proprie tesi a meno che qualcuno non avesse potuto confutarle in base a quanto espresso esclusivamente nelle Sacre Scritture.<ref>{{Cita|Leppin, 2017|p. 177}}.</ref><ref group=N>Queste le parole di Lutero a Worms: "Se non sarà convinto mediante le testimonianze della Scrittura e chiare ragioni - poiché non credo né al papa né ai concili da soli - poiché è evidente che hanno errato e si contraddicono - io sono vinto dalla mia coscienza e prigioniero della Parola di Dio a motivo dei passi della Sacra Scrittura che ho addotti. Perciò non posso né voglio ritrattarmi, poiché non è sicuro né salutare fare alcunché contro la coscienza. Non posso fare altrimenti. Io sto fermo qui. Amen". In {{cita|Felici, 2016|p. 65}}.</ref>
:Il consiglio della città di Wittemberg gli assegnò una carretta coperta a quattro ruote e due cavalli. Delle spese di viaggio se ne incaricò l'Università. Per compagnia e protezione insieme a Lutero viaggiavano un collega, [[Nicolaus von Amsdorf|Nicolò Amsdorf]], un confratello e uno studente [[Pomerania|pomerano]].
 
[[File:Luther-in-Worms-auf-Rt.jpg|min|[[Martin Lutero a Worms]]]]
:La carretta era preceduta da un [[araldo]] a cavallo con le insegne imperiali e quando arrivarono ai confini della città di [[Erfurt]] lo stesso [[rettore]] con un corteo di cavalieri accolse l'ex studente dell'Università con tutti gli onori. Lutero tenne una predica a cui era accorsa così gran folla che la galleria cominciò a scricchiolare pericolosamente ed egli allora per scongiurare il panico disse scherzando:«Riconosco le tue astuzie o [[Satana]]». Un giovane teologo volle scortare la carrozza a cavallo e così quando Lutero arrivò a [[Worms]] più di cento cavalieri gli facevano scorta d'onore. Ma intanto il diavolo ci stava mettendo la coda: a Gotha, mentre celebrava la messa, alcune pietre caddero dal tetto della chiesa e, presagio ancora peggiore, gli giunse la notizia che l'imperatore aveva ordinato che gli scritti dell'[[eresia|eretico]] professore fossero consegnati da chiunque li possedesse per essere distrutti. Poi si ammalò, ma con un [[salasso]] e una medicina poté riprendere il viaggio. A [[Francoforte sul Meno|Francoforte]] pare che Lutero gradisse molto il vino di [[malvasia]]; suonò il [[liuto]] e cantò in allegria con i suoi compagni.
 
Il giorno dopo la Dieta venne informata delle decisioni dell'Imperatore: egli si dichiarava disposto a rispettare il salvacondotto che aveva concesso a Lutero e quindi gli concedeva d'allontanarsi; nel contempo però affermava di essere deciso ad «agire contro di lui come contro un eretico notorio» e chiedeva agli ordini che tenessero fede alla promessa che gli era stata fatta, cioè che avrebbero collaborato alla cattura del monaco qualora si fosse rifiutato di ritrattare.
:Giunto a Worms la folla era tanta che era salita sui tetti per vederlo. Il giorno dopo per recarsi alla [[dieta]] vi dovette andare per vicoli e vie traverse per sfuggire alla ressa nelle strade. Dopo aver aspettato ore ai piedi delle scale finalmente si trovò alla presenza di Carlo V, che lo scrutava impassibile e silenzioso, di tutti e sette i principi elettori ; tutti i banchi degli ordini imperiali erano stracolmi. Su un tavolo erano gettati alla rinfusa le opere di Lutero. Vi fu un momento di imbarazzo generale che fu superato da un consigliere di Federico che disse: «Intitulentur libri» («Si leggano i titoli»). Lutero a voce bassa e parlando in latino e tedesco, li riconobbe per suoi ma per l'eventuale ritrattazione voleva un po' di tempo per riflettere. I membri della dieta si consigliarono e votarono. L'avvocato imperiale disse che Lutero non era degno di una proroga ma, per la buona disposizione dell'imperatore, gli si concedevano ventiquattr'ore. Carlo V lasciando la sala della dieta aveva detto al suo seguito: «Non sarà costui a farmi eretico».
Il salvacondotto imperiale che il principe Federico aveva ottenuto per il suo protetto impedì l'immediato arresto di Lutero a Worms. Per salvarlo dalla condanna che ormai era stata emessa, il principe organizzò un falso rapimento di Lutero allo scopo di tenerlo nascosto nel castello di [[Wartburg]], a [[Eisenach]], dove rimase per dieci mesi, nel corso dei quali si dedicò alla sua più importante opera: la traduzione tedesca del Nuovo Testamento, partendo dal testo greco redatto pochi anni prima da [[Erasmo da Rotterdam]]. Pubblicata anonima nel settembre 1522, divenne nota come il "Nuovo Testamento di Settembre". Costava un fiorino e mezzo, pari al salario di un anno di una domestica. In dodici mesi se ne stamparono {{formatnum:6000}} copie in due edizioni e almeno altre 69 edizioni seguirono nei successivi 12 anni.
:Il giorno dopo Lutero, ancora dopo una lunga attesa, dichiarava di parlare anche in nome della povera [[nazione]] tedesca oppressa e angariata dalla corruzione e dalla [[fisco|fiscalità]] della Chiesa. Quanto poi nei suoi libri riguardava la fede, egli non poteva certo ritrattare e neanche quelle opere che criticavano l'operato del papa egli poteva ripudiare, poiché era dovere di ogni buon cristiano rimproverare chi si allontanava dalla dottrina [[Vangelo|evangelica]]. Egli era invece pronto alla ritrattazione per gli scritti rivolti contro i suoi nemici, dove riconosceva di avere esagerato nella polemica, ma non per la dottrina. Aggiungeva che egli sapeva bene che dalla sua predicazione sarebbero potuti nascere disordini, ma anche Cristo aveva detto che non era venuto per metter pace. Concluse chiedendo la protezione dell'imperatore dai suoi nemici.
 
Con Lutero assente, la responsabilità di portare avanti il movimento riformatore ricadde su Melantone e Carlostadio mentre sia a Wittenberg sia in altri luoghi della Germania iniziarono a scoppiare disordini e si riscontravano comportamenti contrari alla dottrina cattolica da parte dei sacerdoti. L'8 maggio 1521 Carlo V proclamò l'[[editto di Worms]], con il quale le tesi luterane venivano ufficialmente condannate e perseguite in tutti i territori dell'impero. Lutero era considerato un fuorilegge e un nemico pubblico, chiunque poteva ucciderlo impunemente, sicuro dell'approvazione delle autorità. La situazione di Lutero si fece estremamente pericolosa e c'era chi temeva, e chi sperava, che l'intera vicenda si concludesse, come tante altre volte in passato, col rogo. Il 1º dicembre 1521 era intanto morto papa Leone X. Nel marzo 1522 Lutero rientrò a Wittenberg.
:L'avvocato imperiale gli contestò che quanto era scritto nei suoi libri era argomento di vecchie eresie ormai confutate e che non era possibile credere che la Chiesa fosse vissuta nell'errore sino all'arrivo di Lutero. Lutero si dichiarò pronto alla ritrattazione solo se lo avessero persuaso con scritti o con parole poiché egli non poteva andare contro la sua stessa coscienza. L'avvocato cesareo perse la pazienza: credeva il Martinus che la chiesa avesse sino ad allora errato? «Ebbene sì - rispose Lutero - ha sbagliato e per molti articoli; è chiaro come il sole e lo dimostrerò. Che Dio mi aiuti: sono pronto». A questo punto Carlo V disse di averne abbastanza e lasciò la dieta. Arrivato alla sua stanza d'albergo, racconta un testimone del tempo, Lutero "alzò le braccia in alto come fanno i vincitori nel torneo" esclamando: «Ce l'ho fatta!» («Ich bin hindurch»). (In [[Delio Cantimori]], "Martin Lutero", ''Discorsi a tavola'', traduzione di L. Perini, Torino 1969)
 
=== Le rivolte dei cavalieri e dei contadini ===
:Il giorno dopo la Dieta venne informata delle decisioni dell'Imperatore: egli si dichiarava disposto a rispettare il salvacondotto che aveva concesso a Lutero e quindi gli concedeva d'allontanarsi; nel contempo però affermava di essere deciso ad «agire contro di lui come contro un eretico notorio» e chiedeva agli ordini che tenessero fede alla promessa che gli era stata fatta. cioè che avrebbero collaborato alla cattura del monaco qualora si fosse rifiutato di ritrattare.</ref> salutato festosamente dalla popolazione. Nel corso dei successivi due giorni il monaco riformatore spiegò i contenuti dei suoi scritti all'assemblea composta dall'imperatore e dai principi, compresi alcuni delegati papali. Ciononostante gli fu imposto di [[atto di abiura|abiurare]] ma Lutero rifiutò e Carlo V lo condannò come nemico della cristianità tedesca ed eretico.
{{Vedi anche|Guerra dei contadini tedeschi}}
[[File:Thomas Muentzer.jpg|min|verticale|Thomas Müntzer]]
 
Il 1522 e i seguenti anni furono particolarmente sanguinari: impressero al movimento riformatore una svolta in senso rivoluzionario, seguita poi da una tendenza reazionaria. In questa fase si colloca la figura di [[Thomas Müntzer]] (o ''Muentzer''), un teologo allievo di Lutero che aveva aderito alle tesi riformatrici, protagonista di un aperto scontro col maestro. Il contrasto in questione lo portò ad abbandonare la causa moderata, per mettersi alla testa di una delle numerose bande armate che si stavano costituendo. Esse avevano l'intento di affermare (con la forza) un nuovo ordine cristiano, proto-[[comunista]], basato sull'eguaglianza di tutti gli uomini. Lutero, borghese e ora vicino ai nobili protettori della Riforma, era molto contrariato; sostenne sempre la versione paolina del cristiano libero dentro ma buon suddito fuori, secondo il detto evangelico "[[date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio]]".<ref>M. Lutero, ''Breviario'', pp. 29 e 45 e ''Discorsi a tavola'', Nº 4342, p. 295-296</ref>
Il salvacondotto imperiale che il principe Federico aveva ottenuto per il suo protetto impedì l'immediato arresto di Lutero a Worms. Per salvarlo dalla condanna che ormai era stata emessa, il principe organizzò un falso rapimento di Lutero allo scopo di tenerlo nascosto nel castello di [[Wartburg]], ad [[Eisenach]], dove rimase per dieci mesi, nel corso dei quali si dedicò alla sua più importante opera: la traduzione tedesca del nuovo testamento, partendo dal testo greco redatto pochi anni prima da [[Erasmo da Rotterdam]]. Pubblicata anonima nel settembre 1522, divenne nota come il "Nuovo Testamento di Settembre". Costava un fiorino e mezzo, pari al salario di un anno di una domestica. Comunque andò a ruba. In dodici mesi se ne stamparono 6.000 copie in due edizioni, e almeno altre 69 edizioni seguirono nei successivi 12 anni.
 
In questo contesto si colloca anche la [[Rivolta dei cavalieri]] (''Ritterkrieg''). Esponenti della [[nobiltà di spada]] guidati da [[Franz von Sickingen]] ([[Cavaliere del Sacro Romano Impero]] e uomo d'arme) e [[Ulrich von Hutten]] (eclettico personaggio appartenente a una famiglia della piccola nobiltà, avviato alla carriera ecclesiastica che aveva abbandonato divenendo umanista e seguace di Lutero) attaccarono le terre dell'elettorato di [[Treviri]]. Le motivazioni dalle quali scaturì tale offensiva erano eterogenee e comprendevano ragioni di tipo ideale quanto pratico. Le più importanti tra queste erano riconducibili alla perdita di prestigio sociale, parallelamente alla diminuzione del peso politico ed economico. La classe dei [[Cavalleria medievale|cavalieri]] vide le proprie prerogative e fonti di reddito già ridotte a causa dell'avvento degli eserciti moderni, composti in prevalenza da [[mercenari]], ulteriormente erose dalle decisioni della [[Dieta di Worms (1495)|Dieta di Worms]], che aveva bandito le guerre private, una delle principali fonti di reddito di tale classe sociale. Tra le proposte elaborate dai leader della rivolta troviamo l'abolizione dei principati indipendenti, l'unificazione delle terre di lingua tedesca, la secolarizzazione dei principati e delle proprietà ecclesiastiche e infine la creazione di un regime a guida monarchica ma che prevedesse la partecipazione su base paritaria di tutti gli esponenti dell'aristocrazia.<ref>{{en}} [[Friedrich Engels]], "The Peasant War in Germany" in "Collected Works of Karl Marx and Friedrich Engels: Volume 10", p. 442</ref> I cavalieri si battevano anche per partecipare all'espropriazione delle terre della Chiesa di Roma, e ottenere un feudo (da cui, in quanto figli ''cadetti''<ref>La successione ereditaria del [[feudo]] ([[Diritto di maggiorasco]]) riservava la proprietà dell'intero patrimonio al primogenito. Ai figli minori, ai cadetti appunto, non rimaneva che conquistarsi un feudo al servizio di qualche principe.</ref> erano rimasti esclusi). La situazione rimase tale per alcuni anni, durante i quali la riforma protestante andò diffondendosi oltre i territori dell'impero. In questo periodo Lutero continuava la sua opera teologica, pubblicando nuovi scritti. I suoi lavori, in conformità con le teorie [[Agostino d'Ippona|agostiniane]] da lui mai rinnegate, invocavano la pace e la separazione delle faccende temporali da quelle spirituali. Hutten e Sickingen, vicini alle idee di Lutero, diedero alla rivolta ulteriori connotazioni di rivolta contro le gerarchie ecclesiastiche. I cavalieri attaccarono con un pretesto l'arcivescovo di Treviri [[Richard von Greiffenklau zu Vollrads]], ponendolo sotto assedio. Non riuscendo a penetrare le difese della città e non avendo ottenuto il supporto sperato dalla popolazione, i leader della rivolta si ritirarono dopo una settimana, accampandosi a Ebernberg. Nel frattempo Sickingen veniva colpito da un [[bando imperiale]] dichiarato dal consiglio imperiale di reggenza. Rinforzato dall'arrivo di truppe fresche guidate da [[Filippo I d'Assia]] e [[Ludovico V del Palatinato]] l'arcivescovo di Trier passò all'offensiva, ponendo Sickingen sotto assedio nel suo castello di Landstuhl, dove questi si era ritirato. Hutten era invece fuggito a Zurigo sotto la protezione di [[Huldrych Zwingli]] (sarebbe morto pochi mesi dopo di sifilide in un monastero). Il 6 maggio del 1523 Sickingen si arrese ai tre principi dell'impero, morendo il giorno successivo a causa di ferite ricevute nel corso dell'assedio.
Con Lutero assente, la responsabilità di portare avanti il movimento riformatore ricadde su Melantone e Carlostadio mentre sia a Wittenberg che in altri luoghi della Germania iniziarono a scoppiare disordini e si riscontravano comportamenti contrari alla dottrina cattolica da parte dei sacerdoti.
[[File:Karte bauernkrieg3 en.jpg|min|sinistra|verticale=1.3|Zone della rivolta]]
Benché temporalmente vicina alla rivolta dei contadini e caratterizzata da alcuni elementi comuni, la rivolta dei cavalieri rimase un fenomeno fondamentalmente distinto, i cui obiettivi erano di natura conservatrice e tesi alla preservazione dell'ordine feudale minacciato dall'emergere di nuove dinamiche sociali ed economiche.<ref>{{en}} Wolf, John B. (1962). The Emergence of European Civilization. New York: Harper & Row. pp. 47, 147</ref>
 
Degno di menzione è il fatto che sebbene i leader della rivolta dei cavalieri avessero avuto un atteggiamento simpatetico nei confronti della riforma luterana, la reazione di Lutero a tale episodio fu di assoluta condanna, espressa nel suo trattato "Sull'autorità secolare" del 1523. In tale scritto, che riprendeva ed elaborava elementi del suo precedente [[Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca]], Lutero esortava alla pace e all'obbedienza alle autorità secolari.
L'[[8 maggio]] [[1521]] Carlo V proclamò l'[[editto di Worms]], con il quale le tesi luterane venivano ufficialmente condannate e perseguite in tutti i territori dell'impero. Lutero era considerato un fuorilegge e un nemico pubblico, chiunque poteva ucciderlo impunemente, sicuro dell'approvazione delle autorità. La situazione di Lutero si fece estremamente pericolosa e c'era chi temeva, e chi sperava, che l'intera vicenda si concludesse, come tante altre volte in passato, col rogo.
 
Nel frattempo, nel maggio del 1524 le episodiche insurrezioni contadine divennero una vera e propria ribellione, che si diffuse in tutta la Germania meridionale e centrale. Questi moti vennero poi indicati con l'appellativo di ''[[guerra dei contadini tedeschi]]''. Secondo la narrativa luterana gli [[Svevia|svevi]] avevano accolto il messaggio religioso luterano come un proclama politico di uguaglianza e liberazione.
Il [[1º dicembre]] [[1521]] era intanto morto papa Leone X.
 
Nei loro "Dodici articoli", [[manifesto (programma)|manifesto]] del loro movimento di ribellione, essi chiedevano una fiscalità meno oppressiva, l'abolizione del privilegio che permetteva ai nobili di attraversare i campi (seminati o pronti al raccolto) per inseguire la selvaggina, e la restituzione delle terre destinate agli ''usi comuni'' dei loro villaggi (che i principi avevano invece inglobate nei possessi [[espropriazione forzata|espropriati]] alla Chiesa romana).
Nel marzo [[1522]] Lutero rientrò a Wittenberg. La prima edizione del Nuovo Testamento fu pubblicata in quell'anno.
 
Nell'aprile del 1525 Lutero pubblicò l{{'}}''Esortazione alla pace a proposito dei dodici articoli dei contadini di Svevia''. In questo scritto, con cui dimostrava di aver scelto ormai definitivamente l'alleanza coi signori feudali, egli prendeva le distanze da quel movimento, esortando i principi tedeschi alla soppressione delle "bande brigantesche e assassine dei contadini", che «disobbedendo all'autorità costituita, si macchiano di tali peccati da meritare di essere uccisi come cani rabbiosi.»<ref>[https://www.docsity.com/it/dalla-polis-allo-stato-10/2348561/ ''Docsity'']</ref><ref>A. Giardina - G. Sabatucci - V. Vidotto. ''Il Manuale dal 1350 al 1650'', Bari, 2002; p. 224.</ref>
=== Le rivolte dei cavalieri e dei contadini ===
{{Citazione|Che ragione c'è di mostrare clemenza ai contadini? Se ci sono innocenti in mezzo a loro, Dio saprà bene proteggerli e salvarli. Se Dio non li salva vuol dire che sono criminali. Ritengo che sia meglio uccidere dei contadini che i principi e i magistrati, poiché i contadini prendono la spada senza l'autorità divina. Nessuna misericordia, nessuna pazienza verso i contadini, solo ira e indignazione, di Dio e degli uomini. Il momento è talmente eccezionale che un principe può, spargendo sangue, guadagnarsi il cielo. Perciò cari signori sterminate, scannate, strangolate, e chi ha potere lo usi (...) lasciate che tutti quelli che possano, colpiscano, uccidano e pugnalino, segretamente o apertamente, ricordando che nulla può essere più velenoso, offensivo o diabolico di un ribelle... Perché il battesimo non rende gli uomini liberi nel corpo e nella proprietà, ma nell'anima; e il Vangelo non rende comuni i beni, tranne nel caso di coloro che, di loro spontanea volontà, fanno ciò che fecero gli apostoli e i discepoli in Atti 4,32–37. Non esigevano,come fanno i nostri folli contadini nella loro furia, che i beni degli altri - di [[Ponzio Pilato|Pilato]] ed [[Erode Antipa|Erode]] - fossero comuni, ma solo i loro beni. I nostri contadini, tuttavia, vogliono rendere comuni i beni di altri uomini e mantenerli propri. Ottimi cristiani sono! Penso che non sia rimasto un diavolo all'inferno; sono andati tutti tra i contadini. Il loro delirio è andato oltre ogni misura.<ref>Martin Lutero, ''Esortazione alla pace a proposito dei dodici articoli dei contadini di Svevia'', 1525</ref><ref>Jaroslav J. Pelikan, Hilton C. Oswald, Luther's Works, 55 vols. (St. Louis and Philadelphia: Concordia Pub. House and Fortress Press, 1955–1986), 46: 50–51.</ref>}}
{{Vedi anche|Guerra dei contadini}}
[[File:Thomas Muentzer.jpg|thumb|right|Thomas Müntzer]]
 
Fu un gesto importante e dalle terribili conseguenze (le fonti dell'epoca parlano di {{M|100000}} morti); con esso Lutero aveva garantito la sopravvivenza della Riforma, ponendola al riparo dalle posizioni estremiste e garantendole la protezione di un buon numero di prìncipi tedeschi. [[Hanns Lilje]], [[vescovo]] luterano di [[Hannover]], osservò che questa risposta costò a Lutero «la perdita della straordinaria popolarità di cui aveva goduto fino a quel momento tra la gente». Occorre ricordare che anche papi (in occasione di [[Crociate]]) o re e santi cattolici come [[Luigi IX di Francia]] si espressero o si comportarono con gli [[eretici]] come i [[catari]] con altrettanta durezza, avendone il potere, e non si tratta di un tratto crudele del carattere di Lutero ma rientrante nel tipico quadro delle tragiche [[guerre di religione]] a sfondo politico, unito al pragmatismo e al carattere talvolta duro del riformatore tedesco; l'unico modo per salvare la Riforma dal papato era difatti avere l'appoggio dei principi. Sempre per la necessità di proteggere la sua Riforma, Lutero, che pure aveva proclamato l'inutilità della Chiesa come mediatrice e il principio che ognuno poteva essere "il sacerdote di sé stesso", acconsentì alla formazione delle ''Landeskirchen'', delle Chiese territoriali tedesche con le quali i principi potranno esercitare la loro autorità anche sulle faccende religiose. Müntzer fu poi catturato e ucciso, mentre [[Andrea Carlostadio]], anche lui sostenitore dei contadini, nel frattempo aveva ritrattato chiedendo aiuto a Lutero, il quale gli perdonò l'appoggio alla rivolta e lo nascose in casa propria per molti mesi, salvandogli così la vita.
Sempre il [[1522]] e i seguenti furono degli anni particolarmente sanguinari, che impressero al movimento riformatore prima una svolta in senso rivoluzionario, e poi in senso reazionario: [[Thomas Müntzer]], un teologo allievo di Lutero che aveva aderito alle tesi riformatrici, fu protagonista di un aperto scontro con Lutero che lo portò ad abbandonare la causa moderata per mettersi alla testa di una delle numerose bande armate che si stavano formando con l'intento di affermare con la forza un nuovo ordine cristiano basato sull'eguaglianza di tutti gli uomini.
 
=== La nascita e il consolidamento della nuova Chiesa ===
Contemporaneamente un gruppo di [[Cavalleria medievale|cavalieri]], ossia la piccola nobiltà guerriera erede delle antiche tradizioni della [[cavalleria medievale]], guidati da Franz von Sickingen ed [[Ulrich von Hutten]] attaccarono le terre dell'elettorato di [[Treviri]], allo scopo di veder ripristinate, assieme agli antichi valori del cristianesimo delle origini, anche le loro prerogative, messe in ombra dai nascenti eserciti moderni composti in prevalenza da [[mercenario|mercenari]]. E fu proprio l'esercito mercenario dell'arcivescovo di Treviri nello stesso anno a sconfiggere e disperdere i cavalieri.
[[File:Katharina-v-Bora-1526.jpg|min|sinistra|verticale|Katharina von Bora]]
 
Il 15 maggio 1525 gli ultimi insorti della guerra dei contadini, guidati da [[Thomas Müntzer]], furono annientati a [[Guerra dei contadini|Frankenhausen]] dal [[langravio]] [[Filippo I d'Assia]]. Müntzer venne ucciso. Dieci giorni prima era morto Federico il Saggio, cui era succeduto il fratello Giovanni. Nello stesso anno Lutero decise di abbandonare la vita pubblica e la veste religiosa. In giugno sposò [[Katharina von Bora]], una monaca che aveva dismesso l'abito in conseguenza della riforma, nata il 29 gennaio 1499 a Hirschenfeld, nei pressi di [[Meißen]], da un nobile cavaliere decaduto.<ref>Della vita di Katharina von Bora rimangono pochissime testimonianze, oltre agli scritti di Lutero stesso e di qualche contemporaneo. Tuttavia ella fu un'importante protagonista della Riforma, in quanto ha contribuito alla creazione del modello di matrimonio del clero e di famiglia protestante. Lutero e Katharina erano nati in due regioni della Sassonia tradizionalmente rivali tra loro, governate da due rami del casato dei Wettin: il ramo ernestino, che aveva il diritto di partecipare all'elezione dell'imperatore del Sacro Romano Impero, e il ramo albertino che aveva conservato il titolo di duca di Sassonia. La rivalità tra i due popoli si acuì ulteriormente durante gli anni della riforma, perché gli ernestini appoggiarono Lutero e gli Albertini lo contrastarono.</ref> Fu un gesto di grande importanza che contribuiva alla formazione della nuova teologia luterana. In molti scritti Lutero loda il matrimonio, nonostante non lo considerasse come un sacramento.<ref>Dal ''Breviario'':<br />* Chi combatte il [[matrimonio]] e osteggia la condizione coniugale, è un furfante come [[Marcione]] e [[Ludwig Hätzer|Hätzer]]; costoro hanno condannato il matrimonio per poter sedurre tutte le donne perbene. (pp. 123-124)<br />* [[San Geronimo]] fu un vero maestro di monaci. Egli scrisse diverse empietà sul matrimonio, in cui vedeva solo (la soddisfazione de)gli istinti. Ma in realtà nel matrimonio le tentazioni vengono sconfitte attraverso la carne. (p. 130)</ref> I due furono molto uniti,<ref>{{quote|Io non vorrei scambiare la mia Caterina né per il regno di Francia, né per Venezia, in primo luogo perché Dio ha donato lei a me e ha dato me a lei; 2) perché spesso ho sperimentato che ci sono più difetti nelle altre donne che nella mia Caterina; e se anche ne ha qualcuno, pure d'altra parte ci sono molte più grandi virtù; 3) perché osserva la fedeltà coniugale, vale a dire la fede e onestà. Così viceversa deve pensare una moglie del marito.|Discorsi a tavola, N° 49, p. 9-10}}</ref> ed ebbero sei figli; la loro casa fu uno dei principali centri irradiatori delle idee riformatrici (basti pensare ai 6596 paragrafi dei ''[[Discorsi a tavola|Discorsi conviviali]]'' tenuti da Lutero nella sua casa e accuratamente registrati dai suoi allievi).
I cavalieri si battevano anche per partecipare all'espropriazione delle terre della Chiesa di Roma ed ottenere un feudo da cui come ''cadetti'' <ref>La successione ereditaria del [[feudo]] ([[Diritto di maggiorasco]]) riservava la proprietà dell'intero patrimonio al primogenito. Ai figli minori, ai cadetti appunto, non rimaneva che conquistarsi un feudo al servizio di qualche principe.</ref> erano rimasti esclusi.
 
Sempre nel 1525 vengono pubblicati ''La Messa tedesca'' e ''[[De servo arbitrio|Del servo arbitrio]]'', quest'ultimo in risposta a uno scritto di [[Erasmo da Rotterdam|Erasmo]], ''[[De libero arbitrio|Del libero arbitrio]]'', pubblicato l'anno precedente, nel quale il grande umanista olandese invitava il monaco ribelle a ritornare sui propri passi riesaminando le concezioni espresse sul rapporto tra l'uomo e il suo destino. La conseguenza fu la definitiva rottura tra i due intellettuali.
[[File:Karte bauernkrieg3 en.jpg|thumb|left|300px|Zone della rivolta]]
 
Respingendo le nuove idee dell{{'}}''[[umanesimo]]'' [[rinascimentale]] sulla centralità dell'uomo, Lutero manifestava un modo di pensare tutto improntato alla mistica medioevale e alla teologia paolina e agostiniana. Gli anni che vanno dal 1525 al 1530 videro Lutero, ma soprattutto i suoi seguaci, impegnati nel duplice obiettivo sia di consolidare la dottrina riformata, contrastando le repliche e i contrattacchi della Chiesa romana, sia di proteggerla da possibili derive estremiste.
La situazione rimase tale per alcuni anni, nei quali la riforma protestante andò diffondendosi oltre i territori dell'impero mentre Lutero continuava la sua opera teologica pubblicando nuovi scritti che invocavano la pace e la separazione delle faccende temporali da quelle spirituali, in conformità con le teorie [[Sant'Agostino|agostiniane]] che Lutero non rinnegò mai e da cui, anzi, aveva tratto la dottrina della [[predestinazione]].
 
Nel 1527, intanto, in rotta politica col [[papato]], Carlo V mosse verso Roma dove le truppe dei [[mercenari]] [[lanzichenecchi]], in maggioranza luterani e [[Antipapismo|antipapisti]], la [[Sacco di Roma (1527)|saccheggiarono gravemente]]. Fu una delle prime guerre di religione tra cattolici e protestanti, benché alcuni cattolici francesi e spagnoli combattessero assieme ai luterani (lo stesso Carlo V era cattolico e re di Spagna come Carlo I).
Nel maggio del [[1524]] le insurrezioni contadine divennero una vera e propria ribellione che si diffuse in tutta la Germania meridionale e centrale e che successivamente prese il nome di [[guerra dei contadini]]. I contadini [[Svevia|svevi]] avevano accolto il messaggio religioso luterano come un proclama politico di uguaglianza e liberazione. Nei loro "Dodici articoli", il [[manifesto (programma)|manifesto]] del loro movimento di ribellione, essi chiedevano una fiscalità meno oppressiva, l'abolizione del privilegio che permetteva ai nobili tedeschi di attraversare i seminati o i campi pronti al raccolto per inseguire la selvaggina, e la restituzione delle terre destinate agli ''usi comuni'' dei loro villaggi e che i principi avevano invece inglobate nei possessi [[espropriazione|espropriati]] alla Chiesa romana.
 
[[File:Augsburger-Reichstag.jpg|min|La [[Dieta di Augusta]] del 1530]]
Nell'aprile del [[1525]] Lutero pubblicò l'''Esortazione alla pace a proposito dei dodici articoli dei contadini di Svevia''. In questo scritto, con cui dimostrava di aver scelto ormai definitivamente l'alleanza coi signori feudali, egli prendeva le distanze da quel movimento esortando i principi tedeschi alla soppressione delle "bande brigantesche ed assassine dei contadini":<ref>A. Giardina - G. Sabatucci - V. Vidotto. ''Il Manuale dal 1350 al 1650'', Bari, 2002; p. 224.</ref>
Oltre a pubblicare libri Lutero compose in questo periodo diversi inni per la nuova liturgia riformata. Il più celebre è ''Ein' feste Burg ist unser Gott'' composto fra il 1527 e il 1529 traendolo dal Salmo 45 e tradotto in numerose lingue tra cui in italiano (''[[Forte rocca è il nostro Dio]]'').
{{quote|Ritengo che sia meglio uccidere dei contadini che i principi e i magistrati, poiché i contadini prendono la spada senza l'autorità divina. [...] Il momento è talmente eccezionale che un principe può, spargendo sangue, guadagnarsi il cielo. Perciò cari signori sterminate, scannate, strangolate, e chi ha potere lo usi.}}
È Dio che ha concesso la spada ai prìncipi: se essi eserciteranno male il loro potere sarà la giustizia divina a punirli, ma intanto bisogna obbedire loro.
 
[[File:Ulrich-Zwingli-1.jpg|min|sinistra|verticale|Zwingli]]
Fu un gesto importante e dalle terribili conseguenze (le fonti dell'epoca parlano di 100.000 morti); con esso Lutero aveva garantito la sopravvivenza della Riforma ponendola al riparo dalle posizioni estremiste e garantendole la protezione di un buon numero di prìncipi tedeschi.
[[File:Lutherbibel.jpg|min|Bibbia di Lutero del 1534]]
 
Nel 1529 condusse con Melantone i [[Colloqui di Marburgo]], importante confronto con l'altro grande riformista [[Ulrico Zwingli]] sui temi principali dei rispettivi sistemi teologici, che però si arenò di fronte al problema dell'eucaristia, sul cui significato le divergenze erano significative. Zwingli morì quindi nel 1531, durante la [[seconda battaglia di Kappel]], atto conclusivo della [[seconda guerra di Kappel]], che vide contrapposti i cantoni riformati a quelli cattolici.
[[Hanns Lilje]], [[vescovo]] luterano di [[Hannover]], osservò che questa risposta costò a Lutero «la perdita della straordinaria popolarità di cui aveva goduto fino a quel momento tra la gente».
 
Nel giugno 1530 venne presentata la ''[[Confessione augustana]]'' che rappresenta la definitiva sistemazione dottrinale del luteranesimo. È la prima esposizione ufficiale dei princìpi del [[protestantesimo]] che sarà poi detto [[luterano]], redatta da [[Filippo Melantone]] per essere presentata alla [[Dieta di Augusta]] alla presenza di [[Carlo V]].<ref>A tutt'oggi la ''Confessione augustana'' è considerata uno dei testi base delle [[Chiese protestanti]] di tutto il mondo e fa parte del ''[[Liber Concordiae]]'' luterano.</ref>
Sempre per la necessità di proteggere la sua Riforma, Lutero, che pure aveva proclamato l'inutilità della Chiesa come mediatrice e il principio che ognuno poteva essere "il sacerdote di se stesso", acconsentì alla formazione delle Landeskirchen, delle Chiese territoriali tedesche con le quali i principi potranno esercitare la loro autorità anche sulle faccende religiose.
 
Nel febbraio del 1531 venne conclusa tra i nobili e le città protestanti la [[Lega di Smalcalda]]. Nello stesso anno il monaco riformatore pubblicò l{{'}}''Avvertimento del dottor M. Lutero ai suoi cari Tedeschi''. Nel 1534 uscì la [[Bibbia]] completamente tradotta in tedesco da Lutero. Intanto veniva eletto papa Alessandro Farnese, con il nome di [[Paolo III]]. Gli [[anabattisti]] presero il potere a [[Münster]] in [[Vestfalia]], ma nel giugno del 1535 la città fu riconquistata dal vescovo [[Francesco di Waldeck]] con l'aiuto di [[Filippo I d'Assia|Filippo d'Assia]].
=== La nascita e il consolidamento della nuova Chiesa ===
[[File:Katharina-v-Bora-1526.jpg|thumb|left|Katharina von Bora]]
 
Lutero dettò le linee generali per l'organizzazione della Chiesa evangelica della Sassonia, fornendo il modello fondamentale alle altre chiese luterane. Negli ultimi anni della sua vita Lutero approfondì la distanza dal cattolicesimo con lo scritto del 1537 ''Gli Articoli di Smalcalda'', difese la propria dottrina sulla presenza di Cristo nell'eucaristia nell'opera ''Breve confessione intorno al Santissimo Sacramento'' (1544) ed espresse una condanna violenta e definitiva del cattolicesimo con l'operetta polemica ''Contro il papato istituito a Roma dal diavolo'' (1544).
Il [[15 maggio]] [[1525]] gli ultimi insorti della guerra dei contadini, guidati da Thomas Müntzer, furono annientati a [[Guerra dei contadini|Frankenhausen]] dal [[langravio]] [[Filippo I di Assia]]. Müntzer venne ucciso. Dieci giorni prima era morto Federico il Saggio, cui era succeduto il fratello Giovanni.
 
=== La morte ===
Nello stesso anno Lutero decise di abbandonare la vita pubblica e la veste religiosa. In giugno sposa [[Katharina von Bora]] <ref>Della vita di Katharina von Bora rimangono pochissime testimonianze oltre agli scritti di Lutero stesso e di qualche contemporaneo. Tuttavia, ella fu un'importante protagonista della Riforma, in quanto ha contribuito alla creazione del modello di matrimonio del clero e di famiglia protestante.</ref>, una monaca che aveva dismesso l'abito in conseguenza della riforma. Fu un gesto di grande importanza che contribuiva alla formazione della nuova teologia luterana. I due ebbero sei figli e la loro casa fu uno dei principali centri irradiatori delle idee riformatrici (basti pensare ai 6596 paragrafi dei ''Discorsi conviviali'' tenuti da Lutero nella sua casa e accuratamente registrati dai suoi allievi).
Lo studioso [[Roland Bainton]], pur essendo un suo devoto biografo, riconosce come «il suo [di Lutero] altero atteggiamento di sfida dei primi tempi fosse degenerato, trasformandosi nell'umore stizzoso di un uomo tormentato dalla malattia, dalle fatiche e dallo scoramento», tuttavia, riferisce sempre Bainton, «sino all'ultimo migliorò la sua traduzione della Bibbia (…), e parecchi brani riportati in questo libro [sul sacrificio di Isacco] per illustrare i suoi princìpi religiosi e morali provengono dal suo ultimo periodo».<ref>{{cita|Bainton 2003|p. 297}}.</ref>
In confronto a Melantone, sempre sottile e pacato nei giudizi, tanto rozzo e vendicativo apparve divenuto Lutero, al punto da scadere spesso nel [[turpiloquio]]. D'altra parte, come sostiene sempre Bainton, «Lutero guazzava nel sudiciume meno di molti altri letterati del suo tempo», tra i quali lo stesso [[Erasmo da Rotterdam|Erasmo]], che non evitò di descrivere dei dialoghi tra popolani in cui si parlava del fetore che promanava dalle loro merci. Nel complesso, le grossolanità di Lutero furono esigue e vi sono interi tomi in cui le parole più indecenti sono quelle di San Paolo, che sopportò la perdita di tutte le cose «reputandole come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo ([[Lettera ai Filippesi|Filip. III, 8]])».<ref>{{cita|Bainton 2003|pp. 225-226}}.</ref>
[[File:Martin Luther's grave, Schlosskirche, Wittenburg.jpg|min|Tomba di Lutero (Schlosskirche, Wittenberg)]]
Aveva anche preso a mangiare e bere con generosità, vuotando in più occasioni interi boccali di [[birra]], «ma non è mai stato riportato che Lutero avesse sorpassato la semplice allegria».<ref>{{cita|Bainton 2003|p. 226}}.</ref><ref name=molinari>{{cita web|url=http://www.ildialogo.org/NotizieEcumeniche/Documenti_1241790112.htm |autore= Franco Molinari|titolo=I peccati di Martin Lutero}}</ref>
 
La sua salute intanto si era andata deteriorando progressivamente (soffriva di [[acufeni]], [[cataratta]], [[sindrome di Menière]], [[dolore]] [[Reumatismo|reumatico]] e altri disturbi, forse anche di [[cardiopatia]]), fino a che si ammalò gravemente di [[ulcera]] e venne infine colpito da un [[ictus]] fatale a 62 anni. Secondo quanto è stato tramandato, il 18 febbraio 1546 a Eisleben, quando Lutero era sul letto di morte, gli amici gli chiesero se era ancora convinto di ciò che aveva insegnato. Rispose: «Sì», e poco dopo spirò.<ref>Montanelli & Gervaso, ''ivi''.</ref> La salma di Lutero venne in seguito inumata nella [[chiesa del castello di Wittenberg]] (Schlosskirche) dove si trova ancora oggi.
Sempre nel [[1525]] vengono pubblicati ''La Messa tedesca'' e ''[[De servo arbitrio|Del servo arbitrio]]'', quest'ultimo in risposta a uno scritto di [[Erasmo da Rotterdam|Erasmo]], ''[[De libero arbitrio|Del libero arbitrio]]'', pubblicato l'anno precedente, nel quale il grande umanista olandese invitava il monaco ribelle a ritornare sui propri passi riesaminando le concezioni espresse sul rapporto tra l'uomo e il suo destino. La conseguenza fu la definitiva rottura tra i due intellettuali.
 
== Il contributo di Lutero ==
Respingendo le nuove idee dell'''umanesimo'' sulla centralità dell'uomo, Lutero manifestava un modo di pensare tutto improntato alla mistica medioevale e alla teologia paolina e agostiniana.
[[File:Dresden Statue Martin Luther vor Frauenkirche.JPG|min|verticale|Statua di Martin Lutero a [[Dresda]], [[Germania]]]]
 
{{Citazione|Un cristiano è il padrone più libero di tutti, soggetto a nessuno.<br>Un cristiano è il servo più obbediente di tutti, soggetto a tutti.|Martin Lutero, ''La libertà del cristiano''<ref>{{Cita libro|autore=Martin Luther|capitolo=Tractatus de libertate Christiana|url=https://archive.org/details/dmartinlutherswe17luth/page/48/mode/2up|titolo=Werke|edizione=kritische Gesamtausgabe|volume=7|città=Weimar|editore=Hermann Böhlaus Nachfolger|anno=1897|p=49|lingua=la}}</ref>|Christianus homo omnium dominus est liberrimus, nulli subiectus.<br>Christianus homo omnium servus est officiosissimus, omnibus subiectus.|lingua=la}}
[[File:Augsburger-Reichstag.jpg|thumb|300px|La Dieta di [[Augsburg|Augusta]] del [[1530]]]]
Gli anni che vanno dal [[1525]] al [[1530]] videro Lutero, ma soprattutto i suoi seguaci, impegnati nel duplice obiettivo sia di consolidare la dottrina riformata, contrastando le repliche e i contrattacchi della Chiesa romana, sia di proteggerla da possibili derive estremiste.
 
La Riforma, promossa da uomini come Lutero, Melantone e poi [[Giovanni Calvino]] e [[Zwingli]], determinò la formazione di un nuovo movimento religioso nell'Europa Occidentale detto [[protestantesimo]]. Il maggiore contributo di Lutero fu il suo insegnamento principale: la [[Giustificazione (teologia)#Protestantesimo|giustificazione per fede]]. Nel giro di poco tempo ciascun principato tedesco si schierò per la fede protestante o per quella cattolica. Il protestantesimo si diffuse e ottenne larghi consensi in [[Scandinavia]], [[Svizzera]], [[Inghilterra]] e [[Paesi Bassi]].
Oltre a pubblicare libri Lutero compose diversi [[inni]] per la nuova liturgia riformata. Il più celebre è ''Ein' feste Burg ist unser Gott'' composto fra il 1527 e il 1529 e tradotto in numerose lingue tra cui in italiano (''[[Forte rocca è il nostro Dio]]'').
[[File:Ulrich-Zwingli-1.jpg|thumb|left|Zwingli]]
[[File:Lutherbibel.jpg|thumb|Bibbia di Lutero del 1534]]
 
Ancora oggi centinaia di milioni di persone, in tutto il mondo, si professano aderenti a questi insegnamenti. In un testo scritto dal professor Kurt Aland si legge: "Ogni anno escono almeno 500 nuove pubblicazioni su Martin Lutero e la Riforma in quasi tutte le maggiori lingue del mondo". Il contributo di Lutero nell'inaugurare un nuovo modo di vivere il cristianesimo, che consisteva nell'indipendenza dalla Chiesa e nella conseguente rottura dell'unità dei cristiani a Occidente, fu senz'altro notevole; egli stesso con le sue esitazioni mostrava di rendersi conto della responsabilità enorme che si assumeva.
Nel 1529 condusse con Melantone i Colloqui di Marburgo, importante confronto con l'altro grande riformista [[Ulrico Zwingli]] sui temi principali dei rispettivi sistemi teologici, che però si arenò di fronte al problema dell'Eucaristia, sul cui significato le divergenze erano significative. Zwingli morì quindi nel 1531, durante la battaglia di [[Kappel am Albis|Kappel]], contro i cantoni cattolici svizzeri.
 
La sua opera fu inoltre fondamentale per aver contribuito a formare la [[lingua tedesca]]: si può dire che Lutero fu per la Germania ciò che Dante era stato per l'Italia. Passati i primi secoli immediatamente successivi alla Riforma, dopo essere stato giudicato assai negativamente, la sua figura è stata in parte rivalutata anche in alcuni ambiti cattolici, almeno per quanto riguarda la tempra intellettuale del primo Lutero.<ref>Il [[gesuita]] Courtnay Murray ad esempio disse di lui: «Era un genio, traboccante di retorica, ma anche pieno di illuminazioni» (cit. in Montanelli & Gervaso, ''op. cit.'', p. 104).</ref>
Nel giugno [[1530]] venne presentata la ''[[Confessio Augustana|Confessione Augustana]]'' che rappresenta la definitiva sistemazione dottrinale del luteranesimo. È la prima esposizione ufficiale dei princìpi del [[Protestantesimo]] che sarà poi detto [[Luteranesimo|luterano]], redatta da [[Filippo Melantone]] per essere presentata alla [[Dieta (storia)|Dieta]] di [[Augusta (Germania)|Augusta]] alla presenza di [[Carlo V del Sacro Romano Impero|Carlo V]].<ref>A tutt'oggi la ''Confessio augustana'' è considerata uno dei testi base delle [[Chiese protestanti]] di tutto il mondo e fa parte del ''[[Liber Concordiae]]'' luterano.</ref>
 
== Controversie ==
Nel febbraio del [[1531]] venne conclusa tra i nobili e le città protestanti la [[Lega di Smalcalda]]. Nello stesso anno il monaco riformatore pubblicò l'''Avvertimento del dottor M. Lutero ai suoi cari Tedeschi''. Nel [[1534]] uscì la [[Bibbia]] completamente tradotta in tedesco da Lutero. Intanto veniva eletto papa Alessandro Farnese, con il nome di [[Papa Paolo III|Paolo III]]. Gli [[anabattisti]] presero il potere a [[Münster]] in [[Vestfalia]], ma nel giugno del [[1535]] la città fu riconquistata dal vescovo [[Francesco di Waldeck]] con l'aiuto di Filippo d'Assia.
 
=== Sulla vocazione ===
Lutero dettò le linee generali per l'organizzazione della Chiesa evangelica della Sassonia, fornendo il modello fondamentale alle altre chiese luterane.
[[File:Ferdinand Pauwels - Luther's friend struck by lightning.jpg|min|verticale=1.2|La vocazione di Lutero dopo essere stato colpito dal fulmine, in un dipinto di Ferdinand Pauwels]]
Sono ancora contrastanti i giudizi emessi dagli storici sulla [[Conversione religiosa|conversione]] di Lutero. La tradizione vuole (e lo stesso Lutero nei suoi ''[[Discorsi a tavola]]'' sembra confermarlo) che a causa del forte spavento causatogli da un [[fulmine]] che lo fece cadere a terra durante un forte [[temporale]], egli abbia fatto [[Voto (religione)|voto]] di farsi monaco se si fosse salvato. In base a ciò che egli stesso racconta, da giovane fu indotto a meditare sull'ira divina a causa della morte prematura di un compagno di studi, Hieronymus Buntz. Lo storico protestante [[Dietrich Emme]] afferma che questi fu ucciso in un duello dallo stesso Lutero,<ref>[http://www.chiesaviva.com/martin%20lutero.pdf Sac. Luigi Villa, ''Lutero omicida e suicida'', ed. Civiltà Brescia], riportato sul sito Chiesa Viva, di orientamento [[cattolico tradizionalista]]</ref> rifugiatosi poi in convento per sfuggire alla condanna.<ref>Dietrich Emme, ''Martin Luther, Seine Jugend und Studentenzeit 1483 - 1505, Eine dokumentarische Darstellung mit 14 Tafeln und 1 Faltkarte'', Goettingen, 1982.</ref> Questa ipotesi è stata confutata dal teologo cattolico [[ecumenismo|ecumenista]] [[Otto Hermann Pesch]],<ref>"Warum ging Luther ins Kloster? Eine Polemik gegen eine neue alte LutherLegende und ihre Anhänger", in: ''Catholica'', 39, 1985, p 255–278.</ref> perché nessuna fonte antica menziona il duello e inoltre gli annali dell'università di Erfurt riportano la notizia che Hieronymus Buntz morì di pleurite poco prima di sostenere l'esame di dottorato.<ref>
"Hieronymus Buntz de Windsheim, non promotus, quia sub censura pleuriticus factus non multo post nature concessit, doctus et pius.",&nbsp;in&nbsp;Erich Kleineidam (a cura di), ''Universitas studii Erffordensis: überblick über die Geschichte der Universität Erfurt im Mittelalter 1392-1521'', Leipzig: St. Benno-Verlag GmbH, 1964, p. 177.</ref> Un'altra leggenda vuole che l'amico di Lutero sia morto a causa del fulmine.
 
=== L'antisemitismo di Lutero ===
Negli ultimi anni della sua vita Lutero approfondì la distanza dal cattolicesimo con lo scritto del [[1537]] ''Gli Articoli di Smalcalda'', difese la propria dottrina sulla presenza di Cristo nell'Eucarestia nell'opera ''Breve confessione intorno al Santissimo Sacramento'' ([[1544]]) ed espresse una condanna violenta e definitiva del cattolicesimo con l'operetta polemica ''Contro il papato istituito a Roma dal diavolo'' ([[1544]]).
{{Vedi anche|Cristianesimo e antisemitismo|Degli ebrei e delle loro menzogne}}{{citazione|Secondo Lutero gli Ebrei erano: ''cani assetati del sangue di tutta la cristianità [...] spesso giustamente bruciati vivi perché accusati di avvelenare l'acqua e i pozzi e rapito i bambini che sono stati smembrati e tagliati a pezzi [...] che ancora non ci è dato sapere quale sorta di demone li abbia portati nel nostro paese [...] che erano da considerarsi un pesante fardello, come una peste, pestilenza e pura sventura nel nostro paese [...] profittatori, avidi, che maledicono il nostro Signore, figli del Diavolo che è contento e si rallegra di aver mandato gli Ebrei fra i cristiani per contaminarli [...] che vogliono governare il mondo nonostante siano grandi criminali e assassini di Cristo e di tutta la cristianità''.|[[Raul Hilberg]] commenta l'opera ''Degli Ebrei e delle loro menzogne'' in [[La distruzione degli Ebrei d'Europa]]<ref>{{cita libro | nome=Raul | cognome=Hilberg | titolo=La distruzione degli Ebrei d'Europa, pagg.13,14 | anno=1995 | editore=Einaudi | città=Torino }}</ref>}}
[[File:Busbach Kirche Portrait Martin Luther-20210524-RM-165918.jpg|min|verticale|Lutero anziano]]
Altri scritti di Lutero, contro gli [[ebrei]] che rifiutavano di convertirsi al cristianesimo, in particolare ''[[Degli ebrei e delle loro menzogne]]'' (''Von den Juden und ihren Lügen'', 1543) nel quale si espresse con toni acerrimi, hanno indotto molti a tacciarlo di [[antisemitismo]]. In realtà l'antisemitismo di Lutero si inquadrava nel generale atteggiamento di intolleranza e diffidenza verso il giudaismo (anche in ambito cattolico come mero [[antigiudaismo]] teologico) che percorreva la cultura europea, sia laica sia religiosa, e che culminerà nel XX secolo con la tragedia della [[Shoah]]. Teorie e suggestioni che descrivono Lutero quale anticipatore dell'antisemitismo moderno<ref>Scrive [[Karl Jaspers]] che quest'opera anticipa il programma [[nazista]] (in Franklin Sherman, ''Foi transformée: les rencontres avec les Juifs et le judaïsme'', ed. John C Merkle, Collegeville, (Minnesota), Liturgical Press, 2003), pp. 63-64.</ref> sono quindi alquanto discutibili<ref name=prosperi>«Lutero non è responsabile della Shoah... Le differenze tra l'antiebraismo e poi antigiudaismo cristiano e l'antisemitismo razzista e nazifascista restano grandissime» (Adriano Prosperi, ''Introduzione'' a ''Martin Lutero''. ''Degli ebrei e delle loro menzogne'', a cura di Adelisa Malena, Einaudi, 2008</ref>.
 
In realtà Lutero ebbe un atteggiamento tollerante nei confronti degli ebrei almeno fino agli ultimi anni di vita, che però condizionava alla loro conversione al cristianesimo poiché se era vero, secondo Lutero e il cristianesimo medievale tutto, che il giudaismo era un crimine che doveva essere sradicato, la colpa originaria era stata quella di aver dato un cattivo insegnamento della dottrina cristiana. Il testo ''Gesù Cristo è nato ebreo'' (1523) punta infatti a difendere gli ebrei dai pregiudizi e dall'intolleranza.
Altri scritti di Lutero contro gli [[ebrei]] che rifiutavano di convertirsi al cristianesimo, in particolare ''Degli ebrei e delle loro menzogne'' (Von den Juden und ihren Lügen) nel quale si espresse con toni acerrimi, hanno indotto molti a tacciarlo di [[antisemitismo]].
 
Tuttavia il fallimento di questa auspicata conversione degli ebrei, dato che la maggioranza non accettò il battesimo, portò Lutero a un aperto antisemitismo, seppur non di tipo razziale.<ref name=prosperi/> Nel 1543, ormai vicino alla fine della sua vita, Lutero pubblicò il ''[[pamphlet]]'', ''Contro gli ebrei'' noto poi come ''Degli ebrei e delle loro menzogne'', dove proponeva di bruciare le [[sinagoga|sinagoghe]], abbattere le case degli ebrei, distruggere i loro scritti, confiscare il loro denaro e uccidere i [[rabbino|rabbini]] che predicavano il giudaismo. Nonostante ciò, ebrei tedeschi convertiti alla religione luterana in diverse epoche, come [[Heinrich Heine]] - che nel ''Rabbi di Bacharach'' denunciò le persecuzioni medievali tedesche - hanno comunque ammirato Martin Lutero (si veda ''Zur Geschichte der Religion und Philosophie in Deutschland'' del 1834, cioè ''Esposizione del pensiero tedesco da Lutero a Schelling''), venerato talvolta "come un santo", un precursore della [[Rivoluzione francese]]. Questa opinione fu condivisa da molti apologeti cattolici quali [[Joseph de Maistre]] (per la rottura del primato papale effettuata dalla riforma), nonostante l'avversione di Lutero per le ribellioni popolari e il fatto che la maggioranza dei luterani tedeschi e svedesi (nonché i protestanti britannici) combatté contro la [[Francia rivoluzionaria]] e contro [[Napoleone]]; si veda anche l'ammirazione verso Lutero del rivoluzionario [[Camille Desmoulins]] e la confusione sull'appoggio - attaccato dal papa - dei protestanti francesi alla Rivoluzione (essi erano però [[calvinisti]] [[ugonotti]], membri della [[Chiesa Riformata di Francia]]). Per Heine fu anche un importante linguista e filosofo tedesco precursore di [[Hegel]] e del patriottismo tedesco ottocentesco.<ref>H.Heine, ''Zur Geschichte der Religion und Philosophie in Deutschland'' ("Sulla storia della religione e della filosofia in Germania")</ref>; secondo lo studioso della Riforma Piero Stefani, Heine vede in Lutero come «"uomo completo", "uomo assoluto", capace di riunire le dimensioni di spirito e materia precedentemente scisse per mano della dottrina cattolica e [lodato] la sua battaglia per la libertà di pensiero»<ref>Cfr. H. Heine, Per la storia della religione, cit., pp. 206-207; H. Heine, Zur Ge-schichte der Religion, p. 150</ref><ref>La rilettura di Lutero in chiave patriottico-nazionalista da parte del Romanticismo tedesco. Lutero e i 500 anni della Riforma, a cura di Andrea Aguti, Luigi Alfieri, Guido Dall’Olio, Luca Renzi, ETS, Pisa, 2018, cap. Lutero e gli ebrei di Piero Stefani, p. 177 e segg.</ref>; così come al contempo molti protestanti moderni specie dopo la [[seconda guerra mondiale]] hanno preso le distanze dagli scritti antisemiti del riformatore, e sono spesso vicini alle istanze delle comunità ebraiche.<ref>[http://www.voceevangelica.ch/voceevangelica/home/2016/4/25694.html Lutero e l'ombra antisemita - Voce Evangelica]</ref> Va inoltre ricordato che tali anatemi intolleranti erano subordinati alla conversione degli ebrei, non al loro sterminio, e la [[tolleranza religiosa]] era assente anche fra cristiani, in un mondo in cui vigeva il ''[[cuius regio, eius religio]]'' (ognuno doveva seguire la religione del proprio sovrano), e ciò era considerato comunque una conquista essendo garantito ai dissidenti il diritto di emigrazione. Lutero si espresse contro i capi giudaici ma voleva che i semplici ebrei fossero costretti a lavorare, senza imporre loro segni discriminatori come fecero i papi e alcuni sovrani cattolici, senza essere espulsi (sebbene in un passo li inviti pesantemente a "tornarsene in [[Giudea]]") ma senza svolgere lavori "parassitari" come il banchiere o il prestito di denaro a interesse. Lutero manifestò infatti un forte disprezzo anche per ogni forma di [[commercio]], da lui giudicato "uno sporco affare", e condannò - in linea con il cristianesimo medievale- l'interesse come [[usura]], nel Medioevo interdetta ai cristiani e quindi spesso appannaggio degli ebrei. Il suo sogno sarebbe stato di perpetuare la società rurale in cui era nato, per questo egli si considerava più un restauratore che un innovatore. Tali eccessi reazionari erano divenuti sempre più marcati man mano che invecchiava e la sua salute peggiorava.
Oltre a ciò, nel [[1541]] aveva autorizzato una nuova [[traduzione]] in [[lingua latina]] del [[Corano]] a cura di [[Theodor Bibliander]]<ref>[http://www.cromohs.unifi.it/12_2007/felici_bibliander.html Cromohs 2007 - Felici - ''L’Islam in Europa. L’edizione del Corano di [[Theodor Bibliander]]'' (1543)<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, che doveva essere indirizzata, come spiegava Lutero nell'introduzione, ''"a gloria di Gesù, al bene dei cristiani, a danno dei turchi, a irritazione del demonio"''<ref>[[Vittorio Messori]], ''[[Ipotesi su Gesù]]'', SEI Editrice, Torino 1976, p. 253.</ref>.
 
===Lutero e l'Islam===
Lutero manifestò un forte disprezzo anche per ogni forma di [[commercio]], da lui giudicato "uno sporco affare", e condannò l'interesse come usura. Il suo sogno sarebbe stato di perpetuare la società rurale in cui era nato, per questo egli si considerava più un restauratore che un innovatore.
Oltre a ciò, nel 1541 aveva autorizzato una nuova [[traduzione]] in [[lingua latina]] del ''[[Corano]]'', a cura di [[Theodor Bibliander]],<ref>Lucia Felici, [http://www.fupress.net/index.php/cromohs/article/view/15507/14738 ''L'Islam in Europa. L'edizione del Corano di Theodor Bibliander''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20171107020548/http://www.fupress.net/index.php/cromohs/article/view/15507/14738 |data=7 novembre 2017 }}</ref> che doveva essere indirizzata, come spiegava Lutero (convinto [[Antislamismo|anti-islamico]]) nell'introduzione, "a gloria di Gesù, al bene dei cristiani, a danno dei turchi, a irritazione del demonio".<ref>[[Vittorio Messori]], ''[[Ipotesi su Gesù]]'', SEI Editrice, Torino 1976, p. 253.</ref>
 
=== Sulla morte ===
Tali eccessi reazionari si erano fatti sempre più marcati man mano che invecchiava. Lo studioso Roland Bainton, pur essendo un suo devoto biografo, riconosce come Lutero fosse diventato «un vecchiaccio irascibile, petulante, maldicente, e talvolta addirittura scurrile».<ref>Cit. in Montanelli & Gervaso, ''Storia d'Italia'', vol. 14, ''L'età della riforma'', pag. 110, Fabbri editori, 1994.</ref> In confronto a Melantone, sempre sottile e pacato nei giudizi, tanto rozzo e vendicativo apparve divenuto Lutero, al punto da scadere spesso nel [[turpiloquio]]. Aveva anche preso a mangiare e bere smisuratamente, vuotando in più occasioni interi boccali di [[birra]].
Lutero morì nel 1546 nella natia [[Eisleben]], dove si era nuovamente stabilito; malato di ulcera, venne rinvenuto morto da alcuni amici nel suo letto, probabilmente a causa di un ictus.
 
L'oratoriano Thomas Bozius (1548-1610), nel suo ''De Signis Ecclesiae Dei'', Coloniæ, 1592, scrive di avere appreso da "fonte degna di fede" che un domestico di Lutero, tale Ambrogio Kuntzell (o Kutfeld), successivamente convertito al cattolicesimo ("superioribus annis ad nostros se recepit"), affermava che il suo padrone fu trovato impiccato alle colonne del letto, dopo che era stato portato a dormire ubriaco la sera prima.<ref>''De Signis Ecclesiae Dei'', Vol. II, p. 514.</ref> Il testo di Bozius fu ripreso nel 1606 dallo scienziato Henricus Sedulius (1547-1621) in uno scritto polemico contro gli eretici.<ref>''Praescriptiones adversus haereses'', Officina Plantiniana, Antwerp 1606, ''Praescriptio XVIII'',§§ 26-28.</ref>
La sua salute intanto si era andata deteriorando progressivamente fino a che si ammalò gravemente di [[ulcera]]. Quando, il [[18 febbraio]] [[1546]] a Eisleben, Lutero era sul letto di morte, gli amici gli chiesero se era ancora convinto di ciò che aveva insegnato. Rispose: «Sì», e poco dopo spirò{{cn}}.
 
Il filosofo cattolico [[Jacques Maritain]]<ref>''Tre riformatori'', a pagina 49 dell'edizione francese ''Trois réformateurs: Luther – Descartes – Rousseau'', Paris, Plon-Nourrit et Cie, 1925.</ref> scrive nel 1925 che il dottor de Coster, subito accorso, avrebbe constatato che la bocca di Lutero era contorta, che la parte destra del suo viso era nera e che il collo era rosso e deforme, come se fosse stato appunto strangolato, ma non parla di impiccagione. Questa sua diagnosi sarebbe riportata su un'incisione, riportata nella sua opera, che Lucas Fortnagel fece subito il giorno dopo la morte di Lutero, ma la presenza di de Coster alla morte di Lutero non trova riscontro nelle fonti.<ref>Hartmann Grisar, ''Luthers Kampfbilder'', (4 volumi), Herder, Freiburg im Breisgau 1921–1923 (vol. IV, ''Die Abbildung des Papsttums uns andere Kampfbilder in Flugblättern, 1538−1545'' (1923), scrive che secondo Franz Costner, autore di un ''Compendium fidei'' (1607; già pubblicato in olandese nel 1595), Lutero era stato trovato con il collo rosso e deformato, "strangolato dal demonio".</ref>
== Il contributo di Lutero ==
[[File:Dresden Statue Martin Luther vor Frauenkirche.JPG|thumb|left|200 px|Statua di Martin Lutero a [[Dresda]], [[Germania]]]]
La Riforma, promossa da uomini come Lutero e poi [[Giovanni Calvino]] e [[Zwingli]], determinò la formazione di un nuovo movimento religioso nell'Europa Occidentale detto [[protestantesimo]]. Il maggiore contributo di Lutero fu il suo insegnamento principale: la giustificazione per fede. Nel giro di poco tempo ciascun principato tedesco si schierò per la fede protestante o per quella cattolica. Il protestantesimo si diffuse e ottenne larghi consensi in [[Scandinavia]], [[Svizzera]], [[Inghilterra]] e [[Paesi Bassi]]. Ancora oggi centinaia di milioni di persone, in tutto il mondo, si professano aderenti a questi insegnamenti. In un testo scritto dal professor Kurt Aland si legge: "Ogni anno escono almeno 500 nuove pubblicazioni su Martin Lutero e la Riforma in quasi tutte le maggiori lingue del mondo".
 
La tesi del suicidio fu riproposta da Paul Majunke nel 1890<ref>[https://archive.org/details/lutherslebensen00paulgoog ''Luthers Lebensende. Eine historische Untersuchung''], Freiburg im Breisgau, 1898.</ref> e confutata da Georges Claudin, nel 1895<ref>[http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k9323938.r ''La mort de Luther''], 1895.</ref> che ha pubblicato il testo latino e la traduzione francese della presunta "deposizione" del domestico.
Il contributo di Lutero nell'inaugurare un nuovo modo di vivere il cristianesimo, che consisteva nell'indipendenza dalla Chiesa e nella conseguente rottura dell'unità dei cristiani a Occidente, fu senz'altro notevole; egli stesso con le sue esitazioni mostrava di rendersi conto della responsabilità enorme che si assumeva. La sua focosa devozione religiosa, tuttavia, unita alla sua indifferenza ad ogni ambizione di carriera, dimostrano che non era mosso da interessi personali: il suo vero desiderio era quello di ricondurre la Chiesa alla religiosità delle origini. La sua opera fu inoltre fondamentale per aver contribuito a formare la [[lingua tedesca]]. Si può dire che Lutero fu per la [[Germania]] ciò che [[Dante]] era stato per l'Italia.
 
Altri documenti a confutazione della tesi sono stati pubblicati dal teologo cattolico Nikolaus Paulus nel 1898.<ref>''Luthers Lebensende: eine kritische Untersuchung'', cit.; cfr. anche Hartmann Grisar, ''Luthers Kampfbilder'', cit. e l'articolo di Theo Hoyer [http://www.ctsfw.net/media/pdfs/HoyerHowDrMartinLutherDied.pdf "How Dr. Martin Luther Died"], ''Concordia Theological Monthly'', XVII, 1946, pp. 81-88.</ref>
Passati i primi secoli immediatamente successivi alla Riforma, dopo essere stato giudicato assai negativamente, la sua figura è stata in parte rivalutata anche in alcuni ambiti cattolici, almeno per quanto riguarda la tempra intellettuale del primo Lutero.<ref>Il [[gesuita]] Courtnay Murray ad esempio disse di lui: «Era un genio, traboccante di retorica, ma anche pieno di illuminazioni» (cit. in Montanelli & Gervaso, ''op. cit.'', pag. 104).</ref>
[[File:Luther death-hand mask.jpg|min|verticale=0.8|Maschera mortuaria di Lutero e calco delle mani]]
Tali dicerie sul suo suicidio furono diffuse solo vent'anni dopo la sua morte; i resoconti ufficiali della morte del riformatore testimoniano una morte naturale, alla presenza di un gruppo di persone oppure nel sonno, e la sua [[maschera mortuaria]] non riporta segni compatibili con un'asfissia violenta. Secondo una pubblicazione vicina all'ortodossia cattolica, ''La riforma protestante'', dello storico cattolico Roberto Coggi<ref name="coggi">Roberto Coggi, ''La riforma protestante'', vol. 2, 2004 ''Dalla morte di Lutero alla pace di Augusta'', in "''Ripensando Lutero''", Edizioni Studio Domenicano, 2004, ISBN 88-7094-531-6, pag. 38</ref> "molto probabilmente Lutero morì per una sua vecchia [[Cardiopatia|malattia di cuore]]"<ref name=coggi/>; malattia della quale però non si hanno altre notizie.
 
Anche la leggenda del suicidio di Lutero è quindi considerata non fondata dagli storici, e diffusa in funzione anti-luterana (seppur ancora oggi riportata talvolta in ambienti [[cattolici tradizionalisti]]), insieme ad altre dicerie diffamatorie non veritiere: ''«Le dicerie di un suicidio di Lutero, diffuse vent'anni dopo, vanno scartate come infondate»''.<ref name=coggi/>
== Controversie sulla sua vocazione e sulla sua morte ==
Sono ancora contrastanti i giudizi emessi dagli storici sulla [[conversione]] di Lutero. La tradizione vuole (e lo stesso Lutero nei suoi discorsi autobiografici sembra confermarlo) che a causa del forte spavento causatogli da un [[fulmine]] durante un [[temporale]] egli abbia fatto [[voto (religione)|voto]] di prendere l'abito sacerdotale. Ad ogni modo si trattava certamente di un uomo inquieto, la cui religiosità era fortemente improntata ad una concezione di Dio come giudice terribile e vendicatore<ref>Persino la [[psicanalisi]] si è interessata a Lutero. Secondo alcuni nel riformatore si riscontrano «eredità di [[alcolismo]], amore anormale per sua madre, educazione in un clima di paura, tendenza alla [[malinconia]], [[sessualità|ossessioni sessuali]] ([[sublimazione|sublimate]], è vero, con una potente attività intellettuale) sono gli elementi che spiegherebbero... perché e come Lutero è giunto a rifiutare il valore salvifico delle opere» (in E. H. Erikson, ''Il giovane Lutero. Studio storico-psicoanalitico'', [[Roma]] [[1967]], p. 33). Sebbene alcuni storici abbiano osservato che tali interpretazioni sarebbero fondate su insufficienti e incerte testimonianze, l'immagine di un Lutero afflitto da gravi sofferenze psicologiche ha spesso avuto ampio credito presso la storiografia su di lui.</ref>. In base a ciò che egli stesso racconta, da giovane fu indotto a meditare sull'ira divina a causa della morte prematura di un compagno di studi. Secondo i critici, quindi, l'ansia e la paura costituirono un importante elemento nelle scelte di Lutero, e forse fecero maturare nella sua mente la scelta improvvisa di entrare nel convento [[Ordine di Sant'Agostino|agostiniano]] di [[Erfurt]].
 
Oggi si ritiene che Lutero sia morto di [[ictus]].<ref>[https://riforma.it/it/node/6174 Claudio Geymonat, ''18 febbraio 1546, muore Martin Lutero'']: «Malato di ulcera, viene rinvenuto morto da alcuni amici nel suo letto, probabilmente a causa di un ictus, sebbene non siano mancate negli anni teorie di ogni sorta relative agli ultimi istanti di vita, più o meno artificiosamente create e diffuse per denigrare o esaltare la figura del riformatore tedesco».</ref>
Vi sono inoltre alcune dicerie, protestanti e cattoliche, su un presunto [[suicidio]] di Lutero. Il suo servo personale, Ambrogio Kuntzell (o Kudtfeld) avrebbe visto Lutero impiccarsi, almeno secondo un racconto pubblicato ad Aversa nel 1606, dallo scienziato Sédulius. Il dottor de Coster, subito accorso, avrebbe constatato che la bocca di Lutero era contorta, che la parte destra del suo viso era nera e che il collo era rosso e deforme, come se fosse stato appunto strangolato. Questa sua diagnosi sarebbe riportata su un'incisione che Lucas Fortnagel fece subito il giorno dopo la morte di Lutero, e che fu pubblicata da Jacques Maritain nella sua opera: ''Tre riformatori'' a pagina 49 (dell'edizione francese). Anche l'Oratoriano Th. Bozio, nel suo ''De Signis Ecclesiae'' del 1592, scrive che apprese da un domestico di Lutero che il suo padrone fu trovato impiccato alle colonne del suo letto. Il dott. G. Claudin, nella ''Cronaca Medica'' (1900, p.&nbsp;99) ha pubblicato il testo di quella presunta "deposizione" del domestico.
 
=== Personalità e psicologia di Lutero ===
Tali dicerie sul suo suicidio furono diffuse vent'anni dopo la sua morte.
Secondo alcuni critici l'[[ansia]] e la paura avrebbero costituito un importante elemento nelle scelte di Lutero, e forse avrebbero fatto maturare nella sua mente la scelta di entrare nel convento [[agostiniano]] di [[Erfurt]]. Persino la [[psicoanalisi]] si è interessata a Lutero.
Si è detto certo suo modo di esprimersi triviale e a volte con volgare [[turpiloquio]] quando era a tavola rilassato non fosse un tratto psicologico ([[coprolalia]]) ma derivante dal suo gergo rozzo e popolare di "contadino sassone", di cui egli stesso si scusa ("nei libri di Sant’Agostino si trovano molte parole che furono pronunciate dalla carne e dal sangue, e devo confessare che io dico molte parole che non sono parole di Dio, sia quando predico sia a tavola."). Così come riguardo alla sua passione per la birra casalinga dice "anch'io bevo. Non tutti però devono imitarmi, perché non tutti sopportano le mie fatiche".
 
Secondo lo psicologo statunitense [[Erik Erikson]] nel riformatore si riscontravano «eredità di [[alcolismo]], amore anormale per sua madre, educazione in un clima di paura, tendenza alla [[malinconia]], [[Disturbo ossessivo-compulsivo|ossessioni]] [[Sessualità|sessuali]] ([[Sublimazione|sublimate]], è vero, con una potente attività intellettuale) sono gli elementi che spiegherebbero... perché e come Lutero è giunto a rifiutare il valore salvifico delle opere»<ref>E.H. Erikson, ''Il giovane Lutero. Studio storico-psicoanalitico'', [[Roma]] 1967, p. 33</ref>. Sebbene {{Senza fonte|alcuni storici}} abbiano osservato che tali interpretazioni sarebbero fondate su insufficienti e incerte testimonianze, l'immagine di un Lutero afflitto da sofferenze psicologiche - spesso non diverse da quelle riscontrate in altre personalità complesse - culminate in [[malinconia]], [[Disturbo depressivo|depressione]], [[Disturbo ossessivo-compulsivo|ossessioni e compulsioni]] a sfondo religioso-mistico e di [[scrupolosità]] (immagini intrusive blasfeme, sessuali o aggressive<ref>Si veda:<br>* «Lutero non crede più ai miracoli cattolici, ma crede ancora ai diavoli. I suoi discorsi conviviali sono pieni di storie curiose di arti sataniche, di [[coboldi]] e di streghe. Egli stesso, nei momenti d’angoscia, pensò talvolta di combattere con il demonio in carne e ossa. Nella “Wartburg” dove egli tradusse il Nuovo Testamento, venne disturbato talmente dal diavolo, che gli scagliò contro il calamaio. Da allora il diavolo ha molta paura dell’inchiostro, ma ancor più della stampa. (H. Heine, Per la storia della religione e della filosofia in Germania, in Id., La Germania, a cura di P. Chiarini, Bulzoni, Roma 1979, pp. 169-316; qui cit. da p. 198. Lo stesso passo è contenuto in H. Heine, ZurGeschichte der Religion und Philosophie in Deutschland, in Id., Über Deutschland (1833-1836), Bd. 8, Akademie-Verlag, Berlin/Editions du CNRS, Paris 1972, pp. 125-230; qui cfr. pp. 143-144)<br>* "I sogni tristi provengono da Satana, perché tutto quello che serve alla morte e al terrore, all'assassinio e alle menzogne, è opera del diavolo. Spesso mi ha distolto dalla preghiera e mi ha insufflato pensieri tali che io sono fuggito. Le mie lotte migliori con lui le ho combattute a letto, a fianco della mia Käthe". (Lutero, Breviario, p. 103)<br>* "Quando la coscienza è afflitta, è difficilissimo riconoscere Satana, perché si trasforma in Angelo della luce e nelle sembianze di Dio. Ma dopoché l'ho riconosciuto, mi vien facile dirgli: «Leccami il culo ecc.»" (Discorsi a tavola, Nº 83, p. 14)</ref><ref>Aho JA. ''Confession and Bookkeeping: the Religious, Moral, and Rhetorical Roots of Modern Accounting'', Albany, State University of New York Press; 2005. ISBN 0-7914-6545-4. "Martin Luther and scrupulosity", p. 95–8.</ref>), rasserenate in parte dalla sua teologia della [[Giustificazione (teologia)#Protestantesimo|giustificazione]] per ''[[sola fide]]'', ha spesso avuto ampio credito presso la storiografia su di lui e contro di lui.<ref>Allan Hugh Cole Jr., ''A Spirit in Need of Rest: Luther's Melancholia,Obsessive-Compulsive Disorder, and Religiosity'', in "Pastoral Psychology", Volume 48, Issue 3, 2000, pp 169–190.</ref><ref>[http://beyondocd.org/expert-perspectives/articles/scrupulosity-blackmailed-by-ocd-in-the-name-of-god Laurie Krauth, ''Scrupulosity: Blackmailed by OCD in the Name of God'']</ref>
Secondo una pubblicazione vicina all'ortodossia vaticana,<ref>Fonte: Coggi Roberto, ''Dalla morte di Lutero alla pace di Augusta'', in "''Ripensando Lutero''", Edizioni Studio Domenicano, 2004, ISBN 88-7094-531-6</ref>, "molto probabilmente Lutero morì per una sua vecchia malattia di cuore"; malattia della quale però non si hanno altre notizie.
 
===L'equivoco del ''pecca fortiter''===
== Note ==
Per rassicurare il timoroso e preoccupato Melantone, Lutero gli avrebbe suggerito un paradosso che insiste sul valore della fede sulle opere: "pecca con vigore, e credi ancora più fortemente" (''pecca fortiter et crede fortius''), sullo stile del motto agostiniano ''ama e fa' ciò che vuoi''.<ref name=molinari/> Il senso sarebbe: "pecca pur fortemente (perché essendo uomo non puoi non peccare) ma ogni volta credi sempre di più" è il senso che si inquadra bene nella teoria luterana di [[servo arbitrio]] e [[depravazione totale]].<ref>[http://gioiant.altervista.org/lutero-pecca-fortiter/ Lutero e il “pecca fortiter”]</ref><ref>{{Cita|Grisar 1933|pp. 194-196}}.</ref> La frase si trova in una lettera:
{{references|2}}
{{Citazione|Sii un peccatore e pecca fortemente, ma ancor più fortemente confida e gioisci in Cristo, che è vincitore del peccato, della morte e del mondo. Non si può che peccare, finché siamo qui; questa vita non è la dimora della giustizia, ma "noi aspettiamo – dice Pietro – i nuovi cieli e la nuova terra, in cui abita la giustizia"<ref name="2Pietro3,13">''[[Seconda lettera di Pietro]]'', [https://www.vatican.va/archive/bible/nova_vulgata/documents/nova-vulgata_nt_epist-ii-petri_lt.html 3, 13].</ref>. È sufficiente che noi conosciamo per le ricchezze della gloria di Dio l'agnello che toglie il peccato del mondo; da questo non ci strappa il peccato, anche se fornicassimo o uccidessimo mille e mille volte in un solo giorno. Pensi che sia così piccolo il prezzo della redenzione per i nostri peccati offerto in un tale e tanto agnello? Prega fortemente, anche essendo un fortissimo peccatore.|Lutero a Melantone, 1 agosto 1521<ref>{{Cita libro|autore=Martin Luther|capitolo=Luther an Melanchthon. 1 August 1521|url=https://archive.org/details/supplwerkebriefwecr0302luthuoft/page/372/mode/2up|titolo=Werke. Briefwechsel|edizione=kritische Gesamtausgabe|volume=2|città=Weimar|editore=Hermann Böhlaus Nachfolger|anno=1931|numero=Briefe 424|p=372|lingua=la}}</ref>|Esto peccator et pecca fortiter, sed fortius fide et gaude in Christo, qui victor est peccati, mortis et mundi. Peccandum est, quamdiu hic sumus; vita haec non est habitatio iustitiae, sed exspectamus, ait Petrus, coelos novos et terram novam, in quibus iustitia habitat<ref name="2Pietro3,13"/>. Sufficit, quod agnovimus per divitias gloriae Dei agnum, qui tollit peccatum mundi; ab hoc non avellet nos peccatum, etiamsi millies, millies uno die fornicemur aut occidamus. Putas, tam parvum esse pretium redemptionis pro peccatis nostris factum in tanto ac tali agno? Ora fortiter, etiam fortissimus peccator.|lingua=la}}
 
== Opere ==
=== ''Opera omnia'' ===
[[File:Tomus secundus omnium operum.tif|min|verticale|Frontespizio del libro secondo dell'Opera omnia, 1562]]
* ''Doctor Martin Luthers Sämmtliche Werke'', Erlangen, 1826-1923. Comprende: a) Scritti tedeschi, 67 voll., a cura di Johann Georg PLOCHMANN e Johann Konrad JRMISCHER; b) Scritti latini, 38 voll.; c) Lettere, 18 voll., a cura di K. ENDERS, G. KAWERAU, P. FLEMING, O. ALBRECHT.
 
* Un elenco completo degli scritti di Martin Lutero in ordine cronologico si trova in: [[Kurt Aland]], [https://drive.google.com/file/d/0B7IDIGCeVq3GTGRQMk90dlVMUEE/view ''Hilfsbuch zum Lutherstudium''], Vierte, durchgesehene und erweiterte Auflage, Bielefed, Luther-Verlag 1996, "IV. Chronologisches Verzeichnis der Schriften M. Luthers", pp.&nbsp;647–670.
* ''Doctor Martin Luthers Werke. Kritische Ausgabe'', Böhlaus, Weimar, 1883 ss. Comprende più di 100 voll. in 4º. L'edizione si suddivide in quattro parti: a) Werke, b) Deutsche Bibel, c) Tischreden, d) Briefwechsel. È stata iniziata la ristampa fotomeccanica dei voll. 1-54 e di fascicoli supplementari di ogni volume con note di revisione e aggiunte. È uscito il vol. 33, contenente prediche su Giov. 6-8, e i primi fascicoli del vol. 55 con l'edizione completamente riveduta e corretta della Erste Psalmvorlesung 1513-15 (= voll. 3-4 della 1ª ed.).
* ''Doctor Martin Luthers Sämmtliche Werke'', Erlangen, 1826-1923. Comprende: a) Scritti tedeschi, 67 voll., a cura di Johann Georg Plochmann e Johann Konrad Irmischer; b) Scritti latini, 38 voll.; c) Lettere, 18 voll., a cura di K. Enders, G. Kawerau, P. Fleming, O. Albrecht.
* ''Doctor Martin Luthers Werke. Kritische Ausgabe'', Böhlaus, Weimar, 1883 ss. Comprende 120 voll. in 4º (1883-2009). L'edizione si suddivide in quattro parti: a) Werke, b) Deutsche Bibel, c) Tischreden, d) Briefwechsel. È in corso la ristampa fotomeccanica dei voll. 1-54 e di fascicoli supplementari di ogni volume con note di revisione e aggiunte. Sono stati pubblicati i volumi. 33, contenente prediche su Giov. 6-8, e 55 con l'edizione completamente riveduta e corretta della ''Erste Psalmvorlesung'' 1513-15 (= voll. 3-4 della 1ª ed.).
 
=== Opere scelte ===
* ''Martin Luthers Ausgewählte Werke'', 8 voll. a cura di Hans Heinrich BORCHERDT, Georg Müller, München und Leipzig 1914-19251928.
* ''Luther Deutsch'', 10 voll. a cura di Kurt ALAND, Klotz-Vandenhoeck, Stuttgart-Göttingen 1949-1969 (varie ristampe).
* ''Luthers Werke in Auswahl'', 8 voll. a cura di Otto CLEMEN, W. De Gruyter, Berlin 1962-67.
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* ''Martin Luthers Briefe, Sendschreiben und Bedenken'', 6 voll., Berlin, 1825 ss., a cura di DE WETTE e SEIDEMANN.
* ''Disputationes Martin Luthers'', a cura di Paul DREWS, Göttingen 1895.
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=== Versioni italiane ===
* Collana [https://www.claudiana.it/claudiana/libri-collana-opere-scelte-45.html ''Opere scelte di Martin L 'uteroLutero''], diretta da Paolo RICCARicca. Sono finora usciti presso l'editrice [http://www.claudiana.it/php/mostracollana.php?collana=Lutero:%20Opere%20scelte Claudiana] di Torino i seguenti volumi:
* 1.# ''Il Piccolo Catechismo - Il Grande Catechismo (1529)'', a cura di Fulvio FERRARIOFerrario, Torino 1998.
* 2.# ''Come si devono istituire i ministri della chiesa (1523)'', a cura di Silvana NITTINitti, Torino 1987.
* 3.# ''L'Anticristo. Replica ad Ambrogio Catarino sull'Anticristo (1521). Antitesi illustrata della vita di Cristo e dell'Anticristo (1521)'', a cura di Laura Ronchi De Michelis, Torino 1989.
* 4.# ''Scuola e cultura. Compiti delle autorità, doveri dei genitori (1524 e 1530)'', a cura di Maria Cristina LAURENZILaurenzi, Torino 1990.
* 5.# ''Gli articoli di Smalcalda (1537-38) e Il primato e l'autorità del papa (1537) (di F. Melantone)'', a cura di Paolo RICCARicca, Torino 1992.
* 6.# ''Il servo arbitrio (1525)'', a cura di Fiorella DEDe MICHELISMichelis PINTACUDAPintacuda, Torino 1993.
* 7.# ''Messa, sacrificio e sacerdozio (1520, 1521 e 1533)'', a cura di Silvana NITTINitti, Torino 1990.
* 8.# ''Contro i profeti celesti sulle immagini e sul sacramento (1525)'', a cura di Alberto GALLASGallas, Torino 1999.
* 9.# ''I concili e le chiese (1539)'', a cura di Giuseppe FERRARIFerrari, Torino 2002.
* 10.# ''Sermoni e scritti sul battesimo (1519-1546)'', a cura di Gino CONTEConte, Torino 2004.
* 11.# ''Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca'', con testo originale a fronte, a cura di Paolo RICCARicca, Torino, 2008.
* 12.# ''La cattività babilonese della Chiesa (1520)'', con testo originale a fronte, a cura di Fulvio FERRARIOFerrario e Giacomo QUARTINOQuartino, Torino 2006.
* 13.# ''La libertà del cristiano (1520). Lettera a Leone X, con in appendice la Bolla Exsurge Domine'', con testo originale a fronte, a cura di Paolo RICCARicca, Torino 2005.
*# ''Le Resolutiones. Commento alle 95 Tesi (1518)'', con testo originale a fronte, a cura di Paolo Ricca, Torino 2013.
 
*# ''Autorità secolare, fino a che punto le si debba ubbidienza (1523)'', con testo originale a fronte, a cura di Paolo Ricca, Torino 2015.
* ''Della vita Christiana''. Traduzione anonima del XVI secolo dello scritto ''Von der Freiheit eines Christenmenschen'' (= La libertà del cristiano). Stampa s.n.t. Una copia si trova alla Guicciardiniana di Firenze.
* ''Catechismo piocciolo [sic!] di Martin Luthero'', traduzione anonima, stampata a [[Tubinga]] nel 1562 e ristampata nel 1588 senza indicazione del luogo. Le biblioteche di Dresda, Königsberg e Wolfenbüttel conservano ciascuna una copia della 1ª ed.; della ristampa possiede una copia la Biblioteca Nazionale di Firenze. Di quest'ultima fece una nuova edizione EUGENEugen LESSINGLessing, Tipografia B. Coppini, Firenze 1942, in vendita presso la Casa Editrice Sansoni, Firenze.
* ''Il piccolo catechismo del Dr. Martino Lutero, nuovamente tradotto da CARLOCarlo ROENNEKERoenneke'', Roma 1883, Enrico Medicus Editore, Trieste 1900.
* ''Martino Lutero secondo i suoi scritti. Scelta di scritti tradotti e presentati al popolo italiano'', Tipografia [[Claudiana]], Roma-Firenze 1883.
* ''Il Pater nostro spiegato da un cristiano del secolo decimosesto. Traduzione libera dal tedesco'', [[Claudiana]], Firenze 1885.
* ''Il piccolo catechismo del Dottor Martin Lutero. Coll'aggiunta di un manuale d'istruzione religiosa. Per uso delle chiese Evangeliche Luterane Italiane del Sinodo di Missouri'', a cura di Andrea BONGARZONEBongarzone, [senzaSaint indicazione di editore néLouis, diMissouri: luogoConcordia diPublishing edizione]House, 19271937.
* ''Poesie di Lutero'', introdotte e tradotte da Giovanni NECCONecco, «Doxa», Roma 1927 (con testo tedesco a fronte).
* ''Il servo arbitrio di Lutero contro Erasmo''. Introduzione, traduzione, annotazioni di [[Giovanni Miegge]], «Doxa», Roma 1930.
* ''Libertà del cristiano di Martin Lutero, con epistola dedicatoria a Leone X'', a cura di [[Giovanni Miegge]], Doxa, Milano 1931. Ripubblicato più volte dalla Claudiana, Torino, 1970 (scaricabile liberamente a [http://www.claudiana.it/pdf/88-7016-430-saggio.pdf questo indirizzo]).
* ''Brani scelti'', Bocca, Milano 1943. La raccolta comprende estratti dagli scritti seguenti: ''Il papato romano'', ''La libertà del cristiano'', ''Un sermone sul Vangelo (1522)'', ''Predica sul dovere di mandare i figli a scuola'', ''Discorsi a tavola'', Lettere e canti religiosi.
* ''Lutero''., Introduzione, scelta e versione a cura di Clementina DIDi SANSan LAZZAROLazzaro, Milano, 1948. Comprende parti degli scritti seguenti: ''Il Magnificat'', ''La libertà del cristiano'', ''L'autorità temporale e dei limiti dell'obbedienza'', ''Prefazione dell'edizione wittemberghesewittenberghese delle opere in lingua tedesca'', ''Epistola sul tradurre'', ''Ai consiglieri di tutte le città tedesche'', ''L'opera di Galeazzo Cappella'', ''Prefazione al libro di Giuditta'', ''Prefazione al libro di Tobia'', ''Prefazione all'Esodo'', ''Prefazione alla nuova versione tedesca del Salterio'', ''Predica sul dovere di mandare i figli a scuola'', ''Epistola sull'aspro opuscolo contro i contadini'', ''Se anche le genti di guerra possono giungere alla beatitudine'', ''Lettere'', ''Discorsi a tavola'', ''Canti religiosi''.
* ''Scritti politici'', aA cura di Giuseppina PANZIERIPanzieri SAIJASaija, con introduzione di [[Luigi Firpo]], UTET,''Scritti Torino 1949.politici'' Comprende(comprende le opere seguenti: ''Il papato romano'', ''Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca'', ''La cattività babilonese della Chiesa'', ''La libertà del cristiano'', ''L'autorità secolare'', Testi sulla guerra dei contadini, ''Se anche le genti di guerra possono giungere alla beatitudine'', Collana Classici politici, Torino, UTET, anno I, ed. 1949
* ''Canti religiosi'' di Martin Lutero in versione italiana si trovano in: Margherita FUERSTFuerst-WULLEWulle, ''Canti della Riforma'', con musica, Centro Evangelico di Cultura, Roma 1951.
* ''Il Padre Nostro spiegato ai semplici laici''. Traduzione e note di Valdo VINAYVinay, [[Claudiana]], Torre Pellice 1957, Torino 1995.
* ''Scritti religiosi'', aA cura di [[Valdo VINAYVinay]] in collaborazione con Giovanni MIEGGEMiegge, Laterza,''Scritti Bari 1958.religiosi'' Comprende(comprende le opere seguenti: ''Le tesi sulle indulgenze'', ''Sermone sul santo e venerabile sacramento del battesimo'', ''Sermone sul venerabile sacramento del santo vero corpo di Cristo e sulle confraternite'', ''Le buone opere'', ''Il Magnificat tradotto in tedesco e commentato'', ''Una fedele esortazione a tutti i cristiani a guardarsi dai tumulti e dalle rivolte'', ''Prediche sui Vangeli'', ''Secondo la Scrittura, una un'assemblea o comunità cristiana ha diritto e la facoltà di giudicare ogni dottrina e di chiamare, insediare e destituire i dottori'', ''Enchiridion. Il piccolo catechismo per pastori e predicatori indotti''), Collana Classici delle Religioni, UTET, Torino, anno I ed. 1967 - 2004
* ''Il piccolo catechismo di Martin Lutero'', a cura di Erich DAHLGRÜNDahlgrün, Herbert Reuner, Berlin 1959.
* [[Erasmo da Rotterdam]], ''Il libero arbitrio'' (testo integrale) - Martin LUTEROLutero, ''Il servo arbitrio'' (passi scelti), a cura di Roberto JOUVENALJouvenal, [[Claudiana]], Torino, 1969. Terza edizione a cura di Fiorella DEDe MICHELISMichelis PINTACUDAPintacuda, 2004.
* {{Cita libro|titolo=Discorsi a tavola. Introduzione, traduzione e note di Leandro Perini. Con un saggio su Martin Lutero di [[Delio Cantimori]]|edizione=Collana [[Nuova Universale Einaudi|NUE]] n.105|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1969}} - Nuova edizione a cura di Domenico Segna, Collana i grandi libri dello spirito, Garzanti, Milano, 2017, ISBN 978-88-116-5008-9.
* ''Scritti sull'educazione'', a cura di Ferdinando VIDONI, Libr. ed. Canova, Treviso 1972.
* ''CantiScritti spiritualisull'educazione'', a cura di BennoFerdinando SCHARFVidoni, MorcellianaLibr. ed. Canova, BresciaTreviso 19821972.
* ''Dalla Parola alla vita. ScrittiCanti spirituali'', a cura di JohannesBenno HANSELMANN e Peter HELBICHScharf, Città NuovaMorcelliana, RomaBrescia 19841982.
* ''Dalla Parola alla vita. Scritti spirituali'', a cura di Johannes Hanselmann e Peter Helbich, Città Nuova, Roma 1984.
* ''Le 95 tesi'', a cura di Sergio QUINZIO (trad. di Italo PIN), Studio Tesi, Pordenone 1984, (oltre alle Tesi del 1517 comprende: ''La libertà del cristiano'' e ''La prigionia babilonese della chiesa'', 1520).
* ''Le 95 tesi'', a cura di [[Sergio Quinzio]], trad. di Italo Pin, Studio Tesi, Pordenone 1984, (oltre alle ''Tesi'' del 1517 comprende: ''La libertà del cristiano'' e ''La prigionia babilonese della chiesa'', 1520).
* ''Prediche sulla chiesa e lo Spirito Santo'', a cura di Giuliana GANDOLFO, [[Claudiana]], Torino 1984.
* ''PrefazioniPrediche allasulla Bibbiachiesa e lo Spirito Santo'', a cura di MarcoGiuliana VANNINIGandolfo, MariettiClaudiana, GenovaTorino 19871984.
* ''ScrittiPrefazioni pastoralialla minoriBibbia'', a cura di StefanoMarco CAVALLOTTOVannini, EDBMarietti, NapoliGenova 1987.
* ''LeScritti tesipastorali De homine (1530)minori'', a cura di SergioStefano ROSTAGNOCavallotto, "Protestantesimo" 4/1990EDB, 306-317 (testo eNapoli commento)1987.
* ''LaLe Letteratesi aiDe Romanihomine (1515-161530)'', a cura di FrancoSergio BUZZIRostagno, Edizioni"Protestantesimo" Paoline4/1990, Milano306-317 1991(testo e commento).
* ''LezioniLa sulla letteraLettera ai Romani (1515-16)'', a cura di GiancarloFranco PANIBuzzi, 2Edizioni voll.Paoline, Genova, Marietti,Milano 1991-92.
* ''LiederLezioni esulla proselettera ai Romani (1515-16)'', a cura di EmilioGiancarlo Pani, 2 BONFATTIvoll., MilanoGenova, MondadoriMarietti, 19921991-92.
* ''Lieder e prose'', a cura di Emilio Bonfatti, Milano, Mondadori, 1992.
* ''La libertà del cristiano con il testo della lettera aperta a Leone X'', a cura di Joachim Landkammer, la Rosa Editrice, Torino 1994.
* ''Breviario'', a cura di Claudio POZZOLIPozzoli, Rusconi, Milano 1996.
* ''I sette salmi penitenziali (1525)''; - ''Il bel Confitemini (1530)'', a cura di Franco BUZZIBuzzi, Rizzoli, Cinisello Balsamo 1996.
* ''Contro gli Ebrei''. Versione latina di Justus Jonas (1544). A cura di Attilio AGNOLETTOAgnoletto, Terziaria, Milano 1997.
* ''Preghiere'', a cura di Stefano CAVALLOTTOCavallotto, Piemme, Casale Monferrato 1997.
* ''Lettera del tradurre'', a cura di Emilio BONFATTIBonfatti, Marsilio, Venezia 1998.
* ''Discorsi a tavolaSermoni'',. a curaTraduzione di LeandroFederica PERINIMasiero, con un saggio di Delio CANTIMORI,Edizioni EinaudiAriele, TorinoMilano 1999.
* {{Cita libro|altri=a cura di Adelisa Malena, prefazione di [[Adriano Prosperi]]|titolo=[[Degli ebrei e delle loro menzogne]]|editore=Einaudi|città=Torino|anno=2000|isbn=978-88-06-19512-0}}
* ''Sermoni''. Traduzione di Federica MASIERO, Edizioni Ariele, Milano 1999.
* ''DegliDella ebreilibertà edel delle loro menzognecristiano'', a cura di Adelisa MALENA. Prefazione di AdrianoGiampiero ProsperiBof, EinaudiMessaggero, TorinoPadova 20002004.
* ''Commento al Magnificat'', trad. di R. M. Bruno, [[Servitium editrice|Servitium Editrice]], 2017 6ª edizione, collana: Quaderni di ricerca n. 2, ISBN 978-88-81-66026-1.
* ''Della libertà del cristiano'', a cura di Giampiero BOF, Messaggero, Padova 2004.
* {{cita libro|titolo=Le 95 tesi • Della libertà del cristiano • Sulla prigionia babilonese della Chiesa|altri=a cura di [[Sergio Quinzio]]|editore=Studio Tesi|città=Roma|anno=2020|isbn=9788876926600|oclc=1238140375}}
* ''Commento al Magnificat'', a cura di Dino MANZELLI (trad. di R. M. Bruno) (Quaderni di ricerca, 2), Centro di Studi Ecumenici Giovanni XXIII, Sotto il monte (BG) 2005.
* {{Cita libro|titolo=Contro il papato di Roma creato dal diavolo|anno=2024|città=Brescia|editore=Chersi Libri}}
 
== Filmografia ==
* Dal 1927 al 2008 sono stati 10 i film ispirati alla vita dell'iniziatore della Riforma. Tra essi: ''[[Luther - Genio, ribelle, liberatore]]'', [[2003]], di [[Eric Till]], con [[Joseph Fiennes]] nei panni del [[Teologia|teologo]].
 
== Note ==
=== Esplicative ===
<references group=N/>
 
=== Bibliografiche ===
{{note strette}}
 
== Bibliografia ==
=== Biografie ===
* [[Lucien Febvre]], ''Martin Lutero'', Bari, 1969.
* Roland H. Bainton, ''Martin Lutero'', Torino, 1960.
* R. H. Bainton, ''La riforma protestante'', a cura di D. Cantimori, Einaudi, Torino 1958.
* E. H. Erikson, ''Il giovane Lutero. Studio storico-psicoanalitico'', Roma, 1967.
* A. Giardina - G. Sabatucci - V. Vidotto. ''Il Manuale dal 1350 al 1650'', Roma-Bari, 2002.
* AA. VV., ''Il consenso cattolico-luterano sulla dottrina della giustificazione'', a cura di [[Fulvio Ferrario]] e [[Paolo Ricca]], [[Claudiana]], Torino 1999.
* [[Fulvio Ferrario]], William Jourdan, ''Per grazia soltanto. L'annuncio della giustificazione'', Torino, 2005.
* Vittorio Subilia, ''La giustificazione per fede'', Brescia, 1976.
* Giorgio Tourn, ''I protestanti. Una rivoluzione'', Claudiana, Torino 1993.
* [[André Gounelle]], ''I grandi princìpi del protestantesimo.'', Claudiana, Torino 2000.
* Delio Cantimori, ''Martin Lutero, discorsi a tavola'', trad. di L. Perini, Torino, 1969.
* Thomas Kaufmann, ''Lutero'', trad. di M. Cupellaro, Bologna, 2007.
* Pietro Ciavarella, ''[http://www.clcitaly.com/live/articolo/index.php?query=010998 Come avere pace con Dio: Martin Lutero sulla giustificazione per fede]'', BE Edizioni, Firenze 2011.
 
* {{Cita libro|autore=Ioannes Cochlaeus|wkautore=Johann Cochlaeus|titolo=Commentaria de actis et scriptis Martini Lutheri Saxonis, chronographice, ex ordine ab anno Domini MDXVII usque ad annum MCXLVI inclusive, fideliter conscripta|url=https://archive.org/details/bub_gb_NehdLoodpWAC/page/n4/mode/2up|città=Apud S. Victorem prope Moguntiam|editore=ex officina Francisci Behem typographi|anno=1549|lingua=la}}
==[[Cinema|Filmografia]]==
* {{Cita libro|autore=Johann Mathesius|wkautore=Johannes Mathesius|titolo=Historien von des ehrwirdigen in Gott seligen thewren Manns Gottes Doctoris Martini Luthers Anfang, Lehr, Leben und Sterben|url=https://books.google.it/books?id=MCdSAAAAcAAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|città=Nürnberg|editore=[Ulrich Neuber & Dietrich Gerlach]|anno=1566|lingua=de}}
* '''[[Luther - Genio, ribelle, liberatore]]''', [[2003]], di [[Eric Till]], con [[Joseph Fiennes]] nei panni del [[teologia|teologo]];
* [[Filippo Melantone]], ''Historia de vita et actis Lutheri'', Heidelberg, 1548.
 
=== Studi ===
* {{Cita libro|autore=[[Roland Bainton]]|titolo=La riforma protestante|anno=1958|editore=Einaudi|città=Torino}}
* {{Cita libro|autore=Roland Bainton|altri=prefazione di Delio Cantimori|titolo=Martin Lutero (Here I Stand)|collana= Biblioteca di cultura storica n. 65 |editore=Einaudi|città=Torino|edizione= 1 |anno= 1960 |cid= Bainton 1960 }}
* {{cita libro|autore=Roland H. Bainton|titolo=Lutero|editore=Giulio Einaudi|anno=2003|città=Torino|cid=Bainton 2003}}
* {{Cita libro|autore=[[Ernesto Buonaiuti]]|titolo=Lutero e la Riforma in Germania|collana= Collezione Storica|editore=Editrice «Faro»|città=Roma|anno=1945}}
* {{Cita libro|autore=Roberto Cessi|titolo=Martin Lutero|collana= Collana Saggi n.184|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1954}}
* {{Cita libro|autore=Hellmut Diwald|traduttore=Bettino Betti|titolo=Lutero. Il frate che divise e incendiò l'Europa|opera=Collana Biografie|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=1986}}
* {{Cita libro|autore=E. H. Erikson|titolo=Il giovane Lutero. Studio storico-psicoanalitico|città=Roma|anno=1967}}
* {{Cita libro|autore=[[Lucien Febvre]]|titolo=Martin Lutero|editore=Laterza|città=Bari|anno=1969|cid=Febvre 1969}}
* {{Cita libro|autore1=[[Fulvio Ferrario]]|autore2=William Jourdan|titolo=Per grazia soltanto. L'annuncio della giustificazione|editore=Claudiana|città=Torino|anno=2005}}
* {{Cita libro|curatore=Fulvio Ferrario|curatore2=[[Paolo Ricca (teologo)|Paolo Ricca]]|titolo=Il consenso cattolico-luterano sulla dottrina della giustificazione|editore=Claudiana|città=Torino|anno=1999|isbn=978-88-7016-323-0}}
* {{Cita libro|autore=Dieter Forte|traduttore=Giorgio Sichel|titolo=Martin Lutero & Tommaso Münzer, ovvero l'introduzione della contabilità|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1974}}
* {{Cita libro|autore=A. Giardina |autore2= G. Sabatucci |autore3= V. Vidotto|titolo=Moduli di storia. Il manuale dal 1350 al 1650|editore=Laterza|città=Roma-Bari|anno=2002}}
* {{Cita libro|autore=[[André Gounelle]]|titolo=I grandi princìpi del protestantesimo|editore=Claudiana|città=Torino|anno=2000}}
* {{Cita libro|autore=[[Hartmann Grisar]]|titolo=Lutero: la sua vita e le sue opere (Martin Luthers Leben und sein Werk)|edizione=traduzione autorizzata dal tedesco a cura del prof. Alessandro Arrò|città=Torino|editore=Società Editrice Internazionale|anno=1933|annooriginale=1926|sbn=PAL0091839|cid=Grisar 1933}}
* {{Cita libro|autore=Friedrich W. Kantzenbach|traduttore=Franco Manci|titolo=Martin Lutero, il riformatore borghese|edizione=Collana Tempi e Figure|editore=Edizioni Paoline|anno=1983}}
* {{Cita libro|autore=Thomas Kaufmann|traduttore=M. Cupellaro|titolo=Lutero|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno=2007}}
* {{Cita libro|autore=[[Laura Mancinelli]] |titolo=Da Carlo Magno a Lutero. La letteratura tedesca medievale |editore= Bollati Boringhieri |città=Torino|anno=1996|isbn=978-88-339-0963-9}}
* {{Cita libro|autore=Vittorio Miegge|altri=prefazione di Valdo Vinay|titolo=Lutero giovane|editore=Feltrinelli|città=Milano|anno=1964}}
* {{cita libro|autore= Otto Hermann Pesch |titolo= Martin Lutero. Introduzione storica e teologica |collana= Biblioteca di teologia contemporanea n. 135 |città= Brescia |editore= Queriniana |anno= 2007 }}
* {{Cita libro|autore=Claudio Pozzoli|titolo=Vita di Martin Lutero|collana=Le Vite|editore=Rusconi|città=Milano|anno=1983}}
* {{Cita libro|Nicola|Sfredda|La musica nelle chiese della Riforma| 2010|Claudiana|Torino|isbn=978-88-7016-816-7|cid=musica}}
* {{Cita libro|autore=Vittorio Subilia|titolo=La giustificazione per fede|città=Brescia|anno=1976}}
* {{Cita libro|autore=John M. Todd|altri=prefazione di Mario Bendiscioli|titolo=Martin Lutero|editore=Bompiani|città=Milano|anno=1966}}
* {{Cita libro|autore=Giorgio Tourn|titolo=I Protestanti. Una rivoluzione|editore=Claudiana|anno=1993}}
* {{cita libro|autore=Lucia Felici|titolo=La riforma protestante nell'Europa del Cinquecento|città=Roma|editore=Carocci|anno=2016|isbn=978-88-430-8462-3|sbn=PBE0087352|cid=Felici, 2016}}
 
;in lingua inglese
* {{cita libro|autore=Ernest Belfort Bax|anno=1899|url=https://archive.org/details/peasantswaringer00baxeuoft |titolo=The Peasants War in Germany, 1525-1526|lingua=en}}
* {{en}} Miriam Usher Chrisman, ''Conflicting Visions of Reform: German Lay Propaganda Pamphlets, 1519-1530'', Atlantic Highlands, N.J. Humanities Press, 1996, ISBN 978-0-391-03944-5.
* {{Cita libro|autore= Robin A. Leaver|capitolo= Luther, Martin |titolo= [[The New Grove Dictionary of Music and Musicians]]|anno= 2001|editore=MacMillan|ed=2|lingua=en|cid=grove}}
* {{en}} Richard J. Ninness, ''Between Opposition and Collaboration: Nobles, Bishops, and the German Reformations in the Prince-Bishopric of Bamberg, 1555-1619'', Leiden, Brill, 2011, ISBN 978-90-04-20154-5.
* {{en}} William Robertson Hitchcock, ''The Background of the Knights' Revolt: 1522-1523'', University of California Press, 1958.
* {{en}} Merry E. Wiesner-Hanks, ''Early Modern Europe, 1450-1789'', The Cambridge History of Europe Series, Cambridge, Cambridge University Press, 2006.
 
== Voci correlate ==
* [[95 tesi di Lutero]]
* [[Theologia Crucis]]
* [[Luteranesimo]]
* [[Riforma protestante]]
* [[95Vom tesiHimmel dihoch, Luteroda komm ich her]]
* [[Ritratto di Lutero e della moglie Caterina Bore]]
* ''[[Vom Himmel hoch, da komm ich her]]''
* ''[[Ritratto di Lutero e della moglie Caterinadi BoreMelantone]]''
* [[Religioni nella Germania nazista#Martin Lutero|Religioni nella Germania nazista]]
* ''[[Ritratto di Lutero e di Melantone]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|commons=Category:Martin Luther|wikisource=la:95 Theses}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* Lutero, ''La libertà del cristiano'' e ''Lettera a Leone X'', [http://www.claudiana.it/pdf/88-7016-430-saggio.pdf testo tradotto in italiano], a cura di [[Giovanni Miegge]], scaricabile liberamente
* {{SEP|luther|Martin Luther|Robert Stern}}
* {{de}} [http://www.archiv-vegelahn.de/nachschlagwerke_luther.html Martin Luther: eine Bibliographie]
* {{SEP|luther-influence|Luther’s Influence on Philosophy|Robert Stern}}
* {{en}} [http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT240.HTM Opere di Martin Lutero]: testi con concordanze e liste di frequenza
* {{cita web|url=http://www.lutherdansk.dk/WA/D.%20Martin%20Luthers%20Werke,%20Weimarer%20Ausgabe%20-%20WA.htm|titolo=Martin Luthers Werke, Weimar 1883-1929 Weimarer Ausgabe - WA|lingua=de}}
* {{cita web|url=http://www.bibelarchiv-vegelahn.de/nachschlagwerke_luther.html|titolo=Martin Luther: Bibliographie|lingua=de}}
* {{cita web|url=http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT240.HTM|titolo=Luther, Martin|sito=IntraText Digital Library|lingua=en}} Testi con concordanze e liste di frequenza
* {{cita web|url=http://www.classicistranieri.com/95-thesen-des-theologen-dr-martin-luther.html|titolo=Testo originale delle 95 tesi|lingua=de}}
* {{cita web|url=http://www.luthergrewp.it/ewp/|titolo=Lutheran Web Page Dal 1996, sito Evangelico Luterano Indipendente, a cura di Giorgio Ruffa}}
* [http://www.unacitta.it/newsite/intervista.asp?id=2601 ''Vai, mettiti in viaggio''. Intervista a Paolo Ricca, in ''UNA CITTÀ'' n. 244 / 2017 novembre]
 
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