Contea di Nizza: differenze tra le versioni
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}}
La '''Contea di Nizza
Nel 1847 il re [[Carlo Alberto]] la trasformò nella nuova [[Divisione di Nizza]], sebbene il titolo comitale rimanesse appannaggio del sovrano. A seguito del [[Trattato di Torino (1860)|Trattato di Torino]], nel 1860 la gran parte degli antichi territori della contea fu poi ceduta alla [[Secondo impero francese|Francia]], paese di cui la contea aveva già fatto parte fra il 1796<ref>Secondo il diritto internazionale. La [[Prima Repubblica francese|Repubblica francese]] la aveva occupata ''de facto'' e annessa con legge dal 1793.</ref> e il 1814. Capoluogo della contea era [[Nizza|Nizza Marittima]].
== Storia ==
===
Nizza entrò a far parte dei domini dei Savoia per mezzo della [[Dedizione di Nizza alla Savoia|Dedizione]] di [[Saint-Pons (Alpi dell'Alta Provenza)|Saint-Pons]] il
Il 25 ottobre 1561, in seguito all'[[Editto di Rivoli]], l'[[lingua italiana|italiano]]
Il duca [[Carlo Emanuele I di Savoia]] fece di Nizza un porto franco nel
[[File:Plan-Nice-1624.jpg|thumb|left
Nel corso del Settecento la frontiera tra la contea di Nizza e la Francia venne rettificata a più riprese: una prima volta nel
Nel
Il 23 aprile
===
{{Vedi anche|Provincia di Nizza (1859)}}
La Contea di Nizza viene trasformata in Divisione di Nizza nel 1847 e attivata nel 1848, in seguito alla fusione perfetta degli stati sabaudi. La divisione fu creata unendo la vecchia Contea di Nizza ai territori liguri di [[Oneglia]] e [[Sanremo|San Remo]], distaccati dal Ducato di Genova. In seguito alle riforme costituzionali del 1848 e alla concessione dello Statuto Albertino, il territorio fu dotato di un Consiglio Divisionale elettivo su base oligarchica.
In seguito all'emanazione del decreto Rattazzi (1859) la Contea fu trasformata nella [[Provincia di Nizza (1859)|Provincia di Nizza]], a sua volta divisa in 3 circondari: [[Circondario di Nizza]], [[Circondario di Porto Maurizio]] e [[Circondario di San Remo]].
=== La cessione del Circondario di Nizza alla Francia (1860) ===
[[File:Garibaldi.jpg|thumb|upright=0.7|Garibaldi fu uno dei più strenui oppositori della cessione di Nizza alla Francia]]
Con gli [[accordi di Plombières]] (1858), stretti fra [[Cavour]] e [[Napoleone III]], il Regno di Sardegna promise la [[Annessione della contea di Nizza alla Francia|cessione di Nizza]] e della [[Contea di Savoia]] all'alleato francese in cambio del sostegno militare per la creazione di un Regno dell'Italia settentrionale a guida sabauda. La [[seconda guerra d'indipendenza]] vide la vittoria franco-piemontese. Il conflitto, tuttavia, fu interrotto anticipatamente dall'[[armistizio di Villafranca]] con il quale gli austriaci cedettero la sola Lombardia. Sfumò, così, per il Regno di Sardegna la costituzione di un unico Stato nell'Italia centro-settentrionale.
Per il Regno di Sardegna la cessione di Nizza e Savoia parve allontanarsi e, in effetti, di essa non si fece menzione nel Trattato di Pace di Zurigo. Ma nei mesi successivi le rivolte nel [[Ducato di Parma e Piacenza|Ducato di Parma]], nel [[Ducato di Modena]], nelle quattro Legazioni pontificie (Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì) e nel [[Granducato di Toscana]], con la richiesta di annessione al Regno di Sardegna furono accettate dalla Francia, ma esclusivamente a patto che Nizza e la Savoia fossero, come inizialmente previsto, cedute alla Francia. Fu così siglato il 24 marzo 1860 il [[Trattato di Torino (1860)|Trattato di Torino]], con cui venne formalizzata la cessione, seppur subordinata ad un [[plebiscito]] da tenersi poche settimane dopo.
Non tutto il territorio della contea venne ceduto però alla Francia: [[Vittorio Emanuele II]] si riservò la sovranità sulle alte valli della [[Tinea]], [[Vesubia]] e [[Roia]] (compresa [[Tenda (Francia)|Tenda]] e [[La Brigue|Briga Marittima]]), in quanto destinate a riserve di caccia reali. Il notevole avanzamento del confine sabaudo rispetto allo [[spartiacque]] fa invece supporre che le vere ragioni fossero militari, tanto che vi furono a lungo in Francia controversie su tale concessione, ritenuta ingiustificata, al Regno di Sardegna e su una linea di confine definita oltralpe ''"fantaisiste, irrationelle, bâtarde, voire ridicule".''<ref>Marc Ortolani, ''Les Franchices douanières de la commune de Tende 1861-1940. Un example de relations frontalières'' in Université de Nice-Sophia Antipolis, Centre Histoire du droit, ''Les Alpes Maritimes et la frontière 1860 à nos jours'', Actes du colloque de Nice 1990, ed. Serre, Nizza 1992, pag. 63</ref>
Il nuovo confine, che deviando dallo spartiacque della cresta del Mercantour rendeva militarmente poco difendibili per la Francia le vallate delle Alpi Marittime, sarebbe stato nuovamente adeguato alla [[linea di displuvio]] alpina in seguito alla sconfitta italiana nella [[seconda guerra mondiale]], in forza del [[Trattato di Parigi (1947)|Trattato di Parigi del 1947]].
Il trattato di Torino venne reso pubblico il 30 marzo 1860 e suscitò la ferma opposizione di molti patrioti, primo tra tutti [[Giuseppe Garibaldi]], che era nizzardo di nascita. La Francia comunque procedette nell'inscenare il plebiscito, che servì ad "ufficializzare" la volontà degli abitanti di entrambi i territori a passare alla Francia. I risultati sono da intendere come esito dell'occupazione e del terrorismo francesi oltre che delle eventuali manomissioni operate dagli scrutinatori designati (dopo lo sgombero piemontese, l'esercito francese era potuto entrare a Nizza solo con la forza ed i sindaci della contea non allineati erano stati esautorati)<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Charles Kendall Adams|titolo=Universal Suffrage under Napoleon III|rivista=The North American Review|volume=0117|numero=October 1873|pp=360-370|url=http://ebooks.library.cornell.edu/cgi/t/text/pageviewer-idx?c=nora;cc=nora;q1=savoy;rgn=full%20text;idno=nora0117-2;didno=nora0117-2;view=image;seq=361;page=root;size=s;frm=frameset;}}</ref>: le percentuali elevatissime a favore dell'unione alla Francia (99,8% nel Nizzardo, con soli 11 voti contrari contro ben 6910 favorevoli a Nizza città, e 99,3% in Savoia), oltre ad essere già di per sé esagerate ed assolutamente incongruenti con i dati linguistici e storico-culturali della zona<ref>Se per la Savoia, di [[lingua francoprovenzale]] in quanto nettamente separata dal resto del regno dai massicci [[alpi]]ni, per la Contea di Nizza la situazione linguistica era più complessa. La comunicazione naturale aveva facilitato numerosi scambi culturali e commerciali tra Italia e Francia, cosicché alcune parti della Contea di Nizza (la Val Roia, Dolceacqua) erano di lingua e cultura [[lingua ligure|ligure]], mentre il capoluogo, seppure di lingua occitana (il [[dialetto nizzardo|nizzardo]] è una variante arcaica e conservativa della [[Lingua occitana|lingua provenzale]]) era storicamente legato al Piemonte e alla dinastia dei Savoia. Questa eterogeneità avrebbe dovuto rispecchiarsi nei dati del plebiscito, cosa viceversa non avvenuta.</ref>, furono smentite dagli eventi che seguirono: ben un quarto della popolazione di Nizza fu non solamente contrariata, ma talmente mortificata ed umiliata dal falso "plebiscito" da decidere di recarsi in esilio volontario in Italia<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.torino.it/cittagora/article_10165.shtml|titolo=I nizzardi e savoiardi che scelsero il Regno di Sardegna nel 1860|autore=Claudio Raffaelli|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20111101070254/http://www.comune.torino.it/cittagora/article_10165.shtml|dataarchivio=1º novembre 2011}}</ref>; nonostante questo primo [[Esodo nizzardo|esodo]] di resistenti, quando nel 1871 si tennero le prime elezioni libere nella contea, le liste filo-italiane guidate da Garibaldi ed impegnatesi ad abrogare l'annessione conquistarono ben il 90,2% dei voti (26.534 su 29.428 voti espressi). A Garibaldi, però, contro la legge fu impedito di parlare davanti all'[[Assemblea nazionale (Francia)|Assemblea Nazionale]] di Parigi e la [[Vespri nizzardi|sollevazione nizzarda]] fu repressa dai Francesi nel sangue. Dopodiché il governo procedette alla [[Francesizzazione dei toponimi dei comuni del Nizzardo|francesizzazione]] forzata della regione<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Guido Lucarno|titolo=La toponomastica come affermazione della sovranità nazionale: Alpi Marittime|rivista=Bollettino dell'Associazione Italiana di Cartografia|volume=|numero=dicembre 2005}}</ref> ed alla soppressione della cultura locale<ref>{{Cita libro|autore=Giulio Vignoli|titolo=Storie e letterature italiane di Nizza e del Nizzardo (e di Briga e di Tenda e del Principato di Monaco)|url=http://www.monarchia.it/news_file/Giulio_Vignoli_Storie_di_Nizza_edel_%20Nizzardo.pdf|anno=2011|editore=Settecolori|città=Lamezia Terme|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722043620/http://www.monarchia.it/news_file/Giulio_Vignoli_Storie_di_Nizza_edel_%20Nizzardo.pdf|dataarchivio=22 luglio 2011}}</ref>.
I risultati del plebiscito non furono peraltro considerati proprio nel caso dei due comuni rimasti sabaudi di [[Tenda (Francia)|Tenda]] e [[La Brigue|Briga Marittima]], nei quali rispettivamente 387 votanti su 388 (676 iscritti) e tutti i 323 votanti (su 1190 elettori potenziali) si erano espressi a favore dell'annessione alla Francia<ref>Marc Ortolani, ''op. cit''., pag. 61 e Ezio Maria Gray, ''Le terre nostre ritornano... Malta, Corsica, Nizza'', De Agostini, Novara, pag. 88</ref>.
Il 14 giugno venne celebrata l'unione con la Francia. L'ex-contea di Nizza venne così suddivisa nei due arrondissement di Nizza e [[Poggetto Tenieri]], mentre con l'inglobamento dell'arrondissement di Grasse (precedentemente facente parte del [[Varo (dipartimento)|dipartimento del Varo]]) venne costituito il dipartimento delle Alpi Marittime (''Alpes-Maritimes'').
{| align="center" rules="all" cellspacing="0" cellpadding="4" style="border: 1px solid #999; border-right: 2px solid #999; border-bottom:2px solid #999"
|+ style="font-weight: bold; font-size: 1.1em; margin-bottom: 0.5em"| Plebiscito dell'aprile 1860
! Territorio!! Data!! Iscritti!! Votanti!! Favorevoli all'annessione alla Francia!! Contro l'annessione!! Astensioni!! Nulli
|-
| Contea di Nizza || 15/16 aprile ||
|-
| colspan=10 align=center| <small> Fonte: H. Ménabréa/Guichonnet pour la Savoie/Conseil Général des Alpes-Maritimes
|}
Il plebiscito fu truccato. Prima di tutto, [[Nizza]] fu occupata militarmente dalla [[Francia]] il [[10 aprile]] 1860, ossia 15 giorni prima del famoso [[Plebiscito di Nizza del 1860|plebiscito]]. Le due frodi maggiori sono le seguenti: venne soppresso l'obbligo della residenza a Nizza per votare ed il partito pro-Francia istituì dei comitati per compilare le liste elettorali. Questi comitati avevano tutti i poteri e così stabilirono "sommariamente e senza ricorso" chi iscrivere nelle liste elettorali per far votare chi volevano. Quando Nizza non aveva ancora cambiato nazionalità, intervenne il prefetto imperiale del [[Varo (dipartimento)|Dipartimento del Varo]] imponendo illegalmente alla municipalità di Nizza di iscrivere nelle liste delle persone residenti in [[Provenza]] aventi, così essi affermavano, antenati nizzardi. Sono state ritrovate negli archivi municipali alcune di quelle liste. Inoltre vi furono assenze di cabine elettorali, di schede con il voto NO che non vennero stampate, il sindaco filofrancese e varie altre truffe.<ref>{{Cita web|url=http://liguenicoise.canalblog.com/archives/2009/01/02/13729247.html|titolo=NIZZA E IL SUO FUTURO - Ligue pour la Restauration des Libertés Niçoises - site officiel|sito=liguenicoise.canalblog.com|data=2009-01-02|lingua=fr|accesso=2020-05-20}}</ref>
== Territori rimasti al Regno di Sardegna ==
=== Valli ===
* [[Val di
* [[Val Molliera]] (''Val Mollières'') bagnata dal [[Molliera]]
* Vallone di Salesio (''Vallon de Salèse'')
* Alta Val [[Vesubia]] (''Val Vesubie'')
* [[Valle delle Meraviglie]] (''Vallèe des Merveilles'')
* Valmascaa (''Valmasque'')
* Vallone della Miniera (''Vallon de la Miniere'')
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=== Comuni ===
Al [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] rimasero interamente due comuni:
* [[
* [[
Queste sono tutte le frazioni rimaste al [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]]:
* Molliera (''Mollières'') che diventerà frazione di [[Valdieri]]
* Perablancia (''Pierre Blanche'') che diventerà frazione di [[Valdieri]]
* Ciriegia (''Le Borèon'') che
* Frazioni di [[
** Vievola (''Viève'')
** Rifrei (''Refrèi'')
** [[San Dalmazzo di Tenda]] (''Saint Dalmas-de-Tende'')
** Granile (''Granile'')
* Frazioni di [[La Brigue|Briga]]:
** [[Morignolo]] (''Morignole'')
** [[Santuario di Nostra Signora del Fontan|Nostra Signora del Fontan]] (''Notre Dame des Fontaines'')
** [[Realdo]]
Con la nascita del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], nel
Dopo il [[Trattato di Parigi (1947)|Trattato di Parigi del 1947]] tutti questi territori passarono alla [[Francia]], tranne Realdo e Verdeggia, che, dal [[Piemonte]] ([[provincia di Cuneo]]), vennero aggregati al comune di [[Triora]] ([[provincia di Imperia]]).
== Stampa italiana della Contea di Nizza ==
''[[La Voce di Nizza]]'' era un giornale in [[lingua italiana]] che fu fondato nel 1800 circa a [[Nizza]], nell'odierna [[Francia]]. Soppresso in seguito all'annessione di Nizza alla [[Francia]], il quotidiano non è più stato ripristinato.
''Il Pensiero di Nizza'', fondato dopo la caduta di Napoleone fu soppresso dalle autorità francesi nel 1895 (ben 35 anni dopo l'annessione) con l'accusa di [[irredentismo italiano a Nizza|irredentismo]], mentre era quasi esclusivamente autonomista.
Ad essi collaborarono i maggiori scrittori italiani del Nizzardo: [[Giuseppe Bres]], [[Enrico Sappia]], [[Giuseppe André]] e molti altri. Questo dimostra l'esistenza nel Nizzardo di un'ampia fascia di popolazione di espressione italiana che poi pian piano si estinse a seguito della lotta delle autorità francesi all'italofonia. Tutt'oggi gran parte dei cognomi dei nizzardi (senza tenere in conto l'immigrazione dall'Italia) non è di stampo provenzale o francese (e questi ultimi appartengono a immigrati francesi o a nizzardi cui è stato francesizzato, per es. Del Ponte in DuPont), come vorrebbe la vulgata antitaliana, ma schiettamente italiano (per es. Alberti, Baldacci, Bianchi, Del Rivo, Giorgi, Paolini, ecc.)
La pubblicazione della testata ''Il Pensiero di Nizza'' venne ripresa dopo la seconda guerra mondiale come periodico e quale voce dei nizzardi italofoni da [[Giulio Vignoli]], studioso genovese delle minoranze italiane. In questo foglio, in più numeri, è stata riassunta la letteratura italiana del Nizzardo, dagli albori (XVI secolo) ai nostri tempi.
== Geografia ==
Il territorio della Contea di Nizza corrispondeva grosso modo all'attuale [[Arrondissement di Nizza]], all'interno del dipartimento francese delle [[Alpi Marittime (dipartimento)|Alpi Marittime]]. La contea aveva uno sviluppo costiero di una trentina di chilometri (escluso il [[Principato di Monaco]]) e comprendeva le valli dei fiumi [[Varo (fiume)|Varo]], [[Tinea]], [[Vesubia]], [[Bevera (affluente del Roia)|Bevera]] e [[Roia]] fino allo spartiacque alpino, che la separava dai domini sabaudi del [[Piemonte]].
Tuttavia, la contea di Nizza è considerata dai geografi come facente parte della [[Italia (regione geografica)|regione geografica italiana]] in quanto il [[Varo (fiume)|fiume Varo]] ne segna il confine occidentale<ref>"L'Enciclopedia Geografica - Vol.I - Italia", 2004, Ed. De Agostini</ref>.
La contea di Nizza costituì per un periodo l'unico sbocco al mare dei [[Casa Savoia|Savoia]] (esclusa la piccola [[Enclave ed exclave|exclave]] di [[Oneglia]]), in quanto la [[Repubblica di Genova]], che comprendeva l'attuale [[Liguria]] (regione amministrativa) e controllava parte dell'attuale Basso Piemonte ([[Novese]] e Ovada), fu annessa al [[Regno di Sardegna]] solo nel gennaio 1815. Città principale fu sempre [[Nizza]], centro di antica vocazione mercantile, in grado di distinguersi dai piccoli borghi costieri e dai paesi dell'interno fin dall'[[Alto Medioevo]].
== Suddivisione amministrativa ==
La Contea di Nizza comprendeva 14 mandamenti:<ref>{{Cita libro|titolo=Calendario generale del regno|url=https://www.google.fr/books/edition/Calendario_generale_del_regno/ML4OAAAAYAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=circondario+di+nizza+contes+guillaumes&pg=RA1-PA376&printsec=frontcover|accesso=2025-03-10|data=1860|lingua=it}}</ref>
*Mandamento di [[Contes]]
*Mandamento di [[Guillaumes]]
*Mandamento di [[Levens|Levenzo]]
*Mandamento di [[Nizza]]
*Mandamento di [[Puget-Théniers|Poggetto Theniers]]
*Mandamento di [[Roquestéron|Roccasterone]]
*Mandamento di [[Saint-Martin-Vésubie|San Martino Lantosca]]
*Mandamento di [[Saint-Étienne-de-Tinée|Santo Stefano di Tinea]]
*Mandamento di [[L'Escarène|Scarena]]
*Mandamento di [[Sospello]]
*Mandamento di [[Tenda (Francia)|Tenda]]
*Mandamento di [[Utelle]]
*Mandamento di [[Villafranca (Francia)|Villafranca]]
*Mandamento di [[Villars-sur-Var|Villars]].
== Note ==
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== Bibliografia ==
{{div col}}
*[[Ermanno Amicucci]], ''Nizza e l'Italia'', Mondadori, [[Milano]] 1939.
*[[Ezio Maria Gray]], ''Le terre nostre ritornano... Malta, Corsica, Nizza'', [[De Agostini]], Novara.
* Université de Nice-Sophia Antipolis, Centre Histoire du droit, ''Les Alpes Maritimes et la frontière * [[Oreste Ferdinando Tencaioli]], ''La casa di Giuseppe Garibaldi a Nizza'', in Rivista FERT, vol. IV, n° 2-3, 30 giugno - 30 settembre
* [[Giulio Vignoli]], ''I territori italofoni non appartenenti alla Repubblica Italiana "agraristica"'', Giuffrè editore, Milano, 1995.
* [[Giulio Vignoli]], ''Storie e letterature italiane di Nizza e del Nizzardo (e di Briga e di Tenda e del Principato di Monaco)'', Edizioni Settecolori, Lamezia Terme, 2011.
* {{cita libro|autore=Giulio Vignoli|titolo=Il sovrano sconosciuto. Tomislavo II re di Croazia|anno=2006|editore=Mursia|città=Milano|isbn=88-425-3583-4|cid=Vignoli}}
{{div col end}}
== Voci correlate ==
* [[Assedio di Nizza (1543)]]
* [[Barbetismo]]
* [[Circondario di Nizza]]
* [[Città libere di Mentone e Roccabruna]]
* [[Dialetto nizzardo]]
* [[Diocesi di Nizza]]
* [[Divisione di Nizza]]
* [[
* [[Esodo nizzardo]]
* [[Francesizzazione dei toponimi dei comuni del Nizzardo]]
* [[Occupazione italiana della Francia meridionale]]
* [[Paese nizzardo]]
* [[Provincia di Nizza (1859)]]
* [[Regione geografica italiana]]
* [[Risorgimento]]
* [[Vespri nizzardi]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{
* {{lingue|en|fr}} ([[Dialetto nizzardo|nizzardo]]) [http://mtcn.free.fr/ Danze e musiche tradizionali della Contea di Nizza]
*
{{Controllo di autorità}}
[[
[[Categoria:Risorgimento italiano]]
[[Categoria:Ducato di Savoia|Nizza Contea]]
[[Categoria:Regno di Sardegna|Nizza]]
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