Debito pubblico: differenze tra le versioni

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Il '''debito pubblico''' è il [[debito]] dello [[Stato]] nei confronti di altri [[soggetto economico|soggetti economici]] nazionali o esteri - quali individui, [[impresa|imprese]], [[banca|banche]] o Stati esteri - che hanno sottoscritto un [[credito]] allo Stato nell'acquisizione di [[obbligazione (finanza)|obbligazioni]] o [[titolo di stato|titoli di stato]] (in [[Italia]] [[Buono Ordinario del Tesoro|BOT]], [[Buono del Tesoro Poliennale|BTP]], [[Certificato di credito del tesoro|CCT]], [[Certificato del tesoro zero-coupon|CTZ]] e altri) destinati a coprire il fabbisogno monetario di cassa statale. È altresì il [[deficit pubblico]] esposto nel [[bilancio dello Stato]], cumulato negli anni e sommato ai relativi [[Interesse (matematica finanziaria)|interessi]].
{{Finanza pubblica}}
 
In [[economia]] per '''debito pubblico''' si intende il [[debito]] dello [[Stato]] nei confronti di altri soggetti, individui, imprese, [[banca|banche]] o stati esteri, che hanno sottoscritto un [[credito]] allo Stato sotto forma di [[obbligazione (finanza)|obbligazioni]] o [[titolo di stato|titoli di stato]] (quali [[Buono Ordinario del Tesoro|BOT]], [[Buono del Tesoro Poliennale|BTP]], [[Certificato di credito del tesoro|CCT]] in [[Italia]] e ''Obbligazioni di cassa'' in [[Svizzera]]) destinate a coprire il disavanzo del fabbisogno finanziario statale ovvero coprire l'eventuale [[deficit pubblico]] nel [[bilancio dello Stato]].
 
Quando il debito è contratto con soggetti economici di stati esteri si parla di [[debito estero]], viceversa quando è contratto con soggetti economici interni allo stesso stato si parla di [[debito interno]]: normalmente entrambe le componenti sono presenti in misura variabile all'interno del debito pubblico di uno stato.
 
== Descrizione ==
La presenza di un debito nei conti pubblici statali impone la necessità da parte dello Stato, oltre alla sua copertura finanziaria nei tempi e modalità di scadenza prestabilite dai titoli stessi, di tenerlo sotto controllo per non cadere nel rischio [[insolvenza]] ovvero [[fallimento]] dello stesso.
Quando il debito, dello Stato o di privati, è contratto con soggetti economici di stati esteri, si parla di [[debito estero]], mentre quando è contratto con soggetti economici interni allo stesso Stato si parla di [[#Debito interno|debito interno]]: normalmente entrambe le componenti sono presenti, in misura variabile, all'interno del debito pubblico di uno Stato.
 
Anche altri soggetti pubblici ([[Regione amministrativa|regioni]], [[province]], [[Comune|comuni]], [[Stati federati]] ed [[enti pubblici]] vari) possono emettere titoli di credito rappresentativi del proprio debito, con circolazione dei titoli sia interna che estera<ref>[http://www.bankpedia.org/index.php/it/119-italian/o/21349-obbligazioni-degli-enti-locali OBBLIGAZIONI DEGLI ENTI LOCALI]</ref>. Il debito pubblico può essere dunque suddiviso in debito pubblico dell'amministrazione centrale e debito pubblico dell'amministrazione periferica ([[ente territoriale|enti territoriali]] e [[ente locale|enti locali]]).
==Il rapporto Debito/PIL==
[[File:Dept.svg|thumb|right|500px|Debito pubblico in percentuale del [[PIL]], evoluzione dal 1995 per Stati Uniti, Giapponi e maggiori economie europee. Dati EUROSTAT.]]
Più che il valore assoluto del debito, un importante indice della solidità finanziaria ed economica di uno Stato (come prescritto anche nel caso del [[Patto di stabilità e crescita]] vigente nell'[[Unione Europea]]) è il rapporto tra il debito pubblico ed il [[Prodotto interno lordo]], in quanto il PIL in questo caso rappresenta un indice o parametro di quanto lo Stato è in grado di risanare il proprio debito pubblico tramite ad esempio [[tributo|imposizione fiscale]].
 
La presenza di un debito nei ''conti pubblici'' impone, da parte dello Stato e/o degli [[ente pubblico|enti pubblici]] [[ente locale|locali]] e [[ente territoriale|territoriali]], oltre alla sua copertura [[finanza pubblica|finanziaria]] nei tempi e modalità di scadenza prestabilite dai titoli stessi (compresi gli [[Interesse (matematica finanziaria)|interessi]] maturati, costituendo di fatto una delle voci di [[spesa pubblica]]), la necessità di tenere sotto controllo il debito pubblico per non cadere nella [[insolvenza sovrana]] ovvero nel [[fallimento (diritto)|fallimento]] dello Stato stesso, tipicamente:
Relativamente al rapporto tra il debito pubblico ed il Prodotto interno lordo, ci sono quattro possibili situazioni in cui può trovarsi lo Stato in un determinato anno:
* ricorrendo nel breve periodo a politiche di risanamento dei conti pubblici all'interno di [[politica di bilancio|politiche di bilancio]] pubbliche ''restrittive'' o ''di rigore'' (es. [[austerità]]) con abbattimento del [[deficit pubblico]] o creazione di [[avanzo primario]] (ad es. incrementando le entrate con l'aumento delle [[imposta|imposte]] o il recupero dell'[[evasione fiscale]] oppure con la [[Revisione della spesa pubblica|riduzione della spesa]]);
* ricorrendo, nel medio-lungo periodo, a politiche di bilancio di tipo ''espansivo'' (ad es. immissione di liquidità o deficit spending) stimolando la [[crescita economica]] e relativo [[PIL]] con aumento del relativo [[gettito fiscale]].
 
=== Debito interno ===
# il tasso di crescita del PIL risulta minore del tasso di interesse dei titoli di Stato e c'è pure un disavanzo primario in rapporto al PIL, nel senso che le uscite dello Stato sono maggiori delle entrate in rapporto al PIL. In tal caso il rapporto debito/PIL tenderà ad aumentare all'infinito.
Il debito interno si contrae quando lo Stato emette titoli di stato a favore degli acquirenti pari alla quantità di moneta corrisposta sulla quale emissione paga il valore nominale più gli interessi stabiliti dai mercati sugli stessi titoli di stato. Gli investitori possono esercitare un ruolo determinante nella politica economica degli Stati, in ragione degli stock di debito posseduti, tramite la [[compravendita]] di titoli all'asta pubblica o nel mercato secondario (per un rifinanziamento oppure per acquisire nuovi titoli di debito). In linea teorica un debito interno è preferibile a un debito estero in quanto i [[capitale (economia)|capitali]] investiti/prestati una volta restituiti possono tornare più direttamente all'interno del [[sistema economico]] del paese stimolando i [[consumi]] ovvero la [[domanda e offerta#Domanda|domanda]] e quindi la [[crescita economica]] stessa.
# il tasso di crescita del PIL ''n'' risulta maggiore del tasso di interesse dei titoli di Stato ''i'', ma c'è ancora un [[disavanzo primario]] in rapporto al PIL. In tal caso il rapporto debito/PIL convergerà in modo decrescente verso un certo valore (che si dice [[Stato stazionario (economia)|"stato stazionario"]]) se, e solo se, il rapporto debito/PIL iniziale è maggiore dello stato stazionario. In particolare, in tal caso, affinché il rapporto debito/PIL decresca, occorre che il PIL cresca a tal punto da rendere la differenza ''n-i'' sufficientemente grande e il disavanzo primario sia invece il più piccolo possibile. Se invece il rapporto debito/PIL iniziale è minore dello stato stazionario, il rapporto debito/PIL convergerà sempre verso lo stato stazionario, ma in modo crescente.
# il tasso di crescita del PIL ''n'' risulta minore del tasso di interesse dei titoli di Stato ''i'', ma si è intervenuti aumentando le tasse, per cui non c'è un disavanzo primario e le entrate sono più delle uscite. In tal caso il rapporto debito/PIL decrescerà annullandosi dopo un certo tempo se, e solo se, il rapporto debito/PIL iniziale è minore dello stato stazionario. In particolare, affinché il rapporto debito/PIL decresca, occorre che la differenza ''n-i'' sia sufficientemente piccola e che le entrate siano sufficientemente grandi. Se invece il rapporto debito/PIL iniziale è maggiore dello stato stazionario, il rapporto debito/PIL tenderà ad aumentare all'infinito.
# il tasso di crescita del PIL risulta maggiore del tasso di interesse dei titoli di Stato e si è intervenuti aumentando le tasse per cui non c'è un disavanzo primario e le entrate sono maggiori delle uscite. In tal caso il rapporto debito/PIL decrescerà rapidamente fino ad annullarsi.
 
=== Insolvenza dei titoli di stato ===
[[Immagine:Public debt percent gdp world map.PNG|thumb|500px|Debito pubblico rapportato al [[prodotto interno lordo]] nei paesi del mondo al 2007]]
Di solito i titoli di stato sono considerati titoli a basso rischio, equiparati pertanto alla moneta. Tuttavia storicamente non mancano casi di [[insolvenza sovrana]]: la [[Spagna]] dichiarò [[bancarotta]] 16 volte fra metà [[XIX secolo|Ottocento]] ed il [[XX secolo|Novecento]]. Anche la [[Germania Ovest]], per evitare il [[Default (finanza)|default]], ottenne nel 1953 la cancellazione di metà del suo debito da parte di 21 [[blocco occidentale|Paesi occidentali]], confermata poi nel 1990 dopo che la [[riunificazione tedesca]] avrebbe annullato la cancellazione di quarant'anni prima.
 
Il governo argentino, nell'ambito della sua [[crisi economica argentina|crisi economica]] a cavallo degli [[anni 2000]], ha rifiutato di pagare i detentori di titoli e ha cambiato [[moneta]], togliendo al ''peso'' argentino [[corso legale]]. Con questo atto l'[[Argentina]], rifiutandosi di pagare i vecchi creditori, ha dichiarato unilateralmente di aver azzerato il debito pubblico nella vecchia valuta. In realtà, l'Argentina è stata portata dai creditori di fronte ai tribunali internazionali ([[USA]] e [[Germania]]) e inoltre sta subendo un'azione mossa presso la Camera Arbitrale (ICSID) della [[Banca Mondiale]]. I ''[[Obbligazione (finanza)|bond]]'' (obbligazioni) argentini, a causa del ''[[Default (finanza)|default]]'' (cessazione dei pagamenti) decretato e ancora non risolto, non hanno avuto per qualche tempo accesso al mercato nelle borse internazionali, ma potevano essere trattati solo sul mercato nazionale, soggetto alla legislazione argentina. Sul mercato [[EuroTLX]], accessibile agli investitori italiani, sono attualmente trattate 3 obbligazioni Argentine, due in Euro con scadenza nel 2038 e una in USD con scadenza nel 2038.
===Trattazione matematica del rapporto debito/PIL===
 
Nel 2012 la [[Grecia]], durante la sua [[crisi economica della Grecia|crisi economica]], ha concordato con i rappresentanti di banche e istituzioni europee una "ristrutturazione" del debito consistente in un forte taglio al capitale e una dilazione delle scadenze.
La seguente [[equazione alle differenze]] relativa al rapporto debito/PIL mostra come il valore nominale del debito pubblico al tempo ''t'' è uguale al valore nominale del debito pubblico dell'anno precedente moltiplicato per ''(1 + i)'', dove ''i'' è il tasso di interesse nominale dei titoli di stato più il disavanzo primario (pari alla differenza tra le uscite e le entrate statali, esclusa la spesa per interessi):<ref>Roger Farmer, ''Macroeconomia'', McGraw-Hill (p. 269)</ref>
 
Anche diverse istituzioni interne di vari stati (regioni, Stati federati, comuni, enti pubblici vari) si sono venute a trovare in situazioni di insolvenza, anche se il fatto che i creditori fossero in prevalenza cittadini del medesimo stato ha attenuato la rilevanza internazionale del problema.
:<math>\ B_{t}=B_{t-1}(1+i) + D_t</math>
 
Il [[tasso d'interesse]] dei titoli è uno degli indici più immediati per misurare la rischiosità percepita dagli investitori; un altro indice (comunque basato sul tasso di interesse) che misura la rischiosità relativa percepita, è il cosiddetto [[spread]]: esso infatti valuta la differenza di rendimento tra un titolo di stato di un paese, e un titolo di pari caratteristiche emesso da un altro paese, preso come riferimento.
Dividendo l'equazione per il PIL e ponendo che l'incremento del PIL dal tempo ''t-1'' al tempo ''t'' sia pari a ''1+n'' (essendo ''n'' il tasso di crescita del PIL nominale), si ottiene l'equazione alle differenze <math>b_{t}</math>:
 
=== Rating ===
:<math>\frac{B_{t}}{Y_{t}}=\frac{B_{t-1}}{Y_{t}}(1+i) + \frac{D_{t}}{Y_{t}}</math>
Le [[agenzie di rating]] al mondo forniscono le loro [[Rating|valutazioni]] sulla solidità finanziaria anche degli Stati, intese come capacità dello Stato in questione di ripagare o far fronte al proprio debito pubblico o equivalentemente il rispettivo [[rischio di credito]], fornendo indici di maggiore o minore fiducia presi a riferimento dagli [[investimento|investitori]] nei confronti dell'emissione di titoli di stato del paese.
:<math>\frac{B_{t}}{Y_{t}}=\frac{\frac{B_{t-1}}{Y_{t-1}}}{\frac{Y_{t}}{Y_{t-1}}}(1+i) + \frac{D_{t}}{Y_{t}}</math>
 
==Relazioni macroeconomiche==
Ora, assumendo costante il rapporto tra disavanzo primario e PIL, si ha:
=== Il rapporto debito/PIL ===
[[File:Rapporto Debito-Pil.png|thumb|upright=1.8|Debito pubblico in percentuale del [[PIL]], evoluzione dal 1995 per [[Stati Uniti]], [[Giappone]] e maggiori economie europee. Dati [[OECD]].]]
Più che il valore assoluto del debito, un importante indice della solidità finanziaria ed economica di uno Stato (come prescritto anche nel caso del [[patto di stabilità e crescita]] vigente nell'[[Unione europea]]) è il rapporto tra il debito pubblico ed il [[prodotto interno lordo]] (PIL), in quanto il PIL in questo caso rappresenta un indice o parametro di quanto lo Stato è in grado di risanare il proprio debito pubblico tramite ad esempio [[tributo|imposizione fiscale]] e relativo [[gettito fiscale]]. In generale dunque uno Stato può avere un debito pubblico elevato, ma anche un PIL elevato (es. [[Stati Uniti]]) senza per questo incorrere in situazioni di pericolo finanziario ovvero rischio insolvenza: quello che importa è il rapporto e l'andamento reciproco delle due grandezze.
 
È da notare come il debito pubblico a cui fanno riferimento i [[parametri di Maastricht]] non contempla il cosiddetto ''debito pubblico implicito'' ovvero le promesse di spese future degli [[Stati membri dell'Unione europea|Stati membri]] per lo [[Stato sociale]] o [[spesa sociale]] (promesse riguardanti l'assistenza, la [[assistenza sanitaria|sanità]], le regole e i requisiti per il [[previdenza|pensionamento]]).
:<math>b_{t} = b_{t-1}\frac{1+i}{1+n} + d</math>
 
Con riferimento al rapporto tra il debito pubblico e il Prodotto interno lordo, ci sono quattro possibili situazioni in cui può trovarsi lo Stato in un determinato anno:
Calcolando <math>b_{1}</math> si ottiene:
 
# il tasso di crescita del PIL risulta minore del tasso di interesse dei titoli di Stato e c'è pure un [[Saldo primario|disavanzo primario]] in rapporto al PIL, nel senso che le uscite dello Stato sono maggiori delle entrate in rapporto al PIL. In tal caso il rapporto debito/PIL tenderà a divergere ovvero ad aumentare all'infinito con forte rischio insolvenza nel medio-lungo termine.
:<math>b_{1}=b_{0}\frac{1+i}{1+n} + d</math>
# il tasso di crescita del PIL ''n'' risulta maggiore del tasso di interesse dei titoli di Stato ''i'', ma c'è ancora un disavanzo primario in rapporto al PIL. In tal caso il rapporto debito/PIL convergerà in modo decrescente verso un certo valore (che si dice "[[Stato stazionario (economia)|stato stazionario]]") se, e solo se, il rapporto debito/PIL iniziale è maggiore dello stato stazionario. In particolare, in tal caso, affinché il rapporto debito/PIL decresca, occorre che il PIL cresca a tal punto da rendere la differenza ''n-i'' sufficientemente grande e il disavanzo primario sia invece il più piccolo possibile. Se invece il rapporto debito/PIL iniziale è minore dello stato stazionario, il rapporto debito/PIL convergerà sempre verso lo stato stazionario, ma in modo crescente.
# il tasso di crescita del PIL ''n'' risulta minore del tasso di interesse dei titoli di Stato ''i'', ma non c'è un disavanzo primario ovvero le entrate sono più delle uscite. In tal caso il rapporto debito/PIL decrescerà annullandosi dopo un certo tempo se, e solo se, il rapporto debito/PIL iniziale è minore dello stato stazionario. In particolare, affinché il rapporto debito/PIL decresca, occorre che la differenza ''n-i'' sia sufficientemente piccola e che le entrate siano sufficientemente grandi. Se invece il rapporto debito/PIL iniziale è maggiore dello stato stazionario, il rapporto debito/PIL tenderà ad aumentare all'infinito con aumentato rischio insolvenza.
# il tasso di crescita del PIL risulta maggiore del tasso di interesse dei titoli di Stato e c'è un avanzo primario per cui le entrate sono maggiori delle uscite. In tal caso il rapporto debito/PIL decrescerà rapidamente fino ad annullarsi, abbattendo il rischio insolvenza.
 
[[File:Government debt in percent of GDP IMF.svg|thumb|upright=1.5|Rapporto tra debito pubblico e [[Prodotto interno lordo|PIL]] in percentuale, secondo l'[[Fondo monetario internazionale|FMI]], 2024.
Calcolando <math>b_{2}</math> si ottiene:
{{legend|#d73127|>100%}} {{legend|#f56e43|>75–100%}}
{{legend|#fdae61|>50–75%}} {{legend|#fee08a|>25–50%}}
{{legend|#ffffbf|0–25%}} {{legend|#cccccc|no dati}}]]
 
=== Debito pubblico e crescita economica ===
:<math>b_{2}=b_{1}\frac{1+i}{1+n} + d=b_{0}\left(\frac{1+i}{1+n}\right)^{2}+\left(\frac{1+i}{1+n}\right)d+d</math>
 
La maggior parte dei policy-makers sembra ritenere che il debito riduca la crescita economica. Si tratta di un'opinione in linea con i risultati di una fiorente letteratura empirica che mostra l'esistenza di una [[Correlazione (statistica)|correlazione]] negativa tra debito pubblico e crescita economica. Tuttavia correlazione non implica necessariamente causalità, che potrebbe anche essere invertita. Il legame tra debito e crescita potrebbe infatti scaturire dal fatto che è la ridotta crescita economica a generare elevati livelli di debito pubblico, ad esempio per minor entrate statali dalla tassazione dei [[contribuente|contribuenti]] a parità di spesa.<ref>[http://www.voxeu.org/article/high-public-debt-harmful-economic-growth-new-evidence Is high public debt harmful for economic growth? ], Ugo Panissa e Andrea Presbitero, 22 aprile 2012.</ref>
Calcolando <math>b_{3}</math> si ottiene:
 
Ci si trova dunque in una situazione di [[retroazione|feedback]] retroattivo positivo dove all'aumentare del debito diminuisce la crescita economica per effetto dell'aumentata tassazione (''[[effetto spiazzamento]]'') e al diminuire della crescita aumenta ancora il debito stesso per minor [[gettito fiscale]] dovuto al minor PIL. In linea di massima tende comunque a valere l'analisi del rapporto debito/PIL: se uno Stato ha un forte debito, ma anche un elevato PIL (es. [[Stati Uniti]]) il rischio di insolvenza è minore ovvero comunque relativo alle dimensioni delle due grandezze e al loro reciproco andamento.
:<math>b_{3}=b_{2}\frac{1+i}{1+n} + d=b_{0}\left(\frac{1+i}{1+n}\right)^{3}+\left(\frac{1+i}{1+n}\right)^{2}d+\left(\frac{1+i}{1+n}\right)d+d</math>
 
Inoltre come appare evidente dalla [[Politica economica#Statica comparata del Modello Classico|Statica Comparata del Modello Classico]] se la propensione all'investimento da parte delle imprese è inferiore alla [[propensione marginale al risparmio]] e le persone sono più interessate a investire in titoli piuttosto che a lavorare per cui risulta soddisfatta la [[disequazione]]:
Calcolando <math>b_{t}</math> si ottiene:
 
:<math> (1) \quad I^{'}(r)(f^{''}(N)-S_{N})<sS_{r}f^{'}(N) </math>
:<math>b_{t}=b_{0}\left(\frac{1+i}{1+n}\right)^{t}+\left(\frac{1+i}{1+n}\right)^{t-1}d+....+\left(\frac{1+i}{1+n}\right)^{3}d+\left(\frac{1+i}{1+n}\right)^{2}d+\left(\frac{1+i}{1+n}\right)d+d</math>
 
allora una diminuzione della spesa pubblica fa decrescere il PIL e il numero di occupati mentre fa crescere il tasso di interesse, pertanto il rapporto Debito/PIL tende ad aumentare.
Posto <math>K:=\left(\frac{1+i}{1+n}\right)</math> e posto:
Viceversa un aumento della spesa pubblica fa crescere il PIL e il numero di occupati e fa decrescere il tasso di interesse, pertanto il rapporto Debito/PIL tende a diminuire.
:<math>S_{n}:=\left(\frac{1+i}{1+n}\right)^{t-1}d+....+\left(\frac{1+i}{1+n}\right)^{3}d+\left(\frac{1+i}{1+n}\right)^{2}d+\left(\frac{1+i}{1+n}\right)d+d</math>
Appare evidente pertanto che nell'ipotesi che risulti soddisfatta la disequazione (1) lo Stato prima di perseguire un'eventuale diminuzione della spesa pubblica dovrebbe compiere delle politiche di incentivazione all'investimento in economia reale e penalizzare la propensione marginale al risparmio in modo che la disequazione (1) non risulti soddisfatta.
 
== Contromisure ==
si ha:
 
:<math>\ S_{n}:=K^{t-1}d+....+K^{3}d+K^{2}d+Kd+d</math>
 
Moltiplicando <math>S_{n}</math> per -K si ha:
 
:<math>\ -S_{n}K=-K^{t}d-....-K^{4}d-K^{3}d-K^{2}d-dK</math>
 
Sommando membro a membro le due equazioni si ottiene:
 
:<math>\ S_{n}-S_{n}K=-K^{t}d+d</math> da cui si ricava:
 
:<math>\ S_{n}=\frac{1-K^{t}}{1-K} d</math>
 
Pertanto si ha:
 
:<math>\ b_{t}=K^{t} b_{0} + \dfrac{1-K^{t}}{1-K} d=\left(\frac{1+i}{1+n}\right)^{t}b_0+\dfrac{\left(1-\left(\frac{1+i}{1+n}\right)^{t}\right)}{1-\frac{1+i}{1+n}}d</math>
 
che risulta uguale a:
 
:<math> b_{t}=\left(\dfrac{1+i}{1+n}\right)^{t}\left[ b_{0}-d\left( \dfrac{1+n}{n-i}\right)\right]+d\left( \dfrac{1+n}{n-i}\right) </math>
 
 
Ottenuta la successione <math>b_{t}</math> è possibile sapere quale sarà il rapporto debito/PIL dopo 1 anno, 2 anni, ..., t anni conoscendo <math>b_{0}</math>, i, n e d.
 
Per valutare in quali casi il debito pubblico in rapporto al PIL è crescente o decrescente, considerato che la successione <math>b_{t}</math> è definita negli anni ''1, 2, .., t'' se si considera la funzione corrispondente definita su tutto il tempo e non relativamente ai soli anni essendo tale funziona continua su T se ne può calcolare la derivata, laddove tale funzione sarà crescente o decrescente su tutto T la relativa successione sarà crescente o decrescente relativamente ai soli anni ''1, 2, .., t'' che rappresentano un sottoinsieme di T.
Pertanto la derivata risulta uguale a:
 
:<math>\dfrac{\textrm{d}b(t)}{\textrm{d}t}=K^{t}log(K)\left(b_{0}-\dfrac{d}{1-K}\right)</math>
 
====Primo caso: (d&gt;0 e K&gt;1 e quindi n&lt;i)====
[[Immagine:Caso1.png|400px|thumb|right|<math>d>0 e K>1</math> e quindi <math>n<i</math>.]]
 
Se le uscite dello Stato superano le entrate e il tasso di incremento del PIL è minore del tasso di interesse dei titoli di Stato, si ha:
 
<math>\dfrac{d}{1-K}<0</math> e <math>log(K)>0</math> quindi la derivata è sempre positiva per cui <math>b_{t}</math> è sempre crescente e risulta
 
:<math>\lim_{t \to +\infty}b_{t}=+\infty</math>
 
====Secondo caso: (d>0 e K<1 e quindi n>i)====
[[Immagine:Caso2.png|400px|thumb|right|<math>d>0 e K<1</math> e quindi <math>n>i</math>.]]
 
Se le uscite dello Stato superano le entrate ma il tasso di incremento del PIL è maggiore del tasso di interesse dei titoli di Stato, si ha:
 
:<math>\dfrac{d}{1-K}>0</math> e <math>log(K)<0</math>
 
quindi:
* se la derivata è positiva (ovvero per <math>b_{0}<\dfrac{d}{1-K}</math>) il rapporto debito/PIL cresce
* se la derivata è negativa (ovvero per <math>b_{0}>\dfrac{d}{1-K}</math>) il rapporto debito/PIL decresce.
 
Il termine <math>\dfrac{d}{1-K}=\dfrac{d(1+n)}{n-i}</math> è uno stato stazionario, per cui affinché il debito/PIL decresca è necessario che il debito/PIL iniziale sia maggiore dello stato stazionario e ciò accade se ''n'' è sufficientemente grande rispetto a ''i'' e se ''d'' è sufficientemente piccolo, in modo che il debito iniziale sia maggiore dello stato stazionario.
 
Inoltre essendo <math>\lim_{t\to+\infty}{b_{t}}=\dfrac{d}{1-K}</math>, il rapporto debito/PIL converge verso lo stato stazionario (o crescendo o decrescendo).
 
====Terzo caso: (d<0 e K>1 e quindi n<i)====
[[Immagine:caso3.png|400px|thumb|right|<math>d<0 e K>1</math> e quindi <math>n<i</math>.]]
 
Se le entrate dello Stato superano le uscite e se il tasso di incremento del PIL è minore del tasso di interesse dei titoli di Stato, si ha:
 
:<math>\dfrac{d}{1-K}>0</math> e <math>log(K)>0</math>
 
quindi
* se la derivata è positiva (ovvero per <math>b_{0}>\dfrac{d}{1-K}</math>), il rapporto debito/PIL cresce
* se la derivata è negativa (ovvero per <math>b_{0}<\dfrac{d}{1-K}</math>), il rapporto debito/PIL decresce.
 
Il termine <math>\dfrac{d}{1-K}=\dfrac{d(1+n)}{n-i}</math> è uno stato stazionario, per cui, affinché il rapporto debito/PIL decresca, è necessario che il rapporto debito/PIL iniziale sia minore dello stato stazionario e ciò accade se ''n'' è quasi uguale ad ''i'' e se ''d'' è sufficientemente grande, in modo che il debito iniziale sia minore dello stato stazionario.
 
Inoltre <math>\lim_{t\to+\infty}{b_{t}}=+\infty</math> quando il rapporto debito/PIL cresce, mentre si ha che <math>\lim_{t\to+\infty}{b_{t}}=-\infty</math> quando il rapporto debito/PIL decresce; infatti calcolando la forma indeterminata del tipo <math>\infty-\infty</math> si ottiene come risultato <math>-\infty</math>, per cui in tal caso dopo un certo tempo il rapporto debito/PIL si annulla.
 
====Quarto caso: (d<0 e K<1 e quindi n>i)====
[[Immagine:caso4.png|400px|thumb|right|<math>d<0</math> e <math>K<1</math> e quindi <math>n<i</math>.]]
 
Se le entrate dello Stato superano le uscite e il tasso di incremento del PIL è maggiore del tasso di interesse dei titoli di Stato, si ha:
 
<math>\dfrac{d}{1-K}<0</math> e <math>log(K)<0</math>
 
quindi la derivata è sempre negativa, per cui <math>b_{t}</math> è sempre decrescente e risulta:
 
<math>\lim_{t \to +\infty}b_{t}=\dfrac{d}{1-K}</math>
 
per cui dopo un certo periodo di tempo il rapporto debito/PIL si annulla.
 
===Trattazione matematica del pareggio di bilancio===
Il pareggio di bilancio si verifica quando il debito pubblico in rapporto al PIL rimane costante.
Considerata la successione debito/PIL :
 
:<math> b_{t}=\left(\dfrac{1+i}{1+n}\right)^{t}\left[ b_{0}-d\left( \dfrac{1+n}{n-1}\right)\right]+d\left( \dfrac{1+n}{n-1}\right) </math>
 
sviluppandola in Serie di Taylor col resto di Lagrange si ha :
 
:<math> b_{t}=b_{0}+\left[ b_{0}-d\left( \dfrac{1+n}{n-i}\right)\right]\left[ t\log\left(\dfrac{1+i}{1+n}\right)+\frac{t^{2}}{2!}\log^{2}\left(\dfrac{1+i}{1+n}\right)+...+\frac{t^{n}}{n!}\log^{n}\left(\dfrac{1+i}{1+n}\right)+\frac{t^{n+1}}{(n+1)!}\log^{n+1}\left(\dfrac{1+i}{1+n}\right)\left( \dfrac{1+i}{1+n}\right)^{\xi} \right] </math>
 
Sviluppando inoltre in Serie di Taylor col resto di Lagrange il termine:
 
:<math> \left(\dfrac{1+i}{1+n}\right)^{t}=1+ t\log\left(\dfrac{1+i}{1+n}\right)+\frac{t^{2}}{2!}\log^{2}\left(\dfrac{1+i}{1+n}\right)+...+\frac{t^{n}}{n!}\log^{n}\left(\dfrac{1+i}{1+n}\right)+\frac{t^{n+1}}{(n+1)!}\log^{n+1}\left(\dfrac{1+i}{1+n}\right)\left( \dfrac{1+i}{1+n}\right)^{\xi} </math>
[[File:Pareggio.png|400px|thumb|right|<math>b_{t}=b_{0}</math>]]
 
allora risulta :
 
:<math> b_{t}=b_{0}+\left[ b_{0}-d\left( \dfrac{1+n}{n-i}\right)\right]\left[\left(\dfrac{1+i}{1+n}\right)^{t}-1 \right] </math>
 
Si nota che affinchè risulti :
 
:<math> b_{t}=b_{0} </math>
 
e quindi il debito pubblico rimanga costante occorre che :
 
:<math>(1)\quad \left[ b_{0}-d\left( \dfrac{1+n}{n-i}\right)\right]=0 </math>
 
 
Quindi il pareggio di bilancio si ottiene cercando di annullare la (1) per cui lo Stato può agire attraverso una politica economica sia su <math>b_{0}</math> che su d (deficit/PIL cioè differenza tra entrate ed uscite rapportato al PIL) ma su i può agire poco perchè i tassi di interesse seguono principalmente le logiche dei mercati finanziari,mentre su n (tasso di crescita del Pil) può fare delle politiche volte al suo incremento ad esempio riducendo il costo del lavoro ma lo Stato non potrebbe prevedere nel caso specifico quanto la riduzione del costo del lavoro incida su n. Visto che si prefigge il pareggio di bilancio e cioè l'azzeramento dell'equazione (1) lo Stato deve agire principalmente su <math> b_{0} </math> e su d .
Ad esempio se il debito pubblico rapportato al PIL è del 120% e quindi <math> b_{0}=120% </math> lo Stato può ad esempio vendere alcuni suoi beni in modo da ridurre <math> b_{0} </math> con una conseguente riduzione di d per ottenere l'azzeramento dell' equazione (1) evitando quindi un'eccessiva riduzione delle uscite rispetto alle entrate.
 
==Insolvenza dei titoli di stato==
Di solito i titoli di stato sono considerati titoli a basso rischio, equiparati pertanto alla moneta. Tuttavia non mancano casi di insolvenza: la [[Spagna]] dichiarò [[bancarotta]] ben 16 volte fra metà [[XIX secolo|ottocento]] e il [[XX secolo|novecento]]. Di recente il governo argentino ha rifiutato di pagare i detentori di titoli ed ha cambiato [[moneta]], togliendo al ''peso'' argentino [[corso legale]]. Con questo atto l'[[Argentina]], rifiutandosi di pagare i vecchi creditori, ha dichiarato unilateralmente di aver azzerato il debito pubblico nella vecchia valuta. In realtà, l'Argentina è stata portata dai creditori di fronte ai tribunali internazionali ([[USA]] e [[Germania]]) ed inoltre sta subendo un'azione mossa presso la Camera Arbitrale (ICSID) della [[Banca Mondiale]]. I ''[[Obbligazione (finanza)|bond]]'' (obbligazioni) argentini, a causa del [[Default (finanza)|''default'']] (cessazione dei pagamenti) decretato e ancora non risolto, non hanno accesso al mercato nelle borse internazionali, ma possono essere trattati solo sul mercato nazionale, soggetto alla legislazione argentina. Un indice che valuta la rischiosità dei titoli di stato emessi è il cosiddetto [[spread]].
 
== Debito interno ==
Il debito interno si contrae quando lo stato per acquistare moneta dalla banca centrale emette titoli di stato a favore della banca centrale pari alla quantità di moneta emessa dalla banca centrale sulla quale emissione paga il valore nominale più gli interessi stabiliti dai mercati sugli stessi titoli di stato. La banca centrale immette i titoli di stato sul mercato finanziario internazionale.Gli investitori possono esercitare un ruolo determinante nella politica economica degli Stati, in ragione degli stock di debito posseduti, tramite la [[compravendita]] di titoli all'asta pubblica o nel mercato secondario (per un rifinanziamento oppure per acquisire nuovi titoli di debito). In linea teorica un debito interno è preferibile a un debito estero in quanto i [[capitale|capitali]] investiti una volta restituiti possono tornare all'interno del [[sistema economico]] del paese stimolandone la [[crescita economica]].
 
==Contromisure==
=== Il finanziamento con tagli e imposte, e lo spiazzamento ===
{{Vedi anche|Elenco di Stati per debito pubblico}}
 
La presenza di un debito pubblico all'interno del bilancio dello Stato pone il problema del controllo stretto sulla sua espansione e del relativo [[rischio di credito]]: tale processo di copertura parziale o totale di debito e relativi interessi è detto ''finanziamento del debito'' ed è comunque in dipendenza dell'andamento del rapporto debito/PIL per l'analisi vista sopra. Tipicamente questo avviene attraverso tagli alla [[spesa pubblica]] (es. [[spending review]]), [[tassazione]] dei [[contribuente|contribuenti]] (cioè portando in attivo il bilancio annuale dello Stato) o con l'emissione di nuovi titoli di stato col rischio, in quest'ultimo caso, di alimentare le dimensioni del debito totale fino a richiedere nel tempo un aumento delle prime due misure o arrivare a una quota di titoli superiori alla domanda effettiva del [[mercato]] con aumentato rischio insolvenza su parte delle scadenze. L'esigenza di tenere sotto controllo l'espansione del debito pubblico ha quindi due principali motivazioni:
 
* La prima è di carattere finanziario e attiene alla difficoltà di finanziare il debito pubblico quando questo cresce troppo velocemente rispetto al PIL. Come in tutti i casi di prestito di denaro se il debito è elevato o cresce velocemente cala fisiologicamente la fiducia dei creditori nel riacquisire i propri capitali ceduti e quindi ne scoraggiascoraggiando l'ulteriore credito con possibile effetto di mancata copertura del debito stesso da parte dello Stato; in queste condizioni, se cala la fiducia dei sottoscrittori dei titoli sulla capacità del debitore di pagare gli interessi e di restituire il [[capitale (economia)|capitale]], il finanziamento del debito può allora avvenire allora solo corrispondendo interessi più elevati cioè offrendo rendimenti più alti dei [[titoli di Stato]] (vedi [[spread]]). Analogo aumento degli interessi avviene quando cresce la tassazione del risparmio, che diminuisce l'interesse netto che rimane al risparmiatore. L'imposizione fiscale aggiunge poi un effetto-spiazzamento. La spesa per interessi aggrava dunque il [[deficit pubblico]] facendo ulteriormente aumentare il debito e può innescare un circolo vizioso in cui all'aumento vorticoso del debito corrisponde un aumento della spesa per interessi, del deficit e quindi in ultimo del debito pubblico stesso fino alla possibile dichiarazione di insolvenza del debito ovvero al [[fallimento]].
* La seconda motivazione riguarda il cosiddetto "[[effetto spiazzamento]]". Se una parte dei [[reddito|redditi]] o [[risparmio|risparmi]] privati finisce col finanziare il debito pubblico tramite [[imposizione fiscale]], si sottraggono risorse ai [[consumo|consumi]] e agli [[investimento|investimenti]] privati, con conseguenze negative sulla [[crescita economica]]. È pur vero che queste somme sono distribuite ai detentori dei titoli (imprese, privati e banche) che in teoria possono tornare a prestare questo denaro per finanziare lo sviluppo, ma si deve considerare che la minor fiducia nell'emittente può indurre chi è tornato in possesso del proprio capitale a investire altrimenti.
 
In generale dunque per la riduzione della crescita del debito si può agire puntando sul risanamento dei [[Bilancio dello Stato|conti pubblici]] ovvero alla riduzione del [[deficit pubblico]] attraverso [[politica di bilancio|politiche di bilancio]] pubblico di tipo ''restrittivo'' ovvero con tagli alla [[spesa pubblica]] e/o con un aumento delle [[Entrata (economia)|entrate]] statali sotto forma di [[prelievo fiscale]], maggiore recupero di [[denaro]] da [[evasione fiscale]], [[privatizzazione|privatizzazioni]] di enti e proprietà pubbliche, [[condono|condoni]] ecc. In alternativa si può finanziare il debito con il debito ovvero con l'emissione di nuovi [[titoli di stato]] con l'inconveniente però di aumentarne il rendimento atteso dal finanziatore/investitore e quindi la spesa per interessi. In Italia tali provvedimenti economico-finanziari a tal fine sono specificati all'interno di documenti contabili-finanziari quali la [[legge finanziaria]] o espressi all'interno di programmi di più lunga durata come il [[DPEF]].
* La seconda motivazione riguarda il cosiddetto "effetto spiazzamento". Se una parte dei risparmi privati finisce col finanziare il debito pubblico, si sottraggono risorse agli [[investimento|investimenti]] privati, con conseguenze negative sulla [[crescita economica]]. È l'effetto spiazzamento. È pur vero che queste somme sono distribuite ai detentori dei titoli, che sono imprese, privati e banche che possono tornare a prestare questo denaro per finanziare lo sviluppo.
 
== Nelle varie nazioni ==
In generale dunque per la riduzione della crescita del debito si può agire puntando sul risanamento dei [[conti pubblici]] ovvero alla riduzione del [[deficit pubblico]] attraverso tagli alla [[spesa pubblica]] e/o con un amento delle [[entrate]] statali sotto forma di [[prelievo fiscale]], maggiore recupero di [[denaro]] da [[evasione fiscale]], [[privatizzazione|privatizzazioni]] di enti pubblici, [[condono|condoni]] ecc... In alternativa si può finanziare il debito con il debito ovvero con l'emissione di nuovi [[titoli di stato]] con l'inconveniente però di aumentarne il rendimento atteso dal finanziatore/investitore e quindi la spesa per interessi. In Italia tali provvedimenti economico-finanziari sono specificati all'interno di documenti contabili-finanziari quali la [[legge finanziaria]] o espressi all'interno di programmi di più lunga durata come il [[DPEF]].
{{Vedi anche|Stati per debito pubblico}}
Il debito pubblico del mondo è la somma del debito pubblico dei singoli paesi, espresso in dollari si aggira circa su 150.000 miliardi di dollari nel 2011.<ref>[https://www.economist.com/content/global_debt_clock ''Debito pubblico del mondo''].</ref>
 
I paesi con i maggiori debiti pubblici in rapporto al [[PIL]] sono in linea di massima i paesi più benestanti ([[Giappone]], [[Canada]], [[USA]], paesi dell'[[Europa occidentale]] ed ora anche [[Brasile]]), per cui si può affermare che parte del loro benessere è finanziata dal resto del mondo e che il loro [[sviluppo economico]] è stato favorito dalla loro capacità di finanziarsi nel resto del mondo.
===Debito pubblico e crescita economica===
Secondo gli economisti di [[economia keynesiana|scuola keynesiana]], il taglio della spesa corrente per finanziare il debito ha effetti negativi sul [[tassa|gettito fiscale]], poiché la spesa pubblica è uno strumento utile per riuscire a stimolare la [[crescita economica]]. Uno stato che dichiara fallimento per insolvenza del proprio debito pubblico, oltre a creare un danno per i creditori, rischia quindi di vedere a sua volta diminuire la propria crescita economica perché non può intervenire con [[politica economica|politiche economiche]] a sostegno della crescita stessa (ad esempio politiche di sostegno della [[domanda]]) tramite ricorso alla spesa pubblica. Allo stesso modo se il debito è elevato parte della spesa pubblica deve essere destinata alla copertura/finanziamento del debito con medesimi effetti sulla crescita economica. Debito pubblico e crescita economica tendono ad essere dunque aspetti macroeconomici di uno Stato tra loro contrastanti.
 
==Rating==
Le agenzie di [[rating]] al mondo forniscono le loro valutazioni sulla solidità finanziaria anche degli Stati, intese come capacità dello Stato in questione di ripagare o far fronte al proprio debito pubblico o equivalentemente il rispettivo [[rischio di credito]], fornendo indici di maggiore o minore fiducia presi a riferimento dagli investitori nei confronti dell'emissione di titoli di stato del paese.
 
==Il debito pubblico nel mondo==
 
=== Il debito pubblico negli Stati Uniti d'America ===
 
Il debito pubblico USA, al 28 febbraio 2011 ha raggiunto la cifra di 14.194,76 miliardi di dollari, massimo storico assoluto.<ref>[http://ucv-italiano.blogspot.com/2011/03/oro-e-debito-pubblico-usa-ai-massimi.html Attilio Folliero e Cecilia Laya "Oro e debito pubblico USA ai massimi storici", 01/03/2011].</ref>
Il debito pubblico USA, negli ultimi tre anni, praticamente sta aumentando al ritmo di 1.000 miliardi di dollari ogni sette mesi circa. Ha raggiunto (e superato) i 14.000 miliardi il 31/12/2010; in precedenza era arrivato a 13.000 miliardi il 01/06/2010.<ref>[http://ucv-italiano.blogspot.com/2010/10/gli-stati-uniti-verso-la-bancarotta.html Attilio Folliero e Cecilia Laya "Passato, presente e futuro del debito pubblico degli USA", 20/10/2010].</ref> Uno studio a lungo termine del debito pubblico USA da parte dell'Ufficio Bilancio del Congresso USA prevede per i prossimi anni una crescita così spropositata che si può arrivare a parlare di pericolo di [[bancarotta]] per gli USA.<ref>Vedasi link a nota anteriore, paragrafo "Il debito pubblico USA a lungo termine"</ref>
Da notare che le cifre sopramenzionate si riferiscono al solo debito federale, con l'esclusione dell'ingente debito locale (municipale, contee e singoli stati).
Il 12 luglio 2011 il presidente degli Stati Uniti [[Barack Obama]] ha dichiarato in un'intervista a Cbs News che non può garantire che i pensionati riceveranno gli assegni della pensione dopo il 3 agosto se democratici e repubblicani non trovano un accordo per alzare il tetto del debito nelle prossime settimane. Al 25 luglio 2011 non è stata trovata ancora una soluzione all'interno del Congresso, poiché la posizione dei democratici e repubblicani rimane fermamente contrapposta: i primi vedrebbero come soluzione temporanea l'aumento delle imposte derivate da redditi elevati; i secondi vedono come via maestra il taglio della spesa pubblica. Di fatto, una mancata soluzione porterebbe al superamento in tempi molto brevi della soglia massima d'indebitamento, stabilita per legge a 14.294 miliardi di dollari, ponendo gli USA dinanzi ad un sostanziale rischio di Default come mai prima d'ora. L' ultima data utile per un accordo rimane il 2 agosto 2012.<ref>http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/412797/</ref> Da segnalare inoltre che nei giorni precedenti alla scadenza del 2 agosto, il governatore dello Stato del [[Minnesota]], Mark Dayton, ha ufficialmente dichiarato il Default dello [[Stato federato degli Stati Uniti d'America|Stato federato]]<ref>http://www.corriere.it/esteri/11_luglio_13/minnesota-stato-fallito_a3f083f8-ad6e-11e0-83b2-951b61194bdf.shtml</ref> (anche chiamato dal popolo americano "Shut Down"). In conseguenza al [[Default (finanza)|Default]], più di 22.000 dipendenti pubblici si sono ritrovati senza stipendio e musei, zoo, parchi ed anche autostrade sono state chiuse per mancanza di fondi. Il Congresso nei giorni precedenti alla scadenza del 2 agosto sta cercando soluzioni che possano aumentare la liquidità del Minnesota in modo tale da uscire dalla situazione di "Shut Down". Il 1 agosto 2011 Il Presidente degli Stati Uniti [[Barack Obama]] afferma con un comunicato delle 20.40 che i leader dei partiti in entrambe le camere hanno raggiunto l'accordo per scansare il rischio [[Default (finanza)|Default]]. L' accordo prevede un aumento del tetto massimo del debito pubblico pari ad una cifra che nei mesi seguenti potrà raggiungere i 2.500 miliardi di dollari, e tagli alla spesa pubblica per somme equivalenti ai sopracitati aumenti della soglia di indebitamento.<ref>http://www.repubblica.it/economia/2011/08/01/news/usa_debito_slitta_voto-19834763/</ref> In Data 6 agosto 2011, l'agenzia di Rating [[Standard & Poor's]] annuncia il taglio della valutazione sul debito USA da AAA ad AA+, con possibilità di altri tagli nei mesi a seguire. È il primo caso di taglio del rating del debito USA nella Storia.<ref>http://www.repubblica.it/economia/2011/08/06/news/debito_usa_downgrade-20092647/?ref=HREA-1</ref>
 
=== Il debito pubblico in Italia ===
{{u|Dati macroeconomici italiani|economia|dicembre 2019}}
{{Vedi anche|Debito pubblico dell'Italia|Economia d'Italia#Origine ed evoluzione del debito pubblico|Storia economica d'Italia}}
La spesa per gli interessi corrisposti ai detentori delle obbligazioni statali è detta "servizio del debito" e costa all'[[Italia]] circa 80 miliardi di euro annui.<ref>[http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/bollec/2012/bolleco68/bollec68/boleco_68.pdf ''Banca d'Italia, Bollettino Economico n. 68, Aprile 2012, pag. 40''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120523003718/http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/bollec/2012/bolleco68/bollec68/boleco_68.pdf |data=23 maggio 2012 }}.</ref> La spesa per interessi per il 2012 è pari a circa 86 miliardi di euro.<ref>[http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/bollec/2012/bolleco70/bollec70/boleco_70.pdf ''Banca d'Italia, Bollettino Economico n. 70, Ottobre 2012, pag. 39''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121119001920/http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/bollec/2012/bolleco70/bollec70/boleco_70.pdf |data=19 novembre 2012 }}.</ref>
 
Il debito pubblico è quindi pari al valore nominale di tutte le passività lorde consolidate delle amministrazioni pubbliche (amministrazioni centrali, enti locali e istituti previdenziali pubblici). Il debito è costituito da biglietti, monete e depositi, titoli diversi dalle azioni, esclusi gli [[Strumento derivato|strumenti finanziari derivati]], e prestiti.
{{F|economia|ottobre 2010|Mancano le fonti delle tabelle del debito pubblico italiano}}
 
Andamento del debito negli ultimi anni confrontato con il PIL (in milioni di €):<ref>[http://www.dt.mef.gov.it/it/debito_pubblico/dati_statistici/ammontare/ ''Andamento del debito pubblico italiano presso il sito del Ministero del Tesoro'']. Dipartimento del Tesoro. Debito pubblico.</ref><ref>[https://web.archive.org/web/20100717075931/http://www.dettoinbreve.it/debito-pubblico-in-italia.htm ''Andamento del debito pubblico in Italia'']. Detto in breve.</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.dt.mef.gov.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pubblico/risorse_correlate/Andamento_e_composizione_del_Debito_Pubblico_al_31.12.2011.pdf|titolo=Debito Pubblico 2008-2011}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.dt.mef.gov.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pubblico/risorse_correlate/Ammontare_e_composizione_del_Debito_Pubblico_al_31.12.2013_.pdf|titolo=Debito pubblico 2011-2013}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.istat.it/it/files//2021/09/CS_Conti-economici-nazionali_2020.pdf|titolo=CONTI ECONOMICI NAZIONALI - ANNO 2020 (Pubblicazioni 2021)}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilsole24ore.com/art/istat-2021-crescita-pil-66percento-deficit-e-debito-discesa-sale-pressione-fiscale-AEHHY4GB|titolo=Istat: nel 2021 crescita Pil +6,6%, deficit e debito in discesa. Sale la pressione fiscale|sito=Il Sole 24 ORE|data=2022-03-01|lingua=it|accesso=2023-06-09}}</ref>
La spesa per gli interessi corrisposti ai detentori delle obbligazioni statali è detta "servizio del debito" e costa all'[[Italia]] circa 70 miliardi di euro annui.<ref>F. Morganti, ''Debito pubblico, vendere davvero per ridurlo al 60% del PIL'', ne ''Il sole 24 ore'', 26 maggio 2005.</ref>
 
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
Il debito pubblico è quindi pari al valore nominale di tutte le passività lorde consolidate delle amministrazioni pubbliche (amministrazioni centrali, enti locali e istituti previdenziali pubblici). Il debito è costituito da biglietti, monete e depositi, titoli diversi dalle azioni, esclusi gli [[strumenti finanziari derivati]], e prestiti.
! Anno!! Debito (MEuro)!! PIL (MEuro)!! % sul PIL
|-
| '''[[2005]]''' || 1.512.779 || 1.429.479 || '''106,60%'''
|-
| '''[[2006]]''' || 1.582.009 || 1.485.377 || '''106,70%'''
|-
| '''[[2007]]''' || 1.602.115 || 1.546.177 || '''103,90%'''
|-
| '''[[2008]]''' || 1.666.603 || 1.567.761 || '''106,20%'''
|-
| '''[[2009]]''' || 1.763.864 || 1.519.702 || '''116,60%'''
|-
| '''[[2010]]''' || 1.843.015 || 1.548.816 || '''119,20%'''
|-
| '''[[2011]]''' || 1.897.900 || 1.580.220 || '''119,70%'''
|-
| '''[[2012]]''' || 1.989.781 || 1.613.265 || '''126,50%'''
|-
| '''[[2013]]''' || 2.070.228 || 1.604.599 || '''132,50%'''
|-
| '''[[2014]]''' || 2.137.322 || 1.621.827 || '''135,40%'''
|-
| '''[[2015]]''' || 2.239.304 || 1.655.355 || '''135,30%'''
|-
| '''[[2016]]''' || 2.285.619 || 1.695.787 || '''134,80%'''
|-
| '''[[2017]]''' || 2.329.374 || 1.736.593 || '''134,20%'''
|-
| '''[[2018]]''' || 2.380.982 || 1.771.391 || '''134,50%'''
|-
| '''[[2019]]''' || 2.410.200 || 1.804.067 || '''134,20%'''
|-
| '''[[2020]]''' || 2.574.153 || 1.670.012 || '''154,10%'''
|-
| '''[[2021]]''' || 2.680.558 || 1.842.507 || '''145,50%'''
|-
| '''[[2022]]''' || 2.758.225 || 1.997.055 || '''138,10%'''
|-
| '''[[2023]]''' || 2.863.438 || 2.128.001 || '''134,60%'''
|-
| '''[[2024]]''' || 2.965.711 || 2.192.182 || '''135,30%'''
|}
 
Andamento mensile durante gli anni 2018, 2019, 2020, 2021, 2022, 2023 , 2024 e 2025 (in milioni di €)<ref>{{Cita web|url=https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/finanza-pubblica/2025-finanza-pubblica/statistiche_FPI_20250415.pdf|titolo=Finanza pubblica: fabbisogno e debito|data=15 aprile 2025}}</ref>:
Andamento del debito negli ultimi anni confrontato con il PIL (in milioni di €)<ref>[http://www.dt.tesoro.it/it/debito_pubblico/_link_rapidi/debito_pubblico.html Andamento del debito pubblico italiano presso il sito del Ministero del Tesoro].</ref><ref>[http://www.dettoinbreve.it/debito-pubblico-in-italia.htm Andamento del debito pubblico in Italia].</ref>:
<br>''In '''grassetto''' il dato record''.
 
{{Colonne}}
{| {{prettytable|text-align=center}}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! Anno!! Debito!! PIL!! % sul PIL
! Anno!! Mese!! Debito
|-
| rowspan="12"|'''[[20052018]]''' || 1.512.779 Gennaio || 12.429351.479 || 105,83%420
|-
| Febbraio || 2.352.407
| '''[[2006]]''' || 1.582.009 || 1.485.377 || 106,51%
|-
| Marzo || 2.368.714
| '''[[2007]]''' || 1.602.115 || 1.546.177 || 103,60%
|-
| Aprile || 2.379.124
| '''[[2008]]''' || 1.666.603 || 1.567.761 || 106,30%
|-
| Maggio || 2.393.182
| '''[[2009]]''' || 1.763.864 || 1.519.702 || 116,10%
|-
| Giugno || 2.388.925
| '''[[2010]]''' || 1.843.015 || 1.548.816 || 119,00%
|-
| Luglio || 2.408.128
|-
| Agosto || 2.392.223
|-
| Settembre || 2.397.270
|-
| Ottobre || 2.400.415
|-
| Novembre || 2.410.127
|-
| Dicembre || 2.380.947
|}
{{Colonne spezza}}
 
{| {{prettytable|class="wikitable" style="text-align=:center}};"
! Anno!! Mese!! Debito
|-
| rowspan="12"|'''[[20112019]]''' || Gennaio || 12.879421.926134
|-
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| '''[[2011]]''' || Febbraio ||1.875.965
|-
| '''[[2011]]''' || Marzo || 12.868416.265 140
|-
| '''[[2011]]''' || Aprile || 12.890430.622 470
|-
| '''[[2011]]''' || Maggio || 12.897422.472016
|-
| '''[[2011]]''' || Giugno || 12.909444.919021
|-
| '''[[2011]]''' || Luglio || 12.911467.807588
|-
| '''[[2011]]''' || Agosto || 12.899464.553234
|-
| Settembre || 2.441.293
|-
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|-
| Novembre || 2.446.391
|-
| Dicembre || 2.409.942
|}
{{Colonne fine}}
{{Colonne}}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! Anno!! Mese!! Debito
|-
| rowspan="12"|'''[[2020]]''' || Gennaio || 2.443.984
|-
| Febbraio || 2.446.723
|-
| Marzo || 2.433.624
|-
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
| Ottobre || 2.587.545
|-
| Novembre || 2.588.651
|-
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|}
{{Colonne spezza}}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! Anno!! Mese!! Debito
|-
| rowspan=12|'''[[2021]]''' || Gennaio || 2.606.333
|-
| Febbraio || 2.643.339
|-
| Marzo || 2.650.963
|-
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|-
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|-
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|-
| Luglio || 2.727.003
|-
| Agosto || 2.736.551
|-
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|-
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|-
| Novembre || 2.696.632
|-
| Dicembre || 2.679.901
|}
{{Colonne fine}}
{{Colonne}}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! Anno!! Mese!! Debito
|-
| rowspan=12|'''[[2022]]''' || Gennaio || 2.716.273
|-
| Febbraio || 2.739.719
|-
| Marzo || 2.759.657
|-
| Aprile || 2.762.315
|-
| Maggio || 2.759.235
|-
| Giugno || 2.772.391
|-
| Luglio || 2.771.395
|-
| Agosto || 2.757.453
|-
| Settembre || 2.745.116
|-
| Ottobre || 2.771.109
|-
| Novembre || 2.765.112
|-
| Dicembre || 2.762.908
|}
{{Colonne spezza}}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! Anno!! Mese!! Debito
|-
| rowspan=12|'''[[2023]]''' || Gennaio || 2.757.581
|-
| Febbraio || 2.778.094
|-
| Marzo || 2.797.317
|-
| Aprile || 2.820.288
|-
| Maggio || 2.825.116
|-
| Giugno || 2.855.532
|-
| Luglio || 2.865.664
|-
| Agosto || 2.847.204
|-
| Settembre || 2.851.060
|-
| Ottobre || 2.874.306
|-
| Novembre || 2.861.990
|-
| Dicembre || 2.869.648
|}
{{Colonne fine}}
{{Colonne}}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! Anno!! Mese!! Debito
|-
| rowspan=12|'''[[2024]]''' || Gennaio || 2.855.376
|-
| Febbraio || 2.877.925
|-
| Marzo || 2.900.383
|-
| Aprile || 2.911.412
|-
| Maggio || 2.924.558
|-
| Giugno || 2.954.126
|-
| Luglio || 2.951.010
|-
| Agosto || 2.962.845
|-
| Settembre || 2.962.625
|-
| Ottobre || 2.981.642
|-
| Novembre || 3.005.633
|-
| Dicembre || 2.966.597
|}
{{Colonne spezza}}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! Anno!! Mese!! Debito
|-
| rowspan=12|'''[[2025]]''' || Gennaio || 2.981.154
|-
| Febbraio || 3.023.802
|-
| Marzo || 3.033.371
|-
| Aprile || '''3.063.453'''
|-
| Maggio ||
|-
| Giugno ||
|-
| Luglio ||
|-
| Agosto ||
|-
| Settembre ||
|-
| Ottobre ||
|-
| Novembre ||
|-
| Dicembre ||
|}
{{colonne fine}}
 
Composizione del debito negli ultimi anni.
 
{| {{prettytable|class="wikitable" style="text-align=:center}};"
! Anno!! Debito!! Titoli Stato!! Diversi
|-
| '''[[2005]]''' || 1.512.779 || 1.213.031 || 299.748
|-
| '''[[2006]]''' || 1.582.009 || 1.256.946 || 325.063
|-
| '''[[2007]]''' || 1.598.975 || 1.288.578 || 310.397
|-
| '''[[2008]]''' || 1.663.353 || 1.356.298 || 307.055
|-
| '''[[2009]]''' || 1.761.191 || 1.446.133 || 315.058
|-
| '''2009''' || 1.761.191 || 1.446.133 || 315.058
|}
 
Può essere interessante osservare sia la crescita negli anni dei Titoli di Stato chesia l'allungamento della loro durata. (miliardi di Lire, l'ammontare è indicato in Lire anche per gli anni in cui è entrato in vigore l'Euro)
 
{| {{prettytable|class="wikitable" style="text-align=:center}};"
! Anno!! Debito (Lire)!! Vita Media
|-
| '''[[1982]]''' || 232.328 || 1,13
|-
| '''[[1983]]''' || 314.652 || 1,56
|-
| '''[[1984]]''' || 391.603 || 2,58
|-
| '''[[1985]]''' || 504.371 || 3,54
|-
| '''[[1986]]''' || 604.211 || 3,88
|-
| '''[[1987]]''' || 697.292 || 3,64
|-
| '''[[1988]]''' || 805.505 || 3,09
|-
| '''[[1989]]''' || 917.649 || 2,55
|-
| '''[[1990]]''' || 1.043.248 || 2,57
|-
| '''[[1991]]''' || 1.180.600 || 2,96
|-
| '''[[1992]]''' || 1.332.932 || 2,96
|-
| '''[[1993]]''' || 1.528.561 || 3,33
|-
| '''[[1994]]''' || 1.781.074 || 4,69
|-
| '''[[1995]]''' || 1.912700.967 060 || 4,53
|-
| '''[[1996]]''' || 2.016.967 || 4,49
|-
| '''[[1997]]''' || 2.054.070 || 4,74
|-
| '''[[1998]]''' || 2.107.753 || 5,15
|-
| '''[[1999]]''' || 2.133.866 || 5,63
|-
| '''[[2000]]''' || 2.158.084 || 5,73
|-
| '''[[2001]]''' || 2.217.298 || 5,87
|-
| '''[[2002]]''' || 2.213.033 || 5,56
|-
| '''[[2003]]''' || 2.240.605 || 6,05
|-
| '''[[2004]]''' || 2.293.016 || 6,43
|-
| '''[[2005]]''' || 2.348.757 || 6,56
|-
| '''[[2006]]''' || 2.433.788 || 6,77
|-
| '''[[2007]]''' || 2.495.034 || 6,85
|-
| '''[[2008]]''' || 2.625.984 || 6,82
|-
| '''[[2009]]''' || 2.800.105 || 7,07
|-
| '''2009''' || 2.800.105 || 7,07
|}
 
Oltre al forte indebitamento dello Stato, il 2010 ha segnato i massimi storici per l'indebitamento degli enti locali (Comuni e Province), con un debito pro-capite di 1300 euro pari al 3.,9% del PIL. Gli enti locali sono ammessi alla rinegoziazione dei debiti (legge n°. 539 del '951995, art. 5). Restano invece esclusi dai benefici della Bersani-bis e del Decreto fiscale del luglio 2009, limitati alle persone fisiche e ai mutui per la prima casa: anticipate estinzioni senza penali, surroga a costi zero, e relative penali per le banche che ostacolano l'esercizio di tale diritto.
 
I titoli di stato sono oggetto di giudizio da parte delle agenzie di rating. l'Italia è stata declassata nell'ottobre 2006 perdendo la sua doppia AA dall'agenzia di rating Standard&Poor's che ha abbassato la sua valutazione da AA- ad A+.<ref>[http://www.lavoce.info/articoli/-conti_pubblici/pagina2406.html ''Conti pubblici''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080515194153/http://www.lavoce.info/articoli/-conti_pubblici/pagina2406.html |data=15 maggio 2008 }}.[[Riccardo Faini]]. [[Lavoce.info]].</ref><ref>[http://www.repubblica.it/2006/10/sezioni/economia/conti-pubblici-23/fitch-taglia-rating/fitch-taglia-rating.html ''Fitch taglia rating'']. Repubblica. Economia. 2006.</ref> Dopo quattro anni e mezzo di tregua, nel maggio 2011, il rating italiano torna sotto la lente delle agenzie: Standard & Poor's modifica le prospettive della A+ da stabili a negative. Infine, nel settembre 2011 Standard & Poor's taglia il rating dell'Italia da A+ ad A. in vista di una nuova emissione di BOT e CCT.
 
==== La struttura del debito pubblico in Italia ====
{{vedi anche|Economia italiana}}
Il debito pubblico italiano, pari a 1.843,015 miliardi di euro nel 2010 (superando i 2.000 miliardi all'inizio del 2013), era composto per oltre tre quarti da passività a medio lungo termine (1.418,737 miliardi), quasi completamente a tasso fisso. La vita residua media del debito pubblico italiano è di 7,8 anni. Inoltre, il 46,15% del debito pubblico è detenuto dalla [[Banca d'Italia]] o da istituzioni finanziarie italiane. Il 9,58% è posseduto da altri residenti, mentre il restante 44,27% è allocato all'estero.<ref>[http://www.bancaditalia.it/statistiche/finpub/pimefp/2011/sb23_11/suppl_23_11.pdf Banca d'Italia, Finanza pubblica, fabbisogno e debito - Maggio 2011] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120104102638/http://www.bancaditalia.it/statistiche/finpub/pimefp/2011/sb23_11/suppl_23_11.pdf |data=4 gennaio 2012 }}</ref> Tuttavia la parte di debito allocato all'estero è in costante, anche se lenta, crescita.
 
=== Il debito pubblico in Argentina ===
{{vedi anche|Crisi economica argentina}}
L'Argentina, a seguito dell'[[impugnazione]] del suo debito, ha istituito una particolare modalità di finanziamento del debito pubblico, con la quale emette dei titoli di debito più complessi dei tradizionali ''bond''. Si tratta di ''[[Warrant (finanza)|warrant]]'', che pagano l'interesse soltanto se la crescita del [[PIL]] misurata a fine anno (e non quella prevista) supera il 4,2%: il capitale, come per i normali titoli di Stato, è garantito al 100%, mentre non lo è la quota interessi ma questo impegno vale solo nella misura in cui lo Stato, come appunto fece la stessa Argentina, non dichiara ''default'' (cessazione dei pagamenti). In questo modo l'andamento del debito pubblico è legato alla crescita della ricchezza reale della nazione e si dovrebbe evitare quanto accadeva in passato, quando lo Stato doveva contrarre debiti non per poter effettuare investimenti produttivi che avrebbero arricchito il Paese, ma per ripagare i detentori di titoli quando le tasse sul [[reddito]] prodotto da cittadini e imprese non fornivano un gettito sufficiente allo scopo.
 
Si deve anche considerare che troppo spesso i finanziamenti produttivi, ovvero destinati agli investimenti e allo sviluppo, sono stati dirottati verso la copertura del deficit pubblico stesso, inteso come spesa corrente dello Stato, innescando un circolo vizioso. L'Argentina a tutt'oggi mantiene lo status di ''default'', è stata estromessa dai mercati finanziari internazionali, è stata condannata per comportamento doloso, avendo occultato le sue riserve prima di dichiarare ''default'' (essa mantiene oltre 150 miliardi di dollari all'estero).
 
{{Chiarire|Recentemente}} l'Argentina ha dichiarato un altro ''default'' sui titoli [[INDEC]] di cui sopra tramite un'abile manipolazione dell'indice di riferimento dei prezzi su cui sono calcolate le cedole: così il paese è riuscito a pagare lo 0,5% sui titoli, un rendimento di fatto negativo che riduce in pratica il capitale investito dai risparmiatori.
 
=== Il debito pubblico in Cina ===
Secondo i dati della [[Banca dei Regolamenti Internazionali]], a fine 2022 il debito pubblico cinese ha raggiunto la cifra di 51.870 miliardi di dollari, pari al 295% del Pil nazionale: il dato più alto mai registrato dal 1995 ad oggi per la nazione asiatica.<ref>{{Cita web|url=https://formiche.net/2022/12/cina-debito-evergrande-crescita-covid/|titolo=La Repubblica del debito. Il 2023 della Cina parte già in salita|autore=Gianluca Zapponini|sito=Formiche.net|data=2022-12-07|lingua=it-IT|accesso=2023-06-09}}</ref>
 
=== Il debito pubblico in Germania ===
Il debito pubblico della [[Germania]] è il quattordicesimo dell'[[Unione europea]], stimato del 59,8% del PIL secondo [[Eurostat]] (dati aggiornati al 2019).<ref>{{Cita web|url=https://ec.europa.eu/eurostat/en/web/products-datasets/-/GOV_10DD_EDPT1|titolo=Product - Products Datasets - Eurostat|accesso=2023-06-09}}</ref>
 
=== Il debito pubblico in Giappone ===
Il debito pubblico del [[Giappone]] è previsto in crescita fino a un nuovo livello record di 13.500 miliardi di dollari, a causa degli sforzi per la ricostruzione post-terremoto. Il rapporto debito pubblico/prodotto interno lordo del Giappone è il più alto del mondo,<ref>{{Cita web|url=https://www.infodata.ilsole24ore.com/2022/02/17/la-classifica-dei-paesi-piu-indebitati-nel-2021-le-conseguenze-della-pandemia/|titolo=Blog {{!}} La classifica dei Paesi più indebitati (nel 2021) e le conseguenze della pandemia|sito=Info Data - Il Sole 24 Ore|data=2022-02-17|lingua=it-IT|accesso=2023-06-09}}</ref> nel 2022 è stato stimato a circa il 264% del PIL.<ref>{{Cita web|url=https://it.tradingeconomics.com/japan/government-debt-to-gdp|titolo=Giappone - Debito pubblico (% del PIL) {{!}} 1980-2022 Dati {{!}} 2023-2025 Previsione|lingua=it|accesso=2023-06-09}}</ref>
 
===Il debito pubblico in Spagna===
In [[Spagna]] i titoli di debito pubblico si possono acquistare direttamente sul sito web del Ministero del Tesoro o presso la [[Banca di Spagna]], risparmiando così i costi di intermediazione delle banche commerciali private e conseguendo un rendimento netto più elevato. Per il 2023 è prevista un'emissione lorda di 84.3 mila miliardi di euro.<ref name="El Pais">{{cita web|url=https://cincodias.elpais.com/cincodias/2023/01/23/mercados/1674488673_665601.html|titolo=Los particulares disparan la demanda de letras en las subastas del Tesoro|lingua=es|sito=[[El Pais]]|data=24 gennaio 2023}}</ref>
 
Secondo [[Banco de España|Banca di Spagna]], il debito pubblico spagnolo a dicembre 2022 era di circa del 116% del PIL.<ref>{{Cita web|url=https://www.assocamerestero.it/notizie/spagna-debito-pubblico-supera-prima-volta-1500-miliardi-ma-scende-al-116-del-pil|titolo=Spagna - Il debito pubblico supera per la prima volta i 1.500 miliardi, ma scende al 116% del PIL|sito=Assocamerestero|accesso=2023-06-09}}</ref>
 
=== Il debito pubblico negli Stati Uniti d'America ===
{{Aggiornare|argomento=economia|commento=Narrazione rimasta al 2011|argomento2=Stati Uniti d'America}}{{D|Debito pubblico degli Stati Uniti d'America|commento=Prendere spunto dalla voce su enwiki: "National debt of the United States"}}
Il debito pubblico USA, al 28 febbraio 2011 aveva raggiunto la cifra di 14.194,76 miliardi di dollari, massimo storico assoluto,<ref>[https://ucv-italiano.blogspot.com/2011/03/oro-e-debito-pubblico-usa-ai-massimi.html ''Oro e debito pubblico USA ai massimi storici'']. [[Attilio Folliero]] e [[Cecilia Laya]]. UCV. 01/03/2011</ref> con un aumento, nei precedenti tre anni, al ritmo di 1.000 miliardi di dollari ogni sette mesi circa. Ha raggiunto (e superato, nonostante politiche di bilancio restrittive) i 15.000 miliardi nel marzo 2013 ed i 14.000 miliardi il 31/12/2010; in precedenza era arrivato a 13.000 miliardi il 01/06/2010.<ref name="usa">[https://ucv-italiano.blogspot.com/2010/10/gli-stati-uniti-verso-la-bancarotta.html ''Passato, presente e futuro del debito pubblico degli USA''] Attilio Folliero e Cecilia Laya. 20 ottobre 2010.</ref> Uno studio a lungo termine del debito pubblico USA da parte dell'Ufficio Bilancio del Congresso USA prevedeva per gli anni da venire una crescita così spropositata che si può arrivare a parlare di pericolo di [[bancarotta]] per gli USA.<ref name="autogenerato2">paragrafo ''Il debito pubblico USA a lungo termine''</ref>
Da notare che le cifre sopramenzionate si riferiscono al solo debito federale, con l'esclusione dell'ingente debito locale (municipale, contee e singoli stati).
 
Il 12 luglio 2011 il presidente degli Stati Uniti [[Barack Obama]] dichiarò in un'intervista a Cbs News che non poteva garantire che i pensionati avrebbero ricevuto gli assegni della pensione dopo il 3 agosto se democratici e repubblicani non trovavano un accordo per alzare il tetto del debito nelle prossime settimane. Al 25 luglio 2011 non era ancora stata trovata una soluzione all'interno del Congresso, poiché le posizioni dei democratici e repubblicani rimanevano fermamente contrapposte: i primi avrebbero visto come soluzione temporanea l'aumento delle imposte derivate da redditi elevati; i secondi vedevano come via maestra il taglio della spesa pubblica. Di fatto, una mancata soluzione avrebbe portato al superamento in tempi molto brevi della soglia massima d'indebitamento, allora stabilita per legge a 14.294 miliardi di dollari, ponendo gli USA dinanzi a un sostanziale rischio di default come mai prima d'ora. All'ultima data utile per un accordo (2 agosto 2011) l'accordo fu trovato.<ref>[http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/412797/ ''Debito americano: solo un giorno per trovare l'intesa'']. La Stampa. Economia. 24 luglio 2011.</ref>
 
Da segnalare inoltre che nei giorni precedenti alla scadenza del 2 agosto il governatore dello Stato del [[Minnesota]], Mark Dayton, aveva ufficialmente dichiarato il default dello [[Stato federato degli Stati Uniti d'America|Stato federato]]<ref>[http://www.corriere.it/esteri/11_luglio_13/minnesota-stato-fallito_a3f083f8-ad6e-11e0-83b2-951b61194bdf.shtml ''default per il Minnesota, cade una stella dell'american dream'']. Corriere. Esteri. 13 luglio 2011.</ref> (anche chiamato dal popolo americano ''[[Blocco delle attività amministrative negli Stati Uniti d'America|Shut Down]]'', chiusura). In conseguenza al [[Default (finanza)|default]], più di 22.000 dipendenti pubblici s'erano ritrovati senza stipendio e musei, zoo, parchi e anche autostrade erano state chiuse per mancanza di fondi. Il Congresso nei giorni precedenti alla scadenza del 2 agosto cercò soluzioni che potessero aumentare la liquidità del Minnesota in modo tale da uscire dalla situazione di "Shut Down". Il 1º agosto 2011 Il Presidente degli Stati Uniti [[Barack Obama]] affermò con un comunicato delle 20:40 che i leader dei partiti in entrambe le camere avevano raggiunto l'accordo per scansare il rischio [[Default (finanza)|default]]. L'accordo prevedeva un aumento del tetto massimo del debito pubblico pari a una cifra che nei mesi seguenti potrà raggiungere i 2.500 miliardi di dollari, e tagli alla spesa pubblica per somme equivalenti ai sopracitati aumenti della soglia di indebitamento.<ref>[http://www.repubblica.it/economia/2011/08/01/news/usa_debito_slitta_voto-19834763/ ''Debito Usa, Obama annuncia: C'è l'accordo, aumento del tetto e tagli, no a nuove tasse'']. Repubblica. Crisi. 1º agosto 2011.</ref> Il 6 agosto 2011, l'[[agenzia di rating]] [[Standard & Poor's]] annunciò il taglio della valutazione sul debito USA da AAA ad AA+, con possibilità di altri tagli nei mesi a seguire. È il primo caso di taglio del rating del debito USA nella storia.<ref>[http://www.repubblica.it/economia/2011/08/06/news/debito_usa_downgrade-20092647/?ref=HREA-1 ''Debito Usa, S&P abbassa il rating. Obama: Far tornare la gente al lavoro'']. Repubblica. Economia. 6 agosto 2011.</ref>
 
=== Il debito pubblico in Svizzera ===
In quanto stato federale, la [[Svizzera]] conosce tre livelli di indebitamento pubblico: federale, cantonale e comunale. Per "debito pubblico" si intende quindi la somma dei debiti dell'amministrazione federale, dei [[Cantoni della Svizzera|26 cantoni]] e dei 2596 [[Comuni svizzeri|comuni]].<ref name="efd.admin.ch">[https://www.efd.admin.ch/dokumentation/zahlen/00579/00595/01086/index.html?lang=it ''Evoluzione del debito delle amministrazioni pubbliche''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111002092959/http://www.efd.admin.ch/dokumentation/zahlen/00579/00595/01086/index.html?lang=it |data=2 ottobre 2011 }}. Svizzera. 4 aprile 2011.</ref>
 
Al 2021, secondo i dati del [[Fondo Monetario Internazionale|FMI]], il debito pubblico della confederazione svizzera ammontava al 13,8% del PIL, risultando tra le nazioni meno indebitate al mondo.<ref>{{Cita web|url=https://www.swissinfo.ch/ita/economia/il-debito-dei-paesi-in-via-di-sviluppo-cresce--la-svizzera-fa-abbastanza-/48356084|titolo=Il debito dei Paesi in via di sviluppo cresce, la Svizzera fa abbastanza?|autore=Abdelhafidh Abdeleli (testo), Pauline Turuban (grafici)|sito=SWI swissinfo.ch|data=2023-03-15|lingua=it|accesso=2023-06-09}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.imf.org/external/datamapper/CG_DEBT_GDP@GDD/FRA/DEU/ITA/JPN/GBR/USA/CHE/NOR|titolo=https://www.imf.org/external/datamapper/CG_DEBT_GDP@GDD/FRA/DEU/ITA/JPN/GBR/USA/CHE/NOR|sito=www.imf.org|accesso=2023-06-09}}</ref>
==== Cenno storico ====
 
==== Storia ====
[[Image:Dette des collectivités publiques par rapport au pib.PNG|thumb|right|Debito pubblico [[Svizzera|svizzero]] (Confederazione, cantoni e comuni) in rapporto al [[PIL]] dal [[1950]] al [[2010]].]]
[[File:Dette des collectivités publiques par rapport au pib.PNG|thumb|Debito pubblico [[Svizzera|svizzero]] (Confederazione, cantoni e comuni) in rapporto al [[PIL]] dal 1950 al 2010]]
 
Nel [[1945]] l’economial'economia svizzera si trovava in una condizione invidiabile: non aveva subito devastazioni, aveva un apparato industriale intatto e disponeva (unico paese insieme con gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]) di una valuta stabile e liberamente convertibile. Il conflitto mondiale, tuttavia, aveva privato la [[Svizzera]] dei suoi tradizionali mercati esteri e il clima d’assediod'assedio (soprattutto dopo la capitolazione della [[Francia]] nel [[1940]]) aveva duramente condizionato anche l’economial'economia elvetica, quasi impossibilitata a commerciare con il campo degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]. Nel [[1945]] il debito pubblico elvetico sfiorava il 75% del [[PIL]]. Fortunatamente gli anni che seguirono (dal [[1946]] fino al [[1973]]) furono caratterizzati da alti tassi di crescita economica in tutto il continente e il debito pubblico venne ridotto, entro il [[1972]], al 33% del [[PIL]] svizzero. In seguito alla [[crisi petrolifera]], il debito ricominciò a crescere sino al 45% del [[PIL]]. Negli anni seguenti l'economia elvetica ha conosciuto un nuovo ciclo favorevole, trainata soprattutto dal settore dei servizi (i cui addetti sono passati dal 36,9% della popolazione attiva nel [[1950]] al 53,4% del [[1980]]). La crescita economica e l'incremento del [[PIL]] hanno permesso di riportare il debito pubblico al 32% del [[PIL]] nel [[1990]].<ref>M. Kuder, ''La grande crescita'', Lugano, 2010, p. 36.</ref>
 
Fortunatamente gli anni che seguirono (dal 1946 fino al 1973) furono caratterizzati da alti tassi di crescita economica in tutto il continente e il debito pubblico venne ridotto, entro il 1972, al 33% del PIL svizzero. In seguito alla [[crisi energetica (1973)|crisi petrolifera]], il debito ricominciò a crescere sino al 45% del PIL. Negli anni seguenti l'economia elvetica ha conosciuto un nuovo ciclo favorevole, trainata soprattutto dal settore dei servizi (i cui addetti sono passati dal 36,9% della popolazione attiva nel 1950 al 53,4% del 1980). La crescita economica e l'incremento del PIL hanno permesso di riportare il debito pubblico al 32% del PIL nel 1990.<ref>Martin Kuder, ''La grande crescita'', Lugano, 2010, p. 36.<!--questo libro non si trova--></ref>
==== Il freno all'indebitamento ====
[[File:Schweizerische Nationalbank Bern.jpg|300px|left|thumb|La sede della [[Banca nazionale svizzera]] a [[Berna]] sulla Piazza federale. La [[Banca Nazionale Svizzera|BNS]] emette le obbligazioni della [[Svizzera|Confederazione]] e i prestiti, ne regola i pagamenti, consiglia il [[Dipartimento federale delle finanze|DFF]] e investe temporaneamente gli averi della Confederazione.<ref>http://www.snb.ch/i/welt/portrait/enterprise/4.html</ref>]]
 
==== Il freno all'indebitamento nella Confederazione elvetica ====
Negli [[anni 1990|anni novanta]] il debito pubblico svizzero ha ricominciato a salire. Nel [[1990]] rappresentava il 29,9% del [[PIL]], nel [[2000]] il 49,9% e nel [[2004]] il 53%. In termini assoluti, nel 2004 il debito pubblico svizzero (suddiviso fra Confederazione, Cantoni e Comuni) era pari a 239 miliardi di [[franco svizzero|franchi svizzeri]] (159 miliardi di euro), di cui 130 imputabili alla Confederazione. Il "servizio del debito" costava annualmente alle casse pubbliche elvetiche 7 miliardi di franchi (4,6 miliardi di Euro). Tra i fattori che hanno portato all'aumento del debito pubblico elvetico, il [[Dipartimento federale delle finanze]] (DFF) cita i deficit dei conti finanziari (durante la lunga crisi degli anni novanta), ma anche il risanamento (con la trasformazione in aziende pubbliche) de [[La Posta Svizzera]] (conclusosi il [[1º gennaio]] del [[1998]]) e delle [[Ferrovie Federali Svizzere]] (ultimato il 1º gennaio del [[1999]]), nonché il necessario risanamento delle casse pensioni dei dipendenti di [[Ferrovie svizzere|FFS]], Posta e Confederazione.<ref>Fonte: [http://www.swissinfo.ch/ita/Il_peso_degli_anni_90_sul_debito_pubblico.html?cid=5402896 www.swissinfo.ch]</ref>
[[File:Schweizerische Nationalbank Swiss National Bank in Bern by Robbie Conceptuel.png|sinistra|miniatura|La sede della [[Banca Nazionale Svizzera]] a [[Berna]] sulla Piazza federale. La [[Banca Nazionale Svizzera|BNS]] emette le obbligazioni della [[Svizzera|Confederazione]] e i prestiti, ne regola i pagamenti, consiglia il [[Dipartimento federale delle finanze|DFF]] e investe temporaneamente gli averi della Confederazione<ref>[http://www.snb.ch/i/welt/portrait/enterprise/4.html ''Banca di fiducia della Confederazione''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130702060850/http://www.snb.ch/i/welt/portrait/enterprise/4.html |data=2 luglio 2013 }}. SNB. Portrait.</ref>]]
Negli [[anni 1990|anni novanta]] il debito pubblico svizzero ha ricominciato a salire. Nel 1990 rappresentava il 29,9% del [[PIL]], nel 2000 il 49,9% e nel 2004 il 53%. In termini assoluti, nel 2004 il debito pubblico svizzero (suddiviso fra Confederazione, Cantoni e Comuni) era pari a 239 miliardi di [[franco svizzero|franchi svizzeri]] (159 miliardi di euro), di cui 130 imputabili alla Confederazione. Il "servizio del debito" costava annualmente alle casse pubbliche elvetiche 7 miliardi di franchi (4,6 miliardi di euro). Tra i fattori che hanno portato all'aumento del debito pubblico elvetico, il [[Dipartimento federale delle finanze]] (DFF) cita i deficit dei conti finanziari (durante la lunga crisi degli anni novanta), ma anche il risanamento (con la trasformazione in aziende pubbliche) de [[La Posta Svizzera]] (conclusosi il 1º gennaio del 1998) e delle [[Ferrovie Federali Svizzere]] (ultimato il 1º gennaio del 1999), nonché il necessario risanamento delle casse pensioni dei dipendenti di [[Ferrovie svizzere|FFS]], Posta e Confederazione.<ref>[https://www.swissinfo.ch/ita/Il_peso_degli_anni_90_sul_debito_pubblico.html?cid=5402896 ''Il peso degli anni '90 sul debito pubblico'']. Swissinfo. Information. 23 agosto 2006.</ref>
 
PreoccupatiNel dal2001 crescenteil indebitamentoparlamento, nelvisto [[2000]]il imessaggio del [[SvizzeriConsiglio federale (Svizzera)|cittadiniConsiglio elveticiFederale]] hannodel lanciato5 ungiugno [[referendum]]2000, perha porreapprovato il decreto federale unsul freno all'aumentoindebitamento<ref>{{Cita dellaweb|url spesa= pubblicahttps://www.admin.ch/ch/i/pore/rf/cr/2000/20001319.html|titolo = Cronologia del decreto federale sul freno all'indebitamento|accesso = 30 settembre 2014}}</ref> (sottoposto a referendum obbligatorio in quanto modifica costituzionale). Il 2 dicembre del [[2001]], in seguito alla consultazionevotazione popolare, è stato quindi approvato, dall'84,7% dei votanti e da tutti i cantoni.<ref>http[https://www.admin.ch/ch/i/pore/va/20011202/det480.html</ref>, il''Decreto meccanismofederale delsul "freno all'indebitamento"'']. pubblicoConfederazione Svizzera. Attualità. 2 dicembre 2001.</ref> Il meccanismo, adottato a livello federale, è basato sull'accantonamento delle eccedenze negli anni di alta congiuntura, in modo da finanziare spese pubbliche straordinarie nei momenti di [[crisi finanziaria|crisi]].<ref>[https://www.swissinfo.ch/ita/politica/Debito_pubblico:_la_Svizzera_in_controtendenza.html?cid=15413540 ''Debito pubblico: la Svizzera in controtendenza,'']. Swissinfo,. Politica. 5 luglio 2010.</ref> Questo meccanismo ha permesso alla [[Confederazione Svizzera|Confederazione]], per esempio, di accumulare eccedenze fra il [[2001]] e il [[2008]] (anno in cui l'economia svizzera è cresciuta del 3,3%) e di varare spese straordinarie per far fronte alla [[crisigrande economica del 2008-2010recessione]] (quando sono stati spesi, fra il gennaio [[2009]] e il gennaio [[2010]], 2,2 miliardi di franchi supplementari per rilanciare l'economia e mantenere elevata la spesa nella [[Svizzera#Ricerca_e_sviluppoRicerca e sviluppo|ricerca e sviluppo]]).<ref>segretariato[https://www.seco.admin.ch/stabilisierungsmassnahmen/index.html?lang=it ''Misure di statostabilizzazione. perSituazione leconomica'economia,'] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150610002431/http://www.seco.admin.ch/stabilisierungsmassnahmen/index.html?lang=it |data=10 giugno 2015 }}. Confederazione Svizzera. Segretariato di stato per l'economia. 14 settembre 2010.</ref>
 
Con il [[referendum]] del 2 dicembre 2001 venne quindi introdotto nella [[Costituzione svizzera]] un nuovo articolo, l'Art. 126, che nel dettaglio prevedeva:
 
# La [[Confederazione svizzera|Confederazione]] equilibra a lungo termine le sue uscite ed entrate.
# L'importo massimo delle uscite totali da stanziare nel preventivo dipende dalle entrate totali stimate, tenuto conto della situazione economica.
# In caso di fabbisogno finanziario eccezionale l'importo massimo di cui al capoverso 2 può essere aumentato adeguatamente. L'[[Assemblea federale (Svizzera)|Assemblea federale]] decide in merito all’aumentoall'aumento conformemente all’articoloall'articolo 159 capoverso 3 lettera c.
# Se le uscite totali risultanti dal conto di [[Stato]] superano l’importol'importo massimo di cui ai capoversi 2 o 3, le uscite che eccedono tale importo sono da compensare negli anni successivi.
# La legge disciplina i particolari.<ref>Documentazione del Dipartimento Federale delle Finanze (DDF), Freno all'indebitamento, Gazzetta ufficiale, settembre 2001.</ref><ref>[https://www.admin.ch/ch/i/ff/2008/7415.pdf ''Messaggio concernente la norma complementare al freno all'indebitamento'']. 19 settembre 2008. Consiglio Federale Svizzero.</ref><ref>[https://www.efv.admin.ch/i/themen/finanzpolitik_grundlagen/schuldenbremse.php ''Freno all'indebitamento''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160325014110/http://www.efv.admin.ch/i/themen/finanzpolitik_grundlagen/schuldenbremse.php |data=25 marzo 2016 }}, Confederazione Svizzera. 13 dicembre 2011.</ref>
# La legge disciplina i particolari.<ref>Documentazione del DDF, Freno all'indebitamento, Gazzetta ufficiale, settembre 2001</ref>
 
A partire dal [[2005]] il debito pubblico svizzero è stato ridotto grazie agli sforzi congiunti di Confederazione, Cantoni e Comuni. Nel 2005 il debito ha toccato il suo massimo: 244 miliardi di franchi, pari al '''52,6%''' del PIL. Nel [[2006]] è sceso a 231,3 miliardi ('''47,2%'''), nel [[2007]] a 226,9 ('''43,6%'''), nel [[2008]] a 223,7 miliardi ('''41,3%''') nel [[2009]] a 208,9 miliardi ('''38,8%''').<ref name="efd.admin.ch"/> Nel [[2010]], mentre l'[[economia svizzera]] era in ripresa dopo la crisi, vi è stata un'ulteriore riduzione del debito pubblico a 199,5 miliardi, pari al '''38,2%''' del PIL.<ref name=CIA>{{en}} [https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/rankorder/2186rank.html ''Country Comparison: Public debt''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070613005546/https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/rankorder/2186rank.html |date=13 giugno 2007 }}. World Factbook. CIA. 2011.</ref>. Il "freno all'indebitamento" si è quindi dimostrato un meccanismo efficace per scongiurare l'indebitamento eccessivo (in cinque anni il debito pubblico è stato ridotto del 20%), ma sufficientemente elastico per garantire - in casi eccezionali - una spesa pubblica elevata.<ref>Fonte: http[https://www.efd.admin.ch/dokumentation/zahlen/00579/00595/01717/index.html?lang=it ''La riduzione del debito quale segno di una politica finanziaria responsabile'']. Confederazione Svizzera. Documentazione. 2010.</ref>
 
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|titolo = Il debito pubblico del Canton Ticino
|larghezza = 400px
|contenuto = [[File:Ticino 1Franco (1815).jpg|thumb|upright=0.7|left|Un ''Franco ticinese'' del 1815: la moneta circolò dal 1803 al 1848]] All'interno del debito pubblico svizzero si possono distinguere i debiti delle 26 amministrazioni [[Cantoni svizzeri|cantonali]]. Nel 2011 il debito pubblico del [[Canton Ticino]] era pari a 1,3 miliardi di [[Franco svizzero|franchi]]<ref name=autogenerato1>[http://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=prodotti.home&p1=45 Ufficio cantonale di statistica]</ref> (circa 4.049 franchi procapite).<ref name=autogenerato1 /> Stimato attorno ai 12 miliardi di franchi il [[prodotto interno lordo]] ticinese nello stesso anno,<ref>[http://www.svizzeralogistica.com/informazioniTicino.asp Svizzeralogistica] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100605012557/http://www.svizzeralogistica.com/informazioniTicino.asp |data=5 giugno 2010 }}</ref> il debito pubblico cantonale risultava essere pari, nel 2011, al 10,8% del PIL
}}
 
Andamento del debito pubblico [[Svizzera|svizzero]] negli ultimi anni confrontato con il [[Prodotto interno lordo|PIL]] (in milioni di [[Franco svizzero|franchi]]):
{| {{prettytable|class="wikitable" style="text-align=:center}};"
! Anno!! Debito<ref name=autogenerato4>cfr nota 13, in milioni di franchi svizzeri e, per il [[2010]], https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/rankorder/2186rank.html</ref>!! PIL<ref>[http://stats.oecd.org/Index.aspx?DataSetCode=SNA_TABLE1 ''Gross domestic product'']. OECD.</ref>!! % sul PIL
|-
| '''[[2005]]''' || 244.000 || 463.799 || 52,6%
|-
| '''[[2006]]''' || 231.300 || 490.544 || 47,2%
|-
| '''[[2007]]''' || 226.900 || 521.100 || 43,6%
|-
| '''[[2008]]''' || 223.700 || 544.195 || 41,3%
|-
| '''[[2009]]''' || 208.900 || 535.282 || 38,8%
|-
| '''[[2010]]''' || 199.500 || 546.244 || 38,2%
|-
| '''[[2010]]''' || 199.500 || 546.244 || 38,2%
|}
 
=== IlCrisi del debito pubblicodegli inStati Argentinasovrani dell'eurozona ===
{{vediVedi anche|CrisiGrande economica argentinarecessione}}
Tra il 2010 e il 2011 nell'ambito della [[grande recessione]] si è conosciuto l'allargamento della crisi ai debiti sovrani e alle finanze pubbliche di molti paesi (in larga misura gravati dalle spese affrontate nel sostegno ai sistemi bancari, senza penalizzarli per esser stati una delle maggiori cause della crisi), soprattutto dell'[[eurozona]], che in alcuni casi hanno evitato l'[[insolvenza sovrana]] ([[Portogallo]], [[Irlanda]], [[crisi economica della Grecia|Grecia]], [[Cipro]]), grazie all'erogazione di ingenti prestiti (da parte di [[Fondo Monetario Internazionale|FMI]] e soprattutto [[Unione europea|UE]]), denominati "piani di salvataggio", volti a scongiurare possibili [[default (finanza)|default]] e alla realizzazione nell'[[Unione europea]] del cosiddetto ''[[fondo salva-stati]]''.
L'Argentina, a seguito dell'impugnazione del suo debito, ha istituito una particolare modalità di finanziamento del debito pubblico, con la quale emette dei titoli di debito più complessi dei tradizionali ''bond''. Si tratta di ''[[Warrant (finanza)|warrant]]'', che pagano l'interesse soltanto se la crescita del [[PIL]] misurata a fine anno (e non quella prevista) supera il 4.2%: il capitale, come per i normali titoli di Stato, è garantito al 100%, mentre non lo è la quota interessi ma questo impegno vale solo nella misura in cui lo Stato, come appunto fece la stessa Argentina, non dichiara ''default'' (cessazione dei pagamenti). In questo modo l'andamento del debito pubblico è legato alla crescita della ricchezza reale della nazione e si dovrebbe evitare quanto accadeva in passato, quando lo Stato doveva contrarre debiti non per poter effettuare investimenti produttivi che avrebbero arricchito il Paese, ma per ripagare i detentori di titoli quando le tasse sul [[reddito]] prodotto da cittadini e imprese non fornivano un gettito sufficiente allo scopo. Si deve anche considerare che troppo spesso i finanziamenti produttivi, ovvero destinati agli investimenti ed allo sviluppo, sono stati dirottati verso la copertura del deficit pubblico stesso, inteso come spesa corrente dello Stato, innescando un circolo vizioso.
L'Argentina a tutt'oggi mantiene lo status di ''default'', è stata estromessa dai mercati finanziari internazionali, è stata condannata per comportamento doloso, avendo occultato le sue riserve prima di dichiarare ''default'' (Essa mantiene oltre 150 miliardi di dollari all'estero).
 
Si noti che i salvataggi degli Stati in difficoltà non sono stati generosi regali, ma hanno comportato severissime misure di fiscalità e riduzioni di spese interne in corrispettivo della concessione dei prestiti, prestiti che pure sono stati comunque concessi a tassi elevati e non a costi simbolici. Solo la [[Slovenia]] ha rifiutato i prestiti per l'eccessività delle condizioni imposte ed è riuscita a risolvere internamente il problema. Ma il problema sembra porsi anche per altri Stati, come la [[Polonia]] e l'[[Ungheria]], senza esser ancora del tutto risolto per la [[Spagna]] e l'[[Italia]], la quale (l'Italia) è riuscita a risolvere al proprio interno il problema (come la Slovenia), senza prestiti esteri, ottenendo anzi a fine maggio 2013 il riconoscimento della propria correttezza nei conti pubblici con la chiusura della procedura di infrazione UE per deficit eccessivo, in sospeso restando il problema della riduzione dell'eccessiva entità del debito pubblico italiano, rinviato al prossimo futuro.
Recentemente l'Argentina ha dichiarato un altro ''default'' sui titoli [[INDEC]] di cui sopra tramite un'abile manipolazione dell'indice di riferimento dei prezzi su cui sono calcolate le cedole: così il paese è riuscito a pagare lo 0,5% sui titoli, un rendimento di fatto negativo che riduce in pratica il capitale investito dai risparmiatori.
 
=== I derivati dello Stato italiano ===
==Note==
La gestione del debito pubblico può essere influenzata dall'utilizzo di strumenti finanziari derivati. A fronte di tal possibilità vi sono le regole contabili dell'ESA ed altre disposizioni regolamentari volte ad evitare che i derivati incidano sulla procedura per deficit eccessivo prevista dal [[Trattato di Maastricht]]. In ogni caso, numerose preoccupazioni assistono l'operatività in derivati che gli Stati sovrani pongono in essere nei mercati over the counter.<ref>[http://www.laweconomicsyearlyreview.org.uk/Law_and_Economics_Yearly_Review_LEYR_Journal_vol_2_part_2_2013.pdf Cfr. Lemma, The Derivatives of Italy, in Law and economics yearly review, 2013, p. 480 ss.]</ref>
 
La stampa specializzata ha sollevato tale questione,<ref>{{Cita news|url=https://www.ft.com/content/440007a8-dd9a-11e2-a756-00144feab7de|titolo=Italy faces restructured derivatives hit|pubblicazione=Financial Times|data=2013-06-26|accesso=2022-04-10}}</ref> cui ha prontamente risposto il Ministero dell'economia e delle finanze.<ref>[http://www.tesoro.it/en/ufficio-stampa/comunicati/2013/comunicato_0103.html Cfr. Press Release no. 103 of June 26, 2013 a cura del Ministero dell'Economia e delle Finanze.]</ref>
 
Nel dicembre 2020, la quota di titoli di debito pubblico detenuti dagli istituti di credito di Italia, Spagna e Portogallo ha raggiunto il massimo storico dal 2008.<ref>{{cita web|url=https://www.msn.com/it-it/money/storie-principali/i-falchi-prendono-il-controllo-della-bce-e-dichiarano-guerra-allo-scudo-anti-spread-di-lagarde/ar-BB1aT8G5?ocid=BingHPC|titolo=I falchi prendono il controllo della Bce e dichiarano guerra allo scudo anti spread di Lagarde|autore=Mauro Bottarelli|via=Business Insider Italia}}</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
==Voci correlateBibliografia ==
* {{Cita pubblicazione|autore=Arnaldo Mauri|titolo=La tutela del risparmio dopo i casi Argentina e Parmalat|rivista=Working Paper|numero=8|anno=2005|editore=Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche, Università degli Studi di Milano}}
*[[Lista di stati per debito pubblico]]
*{{Cita libro|autore=M. Matteuzzi e [[Annamaria Simonazzi|A. Simonazzi]] (a cura di)|titolo=Il debito pubblico|anno=1988|editore=Il Mulino|città=Bologna|lingua=italiano|ISBN=9788815019646}}
*[[Debito estero]]
*{{Cita libro|autore=Fiammetta Salmoni|titolo=Recovery fund, condizionalità e debito pubblico : la grande illusione|collana=Centro italiano per lo sviluppo della ricerca|anno=2021|editore=Wolters Kluwer CEDAM|città=Milano|ISBN=9788813376390}}
*[[Deficit pubblico]]
*{{Cita libro|autore=Luca Bartolucci|titolo=La sostenibilità del debito pubblico in Costituzione: procedure euro-nazionali di bilancio e responsabilità verso le generazioni future|anno=2020|editore=CEDAM|città=Padova|ISBN=9788813376208}}
*{{Cita libro|autore=[[Rudiger Dornbusch]]|autore2=[[Mario Draghi]]|titolo=Public debt management theory and history|url=https://archive.org/details/publicdebtmanage0000unse|anno=1990|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=inglese|ISBN=9780521392662}}
*{{Cita libro|autore=David Stasavage|titolo=Public debt and the birth of the democratic state : France and Great Britain, 1688-1789|url=https://archive.org/details/publicdebtbirtho0000stas|anno=2003|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=inglese|ISBN=9780521071277}}
 
== Voci correlate ==
* [[Titolo di Stato]]
* [[Gran Libro del Debito pubblico]]
* [[Stati per debito pubblico]]
* [[Debito estero]]
* [[Rating]]
* [[Politica economica]]
* [[Spesa pubblica]]
* [[Deficit pubblico]]
* [[Pareggio di bilancio]]
* [[Insolvenza sovrana]]
* [[Grande recessione]]
* [[Fondo salva-stati]]
* [[Spread]]
* [[Cassa di ammortamento del debito pubblico]]
* [[Debito pubblico dell'Italia]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|etichetta=debito pubblico|q|q_preposizione=sul|commons=Category:Government debt|commons_preposizione=sul}}
{{interprogetto/notizia|Italia: crescono i tributi e il debito pubblico è da record|data=12 gennaio 2009}}
* [[:b:Macroeconomia/Rapporto Debito-PIL|Wikibooks - Trattazione matematica del rapporto Debito/PIL]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://epp.eurostat.ec.europa.eu/tgm/graph.do?tab=graph&plugin=1&pcode=teina220&language=en&toolbox=data Grafico Eurostat Debiti pubblici degli Stati Europei dal '98 (calcolati in ecu prima del 1/1/1999)]
* {{cita web|url=http://epp.eurostat.ec.europa.eu/tgm/graph.do?tab=graph&plugin=1&pcode=teina220&language=en&toolbox=data|titolo=Grafico Eurostat Debiti pubblici degli Stati Europei dal '98 (calcolati in ecu prima del 1/1/1999)}}
*[http://www.brunoleoni.it/ Contatore in tempo reale del debito pubblico dell'Italia]
* {{en}}cita [web|http://www.brilligbrunoleoni.comit/debt_clock/ |Contatore in tempo reale del debito disponibilepubblico degli Stati Uniti ddell'America]Italia}}
* {{fr}}cita [web|1=http://cluaranwww.freebrillig.frcom/dette.html debt_clock/|2=Contatore in tempo reale del debito disponibile delladegli Francia]Stati Uniti d'America|lingua=en|accesso=6 maggio 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060620012820/http://www.brillig.com/debt_clock/|dataarchivio=20 giugno 2006|urlmorto=sì}}
* {{uk}}cita [web|http://cluaran.free.fr/debtdette.html |Contatore in tempo reale del debito disponibile indella UK]Francia|lingua=fr}}
* {{cita web|http://cluaran.free.fr/debt.html|Contatore in tempo reale del debito disponibile in UK|lingua=uk}}
* {{cita web|http://www.economia.rai.it/articoli/il-debito-pubblico-italiano/16223/default.aspx|Il debito pubblico italiano, sul portale RAI Economia}}
* [https://simulatore-rapporto-debito-pil.web.app/ Simulatore rapporto Debito-PIL]
 
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