Quenya: differenze tra le versioni

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|traslitterazione = ''Átaremma i ëa han ëa·<br />na aire Esselya<br />Aranielya na tuluva<br />na care Indómelya cemende tambe Erumande:<br />ámen anta síra ilaurëa massamma·<br />ar ámen apsene úcaremmar<br />sív' emme apsenet tien i úcarer emmen.<br />Álame tulya úsahtienna<br />mal áme etelehta ulcullo:<br />násie:''
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|estratto= '''[[Padre Nostro|Il Padre nostro]]:''' <br /> Átaremma i ëa han ëa ·<br /> na aire esselya aranielya na tuluva <br /> na care indómelya cemende tambe Erumande: <br /> ámen anta síra ilaurëa massamma ·<br /> ar ámen apsene úcaremmar sív' emme apsenet tien i úcarer emmen.<br/> Álame tulya úsahtienna mal áme etelehta ulcullo násie
|traslitterazione= '''[[Padre Nostro|Il Padre nostro]]:''' <br /> Átaremma i ëa han ëa ·<br /> na aire esselya aranielya na tuluva <br /> na care indómelya cemende tambe Erumande: <br /> ámen anta síra ilaurëa massamma ·<br /> ar ámen apsene úcaremmar sív' emme apsenet tien i úcarer emmen.<br/> Álame tulya úsahtienna mal áme etelehta ulcullo násië. <br />
'''[[Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo]] - art. 1'''
Ilquen nostir lèrë a là hiànala tàrameo a tèraron. Haryantë chandè ar endà o à carë ilquen ilquenanna ve torni.
|mappa=[[File:Quenya dichiarazione Tengwar.png|350 px]]
|didascalia=[[Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo]] - art. 1, scritto in Quenya in lettere [[Tengwar]]
}}
Il '''Quenyaquenya''' (pronunciato<small>[[Alfabeto Fonetico Internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|[/ˈkwɛnja/}};<ref>''Parma Eldalamberon'' n. 19, p. 74 dedicato alla fonologia del quenya: Il suono que''ny''a corrisponde al suono di ''new'' in inglese moderno". In quenya la sillaba "ny" è una combinazione di consonanti, p. 81.</ref> in [[tengwar]] {{simbolo|Quenya written in J. R. R. Tolkien's tengwar script.svg|35}}), è una [[lingua artificiale]] di [[Arda (TolkienTerra di Mezzo)|Arda]], l'[[universo immaginario]] [[fantasy]] creato dallo [[scrittore]] [[Inghilterra|inglese]] [[John Ronald Reuel Tolkien|J. R. R. Tolkien]].
Denominato ''qenya'' fino alla seconda metà degli [[Anni 1940|anni quaranta]],<ref>''Parma Eldalamberon'' n. 14, p. 136, 2003.</ref> venne sviluppato ininterrottamente a partire dal [[1912]] fino alla morte del suo creatore.
 
IlParlato Quenyadalle (conosciutorazze come[[Elfi Qenya(Terra finodi allaMezzo)|elfiche]] seconda metà deglidei [[anni '40noldor]]), chiamatoe anchedei ''Favella degli Eldar (Eldarin)''[[vanyar]], ''Altoche Elfico'', ''Parmalambe'', ''Tarquesta'', ''Lingua diraggiunsero [[Valinor'',]] ''Linguae deipoi Noldormigrarono (Noldorin)'',verso ''Altala Lingua[[Terra dell'Occidente''di o ''Alto Eldarin''.<ref> Il SilmarillionMezzo]], ''indiceil dei nomi'', pag 417, Bompiani, Milano 2004</ref>quenya è un [[idioma]] fittizio, ma grammaticalmente e storicamente realistico,. parlatoOriginario dagli Altidi [[ElfiAman (Tolkien)|Elfi]] (non [[Teleri]]) che raggiunsero [[Valinor]] e poi migrarono verso la [[Terra di Mezzo]]. Originario di [[)|Aman]], sarebbe poi stato sviluppato dagli [[Elfi (TolkienTerra di Mezzo)|Eldareldar]] sulla base di una lingua precedente, denominata [[Eldarineldarin comune]], e contienemantenendo ancora tutte le caratteristiche principali del [[Elficoelfico primitivo|primo linguaggio elfico]],.<ref>{{cita inventato subito dopo il loro [[Elfi_(Tolkien)web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/primelv.htm#Il_risveglio_e_gli_Anni_AntichiHeading4|risveglio]]titolo=Elfico sulleprimordiale rive- del''dove lagotutto di [[Cuiviénen]]. <ref> Il Silmarillion,ebbe inizio''Valaquenta'', pag- 45,quenya Bompiani,primordiale|autore=Helge MilanoFauskanger|accesso=30 2004aprile 2012}}</ref>
{{TOClimit|3}}
==Storia interna==
Delle tre case degli elfi, i [[Noldor|Ñoldor]] (cioè "Ngoldor", oppure [[Noldor]] secondo una forma tarda; ''Golodhrim'' in [[Sindarin]] <ref>Il Silmarillion, ''Indice dei nomi'', pag. 413-414, John Ronald Reuel Tolkien, Bompiani, Milano 2004</ref>) e i [[Vanyar]] svilupparono dialetti differenti ma reciprocamente comprensibili (rispettivamente Quenya e [[Vanyarin]] Quenya, detto anche Quendya).
Nella sua forma più pura (ovvero quella dei Vanyar) il Quenya venne anche adottato dai [[Valar]], che vi apportarono inoltre ulteriori modifiche derivate dalla loro lingua originaria.
I Teleri parlavano una lingua differente ma strettamente imparentata al Quenya: il [[Telerin]].
L'invenzione dei primi caratteri "elfici" è attribuita a [[Lista di Elfi di Arda|Rúmil]] inventore delle [[Tengwar|Sarati]], poi perfezionate da [[Fëanor]] con le [[Tengwar]], il Quenya fu in assoluto la prima lingua scritta di [[Arda (Tolkien)|Arda]].
 
Quest'idioma, come gli altri linguaggi ideati da Tolkien, è il risultato di processi linguistici "graduali" comuni a tutte le lingue elfiche, con le quali infatti condivide buona parte del lessico, della grammatica e della fonologia.<ref name=" Vizio_non_segreto">{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/vice.htm|titolo=Il vizio non troppo segreto di Tolkien - Le tecniche di Tolkien|autore=Helge Fauskanger|autore2=Gianluca Comastri|accesso=1º maggio 2012}}</ref> Fuori da [[Aman (Terra di Mezzo)|Aman]] questa lingua, nonostante la sua "fama" di lingua letteraria,<ref>Uno degli altri nomi per designare la lingua era ''parmaquesta'' o ''parmalambë'' ovvero "lingua letteraria" (da ''parma'' "libro" e ''questa'' o ''lambë'' "lingua, idioma") ({{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/quenya.htm#Heading3|autore=Helge Fauskanger|titolo=quenya - Designazioni del Linguaggio|accesso=10 gennaio 2012}}) e Tolkien si riferì più volte al quenya come "latino elfico" ({{cita|''La realtà in trasparenza''|p. 176}})</ref> venne presto soppiantata dal [[sindarin]], rimanendo in uso solo presso i più colti o come lingua scritta.<ref name="storiain">{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/quenya.htm#Heading2|titolo=Quenya - l'Antica Lingua - Storia interna|autore=Helge Fauskanger|accesso=4 febbraio 2012}}</ref>
I Ñoldor che si rifugiarono nella Terra di Mezzo, in seguito all'oscuramento di Valinor, parlavano Quenya anche con gli altri elfi. Tuttavia, quando Elu Thingol di Doriath, re dei sindar (Elfi della stirpe dei Teleri che rimasero nel [[Beleriand]] anziché raggiungere Valinor) venne a conoscenza del fratricidio da loro commesso nei confronti dei Teleri, proibì l'uso del Quenya in tutto il suo regno <ref> Il Silmarillion, ''Quenta Silmarillion'', pag. 158-159, Bompiani, Milano 2004 </ref>:
 
Essendo stata creata puramente per scopi artistici, questa lingua non ha tuttora regolazioni ufficiali, nonostante ci siano molte fonti e siti considerati autorevoli dagli esperti e dagli appassionati della lingua. Tuttavia buona parte del lavoro svolto da Tolkien è inedito.
{{quote|Mai più alle mie orecchie risuoni la lingua di coloro che in Alqualondë hanno sterminato i miei consanguinei! Né sia più pubblicamente parlata nel mio regno, finché io sieda su questo trono. Tutti i Sindar devono essere informati del mio ordine di non usare la favella dei Noldor né di rispondere a chi con essa si rivolga loro. E chiunque vi faccia ricorso, sarà considerato fratricida e traditore impenitente.|[[John Ronald Reuel Tolkien]], ''[[Il Silmarillion|Il Silmarillion, Vala Quenta, Dei Noldor del Beleriand, pag. 158]]''}}
 
Da un punto di vista grammaticale la lingua ha un complesso sistema flessivo, ispirato principalmente al [[Lingua finlandese|finlandese]],<ref name=" Gli_Alti_Elfi_sono_Ugro-Finnici?">{{cita web|url=http://www.eldalie.com/saggi/QUF.html|titolo=Gli Alti Elfi sono Ugro-Finnici?|autore=Harri Perälä|autore2=Gianluca Comastri|accesso=17 febbraio 2012}}</ref> e un gran numero di affissi e prefissi. Da un punto di vista fonetico, invece, la lingua è molto simile al [[latino classico|latino]] e alle [[lingue romanze]], in particolare lo [[lingua spagnola|spagnolo]] e l'[[lingua italiana|italiano]].<ref name=" Storia_esterna ">{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/quenya.htm#Heading4|titolo=quenya - ''L'Antica Lingua'' - Storia esterna|autore=Helge Fauskanger|accesso=22 febbraio 2012}}</ref>
I Sindar, comunque, furono lenti ad apprendere la lingua dei Noldor, mentre i Ñoldor in quello stesso periodo avevano già acquisito piena padronanza con il [[Sindarin]] (conosciuto anche come ''La favella del Beleriand'')<ref> Il Silmarillion, ''Quenta Silmarillion'', pag 140, Bompiani, Milano 2004 </ref>.
{{TOClimit|3}}
A metà della 1° era il Quenya fu abbandonato anche nel [[Beleriand]] a favore del [[Sindarin]], anche dagli stessi [[Noldor]] che la usavano solo come lingua sapienziale, infatti chiunque parlasse Quenya al di fuori di un ambito nobile (ad esempio in casa di Turgon era parlata abitualmente) o in ambito letterario (ad esempio era preferita nelle scritture rispetto al Sindarin) non veniva visto di buon occhio dai Sindar di quelle regioni.<ref> Il Silmarillion, ''Quenta Silmarillion'', pag. 159 e 162, Bompiani, Milano 2004 </ref> <ref>Racconti incompiuti, pag. 83, Bompiani, Milano, 2008</ref>
Nel periodo di massimo splendore di [[Númenor]], il potere dei [[Dúnedain]] (uomini abitanti di Nùmenor) cresceva e le loro conoscenze (in tutti i campi del sapere) si ampliavano grazie all'amicizia con gli Eldar, da prima l'[[Adûnaico]] e il [[Sindarin]] erano le uniche lingue parlate e conosciute ma poi con l'avvento dei primi commerci, colonizzazioni e scambi culturali tra i grandi signori e tra i Re di Númenor si diffuse anche la favella degli ELdar fortificando l'antica alleanza che c'era tra i due popoli. <ref> Il Silmarillion, ''Akallabêth'', pag. 211-212, Bompiani, Milano 2004 </ref> <ref> Racconti incompiuti, pag. 297, 299, 303-306, Bompiani, Milano, 2008 </ref>
Ma con l'avvento del ventesimo sovrano di Nùmenor [[Ar-Adûnakhôr]], il Quenya venne abbandonata e né fu proibito l'uso in quanto egli fu il primo a opporsi ai Valar tanto da proclamare il suo nome (per la prima volta) in [[Adûnaico]] e non in Quenya come era da tradizione <ref> Il Silmarillion, ''Akallabêth'', pag. 218, Bompiani, Milano 2004 </ref>.
 
== Storia esterna ==
Il Quenya usato nella Terra di Mezzo, durante la [[Terza Era]] (il periodo corrispondente alle storie narrate ne ''[[Il Signore degli Anelli]]''), era divenuto un'occupazione da studioso - qualcosa di analogo al [[lingua latina|latino]] nel nostro tempo (in effetti, lo stesso Tolkien si riferì più volte al Quenya come "latino elfico"). Il Quenya veniva usato come linguaggio formale e per la scrittura; il Sindarin era invece il vernacolo di tutti gli elfi. Tuttavia, i Ñoldor ricordavano ancora il Quenya e lo stimavano molto, come testimoniato dalla reazione di compiacimento degli elfi quando [[Frodo]] li saluta con: ''elen síla lúmenn' omentielvo'' ("una stella brilla sull'ora del nostro incontro").<ref> Il Signore degli Anelli, ''La compagnia dell'anello, pag. 119, Rusconi libri, Milano 1971 </ref>:
{{vedi anche|Linguaggi della Terra di Mezzo|J. R. R. Tolkien}}
{{Citazione|[Il quenya era] il linguaggio che egli voleva, il linguaggio del suo cuore|Christopher Tolkien, dal programma TV ''J.R.R. Tolkien - A Portrait''|[Quenya was] the language as he wanted it, the language of his heart|lingua=en}}
 
Il quenya deve la sua origine ad altri tre linguaggi: nel [[1905]], il giovane Tolkien (già impegnato nello studio del latino e dell'anglosassone) sentì due sue cugine (Mary e Marjorie Incledon) parlare in un linguaggio alquanto bizzarro, che usava solo nomi di animali e di numeri per formare parole di senso compiuto; intrigato e divertito da questa scoperta, iniziò a parlarlo anche lui.<ref>Molti anni dopo, in "Un vizio segreto", Tolkien definì tale linguaggio "crudo all'estremo". {{cita web|url=http://www.ardalambion.immaginario.net/ardalambion/animalic.htm|titolo=Animalico "Crudo all'estremo"|autore=Helge Fauskanger|accesso=10 novembre 2011}}</ref> Tempo dopo, gli stessi che avevano ideato il primo linguaggio, insieme ad alcuni amici e compagni di scuola del giovane Tolkien, ne crearono un altro, probabilmente spinti dall'idea di creare una lingua segreta, comprensibile solo per loro. Tale linguaggio, denominato ''nevbosh'', era formato da vocaboli inglesi, latini o francesi storpiati o invertiti. Tuttavia, col passare del tempo l'inversione e la storpiatura non bastarono più ai creatori del nevbosh, che iniziarono a inventare nuovi termini (per esempio ''lint'', ovvero "veloce", rintracciabile anche in lingue successive tra cui nel quenya ''linta''). Questa nuova versione quasi interamente ideata da Tolkien prese il nome di [[naffarin]],<ref>{{cita web|http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/naffarin.htm|titolo=Naffarin - almeno sappiamo che "vrú" significa "sempre"|autore=Helge Fauskanger|accesso=24 luglio 2013}}</ref> e dai pochi testi rinvenuti pare assai più simile alle future lingue elfiche rispetto al nevbosh, molto più grezzo e informale.<ref name="vizio segreto">{{cita|''Il Medioevo e il fantastico''|''Un vizio segreto''}}.</ref><ref>{{cita web|http:/ardalambion.immaginario.net/ardalambion/nevbosh.htm|titolo=Nevbosh - ''nuovo nonsense''|autore=Helge Fauskanger|accesso=7 febbraio 2012}}</ref>
===Parentele con le altre lingue di Arda===
Un primo embrione di quenya venne sviluppato dall'autore intorno al [[1910]]-[[1911]], ma il nome ''qenya'' (ancora scritto senza la u) apparve solo intorno al 1915. Tolkien a quei tempi studiava al liceo di [[Exeter]], dove dimostrò un buon talento per le lingue e una spiccata capacità creativa. In poco tempo prese familiarità con diverse lingue antiche e moderne: il [[Lingua norrena|norreno]], lo [[Lingua spagnola|spagnolo]], l'[[lingua italiana|italiano]], l'[[inglese antico]], il [[lingua gotica|gotico]], il [[Lingua latina|latino]] e il [[lingua greca|greco]] (sia [[greco antico|antico]] sia [[greco moderno|moderno]]). Le lingue nordiche in particolare lo portarono in poco tempo a prendere spunto per il suo ''[[legendarium]]'' dalla [[mitologia nordica]]; è da sottolineare specialmente l'enorme importanza di opere come l{{'}}''[[Edda in poesia]]'' o l{{'}}''[[Edda in prosa]]'' di [[Snorri Sturluson]] o delle opere in [[lingua anglosassone]] che furono particolarmente d'ispirazione per [[Tolkien]]. Nel [[1914]] egli si trovò a studiare un frammento del poema ''[[Cristo (poema)|Cristo]]'' di [[Cynewulf]], scritto in anglosassone, che può essere considerato di enorme importanza per una buona parte del ''legendarium'' tolkieniano.<ref>È spiegato molto bene nella lettera n. 297 intitolata "Bozze per una lettera a Mr. Rang", in cui Tolkien spiega che durante l'adolescenza cercò di far combaciare il personaggio mitologico di ''Earendel'' con quello elfico di ''Eärendil'' apparso come personaggio chiave in ''La caduta di Gondolin'', spiegando anche come il suo nome derivi da una radice ''ayar'' "(grande) mare" e ''(n)dil-'' "amare", quindi "che ama il mare".</ref>
Il Quenya (come già detto) è una lingua artificiale ma incredibilmente realistica, infatti Tolkien cercò di mettere in parentela tra loro le sue lingue "elfiche" creando delle radici comuni e primitive in modo da farle sembrare più possible vere. Tolkien infatti come affermò in molte delle sue lettere non inventò le sue lingue per rendere più reali i suoi racconti e le sue ambientazioni ma ben si il contrario, infatti erano [[Arda (Tolkien)|Arda]] e i suoi racconti a dover completare e rendere più realistiche le sue invenzioni volte a creare un linguaggio con una forma e una fonetica che rispecchiasse i suoi gusti.
 
{{Citazione|Salve Earendel, il più brillante degli angeli,<br />inviato agli uomini sulla ''terra di mezzo''|Vv. 105-106 dell'opera ''[[Cristo (poema)|Cristo]]'' di [[Cynewulf]]|Éala éarendel engla beorhtast,<br />ofer ''middangeard'' monnum sended.|lingua=ang}}
{{quote|La creazione di linguaggi e della mitologia sono attività correlate|[[John Ronald Reuel Tolkien]], ''[[Il medioevo e il fantastico|Un vizio segreto]]''}}
 
Questa frase si ritrova con molte similitudini anche ne ''[[Le due torri (romanzo)|Le due torri]]'', nel quale è fatta pronunciare a [[Frodo]] dentro la tana di [[Shelob]]:
{{quote|La costruzione del vostro linguaggio genererà una mitologia|[[John Ronald Reuel Tolkien]], ''[[Il medioevo e il fantastico]]''}}
 
{{Citazione|Salve Eärendil, più brillante delle stelle|''[[Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re]], all'interno della tana di Shelob''; ''[[Il Signore degli Anelli]]'', [[Le due torri (romanzo)#Capitolo IX|Le due torri, Libro IV, Capitolo IX]], p. 869|Aiya Eärendil Elenion Ancalima!|lingua=art}}
{{quote|L'invenzione di linguaggi è il fondamento. Le 'storie' sono state create piuttosto per fornire un mondo per i linguaggi che non il contrario. A me viene prima in mente un nome, e la storia in seguito per me è un esteso saggio di estetica linguistica come io talvolta dico alle persone che mi chiedono cos'è soprattutto?|[[John Ronald Reuel Tolkien]], ''Lettera 165''|The invention of languages is the foundation. The 'stones' were made rather to provide a world for the languages than the reverse. To me a name comes first and the story follows. It is to me, anyway, largely an essay in ''linguistic aesthetic'', as I sometimes say to people who ask me 'what is it all about?|lingua=en}}
 
Le somiglianze semantiche dei due testi sono palesi, tuttavia è da sottolineare anche la somiglianza fonetica tra il termine quenya ''aiya'' ed il termine anglosassone ''éala'' (entrambi con il significato di "salve") e tra i nomi [[Eärendil]] ed Earendel.
{{quote|Nessuno mi crede quando dico che il mio lungo libro è un tentativo di creare un mondo in cui una forma di linguaggio accettabile dal mio personale senso estetico possa sembrare reale. Ma è vero»|[[John Ronald Reuel Tolkien]], ''Lettera 205''|Nobody believes me when I say that my long book is an attempt to create a world in which a form of language agreeable to my personal aesthetic might seem real. But it is true|lingua=en}}
 
In un periodo più tardo Tolkien conobbe anche il [[Lingua finlandese|finlandese]], una scoperta per lui molto importante. Infatti, anni dopo, scrisse proprio a questo proposito:
{{quote|Egli, dopotutto, non inventò nuovi termini e nomi arbitrariamente: in principio, li concepì entro la struttura storica, procedendo dalle basi o radici primitive, aggiungendo suffissi o prefissi o formando combinazioni, decidendo (o, come avrebbe detto, trovando) quando il vocabolo entrò nel linguaggio, seguendolo attraverso le modifiche regolari nelle forme cui sarebbe stato sottoposto, e osservando le possibilità di influenze
formali o semantiche da altri vocaboli nel corso della sua storia, risultato: una tale parola allora esisterebbe per lui, e la conoscerebbe|[[Christopher Tolkien]]}}
 
{{Citazione|È stato come scoprire un'enorme enoteca riempita con bottiglie di un vino straordinario di tipo e sapore mai assaggiato prima. Ne fui decisamente preso.|J.R.R. Tolkien, ''lettera 163''|It was like discovering a complete wine-cellar filled with bottles of an amazing wine of a kind and flavour never tasted before. It quite intoxicated me.|lingua=en}}
Facendo riferimento soprattutto sulla dichiarazione del figlio di Tolkien ([[Christopher Tolkien]]) si può capire di come le varie lingue (specie quelle elfiche come il Quenya o il [[Sindarin]]) siano necessariamente imparentate tra di loro.
Ecco una serie di comparazioni (in tre lingue: Quenya, Sindarin e Telerin a favore di questo fatto: <ref>Racconti incompiuti, pag. 297-305, 378, John Ronald Reuel Tolkien, Bompiani, Milano, 2008</ref><ref>Il Signore degli Anelli, appendice E ed F, John Ronald Reuel Tolkien, Rusconi, Milano, 1984</ref><ref>http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/telerin.htm</ref>
 
Tale lingua portò Tolkien ad entrare sempre più in contatto con testi nordici come il ''[[Kalevala]]'', la cui influenza è riscontrabile per esempio nei racconti riguardanti [[Túrin Turambar]] o nel manoscritto incompiuto ''La storia di Kullervo''.<ref>«L’inizio del ''legendarium'' di cui la Trilogia è la conclusione, è stato nel tentativo di rielaborare alcuni testi del Kalevala, in particolare il racconto di Kullervo lo sventurato, in forma personalizzata» (rielaborazione di Tolkien delle storie riguardanti l'eroe [[Kalev|Kullervo]], {{cita|''La realtà in trasparenza''|lettera 163}}).</ref><br />
{| class="wikitable"
Anche l'italiano, sebbene in misura minore, ebbe un forte impatto sullo scrittore.<ref name="Bompiani 2002">«Sono innamorato dell’italiano, e mi sento alquanto sperduto senza la possibilità di provare a parlarlo» ({{cita|''La realtà in trasparenza''|lettera 223}}).</ref>
|-
! Italiano !! Quenya !! Sindarin !! Telerin !! Radice primitiva
|-
| albero || alda, ornë || galadh, orn || galla || ''ORN-'', ''GAL(D)-''
|-
| andare || lelya- || glenna || delia || ''DELE-''
|-
| barba || fanga, phanga || fang || spanga ||''SPÁNAG-''
|-
| cavallo || rocco || roch || rocca || ''ROC-''
|-
| dire || quet || ped || pet || ''KWE(T)-''
|-
| donna || nis, inya || bess || din || ''N(D)IS-''
|-
| farfalla || vilvarin || gwilwileth || vilverin || ''WIL-'' "volare"
|-
| lancia, oggetto appuntito || nehtë || naith || ? || ''NEK-''
|-
| melodia || lindë || lind || lindai || ''LIN(D)-''
|-
| nero || mor, morë || myr || mori || ''MOR''-
|-
| uomo nobile || arata || arphen || arpen || ''AR-'' "nobile" e (''PEN'' "uomo")
|-
| perdersi, partire || auta- || ? || auta- || ''AWA-'', ''WÂ-''
|-
| perduto || vanwa || ? || vanua || ''AWA-'', ''WÂ-''
|-
| popolo, folla || lië || gwaith || lie || ''LI(Ê)-''
|-
| pugno || quár || paur || pár || ''KWAR-''
|-
| scudo || thandá || thang || trumbe || ''THAN-''
|-
| sporgere || keglé || cai || ? || ''KEG-''
|}
 
Tolkien concepì il quenya ancora prima di creare Arda ed i suoi popoli, imitando i meccanismi delle lingue naturali. Fece seguire a tale lingua un proprio corso storico, diversificandosi in numerosi dialetti. L'autore ideò anche altre lingue (sebbene non altrettanto sviluppate) che erano imparentate con il quenya ma ben distinte da esso, per via della separazione delle diverse popolazioni elfiche durante le Ere di Arda.
==Storia esterna==
[[File:J. R. R. Tolkien (1911).png|thumb|left|Il giovane [[J. R. R. Tolkien|Tolkien]] nel 1911, all'età di 19 anni]]
 
{{Citazione|Io trovo la creazione dei linguaggi e la relazione tra di essi un piacere estetico in sé, a prescindere dal Signore degli Anelli che era ed è tuttora una creazione indipendente da questi.|J.R.R. Tolkien, lettera pubblicata su ''Parma Eldalamberon''<ref>''Parma Eldalamberon'' n. 17, p. 61.</ref>|I find the construction and the interrelation of the languages an aesthetic pleasure in itself, quite apart from The Lord of the Rings, of which it was/is in fact independent.|lingua=en}}
Il Quenya nonostante sia considerato da molti il primo linguaggio ideato da Tolkien in realtà deve la sua nascita ad altri tre linguaggi artificiali: nel [[1905]] il giovane Tolkien (già impegnato nello studio del Latino e dell'Anglosassone) sentì acune persone (secondo alcuni due sue cugini) parlare in un linguaggio alquanto bizzarro che si serviva solo di nomi di animali inglesi e di numeri per formare parole di senso compiuto intrigato e in parte divertito da questa scoperta iniziò a parlarlo anche lui, molti anni dopo in "Un vizio segreto" definisce tale linguaggio "crudo all'estremo". <ref>http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/animalic.htm, Animalico "Crudo all'estremo", Helge Fauskanger, </ref> Anni dopo gli stessi (compreso Tolkien) che idearono il primo linguaggio ne crearono un altro provabilmente spinti dal voler creare una specie di "setta" per tenerlo nascosto, questo linguaggio denominato Nevbosh era formato da vocaboli inglesi, latini o francesi storpiati o addirittura invertiti. Con l'avanzare del tempo l'inversione o la storpiazione delle parole non bastò più ai creatori del Nevbosh che iniziarono a inventare nuovi termini (come ad esempio '''lint''', ritrovabile anche in alcune lingue inventate successivamente compreso il Quenya), questa nuova versione quasi interamente ideata da Tolkien prese il nome di [[Naffarin]], e dai pochi testi rinvenuti possiamo dire che rispetto al Nevbosh, molto più grezzo e informale ci siano molte più somiglianze con le lingue Elfiche inventate dall'autore in età più matura. <ref>Il medioevo e il fantastico, ''Un vizio segreto'', Bompiani, Milano, 2004</ref>
 
Tolkien non smise mai, fino alla morte, di modificare e sviluppare il quenya (al contrario di quanto successe al [[sindarin]], che, dopo alcune revisioni fondamentali, venne "abbandonato" quasi totalmente). Sia la grammatica sia il vocabolario furono sottoposti per decenni a continue modifiche, a volte radicali, che rendono molto diversi tra loro il quenya originario da quello maturo.<ref>La forma più primordiale di quenya è descritta su ''Parma Eldalamberon'' n. 12: "qenyaqetsa: La fonologia del qenya ed il lessico creati da J.R.R. Tolkien"</ref> Anche il nome del linguaggio subì alcuni cambiamenti: al momento della sua creazione era chiamato ''qenya eldarissa'' o semplicemente ''qenya'', nome che rimase fino agli [[Anni 1920|anni venti]], quando venne modificato in favore della forma più breve e sonora ''quenya''.<ref name=" Storia_esterna "/>
Uno sviluppo iniziale del Quenya (conosciuto fino alla metà degli anni '40 come Qenya) avvenne intorno al [[1910]]-[[1911]]. Il nome Qenya apparì invece solamente qualche anno più tardi intorno al 1915, mentre studiava al liceo di [[Exeter]]. Una volta iniziati gli studi dimostrò da prima un eccezionale talento per le lingue e poi una spiccata capacità creativa che sarebbe stata poi rivelata dalle sue composizioni in età pi “matura”. Infatti in poco tempo prese familiarità con diverse lingue sia antiche che moderne come: il [[norreno]], lo [[Lingua spagnola|spagnolo]], l'[[lingua italiana|italiano]], l'[[inglese antico]], il [[lingua gotica|gotico]], il [[Lingua latina|latino]] e il [[greco antico]]. In un periodo più tardo prese conoscenza del [[Lingua finlandese|finlandese]] (o Finnico) una scoperta che per lui fu allo stesso tempo: meravigliosa e utile. Infatti anni dopo Tolkien scrisse proprio a questo proposito:
 
=== Le influenze delle altre lingue ===
{{quote|È stato come scoprire un'enorme enoteca riempita con bottiglie di un vino straordinario di tipo e sapore mai assaggiato prima. Ne fui completamente preso (intossicato).|[[John Ronald Reuel Tolkien]]|It was like discovering a complete wine-cellar filled with bottles of an amazing wine of a kind and flavour never tasted before. It quite intoxicated me.|lingua=en}}
{{Citazione|Effettivamente si potrebbe dire che [il quenya] è composto su una base latina con altri due ingredienti (principali) che mi donano piacere 'eufonico': il finlandese ed il greco.|J.R.R. Tolkien, ''lettera 176''|Actually it might be said [Quenya] to be composed on a Latin basis with two other (main) ingredients that happen to give me 'phonaesthetic' pleasure: Finnish and Greek.|lingua=en}}
 
Il quenya è la lingua ideata da Tolkien più completa e ricca di vocaboli. L'autore si basò principalmente sulle seguenti lingue: il finlandese, il latino, il greco antico, l'italiano e lo spagnolo.
In particolare il Finlandese lo portò a entrare sempre più in contatti con testi nordici come ad esempio il [[Kalevala]] che ad esempio si può ritrovare nei racconti riguardanti [[Túrin Turambar]] o nel manoscritto rimasto incompiuto [[La storia di Kullervo]] rielaborazione di Tolkien delle storie riguardanti [[Kalev|Kullervo]]<ref>La realtà in trasparenza, lettera 163 a W.H Auden, Bompiani, 2002</ref>
* Finlandese: l'autore vi si ispirò per la forma sintattica e grammaticale, i pronomi [[enclitico|enclitici]], buona parte dei casi e parecchi vocaboli. Col passare del tempo le somiglianze con il finlandese tesero a sbiadire, senza tuttavia scomparire mai del tutto.<ref name="Gli_Alti_Elfi_sono_Ugro-Finnici?"/>
* Latino: vi è soprattutto una derivazione fonetica, per quanto riguarda sia i suoni, sia gli accenti.<ref name=" Storia_esterna "/>
* Greco moderno e greco antico: nonostante l'amore di Tolkien per questa lingua, soltanto anni dopo la sua morte ne sono state rilevate le somiglianze; molti suoni inesistenti in latino sono chiaramente ripresi dal greco. Inoltre, riguardo ai tempi verbali, il quenya e il greco hanno alcuni nessi riguardanti soprattutto il tempo [[perfetto]] (che ha un aumento simile a quello dell'[[Grammatica del greco antico#Aumento e coniugazione dell.27imperfetto indicativo|imperfetto greco]]), alcune desinenze simili tra i tempi di presente e passato (aoristo greco) e il cosiddetto [[aoristo]] quenya. Tuttavia va sottolineato che l'aoristo quenya ha un utilizzo del tutto diverso da quello greco (vedi paragrafo: [[#I verbi|I verbi, l'aoristo]]). I pronomi enclitici sono quasi completamente adottati dal finlandese, tuttavia alcune desinenze hanno similitudini con la lingua greca (es: greco moderno ''μας (pr. mas)'' "nostro/a" e quenya ''-mma''). I pronomi enfatici quenya come quelli greci iniziano per ''e-'' in greco/greco moderno ἐ-/ε- (pr. e-/e-). Una delle due particelle di negazione del greco ''οὐ/οὐκ (pr. u/uk)'' ha lo stesso valore fonetico del quenya ''u'' di uguale significato. La desinenza ''-n'' del dativo quenya si ritrova in casi isolati (pronomi ecc.) anche in greco con la stessa funzione. La pronuncia per quanto concerne i [[dittongo|dittonghi]] generalmente richiama quella moderna nonostante la maggior parte delle parole vengano dal greco antico, tuttavia non mancano parole derivate che conservano la pronuncia antica.<ref>Andreas Andreou, quenya - ''L'influenza della lingua greca''</ref>
* Spagnolo: soprattutto il suono delle vocali, foneticamente uguali nelle due lingue.<ref name=" Storia_esterna "/>
* Italiano e francese: anche qui le somiglianze sono soprattutto fonetiche. Tolkien amava l'italiano quasi quanto il finlandese<ref name="Bompiani 2002"/> e lo preferiva nettamente al francese.<ref>Il francese, nonostante sia da sempre considerata una lingua dal bel suono, non fu mai presa in considerazione da Tolkien, cui non dava le stesse emozioni del finlandese, del greco o dell'italiano. ''For instance I dislike French, and prefer Spanish to Italian – but the relation of these facts to my taste in languages (which is obviously a large ingredient in The Lord of the Rings) would take a long time to unravel, and leave you liking (or disliking) the names and bits of language in my books, just as before.'' (Lettera 213 a Deborah Webster, 25/10/1958)</ref>
 
{{Citazione|Gli ingredienti del quenya sono molti, ma elaborati in una lingua propria non precisamente uguale a nessun altro linguaggio che io conosca. Mi sono imbattuto nel [[Lingua finlandese|finlandese]] quando avevo cominciato a costruire una "mitologia", era un'influenza pressante, ma che è stata ridotta di molto (ora nel tardo quenya). Sopravvive in alcune caratteristiche: come l'assenza di gruppi consonantici iniziali, l'assenza delle occlusive b, d, g (eccetto che in mb, nd, ng, ld, rd che formano gruppi propri) e la passione per il finale in -inen, -ainen, -oinen, ed anche in alcune caratteristiche grammaticali, come la flessione in -sse (restare fermi in), -nna (movimento a, verso), e -llo (movimento da), anche i pronomi personali possessivi sono espressi da suffissi; non ha genere.|J.R.R. Tolkien, ''lettera a W.R. Matthews, 1964.<ref name="autogenerated6">Lettera pubblicata in ''Parma Eldalamberon'' 17, p. 135.</ref>''|The ingredients in quenya are various, but worked out into a self-consistent character not precisely like any language that I know. Finnish, which I came across when I had first begun to construct a 'mythology' was a dominant influence, but that has been much reduced [now in late quenya]. It survives in some features: such as the absence of any consonant combinations initially, the absence of the voiced stops b, d, g (except in mb, nd, ng, ld, rd, which are favoured) and the fondness for the ending -inen, -ainen, -oinen, also in some points of grammar, such as the inflexional endings -sse (rest at or in), -nna (movement to, towards), and -llo (movement from); the personal possessives are also expressed by suffixes; there is no gender.|lingua=en}}
{{quote|L'inizio del legendarium di cui la Trilogia è la conclusione, è stato nel tentativo di rielaborare alcuni testi del Kelevala, in particolare il racconto di Kullervo lo sventurato, in una forma personalizzata|[[John Ronald Reuel Tolkien]], lettera 163, [[La realtà in trasparenza]]|The beginning of the legendarium, of which the Trilogy is pan (the conclusion), was in an attempt to reorganize some of the Kalevala, especially the tale of Kullervo the hapless, into a form of my own.|lingua=en}}
 
==== Similitudini e prestiti nei vocaboli quenya ====
Comunque il Quenya non è stata la prima lingua costruita o concepita da Tolkien, ma sicuramente la prima a ricevere una particolare attenzione dal giovane glotteta che si era già cimentato in un periodo precedente (insieme ai cugini durante l'infanzia) nella “creazione” se così si può chiamare del cosi detto “animalese” una lingua priva di qualsiasi regola morfo-sintattica che utilizzava dei nomi di alcuni animali e dei numeri per formare frasi di senso compiuto. Nonostante la semplicità di questo “linguaggio” e comunque da sottolineare un'acuta predilezione e passione per le materie linguistiche già dalla più tenera età.
Il lessico del quenya proviene in buona parte dal [[Lingua finlandese|finlandese]]<ref name=" Gli_Alti_Elfi_sono_Ugro-Finnici?"/> e dal greco.<ref>Andreas Andreou, ''Quenya. L'influenza della lingua greca''.</ref>
 
===== Verbi =====
Stranamente la creazione del Quenya avvenne (almeno alla radice) prima di quella di Arda e dei suoi amati Elfi infatti Tolkien sosteneva che le lingue fungessero da motore per i popoli della terra di mezzo, un mezzo per comunicare e far sì che gli eventi accadessero.
* '''anta-''' "dare", finlandese: ''antaa'' "dare"
Tolkien ideò il Quenya cercando di concepirlo come lingua naturale, facendogli seguire un suo corso storico e questo lo portò anche alla creazione di diverse varietà dialettali (Ñoldorin Quenya, Vanyarin Quenya ecc.) e di altre lingue imparentate ma ben distinte, frutto della separazione delle diverse popolazioni elfiche attraverso le [[Cronologioa di Arda|Ere]] di [[Arda (Tolkien)|Arda]].
* '''ora-''' "esortare", greco: ''ὥρα, -ας'' (pr. ''hṑra, -as'') "(periodo di) tempo"
Tolkien non ha mai smesso fino alla sua morte (avvenuta nel [[1973]] di modificare il Quenya (al contrario di quanto è successo con il [[Sindarin]], che dopo aver avuto alcune revisioni fondamentali, viene “abbandonato” quasi totalmente dallo scrittore) che sono stati sottoposti per decenni a continue revisioni della grammatica e del vocabolario Quenya a volte “radicali”, questo comportò e comporta ancora al giorno d'oggi una grande diversificazione del Quenya attraverso i decenni. Subì anche alcuni cambiamenti nel nome, al momento della sua creazione era conosciuto allo studioso come '''“Qenya eldarissa”''' nome che rimase fino agli anni [[1920|'20]] quando cambiò il nome in favore di una forma più breve '''“Quenya”'''. Inoltre osservando alcuni testi Quenya risalenti ai primi anni [[1930|'30]] sono facilmente distinguibili le forme morfo-sintattiche da quelle più famose del [[Signore degli Anelli]] e del [[Silmarillion]].
* '''panya-''' "aggiustare, sistemare", finlandese: ''panna'' "mettere, sistemare"
* '''papa-''' "tremare", greco: ''πάπ(π)ας, -ου/-ā'' (pr. ''pàp(p)as, -u/-ã) '' "papà, padre, prete" (ma anche "vecchio", "nonno")
* '''tul-''' "venire", finlandese: ''tul-'', ''tulla'' "venire"
 
[[File:264 Wake Green Road.jpg|thumb|La casa di Tolkien dal [[1907]] al [[1930]], dove l'autore scrisse i suoi primi testi in "quenya".]]
===Influenze delle altre lingue===
Il Quenya è in assoluto e di gran lunga la lingua artificiale ideata da Tolkien più completa e ricca di vocaboli. Tolkien durante la sua creazione si basò principalmente su tre o più lingue: il [[Lingua finlandese|finnico]], il [[Lingua latina|latino]], il [[greco antico]], l'[[Lingua italiana|italiano]] e lo [[Lingua spagnola|spagnolo]].
La forma sintattica e grammaticale del Quenya è ripresa per gran parte dal Finnico, del quale (si veda più avanti) ha adottato i pronomi enclitici, buona parte dei casi e del vocabolario.
Dal Latino (come dall'Italiano e dallo Spagnolo) vi è più che altro una derivazione "fonetica" in quanto sia i suoni, sia gli accenti sono pressoché uguali nel Latino. Tuttavia nonostante l'amore di Tolkien per la lingua ellenica solo recentemente si sono scoperte o "rilevate" parentele con il Greco antico. Molti suoni (inesistenti nella lingua Latina) sono chiaramente ripresi dal Greco antico. Dallo Spagnolo vi sono principalmente similitudini riguardo alle vocali foneticamente uguali nelle due lingue. L'Italiano invece interessò sempre Tolkien che lo prelidigeva più dello spagnolo e del francese (di quest'ultima non c'é nessuna traccia nella lingua in questione). Le maggiori derivazioni dall'Italiano sono quelle che si riscontrano anche dal Latino, in quanto la sonorità delle due lingue entusiasmava Tolkien più di quella dello stesso Finlandese.
Riguardo ai tempi verbali il QUenya e il Greco antico hanno solo pochi nessi riguardanti più che altro il tempo [[perfetto]] che ha un aumento simile a quello dato nel'[[Imperfetto]] greco, alcune desinenze simili nei tempi di presente e passato (aoristo greco) e il cosiddetto [[aoristo]] Quenya utilizzato nella lingua Tolkeniana in modo del tutto diverso dal suo utilizzo Greco (vedi sezione verbi: Aoristo).
I pronomi enclitici sono quasi completamente adottati dal Finnico tuttavia alcune desinenze hanno similitudini con la lingua greca (es: Greco '''mas''' e Quenya '''-mma'''). I pronomi enfatici Quenya come quelli greci iniziano per '''e-'''. La negazione della forma più arcaica del Greco '''ou''' (ouk) ha lo stesso valore fonetico del Quenya '''u''' di uguale significato. La desinenza '''-n''' del dativo Quenya si ritrova in alcune desinenze greche.
 
===== Sostantivi =====
'''Similitudini e prestiti nei vocaboli Quenya.''' <ref>http://ardalambion.immaginario.net/gwaith/language1.htm, Quenya: l'influenza della lingua greca, Andreas Andreou, 2005</ref>
* '''cala''' "luce", greco: ''καλός, -ή, -όν'' (pr. ''kalòs, -ḕ, -òn'') "bello" e ''καλῶς'' (pr. ''kalṑs'') "bene, d'accordo"
* '''culda''', '''cukina''' "rosso-oro, rosso acceso, rosso fiamma", finlandese: ''kulta'' "oro"
* '''cúma''' "vuoto" (indicava il vuoto senza forma, immateriale, in inglese ''void'')<ref name="
Gli_Alti_Elfi_sono_Ugro-Finnici?"/>, finlandese: ''kuuma'' "caldo"
* '''elen''' "stella", greco: ''ἑλένη, -ης'' (pr. ''helènē, -ēs'') "torcia, fiaccola"
* '''hala''' "piccolo pesce", finlandese: ''kala'' "pesce"
* '''heri''' "dama", greco: ''χείρ, χειρός'' (pr. ''chèir, cheiròs'') "mano"
* '''Ilmarë''' "ancella di Varda", '''ilmen''' “regione delle stelle, cielo”, '''ilmarin''' "dimora nell'alto dei cieli, dimora di Manwë”, finlandese: ''ilma'' “aria” e ''ilmarinen'' (diminutivo di ''ilmari'')<ref name=" Gli_Alti_Elfi_sono_Ugro-Finnici?"/>
* '''Kalavent-/Kalavún-''' "nave di luce" (forma arcaica per indicare il sole)<ref name=" Gli_Alti_Elfi_sono_Ugro-Finnici?"/>, finlandese: ''kalavene'' "barca da pesca" (cfr. ''hala'' "piccolo pesce" da ''kala'' "pesce", connesso quindi al significato in finlandese "barca da pesca", mantenendo comunque il significato di "nave di luce" in quenya.)<ref name=" Gli_Alti_Elfi_sono_Ugro-Finnici?"/>
* '''lapse''' "bambino", finlandese: ''lapsi'' "bambino"
* '''lindë'''<ref>la radice LIN(D)- è presente in tutte le lingue elfiche: sindarin ''lind'', telerin ''lindai'', ilkorin e doriathrin ''lind'' e elfico primitivo ''lindâ'' ({{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/primelv.htm#Heading11|titolo=Elfico Primordiale - ''dove tutto ebbe inizio'' - DERIVAZIONI IN ELFICO PRIMORDIALE|autore=Helge Fauskanger|accesso=14 marzo 2012}})</ref> "canto, melodia", lingue germaniche ''linde'' "soffice, tenero" e ''lind'' "drago, serpente", italiano "linda"
* '''metta''' "fine", greco: ''μετά'' (pr. ''metà) '' "dopo, in seguito, alla fine, tra, in mezzo a, per mezzo di, con"
* '''nasta''' "punta di lancia, punta, triangolo", finlandese: ''nasta'' "puntina da disegno, spillo"
* '''ner''' "uomo", greco: ''ἀνήρ, ἀνδρός'' (pr. ''anḕr, andròs'') "uomo"<ref>Il quenya ''ner'' è da considerarsi una forma speciale dalla radice ''NDER-'' molto simile al tema indiretto di ''ἀνήρ'' ovvero ''"ἀνδρ-"'' (da un antico ἀν(έ)ρ- con caduta di ε ed aggiunta di δ [[epentesi|epentetico]]). Le somiglianze aumenterebbero qualora si scegliesse di considerare una seconda radice ''NERE-'' rafforzata in ''NDERE-'' meno attestata della prima ({{cita|''The Lost Road''|pp. 354, 376}} per la prima radice; {{cita|''The War of the Jewels''|p. 393 per la seconda}}</ref>
* '''oron''' "monte", greco/greco moderno: ''ὄρος, -εος/όρος, -ου'' (pr. ''hòros, -eos/òros, -u'') "monte"
* '''ráca''' "lupo", finlandese: ''raaka'' "grezzo, crudele, crudo"
* '''rauta''' "metallo" in qenya "rame", finlandese: ''rauta'' "ferro"
* '''síre''' "fiume, corso", greco moderno: ''σεiρά, -άς'' (pr. ''sīrà, -às'') "serie"
* '''tereva''' "sottile, acuto, pungente", finlandese: ''terävä'' "aguzzo, tagliente"
* '''tië''' "sentiero, strada", finlandese: ''tie'' "sentiero"
* '''Vala''' "potere, volontà", finlandese: ''vala'' "giuramento"
 
[[File:Sarehole Mill.jpg|thumb|Sarehole Mill, parte dei luoghi che influenzarono il giovane Tolkien nella creazione di molte delle sue ambientazioni, prima fra tutte la [[Contea (Terra di Mezzo)|Contea]].<ref>Paul Edwards, ''In the Valley of the Hobbits''</ref><ref>{{cita|''La realtà in trasparenza''|}}.</ref>]]
'''Verbi:'''
 
===== Aggettivi =====
*'''tul-''' "venire", Finnico: tul- "venire"
* '''ora-arca''' "esortarestretto", Grecofinlandese: ορα''arka'' "oratimido", Italiano: ora
* '''calima''' "brillante, luminoso", greco/greco moderno: ''κάλυμμα, -ατος'' (pr. ''kàlymma, -atos/kàlimma, -atos'') "velo, coperta, rivestimento, tenda, rete (da pesca)" e spagnolo: ''calima'', alter. da ''calina'', "cielo coperto/oscurato (dalla sabbia), vento caldo, nebbia, foschia, [[Deserto del Sahara#Le polveri sahariane|Calima]]" (dal greco ''κάλυμμα, -ατος'' o dal latino ''caligo, caliginis'' "oscurità, caligine"); deriv. di '''cala''' "luce" più suffisso aggettivale '''-ima'''
[[File:264 Wake Green Road.jpg|thumb|right|La casa di Tolkien dal 1907 al 1930, dove l'autore scrisse i suoi primi testi in "Qenya"|400 px]]
* '''linda''' (forma aggettivale da lindë) "melodioso, musicale, bello, armonioso", vedi '''lindë'''
*'''pata-''' "toccare", Greco: πατα "fare un passo"
* '''papa-poica''' "tremarepulito", Greco:e παπας'''poice''' "padrepuro", pretefinlandese: ''poika'' "ragazzo"
* '''yerna''' "vecchio", greco moderno: ''γερνάω'' (pr. ''jernào'') "io invecchio" e sostantivi derivati
 
===== Preposizioni, congiunzioni, desinenze e altro =====
'''Sostantivi:'''
* '''ai''' "se", greco: ''εἰ'' (pr. ''ei), ἐάν'' (pr. ''eàn'') "se", greco moderno: ''αω'' (pr. ''ao), εάν'' (pr. ''eàn'') "se"
* '''an''', '''na''', '''ana''', '''-(e)nna''' "verso", greco moderno: ''να'' (pr. ''na'') "a (solo davanti a verbi all'infinito)"
* '''ana''' "verso", greco moderno: ''ανά'' (pr. ''anà'') "verso, per, a" ma greco: ''ἀνὰ'' (pr. ''anà''), "verso l'alto, in alto, per, durante etc."
* '''cé''' "forse", greco moderno: ''καί'' (pr. ''kē'') "e, anche, pure, sebbene"
* '''emme''' "noi", greco/greco moderno: ''ἡμεῖς/ημείς'' (pr. ''hēmeìs/imis'') "noi"
* '''et''', '''et-''' "fuori, da", finlandese: ''eteen'' "avanti, davanti"
* '''-ion''' "figlio di (patronimico/matronimico)", greco moderno: ''υιός'' (pr. ''īòs'') ma greco: ''υἱός (pr: uiòs''), "figlio (usato spesso in espressioni formulari)"; es. di utilizzo: ''Ό Βελλεροφόντης (δέ) υἱός Γλαύκου'' "Bellerofonte, figlio di Glauco" talvolta ''υἱός'' viene sottinteso: ''Ό Βελλεροφόντης (δέ) ό Γλαύκου''<ref>da Pseudo-Apollodoro, Biblioteca I, 30</ref>
* '''-llo''' "da", finlandese: ''-lla'' "da, verso, a"
* '''-mma''' "nostro", greco moderno: ''μας'' (pr. ''mas'') "nostro"
* '''nai''' "fa che, possa (esprime desiderio)", greco: ''ναὶ'' (pr. ''nài'') "certamente, sicuramente"
* '''-on''' "di (genitivo)", greco/greco moderno: ''-ων~-ῶν/-ων~-ών'' (pr. ''-ōn~-ṑn/-on~-òn'') "di (genitivo plurale)"
* '''-sse''' "in, verso", finlandese: ''-ssa'', ''-ssä'' "in" e greco moderno: ''σε'' (pr. ''se'') "in, verso"
* '''u''' "non", greco: ''οὐ/οὐκ'' (pr. ''u/uk'') "non"
 
=== Gli utilizzi del quenya in altre opere ===
*'''tië''' "sentiero, strada", Finnico: tie "sentiero"
{{Citazione|Addio fino a quando non ti rivedrò, e spero che sia presto|J.R.R. Tolkien, ''[[Le lettere di Babbo Natale]]''|Mára mesta an ni véla tye ento, ya rato nea|lingua=art}}
*'''kuuma''' "caldo", Finnico: kuuma "vuoto"
*'''cala''' "luce", Greco: καλα "bene, d'accordo"
*'''metta''' "fine", Greco: μετα "dopo, in seguito, alla fine"
*'''pee''' "labbro", Greco: πε "di, parla (imper.)"
*'''oron''' "monte", Greco: ορον "monte, confine"
*'''elen''' "stella", Greco: ελενι "fiaccola"
*'''apsa''' "pepe, carne", Greco: απσα "pepe, carne"
*'''aara''' "alba", Greco: αρα "alba"
*'''maa''' "mano", Greco: μα "alba"
 
Tolkien utilizzò la sua lingua, ed in parte il suo ''legendarium'', anche per altri scopi "fuori da Arda". Un chiaro esempio di questo fenomeno sono ''[[Le lettere di Babbo Natale]]'', una serie di lettere che l'autore di anno in anno spediva ai figli fingendosi [[Babbo Natale]] e raccontando le sue avventure al Polo Nord insieme ai suoi aiutanti. In due casi (le lettere del [[1929]] e del [[1937]]) Tolkien scrisse alcune frasi in una lingua che può essere facilmente ricondotta al qenya primordiale, definito "quenya artico/qenya" (''arctic quenya/qenya''). Tali frasi, raccontava Tolkien, erano usate dagli Elfi di Babbo Natale (Red Elven) e dall'Orso polare (Polar Bear), personaggi ricorrenti nelle lettere. Tolkien non intendeva pubblicare queste lettere né era intenzionato a farle pubblicare dalla sua famiglia.<ref>{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/corpus.htm|titolo=Il Corpus quenya - I: Campioni di "qenya" - La frase "Artica"|autore=Helge Fauskanger|autore2=Gianluca Comastri|accesso=10 febbraio 2012}}</ref>
'''Aggettivi:'''
 
Inoltre in questi scritti si possono ritrovare abbastanza spesso scorci di scrittura elfica ([[tengwar]]) o dell'"alfabeto dei Goblin" ([[cirth]]), nonché il nome ''Ilbereth'', probabile "progenitore" fiabesco di [[Elbereth]], personaggio del [[Silmarillion]].<ref>J.R.R. Tolkien, ''Lettere di Babbo Natale'', Natale 1929 e 1937, a cura di Baillie Tolkien; frasi in Arctic qenya</ref><ref>''Vinyar Tengwar'', n° 41, p. 16, a cura di Carl. F. Hostetter, luglio 2000</ref>
*'''calima''' "luminoso", Greco: καλιμμα "coperta"
*'''lusta''' "vuoto", Greco: λουστα "getta (imper.)"
*'''yerna''' "vecchio", Greco: γερνα "vecchia"
 
== Storia interna ==
'''Preposizioni, congiunzioni, desinenze e altro:'''
{{vedi anche|Storia di Arda}}
 
La prima lingua che gli Elfi parlarono, subito dopo il loro [[Risveglio degli elfi|risveglio]] sulle sponde del Lago [[Cuiviénen]],<ref name="Sim p45">{{Cita|''Il Silmarillion''|''Valaquenta'', p. 45}}.</ref> nel 1050 degli [[Anni degli Alberi]] fu l'[[elfico primitivo]], che intorno al 1105 si evolse nell'[[eldarin comune]] (da cui poi nacquero anche il [[Linguaggi della Terra di Mezzo#Telerin|telerin]] parlato dai [[Teleri]] e il [[sindarin]]). Da questa lingua, praticamente immutato,<ref>Infatti Tolkien nel Silmarillion preferisce designare il quenya come "Eldarin" o "Alto Eldarin", {{Cita|''Il Silmarillion''|''Indice dei nomi'', p. 417}} e {{Cita|''Il Silmarillion''|pp. 45, 311-312, 333}}</ref> nacque il quenya, che col tempo si evolse in alcuni dialetti reciprocamente comprensibili: il noldorin quenya parlato dai [[Noldor|Ñoldor]] (ossia ''Ngoldor'', oppure ''Noldor'' secondo una forma tarda ma più usata) e il vanyarin quenya parlato dai [[Vanyar]].<ref>{{Cita|''Il Silmarillion''|pp. 413-414}}.</ref>
*'''-sse''' "verso, a", Finnico: -ssa, -ssae "verso, a"
*'''na''' "verso", Greco: να "verso"
*'''cee''' "forse", Greco: και "e"
 
[[File:FEANOR AND FINGOLFIN.jpg|thumb|upright|[[Fëanor]] e [[Fingolfin]]. Fëanor è la versione [[sindarin]] del nome quenya '''Fëanáro''', nome composto dagli elementi '''fëa''', "spirito", e '''nár''', "fiamma", e può essere tradotto come "Spirito di Fuoco". Il nome in quenya di Fingolfin era invece '''Nolofinwë''', che significa "saggio [[Finwë]]".]]
== Alfabeto ==
[[File:Tengwarn.png|thumb|right|Alfabeto Tengwar|250x450 px]]
 
Il quenya in breve tempo acquisì importanza, divenendo una delle lingue più importanti di Arda (soprattutto dal punto di vista letterario), nonché la prima ad essere messa per iscritto.<ref>{{Cita|''Il Signore degli Anelli''|app. E, pp. 139-140 "Le lettere Fëanoriane"}}.</ref>
L'alfabeto del Quenya si basa sulle rune Tengwar una neo-grafia inventata da [[John Ronald Reuel Tolkien|J.R.R Tolkien]] composta da 24 lettere più vari segni diacratici a rappresentare le vocali e gli accenti e un certo numero di lettere "composte" o del tutto irregolari.
L'invenzione dei primi caratteri elfici è attribuita a [[Lista di Elfi di Arda|Rúmil]], inventore delle [[sarati]], poi perfezionate da [[Fëanor]] con le [[tengwar]].
Nell'universo tolkeniano, si attribuisce la loro invenzione prima a Rúmil in una forma più arcaica detta [[Tengwar|Sarati]] e poi a Fëanor, elfo della stirpe dei Noldor nel 1250 dell'Era degli Alberi, prima nell'inizio della Prima Era.
Il nome Tengwar viene dalla forma plurale di ''Tengwa'' "lettera". Le 24 lettere principali sono formate tutte da un ''telco'' "gambo" e da un ''lùva'' "arco". Le vocali venivano espresse con dei segni diacratici (''tehtar'') posti sopra la consonante precedente o in caso non ci fosse, sopra a una base che poteva essere corta o lunga in base alla lunghezza della vocale. In particolare una vocale "lunga" doveva essere sempre posta sopra una "base lunga" sia se preceduta da consonante che non.<ref>Il Signore degli Anelli, appendice E, pag. 1332-1340, Rusconi, Milano, 1984</ref>
 
I Noldor che si rifugiarono nella Terra di Mezzo, in seguito all'oscuramento di Valinor, parlavano quenya anche con gli altri elfi. Tuttavia, quando [[Elu Thingol]] del [[Doriath]], re dei Sindar (Elfi della stirpe dei Teleri che rimasero nel [[Beleriand]] anziché raggiungere [[Valinor]]) venne a conoscenza del [[Alqualondë#Il Fraticidio|Fratricidio]] da loro commesso nei confronti dei Teleri nel 1495 degli Anni degli Alberi, proibì l'uso del quenya in tutto il suo regno:<ref>{{Cita|''Il Silmarillion''|''Quenta Silmarillion'', pp. 158-159}}.</ref>
== Fonologia ==
Il [[fonologia|sistema fonologico]] Quenya conta 25 [[fonema|fonemi]] [[consonante|consonantici]] e 10 fonemi [[vocale|vocalici]], questi ultimi suddivisi a loro volta in vocali [[quantità vocalica|brevi e lunghe]]; le vocali possono anche essere combinate in dittonghi. Nella fonetica, il Quenya assomiglia più all'[[lingua italiana|italiano]] che all'[[lingua inglese|inglese]].
Ogni fonema consonantico è rappresentato graficamente da una [[Tengwar|Tengwa]] (una lettera elfica).
 
{{Citazione|Mai più alle mie orecchie risuoni la lingua di coloro che in Alqualondë hanno sterminato i miei consanguinei! Né sia più pubblicamente parlata nel mio regno, finché io sieda su questo trono. Tutti i Sindar devono essere informati del mio ordine di non usare la favella dei Noldor né di rispondere a chi con essa si rivolga loro. E chiunque vi faccia ricorso, sarà considerato fratricida e traditore impenitente.|[[John Ronald Reuel Tolkien]], ''[[Il Silmarillion]]'', ''Vala Quenta'', ''Dei Noldor del Beleriand'', p. 158}}
=== Le consonanti e i gruppi consonantici ===
In Quenya ci sono 13 consonanti (14 contando la w)
 
I Sindar, comunque, furono lenti ad apprendere la lingua dei Noldor, mentre questi ultimi in quello stesso periodo avevano già acquisito piena padronanza del [[sindarin]] (conosciuto anche come ''La favella del Beleriand'').<ref>{{Cita|''Il Silmarillion''|''Quenta Silmarillion'', p. 140}}.</ref>
*'''c''' {{IPA|[k]}} (''c'' dura ([k]), anche davanti ad ''e'' ed ''i'')
A metà della [[Prima Era]] il quenya fu abbandonato anche nel [[Beleriand]] a favore del sindarin, anche dagli stessi Noldor, che cominciarono ad usarla solo come lingua sapienziale. Chiunque parlasse quenya al di fuori di un ambito nobile (ad esempio in casa di Turgon) o in ambito letterario (dove era preferita, come lingua scritta, al sindarin) non veniva visto di buon occhio dai Sindar di quelle regioni.<ref>{{Cita|''Il Silmarillion''|''Quenta Silmarillion'', pp. 159, 162}}.</ref><ref>{{cita|''Racconti incompiuti''|p. 83}}.</ref>
*'''f''' {{IPA|[f]}} (come in Italiano)
Nel periodo di massimo splendore di [[Númenor]], il potere dei [[Dunedain]] (uomini abitanti di Númenor) crebbe e le loro conoscenze (in tutti i campi del sapere) si andarono ampliando grazie all'amicizia con gli Eldar. Dapprima l'[[adûnaico]] e il [[sindarin]] erano le uniche lingue parlate e conosciute, ma in seguito, con l'avvento dei primi commerci, colonizzazioni e scambi culturali, tra i grandi signori e tra i Re di Númenor si diffuse anche la favella degli Eldar, fortificando l'antica alleanza tra i due popoli.<ref>{{Cita|''Il Silmarillion''|''Akallabêth'', pp. 211-212}}.</ref><ref>{{cita|''Racconti incompiuti''|pp. 297, 299, 303-306}}.</ref>
*'''g''' {{IPA|[ɡ]}} (''g'' dura ([ɡ]), anche davanti ad ''e'' ed ''i''; si trova solamente dopo ''n'')
Tuttavia, con l'avvento del ventesimo sovrano di Númenor [[Ar-Adûnakhôr]] nel 2899 della [[Seconda Era]], ci fu la definitiva, o quasi, emancipazione di Númenor dagli elfi, tanto che il re proclamò il suo nome per la prima volta in [[adûnaico]] e non in quenya come era da tradizione.<ref>{{Cita|''Il Silmarillion''|''Akallabêth'', p. 218}}.</ref> Nel 3102 [[Ar-Gimilzôr]], divenuto ventitreesimo re di Númenor, bandì il quenya dal suo regno, tuttavia poi suo figlio [[Ar-Inziladûn]] salito al trono nel 3177, preoccupato per i cattivi rapporti con gli [[Elfi della Terra di Mezzo|Eldar]] rese nulla l'abolizione e prese, secondo l'antica usanza, nome in quenya ''Tar-Palantír''. Tuttavia, alla sua morte nel 3255, [[Ar-Pharazôn]], nipote del re, prese, senza diritto, il trono di [[Númenor]], sposando Míriel, figlia di Tar-Palantír, contro il suo volere e, ingannato da [[Sauron]] che si era finto suo prigioniero, dichiarò guerra ai [[Valar]], sancendo la definitiva caduta di [[Númenor]], che venne abissata nel mare da [[Eru Ilúvatar|Eru]] per l'oltraggio e, da lì in poi, chiamata ''Mar-nu-Falmar'' "l'isola sotto i flutti" e ''Atalantë'' "la caduta".<ref>{{Cita|''Il Silmarillion''|''Akallabêth''}}.</ref>
*'''h''' {{IPA|[h]}} (come la h aspirata inglese)
*'''l''' {{IPA|[l]}} (come in italiano)
*'''m''' {{IPA|[m]}} (come in italiano)
*'''n''' {{IPA|[n~ŋ]}} (come in italiano)
*'''p''' {{IPA|[p]}} (come in italiano)
*'''r''' {{IPA|[ɾ]}} (come nell'italiano ''ca'''r'''o'')
*'''s''' {{IPA|[s]}} (sempre sorda, come in '''''s'''ole'', mai come in ''ro'''s'''a''; '''z''', {{IPA|[z]}}, è trovato solo nel dialetto vanyarino)
*'''t''' {{IPA|[t]}} (come in italiano)
*'''v''' {{IPA|[w~v]}} (come in italiano)
*'''w''' {{IPA|[w]}} (come in Inglese e nell'Italiano '''''u'''ovo''; questa consonante è però caduta in disuso durante la '''Terza Età''')
*'''y''' {{IPA|[j]}}(come in Inglese e nell'Italiano '''''i'''eri'')
 
Il quenya usato nella Terra di Mezzo, durante la [[Terza Era]] (il periodo corrispondente alle storie narrate ne ''[[Il Signore degli Anelli]]''), era divenuto una lingua rituale e conosciuta soprattutto da studiosi e personalità importanti (qualcosa di analogo al [[lingua latina|latino]] nel [[Medioevo]]).<ref>In effetti, lo stesso Tolkien si riferì più volte al quenya come "latino elfico". ({{cita|''La realtà in trasparenza''|p. 176}})</ref> Veniva insomma usato come linguaggio formale e per la scrittura, ma il linguaggio colloquiale era il sindarin.<ref>Gli Elfi grigi e gli Esuli della terra di mezzo avevano adottato il sindarin come linguaggio colloquiale e il quenya come linguaggio letterario e dotto, {{Cita|''Il Signore degli Anelli''|app. F, 1346 "A proposito degli elfi"}}</ref> Tuttavia, i Ñoldor ricordavano ancora il quenya e lo consideravano la loro vera lingua madre, come testimoniato dalla reazione di compiacimento degli elfi quando [[Frodo]] li saluta con l'espressione ''Elen síla lúmenn'omentielvo'' ("Una stella brilla sull'ora del nostro incontro").<ref name="sda119">{{Cita|''Il Signore degli Anelli''|''La Compagnia dell'Anello'', Libro I, Capitolo III, p. 119}}.</ref>
Le consonanti doppie sono meno di quelle utilizzate nell'italiano: '''cc, ll, mm, nn, pp, rr, ss, tt'''.
 
==== I gruppidialetti del consonanticiquenya ====
Dal quenya, come già accennato, si diramarono due dialetti: il[vanyarin quenya parlato dai Vanyar e il noldorin (o noldorin quenya, o “quenya esule”) parlato dai Noldor che lasciarono Aman in esilio durante la Prima Era diretti verso la [[Terra di Mezzo]] e il [[Beleriand]]. Tuttavia questi due dialetti avevano poche differenze nella grammatica e nella forma e solo alcune nella fonologia<ref name="storiain"/> tanto che Tolkien considerava i due dialetti ed il quenya lingue praticamente identiche.<ref>''Parma Eldalamberon'' n. 19: ''fonologia quenya'' , pp. 88 e 128, 2010</ref>
I gruppi consonantici sono "dittonghi" formate da due o più lettere lettere che insieme hanno un valore fonologico unitario in Quenya sono:
 
{{Citazione|Ai! laur''ië'' lantar lass''i'' súrinen,<br />yéni únótim''ë'' ve rámar aldaron!|Primi due versi del ''Namárië'' in vanyarin quenya e quenya<ref>{{cita web|url=http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|titolo=What is Vanyarin quenya like? - Case inflection|accesso=24 febbraio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130815073144/http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|dataarchivio=15 agosto 2013}}</ref>|Ai! laur''ëai'' lantar lass''í'' súrinen,<br />yéni únótim''ai'' ve rámar aldaron!|lingua=art|lingua2=art}}
*'''mb, lb''' {{IPA|[mb, lb]}} (come in Italiano)
*'''nd, rd, ld''' {{IPA|[nd, rd, ld]}} (come in Italiano)
*'''ht''' {{IPA|[xt]}}(come in tedesco ''Ba'''ch''''' seguito da ''t'')
*'''hw''' {{IPA|[ɣw]}} (simile all'inglese '''''wh'''o'')
*'''hy''' {{IPA|[hj~ç]}} (come in inglese '''''h'''uge'')
*'''gw''' {{IPA|[ɡʷ~ɡw]}} (come nell'Italiano '''''gu'''aio''; si trova solo dopo ''n'', come in ''li'''ngu'''a'')
*'''ly''' {{IPA|[lj~ʎ]}} (come ''gli-'' in italiano, ''ta'''gli'''a'')
*'''ng''' {{IPA|[ŋ]}} (come nell'Italiano ''a'''ng'''elo'')
*'''nw''' {{IPA|[nʷ~nw]}} (come nell'Italiano '''''nu'''ovo'')
*'''ny''' {{IPA|[nj/nʲ]}} (come ''gn'' in italiano)
*'''ry''' {{IPA|[rj]}} (come nell'italiano ''a'''ri'''ano'')
*'''ty''' {{IPA|[c~tʃ]}} (una '''t''' palatalizzata; simile a ''ti-'' (goldorino) o ''ci-'' (vanyarino) in italiano)
*'''qu''' {{IPA|[kw]}}(come nell'italiano '''''qu'''esto'')
*'''x''' {{IPA|[ks]}}(sostituisce la grafia cs, come nell'italiano '''''x'''ilofono'')
*'''hl, hr''' {{IPA|[ks]}}<ref>Il Signore degli Anelli, appendice E, pag. 1327-1330, Rusconi, Milano, 1984</ref>
 
In ''corsivo'' ci sono le principali differenze.
===== Altri gruppi consonantici =====
I seguenti gruppi si ritrovano nella lingua ma non sono considerati come un’unica consonante e vanno pertanto separati nella divisione in sillabe:
hty, lc, lm, lp, lqu, lt, lv, lw, mn, mp, my, nc, ngw, nqu, nt, nty, nw, ps, pt, rc, rm, rn, rqu,
rt, rty, rs, rw, sc, squ, st, sty, sw, ts, tw.
 
Il vanyarin o quendya nacque dall'unione del quenya parlato in Aman e il [[valarin]] dei [[Valar]] e degli [[Ainur]] parlato anche fuori da [[Eä]]. Il dialetto nato dalle due favelle aveva differenze prevalentemente fonetiche, infatti l'antico fonema ''þ'' si trasformò presto in ''s''<ref>Fëanor considerò il cambiamento da ''þ'' in ''hw'' un insulto alla madre di nome Þerindë. ({{cita|''The Peoples of Middle-earth''|Shibboleth di Fëanor}})</ref><ref>{{cita web|url=http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|titolo=What is Vanyarin quenya like? - Differences between Ñoldorin and Vanyarin - -þ- and -s-|accesso=24 febbraio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130815073144/http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|dataarchivio=15 agosto 2013}}</ref> e nacquero i suoni ''lb'' (non consentito in quenya) al posto di ''lv'', ''ndy'' al posto di ''ny'', ''hw'' al posto di ''f'',<ref>Fëanor ancora adirato per l'insulto alla madre scherzò dicendo che sarebbero finiti per pronunciare il suo nome Hwëanáro invece di Fëanor. (''Vinyar Tengwar'' 41)</ref><ref>{{cita web|url=http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|titolo=What is Vanyarin quenya like? - Differences between Ñoldorin and Vanyarin|accesso=24 febbraio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130815073144/http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|dataarchivio=15 agosto 2013}}</ref> ''z'' al posto di ''r''<ref>''Azé'' al posto di ''árë'' ({{cita web|url=http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|titolo=What is Vanyarin quenya like? - Differences between Ñoldorin and Vanyarin - -z- and -r-|accesso=24 febbraio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130815073144/http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|dataarchivio=15 agosto 2013}})</ref> e raramente ''w'' al posto di ''v''.<ref>''Wanwa'' divenne ''vanwa'' ({{cita web|url=http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|titolo=What is Vanyarin quenya like? - Differences between Ñoldorin and Vanyarin - -v- and -w-|accesso=24 febbraio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130815073144/http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|dataarchivio=15 agosto 2013}})</ref> Oltre poche altre "inflessioni dialettali" all'interno della declinazione di alcuni nomi<ref>{{cita web|url=http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|titolo=What is Vanyarin quenya like? - Differences between Ñoldorin and Vanyarin - Case inflection|accesso=24 febbraio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130815073144/http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|dataarchivio=15 agosto 2013}}</ref> le uniche altre vere differenze erano nel vocabolario, in parte ereditato dal valarin e caratterizzato da alcune tendenze verso il sindarin.<ref>"Orco" invece di "urco" con l'influenza del sindarin ''orch'' (''Parma Eldalamberon'' n. 19: ''fonologia quenya'' , pp. 88 e 128, 2010)</ref> Ad ogni modo, del valarin esistono ben poche informazioni ed è considerato un dialetto solamente in base ai pochi nomi prevalentemente propri presenti nel ''legendarium'' tolkieniano.
Non sono concessi altri gruppi e se durante la flessione nominale o verbale si vengono
a creare combinazioni differenti, sono costrette a mutare, es. np diviene in '''mp''', mg in '''ng'''
 
Il dialetto noldorin aveva ancora meno differenze dell'altro, infatti oltre a rari allungamenti tonici,<ref>I dittonghi formati da ''i'' più un'altra vocale divennero trittonghi formati da ''ai'' più un'altra vocale ({{cita web|url=http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|titolo=What is Vanyarin quenya like? - Case inflection|accesso=24 febbraio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130815073144/http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|dataarchivio=15 agosto 2013}})</ref> caduta di vocali<ref>La lettera iniziale ''n'' invece della sillaba iniziale ''na'' ({{cita web|url=http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|titolo=What is Vanyarin quenya like? - Case inflection|accesso=24 febbraio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130815073144/http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|dataarchivio=15 agosto 2013}})</ref> o ancor più rari cambi consonantici,<ref>La ''v'' in inizio di parola invece di ''w'' ({{cita web|url=http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|titolo=What is Vanyarin quenya like? - Differences between Ñoldorin and Vanyarin - -v- and -w-|accesso=24 febbraio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130815073144/http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/vanyarin_quenya.html|dataarchivio=15 agosto 2013}})</ref> non aveva altre differenze tanto da essere considerato da alcuni non tanto un vero e proprio dialetto quanto piuttosto una "parlata" con minime differenze soprattutto in campo fonetico.
A fine parola si possono trovare solo le seguenti consonanti: t, r, l, n, s.
Secondo alcuni anche il [[telerin comune]] sarebbe da intendersi come un dialetto del Quenya, tuttavia la diffusione e la "nascita" di queste lingue sono quasi parallele e nonostante, soprattutto in seguito allo stabilimento in [[Aman (Terra di Mezzo)|Aman]] da parte dei [[Teleri]] (1150 ca. P.E.), le due lingue diventarono [[mutua intelligibilità|mutuamente intelligibili]], questo fu un fenomeno tardo che mutò entrambe le lingue favorendone la scomparsa a favore del [[sindarin]], del [[nandorin]] e del [[doriathrin]] sviluppatisi partendo dalla stessa lingua dei Teleri.
 
=== Le parentele con le altre lingue di Arda e le tecniche di Tolkien ===
=== Vocali e dittonghi ===
Tolkien era un [[filologia|filologo]] che conosceva i meccanismi di funzionamento di numerose lingue antiche e moderne; non stupisce quindi che fosse in grado di idearne di nuove. Tuttavia egli (contrariamente a quanto si potrebbe comunemente pensare) non inventò le sue lingue per rendere più realistici i propri racconti, anzi il meccanismo era esattamente inverso: erano le sue creazioni linguistiche a dargli continuamente nuovi spunti per le sue storie. Creare lingue era quello che Tolkien considerava il suo "vizio segreto",<ref name="vizio segreto"/> e per rendere il tutto maggiormente realistico, l'autore creò inizialmente delle "radici comuni" da cui fece poi derivare tutti i vari vocaboli di ogni lingua parlata in Arda.<ref name=" Vizio_non_segreto"/>
Le vocali in Quenya sono '''a, e, i, o, u''' come in [[Lingua spagnola|spagnolo]] (non c'è differenza tra vocali aperte e chiuse, come invece avviene in italiano). Le forme lunghe '''á, é, í, ó, ú''' rappresentano vocali allungate (all'incirca raddoppiate).<ref>Il Signore degli Anelli, appendice E, pag. 1330-1331, Rusconi, Milano, 1984</ref>
 
{{Citazione|Nessuno mi crede quando dico che il mio lungo libro è un tentativo di creare un mondo in cui una forma di linguaggio accettabile dal mio personale senso estetico possa sembrare reale. Ma è vero.|[[John Ronald Reuel Tolkien]], ''Lettera 205''|Nobody believes me when I say that my long book is an attempt to create a world in which a form of language agreeable to my personal aesthetic might seem real. But it is true.|lingua=en}}
*'''a''' {{IPA|[ɑ]}} (come in c'''a'''sa)
*'''e''' {{IPA|[ɛ]}} come in b'''e'''llo)
*'''i''' {{IPA|[ɪ]}} come in '''i'''ra)
*'''o''' {{IPA|[ɔ ]}} come in n'''o'''nno)
*'''u''' {{IPA|[u]}} come in '''u'''livo)
 
Tolkien, come dichiarato dal figlio [[Christopher Tolkien]] durante un'intervista, non inventò nuovi termini in maniera arbitrale ma li concepì partendo dalle radici, e con l'aggiunta di suffissi e prefissi e con varie mutazioni regolari minuziose anche per quanto riguarda possibili "interventi esterni" diedero vita quasi "naturalmente" ai vocaboli delle sue lingue. Seguendo questo principio è facile capire come le varie lingue (specie quelle elfiche come il quenya o il [[sindarin]]) siano necessariamente imparentate tra di loro.
*'''á''' {{IPA|[ɑ:]}} (come nell’inglese f'''a'''ther)
Per capire al meglio questo processo, ecco una serie di comparazioni in cinque (o sei) lingue elfiche (quenya, sindarin,<ref>{{cita web|http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/sindarin.htm|titolo=Sindarin - ''La lingua nobile''|autore=Helge Fauskanger|accesso=21 febbraio 2012}}</ref> telerin,<ref>{{cita web|http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/telerin.htm|titolo=Telerin|autore=Helge Fauskanger|accesso=18 novembre 2011}}</ref> [[doriathrin]],<ref>{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/doriath.htm|titolo=Doriathrin - la lingua madre di Lúthien|autore=Helge Fauskanger|accesso=2 gennaio 2012}}</ref> [[ilkorin]]<ref>{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/ilkorin.htm|titolo=Ilkorin - una "lingua perduta"?|autore=Helge Fauskanger|accesso=2 gennaio 2012}}</ref> ed [[Elfico primitivo]])<ref>{{cita|''Racconti incompiuti''|pp. 297-305, 378}}.</ref><ref>{{Cita|''Il Signore degli Anelli''|appendici E ed F}}.</ref> più altre sei lingue: l'[[ovestron]] (la lingua comune),<ref>{{cita web|url=http://www.ardalambion.immaginario.net/ardalambion/westron.htm|titolo=Ovestron - la Lingua Corrente|autore=Helge Fauskanger|accesso=19 novembre 2011}}</ref> il [[khuzdul]] (la lingua segreta dei nani),<ref>{{cita web|url=http://www.ardalambion.immaginario.net/ardalambion/khuzdul.htm|titolo=Khuzdul - la lingua segreta dei Nani|autore=Helge Fauskanger|accesso=19 novembre 2011}}</ref> il [[linguaggio nero]] (la lingua di [[Mordor]], ideata da [[Sauron]]),<ref>{{cita web|url=http://www.ardalambion.immaginario.net/ardalambion/orkish.htm|titolo=Linguaggio nero e degli Orchi - linguaggio vile per mire vili|autore=Helge Fauskanger|accesso=19 novembre 2011}}</ref> il [[valarin]] (la lingua dei Valar),<ref>{{cita web|url=http://www.ardalambion.immaginario.net/ardalambion/valarin.htm|titolo=Valarin - come il baluginare delle spade|autore=Helge Fauskanger|accesso=19 novembre 2011}}</ref> il [[rohirric]] (la lingua di [[Rohan (Terra di Mezzo)|Rohan]])<ref>{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/mannish.htm|titolo=Varie lingue Umaniche - La tristezza degli uomini mortali – La lingua dei Rohirrim|autore=Helge Fauskanger|accesso=2 gennaio 2012}}</ref> e l'[[adûnaico]] (la lingua di [[Númenor]]).<ref>{{cita web|url=http://www.ardalambion.immaginario.net/ardalambion/adunaic.htm |titolo=Adûnaico - il vernacolo di Númenor|autore=Helge Fauskanger|accesso=19 novembre 2011}}</ref> A differenza della maggior parte delle lingue elfiche, di queste ultime lingue, fatta eccezione per l'Adûnaico, si conoscono solo poche parole ritrovate nei vari manoscritti di Tolkien, quindi non si può sapere quanto Tolkien ne avesse ulteriormente ampliato la grammatica ed il lessico.<ref name="Tolk">{{cita web|url=http://www.ardalambion.immaginario.net/ardalambion/howmany.htm|titolo=Quanti linguaggi ideò J. R. R. Tolkien?|autore=Helge Fauskanger|accesso=19 novembre 2011}}</ref>
*'''é''' {{IPA|[e:]}} come nel tedesco M'''eh'''r)
*'''í''' {{IPA|[ɪ:]}} (come nell’inglese mach'''i'''ne)
*'''ó''' {{IPA|[o:]}} (come in R'''o'''ma)
*'''ú''' {{IPA|[u:]}} (come nell’inglese b'''oo'''t)
 
Ecco l'Ave Maria in sindarin e in quenya, da notare le marcate somiglianze tra le due lingue.
In Quenya esistono due tipi di [[dittonghi]]:
 
{{Citazione|Aia María quanta Eruanno<br />i Héru as Elye·<br />aistana Elye imíca nísi:<br />ar aistana i Yáve Mónalyo Yésus:<br />Aire María Eruo Ontaril<br />á hyame rámen úcarindor<br />sí ar lúmesse ya firuvamme:<br />násie:|''Ave Maria'' in sindarin di Ryszard Derdzinski a confronto con lo stesso testo in quenya|Ai Meri, meleth-Phant,<br />Hîr ah-Le;<br />daethannen im bessath phain<br />a daethannen iaf e-Huvech - Iesus.<br />Aer Meri, Eru-Odhril,<br />hero ammen raegdain<br />sí a ned lú e-gurthem.<br />Tanc|lingua=art|lingua2=art}}
*'''Dittonghi in -i''': ai {{IPA|[ɑɪ]}}, oi {{IPA|[oɪ]}}, ui {{IPA|[uɪ]}}
*'''Dittonghi in -u''': au, eu (raro), iu (raro)
 
===La Dieresi===
Quando la '''e''' si trova a fine parola, o è combinata con '''a''' o '''o''' ('''ea, eo'''), viene spesso scritta '''ë'''; per indicare a coloro che parlano inglese che non si tratta di una vocale muta (il suono però non cambia).
 
Nella tabella qui sotto vengono presi ad esempio alcuni vocaboli con la loro provenienza e la loro forma nella maggior parte delle lingue create da Tolkien.
{| class="wikitable"
|-
! [[Lingua italiana|Italiano]] !! Quenya !! [[Sindarin]] !! [[Telerin comune|Telerin]] !! [[Doriathrin]] e [[Linguaggi di Arda#L'ilkorin|ilkorin]] !! [[Elfico primitivo]]!! Radice primitiva !! [[Adûnaic]] e lingue umaniche !! [[Khuzdul]] (e neo-khuzdul)!! [[Linguaggio nero]] (e neo-linguaggio nero)!! [[Valarin]]
! rowspan=2|
|-
! colspan=2| [[Vocale anteriore|Anteriori]]
| albero<ref>La prima da una radice originaria ''GAL-'' “crescere” (con uso intr.) poi passata a ''GAL(AD)-'' “albero (dal grosso tronco, sp. Faggio)”, il telerin ''galla'' viene da un originale quenya ''galda'' a sua volta da un primevo ''galadâ'' da cui anche il sindarin ''galadh'' ed il doriathrin ''gald'' ({{cita|''Racconti incompiuti''|p. 266}}; {{cita|''Sauron Defeated''|p. 302}}; {{cita|''La realtà in trasparenza''|lettera 347 "A Richard Jeffery", nelle note}}), la seconda da una radice originaria ''OR-/RO-'' “andare alto, salire” (cfr. quenya ''ortani'' “che spicca verso l'alto, alzato”) poi passata ad ''ORN-'' “albero (dal tronco fino, sp. Betulla)”, cfr. quenya ''ornë'', sindarin ''orn'' e doriathrin ''orn'', tutti da un primevo ''ornê'' ({{cita|''Racconti incompiuti''|p. 266}}; {{cita|''La realtà in trasparenza''|lettera 347 "A Richard Jeffery", nelle note}})</ref> || alda, ornë || galadh, orn<ref>In sindarin ''orn'' è utilizzato quasi esclusivamente in composti ({{cita|''The Lost Road''|p. 379}})</ref> || galla || orn,<ref>In doriathrin la radice assume un significato atipico, conservando sia quello originale di "alto albero" sia assimilando quella tipica della radice contrapposta ''GAL(AD)-'' "faggio", soppiantandone così le differenze ({{cita|''The Lost Road''|p. 379}})</ref> gald || ornê, galadâ || ''ORN-'', ''(O)RÔ(N)-'', ''GAL(AD)-'' || ? || zurm || ? || ?
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| andare<ref>Per "andare" si contano molte radici, di cui solo poche sopravvissute nei linguaggi attestati, la radice ''MEN-'' "andare" (cfr. ''meinâ'' "desideroso di andare"; {{cita|''Racconti incompiuti''|indice dei nomi, p. 586}} dove si legge ''Men-i-Naugrim'' "via dei nani", "passo dei nani" dalla stessa radice) e la radice ''(E)LED-'' (da cui il Sindarin ''(en)glenna-'' attraverso ''en-led-na'' con l'aggiunta di una -g- epentetica) collegata alla più frequente radice ''DELE-'' "andare", da cui proviene il quenya ''lelya-'' attraverso il più antico ''del-ja-'' (''delya-'') ritrovabile inalterato nel telerin ''delia-'' ({{cita|''The War of the Jewels''|p. 360}})</ref> || lelya- || (en)glenna-, bad-<ref>Voce, in questo senso, propria del sindarin, da una radice ''BAT-'' "pestare" da cui il primevo ''batâ/bata'' "pista battuta", in questo senso a quindi il significato di "camminare, andare per un sentiero" poi generalizzatosi in sindarin dove si ritrova anche in altri verbi quali ''govad'' "incontrare", da ''go-bad'' e ''trevad'' "attraversare", da ''tre-bad'' ({{cita|''The Lost Road''|p. 351}})</ref> || delia- || ? || led-, del(e)-|| ''(E)LED-'', ''DELE-'' || ? || ganag || ukh- || ?
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!<small>brevi</small>
| anello<ref>Da una radice ''KOR-'' "rotondo" con l'aggiunta di un suffisso ''-MÂ'' che denota "utensili", quindi il primevo kormâ "oggetto rotondo" poi "anello" (Ricostruita da Helge Fauskanger, {{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/primelv.htm#Heading10|titolo=Elfico Primordiale - ''dove tutto ebbe inizio'' - DERIVAZIONI IN ELFICO PRIMORDIALE|autore=Helge Fauskanger|accesso=14 marzo 2012}})</ref> || corma || corf || ? || ? || kormâ || ''COR-MÂ'' || ? || ? || nazg<ref>''Nazgûl'' (in quenya ''Úlairi'') da ''nazg'' "anello" e ''gûl'' "spettro, spirito" (connesso al quenya ''úl'' "spettro, fantasma"), {{Cita|''Il Signore degli Anelli''|Appendice F, p. 1351}}</ref>|| (a)naškad<ref>Isolato da ''mâchananaškad'', "Anella del Fato"; cfr. linguaggio nero: ''nazg'' ({{cita|''The War of the Jewels''|p. 401}})</ref>
!<small>lunghe</small>
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!<small>brevi</small>
| cavallo<ref>Da una radice ''ROK-'' per la quale Tolkien fece varie ipotesi in seguito tutte rigettate. Da questa radice il quenya ''rocco'' (telerin ''rocca''), il sindarin ''roch'', l'ilkorin ''(o)roc'' tutte da un primevo ''roko'' molto spesso rafforzato in ''rokko/rokkô''({{cita|''La realtà in trasparenza''|lettera 144 "A Naomi Mitchison" e lettera 211 "A Rhona Beare"}})</ref> || rocco || roch || rocca || (o)roc || roko/rokko/rokkô || ''ROC-'' || karab<ref>In Rohirric però ''loho/lô'', anche in ''Lohtûr'' (reso ne ''Il Signore degli Anelli'' con l'[[Lingua anglosassone|anglo-sassone]] ''Éothéod'' "popolo dei cavalli"), in ''Lôgrad'' (ne ''Il Signore degli Anelli'' reso con ''Éo-marc'' "la Marca dei cavalli") e in Rochann (ne ''Il Signore degli Anelli'' semplificato in "Rohan"). Legata indiscutibilmente all'elfico ''rokkô'' tramite il sindarin ''roch'' (The Peoples of Middle-Hearth, p. 53, {{cita|''La realtà in trasparenza''|lettera 144 "A Naomi Mitchison"}})</ref> || kharub || rûk<ref>Dall'elfico ''ROK-''</ref> || næchærra, nahar
!<small>lunghe</small>
!<small>brevi</small>
!<small>lunghe</small>
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![[Vocale chiusa|Alte]]
| {{IPA|ɪ}} || {{IPA|ɪː}}
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| {{IPA|u}} || {{IPA|uː}}
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![[Vocale media|Medie]]
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| {{IPA|ɔ}} || {{IPA|oː}}
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![[Vocale aperta|Basse]]
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| {{IPA|a}} || {{IPA|aː}}
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=== L'Accento ===
L'accento in Quenya è [[Accento (linguistica)|musicale]]: la sillaba tonica può avere un ''accento maggiore'' (trascritto {{IPA|[ˈ]}}), ed è quindi pronunciata su un registro più acuto delle altre sillabe, o un ''accento minore'' (trascritto {{IPA|[ˌ]}}), e allora è pronunciata su un registro più grave.<ref>Il Signore degli Anelli, appendice E, pag. 1331-1332, Rusconi, Milano, 1984</ref>
 
Si ha '''accento maggiore''' nei seguenti casi:
**nei monosillabi
**nei bisillabi sulla penultima sillaba (esempio: '''parma''' {{IPA|[ˈpɑrma]}} ''"libro"'')
**nei trisillabi
*sulla penultima se lunga (esempio: '''andunë''' {{IPA|[ɑnˈduːnɛ]}} ''"occidente"'')
**sulla terzultima se la penultima è breve (esempio: '''eleni''' {{IPA|[ˈɛlɛˌni]}} ''"stelle"'')
** sempre sulla terzultima lunga (esempio: '''súrinen''' {{IPA|[ˈsurɪˌnɛn]}} ''"al vento nel vento"'')
 
L''''accento minore''' precede spesso l'accento maggiore quando questo non cada sulla prima sillaba (esempio: '''tintallë ''' {{IPA|[ˌtɪnˈtɑllɛ]}} ''"colei che accese le stelle"'').
Spesso, nelle parole di più di due sillabe, con le ultime due brevi, la sillaba finale può ricevere un '''accento d'intensità secondario''' (trascritto come l'accento minore, {{IPA|[ˌ]}}; esempio: '''miruvóreva''' {{IPA|[ˌmɪruˈvoːrɛˌvɑ]}} ''"idromele"'', '''lumbule''' {{IPA|[ˈlumbuˌlɛ]}} ''"ombra buia"'').
 
=== La lunghezza delle sillabe ===
Una sillaba è considerata lunga quando contiene: '''una vocale lunga''', '''un dittongo''', '''una vocale breve seguita da un gruppo consonantico'''
 
== Grammatica ==
=== L'Articolo ===
L'[[articolo (grammatica)|articolo]] determinativo Quenya è '''''i''''' (sia singolare che plurale). Non esiste l'equivalente di ''un'', ''una''; l'assenza di articolo indica usualmente che il sostantivo è indefinito.<ref>Grammatica descrittiva Quenya, 4- L'articolo, Luca Timponelli, 2006</ref>
 
*'''i hyando''' "la spada"
*'''i hyandor''' "le spade"
*'''hyando''' "una spada"
*'''hyandor''' "delle spade"
 
L’articolo non si usa nei seguenti casi:
*Nomi con una enclitica pronominale:
hyando'''nya''' “la mia spada”
*Nomi al partitivo plurale:
hiando'''r''' “delle spade”
*Nomi accompagnati da un pronome dimostrativo:
hyando '''sina''' “questa spada”
*Nomi propri
Anar “il Sole”
*Nomi di popoli
Eldar “gli Elfi”
(si può usare “i Eldar” per indicare un determinato gruppo di Elfi, ma non per gli Elfi nel
loro insieme)
*Nomi accompagnati da genitivi o possessivi
 
=== I nomi ===
I [[Sostantivo|sostantivi]] Quenya si declinano in dieci [[Caso (linguistica)|casi]] e in quattro numeri (singolare, plurale, duale e partitivo plurale)<ref>^ Grammatica descrittiva Quenya, 5- I sostantivi, Luca Timponelli, 2006</ref>
 
==== Il plurale ====
Il plurale si forma in due modi: nei nomi terminanti in: '''-a''', '''-i''', '''-o''', '''-u''' e '''-ië''' formano il plurale in '''-r'''<ref>^ Grammatica descrittiva Quenya, 5- I sostantivi a- Il plurale, Luca Timponelli, 2006</ref>
 
*'''alda''' → alda'''r''' (albero)
*'''tári''' → tári'''r''' (regina)
*'''ondo''' → ondo'''r''' (pietra)
*'''heru''' → heru'''r''' (signore)
[[File:Quenya.svg|thumb|right|Quenya scritto in [[Tengwar]]|200 px]]
*'''tië''' → tie'''r''' (via, strada)
 
Nei nomi terminanti in '''consonante''' in '''-i'''
 
*'''aran''' → aran'''i''' (re)
*'''macil''' → macil'''i''' (spada)
 
Le seguenti parole sono irregolari:
Parole in -ë:
 
*'''mallë''' → malle'''r''' (strada, cammino)
*'''rotsë''' → rotse'''r''' (condotto)
*'''tyávë''' → tyáve'''r''' (gusto, sapore)
*'''tyellë''' → tyelle'''r''' (grado, pendenza, inclinazione)
 
Parole in -a
 
*'''hína''' → hín'''i''' (figlio)
*'''ónona''' → ónon'''i''' (gemello)
 
==== Il duale ====
In Quenya il duale serve per indicare una coppia di oggetti.
 
Il duale termina in '''-u''' se il sostantivo termina in dentale (t e d), se indicano parti del corpo o se terminano in '''-i''' o in '''-ë'''.<ref>^ Grammatica descrittiva Quenya, 5- I sostantivi b- Il duale, Luca Timponelli, 2006</ref>
 
*'''sarat''' "segno" → sarat'''u''' "i due segni, un paio di segni"
*'''pé''' "labbro" → pe'''u''' "le [due] labbra" (di una stessa persona)
*'''alda''' "albero" → ald'''u''' "i due alberi, una coppia di alberi"
 
Se preceduto dall’articolo si rende con entrambi:
 
*'''i peu''' "entrambe le labbra"
*'''i aldu''' "entrambi gli alberi"
 
Il duale termina in '''t''' o in '''-et''' (se finiscono in consonante) se si tratta di sostantivi determinati o finenti in '''-u''' o in '''–ië''' e nei sostantivi in '''-ë''' aventi il plurale in -r
 
*'''tië''' "via" → tie'''t''' "le due vie, un paio di vie"
 
La parola '''veru''' "gli sposi" è sempre duale
 
==== Il partitivo plurale ====
Il partitivo plurale indica una parte di un insieme.
 
*'''I ciryar nar fánë''' "le navi sono bianche"
*'''i ciryali nar fánë''' "alcune navi sono bianche"
 
Il partitivo si forma generalmente aggiungende '''-li'''<ref>^ Grammatica descrittiva Quenya, 5- I sostantivi c- Il partitivo plurale, Luca Timponelli, 2006</ref>
 
*'''lassë''' "foglia" → lasse'''li'''
*'''macil''' "spada" → macil'''li'''
 
I sostantivi terminanti in '''-r''', '''-n''' o '''-s''' mutano l'ultima in '''-l-'''
 
*'''atar''' "padre" → ata''l'''''li'''
*'''elen''' "stella" → ele''l'''''li'''
*'''cos''' "lite" → co''l'''''li'''
 
I sostantivi terminanti in '''-t''' aggiungono prima della desinenza una '''-e-'''
 
*'''sarat''' "segno" → sarat''e'''''li'''
 
==== I casi ====
*Il '''[[Nominativo]]''' singolare è la forma base del sostantivo. Non utilizza desinenze e funge da soggetto per i verbi. Il plurale si forma aggiungendo una '''-r''',se termina per consonante si aggiunge '''-i'''.<ref> Grammatica descrittiva Quenya, 5- I sostantivi d- I casi 1- Il nominativo, Luca Timponelli, 2006</ref>
*L''''[[Accusativo]]''' si forma allungando la vocale finale del sostantivo ('''''cirya''''' nom. ⇒ '''''ciryá''''' acc.), l'uso dell'[[Accusativo]] non è però attestato nell'elfico della Terza Era. Per formare il plurale si aggiunge '''-i''' (anche se termina per vocale).<ref> Grammatica descrittiva Quenya, 5- I sostantivi d- I casi 5- L'accusativo, Luca Timponelli, 2006</ref>
*Il '''[[Genitivo]]''' si forma con la desinenza '''-o'''; se il nome termina in -a quest'ultima cade, es.: '''''parma''''' ⇒ '''''parmo'''''; se il nome termina in -o è invisibile. Con le desinenze '''-ron''' e '''-ion''' si indica il plurale:la prima se termina per vocale e la seconda se per consonante.<ref> Grammatica descrittiva Quenya, 5- I sostantivi d- I casi 2- Il genitivo, Luca Timponelli, 2006</ref>
*Il '''[[Possessivo (caso)|Possessivo]]''' si forma con la desinenza '''-va'''; '''-wa''' se il sostantivo termina con una consonante. La desinenza plurale è '''-iva'''. La sua funzione corrisponde grossomodo alla desinenza '' 's'' del genitivo sassone inglese.<ref> Grammatica descrittiva Quenya, 5- I sostantivi d- I casi 3- Il possessivo, Luca Timponelli, 2006</ref>
*Il '''[[Dativo]]''' si forma con la desinenza '''-n''', traducibile in italiano con la preposizione ''per'' o ''a''.<ref> Grammatica descrittiva Quenya, 5- I sostantivi d- I casi 4- Il dativo, Luca Timponelli, 2006</ref>
*Il '''[[Locativo]]''' si forma con la desinenza '''-ssë''', traducibile in italiano con la preposizione ''su'' o ''in''.<ref> Grammatica descrittiva Quenya, 5- I sostantivi d- I casi 8- Il locativo, Luca Timponelli, 2006</ref>
*L''''[[Ablativo]]''' si forma con la desinenza '''-llo''', traducibile in italiano con la preposizione ''da'' o ''fuori di''.<ref> Grammatica descrittiva Quenya, 5- I sostantivi d- I casi 6- L'ablativo, Luca Timponelli, 2006</ref>
*L''''[[Allativo]]''' si forma con la desinenza '''-nna''', traducibile in italiano con la preposizione ''a'', ''nel'' o ''sopra''. La desinenza plurale è '''-nnar'''.<ref> Grammatica descrittiva Quenya, 5- I sostantivi d- I casi 7- L'allativo, Luca Timponelli, 2006</ref>
*Lo '''[[Strumentale]]''' si forma con la desinenza '''-nen''' e contrassegna lo strumento col quale qualcosa è fatto, o la ragione del perché qualcosa avviene. La desinenza plurale è '''-inen'''.<ref> Grammatica descrittiva Quenya, 5- I sostantivi d- I casi 9- Lo strumentale, Luca Timponelli, 2006</ref>
*Il '''[[Caso (linguistica)|Relativo]]''' o '''Rispettivo''' si forma con la desinenza '''-s''', la funzione di questo caso rimane tutt'oggi oscura, ma la teoria più accreditata è quella che venga usato come una sorta di locativo, deducibile da alcuni, pochi, esempi che ci sono pervenuti e da come alcuni studiosi hanno continuato ad usarli in tal modo (es.: ''i coa i taures/i coa i tauressë'' = la casa nella foresta).<ref> Grammatica descrittiva Quenya, 5- I sostantivi d- I casi 10- Il rispettivo, Luca Timponelli, 2006</ref>
 
===== Esempi di declinazione =====
'''Tema in -a:'''
 
Sostantivo '''ampa''' "uncino"
{| class="wikitable"
|-
| dire<ref>Da una primeva radice ''KWE-'' (su cui Tolkien specula in {{cita|''The War of the Jewels''|p. 392}}) si è poi evoluta la radice ''KWET-'' (cfr. il primevo ''kwetta'' "parola") da cui il quenya ''kwet-'' (in Telerin ''pet-'') e il Sindarin ''ped-'' (tutti da un primevo ''kwe(t)-''; {{cita|''The Lost Road''|p. 366}}). Il Doriathrin conserva una forma ''cwindor'' "narratore" (cfr. il primevo ''kwentrô'' da un antico'' kwet-ro'', dove il suffisso ''-ro'' ha valore di agentivo) altrimenti scritto ''pindor'' ({{cita|''The War of the Jewels''|p. 375, 407 nota 5}}) da cui si può ricavare ''cwid-/pid-'' ({{cita|''The Lost Road''|p. 366}})</ref> || quet- || ped- || pet- || *cwid-/pid- || kwe(t)- || ''KWE(T)-''(→''PET'') || bêth<ref>Cfr. ovestron ''bat-'' da cui ''batta'' "parlatore" ({{cita|''The Peoples of Middle-earth''|p. 52}}); cfr. il sindarin ''ped'', telerin ''pet'', da una radice ''BITH-'' derivata dalla radice Elfica ''KWET-'' attraverso ''PET-'' ({{cita|''Sauron Defeated''|pp. 416-427}})</ref> || aglâb<ref>Lett.: ''favella, linguaggio'', radice GL a indicare "linguaggio, parola" ({{cita|''The War of the Jewels''|p. 395}})</ref> || ghashn-, pukhl- || ?
! Casi !! SIngolare !! Plurale !! Duale !! Part. plurale
|-
| donna<ref>Da una radice ''NIS-/NDIS-'' (forse da una precedente radice ''NÎ-/INI-'', cfr. quenya ''inya'') "donna" corrispettivo femminile di ''NER-/NÊR-/NDER-'' ({{cita|''The Lost Road''|p. 375}}). Un'altra radice è ''BES-'' "giovane donna" (cfr. ''BER-'' "uomo valente, giovane") da cui il sindarin ''bess-'' (anche se in elfico primitivo si ritrova una forma ''dess'' "giovane donna" ed una forma ''dî(s)'' "sposa", forse sul modello di ''DÊR-'' "uomo", da questa voce deriva il telerin ''din''),</ref> || nis, inya || bess || din || -il,<ref>Prefisso ritrovabile in ''Turingwethil'' (Da una radice ''THUR-'' da cui ''turin'' o ''thurina'' variante dell'Ilkorin ''thúren'' o ''thûrinâ*'' circondato, protetto, segreto" e ''WATH-'' "ombra" più il suffisso femminile -il) "donna d'ombra segreta" ({{cita|''The Lost Road''|pp. 393, 397}})</ref> ganu<ref>Da una radice ''3AN-'' "femmina" da cui poi un presunto aggettivo *''3anwâ'' (di cui -wâ è una desinenza aggettivale) poi divenuto *''ganw'' e quindi ''ganu''. L'affinità col quenya ''hanu'' col significato opposto è dovuta alla condivisione della stessa radice ''3AN-'' a cui poi però il quenya ha aggiunto la desinenza maschile -û generando quindi *''3anû'' che in Doriathrin sarebbe diventato probabilmente *''gan'' ({{cita|''The Lost Road''|p. 360}})</ref> || ndis, dîs, nis || ''N(D)IS-'', ''3AN-'' || kali, anî || zhin, zhinûn<ref>Da ''zhin'' propriamente "femmina" ed ''ûn'' "uomo" quindi "uomo-femmina"</ref> || sharlob<ref>Da ''shar(a)'' "uomo" e il suffisso femminile ''-lob''</ref>, gru (nei dialetti del sud) || ?
| Nominativo || ampa || ampar || ampat || ampali
|-
| elfo<ref>Dalle radici ''ELD-/ELED-'' ed ''ELEN-'' "elfo" derivate da ''ÊL-/ELEN-'' "stella" quindi con il significato di "venuti dalle stelle"; quinda dal primevo ''eldâ'' (e der. ''elenâ'', ''eledâ'') il quenya ''elda'', il sindarin ''eledh/edhel'', il telerin ''ello'' (da ''eldo''), il doriathrin ''eld''; cfr. anche ''ELED-'' "popolo delle stelle" ed eledandore "terra degli elfi" ({{cita|''The War of the Jewels''|p. 360}}; {{cita|''La realtà in trasparenza''|lettera 281}}); il primevo ''kwende'', da cui il quenya ''quende'' (cfr. ''quen(d)ya'' "lett. "favella", cfr. ''quene'' "persona", ''quendo'' "narratore", ''quenta'' "storia", ''quetta'' "parola", ''quet-'' "dire"; in telerin si trova la forma dialettale ''pende''), deriva dalla radice ''KWE-'' poi ampliata in ''KWEN-'' (cfr. ''KWET-'') con il significato di "parola, parlare, dire", che sta quindi a significare fin dalla primeva forma ''kwende'' "coloro che parlano con voci" e quindi per antonomasia "gli elfi" ({{Cita|''Il Silmarillion''|Indice dei nomi, p. 417}}; {{cita|''The War of the Jewels''|p. 360, 392 per la radice ''KWE-''}})</ref> || elda, quende || edhel, eledh || ello, pende || eld || kwende, eldâ (e der. elenâ, eledâ) || ''ELD-/ELED-/ELEN-'' derivate da ''EL'' "stella", ''QWEN-'' || nimir<ref>Letteralmente "il bellissimo" soprattutto al pl. Nimîr "i bellissimi" con cui usavano designare gli elfi ({{cita|''Racconti incompiuti''|p. 436}}; {{cita|''The War of the Jewels''|p. 386}})</ref> || khatuzh || golug<ref name="ReferenceA">estratto da ''golugranu'' "ai re degli elfi"</ref> || ?
| Genitivo || ampo || amparon || ampato || ampalion
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| farfalla<ref>Il vocabolo *''wilwarindê'' deriva dalla radice ''WIL-'' "volare" attraverso il primevo ''wilwâ(r)'' (in quenya ''wilwa/vilva'', in telerin ''vilve'') "aria (sottostante le nuvole)" più la desinenza femminile ''-indê'', quindi il significato potrebbe essere all'incirca "che vola sotto le nuvole", il sindarin attraverso ''gwilw'' (pl. di gwelw "aria sottostante le nuvole") e la desinenza ''-eth'' semanticamente corrispondente al quenya ''-in(d)''</ref> || vilvarin (agg. in vilwarind-), wilwarin (agg. in wilwarind-) || gwilwileth || vilverin || gwilwering<ref>da ''gwilwerind-'' (cfr. gwelo "aria sottostante le nuvole") per assimilazione ''gwilgwering''</ref> || *wilwarindê || ''WIL-'' "volare" || ? || ? || ? || ?
| Possessivo ||ampava || ampaiva || ampatwa || ampalíva
|-
| fuoco<ref>Da una radice ''NAR-'' "fuoco", da cui anche il nome ''Anar'' "sole" (sindarin ''anor''). Da questa il quenya ''nár(e)'' (in telerin si conserva la forma breve ''nar'') ed il sindarin ''naur'' (''nor'' nei composti), {{Cita|''Il Silmarillion''|Indice dei nomi, p. 437}}</ref> || nàr, nàre || naur || nar || nar<ref>Ilkorin, estratto da narwâ "rosso fiammante" ({{cita|''The Lost Road''|p. 374}})</ref> || nár, (a)nar || ''NAR-'' || ? || urs, urus || ghâsh || rušur, uruš
| Dativo || ampan || ampain || ampant || ampalin
|-
| melodia, canto<ref>Qui le informazioni sono contraddittorie, Tolkien in {{cita|''The War of the Jewels''|p. 382}} dà una radice ''GLIN-''→''LIN-'' con valore onomatopeico di "voci armoniose", menzionando anche una forma rinforzata ''(G)LIND-'', tuttavia in {{cita|''The Lost Road''|p. 369}} dà una radice semplice ''LIND-'' senza menzionare né una possibile caduta della gutturale iniziale né in rinforzamento da una radice ''LIN'' talora scritta ''LIN²-'', l'ultimo riferimento si ha in {{cita|''The Lost Road''|p. 386}} dove dà una radice "imprevista" ''SLIN-'', comunque sia dal primevo ''lindâ'' "dal dolce suono" derivano tutte le altre forme elfiche senza alcuna eccezione.</ref> || lindë, linda || lind || lindai || lind<ref>Estratto da ''Lindon'' o ''Lhinnon'' "Terra musicale" ove ''lind'' ha valore di "armonioso" ({{cita|''The Lost Road''|p. 369}})</ref> || lindâ<ref>Lett. "dolcisonante" ({{cita|''The Lost Road''|p. 386}})</ref> || ''(G)LIN(D)-'', ''(S)LIN(D)-'' || ? || kumath || ? || ?
| Accusativo || ampà || ampai || ampat || ampalí
|-
| nero<ref>Da una radice ''MOR-'' "nero, buio, oscuro" da cui il primevo ''mori'' "nero" (agg. ''mornâ'' "oscuro) ({{cita|''The War of the Jewels''|p. 362}}; {{cita|''La realtà in trasparenza''|lettera 297}})</ref> || mor, morë || myr || mori || ungor, dunn || mor(i), dunnâ || ''MOR''-, DUN(N)- || dulgî, dâur || dush, narg/narag, aznân/azanân|| mor, bag, burz(um) || ?
| Ablativo || ampallo || ampallon(r) || ampalto || ampalillon(r)
|-
| pugno<ref>Da una radice ''KWAR-'' da cui il primevo ''kwâra''"pugno" corrispondente (secondo la fonotassi) in tutte le lingue elfiche riportate ({{cita|''The Peoples of Middle-earth''|p. 318}})</ref> || quár || paur || pár || ? || kwâra || ''KWAR-'' || ? || mazr || ? || ?
| Allativo || ampanna || ampannar || ampanta || ampalinnar
|-
| re, signore, nobile<ref>Da una radice ''(T)ARA-'' "nobile" (anticamente ''TÂ-/TA3-''; connessa ad ''ATAR-'' "padre") e ''TUR-'' "potente" da cui il primevo ''(t)ara/târa'' e ''tôr'' poi passato in quenya con ''aran/arata'' (in telerin si ritrova anche la forma ''aráta/o''), in sindarin con ''aran'' e in ilkorin con ''tôr/târa''. Spesso questa radice viene affiancata alla radice ''PEN-'' "persona" così da formare i composti sindarin ''arphen'' e telerin ''arpen''. Particolari sono le forme ilkorin ''(t)aig'' e quenya ''turcil'' (The Peoples of Middle-Hearth, p. 363)</ref> || aran, arata, turcil || aran, arphen || aran, arpen, aráta, aráto || tôr, tára, (t)aig || târo, kalrô || ''(T)ARA-'' (Nobile)|| ?<ref>In Rohirric si trova ''tûrac'', correlata alla radice Elfica ''TUR-'' indicante "potenza" o "dominio" ({{cita|''The Lost Road''|p. 395}})</ref> || melhekh, bund,<ref>Lett. "capo, testa, cima" ({{cita|''The Treason of Isengard''|p. 174}})</ref> uz, zabad/zubd, uzbad,<ref>Lett. uzbad sarebbe il superlativo di zabad e avrebbe quindi valore di "signore maggiore, primo signore, re maggiore" (ing. ''greater lord''). Il testo in rune sulla tomba di [[Lista di Nani di Arda#Balin|Balin]] a [[Moria (Terra di Mezzo)|Moria]] recita: ''Balin Fundinul UzbadKhazadDûmu'' "Balin, Figlio di Fundin Signore di Moria"{{Cita|''Il Signore degli Anelli''|''La Compagnia dell'Anello'', Libro II, capitolo IV, p. 399}}</ref> || ran,<ref name="ReferenceA"/> goth, durbag<ref>Estratto da ''kuzddurbagu'' "ai signori dei nani" e da ''burzdurbagu'' "al signore oscuro". Da ''durb-'' "domare", estratto da ''durbatulûk'' "per domarli tutti", {{Cita|''Il Signore degli Anelli''|''La Compagnia dell'Anello'', Libro II, "Il consiglio di Erlond" pp. 321-322}}</ref> || ?
| Locoativo || ampassë || ampassen || ampatsë || ampalissen(n)
|-
| popolo, folla || lië, sanga || gwaith || lie || ? || rimbê, stangâ || ''LI(Ê)-'', ''STAG-'' || nos<ref>Cfr.: sindarin ''nos'' e quenya ''nossë'' "famiglia, parentela" ({{cita|''The Peoples of Middle-earth''|p. 320}})</ref> || ?<ref>In ovestron si ritrova ''lâi''; ffr. quenya "lië" e telerin "lie" ({{cita|''Sauron Defeated''|p. 435}}), probabilmente da ''lai'' in un dialetto Avarin ({{cita|''The War of the Jewels''|p. 410}})</ref> || hai,<ref>Probabilmente da ''lai'' con liquida aspirata.</ref> brun || ?
| Strumentale || ampanen || ampainen || ampanten || ampalínen
|-
| uomo,<ref>Da varie radici: ''NER-/NDER-'' o ''DER/NDER-'' entrambe per "uomo" che generano in elfico primitivo ''nere, nêr, ndêro, ndere, dêr'' rimasti nel quenya ''ner'', nel sindarin ''dîr'' e nel doriathrin *''nir'' ({{cita|''The Lost Road''|p. 375}}; {{cita|''The War of the Jewels''|p. 393}}). Un'altra radice è ''WEG'' "valente" che genera il primevo ''wegô'' ritrovabile nel quenya ''weo''. La radice però più frequente è ''ATA'' "uomo" che dà il primevo ''ata'' da cui il quenya ''atan'', sindarin ''adan'' ({{cita|''The War of the Jewels''|p. 416}})</ref> sposo<ref>La radice per "sposo, marito" è solitamente ''BES-'' affine a ''BER-'' "valente, virile" (spesso confusa in sindarin con ''DER-'') che dà il primevo ''bernô/besnô'' (lett. "colui che sposa") da cui il quenya ''verno'' "marito", il sindarin ''benn'' "marito, sposo" e l'ilkorin ''benn'' "marito" e ''ber'' "uomo valente" ({{cita|''The Lost Road''|p. 352}})</ref> || atan, ner, engwa,<ref>Da Engwar, lett. "malaticcio, in punto di morte" (traduce l'inglese ''The Sickly''), nome spregiativo dato dagli elfi agli uomini, {{Cita|''Il Silmarillion''|pp. 128, 299; Indice dei nomi, p. 393}}</ref> firë,<ref>Con i derivati fírima, fírya dalla radice ''FÎR-'''ha il significato letterale di "mortale", {{Cita|''Il Silmarillion''|p. 128; Indice dei nomi, p. 396}}</ref> hil, weo || adan, fair,<ref>Dalla stessa radice ''FÎR-'' del quenya ''firë'' (e der. fírima, fírya) "mortale"</ref> benn, dîr || ? || *nir,<ref>isolato da ''dagnir'' "uccisore" da una radice ''NDAK-'' "uccidere" e ''(N)DER-'' "uomo"; da ''NDER-'' poi si passa a ''NIR-'' con la caduta della -d- epentetica ({{cita|''The Lost Road''|p. 375}})</ref> benn, ber || dêr<ref>con i der. ndêro, ndere, nere, nêr da una radice ''(N)DER-'' "uomo" ({{cita|''The War of the Jewels''|p. 393}})</ref>, wegô, khil<ref>Isolato da ''târa-khil'' "alto-uomo, numenorano", da una radice ''TÂWAR-/TUR-'' "alto" e ''KHIL(I)-'' "seguire", nel senso di "che vennere subito dopo", essendo gli uomini i secondi figli di [[Ilúvatar]] ({{cita|''The War of the Jewels''|p. 387}})</ref>, berô, besnô || ''ATA-'', ''(N)DER-'', ''WEG-'' "valente, virile", ''BES-'' "sposo"<ref>Elf. primordiale ''bestâ'' "matrimonio", bessê "moglie, sposa", besnô (o bernô/berô) "marito, sposo", besû "marito e moglie, coppia sposata" ({{cita|''The Lost Road''|p. 352}})</ref> || narû<ref>Dalla radice elfica ''NERE-'' ({{cita|''Sauron Defeated''|p. 393}}), secondo altre etimologie la forma originale è ''(N)DER-'' (che però così com'è non spiega questa forma) da cui la forma quenya ''NÊR-'' ({{cita|''The Lost Road''|pp. 354, 375-376}})</ref> || 'akh/'akhûn, -ûn, || shar(a)<ref>''sharkû'' "uomo anziano", da ''shar(a)'' "uomo" e ''kû'' "vecchio" {{Cita|''Il Signore degli Anelli''|Appendice F, p. 1351}}</ref> || ?
[[File:Silmarrillion, Just under the Cover.jpg|thumb|right|[[Il Silmarillion]], di J.R.R Tolkien, è un libro che raccoglie buona parte del legendarium tolkieniano, e contiene quindi molti riferimenti al Quenya e alle altre lingue inventate da Tolkien|350 px]]
|}
 
===== TemaDesignazioni indel -llinguaggio =====
[[File:Quenya written in J. R. R. Tolkien's tengwar script.svg|thumb|La parola "quenya" scritta in [[tengwar]]. Il primo ''tengwa'' è un ''quessë'', che va pronunciato {{IPA|[kw]}}, il ''tehtar'' posto sopra di esso è un ''andaith'' e rappresenta la vocale {{IPA|[ɛ]}}; il secondo ''tengwa'' è invece un ''númen'', che si pronuncia {{IPA|[n]}}, il ''tehtar'' posto sotto di esso rappresenta il suono {{IPA|[j]}} mentre "i tre punti" posizionati sopra rappresentano la vocale {{IPA|[a]}}.]]
 
La parola ''quenya'' (Inizialmente ''qenya'') o altrimenti ''quendya'' (nel dialetto vanyarin) è un aggettivo formato dalla radice ''KWEN-'' da cui ad esempio anche ''Quendi'' ovvero "Elfi". Il significato è quindi affine: "elfico, quendico". Tuttavia lo stesso termine è anche associato alla radice ''KWET-'' "parlare". Infatti entrambe le radici provengono dalla radice ''KWE-'' da cui ''KWEN-'' e ''KWET'' erano derivate. Secondo Tolkien i più dotti tra gli Elfi ritenevano che ''Quendi'' significasse "coloro che parlano con voci" e secondo [[Pengolodh]] ''quenya'' significa propriamente "linguaggio, idioma". Comunque entrambe queste ipotesi "interne" al [[Legendarium|legendarium tolkieniano]] sono facilmente spiegabili col fatto che nessun'altra lingua elfica utilizzi l'aggettivo ''"quen(d)ya"'' per designare una qualunque "lingua elfica". Infatti almeno in teoria il nome completo della lingua sarebbe ''quen(d)ya lambë'', ovvero "Lingua elfica". Tuttavia successivamente il vocabolo ''quenya'' venne usato esclusivamente come nome proprio e non più come l'aggettivo derivato da ''Quendi'' (elfi). Tuttavia i Noldor non scordarono mai l'etimologia della parola, continuando a vedere la favella elfica come la più nobile tra le lingue e l'unica recante nel suo stesso nome anche il nome della loro razza.
Sostantivo '''macil''' "spada"
 
Nel corso della storia interna contenuta nel ''legendarium'' tolkieniano, la lingua ebbe molti altri nomi: ''parmalambë'' o ''parmaquesta'' ("lingua letteraria", intesa più che altro nella sua accezione scritta), ''tarquesta'' ("alto idioma", intesa invece come lingua parlata) o ''noldorin'' ("l'alta lingua dei Noldor") o ancora "alta lingua dell'Occidente", "alto elfico", "lingua dei Noldor" (Noldorin), "lingua di Valinor" o "valinoreano" ("il linguaggio degli Elfi di Valinor" essendo la lingua originaria di [[Valinor]]), "eressëano" o "avalloniano" (poiché molti tra i Noldor dimoravano a ''[[Tol Eressëa]]'' di ''[[Avallónë]]'').<ref>{{Cita|''Il Silmarillion''|''Indice dei nomi'', p. 417}}.</ref> Per antonomasia la lingua era chiamata anche ''eldarin'' ("favella degli Eldar") o "alto eldarin".<ref name="Sim p45" /> Per i Teleri la lingua era ''goldórin'' o ''goldolambë'', associando il termine con i ''Noldor'' (la traduzione letteraria dovrebbe essere "noldoico" e "noldo-lingua"). L'elfo [[Gildor]] si riferisce al quenya come "l'antica lingua".<ref name="sda119 "/> La favella fu ancora denominata "alta lingua dell'Occidente" o "(alto) eldarin" o ancora "alto elfico antico". Dai Númenoreani venne chiamata ''nimriyê'' ("lingua nimriana", dal termine dúnedain ''nimîr'' con il quale venivano designati gli elfi).<ref>''nimîr'' significa in senso letterale "i bellissimi". ({{cita|''The War of the Jewels''|p. 486}}; {{cita|''Sauron Defeated''|p. 436}})</ref><ref>{{cita web|url=http://www.ardalambion.immaginario.net/ardalambion/adunaic.htm|titolo=Adûnaico - il vernacolo di Númenor - VOCABOLARIO ADÛNAICO|autore=Helge Fauskanger|accesso=24 novembre 2012}}</ref> Ne ''[[Il Signore degli Anelli]]'' Frodo gli si riferisce chiamandola "l'antica lingua degli Elfi al di là del Mare"<ref name="sda119 "/> e "il linguaggio dei canti elfici".
 
Infine vi furono le designazioni esterne al corpus mitologico di Arda che Tolkien adoperò per riferirsi alla lingua: "alto elfico" e "latino elfico" (''elven latin''). La motivazione per questo secondo epiteto è che con il tempo l'utilizzo della favella elfica si faceva sempre più simile a quello del latino nell'Europa medievale, passando da lingua "franca" a lingua di culto e sapienza.<ref>{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/quenya.htm#Heading3|autore=Helge Fauskanger|titolo=Quenya - Designazioni del Linguaggio|accesso=10 gennaio 2012}}</ref>
 
== Tutela e regolazione della lingua ==
{{vedi anche|Elvish Linguistic Fellowship}}
Come già detto, il quenya è attualmente privo di organismi ufficiali di tutela, studio e diffusione nonostante numerose fonti possano essere considerate più che autorevoli.
Il problema principale nello studio della lingua è che della miriade di testi scritti da Tolkien soltanto una minima parte è stata pubblicata; questo ha portato ad un lavoro di ricostruzione, da parte degli studiosi, di grammatica e lessico che, nonostante ciò, rimangono tuttora incompleti pur essendo la lingua più che efficace e adatta alla comunicazione.<ref name="Tolk"/>
Molti, tra gli studiosi della lingua, hanno nel [[1988]] partecipato alla fondazione della cosiddetta [[E.L.F.]] (Elvish Linguistic Fellowship), un'organizzazione internazionale volta allo studio, alla tutela e alla diffusione dei linguaggi inventati da Tolkien.<ref>{{cita web|url=http://www.elvish.org/|titolo=Sito della E.L.F.|accesso=14 aprile 2012}}</ref> Al suo fondatore [[Jorge Quiñónez]] si sono aggiunti successivamente anche [[Carl F. Hostetter]], attuale direttore nonché autore dell'autorevole rivista ''[[Vinyar Tengwar]]'',<ref>{{cita web|url=http://www.elvish.org/VT/|titolo=Sito della rivista Vinyar Tengwar|accesso=14 aprile 2012}}</ref> [[Christopher Gilson]] autore della rivista ''[[Parma Eldalamberon]]''<ref>{{cita web|url=http://www.eldalamberon.com/parma14.html|titolo=Sito della rivista Parma Eldalamberon|accesso=14 aprile 2012}}</ref> e [[Patrick H. Wynne]] autore insieme ad Hostetter di un giornale on-line conosciuto come [[Tengwestië]].<ref>{{cita web|url=http://www.elvish.org/Tengwestie/|titolo=Sito della rivista Tengwestië|accesso=14 aprile 2012}}</ref>
Su internet il sito Ardalambion, edito da Helge Fauskanger, che è stato tradotto in numerose lingue tra cui anche l'[[Lingua italiana|italiano]].<ref>{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/indice.htm|titolo=Ardalambion|accesso=14 aprile 2012}}</ref>
 
Altri noti studiosi sono [[Edouard Kloczko]] autore di ''Lingue elfiche: Enciclopedia illustrata della Terra di Mezzo'' e di ''Lingue degli Hobbit, dei Nani e degli Orchi. Enciclopedia illustrata della Terra di Mezzo'' e [[Tom Shippey]] autore di ''La via per la terra di mezzo'' e ''J.R.R Tolkien autore del secolo''.<ref>{{cita web|url=http://www.elfique.info/|titolo=Sito ufficiale di Edouard Kloczko “Elfique”|accesso=14 aprile 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090227095730/http://www.elfique.info/|dataarchivio=27 febbraio 2009}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.lacompagniadellibro.tv2000.it/home_la_compagnia_del_libro/sezioni/00000511_Shippey__La_filologica_provvidenza_di_Tolkien.html|titolo=Intervento alla conferenza Tolkien e la Filosofia|accesso=14 aprile 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130927084745/http://www.lacompagniadellibro.tv2000.it/home_la_compagnia_del_libro/sezioni/00000511_Shippey__La_filologica_provvidenza_di_Tolkien.html|dataarchivio=27 settembre 2013}}</ref>
 
== Fonologia ==
{{vedi anche|Fonologia della lingua quenya}}
 
La fonologia del quenya, come già detto, è basata quasi totalmente su quella [[Lingua latina|latina]], [[Lingua italiana|italiana]], [[Lingua spagnola|spagnola]] e [[Greco antico|greca]], nonché finlandese.
 
=== Le vocali e i dittonghi ===
Il quenya possiede cinque vocali: ''a'', ''e'', ''i'', ''o'' e ''u''. Queste possono essere sia brevi (nella loro forma base) sia lunghe. Nella forma allungata prendono l'accento (á, é, í, ó, ú), tuttavia sono considerate lunghe anche se in forma breve ma seguite da un gruppo consonantico. Tolkien ha basato la loro pronuncia interamente su quella spagnola.<ref>{{Cita|''Il Signore degli Anelli''|appendice E, pp. 1330-1331}}.</ref>
Per chiarire la pronuncia, altrimenti difficile a locutori inglesi, Tolkien spesso aggiunge una [[dieresi]] su alcune vocali (ë ed ä) a fine parola o all'interno di dittonghi. Il quenya possiede vari dittonghi: ''ai'', ''au'', ''oi'', ''ui'', ''eu'', ''ei'' ed ''iu''.<ref name="autogenerated1">{{Cita|Corso quenya|Lezione 1 "Pronuncia"}}.</ref>
 
=== Le consonanti e i gruppi consonantici ===
Il quenya possiede 13 o 14 consonanti più la ''b'' e la ''d'' ritrovabili solo in correlazione rispettivamente con ''m'' ed ''l'' e con ''n'', ''r'' ed ''l''.
Le consonanti si avvicinano più delle vocali ad una [[pronuncia dell'inglese|pronuncia anglicizzante]]. A differenza della fonologia italiana, la ''c'' e la ''g'' in quenya sono esclusivamente dure.<ref name="autogenerated1 "/>
 
{| class="wikitable"
|- style="background: #efefef;"
| &nbsp;
! scope="col" | [[Consonante labiale|Labiale]]
! scope="col" | [[Consonante dentale|Dentale]]
! scope="col" | [[Consonante alveolare|Alveolare]]
! scope="col" | [[Consonante palatale|Palatale]]
! scope="col" | [[Consonante velare|Velare]]
! scope="col" | [[Consonante labio-velare|Labio-velare]]
! scope="col" | [[Consonante glottidale|Glottidale]]
|-
! scope="row" style="background: #efefef;" | '''[[Consonante occlusiva|Occlusiva]]'''
! Casi !! Singolare !! Plurale !! DUale !! Part. plurale
| align=center |p, b
| align=center colspan=2 |t, d
| align=center |ty, dy
| align=center |c, k, g
| align=center |q, qu, gw
| &nbsp;
|-
! scope="row" style="background: #efefef;" | '''[[Consonante nasale|Nasale]]'''
| Nominativo || macil || macili || macilet || macilli
| align=center |m
| align=center colspan=2 |n
| align=center |ny
| align=center |ñ
| align=center |nw
| &nbsp;
|-
! scope="row" style="background: #efefef;" | '''[[Consonante fricativa|Fricativa]] o [[Consonante sibilante|Sibilante]]'''
| Genitivo || macilo || macilion || macilto || macillion
| align=center |f, v
| align=center |th, þ
| align=center |s, z
| align=center |hy, h, y
| align=center |h
| align=center |hw, w
| align=center |h
|-
! scope="row" style="background: #efefef;" | '''[[Consonante laterale|Laterale]]'''
| Possessivo || macilwa || maciliva || maciletwa || macilliva
| &nbsp;
| &nbsp;
| align=center |hl, l
| align=center |ly
| &nbsp;
| &nbsp;
| &nbsp;
|-
! scope="row" style="background: #efefef;" | '''[[Consonante vibrante|Vibrante]]'''
| Dativo || macilen || macilin || macilent || macillin
| &nbsp;
|-
| &nbsp;
| Accusativo || macil || macilí || macilet || macillí
| align=center |hr, r
|-
| &nbsp;
| Ablativo || macillo || macillon(r) || macilelto || macillillon(r)
| &nbsp;
|-
| &nbsp;
| Allativo || macilda || macilinnar || macilenta || macillinnar
| &nbsp;
|-
| Locativo || macildë || macilissen || maciletsë || macillissen
|-
| Strumentale || macilden || || macilenten || macillinen
|-
| Rispettivo || naciles || macilis || maciletes || macillis
|}
 
Vi sono vari gruppi consonantici "prediletti" (''nd'', ''rd'', ''ld'', ''mb'', ''ng'', ''qu'', ''x'', ''ht'', ''hw'', ''hl'', ''hr'', ''hy'', ''ry'', ''ny'', ''ly'' e ''ty''), mentre altri sono possibili (''hty'', ''lc'', ''lm'', ''lp'', ''lqu'', ''lt'', ''lv'', ''lw'', ''mn'', ''mp'', ''my'', ''nc'', ''ngw'', ''nqu'', ''nt'', ''nty'', ''nw'', ''ps'', ''pt'', ''rc'', ''rm'', ''rn'', ''rqu'', ''rt'', ''rty'', ''rs'', ''rw'', ''sc'', ''squ'', ''st'', ''sty'', ''sw'', ''ts'', ''tw'') ma, a differenza dei primi, si separano nella divisione in sillabe.<ref name="autogenerated1 "/>
=== Le preposizioni e le postosizioni===
Altri gruppi che occasionalmente si formano nella flessione nominale o verbale mutano regolarmente.
Le '''preposizioni''', salvo alcune eccezioni, reggono tutte l’'''accusativo'''. Le preposizioni possono declinare (es. mi “all’interno”, minna “verso l’interno”).<ref>Grammatica descrittiva Quenya, f- I sostantivi, Luca Timponelli, 2006</ref>
Le principali preposizioni Quenya sono:
 
Sono possibili solo alcune consonanti doppie: ''cc'', ''ll'', ''m'', ''nn'', ''pp'', ''rr'', ''ss'', ''tt''. A fine parola invece si possono trovare solo le consonanti ''t'', ''r'', ''l'', ''n'' ed ''s''.<ref name="autogenerated1 "/>
*'''an''' “per”
*'''apa''' “vicino”
*'''ara''' “presso”
*'''et''' “da” regge l’ablativo (cfr. lat. e/ex)
*'''ho''' “da”
*'''imbë''' “dentro, nel”
*'''lá''' “oltre, al di là di”
*'''mi''' “in, all’interno di”
*'''nó''' “davanti a, dinanzi”
*'''nu''' “sotto”
*'''or''' “al di sotto di”
*'''tenna''' “fino a” (in senso temporale e spaziale)
*'''ter(ë)''' “attraverso”
*'''ú''' “senza” regge il genitivo
*'''vë''' “come, similmente a”
*'''as''' “con” (complemento di compagnia)
*'''yo''' “con” (complemento di compagnia, per più persone)
*'''arwa+genitivo''' "con" (complemento di unione)
*'''arwë+genitivo''' "con" (complemento di unione, per più cose)
 
=== L'accento ===
In Quenya si contano almeno due '''postosizioni''' (o '''postposizioni'''), ovvero parti del discorso con lo stesso valore
L'accento può essere acuto o grave. Il primo, chiamato ''accento maggiore'', si ha nei monosillabi, nei bisillabi (sulla prima sillaba) e nei trisillabi (sulla penultima se lunga, sulla terzultima se la penultima è breve, altrimenti sempre sulla terzultima lunga).
delle preposizioni ma utilizzate in fondo alla frase.<ref> Grammatica descrittiva Quenya, g- Le postosizioni, Luca Timponelli, 2006 </ref>
Il secondo, chiamato ''accento minore'', si ritrova spesso sulla sillaba precedente l'accento maggiore, altrimenti cade solo sulle parole con più di due sillabe, aventi le ultime due sillabe brevi (in questo caso l'accento cadrà sull'ultima).<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 1 "Accento tonico"}}.</ref><ref>{{Cita|''Il Signore degli Anelli''|appendice E, pp. 1331-1332}}.</ref>
 
== Morfologia ==
*yá "fa" es: ''neldë loar '''''yá''''' "tre anni fa"
{{vedi anche|Morfologia della lingua quenya}}
*pella "oltre" es: ''Númen '''pella''''' "oltre l'occidente"
 
Tolkien basa la [[morfologia (linguistica)|morfologia]] del quenya su quella [[lingua finlandese|finnica]], traendo spunto soprattutto dalla sua struttura agglutinante.
=== Gli aggettivi ===
La maggior parte degli aggettivi Quenya termina con le vocali ''a'' o ''ë''. Si accordano nel numero col sostantivo che descrivono.<ref>Grammatica descrittiva Quenya, 6- Gli aggettivi, Luca Timponelli, 2006</ref>. Al plurale aggettivi terminanti in ''-a'' divengono terminanti in ''-ë'', aggettivi in ''-ë'' divengono terminanti in ''-i'', ed aggettivi in ''-ëa'' hanno forme plurali in ''-ië''.<ref>Grammatica descrittiva Quenya, 6- Gli aggettivi a- Il plurale, Luca Timponelli, 2006</ref>
 
===I numeriL'articolo ===
In quenya l'articolo determinativo è rappresentato dalla particella ''i'', ed è indeclinabile. Se l'articolo precede un nome iniziante per ''i'' viene aggiunta una ''n'' all'articolo per questioni di eufonia. Se l'articolo precede un nome al duale assume il significato di "entrambi". Un nome non accompagnato dall'articolo può assumere valore indeterminato.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 2 "Gli articoli"}}.</ref>
 
Esempi: ''i taurer'' "le foreste"; ''in indis'' "la moglie"; ''i ciryat'' "entrambe le navi"; ''parma'' "un libro".
====I numeri cardinali ====
{| border="0"
 
Può anche assumere valore relativo (vedi paragrafo: [[#La proposizione relativa|La proposizione relativa]])
*'''1''' (uno) - Minë
*'''2''' (due) - Atta
[[File:Sundering of the Elves.png|thumb|Albero genealogico degli Elfi, ogni casata aveva un proprio idioma, i più utilizzati erano il Sindarin, il Telerin, il Nandorin e il Quenya|500 px]]
*'''3''' (tre) - Neldë
*'''4''' (quattro) - Canta
*'''5''' (cinque) - Lempë
*'''6''' (sei) - Enquë
*'''7''' (sette) - Otso
*'''8''' (otto) - Tolto
*'''9''' (nove) - Nertë
*'''10''' (dieci) - Cainen
*'''11''' (undici) - Minquë
*'''12''' (dodici) - Rasta
*'''100''' (cento) - tuxa
*'''1000''' (mille) - húmë
*'''1.000.000''' (un milione) - mindóra
|}
 
===== LeI combinazioninomi =====
*'''35''' (trentacinque) - Neldë-lempë
*'''94''' (novantaquattro) - Nertë-canta
*'''106''' (centosei) - Minëcainenenquë
 
In quenya i [[sostantivi]] si declinano in dieci casi e in quattro numeri.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 2 "Sostantivi"}}.</ref>
Per i multipli di dieci fino a 90 si aggiunge il suffisso '''cainen'''
 
I casi sono:
*'''30''' - nelcainen
*'''80''' - tolcainen
 
* Il [[nominativo]]: è usato per esprimere il [[soggetto (linguistica)|soggetto]] e il predicativo del soggetto. Regge anche alcune preposizioni e nel tardo quenya della [[Terza Era]] funge anche da [[complemento oggetto]]. Il plurale si forma regolarmente aggiungendo ''-r'' se il nome termina per vocale, ''-i'' se termina per consonante (esempio: ''I lassi nar laicë'' "Le foglie sono verdi").<ref name="autogenerated5">{{Cita|Corso quenya|Lezione 5 "Soggetto/oggetto"}}.</ref>
Per i numeri da 200 a 900 si utilizza il suffisso -tuxa
* Il [[genitivo]]: esprime principalmente il complemento di specificazione. Regge anche alcune preposizioni. Le desinenze sono ''-o'' per il singolare, ''-ron'' per il plurale dei sostantivi terminanti per vocale e ''-ion'' per il plurale dei sostantivi terminanti per consonante (esempio: ''Quenta Silmarillion'' "Il Racconto dei/a proposito dei Silmarilli").<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 11 "Il caso Genitivo"}}.</ref>
* L'[[accusativo]]: è usato per esprimere il [[complemento oggetto]] e il predicativo dell'oggetto, si forma allungando la vocale finale del sostantivo, per formare il plurale aggiunge sempre ''-i''.<ref name="autogenerated5 "/>
* Il [[possessivo (caso)|possessivo]]: corrisponde principalmente al [[complemento di specificazione]] ed esprime soprattutto il possesso attuale, potrebbe essere paragonato al [[genitivo sassone]] [[lingua inglese|inglese]]. Al singolare si forma aggiungendo ''-va'', se il nome termina per vocale, e ''-wa'', se termina per consonante. Al plurale la terminazione è ''-iva'' (esempio: ''coa i nerwa'' "la casa dell'uomo").<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 12 "Il caso possessivo-Aggettivale"}}.</ref>
* Il [[dativo]]: è usato per esprimere il [[complemento di termine]] e di vantaggio e svantaggio. Al singolare si forma aggiungendo ''-n'' davanti alle vocali e ''-en'' davanti alle consonanti, al plurale la desinenza è ''-in''.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 12 "Il caso dativo"}}.</ref>
* Il [[locativo]]: corrisponde al [[complemento di stato in luogo]]. Al singolare si forma aggiungendo ''-ssë'' (''-essë'' se il nome termina per consonante), al plurale la desinenza è ''-ssen''.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 15 "Il caso locativo"}}.</ref>
* L'[[ablativo]]: si usa per esprimere il [[complemento di moto da luogo]], si forma aggiungendo ''-llo'' al singolare (''-ello'' se il nome termina per consonante) e ''-llon'' o ''-llor'' al plurale.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 14 "I casi allativo ed ablativo"}}.</ref>
* L'[[allativo]]: esprime il [[complemento di moto a luogo]]. Al singolare si forma aggiungendo ''-nna'', al plurale si aggiunge ''-nnar''.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 13 "I casi allativo ed ablativo"}}.</ref>
* Lo [[strumentale]]: è usato per esprimere il [[complemento di modo]], il [[complemento di mezzo]], il [[complemento di strumento]], il [[complemento di agente]] e il [[complemento di causa efficiente]]. Al singolare si forma aggiungendo ''-nen'', al plurale ''-inen''.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 16 "Il caso strumentale"}}.</ref>
* Il [[dedativo]], caso inventato da Tolkien, si forma aggiungendo ''-s'' al singolare e ''-is'' al plurale, si pensa che venisse utilizzato dall'autore come una sorta di [[locativo]].<ref>{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/quenya.htm#Heading7|titolo=Quenya - ''L'antica lingua'' - I sostantivi|autore=Helge Fauskanger|accesso=17 febbraio 2012}}</ref>
 
Mentre i numeri:<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 2 "Forme plurali"}}.</ref>
*'''200''' - yutuxa
*'''400''' - cantuxa
 
* Il [[plurale]] si forma generalmente in due modi: nei nomi terminanti in vocale aggiungendo una ''r'' (es. ''alda'' "albero" → ''aldar'' "alberi"), nei nomi terminanti in consonante una ''i'' (es. ''elen'' "stella" → ''eleni'' "stelle").
====I numeri ordinali====
* Il [[duale (linguistica)|duale]] si forma generalmente aggiungendo ''-u'' nei sostantivi terminanti in dentale, indicanti parti del corpo o in ''-i'' o ''-e (-ë)'' (es. ''sarat'' "segno" → ''saratu'' "due segni") altrimenti aggiungendo ''-t/-et''.
*'''primo''' - minya
* Il [[partitivo]] si forma generalmente aggiungendo ''-li'' (es. ''lassë'' "foglia" → ''lasseli'' "delle foglie, alcune foglie, un po' di foglie").
*'''secondo''' - tatya
*'''terzo''' - nelya
*'''decimo''' - quainëa
 
=== Gli aggettivi ===
Dal 4° al 12° basta levare la vocale finale del numero cardinale corrispondente e poi aggiungere il suffisso '''-ëa'''
 
Gli aggettivi in quenya terminano per la maggior parte in ''-a'' o in ''-ë''. Si concordano con il sostantivo a cui si riferiscono. Al plurale gli aggettivi terminanti in ''-a'' terminano in ''-ë'' e gli aggettivi terminanti in ''-ë'' terminano in ''-i''.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 4 "L'Aggettivo"}}.</ref>
*'''cinque''' - lempë → '''quinto''' - lempëa
*'''otto''' - tolto → '''ottavo''' - toltëa
*'''undici''' - minquë → undicesimo - minquëa
*'''dodici''' - yunquë → dodicesimo - yunquëa
 
==== I numeri ====
*'''metà, mezzo, un mezzo''' - perya
 
{{Colonne}}
====I numeri frequenziali====
* 1 - ''Minë''
*'''eru''' una volta
* 2 - ''Atta''
*'''yú''' due volte
* 3 - ''Neldë''
*'''nel''' tre volte
* 4 - ''Canta''
*'''can''' quattro volte
* 5 - ''Lempë''
{{Colonne spezza}}
* 6 - ''Enquë''
* 7 - ''Otso''
* 8 - ''Tolto''
* 9 - ''Nertë''
* 10 - ''Cainen''
{{Colonne spezza}}
* 11 - ''Minquë''
* 12 - ''Rasta''
* 35 - ''Neldë-lempë''
* 94 - ''Nertë-canta''
* 100 - ''Tuxa''
{{Colonne spezza}}
* 106 - ''Minëcainenenquë''
* 1.000 - ''Húmë''
* 1.000.000 - ''Mindóra''
{{Colonne fine}}
Per i multipli di dieci fino a novanta si aggiunge il suffisso ''-cainen''.
Per i multipli di cento da 200 a 900 si aggiunge il suffisso ''-tuxa''.
 
I numeri ordinali si formano generalmente aggiungendo ''-ëa'', tuttavia i primi tre e il decimo sono irregolari:
Gli altri frequenziali si formano con il suffisso -llumë
 
* primo - ''Minya''
*'''lemillumë''' cinque volte
* secondo - ''Tatya''
*'''cëallumë''' dieci volte
* terzo - ''Nelya''
*'''tuxallumë''' cento volte
* decimo - ''Quainëa''
 
=== Gli avverbi ===
 
Gli avverbi si formano generalmente aggiungendo ''-vë'' all'aggettivo corrispondente, gli aggettivi terminanti in ''-ë'' elidono quest'ultima e aggiungono ''-ivë'', quelli terminanti in ''-n'', cambiano la ''-n'' in ''m'' e aggiungono ''-bë''.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 10 "Avverbi"}}.</ref>
In Quenya esistono due tipi di avverbi quelli di base e quelli derivanti dagli aggettivi. La prima classe non ha derivazioni da nessun altra parte del periodo.<ref>Grammatica descrittiva Quenya, 7- Gli avverbi, Luca Timponelli, 2006</ref>
 
*'''sí''' "ora"
*'''aqua''' "pienamente, completamente, integralmente"
 
Invece quelli derivanti dagli aggettivi aggiungono dei suffissi per formare l'avverbio. Gli aggettivi in '''-a''' aggiungono '''-vë'''
 
*'''tulca''' "fermo, deciso" → tulca'''vë''' "in modo fermo, deciso"
*'''saila''' "saggio" → saila'''vë''' "saggiamente"
 
Gli aggettivi in -ë, elidono quest'ultima e aggiungono -ivë
 
*'''mussë''' "tenero" → muss'''ivë''' "teneramente"
 
Gli aggettivi in '''-n''', perdono la '''-n''' e aggiungono '''-mbë'''
 
=== I pronomi ===
*'''firin''' "morto" → firi'''mbë''' “mortalmente"
 
I pronomi vennero rivisti spesso da Tolkien che li rese per questo involontariamente un problema per gli studi successivi. Tuttavia è ben chiaro che si ritrovino molto più spesso come enclitici che come particelle isolate.
L'aggettivo '''màra''' "buono" è irregolare e diviene '''vandë''' "bene"
 
I pronomi personali sono stati ritrovati sia in forma enclitica sia no, tuttavia come già sottolineato la forma enclitica era la forma che Tolkien più prediligeva nonostante esistesse solamente per il soggetto e l'oggetto che Tolkien "attaccava" al verbo. Tolkien distingue una forma breve, una forma media e una forma estesa.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 8 "Desinenze pronominali"}}.</ref><ref>{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/quenya.htm#Heading12|titolo=Quenya - ''L'antica lingua'' - I pronomi|autore=Helge Fauskanger|accesso=22 febbraio 2012}}</ref>
=== Pronomi ===
==== I pronomi personali ====
In Quenya i pronomi personali possono essere sia in forma [[Enclitico|enclitica]] (attaccati al verbo o alla preposizione) che non.<ref>Grammatica descrittiva Quenya, 8- I pronomi a- I pronomi personali, Luca Timponelli, 2006</ref>
 
===== Pronomi personali enclitici =====
{| class="wikitable"
|-
Riga 597 ⟶ 410:
| 2° sing. || -t || / || -ccë
|-
| 2° sing. (form.) || -l || -lë || -lyë
|-
| 3° sing || -s || -ro (masch. ),-rë (femm.) ) || -ryë
|-
| 1° duale || / || / || -mmë
Riga 612 ⟶ 425:
|}
 
[[File:20 Northmoor Road, Oxford.JPG|thumb|La casa di Tolkien dal [[1930]] al [[1949]], in questo periodo il quenya aveva quasi raggiunto la forma attuale.]]
'''hauta-''' "fermare"
'''hautan''' e '''hautanyë''' significano entrambi "io fermo"
'''hautal''' e '''hautalyë''' significano entrambi “tu fermi"
'''aselyë''' "con te"
'''hautanel''' “io ti fermo”
'''tirirot''' "egli li vede"
'''aranyë''' "contro di me"
 
Anche i pronomi possessivi sono espressi in forma enclitica:<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 14 "Desinenze pronominali ''-lmë'' e ''-mmë''}}.</ref><ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 15 "La desinenza ''-rya'' e di più sulle desinenze possessive pronominali"}}.</ref>
===== Pronomi personali non enclitici =====
{| class="wikitable"
|-
! '''Casi''' !! 1 pers. sing. !! 2°. pers. sing.. !! 2°. pers. sing./plur. form. !! 3° pers. sing. mas.!! 3° pers. sing. fem. !! 3° pers. sing. neutra !! 1° pers. duale !! 1° pers. plur !! 3° pers. plur.
|-
| nom./acc. || nyë || lë || tyë || so || së || ta || met || më || të
|-
| dativo || nin || len || cen || son || sen || tan || ment || men || tien
|-
| ablativo || nillo || lello || cello || sollo || sello || tallo || melto || mello || tiello
|-
| allativo || ninna || lenna || cenna || sonna || senna || tanna || menta || menna || tienna
|-
| locativo || nissë || lessë || cessë || sossë || sessë || tassë || metsë || messë || tiessë
|-
| strumentale || ninen || lenen || cenen || sonen || senen || tanen || menten || menen ||tienen
|-
| rispettivo || nis || les || ces || sos || ses || tas || metes || mes || ties
|}
 
Il pronome personale indipendente se funge da accusativo precede sempre il verbo a cui è riferito.
 
===== Pronomi personali enfatici =====
*'''inyë''' "anche io, anche me"
*'''elyë''' "anche tu, anche te"
*'''eccë''' "anche tu, anche te" (fam.)
*'''eryë''' "anche egli/ella/esso, anche lui/lei/esso"
[[File:20 Northmoor Road, Oxford.JPG|thumb|right|La casa di Tolkien dal 1930 al 1949, in questo periodo il Quenya aveva quasi raggiunto la forma attuale|300 px]]
*'''emmë''' "anche noi due"
*'''elwë''' "anche noi" (incl.)
*'''elmë''' "anche noi" (escl.)
*'''entë''' "anch’essi, anche loro"
 
==== I pronomi possessivi enclitici ====
{| class="wikitable"
|-
Riga 659 ⟶ 434:
|-
| -nya || mio
|-
| -cca || tuo
|-
| -lya || tuo (form.)
|-
| -cca || tuo
|-
| -rya || suo/sua
Riga 677 ⟶ 452:
|}
 
Tolkien creò per la sua lingua varie altre classi pronominali, tuttavia meno attestate e frequenti.<ref name="autogenerated1 "/><ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 18 "Pronomi indipendenti"}}.</ref><ref name="autogenerated9">{{Cita|Corso quenya|Lezione 13 "Un pronome indefinito"}}.</ref><ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 17 "I dimostrativi"}}.</ref><ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 19 "Pronomi in frasi imperative", "Pronomi enfatici", "Vocaboli interrogativi ''man'', ''mana'', ''manen''}}.</ref>
*'''coanya''' "la mia casa"
*'''nòrenta''' "la loro terra"
 
=== I verbi ===
Se il pronome dev'essere aggiunto a un nome che deve ricevere anche la desinenza, prima si mette il pronome poi il caso
 
I verbi in quenya si distinguono in due classi: i verbi radicali, terminanti in consonante, e i verbi derivati, terminanti in ''-a'' o ''-u''.
*'''Anar caluva tielyanna''' "il Sole brillerà verso il tuo cammino"
Il quenya distingueva vari tempi (presente, aoristo, passato, perfetto e futuro) e vari modi (indicativo, infinito, participio, imperativo e gerundio).<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 5 "Il verbo"}}.</ref>
*'''tielyanna''' da tië "cammino"+ lya (pron. poss.)+ -nna (allativo)
 
* Il [[presente indicativo|presente]] indica un'azione continuativa e si forma generalmente con ''-a/-ar (pl. )'', allungando la vocale centrale della radice. Questo tempo verbale indica un'azione durativa.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 5 "Il verbo: tempo presente"}}.</ref>
Se il nome termina in consonante tra la radice e l'enclitica si aggiunge una vocale: se l'enclitica è '''-nya''' la vocale è sempre '''-i-'''. Se il sostantivo è al singolare (eccetto che con '''–nya'''), la vocale è '''-e-'''. Se il sostantivo è al duale (eccetto che con '''–nya'''), la vocale è '''-u-''':
* L'[[aoristo]] indica un'azione abituale nel presente (a differenza del suo corrispettivo greco) e si forma con ''-ë/ir'' (pl. ).<ref name="autogenerated7">{{Cita|Corso quenya|Lezione 7 "Futuro e aoristo"}}.</ref>
* Il [[passato]] indica un'azione svolta nel passato e può essere tradotto con il passato remoto, il passato prossimo o l'imperfetto. Si forma aggiungendo ''-në/-ner (pl. )'' alla radice verbale.<ref name="autogenerated8">{{Cita|Corso quenya|Lezione 6 "Tempo passato"}}.</ref>
* Il [[perfetto]] indica un'azione svolta nel passato e può essere tradotto con il passato prossimo, con il trapassato prossimo o con il trapassato remoto. Si forma con ''-ië/-ier (pl. )'' più l'aumento davanti alla parola (la vocale dell'aumento è uguale alla vocale centrale della parola) e l'allungamento della vocale centrale.<ref name="autogenerated4">{{Cita|Corso quenya|Lezione 8 "Tempo perfetto"}}.</ref>
* Il [[futuro]] indica un'azione futura. Si forma elidendo la vocale finale della radice e aggiungendo il suffisso ''-uva/-uvar (pl. )''.<ref name="autogenerated7 "/>
 
{| class=wikitable
I sostantivi '''yondo''' "figlio", '''yeldë''' "figlia" e hìnya "figlio" hanno una contrazione irregolare con il pronome '''-nya'''
 
*yondo + nya = '''yonya''' "mio figlio (maschio)"
*yeldë + nya = '''yenya''' "mia figlia"
*hína + nya = '''hínya''' "mio figlio (maschio o femmina)"
 
==== I pronomi relativi ====
{| class="wikitable"
|-
| rowspan=1 |
! '''caso''' !! singolare !! plurale !! duale
| colspan=4 | Verbi radicali
| colspan=4 | Verbi derivati
|-
|| Radice
| nominativo || ya || yar || yat
||hir-
||mat-
||cava-
||hauta-
||móta-
||palu-
||allu-
|-
|| Significato
| genitivo || yo || yaron || yato
||trovare
|-
||mangiare
| possessivo || yava || yaiva || yatwa
||scavare
||fermare
||lavorare
||diffondersi
||lavare
|-
|| Presente
| dativo || yan || yain || yant
||híra
||máta
||cávëa
||hautëa
||mótëa
||pálua
||allua
|-
|| Aoristo
| accusativo || yà || yai || yat
||hirë
||matë
||cava
||hauta
||móta
||palo
||allo
|-
|| Passato
| ablativo || yallo || yallon(r) || yalto
||hirnë
||mantë
||cavanë/
cávë
||hautanë
||mótane
||palunë/
pallë
||allunë
|-
|| Perfetto
| allativo || yanna || yannar || yanta
||ihirië
||amátië
||acávië
||ahautië
||omótië
||apálië
||allië
|-
|| Futuro
| locativo || yassë || yassen || yatsë
||hiruva
|-
||matuva
| strumentale || yanen || yainen || yanten
||cavuva
|-
||hautuva
| rispettivo || yas || yais || yates
||mótuva-
||palúva
||allúva
|}
 
Il quenya ha vari verbi irregolari e impersonali.<ref name="autogenerated8 "/><ref name="autogenerated4 "/><ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 10 "Il passato dei verbi intransitivi in -ya"}}.</ref>
*'''i osto yassë marë i nér''' "la città in cui vivono gli uomini"
*'''i tol yanna círar i ciryar''' “l’isola verso la quale le navi stanno navigando”
*'''i nóri yallon tuller i ohtari''' "la terra dalla quale vennero i soldati"
 
L'infinito in quenya si forma aggiungendo ''-a'' alla radice verbale, i verbi terminanti in ''-u'' elidono quest'ultima e aggiungono ''-o'', i verbi radicali aggiungono invece una ''-ë''.
==== I pronomi dimostrativi ====
L'infinito serve a specificare o a completare il significato del verbo reggente.<ref name="autogenerated2">{{Cita|Corso quenya|Lezione 9 "L'infinito"}}.</ref>
I dimostrativi in Quenya sono '''sina''' "questo/a", '''tana''' "quello/a", '''enta''' "quello/a laggiù", '''yana''' "precedente, anteriore".
 
Esistono altre due forme particolari di infinito: l'infinito esteso (introdotto da un pronome personale enclitico oggetto) e l'infinito passivo, utilizzato per esprimere l'infinito in frasi passive, quest'ultimo si formava aggiungendo ''a-'' al verbo.<ref name="autogenerated2 "/>
*'''elda sina''' "questo Elfo"
*'''coa sina''' "questa casa"
*'''nissi sinë''' "queste donne"
*'''vendi tanë''' "quelle ragazze"
*'''nauco tana''' "quel nano"
*'''rocco tana''' "quel cavallo"
*'''aran yana''' "il precedente re"
*'''arani yanë''' "i precedenti re"
 
Il participio presente si forma aggiungendo ''-ala'' o ''-la'' (ai verbi derivati) e allungando la vocale "centrale" della parola.
I dimostrati non vogliono '''mai''' l'articolo.
Da al verbo valore di sostantivo o di aggettivo o può essere utilizzato come verbo di una subordinata.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 9 "Participi attivi"}}.</ref>
 
Il participio passato ha valore di aggettivo, dando ai verbi transitivi valore di participio passivo. Si forma aggiungendo ''-ina'', ''-na'' (nei verbi radicali in ''r'', ''m'' ed ''n'') e ''-da'' nei verbi radicali in ''-l''. Insieme al verbo essere crea la forma passiva.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 10 "Participi passivi"}}.</ref>
*'''nér sinanen''' "da quest’uomo" (strumentale)
*'''neri sinínen''' "da questi uomini" (strumentale)
 
Il gerundio in quenya ha il valore che in italiano ha l'infinito sostantivato. Si forma aggiungendo al verbo ''-ië''. Il gerundio può declinarsi in genitivo, dativo e strumentale.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 10 "L'infinito"}}.</ref>
==== I pronomi interrogativi ====
In Quenya esistono solo tre pronomi interrogativi: '''man''' "chi", '''mana''' "che cosa" e '''ma'''
 
L'imperativo si formava anticamente aggiungendo la desinenza ''-a'', tuttavia in seguito si affermò la forma introdotta dalla particella ''á''. L'imperativo negativo si forma con ''áva''.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 16 "L'imperativo"}}.</ref>
*'''man tiruva?''' "chi vedrà?"
 
La forma negativa di un verbo si forma in vari modi: con il verbo ''um-'' "non essere" (che è anche la negazione del verbo essere) quando la frase non contiene il complemento oggetto. Altrimenti si utilizza la particella ''lá''.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 9 "Il verbo negativo"}}.</ref>
Se posto dopo il nome il pronome significa "quale"
Il verbo essere si esprime in due modi: con ''ná'' (per connettere due nomi o per formare il predicato nominale)<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 4 "La copula"}}.</ref> o con ''ëa'' (esistere, trovarsi, stare, sentirsi).
Entrambi i verbi sono irregolari.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 20 "L'oscuro verbo essere"}}.</ref>
 
Coniugazione di ''ná'':
*'''cirya mana cenil?''' "quale nave vedi?"
 
* Presente/aoristo: ''ná'' (singolare), plurale ''nar''. La vocale si abbrevia nelle forme con pronomi enclitici, oltre che nel plurale.
Gli altri pronomi interrogativi derivano dalla flessione di '''man''' e '''mana'''
* Passato: ''né'' (singolare), plurale ''ner''. La vocale si abbrevia nelle forme con pronomi enclitici, oltre che al plurale.<ref>La forma passata del verbo essere ''né'' non è attestata del tutto in quenya ma secondo Nancy Martsch è abbastanza frequente trovarla tradotta con la relativa forma, comunque questa forma fino ad ulteriori chiarimenti rimane abbastanza insicura, {{Cita|Corso quenya|Lezione 20 "L'oscuro verbo essere", Helge Fauskanger}}</ref>
* Futuro: ''nauva'' (singolare), plurale ''nauvar''.
* L'imperativo è ''ána''.
 
Coniugazione di ''ëa'':
===== Declinazione di man (chi) =====
 
* Presente/Aoristo: ''ëa'' (singolare), plurale ''ëar''.
{| class="wikitable"
* Passato: ''engë'' (singolare), plurale ''enger''.
|-
* Futuro: ''ëuva'' (singolare), plurale ''ëuvar''.
! '''caso''' !! Pronome !! traduzione
* L'imperativo è ''ëa''.
|-
[[File:Ulmo saves Voronwe.jpg|thumb|right|Ulmo salva Voronwe|250x450 px]]
| nominativo || man || chi?
|-
| genitivo || mano || di chi?
|-
| dativo || / || /
|-
| ablativo || mallo || da dove?
|-
| allativo || manna || verso dove?
|-
| locativo || massë || dove?
|-
| strumentale || manen || come?
|-
| rispettivo || / || /
|}
 
== Sintassi ==
===== Declinazione di Mana (che, che cosa) =====
{{vedi anche|Sintassi della lingua quenya}}
{| class="wikitable"
|-
! '''caso''' !! Pronome !! traduzione
|-
| nominativo || mana || che cosa?
|-
| genitivo || / || /
|-
| dativo || manan || a chi?
|-
| ablativo || / || /
|-
| allativo || / || /
|-
| locativo || manassë || quando?
|-
| strumentale || mananen || con che cosa?
|-
| rispettivo || manas || con che mezzo?
|}
 
==== ILa pronomiforma indefinitipassiva ====
La forma passiva in quenya è espressa dal verbo ''ná'' "essere" più il participio passato del verbo principale. Il complemento d'agente o causa efficiente è invece espresso dallo [[strumentale]].
Il pronome indefinito per indicare una persona in Quenya è '''quen''' "qualcuno"
 
=== L'ottativo ===
*'''quen rancë yulma''' "qualcuno ruppe una coppa"
L'ottativo si utilizza per esprimere un desiderio realizzabile, una speranza o un augurio. Si forma con la particella ''nai'' e il verbo al futuro.<ref name="autogenerated3">{{Cita|Corso quenya|Lezione 16 "La formula nai"}}.</ref>
 
=== Il condizionale ===
'''Quen''' segue in tutti i casi una flessione regolare uguale a quella di quén "persona"
Il condizionale in quenya può essere espresso da varie particelle: ''írë'' "quando" quando l'evento è sicuro, ''mai'' o ''ai'' quando è possibile ma non certo e ''nai'' o ''cé'' per esprimere dubbio o probabilità.<ref name="autogenerated3 "/>
 
=== La proposizione temporale ===
'''Ilya''' al singolare significa "ogni, ognuno, ciascuno" e al plurale "tutti"
Si distingue in anteriore, posteriore e contemporanea:
* quando è anteriore si ricorre al perfetto preceduto da ''nó'' "dopo" e il verbo della principale al presente o al passato. Può anche essere espressa dal participio passato;
* quando è posteriore si esprime con ''epë'' "prima" ed il verbo nello stesso tempo del verbo principale;
* quando è contemporanea si ricorre al participio presente o al verbo preceduto da ''írë'' "quando".
 
=== La proposizione dichiarativa ===
*ilya parma "ogni libro"
Si esprime in quenya con ''sa'' "che" utilizzabile anche nel discorso indiretto.<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 20 " ''Sa'' che introduce proposizioni nominali"}}.</ref>
*ilyë parmar "tutti i libri"
 
=== La proposizione relativa ===
"Molto" e "Molti" si traducono rispettivamente con '''olya''' "molto", '''limba''' "frequente, numeroso" e '''rimba''' (uguale a limba, solo che mai con valore temporale)
La proposizione relativa può essere espressa o con la particella ''ya'' "che, quale ecc." o con l'articolo semplice (es. ''I Eru i'' "il Signore Che").<ref>{{Cita|Corso quenya|Lezione 15 "Proposizioni relative"}}.</ref>
 
== Sistema di scrittura ==
Gli altri indefiniti sono:
{{vedi anche|Sistemi di scrittura del Quenya}}
Il quenya è scritto dagli Elfi principalmente con le [[tengwar]] di [[Fëanor]] e in epoca anteriore con le [[sarati]] di [[Rúmil]], mentre nel corpus degli scritti di Tolkien è per lo più usato l'[[alfabeto latino]] riadattato al sistema fonologico delle lingue elfiche.
 
{{doppia immagine|centro|Consonanti Tengwar.jpg||Vocali Tengwar.jpg||Consonanti e vocali tengwar con le quali il quenya è comunemente scritto|larghezza totale=900}}
'''Ilquen''' "tutti" uguale a '''Ilyar'''
'''úquen''' "nessuno"
'''qua''' "qualcosa"
'''ilqua''' "qualcuno"
'''úqua''' "niente"
 
== Classificazione ==
Gli indefiniti "poco", "alcuno" e "alcuni" non esistono in Quenya e si traducono con il partitivo plurale.
{{Citazione|Gli ingredienti del quenya sono molti, ma elaborati in una lingua propria non precisamente uguale a nessun altro linguaggio che io conosca.|J.R.R. Tolkien, lettera a W.R. Matthews, 1964.<ref name="autogenerated6 "/>}}
 
Il quenya, essendo una [[lingua artificiale]], non dovrebbe far parte di nessun [[gruppo linguistico]], tuttavia i metodi con i quali Tolkien creò volutamente le sue lingue sembrano aver creato un grande insieme di lingue tra di loro effettivamente imparentate sia per quanto concerne la "storia interna" sia per quella "esterna". Quindi i [[linguaggi di Arda]] e più precisamente le [[Elfico primitivo|lingue elfiche]] sono generalmente considerate parte di un "piccolo" gruppo linguistico a sua volta compreso nel gruppo delle [[Lingua artistica|lingue artistiche]] e delle [[lingua artificiale|lingue artificiali]]. Inoltre, nonostante Tolkien abbia preso "spunto" da molte altre lingue per creare la fonologia, il lessico ed in parte la grammatica delle sue lingue, il quenya non sembra avere affinità tali da essere inclusa in alcun altro gruppo linguistico realmente esistente.<ref name="Gli_Alti_Elfi_sono_Ugro-Finnici?" />
==== I Pronomi riflessivi ====
Generalmente il quenya viene classificato come una [[lingua flessiva]] e [[lingua agglutinante|agglutinante]] (caratteristiche prese principalmente dal [[Lingua finlandese|finlandese]]) con un ordine [[tipologia linguistica|tipologico]] relativamente libero ma preferibilmente [[Soggetto Verbo Oggetto|SVO]] (caratteristica che condivide con le [[lingue neo-latine]]).
Il pronome riflessivo è '''-co'''. Funge da enclitica per il verbo con funzione di complemento oggetto:
 
Sopra due tavole che espongono i valori fonetici delle lettere fëanoriane, valori usati in Quenya. Infatti le altre lingue elfiche differiscono, oltre che per la grammatica (che tuttavia contiene poche differenze tra una lingua e l'altra), anche per i suoni associati ad alcune lettere. Inoltre, come si può osservare, le tavole contengono anche qualche nota sulla scrittura e su alcuni valori.
'''ceninye''co''''' "io mi vedo"
'''melirye''co''''' "egli/ella/esso si ama"
 
== Corpus dei testi quenya scritti da Tolkien ==
=== I Verbi ===
Tolkien, nel corso della sua vita scrisse decine di opere nelle sue lingue, a volte addirittura adoperando le [[tengwar]], tuttavia di queste opere solo poche sono tuttora pubblicate mentre le altre sono tuttora inesaminate o archiviate in attesa della pubblicazione.<ref name=" Vizio_non_segreto"/>
*Il ''presente'' (o continuativo) si forma con la desinenza ''-a'' ed allungamento della vocale precedente. (Se la radice verbale termina in ''-a'' la desinenza è -ëa). Questo tempo verbale indica un'azione durativa.
*L'''aoristo'' si forma con la desinenza ''-ë'', che cambia in ''-i'' se una desinenza è aggiunta. Nel caso di radicali in -A è invisibile. L'aoristo (a differenza del suo corrispettivo Greco) è una forma di presente indicante una cosa abitudinale, una legge o una tradizione.
*Il ''passato'' dei verbi regolari derivati si forma con il suffisso ''-në''.
*Il ''futuro'' si forma abbandonando la vocale finale della radice ed aggiungendo il suffisso ''-uva''.
 
=== ''Namárië'', il lamento di Galadriel ===
Esistono due tipi di verbi: I verbi radicali o primitivi terminanti in consonante e i verbi terminanti in '''-a''' o in '''-u'''
{{vedi anche|Namárië}}
I tempi in Quenya generalmente non hanno coniugazione, tuttavia possono aggiungere dei pronomi personali enclitici per sottolineare quale "persona" compie l'azione
''Namárië'' (in quenya "Addio"), comunemente noto come ''Lamento di Galadriel''.<ref>Ne [[Il Signore degli Anelli]] si ritrova anche la forma scorretta "{{sic|Namarië}}" in {{Cita|''Il Signore degli Anelli''|''La Compagnia dell'Anello'', Libro II, Capitolo VI, p. 437}}</ref><ref>{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/namarie.htm|titolo=''Namárië''|autore=Helge Fauskanger|autore2=Gianluca Comastri|accesso=17 febbraio 2012}}</ref>
 
[[File:Namarie Tengwar.png|thumb|''Namárië'' in lettere tengwar]]
==== Il presente ====
 
{{Citazione|Ah! come oro cadono le foglie al vento,<br />lunghi anni innumerevoli come le ali degli alberi!<br />I lunghi anni sono passati come rapidi sorsi<br />del dolce idromele in alti saloni<br />oltre l'Occidente, sotto le azzurre volte di Varda<br />ove le stelle tremolano<br />alla voce del suo canto, voce sacra di regina.<br />Chi riempirà ora per me la coppa?<br />Per ora la Vampa, Varda, la Regina delle stelle<br />dal Monte Semprebianco levò le mani come nuvole<br />ed ogni sentiero è immerso nella profonda oscurità;<br />e fuori dalla grigia campagna l'ombra si distende<br />sulle onde spumeggianti poste fra di noi,<br />e la bruma ricopre i gioielli di Calacirya per sempre.<br />Ed ora perso, perso per chi è in Oriente è Valimar!<br />Addio! Forse un giorno troverai Valimar!<br />Pure tu forse un giorno lo troverai! Addio!|J.R.R. Tolkien, ''[[La Compagnia dell'Anello (romanzo)|La Compagnia dell'Anello]]'', libro II, cap. VIII|Ai! laurië lantar lassi súrinen,<br />yéni únótimë ve rámar aldaron!<br />Yéni ve lintë yuldar avánier<br />mi oromardi lissë-miruvóreva<br />Andúnë pella, Vardo tellumar<br />nu luini yassen tintilar i eleni<br />ómaryo airetári-lírinen.<br />Sí man i yulma nin enquantuva?<br />An sí Tintallë Varda Oiolossëo<br />ve fanyar máryat Elentári ortanë<br />ar ilyë tier undulávë lumbulë<br />ar sindanóriello caita mornië<br />i falmalinnar imbë met,<br />ar hísië untúpa Calaciryo míri oialë.<br />Sí vanwa ná, Rómello vanwa, Valimar!<br />Namárië! Nai hiruvalyë Valimar!<br />Nai elyë hiruva! Namárië!|lingua=art|lingua2=it}}
{| class="wikitable"
|-
! Classe verbale !! '''Verbi radicali''' !! '''Verbi in -a''' !! '''Verbi in -u'''
|-
| Radice || hir- || hauta- || allu-
|-
| Significato || trovare || fermare || lavare
|-
| Singolare || hìra || hautëa || allùa
|-
| Plurale || hìrar || hautëar || allùar
|-
|}
[[Image:Quenya Example.svg|thumb|right|Prime righe del Lamento di Galadriel in scrittura [[Tengwar]]|300 px]]
==== L'Aoristo ====
{| class="wikitable"
|-
! Classe verbale !! '''Verbi radicali''' !! '''Verbi in -a''' !! '''Verbi in -u'''
|-
| Radice || hir- || hauta- || allu-
|-
| Significato || trovare || fermare || lavare
|-
| Singolare || hirë || hauta || allo
|-
| Plurale || hirir || hautar || allur
|-
|}
 
==== PassatoIl poema ''Markirya'' ====
{{vedi anche|Markirya}}
{| class="wikitable"
[[File:Marktengwar.png|thumb|Il poema ''Markirya'' in lettere tengwar]]
|-
! Classe verbale !! '''Verbi radicali''' !! '''Verbi in -a''' !! '''Verbi in -u'''
|-
| Radice || hir- || hauta- || allu-
|-
| Significato || trovare || fermare || lavare
|-
| Singolare || hirnë || hautanë || allunë
|-
| Plurale || hirnër || hautanër || allunër
|-
|}
 
Il poema ''Markirya'', noto così dal titolo della sua versione iniziale (in qenya ''Oilima Markirya'' ovvero "L'ultima arca"),<ref>invero la parola in quenya maturo per "ultimo" è ''métima'' o tutt'al più ''tyelima'', mentre Markirya (preferibilmente con la grafia Marcirya) è un termine del tutto valido da ''cirya'' "barca" e ''mar'' o ''már'' "casa, casata" quindi "nave-casa" ovvero "arca" (''Il Medioevo e il fantastico'', pp. 213-214, Luni editrice, 2000)</ref> è in assoluto il testo più lungo in lingua quenya da Tolkien.<ref>{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/markirya.htm|titolo=Il poema Markirya|autore=Helge Fauskanger|autore2=Gianluca Comastri|accesso=17 febbraio 2012}}</ref>
===== Verbi irregolari =====
I verbi terminanti in '''-t''', '''-c''', '''-p''', '''-l''', '''-qu''' hanno una inversione nasale in quanto i gruppi '''-tn''', '''-cn''', '''-pn''', '''-ln''', '''-cwn''',
 
{{Citazione|Chi vedrà una nave bianca<br />lasciare l'ultima sponda,<br />i pallidi fantasmi<br />nel suo freddo petto<br />simili al lamento dei gabbiani?<br />Chi si accorgerà di una nave bianca,<br />vaga come una farfalla,<br />fra le correnti marine<br />su ali come di stelle,<br />quando il mare si gonfia,<br />la spuma irrompe,<br />le ali scintillano,<br />la luce scema?<br />Chi udirà il fragore del vento<br />come il fogliame nei boschi;<br />le bianche rocce rimbombare<br />al bagliore della luna,<br />al calar della luna,<br />al cader della luna<br />la candela di un morto;<br />il romorìo della tempesta,<br />l'abisso che si muove?<br />Chi vedrà le nuvole radunarsi,<br />i cieli incurvarsi<br />sopra colli che si sgretolano,<br />il mare sollevarsi,<br />gli abissi spalancarsi,<br />l'antica oscurità<br />oltre le stelle<br />cadere<br />sopra torri crollate?<br />Chi si accorgerà di una nave spezzata<br />sulle scure rocce<br />sotto cieli squarciati,<br />un sole offuscato che luccica<br />su ossa scintillanti<br />nell'ultima mattina?<br />Chi vedrà l'ultima sera?|J.R.R. Tolkien, ''[[Il medioevo e il fantastico]]'', Un vizio segreto|Man cenuva fána<ref>Ne ''Il medioevo e il fantastico'' ''man'' e ''fána'' sono scritti rispettivamente ''men'' e ''fánë'' tuttavia come sottolinea {{cita|Kloczko|p. 155}} sono chiaramente errori di stampa</ref> cirya<br />métima hrestallo círa,<br />i fairi nécë<br />ringa súmaryassë<br />ve maiwi yaimië?<br />Man tiruva fána cirya,<br />wilwarin wilwa,<br />ëar-celumessen<br />rámainen elvië<br />ëar falastala,<br />winga hlápula<br />rámar sisílala,<br />cálë fifírula?<br />Man hlaruva rávëa súrë<br />ve tauri lillassië,<br />ninqui carcar yarra<br />isilmë ilcalassë,<br />isilmë pícalassë,<br />isilmë lantalassë<br />ve loicolícuma;<br />raumo nurrua,<br />undumë rúma?<br />Man cenuva lumbor ahosta<br />Menel acúna<br />ruxal'ambonnar,<br />ëar amortala,<br />undumë hácala,<br />enwina lúmë<br />
*'''mat-''' "mangiare" → ma'''ntë'''
elenillor pella<br />talta-taltala<br />atalantië mindonnar?<br />Man tiruva rácina cirya<br />ondolissë mornë<br />nu fanyarë rúcina,<br />anar púrëa tihta<br />axor ilcalannar<br />métim' auressë?<br />Man cenuva métim' andúnë? |lingua=art|lingua2=it}}
*'''hat-''' "rompere" → ha'''ntë'''
*'''tac-''' "attaccare" → ta'''ncë'''
*'''pequ-''' "pettinare" → pe'''nquë'''
 
=== Il canto di ''Fíriel'' ===
Se finiscono in '''-p''', '''np''' muta in '''mp'''
Scritto nel [[1940]] in un quenya non ancora maturo, ancora chiamato ''qenya''. Questo testo (cantato da [[Fíriel]], figlia del [[Re di Gondor]] [[Ondoher]]) è uno dei rari esempi di scritti nel cosiddetto ''Tardo qenya'' o ''quenya quasi maturo''.
 
{{Citazione|Il Padre creò il Mondo per Elfi e Mortali<br />e lo diede nelle mani dei Signori. Essi stanno all'Occidente.<br />Essi sono santi, benedetti, e amati: salvo quello oscuro.<br />Egli è caduto. Melkor se ne è andato dalla Terra: ciò è bene.<br />Per gli Elfi essi crearono la Luna, ma per gli Uomini il Sole rosso;<br />che sono belli. A tutti essi diedero in giusta misura i doni<br />di Ilúvatar. Il Mondo è leggiadro, il cielo, i mari,<br />la terra, e tutto ciò che è in essi. Incantevole è Númenor.<br />Ma il mio cuore non riposerà qui per sempre,<br />perché qui è l'epilogo, e vi sarà una fine e l'Estinzione,<br />quando tutto è valutato, e tutto infine enumerato,<br />ma ancora non sarà sufficiente, non sufficiente.<br />Che mi darà il Padre, O Padre,<br />in quel giorno oltre la fine quando il mio Sole cadrà?|J.R.R. Tolkien, ''[[The Lost Road and Other Writings]]'', p. 72|Ilu Ilúvatar en káre eldain a fírimoin<br />ar antaróta mannar Valion: númessier.<br />Toi aina, mána, meldielto - enga morion:<br />talantie. Melko Mardello lende: márie.<br />En kárielto eldain Isil, hildin Úr-anar.<br />Toi írimar. Ilyain antalto annar lestanen<br />Ilúvatáren. Ilu vanya, fanya, eari,<br />i-mar, ar ilqa ímen. Írima ye Númenor.<br />Nan úye sére indo-ninya símen, ullume;<br />ten sí ye tyelma, yéva tyel ar i narqelion,<br />íre ilqa yéva nótina, hostainiéva, yallume:<br />ananta úva táre fárea, ufárea!<br />Man táre antáva nin Ilúvatar, Ilúvatar,<br />enyáre tar i tyel, íre Anarinya qeluva?|lingua=art|lingua2=it}}
*'''top-''' "coprire" → to'''mpë'''
 
==== Versione del testo in quenya maturo ====
Stessa cosa vale per '''nl''' che muta in '''ll'''
[[File:Eagle and Child (interior).jpg|thumb|L'interno del pub Eagle and Child, sede degli [[Inklings]], gruppo di discussione letteraria fondato fra gli altri da Tolkien, [[Clive Steples Lewis|Lewis]], [[Hugo Dyson]] e [[Charles Williams]]. In questo luogo Tolkien discuteva delle sue opere con gli altri docenti dell'[[Università di Oxford]].]]
 
Questa invece è la versione in quenya "maturo" tradotta da Helge Fauskanger.<ref>{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/firiel.htm|titolo=Canto di Fíriel - Ammodernamento del Canto|autore=Helge Fauskanger|autore2=Gianluca Comastri|accesso=11 febbraio 2012}}</ref>
*'''wil-''' "volare" → wi'''llë'''
{{Citazione|Ilu Ilúvatar carnë Eldain ar Fírimain<br />ar antanéros mannar Valaron: ëantë Númessë.<br />Nantë ainë, mánë ar meldë - hequa morion:<br />alantiéro. Melkor Mardello lendë: nás mára.<br />Carnentë Eldain Isil, Hildoin Úr-anar,<br />i nar írimë. Ilyain antanentë lestanen i annar<br />Ilúvataro. Ilu ná vanya, fanya, ëari,<br />i cemen, ar ilya i ëa tessen. Írima ná Númenor.<br />Nan lá ëa sére indonyan sinomë tennoio,<br />an sinomë ëa tyelma, ar euva metta ar i narquelië,<br />írë ilya nauva nótina, ar ilya hostaina, i mettassë:<br />ananta úva tárë fárëa, úfárëa!<br />Mana tárë antuva nin Ilúvatar, Ilúvatar<br />enyárë i metta pella, írë Anarinya queluva?|Ammodernamento di Helge Fauskanger}}
 
=== Altri testi redatti da Tolkien ===
Infine vi è un ultimo gruppo di verbi in inversione nasale. Essi presentano nel Quenya della Terza Era come terminazione '''–r''', derivata da una '''–d''' che ricompare nella formazione del passato. In Quenya moderno infatti la d deve per forza trovarsi combinata con altre consonanti altrimenti tende a mutare in '''–r'''. Appartengono a questo gruppo:
 
Tolkien tradusse anche alcune preghiere cattoliche, tra le quali l'[[Ave Maria]], il [[Padre Nostro]], il [[Sub tuum praesidium]] e l'apertura del [[Gloria in excelsis Deo]], per la maggior parte scritte negli [[Anni 1950|anni cinquanta]].<ref>''Vinyar Tengwar'' 43, gennaio 2002, Ave Maria, Padre Nostro e Sub tum praesidium</ref><ref>''Vinyar Tengwar'' 44, Gennaio 2002, Gloria in excelsis Deo</ref>
*'''har-''' "sedere" → ha'''ndë'''
Inoltre sono molti i frammenti in "qenya" e in "quenya" ritrovati tra i vari manoscritti di Tolkien che mostrano facilmente le grandi differenze tra i vari "stadi" evolutivi del quenya.<ref>{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/corpus.htm|titolo=Il Corpus quenya|autore=Helge Fauskanger|autore2=Gianluca Comastri|accesso=9 febbraio 2012}}</ref>
*'''hyar-''' "arare" → hya'''ndë'''
*'''nir-''' "premere" → ni'''ndë'''
*'''quir-''' "muovere, agitare" → qui'''ndë'''
*'''quor-''' "soffocare" → quo'''ndë'''
*'''rar-''' "sbucciare" → ra'''ndë'''
*'''rer-''' "seminare" → re'''ndë'''
*'''ser-''' "riposare" → se'''ndë'''
*'''sir-''' "scorrere, fluire" → si'''ndë'''
 
==== ''Aia Maria'' e ''Átaremma'' ====
I verbi radicali in –v e –s non aggiungono la desinenza –në bensì la sola –ë con l’allungamento di compenso della vocale centrale:
[[File:Arda.Tengwar.svg|thumb|upright|La parola "[[Arda (Terra di Mezzo)|Arda]]" scritta in lettere tengwar. Il primo ''tengwa'' è un portatore breve sormontato dal ''tehtar'' rappresentante la {{IPA|[a]}}, il secondo invece è un ''Arda'' rappresentante il suono {{IPA|[rd]}} seguito di nuovo dal ''tehtar'' precedente.]]
 
Tolkien scrisse questi due pezzi nei primi anni cinquanta, usando una calligrafia che rimandava a quella anglo-sassone.<ref>In ''Vinyar Tengwar'' 32, ''Carl F. Hostetter'' e ''Patrick Wynne'', presentando le versioni dell'Ave Maria e del Padre Nostro in quenya, sostennero che essendo il Padre Nostro stato per lungo tempo alla base della comparazione linguistica era abbastanza difficile che Tolkien utilizzasse la sua versione elfica all'interno preghiere (nonostante l'amore che aveva per il quenya). Più probabilmente il Glossopoeta volle con queste traduzioni testare la validità del quenya, anche se secondo i più non si rese mai conto completamente delle vere potenzialità raggiunte dalla sua creazione e che quindi, con altrettanta probabilità, scrisse i due testi solo per divertimento. Un punto a favore di questa opinione è il fatto che Tolkien non ha mai pubblicato le due traduzioni (come del resto larga parte del leggendarium, il più delle volte custodito quasi come un "tesoro privato" non destinato alla pubblicazione)</ref>
*'''tuv-''' "trovare" → túv'''ë'''
{{Citazione|Ave Maria piena di grazia,<br />il Signore è con Te.<br />Tu sei Benedetta fra le donne<br />e Benedetto è il frutto del Tuo Seno Gesù.<br />Santa Maria Madre di Dio,<br />prega per noi peccatori<br />adesso e nell'ora della nostra morte.<br />Amen.|J.R.R Tolkien, ''Aia Maria (Ave Maria)'', ''Vinyar Tengwar'' 43|Aia María quanta Eruanno<br />i Héru as Elye·<br />Aistana Elye imíca nísi:<br />ar Aistana i Yáve Mónalyo Yésus:<br />Aire María Eruo Ontaril<br />á hyame rámen úcarindor<br />sí ar lúmesse ya firuvamme:<br />násie:|lingua=art|lingua2=it}}
*'''tyav-''' "gustare" → tyáv'''ë'''
*'''sis-''' "friggere" → sí'''së'''
 
{{Citazione|Padre nostro, Che sei nei cieli,<br />sia santificato il Tuo Nome,<br />venga il Tuo Regno,<br />sia fatta la Tua Volontà come in cielo così in terra.<br />Dacci oggi il nostro pane quotidiano,<br />e rimetti a noi i nostri debiti<br />come noi li rimettiamo ai nostri debitori,<br />e non ci indurre in tentazione,<br />ma liberaci dal male.<br />Amen|J.R.R Tolkien, ''Átaremma (Padre nostro)'', ''Vinyar Tengwar'' 43|Átaremma i ëa han ëa·<br />na aire Esselya<br />Aranielya na tuluva<br />na care Indómelya cemende tambe Erumande:<br />ámen anta síra ilaurëa massamma·<br />ar ámen apsene úcaremmar<br />sív' emme apsenet tien i úcarer emmen.<br />Álame tulya úsahtienna<br />mal áme etelehta ulcullo:<br />násie:|lingua=art|lingua2=it}}
I seguenti verbi possono essere coniugati regolarmente anche se in numerosi casi la –a e la –u cadono e vengono coniugati come se fossero verbi radicali:
 
==== Frammenti di altri testi ====
*'''capa-''' "saltare" → campë (o capanë)
*'''cava-''' "scavare" → cávë (o cavanë)
*'''maca-''' "forgiare" → mancë (o macanë)
*'''lala-''' "negare" → lallë (o lalanë) (da non confondere con lala- "ridere")
*'''naqua-''' "rubare" → nanquë (o naquanë)
*'''hlapu-''' "soffiare" → hlampë (o hlapunë)
*'''lutu-''' "galleggiare, fluttuare" → luntë (o lutunë)
 
Tolkien tradusse altre preghiere nei primi anni cinquanta. Furono in seguito ritrovate in forma di manoscritti e pubblicate tra il [[2002]] e il [[2003]] sulla rivista ''Vinyar Tengwar'' n. 43-44<ref>''Vinyar Tengwar'' 43, 2002</ref><ref>''Vinyar Tengwar'' 44, 2003</ref> frammenti del [[Sub tuum praesidium]] e del [[Gloria in excelsis Deo]].
I seguenti verbi coniugano solo come se fossero verbi radicali:
 
{{Citazione|Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio:<br />non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,<br />ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.|J.R.R Tolkien, ''Ortírielyanna (Sub tuum praesidium)'', ''Vinyar Tengwar'' 43|Ortírielyanna rucimme, Aina Eruontari.<br />Alalye nattira arcandemmar sangiessemman,<br />ono alye eterúna me illume ilya raxellor, alcarin Vénde ar manaquenta.|lingua=art|lingua2=it}}
*'''papa-''' "tremare" → pampë
*'''pata-''' "bussare, dare piccoli colpi" → pantë
 
{{Citazione|Gloria a Dio nell'alto dei cieli, e pace al Suo popolo sulla terra.<br />Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.|J.R.R Tolkien, Apertura e chiusura del Gloria in excelsis Deo, ''Vinyar Tengwar'' 43|Alcar mi tarmenel na Erun ar mi cemen Raine i hinin.<br />Alcar i Ataren ar i Yondon ar i Airefean.|lingua=art|lingua2=it}}
Dei verbi in –wa solo i seguenti si comportano da verbi radicali, pur conservando anche la forma regolare:
 
== Neo-quenya e utilizzi della lingua ==
*'''fawa-''' "forgiare" → fangwë (o fawanë)
Con la morte di Tolkien i testi scritti dall'autore passarono in mano al figlio [[Christopher Tolkien|Christopher]], che ebbe il compito di riordinarli al fine di una loro futura pubblicazione. Tuttavia, anche grazie alla [[Il Signore degli Anelli (serie di film)|trilogia del Signore degli Anelli]] di [[Peter Jackson]], molti linguisti (per il film, videogiochi o altro) si sono cimentati nell'impresa di ampliare le lingue rimaste incomplete, per agevolarne un eventuale utilizzo futuro.<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.elvish.org/gwaith/movie.htm|titolo=Fellowship of the Word-smiths|editore=elvish.org|accesso=18 novembre 2011}}</ref> Il risultato di questo lavoro è spesso definito "neo-quenya". Tuttavia va rilevato che una parte degli scritti di Tolkien è tuttora da esaminare, sicché a tutt'oggi vengono regolarmente pubblicate nuove informazioni sulle lingue e sul ''legendarium'' tolkieniano.<ref name="Tolk"/>
*'''rawa-''' "correre" → rangwë (o rawanë)
 
=== Frasi in quenya presenti nei film ===
I verbi in –ha sono sempre regolari:
Nella trilogia di [[Peter Jackson]] i dialoghi in "elfico" sono per lo più in [[sindarin]] ma non mancano alcune (sebbene poche) frasi in quenya.
 
La prima frase in quenya dei film è il saluto di Elrond poco prima della partenza della Compagnia dell'Anello:<ref>Questo pezzo è stato tagliato nel film ma è presente nel ''Calendario del "Signore degli Anelli", 2002''</ref>
*'''nyeha-''' "piangere" → nyehanë
{{Citazione|Possano i Valar assistervi e proteggervi<br />sulla vostra via sotto il cielo.|''[[Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello]]''|Nai tiruvantel ar varyuvantel i Valar<br />tielyanna nu vilya|lingua=art}}
 
In secondo luogo c'è l'incantesimo pronunciato da [[Saruman]] per ostacolare la compagnia dell'anello sul passo di [[Caradhras]]:
Ci sono altri verbi irregolari non elencati qui.
{{Citazione|Svegliati, crudele cornorosso!<br />Possa il tuo corno tinto di sangue cadere sulle teste nemiche!|''Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello''|Cuiva nwalca carnirassë!<br />Nai yarvaxëa rasselya taltuva ñotto-carinnar!|lingua=art}}
 
La terza frase è detta da [[Gandalf]] davanti alle porte di Moria. Lo stregone dopo aver tentato di aprire il cancello con un incantesimo in [[sindarin]] prova nuovamente con il quenya, ottenendo lo stesso risultato. È molto interessante notare la somiglianza tra le frasi, nelle due lingue, che sebbene abbiano un significato leggermente diverso sono comunque molto utili per constatare la somiglianza anche tra il neo-quenya ed il neo-sindarin.
==== Perfetto ====
Esiste un'altra forma di '''passato''' denominato '''perfetto'''
[[File:76SandfieldRoad.jpg|thumb|right|La casa di Tolkien dal 1953 al 1968, in questo periodo il Quenya era in una fase di piena maturità|300 px]]
Si forma in '''-ië (-ier al plurale)''' più l'aumento (uguale alla vocale centrale) e l'allungamento
 
{{Citazione|Cancello degli Elfi ascolta la mia parola, Soglia dei Nani!|David Salo, ''Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello'' |Ando Eldarinwa a lasta quettanya, Fenda Casarinwa!|lingua=art}}
*'''mat-''' "mangiare": '''a'''m''' á'''t'''ië'''
*'''tec'''- "scrivere": '''e'''t'''é'''c'''ië'''
*'''not-''' "contare": '''o'''n'''ó'''t'''ië'''
 
{{Citazione|Cancello degli Elfi apriti ora per me. Porta dei Nani ascolta la parola della mia lingua.|David Salo, testo in sindarin, ''Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello''|Annon Edhellen edro hi ammen. Fennas Nogothrim lasto beth lammen.|lingua=art}}
I verbi in '''-a''' in '''-u''' perdono la loro vocale finale prima di aggiungere '''-ië''':
 
L'ultima "parola" in quenya è pronunciata da [[Galadriel]] ad [[Aragorn]] alla partenza da [[Lothlórien]], tra le varie parole in Sindarin si sente anche il famoso saluto ''Námarië!'' "Addio!".
*'''mapa-''' "prendere": amáp'''ië'''
*'''palu-''' "diffondersi": apál'''ië'''
 
Nel prologo del primo film appare anche l'incisione sulla lama di [[Narsil]] in tengwar: [[File:Tengnar.png|350px]]
I verbi in '''-ya''' perdono entrambe le due lettere finali:
 
{{Citazione|Narsil è il mio nome, spada potente, Telchar mi fece a Nogrod|David Salo, ''Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello''<ref>Tolkien scrisse anche che la spada portava incise delle rune senza tuttavia mai rivelarle, {{Cita|''Il Signore degli Anelli''|''La Compagnia dell'Anello'', Libro II, Capitolo III, p. 349}}. La frase, scritta in lettere tengwar è dunque un'invenzione degli autori del film</ref>|Narsil essenya, macil meletya, telchar carnéron navrotessë|lingua=art}}
*'''hanya-''' "capire": ahánië
*'''tulya-''' "guidare, giungere": utúlië
 
Invece per il [[Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re|terzo film]] fu fatta anche l'incisione per [[Andúril]], ovvero la spada forgiata dai frammenti di Narsil per [[Aragorn]].
I verbi che hanno la vocale centrale che non può essere allungata non l’allungano:
Per coerenza con gli scritti di Tolkien, l'iscrizione questa volta è in [[cirth]]: [[File:Scritta in cirth.jpeg|335px]]
 
{{Citazione|Sono Anduril che era Narsil, la spada di Elendil.<br />Lasciate che gli schiavi di Mordor fuggano da me. Luna|David Salo, ''[[Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re]]''|Nányë Andúril i né Narsil i macil Elendilo.<br />Lercuvanten i móli Mordórëo. Isil|lingua=art}}
*'''menta-''' "inviare": '''e'''ment'''ië'''
*'''nasta-''' "pungere": '''a'''nast'''ië'''
*'''nurru-''' "lamentarsi": '''u'''nurr'''ië'''
 
Molti sono invece i testi quenya scritti per accompagnare le musiche de [[Il Signore degli Anelli|Il Signore degli Anelli (trilogia)]], poi però utilizzati solo in maniera frammentaria da [[Howard Shore]].
Quando la vocale centrale è lunga all’inizio del verbo si mette la sua corrispondente breve:
 
{{Citazione|L'albero è spoglio, anche la fontana.<br />Dove vai, tu, Boromir?<br />Noi sentiamo la tua chiamata ma non riusciamo a trovarti.<br />L'oscurità è scesa sopra la valla del Pelennor<br />Dov'è ora il sole?|Testo di Philippa Boyens, traduzione in quenya di David Salo, dalla traccia 3.6 "La morte di Boromir" (The Departure of Boromir)|I alda helda, i ehtele lína.<br />Manna lelyalye Voromírë?<br />Cánalya hlarula la hirimmel.<br />Fuinë lanta Pelendoro nandesse<br />Sí massë i Anar?|lingua=art}}
*'''móta-''' "lavorare": '''o'''mót'''ië'''
 
{{Citazione|O, [[Olórin]] che nel tempo passato<br />I signori d'occidente ti han inviato a proteggere le terre d'oriente<br />Dei Maiar il più saggio<br />Perché ti allontani da un paese che hai amato?|Testo di Philippa Boyens, traduzione in quenya di David Salo, dalla traccia 3.2 "Caras Galadhon"|A Olórin i yáresse<br />Mentaner i Númeherui tírien i Rómenóri<br />Maiaron i Oiosaila<br />Manan elye etevanne nórie i melanelye?|lingua=art}}
Quando la vocale centrale è composta da un dittongo, all’inizio del verbo si mette solo il
primo membro di tale dittongo:
 
{{Citazione|Io avverto l'oscuro signore<br />Comprendo la sua mente<br />Sempre brancolo per vedere i miei pensieri<br />ma ancora...<br />la porta è chiusa!<br />Ecco la luce!<br />Nenya è questo anello, infrangibile<br />che io possiedo.|Testo di Philippa Boyens, traduzione in quenya di David Salo, dalla traccia 3.2 “Caras Galadhon |Cenin i Herumor<br />Sámarya hanyenye<br />Oio mahta-mahtala cenien sanwenya<br />Ananta...<br />Pahta i ando!<br />Ela i cále!<br />Nenya sina corma úhátima<br />I haryanye|lingua=art}}
*'''hauta-''' "fermare": '''a'''haut'''ië'''
*'''poita-''' "pulire, purificare": '''o'''opoit'''ië'''
*'''vaita-''' "avvolgere": '''a'''vait'''ië'''
 
Nel film ''[[Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato]]'' di quenya c'è solo la preghiera di [[Radagast]] il bruno (personaggio nel libro, da cui è tratta la pellicola, solo nominato) nell'atto di liberare il [[Erinaceinae|riccio]] Sebastian dalla maledizione della [[Sauron|Nera Ombra]] diffusasi poco prima nel [[Bosco Atro]].
Quando il verbo inizia per vocale non subisce alcun aumento e quindi non si aggiunge
alcuna vocale al suo inizio:
 
{{Citazione|Cementari amica degli esseri viventi<br />Ora ascolta le parole della (mia) voce<br />Libera la creatura dalla maledizione<br />Sia la sua vita rinnovata|David Salo, ''[[Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato]]''|Cementari celvameldë<br />Sí a hlarë ómaquettar<br />Lerya laman naiquentallo<br />Na coilerya envinyanta|lingua=art}}
*'''anta-''' "dare": ant'''ië'''
*'''allu-''' "lavare": all'''ië'''
*'''urya-''' "bruciare": úr'''ië'''
 
Ne ''[[Lo Hobbit - La desolazione di Smaug]]'' il materiale linguistico in [[sindarin]] supera di molto quello in quenya. In particolare solo l'incantesimo pronunciato da [[Gandalf]] a [[Dol Guldur]] nell'atto di rivelare le forze maligne lì annidate è in questa lingua.
Esistono molte forme irregolari, per lo più legate ai gruppi consonantici o all'aumento vocalico
 
{{Citazione|Nessun male può celarsi qui...<br />Io gli comando di venire fuori!<br />Io gli ordino di mostrarsi!|David Salo, ''[[Lo Hobbit - La desolazione di Smaug]]''|Cé ná ulco sís nurtaina...<br />I ettuluvas caninyë!<br />Cánin i sá tanuvaxe!|lingua=art}}
==== Il Futuro ====
{| class="wikitable"
|-
! Classe verbale !! '''Verbi radicali''' !! '''Verbi in -a''' !! '''Verbi in -u'''
|-
| Radice || hir- || hauta- || allu-
|-
| Significato || trovare || fermare || lavare
|-
| Singolare || hiruva || hautuva || allùva
|-
| Plurale || hiruvar || hautavar || allùvar
|-
|}
 
=== Scritti di altri autori in neo-quenya ===
==== L'infinito ====
Tra gli autori che, dopo la morte di Tolkien, si sono cimentati nell'impresa di ampliare il quenya o di utilizzarlo per scrivere nuovi testi, vanno ricordati David Salo, Carl F. Hostetter, Vicente Valasco, Ales Bican e Helge Fauskanger.<ref>Tutti i testi redatti in neo-quenya sono su {{cita web|lingua=en|url=http://www.elvish.org/elm/others.html|editore=elvish.org|titolo=Other Compositions|accesso=18 novembre 2011}}</ref> Qui, tra le molte composizioni e traduzioni composte dalla morte di Tolkien ai nostri giorni, se ne trovano alcune che fungano da esempio di come la lingua sia sopravvissuta al suo autore, mutando ma rimanendo sempre fedele a sé stessa.{{Citazione|Dalla mia dimora alla strada<br />cammino in un freddo giorno d'inverno,<br />sotto ombrosi cieli grigi,<br />il sole celato dalle nuvole.|Vicente Valasco, prime strofe del ''Hríveressë''|Et marinyallo mallenna<br />vantan hríveressë helka,<br />nu fanyarë fuinehiswa,<br />lumboinen Naira nurtaina.|lingua=art|lingua2=it}}
L'infinito in Quenya si usa per specificare o completare il significato di un verbo reggente.
 
In questo testo lo scrittore ha deciso di mutare la grafia più comune del quenya, cambiando le ''c'' in ''k'', nonostante Tolkien stesso avesse fatto la scelta opposta. La forma ''marinyallo'', "alti saloni, dimora", non è da considerarsi sicura: essendo un vocabolo ricostruito, potrebbe anche essere ''mardinyallo'' o ''oromardi''. Infine ''nurtaina'' è il participio passato del verbo ''nurta-'' "celare" (cfr. ''nurtalë'', "occultamento").<ref>{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/hriver.htm|editore=elvish.org|titolo=Hríveressë|autore=Helge Fauskanger|autore2=Vicente Valasco|accesso=19 novembre 2011}}</ref>
L'infinito dei verbi in '''-a''' è uguale alla forma radice:
 
Altri esempi di opere tradotte in neo-quenya sono: il primo e il secondo capitolo della [[Genesi]], l'[[Apocalisse di Giovanni|Apocalisse]], i primi cinque capitoli del [[Vangelo secondo Matteo]], l'intero Valaquenta e altri testi tolkieniani e non, alcuni anche traslitterati in tengwar.<ref>{{cita web|url=http://www.elvish.org/gwaith/language1.htm#quenpoetry|titolo=Gwaith-i-Phethdain |accesso=4 febbraio 2012}}</ref><ref>{{cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/yessesse.htm|titolo=I Yessessë ''Il Primo Capitolo del Genesi in quenya''|autore=Helge Fauskanger|autore2=Gianluca Comastri|accesso=6 febbraio 2012}}</ref>
*'''linda-''' "cantare" → linda
 
{{Citazione|Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,<br />sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,<br />nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,<br />uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra,<br />nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.<br />Un Anello per domarli, un Anello per trovarli,<br />un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli.<br />Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende.|Maciej Garbowski, ''[[Poesia dell'Anello]]''|Neldë Cormar Eldaron Aranen nu i vilya,<br />Otso Heruin Naucoron ondeva mardentassen,<br />Nertë Firimë Nérin yar i Nuron martyar,<br />Minë i Morë Herun morna halmaryassë<br />Mornórëo Nóressë yassë i Fuini caitar.<br />Minë Corma turië të ilyë, Minë Corma hirië të,<br />Minë Corma hostië të ilyë ar mordossë nutië të.<br />Mornórëo Nóressë yassë i Fuini caitar.|lingua=art|lingua2=it}}
L'infinito dei verbi in '''-u''' si forma cambiando la '''-u''' in '''-o''':
 
{{Citazione|In principio Dio creò i Cieli e la Terra<br />La Terra era vuota e deserta, e vi era la tenebra sopra l'abisso,<br />ma lo Spirito di Dio si librava sulle acque.<br />E Dio disse, "Sia la luce!" E la luce fu.<br />Dio vide che la luce era buona, e separò la luce dalle tenebre.<br />E Dio chiamò la luce Giorno, e la tenebra Notte.<br />E fu sera e fu mattina, primo giorno.|Helge Fauskanger, ''I Yessessë'', prime cinque strofe della ''Genesi''|I yessessë Eru ontanë Menel ar Cemen.<br />Cemen né cumna ar lusta, ar ëanë mornië or i undumë,<br />nan Eruo Súlë willë or i neni.<br />Ar equë Eru: "Eä cálë!" Ar ëanë cálë.<br />Eru cennë i cálë né mára, ar Eru ciltanë i cálë i morniello.<br />Ar Eru estanë i cálë Aurë, ar i mornië estanéro Lómë.<br />Ar ëanë sinyë, ar ëanë arin, i minya aurë.|lingua=art|lingua2=it}}
*'''palu-''' "diffondersi" → pal'''o'''
 
L’infinito dei verbi radicali si forma aggiungendo una –ë alla radice:
 
*'''quet-''' "dire, parlare" → quet'''ë'''
 
==== L'infinito esteso ====
È una particolare forma di infinito che si impiega quando l’infinito abbia un complemento
oggetto che si esprime con un pronome personale enclitico.
 
*'''i mól veryanë cenë i aran ar i tári''' → ''"lo schiavo osò guardare il re e la regina"''
*'''i mól veryanë cenitat''' → ''"lo schiavo osò guardarli"''
 
==== L'infinito passivo ====
Si impiega per esprimere l’infinito in una frase passiva:
 
*'''i naucor polir matë i apsa''' → ''"i nani possono mangiare il cibo"''
*'''i apsa polë amatë i naucoinen''' → ''“il cibo può essere mangiato dai nani”''
 
Si forma con il prefisso '''a-'''. Se il verbo inizia per vocale, il prefisso è separato dal verbo da un trattino.
 
Nelle irregolarità date dall'aggiunta del prefisso si vedano quelle già riscontrate nel perfetto.
 
==== Il participio presente ====
Il '''participio presente''' ricorda quello latino e greco in quanto può avere valore di aggettivo, di sostantivo o come verbo di una subordinata
 
Nei '''verbi radicali''' si forma allungando la vocale centrale e aggiungendo il prefisso '''-ala'''
 
*'''tir-''' "guardare" → t'''í'''r'''ala''' "guardante"
 
Nei verbi in '''-a''' e '''-u''' si forma nello stesso modo solo che aggiungendo (invece di '''-ala''') '''-la'''
 
*'''mapa-''' "prendere" → m'''á'''pa'''la''' "prendente"
 
==== Il participio passato ====
È usato in Quenya come aggettivo per dare ai verbi transitivi valore di participio passivo. Insieme al verbo essere crea la forma passiva.
 
*'''i atani harnainë "gli uomini riuniti"''' → i atani nar harnainë “gli uomini sono riuniti”
*'''i ondo ortaina "la pietra sollevata"''' → i ondo ná ortaina “la pietra è sollevata”
 
Si forma nei '''verbi radicali''' in '''-r''', '''-m''', '''-n''' aggiungendo '''-na''' e allungando la vocale centrale
 
*'''tir-''' "guardare" → t'''í'''r'''na''' "guardato"
 
Si forma nei '''verbi radicali''' in '''-c''', '''-p''', '''-t''', '''-v''', '''-s ''' aggiungendo '''-ina''' e allungando la vocale centrale.
 
*'''not-''' "contare" → n'''ó'''t'''ina''' "contato"
 
Nei verbi in '''-a''' e in '''-u''' aggiungendo '''-ina'''. Forma sempre dittongo
 
*'''anta-''' "dare" → anta'''ina''' "dato"
 
I verbi in '''-l''' hanno come desinenza '''–da''':
'''mel-''' "amare" → mel'''da''' "amato"
 
==== Il gerundio <ref>Racconti incompiuti, pag. 422-423, John Ronald Reuel Tolkien, Bompiani , Milano, 2008</ref>====
Il gerundio Quenya non corrisponde assolutamente al gerundio italiano. Indica piuttosto quello
che in italiano è svolto '''dall’infinito sostantivato:'''
*'''harië malta úva carë nér anwavë alya''' → "l’avere oro non fa l’uomo veramente ricco"
*'''matië ná i analta alessë ilyë Naucoron''' → "mangiare è la più grande gioia di tutti i nani"
Un gerundio può ovviamente reggere un complemento oggetto:
*'''hirië harma caruva nér alya''' → "il trovare un tesoro renderà un uomo ricco"
 
===== con [[complemento di termine]] =====
*antië malta i aranen ná lai manë → "dare oro al re è molto buono"
'''Il gerundio può anche fungere da complemento oggetto:'''
*'''melin tirië aiwi''' → "adoro guardare gli uccelli"
La differenza tra il gerundio e l’infinito Quenya si può identificare in italiano con il fatto
che in italiano l’infinito sostantivato al quale il gerundio corrisponde può essere sempre
preceduto dall’articolo, mentre l’infinito regolare no (è impossibile dire “io so il parlare”,
mentre è possibilissimo dire “adoro il guardare gli uccelli”)
 
La desinenza del gerundio è '''–ië'''.
 
I verbi radicali semplicemente aggiungono tale desinenza alla loro radice verbale:
 
'''quet-''' "dire, parlare" → quet'''ië'''
 
I verbi in '''–a''' e in '''–u''' perdono la loro vocale finale prima di aggiungere la desinenza del
gerundio:
 
*'''orta-''' "stare in piedi, alzarsi" → ort'''ië'''
*'''naina-''' "lamentarsi" → nain'''ië'''
 
===== Casi del gerundio =====
Il gerundio può declinare in tre casi: genitivo, dativo e strumentale:
*'''-Gentivo:''' indica una specificazione del sostantivo.
*'''Dativo:'''indica il fine per cui si compie qualcosa.
*'''Strumentale:''' indica il modo in cui si compie qualcosa. Il gerundio strumentale
corrisponde al gerundio italiano, derivato dal dativo del gerdundio latino.
 
==== L'imperativo ====
L'imperativo serve per esprimere un comando.
 
La forma arcaica si serve della desinenza '''-a''' ma tale è applicabile solo ai verbi radicali.
 
*'''tira!''' "guarda!"
 
L'imperativo regolare si serve invece di una particella esterna à prima del verbo all'infinito.
 
*'''á tirë!''' "guarda"
*'''á vala!''' "comanda!"
 
Se la vocale centrale del verbo è lunga o è formata da un dittongo o a essa segue un dittongo consonantico (eccetto '''ry, '''ly''', '''ny''' e '''ty''') la particella a diviene corta.
 
*'''a caima!''' "sta giù!"
*'''a móta!''' "lavora!"
*'''a linda!''' "canta!"
 
'''L'imperativo negativo''' si forma invece che con à (o a) con avà che puù essere anche un imperativo da solo con valore di '''''"non farlo!"'''''
 
===== L’imperativo con i pronomi personali =====
L’imperaivo può reggere dei pronomi personali con valore di soggetto, complemento,
oggetto o complemento di termine:
 
===== I pronomi soggetto =====
Non molto frequenti, indicano a chi si rivolge il comando.
Le desinenze sono '''–t''' per il singolare e '''–l''' per il plurale:
 
*'''a lindat!''' "canta tu!"
*'''a lindal!''' "cantate voi!"
 
Con i verbi primitivi la '''-e-''' dell’infinito è sostituita da una -i- prima di aggiungere i
pronomi personali:
 
*'''á tirë!''' "guarda!"
*'''á tirit!''' “guarda tu!”
*'''á tiril!''' “guardate voi!"
 
I pronomi soggetto si possono impiegare anche all’imperativo negativo:
 
*'''áva tulë!''' "non venire!"
*'''áva tulit!''' “non venire tu!”
*'''áva tulil!''' "non venite voi!"
 
===== I pronomi complemento oggetto =====
Per indicare il complemento oggetto di un imperativo si usa il nominativo/accusativo dei
 
pronomi personali indipendenti:
 
*'''a laita te!''' "benediteli!"
*'''átirë nyë!''' "guardami!"
 
Si preferisce però attaccare il pronome enclitico alla particella '''á''' (in questo caso non si usa
mai a):
 
*'''átë laita! "benediteli!"
*'''ányë tirë! "guardami!"
 
Anche con l’imperativo negativo entrambe le forme sono possibili (anche se quella con il
pronome enclitico è preferibile):
 
*'''ávamë tirë!''' "non guardarci!"
*'''áva tirë me!''' "non guardarci!"
 
===== I pronomi al dativo =====
Per esprimere il complemento di termine e di interesse si usa ovviamente il pronome
personale al dativo:
 
*'''ámen linda'''! "canta per noi!"
 
Quando il verbo regge sia un complemento oggetto che un dativo uno dei due si attacca
alla particella e per l’altro si usa il pronome personale indipendente:
 
*'''ánin carë ta!''' "fallo per me!"
*'''áta carë nin!''' "fallo per me!"
*'''ánin anta ta!''' "dammelo!"
*'''áta anta nin!''' "dammelo!"
 
==== La forma negativa ====
Il Quenya ha due modi per costruire la forma negativa:
 
Quando la frase contiene un verbo all’indicativo senza complemento oggetto espresso
con pronome enclitico oppure un verbo modale reggente l’infinito, la negazione si forma
con il verbo '''um-''' “non essere”
 
===== Coniugazione di um-: =====
*Presente: '''úma (úman, úmas, ...)'''
*Aoristo:''' umë (umin, umis, ...)'''
*Passato: '''úmë (úmen, úmes, ...)'''
*Perfetto: '''úmië (úmien, úmies, ...)'''
*Futuro: '''úva (úvan, úvas, ...)'''
 
Negli altri casi si usa la particella '''lá'''.
 
*'''i harma halyaina''' "il tesoro nascosto" → i harma '''lá''' halyaina "il tesoro non nascosto"
*'''ánin carë ta!''' "fallo per me!" → '''là''' ánin carë ta! "non farlo per me!"
 
Il verbo '''ùm-''' si usa anche per esprimere la forma negativa del verbo '''nà''' "essere"
 
*'''i aran ná taura''' "il re è potente" → i aran '''umë''' taura "il re non è potente"
 
Per la negazione degli altri verbi um- segue la coniugazione del verbo principale nella frase non negativa, in quella negativa il verbo principale invece va all'infinito.
 
*'''cennen i aldá''' "ho visto l’albero" → '''úmen''' '''cenë''' i aldá "non ho visto l’albero"
 
Per i verbi modali si impiegano due infiniti ('''um-''' all'infinito più il verbo principale)
 
*'''i híni polir capa''' "i figli possono saltare" → i híni '''umir polë''' capa "i figli non possonosaltare"
 
Se un verbo '''a un pronome in forma enclitica all'accusativo''' la negazione è sempre '''là'''
 
*'''hirnenyes''' "l’ho trovato" → '''lá''' hirnenyes "non l’ho trovato"
 
==== Il verbo essere ====
In Quenya il verbo essere può essere espresso in due modo: o con '''ná''' o con '''ëa'''
 
'''Nà''' si può usare in due modi
#per connettere due nomi:
#:'''sambë sina ná caimasan''' "questa stanza è una camera da letto"
#Per formare il predicato nominale:
#:'''sambi sinë nar pityë''' "queste stanze sono piccole"
 
'''ëa''' invece si usa con in valore di: "esistere, stare o trovarsi"
 
'''i harma ëa i sambessë''' "il tesoro è nella stanza/sta nella stanza/si trova nella stanza"
'''ëan tauressë''' "io sono nel bosco"
 
*O per tradurre '''c'é''' o al plurale (ëar) '''ci sono'''
 
'''ëa elda as quinga''' "c’è un elfo con un arco"
'''ëar narmor i ostossë''' "ci sono lupi nella città"
 
Entrambi i verbi difettano del perfetto ed hanno Aoristo e Presente uguali:
 
===== Il verbo ''ná'' =====
*Presente/Aoristo: '''ná''' (singolare), plurale '''nar'''. La vocale si abbrevia nelle forme con pronomi enclitici, oltre che nel plurale.
*Passato: '''né''' (singolare), plurale '''ner'''. La vocale si abbrevia nelle forme con pronomi enclitici, oltre che al plurale.
*Futuro: '''nauva''' (singolare), plurale '''nauvar'''.
*L’imperativo è '''ána'''.
 
===== Il verbo ''ëa'' =====
*Presente/Aoristo: '''ëa''' (singolare), plurale '''ëar'''.
*Passato: '''engë''' (singolare), plurale '''enger'''.
*Futuro: '''ëuva''' (singolare), plurale '''ëuvar'''.
*L’imperativo è '''ëa'''.
*Il verbo '''ëa''' presenta anche un participio presente, '''eala''':
'''i ostor ëala''' "le città che sono/che esistono"
 
==== I verbi impersonali ====
Sono verbi che non hanno un soggetto. Come in italiano appartengono a questa categoria i
verbi che indicano condizioni meteorologiche:
*'''lipta''' "gocciola"
*'''uquë''' "piove"
*'''fauta''' "nevica"
*'''hilca''' "gela"
Altri verbi impersonali, non avendo il soggetto, esprimono chi interessa l’azione con il dativo.
Nella traduzione in italiano questo può rimanere tale, oppure se il verbo è impersonale
anche in italiano, trasformarsi in un complemento di termine:
 
*'''marta-''' "succedere, accadere" → '''marta sen''' "succede a lei"
*'''mauya-''' "obbligare" → '''mauya nin''' "sono obbligato"
*'''naya-''' "affliggere, attristare" → '''naya son''' "sono triste"
*'''onga-''' "addolorare" → '''onga men''' "siamo addolorati"
*'''vilda-''' "importare" → '''vilda len''' "ci importa"
 
==== I verbi causativi ====
Nascono dall’aggiunta del suffisso '''–ta''' ad un aggettivo e indicano l’idea di “diventare,
rendere ...” :
 
*'''alya''' "ricco" → alya'''ta-''' "diventare ricco"
 
Gli aggettivi terminanti in '''-ë''' cambiano quest'ultima in '''i''' prima di aggiungere la desinenza
 
*'''airë''' "santo" → airi'''ta-''' "diventare santo, rendere santo, santificare"
*'''ninquë''' "bianco" → ninqui'''ta-''' "diventare bianco, rendere bianco"
 
==== Il verbo equë ====
Il verbo '''quet-''' significa '''“dire”''' se il destinatario è espresso '''al dativo''', e '''“parlare”''' quando
esso è espresso '''in allativo'''.
Con il discorso diretto ed indiretto si preferisce però usare il verbo '''equë'''.
Questo verbo presenta un’unica forma valida per tutti i numeri e tutti i tempi. Si può usare
però solo quando il soggetto è un nome proprio di persona oppure un pronome personale
(non si può usare con i nomi comuni quali “il padre”, “il re”, ecc. per i quali si impiega
quet-).
 
==== Il verbo auta ====
[[File:FEANOR AND FINGOLFIN.jpg|thumb|right|Fëanor e Fingolfin|250 px]]
Questo verbo può avere tre coniugazioni a seconda del suo significato.
*'''Morire''' unicamente nella forma passata '''"anwë"''' in documenti ufficiali.
*'''i aran anwë''' "il re morì" o "il re è morto"
*'''Andarsene''', '''partire''' solamente se seguito da un allativo indicante moto a luogo.
 
===== La coniugazione è: =====
*Passato: '''oantë'''
*Perfetto: '''oantië'''
*Infinito: '''auta'''
*Participio passato: '''autaina'''
 
*'''Passare''', '''sparire''', '''lasciare'''
 
*'''yéni avánier''' "gli anni sono passati"
*'''i seldo vánë''' "il ragazzo scomparve, partì"
 
Al participio passato ha anche valore di '''perduto'''.
 
*'''a corma ná vanwa''' "l'anello è perduto"
 
===== La coniugazione è: =====
*Passato: '''vánë'''
*Perfetto: '''avánië'''
*Infinito: '''vanwë'''
*Participio passato:'''vanwa'''
 
==Sintassi ==
===La forma passiva===
La [[diatesi passiva|forma passiva]] in Quenya si forma tramite il verbo '''ná''' "essere".
 
*i coa '''né''' carna "la casa fu costruita/è stata costruita"
*i coa '''nauva''' carna "la casa sarà costruità"
 
Esiste anche una forma attiva passivante incerta ripresa dalle [[Lingue baltofinniche]] (come il [[Lingua finlandese|finlandese]] (corrispondente a '''quen''' "qualcuno".
 
*'''quen''' cára i coa “qualcuno sta costruendo una casa”, meglio di “una casa sta venendo
costruita”.
 
Il complemento d'agente è espresso dal caso '''[[strumentale]]'''
 
*i elda tencë i parma "l’elfo scrisse il libro"
*''i parma né técina '''i eldanen''''' "il libro fu scritto dall’elfo"
 
La forma passiva è applicabile anche al participio passato in funzione aggettivale.
 
===Il costrutto ottativo===
Il costrutto [[ottativo]] si utilizza per esprimere un desiderio (realizzabile), un augurio o una speranza.
Si forma mettendo a inizio frase la particella '''nai''' e il verbo al futuro.
 
*'''nai hiruvalyes''' "possa tu trovarlo" o "spero che tu possa trovarlo" o "vorrei che tu lo trovassi"
*''hiruvan i malta'' "io troverò l’oro" → '''''nai hiruvan''' i malta'' "spero di trovare l’oro o "che io
possa trovare l’oro".
 
Esiste anche un costrutto ottativo volto alla possibilità apparente, introdotto dalla particella '''cé''' "forse" più il futuro.
 
*'''cé caruvantes''' "forse lo faranno"
 
===Il costrutto ipotetico e condizionale===
Non esistendo in Quenya né [[congiuntivo]] né [[condizionale]], le due forme si costruiscono con l'[[indicativo]] sia nella reggente che nella subordinata.
Se la proposizione descrive un evento sicuro si utilizza la congiunzione '''írë''' "quando".
 
*'''''írë''' ceninyel, nan alassë'' "quando ti vedo sono felice"
*'''''írë''' ceninyel, nen alassë'' “quando ti vedevo ero felice”
*'''''írë''' ceninyel, nauvan alassë'' “quando ti vedrò, sarò felice”
 
Quando la proposizione indica un avvenimento che non è certo, si usa come congiunzione
'''mai''' o '''ai''' "se"
 
*'''''mai''' ceninyel'', nán alassë "se ti vedessi, sarei felice"
*'''''mai''' cenneyel'', nen alassë “se ti avessi visto, sarei stato felice”
*'''''mai''' cenuvayel'', nauvan alassë “se ti avrò visto sarò felice”
 
Si possono mettere alla fine della proposizione reggente le particelle '''nai''' e '''cé''' per esprimere
dubbio o probabilità.
 
*''írë ëar lumbor, liptuva '''nai''''' "quando ci saranno (sono) nuvole, certamente pioverà"
*''tuluvan '''cé''', mai ëal coassë'' "se tu sei a casa, forse verrò"
 
===La preposizione temporale===
Quando la proposizione temporale è in rapporto di contemporaneità con la reggente si
ricorre o al participio presente oppure al verbo preceduto da '''írë'''.
 
*'''cénala i cotumoi, i ohtar mamper i macili''' "vedendo i nemici, i
soldati impugnarono le spade" o "quando vedrò i nemici, i
soldati impugneranno (impugnarono) le spade"
 
Quando la proposizione temporale è in rapporto di anteriorità con la reggente, si ricorre o
al perfetto preceduto da '''nó''' “dopo” nella subordinata e al passato o al presente nella
reggente.
 
*'''''nó''' ecéniet i cotumoi, i ohtar mamper i macili'' "dopo che ebbero visto i nemici, i soldati
impugnarono le spade"
*'''''nó''' ecéniet i cotumoi, i ohtar mápëar i macili'' "dopo che hanno visto i nemici, i soldati
impugnano le spade"
Si può anche impiegare il participio passato nella subordinata
 
*'''''cennë''' i cotumoi, i ohtar mamper i macili'' "visti i inemici, i soldati impugnarono le spade"
*'''''cennë''' i cotumoi, i ohtar mápëar i macili'' "visti i nemici, i soldati impugnano le spade”"
 
Se la temporale è in rapporto è di posteriorità rispetto alla reggente si esprime con '''epë''' più
il verbo allo stesso tempo della reggente
 
*''túles '''epë''' oantes'' "venne prima di partire"
 
===Proposizione dichiarativa===
 
Per rendere in Quenya il discorso diretto bisogna ricorrere alla '''proposizione dichiarativa''' “che”, in
Quenya è espressa da '''sa'''. Con essa si può introdurre la proposizione dichiarativa.<ref>Grammatica descrittiva Quenya, h- La preposizione dichiarativa ed il discorso indiretto, Luca Timponelli, 2006</ref>
 
*''merin '''sa''' haryalyë alassë'' "voglio che tu sia felice"
*''istan '''sa''' ëalyë sinomë'' "lo so che sei qui"
*''ná manë '''sa''' ëalyë sinomë'' "è bene che tu sia qui"
 
Può anche essere utilizzata per il '''discorso indiretto'''
 
''equë Elendil '''sa''' tulles'' "Elendil ha detto che è venuto/di essere venuto”
 
== Corpus dei testi Quenya scritti da Tolkien ==
=== Namarië, il lamento di Galadriel ===
Namarië, comunemente noto come ''Lamento di Galadriel'' è uno dei più lunghi testi in Quenya scritti da Tolkien che sia pervenuto fino ai giorni nostri.
[[File:Namarie Tengwar.png|thumb|right|Namarië, (testo completo in [[Tengwar]])]]
 
{{quote
|Ah! come oro cadono le foglie al vento, <br />
lunghi anni innumerevoli come le ali degli alberi! <br />
I lunghi anni sono passati come rapidi sorsi <br />
del dolce idromele in alti saloni <br />
oltre l'Occidente, sotto le azzurre volte di Varda <br />
ove le stelle tremolano <br />
alla voce del suo canto, voce sacra di regina. <br />
Chi riempirà ora per me la coppa? <br />
Per ora la Vampa, Varda, la Regina delle stelle, <br />
dal Monte Semprebianco ha sollevato le sue mani come nuvole <br />
ed ogni sentiero è immerso nella profonda oscurità; <br />
e fuori dalla grigia campagna l'ombra si distende <br />
sulle onde spumeggianti poste fra di noi, <br />
e la bruma ricopre i gioielli di Calacirya per sempre. <br />
Ed ora perso, perso per chi è in Oriente è Valimar! <br />
Addio! Forse un giorno troverai Valimar! <br />
Pure tu forse un giorno lo troverai! Addio!|[[J.R.R. Tolkien]], ''[[La_Compagnia_dell%27Anello_(libro)#Capitolo_VIII_2|La Compagnia dell'Anello, libro II, cap. VIII]]''
|Ai! laurië lantar lassi súrinen, <br />
yéni únótimë ve rámar aldaron! <br />
Yéni ve lintë yuldar avánier <br />
mi oromardi lissë-miruvóreva <br />
Andúnë pella, Vardo tellumar <br />
nu luini yassen tintilar i eleni <br />
ómaryo airetári-lírinen. <br />
Sí man i yulma nin enquantuva? <br />
An sí Tintallë Varda Oiolossëo <br />
ve fanyar máryat Elentári ortanë <br />
ar ilyë tier undulávë lumbulë <br />
ar sindanóriello caita mornië <br />
i falmalinnar imbë met, <br />
ar hísië untúpa Calaciryo míri oialë. <br />
Sí vanwa ná, Rómello vanwa, Valimar! <br />
Namárië! Nai hiruvalyë Valimar! <br />
Nai elyë hiruva! Namárië!|lingua=art
|lingua2=it}}
 
=== Il poema Markirya ===
Il poema Markirya è in assoluto il testo più lungo in lingua Quenya (nonostante a differenza del ''Namarië'' non venne mai traslitterato in [[Tengwar]]).
 
{{quote|Chi vedrà una nave bianca <br />
lasciare l'ultima sponda, <br />
i pallidi fantasmi <br />
simili al lamento dei gabbiani? <br />
Chi si accorgerà di una nave bianca, <br />
vaga come una farfalla, <br />
fra le correnti marine <br />
su ali come di stelle, <br />
quando il mare si gonfia, <br />
la spuma irrompe, <br />
le ali scintillano, <br />
la luce scema? <br />
Chi udirà il fragore del vento <br />
come il fogliame nei boschi; <br />
le bianche rocce rimbombare <br />
al bagliore della luna, <br />
al calar della luna, <br />
al cader della luna <br />
la candela di un morto; <br />
il romorìo della tempesta, <br />
l'abisso che si muove? <br />
Chi vedrà le nuvole radunarsi, <br />
i cieli incurvarsi <br />
sopra colli che si sgretolano, <br />
il mare sollevarsi, <br />
gli abissi spalancarsi, <br />
l'antica oscurità <br />
oltre le stelle <br />
cadere <br />
sopra torri cadute? <br />
Chi si accorgerà di una nave spezzata <br />
sulle scure rocce <br />
sotto cieli squarciati, <br />
un sole offuscato che luccica <br />
su ossa scintillanti <br />
nell'ultima mattina? <br />
Chi vedrà l'ultima sera?|[[J.R.R. Tolkien]], ''[[Il_medioevo_e_il_fantastico#Un_vizio_segreto|Il medioevo e il fantastico, Un vizio segreto]]''|Men cenuva fánë cirya <br />
métima hrestallo círa, <br />
i fairi nécë <br />
ringa súmaryassë <br />
ve maiwi yaimië? <br />
Man tiruva fána cirya, <br />
wilwarin wilwa, <br />
ëar-celumessen <br />
rámainen elvië <br />
ëar falastala, <br />
winga hlápula <br />
rámar sisílala, <br />
cálë fifírula? <br />
Man hlaruva rávëa súrë <br />
ve tauri lillassië, <br />
ninqui carcar yarra <br />
isilmë ilcalassë, <br />
isilmë pícalassë, <br />
isilmë lantalassë <br />
ve loicolícuma; <br />
raumo nurrua, <br />
undumë rúma? <br />
Man cenuva lumbor ahosta <br />
Menel acúna <br />
ruxal' ambonnar, <br />
ëar amortala, <br />
undumë hácala, <br />
enwina lúmë <br />
elenillor pella <br />
talta-taltala <br />
atalantië mindonnar? <br />
Man tiruva rácina cirya <br />
ondolissë mornë <br />
nu fanyarë rúcina, <br />
anar púrëa tihta <br />
axor ilcalannar <br />
métim' auressë? <br />
Man cenuva métim' andúnë? |lingua=art|lingua2=it}}
 
=== Il canto di Fíriel ===
Scritto nel [[1940]] (quindi quando la lingua aveva ancora il nome di ''Qenya'') in un Quenya non ancora maturo questo testo (cantato da una donna di nome Fíriel) è uno dei rari esempi di scritti nel cosiddetto ''Tardo Qenya'' o ''Quenya quasi maturo''.
 
{{quote|Il Padre creò il Mondo per Elfi e Mortali <br />
e lo diede nelle mani dei Signori. Essi stanno all'Occidente. <br />
Essi sono santi, benedetti, e amati: salvo quello oscuro. <br />
Egli è caduto. Melkor se ne è andato dalla Terra: ciò è bene. <br />
Per gli Elfi essi crearono la Luna, ma per gli Uomini il Sole rosso; <br />
che sono belli. A tutti essi diedero in giusta misura i doni <br />
di Ilúvatar. Il Mondo è leggiadro, il cielo, i mari, <br />
la terra, e tutto ciò che è in essi. Incantevole è Númenor. <br />
Ma il mio cuore non riposerà qui per sempre, <br />
perché qui è l'epilogo, e vi sarà una fine e l'Estinzione, <br />
quando tutto è valutato, e tutto infine enumerato, <br />
ma ancora non sarà sufficiente, non sufficiente. <br />
Che mi darà il Padre, O Padre, <br />
in quel giorno oltre la fine quando il mio Sole cadrà?|[[John Ronald Reuel Tolkien|J.R.R. Tolkien]], ''[[The Lost Road and Other Writings|The Lost Road and Other Writings, pag. 72]]''|Ilu Ilúvatar en káre eldain a fírimoin <br />
ar antaróta mannar Valion: númessier. <br />
Toi aina, mána, meldielto - enga morion: <br />
talantie. Melko Mardello lende: márie. <br />
En kárielto eldain Isil, hildin Úr-anar. <br />
Toi írimar. Ilyain antalto annar lestanen <br />
Ilúvatáren. Ilu vanya, fanya, eari, <br />
i-mar, ar ilqa ímen. Írima ye Númenor. <br />
Nan úye sére indo-ninya símen, ullume; <br />
ten sí ye tyelma, yéva tyel ar i narqelion, <br />
íre ilqa yéva nótina, hostainiéva, yallume: <br />
ananta úva táre fárea, ufárea! <br />
Man táre antáva nin Ilúvatar, Ilúvatar, <br />
enyáre tar i tyel, íre Anarinya qeluva?|lingua=art|lingua2=it}}
 
==== Versione del testo in Quenya maturo ====
 
{{quote|Ilu Ilúvatar carnë Eldain ar Fírimain <br />
ar antanéros mannar Valaron: ëantë Númessë. <br />
Nantë ainë, mánë ar meldë - hequa morion: <br />
alantiéro. Melkor Mardello lendë: nás mára. <br />
Carnentë Eldain Isil, Hildoin Úr-anar, <br />
i nar írimë. Ilyain antanentë lestanen i annar <br />
Ilúvataro. Ilu ná vanya, fanya, ëari, <br />
i cemen, ar ilya i ëa tessen. Írima ná Númenor. <br />
Nan lá ëa sére indonyan sinomë tennoio, <br />
an sinomë ëa tyelma, ar euva metta ar i narquelië, <br />
írë ilya nauva nótina, ar ilya hostaina, i mettassë: <br />
ananta úva tárë fárëa, úfárëa! <br />
Mana tárë antuva nin Ilúvatar, Ilúvatar <br />
enyárë i metta pella, írë Anarinya queluva?|[[John Ronald Reuel Tolkien|J.R.R. Tolkien]]}}
 
==Neo-Quenya e il Quenya oggi==
Con la morte di Tolkien le lingue e i testi scritti dall'autore passarono in mano al figlio [[Christopher Tolkien|Christopher]] che ebbe il compito di riordinarli e di migliorarli al fine di pubblicare gli ultimi rimasugli del ciclo Tolkeniano. Tuttavia con la [[Il Signore degli Anelli (trilogia)|trilogia]] del Signore degli Anelli di [[Peter Jackson]] molti linguisti (sia al fine del film che non, ad esempio per videogiochi o traduzioni) si sono cimentati nell'impresa di ampliare le lingue rimaste incomplete per agevolarne un evenutuale utilizzo futuro.<ref> http://www.elvish.org/gwaith/movie.htm </ref> Riguardo al Quenya il risultato di questo "ampliamento" è spesso definito "Neo-Quenya". Inoltre dopo la trilogia di Peter Jackson, il successo degli scritti di Tolkien aumentò notevolmente, portando in alcuni mesi la diffusione dei primi tatuaggi in lettere Tengwar <ref> http://forums.theonering.com/viewtopic.php?t=101525 </ref> e in alcuni anni molti videogiochi derivati dalla serie e nuovi scritti riguardanti Arda e i suoi popoli. Inoltre è da dire che buona parte degli scritti di Tolkien e tuttora inesaminata e che nuovi articoli escono tuttora portando nuove informazioni sia riguardo alle lingue che ai suoi scritti.
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
=== Scritti dadi Tolkien ===
* {{Cita libro|autore = [[J. R. R. Tolkien|J.R.R. Tolkien]]|curatore = Quirino Principe|traduttore = [[Vittoria Alliata di Villafranca|Vicky Alliata di Villafranca]]|altri = introduzione di Elémire Zolla|titolo = Il Signore degli Anelli|editore = Rusconi|città = Milano|anno = 1984|edizione = 13|isbn = 88-18-12321-1|cid=''Il Signore degli Anelli''}}
*{{Cita libro
* {{Cita libro|autore = J.R.R. Tolkien|curatore = [[Christopher Tolkien]]|traduttore = [[Francesco Saba Sardi]]|altri = illustrazioni di T. Nasmith|titolo = [[Il Silmarillion]]|editore = Bompiani|città = Milano|anno = 2005|isbn = 88-452-5654-5|cid=''Il Silmarillion''}}
|autore = [[John Ronald Reuel Tolkien|J.R.R. Tolkien]]
* {{Cita libro|autore= J.R.R. Tolkien|curatore = Christopher Tolkien|traduttore= F. Saba Sardi|titolo= [[Racconti incompiuti]]|anno= 2003|editore= Bompiani|isbn= 88-452-9131-6|cid=''Racconti incompiuti''}}
|coautori =
* {{Cita libro|autore= J.R.R. Tolkien|curatore = Christopher Tolkien|altri= Humphrey Carpenter|titolo= [[La realtà in trasparenza]]|anno= 2002|editore= Bompiani|isbn= 88-452-9130-8|cid=''La realtà in trasparenza''}}
|curatore =
* {{Cita libro|autore= J.R.R. Tolkien|titolo= [[Il Medioevo e il fantastico]]|anno= 2003|editore= Bompiani|isbn= 88-452-5489-5}}
|altri = traduzione di Vicky Alliata di Villafranca, illustrazioni di [[Alan Lee]]
* {{cita libro|autore=J.R.R. Tolkien|autore2=Christopher Tolkien|titolo=[[The Lost Road and Other Writings]]|editore=HarperCollins|anno=2002|lingua=en|ISBN=0-261-10225-7|cid=''The Lost Road''}}
|titolo = [[Il Signore degli Anelli]]
* {{cita libro|autore=J.R.R. Tolkien|autore2=Christopher Tolkien|titolo=[[The Treason of Isengard]]|editore=HarperCollins|anno=2002|lingua=en|ISBN=0-261-10220-6|cid=''The Treason of Isengard''}}
|editore = Bompiani
* {{cita libro|autore=J.R.R. Tolkien|autore2=Christopher Tolkien|titolo=[[Sauron Defeated]]|editore=HarperCollins|anno=2002|lingua=en|ISBN=0-261-10305-9|cid=''Sauron Defeated''}}
|città =
* {{cita libro|autore=J.R.R. Tolkien|autore2=Christopher Tolkien|titolo=[[The War of the Jewels]]|editore=HarperCollins|anno=2002|lingua=en|ISBN=0-261-10324-5|cid=''The War of the Jewels''}}
|anno = 2003
* {{cita libro|autore=J.R.R. Tolkien|autore2=Christopher Tolkien|titolo=[[The Peoples of Middle-earth]]|editore=HarperCollins|anno=1997|lingua=en|ISBN=0-261-10348-2|cid=''The Peoples of Middle-earth''}}
|ed =
|edizione =
|lingua =
|annooriginale =
|pagine = 1249
|id = ISBN 978-88-452-9261-3
}}
*{{Cita libro
|autore = [[John Ronald Reuel Tolkien|J.R.R. Tolkien]]
|coautori =
|curatore =
|altri =
|titolo = [[Il Signore degli Anelli]]
|editore = Rusconi
|città =
|anno = 1991
|ed =
|edizione =
|lingua =
|annooriginale =
|pagine = 1359
|id = ISBN 88-18-12321-1
}}
 
==== Scritti dadi altri Tolkienautori (postumi)====
* {{cita libro| Edouard | Kloczko | wkautore=Edouard Kloczko| Lingue elfiche: Enciclopedia illustrata della Terra di Mezzo| 2002 | Tre Editori | Roma |isbn= 88-86755-45-7|cid=Kloczko}}
*{{Cita libro
* {{cita libro| Tom | Shippey | wkautore=Tom Shippey | La via per la Terra di Mezzo | 2005 | Marietti | Genova-Milano |isbn= 978-88-211-8558-8 }}
|autore = J.R.R. Tolkien
* {{cita libro| Tom | Shippey | wkautore=Tom Shippey | J.R.R Tolkien autore del secolo | 2004 | Simonelli | Milano |isbn= 978-88-86792-71-4 }}
|coautori = [[Christopher Tolkien]]
* {{Cita web|url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/qcourse.htm|titolo=Corso quenya|autore=Helge Kåre Fauskanger; Gianluca Comastri|2000|cid=Corso quenya}}
|curatore =
* {{fr}} [[Edouard Kloczko]], ''Le Haut-Elfique pour les débutants. Méthode pour comprendre facilement la langue quenya de Tolkien'', Paris, Pocket, 2015 [2012], ISBN 978-2-266-26050-3
|altri = traduzione di [[Francesco Saba Sardi|F. Saba Sardi]], illustrazioni di T. Nasmith
* {{fr}} Nicolas Barthélémy, ''Laurië Quettar. Les Mots d'Or Elfiques. Apprendre le Quenya de Tolkien'' (Livre 1 de 2 de la série: "Apprendre et découvrir l'univers Elfique de Tolkien"), Independently published, 2024, ISBN 979-8344568584
|titolo = [[Il Silmarillion]]
|editore = Bompiani
|città =
|anno = 2004
|ed =
|edizione =
|lingua =
|annooriginale =
|pagine = 446
|id = ISBN 978-88-452-3293-0
}}
*{{Cita libro
|autore= J.R.R. Tolkien
|coautori = Christopher Tolkien
|altri= traduzione di [[Francesco Saba Sardi]]
|titolo= [[Racconti incompiuti]]
|anno= [[2003]]
|editore= [[Bompiani]]
|edizione=
|pagine= pp. 607, cap. 14
|id= ISBN 88-452-9131-6
}}
* {{en}} John Ronald Reuel Tolkien, Christopher Tolkien, [[The Lost Road and Other Writings]]'', HarperCollins, 2002, ISBN 0261102257
*{{en}} John Ronald Reuel Tolkien, Christopher Tolkien, ''[[Morgoth's Ring]]'', HarperCollins, 2002, ISBN 0261103008
*{{en}} John Ronald Reuel Tolkien, Christopher Tolkien, ''[[The War of the Jewels]]'', HarperCollins, 2002, ISBN 0261103245
*{{en}} John Ronald Reuel Tolkien, Christopher Tolkien, ''[[The Peoples of Middle-earth]]'', HarperCollins, 1997, ISBN 0261103482
*{{en}} John Ronald Reuel Tolkien, Christopher Tolkien, ''[[The History of The Lord of the Rings|Sauron defeated]]'', HarperCollins, 2002, ISBN 0261103059
 
===Scritti daPeriodici altri autorispecializzati ===
* {{en}} Christopher Gilson, ''[[Parma Eldalamberon]]''
*{{cita libro| Edouard | Kloczko | wkautore=Edouard Kloczko| Lingue Elfiche: Enciclopedia illustrata della Terra di Mezzo| 2002 | Tre Editori | Roma }} ISBN 88-86755-45-7
* {{en}} Carl F. Hostetter, ''[[Vinyar Tengwar]]''
*{{cita libro|Helge Kåre| Fauskanger |Corso Quenya (A Quenya course)| 2000 | | }}
 
== Voci correlate ==
{{Colonne}}
* [[JohnArda (J. RonaldR. ReuelR. Tolkien)]]
* [[ElfiChristopher (Tolkien)|Elfi]]
* [[CronologiaElfi della Terra di ArdaMezzo]]
* [[Linguaggi di ArdaEnya]]
* [[SindarinIl Silmarillion]]
* [[Linguaggi della Terra di Mezzo]]
*[[Arda (Tolkien)]]
{{Colonne spezza}}
* [[Grammatica della lingua quenya]]
*[[Terra di mezzo]]
* [[Fonologia della lingua quenya]]
*[[Fëanor]]
* [[EldarinLingua comuneartificiale]]
* [[VanyarinTengwar]]
* [[TengwarSindarin]]
* [[Il SilmarillionSarati]]
{{Colonne spezza}}
*[[Il Signore degli Anelli]]
*[[Christopher Tolkien]]
*[[Lingua artificiale]]
*[[Lingua finlandese|Finnico]]
*[[Greco antico]]
*[[Lingua latina]]
{{Colonne fine}}
 
== CollegamentiAltri esterniprogetti ==
{{interprogetto}}
* [http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/quenya.htm Il Quenya] su [http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/indice.htm Ardalambion]
* [http://www.ilfossodihelm.it/id_nav9.asp?tipo=Quenya Dizionario Quenya - Italiano con più di 2000 voci]
* [http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/qcourse.htm Corso di Quenya]
* [http://www.fmboschetto.it/didattica/Tolkien/dizionario%20Quenya.htm Dizionario] Quenya - [[Lingua italiana|Italiano]]
*{{en}} {{cita web|url=http://www.geocities.com/aikanaro42/dictionary|titolo=Dizionario|deadurl=yes|urlarchivio=http://www.webcitation.org/query.php?url=http://www.geocities.com/aikanaro42/dictionary}} Quenya - [[Lingua inglese|Inglese]]
* [http://www.eldalie.com/saggi/Linguaggi.htm Linguaggi di Arda]
* [http://imladristdm.altervista.org/vocabolario/vocabolario.htm Dizionario Italiano-Quenya con quasi 3500 voci]
* [http://ardalambion.immaginario.net/Saggi/QuenGramm.pdf]
 
== Collegamenti esterni ==
{{portale|Lingue artificiali|Tolkien}}
* {{cita web |url=http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/quenya.htm|titolo=Quenya|sito=Ardalambion}}
* {{cita web|http://ardalambion.immaginario.net/ardalambion/corpus.htm|Tutto il corpus quenya pubblicato}}
* {{cita web|url=http://www.ilfossodihelm.it/id_nav9.asp?tipo=quenya|titolo=Dizionario quenya - italiano con più di 2000 voci}}
* [http://www.fmboschetto.it/didattica/Tolkien/dizionario%20quenya.htm Dizionario quenya - italiano].
* {{cita web|http://www.eldalie.com/saggi/Linguaggi.htm|Linguaggi di Arda}}
* {{cita web|http://ardalambion.immaginario.net/Saggi/QuenGramm.pdf|Grammatica descrittiva della lingua quenya di Luca Timponelli, 2006}}
* {{cita web|http://www.elvish.org|Sito della rivista Vinyar Tengwar|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.eldalamberon.com|Sito della rivista Parma Eldalamberon|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.phy.duke.edu/~trenk/elvish/index.html|Parma Tyelpelassiva - The Book of Silver Leaves|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.elvish.org/elm/others.html|Lista di opere redatte in neo-quenya|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.jrrvf.com/~glaemscrafu/texts/ataremma-a.htm|Tutti gli esempi di lingua pubblicati in quenya e nelle altre lingue redatte da Tolkien|lingua=en}}
* {{cita web|http://neo-quenya.wikia.com/wiki/Neo-Quenya_Wiki|Neo-quenya wiki|lingua=en}}
 
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