Valeriano: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|altri personaggi di nome Valeriano|[[Valeriano (disambigua)]]}}
{{Magistrato romano
 
|nome = Valeriano
{{Monarca
|titolo = [[Imperatore romano]]
| nome = Valeriano
|immagine = Valerianus Ny Carlsberg Glyptotek IN3387.jpg
| titolo = [[Augusto (titolo)|Augusto]] dell'[[Impero romano]]
|legenda = Busto di Valeriano, datato 253-260, proveniente dall’[[Asia Minore]], oggi custodito presso la [[Ny Carlsberg Glyptotek]]
| immagine = ValarianusIsest.jpg
|inizio regno = settembre [[253]]
| legenda = Effigie di Valeriano su di un sesterzio
|fine regno = settembre [[253]] - [[260]] (con [[Gallieno]])
|altrititoli =
| altrititoli = ''[[Germanicus maximus]]''<ref>Lendering, Jona, [http://www.livius.org/va-vh/valerian/valerian.html "Valerian"], ''livius.org''.</ref>
| nome completo = ''Publius Licinius Valerianus''
|consolato= 238? (I), 254 (II), 255 (III) e 257 (IV)
| predecessore = [[Emiliano (imperatore romano)|Emiliano]]
|predecessore = [[Emiliano (imperatore)|Emiliano]]
| successore = [[Gallieno]]
|successore = [[Gallieno]]
| consorte = [[Egnazia Mariniana]]
|consorte = [[Egnazia Mariniana]]
| figli = [[Gallieno]]<br />[[Publio Licinio Valeriano (console 265)|Valeriano il giovane]]
|figli = [[Gallieno]]<br />[[Publio Licinio Valeriano (console 265)|Valeriano il giovane]]<ref name="AE2005.1476">{{AE|2005|1476}}; [[Historia Augusta]], ''I due Valeriani'', 8.1.</ref>
| padre =
|padre =
| madre =
|madre =
| data di nascita = [[200]] circa
|cognomina ex virtute = ''[[Germanicus Maximus]]''<ref name="ValerianoGermanicus"/><ref name="CIL11.826"/><ref name="CIL8.12294"/>
| luogo di nascita=
| data di morte nascita = dopo [[260200]] circa
| luogo di morte nascita = [[Jondishapur]]
|data di morte = dopo il [[260]]
|}}
|luogo di morte = [[Bishapur]]
 
|princeps senatus = [[238]]
|pontificato massimo= dal [[253]]
|salutatio imperatoria=3 volte: la prima quando fu fatto Augusto nel 253, la seconda quando assunse il titolo di Germanicus Maximus nel 254 e la terza nel 256.
}}
{{Bio
|Titolo =
|Nome = Publio Licinio
|Cognome = Valeriano
|PreData = [[lingua latina{{latino|latino]]: ''Publius Licinius Valerianus''}}<ref name="CIL11.826"/>
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[200]] circa
|LuogoMorte = JondishapurBishapur
|LuogoMorteLink =
|LuogoMorteAlt =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = dopo il [[260]]
|Epoca = 200
|Attività = imperatore
|Nazionalità = romano
}}
Regnò dal [[253]] al [[260]].
 
Regnò dal [[253]] al [[260]]. È il primo esponente della [[Dinastia valeriana]].
Dopo la sua ascesa al trono associò suo figlio [[Gallieno]] al potere. Il suo governo fu caratterizzato dai continui tentativi di sconfinamento di popoli alle frontiere danubiane e renane, ma anche in [[Numidia]] e sul confine partico la situazione era tutt'altro che tranquilla. Proprio mentre stava conducendo operazioni militari contro i [[Persiani]] [[Sasanidi]] nel [[Limes romano|confine]] orientale dell'[[Impero Romano]], fu fatto prigioniero durante la [[Battaglia di Edessa]], in [[Mesopotamia]], nel [[260]] dal re Shapour I ([[Sapore I]]) dei [[Sasanidi]] e morì prigioniero qualche tempo dopo.
 
Dopo la sua ascesa al trono associò suo figlio [[Gallieno]] al potere, prima come ''Cesare'' e poi come ''Augusto'', nominando a sua volta il secondogenito, [[Publio Licinio Valeriano (console 265)|Valeriano il giovane]], ''Cesare''.<ref name="AE2005.1476"/> Il suo governo fu caratterizzato dai continui tentativi di sconfinamento di popoli alle frontiere danubiane e renane, ma anche in [[Numidia]] e sul confine sasanide la situazione era tutt'altro che tranquilla. Proprio mentre stava conducendo operazioni militari contro i [[Persiani]] [[Sasanidi]] nel [[Limes romano|confine]] orientale dell'[[Impero romano]], fu fatto prigioniero durante la [[battaglia di Edessa]], in [[Mesopotamia]], nel [[260]] dal re [[Sapore I]] dei [[Sasanidi]] e morì prigioniero qualche tempo dopo.
Il regno di Valeriano, in particolare la sua seconda parte, è descritto da pochissime fonti, per di più frammentarie; la cronologia si basa sulla sua data di morte, tradizionalmente assunta essere il [[260]], ma talvolta fatta anticipare fino al [[258]].
 
Il regno di Valeriano, in particolare la sua seconda parte, è descritto da pochissime fonti, per lo più frammentarie; la cronologia si basa sulla sua data di morte, tradizionalmente assunta essere il [[260]].
== Biografia ==
 
== Biografia ==
=== Origini familiari ===
Valeriano apparteneva a una famiglia dell'aristocrazia [[senato romano|senatoriale]] italica; era sposato probabilmente con [[Mariniana]] e aveva un figlio, [[Gallieno]].
 
Valeriano apparteneva ad una famiglia dell'aristocrazia [[senato romano|senatoriale]] italiana; era sposato probabilmente con [[Mariniana]] e aveva un figlio, [[Gallieno]]. Secondo la spesso inaffidabile ''[[Historia Augusta]]'', nel [[238]], in quanto ''[[princeps senatus]]'', negoziò il riconoscimento da parte del Senato di [[Gordiano I]].<ref>''Historia Augusta - I tre Gordiani'', ix.7.</ref>
 
=== Carriera ===
Secondo la spesso inaffidabile ''[[Historia Augusta]]'', nel [[238]], in quanto ''[[princeps senatus]]'', negoziò il riconoscimento da parte del Senato di [[Gordiano I]].<ref>''Historia Augusta - I tre Gordiani'', IX, 7; [[Zosimo (storico)|Zosimo]], ''Storia nuova'', I, 14.1.</ref> Sempre la ''Historia Augusta'' racconta come, nel [[251]], l'imperatore [[Decio]] volle ripristinare la carica di [[censore]] conferendole i poteri civili dell'imperatore, e chiese al Senato di proporre un suo membro per la carica; i senatori scelsero all'unanimità Valeriano, cui Decio offrì la censura, ottenendo un rispettoso rifiuto.<ref>''Historia Augusta - Valeriano'', v.4-vi.9.</ref> La questione dell'attendibilità di questo racconto è dibattuta, ma pare certo che Valeriano abbia ricoperto importanti funzioni amministrative sotto Decio.<ref>Pohlsander, Hans, "The Religious Policy of Decius", in Temporini, Hildegard, e Wolfgang Haase, ''Aufstieg und Niedergang der römischen Welt'', Walter de Gruyter, ISBN 3-11-008289-6, p. 1830.</ref> Considerando che quando Decio partì per l'infausta campagna contro i [[Goti]] portò con sé il figlio maggiore [[Erennio Etrusco]] e lasciò a [[Roma]] la moglie e il figlio minore e l'adolescente [[Ostiliano]], si può ragionevolmente ritenere che Valeriano, dall'alto della sua funzione, agì da reggente fino alla morte di Decio ed Erennio e all'ascesa al trono di [[Treboniano Gallo]]. Durante la campagna gotica di Decio, a Roma si ribellò [[Giulio Valente Liciniano]], ma Valeriano soffocò rapidamente questa usurpazione.<ref>[[Sesto Aurelio Vittore]], ''Epitome de Caesaribus'', 29.5; ''Liber de Caesaribus'', 29.3; ''[[Historia Augusta]]'', ''Tyranni triginta''.</ref>
 
Fu Treboniano Gallo a nominare Valeriano governatore della [[Rezia (provincia romana)|Rezia]], o quantomeno comandante delle truppe lì stanziate.<ref name="Eutropio9.7">[[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', IX, 7.</ref>
Sempre la ''Historia Augusta'' racconta come, nel [[251]], l'imperatore [[Decio]] volle ripristinare la carica di [[censore (storia romana)|censore]] conferendole i poteri civili dell'imperatore, e chiese al Senato di proporre un suo membro per la carica; i senatori scelsero all'unanimità Valeriano, cui Decio offrì la censura, ottenendo un rispettoso rifiuto.<ref>''Historia Augusta - Valeriano'', v.4-vi.9.</ref> La questione dell'attendibilità di questo racconto è dibattuta, ma pare certo che Valeriano abbia ricoperto importanti funzioni amministrative sotto Decio.<ref>Pohlsander, Hans, "The Religious Policy of Decius", in Temporini, Hildegard, e Wolfgang Haase, ''Aufstieg und Niedergang der römischen Welt'', Walter de Gruyter, ISBN 3-11-008289-6, p. 1830.</ref> Considerando che quando Decio partì per l'infausta campagna contro i [[Goti]] portò con sé il figlio maggiore [[Erennio Etrusco]] e lasciò a [[Roma]] la moglie e il figlio minore e l'adolescente [[Ostiliano]], si può ragionevolmente ritenere che Valeriano, dall'alto della sua funzione, agì da reggente fino alla morte di Decio ed Erennio e all'ascesa al trono di [[Treboniano Gallo]]. Durante la campagna gotica di Decio, a Roma si ribellò [[Giulio Valente Liciniano]], ma Valeriano soffocò rapidamente questa usurpazione.<ref>[[Sesto Aurelio Vittore]], ''Epitome de Caesaribus'', 29.5; ''Liber de Caesaribus'', 29.3; ''[[Historia Augusta]]'', ''Tyranni triginta''.</ref>
 
Fu Treboniano Gallo a nominare Valeriano governatore della [[Rezia]], o quantomeno comandante delle truppe lì stanziate.
 
=== Ascesa al trono (253) ===
Lo stesso [[Treboniano Gallo]] chiese poi aiuto a Valeriano nel [[253]], nominandolo governatore della [[Rezia (provincia romana)|Rezia]], quando [[Emiliano (imperatore)|Emiliano]], proclamato imperatore dalle truppe [[limes danubiano|danubiane]], marciò contro l'[[Italia romana|Italia]]. Valeriano marciò verso sud dalla Rezia, portando con sé le truppe renane, ma non fece in tempo a salvare Gallo, sconfitto da Emiliano e ucciso dai propri uomini; le truppe di Valeriano, però, rifiutarono di riconoscere il vincitore e acclamarono il proprio generale imperatore.<ref name="Eutropio9.7"/><ref>[[Aurelio Vittore]], ''De Caesaribus'', XXXII, 1.</ref>
 
Nel tardo luglio/metà settembre 253, gli eserciti di Valeriano ed Emiliano si scontrarono, ma i soldati di Emiliano decisero di abbandonarlo e lo uccisero forse a [[Spoleto]] presso un ponte, detto dei ''[[Ponte Sanguinario|Sanguinarii]]''<ref>{{cita libro | autore1=[[Achille Sansi]] |titolo=Degli edifici e dei frammenti storici delle antiche età di Spoleto |anno=1993 |editore=Arnaldo Forni Editore|città=Sala bolognese}} Ristampa anastatica dell'edizione Folognano, Stab. tip. e lit. di P. Sgariglia, 1869 p. 220</ref>, o in una località tra ''Oricolum'' e [[Narni]]a. Contemporaneamente, una nuova ondata di Goti, [[Borani (popolo)|Borani]], [[Carpi (popolo)|Carpi]] ed [[Eruli]] aveva portato distruzione fino a [[Pessinunte]] ed [[Efeso]] via mare, e poi via terra fino ai territori della [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]].<ref name="GiordaneXIX">Giordane, ''De origine actibusque Getarum'', XIX.</ref><ref>Zosimo, ''Storia nuova'', I.26-28.</ref> Ne approfittarono anche le [[esercito sasanide|armate]] dei [[Sasanidi]] di [[Sapore I]], che provocarono un contemporaneo [[Campagne siriano-mesopotamiche di Sapore I|sfondamento del fronte orientale]], penetrando in [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia]] e [[Siria (provincia romana)|Siria]] fino ad occupare la stessa [[Antiochia di Siria|Antiochia]] (fine del [[252]]-inizi del [[253]]).<ref>Zosimo, ''Storia nuova'', I.27.2 e I, 28.1-2; Grant, pp. 220-221.</ref><ref name="Mazzarino526">Mazzarino, p. 526.</ref>
Lo stesso [[Treboniano Gallo]] chiese poi aiuto a Valeriano nel [[253]], nominandolo governatore della [[Rezia (provincia romana)|Rezia]], quando [[Emiliano (imperatore romano)|Emiliano]], proclamato imperatore dalle truppe [[limes danubiano|danubiane]], marciò contro l'[[Italia romana|Italia]]. Valeriano marciò verso sud dalla Rezia, portando con sé le truppe renane, ma non fece in tempo a salvare Gallo, sconfitto da Emiliano e ucciso dai propri uomini; le truppe di Valeriano, però, rifiutarono di riconoscere il vincitore e acclamarono il proprio generale imperatore.
 
Nel tardo luglio/metà settembre 253, gli eserciti di Valeriano ed Emiliano si scontrarono, ma i soldati di Emiliano decisero di abbandonarlo e lo uccisero vicino [[Spoleto]] o presso un ponte, detto dei ''Sanguinarii'', tra ''Oricolum'' e [[Narnia]]. Contemporaneamente, una nuova ondata di Goti, [[Borani]], Carpi ed [[Eruli]] aveva protato distruzione fino a [[Pessinunte]] ed [[Efeso]] via mare, e poi via terra fino ai territori della [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]].<ref name="GiordaneXIX">Giordane, ''De origine actibusque Getarum'', XIX.</ref><ref>Zosimo, ''Storia nuova'', I.26-28.</ref> Ne approfittarono anche le [[esercito sasanide|armate]] dei [[Sasanidi]] di [[Sapore I]], che provocarono un contemporaneo [[Campagne siriano-mesopotamiche di Sapore I|sfondamento del fronte orientale]], penetrando in [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia]] e [[Siria (provincia romana)|Siria]] fino ad occupare la stessa [[Antiochia]] (fine del [[252]]-inizi del [[253]]).<ref>Zosimo, ''Storia nuova'', I.27.2 e I, 28.1-2; Grant, p. 220-221.</ref><ref name="Mazzarino526">Mazzarino, p. 526.</ref>
 
=== Regno (253-260) ===
{{Vedi anche|Dinastia valeriana}}
[[File:Aureus Valerian-RIC 0034.jpg|225px|left|thumb|Aureo di Valeriano, celebrante la Felicitas dell'impero; al retro, la legenda <small>FELICITAS AVGG</small> si riferisce ai due [[augusto (titolo)|augusti]], Valeriano e suo figlio [[Gallieno]].]]
[[File:Aureus Valerian-RIC 0034-transparent.png|left|thumb|Aureo di Valeriano, celebrante la Felicitas dell'impero; al retro, la legenda FELICITAS AVGG si riferisce ai due [[augusto (titolo)|augusti]], Valeriano e suo figlio [[Gallieno]].]]
 
Il [[Senato romano]] fu, presumibilmente, soddisfatto nel ratificare la nomina di un elemento della [[ordine senatorio|propria classe]]. Queste difficoltà costrinsero il nuovo imperatore, a spartire con il figlio [[Gallieno]] l'amministrazione dello Stato romano in qualità di ''[[cesare (titolo)|Cesare]]'',<ref name="Eutropio9.7"/> affidando a quest'ultimo la parte occidentale e riservando per sé quella orientale, come in passato era già avvenuto con [[Marco Aurelio]] e [[Lucio Vero]] ([[161]]-[[169]]).<ref>Edward Gibbon, ''Declino e caduta dell'impero romano'', ppp. 113-114; Watson, ppp. 25 e 33; Chris Scarre, ''Chronicle of the roman emperors'', ppp. 174-175.</ref><ref name="Grant229">Grant, p. 229.</ref> Quando Valeriano giunse a [[Roma antica|Roma]], preferì innalzare il figlio al rango di co-''[[augusto (titolo)|''Augusto'']].'',<ref name=southern78>Southern, p. 78.</ref> nominando a sua volta il secondogenito, [[Publio Licinio Valeriano (console 265)|Valeriano il giovane]], ''Cesare''.<ref name="AE2005.1476"/>
 
All'epoca della [[crisi del III secolo]], la pratica di associare il proprio figlio al trono non era sconosciuta, ma nei casi precedenti (da [[Massimino Trace]] ed il figlio [[Gaio Giulio Vero Massimo|Massimo]], a [[Filippo l'Arabo]] e [[Marco Giulio Severo Filippo|Severo Filippo]], [[Decio]] ed [[Erennio Etrusco]], [[Treboniano Gallo]] e [[Volusiano]], con la sola eccezione, di [[Gordiano I]] e [[Gordiano II]]), il ''[[cesare (titolo)|''Cesare'']]'' o co-''Augusto'' associato al trono era sempre stato molto più giovane dell'imperatore principale, dimostratosi sempre incapace di reggere il potere da solo. Nel casoGallieno invece diall'epoca Valerianodella nomina a Cesare aveva già trentacinque anni e Gallieno,una oltrematurata aesperienza vantaggimilitare dinastici,e l'averdi associatogoverno. ilLa figliosua adultoelevazione ala tronocoreggente deloffrì padrequindi, permiseoltre a vantaggi dinastici, anche la possibilità di avere due imperatori esperti che collaboravano tra loro ed in grado di governare ciascuno di la sua ''pars Imperii'', dando all'agire imperiale doppio vigore. Così Valeriano e Gallieno dimostrarono subito di avere intenzione di arginare le continue [[Invasioni barbariche del III secolo|incursioni a settentrione]] ed [[Campagne siriano-mesopotamiche di Sapore I|in Oriente]], partendo appena gli fu possibile per le rispettive destinazioni, Gallieno in Occidente e Valeriano in Oriente.
 
Tra i suoi atti amministrativi, prima di raggiungere il [[limes orientale|fronte orientale]], vi fu la divinizzazione della moglie [[Mariniana]] e l'istituzione della rotazione annuale alla carica di ''[[praefectus urbi]]''. Un grosso merito che ebbe Valeriano, fu quello di far promuovere validi generali come [[Claudio il Gotico]], [[Ingenuo]], [[Regaliano]], [[Postumo]], [[Macriano Maggiore|Macriano]] ed [[Aureolo]], tutti militari di carriera, e metterli in ruoli chiave per la protezione delle [[limes romano|frontiere imperiali]], che in seguito giunsero all'impero.<ref>''[[Historia Augusta]]'', ''Triginta tyranni'', 10.14-15.</ref>
 
==== In Oriente: prima fase (253-254) ====
{{Coin image box 1 double
| header = [[Valeriano]]: [[AntonianoAntoniniano]]<ref>[[Roman Imperial Coinage]], ''Licinius Valerianus'', V, 264; MIR 36, 793d; RSC 253.</ref>
| hbkg = #abcdef
| image = File:Valerianus antoninianus 253 2250425.jpg
| caption_left = [[Imperator|IMP]] P LIC VALERIANO [[Augusto (titolo)|AVG]], testa con corona, indossa corazza;
| caption_right = [[Vittoria (divinità)|VICTORIA]] [[Germania Magna|GERMANICA]], la [[Vittoria (divinità)|Vittoria]] in piedi verso sinistra, con uno scudo ede una palma.
| width = 250
| footer = 21 mm, 3.90 g, coniato nel [[253]]
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}}
 
L'[[Campagne siriano-mesopotamiche di Sapore I|invasione operata da Sapore I]] contro le [[limes orientale|province orientali]] dell'[[Impero romano]] della fine del [[252]]-inizi del [[253]], aveva condotto le truppe persiane ad occupare numerose città della [[provincia romana|provincia]] di [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia]]<ref>{{cita|Eutropio|9, 8.}}</ref> (compresa la stessa [[Assedio di Nisibis (252)|Nisibis]]<ref>[[TabariṬabarī]], ''Storia dei profeti e dei re'', pp. 31-32 dell'edizione tedesca di [[Theodor Nöldeke]], del [[1879]].</ref><ref name="Eutychius109-110">''[[Eutichio (patriarca)di Alessandria|Eutychius]]'' ([[Sa'id ibn Batriq|Saʿīd b. Biṭrīq]] o semplicemente Biṭrīq, che in [[lingua araba]] significa "patrizio", in latino ''patricius''), ''Annales'', pp. 109-110.</ref><ref>[[Zosimo (storico)|Zosimo]], ''Storia nuova'', I, 39.1.</ref>). I sasanidi continuarono la loro avanzata fino in [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]],<ref name="Eutychius109-110"/> [[Licaonia]]<ref name="Eutychius109-110"/> e [[Siria (provincia romana)|Siria]], dove batterono l'esercito romano accorrente a [[Battaglia di Barbalissos|Barbalissos]] e si impossessarono della stessa [[assedio di Antiochia (252)|Antiochia]]<ref>[[Ammiano Marcellino]], ''Storie'', XX, 11.11; XXIII, 5.3.</ref><ref>{{Cita|Grant|p. 226.}}.</ref> (caduta forse per il tradimento di un certo [[Mariade]]<ref>[[Historia Augusta]], ''Triginta tyranni'', 2.</ref><ref>[[Giovanni Malalas]], ''Cronografia'', XII.</ref>), dove ne distrussero numerosi edifici, razziarono un ingente bottino e trascinarono con sé numerosi prigionieri ([[253]]).<ref name="OracoliSib13.125">[[Oracoli sibillini]], XIII, 125-130.</ref><ref>[[Libanio]], ''Oratio'' XV, 16; XXIV, 38; LX, 2-3.</ref> Ecco come viene descritta nelle ''[[Res Gestaegestae Dividivi Saporis]]'':
{{QuoteCitazione|('''11''') Poi noi attaccammo ancora l'[[Impero romano]] e distruggemmo una forza di 60.000{{formatnum:60000}} [[esercito romano|armati]] a [[battaglia di Barbalissos|Barbalissos]], mentre la [[Siria (provincia romana)|Siria]] ed i suoi dintorni noi bruciammo, distruggemmo ('''12''') e depredammo tutte. In questa stessa campagna noi conquistammo numerose fortezze e città romane: la città di ''[[Anatha]]'' con i suoi dintorni, [...], ''[[Birtha (Mesopotamia)|Birtha]]'', ('''13''') ''[[Sura (città)|Sura]]'',<ref>''[[Sura (città)|Sura]]'' era posizionata al termine Nord della ''[[Strata Diocletiana]]''.</ref> ''[[Barbalissos]]'',<ref>''[[Barbalissos]]'' è una località che troviamo anche nella ''[[Notitia dignitatum]]'', ''Or.'', XXX, 25.</ref> ''[[Hierapolis Bambyce|Hierapolis]]'',<ref name="OracoliSib13.125"/> ''[[Beroea]]'',<ref name="OracoliSib13.125"/> ''[[Chalcis (Siria)|Chalcis]]''<ref name="OracoliSib13.125"/> (oggi [[Qinnasrin]]), ''[[Apamea]]'', ('''14''') ''[[Rhephania]]'',<ref>''[[Rhephania]]'' sembra sia stata [[fortezza legionaria]] da [[Augusto]] alla [[dinastia degli Antonini]].</ref> ''[[Zeugma (città)|Zeugma]]'',<ref>Zeugma era probabilmente ancora la sede della [[fortezza legionaria]] della [[Legio IIII Scythica|IV ''Scythica'']].</ref> ''[[Horum Hayuk|Ourima]]'',<ref>''Ourima'' era una località sull'[[Eufrate]], presso l'odierna [[Horum Hayuk]], tra [[Belkis]] e [[Rum Kale]].</ref> ''[[Gindari|Gindaros]]'', ''[[Armenaza]]'', ('''15''') ''[[Seleucia di Pieria|Seleucia]]'', ''[[Antiochia di Siria|Antiochia]]'',<ref name="OracoliSib13.125"/> ''[[Cyrrhus]]'', ''[[Alessandria di Isso|Alexandretta]]'', ('''16''') ''[[Islahiye|Nicopolis]]'',<ref>''Nicopolis'' era la moderna [[Islahiye]] nell'antica ''[[Cilicia|''Cilicia Campestris'']]''.</ref> ''[[Shayzar|Sinzara]]'', ''[[Chamath]]'', ''[[Al-Rastan|Ariste]]'', ''[[Dichor]]'' (a sud di ''[[Doliche]]''), ('''17''') ''[[Doliche]]'', ''[[Dura Europos]]'', ''[[Circesium]]'', ''[[Germanicia]]'', ''[[Anthemusias|Batnae]]'',<ref>''Batnae'' è forse da identificarsi con [[Sarug]] (M.H. Dodgeon & S.N.C. Lieu, ''The Roman Eastern frontier and the Persian Wars (AD 226-363)'', p. 309, n. 18), ovvero l'antica città di ''[[Anthemusias]]''.</ref> ''[[Chanar]]'',<ref>''Chanar'' andrebbe identificata con ''Ichnai'' in [[Osroene]], lungo la riva orientale dell'[[Eufrate]] (Honigmann and Maricq, 1953, pp. 155-156; Kettenhofen, 1982, p. 77.).</ref> ('''18''') e in [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]], ''[[Satala]]'', ''[[Domana]]'',<ref>Città probabilmente dell'[[Armenia minoreMinore]], in località ''Kose'' (E. Honigmann e A. Maricq, ''Recherches sur les Res gestae divi Saporis'', pp. 155-156.).</ref> ''Artangil'',<ref>La città di ''Artangil'' è forse stata confusa con la città del [[regno di Armenia]] di ''Artaxanses'' (E. Honigmann e A. Maricq, ''Recherches sur les Res gestae divi Saporis'', p. 156.).</ref> ''[[Souisa]]'',<ref>La città di ''Souisa'' è forse da identificare con ''Suissa'' sulla strada tra ''[[Satala]]'' e ''[[Nicopoli di Cappadocia|Nicopolis]]'' (M.H. Dodgeon & S.N.C. Lieu, ''The Roman Eastern frontier and the Persian Wars (AD 226-363)'', p. 309, n. 19.).</ref> e ('''19''') ''[[Phreata]]''<ref>Forse la località di ''Phreata'' è da identificarsi con quella raccontata da [[Claudio Tolomeo]] nella sua [[Geografia (Tolomeo)|Geografia]] (V, 6, 13).</ref> per un totale di 37 città con i loro sobborghi.|''[[Res Gestaegestae Dividivi Saporis]]'', riga 11-19 da Richard Stoneman, ''Palmyra and its Empire. Zenobia revolt against Rome'', Michigan 1994, p. 93.}}
 
Questa invasione nell'[[limes orientale|Oriente romano]] avveniva contemporaneamente ada un'altra [[Invasioni barbariche del III secolo|grande incursione]] proveniente al di là del [[Danubio]] e del [[Ponto Eusino]] da parte dei [[Goti]].<ref>{{cita|Grant|pp. 219-220.}}.</ref>
 
[[File:Bronze-Uranius Antoninus-Elagabal stone-SGI 4414.jpg|thumb|225px|left|Moneta di [[Uranio Antonino]], la cui usurpazione in Oriente, iniziata come reazione alle invasioni dei [[Sasanidi]], terminò con l'arrivo di Valeriano.]]
 
{{QuoteCitazione|[...] Goti, Borani, Urgundi [''ndr. da identificarsi con i Burgundi, che premevano però lungo il Reno'']Urugundi e Carpi depredavano le città dell'Europadell’Europa [...] intantoIntanto, i Persiani attaccavano l'Asial’Asia, occupandosottomettendo la Mesopotamia ede avanzando fino in Siria, addirittura sino ad Antiochia, chefinché non conquistarono anche questa città, metropoli di tutto l'Orientel’Oriente; romano. Ee dopo averavere uccisotrucidato una parte delladegli popolazioneabitanti e portato via come prigionieri gli altri, tornaronoinsieme a un ricchissimo bottino, ritornarono in patria. [...] ISenza Persianidubbio senzai dubbioPersiani avrebbero facilmente conquistato tutta l'Asia con facilitàl’Asia se, felicicontenti per la riccail predaricco conquistatabottino, non avessero ritenutopensato dia portarlometterlo in patria salvo consoddisfatti soddisfazionee a riportarlo in patria.|[[Zosimo (storico)|Zosimo]], ''Storia nuova'', I.27.1-2}}
 
Accadde, anche, che una [[esercito sasanide|colonna militare sasanide]] non solo non riuscì nell'impresa di conquistare la città di [[Emesa]], ma fu sconfitta dagli stessi abitanti della città [[assedio (storia romana)|assediata]] che presero l'iniziativa, compiendo una sortita contro l'armata nemica.<ref name="OracoliSib13.150">[[Oracoli sibillini]], XIII, 150-155.</ref><ref>''Inscriptiones Graecae et Latinae Syriae'', 1799-1801.</ref> Alla fine di questa nuova incursione sasanide, l'imperatore Valeriano fu costretto ad intervenire, dopo aver lasciato la cura dell'Occidente al figlio [[Gallieno]].<ref>Southern, p. 84. Nel [[253]] Valeriano ricostituì la [[Legio III Augusta|Legio III ''Augusta'']], ''Iterum Pia Iterum Vindex'', per combattere contro i [[Berberi]] una guerra terminata solo nel [[260]].</ref> Valeriano, psartitopartito da Roma, giunto in Oriente, riuscì a riconquistare la capitale della Siria, [[Antiochia di Siria|Antiochia]], quello stesso anno ([[253]]) o l'anno successivo ([[254]]), facendone poi il suo "quartier generale" per la ricostruzione dell'intero [[limes orientale|fronte orientale]]. Nello stesso anno assunse il titolo di ''restitutor Orientis''.
 
Contemporaneamente la parte orientale dell'Impero romano era interessata dall'usurpazione di [[Uranio Antonino]], proclamatosi imperatore in opposizione al pericolo costituito dall'invasione dei [[Sasanidi]] e nel vuoto di potere dovuto alla guerre tra gli imperatori che si succedettero in quel periodo. Quando Sapore I aveva, infatti, attaccato le province orientali romane, Uranio si sarebbe proclamato imperatore. La latitanza del potere centrale imponeva alle personalità locali di provvedere alla difesa del territorio mediante la raccolta di forze autoctone, e l'autorità di un imperatore, sia pure locale, avrebbe facilitato questa opera. Con l'approssimarsi di Valeriano e del suo esercito, Uranio avrebbe ridotto le proprie pretese, forse a seguito di un compromesso con l'imperatore stesso.<ref>Malkin, I. e Z.W. Rubinsohn, ''Leaders and Masses in the Roman World'', Brill Academic Publishers, 1994, ISBN 90-04-09571-3, pp. 134-135.</ref>
 
==== Tra Danubio e Oriente: Goti, Borani, Carpi e Sasanidi (253-256) ====
[[File:Invasione 253-256 png.png|thumb|right|330pxupright=1.5|Invasioni di [[Goti]], [[Borani (popolo)|Borani]], [[Carpi (popolo)|Carpi]] e [[Sasanidi]] del 253-256 durante il regno di Valeriano e [[Gallieno]].]]
 
Al principio del [[254]] o sul finire del [[253|precedente]], una nuova incursione di [[Goti]] interesòinteressò la parte orientale dell'Impero, affidata alla difesa di Valeriano, devastando tutti i territori della Tracia e Macedonia orientale fino a [[Tessalonica]]: i Barbari non riuscirono ad espugnare la città, che, a stento e con molta fatica, fu liberata dalle armate romane del nuovo imperatore Valeriano. Il panico fu così grande che gli abitanti dell'[[Acaia (provincia romana)|Acaia]] decisero di ricostruire le antiche mura di [[Atene]] e di molte altre città del [[Peloponneso]].<ref>Zosimo, ''Storia nuova'', I, 29; Grant, p. 223.</ref>
 
Nel [[255]] ancora i Goti ripresero gli attacchi, questa volta via mare, lungo le coste dell'[[Asia Minore]], dopo aver requisito numerose imbarcazioni al [[Regno del Bosforo Cimmerio|Bosforo Cimmerio]], [[Regno cliente (storia romana)|alleato di Roma]]. I primi ad impadronirsi di queste imbarcazioni furono però i [[Borani (popolo)|Borani]] che, percorrendo le coste orientali del [[Mar Nero]], si spinsero fino all'estremità dell'Impero romano, presso la città di [[Pitsunda|Pityus]], che per sua fortuna era dotata di una cinta di mura molto solide e di un porto ben attrezzato. Qui furono respinti grazie alla vigorosa resistenza da parte della popolazione locale, organizzata per l'occasione dall'allora governatore [[Successiano]].<ref>Zosimo, ''Storia nuova'', I.32.1</ref> I Goti, invece, partiti con le loro navi dalla penisola di [[Crimea]], raggiunsero la foce del fiume [[Fasi]] (che si trova nella regione di [[Guria]] in [[Georgia]], nelle vicinanze dell'attuale città di [[Sukhumi]]<ref>A. Room, ''Placenames of the World: Origins and Meanings of the Names for 6,600 Countries, Cities, Territories, Natural Features and Historic Sites'', p. 361; Jeorgios Martin Beyer, ''Gregorios Thaumaturgos und die pontischen Beutezuge der Boran und Goten im 3.Jh.n.Chr.'', in ''18th International Congress of Roman Frontier Studies'', a cura di P.Freeman, J.Bennett, Z.T.Fiema e B.Hoffmann, Oxford 2002, ppp. 327-338.</ref>); avanzarono anch'essi verso Pityus, che riuscirono questa volta ad occupare, anche perché Successiano, promosso [[prefetto del Pretorio]], aveva seguito l'imperatore Valeriano ad [[Antiochia di Siria|Antiochia]].<ref>Zosimo, ''Storia nuova'', I, 32.2-3.</ref> La grande flotta proseguì quindi fino a [[Trebisonda|Trapezunte]], riuscendo ad occupare anche questa importante città, protetta da una duplice cinta muraria e da diverse migliaia di armati, come racconta [[Zosimo (storico)|Zosimo]]:
 
[[File:Antiochia su Oronte.PNG|thumb|left|La città di [[Antiochia di Siria|Antiochia]] (oggi [[Antakya]]) fu assediata numerose volte nel corso del [[III secolo]]: certamente nel [[Assedio di Antiochia (252)|252]] e nel [[Assedio di Antiochia (260)|260]].]]
{{Quote|I Goti, appena si accorsero che i soldati all'interno delle mura erano pigri ed ubriaconi e non salivano neppure lungo i camminamenti delle mura, accostarono al muro alcuni tronchi, dove era possibile, ed in piena note, a piccoli gruppi salirono e conquistarono la città. [...] I barbari si impadronirono di grandi ricchezze e di un grande numero di prigionieri [...] e dopo avere distrutti i templi, gli edifici e tutto ciò che di bello e magnifico era stato costruito, ritornarono in patria con moltissime navi|Zosimo, ''Storia nuova'', I, 33.}}
 
{{Citazione|Quando posero l’assedio pensavano che mai, neppure per sogno, avrebbero conquistato la città, protetta da una dulpice cinta di mura; ma appena si accorgono che i soldati pigri e ubriaconi non salivano neppure sul muro e non perdevano occasione per dissolutezze e banchetti, accostarono al muro, dove era accessibile, alcuni tronchi da tempo predisposti per questo scopo e in piena notte, a piccoli gruppi, salirono servendosi di essi e conquistarono la città [...] i barbari si appropriarono di ingenti ricchezze e di un gran numero di prigionieri [...] e dopo avere distrutto i templi, gli edifici e tutto quanto di grande o di bello era stato costruito, ritornarono in patria con moltissime navi.|Zosimo, ''Storia nuova'', I, 33.}}
Carichi ormai di un enorme bottino, sulla strada del ritorno saccheggiarono anche la città di [[Panticapeo]], nell'attuale [[Crimea]], interrompendo i rifornimenti di grano necessari ai Romani in quella regione.<ref>Grant, p. 224-225; Southern (p.223) data questa spedizione al [[255]]-[[256]].</ref> La situazione era così grave da costringere Gallieno ad accorrere lungo i confini danubiani per riorganizzare le forse dopo questa devastante invasione, come testimonierebbe una iscrizione proveniente dalla fortezza legionaria di [[Viminacium]].<ref name="Southern216">Southern, p. 216.</ref>
 
Carichi ormai di un enorme bottino, sulla strada del ritorno saccheggiarono anche la città di [[Panticapeo]], nell'attuale [[Crimea]], interrompendo i rifornimenti di grano necessari ai Romani in quella regione.<ref>Grant, pp. 224-225; Southern (p. 223) data questa spedizione al [[255]]-[[256]].</ref> La situazione era così grave da costringere Gallieno ad accorrere lungo i confini danubiani per riorganizzare le forze dopo questa devastante invasione, come testimonierebbe un'iscrizione proveniente dalla fortezza legionaria di [[Viminacium]].<ref name="Southern216">Southern, p. 216.</ref>
Non passò molto tempo che una nuova invasione di Goti percorse il [[Mar Nero]] (nel [[256]]), ancora via mare ma questa volta verso la costa occidentale, avanzando fino al lago di ''Fileatina'' (l'attuale [[Derkos]]) ad occidente di [[Bisanzio]].<ref>Southern, p. 223.</ref> Da qui proseguirono fin sotto le mura di [[Calcedonia]]. La città fu depredata di tutte le sue grandi ricchezze, benché, riferisce Zosimo, la guarnigione superasse il numero degli assalitori Goti.<ref name="GiordaneXIX" /><ref>Zosimo, ''Storia nuova'', I, 34.</ref> Molte altre importanti città della [[Bitinia e Ponto (provincia romana)|Bitinia]], come [[Prusa]], [[Apamea]] e [[Cio (città)|Cio]] furono saccheggiate dalle armate gotiche, mentre [[Nicomedia]] e [[Nicea]] furono date alle fiamme.<ref>Zosimo, ''Storia nuova'', I, 35; Mazzarino, p. 526-527; Grant, p. 223-224.</ref>
 
Non passò molto tempo che una nuova invasione di Goti percorse il [[Mar Nero]] (nel [[256]]), ancora via mare ma questa volta verso la costa occidentale, avanzando fino al lago di ''Fileatina'' (l'attuale [[Derkos]]) ad occidente di [[Bisanzio]].<ref>Southern, p. 223.</ref> Da qui proseguirono fin sotto le mura di [[Calcedonia]]. La città fu depredata di tutte le sue grandi ricchezze, benché, riferisce Zosimo, la guarnigione superasse il numero degli assalitori Goti.<ref name="GiordaneXIX" /><ref>Zosimo, ''Storia nuova'', I, 34.</ref> Molte altre importanti città della [[Bitinia e Ponto|Bitinia]], come [[Prusa]], [[Apamea]] e [[Cio (città antica)|Cio]] furono saccheggiate dalle armate gotiche, mentre [[Nicomedia]] e [[Nicea]] furono date alle fiamme.<ref>Zosimo, ''Storia nuova'', I, 35; Mazzarino, p. 526-527; Grant, pp. 223-224.</ref>
Sul finire dell'anno o nel [[257]], Valeriano, preoccupato per l'invasione dei Goti dell'anno precedente, inviò un esercito di soccorso, comandato da [[Lucio Mummio Felice Corneliano]] ed alle cui dipendenze sembra ci fosse il futuro imperatore [[Aureliano]]<ref>''Historia Augusta'' - ''Aureliano'', 13.2.</ref>, per meglio difendere l'importante roccaforte di [[Bisanzio]]; l'imperatore, a sua volta, si diresse in [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]] e in Bitinia per portar soccorso alle popolazioni di questa provincia.<ref>Zosimo, ''Storia nuova'', I, 36.1.</ref> Tuttavia, l'arrivo di Valeriano non sortì alcun effetto, poiché il riaccendersi di un'epidemia di peste e l'[[Campagne siriano-mesopotamiche di Sapore I|avanzata persiana degli anni precedenti]] aveva gettato l'oriente romano nel più grande sconforto.<ref>Zosimo, ''Storia nuova'', I, 36.2; Grant, p. 225-226.</ref> È anche probabile che i vari assalti condotti con successo da parte dei barbari abbiano generato in [[Sapore I]] la consapevolezza che un attacco ben programmato e contemporaneo da parte del re dei [[Sasanidi]] avrebbe permesso alle sue armate di dilagare nelle province orientali romane, con il proposito di congiungersi ai Goti stessi provenienti dalle coste del Mar Nero.<ref>Rémondon, p. 75.</ref>
 
[[File:DuraeuropusmapBuildings and Streets at Dura-Europus, Syria. (I) (5532410875).jpg|thumb|225px|left|Pianta dellL'antica città di [[Dura Europos]], [[Assedio di Dura Europos (256)|assediata e distrutta]] dai Sasanidi nel [[256]].]]
 
Contemporaneamente sul fronte orientale, dove Valeriano aveva posto il suo quartier generale ([[Antiochia di Siria|Antiochia]]), ancora nel [[256]]<ref>{{cita|Rémondon|p. 75.}}.</ref> gli eserciti di [[Sapore I]] sottraevano importanti roccaforti al dominio romano in [[Siria (provincia romana)|Siria]],<ref>[[Eutropio]], ''Breviarium ab urbe condita'', 9, 8.</ref> tra cui [[Dura Europos]] che questa volta, dopo una strenuestrenua resistenza, fu [[assedio di Dura Europos (256)|definitivamente distrutta]] insieme all'intera guarnigione romana.
 
Si racconta che, nel corso dell'[[assedio di Dura Europos (256)|assedio e successiva caduta di Dura Europos]] del [[256]], i Sasanidi furono abili a costruire un tunnel sotto le mura cittadine, che permise loro di introdursi di notte ed occupare la città. La guarnigione romana, formata da 2.000{{formatnum:2000}} armati, tra una ''[[vexillationes|vexillatio]]'' della ''[[legio IIII Scythica]]''<ref>{{AE|1929|181}}; {{AE|1931|113}}.</ref> e la ''[[listaLista delle truppe ausiliarie romanedell'esercito romano|cohors XX Palmyrenorum sagittariorum equitata]]''<ref name="XXPalmyrenorum">{{AE|1923|23}}.</ref> era riuscita a sacrificare la strada interna che costeggiava questo lato di mura oltre ai vicini edifici, con il riempimento di quest'area attraverso le macerie dei vicini edifici abbattuti, al fine di rafforzare la base delle mura contro i possibili attacchi persiani da sotto terra. I Romani procedettero, inoltre, con la costruzione di un cumulo di terra all'esterno delle mura, formando così uno spalto, sigillato con un mattoni di fango per evitarne l'erosione, lungo il lato occidentale che aveva il suo centro nella porta palmirena, ingresso principale alla città di Dura Europos. Ciò però non fu evidentemente sufficiente a salvarsi dall'attacco finale sasanide. Sebbene nessuna fonte racconti in modo dettagliato di questo [[assedio (storia romana)|terribile assedio]], durato alcuni mesi, sono rimati a testimonianza i numerosi scavi archeologici effettuati in loco.<ref>Clark Hopkins, "L' assedio di Dura", in ''The Classical Journal'', 42 / 5 (1947), pp. 251-259.</ref> Vi è da aggiungere che proprio in questa occasione, i ricercatori moderni hanno riscontrato di aver trovato le prove che i persiani utilizzarono "[[guerra chimica|gas velenosi]]" a [[Dura Europos]], contro i difensori romani durante l'assedio. Sono stati infatti messi in luce i resti di 20 soldati romani ai piedi delle mura della città, i quali, secondo un archeologo dell'Università di Leicester, sembra siano morti in seguito ad asfissia da gas velenosi, a causa dell'accensione di bitume e cristalli di zolfo, utilizzati probabilmente lungo il tunnel sotterraneo scavato dai Sasanidi. I soldati romani, che avevano così costruito un tunnel parallelo, si trovarono imprigionati quando le forze sasanidi rilasciarono il gas contro i Romani. Un solo soldato sasanide fu scoperto tra i corpi romani, tanto da farlo ritenere il responsabile dell'aver rilasciato i gas, prima che i fumi uccidessero anch'egli.<ref>[http://news.bbc.co.uk/1/hi/sci/tech/7837826.stm Gli antichi Persiani utilizzarono i gas contro i Romani, BBC NEWS]</ref><ref>[http://www.archaeology.org/1001/topten/syria.html Prima guerra chimica a Dura-Europos, Syria]</ref>
Quasi tutti i difensori romani della città di [[Dura Europos]] sopravvissuti furono condotti a [[Ctesifonte]] e venduti come schiavi. La città fu saccheggiata al punto che non fu mai ricostruita.
{{Coin image box 1 double
| header = Valeriano: [[antoniniano]]<ref name=RICV287>[[Roman Imperial Coinage]], ''Licinius Valerianus'', V 287; MIR 36, 1685e; RSC 189.</ref>
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| caption_left =[[Imperator|IMP]] C P LIC VALERIANVS P F [[Augusto (titolo)|AVG]], testa radiata a destra, con paludamento;
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Sul finire del 256 o agli inizi del [[257]], Valeriano, preoccupato per l'invasione dei Goti dell'anno precedente, inviò un esercito di soccorso, comandato da [[Lucio Mummio Felice Corneliano]] ed alle cui dipendenze sembra ci fosse il futuro imperatore [[Aureliano]]<ref>''Historia Augusta'' - ''Aureliano'', 13.2.</ref>, per meglio difendere l'importante roccaforte di [[Bisanzio]]; l'imperatore, a sua volta, si diresse in [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]] e in Bitinia per portar soccorso alle popolazioni di questa provincia.<ref>Zosimo, ''Storia nuova'', I, 36.1.</ref> Tuttavia, l'arrivo di Valeriano non sortì alcun effetto, poiché il riaccendersi di un'epidemia di peste e l'[[Campagne siriano-mesopotamiche di Sapore I|avanzata persiana degli anni precedenti]] aveva gettato l'oriente romano nel più grande sconforto.<ref>Zosimo, ''Storia nuova'', I, 36.2; Grant, p. 225-226.</ref> È anche probabile che i vari assalti condotti con successo da parte dei barbari abbiano generato in [[Sapore I]] la consapevolezza che un attacco ben programmato e contemporaneo da parte del re dei [[Sasanidi]] avrebbe permesso alle sue armate di dilagare nelle province orientali romane, con il proposito di congiungersi ai Goti stessi provenienti dalle coste del Mar Nero.<ref>Rémondon, p. 75.</ref>
 
LaContemporaneamente successivaValeriano offensivadispose romanauna videnuova lecontroffensiva [[esercitoin romano|armate]]Oriente, di Valerianoper recuperare parte dei territori perduti con buoni risultati contro le armate sasanidi, fino a tutto il [[259]]. Sembra infatti che già nella primavera del [[257]] i Romani ebbero la meglio sui Persiani presso ''[[Circesium]]''.<ref>{{cita|Drinkwater|p. 42.}}.</ref>
 
==== Politica religiosa (257-258) ====
{{Vedi anche|Valeriano Lunense}}
[[File:Fra Angelico 055.jpg|thumb|''Stefano e Lorenzo davanti a Valeriano'', [[Beato Angelico]], 1447-1450 (Pinacoteca Vaticana)]]
[[File:Fra Angelico 055.jpg|thumb|left|''Stefano e Lorenzo davanti a Valeriano'', [[Beato Angelico]], 1447-1450 (Pinacoteca Vaticana)]]
 
Valeriano emanò due editti, nel [[257]] e nel [[258]], che prevedevano la confisca dei terreni religiosi e la condanna dei seguaci del [[Cristianesimo]]; a differenza dei suoi predecessori diresse il proprio attacco alla gerarchia ecclesiastica piuttosto che ai semplici fedeli. Tra le vittime di questa persecuzione vi furono infatti [[papa Stefano I]], [[papa Sisto II]], il vescovo di Cartagine [[San Cipriano di Cartagine|Cipriano di Cartagine]], [[San Dionisio di Alessandria|Dionisio di Alessandria]], [[san Lorenzo martire]]. A questi l'agiografia cristiana aggiunge martirii dubbi o impossibili, come quelli di [[papa Lucio I]], [[Antipapa Novaziano|Novaziano]], [[Sante Rufina e Seconda|Rufina e Seconda]], [[Santi Gervasio e Protasio|Gervasio e Protasio]], [[Santa Colomba di Sens|Colomba di Sens]], [[SanFermo Rusticoe di VeronaRustico|Rustico]], [[San Mercurio di Cesarea|Mercurio di Cesarea]], la vergine Agrippina.
 
La persecuzione voluta da Valeriano ha avuto un esito negativo sulla storiografia del suo regno: tra le vittime vi fu anche [[San Cipriano di Cartagine|Cipriano]], vescovo di [[Cartagine]], il quale fu prima esiliato e poi, al suo ritorno, messo a morte (settembre 258). Proprio la fine della sua corrispondenza fa mancare una un'importante fonte storica di quel periodo.<ref name=southern79>Southern, p. 79.</ref>
 
==== In Oriente: la disfatta contro i Sasanidi (259-260) ====
[[File:Cameo Shapur Valerianus Bab360 CdM Paris.jpg|thumb|left|250px|Cameo raffigurante re [[Sapore I]] che afferra per il braccio l'imperatore Valeriano, a segnalare la cattura e sottomissione del sovrano romano dopo la [[battaglia di Edessa]]<ref>{{cita|Southern|p. 237.}}</ref> ([[Cabinet des Médailles (Francia)|Cabinet des Médailles]], Parigi).]]
{{Vedi anche|Battaglia di Edessa}}
[[File:Cameo Shapur Valerianus Bab360 CdM Paris.jpg|thumb|Cameo raffigurante re [[Sapore I]] che afferra per il braccio l'imperatore Valeriano, a segnalare la cattura e sottomissione del sovrano romano dopo la [[battaglia di Edessa]]<ref>{{cita|Southern|p. 237}}.</ref> ([[Cabinet des Médailles (Francia)|Cabinet des Médailles]], Parigi).]]
 
Ancora le ''[[Res Gestaegestae Dividivi Saporis]]'' ci raccontano di una terza devastante invasione compiuta da [[Sapore I]] ai danni dell'[[Impero romano]], secondo la quale:
{{QuoteCitazione|Durante la terza invasione, noi marciammo contro [[Edessa (Mesopotamia)|Edessa]] e ''[[Carrhae]]'' e le ponemmo [[assedio (storia romana)|assedio]], ('''20''') tanto che il ''Cesare'' Valeriano fu obbligato a marciare contro di noi. C'era con lui [[esercito romano|una forza]] di 70.000{{formatnum:70000}} armati dalle nazioni della [[Germania inferiore|Germania]], [[Rezia (provincia romana)|Rezia]], [[Norico (provincia romana)|Norico]], [[Dacia (provincia romana)|Dacia]], [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]], ('''21''') [[Mesia (provincia romana)|Mesia]], [[Tracia (provincia romana)|Tracia]], [[Bitinia]], [[Asia (provincia romana)|Asia]], [[Panfilia]], [[Isauria]], ('''22''') [[Licaonia]], [[Galazia (provincia romana)|Galazia]], [[Licia]], [[Cilicia]], [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]], [[Frigia]], [[Siria (provincia romana)|Siria]], [[Fenicia]], ('''23''') [[Giudea (provincia romana)|Giudea]], [[Arabia (provincia romana)|Arabia]], [[Mauretania (provincia romana)|Mauretania]], [[Germania superiore|Germania]], [[Lidia]] e [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia]].|''[[Res Gestaegestae Dividivi Saporis]]'', riga 19-23 da ''The American journal of Semitic languages and literatures'', University of Chicago, 1940, vol. 57-58, p. 379.}}
 
Valeriano, infatti, informato di una nuova invasione in Oriente, inviò a [[Bisanzio]] il console del [[237]], [[Lucio Mummio Felice Corneliano]] (a protezione del fronte nord del ''[[Pontus Euxinus]]'' contro nuove invasioni [[goti]]che), e si recò in tutta fretta ad [[Antiochia di Siria|Antiochia]], dove una volta riorganizzato l'esercito marciò fino in [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]], dove però incontrò la [[peste]] che decimò il suo [[esercito romano|esercito]]. Ciò permise a Sapore I di saccheggiare nuovamente altri territori romani.<ref>[[Zosimo (storico)|Zosimo]], ''Storia nuova'', I, 36.1.</ref><ref name="Patrizio9">[[Pietro Patrizio]], ''Della situazione politica'', fram. 9.</ref>
{{QuoteCitazione|Valeriano, per debolezza e mollezza di vita, non riuscìse ala metteresentì di porre rimedio a una situazione divenutache ormaisi era fatta assai grave, e, volendo porremettere fine alla guerra con donazioni di denaro,<ref name="Patrizio9"/> inviò aun’ambasceria presso Sapore un'ambasceria, che fula rimandatarimandò indietro senza averavere risoltoconcluso nulla., Ile Rechiese deidi reincontrarsi chiedevacon dil’imperatore incontrarsiper invecediscutere conciò che l'Imperatoreriteneva romanonecessario.|[[Zosimo (storico)|Zosimo]], ''Storia nuova'', I, 36.2.}}
 
[[File:Bas relief nagsh-e-rostam al.jpg|thumb|left|[[Rappresentazione della vittoria di Shapur I a Naqsh-e Rostam|Rilievo sasanide a Naqsh-e Rustam]] raffigurante [[Sapore I]] che tiene prigioniero Valeriano e riceve l'omaggio di [[Filippo l'Arabo]], inginocchiato davanti al sovrano sasanide.]]
 
Il racconto della fine di Valeriano, giunto a difendere Edessa dall'[[Battaglia di Edessa|assedio persiano]],<ref name="Zonara.XII.23">[[Giovanni Zonara|Zonara]], ''L'epitome delle storie'', XII, 23.</ref> dove i Romani avevano avuto notevoli perdite anche a causa di una pestilenza dilagante, varia molto nelle versioni romane:
* [[Eutropio]], [[Rufio Festo|Festo]] e [[Aurelio Vittore]] raccontano che l'Imperatore romano fu catturato dalle armate sasanidi dopo essere stato sconfitto pesantemente in battaglia;<ref>{{cita|Eutropio|IX.7}}; [[Rufio Festo|Festo]], ''Breviarium rerum gestarum populi Romani'', 23; [[Aurelio Vittore]], ''De Caesaribus'', XXXII, 5.</ref>
* [[Zosimo (storico)|Zosimo]] sostiene che Valeriano, recatosi ada un incontro con il re persiano, fu fatto prigioniero a tradimento nell'aprile-maggio del [[260]]:
{{QuoteCitazione|[...] Sapore I chiese di incontrarsi con l'imperatore romano, per discutere ciò che fosse necessario. Valeriano, una volta accettataaccettate le rispostarichieste senza neppurenemmeno riflettere, mentre si recava dapresso Sapore incon mododecisione incautoavventata, insieme a pochi soldatiuomini, fuviene catturato inimprovvisamente mododai inaspettato dal nemiconemici. Fatto prigioniero, morì tra i Persiani, causandodisonorando grandeassai disonoregravemente alil nome romano presso i suoi successoriposteri.|[[Zosimo (storico)|Zosimo]], ''Storia nuova'', I, 36.2.}}
* un'altra fonte suggerisce che Valeriano chiese "asilo politico" al re persiano [[Sapore I]], per sottrarsi ada una possibile congiura, in quanto nelle file dell'esercito romano che stava assediando Edessa, serpeggiavano evidenti segni di ammutinamento.<ref name="Zonara.XII.23"/>
* gli scrittori cristiani [[Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio|Lattanzio]] e [[Paolo Orosio|Orosio]] raccontano, invece, chepresentano Valerianouna fuversione punitoinficiata daldalla Dioviolenta ostilità nei confronti dell'imperatore, grande persecutore dei Cristianicristiani. perSarebbe lestato suepunito ultimedal persecuzioniDio ecristiano quindie costretto a trascorrere i suoi ultimi giorni in schiavitù.: Fufu prima utilizzato come sgabello vivente da Sapore, per salire a cavallo,<ref>[[Aurelio Vittore]], ''Epitome de Caesaribus'', XXXII, 5-6.</ref><ref name="OrosioVII,3-4">[[Paolo Orosio|Orosio]], ''Historiarum adversos paganos libri VII'', VII, 3-4.</ref> poi ucciso, scuoiato, riempito di paglia e affisso in un tempio persiano come simbolo del trionfo sui Romani.<ref>[[Lattanzio]], ''De mortibus persecutorum'', 5.</ref><ref>Meijer, Fik, ''Emperors don't die in bed'', Routledge, 2004, ISBN 0-415-31202-7, p. 95.</ref>
 
Secondo invece la fonte ufficiale persiana delle ''[[Res gestae divi Saporis]]'':
{{Citazione|('''24''') Una [[battaglia di Edessa|grande battaglia]] fu combattuta tra [[Carrhae]] e [[Edessa (Mesopotamia)|Edessa]] tra noi [Sasanidi] e il ''Cesare'' Valeriano, e noi lo catturammo facendolo prigioniero con le nostre mani, ('''25''') così come altri generali dell'armata romana, insieme al [[prefetto del Pretorio]],<ref>Il [[prefetto del pretorio]] del periodo era un certo [[Successiano]] (cfr. L.L. Howe, ''The Pretorian Prefect from Commodus to Diocletian (AD 180-305)'', pp. 80-81.).</ref> alcuni senatori e ufficiali. Tutti questi noi facemmo prigionieri e deportammo ('''26''') in [[Persia]].|''[[Res gestae divi Saporis]]'', riga 24-25 da ''The American Journal of Semitic Languages and Literatures'', University of Chicago, 1940, vol. 57-58, p. 379.}}
 
[[File:BasBishapur relief(Iran) nagsh-e-rostamSassanid alPeriod.jpgJPG|thumb|250px|Rilievo sasanide a [[Naqsh-e RustamBishapur]] raffigurante Shapur I/[[Sapore I]] checon tiene[[Gordiano prigionieroIII]] (a terra calpestato dal cavallo), Valeriano e(dietro riceveSapore, l'omaggioche dilo afferra per le mani, prigioniero) e [[Filippo l'Arabo]], inginocchiato(in ginocchio davanti alSapore, sovranoche sasanidetratta la resa).<ref name=southern240>Southern, p. 240.</ref>]]
 
E sulla base di quest'ultima fonte alcuni autori moderni ipotizzano che Valeriano sia stato condotto a costruire [[Bishapur]] assieme a parte dei suoi soldati,<ref>{{cita|Zarinkoob|p. 195}}.</ref> mentre il resto dei prigionieri romani avrebbe costruito ''[[Band-e Kaisar]]'', "la diga di Cesare", nei pressi di [[Susa (Elam)|Susa]].<ref>Zarinkoob, Abdolhossein, ''Ruzgaran: tarikh-i Iran az aghaz ta saqut saltnat Pahlvi'', Sukhan, 1999, ISBN 964-6961-11-8, p. 195.</ref>
Secondo invece la fonte ufficiale persiana delle ''[[Res Gestae Divi Saporis]]'':
{{Quote|('''24''') Una [[battaglia di Edessa|grande battaglia]] fu combattuta tra [[Carrhae]] e [[Edessa (Mesopotamia)|Edessa]] tra noi [Sasanidi] e il ''Cesare'' Valeriano, e noi lo catturammo facendolo prigioniero con le nostre mani, ('''25''') così come altri generali dell'armata romana, insieme al [[prefetto del Pretorio]],<ref>Il [[prefetto del pretorio]] del periodo era un certo [[Successiano]] (cfr. L.L. Howe, ''The Pretorian Prefect from Commodus to Diocletian (AD 180-305)'', pp. 80-81.).</ref> alcuni senatori e ufficiali. Tutti questi noi facemmo prigionieri e deportammo ('''26''') in [[Persia]].|''[[Res Gestae Divi Saporis]]'', riga 24-25 da ''The American Journal of Semitic Languages and Literatures'', University of Chicago, 1940, vol. 57-58, p. 379.}}
E sulla base di quest'ultima fonte alcuni autori moderni ipotizzano che Valeriano sia stato condotto a costruire [[Bishapur]] assieme a parte dei suoi soldati,<ref>{{cita|Zarinkoob|p. 195.}}</ref> mentre il resto dei prigionieri romani avrebbero costruito ''[[Band-e Kaisar]]'', "la diga di Cesare", nei pressi di Shoosh [[Susa (Elam)|Susa]].<ref>Zarinkoob, Abdolhossein, ''Ruzgaran: tarikh-i Iran az aghaz ta saqut saltnat Pahlvi'', Sukhan, 1999, ISBN 964-6961-11-8, p. 195.</ref>
 
E'È certo che Sapore usò ampiamente la cattura di Valeriano per fini propagandistici. A [[Naqsh-e Rustam]] un altorilievo raffigura Sapore a cavallo che tiene per le mani, prigioniero, Valeriano, mentre [[Filippo l'Arabo]] si inchina al sovrano sasanide prostrando in avanti le mani in offerta di sottomissione; a [[Bishapur]], invece, l'iconografia rappresenta Sapore in piedi su [[Gordiano III]] morto, mentre tiene dietro di sé Valeriano prigioniero e riceve l'omaggio di Filippo. Al [[Cabinet des Médailles (Francia)|Cabinet des Médailles]] di Parigi è conservato un cameo raffigurante Sapore e Valeriano che si scontrano a cavallo: Sapore, con la mano sull'elsa della spada ancora nel fodero cattura, stringendolo per la mano, cattura Valeriano, che sta brandendo una spada sguainata.
 
==== Morte (260?) ====
La cattura di Valeriano da parte dei [[Sasanidi|Persiani]] lasciò l'Oriente romano alla mercé di [[Sapore I]], il quale condusse una nuova offensiva dal suo quartier generale di ''[[Nisibis]]''<ref>D.S. Potter, ''Prophecy and history in the crisis of the Roman Empire. A historical commentary on the Thirteenth Sibylline Oracle'', Oxford 1990; Erich Kettenhofen, ''Die römisch-persischen Kriege des 3. Jahrhunderts n. Chr.'', Wiesbaden 1982, nr. 55, pp. 44-46.</ref> ([[assedio di Nisibis (252)|occupata]] nel [[252]] dalla [[esercito sasanide|armate sasanidi]]), riuscendo ad occupare i territori romani fino a [[Tarso (Asia Minore)|Tarso]] (in [[Cilicia]]), [[assedio di Antiochia (260)|Antiochia]] (in [[Siria (provincia romana)|Siria]]) e [[Assedio di Cesarea in Cappadocia|Cesarea]] (in [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]]),<ref name="Zonara.XII.23"/><ref name="Sincello715">[[Giorgio Sincello]], ''Selezione di cronografia '', pp. 715-716 (dal ''Corpus Scriptorum Historiae Byzantinae'').</ref><ref>[[Sofronio Eusebio Girolamo|Girolamo]], ''Cronaca'', anni 258-260.</ref> compresa l'intera [[Mesopotamia (provincia romana)|provincia romana di Mesopotamia]].<ref>[[Agazia Scolastico]], ''Sul regno di Giustiniano'', IV, 24.3.</ref><ref name=grant231>{{cita|Grant|p. 231}}.</ref>
[[File:Bishapur_(Iran)_Sassanid_Period.JPG|thumb|left|250px|Rilievo sasanide a [[Bishapur]] raffigurante Shapour I [[Sapore I]] con [[Gordiano III]] (a terra calpestato dal cavallo), Valeriano (dietro Shapour (Sapore), che lo afferra per le mani, prigioniero) e [[Filippo l'Arabo]] (in ginocchio davanti Sapore, che tratta la resa).<ref name=southern240>Southern, p. 240.</ref>]]
{{Citazione|Noi inoltre bruciammo, devastammo e saccheggiammo la [[Siria (provincia romana)|Siria]], la [[Cilicia]] e la [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]]. ('''27''') Nella terza campagna noi sottraemmo all'Impero romano le città di [[Samosata]] con i suoi dintorni, la città di [[Alessandria di Isso|Alessandria]] con i suoi dintorni, ''Katabolon'',<ref>''Katabolon'', località sconosciuta in [[Cilicia]], forse presso l'odierna [[Burnaz]].</ref> ('''28''') ''[[Ayas|Aigeai]]'', ''[[Misis|Mopsuestia]]'', ''Mallos'', ''[[Adana]]'', ''[[Tarso (Asia Minore)|Tarsus]]'', [...], ''[[Mersin|Zephyrion]]'', ('''29''') ''[[Ayas (Turchia)|Sebaste]]'', ''[[Corico (Cilicia)|Corycus]]'', ''[[Anavarza|Agrippiada]]'', ''[[Hierapolis Castabala|Castabala]]'', ''Neronias'',<ref>''Neronias'', nella regione dello [[Yarpuz]] (cfr. Maricq, 1958, p. 356).</ref> ('''30''') ''[[Kadirli|Flavias]]'', ''[[Islahiye|Nicopolis]]'', ''[[Aydıncık (Mersin)|Celenderis]]'',<ref>La serie delle prossime sei città si trovava lungo la costa dell'[[Isauria]].</ref> ''[[Anamur|Anemurium]]'', ('''31''') ''[[Gazipaşa|Selinus]]'', ''Myonpolis'',<ref>''Myonpolis'' è una località di incerta collocazione, forse nei pressi della moderna [[Iskele]] (cfr. Kettenhofen, 1982, p. 116).</ref> ''[[Antiochia ad Cragum|Antiochia]]'', ''[[Seleucia ad Calycadnum]]'', ''[[Domitiopolis]]'', ('''32''') ''[[Tyana]]'', ''[[Kayseri|Caesarea]]'', ''[[Comana (Cappadocia)|Comana]]'', ''[[Heraclea Cybistra|Cybistra]]'', ''[[Sivas|Sebastia]]'', ('''33''') ''Birtha'',<ref name="Birtha e Rhacoundia">''Birtha'' e ''Rhacoundia'' erano forse città/villaggi nei pressi di ''Barata''(?) nel territorio moderno di Medensehir (cfr. Honingmann & Maricq, 1953, pp. 157-158).</ref> ''Rhakoundia'',<ref name="Birtha e Rhacoundia"/> ''[[Karaman|Laranda]]'', ''[[Iconium]]''. Tutte queste città ('''34''') insieme con i loro dintorni sono trentasei.|''[[Res gestae divi Saporis]]'', riga 25-34 da ''The American journal of Semitic languages and literatures'', University of Chicago, 1940, vol. 57-58, p. 379.}}
 
Ancora le ''[[Res gestae divi Saporis]]'' raccontano che molte migliaia di prigionieri romani furono condotte all'interno dell'Impero [[sasanidi|sasanide]] e collocate in [[Persia]], [[Partia (satrapia)|Partia]], [[Susiana]] ed in [[Asuristan|Asorestan]].<ref>''[[Res gestae divi Saporis]]'', riga 34-35.</ref> Valeriano trascorse così i suoi ultimi giorni di vita in prigionia,<ref name="OrosioVII,3-4"/> sebbene molte furono le richieste da parte di [[Regno cliente (storia romana)|re "clienti"]] vicini a [[Sapore I]], affinché liberassero l'imperatore, temendo una vendetta romana.<ref>[[Historia Augusta]], ''Valeriani duo'', 1-4.</ref> Ed un'altra fonte persiana racconta che molti dei regni, prima [[regno cliente (storia romana)|"clienti"]] dei Romani, furono ora costretti a sottomettersi al "Re dei Re" persiano, come quello d'[[Regno d'Armenia|Armenia]], d'[[Albania caucasica|Albania]] e d'[[Iberia caucasica|Iberia]] nel [[Caucaso]] fino alle [[Passo di Darial|"''porte degli Alani''"]].<ref>M.L. Chaumont, "L'inscription de Kartir a la 'kaʿbah de Zoroastre'" (texte, traduction, commentaire), in ''Journal Asiatique'', vol. 248, 1960, pp. 339-80 (riga 11-13 del testo in medio-persiano).</ref>
La cattura di Valeriano da parte dei [[Sasanidi|Persiani]] lasciò l'Oriente romano alla mercé di [[Sapore I]], il quale condusse una nuova offensiva dal suo "quartier generale" di ''[[Nisibis]]''<ref>D.S. Potter, ''Prophecy and history in the crisis of the Roman Empire. A historical commentary on the Thirteenth Sibylline Oracle'', Oxford 1990; Erich Kettenhofen, ''Die römisch-persischen Kriege des 3. Jahrhunderts n. Chr.'', Wiesbaden 1982, nr. 55, pp. 44-46.</ref> ([[assedio di Nisibis (252)|occupata]] nel [[252]] dalla [[esercito sasanide|armate sasanidi]]), riuscendo ad occupare i territori romani fino a [[Tarso (Asia Minore)|Tarso]] (in [[Cilicia]]), [[assedio di Antiochia (260)|Antiochia]] (in [[Siria (provincia romana)|Siria]]) e [[assedio di Cesarea in Cappadocia (260)|Cesarea]] (in [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]]),<ref name="Zonara.XII.23"/><ref name="Sincello715">[[Giorgio Sincello]], ''Selezione di cronografia '', pp. 715-716 (dal ''Corpus Scriptorum Historiae Byzantinae'').</ref><ref>[[Sofronio Eusebio Girolamo|Girolamo]], ''Cronaca'', anni 258-260.</ref> compresa l'intera [[Mesopotamia (provincia romana)|provincia romana di Mesopotamia]].<ref>[[Agazia Scolastico]], ''Sul regno di Giustiniano'', IV, 24.3.</ref><ref name=grant231>{{cita|Grant|p. 231.}}</ref>
{{cn|Gallieno, alle prese in Occidente con invasioni barbariche e usurpazioni, non poté intervenire direttamente contro Sapore I. Non ritenne neppure di offrire un riscatto perché temeva che Sapore avrebbe chiesto una cifra esorbitante o la cessione di province nevralgiche per l'impero.}}
{{Quote|Noi inoltre bruciammo, devastammo e saccheggiammo la [[Siria (provincia romana)|Siria]], la [[Cilicia]] e la [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]]. ('''27''') Nella terza campagna noi sottraemmo all'Impero romano le città di [[Samosata]] con i suoi dintorni, la città di [[Alessandria di Isso|Alessandria]] con i suoi dintorni, ''Katabolon'',<ref>''Katabolon'', località sconosciuta in [[Cilicia]], forse presso l'odierna [[Burnaz]].</ref> ('''28''') ''[[Ayas|Aigeai]]'', ''[[Misis|Mopsuestia]]'', ''Mallos'', ''[[Adana]]'', ''[[Tarso (Asia Minore)|Tarsus]]'', [...], ''[[Mersin|Zephyrion]]'', ('''29''') [[Ayas (Turchia)|''Sebaste'']], ''[[Corico (Cilicia)|Corycus]]'', ''[[Anavarza|Agrippiada]]'', ''[[Hierapolis Castabala|Castabala]]'', ''Neronias'',<ref>''Neronias'', nella regione dello [[Yarpuz]] (cfr. Maricq, 1958, p. 356).</ref> ('''30''') ''[[Kadirli|Flavias]]'', ''[[Islahiye|Nicopolis]]'', ''[[Aydıncık (Mersin)|Celenderis]]'',<ref>La serie delle prossime sei città si trovava lungo la costa dell'[[Isauria]].</ref> ''[[Anamur|Anemurium]]'', ('''31''') ''[[Gazipaşa|Selinus]]'', ''Myonpolis'',<ref>''Myonpolis'' è una località di incerta collocazione, forse nei pressi della moderna [[Iskele]] (cfr. Kettenhofen, 1982, p. 116).</ref> ''[[Antiochia ad Cragum|Antiochia]]'', ''[[Seleucia ad Calycadnum]]'', ''[[Domitiopolis]]'', ('''32''') ''[[Tyana]]'', ''[[Kayseri|Caesarea]]'', ''[[Comana (Cappadocia)|Comana]]'', ''[[Heraclea Cybistra|Cybistra]]'', ''[[Sivas|Sebastia]]'', ('''33''') ''Birtha'',<ref name="Birtha e Rhacoundia">''Birtha'' e ''Rhacoundia'' erano forse città/villaggi nei pressi di ''Barata''(?) nel territorio moderno di Medensehir (cfr. Honingmann & Maricq, 1953, pp. 157-158).</ref> ''Rhakoundia'',<ref name="Birtha e Rhacoundia"/> ''[[Karaman|Laranda]]'', ''[[Iconium]]''. Tutte queste città ('''34''') insieme con i loro dintorni sono trentasei.|''[[Res Gestae Divi Saporis]]'', riga 25-34 da ''The American journal of Semitic languages and literatures'', University of Chicago, 1940, vol. 57-58, p. 379.}}
 
Sembra assai probabile che Valeriano sia stato impiegato come schiavo nella costruzione di una diga a Susiana o del [[Band-e Kaisar|ponte Band-e Kaisar]] assieme ad altri prigionieri romani, morendo poco dopo.<ref>[[Sergio Roda]], Storia romana. Roma. Dallo stato-città all'impero senza fine, EdiSES, ISBN 978 88 7959 8699, pag. 308</ref>
Ancora le ''[[Res Gestae Divi Saporis]]'' raccontano che molte migliaia di prigionieri romani furono condotte all'interno dell'Impero [[sasanidi|sasanide]] e collocate in [[Persia]], [[Partia (satrapia)|Partia]], [[Susiana]] ed in [[Asuristan|Asorestan]].<ref>''[[Res Gestae Divi Saporis]]'', riga 34-35.</ref> Valeriano trascorse così i suoi ultimi giorni di vita in prigionia,<ref name="OrosioVII,3-4"/> sebbene molte furono le richieste da parte di [[Regno cliente (storia romana)|re "clienti"]] vicini a [[Sapore I]], affinché liberassero l'imperatore, temendo una vendetta romana.<ref>[[Historia Augusta]], ''Valeriani duo'', 1-4.</ref> Ed un'altra fonte persiana racconta che molti dei regni, prima [[regno cliente (storia romana)|"clienti"]] dei Romani, furono ora costretti a sottomettersi al "Re dei Re" persiano, come quello d'[[Regno d'Armenia|Armenia]], d'[[Albania caucasica|Albania]] e d'[[Iberia caucasica|Iberia]] nel [[Caucaso]] fino alle [[Passo di Darial|"''porte degli Alani''"]].<ref>M.L. Chaumont, "L'inscription de Kartir a la 'kaʿbah de Zoroastre'" (texte, traduction, commentaire), in ''Journal Asiatique'', vol. 248, 1960, pp. 339-80 (riga 11-13 del testo in medio-persiano).</ref>
 
Lo scrittore cristiano del IV secolo [[Lattanzio]] scrisse un'opera intitolata [[De mortibus persecutorum]] ("La morte dei persecutori"), in cui mostrava come i persecutori del Cristianesimo fossero stati poi puniti con destini infamanti; riguardo a Valeriano, racconta che Sapore lo tenne con sé utilizzandolo come sgabello per montare a cavallo e che poi lo fece uccidere e scuoiare, riempiendo la sua pelle, tinta di rosso, con della paglia e affiggendolo in un tempio come trofeo.<ref>[[Lattanzio]], '' [[De mortibus persecutorum]]'', 5, 6</ref> La veridicità del resoconto di Lattanzio è tuttavia inficiata dal suo punto di vista violentemente antipagano.
==Titolatura==
 
Il racconto tramandato dalle fonti sasanidi vuole invece che Sapore abbia inviato Valeriano e alcuni suoi soldati a vivere a Bishapur, mentre il resto dei prigionieri romani avrebbero costruito un esempio dell'ingegneria romana, Band-e Kaisar, "la diga di Cesare", nei pressi di Susa. Valeriano aveva regnato dal 253 al 260. Ora restava suo figlio Gallieno.<ref>{{Cita web|url=https://www.romanoimpero.com/2009/07/valeriano-i-253-260.html|titolo=VALERIANO I - VALERIANUS I {{!}} romanoimpero.com|sito=www.romanoimpero.com|accesso=2021-01-13}}</ref>
 
== Titolatura imperiale ==
{{vedi anche|Monetazione di Valeriano e Gallieno}}
 
{| class="wikitable"
Riga 169 ⟶ 193:
!width=20%|Numero di volte
!width=60%|Datazione evento
 
|- valign="top"
|[[Tribunicia potestas]]<ref name="CIL11.826"/>
|78 anni:<ref name="CIL11.826"/>
|dal [[253]] e rinnovata annualmente al 10 dicembre di ogni anno fino al [[260]] per nove volte.<ref name="CIL8.12294">{{CIL|8|12294}}.</ref>
 
|-
|[[Console romano|Consolato]]
|4 volte:<ref name="CIL8.12294"/>
|[[238]]? (I), [[254]] (II),<ref>BCTH-1955/56-108.</ref> [[255]] (III)<ref>{{AE|1989|319}}, {{AE|2004|1127}}.</ref> e [[257]] (IV).<ref name="CIL11.826">{{CIL|11|826}} (p 1248).</ref><ref name="CIL8.12294"/>
 
|-
|[[Cognomina ex virtute|Titoli vittoriosi]]
|
|''[[Germanicus Maximus]]'',<ref name="CIL11.826"/><ref name="CIL8.12294"/> ''[[Parthicus]]'' (?)<ref name="ValerianoParthicus">[[Roman Imperial Coinage|RIC]] ''Licinius Valerianus'', V, 262; MIR 847d; cf. RSC 255.</ref> e ''Restitutor [[Gallia]]rum'', nel [[254]];<ref name="ValerianoGermanicus">{{CIL|8|2380}}; {{CIL|8|12294}}; {{CIL|8|20155}}; {{CIL|10|8028}}; {{CIL|11|826}} (p 1248); {{CIL|11|2914}}; {{AE|1889|37}}.</ref> ''Restitutor Orientis'', ca. [[253]]-[[260]]<ref name=RICV287/> ''[[Restitutor orbis]]'', nel periodo [[254]]-[[259]] (?).<ref name="RestOrbValeriano">{{AE|1977|527}}.</ref>
 
|-
|''[[Salutatio imperatoria]]''
|almeno 3 volte:<ref name="ILJug1.361"/>
|... volte:
|la prima quando fu fatto ''Augusto'' nel [[253]], lla seconda quando assunse il titolo di ''ultimaGermanicus sembraMaximus'' nel [[259254]] e la terza nel [[256]].<ref name="ILJug1.361">ILJug-1, 361.</ref>
 
|-
|Altri titoli
|
|''[[Pater PatriaePio]]'',<ref nelname="CIL11.826"/> ''[[253]]Fortuna (?divinità)|Felix]]'',<ref name="CIL11.826"/>{{CIL|2|4691}} (p''[[Pater LXXX).Patriae]]''</ref name="CIL11.826"/> e ''[[Pontifex Maximus]]''<ref name="CIL11.826"/> nel [[253]].<ref>BCTH-1909-CCXVIII.</ref>
|}
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
;
;Fonti primarie
;Fonti primarie:
* [[Aurelio Vittore]], ''[[Epitome de Caesaribus]]'' e ''De Vita et Moribus Imperatorum Romanorum'' [http://www.thelatinlibrary.com/victor.html QUI].
* [[Corpus Inscriptionum Latinarum]].
* [[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', IX [http://www.thelatinlibrary.com/eutropius.html QUI].
* [[Giordane]], ''[[De origine actibusque Getarum]]''.
* [[Giorgio Sincello]], ''Selezione di cronografia''.
* [[Gregorio di Tours]], ''[[Historia Francorum]]'', libro II.
* [[Historia Augusta]], ''I due Gallieni'', ''I due Valeriani'' e ''Trenta tiranni''.
* [[Lattanzio]], ''[[De mortibus persecutorum]]'', v.
* [[Paolo Orosio|Orosio]], ''[[Historiarum adversus paganos libri septem]]'', libro 7 [http://www.thelatinlibrary.com/orosius.html QUI].
* ''[[Res Gestae Divi Saporis]]'' (tradotto da un'iscrizione in partico e greco, del sovrano [[Sapore I]], rinvenuta presso [[Naqsh-i-Rustam]])
* ''[[Res gestae divi Saporis]]'' (tradotto da un'iscrizione in partico e greco, del sovrano [[Sapore I]], rinvenuta presso [[Naqsh-i-Rustam]])
;Fonti secondarie
* [[Giovanni Zonara|Zonara]], ''[http://www.thelatinlibrary.com/zonaras.html Historiae Romanorum excerpta]''.
* Eiddon, Iorwerth, e Stephen Edwards, ''The Cambridge Ancient History - XII The Crisis of Empire, A.D. 193-337'', Cambridge University Press, 2005, ISBN 0-521-30199-8, pp. 41-42, 61.
* [[Zosimo (storico)|Zosimo]], [[:s:Della Nuova Istoria/Libro I|''Storia nuova'', I]].
* [[Santo Mazzarino]], ''L'Impero romano'', tre vol., Laterza, Roma-Bari, 1973 e 1976 (v. vol. II); riediz. (due vol.): 1984 e successive rist. (v. vol. II)
 
* [[Marina Silvestrini]], ''Il potere imperiale da Severo Alessandro ad Aureliano'' in: AA.VV., ''Storia di Roma'', Einaudi, Torino, 1993, vol. III, tomo 1; ripubblicata anche come ''Storia Einaudi dei Greci e dei Romani'', Ediz. de ''Il Sole 24 ORE'', Milano, 2008 (v. il vol. 18°)
;Fonti storiografiche moderne
* Southern, Pat, ''The Roman Empire from Severus to Constantine'', Routledge, 2001, ISBN 0-415-23943-5
* Coloru, Omar, ''L'imperatore prigioniero. Valeriano, la Persia e la disfatta di Edessa'', Laterza, Bari-Roma, 2017, ISBN 9788858127469
* {{cita libro|cognome=Beyer|nome=Jeorgios Martin|titolo=Gregorios Thaumaturgos und die pontischen Beutezuge der Boran und Goten im 3.Jh.n.Chr.|editore=in 18th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di P.Freeman, J.Bennett, Z.T.Fiema e B.Hoffmann|città=Oxford|anno=2002|lingua=tedesco}}
* De Blois, Lukas, ''The Policy of the Emperor Galienus'', Brill Academic Publishers, 1976, ISBN 90-04-04508-2
* J.Bray, ''Gallienus: A Study in Reformist and Sexual Politics'', Kent Town, 1997, ISBN 1-86254-337-2
* {{cita libro | cognome=Cameron | nome=Averil | wkautore=Averil Cameron | titolo=Il tardo impero romano | città=Milano | anno=1995 | isbn=88-15-04887-1 | lingua=en }}
* {{cita libro | cognome=Carrié | nome=Jean-Michel |titolo=Eserciti e strategie |editore=in Storia dei Greci e dei Romani, vol.18, La Roma tardo-antica, per una preistoria dell'idea di Europa | città=Milano | anno=2008 }}
* J.F.Drinkwater, ''The Gallic Empire. Separatism and Continuity in the North-Western Provinces of the Roman Empire A.D. 260–274'', Wiesbaden 1987. ISBN 3-515-04806-5
* Eiddon, Iorwerth, e Stephen Edwards, ''The Cambridge Ancient History - XII The Crisis of Empire, A.D. 193-337'', Cambridge University Press, 2005, ISBN 0-521-30199-8, pp.&nbsp;41–42, 61.
* {{cita libro | cognome=González| nome=Julio Rodríguez | titolo=Historia de las legiones Romanas | città=Madrid | anno=2003 | lingua=es }}
* {{cita libro | cognome=Grant |nome=Michel | titolo=Gli imperatori romani, storia e segreti | città=Roma | anno=1984 | isbn=88-541-0202-4 | lingua=en }}
* {{cita libro| cognome=Magie | nome=David | titolo=Roman Rule in Asia Minor to the End of the Third Century After Christ | città=Princeton | anno=1950 | isbn=0-405-07098-5 | lingua=en }}
* {{cita libro | cognome=Mazzarino | nome=Santo | wkautore=Santo Mazzarino | titolo=L'impero romano | città=Bari | anno=1973 | isbn=88-420-2377-9 | id=e }}
* {{cita libro | cognome=Rémondon | nome=Roger | titolo=La crisi dell'impero romano, da Marco Aurelio ad Anastasio | città=Milano | anno=1975 }}
* {{cita libro | cognome=Scarre | nome=Chris | titolo=Chronicle of the roman emperors | città=New York | anno=1999 | isbn=0-500-05077-5 | lingua=en }}
* [[Marina Silvestrini]], ''Il potere imperiale da Severo Alessandro ad Aureliano'' in: AA.VV., ''Storia di Roma'', Einaudi, Torino, 1993, vol. III, tomo 1; ripubblicata anche come ''Storia Einaudi dei Greci e dei Romani'', Ediz. de ''Il Sole 24 ORE'', Milano, 2008 (v. il vol. 18°).
* {{cita libro | cognome=Southern | nome=Pat | titolo=The Roman Empire: from Severus to Constantine | città=Londra & New York | anno=2001 | isbn=0-415-23944-3 | lingua=en }}
* {{cita libro | cognome=Watson | nome=Alaric | titolo=Aurelian and the Third Century | città=Londra & New York | anno=1999 | isbn=0-415-30187-4 | lingua=en }}
* Weigel, Richard, [http://www.roman-emperors.org/gallval.htm "Valerian (A.D. 253-260) and Gallienus (A.D. 253-268)"], ''De Imperatoribus Romanis''
* Valerio Massimo Manfredi,"[[L'impero dei draghi]]"
 
;Romanzi storici sul periodo
* {{cita libro | cognome=Sidebottom | nome=Harry | wkautore=Harry Sidebottom | titolo=Il Guerriero di Roma. Fuoco ad Oriente | editore=Newton Compton | città=Roma | anno=2009 | isbn=978-88-541-1700-6 }} Primo [[romanzo storico]] della saga ambientata nell'Oriente romano durante le campagne di Sapore I degli anni 255-256.
* {{cita libro | cognome=Sidebottom | nome=Harry | titolo=Il Re dei Re | editore=Newton Compton | città=Roma | anno=2010 | isbn=978-88-541-1657-3 }} Secondo romanzo storico della saga, ambientato nel 256-260.
* {{cita libro | cognome=Sidebottom | nome=Harry | titolo=Il Guerriero di Roma. Sole bianco | editore=Newton Compton Editori | anno=2011 | isbn=978-88-541-2815-6 }} Terzo romanzo storico della saga.
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Publius Licinius Valerianus}}
 
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{{Box successione
|caricatipologia = [[Imperatori romani|Imperatoremagistrato romano]]
|carica = [[Imperatori romani|<span style="color:#FFA257;">Imperatore romano</span>]]
|immagine= Project Rome logo Clear.png
|periodo = [[253]] - [[260]]
|precedente = [[Emiliano (imperatore romano)|Emiliano]]
|successivo = [[Gallieno]]
}}
 
{{Box successione
|tipologia = magistrato romano
|carica = ''[[Consoli alto imperiali romani (193-541)|<span style="color:#FFA257;">FastiConsoli consularesromani</span>]]''
|immagine=LupaCapitolinaConsul et lictores.png
|precedente = [[253]]<br />[[Volusiano|ImperatoreImp. Cesare Gaio Vibio Volusiano Augusto]]&nbsp;II,<br /> [[Valerio Massimo (console 253)|Valerio Massimo]]
|periodo = ([[254]])<br />'''Valeriano''',<br con />[[Gallieno|ImperatoreImp. Cesare Publio Licinio Egnazio Gallieno Augusto]]
|successivo = Imperatore Cesare Publio Licinio[[255]]<br />'''Valeriano''' Augusto&nbsp;IIIII,<br /> [[Gallieno|ImperatoreImp. Cesare Publio Licinio Egnazio Gallieno Augusto]]&nbsp;II
|precedente2=[[254]]<br />'''Valeriano''',<br />[[Gallieno|Imp. Cesare Publio Licinio Egnazio Gallieno Augusto]]
|precedente2periodo2=Imperatore Cesare Publio Licinio[[255]]<br />'''Valeriano''' Augusto&nbsp;II,<br /> [[Gallieno|ImperatoreImp. Cesare Publio Licinio Egnazio Gallieno Augusto]]&nbsp;II
|successivo2=[[256]]<br />[[Lucio Valerio Massimo]]&nbsp;II,<br />[[Marco Acilio Glabrione (console 256)|Marco Acilio Glabrione]]
|periodo2=([[255]])<br />con [[Gallieno|Imperatore Cesare Publio Licinio Egnazio Gallieno Augusto]]&nbsp;II
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|periodo3=[[257]]<br />'''Valeriano''' III,<br />[[Gallieno|Imp. Cesare Publio Licinio Egnazio Gallieno Augusto]]&nbsp;III
 
|precedente3successivo3=[[Lucio Valerio Massimo258]]&nbsp;II,<br /> [[Marco AcilioNummio GlabrioneTusco]],<br (console/> 256)|Marco Acilio[[Mummio GlabrioneBasso]]
|periodo3=([[257]])<br />con [[Gallieno|Imperatore Cesare Publio Licinio Egnazio Gallieno Augusto]]&nbsp;III
|successivo3=[[Marco Nummio Tusco]],<br /> [[Mummio Basso]]
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